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EXCELLENTIA HOMINIS
Atti del Convegno Internazionale di Studi
su Giannozzo Manetti
(Georgetown University – Kent State University:
Fiesole – Firenze, 18-20 giugno 2007)
A cura di
STEFANO U. BALDASSARRI
Le Lettere
In copertina: Filippino Lippi, La disputa con Simon Mago e la
crocifissione di Pietro, (particolare – Autoritratto di Filippino Lippi),
Cappella Brancacci, Firenze.
«Et luy stesso sabato passato aperte demonstrò crederlo, recevendo la ex-
trema uncione et admonendo tuti li cardinali collegialiter, tantum carita-
tive et magistraliter quantum dici posset, a la deffensione de la fede et al go-
verno de questa citade et al fraternale vivere insieme et haverlo per excu-
sato, se da la Sanctità soa havesseno aliquando havuto qualche risposta
più ingrata che non saria convenuto a la dignità loro, per l’essere proce-
duto questo per natura soa et non per voluntate propria. Que admonicio
ipsorum cardinalium animos humiliasse adeo videtur, ut spes melior rema-
neat future inter eos unionis et concordie in successoris ellectione quam
antea esset. In qua sententia confirmet eos Deus, si velit Ecclesiam suam
non conculcari»5.
Niccolò V nel testamento di Eugenio IV, riportato da un’orazione di Enea Silvio Pic-
colomini all’imperatore Federico III (Aeneae Silvii Senensis Frederici Romanorum Regis
Segretarii et Oratoris de morte Eugenii IV creationeque et coronatione Nicolai V sum-
morum Pontificum Oratio coram ipso Rege habita Anno MCCCCXLVII, Mediolani 1734
[RIS3, 2], coll. 878-898: coll. 889-890).
8 «Il papa tuttavia peggiorava di sua infermità […]. Onde vedendosi lui in peri-
colo di morte, fece venire a sé tutti li cardinali, e fe’ loro un bel parlamento, e disse:
“Fratelli miei, voi sapete ch’io son ora signore di tutta la cristianità, e a quale lo co-
mandassi son certo m’obbederìa. Pertanto vi prego pigliate esemplo da me, che presto
abbandonerò questo mondo, io vi lascio la pace, e così pregovo vogliate mantenerla ed
eleggere sì fatto pastore, che seguiti detta pace”. E in quel punto elesse quattro cardi-
nali, che dovessero governare la Sedia apostolica. Il primo fu il cardinal Colonna; 2.°
il cardinal di San Marco, nepote di papa Eugenio; 3.° il cardinal di Fermo; 4.° il car-
dinal di Bologna, fratello del papa; e a loro fe’ assegnare obbedienza da tutti li castel-
lani della Chiesa e del castel Sant’Angelo. Ancora fe’ capitano di tutte le genti della
Chiesa il cardinal di San Lorenzo in Damaso, patriarca d’Aquileia e camerlengo del
papa, e fèllo legato della Sedia apostolica. Anco disse alli detti cardinali: “Io vi lasso
400000 ducati tra danari e gioie. Prego qualunque sarà sommo pontefice voglia segui-
tare l’edifizio di San Pietro quale ho fatto cominciare a onore di Dio e di san Pietro apo-
stolo”. Li cardinali lì presenti commisero al cardinal Sant’Agnolo la risposta, il quale
era omo antico e assai benevolo del papa, e disse circa dieci parole: poi cominciò a
piangere con la più parte di loro» (Cronache di Viterbo e di altre città scritte da Niccola
della Tuccia, in Cronache e statuti della città di Viterbo, a cura di I. Ciampi, Firenze
1872, p. 238). Il brano si inserisce tra il 10 e il 24 marzo, data della morte di Niccolò.
Su questa testimonianza ha recentemente richiamato l’attenzione G. SIMONCINI, To-
pografia e urbanistica da Bonifacio IX ad Alessandro VI, in Roma. Le trasformazioni ur-
bane nel Quattrocento, I, Firenze 2004, p. 109.
234 ANNA MODIGLIANI
«Cum itaque haec (sic) et alia quedam huiusmodi memoriter et clara voce
perorasset, dextero brachio parumper sublevato, “Benedicat – inquit –
vos omnipotens Deus, Pater et Filius et Spiritus Santus”. Et cum hec ma-
gnanimiter, quemadmodum pontificalem gravitatem decere videbatur,
animoseque dixisset, paulo post feliciter expiravit»10.
