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Elettrotecnica: Potenze nel dominio dei fasori e

teoremi sulle potenze fasoriali


Simone Fiori
s.fiori@univpm.it

Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione (DII)


Università Politecnica delle Marche

Simone Fiori – Elettrotecnica: Potenze nel dominio dei fasori e teoremi sulle potenze fasoriali – p. 1/47
Argomenti

• Proprietà utili dei numeri complessi


• Potenze nel dominio dei fasori
• Potenze fasoriali per i bipoli e per le reti 2-porte elementari
• Teorema di Boucherot
• Schema tipico di generazione-trasferimento-utilizzo di
energia elettrica e perdite nella trasmissione di energia
• Teorema del massimo trasferimento di potenza attiva
• Classificazione delle impedenza e condizione di risonanza
• ‘Rifasamento’ delle impedenze ohmico-induttive

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Proprietà utili dei numeri complessi

Ricordiamo le seguenti proprietà dei numeri complessi:


• Il modulo del numero complesso z ∈ C si indica con |z|.
• Se z ∈ C, vale 1 (z + z ⋆ ) = ℜ{z}.
2
• Se z1 , z2 ∈ C, vale: ℜ{z1 · z2 } = ℜ{z1 }ℜ{z2 } − ℑ{z1 }ℑ{z2 }.
• Se x ∈ R, valgono: ℜ{eJx } = cos x, ℑ{eJx } = sin x.
• Se z ∈ C, vale z · z ⋆ = |z|2 .
• Se z ∈ C, vale 1 (z − z ⋆ ) = Jℑ{z}.
2
• Se z ∈ Cn×m , si definisce trasposta hermitiana zH = (z⋆ )T .

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Condizioni operative per l’utilizzo del metodo dei fasori

Si studiano i circuiti elettrici sotto la seguente ipotesi:


• Il circuito è formato da componenti lineari
tempo-invarianti e da un generatore indipendente (di
tensione o di corrente).
• La grandezza impressa dal generatore indipendente è di
tipo sinusoidale con pulsazione ω .
Sotto queste ipotesi, la tensione elettrica v(t) e la corrente
elettrica i(t) in ogni ramo del circuito sono del tipo:
(
v(t) = V cos(ωt + ϕv ),
i(t) = I cos(ωt + ϕi ).

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Espressione delle grandezze in termini fasoriali

Si definiscono i fasori associati alla tensione e alla corrente


elettrica in un ramo del circuito:
(
V̇ = V eJϕv ,
I˙ = IeJϕi .

La tensione elettrica v(t) e la corrente elettrica i(t) in ogni ramo


del circuito si possono esperimere come:
(
v(t) = 21 V̇ eJωt + 12 V̇ ⋆ e−Jωt ,
i(t) = 21 Ie ˙ Jωt + 1 I˙⋆ e−Jωt .
2

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Espressione della potenza istantanea

La potenza istantanea si calcola con:

p(t) = v(t)i(t)
  
1 Jωt 1 ⋆ −Jωt 1 ˙ Jωt 1 ˙⋆ −Jωt
= V̇ e + V̇ e Ie + I e
2 2 2 2
1 ˙⋆ 1 ⋆ ˙ 1 ˙ 2Jωt 1 ⋆ ˙⋆ −2Jωt
= V̇ I + V̇ I + V̇ Ie + V̇ I e
4 4 4 4
1 ˙ ⋆ 1 ˙ 2Jωt }.
= ℜ{V̇ I } + ℜ{V̇ Ie
2 2
La potenza istantanea si compone, quindi, di due termini: un
termine costante (rispetto al tempo) e un termine variabile.

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Termini della potenza istantanea

La potenza istantanea si può, quindi, esprimere come:

p(t) = Pa + pv (t),

dove:
• Il termine Pa = 1 ℜ{V̇ I˙⋆ } si chiama potenza attiva e si
2
misura in Watt (W ).
˙ 2Jωt } si chiama parte variabile
• Il termine pv (t) = 1 ℜ{V̇ Ie
2
della potenza istantanea e si misura in Watt (W ).

