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Giuliana Zeppegno

VOL. B
• COMUNICA ZIONE
• LESSICO
• TESTUALITÀ

B_I_VII_ROMANE_VISUALI_01.indd 1 30/01/19 11:50


Itaca è una grammatica per padronanza nata dall’esperienza maturata con la piattaforma online
www.alatin.it.

Lo staff tecnico di Itaca digitale, www.itaca.academy, è composto da Silvia Graziola, Riccardo


Magliocchetti e Filippo Storino. Progetto grafico, UI e UX sono invece a cura di Giovanni Gentile
con la collaborazione di Matteo Boero.

L’assistenza online alle migliaia di utenti della community di Alatin Academy, Alatin Lyceum e Itaca
è coordinata da Denis Smaniotto. L’assistenza di Itaca è a cura di Zoe Martini.

Il coordinamento redazionale cartaceo e digitale è di Zoe Martini, che per la revisione dei testi si
è avvalsa dell’aiuto di Caterina Bertocchi, Matteo Boero, Denis Smaniotto, Alessandra Coppo.

I dati di utilizzo di Itaca relativi alle percentuali di errori degli argomenti sono stati estratti
(dicembre 2018) da Riccardo Magliocchetti.

Il progetto grafico del volume e l’impaginazione sono a cura di VisualGrafika – Torino.

Le illustrazioni del volume sono state realizzate da Adriano Allora e Giovanni Gentile su ispirazione
delle istruzioni IKEA, vero modello di immediatezza, semplicità e chiarezza.

Il font ad alta leggibilità usato è EasyReading®, la cui efficacia come strumento compensativo è
stata scientificamente accertata (http://www.easyreading.it/it/ricerche-scientifiche/).

La realizzazione di un libro, come quella di un software, presenta aspetti complessi e richiede


particolare attenzione nei controlli: per questo è molto difficile evitare completamente inesattezze
o imprecisioni. L’editore ringrazia sin da ora chi vorrà segnalarle alla redazione attraverso il nostro
servizio di supporto tecnico all’indirizzo email assistenza@cloudschooling.it.

I brani citati in questo libro sono riportati nel rispetto del diritto di citazione, sono infatti riportati a
scopo d’insegnamento, in una misura non rappresentativa della totalità di cui fanno parte e il loro
utilizzo non costituisce concorrenza all’utilizzazione dell’opera da cui sono tratti (nell’auspicio,
piuttosto, che la nostra menzione possa essere fonte di curiosità, di ricerca e di passione come è
stato per noi).

Il codice di accesso che trovi sul libro permette di sbloccare gratuitamente la versione Premium
della piattaforma online. Attenzione: con i libri usati il codice probabilmente non sarà più valido e
potresti dover comprare una licenza online apposta direttamente su www.itaca.academy.

ISBN 978-88-99053-19-2 (vol. A)


ISBN 978-88-99053-34-5 (vol. B)

© Maieutical Labs S.R.L., Pinerolo/Torino Tutti i diritti riservati. 
Prima stampa: gennaio 2019
presso la tipografia Vincenzo Bona di Torino.

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Struttura dell’opera
Un corso di grammatica italiana per obiettivi che ribalta – primo in Italia – i rapporti fra digitale
e cartaceo. Con un sillabo tradizionale e un metodo innovativo, digital first e impostato sul gioco,
Itaca segue i principi del Mastery Learning rispettando i tempi di apprendimento di ogni studente
e proponendo un carico di lavoro tarato sulle esigenze del singolo.

I LIVELLI corrispondono
alle macroaree della
grammatica italiana.
Comunicazione Livello 7

Testualità Livello 6

Comunicazione
LessicoLivello 5

Comunicazione

Missione Missione
itaca.academy
itaca.academy

Missione itaca.academy
Cerca
12 IL TESTO
Testualità
Missione Cerca
Cerca
10 LA COMUNICAZIONE
Le UNITÀ corrispondono a
11 IL LESSICO itaca.academy Il testo e le sue caratteristiche:
coesione e coerenza
Comunicazione
Lessico

Ogni MISSIONE si apre Missione


LA COMUNICAZIONE 10
La
Cerca

comunicazione,
Comunicazione
Tipologie testuali: testo descrittivo
La formazione delle
e testo parole
narrativo
i segni, obiettivi di apprendimento
10 itaca.academy
12

con alcune indicazioni


11 Varietà dell'italiano
la lingua Tipologie testuali: testo

sull’indice online.
regolativo, testo espositivo,
La comunicazione, i segni,
10 testo
la lingua Il significato argomentativo
delle parole

Lessico
operative, in particolare 10 LA COMUNICAZIONE
Lessico

Il testo
Cerca
Testualità Testi che rielaborano altri testi:
il riassunto e la parafrasi
e leparole
sue caratteristiche:
LaLaformazione
formazione delledelle parole
il dettaglio sugli Comunicazione
eIl coerenza
coesione tema scolastico

11 Varietà dell'italiano
Tipologie testuali: testo
11 Varietà dell'italiano
argomenti sensibili, delleLa comunicazione, i segni,
descrittivo e testo narrativo
Il significato parole
12 10
la lingua
Tipologie testuali: testo
IlTestualità
significato delle
regolativo, parole
testo espositivo,

cioè le unità sulle quali Testualità


testo argomentativo
Lessico
Il testo e le sue caratteristiche:
coesione e coerenza
Testi che rielaborano altri testi:

registriamo più errori su


12 il riassunto e la parafrasi
Tipologie testuali: La formazione delle
testo parole
descrittivo e testo narrativo
Il testo e le sue caratteristiche:
coesione e coerenza
Itaca online. 12
Tipologie testuali:
regolativo,
testo
11 testo Varietà
espositivo,
testo argomentativo
dell'italiano

Tipologie testuali: testo


Il significato delle parole
descrittivo e testo narrativo

Missione Testualità
Tipologie testuali: testo
regolativo, testo espositivo,
Il testo e le sue caratteristiche:
testo argomentativo
coesione e coerenza
Ogni obiettivo di
12
2 Tipologie
LEZIONI SU
12Missione
IL TESTO testuali: testo
2http://itaca.academy
LEZIONI
descrittivo eSU testo narrativo
30’
apprendimento è corredato
30’
da due LEZIONI pratiche
http://itaca.academy

12 IL TESTO Tipologie testuali: testo


UNITÀ 1 La UNITÀ
comunicazione,
1La comunicazione, i segni,
i segni,
regolativo, testo espositivo,
testo argomentativo
sul sito itaca.academy, di
GliGliargomenti
argomenti sensibilisensibili
(media nazionale su(media
Itaca online) nazionale su Itaca online) la lingua
UNITÀ
UNITÀ
Il testo e le sue caratteristiche:
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% la lingua difficoltà crescente, adattive,
coesione e coerenza La comunicazione
Il testo e letestuali:
Tipologie suetesto
e testo narrativo
coesione e coerenza
caratteristiche:
descrittivo

La comunicazione
La comunicazione (da communicare = “mettere in comune”) è la trasmissione di un
messaggio da qualcuno (detto “emittente”) a qualcun altro (detto “destinatario” o “rice-
vente”). Il concetto di comunicazione è molto ampio: non comprende soltanto la comu-
di cui sulla carta viene
Tipologie testuali: testo regolativo,

indicato il tempo di lavoro


nicazione verbale, ma anche i messaggi trasmessi mediante la gestualità, la mimica, i
testo espositivo, testo argomentativo sapori, gli odori, i colori, la musica ecc. Perché tra l’emittente e il ricevente si dia comu-
Tipologie testuali:
Testi che rielaborano altri testo
testi: descrittivo nicazione, tuttavia, è necessario che la trasmissione sia intenzionale. In caso contrario,
e testo narrativo
il riassunto e la parafrasi
PERCENTUALE ERRORI
ci sarà un passaggio di informazioni che potranno essere interpretate, ma non comuni-

stimato.
cazione: per esempio, se in una situazione imbarazzante arrossiamo senza volerlo, il
nostro rossore può acquisire un significato per chi lo nota e per noi stessi, ma non costi-

Tipologie testuali: testo regolativo,


tuisce un atto comunicativo.

testo espositivo, testo argomentativo Gli elementi della comunicazione


Testi che rielaborano altri testi: RISORSE esercizi In un atto comunicativo intervengono alcuni elementi fondamentali:
• l’emittente: chi emette il messaggio, dando il via alla comunicazione. Può essere
Cartaceo 81
il riassunto e la parafrasi un individuo o una collettività (un gruppo di amici, un’istituzione, un
parti
da dove
lezione frontale
PERCENTUALE
Unità online
Verifiche online
ERRORI
379
60
popolo ecc.)
vuoi unità online • il destinatario (o ricevente): l’individuo o il gruppo che riceve il messaggio
Itaca papers 60 • il messaggio: ciò che viene trasmesso, nella sua manifestazione concreta: una
frase detta o scritta, un segnale stradale, il suono di una sirena ecc.
• il referente: l’argomento del messaggio, cioè l’aspetto della realtà (materiale o

falli
Gli elementi della comunicazione
immaginaria) a cui la comunicazione si riferisce
• il canale: il mezzo fisico attraverso cui avviene la trasmissione del messaggio.
%
confronta i risultati
esercitare con la media nazionale Nel caso di messaggi acustici e visivi, i canali sono l’aria e la luce; ma canali sono
anche i supporti materiali che impieghiamo per comunicare: il telefono, la carta,
• la tastiera di un computer ecc. Strettamente legati al canale sono anche i fattori
La comunicazione

psicologici che concorrono alla comunicazione: l’attenzione, l’interesse a


comunicare, la disponibilità a ricevere il messaggio ecc.
scegli
online RISORSE esercizi
• il codice: il sistema di segni e di regole che governano il linguaggio impiegato per
la tua verifica su carta comunicare. Un codice fondamentale nella comunicazione umana è la lingua, ma
• 10
sono codici anche altri linguaggi, quali quello musicale, quello nautico ecc.

• 3

ONLINE
La comunicazione

%
Le caratteristiche della parte online di Itaca, adattiva e autocorrettiva, ne fanno uno strumento versatile:

10

l’insegnante può scegliere di sviluppare le proprie lezioni partendo dalla spiegazione frontale in classe, per poi
proporre qualche esercizio su carta e infine assegnare una o più unità online per il lavoro a casa, ma può altresì
partire subito con il lavoro di gruppo sulla piattaforma, usando i risultati degli esercizi in tempo reale, in classe,
come spunto per la trattazione della teoria.

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Gli esercizi
PER INIZIARE Unità 1 - La comunicazione,
Unità 1 - Lai segni, la lingua i segni, la lingua
comunicazione,

sono utili per verificare


Unità 1 - La comunicazione, i segni, la lingua
Per riconoscere gli
1 R ·1I RTra
CI COO NN 1O SOR
C ES IR EC OE RN EO S C E R E I
INVALS

quanto spiegato in classe ·


i casi proposti, seleziona quelli che costituiscono un atto
· atto esercizi propedeutici
atto

PER INIZIARE
PER INIZIARE

PER INIZIARE
comunicativo.

comunicativo
a. comunicativo
b.

e per iniziare a. a. b. b.
alla prova INVALSI.
a lavorare insieme. c. d.

e. f.

c. c. d. d.

2 ANALIZZARE
·· Completa la seguente tabella inserendo elementi della
comunicazione plausibili.

MESSAGGIO EMITTENTE DESTINATARIO CONTESTO SCOPO

“Si avvisano i
e. gentili viaggia- e. f. f.
tori che il treno
regionale delle
informare
7:54 arriverà
con un ritardo
previsto di 10
minuti.”

lezione
insegnante
scolastica

potenziali

2 A N A L 2I ZAZ NA AR LE I Z Z A R E
consumatori

La comunicazione
·· · Unità
· 2 - Tipologie testuali testo descrittivo e testo
ragazza elementi
narrativodella
elementi della
Unità 3 - Il significato delle parole
10 comunicazione
comunicazione
Qualche spunto in più per OSSERVO 5

chi desidera approfondire.


Unità 2 - Varietà dell’italiano

Unità 2 - Varietà dell’italiano Unità 3 - Il significato delle parole Unità 2 - Tipologie testuali testo descrittivo e testo narrativo

II PRIMI
PRIMI DOCUMENTI SCRITTI INSecondoVOLGARE
APPROFONDIAMO
APPROFONDIAMO
ITALIANO
DOCUMENTI SCRITTI IN VOLGARE questa accezione di campo semantico, che ci sembra la più appropriata, una OSSERVO Praga è la capitale della Repubblica Ceca e una delle mete più ambite dell’est
ITALIANO parola di partenza come sport darebbe origine a un campo semantico di questo tipo:
Il primo documento scritto che si conosca in volgare “italiano” è il cosiddetto Indovi-
SPORT Europa, insieme a Budapest e Zagabria. Costruita intorno al fiume Moldava, è
immersa in un’atmosfera magica e suggestiva che attira ogni anno migliaia di turisti.
nello veronese, l’annotazione che un copista vergò sul margine di una pergamena La città si divide in due parti: Novo Mesto, la città nuova, e Stari Mesto, la città
DERIVATI vecchia. Nella città vecchia si trova il quartiere di Malá Strana, in ceco “piccola
spagnola giunta a Verona, probabilmente nell’VIII sec. d.C. L’appunto, scritto in una
sportivo, parte”, diviso in due dalla chiesa di San Nicola, e dominato dall’imponente castello.
lingua ancora simile al latino ma che non è più considerabile latino, è una metafora
sportivamente
La comunicazione

La comunicazione

della scrittura stessa. Dice: Oggi questo quartiere è famoso per i suoi caffè e i suoi artisti, ma Malá Strana è
IPONIMI OGGETTI
OSSERVO
palla, pallone, rete, anche il quartiere delle ambasciate di molte nazioni del mondo che hanno sede nei
Se pareba boves, alba pratàlia aràba pallavolo, calcio,
canestro, bicicletta, bei palazzi barocchi di Via Nerudova. [ordine logico, dalla visione d’insieme ai
et albo versòrio teneba, et negro sèmen seminaba nuoto, pallacanestro,
guantoni ecc. dettagli]
tennis, ciclismo ecc.
Cioè: • spaziale, tracciando un “itinerario” determinato: dall’alto al basso, dal basso in alto,
Spingeva avanti i buoi (= metaforicamente: le dita) da destra a sinistra ecc. Quest’ordine è influenzato dalla prospettiva adottata, cioè
arava bianchi prati (= la carta)
teneva un bianco aratro (= la penna per scrivere)
e seminava nero seme (= l’inchiostro)
SINONIMI
attività fisica,
esercizio 10 SPORT
10
PERSONE
squadra, compagni,
allenatore, arbitro
ecc.
dal punto di osservazione dal quale si sceglie di descrivere qualcuno o qualcosa.
Non sempre, infatti, il punto di osservazione è frontale e statico. Esso può trovarsi in
basso rispetto all’oggetto della descrizione, in alto, di lato, e può muoversi in modo
ordinato, passando da una parte all’altra, o in modo “disordinato”, saltando da un
Per ricapitolare
i passaggi
Altro documento in volgare dell’epoca è la cosiddetta Carta di Capua, datata 960 d.C.,
dettaglio all’altro come una cinepresa che cambi continuamente inquadratura:
la più celebre di una serie di testimonianze giurate relative alla proprietà di alcuni
fondi contesi tra il monastero di Montecassino e il nobile Rodelgrimo d’Aquino: OSSERVO Da dove ci trovavamo potevamo abbracciare con lo sguardo l’intera vallata. In
AZIONI LUOGHI basso, sotto di noi, il ruscello scorreva sottile, sparendo a tratti all’interno delle
Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte Sancti
correre, saltare, campo, piscina, macchie di vegetazione. Più avanti, i boschi si diradavano, inghiottiti dal grigio delle

impegnativi.
Benedicti.
allenarsi, battere, palestra, circuito, pietraie e, più su, nel bianco sporco dei ghiacci perenni. In lontananza, si estendeva
Cioè: calciare, tirare, spogliatoio ecc. una distesa di vette aguzze come cocci di bottiglia e, dietro, il mare azzurro delle
OBIETTIVI/VALORI nubi che galleggiavano sulla cordigliera. [prospettiva dall’alto, ordine spaziale, dal
So che quelle terre, entro quei confini di cui qui si parla, le ha possedute per divertimento, basso verso l’alto e da vicino a lontano]
trent’anni l’abbazia di San Benedetto. competizione,
vittoria, gioco di
FACCIAMO IL PUNTO
squadra, sfida ecc.
Con il passare del tempo, il volgare cominciò a essere impiegato anche come lingua FACCIAMO IL PUNTO
della poesia e della cultura. I primi esempi di letteratura in volgare sono il Cantico delle
creature (1224) di San Francesco d’Assisi, in volgare umbro, e le poesie della scuola sici- Per scrivere un testo descrittivo
ATTENZIONE CAMPO SEMANTICO O FAMIGLIA DI PAROLE?
liana, in volgare siciliano, composte sul modello della lirica d’amore francese dai poeti
ATTENZIONE CAMPO SEMANTICO O FAMIGLIA DI1.PAROLE?
Per non perdersi
1. metti a fuoco mentalmente ciò che vuoi descrivere (persona,
che gravitavano intorno alla corte di Federico II di Svevia. Come si può vedere nei fram-
Attenzione a non confondere il campo semantico con la famiglia di paro- animale, luogo, situazione) e decidi quale scopo vuoi raggiungere
menti sottostanti, si tratta di due lingue molto diverse l’una dall’altra, e ancora piuttosto
le (o famiglia lessicale, vedi M11_U1), cioè l’insieme di tutte le parole con la descrizione (informare, esprimere, persuadere)
distanti dall’italiano moderno:
derivate, alterate, composte e in qualche caso abbreviate a partire da una 2. stabilisci se la descrizione sarà oggettiva o soggettiva
stessa radice. Osserva:

informazioni
Altissimu, onnipotente, bon Signore, 3. scegli un ordine per la descrizione (logico o spaziale) e una
tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione.
musica M11_U1 prospettiva
Ad te solo, Altissimo, se konfano,
et nullu homo ène dignu te mentovare. campo semantico: melodia, armonia, strumento, note, ritmo, cantare, 2. 4. individua gli elementi sui quali concentrarti e i sensi coinvolti
ballare ecc.

importanti.
Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature, 5. impiega una sintassi piana e lineare
spetialmente messor lo frate sole, famiglia di parole: musicista, musichetta, musicoterapia, musicologo ecc. 3. 6. impiega preferibilmente l’indicativo presente (decrizione al
lo qual’è iorno, et allumini noi per lui. presente) o l’indicativo imperfetto (descrizione al passato)
San Francesco d’Assisi, dal Cantico delle creature, Mario Bertin (a cura di), La solidarietà semantica 7. evita ripetizioni, utilizzando sinonimi e perifrasi

Or come pote sì gran donna entrare


Castelvecchi, Roma, 2016
Tra le varie relazioni semantiche alla base di un campo semantico, se ne dà una particolar- 4. 8. impiega un lessico preciso e adeguato allo scopo, ricco di
aggettivi: preferibilmente specialistico in una descrizione
mente stretta, chiamata solidarietà semantica: si tratta della tendenza di due parole a ricor-
per gli ochi mei che sì piccioli sone? oggettiva; espressivo e connotativo in una descrizione soggettiva
e nel mio core come pote stare,
rere insieme in modo preferenziale e talvolta obbligatorio. Per esempio: barrire ricorre
insieme a elefante, miagolare insieme a gatto, parcheggiare insieme ad auto o macchina. 5. 9. utilizza gli opportuni connettivi spaziali
TESTUALITà

che ’nentr’esso la porto là onque i’ vone?


il lessico

La solidarietà semantica genera anche “combinazioni lessicali” privilegiate. Per esem-


il lessico

10. se vuoi, per una descrizione soggettiva, impiega figure retoriche


Giacomo da Lentini, da Poesie, XXII, edizione critica a cura di Roberto Antonelli, 11
pio: si bandisce un concorso (non lo si *annuncia, non lo si *promulga); si coglie l’occasio- 6.
12 per arricchire in senso connotativo la descrizione
11 ne (non la si *prende, non la si *afferra).
Bulzoni Editore, Roma, 1979

85 129
47

7.
La solidarietà semantica 8.

Strumento inclusivo per eccellenza,


9.
MAPPA
TESTUALITà

10.
il lessico

MAPPA
le
11 MAPPE concettuali alla fine di
12
UNITÀ 1
UNITÀ 1

ogni unità aiutano a organizzare le LA COMUNICAZIONE

conoscenze. AVVIENE QUANDO UN MESSAGGIO VIENE INTENZIONALMENTE TRASMESSO


E SI PARLA DI “ATTO COMUNICATIVO”

QUANDO UN
il lessico

11
INDIRIZZATO
EMITTENTE A UN DESTINATARIO

CHE HA UNO SCOPO

EMETTE UN
EMESSO

Tutti i contenuti
IN UN CONTESTO

LINGUISTICO
MESSAGGIO

contraddistinti dall’icona
EXTRALINGUISTICO
(SITUAZIONALE E
CULTURALE)
CHE SI

sono scritti con i caratteri ad


RIFERISCE
A UN EMESSO
CANALE
ATTRAVERSO UN

alta leggibilità EasyReading.


