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Tempio di Poseidone

Martina Li Castri, 3A
Tempio di Poseidone
Il Tempio cosiddetto di Poseidone (detto anche
Tempio di Nettuno) è il tempio più grande dell'antica
polis di Poseidonia (nota con il nome romano di
Pæstum), costruito intorno alla metà del V secolo a.C.
Oggi si presenta con un'architettura
straordinariamente integra, che lo rende uno dei
templi greci meglio conservati in assoluto.
Il tempio è un imponente periptero esastilo (con sei
colonne sulle due fronti) di ordine dorico, con una
peristasi di 6x14 colonne che si eleva su un crepidoma
di tre gradini. L'edificio è orientato verso est, in
posizione praticamente parallela agli altri due templi
greci di Poseidonia.

Tempo di Nettuno-
Poseidone?
La denominazione corrente di Tempio di Poseidone
risente del retaggio delle prime entusiastiche e
fantasiose attribuzioni erudite nate all'epoca della
riscoperta di Paestum, sulla base della convinzione
che il tempio più grande di Poseidonia dovesse
essere dedicato al dio protettore della città,
Nettuno-Poseidon. A causa dell'assenza di fonti
scritte e della mancanza di dati archeologici
risolutivi, l'attribuzione cultuale dell'edificio è
problematica.
Tre sono le ipotesi in campo per la titolarità del tempio: Era,
Zeus, Apollo.
La prima ipotesi, sostenuta in particolare da Pellegrino Claudio
Sestieri, si basa su materiale votivo dedicato ad Era ritrovato nei
pressi del tempio durante gli scavi condotti dall'archeologo
attorno alla metà del secolo scorso, ma che ad un'analisi più
attenta appare di incerta riferibilità all'edificio templare.

La seconda fa leva sul ritrovamento, nelle vicinanze del tempio,


di una statua arcaica di Zeus (di epoca anteriore alla costruzione
del tempio ed ora esposta al Museo Archeologico Nazionale di
Paestum) in frammenti e sull'attestazione di culti dedicati al dio;
anche in questo caso, la riferibilità di questa statua ad un
precursore arcaico del tempio classico, che avrebbe dunque
ereditato la titolarità di Zeus, è priva di prove.

La terza ipotesi si fonda sull'esistenza, nel santuario meridionale, di culti salutiferi dedicati ad Apollo, dio della medicina.
L'interno del tempio è costituito da un naos (cella) del
tipo distilo in doppio antis, dotato di pronao e opistodomo
camera, entrambi incorniciati da due colonne (distili),
allineate con le due centrali delle fronti, alle quali
corrispondono due colonnati che attraversano la cella,
dividendola in tre navate. Questi colonnati interni sono
composti da sette colonne doriche ciascuno, disposte su
due ordini sovrapposti, caratterizzati a un ininterrotto
assottigliamento del fusto dal basso verso l'alto.
Immediatamente dopo l'ingresso della cella, sopraelevata
di 0,50 m rispetto al piano dello stilobate, vi erano, ai lati,
due vani: solamente in quello a destra venne costruita una
scala in pietra che conduceva al soffitto e della quale è
conservato un elemento.
La pavimentazione della cella è composta da una
successione di tre lastre litiche rettangolari
affiancate: solamente all'altezza della quinta colonna
dell'ordine inferiore le lastre sono due, ed è
presumibile che questa deviazione servisse a marcare
il limite oltre il quale, nell'intimità della cella, era
posizionata l'immagine di culto

Probabilmente per mitigare la sensazione ottica


di pesantezza dei colonnati, le imponenti
colonne esterne presentano un accorgimento,
quasi privo di corrispondenti nell'architettura
dorica: il notevole infittimento delle scanalature
verticali, che dalle canoniche venti vengono
incrementate fino al numero di ventiquattro.
All'interno il numero delle scanalature subisce
un decremento progressivo di quattro unità:
quelle delle ordine inferiore passano a venti, per
divenire sedici nell'ordine superiore.

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