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Van Gogh

La sua sofferenza è stata di grande impatto per le sue opere d’arte. Nasce nei Paesi Bassi; il
papà è un predicatore protestante; muore la mamma quando era bambino e il padre lo porta
con sé nelle sue missioni. Il padre si recava presso contadini per portare la buona novella.
Rimane orfano di madre; in una realtà come quella dell’Olanda vive nella depressione.
Intraprende la carriera del padre, come quindi pastore protestante, viene allontanato perché
il suo carattere diviene anche fastidioso. Subentra un momento della sua vita di forte crisi
che lo porterà in manicomio. Il fratello, mercante d’arte, gli consiglia di avvicinarsi alla pittura
per un fine terapeutico, per scacciare gli spiriti che lo opprimevano. Inizia a dipingere da
autodidatta. La sua pittura era cupa, terrosa, materica, i temi sono legati alla sua terra e
realtà. Nell’82 convive con una vecchia prostituta, il fratello cerca di farlo andare via perchè
nota fosse una relazione malata. Ci riesce e Van Gogh si reca a Parigi, culla dell’arte, per
cambiare aria. Conosce gli impressionisti e Gauguin, con cui intraprende l’esperimento
pittorico che non porta a nulla. Questo lo porterà ad una crisi e finirà in depressione, in
manicomio, con trattamenti in bagni gelati. Nel 90 tenta il suicidio, secondo alcuni è stato
sparato in pancia. E’ una vita drammatica, si sente come un gabbiano in gabbia. La sua
gabbia è la mente, è nella sua malattia e pazzia, ma il fratello gli sta sempre vicino.

I mangiatori di Patate

Opera prima del


soggiorno parigino, ed
è un’opera di natura
povera. Racconta la
cena di una famiglia di
contadini, una casa
umile, cupa. I contadini
poveri stanno
mangiando patate
bollite, un pasto
povero. Ma le
espressioni
rappresentano la
ricchezza dell’amore domestico. La lampada ad olio illumina la tavola e i personaggi, che
non ci guardano e vivono in un mondo loro. La signora guarda amorevolmente il marito , la
bambina di spalle e il nonno raffigurato mentre parla. Non c’è nulla se non un amore forte. I
contadini hanno la pelle di colore uguale alle patate di cui si cibano, perché il loro cibo era
solo quello.
Ci sono pochi elementi che però danno l’idea di gioia e condivisione , amore pur vivendo
nella povertà, un’amore domestico che Van Gogh non ha mai avuto. I colori sono terrosi,
umidi, mette molto colore.

Gli autoritratti

Ce ne sono tantissimi; ci da la percezione della sua follia, il rappresentarsi tantissime volte.


Nascono dopo il soggiorno a Parigi, dopo l’incontro con gli impressionisti e capisce
l’importanza del colore. I colori da cupi cambiano, come la pennellata. Essa non è costante
ma relazionata allo stato d’animo. Può essere più o meno violenta. E’ magro per via della
malattia, la depressione si riflette
nella sua condizione fisica. In uno
tiene una pezza nell’orecchio, si
rappresenta anche dopo che si è
tagliato l’orecchio. Si vede
l’influenza impressionista, la
pennellata violenta contrapposta a
colori vivaci. Questo perché
inizialmente prova gioia nel
soggiorno a Parigi, la gioia della
relazione umana, dei locali, gli
amici, gli impressionisti. Hanno
tutti uno sguardo vitreo, anche
dato dai colori utilizzati per gli occhi.

Il Ponte di Langlois
Si trova ad Arles con l’amico
Gauguin, e rappresenta la natura. Si
nota una grande differenza con le
altre opere, sembra quasi un'opera
di Monet, perché capita in un
momento felice in cui conosce una
persona che lo supporta, l’amico
pittore. Gauguin è importante.
rappresenta il ponte con una natura
armonica e pacata, una natura
serena, un mondo in cui trova i
colori (sud Provenza) di fiori di cui la
regione è costellata. E’ un momento
di grande felicità d’animo.

Veduta di Arles con iris

sono custodite in Olanda con la precedente.


La natura è bellissima, sono dipinti i fiori di
iris che lo colpiscono, perché sono dei fiori
particolari da una forma puntellata. Il cielo è
materico, è stato messo moltissimo colore,
gli elementi devono essere materici. Vi è un
sacco di pacatezza in quest’opera. Non vi è
una storia, semplicemente si rappresenta
ciò che si prova e si vive con le pennellate.
Notte stellata

Viene dipinta nel momento in


cui si trova rinchiusa in
manicomio.
Quando va via da Arles affronta
una crisi e viene ricoverato.
Una notte in manicomio
osserva dalla finestra arles.
L’elemento più importante è il
cielo con le stelle e le comete
con i flussi. Vi è un rapporto tra
quest’opera e la matematica,
riuscì a prevedere determinate
previsioni. Stava tutto nella sua
condizione mentale. C’è un
paese dormiente piccolo, un enorme cipresso e il cielo imponente, giallo e blu e il verde
dalla loro unione danno l’idea dell'universo, l’idea della voglia di confondersi nel tutto. In una
notte stellata, ci si confronta con l’universo. La pennellata è diversa dalle altre della
serenità , la pennellata è violenta. Inizia la sua crisi fortissima. Il suo modo di dipingere è
correlato allo stato d'animo di sofferenza.

Campo di Grano con volo dei corvi

Secondo alcuni è l’opera testamentaria di Van Gogh, perché rappresenta una distesa di
grano, u corvi, si avvicina un temporale forte e lui deve prendere una scelta, se il percorso di
destra o sinistra. Il tema dell’opera è quindi la scelta che lui ha fatto con il suicidio. Si è
suicidato perché vivere per lui era diventato insopportabile: l’assenza di confronto col
mondo, le malattie, è un alienato che non riusciva a relazionarsi con se stesso e col mondo.
Lui non riesce a continuare a vivere. Infatti l’opera ha dei tratti molto violenti: il grano è dato
da strisciate di grano violentissime. Il nero dei corvi e nel cielo indica un presagio di morte
che si avvicina e la scelta è una scelta drammatica che lo porta alla morte stessa. C’era
sempre l’esigenza di raccontare se stesso con la pittura.

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