ESPRESSO
REFERENTE CODICE
CON UN

15

IV

B_I_VII_ROMANE_VISUALI_01.indd 4 30/01/19 11:51


Itaca online
Il docente assegna i compiti ai propri studenti sapendo che saranno autonomi grazie alla teoria in
linea, al feedback immediato e all’assistenza della redazione. E prima ancora di tornare a scuola,
saprà come ha lavorato l’intera classe.

La campanella
L’indice online è
contraddistingue gli
composto
obiettivi assegnati
da obiettivi di
dal docente.
apprendimento.

L’ago della bussola


è il menu principale
di Itaca.

I punti esperienza (XP) si


accumulano facendo esercizi.

La scheda teorica
è sempre a portata di clic.

Il tasto Controlla
serve a confermare
la propria risposta.

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Itaca è autocorrettiva:
il feedback è immediato,
visivo e sonoro.

In caso di risposta
sbagliata, il tasto
Altre soluzioni,
quando c’è, serve per
controllare tutte le
varianti di risposta
previste.

Il tasto con il punto esclamativo serve a comunicare con la


redazione, per esempio per segnalare una variante ritenuta
corretta che non compare tra quelle previste.

VI

B_I_VII_ROMANE_VISUALI_01.indd 6 30/01/19 11:51


Reportistica relativa
agli obiettivi assegnati.

La spunta indica gli


obiettivi completati,
il cronometro La % è la percentuale
gli obiettivi iniziati di errore e gli XP sono
e ancora da completare, i punti esperienza
il trattino quelli da iniziare. accumulati.

Basta cliccare su un nome per avere


il dettaglio degli obiettivi.

Reportistica relativa alle verifiche


sommative autocorrettive
con voti in decimi.

VII

B_I_VII_ROMANE_VISUALI_01.indd 7 30/01/19 11:51


Indice
Struttura dell’opera  III

Itaca online  V

Livello 5
Comunicazione
10 LA COMUNICAZIONE

UNITÀ 1 La comunicazione, i segni, la lingua  3

La comunicazione  3
•• Gli elementi della comunicazione  3
ESERCIZI - PER INIZIARE  5
Un universo di segni  7
•• Tipi di segni  8
ESERCIZI - PER INIZIARE  8
Il codice  9
I linguaggi e la lingua  9
Comunicare in modo efficace  10
•• Gli scopi della comunicazione  10
•• Le caratteristiche del destinatario  11
•• La situazione comunicativa  11
ESERCIZI - PER INIZIARE  12

 MAPPE 15 - 16 - 18

Livello 6

Lessico
11 IL LESSICO
UNITÀ 1 La formazione delle parole  21

Le parole e il lessico  21
La struttura delle parole  21

VIII

B_VIII_XII_INDICE_01.indd 8 30/01/19 11:49


La formazione delle parole  22
ESERCIZI - PER INIZIARE  22
•• La derivazione  23
Derivazione mediante suffisso  23
Derivazione mediante prefisso  26
Derivazione mediante prefisso e suffisso  27
ESERCIZI - PER INIZIARE  27
•• L’alterazione  30
ESERCIZI - PER INIZIARE  31
•• La composizione  32
Le parole composte propriamente dette  32
Le parole composte con elementi greci e latini (prefissoidi e suffissoidi)  33
ESERCIZI - PER INIZIARE  35
I conglomerati  38
Le parole macedonia  38
Le voci polirematiche  38
Le sigle (o acronimi)  38
ESERCIZI - PER INIZIARE  39
•• L’abbreviazione  40
La famiglia di parole  40
ESERCIZI - PER INIZIARE  41

 MAPPA 44

UNITÀ 2 Varietà dell’italiano  46

Storia dell’italiano  46
•• Dal latino alle lingue neolatine  46
•• La nascita dei volgari italiani  46
•• L’affermazione del volgare fiorentino  48
•• L’unificazione linguistica  48
Lingua e dialetto  48
I dialetti italiani  49
Gli italiani regionali  49
ESERCIZI - PER INIZIARE  50
Le parole dell’italiano  51
•• L’eredità latina  51
ESERCIZI - PER INIZIARE  52
•• Prestiti  53
ESERCIZI - PER INIZIARE  55
•• Regionalismi e dialettismi  56
•• Neologismi  56
ESERCIZI - PER INIZIARE  57

IX

B_VIII_XII_INDICE_01.indd 9 30/01/19 11:49


Indice

Varietà sociale dell’italiano 58


ESERCIZI - PER INIZIARE  58
•• I linguaggi settoriali  60
•• I gerghi  61
ESERCIZI - PER INIZIARE  62

 MAPPE 64 - 65 - 66

UNITÀ 3 Il significato delle parole  67

Che cos’è il significato delle parole  67


La polisemia: questione di contesto  68
•• ESERCIZI - PER INIZIARE  68
Denotazione e connotazione  71
Uso letterale e uso figurato  71
•• ESERCIZI - PER INIZIARE  73
I rapporti di significato tra le parole 77
•• La sinonimìa  77
ESERCIZI - PER INIZIARE  78
•• L’antonimìa  80
ESERCIZI - PER INIZIARE  81
•• L’inclusione (iperonimìa e iponimìa)  82
ESERCIZI - PER INIZIARE  82
•• L’omonimìa  84
Il campo semantico  84
•• La solidarietà semantica  85
ESERCIZI - PER INIZIARE  86

 MAPPE 88 - 90 - 92

Livello 7

Testualità
12 IL TESTO

UNITÀ 1 Il testo e le sue caratteristiche: coesione e coerenza  95

Che cos’è un testo  95


Testi scritti e testi orali  95
•• Testi scritti  95

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•• Testi orali  96
ESERCIZI - PER INIZIARE  97
Com’è fatto un testo 99
•• La coesione  100
La concordanza morfosintattica  100
ESERCIZI - PER INIZIARE  100
L’ordine delle parole  101
I segni di punteggiatura  102
I connettivi 102
ESERCIZI - PER INIZIARE  103
I sostituenti: morfosintattici e lessicali  105
ESERCIZI - PER INIZIARE  106
L’ellissi  108
La ripetizione  108
ESERCIZI - PER INIZIARE  108
•• La coerenza  109
Coerenza semantica  110
Coerenza tematico-strutturale  110
ESERCIZI - PER INIZIARE  112
Coerenza logica  114
ESERCIZI - PER INIZIARE  115
Coerenza stilistica  118
ESERCIZI - PER INIZIARE  118

 MAPPA 120

UNITÀ 2 Tipologie testuali: testo descrittivo


e testo narrativo  122
Che cosa sono le tipologie testuali  122
Il testo descrittivo  123
•• La descrizione oggettiva e soggettiva  124
ESERCIZI - PER INIZIARE  125
•• Le caratteristiche del testo descrittivo  128
•• L’ordine e la prospettiva della descrizione  128
ESERCIZI - PER INIZIARE  130
Il testo narrativo  133
•• Le caratteristiche del testo narrativo  134
La storia e il racconto  134
Il luogo e il tempo  134
La voce narrante e il punto di vista  135
I personaggi  136
ESERCIZI - PER INIZIARE  136

XI

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Indice

•• La cronaca  140
ESERCIZI - PER INIZIARE  142

 MAPPE 145 - 146 - 147

UNITÀ 3 Tipologie testuali: testo regolativo, testo espositivo


e testo argomentativo  148

Il testo regolativo  148


•• Le caratteristiche del testo regolativo  148
ESERCIZI - PER INIZIARE  150
Il testo espositivo (o informativo)  152
•• Le caratteristiche del testo espositivo  152
ESERCIZI - PER INIZIARE  154
Il testo argomentativo  158
•• Le caratteristiche del testo argomentativo  158
La struttura del testo argomentativo  158
Tecniche argomentative  160
ESERCIZI - PER INIZIARE  162

 MAPPE 171 - 172 - 173

UNITÀ 4 Testi che rielaborano altri testi: il riassunto


e la parafrasi  174

Il riassunto  174
•• Come si fa un riassunto  174
ESERCIZI - PER INIZIARE  178
La parafrasi  187
•• Come si fa una parafrasi  187
ESERCIZI - PER INIZIARE  189

 MAPPE 196 - 197

UNITÀ 5 Il tema scolastico  198

Il tema  198
•• I diversi tipi di tema  198
•• Come si fa un tema  200
La progettazione  200
La stesura  202
La revisione  203
ESERCIZI - PER INIZIARE  203

 MAPPA 211

XII

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Livello 5

Comunicazione

Missione itaca.academy

Cerca
10 LA COMUNICAZIONE
Comunicazione

La comunicazione, i segni,
10
la lingua

Lessico

La formazione delle parole

11 Varietà dell'italiano

Il significato delle parole

Testualità

Il testo e le sue caratteristiche:


coesione e coerenza
12
Tipologie testuali: testo
descrittivo e testo narrativo

Tipologie testuali: testo


regolativo, testo espositivo,
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Missione

10 LA COMUNICAZIONE

Gli argomenti sensibili (media nazionale su Itaca online)


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UNITÀ
La comunicazione, i segni, la lingua
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2 LEZIONI SU
http://itaca.academy 30’

UNITÀ 1 La comunicazione, i segni,


la lingua
La comunicazione
La comunicazione (da communicare = “mettere in comune”) è la trasmissione di un
messaggio da qualcuno (detto “emittente”) a qualcun altro (detto “destinatario” o “rice-
vente”). Il concetto di comunicazione è molto ampio: non comprende soltanto la comu-
nicazione verbale, ma anche i messaggi trasmessi mediante la gestualità, la mimica, i
sapori, gli odori, i colori, la musica ecc. Perché tra l’emittente e il ricevente si dia comu-
nicazione, tuttavia, è necessario che la trasmissione sia intenzionale. In caso contrario,
ci sarà un passaggio di informazioni che potranno essere interpretate, ma non comuni-
cazione: per esempio, se in una situazione imbarazzante arrossiamo senza volerlo, il
nostro rossore può acquisire un significato per chi lo nota e per noi stessi, ma non costi-
tuisce un atto comunicativo.

Gli elementi della comunicazione


In un atto comunicativo intervengono alcuni elementi fondamentali:
• l’emittente: chi emette il messaggio, dando il via alla comunicazione. Può essere
un individuo o una collettività (un gruppo di amici, un’istituzione, un
popolo ecc.)
• il destinatario (o ricevente): l’individuo o il gruppo che riceve il messaggio
• il messaggio: ciò che viene trasmesso, nella sua manifestazione concreta: una
frase detta o scritta, un segnale stradale, il suono di una sirena ecc.
• il referente: l’argomento del messaggio, cioè l’aspetto della realtà (materiale o
immaginaria) a cui la comunicazione si riferisce
• il canale: il mezzo fisico attraverso cui avviene la trasmissione del messaggio.
Nel caso di messaggi acustici e visivi, i canali sono l’aria e la luce; ma canali sono
anche i supporti materiali che impieghiamo per comunicare: il telefono, la carta,
la tastiera di un computer ecc. Strettamente legati al canale sono anche i fattori
La comunicazione

psicologici che concorrono alla comunicazione: l’attenzione, l’interesse a


comunicare, la disponibilità a ricevere il messaggio ecc.
• il codice: il sistema di segni e di regole che governano il linguaggio impiegato per
comunicare. Un codice fondamentale nella comunicazione umana è la lingua, ma
10
sono codici anche altri linguaggi, quali quello musicale, quello nautico ecc.

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LIVELLO 5 - Comunicazione

• il contesto: l’insieme degli elementi all’interno del quale si svolge l’atto


comunicativo. In particolare:
һһ il contesto linguistico: l’insieme delle parole che “circondano” il messaggio, il loro
significato e i loro rapporti reciproci. Per esempio, nella frase “Tra tutti i frutti, la
pesca è quello che preferisco”, le diverse parole permettono di capire che
l’emittente si sta riferendo alla pesca intesa come frutto e non allo sport che
risponde allo stesso nome
һһ il contesto extralinguistico: la situazione concreta in cui avviene la
comunicazione (contesto situazionale, o situazione comunicativa), come una
lezione di italiano, un concerto, una telefonata tra amici ecc. e l’insieme delle
informazioni e delle conoscenze condivise da emittente e ricevente (contesto
culturale). Augurare a qualcuno “In bocca al lupo”, per esempio, è qualcosa che
difficilmente può essere compreso al di fuori del contesto culturale italiano, anche
conoscendo perfettamente il significato di ogni singola parola dell’espressione, a
meno che il ricevente non sia a conoscenza di questo particolare uso in Italia e del
suo significato
• lo scopo: la finalità per la quale si emette un determinato messaggio. Gli scopi di un
atto comunicativo possono essere moltissimi:
һһ trasmettere un’informazione: Chiuso per ferie.
һһ fare una domanda: Che ora è?
һһ esprimere un’emozione, uno stato d’animo, un’opinione: Che rabbia!
һһ persuadere qualcuno: Dai, fallo per me.
һһ dare un ordine: Vattene immediatamente!
һһ semplicemente agire per mezzo della lingua: Trallallero trallallà.
һһ ecc.

Vediamo un esempio pratico di atto comunicativo, scomponendolo in tutti i suoi ele-


menti fondamentali.
OSSERVO Una ragazza aspetta l’autobus seduta alla fermata accanto a una signora. La ragazza
(emittente) chiede alla signora (ricevente): “Mi scusi, sa se il 68 è già passato?”
(messaggio). Nel farlo, si riferisce all’autobus 68 e al suo passaggio alla fermata in
cui si trova (referente). Trasmette il suo
messaggio attraverso l’aria (canale), impie-
gando la lingua italiana (codice), per otte-
nere un’informazione (scopo).
Il contesto situazionale (le due donne
stanno aspettando l’autobus alla fermata) e
quello culturale (entrambe sanno che il 68
è un autobus, che gli autobus passano da-
vanti alle fermate a orari regolari, che da
quella fermata specifica passa il 68 ecc.)
fanno sì che il messaggio possa essere com-
La comunicazione

preso correttamente dalla signora che, se è


a conoscenza dell’informazione richiesta,
se è stata attenta alla domanda, se ha voglia
di interagire con un’altra persona ed è cor-
10
tese, risponderà alla ragazza.

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Unità 1 - La comunicazione, i segni, la lingua

SI
INVAL
1 RICONOSCERE
· Tra i casi proposti, seleziona quelli che costituiscono un atto

PER INIZIARE
comunicativo.

a. b.

c. d.

e. f.

2 ANALIZZARE
·· Completa la seguente tabella inserendo elementi della
comunicazione plausibili.

MESSAGGIO EMITTENTE DESTINATARIO CONTESTO SCOPO

“Si avvisano i
gentili viaggia-
tori che il treno
regionale delle
informare
7:54 arriverà
con un ritardo
previsto di 10
minuti.”

lezione
insegnante
scolastica

potenziali
consumatori
La comunicazione

ragazza

10

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LIVELLO 5 - Comunicazione

SI
INVAL
3 ANALIZZARE
· · · Scrivi il significato possibile dei messaggi dati nei diversi
contesti, come nell’esempio.

Es. “Ne abbiamo fatta di strada!”

• contesto A: gruppo di amici in un rifugio di montagna, la sera

→ significato: abbiamo camminato molto


• contesto B: intervista a una band musicale affermata

→ significato: siamo cresciuti molto nel corso degli anni,
abbiamo percorso un lungo cammino


1. “Complimenti!”

• contesto A: festa di laurea di Federico

→ significato: 

• contesto B: la mamma ha scoperto l’ennesimo guaio combinato da


Federico

→ significato: 

2. “Mi ha attaccato un bottone.”

• contesto A: due amici parlano della festa della sera prima

→ significato: 

• contesto B: Diego parla con Susanna uscendo da una sartoria

→ significato: 

3. “Ragazze, svegliatevi!”

• contesto A: stanza d’hotel, la mattina in cui si torna a casa dalla


gita scolastica

→ significato: 

• contesto B: discussione tra amici

→ significato: 


La comunicazione

4. “Gli manca una rotella.”

• contesto A: quasi in partenza, Piero e Caterina scoprono che il


loro trolley si è rotto
10

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Unità 1 - La comunicazione, i segni, la lingua

→ significato: 

• contesto B: Piero e Caterina parlano di Simone

→ significato: 

Un universo di segni
I messaggi che trasmettiamo e riceviamo quando comunichiamo sono costituiti da se-
gni. Ma segni non sono soltanto gli elementi che utilizziamo per comunicare. Più in
generale, un segno è “qualcosa che sta per qualcos’altro”: un elemento percepibile attra-
verso i sensi (detto significante) che rimanda a un concetto, a un’immagine mentale
(detta significato). Sono segni i gesti di saluto, le parole, i segnali stradali, il calare della
luce alla fine del giorno, uno sbadiglio ecc. Tutti questi elementi materiali rimandano
infatti a un contenuto dotato di significato: la luce rossa del semaforo indica che dobbia-
mo fermarci, uno sbadiglio può significare sonno o noia, un abbraccio esprime general-
mente vicinanza e affetto ecc.
Alcuni segni sono artificiali e volontari, e costituiscono la base della comunicazione;
altri sono naturali e involontari, quindi privi di intenzione comunicativa: si pensi per
esempio all’addensarsi delle nuvole che preannuncia pioggia, al fumo in lontananza che
indica la presenza di un incendio, a un tic nervoso che può denotare agitazione ecc.
Questi fenomeni, tuttavia, non sono segni di per sé: per essere tale, un segno ha bisogno
di essere segno di qualcosa per qualcuno, ovvero per un essere in grado di percepirlo e
interpretarlo.
Noi esseri umani, come e più degli altri animali, viviamo letteralmente immersi in un
universo di segni: ne riceviamo, interpretiamo e produciamo in continuazione, spesso
senza neanche rendercene conto. Si possono distinguere segni di vario tipo, tra volonta-
ri e involontari.

