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Libri&dintorni

di testimone di tutte le sparizioni che si


innescano tra i suoi coetanei. Insomma
la Ghinelli ci dà dentro con la simbologia
tipica delle fiabe e delle liturgie di pas-
saggio: c’è l’uomo nero, la riva del fiume,
i ragazzini perduti. C’è l’impossibilità a
uscire dalle tenebre rassicuranti del pro-
prio io, dove tutto è a misura della
nostra idea del mondo, e confrontarsi
con la sostanza viva degli altri.
Esattamente come nella fiaba di
Hansel e Gretel, dove i genitori sono
visti solo come mondi lontani, incapaci
di una reale protezione ma anzi
responsabili dell’allontanamento nel
bosco, anche in questo romanzo l’unico
adulto protagonista è un indagatore
della mente, una sorta di strega
moderna, che si chiama Alice, e il cui
compito principale è quello di interpre-
tare le fantasie di Pietro. Solo che a
contatto con quei disegni è Alice (nome
non casuale) a essere inghiottita, tra-
scinata all’indietro. Risospinta in un
passato denso di angosce. Insomma la
guaritrice si ritrova in pericolo e scopre
che non esiste nessun reale passaggio,
· RECENSIONE · la linea d’ombra ci segue per tutta la
vita e non si lascia attraversare mai
Il divora mondi che è dentro di noi completamente.
Il pregio principale di questo roman-
Un esordio di genere che rimanda a Stephen King zo è di essere scritto nella lingua dei
bambini, di avere uno sguardo realmen-
te ad altezza d’infanzia, con i tremori e

Ci
aveva già provato Simona più, e decide di fermarsi su quel confine gli inciampi di quell’età, e con una capa-
Vinci a raccontare i turba- sottile su cui transitiamo tutti per diven- cità mimetica che ricorda il miglior King,
menti e le iniziazioni di una tare adulti. È qui che mette radici per quello di “Stand by me” o di “It”. Mentre
comitiva di ragazzini nel romanzo “Dei costruire la sua favola nera. Conosciamo sul piano della lingua, a volte tradisce
bambini non si sa niente”. In quel così Denny, che ha sette anni e un padre un bisogno eccessivo di originalità, con
libro, uno degli esordi più folgoranti alcolizzato e una madre tossica. Anche i piccole slittate nel barocco, nella ricer-
degli anni novanta, l’autrice emiliana suoi compagni di giochi paiono poco catezza lessicale che gonfiano la favola
intrecciò i rituali e le malizie del mon- rassicuranti, sempre pronti a prenderlo nera di una nevrosi stilistica non sempre
do degli adulti alle verginità psicolo- in giro e ad umiliarlo. Forse per questo necessaria. Ma il fatto stesso che una
giche dell’infanzia, creando un sotto- Denny sceglie di costruirsi un labirinto scrittrice licenzi un’opera sostanzial-
bosco friabile in cui i fantasmi di ciò della mente in cui si avventura da solo, mente di genere badando non solo al
che saremo si modellavano sulla fac- tra filastrocche inquietanti e strane fan- contenuto, ma puntando anche a uno
cia spaurita di ciò che siamo stati. tasie. Come quella che riguarda l’uomo stile personale, riconoscibile, già questo
Adesso è Lorenza Ghinelli in questo dei sogni. È un amico, e fondamental- è una nota di merito che risuona come
suo “Il divoratore” (Newton Compton mente la proiezione fisica del suo biso- un piccolo concerto nel coro stonato dei
Editore), caso editoriale della recente gno di protezione. E poi c’è Pietro, che romanzetti italiani. [Luigi Pingitore]
fiera di Francoforte dove si è guadagna- ha quattordici anni ed è un autistico
to la nomea di titolo italiano più acqui- genialoide con l’abitudine di disegnare ■ Lorenza Ghinelli,
stato all’estero, a ritornare sugli stessi tutto quello che vede. È lui il motore Il divoratore, Newton Compton,
luoghi. Solo che la Ghinelli fa un passo in occulto della vicenda, poiché ha il ruolo pagg. 254, €9.90

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