Sei sulla pagina 1di 45

FRATE FRANCESCO

rivista di cultura francescana

Filippo Sedda

LA LEGENDA LITURGICA VATICANA PER L’OTTAVA


DI SAN FRANCESCO. FRANCISCUS ALTER EVANGELISTA

estratto

Anno 78 - Nuova Serie - Aprile 2012 - n. 1


LA LEGENDA LITURGICA VATICANA PER L’OTTAVA
DI SAN FRANCESCO. FRANCISCUS ALTER EVANGELISTA

Filippo Sedda

Prolegomena

«Le manuscrit Reg. lat. 1738 a des allures de bouteille lancée à la


mer. À quelque sept cent cinquante ans de distance, n’y aura-t-il pas
quelqu’un pour tenter d’en déchiffrer le message?»1.
Con questa metafora Jacques Dalarun concludeva un suo con-
tributo sul trattamento che fu riservato ad una versione ‘lunga’ della
Legenda liturgica Vaticana di san Francesco identificata da lui stesso
all’interno del ms. Città del Vaticano, BAV, Reg. lat. 1738. Grazie al
suo invito mi accingo a raccogliere la “sfida” offerta da questo testo,
per decifrare e curare l’edizione di questa leggenda corale da usarsi
per l’Ottava della festa di san Francesco e insieme cercare di conte-
stualizzare questa “nuova” fonte sul santo assisano.

* Per questo studio desidero ringraziare Jacques Dalarun, che mi ha dato la pos-
sibilità di curare l’edizione del ms. Reg. lat. 1738, da lui scoperto alcuni anni or sono;
insieme a lui ringrazio Marco Bartoli e Timothy Johnson per avermi coinvolto nel pro-
getto «Francesco pregato», che prevede l’edizione e traduzione delle fonti liturgiche
sanfrancescane fino alla Legenda minor. Devo anche agli scambi avuti con loro i risul-
tati di questo contributo.
Le sigle e le abbreviazioni qui usate sono: AF = Analecta Franciscana; 1C = Vita beati
Francisci di Tommaso da Celano; 2C = Memoriale in desiderio animae di Tommaso da
Celano; De inc. = De inceptione vel fundamento Ordinis; Iul = Vita sancti Francisci di
Giuliano da Spira; LC = Legenda ad usum chori; LM = Legenda maior di Bonaventura
da Bagnoregio; LLV = Legenda liturgica Vaticana; Off = Officium rhythmicum di
Giuliano da Spira.
1
  J. Dalarun, Comment détruire les légendes franciscaines? Une���������������������
ingénieuse appli�
cation de la définition de 1266 dans le manuscrit Reg. Lat. 1738 de la Biblioteca apo�
stolica Vaticana, in Miscellanea Bibliothecae Apostolicae Vaticanae, XIV (Studi e Testi
443), Città del Vaticano 2007, 215-229: 215.

83
Filippo Sedda

1. Le leggende liturgiche

Tra le fonti agiografiche in questo primo decennio del XXI secolo


alcuni studiosi stanno man mano rivalutando la funzione e il conte-
sto specifico delle leggende corali o liturgiche2, che hanno subìto una
sorta di ostracizzazione già nell’impostazione storiografica di Michael
Bihl e dei padri di Quaracchi, benemeriti fautori della edizione critica
dei testi agiografici di san Francesco3. Le leggende corali devono esse-
re a pieno titolo inserite tra le legendae, ossia i testi “da leggersi”, alla
stregua delle altre fonti agiografiche, e non possono più essere consi-
derate leggende “minori”, o semplici riduzioni o estratti delle leggen-
de “maggiori”, seppure valutate in base alle proprie specificità e al

2
  Gli studiosi a cui mi riferisco sono in particolare Timothy Johnson, Jacques
Dalarun e Felice Accrocca, i cui contributi hanno alimentato una “nuova” sensibilità
per le fonti liturgiche. Di seguito riporto solo alcuni contributi esemplificativi di que-
sti autori: cfr. T. J. Johnson, Lost in Sacred Space: Textual Hermeneutics, Liturgical
Workship, and Celano’s Legenda ad Usum Chori, in Franciscan Studies 59 (2001)
109-131; idem, Meraviglie di pietre e spazi: la dimensione teologica delle narrazio�
ni sui miracoli in Tommaso da Celano e Bonaventura da Bagnoregio, in Paradoxien
der Legitimation: Ergebnisse einer deutsch-italienisch-französischen Villa Vigoni-
Konferenz zur Macht im Mittelalter, herausgegeben von A. Kehnel und C. Andenna,
in wissenschaftlicher Zusammenarbeit mit C. Caby und G. Melville (Micrologus’ Library 35),
Firenze 2010, 479-496; J. Dalarun, Oltre la questione francescana: la leggenda na�
scosta di san Francesco (La Leggenda umbra di Tommaso da Celano), Padova 2009
(Paris 2007); F. Accrocca, La straordinaria fecondità della sterile: la Legenda minor di
Bonaventura, in Frate Francesco 75/1 (2009) 179-211; T. J. Johnson, Item ordinetur de
Legenda Beati Francisci: Prolegomena to the Study of Bonaventure’s Legenda Minor,
in Frate Francesco 76/1 (2010) 225-237.
3
  I Padri di Quaracchi nel X volume degli Analecta Franciscana: Legendae S.
Francisci Assisiensis saeculis XIII et XIV conscriptae (Quaracchi, Firenze 1926-1941),
inseriscono una sezione quasi interamente dedicata a leggende liturgiche, che nel ca-
pitolo IX della Praefatio (pp. LVI-LVIII), è intitolato De quibusdam brevibus Legendis
S. Francisci, mentre nella sezione dei testi che inizia a pagina 529 appare il titolo:
Legendae quaedam minores s. Francisci Assisiensis in Vitis fr. Thomae Celanensis
fundatae. La sezione comprende 6 leggende: 1) Legenda liturgica breviarii minoritici
Vaticani (pp. 531-532); 2) Legenda liturgica antiqua Ordinis Fratrum Praedicatorum
(pp. 533-535); 3) Legenda liturgica Ordinis Praedicatorum brevior et priore excerpta
(pp. 535-536); 4) Legenda liturgica brevissima et breviore extracta (p. 537); 5) Legenda
choralis Carnotensis (pp. 538-540); 6) Epilogus in S. Franciscum (pp. 540-543), l’unica
leggenda non liturgica contenuta nel Liber Epilogorum in gesta Sanctorum del dome-
nicano Bartolomeo Tridentino, per cui ora è utile vedere anche Bartolomeo da Trento,
Liber epilogorum in gesta sanctorum. Edizione critica, a cura di E. Paoli (Edizione
nazionale dei testi mediolatini 2. Serie I, I), Firenze 2001. Intorno alla considerazione
che i frati Editori di Quaracchi riservarono alla Legenda ad usum chori, mi sia per-
messo rimandare a F. Sedda, La Legenda ad usum chori e il codice assisano 338, in
Franciscana 12 (2010) 43-83: 46s.

84
La Legenda liturgica Vaticana per l’Ottava di san Francesco

proprio Sitz im Leben, che anzi assegna loro un valore performativo


peculiare nella costruzione dell’immagine di Francesco4.
Una legenda liturgica nasceva per essere letta durante l’Ufficio
ad matutinum, che secondo la tradizione romana prevedeva nove
lectiones, scandite in tre nocturni. Questa preghiera corale infatti si
svolgeva al finire della notte e alle prime luci dell’alba. Come tale
essa poteva essere inserita in lezionari o direttamente in un breviario
all’interno dell’Ufficio del santo di cui narrava la historia.
Nella tradizione liturgica francescana l’Ufficio per il dies natalis
di san Francesco fu composto e compilato da Giuliano da Spira, intor-
no agli anni trenta del XIII secolo o forse appena dopo la canonizza-
zione del Poverello (1228)5, in realtà servendosi di materiali composti
anche da altri: è il cosiddetto Officium rhythmicum sancti Francisci6,
l’unico che conosciamo. Sappiamo che esso divenne parte integrante
della riforma liturgica di Aimone da Faversham, per la solennità di
san Francesco; non così fu per la leggenda corale da leggersi durante
i tre notturni del mattutino. Pare infatti che lo spazio in cui doveva
essere indicata la legenda choralis sia stato lasciato vuoto7, per cui la

4
  Timothy Johnson, sulla scia degli studi di Austin (J. L. Austin, How to do Things
with Words: The William James Lectures delivered at Harvard University in 1955, Oxford
1962), si interessa al tema della performance e quindi degli effetti e le conseguenze che
le leggende liturgiche hanno avuto nella storia dell’Ordine e nella percezione stessa che
l’immagine di Francesco ha suscitato nei suoi seguaci; di questo ho avuto la fortuna
di discutere personalmente con lui in un piacevole incontro romano del maggio 2011.
Nell’attesa di un lavoro sistematico su tale argomento, per ora cfr. T. J. Johnson, Choir
Prayer as the Place of Formation and Identity Definition. The Example of the Minorite
Order, in Miscellanea Francescana 111 (2011) 123-135.
5
  Sulla questione della datazione dell’Officium si veda l’ipotesi di Jean-Baptiste
Lebigue in Julien de Spire, Office et Vie de saint François, introduction et traduction
par J.-B. Lebigue, in François d’Assise, Écrits, Vies, témoignages, I-II, sous la direction
de J. Dalarun (Sources franciscaines), Éditions du Cerf - Éditions Franciscaines, Paris
2010, 705-738: 727. Per una sintesi sull’Ufficio cfr. anche G. Cremascoli, Introduzione a
Iuliani de Spira. Officium sancti Francisci, in Fontes Franciscani, a cura di E. Menestò,
S. Brufani [et alii] (Medioevo francescano, Testi 2), Santa Maria degli Angeli-Assisi
1995, 1099-1104.
6
  Iulianus de Spira, Officium rhythmicum sancti Francisci, in Legendae S. Francisci
Assisiensis (AF X), 372-388.
7
  Così si legge intorno alla riforma liturgica di Aimone da Faversham: «Lectiones
leguntur de legenda ipsius scilicet...» cfr. S. J. P. van Dijk, Sources of the Modern
Roman Liturgy: The Ordinals by Haymo of Faversham and Related Documents (1243-
1307), edited with an Introduction and a Description of the Manuscripts, I-II (Studia et
documenta franciscana 1-2), Leiden 1963, I, 84; II, 165; S. J. P. van Dijk - J. Hazelden
Walker, The Origins of the Modern Liturgy: The Liturgy of the Papal Court and the
Franciscan Order in the Thirteenth Century, Westminster-London 1960, 380s.; cfr.
anche Dalarun, Oltre la questione francescana, 157s. e 187; T. J. Johnson, Toward a

85
Filippo Sedda

prima legenda liturgica approvata dall’Ordine fu la Legenda minor


di Bonaventura, ma siamo ormai negli anni sessanta del XIII secolo.
Vale la pena accennare anche all’evoluzione dei breviari france-
scani, ossia dei libri da coro o portatili che i frati chierici usavano
per la recita delle ore canoniche in coro o in forma personale durante
gli spostamenti, di cui si fa menzione anche nella Regula bullata8.
Andrea Maiarelli distingue ben otto tipologie di breviari legati alla
fraternità minoritica soprattutto sulla base della notazione9. Jacques
Dalarun, invece, basandosi sugli studi di Stephen van Dijk10, distin-
gue più semplicemente tre fasi cronologiche dei breviari francescani.
La prima generazione di breviari minoritici – o meglio sarebbe
dire ad usum dei Minori – corrisponde a quelli adottati dai frati quan-
do ancora è vivente Francesco d’Assisi. Essi sono in pratica breviari
secondo l’ordo romano di Innocenzo III riformato da Onorio III, tran-
ne per il salterio, per il quale si segue quello gallicano, assai più dif-
fuso. Tale tipologia di breviario è detto anche Regulae, in quanto ad
esso si fa riferimento nella Regula bullata del 1223, dove ovviamente
l’Ufficio di Francesco non era ancora previsto. Il fatto che si parli di
un breviario Regulae o «Breviarium Ordinis Minorum Fratrum» non
significa che l’Ordine fosse già in grado di avere un breviario pro-
prio, ma semplicemente che scelse quello della Curia romana. Dopo
la canonizzazione del 1228 l’Ufficio di san Francesco fu aggiunto non
all’interno del santorale, ma come un fascicolo annesso a parte nel

Resolution of the Franciscan Question: From the Perspective of Franciscan Liturgical


Practice, in Franciscan Studies 66 (2008) 491-495.
8
  «Clerici faciant divinum officium secundum ordinem sancte Romane Ecclesie
excepto psalterio, ex quo habere poterunt breviaria» Franciscus Assisiensis, Regula
bullata, III, 1, in Francesco d’Assisi, Scritti, edizione critica a cura di C. Paolazzi
(Spicilegium Bonaventurianum 36), Frati Editori di Quaracchi, Grottaferrata
(Roma) 2009, 326. Sull’evoluzione della liturgia tra i Minori cfr. F. Costa, La li�
turgia francescana, in Francesco d’Assisi. Documenti e archivi, codici e biblioteche,
miniature, Milano 1982, 298-303; F. Rampazzo, Lineamenti di liturgia francescana.
Indagine storica sullo sviluppo del Santorale francescano, in Laurentianum 40/3 (1999)
501-518; F. Dolciami, Francesco d’Assisi tra devozione, culto e liturgia, in Collectanea
Franciscana 71/1-2 (2001) 5-45.
9
  Cfr. A. Maiarelli - P. Messa, Le fonti liturgiche degli scritti di Chiara d’Assisi
e il Breviarium sanctae Clarae, in Clara claris praeclara. L’esperienza cristiana e la
memoria di Chiara di Assisi in occasione del 750° anniversario della morte. Atti del
Convegno internazionale (Assisi, 20-22 novembre 2003), Santa Maria degli Angeli-
Assisi 2004, 97-145: 114.
10
  Cfr. van Dijk - Hazelden Walker, The Origins of the Modern Liturgy; van Dijk,
Sources of the Modern Roman Liturgy: The Ordinals by Haymo of Faversham and
Related Documents (1243-1307).