TIPI DI SEGNI
esempio significato
segni visivi un cartello stradale di non si può passare
divieto di transito
rossore sulle guance di imbarazzo
qualcuno
segni acustici il suono del campanello c’è qualcuno alla porta

un tonfo qualcosa è caduto


segni tattili un bacio affetto, amore ecc.

fronte calda febbre


La comunicazione

segni olfattivi/gustativi odore di bruciato qualcosa si è bruciato

odori emanati da alcuni pericolo, possibilità di


animali in determinate accoppiamento ecc.
10 situazioni

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LIVELLO 5 - Comunicazione

Tipi di segni
I segni possono essere distinti in:
• indici: segni generalmente naturali e involontari, direttamente causati dal loro
oggetto: il fumo di un incendio, la stella polare indicante il Nord ecc.
• icone: segni caratterizzati da una forte somiglianza con ciò che rappresentano. Si
pensi per esempio al cartello che avvisa del pericolo di caduta massi per mezzo di
un’immagine stilizzata di rocce che cadono da una parete, al disegno di una casa,
che suggerisce ciò che rappresenta riproducendolo graficamente, o a
un’onomatopea, che riproduce per mezzo di lettere un suono determinato
• simboli: segni che non assomigliano all’oggetto rappresentato, arbitrari, frutto di
una convenzione all’interno di una data comunità. In questa categoria rientra la
maggior parte dei segni artificiali e volontari che produciamo e decodifichiamo
nella nostra vita quotidiana, tra cui i numeri, le note musicali, le parole

SI
INVAL
4 ABBINARE
· Abbina i segni della colonna di sinistra al loro significato nella
PER INIZIARE

colonna di destra.
1. Suono dell’antifurto di a. “Laggiù c’è un temporale”
una casa
b. “Ciao”, “a presto”,
2. Luce accesa “coraggio, fatti forza”
intermittente della ecc.
freccia destra di un
veicolo c. “Silenzio!”

3. Lampi in lontananza d. “È possibile che qualcuno


stia cercando di entrare
4. Movimento delle
senza chiavi”
bacchette di un
direttore d’orchestra e. “La luna sta oscurando il
sole visto dalla terra”
5. Eclissi solare
f. “Svolta a destra tra
6. Pacca sulla spalla
qualche secondo”
7. Bandiera a mezz’asta
g. “Lutto”
8. Cartello rotondo con
bordo rosso e numero h. “Questo è il tempo da
50 al centro seguire”

9. Dito indice accostato in i. Velocità massima


verticale a naso e bocca 50 km/h
La comunicazione

Due segni tra quelli indicati sono naturali e involontari e sono:


10

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Unità 1 - La comunicazione, i segni, la lingua

SI
INVAL
5 ANALIZZARE
·· Indica se i seguenti segni sono icone [IC], indici [IN]
o simboli [S].

1. IC   IN   S 2. IC   IN   S

3. IC   IN   S 4. IC   IN   S

5. IC   IN   S 6. IC   IN   S

EVVIVA!

Il codice
Il codice è un sistema convenzionale di segni e delle regole che presiedono al loro fun-
zionamento. Come abbiamo visto, si tratta di uno degli elementi fondamentali della
comunicazione: affinché questa abbia luogo, è necessario che l’emittente e il ricevente
condividano, almeno in linea generale, lo stesso codice, in modo che l’emittente possa
codificare il messaggio, cioè elaborarlo a partire dal sistema di riferimento, e il riceven-
te possa decodificarlo, ovvero comprenderlo e interpretarlo.
Tra i codici più usati troviamo per esempio il codice musicale, quello numerico decima-
le, il codice Morse e, naturalmente, la lingua (italiano, russo, arabo ecc.), costituita dai
segni linguistici e dalla grammatica che li governa.

I linguaggi e la lingua
La comunicazione

In generale il linguaggio può essere definito come la facoltà, comune agli esseri umani e
ad altre specie animali, di comunicare per mezzo di codici. Più nello specifico, i linguag-
gi possono essere verbali o non verbali.
10
Si dicono non verbali i linguaggi, usati dagli esseri umani e dagli animali, nei quali non

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LIVELLO 5 - Comunicazione

ci si serve di parole per comunicare. Si pensi per esempio al canto delle balene, alle co-
lorazioni assunte da numerose specie di uccelli per scopi determinati o alla tendenza dei
cani a marcare il territorio per comunicare con i propri simili.
Tra i linguaggi non verbali più usati dagli esseri umani troviamo il linguaggio gestuale
(posizione del corpo, movimenti delle mani, distanza dall’interlocutore ecc.) e quello
mimico (espressioni del volto e sguardo). Altri esempi di linguaggio non verbale umano
sono quello rappresentato dal codice iconico della segnaletica stradale, quello musicale
e quello numerico.
Con alcune eccezioni, i codici in cui si articolano i linguaggi non verbali tendono a es-
sere poveri, costituiti da pochi segni e poche regole: sono quindi in grado di trasmettere
un numero limitato di messaggi e non sempre in modo chiaro.
Al contrario il linguaggio verbale, cioè il linguaggio basato sulle parole, permette di
esprimere messaggi anche molto complessi, adatti a qualunque scopo, situazione, stato
d’animo. Prerogativa dei soli esseri umani, il linguaggio verbale è uno strumento al con-
tempo straordinariamente ricco ed economico: esso è strutturato in modo da esprimere
significati potenzialmente infiniti a partire da un numero ridotto di segni.
Il linguaggio si basa sui segni linguistici e si realizza nelle diverse lingue, parlate dalle
varie comunità umane nelle diverse epoche e in punti distinti del pianeta: cinese, spa-
gnolo, italiano, serbo, latino ecc. Queste lingue vengono definite:
• storiche: perché sono il risultato di una lenta evoluzione attraverso il tempo
• naturali: perché i parlanti le hanno elaborate in modo spontaneo, non “a tavolino”,
come accade invece per le lingue artificiali (per es. l’esperanto)

Comunicare in modo efficace


“Comunicare in modo efficace” può significare molte cose diverse a seconda di che cosa
ci prefiggiamo attraverso la comunicazione. In generale si può dire che comunicare ade-
guatamente significa esprimere messaggi chiari in modo da non essere fraintesi e deco-
dificarli in modo pertinente.
La realtà comunicativa, tuttavia, mostra anche esempi di “buona comunicazione” in cui
questo non si verifica. Quando facciamo dell’ironia, per esempio, diciamo spesso l’op-
posto di ciò che intendiamo, o disorientiamo il destinatario con un gioco di parole che
provoca inizialmente una decodificazione errata del messaggio, per suscitare una rea-
zione di sorpresa e riso. Se la nostra intenzione è confondere qualcuno, “efficace” è l’atto
comunicativo che ci permette di raggiungere questo scopo, non un messaggio chiaro e
trasparente che il ricevente possa interpretare correttamente. E ancora: in un testo lette-
rario, apparenti “difetti” comunicativi quali l’ambiguità e l’oscurità possono costituire
preziosissimi strumenti espressivi.
La comunicazione è, in definitiva, qualcosa di complesso, in cui interviene una gran mol-
teplicità di variabili: per comunicare “bene” occorre quindi tener conto di numerosi ele-
menti, fittamente intrecciati tra loro. Nelle pagine seguenti ci concentreremo sulla comu-
nicazione linguistica, cioè vedremo com’è possibile comunicare in modo efficace per
mezzo di un testo, scritto o orale (vedi M12_U1), soffermandoci in particolare sugli scopi
della comunicazione, sulle caratteristiche del destinatario e sulla situazione comunicativa.
La comunicazione

Gli scopi della comunicazione


Come abbiamo visto, un atto comunicativo è sempre orientato a uno o più scopi. Comu-
nicare in modo efficace implica quindi stabilire che fine ci prefiggiamo quando produ-
10
ciamo un testo e cogliere lo scopo per il quale è stato prodotto quando invece ne siamo

10

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Unità 1 - La comunicazione, i segni, la lingua

i riceventi. In entrambi i casi è importante tener presente che lo scopo concorre a deter-
minare il testo stesso: ne orienta il linguaggio, la struttura, il contenuto.
Gli scopi di un testo possono essere i più vari: ottenere un’informazione, prendersi gioco
del destinatario, metterlo a proprio agio, suscitare il riso, attirare l’attenzione sull’emittente,
consolare qualcuno ecc. A volte lo scopo della comunicazione è manifesto; in altri casi
invece è più difficile da riconoscere, perché non è espresso chiaramente o non è univoco.
Oltre a uno scopo esplicito, infatti, gli atti comunicativi possono avere uno o più scopi
impliciti. Per esempio la frase “Brrr, che freddo!”, il cui scopo esplicito è quello di espri-
mere una sensazione, in un determinato contesto (per es.: cena in salotto con finestra
spalancata), può avere lo scopo implicito di indurre qualcuno dei presenti a chiudere la
finestra. Allo stesso modo, una domanda come “Ma non ti vergogni?” ha come scopo
implicito l’espressione di un’opinione (“Dovresti vergognarti”) e il messaggio di uno spot
pubblicitario (per es. “Lo shampoo Tal dei Tali dà brillantezza ai tuoi capelli”) ha lo
scopo implicito di persuaderci ad acquistare un determinato prodotto. Individuare lo
scopo esplicito ed eventuali scopi impliciti di un testo costituisce uno dei passaggi fon-
damentali della sua comprensione e interpretazione.

Le caratteristiche del destinatario


Quando si produce un testo, è fondamentale tener conto delle caratteristiche della per-
sona o del gruppo di persone a cui ci stiamo rivolgendo: del suo bagaglio di conoscenze,
della cultura da cui proviene, della sua padronanza della lingua impiegata, della sua
sensibilità e delle sue aspettative. Saper comunicare in modo efficace significa anche
saper modellare il messaggio in base a questa rete di variabili.
Se un passante che parla molto poco la nostra lingua ci chiede un’indicazione per strada e
gli rispondiamo in un italiano coltissimo, parlando molto velocemente e facendo molti
incisi, la comunicazione probabilmente non raggiungerà il suo scopo (farsi capire e aiuta-
re il passante ad arrivare a destinazione). Un messaggio adatto alle caratteristiche del de-
stinatario potrebbe essere, al contrario, una sequenza di frasi molto semplici accompagna-
ta da gesti delle mani e delle braccia per indicare con chiarezza la direzione da seguire.
Ciò che vale quando emettiamo un messaggio vale anche quando occupiamo il posto
del ricevente. Chiunque voglia comprendere a fondo un testo dovrà chiedersi per che
tipo di destinatario è stato concepito, ovvero a chi si rivolge e anche, di conseguenza, chi
“lascia fuori”. Spesso compiamo quest’operazione senza nemmeno rendercene conto:
leggendo un articolo scientifico scritto in linguaggio specialistico e ricco di allusioni a
conoscenze specifiche, intuiamo di essere di fronte a un testo “per addetti ai lavori”;
mentre se ascoltiamo una storia di maghi e fate narrata in un linguaggio semplice e in
tono affettivo comprendiamo che si tratta probabilmente di una fiaba per bambini.

La situazione comunicativa
Anche la situazione comunicativa influisce in modo determinante sulla forma del mes-
saggio. Il modo in cui si comunica per esempio nel corso di una lezione, in una conver-
sazione via chat o in un’aula di tribunale è necessariamente diverso: alcuni contesti sono
La comunicazione

caratterizzati da codici comunicativi propri (si pensi all’uso di abbreviazioni ed emoti-


con in una chat; ai modi di dire scherzosi condivisi da un determinato gruppo di perso-
ne ma incomprensibili per altri; alle formule per rivolgersi al giudice durante un proces-
so) e in generale situazioni comunicative diverse richiedono registri diversi (vedi
10
M11_U2). In una conversazione con un’amica intima, per esempio, sarebbe inusuale

11

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LIVELLO 5 - Comunicazione

impiegare un registro aulico e colto, così come non è raccomandabile, nel corso dell’esa-
me di maturità, rivolgersi all’ispettore in un registro basso e gergale. Naturalmente i
registri previsti per i diversi contesti possono essere sovvertiti per vari scopi (per esem-
pio impiegando un linguaggio iperformale in un contesto familiare, per ridere, o un
linguaggio molto basso, in un contesto formale, per provocare il destinatario). Ciò che
conta, in ogni caso, è padroneggiare i registri previsti dalle diverse situazioni per poter-
ne scegliere uno adatto ai nostri scopi in modo consapevole.
Anche il tono ha un’importanza fondamentale affinché la comunicazione vada a buon
fine: se chiedo un favore a qualcuno in un tono aggressivo e minaccioso, difficilmente
otterrò ciò che desidero, e se difendo un’opinione con argomenti solidi ma nel farlo im-
piego un tono ironico o canzonatorio, la mia argomentazione perderà probabilmente di
credibilità.

Da tutto quel che si è detto emerge che nella comunicazione conta “l’io”, ma ancora di
più conta “l’altro”: la persona con cui parlo, il pubblico a cui mi rivolgo, il contesto in cui
mi trovo, con i suoi codici e i suoi usi. Lungi dall’essere una mera operazione linguistica,
infatti, la comunicazione è sempre un fatto sociale, che coinvolge necessariamente al-
meno due persone.
Per comunicare attraverso la lingua in modo efficace non basta quindi esprimersi in
modo grammaticalmente corretto: occorre tener conto di tutte le variabili che abbiamo
esaminato (a chi si parla/scrive, dove, in che contesto, con che scopo, attraverso che ca-
nale) e in base a esse costruire il messaggio che vogliamo trasmettere. Questa operazio-
ne avviene spesso senza che ce ne rendiamo conto: difficilmente rivolgendoci a un ca-
meriere in un ristorante ci verrebbe in mente di dire una frase come “Questo vino fa
schifo forte, ma dove l’avete preso?” o come “Fossi in Lei stapperei un’altra bottiglia, e di
corsa, essendo questa a dir poco imbevibile”. Diremmo invece, senza stare a rifletterci
troppo, qualcosa come “Sarebbe così gentile da portarci un’altra bottiglia? Temo che
questa sappia di tappo”.
Non sempre, tuttavia, la costruzione del messaggio in base alle diverse variabili è sem-
plice e immediata. Soprattutto in testi complessi, in particolare se scritti, comunicare
bene è un’abilità che va appresa mediante la riflessione e la pratica, e che attraverso la
riflessione e la pratica può essere resa sempre più agile e “naturale”.

6 ANALIZZARE
· Per ogni messaggio indica lo scopo esplicito e quello implicito.
PER INIZIARE

1. “In attesa di una Vostra cortese risposta, rimango a disposizione


per ulteriori informazioni e per un eventuale colloquio
conoscitivo.” (contesto: lettera di accompagnamento al
curriculum vitae)
• s. esp.: 

• s. imp.: 

2. “Cioè io dovrei chiedere scusa a lei? Ma stai scherzando?”


La comunicazione

(contesto: conversazione tra amici)


• s. esp.: 

• s. imp.: 
10

12

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Unità 1 - La comunicazione, i segni, la lingua

3. “Stanchi di affettare a mano zucchine, patate, cetrioli? Ci pensa


l’affettaverdure Cucinex!” (contesto: pubblicità)
• s. esp.: 

• s. imp.: 

4. “La mangi tutta quella pizza?” (contesto: pranzo tra amici)


• s. esp.: 

• s. imp.: 

5. “Siamo spiacenti, l’Azienda si vede nella necessità di effettuare


al più presto una razionalizzazione del personale, che
coinvolgerà anche dipendenti di vecchia data come Lei.”
(contesto: colloquio tra responsabile delle risorse umane e
dipendente in un’azienda)
• s. esp.: 

• s. imp.: 

SI
INVAL
7 ANALIZZARE
·· Tra i messaggi dati, seleziona quelli adatti allo scopo, al
destinatario, al contesto, e riscrivi quelli che invece non sono
adatti, come nell’esempio.
ADATTO
Es. “Questa gonna ti sta malissimo!”
• destinatario: amica
• contesto: spogliatoio di un negozio di abbigliamento

→  Mmmmh, secondo me ti stava meglio l’altra gonna.


1. “Che baccano, perché non andate a litigare da un’altra
parte invece di rovinarci il film?”

• destinatario: vicini di poltrona


• contesto: sala cinematografica, durante la proiezione
di un film

→
2. “Si avvisa la gentile clientela che il ristorante rimarrà
chiuso per ferie fino al 6 gennaio.”
La comunicazione

• destinatario: passanti
• contesto: avviso sulla porta

→
10

13

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LIVELLO 5 - Comunicazione

3. “In nome del popolo italiano si dichiara l’imputato non


colpevole del reato contestatogli perché il fatto
non sussiste.”
• destinatario: imputato, avvocati e pubblico
• contesto: processo

→
4. “PESSIMISMO: tendenza a vedere tutto nero e a pensare
che la vita è uno schifo e che tutto va sempre
a finire male.”
• destinatario: pubblico generale
• contesto: dizionario

→

8 PRODURRE
· · · Per ogni situazione, scrivi un messaggio adatto.
Es. emittente: mister della squadra • destinatario: giocatori •
scopo: incoraggiare • contesto: discorso prima della partita
→ messaggio:  “Forza ragazzi! Gioco di squadra e
determinazione!”

1. emittente: ministro • destinatario: cittadini • scopo: comunicare


le proprie dimissioni • contesto: discorso in conferenza stampa
→ messaggio: 

2. emittente: operatrice telefonica assistenza clienti • destinatario:


cliente • scopo: informarsi circa il motivo della richiesta di
assistenza • contesto: servizio clienti
→ messaggio: 

3. emittente: Claudia • destinatario: amico • scopo: esprimere la


propria vicinanza e solidarietà • contesto: momento difficile per
l’amico
→ messaggio: 

4. emittente: giornalista • destinatario: radio spettatori • scopo:


informare sulla situazione del traffico nelle autostrade • contesto:
La comunicazione

giornale radio
→ messaggio: 


10

14

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MAPPA
UNITÀ 1

LA COMUNICAZIONE

AVVIENE QUANDO UN MESSAGGIO VIENE INTENZIONALMENTE TRASMESSO


E SI PARLA DI “ATTO COMUNICATIVO”

QUANDO UN

INDIRIZZATO
EMITTENTE A UN DESTINATARIO

CHE HA UNO SCOPO

EMETTE UN
EMESSO
IN UN CONTESTO

LINGUISTICO
MESSAGGIO

EXTRALINGUISTICO
(SITUAZIONALE E
CULTURALE)
CHE SI
RIFERISCE
A UN EMESSO
CANALE
ATTRAVERSO UN

ESPRESSO
REFERENTE CODICE
CON UN

15

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MAPPA
UNITÀ 1

IL SEGNO

GENERICAMENTE: È “QUALCOSA CHE STA PER QUALCOS’ALTRO”

NELLA COMUNICAZIONE: È ALLA BASE DEI MESSAGGI CHE TRASMETTIAMO


E RICEVIAMO

È COSTITUITO PUÒ ESSERE


DALL’INTERAZIONE
TRA

SIGNIFICANTE ARTIFICIALE
(ELEMENTO PERCEPIBILE E VOLONTARIO
ATTRAVERSO I SENSI)

E NATURALE
E INVOLONTARIO

SIGNIFICATO
(CONCETTO A CUI RIMANDA
IL SIGNIFICANTE)

16

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PUÒ ESSERE PUÒ ESSERE

VISIVO UN INDICE

la stella polare che indica il Nord

ACUSTICO

UN’ICONA

TATTILE
cartello pericolo caduta massi,
onomatopee ecc.

OLFATTIVO/
GUSTATIVO
UN SIMBOLO

numeri, note, parole

17

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MAPPA
UNITÀ 1

IL CODICE

È UN SISTEMA CONVENZIONALE DI SEGNI E REGOLE

SERVE PER

CODIFICARE DECODIFICARE
(= ELABORARE) UN MESSAGGIO (= COMPRENDERE) UN MESSAGGIO

IL LINGUAGGIO

È LA FACOLTÀ DI COMUNICARE PER MEZZO DI CODICI

PUÒ ESSERE

NON VERBALE mimica, musica, segnaletica ecc.