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Parte costante della potenza istantanea

Sulla parte costante della potenza istantanea si possono


svolgere le seguenti considerazioni:
• Essa rappresenta un trasferimento di energia di tipo
irreversibile verso il ramo del circuito su cui è calcolata.
• Essa rappresenta anche il valore medio della potenza
istantanea scambiata dal ramo del circuito su cui è
calcolata. Infatti, detto T = ωπ il periodo della funzione
p(t), risulta:
T
1
Z
hp(t)i = p(t)dt = . . . = Pa .
T 0

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Parte variabile della potenza istantanea

La parte variabile della potenza istantanea è stata definita


come:
1 ˙ 2Jωt }.
pv (t) = ℜ{V̇ Ie
2
Sostituendo le espressioni esplicite dei fasori, ovvero
V̇ = V eJϕv e I˙ = IeJϕi , si ottiene:
1
pv (t) = ℜ{V IeJϕv eJϕi e2Jωt }
2
1
= V Iℜ{eJ(2ωt+ϕv +ϕi ) }
2
1
= V I cos(2ωt + ϕv + ϕi ).
2

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Potenza complessa

Conviene definire una nuova grandezza fasoriale, chiamata


potenza complessa:
Ṗc = 21 V̇ I˙⋆
La potenza complessa si misura in Voltampére (VA). Essendo
un numero complesso, essa possiede una parte reale e una
parte immaginaria. La parte reale è la potenza attiva:

Ṗc = Pa + JPr ,

mentre la parte immaginaria si chiama potenza reattiva e si


misura in Voltampére reattivi (VAR).

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Carattere fasoriale della potenza complessa

Si noti che la potenza complessa Ṗc ha effettivamente carattere


fasoriale, perché ad essa è associata una grandezza sinusoidale
(ovvero pv (t)).

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Potenza istantanea e potenza complessa

Si cerca una espressione della parte variabile della potenza


istantanea in funzione della potenza attiva e della potenza
reattiva:

1
pv (t) = ℜ{V̇ IeJϕi e2Jωt }
2
1
= ℜ{V̇ Ie−Jϕi eJϕi e2Jωt eJϕi }
2
1
= ℜ{V̇ I˙⋆ e2J(ωt+ϕi ) }
2
= ℜ{Ṗc e2J(ωt+ϕi ) }
= Pa cos(2ωt + 2ϕi ) − Pr sin(2ωt + 2ϕi ).

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Potenza istantanea e potenza complessa (2)

In conclusione:
p(t) = Pa + Pa cos(2ωt + 2ϕi ) − Pr sin(2ωt + 2ϕi )

Significato fisico dei termini:


• Il primo termine rappresenta un trasferimento
irreversibile di energia verso la porta elettrica.
• L’ultimo termine rappresenta un trasferimento di energia
reversibile (“palleggiamento”).
• Il secondo termine è sempre legato al primo termine ed è
presente perché le grandezze elettriche sono sinusoidali.

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Potenza istantanea e potenza complessa (3)

Situazione tipica: trasferimenti di energia da un generatore ad


un utilizzatore.
≀≀

Pa =⇒

Pr ⇐⇒

≀≀
Generatore Utilizzatore

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Rappresentazione grafica

Pa = 70 W, Pr = 50 VAR, ω = 2 rad/sec
160

140

120

100

80
p(t)

60

40

20

−20
0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 4 4.5 5
t

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Potenza apparente e fattore di potenza

La potenza complessa ha espressione:

1 ˙⋆ 1 Jϕv −Jϕi
Ṗc = V̇ I = V e Ie
2 2
1
= V IeJ(ϕv −ϕi )
2
Si definiscono allora tre ulteriori quantità:
• Potenza apparente. E’ definita come: Pap = 1 V I . (Unità di
2
misura VA.)
• Sfasamento. Definito come: Φ = ϕv − ϕi .
• Fattore di potenza. Definito come: cos Φ.

