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At alium insatiabilis
tenet avaritia, alium in supervacuis laboribus operosa sedulitas; alius vino madet, alius inertiā torpet; alium
defetigat ex alienis iudiciis suspensa semper ambitio, alium mercandi praeceps cupiditas circa omnis terras,
omnia maria spe lucri ducit; quosdam torquet cupido militiae, numquam non aut alienis periculis intentos
aut suis anxios; sunt quos ingratus superiorum cultus voluntariā servitute consumat; multos aut adfectatio
alienae fortunae aut suae querella detinuit; plerosque nihil certum sequentis vaga et inconstans et sibi
displicens levitas per nova consilia iactavit; quibusdam nihil quo cursum derigant placet, sed marcentis
oscitantisque fata deprendunt, adeo ut quod apud maximum poetarum more oraculi dictum est verum esse
non dubitem: "exigua pars est vitae quā vivimus." Ceterum quidem omne spatium non vita sed tempus est.
Perché ci lamentiamo della natura? Quella si è comportata generosamente: la vita, se la sai usare, è lunga.
Un insaziabile avidità ne domina uno, una faticosa attività tra inutili fatiche (ne domina) un altro; un altro è
inzuppato di vino, un altro vive nel torpore per l’inerzia; un altro fatica lo affatica un’ambizione sempre
dipendente da giudizi altrui, un altro un desiderio sfrenato di commerciare lo conduce con la speranza di
guadagno attraverso tutte le terre, attraverso tutti i mari; il desiderio della guerra tormenta alcuni, sempre
o impegnati nei pericoli altrui o ansiosi per i propri; ci sono alcuni che l’ingrato rispetto dei potenti consuma
in una schiavitù volontaria; molti li trattiene o la ricerca della fortuna altrui o la lamentela della propria; i
più, che non seguono nulla di certo, una superficialità vaga e incostante e scontenta di sé (lo) ha sballottato
attraverso nuovi progetti; ad alcuni non piace nessuna meta verso cui dirigere la rotta, ma il destino li
sorprende mentre sono intorpiditi e sbadigliano, tanto che non dubito che sia vero quello che e stato detto
a mo’ di oracolo presso il più grande dei poeti: “esigua è la parte di vita in cui viviamo“. Del resto senza
dubbio tutta la durata dell’esistenza non è vita ma tempo.
[2] Quid de rerum naturā querimur? Illa se benigne gessit: vita, si uti scias, longa est.
[2] Perché ci lamentiamo della natura? Quella si è comportata generosamente: la vita, se la sai usare, è
lunga.
Si uti scias= subordinata di 1 grado, protosi del periodo ipotetico eventuale la cui apodosi è
querimur: Indicativo presente 1 persona plurale, quĕror, quĕrĕris, questus sum, quĕri
se gessit: indicativo perfetto 3 persona singolare; gĕro, gĕris, gessi, gestum, gĕrĕre III coniugazione
benigne: avverbio
si scias: congiuntivo presente eventuale 2 persona singolare (si può rendere con l’indicativo); scĭo, scis, scii,
scitum, scīre IV coniugazione
uti: avverbio
L’elenco che Seneca sta per fare, riguardo agli uomini che “sciupano” la loro vita, potrebbe sembrare quasi
monotono, ma è in realtà variato dal poliptoto anaforico che vedremo adesso.
Un'insaziabile avidità ne domina uno, una faticosa attività tra inutili fatiche (ne domina) un altro;
alium: pronome indefinito nominativo neutro singolare; tipico periodo senecano: accumulo di brevi frasi
con anafora di alium, poi di alius per poliptoto (stessa parola con variazione di caso), variatio di termini
sinonimici (quosdam)
avaritia: nominativo singolare; da intendersi come avidità; in questa rassegna delle occupazioni e delle
passioni che abbreviano la vita umana, la martellante anafora di alium e alius con variatio di costrutto
conferisce forza al discorso.
