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La chimica è quella branca delle scienze naturali che si interessa

dello studio della costituzione, delle proprietà della materia e delle


trasformazioni di essa, naturali o provocate dall’uomo
MATERIA
(ATOMI)

• struttura e composizione
• trasformazioni
• energia

Metodi fisici di separazione


SOSTANZE
MISCELE
(filtrazione, distillazione,cromatografia, PURE
centrifugazione, estrazione con
solventi)

Procedimenti Sostanze
Omogenee Eterogenee Composti chimici elementari
Sistema monofasico Formate da due o più fasi (elettrolisi)
(o. soluzioni)
MATERIA:
costituita da ATOMI

a. COMPOSIZIONE: 1. SOSTANZE ELEMENTARI

2. COMPOSTI (insieme di atomi - rapporto stechiometrico)

b. STRUTTURA: Legami fra atomi

c. STATO di SOLIDO (Volume e forma propri)


AGGREGAZIONE:
LIQUIDO (Volume definito e forma indefinita)

GASSOSO (Volume e forma indefiniti)


PASSAGGI di STATO

sublimazione

fusione evaporazione
Stato SOLIDO Stato LIQUIDO Stato GASSOSO
solidificazione condensazione

brinamento

esotermico
endotermico ∆H
Per caratterizzare un sistema abbiamo

PROPRIETA’ INTENSIVE: -dipendono dalla NATURA delle sostanze


e non dalla loro quantità o dimensioni:

composizione, struttura, stato di aggregazione


densità, conducibilità elettrica, o termica, calore specifico,
temperatura,…

PROPRIETA’ ESTENSIVE: dipendono dalla QUANTITA’ di sostanza


e da esse non si può individuare una sostanza

massa, volume, entalpia, entropia, concentrazione….


Per caratterizzare un sistema si effettuano:
a. ESPERIENZE e MISURE
di tipo FISICO generalmente non distruttive
di tipo CHIMICO generalmente distruttive

b. MISURA: valore numerico moltiplicato per un’ UNITA’ di MISURA

quantità fisica unità S.I. simbolo

lunghezza metro m
7 UNITA’ BASE

massa chilogrammo kg
tempo secondo s
corrente elettrica ampere A
temperatura kelvin K
termodinamica
intensità luminosa candela cd
quantità di sostanza mole mol
UNITA’ DERIVATE

quantità fisica unità S.I. simbolo definizione


S.I.
energia joule J m2 kg s-2
forza newton N m kg s-2
pressione pascal Pa m-1 kg s-2
potenza watt W m2 kg s-3
carica elettrica coulomb C sA
differenza di volt V m2 kg s-3 A-1
potenziale
resistenza elettrica ohm W m2 kg s-3 A-2
frequenza hertz Hz s-1
MULTIPLI e SOTTOMULTIPLI delle UNITA’
ordine di grandezza prefisso simbolo
1O12 tera T
1O9 giga G
1O6 mega M
1O3 chilo k
1O2 etto h
1O1 deca da
1O-1 deci d
1O-2 centi c
1O-3 milli m
1O-6 micro µ
1O-9 nano n
1O-12 pico p
1O-15 femto f
1O-18 atto a
Per TRADIZIONE si usano correntemente anche altre unità di misura
benchè le indicazioni degli organismi internazionali siano quelle di sostituirle
con quelle base o derivate
quantità fisica Nome simbolo definizione S.I.
lunghezza ångstrom Å 10-10 m = 10-1nm
lunghezza micron mm 10-6 m
volume litro l 10-3 m3 = dm3
massa tonnellata t 103 kg = Mg
forza dine dyn 10-5 N
pressione bar bar 105 Pa
pressione atmosfera atm 101325 Pa
pressione torr Torr 101325 / 760 Pa
pressione mm Hg convenzionale mm Hg 101325 / 760 Pa
tempo minuto min 60 s
tempo ora h 60 min = 3600 s
energia caloria termochimica calth 4,184 J
energia erg erg 10-7 J
energia elettronvolt eV 1,60219 x 10-19 J
1°C=1K
temperatura grado Celsius °C 0K (zero assoluto)=
-273°C
0°C=273K 100°C=373K
PRINCIPI, LEGGI e POSTULATI della CHIMICA

MODELLO
ATOMICO MODELLO del
della materia MODELLO legame chimico
ELETTRONICO
dell’atomo
TEORIA ATOMICA
Democrito (460-370 a.C.): descrive un primo completo e coerente sistema
materialistico: esistono "atomi" (dal greco a-tomos = indivisibile) immersi in uno
spazio vuoto; dal loro movimento derivano tutte le cose, in modo meccanico e
deterministico.