SI REALIZZA
VERBALE LINGUA
NELLA

LA COMUNICAZIONE EFFICACE

DEVE TENERE CONTO DI

SCOPO
TONO
DESTINATARIO INSIEME
DEFINISCONO
REGISTRO
SITUAZIONE
COMUNICATIVA

18

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Livello 6

Lessico

Missione itaca.academy

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11 IL LESSICO
Lessico

La formazione delle parole

11 Varietà dell'italiano

Il significato delle parole

Testualità

Il testo e le sue caratteristiche:


coesione e coerenza

Tipologie testuali: testo


descrittivo e testo narrativo
12
Tipologie testuali: testo
regolativo, testo espositivo
e testo argomentativo

Testi che rielaborano altri testi:


il riassunto e la parafrasi
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Missione

11 IL LESSICO

Gli argomenti sensibili (media nazionale su Itaca online)


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UNITÀ
La formazione delle parole
Varietà dell’italiano
Il significato delle parole

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2 LEZIONI SU
http://itaca.academy 30’

UNITÀ 1 La formazione delle


parole
Le parole e il lessico
Le parole sono i “mattoni” di cui è formata una lingua, con i quali è possibile costruire
le frasi e i testi, per comunicare con gli altri, esprimere emozioni e sentimenti, difendere
un’opinione, creare mondi di fantasia ecc. In una lingua, le parole sono le più piccole
unità dotate di significato autonomo, sia che si tratti di parole con un significato pieno,
come albero, acqua, solitudine, Irene ecc., sia che si tratti di parole “vuote”, come del, su,
gli, quindi, perché ecc. (vedi M11_U3).

Il lessico è l’insieme delle parole di una determinata lingua. Si tratta di un insieme aperto e
in continua evoluzione: nel corso del tempo infatti i parlanti possono creare parole nuove,
per definire nuovi concetti o per ridefinire concetti già noti (bullizzare, petaloso, antieuro-
peismo, autostima ecc.); altre parole possono essere importate da altre lingue (link, prêt-à-
porter, wok, siesta); altre ancora possono modificarsi, nella forma (melancolia → malinco-
nia) o nel significato (collaudare oggi indica l’eseguire prove per verificare i requisiti di
un’apparecchiatura, una costruzione ecc., ma fino al Settecento significava “lodare”); altre
parole, infine, possono cadere in disuso (buonamano: mancia; atro: scuro).

La struttura delle parole


Nella sezione grammaticale abbiamo visto che le parole sono costituite da unità minime
dette fonemi (i suoni) che permettono di distinguerle le une dalle altre, trascritte me-
diante grafemi, ovvero lettere (g-a-t-t-o, f-u-o-r-i ecc.), a loro volta raggruppabili in sil-
labe (vedi vol. A, M1_U1, U2).
Nella lingua italiana le parole variabili (nomi, aggettivi, la maggior parte dei pronomi,
verbi) possono essere anche scomposte in elementi più complessi, portatori di significa-
to e di informazioni grammaticali, detti morfemi. Le due parti fondamentali delle paro-
le variabili sono:
• la radice, che contiene il significato lessicale e non varia
nav-e, grig-i, prend-i, quest-e ecc.
• la desinenza, che varia, fornendo le informazioni grammaticali (il genere e il
numero per i nomi, gli aggettivi e alcuni pronomi; e il tempo, il modo, la persona e
il lessico

il numero per i verbi)


11
nav-e, grig-i, prend-i, quest-e ecc.

21

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LIVELLO 6 - Lessico

RADICE
contiene il significato
gatt- fondamentale: animale
domestico, mammifero ecc.

GATTO +
DESINENZA
fornisce informazioni
-o grammaticali: in questo
caso il genere (maschile) e il
numero (singolare)

La formazione delle parole


Le parole italiane si dividono in parole appartenenti a classi chiuse (articoli, preposizio-
ni, pronomi, congiunzioni, aggettivi determinativi, diverse tipologie di avverbio) e pa-
role appartenenti a classi aperte (nomi, aggettivi qualificativi, verbi, alcune tipologie di
avverbio). Sono aperte le classi di parole che possono essere arricchite indefinitamente
mediante la formazione di parole nuove. In base al modo in cui si sono formate, le pa-
role appartenenti a classi aperte si dividono in:
• primitive: non derivano da altre parole italiane: giallo, famiglia, dire ecc.
• derivate: si sono formate aggiungendo a un’altra parola italiana un morfema detto
affisso, che può essere un prefisso (in-competente, de-forestare, s-cortese ecc.) o un
suffisso (drogh-ier-e, fior-ai-a, fru-ibil-e ecc.)
• alterate: sono un particolare tipo di parole derivate, formate mediante l’aggiunta di
suffissi alterativi (boccon-cin-o, cavall-ucci-o, man-on-a ecc.)
• composte: si sono formate mediante l’unione di due o più parole (sali-scendi,
rosso-nero, caccia-vite ecc.)
• abbreviate: si sono formate abbreviando un’altra parola (fotografia → foto)

SI
INVAL
1 RICONOSCERE E ANALIZZARE
· In ognuna delle seguenti parole, sottolinea la radice e cerchia la
PER INIZIARE

desinenza. Poi indica quali informazioni fornisce la desinenza,


come nell’esempio.
Es. nuvole: femm. plur.

• saluti: • dorme:
• nessuna: • tiepido:
• lettere: • gentile:
• scàppino: • quello:
il lessico

• bottoni: • degna:
11

22

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Unità 1 - La formazione delle parole

2 RICONOSCERE
·· Tra le parole date, cerchia quelle primitive.
fissazione • bluastro • linea • bere • bassezza • caporeparto •
fioritura • manine • rugiada • cura • terracotta • veloce • ginocchio •
intimità • disobbedienza • fornello • estasi

La derivazione
In italiano la derivazione è il meccanismo di formazione delle parole più produtti-
vo. Consiste nell’aggiungere a una parola di base un elemento modificatore detto
prefisso quando è posto prima della base, e suffisso quando è posto dopo, e in al-
cuni casi un prefisso e un suffisso. La parola derivata che si genera è legata alla pa-
rola di partenza da un tratto semantico (cioè relativo al significato) fondamentale,
ma ha un significato diverso. Osserva gli esempi:
cortese → scortese: s - cortes - e (= il contrario di cortese)
prefisso base desinenza

acqua → acquerello: acqu - erell - o (= pittura con colori diluiti con acqua)
base suffisso desinenza

trovare → introvabile: in - trov - abil - e (= che non si riesce a trovare)


prefisso base suffisso desinenza

Derivazione mediante suffisso


Le parole derivate mediante suffisso si ottengono aggiungendo un modificatore dopo la
radice della parola primitiva o, in alcuni casi, dopo una parola derivata o composta pri-
vata della sua desinenza.
foglia (prim.) → fogliame (der.) (radice + suffisso + desinenza)
intenzione (prim.) → intenzionale (der.) (radice + suffisso + desinenza) →
intenzionalità (der.) (radice + suffisso + suffisso)

I suffissi possono essere aggiunti a nomi, aggettivi, verbi e in alcuni casi ad avverbi, e la
parola derivata può appartenere alla medesima categoria grammaticale della parola di
base o a un’altra. Per esempio, da un nome può derivare un altro nome (scacco → scac-
chiera), ma da un nome possono anche derivare un aggettivo (coraggio → coraggioso),
un verbo (alba → albeggiare), un avverbio (gatto → gattoni); da un aggettivo possono
derivare un nome (bello → bellezza), un verbo (vivace → vivacizzare), un avverbio (in-
tenso → intensamente) ecc.
In alcuni casi, la formazione della parola derivata provoca alcune modifiche nella radi-
ce: nuovo → novità (si perde il dittongo uo nella radice); parco → parcheggiare (si ag-
giunge una h alla radice per mantenere il suono duro della c) ecc.

Alcuni nomi derivati sono detti “a suffisso zero” perché si formano, a partire da ver-
il lessico

bi, senza l’aggiunta di alcun suffisso. Si ottengono sostituendo la desinenza dell’infini-


11 to (-are, -ere, -ire) con la desinenza -o / -a: abbandonare → abbandono; modificare →
modifica.
23

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LIVELLO 6 - Lessico

Pur non avendo un significato autonomo, i suffissi portano generalmente un significato


o una gamma di significati o svolgono una funzione grammaticale determinata. Vedia-
mo i suffissi derivativi più comuni.

SUFFISSI CHE FORMANO NOMI O AGGETTIVI


suffisso (+ desinenza) significato/funzione esempi

-abile, -ibile possibilità, attitudine mangiabile (= che può essere


(in aggettivi derivati da verbi) mangiato)
sopportabile (= che può essere
sopportato)
-aggine qualità astratte testardaggine, dabbenaggine
-aio/a persona che svolge una vasaio, burattinaia
determinata attività o
mestiere
-aio, -aia luogo contenente qualcosa pollaio, topaia, ghiacciaia
(in nomi derivati da nomi)
-ano/a, -iano/a proveniente da italiana, egiziano, brasiliano
(in nomi derivati da verbi o da
aggettivi)
-anza, -enza qualità astratte lontananza, alternanza,
(in nomi derivati da verbi o da accoglienza
aggettivi)
-erìa negozio, laboratorio, attività libreria, birreria, cartoleria
(in nomi derivati da nomi, da commerciale
aggettivi o da verbi)
nomi collettivi argenteria, chincaglieria
nomi astratti, spesso con poltroneria, porcheria
sfumatura dispregiativa

-ese proveniente da, di un albanese, pugliese, milanese


(in aggettivi derivati da nomi) determinato luogo
-ezza qualità astratte bellezza, ampiezza
(in nomi derivati da aggettivi)
-ìa qualità astratte o stati pazzia, allegria
(in nomi derivati da aggettivi)
-iere/a attività, mestieri cameriere/a, infermiere/
-iere, -iera oggetti, strumenti tagliere, fioriera
(in nomi derivati da nomi)
-ino/a di, relativo a cenerino
(in aggettivi derivati da nomi
mestieri contadino, postina
e in nomi derivati da verbi e
da nomi) di un determinato luogo cosentino, marocchina
-ismo ideologie, movimenti capitalismo, menefreghismo,
(in nomi derivati da nomi, da culturali, visioni del mondo
il lessico

anarchismo, Surrealismo
aggettivi, da verbi o da
11 avverbi)

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Unità 1 - La formazione delle parole

SUFFISSI CHE FORMANO NOMI O AGGETTIVI

-ista chi svolge l’attività, socialista, buddhista, turista


(in nomi derivati da nomi) condivide un’ideologia o ha
le caratteristiche espresse
da un nome in -ismo
mestieri autista, farmacista,
fisioterapista

-istico/a aggettivi perlopiù connessi giornalistico, turistico


(in aggettivi derivati da nomi) con i nomi in -ista
-ità, -età qualità astratta modernità, complessità
(in nomi derivati da aggettivi)
-ite, -oma, -osi condizioni patologiche, polmonite, fibroma, nevrosi
(in nomi derivati da nomi) malattie, sindromi
-mento azioni pagamento, cambiamento
(in nomi derivati da verbi)
-oso/a presenza o abbondanza difficoltoso, coraggiosa
(in aggettivi derivati da nomi) della qualità espressa dal
nome da cui derivano
-tore/trice, -sore/itrice/ mestieri, attività giocatore, allenatrice, incisore
sora
(in nomi derivati da verbi)
-ura qualità astratte, azioni bravura, frittura
(in nomi derivati da aggettivi
o verbi)
-zione, -sione, -ssione azioni informazione, corrosione
(in nomi derivati da verbi)

SUFFISSI CHE FORMANO AVVERBI


suffisso esempi

-mente chiaramente, facilmente, dolcemente


(da aggettivi)
-oni bocconi, penzoloni, ginocchioni
(da nomi e verbi)

SUFFISSI CHE FORMANO VERBI


(suffisso +) desinenza esempi

-are archiviare, catalogare, curiosare


(da nomi o aggettivi)
-ire colpire, stranire
(da nomi o aggettivi)
-ificare, izzare purificare, reclamizzare
(da nomi o aggettivi)
il lessico

-eggiare ondeggiare, rosseggiare, indietreggiare


11 (da nomi, aggettivi, avverbi)

25

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LIVELLO 6 - Lessico

Derivazione mediante prefisso


Le parole derivate mediante prefisso si ottengono aggiungendo un modificatore prima
della radice della parola di base, che può essere una parola primitiva o una parola a sua
volta derivata da un’altra.
fare (prim.) → rifare (der.) (prefisso + radice + desinenza)
concepire (prim.) → concepibile (der.) (radice + suffisso + desinenza) →
inconcepibile (der.) (prefisso + radice + suffisso + desinenza)

I prefissi possono essere aggiunti a nomi, aggettivi, verbi e in alcuni casi ad avverbi. La
parola derivata tramite prefisso appartiene sempre alla stessa categoria grammaticale
della parola da cui deriva. Ciò significa che da un nome può derivare solo un altro nome
(informazione → disinformazione), da un aggettivo un altro aggettivo (cortese → scorte-
se), da un un verbo un altro verbo (stabilizzare → destabilizzare). Anche i prefissi, come
i suffissi, sono portatori di un significato o una gamma di significati.

I PREFISSI DERIVATIVI PIÙ COMUNI


prefisso significato esempi

a- non apolitico, acritico


ante-, anti- prima, davanti antesala, antivigilia
bi-, bis- due volte bisettimanale, bisnonna
con- insieme concorrere, coabitare,
(davanti a parole che iniziano collaborare, compatire,
per vocale: co- corresponsabile
per l: col-
per b, m, p: com-
per r: cor-)

contro-, contra- contro controcorrente,


(dopo contra- la consonante contraccolpo
raddoppia)
de-, dis- non decomporre,
processo inverso decompressione, disadatto,
disparità, disidratazione

extra- fuori da extrascolastico, extralarge


in- non inorganico, illogico,
(davanti a parole che iniziano impietoso, irreale
per l: il-
per b, m, p: im-
per r: ir-)
inter- in mezzo internazionale, interporre
iper- di grandi dimensioni, molto, in ipertensione, ipercritico
eccesso
ri-, re- di nuovo riproporre, reinterpretare
s- non sgradito, svantaggio
il lessico

stra- molto, troppo strafare, strabuono


11 sub- sotto, inferiore a subtropicale, subaffitto

26

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Unità 1 - La formazione delle parole

Derivazione mediante prefisso e suffisso


Alcune parole derivate si originano mediante l’aggiunta simultanea alla parola di base di
un prefisso e di un suffisso (o di una desinenza, nel caso dei verbi).

mancare → im - manc - abil - e


prefisso base suffisso desinenza

Queste parole sono dette parasintetiche e possono essere nomi, aggettivi o verbi. Si
distinguono da altre parole formate con più affissi perché togliendo il prefisso o il suf-
fisso a una parola parasintetica si ottengono parole inesistenti (non esistono *immanca-
re, né *mancabile). Altre parole come scortesia, al contrario, pur presentando un prefisso
e un suffisso non sono parasintetiche, essendo il frutto di derivazioni l’una successiva
all’altra (per es.: cortese → s-cortese → s-cortes-ia).
La categoria più ricca di parole parasintetiche è costituita da verbi. I verbi parasintetici
sono verbi della 1a e della 3a coniugazione derivati da aggettivi o nomi mediante l’ag-
giunta di un prefisso e della desinenza verbale.

PREFISSI E VERBI PARASINTETICI


prefisso esempi

a- (terra) atterrare
(la consonante seguente
(rosso) arrossire, (bello) abbellire
raddoppia)
de-, di-, dis- (classe) declassare, (bosco) disboscare
in- (fastidio) infastidire, (grande) ingrandire,
(davanti a (languido) illanguidire, (barca) imbarcare, (rigido) irrigidirsi
l: il-
b, m, p: im-
r: ir-)
ra- (triste) rattristare, (vivo) ravvivare, (toppa) rattoppare
(la consonante seguente
raddoppia)
rin- (casa) rincasare, (giovane) ringiovanire
s- (vite) svitare, (bianco) sbiancare
tra- / tras- (secolo) trasecolare, (bordo) trasbordare

SI
INVAL
3 ANALIZZARE
·· Indica se le seguenti parole sono derivate mediante suffisso [S],
PER INIZIARE

prefisso [P] o entrambi [PS] e in ognuna cerchia il prefisso e/o


il suffisso (+ la desinenza).
povertà [ ] • scomodo [ ] • impaginazione [ ] • insicuro [ ] •
testardaggine [ ] • fogliame [ ] • vespaio [ ] • disfunzione [ ] •
istintivo [ ] • velocemente [ ] • condividere [ ] • bocconi [ ] •
infermiera [ ] • spolverare [ ] • batterico [ ] • peschereccio [ ]
il lessico

• subaffitto [ ]
11

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LIVELLO 6 - Lessico

4 PRODURRE + LESSICO
·· Per ogni parola data, scrivi il maggior numero possibile di
derivati (dalla parola primitiva o da parole derivate), mediante
prefisso, suffisso o entrambi, come nell’esempio.
Es. ragione: ragionare, ragioniere, ragionevole, ragionevolezza,
sragionare, irragionevole, ragionevolmente, ragionamento


1. freddo: 

2. scontrare: 

3. coordinare: 

4. agio: 

5. timido: 

6. corte: 

SI
INVAL
5 COMPLETARE + LESSICO
·· Completa le frasi sottolineando il derivato corretto. Attenzione:
in alcuni casi l’opzione errata è una parola inesistente, in altri
esiste ma ha un significato non adatto al contesto.

1. Secondo me la vera eleganza richiede un pizzico di lieve e voluta


trasandataggine / trasandatezza. 2. Si è iscritta al corso di studi in
progettazione e coordinamento / coordinazione dei servizi
educativi. 3. Nel corso dell’ultimo anno si sono ottenuti risultati
ragguardabili / ragguardevoli. 4. Hanno accettato, seppure con una
certa riluttaggine / riluttanza. 5. Per ballare in coppia è necessario
avere grande coordinamento / coordinazione e intesa /
intendimento. 6. A volte penso che tu sia troppo comprensivo /
comprensibile con i tuoi allievi! 7. Mi lascia allibita la
spregiudicazione / spregiudicatezza delle sue decisioni. 8. Ci ha
il lessico

dato un esempio di caparbietà / caparbiezza davvero notevole.


11

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Unità 1 - La formazione delle parole

SI
INVAL
6 TR ASFORMARE E ANALIZZARE
·· Forma i derivati delle parole date concordi con la definizione tra
parentesi, poi indica se hai impiegato un prefisso [P], un suffisso
[S], una desinenza [D] o un prefisso e una desinenza [PD], come
nell’esempio.
P S D PD
Es. adorno → disadorno (il contrario di adorno)

1. sfacciato →
(nome: qualità astratta: essere sfacciati)

2. nervoso →
(verbo: rendere nervoso)

3. sociale →
(agg.: il contrario di sociale)

4. azione →
(nome: azione reciproca tra cose/persone)

5. deplorare →
(agg.: che merita di essere deplorato)

6. conforme →
(nome: la tendenza a conformarsi)

7. conforme →
(nome: la tendenza opposta)

8. base →
(verbo: collocare su una base)

9. contento →
(nome: essere contenti)

10. contento →
(nome: il sentimento opposto)

11. gatto →
(avverbio: a quattro zampe)

12. freddo →
(verbo: far diventare freddo)

13. freddo →
(nome: diminuzione della temperatura)

14. superficie →
(agg.: di superficie)

15. superficie →
il lessico

(nome: qualità astratta)


11

29

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LIVELLO 6 - Lessico

L’alterazione
L’alterazione è un tipo particolare di derivazione che consiste nell’aggiunta alla parola di
base di suffissi alterativi, cioè di suffissi che non modificano completamente il significa-
to della parola bensì lo alterano introducendo una particolare sfumatura di significato.
Generano molti nomi, come macchina → macchinone, diversi aggettivi, come bello →
bellino, alcuni avverbi, come male → malaccio (vedi rispettivamente M2_U3, U6 e M5_U1)
e alcuni verbi, come fischiare → fischiettare.

