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La giunzione PN e il diodo

Appunti di TPE classe 5I, 2022/23 - prof.L.Paladino


Cenni sulla giunzione PN
Unendo un semiconduttore di tipo P con
uno di tipo N si viene a creare la
cosiddetta giunzione PN, alla baae di
tutta la sica dei semiconduttori.

In estrema sintesi: i portatori maggioritari


della regione N (elettroni) di ondono nella
regione P e, viceversa, i maggioritari della
regione P (lacune) di ondono nella
regione N, dando vita a una regione di
svuotamento, detta anche regione di
carica spaziale.

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ff
ff
Cenni sulla giunzione PN
In essa, all’equilibrio, nasce un campo
elettrico che interrompe il processo.

La regione di svuotamento è caratterizzata


dalla presenza di un campo elettrico al suo
interno che deforma i livelli energetici a
cavallo della giunzione, creando una
barriera di potenziale che impedisce il
passaggio delle cariche.

Si forma, quindi, una specie di cancello che


impedisce il passaggio delle cariche, a
meno che non abbiano energia su ciente.

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La barriera di potenziale
All’equilibrio, ogni portatore vede, dal suo lato, uno spostamento
sfavorevole della banda di conduzione: verso l’alto per gli elettroni e
verso il basso per le lacune.

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La barriera di potenziale
Si presenta ai capi della giunzione una tensione detta di built-in
dovuta alla sola presenza dell’interfaccia fra i materiali: Vbi = qΔE.

Tale tensione, per il silicio, vale circa Vbi = 0,6 ÷ 0,7 V.

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Polarizzazione della giunzione
L’unico modo per fornire tale energia è quello di polarizzare
direttamente la giunzione, cioè applicare una d.d.p. tale che la
regione P abbia potenziale maggiore della regione N, in tal
modo riducendo la tensione ai suoi capi.

Si usa un generatore di tensione collegato come in gura.

lacune
elettroni

N P
corrente

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Polarizzazione della giunzione
Polarizzando direttamente la
giunzione, la regione di
svuotamento si riduce e la
barriera si abbassa, permettendo
il passaggio dei portatori.

Polarizzandola inversamente,
invece, la barriera aumenta
rendendo ancora più di cile il
passaggio delle cariche.

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Il diodo P N
• Un diodo non è altro che una giunzione PN
dotata di due terminali, detti anodo e A C
catodo, per essere inserita in un circuito.

• Esso blocca il passaggio della corrente


nché ai suoi capi non è applicata una
tensione VAC ≥ 0,7 V (= Vbi).

• Quando la tensione ai capi del diodo, diodo polarizzato


direttamente
quindi fra anodo e catodo, supera tale
valore, avviene la conduzione.

• Esso si comporta come un interruttore:


chiuso quando è polarizzato direttamente e
aperto quando è polarizzato inversamente. diodo polarizzato
inversamente

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Il diodo
Come si vede dalla curva, il funzionamento in zona lineare è caratterizzato
da una corrente che può assumere tutti i valori in corrispondenza di una
tensione approssimativamente pari a Vs, detta tensione di soglia, che non è
altro se non la tensione di built-in.

Caratteristica V-I del diodo

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Il diodo
Per i diodi al silicio, Vs = 0,6 ÷ 0,7 V.
In regione inversa, la corrente si
mantiene su valori molto piccoli
(dell’ordine dei nA), risultando di fatto
nulla.

Quando la tensione di polarizzazione


inversa supera il valore -VZ, detto
tensione di Zener, la giunzione non
riesce più a sopportare il campo
elettrico e si veri ca il fenomeno della
rottura a valanga (o breakdown), nel Caratteristica V-I del diodo

quale una scarica di corrente molto


elevata distrugge il diodo.

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Caratteristica approssimata
Si può approssimare la caratteristica del diodo - fortemente non lineare -
con una curva spezzata, che ben ne approssima il comportamento
(almeno per gli usi pratici).

In polarizzazione diretta con una tensione maggiore di VS, esso si


comporta come un ramo contenente una forza controelettromotrice
(f.c.e.m.) di valore pari a VS, in serie a una resistenza Rd.

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Punto di lavoro - generatore continuo
È possibile calcolare il punto di lavoro del diodo, quando collegato a un
carico resistivo, in maniera molto semplice.

Scrivendo l’equazione della maglia, si ottiene l’espressione della corrente


che non è altro se non l’equazione della retta.