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Relazione tra le potenze

Valgono le seguenti relazioni:

Pa = Pap cos Φ,
Pr = Pap sin Φ,
Pa ≤ Pap .

Si ipotizzi che su un bipolo Pa > 0. Allora, essendo:

p(t) = Pa + Pap cos(2ωt + ϕv + ϕi ),

i valori minimi di p(t) sono sempre inferiori allo zero (dunque


esistono sempre degli intervalli di tempo in cui il bipolo cede
energia), a meno che Pr = 0, nel quale caso i punti di minimo
sono nulli.

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Potenza complessa su una impedenza

Su una impedenza generica Z = R + JX :


+
V̇ Z

vale:
1 ˙⋆ 1 ˙ ˙ ⋆ 1 ˙2 1 ˙ 2.
Ṗc = V̇ I = (R + JX)I I = R|I| + JX|I|
2 2 2 2
˙ 2 , Pr = 1 X|I|
Di conseguenza: Pa = 21 R|I| ˙ 2.
2

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Triangoli delle impedenze e delle potenze

I seguenti triangoli sono simili:

Triangolo delle impedenze Triangolo delle potenze

Ṗc
Z Pr
X

R Pa

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Potenza complessa su una rete 2-porte

Su una generica rete 2-porte

I˙1 I˙2
+ +
V̇1 1 2 V̇2
− −

la potenza complessa si definisce come:

1 1
Ṗc = V̇1 I˙1⋆ + V̇2 I˙2⋆ .
2 2

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Potenza complessa sul “giratore”

I˙1 r I˙2
+ +
V̇1 V̇2
− −

Il comportamento del giratore è descritto dalle relazioni:


V̇1 = −rI˙2 , V̇2 = rI˙1
La potenza complessa relativa a un giratore ha espressione:

1 ˙ ⋆ 1 ˙⋆ 1 ˙ ˙ ⋆ 1 ˙ ˙⋆
Ṗc = V̇1 I1 + V̇2 I2 = (−rI2 )I1 + (rI1 )I2
2 2 2 2
1 ˙ ˙⋆
= r(I1 I2 − I˙2 I˙1⋆ ) = rℑ{I˙1 I˙2⋆ }J
2

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Potenza complessa sul “giratore” (2)

Quindi:
• Il giratore non scambia potenza attiva (Pa = 0).
• Il giratore scambia potenza reattiva (Pr = rℑ{I˙1 I˙2⋆ }).

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Potenza complessa sul “trasformatore ideale”
I˙1 I˙2
+ 1:n +

V̇1 V̇2
− −

Il comportamento del trasformatore è descritto dalle relazioni:


V̇2 = nV̇1 , I˙2 = − 1 I˙1 n
La potenza complessa relativa a un trasformatore ha
espressione:
 ⋆
1 ˙ ⋆ 1 ˙⋆ 1 ˙⋆ 1 1
Ṗc = V̇1 I1 + V̇2 I2 = V̇1 I1 + (nV̇1 ) − I˙1 = 0̇.
2 2 2 2 n

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Potenza complessa sul “trasformatore” (2)

Quindi:
• Il trasformatore non scambia potenza attiva (Pa = 0).
• Il trasformatore non scambia potenza reattiva (Pr = 0).

