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Gli umanisti sviluppano il neo-pelagianesimo: danno valore alla volontà f centralità dell’uomo, che è

capace

NICOLA CUSANO
“De dotta ignorantia”  testo più importante: ignoranza consapevole.
come facciamo a conoscere? Siamo in un’epoca in cui ci si interroga molto sul rapporto tra uomo e
Dio.
Idea di conoscenza  conoscere significa misurare: cercare di misurare le realtà e confrontarle tra di
loro. Per confrontare le realtà, queste devono essere commisurabili. Per conoscere l’infinito: finiti et
infiniti nulla proporzio  non c’è nessuna proporzione tra finito e infinito. La logica di Aristotele è
basata sui sillogismi: termine medio che fa da cerniera tra premessa minore e conclusione.
Es. tutti gli animali sono mortali, tutti gli uomini sono animali, tutti gli uomini sono mortali.
Se usiamo la logica aristotelica non si può pensare di parlare di dio e dell’infinito. Procedimento
sillogistico: non va bene per parlare di Dio, perché c’è relazione ma tra aspetti finiti.
Se Cusano vuole parlare dell’infinito (Dio)  strada della mistica: piaceva ai francescani, che
quando parlavano di dio non usavano la ragione ma la dimensione del sentimento, dell’amore.
Cusano però è un matematico, è una persona razionale: non si accontenta della via mistica.
Non va bene nemmeno la mistica  ci deve essere una via intellettuale: è la matematica. Trova un
mezzo per parlare di dio attraverso la matematica che è l’unica forma di conoscenza che consente di
mettere in relazione il finito e l’infinito, superando la contraddizione.
Tra la linea e la sfera non c’è relazione: ma se si estende la sfera all’infinito si ottiene una linea
infinita. Nella dotta ignoranza utilizza come strada per parlare di dio la matematica.
Nella quale secondo lui si può parlare di coincidentia oppositorum: coincidenza degli opposti. Finito
e infinito sono opposti ma in matematica è possibile metterli in relazione. Il modello di pensiero è
quello di Platone, che contrapponeva il mondo delle idee con quello della realtà (coincidentia
oppositorum).
“Sulle congetture” altra opera. Quando l’uomo conosce, essendo un essere finito, può conoscere solo
attraverso delle congetture (supposizione). In qualche modo c’è una forma di relativizzazione della
conoscenza: non ci sono certezze assolute. Questo però non è un limite 
“De pace fidei”: immagina di convocare tutti gli esponenti delle varie religioni. Ognuno ha i suoi
modi di manifestare il culto e la fede, ma la distanza con dio è sempre infinita per tutti. Non c’è una
credenza giusta perché la conoscenza è relativa e siamo sempre lontani da Dio.
Muore cardinale, prima della riforma. Vive un’epoca molto libera, senza le condanne al rogo dei
tribunali di opposizione
GIORDANO BRUNO
Nasce nel 1548 a Nola
Studia a Napoli e diventa domenicano a 17 anni: il suo cristianesimo è ortodosso
1572 diventa sacerdote
Interesse verso la figura di cristo,
Cusano  dice che cristo è l’unico legame che esiste tra il finito e l’infinito: filosofia cristocentrica,
ripresa da Erasmo da rotterdam
Giordano Bruno ha una prima fase cristocentrica ma si allontana  individua in cristo uno degli
scandali più grossi per la ragione.
Si avvicina alla filosofia ariana  attaccavano il dogma della trinità: dio non poteva essere uno e
trino, ma soltanto padre, cristo non aveva natura divina.
Giordano viene accusato di eresia a causa delle sue idee considerate pericolose.
Va a Roma ma anche qui corre dei rischi
Inizia una serie di peregrinazioni, prima in Italia (Liguria Torino Venezia Padova Brescia Bergamo)
poi in Europa
1578 è a Ginevra, città calvinista e intollerante nei confronti delle altre religioni. Viene accolto bene,
da Galeazio Caracciolo, che gli procura un lavoro come correttore di bozze. A un certo punto
giordano deve convertisti al calvinismo
Incontro con i calvinisti  non va a buon fine, giordano trova elementi di attrito in tutti i luoghi in
cui viaggia. Non accetta di sottostare al ricatto dei calvinisti, e inizia a chiamare i protestanti tutto il
mondo classico ha cercato di giungere al conseguimento della verità mediante l'uso della sola ragione
“pedagoghi e pedanti”  disprezza il fatto che diano poco valore all’agire umano: sostenevano la
dottrina delle predestinazione, le buone opere dell’uomo non contano.
Si sposta a Lione in Francia poi a Parigi. Frequenta un ambiente di corte in un periodo complicato:
periodo delle guerre di religione. Si avvicina al re Enrico di Valois, tollerante. In Francia c’erano due
partiti:
lega cattolica
lega ugonotta  famiglia dei Borbone
Enrico appartiene ai “politique”: accettano una posizione di compromesso e non vogliono estremisti.
Giordano è vicino ad Enrico di Valois e in seguito ad Enrico IV di Borbone, che si riconverte al
cattolicesimo.

Tema dell’ombra “De umbrid idearum”  la conoscenza umana ha un carattere umbratile.


Siamo sempre in una zona d’ombra: conoscenza parziale e limitata  la verità sta nella zona del
sole. L’uomo è sempre in una condizione di incertezza e di ombra. Si ispira al mito della caverna.
Per Cusano cristo è una mediazione: si può attingere a dio e all’infinito tramite la matematica e la
mediazione di cristo. Per Giordano l’uomo resta nell’ombra, può vedere solo alcuni frammenti della
realtà, non può attingere alla verità di Cristo.
Atteggiamento contro l’antropocentrismo: l’uomo non ha nessuna superiorità sugli altri esseri
viventi. Tema chiave: dio è materia vita infinita.
Le forme derivano dalla materia (contro aristotele), che è qualcosa di continuamente vitale e
produttivo. Nel divenire la materia crea nuove forme che poi si disgregano (contro la creazione di
dio). Non ci sono forme privilegiate
È un panteista e materialista: il tutto coincide in dio, che è materia. La natura non è inerte, la natura è
vita che produce continuamente tutte le forme.
Richiama Parmenide.
Opera “cantus circeus”. Come la maga circe trasformava i seguaci di Ulisse in maiali. In quest’opera
circe con la magia si propone di risolvere la decadenza del mondo (concezione pessimista, napoli
rappresenta la corruzione generale) rimette in sintonia le anime con i corpi.

Vicissitudine  relativizzazione del male morale: eguaglia ogni destino umano


Il tempo, quindi la vita, tutto toglie e tutto dà, ogni cosa muta nulla si distrugge definitivamente

FILOSOFIA:
UMANESIMO
CAP 1
pag da 5 a 8 no 4
pag 11 solo par 7
CAP 2
par 1 e 2 ma senza alessandristi
par 3 cusano e ficino
CAP 3 no
CAP 4 no
CAP 5 solo bruno + par 1
da pag 47 a 52
+ 72 e 73 no campanella
tutto Galileo tranne par 7
+ da pag 114 a 121

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