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Questo elemento si trova quasi sempre legato ad altri quali: carbonio, silicio,
manganese, cromo, nichel, ecc. Con il carbonio il ferro forma le sue due leghe più
conosciute: l'acciaio e la ghisa. La parola "ferro" è scorrettamente usata nel
linguaggio comune per indicare anche le "leghe di ferro" a bassa resistenza, gli
acciai dolci.
A livello industriale si riesce ad ottenere ferro con una purezza che si avvicina
al 100%. Questo prodotto viene poi utilizzato per essere legato ad altri elementi
chimici per ottenere leghe dalle più diverse caratteristiche.
La grande quantità di ferro presente al centro della Terra non può essere tuttavia
causa del campo geomagnetico, poiché questo elemento si trova con ogni probabilità
a una temperatura superiore alla temperatura di Curie oltre la quale non esiste
ordinamento magnetico nel reticolo cristallino.
Il ferro è un metallo che viene estratto dai suoi minerali, costituiti da composti
chimici del ferro stesso, prevalentemente ossidi. Infatti sulla crosta terrestre il
ferro non si rinviene mai allo stato elementare metallico (ferro nativo), ma sempre
sotto forma di composti in cui è presente allo stato ossidato. Per ottenere ferro
metallico è necessario procedere ad una riduzione chimica dei suoi minerali. Il
ferro si usa solitamente per produrre acciaio che è una lega a base di ferro,
carbonio ed altri elementi.
Il nuclide più abbondante del ferro, il 56Fe, ha la più piccola massa (930.412
MeV/c2) per nucleone, ma non è il nuclide più fortemente legato, primato che spetta
al 62Ni.