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Potenza complessa sugli “IMA”
I˙1 I˙2
+ M +

V̇1 L1 L2 V̇2

− −
Il comportamento degli IMA è descritto dalle relazioni:
V̇1 = JωL1 I˙1 + JωM I˙2 , V̇2 = JωM I˙1 + JωL2 I˙2
La potenza complessa relativa a una rete IMA ha espressione:

1 ˙ ⋆ 1 ˙⋆
Ṗc = V̇1 I1 + V̇2 I2
2 2
1 1
= (JωL1 I1 + JωM I2 )I1 + (JωM I˙1 + JωL2 I˙2 )I˙2⋆
˙ ˙ ˙ ⋆
2 2
1 1
= JωL1 |I1 | + JωL2 |I˙2 |2 + JωM ℜ{I˙1 I˙2⋆ }.
˙ 2
2 2

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Potenza complessa sulgli IMA (2)

Quindi:
• Gli induttori mutuamente accoppiati non scambiano
potenza attiva (Pa = 0).
• Gli induttori mutuamente accoppiati scambiano potenza
reattiva (Pr = −J Ṗc ).

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Riassunto: Potenza complessa sulle reti elementari

Si può riassumere i risultati trovati come segue:


• Il resistore scambia solo potenza attiva. L’induttore e il
condensatore scambiano solo potenza reattiva.
• Il giratore scambia solo potenza reattiva.
• Il trasformatore non scambia né potenza attiva, né
potenza reattiva.
• Gli induttori mutuamente accoppiati scambiano solo
potenza reattiva.
• Per gli altri bipoli e reti 2-porte elementari non è possibile
dire nulla, a priori, sul tipo di potenza (attiva/reattiva)
scambiata.

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Teorema di Boucherot

Il teorema di Boucherot stabilisce la conservazione della


potenza complessa totale in un circuito.
La potenza complessa totale in un circuito elettrico nel
dominio dei fasori si definisce come:
1 X ˙⋆
Ṗc,tot = V̇k Ik .
2
k

Il teorema di Boucherot stabilisce che:


Ṗc,tot = 0̇

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Dimostrazione del Teorema di Boucherot

Analogamente a quanto fatto per dimostrare il teorema della


conservazione della potenza istantanea, si scrive:

1 H 1 H
Ṗc,tot = Ia Va + Ic Vc ,
2 2
dove Va e Ia rappresentano i vettori delle tensioni e delle
correnti fasoriali di albero, rispettivamente, e Vc e Ic
rappresentano i vettori delle tensioni e delle correnti fasoriali
di coalbero, rispettivamente.
Inoltre, valgono sempre le equazioni topologiche (ai fasori)
Vc = −BVa , Ia = −AIc e A = −BT .

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Dimostrazione del Teorema di Boucherot (2)

Allora risulta:
1 H 1
Ṗc,tot = Ia Va + IHc Vc
2 2
1 H 1 H
= (−AIc ) Va + Ic (−BVa )
2 2
1 H H 1 H
= − Ic A Va − Ic BVa
2 2
1 H 1 H
= Ic BVa − Ic BVa
2 2
= 0̇.

Nota: Poiché le matrici A e B hanno elementi in {0, ±1}, risulta


AH = AT e BH = BT .

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Generazione, trasporto e utilizzo dell’energia elettrica

Come già visto, in ambito domestico e industriale, la situazione


tipica di trasferimento di potenza dal generatore all’utilizzatore
si può schematizzare come segue:

Generatore+Linea Utilizzatore

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Perdite di energia nelle linee di trasmissione

Le linee di trasmissione dell’energia elettrica tipicamente sono:


• Aeree: Si pensi alle terne di cavi AT (alta tensione) che
attraversano le campagne.
• Interrate o sottomarine: Si pensi all’alimentazione delle
piattaforme marine.
Un cavo elettrico cilindrico di lunghezza ℓ e raggio r, è
rappresentable come un resistore elettrico di resistenza:


Rcavo = ρ 2,
πr
dove il parametro ρ (resistività) dipende dal materiale. La
potenza attiva dissipata su un cavo su cui scorre I˙cavo vale:

1
Pa,cavo = Rcavo |I˙cavo |2 .
2
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Minimizzazione delle perdite di energia nelle linee

Risultando, quindi:

1 ρℓ ˙ 2
Pa,cavo = 2
|I cavo | .
2 πr
Al fine di minimizzare le perdite sulle linee di trasmissione
dell’energia, si può agire come segue:
• Scegliere materiali a bassa resistività (per esempio: rame;
applicazioni speciali: oro, superconduttori).
• Costruire cavi con una ampia sezione trasversale.
• Minimizzare l’intensità |I˙cavo | della corrente di linea
(utilizzando dei trasformatori AT/BT).
• Minimizzare la lunghezza dei cavi.