9 Per tutto questo vd. MANETTI, De vita ac gestis Nicolai quinti summi pontificis
cit., Introduzione, pp. LII-LIX.
10 Ibid., Appendice, p. 232. Nelle due ultime pagine del testamento, di mano di-
versa da quella di Bartolomeo Fonzio, non è mai utilizzato il dittongo ae salvo nello
haec qui citato.
11 F. BAUSI, Nuovi autografi di Bartolomeo Fonzio nel Riccardiano 914, «Inter-
pres», 10 (1990), pp. 270-288: p. 273; G. DONATI, I manoscritti, in LORENZO VALLA,
Orazione per l’inaugurazione dell’anno accademico 1455-1456. Atti di un seminario di
filologia umanistica, a cura di S. Rizzo, Roma 1994, pp. 133-149: p. 146; anche nella
mia introduzione a GIANNOZZO MANETTI, Vita di Nicolò V, traduzione italiana, intro-
duzione e commento a cura di A. Modigliani, con una premessa di M. Miglio, Roma
1999, p. 64, propendevo – non avendo ancora sottoposto i due testi ad un confronto
puntuale – per l’ipotesi di un riassunto del testamento compreso nella Vita.
IL TESTAMENTO DI NICCOLÒ V 235
21 MANETTI, De vita ac gestis Nicolai quinti summi pontificis cit., III.6-10, pp. 118-
121. Quanto ai sacramenti, è evidente che, nonostante i successi ottenuti dal Paren-
tucelli nei confronti del conciliarismo, la minaccia non poteva ancora essere conside-
rata pienamente superata ed era perciò opportuno riaffermare che il papa ne era unico
legittimo dispensatore, in quanto unico capo spirituale della cristianità. Lo splendido
apparato iconografico che accompagna il codice Vat. lat. 985, trascritto per Niccolò V
e contenente un commento anonimo al IV libro delle Sententiae di Pietro Lombardo,
dedicato ai sacramenti (A. MANFREDI, I codici latini di Niccolò V, Città del Vaticano
1994, n. 327, p. 204; S. TARQUINI, Simbologia del potere. Codici di dedica al pontefice
nel Quattrocento, Roma 2001, pp. 44-47 e 92-94) conferma la centralità di queste te-
matiche per papa Parentucelli. Il contenuto delle immagini miniate «allude al potere
di legare e di sciogliere conferito da Cristo a Pietro ed ereditato dai suoi successori»
(ibid., p. 46). Ai sacramenti era stata dedicata una parte importante dell’VIII sessione
del concilio fiorentino del 22 novembre 1439 (Cfr. Conciliorum oecumenicorum de-
creta, curantibus J. Alberigo – P. P. Joannou – C. Leonardi – P. Prodi, consultante H.
Jedin, Basileae – Barcinone – Friburgi – Romae – Vindobonae 1962, pp. 516-526). L’e-
sigenza di ridefinire la materia sacramentale, affrontata in quella sede per la Bulla
unionis Armenorum, e di ribadire su questi temi la superiorità della nova lex rispetto
all’antiqua lex, era tema ancora molto attuale durante il pontificato di Niccolò V.
IL TESTAMENTO DI NICCOLÒ V 237
22 MANETTI, De vita ac gestis Nicolai quinti summi pontificis cit., III.14-16, pp.
124-131.
23 Ibid., III.5, p. 118.
24 «Sed antequam, ex hac digressionis parte abeuntes, ad principale mentis no-
stre propositum redeamus, in hac ipsa obiectarum rerum confutatione de luctuosa
Constantinopolis captivitate nonnulla, manifestande veritatis gratia, brevissime simul
atque verissime attingemus» (ibid., III.19, p. 132).
25 Testamentum, 1 (ibid., Appendice, p. 227).
26 La conferma che il voluimus di III.23 (ibid., p. 136) sia un errore, che proba-
bilmente risale alla bozza di lavoro di Giannozzo (?), viene da un secondo valuimus in
III.26 (ibid., p. 138), sempre riferito al fatto che Niccolò V è riuscito a ricordare i be-
nefici ricevuti da Dio e a ringraziarlo. Su questo vd. anche più avanti.