86
La Legenda liturgica Vaticana per l’Ottava di san Francesco

codice originario11. A questa tipologia di breviari fa certamente rife-


rimento la testimonianza di Giordano da Giano12, collocata cronologi-
camente nel Capitolo di Assisi del 1230, ma più che ad una composi-
zione di antifonari e breviari la notizia andrebbe interpretata come la
composizione del fascicolo da integrare ai breviari e antifonari che già
si usavano nelle provincie dell’Ordine.
Secondo una testimonianza dei quattro Maestri di Parigi l’Ufficio
fu cambiato già tre volte nel tempo in cui scrivevano, ossia prima del-
la seconda metà del 1241:

Tamen quia possumus argui levitatis, a tempore constitutionis


Regulae officio ter mutato, nec occasionem otii praestare fratribus est
securum nec aliquo modo expedit abbreviatio fratribus qui non stu-
dent, quibus sancta occupatio est salubris; nec per privilegium impe-
tratum ab hac obligatione sint securi, nisi de officio mutato, quod sit
secundum ordinem Romanae Ecclesiae, constiterit evidenter13.

11
  Su questa tipologia di breviari secondo l’ordinario di Innocenzo III o Regulae
– del resto molto rari – cfr. S. J. P. van Dijk, Some Manuscripts of the Earliest
Franciscan Liturgy, in Franciscan Studies 14/3 (1954) 225-264; ibidem 16/1-2 (1956)
60-101. Giuseppe Abate studiando il ms. Assisi, Biblioteca del Sacro Convento, 694 pre-
ferisce parlare di ‘primitivo breviario francescano’: cfr. G. Abate, Il primitivo Breviario
francescano (1224-1227), in Miscellanea Francescana 60/1-3 (1960) 47-240, pubblicato
anche come monografia autonoma. Ma si veda anche il lavoro sul cosiddetto “Breviario
di san Francesco” di P. Messa, Un testimone dell’evoluzione liturgica della fraternitas
franciscana primitiva: il Breviarium sancti Francisci, in Revirescunt chartae, codices,
documenta, textus. Miscellanea in honorem fr. Caesaris Cenci ofm, I, ed. A. Cacciotti e
P. Sella, Roma 2002, 5-141 e A. Maiarelli, La nuova cartulazione del Breviarium sancti
Francisci, in Revirescunt chartae, 143-149. Un altro esimio breviario di questa tipologia
è il cosiddetto “Breviario di santa Chiara” per cui cfr. A. Maiarelli - P. Messa, Le fonti
liturgiche degli scritti di Chiara d’Assisi e il Breviarium sanctae Clarae; M. Kapron,
Antiphonarium Archivi S. Rufini. Assisi (codex 5). Componenti testuali (Monumenta
Studia Instrumenta Liturgica 52), Città del Vaticano 2009.
12
  Giordano da Giano afferma: «In eodem Capitulo generali (anni 1230) breviaria et
anthifonaria secundum ordinem provinciis sunt transmissa» Chronica fratris Jordani,
ed. H. Boehmer (Collection d’études et documents 4), Paris 1908, n. 57, 49; ma ora
cfr. J. Schlageter, Die Chronica des Bruders Jordan von Giano. Einführung und kri�
tische Edition nach den bisher bekannten Handschriften, in Archivum Franciscanum
Historicum 104/1 (2011) 56 che però reca la lezione “provincie”, in luogo di “provinciis”,
che mi lascia dubbioso: ringrazio per questa segnalazione Felice Accrocca.
13
  L. Oliger, Expositio quatuor Magistrorum super Regulam Fratrum Minorum
(1241-1242), Romae 1950, 138 (il corsivo è mio). Così pure Angelo Clareno nella sua
Expositio super Regulam, richiama questo passaggio dei quattro Maestri: cfr. Expositio
super Regulam Fratrum Minorum di Frate Angelo Clareno, a cura di G. Boccali
(Pubblicazione della Biblioteca Francescana Chiesa Nuova – Assisi 7), Santa Maria
degli Angeli-Assisi 1994, cap. 3, par. 83-89, 338.

87
Filippo Sedda

Le modifiche e abbreviazioni a cui si allude, come osserva Giu-


seppe Abate, non possono riguardare il cursus dell’Ufficio, ma piutto-
sto devono riferirsi all’accorciamento delle lectiones del mattutino14.
Su tali modifiche intervenne anche Gregorio IX con la lettera Pio ve�
stro collegio del 7 giugno 1241, in cui richiama «observantia moderni
divini officii, quod in Breviariis vestris exacta diligentia correctum
a nobis, ex statuto Regulae vestrae iuxta Ecclesiae Romanae mo-
rem, excepto Psalterio, celebrare debetis»15; ma nel contempo deroga
dall’obbligatorietà di usare tale Ufficio nel caso lo si celebri con altri.
È interessante notare che Innocenzo IV il 20 giugno 1244 emana nuo-
vamente la lettera Pio vestro collegio con alcune piccole, ma signifi-
cative varianti:
1. il testo di Innocenzo dice semplicemente «observantia divini officii»
rimuovendo l’aggettivo “moderni” ed elidendo la preposizione «in Bre�
viariis vestris exacta diligentia correctum a nobis», che allude alla
responsabilità di Gregorio nella correzione del breviario minoritico;
2. nelle clausole si aggiunge: «Non ostantibus Constitutionibus, Ordi-
nationibus Apostolicis, aut predictae vestrae Regulae Institutis»16.
Nel 1244 era infatti inutile il richiamo a servirsi di Breviaria
corretti secondo il costume della Chiesa di Roma, perché era stata in-
trodotta una seconda generazione di breviari, a seguito della riforma
– o meglio sarebbe dire correzione – liturgica voluta dal ministro ge-
nerale Aimone da Faversham (1243-1244). Lo stesso van Dijk insiste
che Aimone «did not correct the liturgical books by producing another
breviary and missal»17. La caratteristica di questa tipologia di breviari
oltre all’introduzione dell’Ottava18 per il dies natalis di san Francesco,

14
  Cfr. Abate, Il primitivo breviario francescano, 119-123.
15
  Bullarium Franciscanum, ed. I. H. Sbaralea, Romae 1759, t. I (n. 342), 296.
16
  Cfr. Bullarium Franciscanum, t. I (n. 50), 344.
17
  van Dijk - Hazelden Walker, The Origins of the Modern Liturgy, 302.
18
  L’Ufficio di san Francesco sin dall’inizio fu doppio, ossia iniziava ai primi vespri
della festa e si concludeva con i secondi vespri. Con l’introduzione dell’Ottava la solen-
nità si estese fino all’ottavo giorno dopo la festa. Tale passaggio è da collocarsi al più
tardi nel 1244 con la promulgazione della riforma dell’ordo del breviario di Aimone
da Faversham, un anno dopo la sua morte. Così si legge nell’Ordo breviarii fratrum
Minorum secundum consuetudinem romane curie (Haymo da Faversham, 1243-1244):
«De festivitatibus que infra octavam sancti Francisci veniunt nichil tunc agitur, sed
post octavam celebrantur. Infra octavam vero leguntur cotidie novem lectiones de le-
genda ipsius et octo responsoria cantantur. Omnia alia fiunt sicut in die, excepto quod
per octavam ant. Sancte Francisce dicitur ad Benedictus et ant. Salve sancte pater
vel Plange turba dicitur ad Magnificat. De dominica que occurrit infra octavam vel in
octava fit commemoratio in utrisque vesperis et matutinis et ultima lectione» van Dijk,

88
La Legenda liturgica Vaticana per l’Ottava di san Francesco

prevede l’inserimento nel santorale di diverse feste dedicate al santo


d’Assisi, come quella per il giorno della sua traslazione e quella per
le stimmate. Alcune esemplificazioni di questa tipologia di breviari si
trovano in una tabella riassuntiva del sondaggio condotto da Jacques
Dalarun sui breviari di origine francescana, o quantomeno contenenti
l’Ufficio di san Francesco, della Biblioteca Apostolica Vaticana19.
Una terza generazione di breviari è legata alla composizione del-
le leggende di Bonaventura, quando la Legenda minor divenne il te-
sto ufficiale da inserire nell’ordinario, e con il Capitolo di Parigi del
1266 restò pure l’unico, in quanto si stabiliva che «omnes legende de
beato Francisco, olim facte, deleantur»20.
Questa scansione crono-tipologica dei breviari minoritici è in re-
altà alquanto aleatoria, perché accade spesso che un codice liturgico
possa essere aggiunto, corretto o in qualche modo integrato secon-
do gli ordinamenti delle successive riforme liturgiche anche in seno
all’Ordine dei Minori. Per cui non resta altra strada percorribile
se non quella di studiare ogni testimone manoscritto senza neces-
sariamente doverlo classificare. Questo implica che solo attraverso
uno spoglio sistematico di tutti i breviari e gli altri libri liturgici
francescani è possibile trovare il bandolo di questa intricata matas-
sa dell’evoluzione liturgica francescana e quindi delle sue leggende
liturgiche. Così, ad esempio, ha fatto Jacques Dalarun per i breviari
conservati nella Biblioteca Apostolica Vaticana, rinvenendo un pe-
culiarissimo caso di ‘distruzione’, o se vogliamo aggiornamento di un
breviario francescano, proprio nel codice segnato Reg. lat. 1738, che
segue l’ordo breviarii di Aimone, in cui è vergata la Legenda liturgi�
ca Vaticana. Per cui andiamo ora ad occuparci prima della legenda
e poi del codice.

Sources of the Modern Roman Liturgy, II, 166. La stessa rubrica si trova anche alla
fine dell’Ufficio di san Francesco contenuto nel ms. BAV, Reg. lat. 1738, f. 222ra, di cui
cfr. infra.
19
  Cfr. Dalarun, Oltre la questione francescana, 307-311.
20
  Cfr. C. Cenci, Le Definizioni del Capitolo Generale di Parigi nel 1266, in Frate
Francesco 69/2 (2003) 311: «Item precipit generale capitulum per obedientiam quod
omnes legende de beato Francisco, olim facte, deleantur, et ubi inveniri poterunt extra
ordinem ipsas fratres studeant amovere, cum illa legenda, que facta est per generalem,
sit compilata prout ipse habuit ab ore illorum qui cum beato Francisco quasi semper
fuerunt et cuncta certitudinaliter sciverunt, et probata ibi sint posita diligenter».

89
Filippo Sedda

2. La Legenda liturgica Vaticana

La dicitura Legenda liturgica Vaticana risulta essere il titolo ab-


breviato della Legenda sancti Francisci liturgica breviarii minoritici
Vaticani, così come indicato dagli Editori di Quaracchi21. Essa corri-
sponde al testo conservato nel ms. Città del Vaticano, BAV, Vat. lat.
8737, è pubblicata tre volte da Leonhard Lemmens22 e poi appunto
inserita nel X volume degli Analecta Franciscana23. Rispetto alla leg-
genda contenuta nel ms. Città del Vaticano, BAV, Reg. lat. 1738 que-
sta può essere considerata una versione ‘corta’ della stessa leggenda
in quanto contiene solo nove letture. Ciò è dovuto al fatto che la sua
composizione si colloca prima dell’introduzione dell’Ottava della festa
di san Francesco, avvenuta con la riforma di Aimone del 1243-1244.
Essa può bene inserirsi tra gli esempi di leggende corali menzionate
dai quattro Maestri parigini, a motivo della forma abbreviata delle
sue lectiones. Entrambi questi dati ovviamente divengono criteri fon-
damentali per la datazione della composizione di tale leggenda, che
quindi va collocata prima del 1241. Per la datazione del ms. Vat. lat.
8737 ci sono invece più incertezze24, anche se secondo Dalarun «questo
volume, in uno stato di degrado spaventoso, è di fattura molto simile
a T [Terni, Biblioteca Comunale, 227 bis] e N1 [Napoli, Biblioteca
Nazionale Vittorio Emanuele III, VI.E.20]. Le parti cantate hanno ri-
cevuto una notazione neumatica beneventana. L’Ufficio di Giuliano da
Spira (ff. 250ra-256vb) è integrato al santorale, ma è privo di qualsiasi

21
  AF X, 531 nota 1.
22
  Cfr. De officio S. P. N. Francisci, in Acta ordinis Fratrum Minorum vel ad or�
dinem quoquo modo pertinentia 19 (1900) 33-34; L. Lemmens, Testimonia minora sae�
culi XIII de S. P. Francisco, in Archivum Franciscanum Historicum 1 (1908) 257-259;
Testimonia minora saeculi XIII de S. Francisco Assisiensi, ed. L. Lemmens (Collectanea
philosophico-theologica 3), Quaracchi 1926, 55-57.
23
  Legenda S. Francisci liturgica breviarii minoritici Vaticani, in Legendae S. Francisci
Assisiensis, 531-532 (testo); 56 (praefatio). Questa leggenda, assente in tutte le colle-
zioni moderne sia in latino che in lingua nazionale, è stata tradotta solo in Franziskus-
Quellen. Die Schriften des heiligen Franziskus, Lebensbeschreibungen, Chroniken
und Zeugnisse über ihn und seinen Orden: im Auftrag der Provinziale der deutsch�
sprachigen Franziskaner, Kapuziner und Minoriten, herausgegeben von D. Berg und
L. Lehmann [et alii], Kevelaer 2009, 496-498.
24
  Pierre Salmon lo data tra XIII-XIV secolo: cfr. P. Salmon, Les manuscrits litur�
giques de la Bibliothèque Vaticane, 1. Psautiers, antiphonaires, collectaires, bréviaires
(Studi e Testi 251), Città del Vaticano 1968, 189; Leonhard Lemmens, così come la
Praefatio degli Analecta Franciscana, data il codice al 1300 ca. e ipotizza «ex breviario
ante 1250 facto transcriptum».

90
La Legenda liturgica Vaticana per l’Ottava di san Francesco

rubrica. A nostro parere, nulla si oppone a che questo manoscritto, che


riporta un breviario Regula, risalga alla metà del XIII secolo»25.
Ci troviamo dunque davanti a due testimoni manoscritti, che
senza dubbio rispecchiano due fasi distinte dell’evoluzione liturgica
dell’Ordine minoritico, e poiché entrambi contengono la medesima
Legenda liturgica Vaticana, ma secondo due redazioni differenti, si
pone la questione del loro titolo identificativo. Si potrebbero adottare
ad esempio gli aggettivi ‘lunga’ e ‘corta’, ma probabilmente ciò indur-
rebbe ad un equivoco in quanto non sono l’una riduzione dell’altra;
preferisco invece parlare di Legenda liturgica Vaticana per indicare
il testo già edito dal Lemmens e poi in Analecta Franciscana, e di
“Legenda liturgica Vaticana per l’Ottava” per riferirmi al testo di cui
propongo l’edizione, contenuto nel ms. Reg. lat. 1738.