Epicuro (341-270 a.C.): l'universo è eterno e immutabile ed è costituito da atomi


immutabili; questi sono di infinite forme, pesi e grandezze; gli atomi, cadendo,
possono deviare dalla loro traiettoria, creando eventi imprevedibili .
ecc………………………

"teorie atomistiche" sono puramente filosofiche, poiché escludono


l'esperimento per confermarle (lo escludono in quanto non lo
prendono nemmeno in considerazione: le attività manuali erano
considerate di basso livello, inadatte ai cultori della sapienza, cioè ai
"filosofi")
TEORIA ATOMICA di DALTON
Fine del XVIII secolo

E’ la prima teoria atomica dotata di un valore scientifico perchè


impostata su un sistema di misure, spiegazioni e previsioni:
Furono fornite le PROVE della reale esistenza degli atomi nate
dall’osservazione che la materia coinvolta nelle trasformazioni
chimiche segue:

John Dalton (1766-1844)


Legge di conservazione della massa (Lavoisier, 1783)
“In una reazione chimica, la somma delle masse delle sostanze
reagenti è uguale alla somma delle masse delle sostanze prodotte”

Legge delle proporzioni definite (Proust, 1799)


“In una sostanza pura gli elementi che la costituiscono sono combinati
secondo un rapporto in peso definito e costante”

Partendo da queste due leggi Dalton elaborò la


teoria atomica che porta il suo nome
TEORIA ATOMICA di DALTON
La teoria di Dalton (presentata nel 1802) si basa sui seguenti 3 postulati:

1. Tutti gli elementi sono fatti di particelle piccolissime chiamate ATOMI

2. Nelle reazioni chimiche gli atomi conservano la loro identità

3. Gli atomi di elementi diversi si combinano tra loro formando composti.


- numero relativo
sono costanti
- tipo di atomi di ogni elemento

Postulato 2 spiega la legge di conservazione della massa: se gli atomi si


conservano anche la loro massa si conserva

Postulato 3 spiega la legge delle proporzioni definite: se il rapporto tra


gli atomi degli elementi presenti in un composto è fisso lo è
anche il loro rapporto in peso
TEORIA ATOMICA di DALTON

Legge delle proporzioni multiple (Dalton, 1803)


“Quando due elementi si combinano tra loro per dare un
composto le quantità in peso di uno che si combinano con una
quantità fissa dell’altro, stanno tra loro in rapporti semplici
esprimibili mediante numeri interi piccoli”
Questa legge è correlata con il postulato 2 secondo cui gli atomi
si combianano mantenendo la propria individualità
Modello ATOMICO di
Thomson (1906)
Joseph John Thomson (1856-1940)
Nobel per la Fisica 1906

- Gli elettroni hanno carica (-) ma


l’atomo nel suo complesso è privo di
carica
- Quindi gli atomi devono contenere anche
particelle cariche positivamente

ATOMO è un insieme di particelle con carica positiva, massicce


e voluminose, tra le quali si muovevano gli elettroni, con massa
molto inferiore e con carica negativa ma uguale a quella
delle particelle positive
Modello atomico di Rutherford
Atomo NUCLEARE

Ernest Rutherford (1871-1937)


Nobel per la Chimica 1908

• Nel 1899 inizia a studiare la natura delle


radiazione α e β emesse da elementi radioattivi
• Particelle β sono gli elettroni - e- -
• Particelle α sono nuclei di elio con due cariche
positive - He++ -

+
β- e- α
+
Esperimento di Rutherford
sottile lamina d’oro

la maggior parte delle particelle α passano quasi in linea retta


(circa il 99%) l’atomo è prevalentemente vuoto
mentre pochissime, quelle che colpiscono direttamente il nucleo,
subiscono amplissime deviazioni l’intera carica positiva è
concentrata in un nocciolo piccolissimo: nucleo
In realtà i nuclei sono assai più piccoli rispetto agli atomi di quanto non appaia
da questa illustrazione
Il modello che scaturisce da queste osservazioni è detto
MODELLO PLANETARIO
Modello atomico di Rutherford
conclusioni
• quasi tutta la massa dell’atomo occupa una
ridottissima porzione del suo volume totale