27 Testamentum, 4, ibid., p. 229.
238 ANNA MODIGLIANI
28 Cfr. sopra, nota 26. Per le altre correzioni effettuate sulla base del Ricc. 914
vd. ibid., pp. 117-139, note filologiche.
IL TESTAMENTO DI NICCOLÒ V 239
29 Cfr. M. MIGLIO, Nicolò V, Leon Battista Alberti, Roma, in Leon Battista Alberti
e il Quattrocento. Studi in onore di Cecil Grayson e Ernst Gombrich. Atti del Convegno
Internazionale (Mantova, 29-31 ottobre 1998), a cura di L. Chiavoni, G. Ferlisi, M.V.
Grassi, Firenze 2001, pp. 47-64: p. 52.
30 Unica eccezione, un accenno al fatto che dopo la caduta di Costantinopoli il
Papa promosse l’acquisto di numerosi codici, che dalla Grecia fece portare a Roma
(MANETTI, De vita ac gestis Nicolai quinti summi pontificis cit., II.20, p. 56).
31 C’è da notare a questo proposito che il testo del Ricc. 914, che alle parole at-
tribuite al Papa aggiunge non soltanto un’introduzione (o titolo), che informa il lettore
della circostanza in cui il testamento fu pronunciato, ma anche una nota finale che rac-
conta la morte di Niccolò V, si presenta comunque come un testo narrativo e non può
240 ANNA MODIGLIANI
«At vero, cum nos duo sola prioribus designationibus suis nuper adiun-
xerimus, de eo finem dicendi faciemus, ut ex his, que nostris litteris man-
data fuerint, reliqua huiusmodi qualia quantaque fore debuissent, dili-
gentis lectoris iudicio existimanda relinquamus»33.
degli edifici, che servono a comunicare agli indotti idee che gli uo-
mini dotti possono agevolmente apprendere attraverso la lettura?
Sul brano della Vita che riguarda Noè, si può dire che Manetti ag-
giunge un anello nuovo ad un paragone già sviluppato pochi anni
prima nel De dignitate et excellentia hominis39, del quale riprende
alla lettera un intero brano, nel quale si fa un raffronto tra il corpo
umano e l’arca di Noè per dimostrare la perfezione del corpo
umano, creato da Dio e imitato dal patriarca. L’anello aggiunto
nella Vita è Niccolò V, che nel costruire il tempio si fa imitatore di
Noè e dunque di Dio40.
Quanto a Salomone, risulta invece interessante una nota auto-
grafa dello stesso Niccolò V. In un codice miscellaneo commissio-
nato da Tommaso Parentucelli e da lui postillato, in margine ad un
brano del II libro del De resurrectione di s. Ambrogio dove si esalta
la sapienza di Salomone, Tommaso evidenziava diverse righe del
testo con un segno di attenzione e annotava: «Magnifice de Salo-
mone»41. Ma come sempre, è impossibile e anche metodologica-
mente scorretto determinare i confini precisi tra committente e ar-
tista o letterato: alle loro sinergie va infatti spesso ricondotta la pa-
correzioni ("d" gotica). Questi brani, molto aderenti al testo manettiano, si riferiscono
soprattutto alla pittura. Su questi temi vd. S. SETTIS, Iconografia dell’arte italiana, 1100-
1500: una linea, in Storia dell’arte italiana. Parte I. Materiali e problemi, III. L’espe-
rienza dell’antico, dell’Europa, della religiosità, Torino 1979, pp. 173-270.
39 IANOTII MANETTI, De dignitate et excellentia hominis, ed. E.R. Leonard, Pa-
dova 1975, I.50, p. 31.
40 MANETTI, De vita ac gestis Nicolai quinti summi pontificis cit., Introduzione,
p. XLVIII.
41 Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Vat. lat. 314, f. 213r; sul co-
dice vd. Manfredi, I codici latini cit., n. 167, p. 107. È stata sottolineata l’importanza,
per Niccolò V e per la biografia manettiana, del «ricorso al modello della regalità ve-
tero-testamentaria» per «riguadagnare il consenso alla monarchia papale, riconfermata
nelle prerogative fondamentali, temporali non meno che spirituali» (R. FUBINI, L’e-
braismo nei riflessi della cultura umanistica. Leonardo Bruni, Giannozzo Manetti, Annio
da Viterbo, «Medioevo e Rinascimento», 2 (1988), pp. 283-324: p. 290). Su Salomone
come simbolo dell’intelligenza e modello per la dottrina niccolina di una supremazia
papale che trovava uno dei suoi fondamenti nella sapienza del pontefice, da opporre
al conciliarismo, vd. C.W. WESTFALL, Biblical Typology in the Vita Nicolai V by Gian-
nozzo Manetti, in Acta Conventus Neo-Latini Lovaniensis. Proceedings of the First In-
ternational Congress of Neo-Latin Studies (Louvain 23-28 August 1971), a cura di J.