3. Il ms. Città del Vaticano, BAV, Reg. lat. 1738

Il codice Città del Vaticano, BAV, Reg. lat. 1738 è stato descritto
da Pierre Salmon26 e più recentemente da Jacques Dalarun27. Il bre-
viario è composto da 288 fogli di pergamena, di formato 163 × 127 mm.
I primi 261 fogli sono scritti da un’unica mano, su due colonne, di 38
linee per pagina. La scrittura è una gotica libresca elegante di piccolo
modulo, ma ben leggibile.
Il codice nella sezione del Santorale (ff. 162r-232v) contiene sia
l’Ufficio «In translatione sancti Francisci» senza letture (ff. 182vb-
183ra), sia l’Ufficio di Giuliano da Spira «In vigilia sanctissimi Fran-
cisci confessoris» (ff. 218vb-222ra), in cui sono inserite le letture del
mattutino vergate dalla stessa mano. La peculiarità di questo codice
sta nel fatto che il testo della Legenda liturgica Vaticana e solo esso
– in quanto le attigue parti dell’Ufficio non hanno subito la medesima
sorte –, sia stato reso illeggibile, per la raschiatura di alcune lettere
«con una frequenza media di una su cinque», di alcune aste ascenden-
ti e discendenti, oltre che di alcuni segni di abbreviazione. Come ha
spiegato Dalarun si trattava di una originale attuazione del decreto
del Capitolo di Parigi del 1266, che prevedeva la distruzione delle
bio-agiografie composte prima di quelle di Bonaventura. In tal modo
non si dovette mutilare il codice, si salvò l’Ufficio di Giuliano ancora
valido per l’Ordine senza deturpare esteticamente il breviario, ma di

25
  Dalarun, Oltre la questione francescana, 220 nota 641.
26
  Salmon, Les manuscrits liturgiques, 150.
27
  Cfr. Dalarun, Oltre la questione francescana, 218-223; idem, Comment détruire
les légendes franciscaines?, 215-229.

91
Filippo Sedda

fatto si resero le letture del mattutino inutilizzabili; inoltre aggiun-


gendo alcuni fascicoli alla fine del codice, veniva integrato l’Ufficio «In
vigilia beati Francisci» (ff.  262ra-269va), provvisto di letture tratte
dalla Legenda minor di Bonaventura, e quello «In translatione eius»
(f. 269ra-va), provvisto di letture dalla Legenda maior, entrambi co-
piati da un altro scriba.
La storia del codice non è facile da ricostruire. Pierre Salmon
nota che il breviario ha delle iniziali istoriate e ornate di tipo france-
se28, ma ciò non è sufficiente per ipotizzarne un’origine francese; del
resto, egli stesso titola la sua scheda sul codice «Breviarium ad usum
Fratrum Minorum de Civitate Castellana». Infatti il breviario nel XV
secolo si trova certamente nel Lazio, come si ricava da una nota di
prestito al f. 1:

Istud breviarium pertinet ad locum Sancte Susanne et concessum est


ad usum fratris Francisci de Civitate Castellana per plures vicarios
et confirmatum per reverendissimum patrem venerabilem fratrem
Angelum de Vulseno, tunc vicarium provincie Romane, 1464 die .V.
Iulii [corr. Augusti], et idem fratrem Angelum manu propria firmavit
in loco Verularum29.

Il codice passò poi alla biblioteca di S. Silvestro al Quirinale30, come


indica un timbro al f. IIr, e da qui fu acquistato dalla Biblioteca Aposto-
lica Vaticana nel 1705. Sulla storia precedente il XV secolo, però, non
abbiamo dati certi, potendo avanzare solo qualche congettura.
Dalarun afferma cautamente che anche se – presumibilmente –
il breviario fu vergato tra il 1244 e il 1266, la data di composizione
del codice è «un dato molto difficile da stabilire». Infatti gli elementi
che ci consentono tale datazione sono la presenza di una leggenda
pre-bonaventuriana e l’utilizzo della versione primitiva dell’antifona
del primo notturno «Hic vir in vanitatibus nutritus»31, che il Capitolo

28
  Cfr. Salmon, Les manuscrits liturgiques, 150.
29
  Cfr. Dalarun, Oltre la questione francescana, 221 nota 647. Lo studioso identifica
le città menzionate come Civita Castellana, in provincia di Viterbo, e Veroli, in provin-
cia di Frosinone.
30
  Il passaggio da santa Susanna a san Silvestro è facile da spiegare, visto che
entrambi si trovano sul Quirinale.
31
  Al f. 219rb si nota chiaramente come il testo della prima antifona del I nottur-
no: «Hic vir in vanitatibus nutritus indecenter, divinis charismatibus preventus est
clementer» sia, nella parte finale, il risultato di una riscrittura su rasura, che portava
la primitiva versione «Hic vir in vanitatibus nutritus indecenter, plus quis nutritori-
bus se gessit insolenter». Per questo cambiamento cfr. L. Oliger, De ultima mutatione
Officii S. Francisci, in Archivum Franciscanum Historicum 1 (1908) 45-49.

92
La Legenda liturgica Vaticana per l’Ottava di san Francesco

generale di Narbona del 1260 decise di mutare. Ma poiché le leggen-


de precedenti a quelle bonaventuriane non andarono tutte distrutte,
così come non si perse la primitiva versione dell’antifona «Hic vir»,
potrebbe darsi anche il caso che uno scriba poco informato possa aver
copiato da un exemplar non aggiornato secondo gli avvenuti cambia-
menti liturgici.

4. Contenuto

Si è detto sopra che i due codici vaticani contengono due redazio-


ni della medesima Legenda liturgica, che rispecchiano due fasi distin-
te della evoluzione liturgica francescana. Ma quali sono le differenze
tra la leggenda per l’Ottava che si va a pubblicare e la leggenda già
edita in Analecta Franciscana?
La leggenda liturgica per l’Ottava anzitutto aumenta il numero
delle sue letture, per evitare che si ripetano per otto giorni consecuti-
vi sempre le stesse; inoltre opta per delle letture più lunghe rispetto
alla precedente versione32. In pratica le due leggende sono identiche
nella prima parte, ma con una diversa scansione delle lectiones, come
riassumo nella tabella qui di seguito:

LLV fonte LLV per


l’Ottava
I 1C 1 I
II 1C 2
III (1 parte)
a
1C 2
III (2a parte) 1C 2-3 II
IV (1 parte)
a
1C 3
IV (2a parte) 1C 5 III
V 1C 5-6
VI 1C 7 IV (1a parte)

La leggenda per l’Ottava si serve solo delle prime sei lectiones del-
la Legenda liturgica Vaticana, che andranno a costituire le sue prime
tre letture e l’inizio della quarta. Esse narrano le vicende biografiche
di Francesco contenute nella Vita beati Francisci, 1-7. A partire dalla

32
  Tale brevità delle lectiones della Legenda liturgica Vaticana richiama la dispo-
sizione della lettera Pio vestro collegio, che quindi si era provveduto ad allungare nella
seconda versione per l’Ottava. Si tenga conto che nella parte delle lectiones infra octavam
il testo non è suddiviso in parti, perché veniva lasciato ad libitum del superiore del coro.

93
Filippo Sedda

seconda parte della IV lectio, la Legenda liturgica per l’Ottava ha un


andamento autonomo, tanto che tralascia completamente le ultime
tre letture del terzo notturno:

LLV LLV per l’Ottava


lectio fonte lectio fonte
IV (2a parte) 1C 7 Iul 5
V 1C 8 Iul 6
VI 1C 9-10
VII 1C 37-38
VIII 1C 38
IX 1C 38; 42
VII Luc. 10,1-9
Om. di Gregorio Magno
VIII Om. di Gregorio Magno
IX Om. di Gregorio Magno

Come si può osservare nella tabella, la leggenda per l’Ottava


completa la quarta lectio, continuando una sintesi della narrazione
contenuta in 1C 7 e per la quinta e sesta lectio si serve di 1C 8-10.
Il terzo notturno, invece, presenta una scelta del tutto peculiare, in
quanto l’autore della leggenda per l’Ottava – seguendo una consue-
tudine non nuova per il terzo notturno – introduce una pericope pa-
tristica (un’omelia di Gregorio Magno), ossia un commento al passo
evangelico di Luc. 10, 1-933. La medesima lettura si ritrova esatta-
mente nel terzo notturno della festa «In sancti Marci evangelista» e in
quella «In natalitiis evangelistarum»34. La scelta di questo passo non
mi pare casuale, anche perché l’autore aveva a disposizione almeno
altre tre lectiones della Legenda liturgica Vaticana, che invece decise
di tralasciare. Si noti che il contenuto di queste tre letture escluse,
enfatizzava il ruolo istituzionale di Francesco in quanto fondatore
dei tre Ordini, ‘la triplice milizia’ dei frati, delle sorelle povere e dei
terziari; al suo posto l’autore della Legenda liturgica Vaticana per
l’Ottava sceglie un passo usato per gli evangelisti. Si potrebbe quin-
di affermare che l’immagine di Francesco come “alter Apostolus”35,
che emerge dalla prima vita di Tommaso da Celano, viene in qualche

33
  Si tratta di Gregorius Magnus, Homiliarum XL in euangelia libri duo, lib. 1,
hom. 17, cap. 1-2 (PL 76, 1138-1139).
34
  Cfr. van Dijk, Sources of the Modern Roman Liturgy, II, 136 e 175. ma cfr. anche il ms.
Assisi, Biblioteca del Sacro Convento, 694, in Abate, Il primitivo breviario francescano, 194.
35
  Tale chiave interpretativa della Vita beati Francisci è proposta da F. Accrocca, «Alter
apostolus». Per una rilettura della «Vita beati Francisci», in R. Paciocco - F. Accrocca, La

94
La Legenda liturgica Vaticana per l’Ottava di san Francesco

modo sostituita da quello di “alter Evangelista”. Invero, già in Tom-


maso compare il termine «novus Evangelista»36, all’inizio del secondo
opuscolo della Vita beati Francisci, dove riprende la metafora – già
contenuta nella Mira circa nos – di Francesco che diffonde il vangelo
come un fiume, i cui rivoli giungono in tutto il mondo37. Tale enfasi su
Francesco “alter Evangelista”, mi pare si coniughi bene nel contesto
espresso dalla bolla Quoniam abundavit, in cui i Minori vengono de-
finitivamente equiparati ai Predicatori38, per la prima volta emanata
da Gregorio IX il 6 aprile 1237, ma reiterata da Innocenzo IV il 19 set-
tembre 124539. La figura dell’evangelista richiama infatti quella del
Francesco predicatore e della missione che la Chiesa affida all’Ordine
dei Minori, ormai completamente equiparato con quello dei Predica-
tori40. In quegli stessi anni si esprimevano i malumori dell’Ordine per
integrare la Vita beati Francisci con la seconda tormentata agiografia
del Celanese, il Memoriale in desiderio animae41.

leggenda di un santo di nome Francesco. Tommaso da Celano e la «Vita beati Francisci»


(Tau 9), Milano 1999, 137-260.
36
  1C 89: «Hic vero cum in via Dei et ipsius cognitione a primaevo iuventutis flore
parum vel nihil esset instructus, in naturali simplicitate ac vitiorum fervore tempore
non pauco perdurans, mutatione dexterae Excelsi iustificatus a peccato, gratia et virtute
Altissimi, super omnes tempore suo repertos divina sapientia est repletus. Nam cum doc-
trina evangelica, etsi non particulariter sed generaliter ubique multum per opera defecis-
set, missus est hic a Deo, ut universaliter per totum mundum Apostolorum exemplo perhi-
beret testimonium veritati. Sicque factum est ut doctrina sua omnem mundi sapientiam
ostenderet evidentissime fore stultam, et brevi spatio temporis ad veram sapientiam Dei
per stultitiam praedicationis inclinaverit, Christo duce. Quoniam in novissimo tempore no-
vus evangelista, quasi unus ex paradisi fluminibus, in toto terrarum orbe fluenta Evangelii
pia irrigatione diffudit et viam Filii Dei atque doctrinam veritatis opere praedicavit».
37
  «Lateque diffusi vineam irrigant usque ad mare palmites et usque ad flumen
propagines extendentem» Mira circa nos, in Bullarium Franciscanum, t. I (n. 25), 43.
38
  Sulla questione cfr. F. Accrocca, “Sancta plantatio Fratrum Minorum Ordinis”.
Gregorio IX e i Frati Minori dopo Francesco, in Gregorio IX e gli ordini Mendicanti. Atti
del XXXVIII Convegno internazionale (Assisi, 7-9 ottobre 2010), Spoleto 2011, 195-257.
39
  «Se dedicarunt evangelizationi verbi Dei in abiectionem voluntariae pauperta-
tis»: Bullarium Franciscanum, t. I (n. 224), 214s.; (n. 96), 381.
40
  In tal senso si veda come si esprime Bartolomeo da Pisa: «Quapropter sicut in
prima condicione huius ordinis, quae fuit singularis sanctitatis, qua ipse insigniebatur
et decorabatur, poterat dici verbum apostoli, Eph. 4,11, videlicet, quod Deus aliquos
huius fratres dedit apostolos, ut patuit in beato Francisco et primis sociis; quosdam
autem prophetas, sicut in multis fratribus supra est estensum; alios vero evangelistas,
quia nonnulli fuerunt egregii verbi Dei praedicatores; alios autem pastores et doctores,
quia plures fuerunt in ecclesia praelati maximi et magistri praeclari» Bartholomeus de
Pisa, De conformitate Vitae beati Francisci ad vitam Domini Iesu, liber I, fructus VIII
(AF IV), Ad Claras Aquas 1906, 342.
41
  Sul contesto storico del Memoriale e per la nuova edizione critica, cfr. Thomas
de Celano, Memoriale, a cura di F. Accrocca - A. Horowski (Subsidia scientifica

95
Filippo Sedda

Al f. 221rb del ms. Reg. lat. 1738, dopo le antifone dei secondi ve-
spri, il copista inserisce le «Lectiones infra octavam», scandite in due
grossi blocchi testuali da una semplice rubrica («Item per ebdomada»)
e senza alcuna indicazione di divisione delle lectiones. Si riprende il
racconto della vita di Francesco dal punto dove si era lasciato alla sesta
lectio, ossia dal momento in cui fu fatto prigioniero dal padre; il redat-
tore si serve in modo più esclusivo della Vita beati Francisci e compila
il testo da aggiungere alle nove lectiones, secondo il seguente schema:

§§ cap. infra octavam


1C 12 ll. 4-8
1C 13-15 VI ll. 8-36
1C 16-17 VII ll. 37-84
1C 18-20 VIII ll. 85-89
1C 21-22 IX ll. 89-117
1C 23-25 X ll. 118-130
1C 26-28 XI ll. 131-160
1C 45 XVII ll. 160-162
1C 47 XVIII ll. 163-183

I paragrafi sintetizzati nella Legenda per l’Ottava includono tutta


la descrizione della conversione di Francesco (1C 13-22 = cap. VI-IX)
fino al cap. X, in cui si parla della sua predicazione del Vangelo (1C 23-25)
e del suo spirito di profezia (26-28 = cap. XI). Alla fine l’autore, dopo
una singola frase tratta da 1C 45, aggiunge l’episodio della visione del
carro di fuoco contenuto in 1C 47, preoccupandosi però di rassicurare
che tale prodigio sia il segno della benedizione di Francesco per tutti i
suoi figli. Tale conclusione rievoca quella della Legenda liturgica Va�
ticana espressa nella frase: «Rigidus in disciplinam super custodiam
suam et filiorum erat vigilans omni hora»42, mentre il redattore della
leggenda per l’Ottava afferma:

Beatus igitur pater Franciscus consolatione ac gratia Spiritus sancti


repletur cottidie, omni vigilantia novos filios per vere paupertatis et
simplicitatis viam indeclinabiliter edocens ambulare43.

