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TRADIZIONE MINORITICA DEL TRECENTO (Maria Teresa Dolso)

L’Ordine si è confrontato da subito con la propria storia a partire dal Trecento, il quale è
definito il secolo del franescanesimo compilativo: sono stati rielaborati i testi del Duecento ed
è emerso il problema dell’elaborazione e trasmissione della memoria di Francesco.
I frati dell’Ordine scrivono agiografie, scritti che non storicizzano, ma al contrario elevano
Francesco in uno spazio metastorico che è quello agiografico, oltre a testi vari che hanno lo
scopo di capire la vera INTENTIO di Francesco a un secolo dalla sua morte, nonostante le
dilacerazioni, e segnalarla come strada da seguire. In altre parole fare i conti con le sue
molteplici immagini e con il ruolo che l’ordine doveva svolgere all’interno della Chiesa e della
società.

Le fonti del Duecento testimoniano l’incredibile diffusione dell’Ordine (cfr maestri parigini),
ma anche i dubbi e i problemi ad esso legati, l’integrazione con il papato e l’appoggio di
quest’ultimo. I rapporti con il papa non saranno sempre facili e ne è un esempio lo scontro
con Giovanni XXII agli inizi del Trecento: egli negò ai frati minori il diritto alla povertà poiché
riteneva ERESIA sostenere che gli apostoli non possedessero nulla. In questo senso
l’Ordine vede ridimensionato il suo ruolo.
A fine Trecento invece nasce l’Osservanza (inteso della Regola), un movimento che
testimonia un nuovo ritorno alle origini dell’esperienza francescana, la volontà di aderenza al
suo esempio. E’ un’esperienza di rottura poiché alcuni frati si ritirano nell’eremo, mentre
Francesco non ha mai detto di allontanarsi dalla comunità. La loro azione è pretestuosa, è
una ricerca smodata della conformità e del legame con Francesco. Fa capire quanto fosse
difficile raccogliere la sua eredità.

1) SPECULUM PERFECTIONIS (1317)


La sua fonte quasi esclusiva è la Compilatio Assisiensis, un florilège di documenti e
chartulae di Francesco, inviata nel 1246 al ministro generale affinché la approvasse
e così Tommaso da Celano potesse scrivere una nuova biografia di Francesco. Lo
scopo dello Speculum è rendere Francesco un santo universale e meno locale. E’
stato elaborato dagli Spirituali, i quali si sentivano i veri testimoni dell’intentio. E’
costituito da racconti rielaborati dalla Compilatio A.,i quali formano nuclei tematici
come perfetta povertà. perfetta umiltà, perfetta carità: la perfezione diventa l’attributo
di F.
Egli è inoltre presentato come zelatore della Regola (compito anche degli Spirituali) e
ciò testimonia l’appartenenza Vangelo-Regola, perché la Regola viene da Dio, e
questo parallelismo ha il suo corrispettivo in Francesco/alter Christus (non solo per
via della sua conformità all’esperienza di Gesù, ma anche per le stimmate). Lo
Speculum insiste molto su questo aspetto, ma anche sulla imitatio Christi, che fa sì
che la Regola si sovrapponga al Vangelo (con disaccordo di Giovanni XXII).

2) ACTUS BEATI FRANCISCI ET SOCIORUM EIUS (1326). Sempre in ambiente


spirituale. I Fioretti sono il volgarizzamento degli Actus, che ne sono stati oscurati. Vi
è ancora enfasi sulla perfetta imitazione di Cristo sofferente e sull’amore per la
povertà. Episodio in cui Leone ha una visione: i frati stanno attraversando un fiume
impetuoso, ma solo coloro in cui riluce la perfetta povertà riescono a sopravvivere,
coloro che seguono il Cristo e portano la Croce. Questo è il senso profondo
dell’esperienza portata avanti da F.: la povertà è il perno della scelta minoritica!
Episodio in cui un frate si chiede chi abbia sofferto di più la Passione: Giovanni, la
Madonna o Francesco, CHE ERA STATO CROCIFISSO CON IL CROCIFISSO.
Francesco ha una veste più luminosa perché in vita ne ebbe una logora (repeciata).
La povertà è anche il segno distintivo della sua santità!

3) DE CONFORMITATE VITAE BEATI FRANCISCI AD VITAM DOMINUS IESUS


(1385-90). “Dominus Iesus” = “signor Gesù”, è un’espressione che gli conferisce
ancora maggior prestigio. E’ la sintesi encliclopedica del francescanesimo del XIII e
del XIV secolo, c’è di tutto tra cui scritti di Francesco e dei frati agiografi. E’ il punto di
arrivo della conformità di Francesco a Cristo, che farà dell’Assisiate un santo
irripetibile. Difatti questo aspetto di conformitate mette d’accordo tutti: così, nel 1399,
il capitolo dell’Ordine si allinea ai contenuti del De conformitate.
Si crea così una nuova genealogia basata sull’imitatio Christi: gli apostoli diventano i
primi compagni, gli evangelisti sono i primi agiografi, Paolo è Antonio.
L’autore è Bernardino da Pisa, ma già dieci anni prima Arnaldo di Sarrant aveva
parlato della conformità di Francesco a Gesù in un testo chiamato De cognatione
Sancti Francisci ad Christum, con la stessa struttura del De conformitate.

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