IJsewwijn e E. Kessler, Lovanio 1973, pp. 701-709.
244 ANNA MODIGLIANI
44 MANETTI, De vita ac gestis Nicolai quinti summi pontificis cit., II.77, p. 114.
45 Le ultime ore di vita, ibid., III.1-3, pp. 115-117, e la morte in III.28, pp. 139-
140.
46 Ibid., III.1, p. 115 («Poiché ho parlato nei due libri precedenti, secondo lo
schema che mi sono proposto, della vita e dei costumi del sommo pontefice Niccolò
V e delle gloriose opere da lui compiute durante il pontificato, resta da raccontare
246 ANNA MODIGLIANI
come e con quale grandezza d’animo si comportò durante la malattia che lo portò alla
morte e di fronte alla morte stessa, affinché appaia chiaramente come questo suo ul-
timo atto, quasi epilogo dell’intera commedia, sia in perfetta sintonia con tutte le altre
opere tanto lodevoli e famose che compì in precedenza» (ibid., p. 207).
47 Riguardo alla paternità del brano sui sacramenti vd. sopra, nota 34 e testo re-
lativo. Si potrebbe ulteriormente riflettere su una variante nel modo di definire la mole
Adriana (Castel Sant’Angelo) nella Vita Nicolai quinti: nel lungo excursus sulle perse-
cuzioni che i pontefici subirono dai romani, compreso nel III libro, si parla sempre di
moles Adriani e così anche una sola volta nel par. 73 del II libro, dove si parla della con-
danna di Stefano Porcari. Nell’ampia descrizione del progetto edilizio contenuta nel
II libro, invece, eccetto un solo caso (II.35), il termine usato decine di volte è moles
Adrianea (in più l’aggettivo, che si trova quasi sempre al genitivo, è corretto ogni volta
da Adriane in Adrianee nei due principali manoscritti, con pochissime eccezioni in cui
è Adrianee fin dall’inizio). Piuttosto che quella dell’excursus sulle persecuzioni, queste
varianti mi sembra possano mettere in dubbio la paternità manettiana della prima ste-
sura della descrizione progetto edilizio, nel II libro. Ma su questo punto mi riservo di
ragionare in altra sede.
48 L’opera fu terminata con certezza entro il 1455, come attesta il colophon del
Laur. 66.22.
IL TESTAMENTO DI NICCOLÒ V 247
APPENDICE
Qum (sic) hanc vocationis nostrae Cum hanc vocationis nostre horam,
horam, dilecti fratres, iam iam dilecti fratres, iam iam plane aper-
plane aperteque adventasse cogno- teque adventasse cognoverimus,
verimus, pro summa Sedis Aposto- pro maiori quadam Romane Ec-
licae dignitate breve quoddam te- clesie auctoritate ac pro summa
stamentum, non litteris mandatum Sedis Apostolice dignitate, grave
tabulisve transcriptum, sed nunc quoddam et amplum testamentum,
vivae vocis oraculo coram venera- non litteris mandatum, non tabulis
tionibus vestris expressum facere relictum, non membranis trans-
constituimus. criptum, sed nunc vive vocis ora-
culo coram venerationibus vestris
duntaxat expressum facere consti-
tuimus.
gravia, nisi naturalis memoriae no- gravia, nisi naturalis memorie no-
strae efficacia ac vivacitas ex vehe- stre efficacia ac consueta vivacitas
mentia doloris transversa forte in ex vehementia doloris apprime
ruinam dilabatur, referre ac com- transversa forte in ruinam dila-
memorare exoptamus et cupimus. batur, referre atque commemorare
exoptamus et cupimus.