E dopo aver narrato l’episodio del carro di fuoco afferma «qui tanti
muneris benedictionem propter filios quos zelabat meruerat obtinere».

Franciscalia 12), Roma 2011.


42
  AF X, 532.
43
  Infra, ll. 131-137.

96
La Legenda liturgica Vaticana per l’Ottava di san Francesco

Ciò che stupisce della Legenda liturgica Vaticana, come si os-


serva nella praefatio di Analecta Franciscana, è che le letture «vix
usque ad annum 1210 pertingunt»; così pure la leggenda per l’Ottava
di fatto, pur ampliando la narrazione, non supera l’episodio del carro
di fuoco. Per tale motivo Jacques Dalarun afferma che «sicuramente
la fine di questa versione abbreviata della Vita prima, che manca in
ambedue i breviari, esisteva sotto forma di un libretto o inserita in un
lezionario, poiché al f. 222ra del ms. Reg. lat. 1738 un’ultima rubrica
segnala, in conformità con l’ordinario di Aymone da Faversham: “In-
fra octavam vero cottidie leguntur IX lectiones de legenda ipsius”. La
non uguaglianza delle chiuse dei due testimoni va nello stesso senso:
bisogna pensare che per un certo tempo era in circolazione un com-
pendio liturgico, che ripercorreva tutta la vita di Francesco, dal quale
gli scribi hanno estratto in modo casuale le letture; in fondo, un’altra
Legenda ad usum chori, ma nettamente più lunga e in grado, quindi,
di provvedere anche alle letture dell’Ottava della festa del santo»44.
Ho riportato questa lunga citazione, perché – sostanzialmente –
non condivido la conclusione di Dalarun sulla “sicura” esistenza di un
libretto contenente un’altra Legenda ad usum chori per l’Ottava. Ho
l’impressione che siffatte riduzioni per il coro siano talvolta espressio-
ne di una spontanea creatività, per cui le letture del mattutino non
debbono essere pensate necessariamente come lo sviluppo dell’intera
historia-vita del santo, come nel caso del cosiddetto Breviario di san-
ta Chiara45. Bisognerebbe riflettere se le leggende liturgiche anche a
motivo di questa loro malleabilità abbiano rappresentato un terreno
fertile per veicolare le molteplici facce del minoritismo e i molteplici
volti di Francesco d’Assisi, esprimendone tutto il ‘potere’ performati-
vo, cosicché la stessa scelta degli episodi da leggersi – o di quelli da
escludersi – durante il mattutino, acquistano un preciso intento nella
trasmissione di questa o quell’immagine dell’Assisiate.
Il fatto che la Legenda liturgica Vaticana concluda il terzo notturno
proprio con la sintesi di quegli episodi della «legenda ipsius» (1C 38-39) la-
scia intravvedere il disegno preciso e mirato di presentare un France-
sco ‘istituzionale’ come fondatore non solo dei Frati Minori, ma anche
delle Sorelle Povere e dei Terziari. D’altra parte, come si è accennato
sopra, l’inserimento dell’omelia di Gregorio Magno, così come la scel-

44
  Dalarun, Oltre la questione francescana, 220-221.
45
  Il testo della leggenda è pubblicato, anche se con qualche errore di lettura, da
T. Domenichelli, Prima legenda chori de S. P. Francisco hucusque inedita, in Archivum
Franciscanum Historicum 1 (1908) 62-67. Cfr. anche Sedda, La Legenda ad usum chori
e il codice assisano 338, 57s.

97
Filippo Sedda

ta dell’episodio che narra della predicazione della penitenza «verbo


simplici» del santo di Assisi, può avere l’intento di rafforzare l’imma-
gine di Francesco come “alter Evangelista”.
Dunque, il riferimento della rubrica finale a una «legenda ipsius»
non va necessariamente spiegato con l’esistenza di un ulteriore Le�
genda ad usum chori ‘lunga’, ma potrebbe più semplicemente riferirsi
alla Vita di Tommaso, da cui possono attingersi le nove letture per
ogni giorno, come accade per il Breviario di santa Chiara. Il testo
messo a disposizione nel ms. Reg. lat. 1738, anche se non consente la
costituzione di 63 letture distinte, permetteva comunque una certa
varietà di scelta. Mi sembra dunque più economico pensare che una
fonte comune sia solo alla base della parte iniziale delle due leggende,
piuttosto che supporre l’esistenza di un testo completo oggi perduto.
La Legenda liturgica Vaticana per l’Ottava non fa altro che ripren-
dere quanto gli è utile dalla Legenda liturgica Vaticana e adattarla,
ampliandola secondo le nuove esigenze liturgiche e il nuovo contesto
storico che necessitava di un Francesco “alter Evangelista”, piuttosto
che quello fondatore dei tre Ordini.
A questo punto non resta che tentare di determinare la datazione
della nostra Legenda liturgica Vaticana per l’Ottava e un possibile
suo autore.

5. Datazione e autore della leggenda

Si è detto sopra della difficoltà di datare la composizione dei due


testimoni manoscritti, ma ciò non implica, come molto sottilmente
osserva Dalarun46, la datazione della redazione della Legenda litur�
gica Vaticana, perché sarebbe alquanto forzato immaginare che un
agiografo componga una nuova epitome della Vita beati Francisci per
integrare letture alternative per l’Ottava, se avesse avuto a disposi-
zione la Legenda minor47.

  Cfr. Dalarun, Oltre la questione francescana, 222 nota 649.


46

  Indirettamente la datazione delle due versioni della Legenda liturgica Vaticana


47

diviene criterio di datazione per la Legenda minor di Bonaventura, questione re-


centemente sollevata da un dibattito tra Felice Accrocca e Timothy Johnson: cfr.
F. Accrocca, La straordinaria fecondità della sterile: la Legenda minor di Bonaventura,
in Frate Francesco 75/1 (2009) 179-211 che propone un’ipotesi di datazione verso la fine
degli anni sessanta del Duecento; mentre Timothy Johnson, propone di retrodatare la
Legenda minor tra 1257-1260, addirittura precedendo la Legenda maior: cfr. Johnson,
Item ordinetur de Legenda Beati Francisci: Prolegomena to the Study of Bonaventure’s
Legenda Minor, in Frate Francesco 76/1 (2010) 225-237; idem, La légende mineure de
François d’Assise, in François d’Assise, Écrits, Vies, témoignages, 2139-2149.

98
La Legenda liturgica Vaticana per l’Ottava di san Francesco

Dunque la composizione della Legenda liturgica Vaticana va col-


locata prima del 1244, mentre quella per l’Ottava certamente dopo
questa data e presumibilmente prima del 1260, data del mutamento
dell’antifona «Hic vir», o del 1266, data del Capitolo di Parigi.
Un altro elemento che può aiutare alla datazione della Legen�
da – anche se neppure esso risulta decisivo – sono le fonti usate dal
suo autore. Come si è evidenziato nel secondo apparato delle fonti, è
chiaro che l’anonimo autore ha utilizzato principalmente la Vita beati
Francisci di Tommaso da Celano, servendosi anche della Vita sancti
Francisci di Giuliano da Spira e della Legenda ad usum chori48. Non
compare alcun riferimento al Memoriale in desiderio animae, per cui
si potrebbe ipotizzare che tale testo non fosse ancora stato composto.
Certo si potrebbe obiettare che neppure l’argomento e silentio risulta
decisivo, ma è pur vero che una massa di indizi pone la datazione
della leggenda liturgica dopo il 1244 e prima del 1246.
Ma è possibile avanzare l’ipotesi di un autore per queste due leg-
gende? Si può ritenere che l’autore sia lo stesso per entrambe? Come
per la datazione, anche la possibilità di individuare un autore o, come
lo chiamerebbe Michael Bihl, un ‘epitomatore’, è alquanto ardua.
Quasi a mo’ di battuta Dalarun affermava che «se si attribuisce su
basi meramente stilistiche, la Legenda ad usum chori a Tommaso da
Celano, sarebbe molto più convincente attribuirgli questa leggenda li-
turgica lunga»49. A tal riguardo potrebbe essere utile uno studio lessi-
cografico almeno per confermare o escludere la possibilità che l’autore
possa essere Tommaso, ma tale analisi non può certo fornire l’ipotesi
di un altro autore, vista la ‘mobilità’ dei testi medievali.
Limitandomi ad un’analisi stilistica e alla maniera di usare le
fonti in questo testo, si possono distinguere due sezioni:
1) le prime sei lectiones riprendono la Vita beati Francisci inte-
grandola con chiari passaggi della Legenda ad usum chori e della Vita
sancti Francisci di Giuliano da Spira;
2) nel testo aggiunto per l’Ottava, non si ritrovano coincidenze o
richiami alla Vita di Giuliano né alla Legenda ad usum chori, ma il
racconto procede come fedele exceptum della Vita beati Francisci, con
rimandi letterali molto più frequenti.

48
  Sulla ipotesi di attribuzione della Legenda ad usum chori a Giuliano da Spira,
che certamente non può essere ritenuta come in passato di Tommaso da Celano, cfr.
E. Rava - F. Sedda, Sulle tracce dell’autore della Legenda ad usum chori beati Francisci.
Analisi lessicografica e ipotesi di attribuzione, in Archivum Latinitatis Medii Aevi 69
(2011), in corso di stampa.
49
  Dalarun, Oltre la questione francescana, 221 nota 645.

99
Filippo Sedda

Nella Legenda liturgica per l’Ottava si riscontrano anche alcune


ripetizioni, non presenti nella Legenda liturgica Vaticana, che deno-
tano una certa incongruenza redazionale, spiegabile con l’ipotesi di
una continuazione di una prima stesura e quindi di due fasi distinte
di composizione. Ad esempio:

lectio II lectio V
Qui cum deserviret negotiationi et regio- pannis pretiosis secum assumptis ad
nes varias circuiret pannorum cumulos vendendum, ad civitatem que Fulgineum
deferens ad vendendum. dicitur festinus advenit.

lectio VI infra octavam


Sicque omni miseratione subtracta, per apprehensumque domum pertrahere pri-
plures dies eum in tenebroso loco reclusit, mo verbis deinde verberibus et vinculis
verbis verbera, vincula verberibus addens. agit.

Tali anomalie redazionali sembrerebbero indizi di due fasi distin-


te di composizione.
Ancora il testo, solo nella parte comune tra le due leggende, ha
alcune frasi proprie, i cui termini non si ritrovano nella medesima
sequenza né in 1C, né in LC e Iul:
– «ab illis enormibus peccatis» (I, ll. 15s)
– «regiones varias circuiret» (I, ll. 29s)
– «demulcens sancti Spiritus» (II, l. 8)
– «que consueverat gaudere nequibat» (II, ll. 11s)
– «cum oranti sibi revelatum esset a Domino quod ipsum agere
oporteret» (V, ll. 2-4).
Considerando i vari componimenti agiografici di Tommaso da Ce-
lano, nessuna di queste parole è un apax per lui. In tal senso non si
può escludere, come afferma Dalarun, che il redattore di questa leg-
genda corale possa essere lo stesso Tommaso. Ma va anche sottolinea-
to che tale creatività compositiva si riscontra solo nella parte comune
ad entrambe le leggende e quindi ancora una volta riaffiora l’ipotesi
che ci sia un autore – forse Tommaso – a cui fa seguito un continua-
tore meno avveduto e più fedele abreviator della Vita beati Francisci.

6. Criteri di edizione

Per l’edizione della Legenda liturgica Vaticana per l’Ottava ho


scelto di trascrivere per intero l’Ufficio «In vigilia santissimi Fran-
cisci», all’interno del quale sono contenute le prime nove lectiones e

100
La Legenda liturgica Vaticana per l’Ottava di san Francesco

dopo il quale sono vergate le «lectiones infra octavam». Sono convinto


che in tal modo si riesca meglio a percepire il contesto liturgico della
leggenda e ad evitare che venga interpretata come una agiografia tout
court. Inoltre saranno visibili alcune varianti dell’Officium rhythmi�
cum rispetto al testo stabilito dagli Editori di Quaracchi, che soprat-
tutto per le ore minori risulta essere alquanto confuso nella sequenza
dei responsorii e dei versetti.
La difficoltà della lettura a causa delle rasure di alcune lettere
e delle aste orizzontali superiori e inferiori, è stata superata anche
grazie a Jacques Dalarun, che mi ha aiutato a sciogliere alcuni punti
critici e ha rivisto l’intera trascrizione.
Si è proposta una traduzione del solo testo della Legenda liturgi�
ca Vaticana, mentre per quella dell’Officium si rimanda alla traduzio-
ne di Eliodoro Mariani50.
Le grafie non sono state normalizzate, ma si è preferito lasciare
la forma riportata nel manoscritto, integrando con le parentesi qua-
dre solo i luoghi che potevano non essere compresi. Le parentesi qua-
dre sono state usate anche per integrare alcuni versetti o responsorii
dell’Ufficio, presenti in forma abbreviata nel codice.
Il corsivo oltre che per le citazioni bibliche è usato per le rubriche,
che nel codice sono sempre in rosso; con il grassetto invece indico i ca-
pilettera e le iniziali secondarie che nel manoscritto sono rosse e blu.
Gli apparati si sono distinti in tre livelli: quello delle varianti
filologiche, in cui sono riportate le lezioni del manoscritto nei casi in
cui si è intervenuti ad emendarlo, ma pure le varianti rispetto all’al-
tro codice vaticano e all’edizione di Quaracchi, sia dell’Officium che
della Legenda liturgica Vaticana, entrambe indicate con la sigla AF.
Il secondo apparato è quello delle fonti: si noti che per l’Ufficio non
si sono segnalate le fonti, tranne i salmi di cui si riportano gli incipit
e che non sono presenti nell’edizione critica; per la legenda invece
insieme ai richiami biblici si sono riportate le fonti e le assonanze con
le altre leggende sanfrancescane. Il terzo livello, infine, è quello delle
note esplicative.