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Circuito equivalente per generazione-trasporto-utilizzo

Dal punto di vista circuitale, gli elementi dell’anello di


generazione, trasporto e utilizzo dell’energia elettrica possono
essere rappresentati come segue:
• Il circuito di generazione e trasporto, in genere complesso,
può essere rappresentato tramite un circuito equivalente
di Thevenin con parametri V̇th e Zth = Rth + JXth .
• L’utilizzatore può essere rappresentato con una
impedenza Zu = Ru + JXu .
Dal punto di vista fisico, V̇th rappresenta la tensione nominale
disponibile in assenza di utilizzatore (Zu = ∞), mentre Zth
rappresenta le perdite (Rth ) e gli effetti reattivi (Xth ) interni al
generatore e relativi alla linea di trasmissione dell’energia.

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Teorema MTPA

Dato, quindi, il circuito equivalente:


Zth

+
V̇th Zu

Ci si pone il seguente problema: Noti i valori di V̇th e Zth ,


determinare il valore di Zu tale che la potenza attiva Pa,u sia
massima.
MTPA = Massimo Trasferimento di Potenza Attiva

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Teorema MTPA (2)
Zth

+
V̇th I˙ Zu

La corrente di maglia I˙ vale:

V̇th
I˙ = ,
Zth + Zu

quindi la potenza attiva sull’utilizzatore vale:


2
1 V̇ th
1 |V̇th |2
Pa,u = Ru = Ru .

2 Zth + Zu 2
2 (Rth + Ru ) + (Xth + Xu )2

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Teorema MTPA (3)

La potenza attiva sull’utilizzatore è una funzione delle variabili


Ru e Xu , infatti:

1 Ru |V̇th |2
Pa,u (Ru , Xu ) = 2 2
.
2 (Rth + Ru ) + (Xth + Xu )

Per trovare il punto di massimo di tale funzione di due


variabili, occorre risolvere il sistema di equazioni:

∂Pa,u (Ru , Xu ) ∂Pa,u (Ru , Xu )


= 0, = 0,
∂Ru ∂Xu

e verificare che la soluzione corrisponda a un punto di


massimo.

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Teorema MTPA (4)

Il punto di massimo si trova in:

Ru = Rth , Xu = −Xth .

Le due precedenti condizioni di MTPA si possono riscrivere in


modo compatto come:

Zu = Zth
Il valore della potenza massima trasferibile sul carico è
max = P
Pa,u a,u (Rth , −Xth ), ovvero:

max |V̇th |2
Pa,u = .
8ℜ{Zth }

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Classificazione delle impedenze e risonanza

Data una generica impedenza Z(ω) = R(ω) + JX(ω), essa


viene classificata come segue:
• Se X(ω) > 0, l’impedenza viene detta ohmico-induttiva.
• Se X(ω) < 0, l’impedenza viene detta ohmico-capacitiva.
Da notare che, essendo l’impedenza una funzione della
pulsazione, il carattere ohmico-induttivo od
ohmico-capacitivo dipende dalla pulsazione ω .
L’insieme delle pulsazioni che annullano la parte reattiva di
una impedenza viene detto insieme delle pulsazioni di
risonanza:
ΩZ = {ω ∈ R+ |ℑ{Z(ω)} = 0}.