SUFFISSI ALTERATIVI

sfumatura suffissi alterativi (+ desinenza) esempi


significato
diminutivi piccolo -ino, -ncino, -etto, -ello, lucina, venticello,
-icello, -icciolo, -icino, porticciolo, piccino,
-otto, -erello, -uccio orsacchiotto
accrescitivi grande -one, -accione, -acchione librone, omaccione,
furbacchione
vezzeggiativi affetto, simpatia, -ino, -etto, -uccio / -uzzo, occhietti, boccuccia
tenerezza -acchiotto
peggiorativi / antipatia, -accio, -azzo, -astro, tempaccio, poetastro,
dispregiativi disprezzo -ucolo, -uncolo, -onzolo, sempliciotto,
-otto, -iciattolo mostriciattolo

attenuativi -astro, -iccio, -igno, -occio, verdastro, rossiccio,


(soprattutto con -ognolo belloccio, giallognolo
aggettivi riferiti a
colori)

La scelta del suffisso per le singole parole dipende dall’uso (per es. come diminutivi di
bacio si impiegano bacino o bacetto, non *bacello) e la sfumatura di significato della
parola alterata può variare molto a seconda del contesto. Spesso, per esempio, i diminu-
tivi contengono anche una sfumatura vezzeggiativa, di affetto e tenerezza, ma alcuni, in
determinati contesti, possono essere impiegati in senso dispregiativo (un omino qualun-
que); allo stesso modo un suffisso peggiorativo può essere connotato in senso positivo
(Che colpaccio!) o un suffisso accrescitivo può esprimere un significato vezzeggiativo (il
mio fratellone).
Dal punto di vista grammaticale va ricordato che:
• alcune parole ammettono suffissi diminutivi “doppi”: libro → libretto → librettino;
pazzo → pazzerello → pazzerellone
• alcuni nomi femminili danno origine ad accrescitivi di genere maschile: donna →
donnone; porta → portone ecc.
• alcuni alterati hanno assunto nel tempo un significato autonomo rispetto alla parola
di partenza, per cui vengono considerati derivati, non alterati: fumo → fumetto;
spago → spaghetto; posta → postino ecc. Altri nomi invece presentano terminazioni
il lessico

casualmente identiche ai suffissi alterativi, ma non sono frutto di alterazione:


burrone (non è un grande burro); basetta (non è una piccola base); tacchino (non è
11
un piccolo tacco) ecc. In entrambi i casi si parla di falsi alterati (vedi vol. A, M2_U3)

30

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Unità 1 - La formazione delle parole

I verbi alterati sono molto pochi e appartengono tutti alla prima coniugazione, indi-
pendentemente dalla coniugazione del verbo di base (dormire → dormicchiare). Si for-
mano con alcuni suffissi che esprimono generalmente una sfumatura attenuativa o peg-
giorativa.

I PREFISSI DEI VERBI ALTERATI

-(er/ar)ellare (saltare) salterellare, (giocare) giocherellare

-ettare, -ottare (fischiare) fischiettare, (parlare) parlottare

-icchiare, -acchiare, (dormire) dormicchiare, (rubare) rubacchiare,


-ucchiare (mangiare) mangiucchiare

SI
INVAL
7 COMPLETARE E ANALIZZARE
· Completa le seguenti frasi con le parole alterate appropriate, poi
PER INIZIARE

indica se hanno valore diminutivo [D], accrescitivo [AC],


vezzeggiativo [V], peggiorativo [P] o attenuativo [AT].
D AC V P AT
1. Un foglio piccolo è un .

2. Un pessimo carattere è un
.

3. Qualcosa di colore tendente al bianco è


.

4. Qualcosa che è andato abbastanza bene è andato


.

5. Un albero piccolo è un .

6. L’alluce viene chiamato popolarmente


.

7. Il cucciolo di lupo è un .

8. Qualcosa di un po’ umido è .

9. Un caldo piacevole è un bel


.

10. Una faccia grande è un .

11. Un ladro che commette piccoli furti è un


.

12. Cantare sottovoce o a tratti si dice


il lessico

.
11

31

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LIVELLO 6 - Lessico

SI
INVAL
8 RICONOSCERE
·· Nella seguente lista sono presenti cinque falsi alterati:
individuali e sbarrali.
partaccia • limone • brodino • furbetto • pulcino • amicone •
grigiastro • ossicino • aquilone • focaccia • pinzetta • paffutello •
benino • amorazzo • poetucolo • nasello • posticino

La composizione
La composizione è un modo di formazione delle parole consistente nell’unire due o più
parole esistenti in modo da formare una parola nuova. Per esempio: copriletto = copri +
letto; mezzaluna = mezza + luna ecc.
Le parole composte possono essere divise nelle seguenti sottocategorie:
• parole composte propriamente dette
• parole composte con elementi greci e latini (prefissoidi e suffissoidi)
• conglomerati
• parole macedonia
• voci polirematiche
• sigle

Le parole composte propriamente dette


Sono parole originate dalla fusione in un’unica parola di due o più parole esistenti e
dotate di significato autonomo. La parola composta ha un significato diverso da quello
delle due parole che la compongono. Dal punto di vista grammaticale, le parole compo-
ste possono essere nomi, aggettivi, verbi.

LE PAROLE COMPOSTE
composizione esempi

nome + nome pesce + cane → pescecane


nome + aggettivo cassa + forte → cassaforte
aggettivo + nome mezzo + giorno → mezzogiorno
aggettivo + aggettivo sacro + santo → sacrosanto
verbo + nome aspira + polvere → aspirapolvere
preposizione/avverbio + nome sotto + bosco → sottobosco
avverbio + verbo male + dire → maledire
nome + verbo capo + volgere → capovolgere
avverbio + aggettivo sempre + verde → sempreverde
il lessico

verbo + avverbio posa + piano → posapiano


11

32

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Unità 1 - La formazione delle parole

Non esiste una correlazione univoca tra le parole che formano un composto, la loro
posizione nel composto e la relazione sintattica che le lega, cioè non c’è una regola fissa,
quindi il significato di ogni composto è a sé. Osserva gli esempi:
dormiveglia: stato tra il dormire e la veglia
capocuoco: capo dei cuochi
pescespada: pesce la cui mascella è simile a una spada
altoparlante: strumento per parlare alto, forte
italo-francese: cittadino francese di origini italiane, o tra Francia e Italia

Le parole composte con elementi greci e latini (prefissoidi e suffissoidi)


Un tipo particolare di composti è rappresentato dalle parole composte con elementi di
origine greca e latina dotati di un significato autonomo. Per esempio la parola moderna
ecologia è composta da eco e logia, dal greco oikos (casa, ambiente) e logos (discorso,
studio). Con questo nome si designa infatti la scienza che studia i rapporti tra gli esseri
viventi e l’ambiente.
Gli elementi greci o latini che compongono queste parole agiscono in modo simile ai
prefissi e ai suffissi: per questo sono detti prefissoidi (quando occupano la prima parte
della parola) e suffissoidi (quando occupano la seconda parte).
televisione = tele + visione
prefissoide
(dal greco tele: lontano)

erbivoro = erbi + voro


suffissoide
(dal latino vorare: mangiare con ingordigia)

Prefissoidi e suffissoidi possono generare parole composte combinandosi tra loro o


combinandosi con parole di una lingua moderna:
cleptomania = clepto + mania
prefissoide suffissoide
(dal greco kleptein: rubare) (dal greco manìa: essere agitato, pazzo)

insetticida = insetto + cida


parola italiana
suffissoide
(dal latino caedĕre: tagliare, uccidere)

Le parole composte con prefissoidi e/o suffissoidi sono nomi e aggettivi provenienti dal
linguaggio colto, in particolare dai linguaggi tecnici e specialistici. Molte di queste paro-
le, tuttavia, sono ormai entrate nel linguaggio comune: astronomia, calligrafia, televisio-
ne, biblioteca ecc.

I PREFISSOIDI PIÙ COMUNI


prefissoide significato esempio

aero- aria aerospaziale


antropo- essere umano antropologia
il lessico

archeo- antico archeologo


11 auto- da solo automobile

33

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LIVELLO 6 - Lessico

I PREFISSODI PIÙ COMUNI


biblio- libro bibliografia
bio- vita biosfera
clepto- rubare cleptomania
cosmo- mondo, universo cosmologia
crono- tempo cronometro
demo- popolo demagogia
eco- ambiente ecosistema
endo- dentro endoscopia
filo- amore filosofia
gastro- ventre, stomaco gastroenterite
geo- terra geologico
idro- acqua idrovolante
logo- parola, discorso logopedia
macro- grande macrodistribuzione
mega- grande megalomane
micro- piccolo microclima
miso- odio misogino
mono- uno solo monopolio
neo- nuovo neolaureato
omo- simile, uguale omonimo
onni- tutto onnipotente
orto- corretto ortografia
pato- malattia patologico
piro- fuoco piromane
poli- molti/e poliglotta
pseudo- falso pseudonimo
tele- lontano televisione
teo- dio teologia
termo- caldo termosifone
zoo- animale zoologo

I SUFFISSOIDI PIÙ COMUNI


suffissoide (+ desinenza) significato esempio

-algia dolore nevralgia


-archia governo, dominio monarchia
il lessico

-cida uccidere omicida


11 -crazia potere aristocrazia

34

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Unità 1 - La formazione delle parole

I SUFFISSOIDI PIÙ COMUNI


-fago mangiare esofago
-fero portare, causare sonnifero
-filia amore bibliofilia
-fobia paura, avversione agorafobia
-fono suono megafono
-fugo allontanare, mettere in fuga, centrifugo
combattere
-grafia scrittura, descrizione calligrafia
-iatra medico geriatra
-logia studio filologia
-mania mania, fissazione piromania
-patia sofferenza, sentimento empatia
-pedia educazione logopedia
-scopio/a osservazione telescopio
-teca contenitore, deposito, raccolta biblioteca
-voro mangiare onnivoro

SI
INVAL
9 RICONOSCERE
· Nelle seguenti frasi sottolinea le parole composte, comprese
PER INIZIARE

quelle composte con elementi greci o latini.

1. Oggigiorno lo spazzacamino è il responsabile dell’intera


manutenzione dell’impianto fumario. 2. Molte ipotesi sono state
formulate sulla falsariga di questa teoria. 3. L’indagine ha messo in
evidenza l’elevata diffusione degli errori di ortografia e la loro
persistenza anche dopo la scuola dell’obbligo. 4. Fai un salto, fanne
un altro, fai la giravolta, falla un’altra volta, guarda in su guarda in
giù dai un bacio a chi vuoi tu. 5. I lavori di costruzione del gasdotto
sono stati sospesi in seguito alla clamorosa scoperta degli archeologi.
6. In generale i soprammobili non mi fanno impazzire, ma questo
fermacarte di madreperla è un gioiellino. 7. Durante la manifestazione
dalla cima del grattacielo è stato srotolato uno striscione con tutti i
colori dell’arcobaleno. 8. Dopo il terremoto molti abitanti hanno fatto
richiesta di sopralluoghi nelle loro abitazioni. 9. Nel Medioevo i
giullari vivevano alla giornata facendo i cantastorie, i buffoni, i
giocolieri. 10. Il biancospino, pianta perenne della famiglia delle
Rosaceae, viene regalato abitualmente a Natale come pianta
portafortuna. 11. Avvistata astronave simile a quella di Guerre
il lessico

stellari, ma era solamente un drone.


11

35

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LIVELLO 6 - Lessico

10 C O M P L E T A R E E A N A L I Z Z A R E
·· Inserisci le parole composte opportune scegliendole tra quelle in
elenco, poi analizzale in base agli elementi grammaticali che le
compongono, come nell’esempio.
acquaforte • mezzogiorno • battibecco • soprannome • crocevia •
chiaroscuro • fuggifuggi • portafoglio • mezzetinte • guastafeste •
capisaldi • ficcanaso

1. Si tratta di un pamphlet durissimo e senza


contro i della concezione materialistica. 2. Il
suo era Prezzemolo perché era un gran
. 3. C’è stato un piccolo
tra Ettore e quel di
Simone. 4. Poco prima di arrivarono a un
e lì si separarono. 5. Solo allora si accorse
che nel generale qualcuno gli aveva sfilato il
. 6. L’ era ricca di
effetti di .

 acquaforte: nome + agg.;

SI
INVAL
11 C O R R E G G E R E + L E S S I C O
·· Alcune delle parole composte con prefissoidi e/o suffissoidi
nelle seguenti frasi sono usate a sproposito. Sottolineale e
sostituiscile con le parole opportune nelle righe sottostanti.
Attenzione: non tutte le frasi contengono errori.

1. Non leggo mai l’oroscopo perché l’astronomia è una credenza priva


di fondamento scientifico. 2. Per domani devo fare una perifrasi del
proemio e non so da che parte cominciare. 3. Non sono altro che
strategie demagogiche per riguadagnare il consenso della popolazione.
4. Per comprendere l’eclettismo di questa corrente bisogna conoscere
l’entroterra culturale della Vienna dell’inizio del secolo. 5. Non
sopporto chi parla per archetipi, infilando un luogo comune dietro
il lessico

l’altro su temi importanti quali la xenofobia e il razzismo. 6. Le


11

36

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Unità 1 - La formazione delle parole

criptomonete abbatteranno il monopolio dei governi nei confronti delle


monete tradizionali? 7. L’autore dei Promessi sposi è onnipotente
perché conosce i pensieri di tutti i personaggi e il futuro della vicenda
narrata.

12 P R O D U R R E
· · · Per ognuno dei prefissoidi e dei suffissoidi dati, scrivi una
parola composta, poi inseriscila all’interno di una frase, come
nell’esempio.

Es. • crono- → cronologico


Le notifiche vengono visualizzate in ordine cronologico.


PREFISSOIDI

• filo- →

• tele- →

• bio- →

SUFFISSOIDI

• -fobia →

• -iatra →

• -voro →
il lessico


11

37

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LIVELLO 6 - Lessico

I conglomerati
I conglomerati sono spezzoni di frasi contenenti una voce verbale che, cristallizzati dall’u-
so, si sono saldati formando un tutto unico: tiramisù, nontiscordardimé, nonsoché ecc.
Alcuni conglomerati possono essere scritti anche separando le parole che li compongo-
no: Aveva un non so che di familiare.

Le parole macedonia
Le parole macedonia sono parole di significato unitario formatesi dalla fusione di pezzi
di parole diverse. Per esempio la parola cartolibreria è la fusione tra cartoleria e libreria.
In genere il primo elemento delle parole macedonia è un segmento di una parola esi-
stente (carto nel nostro esempio), mentre il secondo è una parola intera (libreria):
fantascienza = fanta(sia) + scienza
cantautore = cant(ante) + autore
mandarancio = mand(arino) + arancio
ristobar = risto(rante) + bar

Le voci polirematiche
Le voci polirematiche (dal greco poli: molte e rema: parole) sono gruppi di parole che si
scrivono staccate ma costituiscono un’espressione fissa, immodificabile, con un signifi-
cato unitario e specifico: ferro da stiro, acqua e sapone, conferenza stampa ecc.
Cristallizzate dall’uso, le voci polirematiche non possono subire modifiche nell’ordine
delle parole che le compongono (non si dice *sapone e acqua, *stampa conferenza ecc.)
né subire “intrusioni” estranee all’espressione (non si dice *conferenza per la stampa né
*acqua e del sapone). Appartengono a questa categoria espressioni formate da:
• due nomi collegati da una preposizione: ferro da stiro, lista d’attesa, reazione a
catena, luna di miele ecc.
• due nomi giustapposti: parola chiave, busta paga, banca dati, rimborso spese ecc.
• un nome + un aggettivo (o viceversa): lavori forzati, posta elettronica, pronto
soccorso, bacchetta magica ecc.
• un verbo + un nome: rendere conto, fare acqua, prender piede, avere luogo ecc.

Alcune grammatiche includono tra le voci polirematiche anche le locuzioni preposizio-


nali, avverbiali, congiuntive: per via di, in un batter d’occhio, a meno che ecc.

Le sigle (o acronimi)
Possono essere considerate parole composte anche le sigle (o acronimi), formate unen-
do le lettere o le sillabe iniziali di più parole per esigenza di brevità: CONI (Comitato
Olimpico Nazionale Italiano); ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite); Cobas (Co-
mitati di Base); FAO (dall’inglese Food and Agricolture Organization, cioè Organizzazio-
ne delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) ecc.
Molte di queste sigle sono state a tal punto assimilate nella lingua italiana che non ven-
gono più percepite come sigle, ma costituiscono a tutti gli effetti nomi autonomi: Fiat
(dalla sigla F.I.A.T., Fabbrica Italiana Automobili Torino), vip (dalla sigla inglese V.I.P.,
il lessico

Very Important Person, ovvero “persona molto importante”), faq (dalla sigla inglese
F.A.Q., Frequently Asked Questions, ovvero “domande frequenti”), RAI (dalla sigla
11 R.A.I., in origine Radio Audizioni Italia).

38

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Unità 1 - La formazione delle parole

13 A N A L I Z Z A R E
· Indica con una crocetta se le seguenti parole sono conglomerati,

PER INIZIARE
parole macedonia, voci polirematiche o sigle.

CONGLOMERATO PAROLA VOCE SIGLA


MACEDONIA POLIREMATICA

pantacollant

INPS

biglietto da visita

metalmeccanico

prendere tempo

tiremmolla

Unicef

nontiscordardimé

doppio senso

macchina fotografica

a.C.

fantapolitica

14 C O M P L E T A R E + L E S S I C O
·· Completa le seguenti frasi con le parole opportune, seguendo le
indicazioni tra parentesi.

1. Sono sempre stata considerata la


(voce polirematica) della famiglia perché ero diversa dai miei familiari
e mi ribellavo al loro modo di pensare. 2. Lo sguardo di Flavio ha un
(conglomerato) di magnetico e
triste allo stesso tempo. 3. Lei ha chiuso il messaggio con
(sigla) e io le ho risposto con tre
cuoricini. 4. Il cosiddetto (voce
polirematica) non è altro che l’insieme di tutti i paesi ricchi,
arricchitisi perlopiù a scapito degli altri. 5. In occasione delle
il lessico

cerimonie ufficiali, il Pontefice si sposta su un veicolo speciale


11

39

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LIVELLO 6 - Lessico

chiamato (parola macedonia).


6. Occorre (voce polirematica) al
più presto su questa vicenda, fatta di conti bancari segreti e scambi di
favori. 7. Si è trasferito negli
(sigla) cinque anni fa, prima a Los Angeles per un paio di anni e poi
ad Atlanta. 8. La (parola
macedonia) Millefogli possiede un vasto assortimento di articoli per la
scuola e l’ufficio.

L’abbreviazione
Infine nuove parole possono formarsi accorciando parole esistenti. Alcune parole abbre-
viate molto comuni sono auto (da automobile), foto (da fotografia), bici (da bicicletta),
moto (da motocicletta), metro (da metropolitana), sub (da subacqueo), tele (da televisione).