50
  Fra Giuliano da Spira, Vita e Ufficio Ritmico di San Francesco d’Assisi, a cura di
E. Mariani, Vicenza 1980.

101
Filippo Sedda

Sigle e abbreviazioni

Manoscritti ed edizioni
A Città del Vaticano, BAV, Reg. lat. 1738
V Città del Vaticano, BAV, Vat. lat. 8737
AF ed. Analecta Franciscana, vol. X

Libri biblici
Ez. Ezechiel
Is. Isaias
Ps. Psalmus
Gal. ad Galatas
Luc. Luca
Mar. Marcus
Mat. Mattheus
II Thes. II ad Thessalonicenses

Fonti Francescane
1C Vita beati Francisci
2C Memoriale in desiderio animae
De inc. De inceptione vel fundamento Ordinis
Iul Vita sancti Francisci
LC Legenda ad usum chori
LM Legenda maior

Altre abbreviazioni
| nel testo indica il passaggio di foglio o colonna; nell’apparato distingue
gli items della stessa riga
[...] restituzione o integrazione
§ paragrafo
a, b colonne
add. aggiunta
An. Antifona
canc. cancellato
cap. capitolo
cfr. confronta
l./ll. linea/linee
om. omissione
R. Responsorio
V. Versetto

102
La Legenda liturgica Vaticana per l’Ottava di san Francesco

In Vigilia sanctissimi Francisci confer f. 218vb

AD [I] VESPERAS

An. Franciscus, vir catholicus et totus apostolicus, Ecclesie tene-


ri fidem Romane docuit, presbyterosque monuit pre cunctis revereri.
5 Ps. Dixit Dominus, cum reliquis et in fine 1 Ps. Laudate Dominum
omnes gentes.
An. Cepit sub Innocentio, cursumque sub Honorio perfecit glo-
riosum; succedens hiis, Gregorius magnificavit amplius miraculis fa-
mosum.
10 An. Hunc sanctus preelegerat in patrem, quando preerat Eccle-
sie minori; hunc, spiritu prophetico provisum, apostolico predixerat
honori.
An. Franciscus evangelicum nec apicem vel unicum transgredi-
tur nec iota; nil iugo Christi suavius, huic honere nil levis in huius
15 vite rota.
An. Hic creaturis imperat, qui nutui subiecerat se totum Crea-
toris; quicquid in rebus reperit delectamenti, regerit in gloriam Fa-
ctoris.

Capitulum
20 Fratres: Mihi autem absit gloriari nisi in cruce Domini nostri
Ihesu Christi, per quem mihi mundus crucifixus est, et ego mundo.
[R. Deo gratias.]

Hymnus2
Proles de celo prodiit,
25 novis utens prodigiis:
celum cecis aperuit;
siccis mare vestigiis,

Spoliatis Egyptiis,
transit dives; sed pauperis

14 huic] hoc AF

5 Dixit Dominus] Ps. 109 | Laudate … 6 gentes] Ps. 116

1 Rubrica.
2 L’autore è Gregorio IX.

103
Filippo Sedda

30 nec rem nec nomen perdidit,


factus felix pro miseris.

Assumptus cum Apostolis


in montem novi luminis,
in paupertatis prediis
35 Christo Franciscus intulit:

«Fac tria tabernacula»,


votum secutus Symonis;
quem huius non deseruit
numen vel omen nominis.

40 Legi, prophete, gratie


gra|tum gerens obsequium, f. 219ra
trinitatis officium
festo solemni celebrat.

Dum reparat virtutibus


45 hospes triplex hospitium,
et beatarum mentium
cum templum Christo consecrat.

Domum, portam et tumulum,


Pater Francisce, visita;
50 et Eve prolem miseram
a sompno mortis excita.

Patri, Nato, Paraclito,


decus, honor et gloria;
sint huius sancti merita
55 nobis eterna gaudia. Amen3.

V. Ora pro nobis, beate Francisce.


R. Ut di[gni efficiamur promissionibus Christi.]

30 nec2] vel AF 52 Patri … 55 Amen] om. AF 54 sint … merita] sancti sint huius me-
rito AF

3 Nell’edizione critica questa dossologia non si trova nell’inno dei I Vespri, ma in

quello delle Lodi.

104
La Legenda liturgica Vaticana per l’Ottava di san Francesco

Ad Magnificat antiphona
O stupor et gaudium, o iudex homo mentium: tu nostre milicie
60 currus et auriga; ignea presentibus transfiguratum fratribus in sola-
ri specie vexit te quadriga; in te signis radians, in te ventura nunti-
ans, requievit spiritus duplex prophetarum. Tuis a[d]sta posteris,
pater Francisce, miseris, nam increscunt gemitus ovium tuarum.
Ps. Magnificat.

65 Oratio
Deus, qui Ecclesiam tuam beati Francisci meritis fetu nove pro-
lis amplificas, tribue nobis ex eius imitatione terrena despicere et
donorum celestium semper participatione gaudere. Per Dominum.

[AD MATUTINUM]

Invitatorium
Regi, que fecit opera, Christo confiteantur,
cuius in sancto vulnera Francisco renovantur.

5 Hympnus4
In celesti collegio
novus collega colitur:
in sanctorum rosario
novellus flos producitur.

10 Franciscus florens gratia,


forma factus humilium,
letus potitur gloria,
sortis consors sublimium.

Metit de sparso semine


15 plene messis manipulum,
fallens sub terre tegmine
nostre salutis emulum.

68 donorum celestium] celestium donorum AF

64 Magnificat] Luc. 1, 46-55

4 L’autore è Tommaso da Capua cardinale di Santa Sabina.

105
Filippo Sedda

Hic carnis supercilium


legi subiecit spiritus:
20 mundum vicit et vicium,
se victo, victor inclytus.

Lingue manus preambula


verbo paravit semitam
et amplectuntur secula
25 doctrinam facto proditam.

In paupertatis predio |
Minorum plantans vineam, f. 219rb
ostendit magisterio
vite vivendi lineam.

30 Ad eternas divitias
turbam allexit pauperum,
quos ad celi delicias
lingua vocavit operum.

Vita, doctrina splenduit,


35 resplendet et miraculis;
sic prefuit, quod profuit,
via, lucerna populis.

Summi regis palatio,


doctor, loca discipulos;
40 salutis privilegio
Christi premuni famulos.

De tenebris miserie
sequaces stelle previe,
queramus patrem gratie,
45 consortes tandem glorie.

Patri, Nato, Paraclito5...

5 Cfr. dossologia dell’inno dei I Vespri.

106
La Legenda liturgica Vaticana per l’Ottava di san Francesco

IN I° NOCT�RNO
An. Hic vir in vanitatibus nutritus indecenter, divinis charisma-
tibus preventus est clementer. Ps.: Beatus vir.
50 An. Excelsi dextre gratia mirifice mutatus, dat lapsis spem de
venia cum Christo iam beatus. Ps.: Quare.
An. Mansuescit sed non penitus in primis per languores, qui,
captis armis celitus, ad plenum mutat mores. Ps.: Domine quid.

V. Amavit eum Dominus [et ornavit eum.]


55 [R. Stolam glorie induit eum.]

Lectio Ia. Vir Dei Franciscus de I LETTURA. L’uomo di Dio


civitate Assisii, que in finibus Francesco, che era oriundo della
vallis Spoletane sita est, oriun- città di Assisi, sita nella valle
dus existens, a primevo etatis Spoletana, dalla sua giovinezza
5 sue anno in seculi vanitate nu- fu allevato in modo esagerato se-
tritus est insolenter. Qui cum condo la vanità del mondo. Egli
primitiva parentum suorum ru- poiché aveva seguito esagerata-
dimenta insolens sequeretur, mente i primi rudimenti dei suoi
fere usque ad vigesimum quin- genitori, fin quasi al suo venti-
10 tum etatis sue annum tempus cinquesimo anno sciupò il suo
suum vane vivendo consumpsit, tempo vivendo vanamente al
ut inter eos, qui misera seculi punto che, tra coloro che segui-
blandimenta sectabantur, vanior vano le misere lusinghe del mon-
et insolentior haberetur. do, era il più vano e sfacciato.
15 Nam licet bonus Deus ab Infatti benché il buon Dio lo
illis enormibus peccatis eum sua abbia custodito per sua grazia da
gratia custodierit, quibus hom- quegli enormi peccati, per cui gli
ines maxime suam depravant uomini corrompono in modo par-
originem et ab honore proprie ticolare la propria origine e dege-

AD MATUTINUM, 48 divinis … 49 clementer] correxit ex plus quis nutritoribus se


gessit insolenter A Lectio Ia, 5 vanitate] vanitatibus V 6 est] exstitit V 7 primi-
tiva] a pueritia AF; in primitiva V 9 quintum … 10 etatis] esito di correzione (diverso
inchiostro) etatis scritto nel margine A 11 suum] sic add. V 13 sectabantur] sectan-
tur V | vanior] in patria add. V 17 quibus] ex quibus V

AD MATUTINUM, 49 Beatus vir] Ps. 1 51 Quare] Ps. 2 53 Domine quid] Ps. 3


Lectio Ia, 1 Vir … 6 insolenter] 1C 1 | de … 2 Assisii] LC 2 5 nutritus … 6 insolenter]
LC 2 7 rudimenta] 1C 2 9 fere … 11 consumpsit] LC 2 13 blandimenta] LC 5 | va-
nior … 14 insolentior] 1C 1

107
Filippo Sedda

20 nature degenerant, in vanitati- nerano dall’onore della propria


bus tam et facetiis supra omnes natura, primeggiando così tanto
coetaneos suos male proficiens, su tutti i suoi coetanei nelle va-
admirationem in cunctis suis a- nità e nelle facezie, pretendeva
ctibus pretendebat. Erat enim l’ammirazione in tutti i suoi ge-
25 predives, non avarus, sed prodi- sti. Infatti era ricco, ma non ava-
gus, non accumulator pecunie, ro, anzi prodigo, non accumula-
sed vanissimus dispensator. tore di denaro, ma dispensatore
assai frivolo.
Qui|cum deserviret nego- Per il fatto che egli si dedi- f. 219va
t[i]ationi et regiones varias cir- cava alla mercatura e viaggiava
30 cuiret pannorum cumulos defe- per varie regioni, portando cata-
rens ad vendendum, multi hu- ste di panni da vendere, molti
manitatis eius commoda sentie- conoscevano i privilegi della sua
bant, per que amicitie homo ipse umanità, per i quali quell’uomo
in hominum genere fruebatur. godeva dell’amicizia del genere
35 Tu [autem, Domine, miserere umano. Anche tu Signore abbi
nostri]6. pietà di noi.

Responsorium 1m. Franciscus ut in pubblicum cessat negotiari,


in agrum mox dominicum secedit medicari. Inventum evangelicum
thesaurum vult mercari.
40 V. Deum quid agat, unicum consultans, audit celicum insigne
sibi dari. Inventum7.

21 tam] tamen V 28 Qui … cum] Quia dum V | deserviret negotiationi] negotiationi


deserviret V | negotiationi] negotiaroni A 32 eius] haec vanitatis V 33 ipse] bono V

20 in … 22 proficiens] 1C 2; Iul 1 22 coetaneos … proficiens] cfr. Gal. 1, 14. 24 Erat …


27 dispensator] 1C 2 29 regiones … circuiret] cfr. 1C 65 30 pannorum … 31 venden-
dum] 1C 5

6 Alla fine delle lectiones di solito si trova la lettera ‘T.’ o ‘Tu’ a indicare la formula

rituale «Tu autem, Domine, miserere nostri», come si vede ad esempio dalle leggende
liturghiche di santa Chiara: cfr. G. BOCCALI, Tre leggende minori di s. Chiara d’Assisi
con incipit: «O quam pulchra est casta generatio», in Archivum Franciscanum Histo�
ricum 99/1 (2006) 3-31: in particolare cfr. la II legenda (21-27); ora disponibile anche
in CLARA ASSISIENSIS, Legende minores latine, a cura di G. Boccali (Pubblicazioni
della Biblioteca francescana di Chiesa Nuova – Assisi 13), Santa Maria degli
Angeli-Assisi 2008, 295-317.
7 Dopo il versus si ripetono una o due parole del responsorium, di solito sottoline-

ate in rosso nel testo, per indicare il punto da cui deve essere ripetuto il responsorio.

108
La Legenda liturgica Vaticana per l’Ottava di san Francesco

Lectio IIa. Verum cum sic mente II LETTURA. Ma per il fatto che
adversaIIaincederet,
Lectio . Verum cum ut sic
conversioprocedeva
mente
II LETTURAcon . Ma un’indole così che
per il fatto av-
eius ad Deum fieret pos[te]ris
adversa incederet, ut conversio ad
versa, la sua conversione
procedeva con un’indole così av- a Dio
exemplum, facta est super
eius ad Deum fieret pos[te]ris ad fu
eum di esempio
versa, la sua ai posteri: la amano
conversione Dio
5 manus Domini
exemplum, facta estet super
inmutatio del Signore si posò
fu di esempio ai posteri:
eum su dila luimano
e la
5 dextere Excelsi diutinis
manus Domini et inmutatio destra
languo-
del dell’altissimo
Signore si posò su lo di trasfor-
lui e la
ribus corpus
dextere Excelsieius affligens
diutinis destra dell’altissimo lo con
mò,
languo-et affliggendo il corpo con-
trasfor-
animum demulcens sancti
ribus corpus eius affligens et tinue
Spi- debolezze e allettando
mò, affliggendo il corpo con con- l’a-
ritus unctione.
animum demulcens sancti Spi- nimo con l’unzione dello
tinue debolezze e allettando l’a- Spirito
ritus unctione. santo.
nimo con l’unzione dello Spirito
10 Subito enim in alterum vi- santo.Subito fu convertito in un al-
10 rum Subito
conversus
enimestinetalterum
ad ea que tro uomo
vi- Subitoe funon poteva rallegrar-
convertito in un al-
consueverat gaudere
rum conversus est et ad nequibat;si per quelle cose
tro uomo e non poteva
ea que cui era abitua-
rallegrar-
nam et cuncta
consueverat que ipsum
gaudere nequibat;to;
dele- infatti tutto ciò che
si per quelle cose cui era abitua-prima lo
ctaverant pridem, sibi
nam et cuncta que ipsum dele- postmo-
dilettava, in seguito gli
to; infatti tutto ciò che prima lo infligge-
15 dum tedium
ctaverant ingerebant.
pridem, sibi postmo- va noia. Ma
Sed
dilettava, in poiché
seguitoi glicasiinfligge-
favore-
15 quoniam prospera elevant
dum tedium ingerebant. Sed voli
flagel- tirano su e i flagelli
va noia. Ma poiché i casi favore- buttano
la deiciunt,
quoniam resumptis
prospera paululum
elevant giù, quandosuha
voli tirano
flagel- e i riacquistato
flagelli buttano un
viribus corporis, adhuc
la deiciunt, resumptis paululum mundipo’ delle forze del corpo,
giù, quando ha riacquistato un braman-
favoribuscorporis,
viribus inhians, adhuc
cuidammundi do
po’ ancor
nobili di piùdel
delle forze i favori
corpo, del mon-
braman-
20 de Assisio se associare
favoribus inhians, cuidam nobili do,
disponit, stabilì di unirsi ad
do ancor di più i favori del mon-un nobile
20 qui se militaturum
de Assisio se associare in Apuliam di Assisi,
do,
disponit, stabilìche preparava
di unirsi ad ununa spe-
nobile
preparabat. T[u autem,
qui se militaturum in Apuliam Domine,dizione militare diretta
di Assisi, che preparava una spe- in Pu-
miserere nostri.]
preparabat. T[u autem, Domine, glia. Anche tu, Signore,
dizione militare diretta in Pu- abbi pie�
miserere nostri.] tà di Anche
glia. noi. tu, Signore, abbi pie�
tà di noi.
R. In Dei fervens opere, statim ut sua vendit, pauperibus inpen-
25 dereR.
pecuniam intendit,
In Dei fervens que gravi
opere, statimsuo
ut pondere
sua vendit,cor pauperibus
liberum offendit.inpen-
25 V. Quam formidante paupere presbytero suscipere,
dere pecuniam intendit, que gravi suo pondere cor liberum abiectam
offendit.vi-
lipendit. Que gravi.
V. Quam formidante paupere presbytero suscipere, abiectam vi-
lipendit. Que gravi.