• gli elettroni, dotati di carica elettrica


negativa, ruotano su orbite a grande
distanza dal nucleo, come pianeti attorno
al sole

• gli atomi sono costituiti da particelle


subatomiche positive-protoni- negative-
elettroni-e probabilmente da altre neutre
(neutroni-ipotizzati da Rutherford e scoperti da
J. Chadwich, 1932)

• il protone e la particella incognita formano un corpo


centrale compatto (nucleo) mentre gli elettroni ruotano
attorno al nucleo su orbite circolari o ellittiche (nuvola
elettronica)
nucleoni

protone neutrone elettrone

+ -
massa 1,673 x 10-24 1,675 x 10-24 9,110 x 10-28
(grammi)

carica elettrica + 1,602 x 10-19 0 -1,602 x 10-19


(Coulomb)
Modello atomico di
Rutherford (1911)
- nel nucleo è concentrata tutta la
carica positiva dell’atomo e la
gran parte della massa di esso
il nucleo è 10.000
volte più piccolo
dell’intero atomo di
• raggio dell’atomo 10-8 cm cui fa parte
• raggio del nucleo 10-12 cm 10-12/10-8 = 10-4

- la carica del nucleo


corrisponde al numero dei gli elettroni vengono trattenuti
protoni che contiene e dal nucleo mediante
viene chiamata numero forze di natura elettrostatica
atomico Z (coulombiane)
L’elettrone ruota intorno al nucleo percorrendo un’orbita
circolare o ellittica
Tale modello risulta però in disaccordo con la teoria elettromagnetica
classica, secondo la quale una carica elettrica in movimento, come
l’elettrone, dovrebbe perdere gradualmente energia

descrivendo orbite sempre più piccole fino a annichilirsi nel nucleo …


Modello atomico di Bohr
(1913)

Niels Henrik David Bohr


(1885-1962)

Postulato dello stato STAZIONARIO


Gli elettroni si muovono lungo orbite STAZIONARIE
caratterizzate ognuna da una ben definita quantità di energia

Postulato dello stato ECCITATO


Quando un elettrone salta da un’orbita stazionaria a energia
minore a una a energia maggiore si verificano assunzione di
energia e quando ritorna allo stato stazionario si verifica
emissione di energia sotto forma di onde elettromagnetiche.
Un tentativo di adattamento del modello di Bohr fu fatto nel 1915 dal tedesco Arnold-Sommerfeld:

1) Per ogni livello energetico indicato dal numero quantico principale n, sono possibili orbite ellittiche di

diversa eccentricità individuate da un secondo numero quantico l (numero quantico orbitale) legato al

momento angolare dell'elettrone

2) Il numero quantico orbitale l assume valori interi da 0 fino a n-1.

Quanto minore è il valore di l, tanto più schiacciata è l'orbita dell'elettrone:

n=1 l=0; n=2 l=0 l=1

Ad ogni livello energetico definito dal numero quantico n pertanto viene associata non una singola orbita, ma

uno strato di orbite con una piccola differenza energetica.


Modello atomico di Bohr-Sommerfeld
Livelli energetici

E3 E3 > E2 > E1
E2
E1 ↔ E1 = 0,53Å

E2 = 2,12Å
E3 = 4,77Å
Modello atomico di Bohr-Sommerfeld
L’energia di un elettrone in un atomo CRESCE al crescere di n

La posizione dell’elettrone
dipende dal suo contenuto
energetico: più un e- è
lontano dal nucleo maggiore
è la sua energia quindi gli e-
più lontani dal nucleo sono
quelli con n maggiore
Postulato dello stato STAZIONARIO

Un elettrone appartiene ad un’orbita stazionaria (non emette energia)


se il valore del suo momento angolare mvr è un multiplo intero di h/2π
(h= costante di Plank, 6,625 x 10-34 Js)

mvr = n x h quantizzazione del raggio delle orbite e


2π dell’ energia totale dell’elettrone

n = 1, 2, 3 , ……numero quantico principale


• gli elettroni si muovono su orbite stazionarie caratterizzate da livelli di
energia definiti

• non sono possibili posizioni “intermedie”

• l’elettrone che si muove sul “suo” livello (quello più vicino possibile al
nucleo) non perde energia e quindi non cade sul nucleo
Energia ed elettroni
energia

Stato
eccitato

fornendo energia a un elettrone,


questo assume uno stato eccitato e
“salta” su di un livello energetico
superiore e poi ricade al suo livello
emettendo - sotto forma di luce -
l’energia che aveva assorbito
SULLA NATURA DELLA LUCE SI È DISCUSSO PER SECOLI

- Newton riteneva che la luce fosse formata da uno sciame di particelle chiamate
fotoni (Natura corpuscolare)

- Huygens, fisico olandese, sosteneva che la luce aveva un comportamento


ondulatorio e che si propagava nello spazio come un’onda (Natura ondulatoria)

Chi aveva ragione?