La famiglia di parole
Detta anche famiglia lessicale, è l’insieme di tutte le parole che si sono formate median-
te derivazione, alterazione, composizione e in qualche caso abbreviazione, a partire dal-
la medesima radice.
Osserva lo schema che rappresenta la famiglia lessicale delle parole nate finora dalla
parola di base libro (radice libr-, desinenza -o):

LIBRARIO

LIBRESCO LIBRICINO

LIBRAIO
LIBRETTISTA
LIBRETTO
LIBRETTINO
LIBRERIA-
CAFFÈ
LIBRERIA LIBRO
LIBRACCIO

SEGNALIBRO LIBRONE

AUDIOLIBRO LIBRO LIQUIDO


il lessico

LIBRO
11
CONTABILE

40

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Unità 1 - La formazione delle parole

15 T R A S F O R M A R E
· Trasforma le parole in evidenza in parole abbreviate.

PER INIZIARE
1. In frigorifero non c’è niente. →
2. Che cos’hai da guardare? Vuoi una fotografia? →
3. Suona il pianoforte da quando aveva 6 anni. →
4. Spegnete la televisione e accendete il cervello! →
5. Vendo impianto stereofonico in ottime condizioni. →
6. Circa la metà dei miei amici sono eterosessuali. →
7. Secondo me facciamo prima in metropolitana. →

SI
INVAL
16 R I C O N O S C E R E E A N A L I Z Z A R E
·· Ecco la famiglia di parole di casa. Tre parole non c’entrano:
sbarrale. Poi classifica le altre nella tabella sottostante.
casa • casacca • casina • casato • casaccia • casereccio • casolare •
casistica • casetta • casone • casamatta • caseificio • casalinga •
rincasare • caseggiato • accasare • casale

DERIVATE ALTERATE COMPOSTE

mediante verbo dimin./vezz. accresc. peggior.


suffisso parentetico

     

     

     

     

     

     

     

     

SI
INVAL
17 P R O D U R R E E A N A L I Z Z A R E
·· Scrivi la famiglia di parole delle parole date, indicando quali
sono derivate [D], quali alterate [A] e quali composte [C].

PANE: 


il lessico


11

41

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LIVELLO 6 - Lessico

GRANDE: 

FESTA: 

18 C O M P L E T A R E + L E S S I C O
·· Completa le seguenti frasi seguendo le indicazioni tra parentesi.

1. Tre reti da pesca sono state sequestrate dalla Guardia


(der. di costa) nel corso di una
(der. di massa) attività di polizia giudiziaria contro la
pesca (der. di legale). 2. Sono un po’
stufa dei (alter. di gioco) e dei ricatti
(der. di psicologia) della nostra
(comp. con capo). 3. Una bella storia
di (parola macedonia: “fantasia +
scienza”) mi (der. di passione) più di
qualunque (alter. di film)
(der. di dolce) dalla trama
(der. di prevedere) e pieno di (comp.
con prefissoide stereo-). 4. La Provincia ha presentato oggi
in (voce polirematica: “intervista
concessa ai rappresentanti della stampa”) il suo piano per il
(der. di ripopolare)
(der. di fauna) del territorio. 5. Quando abbiamo visto il
(alter. di cane) al
(der. di cane) comunale, (voce
polirematica: “magrissimo”) e tutto
(alter. di spelare), ci ha fatto subito una gran
(der. di tenero). 6. È un (der. di
gioco) (der. di educare), costituito da
una serie di (alter. di mattone) di legno
il lessico

da (der. di mucchio) per colore.


11

42

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Unità 1 - La formazione delle parole

SI
INVAL
19 A N A L I Z Z A R E
· · · Analizza le parole in evidenza: indica se sono derivate (e da che
termine), alterate, composte (e da quali elementi), se sono
composti particolari (con elementi greci o latini, parole
macedonia ecc.). Poi cerchia le 3 parole del testo della famiglia
di “architetto” e sottolinea quelle della famiglia di “pittore”.

Nel XIV secolo cominciano a diffondersi le chiesette (


) votive, nelle pianure, nelle colline, nelle vallate
( ), testimoni dell’umile religiosità delle
genti friulane ( ) e giuliane. Si tratta di
costruzioni di poco conto ( ), per lo più
legate a uno schema fisso (chiesa ad aula, campaniletto (
) a vela sovrastante ( )
la facciata, volta a capriate nella navata, pavimento in cotto), per le
quali non era richiesto l’intervento di architetti di genio, tanto che a
esse lavorarono anonimi muratori ( )
o poco più.
In quel periodo (e in particolare nella seconda metà del ’300) tutta la
pittura friulana si adegua alla maniera di Vitale da Bologna, giunto a
Udine nel 1348: il suo linguaggio ( )
pittorico ( ) è costellato da figure vicine
al sentimento popolare. Nasce così una pittura vernacolare (cioè
popolare), che si esprime in moltissimi affreschi (
) presenti in tutto il Friuli.
Nel 1420 quasi tutto il Friuli viene annesso alla Repubblica Veneta;
influenzata dalla “moda” veneta, l’architettura introduce i canoni del
Gotico lagunare ( ) che si esprime in
decorazioni quali portali ( ), bifore o
trifore ( ), balconi e rosoni, che fanno
fiorire le facciate ( ) di chiese e palazzi.
Con la seconda metà del ’400 sono però maestranze lombarde a
prendere in mano ( ) la situazione, nel
campo architettonico e in quello scultoreo (
) a loro molto congeniale. Emergono figure quali Giovanni Antonio
Pilacorte, grande intagliatore ( ) di
portali, fonti battesimali ( ), pile per
l’acquasanta ( ), altari, e altri come
il lessico

Bernardino da Bissone, Bernardino da Morcote, Carlo da Carona.


11

43

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MAPPA
UNITÀ 1

LE PAROLE IL LORO INSIEME


SI CHIAMA

SONO I "MATTONI" DELLA LINGUA

LESSICO

MOLTE POSSONO
SONO APPARTENERE A

ARTICOLI,
VARIABILI PREPOSIZIONI,
CLASSI PRONOMI,
CHIUSE CONGIUNZIONI,
E HANNO AGG. DETERMINATIVI,
ALCUNI AVVERBI

STRUTTURA OPPURE A
A DUE
MORFEMI
NOMI, AGG.
CLASSI QUAL., VERBI,
APERTE ALCUNI AVVERBI
RADICE ragazz-

E
CHE CONTENGONO
PAROLE DIVERSE
PER FORMAZIONE
DESINENZA -a

44

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PRIMITIVE casa

DERIVATE CON PREFISSO illogico

SUFFISSO giardiniere

PREFISSO
imbarcare
E SUFFISSO
CHE
ALTERATE POSSONO DIMINUTIVI casetta
ESSERE
ACCRESCITIVI manona

VEZZEGGIATIVI boccuccia

PEGGIORATIVI furbastro

ATTENUATIVI dormicchiare

CHE COMPOSTI
COMPOSTE POSSONO PROPRIAMENTE maledire
ESSERE DETTI

CON ELEMENTI
GRECI O LATINI
televisione
(PREFISSOIDI
E SUFFISSOIDI)

CONGLOMERATI nonsoché

PAROLE MACEDONIA fantascienza

VOCI POLIREMATICHE ferro da stiro

ABBREVIATE foto, bici

45

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2 LEZIONI SU
http://itaca.academy 30’

UNITÀ 2 Varietà dell’italiano


La lingua italiana, come ogni lingua naturale, non è un sistema unitario e immutabile,
ma una realtà complessa, estremamente varia al suo interno, che muta continuamente
nel tempo sia dal punto di vista lessicale sia dal punto di vista morfologico e da
quello sintattico. Per comprendere la grande molteplicità che caratterizza l’italiano
attuale, occorre fare un passo indietro e capire come si è formata e come si è evoluta
la nostra lingua, cioè da dove vengono le parole che usiamo e il codice che le governa.

Storia dell’italiano
Dal latino alle lingue neolatine
L’italiano fa parte della famiglia di lingue dette neolatine, o romanze, cioè delle lingue
che derivano dal latino, come lo spagnolo, il portoghese, il catalano, il francese, il fran-
co-provenzale, il provenzale, l’italiano, il sardo, il rumeno, il ladino.

Le lingue neolatine non provengono però dal latino scritto, ma dal latino parlato così
come si è evoluto nel corso dei secoli: soprattutto a partire dal III sec. d.C., con il disfa-
cimento progressivo dell’Impero romano, il latino orale si frammenta e si differenzia
sempre più al suo interno.

Mentre continua a essere impiegato come lingua scritta della cultura, nel parlato il latino
inizia a modificarsi in modo diverso da zona a zona, in base alle caratteristiche socio-e-
conomiche dei vari territori, alle lingue preesistenti e a quelle coesistenti (lingue celti-
che, etrusco, lingue germaniche ecc.), all’evoluzione storica delle varie province e ai loro
rapporti reciproci.

Il risultato di questo processo di trasformazione lento e complesso è la formazione di un


gran numero di volgari (= lingue parlate dal vulgus, cioè dal popolo), i quali daranno
vita, attraverso processi diversi da paese a paese, alle varie lingue neolatine.

La nascita dei volgari italiani


Nella penisola italica, fin dagli albori del Medioevo, mentre il latino continuava a essere
la lingua ufficiale della Chiesa, della cultura, della burocrazia, la maggior parte della
popolazione parlava lingue sempre più distanti dalla base latina di partenza. Stavano
nascendo i diversi volgari italiani, ovvero gli antenati dell’italiano e delle lingue locali
il lessico

che oggi chiamiamo “dialetti”.


Riservati per lungo tempo al parlato, poco per volta i volgari entrarono anche nella lin-
11
gua scritta, dapprima con finalità pratiche e amministrative.

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Unità 2 - Varietà dell’italiano

I PRIMI DOCUMENTI SCRITTI IN VOLGARE


APPROFONDIAMO ITALIANO
Il primo documento scritto che si conosca in volgare “italiano” è il cosiddetto Indovi-
nello veronese, l’annotazione che un copista vergò sul margine di una pergamena
spagnola giunta a Verona, probabilmente nell’VIII sec. d.C. L’appunto, scritto in una
lingua ancora simile al latino ma che non è più considerabile latino, è una metafora
della scrittura stessa. Dice:
Se pareba boves, alba pratàlia aràba
et albo versòrio teneba, et negro sèmen seminaba
Cioè:
Spingeva avanti i buoi (= metaforicamente: le dita)
arava bianchi prati (= la carta)
teneva un bianco aratro (= la penna per scrivere)
e seminava nero seme (= l’inchiostro)
Altro documento in volgare dell’epoca è la cosiddetta Carta di Capua, datata 960 d.C.,
la più celebre di una serie di testimonianze giurate relative alla proprietà di alcuni
fondi contesi tra il monastero di Montecassino e il nobile Rodelgrimo d’Aquino:
Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte Sancti
Benedicti.
Cioè:
So che quelle terre, entro quei confini di cui qui si parla, le ha possedute per
trent’anni l’abbazia di San Benedetto.

Con il passare del tempo, il volgare cominciò a essere impiegato anche come lingua
della poesia e della cultura. I primi esempi di letteratura in volgare sono il Cantico delle
creature (1224) di San Francesco d’Assisi, in volgare umbro, e le poesie della scuola sici-
liana, in volgare siciliano, composte sul modello della lirica d’amore francese dai poeti
che gravitavano intorno alla corte di Federico II di Svevia. Come si può vedere nei fram-
menti sottostanti, si tratta di due lingue molto diverse l’una dall’altra, e ancora piuttosto
distanti dall’italiano moderno:

OSSERVO Altissimu, onnipotente, bon Signore,


tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione.
Ad te solo, Altissimo, se konfano,
et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature,
spetialmente messor lo frate sole,
lo qual’è iorno, et allumini noi per lui.
San Francesco d’Assisi, Cantico delle creature, Mario Bertin (a cura di),
Castelvecchi, Roma, 2016
Or come pote sì gran donna entrare
per gli ochi mei che sì piccioli sone?
e nel mio core come pote stare,
che ’nentr’esso la porto là onque i’ vone?
il lessico

Giacomo da Lentini, Poesie, XXII, edizione critica a cura di Roberto Antonelli,


Bulzoni Editore, Roma, 1979
11

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LIVELLO 6 - Lessico

L’affermazione del volgare fiorentino


Mentre nel parlato proliferavano i diversi volgari, nella lingua scritta un volgare iniziò
ad affermarsi sugli altri: il volgare fiorentino. Il suo successo si dovette a diversi fattori:
l’importanza economica e politica di Firenze nel Medioevo, la sua posizione geografica
centrale e, soprattutto, l’enorme prestigio che a questa lingua conferirono, scrivendo in
volgare le loro opere, i tre grandi scrittori toscani Dante Alighieri (1265-1321), autore
della Divina Commedia, Francesco Petrarca (1304-1374), autore del Canzoniere, e
Giovanni Boccaccio (1313-1375), autore del Decameron. Secoli più tardi, soprattutto
con gli scritti di Galileo Galilei (1564-1642), l’uso del volgare fiorentino si estese anche
ai campi della scienza e della filosofia.
Intanto si era acceso un dibattito, denominato “questione della lingua”, su quale dei
vari volgari esistenti dovesse essere impiegato dai letterati, cioè nella lingua colta. La
posizione dell’umanista veneziano Pietro Bembo, secondo la quale la lingua letteraria
italiana si sarebbe dovuta ispirare al fiorentino dei classici, Dante, Petrarca e Boccaccio,
sancì definitivamente il fiorentino come lingua della scrittura letteraria.
Particolare importanza assunse la questione della lingua nel corso dell’Ottocento, quan-
do le lotte per l’indipendenza e l’unità politica italiana posero la necessità di un’unica
lingua di comunicazione e di cultura, non solamente letteraria. Determinante fu la posi-
zione al riguardo dello scrittore Alessandro Manzoni, autore de I promessi sposi (1827),
il quale, dopo aver redatto il romanzo in un italiano intriso di dialetto lombardo, lo ri-
scrisse adattandolo al fiorentino. La lingua che Manzoni impiegò nella sua opera, tutta-
via, non era il fiorentino letterario del Trecento, ma il fiorentino vivo, parlato nell’Otto-
cento dalle persone colte. La scelta di Manzoni fu decisiva per la nascita di una lingua
nazionale, ovvero di un idioma che potesse essere compreso non soltanto dagli intellet-
tuali, ma dal maggior numero possibile di persone. Stava nascendo l’italiano moderno.

L’unificazione linguistica
L’unificazione linguistica vera e propria è ben posteriore all’unificazione politica italiana
(1861). Alla fine dell’Ottocento, su una popolazione in larga parte analfabeta (75%), le
persone che sapevano usare l’italiano erano una percentuale molto ridotta (inferiore al
10%), mentre le lingue realmente usate in ogni ambito della vita continuavano a essere
i diversi dialetti.
L’unificazione linguistica si realizzò nel corso del Novecento, favorita da diversi fattori
quali: la diffusione della scuola pubblica e la scolarizzazione obbligatoria (almeno per
3 anni, nel 1877; fino ai 12 anni di età, nel 1904; fino ai 14, nel 1923, anche se l’obbligo
rimase inattuato per molti anni); il servizio militare obbligatorio, che determinava lo
spostamento forzoso di giovani da una regione d’Italia all’altra; le migrazioni interne,
soprattutto negli anni Cinquanta e Sessanta, che videro lo spostamento di grandi masse
di persone dalle regioni del Sud verso Roma e verso il Nord Italia; l’espansione dei mez-
zi di comunicazione di massa, soprattutto la radio e la televisione.
Oggi l’italiano è parlato o conosciuto da oltre il 90% della popolazione. Solo una piccola
percentuale degli abitanti parla esclusivamente il dialetto; molti usano solo l’italiano e
una parte non trascurabile della popolazione si esprime sia in italiano sia in dialetto.

Lingua e dialetto
il lessico

L’italiano convive con diversi dialetti, frutto dell’evoluzione dei vari volgari italiani. Ma
11 che cosa distingue una lingua da un dialetto? Al contrario di quanto si tende a pensare,

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Unità 2 - Varietà dell’italiano

tra lingua e dialetto non esiste alcuna differenza sostanziale: anche i dialetti dispongono
di una grammatica, di un lessico proprio, spesso anche di una letteratura. Sono a tutti gli
effetti delle lingue in grado di veicolare le intenzioni comunicative ed espressive di una
determinata comunità di parlanti. Il motivo per cui lingue come il pugliese, il lombardo,
il veneto ecc. sono chiamate “dialetti” non è di ordine linguistico, bensì sociale, storico
e politico. Si tratta infatti di lingue che non hanno raggiunto l’autonomia e il prestigio
sufficiente per conquistare lo status di lingua nazionale, come invece è accaduto al fio-
rentino, che negli anni si è trasformato appunto in quella che oggi viene riconosciuta
come lingua italiana.
Non essendosi diffusi a livello nazionale, i dialetti hanno un ambito d’uso più limitato
della lingua: a livello geografico, sono idiomi locali, diversi da regione a regione ed
estremamente diversificati anche all’interno della stessa regione (per esempio il pie-
montese parlato nella provincia di Cuneo presenta moltissime differenze rispetto a
quello parlato anche solo in provincia di Torino). Dal punto di vista sociale, se prima
dell’unificazione linguistica i dialetti coprivano ogni ambito della vita (in dialetto si par-
lava sul lavoro, in famiglia, al mercato, dal dottore ecc.), oggi il loro uso è riservato ad
ambiti sociali specifici: perlopiù si parla in dialetto in famiglia e con gli amici.
I dialetti costituiscono un’enorme ricchezza culturale che rischia oggi di perdersi. Nelle
ultime statistiche, l’uso esclusivo del dialetto appare in calo anche in ambito familiare,
anche se la situazione varia molto da regione a regione. Nelle regioni del Nord Ovest, le
nuove generazioni non usano più il dialetto e spesso non lo conoscono, mentre nel Nord
Est, al Sud e nelle isole il dialetto è ancora molto vivo e in uso anche tra i giovani.

I dialetti italiani
Nella loro grande varietà, i dialetti italiani possono essere divisi in:
• dialetti settentrionali:
һһ dialetti gallo-italici: piemontese, ligure, lombardo, trentino, emiliano-romagnolo
һһ dialetti veneti
• dialetti toscani
• dialetti centro-meridionali:
һһ dialetti dell’area mediana: marchigiano, umbro, laziale
һһ dialetti dell’area meridionale: abruzzese, molisano, pugliese, campano, lucano
һһ dialetti dell’area meridionale estrema: calabrese, siciliano, salentino

Un caso a parte è rappresentato dal ladino, dal friulano e dal sardo, che vengono con-
siderate lingue a tutti gli effetti e i cui parlanti godono dello status di minoranze lingui-
stiche (vedi APPROFONDIAMO, pagina 61).

Gli italiani regionali


Gli italiani regionali sono le diverse varietà geografiche dell’italiano, cioè la lingua così
come viene parlata nelle varie regioni. L’italiano standard, cioè l’italiano che funge da
modello di riferimento normativo, viene usato in pochissimi contesti (in televisione e
il lessico

alla radio, ma non sempre; per gli annunci registrati, per gli audiolibri ecc.), mentre la
lingua che usano abitualmente i parlanti è un italiano influenzato dal dialetto locale o
11 della propria terra di origine.