Lectio IIa, 2 conversio … 3 eius] conversionis V 4 eum] me V 5 inmutatio] immuta-


tio V IIa,
Lectio 6 diutinis] diuturnis
2 conversio 7 corpus eius]
ms. conversionis
… 3 eius] V ipsius
4 eum]corpus
me V V5 inmutatio]
13 cuncta] immuta-
cetera V
tio postmodum]
14 V 6 diutinis]modum V; modo
diuturnis ms. AF 16 prospera]
7 corpus propria
eius] ipsius V |Velevant]
corpus quaeque
13 cuncta] add.
cetera V
V postmodum]
14 20 Assisio] Asisio
modum V V; militaturum]
21modo AF 16 militatum ire AF V | elevant] quaeque add.
prospera] propria
V 20 Assisio] Asisio V 21 militaturum] militatum ire AF
Lectio IIa, 2 incederet … 4 exemplum] 1C 2 3 posteris] Iul 1 4 facta … 6 Excelsi] Ez.
1, 3 e Ps.
Lectio IIa,76, 11; 1C 2 …
2 incederet | 4facta … 9 unctione]
exemplum] 1C 2 cfr. LM 2 Iul
3 posteris] 6 1diutinis languoribus]
4 facta … 6 Excelsi]Iul
Ez.2
1, 3Subito
10 … 11
e Ps. 76, 11;est]
1C LC
2 |2 facta
12 consueverat gaudere]
… 9 unctione] cfr. LMcfr.
2 De6 inc. 15 15
diutinis tedium ingere-
languoribus] Iul 2
bant]
10 Iul 2;
Subito …2C11 9
est]17
LCresumptis … 22 preparabat]
2 12 consueverat 1Ccfr.
gaudere] 4 De inc. 15 15 tedium ingere-
bant] Iul 2; 2C 9 17 resumptis … 22 preparabat] 1C 4

109
Filippo Sedda

Lectio [IIIa]. Cumque ad eundum III LETTURA. Quando si dedicò


cum illo se tota deliberatione con ogni determinazione per an-
dedisset, nocte quadam vidit per dare con lui, una notte vide in
visionem domum plenam mi- una visione una casa piena di ar-
5 litaribus armis, que rerum vena- mi, che era solita essere occupa-
lium tantum consueverat esse ta solo di cose corruttibili.
occupata. Mentre ammirava tutte que-
Admiranti hec omnia, vox ste cose, una voce gli giunse nel
ad eum in sompnis facta est sonno, che diceva che quelle ar-
10 dicens, arma hec | sua fore mili- mi sarebbero state sue e dei suoi f. 219vb
tumque suorum. Evigilans vero militari. Ma quando si alza, ini-
circa suum propositum cepit te- zia a intiepidirsi riguardo al suo
pescere et inspirata sui mutatio- proposito e non sapendo del suo
ne nesciens, tacitus secum mira- inspirato mutamento, silenzioso
15 batur. Studet iam propterea vo- si interrogava tra sé e sé. Già si
luntatem suam dirigere ad di- dedica perciò a conformare la
vinam et parumper a seculi tu- sua volontà con quella divina e
multu se subtrahens et negotio, sottraendosi un poco dal tumulto
in interiore homine satagit re- del mondo e dalla mercatura, si
20 condere Ihesum Christum. affanna di custodire Gesù Cristo
nell’intimo dell’uomo.

R. Dum pater hunc persequitur, latens dat locum ire; constan-


ter post aggreditur in publicum prodire: squalenti vultu cernitur,
putatur insanire.
V. Luto, saxis impetitur, sed patiens vir nititur ut surdus per-
25 transire. Squalenti.

Lectio [IIIa], 2 illo] om. V 3 vidit … 4 visionem] per visionem vidit V 4 plenam]
suam V 6 tantum] cumulis add. V 7 occupata] occupatam V 9 sompnis] somnis V
10 arma hec] hec arma V 13 inspirata … mutatione] insperatam sui mutationem V
14 tacitus secum] secum tacitus V 15 propterea] propriam V 17 seculi] seculari V
19 interiore] interiori A | satagit recondere] recondere satagit V

Lectio [IIIa], 1 Cumque … 5 armis] 1C 5 5 que … 7 occupata] Iul 3 10 arma … 11


suorum] 1C 5 11 Evigilans … 13 tepescere] Iul 3 13 sui mutatione] Iul 3; cfr. 1C 3
14 tacitus … mirabatur] 1C 5 15 Studet … 20 Christum] 1C 6

110
La Legenda liturgica Vaticana per l’Ottava di san Francesco

IN II° NOCT�RNO
An. Pertractum domi verberat plus cunctis furens pater, obiu-
gans vincit, carcerat; quem furtim solvit mater. Ps.: Cum invocarem.
An. Iam liber, patris furie non cedit effrenati, clamans se volun-
30 tarie pro Christo mala pati. Ps.: Verba mea.
An. Ductus ad loci presulem, sua patri resignat; nudusque ma-
nens exsulem in mundo se designat. Ps.: Domine ne.

[V.] Os iusti [meditabitur sapientiam.]


[R. Et lingua eius loquetur iudicium.]

Lectio [IVa]. Gestiebat hoc nemi- IV LETTURA. Gioiva che nessuno


nem scire et solum Deum in san- sapesse ciò e chiedeva consiglio
cto proposito consulebat. Cui- solo a Dio nel suo santo proposi-
dam tamen sibi amico thesau- to. Ad un certo suo amico parla-
5 rum se invenisse sub enigmate va con discorso enigmatico di a-
loquebatur, quem secum ad se- ver trovato un tesoro, il quale
cretiora loca sepius evocabat, chiamava spesso con se nei luo-
quandam cri[p]tam in qua ora� ghi più segreti, ma entrava solo
bat Patrem in abscondito ingre- in una cripta nella quale prega�
10 diebatur solus. Sicque divino va il Padre in segreto. E così col-
perfusus gaudio continere Spiri- mato della gioia divina, non po-
tus ardorem non valens, in Apu- tendo contenere l’ardore dello
liam ire recusat et magna in pa- Spirito, rifiuta di andare in Pu-
tria propria publicat se factu- glia e rivela di voler compiere
15 rum. Et interrogatus an uxorem grandi cose nella propria patria.
ducere vellet, sapientem, plus Ed interrogato se volesse pren-
pulchram, amabilem, quam vide- dere moglie, promette che lui a
rint umquam, brevi ducere se breve avrebbe preso la più sapi-
promittit. T[u autem, Domine, ente, bella, amabile, che si fosse
20 miserere nostri.] mai vista. Anche tu, Signore, ab�
bi pietà di noi.

Lectio [IVa], 2 sancto] suo add. V 5 se] om. V 6 quem secum] coepit secum ipsum
AF 7 evocabat] evocans A 8 quandam] quamdam V

28 Cum invocarem] Ps. 4 30 Verba mea] Ps. 5 32 Domine ne] Ps. 6 Lectio [IVa],
1 Gestiebat … 3 consulebat] 1C 6 3 Cuidam … 6 loquebatur] cfr. 1C 7 5 sub enig-
mate] Iul 4 6 ad … 8 in] Iul 4 8 orabat … 9 abscondito] cfr. Mat. 6, 6 10 Sicque … 15
facturum] Iul 5 15 Et … 19 promittit] 1C 7; Iul 5

111
Filippo Sedda

R. Dum seminudo corpore Laudes decantat gallice zelator nove


legis, latronibus in nemore respondet sic prophetice: «Preco sum ma-
gni regis».
V. Audit, | in nivis frigore proiectus: «Iace, rustice», futurus f. 220ra
25 pastor gregis. Respondet.

Lectio Va. Quadam vero die, cum V LETTURA. Ma un giorno, men-


oranti sibi revelatum esset a tre pregava, gli fu rivelato dal
Domino quod ipsum agere opor- Signore che cosa lui dovesse fa-
teret, iam se non capiens pre re, ormai non contenendosi per
5 letitia, pannis pretiosis secum la letizia, dopo aver preso con se
assumptis ad vendendum, ad i panni preziosi per venderli,
civitatem que Fulgineum dicitur giunse in tutta fretta alla città
festinus advenit. Ubi ex more chiamata Foligno. Qui secondo
venditis omnibus, que portabat, l’abitudine dopo che vendette
10 equum cui tunc insederat, felix tutto ciò che portava, l’abile mer-
mercator, preter more assumpto cante lascia il cavallo su cui al-
pretio, dereliquit. Mirum in mo- lora sedeva attribuendoli un
dum mox totus in Dei opere con- prezzo oltre il consueto. Conver-
versus, gravatum se sentiens tito alle opere di Dio in modo ra-
15 pecuniam illam vel una hora pido e straordinario, sentendosi
portare ac velut harenam repu- gravato da quel denaro anche a
tans omne illius emolumentum, portarlo per un ora e reputando
cuidam pauperi sacerdoti prope come sabbia ogni suo profitto, di-
Assisium in quadam ecclesia exi- ede quel denaro ad un povero sa-
20 stenti, illam ad usus pauperum cerdote che stava in una chiesa
erogavit. vicino Assisi, ad uso dei poveri.

R. Amicum querit pristinum, qui spretum in cenobio tunicula


contexit. Contemptu gaudens hominum leprosis fit obsequio, quos
antea despexit.
25 V. Sub typo trium Ordinum tres, nutu Dei previo, ecclesias ere-
xit. Contemptu.

Lectio VIa. Quam quia sacerdos VI LETTURA. Poiché il sacerdote


recipere noluit, timore solutus et non volle ricevere quel denaro,

Lectio Va, 23 obsequio] obsequis A 26 Contemptu] xit contemptu A

Lectio Va, 5 pannis … 17 emolumentum] 1C 8 | pretiosis] Iul 6 10 equum … insede-


rat] cfr. De inc. 7 18 cuidam … 21 erogavit] cfr. 1C 8 Lectio VIa, 1 sacerdos … 6 proi-
ciens] 1C 9

112
La Legenda liturgica Vaticana per l’Ottava di san Francesco

mirabili rerum conversione stu- sciolto dal timore e stupito dalla


pefactus, verus pecuniarum con- mirabile conversione, da vero di-
5 temptor, pecunia in quandam spregiatore del denaro, gettando-
fenestram proiciens, ipsam tam- lo in una finestra, lo vilipese co-
quam pulverem vilipendit. me polvere.
Pater itaque impia hec audi- Perciò il padre udendo que-
ens, ad subitum rerum eventum ste cose empie, fu assai colpito
10 turbatus est valde nimis, et ve- dal fatto inatteso, e venendo nel
niens ad locum, in quo Dei famu- luogo dove il servo di Dio dimo-
lus morabatur, quesivit eum et rava, lo cerco ma non lo trovò.
non invenit. In quadam enim Infatti si nascose in una spelon-
fovea fere per mensem latitavit, ca circa per un mese, nella quale
15 in qua clandestinum ei totum gli veniva dato aiuto solo di na-
impendebatur obsequium. Die scosto. Ma un giorno quando en-
vero una cum vilibus indutus trava nella città di Assisi vestito
pannis civitate intraret Assisii, con panni vili, il padre non ser-
pater ei nulla moderatione ser- bandogli alcun ritegno, metten-
20 vata, iniecta in ipsum | manu, dogli addosso le mani, lo trascinò f. 220rb
ad ipsam domum inhoneste per- vergognosamente nella propria
traxit eum. Sicque omni misera- casa. E così inaccessibile a qual-
tione subtracta, per plures dies siasi senso di pietà, per più gi-
eum in tenebroso loco reclusit, orni lo rinchiuse in un luogo te-
25 verbis verbera, vincula verbe- nebroso, aggiungendo percosse
ribus addens. T[u autem, Do- alle parole, catene alle percosse.
mine, miserere nostri.] Anche tu, Signore, abbi pietà di
noi.

R. Audit in Evangelio que suis Christus loquitur ad predican-


dum missis; «hoc, inquit, est quod cupio». Letanter hiis innititur
30 memorie commissis.
V. Non utens virga, calceo, nec pera, fune cingitur, duplicibus
dimissis. Letanter.

Lectio VIa, 28 Audit] quis AF

4 verus … 7 vilipendit] Iul 6 6 proiciens … 7 vilipendit] LC 2 | tamquam … 11 ve-


niens] 1C 9 9 ad … 12 morabatur] 1C 10 10 turbatus … valde] Ps. 6, 4 14 fovea … 16
obsequium] 1C 10 19 pater … 26 addens] 1C 12

113
Filippo Sedda

IN III° NOCT�RNO
An. Cor verbis nove gratie sollicitus apponit, verbumque peni�
35 tentie simpliciter proponit. Ps.: Domine quis.
An. Pacem, salutem nuntiat in Spiritus virtute, vereque paci
sociat longinquos a salute. Ps.: Domine in virtute.
An. Ut novis sancti merita remunerantur natis, hiis nova tradit
monita, viam simplicitatis. Ps.: Domini est ter[ra].