At vero qum ipse paulo post more- At vero cum ipse paulo post more-
retur, factum est, ut vos eodem – retur, factum est, ut vos eodem –
quemadmodum arbitramur – Spi- quemadmodum arbitramur – Sanc-
ritu adducti, cunctis omnium ve- titatis Spiritu adducti, cunctis pene
strum suffragiis nos in pontificem omnium vestrum suffragiis nos in
deligeretis, atque nobis in hoc ipso summum pontificem deligeretis,
octo annorum intervallo, quibus atque nobis in hoc ipso octo iam
soli hactenus Sedi Apostolicae expletorum annorum intervallo,
praefuimus, multa prospera ac me- quibus soli hactenus Sedi Aposto-
moratu digna, favente Deo et lice prefuimus, multa prospera ac
Christo Domino nostro aspirante, memoratu digna, favente Deo et
contigerunt. Nam, pluribus levio- Christo Domino nostro aspirante,
ribus omissis, et Iubileum quadrin- contigerunt. Nam, pluribus levio-
gentesimi quinquagesimi supra mil- ribus brevitatis causa omissis, et
lesimum christianae salutis annum Iubileum quadringentesimi quin-
tanto populorum omnium con- quagesimi supra millesimum chri-
cursu referctum ac frequentatum stiane salutis annum tanto popu-
vidimus, ut plurimi ex nimia lorum omnium concursu referctum
quadam ac pene incredibili ho- ac frequentatum vidimus, ut plu-
minum utriusque sexus multitudine rimi ex nimia quadam ac pene in-
ad pontem praesertim Adrianae credibili hominum utriusque sexus
molis oppressi atque obtriti suffo- multitudine ad pontem presertim
carentur. Federicum deinde tertium molis Adrianee oppressi atque ob-
una cum Lionora uxore sua ex in- triti suffocarentur. Federicum
IL TESTAMENTO DI NICCOLÒ V 253
Qum itaque haec ipsa pluraque alia Cum itaque hec ipsa pluraque alia
(nam brevitatis causa ad mortem fe- (nam brevitatis causa ad mortem fe-
stinantes multa omittimus) omni- stinantes multa omittimus) pre-
potentis Dei in nos beneficia mente cipua omnipotentis Dei in nos pri-
atque animo revolveremus, ne forte vilegia mente atque animo voluta-
tantorum ac tam admirabilium be- remus, ne forte tantorum ac tam
neficiorum usque quaque ingrati et admirabilium beneficiorum divi-
immemores fuisse videremur, si ta- norum usque quaque ingrati et
citi, muti et elingues obiissemus, prorsus immemores fuisse vide-
fraternitatibus vestris hac nostra remur, si taciti, muti et elingues
breviuscula narratione commemo- obiissemus, fraternitatibus vestris
rare valuimus atque ad dominum hac nostra breviuscula narratione
254 ANNA MODIGLIANI
53 La parola scisma è stata integrata sulla base del testo corrispondente nel III
libro della Vita Nicolai quinti.
256 ANNA MODIGLIANI
Atque haec omnia pluraque alia di- Atque hec omnia pluraque alia di-
vitiarum genera nobis non ex ava- vitiarum et gaçarum genera nobis
ritia, non ex simonia, non ex parci- non ex avaritia, non ex simonia,
tate, ut scitis (cum nulla liberalitatis non ex largitionibus, non ex parsi-
ac magnificentiae genera partim monia, ut scitis (cum nulla liberali-
crebris plurium munitionum aedi- tatis, nulla beneficentie, nulla ma-
ficationibus, partim multorum li- gnificentie genera partim crebris
brorum emptionibus codicumque plurium munitionum edificatio-
latinorum et graecorum transcrip- nibus, partim frequentibus mul-
tionibus, partim plerisque erga eru- torum librorum emptionibus conti-
ditos et doctos viros largitionibus nuisque codicum latinorum ac gre-
intentata inexpertaque relique- corum transcriptionibus, partim
rimus) sed ex divina duntaxat plerisque erga eruditos et doctos
gratia et ex pace ecclesiastica conti- viros assiduis donationibus inten-
nuaque tranquillitate provenerunt. tata inexpertaque reliquerimus),
sed ex divina duntaxat benignis-
simi Creatoris gratia et ex pace ec-
clesiastica perpetuaque pontifi-
catus nostri tranquillitate prove-
nisse non dubitamus.
