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L’Elio (He)

L'elio (dal greco Helios "sole") è l'elemento chimico della tavola periodica che ha come simbolo He e


come numero atomico 2. È un gas incolore, inodore, insapore, non è tossico per l’organismo ed è inerte
cioè non reagisce (o lo fa minimamente), non si lega con altre sostanze perché è stabile dato che il suo
guscio esterno è completo. L'elio è l'elemento chimico più leggero dopo l'idrogeno ed è un non metallo.

l’Elio è un gas nobile: questi gas (detti anche gas rari) sono


dei gas inerti che costituiscono il gruppo 18 della tavola periodica.
Esiste, come gli altri gas nobili, solo sotto forma di atomi liberi.
I gas nobili sono costituiti da atomi con gusci elettronici esterni
completi. Ne fanno parte i seguenti elementi: elio
(He),neon (Ne), argon (Ar), kripton (Kr), xenon (Xe) e radon (Rn). I gas
nobili sono tutti gas monoatomici, non facilmente liquefacibili,
tipicamente non reattivi, presenti nell'atmosfera in percentuali varie.
L'elio fu scoperto (1868) esaminando allo spettroscopio (strumento per
l'osservazione diretta e l'analisi delle radiazione elettromagnetica ) la
luce proveniente dal Sole durante un’eclissi; in seguito fu osservato in gas occlusi in
minerali radioattivi (uranio) ed infine fu isolato dall'atmosfera terrestre (nel 1900) dove è presente in
concentrazione minima(0,00053%) e ciò è dovuto al fatto che, dato il suo basso peso atomico, l'elio tende a
sfuggire dall'atmosfera verso lo spazio esterno.
Dove si trova dunque? È l'elemento chimico più diffuso nell'Universo dopo l'idrogeno. Infatti è uno dei
principali costituenti del Sole (41%) e di molte altre stelle in generale.
La maggior parte dell'elio presente nell'universo è l'elio-4, e si crede che si sia formato durante il Big Bang;
grandi quantità di nuovo elio vengono continuamente create dalla fusione nucleare dell'idrogeno che
avviene nelle stelle
È invece estremamente raro sulla Terra: abbiamo detto che
nell’atmosfera è presente in una percentuale minima, mentre è
presente, in maggior misura in molti gas naturali ( fino al 6-7%)
provenienti dal sottosuolo (idrocarburi gassosi, soffioni boraciferi,
emanazioni vulcaniche).
I giacimenti di gas più ricchi di elio si trovano negli Stati Uniti, in
Canada, nel Sahara occidentale e nell'Unione Sovietica; in Italia l'unica
fonte di elio è costituita dai gas dei soffioni boraciferi nei quali l'elio è
presente in ragione dello 0,26%.
Nel 1908 un fisico olandese, riuscì ad ottenere l'elio liquido,
raffreddandolo a (-268,93 °C), e vinse appunto il premio Nobel. Nel 1926
un suo studente, riuscì ad ottenere la sua solidificazione.
L’Elio , che si trova allo stato gassoso, può passare allo stato liquido o addirittura solido, se sottoposto a
bassissime temperature ed altissime pressioni.

Utilizzi dell’elio
L'elio commerciale o elio-4, è un sottoprodotto dell'estrazione dei gas naturali, che ne contengono circa il
7%.L'elio è il gas più leggero che tende a salire nell’atmosfera, il
suo utilizzo più noto è quello per gonfiare i palloncini dei
bimbi, inoltre sempre per questa proprietà un uso noto
dell’elio è quello come gas di sollevamento per palloni
sonda e dirigibili, infatti, essendo un gas non infiammabile,
l’elio è spesso preferito all’idrogeno per questa finalità.
A causa della sua bassissima solubilità nei fluidi del corpo umano, l'elio viene miscelato con l'ossigeno e
utilizzato anche come gas nelle immersioni subacquee, riducendo il pericolo di embolie.
Come con qualsiasi gas la cui densità sia diversa da quella dell'aria, inalando un piccolo volume di elio viene,
temporaneamente, modificato il timbro e la qualità della voce umana.
Un altro suo impiego riguarda la creazione di un'atmosfera protettiva (inerte) nelle saldature ad arco
elettrico e negli impianti nucleari.
Ma il suo maggior utilizzo in forma liquida, circa un quarto della
produzione, è quello nelle tecniche di raffreddamento anche a
temperature molto basse, in particolare nel raffreddamento delle
apparecchiature per la risonanza magnetica nucleare.
La sua unica pericolosità riguarda la sua possibilità di diventare
asfissiante, in caso di fuga o di perdita di bombole e impianti che lo
contengono, dato che va a ridurre la quantità di ossigeno.
Purtroppo però , secondo molti scienziati , visti gli attuali tassi di
consumo dell'elio e la scarsa disponibilità di questo elemento sulla Terra, c'è il rischio che le riserve di elio
finiscano entro il 2040.
Se potremmo rassegnarci ad avere palloncini senza elio, questo è invece insostituibile in molte delle sue
applicazioni, a cominciare dalle tecnologie del freddo. Nessun altro elemento ha infatti ha un punto di
ebollizione così basso (-268,93 °C), proprietà che lo rende insostituibile per i sistemi di refrigerazione a
temperature molto basse, come nel raffreddamento delle macchine per la risonanza magnetica.
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