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LIVELLO 6 - Lessico

In particolare, gli italiani regionali differiscono l’uno dall’altro:


• per l’accento, cioè per la pronuncia (per esempio: la pronuncia aperta o chiusa delle
e e delle o; la tendenza di alcuni dialetti a pronunciare come semplici le consonanti
doppie; la gorgia in Toscana, cioè l’aspirazione dei suoni /k/, /t/ e /p/ ecc.) e per la
cadenza, ovvero l’intonazione, la “melodia” delle frasi
• per alcuni elementi del lessico e della fraseologia: si tratta delle parole e delle
espressioni del dialetto che sono penetrate nelle varie parlate regionali e che quindi
vengono impiegate parlando in italiano, ma non sempre sono comprese al di fuori
di una data area. Queste espressioni dialettali “italianizzate” vengono dette
regionalismi: per esempio in Veneto i peoci sono “cozze”, a Bologna sbuzzo significa
“capacità, talento”, in Sicilia picciotto è “ragazzo” ecc.
• per alcuni elementi grammaticali e sintattici: per esempio, l’uso dell’articolo con i
nomi propri in alcune parlate settentrionali (la Paola, la Chiara ecc.); l’uso transitivo
di verbi intransitivi (scendi la valigia) o l’impiego della preposizione a prima del
complemento oggetto (Ho visto a Carlo) nelle parlate meridionali

1 VERO O FALSO
· Indica con una crocetta se le seguenti affermazioni sono vere
PER INIZIARE

[V] o false [F].


V F
1. L’italiano è una lingua neolatina.

2. I volgari sono lingue di registro colloquiale.

3. Il volgare italiano venne usato prima nella lingua scritta


e poi in quella parlata.

4. Il volgare fiorentino si impose come lingua letteraria,


e poi anche d’uso comune.

5. L’unificazione linguistica italiana si raggiunse nel corso


dell’Ottocento.

6. La diffusione della radio e della televisione contribuirono


all’unificazione linguistica.

7. I dialetti sono lingue che non si sono affermate a livello


nazionale.

8. In Italia tutti parlano l’italiano standard.

9. Nelle varie regioni si parlano italiani regionali,


influenzati dai diversi dialetti.

10. Il sardo è considerato una lingua.

11. Gli italiani regionali differiscono solo per la pronuncia.


il lessico

12. Il ladino viene considerato un dialetto del friulano.


11

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Unità 2 - Varietà dell’italiano

2 TR ASFORMARE + LESSICO
·· Trasforma le seguenti frasi, scritte in italiano regionale, in
italiano standard.
1. Perché stai a fa’ sta caciara? (romano)

2. Che c’hai, guagliò, tieni ‘na voce… (campano)

3. Ho invitato anche la Paola. (lombardo)

4. Tante le volte non l’avessi capito, codesto tuo modo di fare non mi
garba per niente! (toscano)

5. Non dirle che c’è solo più una bottiglia che sennò quella lì viene
matta. (piemontese)

6. Bona lì, mi è scesa la catena: non ne voglio più mezza! (emiliano)

Le parole dell’italiano
Come abbiamo visto, l’italiano moderno è il risultato della lenta evoluzione del latino
medievale, il quale si differenziò nei volgari italiani dando vita a diversi idiomi locali,
oggi chiamati dialetti, tra i quali uno (il volgare fiorentino) assurse progressivamente al
ruolo di lingua nazionale, senza però smettere di arricchirsi e modificarsi nel contatto
con altre lingue e con i vari dialetti italiani. Il lessico dell’italiano attuale si compone
pertanto di:
• una base latina ereditaria
• prestiti
• regionalismi e dialettismi
• neologismi

L’eredità latina
La maggior parte delle parole che si usano in italiano (oltre il 60%) è di origine latina,
proprio perché il latino costituisce l’antenato diretto della nostra lingua. Molte di queste
il lessico

parole ci sono pervenute per tradizione diretta o popolare, per così dire “di bocca in
bocca”, cioè attraverso l’evoluzione del latino parlato. Tali parole vengono dette eredita-
11 rie e costituiscono il lessico di base della nostra lingua.

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LIVELLO 6 - Lessico

Altre parole sono arrivate fino a noi per tradizione indiretta o dotta: sono parole attin-
te dal latino scritto da studiosi e letterati nel corso del Rinascimento e dei secoli succes-
sivi, abitualmente impiegate come parole erudite o specialistiche. Questi vocaboli sono
detti latinismi. Tra essi si distinguono: latinismi adattati all’italiano, di registro più o
meno colto (repubblica, negletto, erogare, centrifugo, arbore ecc.); latinismi non adattati,
cioè adottati mantenendone la terminazione e la grafia, a volte con nuovi significati
(iter, bis, referendum, memorandum, ultimatum ecc.); anglolatinismi, cioè parole che
l’inglese ha assimilato dal latino e che l’italiano a sua volta ha importato dall’inglese in
anni recenti (monitor, media, video ecc.).
In alcuni casi, la stessa parola latina ha dato origine a due distinte parole italiane: per
tradizione diretta, a una parola di uso comune, più distante dall’originale spesso anche
in termini di significato; e per tradizione indiretta, a una parola colta, ancora aderente,
dato l’uso più ridotto che se ne è fatto, al termine latino di partenza.

ESEMPI DELL’EREDITÀ LATINA


latino trasmissione diretta, popolare trasmissione indiretta, dotta
(latinismo)

angustiam angoscia angustia


circulum cerchio circolo
frigidum freddo frigido
solidum soldo solido
vitium vezzo vizio

SI
INVAL
3 RICONOSCERE
· Cerca le seguenti parole su un dizionario che ne indichi
PER INIZIARE

l’etimologia e cerchia quelle di origine latina.


favola • analisi • danzare • giovane • venerdì • alcova • dunque •
entusiasta • giacca • fedele • farfugliare • koala • fiore • yogurt

4 ANALIZZARE + LESSICO
·· Spiega il significato dei latinismi non adattati in corsivo,
aiutandoti con il dizionario.
1. Il personaggio sembrava concepito ad hoc per il grande attore
tedesco.

2. Il deputato fece un intervento ex abrupto che lasciò tutti attoniti.

3. Ripensandoci a posteriori, credo sia stata una decisione affrettata.


il lessico


11

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Unità 2 - Varietà dell’italiano

4. Lo stadio fu costruito ex novo per i giochi olimpici.

5. Non tollereremo l’ennesima legge ad personam.

6. In preda a un raptus, Angelo ha distrutto i mobili della propria


cucina.

7. Siamo all’inizio di giugno, la scuola sta per finire, deo gratias!

8. Secondo me è uno fra i migliori incipit della storia della


letteratura.

Prestiti
I prestiti sono i vocaboli che nel corso dei secoli l’italiano ha mutuato da altre lingue
diverse dal latino, con le quali è venuto in contatto per ragioni commerciali, sociali,
politiche, culturali. I prestiti si distinguono in:
• adattati: parole che sono state adattate alla grafia e alla morfologia dell’italiano, per
esempio perdendo lettere non presenti nel nostro alfabeto o modificando la loro
desinenza per uniformarsi alle terminazioni italiane, e che pertanto non sono più
riconoscibili come parole straniere (es. stoccafisso, dall’olandese antico stocvisch;
algebra, dall’arabo al-ğabr; guancia, dal germanico wankja)
• non adattati: parole, generalmente penetrate nell’italiano in epoca più recente, che
conservano la grafia e la desinenza originaria, e che quindi sono ancora ben
riconoscibili come vocaboli stranieri (es.week-end, file, abat-jour)

In alcuni casi la parola mutuata da una lingua straniera è, a sua volta, un prestito da
un’altra lingua. Si pensi, per esempio, alla parola italiana brindisi, prestito dallo spagno-
lo brindis, a sua volta derivante dall’espressione tedesca bring dir’s, cioè “lo porto a te” (il
saluto, o il bicchiere).

Un particolare tipo di prestito è rappresentato dai calchi, parole create sul modello di
una parola straniera traducendola alla lettera (es. grattacielo, sul modello inglese di sky-
scraper; pallacanestro sul modello di basket-ball; fine-settimana sul modello di week-end)
o assegnando un significato nuovo a una parola già esistente (es. realizzare, che sul mo-
dello dell’inglese realize passa a significare anche “rendersi conto”).

La maggior parte dei prestiti impiegati in italiano proviene da:


il lessico

• greco: molte parole di origine greca sono giunte sino a noi attraverso il latino (es.
11 filosofia, vescovo, chiesa ecc.). Alcune decine di parole provengono invece dal greco

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LIVELLO 6 - Lessico

bizantino e sono state assimilate tra il VI e il X secolo, epoca della dominazione


bizantina in Italia: anguria, basilico, indivia, molo, ormeggiare ecc.
• arabo: l’italiano è ricco di parole di origine araba grazie agli intensi traffici
commerciali con il mondo islamico e alla dominazione araba della Sicilia (IX-XI
sec.). Si tratta soprattutto di parole dell’ambito della scienza (cifra, algebra,
amalgama, elisir, zenit ecc.) e del commercio (magazzino, dogana, zucchero, carciofo,
albicocca, arancio, limone ecc.)
• germanico: alcune parole germaniche sono penetrate nel latino medievale prima
della caduta dell’Impero Romano d’Occidente (sapone, vanga, tasso ecc.). Moltissime
sono state introdotte durante le dominazioni di goti, longobardi e franchi, tra la fine
del V e la fine del IX secolo. Si tratta perlopiù di parole indicanti parti del corpo
(schiena, stinco, milza, anca, guancia ecc.), oggetti (federa, scaffale, panca ecc.) o
appartenenti al campo semantico della guerra e della violenza (guerra, agguato,
schiera, zuffa ecc.)
• francese: data la vicinanza geografica e i continui contatti commerciali e culturali,
parole francesi sono penetrate nella nostra lingua, in modo pressoché continuo, dal
Medioevo a oggi, con picchi durante il Duecento e l’inizio del Trecento, a causa del
prestigio assunto dalla poesia cortese, e tra il Settecento e l’inizio del Novecento,
secoli di supremazia linguistica francese in Europa. Tra le molte parole francesi
introdotte in italiano ricordiamo: marchese, cavaliere, gioia, speranza, giardino,
coraggio, parlare, mangiare, messaggio, cuscino, danza, formaggio, comò, progresso,
élite, toilette, débacle ecc.
• spagnolo: gli ispanismi sono penetrati nella nostra lingua soprattutto nel corso della
dominazione spagnola (Cinque-Seicento), ma non solo. Sono di origine spagnola
parole come: regalo, azienda, baule, torrone, vigliacco, casco, appartamento,
borraccia, torero, corrida, golpe, siesta, movida ecc.
• inglese: la penetrazione in italiano degli anglicismi, iniziata nel XVIII secolo, ha
subito un’impennata negli ultimi decenni, soprattutto a partire dagli anni Cinquanta
del Novecento. Globalizzazione, omologazione tecnologica e sviluppo dei social
network hanno portato l’inglese a rivestire a livello planetario un ruolo di lingua
franca. Oggi l’italiano è molto ricco di prestiti dall’inglese (spesso con un significato
diverso o distorto rispetto a quello che avrebbero nella lingua originaria),
generalmente non adattati, molti dei quali ormai pienamente entrati nell’uso: bar,
film, flash, goal, flirt, stock, trailer, freezer, ticket, smog, spot, set, puzzle, shock, call
center, computer, chat, marketing ecc. Particolarmente ricchi di anglicismi sono il
linguaggio giornalistico, quello aziendale, quello pubblicitario e il lessico
informatico

Tra i prestiti provenienti da altre lingue ricordiamo:


• dal tedesco: valzer, strudel, lager, bunker, würstel, kaput, blitz, gene ecc.
• dall’ebraico: amen, sabato, Messia, osanna, alleluia ecc.
• dal russo: vodka, zar, stacanovista, steppa, perestrojka ecc.
• dall’olandese: stoccafisso, diga, pompelmo ecc.
• dalle lingue scandinave: sci, slalom, vichingo, fiordo
il lessico

• dal giapponese: geisha, tatami, kimono, judo, karate, samurai, sushi, futon,
11
origami ecc.

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Unità 2 - Varietà dell’italiano

5 RICONOSCERE + LESSICO
· Completa le frasi seguenti con i prestiti non adattati in elenco.

PER INIZIARE mouse • abat-jour • bodyguard • kitsch • golpe • weekend • bricolage •


break • fake news • clochard • valzer

1. Per favore ditemi che questa notizia è una !


2. Se ami realizzare cose con le tue mani, il è
ciò che fa per te. 3. Sono trascorsi quasi cinquant’anni dal
del dittatore Pinochet in Cile. 4. I primi cinque
giorni dopo il sono i più duri da affrontare.
5. Tesoro, non ho bisogno di un che mi segua
anche in bagno! 6. Spense l’ e provò a dormire.
7. Se il si blocca si può continuare a lavorare con
i tasti di scelta rapida. 8. Il viennese richiede un
portamento eretto a entrambi i ballerini. 9. Facciamo un
? Mi si incrociano gli occhi! 10. Che volgarità
quel copridivano, mi sembra così ! 11. Aggredito
un nella notte di ieri da alcuni passanti: l’uomo è
in prognosi riservata.

6 TR ASFORMARE + LESSICO
·· Sostituisci i prestiti dell’esercizio precedente con la
corrispondente espressione italiana, quando è possibile.
• mouse →

• abat-jour →

• bodyguard →

• kitsch →

• golpe →

• weekend →

• bricolage →

• break →

• fake news →

• clochard →
il lessico

• valzer →
11

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LIVELLO 6 - Lessico

7 ANALIZZARE E RICONOSCERE
·· Aiutandoti con il dizionario, indica da che lingua provengono i
seguenti prestiti, poi cerchia i prestiti non adattati.
• zenit ( ) • buffet ( )
• business ( ) • sabato ( )
• film ( ) • vigliacco ( )
• outing ( ) • prassi ( )
• concierge ( ) • simbiosi ( )
• movida ( ) • ragazzo ( )
• albicocca ( ) • deragliare ( )
• goal ( ) • marketing ( )
• chimono ( ) • amen ( )
• quarzo ( ) • borraccia ( )
• pascià ( ) • e-mail ( )

Regionalismi e dialettismi
Oltre a quello delle lingue straniere, la nostra lingua ha subito il costante influsso dei
dialetti, dai quali ha assimilato una gran quantità di parole ed espressioni, in una sorta
di prestito “interno” (dai dialetti dell’italiano alla lingua italiana).
Abbiamo visto che molte parole del dialetto sono penetrate, italianizzandosi, nei diversi
italiani regionali, dando luogo ai cosiddetti regionalismi, parole tipiche di una parlata
locale che non si sono estese all’intero territorio nazionale.
In altri casi, parole dialettali assimilate dall’italiano si sono imposte a vasto raggio, tanto
da perdere il sapore locale ed entrare a far parte del lessico dell’italiano standard. Sono i
cosiddetti dialettismi, tra i quali troviamo molti vocaboli gastronomici (agnolotti e
gianduiotto dal piemontese; pesto dal ligure; risotto, ossobuco ecc. dal milanese; tortellini,
cotechino ecc. dal bolognese; pizza, ricotta, mozzarella ecc. dal napoletano; cassata dal
siciliano ecc.) e altre parole appartenenti ai settori più disparati: iettatura (nap.), omertà
(nap.), gondola (ven.), marchingegno (merid.). Dialettismi sono anche interiezioni come
boh (rom.) e ciao (dal venez. sciao, formula di saluto che significava “schiavo vostro”).

Neologismi
La lingua si arricchisce, infine, mediante la creazione di nuove parole (nomi, aggettivi,
verbi, avverbi), cioè neologismi (dal greco neo: nuovo e logos: parola). In senso lato,
possono essere considerati neologismi tutti i termini che non fanno parte dell’eredità
latina e si sono formati nel corso dell’evoluzione dell’italiano. Secondo questa accezione
ampia, farebbero parte di questo gruppo:
• i derivati (es. piccolo → rimpicciolire, piccolezza ecc.) e i composti (composti veri e
il lessico

propri: caffellatte, scaldabagno, arcobaleno ecc.; parole formate con prefissoidi e/o
suffissoidi: autosufficienza, insettivoro, psicologo, melomane ecc.)
11
• le onomatopee, ovvero le parole che riproducono o imitano suoni e rumori della
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Unità 2 - Varietà dell’italiano

realtà: brr, bau, din don, tic tac ecc. (vedi vol. A, M5_U5). In alcuni casi queste parole
vengono adattate alla morfologia italiana mediante l’aggiunta di desinenze e suffissi
che le rendono verbi, nomi, o aggettivi: bisbigliare, ticchettio, trillo ecc.
• i prestiti adattati da altre lingue, compresi i calchi: cliccare, ferrovia (sul modello
tedesco di Eisenbahn) ecc.

In un senso più ristretto e più popolare, che è quello da noi adottato, si parla invece di
neologismi solo per indicare:
• le parole formatesi a partire da altre parole italiane, di recente introduzione e ancora
sentite come “nuove” (dietrologia, petaloso, tronista ecc.)
• le parole, già esistenti in italiano, che hanno acquisito un significato nuovo o più
ampio (neologismo semantico) in tempi recenti (chiocciola per indicare il simbolo
@, finalizzare per “dare uno scopo” ecc.)

SI
INVAL
8 ANALIZZARE + LESSICO
·· Aiutandoti con il dizionario, indica con una crocetta se le
PER INIZIARE

seguenti parole o espressioni sono regionalismi, dialettismi o


neologismi recenti. Poi spiega il loro significato.

REG. DIAL. NEOL. SIGNIFICATO

bigiare

monnezza

svapare

boiata

iettatura

tangentopoli

andare a
ramengo

petaloso
il lessico

ciaone

11

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LIVELLO 6 - Lessico

Varietà sociale dell’italiano


Oltre a variare in base all’area geografica, l’italiano varia anche in relazione alla situazio-
ne comunicativa e agli scopi che ci si prefigge (vedi M10_U1). La variabile più rilevante
in questo senso è rappresentata dal registro, cioè lo stile comunicativo proprio di una
determinata situazione.
Il registro non dipende soltanto dal lessico impiegato: esso coinvolge anche le scelte
sintattiche (frasi più o meno lunghe, più o meno articolate; specifiche costruzioni più
o meno colte; anacoluti ecc.) e morfologiche (uso dei tempi e dei modi verbali; uso del
pronome tu/Lei; accordo a senso ecc.). Il lessico, tuttavia, concorre a determinare il
registro in modo particolarmente rilevante, ed essere in grado di adattarlo al contesto,
al destinatario e agli scopi che si perseguono è fondamentale per potersi esprimere al
meglio.
Pur non esistendo una suddivisione assoluta della gamma dei registri linguistici, è pos-
sibile individuare cinque registri indicativi, in parte graduabili al loro interno e perme-
abili tra loro. Questo significa che le parole appartenenti al medesimo registro non stan-
no tutte esattamente sullo stesso piano e che una stessa parola può essere associata a
registri diversi, oltre che presentare particolari sfumature espressive o d’uso.

I REGISTRI LINGUISTICI
registri solenne, aulico formale, colto medio informale, molto
colloquiale informale,
gergale, a volte
volgare
esempi viso, volto faccia muso, grugno

trapassare, decedere, morire, mancare, crepare,


spirare spegnersi andarsene schiattare
non mi tange, non mi me ne frego sticazzi
non mi riguarda interessa (Lazio),
me ne sbatto
sublime! davvero bellissimo! figata!, sticazzi!
notevole! spettacolo! (al Nord)

SI
INVAL
9 TR ASFORMARE + LESSICO
·· Riscrivi le seguenti frasi nel registro indicato.
PER INIZIARE

1. Vostro Onore, sottopongo alla Vostra attenzione il fatto che il qui


presente signor Giuseppe Rossi, già sindaco della nostra beneamata
città, la notte dell’omicidio del marchese non si trovava presso la
sua dimora. (aulico-solenne) →


il lessico

 (informale)
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58

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Unità 2 - Varietà dell’italiano

2. E te che ci fai qui, con ’sta faccia che mi pari un pesce lesso?
(informale) →

 (aulico-solenne)
3. Buongiorno, vorrei un chilo di pomodori, non troppo maturi, tre
melanzane e un mazzetto di prezzemolo, grazie. (medio) →

 (formale)
4. Accampando i pretesti più vari, hanno sfacciatamente ignorato le
mie ripetute richieste di intervento per anni. (formale) →

 (molto informale)

SI
INVAL
10 P R O D U R R E + L E S S I C O
· · · Per ciascuna delle parole o espressioni date, scrivi almeno un
sinonimo del registro indicato.