40 V. Lex Dei eius in corde ipsius.


[R. et non supplantabuntur gressus eius.]

[Lectio VIIa]. Secundum Lucam. VII LETTURA. Dal Vangelo secon-


In illo tempore designavit do Luca.
Dominus et alios septuaginta In quel tempo il Signore de�
duos et misit illos binos ante signò altri settantadue discepoli
5 faciem suam in omnem civita� e li inviò a due a due davanti a
tem et locum quo erat ipse ven� sé in ogni città e luogo dove sta�
turus etc. va per recarsi ecc.

Omilia sancti Gregorii. OMELIA DI SAN GREGORIO.


Dominus ac redemptor no- Il Signore e redentore no-
10 ster, fratres karissimi, aliquando stro, o fratelli carissimi, ci am-
nos sermonibus, aliquando vero monisce talvolta con discorsi al-
operibus ammonet. Ipsa etenim tre volte con le opere. In realtà
facta eius precepta sunt, quia gli stessi fatti sono i suoi precet-
dum aliquid tacitus facit, quid ti, perché quando fa qualcosa in
15 debeamus agere innotescit. Ecce silenzio, palesa ciò che dobbiamo
enim binos in predicationem di- fare. Ecco infatti il Signore invia
scipulos Dominus mittit, quia nella predicazione due discepoli,
duo sunt precepta caritatis, Dei poiché due sono i precetti della
videlicet amor et proximi, et carità, cioè l’amore a Dio e al
20 minus quam inter duos caritas prossimo, e la carità non può
haberi non potest. Nemo enim darsi se non tra due persone. Ne-
proprie caritatem habere dicitur ssuno infatti può dire in modo
ad semetipsum, sed dilectionem appropriato di avere carità per
se stesso, ma rivolge l’amore ver-

35 Domine quis] Ps. 14 37 Domine … virtute] Ps. 20 39 Domini … terra] Ps. 23


Lectio VIIa, 2 designavit … 7 venturus] Luc. 10, 1-9. 9 Dominus … 25 possit] GRE-
GORIUS MAGNUS, Homiliarum XL in euangelia libri duo (PL 76, 1138-1139), lib. I,
hom. 17, cap. 1.

114
La Legenda liturgica Vaticana per l’Ottava di san Francesco

ipse in alterum tendit, ut [cari- so un altro, affinché la carità


25 tas] esse caritas possit. possa essere tale.

R. Carnis spicam, contemptus area, Franciscus frangens, terens


terrea, granum purum, excussa palea, summi regis intrat in horrea.
V. Vivo pani morte iunctus, vita vivit vita functus. Granum.

Lectio VIIIa. Binos ad predican� VIII LETTURA. Il Signore manda


dum Dominus discipulos mittit, i discepoli a due a due per predi-
quatenus hoc nobis tacitus in- care, affinché questo senza paro-
nu|at, quia qui caritatem erga le ci indichi che colui che davanti f. 220va
5 alterim non habet, predicationis all’altro non ha carità, non deve
officium suscipere nullatenus in alcun modo prendere l’ufficio
debet. Bene autem dicitur quia della predicazione. Opportuna-
misit eos ante faciem suam in mente si dice anche che li mandò
omnem civitatem et locum quo davanti a lui in ogni città e luogo
10 erat ipse venturus. Predicatores dove stava per recarsi. Il Signore
autem suos Dominus sequitur, segue i suoi predicatori, poiché
quia predicatio prevenit et tunc la predicazione precede e in quel
ad mentis nostre habitaculum momento il Signore viene nella
Dominus venit, verba exhortatio- dimora della nostra mente, le
15 nis percurrunt, atque per hoc parole di esortazione la percor-
veritas in mente suscipitur. rono e attraverso ciò la verità af-
fiora nella mente.

R. De paupertatis horreo sanctus Franciscus satiat turbam


Christi famelicam, in via ne deficiat; iter pandit ad gloriam et vite
viam ampliat.
20 V. Pro paupertatis copia regnat dives in patria, reges sibi sub-
stituens, quos hic ditat inopia. Iter.

Lectio IXa. Hinc namque eisdem IX LETTURA. Da una parte infat-


predicatoribus Ysaias dicit: Par� ti Isaia dice ai medesimi predica-
ate viam Domini, rectas facite tori: Preparate la via del Signo�
semitas Dei nostri. Hinc illis re, rendete dritti i sentieri del
5 psalmista ait: Iter facite ei qui nostro Dio. Dall’altra il salmista
ascendit super occasum. Super dice loro: preparate la strada a
colui che ascende sopra il tramon�

Lectio VIIIa, 1 Binos … 16 suscipitur] GREGORIUS MAGNUS, Homiliarum XL in euan�


gelia libri duo (PL 76, 1139), lib. I, hom. 17, cap. 1 e 2. Lectio IXa, 1 Hinc … 15 illu-
stret] ibidem, cap. 2 2 Parate … 4 nostri] Is. 40, 3 5 Iter … 6 occasum] Ps. 67, 5

115
Filippo Sedda

occasum namque Dominus to. Infatti il Signore ascende so-


ascendit, quia8 mortem quam pra il tramonto, poiché la morte
pertulit resurgendo calcavit. Ei che sopportò, la calpestò risor-
10 ergo qui ascendit super occasum gendo. A lui dunque che ascende
iter facimus cum nos eius glo- sopra il tramonto prepariamo la
riam vestris mentibus predica- strada quando noi predichiamo
mus, ut eas et ipse post veniens la sua gloria alle vostre menti,
per amoris sui presentiam illu- lui quando viene le illumini at-
15 stret. T[u autem, Domine, mise- traverso l’efficacia del suo amo-
rere nostri.] re. Anche tu, Signore, abbi pietà
di noi.

Infra octavam quolibet die unde


[R.] Sex fratrum pater septimus absorptus luce celitus, futura
contemplatur. Inter Minores minimus, quis parvi gregis exitus pre-
clare speculatur.
5 V. Quadrans quoque novissimus culparum sibi penitus dimitti
revelatur. Quis parvi.

R. Archana suis reserans octavum tandem recipit, et ad diver-


sas gentes binos mittendos federans, humiliari precipit et esse pa-
tientes.
10 V. Grex procidit obtemperans, pastor erectos suscipit ad oscula
gaudentes. Humiliari. |

R. «Euntes, inquit, in eum qui nutriet vos Dominum iactate f. 220vb


cogitatum». Sic fratribus erroneum precludit et interminum callem
cupiditatum.
15 V. Sic curis cor extraneum non providet in crastinum in zonis
aes ligatum. Precludit. Gloria.

R. Regressis quos emiserat, completur bis senarius fratrum;


dum confirmando normam sancto quam scripserat, iussa dat Inno-
centius papa de predicando.
20 V. In mna Franciscus fenerat, quem dati movet ratio de luchro
reportando. Iussa. Gloria. Iussa9.

Lectio IXa, 12 vestris] nostris A Infra octavam, 20 mna] in via A

8Vi è una caduta per omoteleuto rispetto al testo di Gregorio.


9 Il responsorio era seguito dal versetto e dalla dossologia «Gloria Patri et Filio et
Spiritui sancto», a entrambi i quali si faceva seguire la seconda parte del responsorio.

116
La Legenda liturgica Vaticana per l’Ottava di san Francesco

AD LAUDES ET HORAS
An. Sanctus Franciscus, previis orationum studiis, quid faciat
instructus, non sibi soli vivere, sed aliis proficere vult, zelo Dei du-
ctus. Ps. Dominus reg[et] cum reliquis10.
5 An. Hic predicando circuit et, quem non homo docuit, fit doctis
in stuporem. Virtutum verba loquitur, novumque nova sequitur mi-
licia ductorem.
An. Tres Ordines hic ordinat: primumque fratrum nominat Mi-
norum, pauperumque fit Dominarum medius, sed penitentum ter-
10 tius sexum capit utrumque.
An. Doctus doctrice gratia, doctus experientia que sunt perfe-
ctionis, hec fratres docet omnia tam factis quem frequentia melliflui
sermonis.
An. Laudans laudare monuit, laus illi semper affuit, laus, in-
15 quam, Salvatoris; invitat aves, bestias et creaturas alias ad laudem
Conditoris.

Capitulum
Michi autem ab[sit gloriari nisi in Cruce Domini nostri Iesu
Christi, per quem mihi mundus crucifixus est, et ego mundo. R. Deo
20 gratias.]

Ymnus 11
Plaude, turba paupercula,
Patre ditata paupere;
laudis propina pocula,
25 sacro depressa ubere.

Hic simplex, rectus, humilis,


pacis cultor amabilis,
lumen in vase fictili
ardens, lucens in fragili.

30 Vili contectus tegmine,


sancto calescens flamine,

Ad laudes, 4 Dominus reget] Ps. 22; ma dall’incipit potrebbe trattarsi anche del Ps.
95: Dominus reg[navit]

10 Rubrica.
11 Composto dal cardinale Rainerio Capocci da Viterbo.

117
Filippo Sedda

vicit algorem, caumata,


Christi dum gestat stigmata.

Carnem mundumque conterens,


35 hostes malignos proterens,
auream victor meruit,
aureolam dum docuit.

Pauper, mundus egreditur,


celum dives ingreditur,
40 spargit virtutum munera, |
egris profligat vulnera. f. 221ra

Verorum pater pauperum,


nos pauperes fac spiritu;
consorte redde Superum,
45 ereptos ab interitu.

Patri, Nato, Paraclito


decus, honor et glorie;
[sancti sint huius merito
nobis eterna gaudia. Amen.]

50 V. Ora pro nobis, beate Francisce.


[R. Ut digni efficiamur promissionibus Christi.]

Ad Benedictus antiphona
O martyr desiderio, Francisce, quanto studio compatiens hunc
sequeris, quem passum libro repperis, quem aperuisti. Tu contuens
55 in aere Seraph in cruce positum, ex tunc in palmis, latere et pedibus
effigiem fers plagarum Christi. Tu gregi tuo provide, qui post fe-
licem transitum dure prius et livide glorificate speciem carnis pre-
tendisti.

AD TERTIAM

60 Capitulum
Michi au[tem] ...

Ad laudes, 38 mundus] nudus AF

118
La Legenda liturgica Vaticana per l’Ottava di san Francesco

R. Amavit eum Dominus et or[navit eum].


[V. Stolam glorie induit eum.]

AD SEXTAM

65 Capitulum
Quicumque hanc regulam secuti fuerint, pax super illos et mise-
ricordia, et super Israel Dei. De[o gratias].

R. Os iusti meditabitur sapientiam.


[V. Et lingua eius loquetur iudicium.]

70 AD NONAM

Capitulum
De cetero nemo mihi molestus sit. Ego enim stigmata Domini
Iesu in corpore meo porto. Gratia Domini nostri Iesu Christi cum
spiritu vestro, fratres. Amen.

75 R. Lex Dei eius in corde ipsius.


[V. Et non supplantabuntur gressus eius.]

IN SECUNDIS VESPERIS

An. Sanctus Franciscus12 cum reliquis antiphonis.

Psalmi ut in primis vesperis.

Capitulum
5 Michi autem abs[it] ...

Ymnus
Proles de ce[lo prodiit]13...

V. Ora pro nobis, beate Francisce.


[R. Ut digni efficiamur promissionibus Christi.]

12 In realtà si tratta della prima antifona delle Lodi.


13 Inno dei primi Vespri.

119
Filippo Sedda

10 Ad Magnificat antiphona
O virum mirabilem in signis et prodigiis, languores cum demo-
niis quoslibet pellentem. Dat aurem suis avium predicans silve-
strium verbis intendentem. O vita laudabilem, qua fidem sic magni-
ficat; sed et multos vivificat mortuos defunctus. Francisce, nos cele-
15 stium fac consortes civium, quibus es coniunctus.

An[tiphona ad Benedictus et Magnificat infra Octavam]


Sancte Francisce, propere veni, pater, accelera ad populum, qui
premitur et teritur sub honere, palea, luto, latere; et, sepulto Egy-
ptio sub sabulo, nos libera, carnis extincto vicio14.
20 Alia antiphona
Plange, turba paupercula, ad patrem clama pauperum: hoc lu-
gubre suspirium, pater Francisce, suscipe, et prode Christo stigmata
lateris, pedum, | manuum, ut nobis reddat orphanis tanti patris f. 221rb
vicarium15.
25 Alia
Salve, sancte pater, patrie lux, forma Minorum, virtutis specu-
lum, recti via, regula morum: carnis ab exilio, duc nos ad regna polo-
rum16.

Supraposite tres anthiphone dicuntur in commemorationibus


30 sancti Francisci ad vesperos et ad matutinas per circulum anni.