IL TESTAMENTO DI NICCOLÒ V 257
Cum igitur multa atque ingentia Cum igitur multa, et ea quidem in-
omnipotentis Dei in nos beneficia gentia, omnipotentis Dei in nos be-
superius commemoraverimus tan- neficia superius commemorave-
tasque gratias egerimus, quantas rimus tantasque propterea gratias
pro facultate nostra referre va- egerimus, quantas pro facultate no-
luimus, reliquum est, ut hanc sa- stra referre valuimus, reliquum est,
crosanctam Romanam Ecclesiam, ut hanc sacrosanctam Romanam
quam tam opulentam, tam tran- Ecclesiam, quam tam opulentam et
quillam et tam praepotentem fra- tam tranquillam ac tam prepo-
ternitatibus vestris a vobis abeuntes tentem fraternitatibus vestris a
in praesentiarum relinquimus, ap- vobis abeuntes impresentiarum re-
prime commendemus. Quocirca linquimus, apprime commen-
nos in hoc extremo adventantis demus. Quocirca nos in hoc ex-
mortis articulo ac paulo post Crea- tremo adventantis mortis articulo
tori nostro animam reddituri, hanc ac paulo post Creatori nostro
ipsam omnipotentis Dei sacro- animam reddituri, hanc ipsam om-
sanctam Catolicam Ecclesiam, iam nipotentis Dei immaculatam
non amplius nostram, sed potius sponsam, iam non amplius no-
vestram, quantum possumus, fra- stram, sed potius vestram, Ro-
ternitatibus vestris unice commen- manam Ecclesiam, quantum pos-
damus. sumus, fraternitatibus vestris unice
commendamus.
Haec est enim illa Christi sponsa, Hec est enim illa vera Christi
quam ipse proprio eius sanguine sponsa, quam ipse proprio eius san-
nobis peperit partamque humano guine nobis peperit partamque hu-
generi utendi ac fruendi gratia reli- mano generi utendi ac fruendi
quit. Haec est – inquam – tunica gratia reliquit. Hec est – inquam –
illa inconsutilis, quam nefarii illi mi- tunica illa inconsutilis, quam nefarii
lites christianae crucifixionis mini- illi milites christiane crucifixionis
stri satellitesque inter se se dividere ministri satellitesque inter sese di-
ac partiri non potuerunt. Haec est videre ac partiri non potuerunt.
denique illa Petri Apostolorum Hec est denique illa Petri Aposto-
principis navicula, variis procellosi lorum principis navicula, variis pro-
pelagi fluctibus agitata, que quan- cellosi pelagi fluctibus agitata, que
quam diversis huius contemptibilis quanquam diversis huius tumul-
mundi adversitatibus ceu maritimis tuantis mundi adversitatibus ceu
fluctibus hinc inde quatiatur con- maritimis inundationibus hinc inde
quasseturque, cum a Christo conquatiatur conquasseturque,
sponso suo continuo sustentetur, cum a Christo sponso suo continue
nullatenus periclitari potest. sustentetur, nullatenus periclitari
submergique potest.
258 ANNA MODIGLIANI
Hanc igitur totis mentis affectibus Hanc55 totis mentis affectibus cu-
custodite; hanc omnibus corporis stodite; hanc omnibus corporis et
et animi viribus servate; hanc cor- animi viribus servate; hanc cor-
dibus diligite; hanc operibus amate; dibus diligite; hanc operibus amate;
hanc totius spiritus visceribus am- hanc totius spiritus medullis et vi-
plificate; hanc denique mente et sceribus amplificate; hanc denique
corpore54 retinete. Quod profecto mente et corpore retinete. Quod
consequemini, si eam cunctis hu- profecto consequemini, si eam
manis, tam secularibus quam eccle- cunctis humanis tam secularibus
siasticis rebus praeponere ac pre- quam ecclesiasticis rebus prepo-
ferre volueritis, et si fraternam nere ac preferre volueritis et si fra-
quoque caritatem invicem servave- ternam quoque caritatem invicem
ritis. servaveritis.
Cum itaque haec et alia quedam Cum itaque hec et alia quedam
huiusmodi memoriter et clara voce huiusmodi memoriter et clara voce
perorasset, dextero brachio pa- ac concinna et continua sonoritate
rumper sublevato, «Benedicat» in- perorasset, dextero brachio ad eos
quit «vos omnipotens Deus, Pater parumper converso, «Benedicat»
et Filius et Spiritus Santus». inquit «vos omnipotens Deus,
Pater et Filius et Spiritus Sanctus».