Elettrone: onda o particella?
L'energia di un fotone è proporzionale alla Al fotone è associata una massa proporzionale
sua frequenza (equazione Di Planck) alla sua energia (equazione di Einstein)

e=h•ν e = m • c2
h = 6,626 • 10-34 J.s c = 2,998 • 108 m.s-1

h • ν = m • c2
mc2 = h • c h
m=
λ λ • c

h
λ=
m•c
Per un elettrone che percorre un’orbita intorno al nucleo si
possono fare valutazioni analoghe e dire che:
All’elettrone di massa m che ruota nella sua orbita
con velocità v è associata un’onda elettrica di lunghezza λ

h h
λ= λ=
m•c m•v

Principe Louis-Victor de Broglie


(1892-1987)
Nobel per la Fisica nel 1929
Modello meccanico - quantistico
La scoperta della natura
ondulatoria dell’elettrone
consentì una rielaborazione
matematica radicale di tutti
gli studi precedentemente
condotti sull’atomo che portò
a formulare il
MODELLO MECCANICO-
QUANTISTICO
oggi comunemente accettato

Particelle che ruotano su Per OGNI elettrone si hanno


ORBITE FUNZIONI d’ONDA che
circolari o ellittiche descrivono figure intorno al
nucleo, gli ORBITALI
Modello meccanico - quantistico
ORBITALE:
REGIONE di SPAZIO IN CUI E’ MASSIMA LA PROBABILITA’ DI
TROVARE L’ ELETTRONE IN UN DATO ISTANTE

il movimento dell’elettrone intorno al nucleo può essere rappresentato


solo ricorrendo al concetto di PROBABILITA’
l’e- si trova confinato in regioni di spazio (orbitali) nelle quali non è
identificabile come particella fisica poichè si comporta come se fosse
una nuvola elettronica più o meno densa

Principio di Indeterminazione di Heisenberg (1927)

“E’ impossibile conoscere simultaneamente e con grande precisione posizione


e velocità di una particella”
Meccanica
QUANTISTICA
L’ orbitale è definito da una funzione
matematica, detta FUNZIONE d’ ONDA Ψ, Erwin Schrödinger
1887-1961
Premio Nobel 1933

La funzione d’onda Ψ rappresenta una funzione matematica soluzione


dell’ equazione di Schroedinger (1927) , equazione differenziale
che rappresenta i moti ondulatori (periodici) delle particelle in moto
vincolato (elettrone all’interno dell’atomo):

E cin
Schroedinger formulò un’equazione matematica che descrive il comportamento ondulatorio

dell’elettrone; Ψ2 rappresenta la densità di probabilità di trovare l’elettrone in base all’energia

che esso possiede (E) in una certa regione dello spazio attorno al nucleo.

In prossimità del nucleo Ψ2 è elevatissima, lontano dal nucleo il valore della funzione d’onda

diminuisce si parla di nuvola elettronica


Ogni autofunzione Ψ definita da una data terna di valori di numeri
quantici n, l, m rappresenta un ORBITALE

ψn,λ,m I tre numeri quantici caratterizzano l’orbitale e


ne definiscono rispettivamente la dimensione,
la forma e l’orientamento dell’orbitale

n = 1, 2, 3, …
λ = 0, 1, … (n-1) ψn,λ,m(x)
λ
m = 0, …, ±λ
n, l, m sono definiti: Numeri Quantici

n : numero quantico principale


l : numero quantico secondario
m : numero quantico magnetico

I numeri quantici possono assumere solamente


i valori che rispettano le seguenti regole:

n = 1, 2, 3, 4, ...
l = 0, 1, 2, 3, …
…,, nn-1
-1
m = 0, ±1, ±
±1, 2, ±
±2, …,, ±l
3, …
±3,

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