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Circuito risonante R-L-C

Si consideri il seguente bipolo:

R L C
A B
L’impedenza equivalente del bipolo A-B vale:
 
1 1
Z(ω) = R + JωL + = R + J ωL − .
JωC ωC

La pulsazione di risonanza si trova con:

1
ℑ{Z(ω)} = ωL − = 0 ⇒ ωr = √1
ωC LC

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Proprietà della risonanza (circuito R-L-C)

Poiché in condizione di risonanza la parte immaginaria


dell’impedenza del bipolo è nulla, rimane:
 
1
Z √ = R,
LC

quindi, il circuito R-L-C in risonanza ha un comportamento


puramente resistivo e non scambia potenza reattiva.

Dette V̇ e I˙ la tensione e la corrente sul bipolo R-L-C, in


risonanza vale I˙ = V̇ , quindi:
R

˙ ωL
V̇L = JωLI ⇒ |V̇L | = |V̇ | (≫ |V̇ |),
R
1 ˙ 1
V̇C = −J I ⇒ |V̇C | = |V̇ | (≫ |V̇ |).
ωC ωCR

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Comportamento in frequenza del circuito R-L-C

Circuito R−L−C con: R = 1Ω, L = 1H, C = 1F


1

0.9

0.8

0.7

0.6
|Y(ω)|

0.5

0.4

0.3

0.2

0.1

0
0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 4 4.5 5
ω

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Rifasamento delle impedenze ohmico-induttive

Sia dato un bipolo di impedenza Z = R + JX che, alla


pulsazione di lavoro, presenta X > 0.
In generale, tale bipolo assorbe sia potenza attiva (dovuta alla
componente resistiva) che potenza reattiva (dovuta alla
componente reattiva dell’impedenza).
Si vuole modificare il bipolo in modo tale che vi sia un basso
scambio netto di potenza reattiva con l’esterno. Tale
operazione si chiama rifasamento.

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Rifasamento nelle applicazioni domestiche

Da una formula precedentemente mostrata, si ha che:

Pr = Pap sin Φ, quindi Pr = 0 ⇒ sin Φ = 0 ⇒


cos Φ = 1

Quando si ottiene, per un bipolo, un fattore di potenza


unitario, si parla di rifasamento perfetto.
⋆ Il
tipico contratto di fornitura per uso domestico stipulato con
l’ENEL impegna l’utente a garantire che il fattore di potenza
complessivo dell’insieme degli utilizzatori sia:
cos Φ ≥ 0.9

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Rifasamento perfetto di tipo “serie”

Un possibile schema di rifasamento è il seguente:

C
A B
Tale schema presenta, però, una serie di svantaggi, tra cui:
• La tensione sul condensatore potrebbe essere molto
maggiore della tensione di alimentazione, quindi il
condensatore va dimensionato in modo che abbia
sufficiente “rigidità dielettrica”.
• La tensione sul bipolo ohmico-induttivo è diversa dalla
tensione di alimentazione, quindi il bipolo non viene
alimentato correttamente.

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Rifasamento perfetto di tipo “parallelo”

Si preferisce adottare il seguente schema di rifasamento:


A
R
C
L
B
Tale schema presenta i seguenti vantaggi:
• La tensione sul condensatore di rifasamento è pari alla
tensione di alimentazione.
• La tensione sul bipolo ohmico-induttivo è pari alla
tensione di alimentazione.

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Rifasamento perfetto di tipo “parallelo” (2)

Per determinare il valore della capacità di rifasamento C , dati


R, L e ω , si impone la condizione di rifasamento perfetto
ℑ{Z(C)} = 0, dove:
1
(R + JωL) JωC
Z(C) = 1
.
R + JωL + JωC

Risolvendo l’equazione in funzione dell’incognita C , si ottiene:


L
Cr = R2 +ω 2 L2

Nota: Nelle applicazioni comuni, risulta L > 0, quindi il


condensatore di rifasamento è passivo.

Simone Fiori – Elettrotecnica: Potenze nel dominio dei fasori e teoremi sulle potenze fasoriali – p. 47/47

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