LECTIONES INFRA OCTAVAM LETTURE PER L’OTTAVA


Cum autem tanti convicii in Quando la fama di tanto cla-
filium tandem fama pervenisset more contro il figlio alla fine
ad patrem, continuo consurgens, giunse al padre, subito levandosi
5 tamquam lupus ad ovem advo- come un lupo assale la pecora e
lat, apprehensumque domum afferratolo lo porta a casa prima
pertrahere primo verbis deinde con le parole poi con le percosse
verberibus et vinculis agit. Fa- e le catene. Per una causa fami-
miliari prorsus urgente causa liare urgente il padre partì di ca-

In secundis vesperis, 26 Salve] l add. in sopralinea

Lectiones infra octavam, 4 continuo … 8 agit] 1C 12 8 Familiari … 14 permisit] 1C 13

14 Attribuita a Gregorio IX.


15 Attribuita a Gregorio IX.
16 Attribuita a Tommaso da Capua cardinale di Santa Sabina.

120
La Legenda liturgica Vaticana per l’Ottava di san Francesco

10 pater discessit domi17, filio in sa, lasciando il figlio in carcere, e


carcere remanente, quem post dopo molte seppur inutili lusin-
multas licet inutiles blandicias, ghe, scioltigli i legami, la madre
fractis vinculis, liberum mater permise che andasse via libero.
abire permisit.
15 Quo etiam ad locum ubi pri- Poiché egli ritorna subito al
us morabatur, concitus reverso, luogo dove prima dimorava, il
domum pater ingreditur expro- padre, spinto a ritornare, rientra
brataque coniuge; post ipsum a casa e rimprovera la moglie,
adiens, saltim extra provinciam dopo affrontando Francesco si
20 effugare proponit, cui Franci- propose almeno di allontanarlo
scus, ultro se offerens, attestatur fuori dalla contrada, a lui Fran-
pro Christi nomine gaudenter cesco, presentandosi liberamen-
mala omnia se passurum. Vi- te, conferma gioiosamente che
dens autem pater quod eum re- per il nome di Cristo avrebbe
25 vocare non posset, extorta pecu- sopportato qualsiasi male. Ve-
nia, ducit eum coram episcopo dendo quindi il padre che non
civitatis, ut reddens omnia cun- poteva dissuaderlo, tolto il de-
ctis eius et facultatibus perpetuo naro, lo conduce davanti al ve-
renunciet. scovo della città, affinché resti-
tuendo ogni cosa, rinunciasse
per sempre a tutte le sue sostan-
ze e facoltà.
30 Ubi cum perductus esset Quando il servo di Dio fu
servus Dei, proiectis omnibus ve- condotto davanti al vescovo, de-
stimentis, insuper et nec femo- posti tutti i vestiti, neanche te-
ralia retinens, totus coram omni- nendosi le mutande, rimane
bus denudatur. Et ab eodem cle- completamente nudo davanti a
35 menter episcopo inter brachia tutti. E ricoperto, dallo stesso ve-
protegendus suscipitur. scovo è accolto in modo clemente
tra le braccia.
Iam enim cum semicintiis Ormai infatti poichè vestiva
involutus pergeret, qui quondam abiti cenciosi, colui che un tempo
scarlaticis utebatur laudesque usava abiti scarlatti e cantava le

Lectiones infra octavam, 10 discessit] add. ad propria (!) canc. 37 semicintiis] segue
uno spazio vuoto riempito da una linea rossa A

15 ad … 23 passurum] 1C 13 23 Videns … 29 renunciet] 1C 14 30 cum … 36 suscipi-


tur] 1C 15 37 Iam … 59 saturari] 1C 16 (ad litteram)

17 Sulla base di 1C 12, che ha «ad propriam domum», possiamo supporre che il

copista inizi a scrivere «ad propria» e poi sostituisce il locativo «domi».

121
Filippo Sedda

40 per nemora Domino decantaret, lodi a Dio per le foreste, all’im-


latrones super eum subito irru- provviso alcuni ladri lo assali-
erunt. Quibus ferali animo eum, rono. A questi che gli domanda-
quis esset, interrogantibus confi- rono brutalmente chi fosse, ri-
denter respondit: «Preco sum spose senza timore: «Sono l’aral-
45 magni Re|gis! Quid ad vos?». At do del gran re! che vi importa?». f. 221va
illi percutientes eum, in defosso E quelli lo percossero e lo getta-
loco pleno magnis nivibus proie- rono in un fosso pieno di neve,
cerunt dicentes: «Iace, rustice dicendo: «Stai lì sdraiato, zotico
preco Dei!». Ipse vero huc atque araldo di Dio». Ma lui guardan-
50 illuc se revolvens, nive a se dis- dosi attorno e scossa la neve di
cussa, de fovea exilivit, magno- dosso, uscì dal fosso e tutto pieno
que exhylaratus gaudio, cepit al- di gaudio, riprese a cantare a
ta voce laudes Creatori omnium gran voce le lodi al Creatore di
personare. tutte le cose.
55 Tandem ad quoddam clau- Finalmente arrivò ad un
strum monachorum veniens, per monastero di monaci, dove rima-
plures dies in sola vili camisia, se più giorni vestito solo con un
quasi garcio in coquina existens, vile camiciotto, come uno sguat-
cupiebat vel de brodio saturari. tero in cucina, era disposto a nu-
trirsi anche con del brodo.
60 Vigente igitur frigore nimio, Dunque essendoci un freddo
de prefato cenobio ad Eugubii eccessivo, passa dal predetto ce-
civitatem progrediens, a quodam nobio alla città di Gubbio, dove
sibi amico antiquitus ibidem tu- riceve una tonachella da un suo
niculam induit. vecchio amico.
65 Deinde vero humiliter se Poi, umilmente si trasferisce
transferens ad leprosos, eis diu presso i lebbrosi, a lungo e con
diligenter deservivit propter De- diligenza si dedicò a loro per Dio
um et lavans ab eis omnem pu- sia lavando loro ogni parte
tredinem ulcerum et saniem qui- putrefatta delle piaghe sia pu-
70 ete extergens. lendo tranquillamente il sangue
corrotto.
Insuper, in seculari adhuc Inoltre, quando si trovava
habitu constitutus, die quadam ancora nella vita secolare, un
leprosum unum, quem pre omni- giorno incontrò un lebbroso, che
bus aliis prius abhominari sole- prima soleva detestare più di o-
75 bat, obvium habuit, et semetipso gni altra cosa, fece violenza a se

53 omnium] add. alta canc. A

61 ad … 64 induit] 1C 16 65 Deinde … 84 denegaret] 1C 17

122
La Legenda liturgica Vaticana per l’Ottava di san Francesco

fortior effectus accessit et oscula� stesso e lo baciò. D’altronde


tus est eum. Ceterum cum adhuc quando era ancora nel mondo
seculum tenens, quadam vice una volta aveva biasimato più
pauperi ab eo petenti elemosi- duramente del solito un povero
80 nam solito durius exprobrasset, che gli chiedeva l’elemosina, su-
statim penitentia ductus, firmi- bito spinto a penitenza, propose
ter in corde suo proposuit, ut fermamente in cuor suo di non
demum nemini se pro Deo peten- negare l’elemosina mai più a
ti suam elemosinam denegaret. nessuno che gliela chiedeva in
nome di Dio.
85 De manu itaque carnalis pa- Perciò il servo di Dio fu libe-
tris, ut predictus, est liberatus rato dalla mano del padre car-
servus Dei tunc ecclesias prope- nale, come detto sopra, e allora
modum eversas Domino studio- da uomo zelante al Signore ri-
sius reparavit. Quas cum peni- parò chiese quasi distrutte.
90 tus reparasset conversionis eius Quando riparò completamente
annus tercius agebatur. Quo in queste era il terzo anno della sua
tempore quasi heremiticum fe- conversione; egli in questo tempo
rens habitum, accinctus corrigia indossava un abito simile a quel-
et baculum manu gestans, calce- lo eremitico, cinto con una corda
95 atis pedibus incedebat. e portando un bastone in mano,
camminava a piedi nudi.

Item per ebdomada Ancora per la settimana f. 221vb

Accidit autem ut in ultima Accadde anche che nell’ul-


iam dicta ecclesia semel evange- tima già menzionata chiesa una
lium audiens de vita amoris ali- volta ascoltando il vangelo sulla
100 quod ex eo intellectu perciperet. vita di amore, comprese da esso
Quod cum sibi, celebratis missa- qualcosa. Una volta terminata la
rum sollempniis, a sacerdote celebrazione della messa, poiché
ecce quod super hoc rogaverat gli fu interamente esposto dal
fuisset plenius expositum, atten- sacerdote quello che aveva chie-
105 dens Christi discipulos non debe� sto sul vangelo, rivolse l’attenzi-
re aurum sive argentum, seu pe� one al fatto che i discepoli di Cri-
cuniam possidere, non peram, sto non devono possedere oro o

76 et … 77 eum] cfr. Mar. 14, 45 81 penitentia ductus] cfr. Mat. 27, 3 82 in … suo]
cfr. Ps. 13,1 85 De … patris] 1C 18 (ad litteram) 87 ecclesias … 88 eversas] cfr. 1C 21
88 Domino … 89 reparavit] 1C 18 89 Quas … 95 incedebat] 1C 21 (ad litteram)
97 Accidit … 118 immutavit] 1C 22 104 attendens … 112 predicare] cfr. Luc. 9, 2-3
105 Christi … 110 tunicas] cfr. Mat. 10, 9-10; Mar. 6, 8; Luc. 9, 3; 10, 4

123
Filippo Sedda

non sacculum, non panem, non argento o denaro, né portare bi-


virgam in via portare, non calci� saccia, borsa, pane, bastone per
110 amenta, non duas tunicas habe- via, né avere calzari e due tuni-
re, sed regnum Dei et penitenti- che, ma soltanto predicare il re-
am predicare. Solvit protinus gno di Dio e la penitenza. Subito
calciamenta de pedibus, bacu- scioglie i calzari dai piedi, depo-
lum deponit e manibus et, tunica ne il bastone dalle mani e con-
115 una crucis ymagine preferente tento di una sola tunica abba-
vilis satis et aspera contentus, stanza vile e ruvida, che riprodu-
pro corrigia funiculum immu- ce l’immagine della croce, mutò
tavit. la fune al posto della cintura.
Exinde cum magno fervore Da allora con grande fervore
120 spiritus et gaudio mentis cepit di spirito ed esultanza iniziò a
omnibus penitentiam predicare, predicare la penitenza edifican-
verbo simplici sed corde magnifi- do i suoi uditori con un discorso
co edificans audientes. In omni semplice, ma un cuore nobile. In
autem predicatione sua, ante- ogni sua predicazione, prima di
125 quam proponeret verbum Dei, proporre la parola di Dio, invo-
pacem imprecabatur dicens: «Do� cava la pace dicendo: «Il Signore
minus det nobis pacem». Propter- ci dia la pace». In questo modo
ea multi, qui pacem oderant, molti che odiavano la pace, ab-
pacem amplexati sunt toto corde, bracciavano la pace con tutto il
130 se vita postmodum et habitu as- cuore, al punto che si associa-
sociantes servo Dei. vano al servo di Dio nella vita e
poi anche nell’abito.
Beatus igitur pater Franci- Dunque il beato padre Fran-
scus consolatione ac gratia Spiri- cesco è ricolmo ogni giorno di più
tus sancti repletur cottidie, omni della consolazione e della grazia
135 vigilantia novos filios per vere dello Spirito santo, insegnando
paupertatis et simplicitatis viam con ogni diligenza ai nuovi figli a
indeclinabiliter edocens ambulare. camminare senza deviazioni sul-
la via della vera povertà e sem-
plicità.
Die quadam, dum ardenter Un giorno, mentre pregava
Dominum deprecaret, certitudi- ardentemente il Signore, ottenne
140 nem [remissionis] omnium obti- la certezza della remissione di
nuit delictorum. Raptusque tutti i peccati. E rapito fuori di
deinde supra se et in quodam sé e assorto completamente nella

112 Solvit … 113 pedibus] cfr. Luc. 1, 47 119 Exinde … 129 corde] 1C 23 126 Do-
minus … 127 pacem] cfr. II Thes. 3, 16 128 qui … oderant] Ps. 119, 7 130 vita … 131
Dei] 1C 24 132 Beatus … 137 ambulare] 1C 26 138 Die … 145 inspexit] 1C 26

124
La Legenda liturgica Vaticana per l’Ottava di san Francesco

lumine totus absorptus, dilatato luce, che dilatava la sua mente,


mentis sinu, que futura erant poté contemplare chiaramente le
145 luculenter inspexit. cose future.
Sicque reversus gaudenter E così ritornato in sé, pieno
dixit ad fratres: «Confortamini, di gioia disse ai frati: «Carissimi,
karissimi, nec quia videmini pa- confortatevi, e non vi renda tristi
u|ci, efficiamini tristes, quia il fatto che sembriamo pochi, poi- f. 222ra
150 sicut michi a Domino in veritate ché come mi è stato mostrato dal
ostensum est, in maximam mul- Signore in verità, Dio vi farà cre-
titudinem faciet vos crescere De- scere in una grandissima molti-
us et usque ad fines orbis multi- tudine e vi propagherà fino ai
pliciter dilatabit». Hec autem confini del mondo». Ciò che il
155 que sanctus predixit, quanta santo predisse, è manifesto per
veritate prefulgeant, manife- quanta verità brilla: ecco in che
stum est: ecce quomodo spiritus modo lo spirito di profezia sta in
prophetie requievit in sancto san Francesco.
Francisco.
160 Cum igitur tempore quodam Nel tempo in cui il padre be-
filios simplices, illis petentibus, nigno insegnò a pregare ai figli
pater benignus orare docuisset, semplici che glielo chiedevano,
nocte quadam ab eis corpore se una notte si assentò da loro con
absentavit. Et ecce, fere media il corpo. Ed ecco quasi a mezza
165 noctis hora, quibusdam fratribus notte, mentre alcuni fratelli dor-
quiescentibus, quibusdam vero mivano e altri pregavano devota-
devote orantibus, per hostiolum mente, entrare attraverso la por-
domus currus igneus splendidis- ticina della casa un carro di fuo-
simus intrans, bis et ter huc at- co luminosissimo, che fece due o
170 que illuc per domicilium se con- tre volte di qua e di là per la
vertit, supra quem globus ma- stanza, sopra di esso poggiava
ximus residebat, qui solis ha- un enorme globo, che avendo l’a-
bens aspectum, noctem clare- spetto del sole fece rischiarare la
scere fecit. Obstupefacti igitur notte. Stupiti dunque i singoli e
175 singuli et in unum congregati, radunati insieme chiedendosi
quesito invicem quid hoc esset, l’un l’altro cosa fosse ciò, compre-
intellexerunt denique sancti pa- sero che si trattasse dell’anima
tris animam exstitisse tam ful- del santo padre, raggiante di così
gore maximo radiantem, qui tanti grande fulgore, che si era meri-

173 aspectum] respectum A

146 Sicque … 154 dilatabit] 1C 27 155 que … 160 igitur] 1C 28 160 Cum … 162 do-
cuisset] 1C 45 163 nocte … 183 nostri] 1C 47

125
Filippo Sedda

180 muneris benedictionem propter tato di ottenere la benedizione di


filios quos zelabat meruerat ob- un così grande dono per i figli
tinere. Tu [autem, Domine, mi- che amava ardentemente. Anche
serere nostri.] tu, Signore, abbi pietà di noi.

De festivitatibus, que infra octavam beati Francisci veniunt,


185 nichil tunc agitur, sed post octavam celebrantur. Infra octavam vero
cotidie leguntur IX lectiones de legenda ipsius et octo responsoria
cantantur. Omnia illa fiunt sicut in die, excepto quod per octavam
an. Sancte Francisce dicitur ad Benedictus et an. Salve sancte pater
vel Plange turba dicitur ad Magnificat. De dominica, que occurrit
190 infra octavam vel in octava, fit commemoratio in utrisque vesperis
et matutinis et ultima lectione 18.

18 Cfr. Ordo breviarii fratrum Minorum secundum consuetudinem romane curie

(Haymo da Faversham, 1243-1244) in nota 14 dei Prolegomena.

126

Potrebbero piacerti anche