I R
E = RI + VAC

E
VAC VAC E
I=− +
R R
I = mx + q

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Punto di lavoro - generatore continuo
Imponendo le condizioni per I = 0 e VAC = 0, si ricavano i punti di
intersezione e si può rappresentare la retta di carico.

Dall’intersezione della retta di carico con la caratteristica del diodo si ricava


il punto di lavoro a riposo del circuito.

1
La pendenza della retta di carico è pari a θ =
R

VAC E
I=− +
R R
Potenza
dissipata

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Punto di lavoro - generatore continuo
Cambiando il valore della tensione del generatore, si vede che la retta di
carico trasla parallelamente verso l’alto o verso il basso, mentre
1
modi cando il valore di R la retta si inclina di un angolo pari a θ = .
R

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Punto di lavoro - generatore sinusoidale
Se il generatore di tensione è di tipo sinusoidale (e(t) = EM sen(ωt)) , si deve tenere
conto della variabilità delle grandezze e la retta di carico va tracciata per ogni valore di
e, determinando poi la corrente i.

Si ottiene una retta di carico la cui posizione cambia - traslando - istante per istante.

Va ricordato che la retta di carico è determinata dal resistore R:

R
retta di carico i
1
pendenza:

R
E e
vAC
intercette: x = E; y =
R

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Punto di lavoro - generatore sinusoidale
Si consideri ad esempio il
punto P, relativo a ωt = 30∘
sulla caratteristica del
III II generatore, indicato con e (I).
Proiettandolo sulle ascisse
del gra co II si ottiene il
punto v1 che permette di
tracciare la retta di carico, la
cui pendenza è 1/R,
determinando P1.

e
P1 è detto punto di lavoro
I dinamico.

Proiettando questo’ultimo sul


gra co III si ottiene il punto
P2.
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Punto di lavoro - generatore sinusoidale
Una volta individuati P1 e P2,
si ricava P3, sul gra co di
vAC, l a c u i o r d i n a t a
III II rappresenta la tensione ai
capi del diodo nell’istante t
(corrispondente all’angolo di
30°).

Si può ripetere lo stesso


procedimento anche per
vAC altri valori dell’angolo ωt , ad

I esempio 90°, ricavando altri


punti.

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Punto di lavoro - generatore sinusoidale
Osservando l’andamento della corrente, si nota che
essa inizia a circolare quando e = EM sen(ωt)
raggiunge la tensione di soglia Vs, corrispondente
all’angolo ωt = α si annulla poi per ωt = 180∘ − α.

La corrente ha andamento sinusoidale nell’intervallo


α ÷ 180∘ − α.

Nell’ipotesi in cui EM >> Vs, la conduzione inizia


praticamente subito, si può porre infatti α = 0∘ e io
diodo permette il passaggio dell’intera semionda
positiva.

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Punto di lavoro - generatori misti
In questo tipo di circuito sono presenti due tensioni sovrapposte, una continua
e una sinusoidale: E + EM sen(ωt) . L’ipotesi di partenza è quella di piccoli
segnali, cioè EM << E. È possibile costruire i punti di lavoro analogamente al
caso precedente.

R
i

E0
vAC

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Punto di lavoro - generatori misti
Nel gra co di gura sono stati individuate le rette di carico e i relativi punti di
lavoro per gli istanti corrispondenti agli angoli 0°, 90°, 180°, 270° e 360°, per
ciascuno dei quali è tracciata le retta di carico.

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Punto di lavoro - generatori misti
L’ipotesi di piccoli segnali EM << E fatta in partenza implica che si può
considerare il tratto di caratteristica diretta (V-I del diodo) come se fosse
ΔV
lineare e quindi assimilabile a un segmento con pendenza pari a rd = .

ΔI
In altre parole, per la componente sinusoidale il diodo si comporta come una
resistenza rd, detta di erenziale.

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Punto di lavoro - generatori misti
Applicando il principio di sovrapposizione degli e etti, si ottengono due circuiti:
uno per la componente continua, detto circuito di polarizzazione (VAC0, I0), e
l’altro per quella sinusoidale, detto dinamico o di erenziale (vAC, i).

Per poter adottare il modello a piccoli segnali occorre rispettare le seguenti


condizioni:

1. Il punto di lavoro a riposo deve trovarsi sul tratto di caratteristica lineare;

2. L’ampiezza della componente sinusoidale deve essere molto piccola rispetto


alla polarizzazione.

Circuito di polarizzazione Circuito dinamico

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