tenet: indicativo presente 3 persona plurale; tĕnĕo, tĕnes, tenui, tentum, tĕnēre II coniugazione
madet: indicativo presente 3 persona singolare (mădĕo, mădes, madui, mădēre) II coniugazione
alium defetigat ex alienis iudiciis suspensa semper ambitio, alium mercandi praeceps cupiditas circa omnis
terras, omnia maria spe lucri ducit;
un altro lo affatica un'ambizione sempre dipendente da giudizi altrui, un altro un desiderio sfrenato di
commerciare lo conduce con la speranza di guadagno attraverso tutte le terre, attraverso tutti i mari;
defetigat: indicativo presente 3 persona singolare (dēfĕtīgo, dēfĕtīgas, defetigavi, defetigatum, dēfĕtīgāre)
I coniugazione
suspensa: participio perfetto (suspendo, suspendis, suspendi, suspensum, suspendĕre) III coniugazione
mercandi: gerundio genitivo (mercor, mercāris, mercatus sum, mercāri) deponente I coniugazione
circa: preposizione
ducit: indicativo presente 3 persona singolare (dūco, dūcis, duxi, ductum, dūcĕre) III coniugazione
quosdam torquet cupido militiae, numquam non aut alienis periculis intentos aut suis anxios;
il desiderio della guerra tormenta alcuni, sempre o impegnati nei pericoli altrui o ansiosi per i propri;
quosdam: pronome indefinito accusativo maschile plurale (quidam, quaedam, quiddam) poliptoto
anaforico non più di “alium”, ma di “quosdam” (variatio)
torquet: indicativo presente 3 persona singolare (torquĕo, torques, torsi, tortum, torquēre) II coniugazione
ci sono alcuni che l’ingrato rispetto dei potenti consuma in una schiavitù volontaria
cultus: nominativo maschile singolare ([cŏlo], cŏlis, colui, cultum, cŏlĕre) III coniugazione (accezione
traslata)
multos: accusativo maschile plurale (multi, multōrum) variatio rispetto ai precedenti alium…
detinuit: indicativo perfetto 3 persona singolare (dētĭnĕo, dētĭnes, detinui, detentum, dētĭnēre) II
coniugazione
plerosque nihil certum sequentis vaga et inconstans et sibi displicens levitas per nova consilia iactavit;
i più, che non seguono nulla di certo, una superficialità vaga e incostante e scontenta di sé (lo) ha
sballottato attraverso nuovi progettii;
sequentis: aggettivo participio presente (sĕquens, sĕquens, sĕquens) participio attributivo di plerosque
(sta in realtà per “sequentes” poiché è un arcaismo)
levitas: nominativo singolare (lēvĭtās, levitatis) opposto della costantia (uno dei
principi generali dello stoicismo)
Sono perfetti gnomici,
per nova: accusativo neutro plurale ([novus], novă, novum) indicano cioè un’azione
fuori tempo, usati
consilia: accusativo plurale neutro (consilium, consilii) soprattutto nei proverbi e
iactavit: indicativo perfetto 3 persona singolare nelle sentenze, tradotti
(iacto, iactas, iactavi, iactatum, iactāre) rimanda metaforicamente al viaggio del da noi come dei normali
mare indicativi presenti.
quibusdam nihil quo cursum derigant placet, sed marcentis oscitantisque fata deprendunt, adeo ut quod
apud maximum poetarum more oraculi dictum est verum esse non dubitem:
ad alcuni non piace nessuna meta verso cui dirigere la rotta, ma il destino li sorprende mentre sono
intorpiditi e sbadigliano, tanto che non dubito che sia vero quello che è stato detto a mo’ di oracolo presso
il più grande dei poeti:
quo: avverbio
derigant: congiuntivo presente 3 persona plurale (derigo, derigis, derexi, derectum, derigĕre) III
coniugazione
placet: indicativo presente 3 persona singolare (plăcĕo, plăces, placui, placitum, plăcēre) II coniugazione
adeo: avverbio
ut: regge la consecutiva di primo grado (non dubitem) con prolessi del pronome relativo È stato ipotizzato
quod: avverbio e congiunzione che si tratti di
Omero o di
maximum: accusativo maschile singolare (maximus, maximă, maximum) Virgilio, ma altri
poetarum: genitivo maschile plurale (poetă, poetae) credono possa
riferirsi anche a
oraculi: genitivo singolare neutro (oraculum, oraculi) Menandro, a
patto di sostituire
dictum est: supino [dīco], dīcis, dixi, dictum, dīcĕre) III coniugazione
a “poetarum” il
verum: avverbio termine
“comicorum”
esse: infinito presente (sum, es, fui, esse)
dubitem: congiuntivo presente 1 persona singolare (dŭbĭto, dŭbĭtas, dubitavi, dubitatum, dŭbĭtāre) I
coniugazione
vivimus: indicativo presente 1 persona plurale ([vīvo], vīvis, vixi, victum, vīvĕre) III coniugazione
Del resto senza dubbio tutta la durata dell'esistenza non è vita ma tempo.
quidem: avverbio
Da notare in questi ultimi versi è la contrapposizione tra vitae, come porzione del tempo realmente vissuta,
esperienza pienamente fruita, e tempus, come qualcosa di cui non siamo padroni e che scorre
nell’incoscienza.