1. algido (aulico-solenne) → (medio)

2. farsela sotto (molto informale) →


(medio) → (formale)

3. sentire (un suono) (medio) → (formale)

4. scialbo (formale) → (medio)

5. dare una mano (informale) → (medio)


→ (formale)

6. colpo (medio) → (molto informale)

7. immantinente (aulico-solenne) →
(medio)

8. arrabbiarsi (medio) → (molto


informale) → (formale)

9. molto abbondante (di un pasto) →


il lessico

(aulico-solenne)
11

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LIVELLO 6 - Lessico

SI
INVAL
11 A N A L I Z Z A R E + L E S S I C O
· Abbina le frasi della colonna di sinistra al registro
corrispondente nella colonna di destra.

1. L’amore non è cieco, ma a. aulico-solenne


presbite. Infatti comincia a
vedere i difetti man mano che
si allontana.

2. Egregio Signor Direttore, con


questa mia desidero portare b. formale, colto
alla Sua attenzione l’acclusa
lettera del direttore
esecutivo, acciocché possa
formarsi un quadro il più
possibile completo della
vicenda occorsa. c. medio

3. A me sinceramente m’hanno
stufato tutti sti film sui
supereroi che sappiamo già
all’inizio come vanno a finire.
d. informale,
4. A questo proposito, va colloquiale
rilevato come il personaggio
principale subisca
un’involuzione nella parte
finale del romanzo.

5. Niente, Lidia si è presa male e. molto


perché Gianlu le ha tirato informale
pacco al primo appuntamento,
sto cafone.

I linguaggi settoriali
Un’importante varietà linguistica è rappresentata dai linguaggi settoriali, cioè dal les-
sico e dal modo di esprimersi propri di un determinato ambito specialistico, soprat-
tutto tecnico e scientifico. Linguaggi settoriali sono, per esempio, quello della medici-
na (epatico, severo, difterite, isteroscopia, periombelicale, accusare [un malore] ecc.);
quello della linguistica (sintagma, significante, registro, raddoppiamento fonosintattico
ecc.); quello dello sport (dribblare, palleggio, corner, break, contropiede, al tappeto,
fuga [nel ciclismo] ecc.).
Il rapporto tra il linguaggio settoriale e il registro varia a seconda dell’ambito lessicale.
L’impiego di parole di linguaggi settoriali “teorici” tende a essere associato a un registro
il lessico

formale o aulico-solenne (per es. il linguaggio giuridico, burocratico, filosofico ecc.),


mentre linguaggi legati ad attività pratiche possono essere combinati con registri forma-
11 li, medi o informali, a seconda del contesto.

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Unità 2 - Varietà dell’italiano

I gerghi
Un’altra importante varietà della lingua è costituita dai gerghi, linguaggi propri di certi
gruppi sociali che vengono adottati per evidenziare l’appartenenza al gruppo e per im-
pedire o ostacolare la comprensione da parte di persone esterne. Tradizionalmente ven-
gono considerati gerghi quello della malavita, quello dei carcerati e delle caserme e
determinati gerghi di mestiere (per esempio quello degli stagnini, degli arrotini, dei
muratori, degli ombrellai, dei venditori ambulanti, dei posteggiatori, dei pastori ecc.).
Alcuni esempi sono le parole madama (= polizia), infame (= spia, traditore), bella (=
evasione).
Simile a un gergo, anche se manca della dimensione della “segretezza”, è la lingua gio-
vanile, un insieme di espressioni usate dalle ultime generazioni in contesti informali,
che possono variare da una regione all’altra e si modificano continuamente nel tempo.
Ne fanno oggi parte parole ed espressioni come: una cifra, scialla, tranquo o tra, zio,
raga, palese, prendersi bene/male, sclerare, sgamare, non avere sbatti ecc.

APPROFONDIAMO ALTRE LINGUE PARLATE IN ITALIA


Oltre all’italiano e ai dialetti, in Italia si parlano diverse altre lingue. Alcune di queste
sono riconosciute ufficialmente e tutelate come lingue di determinate minoranze
linguistiche, cioè di comunità di parlanti storicamente residenti in Italia. Queste lin-
gue sono:
• il tedesco: parlato in Alto-Adige (o Sud Tirolo), dove è lingua ufficiale accanto
all’italiano
• il francese: parlato in Val d’Aosta, dove costituisce lingua ufficiale
• il franco-provenzale: parlato in Val d’Aosta, accanto al francese
• l’occitano: parlato in alcune valli del Piemonte e nel comune di Guardia
Piemontese in Calabria
• lo sloveno: parlato in Friuli-Venezia Giulia al confine con la Slovenia
• il croato: parlato in alcuni comuni dell’Abruzzo e del Molise
• il greco: parlato in alcuni comuni della Puglia e della Calabria
• l’albanese: parlato in diversi comuni del Sud Italia
• il catalano: parlato nel comune di Alghero, in Sardegna
• il sardo: parlato in Sardegna
• il ladino: parlato in Friuli-Venezia Giulia e in alcune zone del Trentino-Alto Adige
• il friulano: parlato in Friuli-Venezia Giulia

In Italia si parlano inoltre altre lingue, dette lingue non territoriali, cioè lingue che
vengono parlate da comunità anche estese di parlanti ma non sono legate a un territo-
rio definito. Ne fanno parte:
• una lingua storicamente presente in Italia, il romanì, parlato dalle comunità rom e
sinti, alcune delle quali risiedono in Italia fin dal Medioevo
• le lingue diffusesi in anni più recenti, soprattutto come conseguenza dei flussi
migratori ma non solo: inglese, wolof, swahili, francese, polacco, arabo,
il lessico

spagnolo ecc.
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LIVELLO 6 - Lessico

SI
INVAL
12 A N A L I Z Z A R E + L E S S I C O
· Suddividi le seguenti parole a seconda del linguaggio settoriale

PER INIZIARE
di appartenenza, trascrivendole nell’insieme corretto.
riprese • agorafobia • bradicardia • asteroide • inconsciamente •
glicemia • trailer • preterintenzionale • narcisismo • comparsa •
galassia • intelligenza emotiva • cometa • analgesico • sceneggiatura •
set • giudice istruttore • traumatizzare • Big Bang • fotogramma •
colposo • querelare • patogeno • cast • telescopio • eclisse • suturare •
supernova • avviso di garanzia

CINEMA  ASTRONOMIA 

 

 

 

 

 

 

PSICOLOGIA  MEDICINA 

 

 

 

 

 

 

GIURISPRUDENZA 


il lessico

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Unità 2 - Varietà dell’italiano

13 C O M P L E T A R E + L E S S I C O
· · · Completa le definizioni con la parola settoriale opportuna e
indica tra parentesi a che linguaggio settoriale appartiene.

1. Una malattia del fegato è una malattia


( ). 2. Il soffitto di forma ricurva di un
ambiente è la ( ).
3. La è la parte recisa di una pianta che,
messa nel terreno, può generare una nuova pianta. (
) 4. Lo scheletro esterno caratteristico di alcuni invertebrati è
detto ( ).
5. Nelle notizie meteo le piogge sono spesso chiamate
( ). 6. La tecnica per mezzo
della quale si rendono le zone d’ombra e di luce di un soggetto si
chiama ( ).
7. Una frase che dipende sintatticamente da un’altra è una
( ). 8. L’
parlamentare o legislativo è il processo che una legge deve
seguire per poter essere approvata. ( )

SI
INVAL
14 R I C O N O S C E R E E T R A S F O R M A R E
· · · Nelle seguenti frasi, sottolinea le parole e le espressioni
gergali, poi sostituiscile con espressioni dell’italiano standard.

1. Al concerto c’era un fottìo di gente, qualcuno si era messo in coda


alle 5 del mattino. → 2. Alla fine li
avrà beccati la madama, giravano sempre da queste parti e non li ho
più visti. → 3. Oh, vai scialla, io non
ho fatto niente, è stato lui a provocarmi. →
4. Da quando sono uscito dal carcere sono un uomo morto, ma
non sono un infame; non ho detto una sola parola. →
5. C’aveva una faccia che faceva paura solo a guardarla,
girava sempre con il pezzo in tasca e si diceva che potesse centrare un
bersaglio a 200 metri. → 6. Non ci
voglio tornare al gabbio, piuttosto sgobbo dal mattino alla sera in
il lessico

fabbrica per cent’anni. →


11

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MAPPA
UNITÀ 2

L'ITALIANO MODERNO

È UNA LINGUA NEOLATINA,


DERIVA DAL LATINO, COME LO SPAGNOLO, IL PORTOGHESE, IL CATALANO ECC.

NELLA SUA STORIA CONVIVE CON


SI DISTINGUONO I DIVERSI
DIVERSE FASI

1300 DIALETTI (IDIOMI LOCALI


AFFERMAZIONE DEL CON AMBITO D'USO LIMITATO)
VOLGARE FIORENTINO
COME LINGUA LETTERARIA
(DANTE, PETRARCA, CHE SI
BOCCACCIO) DIVIDONO SETTENTRIONALI
IN
TOSCANI
1500
USO DEL VOLGARE
FIORENTINO ANCHE PER LA CENTRO-
SCIENZA E LA FILOSOFIA MERIDIONALI
(GALILEO GALILEI)

"QUESTIONE DELLA + LADINO,


LINGUA" SARDO,
(PIETRO BEMBO) FRIULANO, CHE
SONO VERE E
PROPRIE LINGUE
1800
DI NUOVO IL VOLGARE
FIORENTINO COME LINGUA SI ESPRIME CON
LETTERARIA (MANZONI) I DIVERSI

1900
UNIFICAZIONE LINGUISTICA
(SCOLARIZZAZIONE, LEVA ITALIANI REGIONALI
MILITARE, MIGRAZIONI (VARIETÀ GEOGRAFICHE
INTERNE, RADIO E TV) DELL'ITALIANO)

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MAPPA
UNITÀ 2

IL LESSICO ITALIANO

È FORMATO DA PAROLE DIVERSE PER


ORIGINE, CHE SONO

PAROLE CON
PER TRADIZIONE
BASE LATINA angoscia
DIRETTA O POPOLARE
EREDITARIA

PER TRADIZIONE angustia (adattato),


INDIRETTA O DOTTA referendum (non
(LATINISMI) adattato)

zucchero (arabo), schiena


PRESTITI ADATTATI
(germ.), giardino (francese)

NON ADATTATI sport, toilette, golpe

NON ASSIMILATI
REGIONALISMI sbuzzo, picciotto
ALL'ITALIANO

ASSIMILATI
DIALETTISMI gondola, ciao
ALL'ITALIANO

NEOLOGISMI petaloso, tronista

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MAPPA
UNITÀ 2

LA VARIETÀ SOCIALE DELL'ITALIANO

SI MANIFESTA CON
L'USO DI UN

REGISTRO

TIENE CONTO DI PUÒ ESSERE

SCOPO
SOLENNE, AULICO sublime!

DESTINATARIO
davvero
FORMALE, COLTO
notevole!
SITUAZIONE
COMUNICATIVA
MEDIO bellissimo!

INFORMALE,
figata!
COLLOQUIALE

MOLTO INFORMALE, sticazzi!


GERGALE, VOLGARE (al Nord)

LINGUAGGIO SETTORIALE perifrastica, epatico, babordo

GERGO scialla, madama

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2 LEZIONI SU
http://itaca.academy 30’

UNITÀ 3 Il significato delle parole


Che cos’è il significato delle parole
Come abbiamo visto, una parola è un segno linguistico costituito da un elemento perce-
pibile attraverso i sensi, detto significante, cioè la combinazione di suoni o di lettere da
cui la parola è formata, e da un’immagine mentale, detta significato, ovvero ciò che ci
viene in mente quando sentiamo o leggiamo una determinata parola. Il significato a sua
volta fa riferimento a un’entità extralinguistica, ovvero l’oggetto reale, materiale o astrat-
to, di cui si parla, che viene detto referente.

Per esempio, il significante della parola fiore è la sequenza di suoni e/o lettere f-i-o-r-e; il
significato è il concetto astratto a cui la parola rimanda, per esempio: “parte della pianta
più appariscente, in molti casi vivacemente colorata e profumata”. Il referente è il fiore
reale al quale ogni individuo pensa.

Il rapporto tra significante, significato e referente può essere rappresentato per mezzo di
un triangolo, in cui il lato che collega significante e referente è tratteggiato, perché non
è mai diretto, ma sempre mediato dal significato.

SIGNIFICATO
(parte della pianta)

SIGNIFICANTE REFERENTE
(f-i-o-r-e) (fiore reale)

Il significato delle parole, che media continuamente tra i segni che pronunciamo e scri-
viamo e la realtà, è l’oggetto di studio di un ramo della linguistica chiamato semantica
(dal greco semantikos: significato).

Tuttavia non tutte le parole sono dotate di un significato proprio. In una lingua è possi-
bile distinguere parole “piene”, che hanno un significato e rimandano a un referente,
concreto o astratto, e parole “vuote”, prive di significato e referente, che svolgono uni-
il lessico

camente una funzione grammaticale e sintattica. In italiano sono parole piene i nomi,
gli aggettivi, i verbi e gli avverbi. Sono parole vuote gli articoli, le preposizioni, i prono-
11
mi, le congiunzioni.

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LIVELLO 6 - Lessico

La polisemia: questione di contesto


In italiano e in altre lingue sono poche le parole dotate di un unico significato. Si tratta
perlopiù di vocaboli indicanti qualcosa di estremamente preciso: concetti scientifici o
tecnici che rimandano a referenti specifici (elettrone, enzima, mietitrebbia, areucaria
ecc.). La maggior parte delle parole ha invece più di un significato. Questa caratteristica
delle parole è detta polisemia (dal greco polýs: molto e sēmaínein: significare) ed è alla
base di una qualità essenziale della lingua: la sua economicità. Se la lingua prevedesse
una parola diversa per ogni significato concepibile, infatti, avrebbe un lessico pressoché
infinito, impossibile da memorizzare e da utilizzare.

Potendo designare più cose, una parola non ha quasi mai un significato in sé. Il suo si-
gnificato è determinato dai rapporti che essa intrattiene con le altre parole, con la situa-
zione in cui è impiegata e con la cultura di riferimento; in altri termini: dal contesto.

Pensiamo per esempio alla parola polso. Essa può indicare: la congiunzione tra il braccio
e la mano; la parte terminale della manica; la risolutezza e fermezza di carattere; il bat-
tito cardiaco avvertibile tra la mano e l’avambraccio. Il significato di polso non può quin-
di essere determinato se non all’interno di un contesto.

Come abbiamo visto nella sezione dedicata alla comunicazione (vedi M10), il contesto
può essere:
• linguistico, cioè formato dalle parole che “circondano” la parola in questione
Mi fa male il polso. → polso = congiunzione tra mano e braccio
La camicia era sdrucita sui polsi. → polso = parte della manica
Certo che quella ragazza ha polso! → polso = risolutezza, fermezza di carattere
Il medico gli sentì il polso. → polso = battito cardiaco
• situazionale, dipendente dalla situazione in cui la parola è impiegata: una lezione di
anatomia; un negozio di rammendi; una chiacchierata tra amici; una visita medica ecc.
• culturale, cioè dipendente dagli usi, dalla visione del mondo, dal sistema di valori
di un dato gruppo o comunità di parlanti: per esempio in italiano colto è possibile
impiegare l’espressione “mi fa tremare i polsi” per dire che qualcosa ci fa venire il
batticuore o ci fa rabbrividire. La locuzione deriva dalla popolarizzazione del
verso dantesco «mi fa tremar le vene e i polsi» (Inf., I, v. 90), che è parte integrante
del patrimonio culturale italiano. Se la impiegassimo chiacchierando con un
amico cinese che pur parla un italiano impeccabile, a meno di essere questi un
grandissimo conoscitore della Divina Commedia, non riuscirebbe probabilmente a
coglierne il senso

1 RICONOSCERE E ANALIZZARE
· Sottolinea tutte le parole piene, cioè dotate di un referente.
PER INIZIARE

perché • ornitorinco • empatica • perciò • Isabella • decisione • gli •


calzino • divorano • cui • umido • però • questi • nuvole • con •
anticamente • scintillante • degli • che • maiuscola • litigano •
delle • asma • quindi • ne • ruscello • unicorno • sui • dolcemente •
il lessico

tra • benché • caldo • quindi • divano • estate • filosofia


11

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Unità 3 - Il significato delle parole

SI
INVAL
2 ABBINARE + LESSICO
·· Abbina le parole date al significato corretto in base ai diversi
contesti linguistici in cui sono inserite.

CÓRSO

1. Mi sono iscritta a un a. percorso di un fiume


corso di batteria.

2. La situazione è b. serie di lezioni


migliorata nel corso
degli anni.
c. svolgimento, andamento,
3. Le stagioni sono trascorrere
determinate dal corso
del Sole.
d. moto reale o apparente
4. Abito in corso Giulio di un astro
Cesare.

5. In Etiopia si è deviato il e. grande strada cittadina


corso del Nilo Azzurro
per costruire un’enorme
diga.

CARO

1. Fabio è il mio amico a. costoso


più caro.

2. È proprio un bravo b. amato


ragazzo, sempre molto
caro con tutti.
c. familiari
3. Queste scarpe sono
bellissime, ma non ti
sembrano un po’ care? d. considerato importante,
prezioso
4. Se avete cara la vita,
state calmi e non
muovetevi.
e. modo di rivolgersi a
5. Non vedeva l’ora di qualcuno, spesso
riabbracciare tutti i scherzoso
suoi cari.

6. Caro mio, questa volta ti f. amabile, gentile


il lessico

beccano.
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LIVELLO 6 - Lessico

RIPRENDERE

1. La prof mi ha ripreso a. prendere di nuovo,


perché stavo prendere qualcosa che si
chiacchierando. era lasciato

2. Riprese il cappello che


aveva lasciato sul b. prendere indietro
tavolo.

3. Riprendi il discorso
c. rimproverare
da dove l’avevi
interrotto.

4. Le telecamere l’hanno d. ricominciare, continuare


ripreso mentre dopo una pausa
scappava.

5. Se la maglia ti sta e. ritrattare


piccola me la fotograficamente.
riprendo. filmare

SI
INVAL
3 PRODURRE + LESSICO
· · · Per ognuna delle parole date scrivi tre frasi in cui la parola
abbia tre diversi significati. Poi indica tra parentesi il contesto
situazionale in cui la frase può essere impiegata.

• cacciare

1.  ( )

2.  ( )

3.  ( )

• buono (agg.)

1.  ( )

2.  ( )

3.  ( )

• classe

1.  ( )

2.  ( )
il lessico

3.  ( )
11

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Unità 3 - Il significato delle parole

• provare

1.  ( )

2.  ( )

3.  ( )

• gola

1.  ( )

2.  ( )

3.  ( )

• dolce (agg.)

1.  ( )

2.  ( )

3.  ( )

Denotazione e connotazione
Nell’uso della lingua si intrecciano fittamente due piani:
• il piano denotativo, riguardante la trasmissione del significato “oggettivo”, neutro,
condiviso dai parlanti di una lingua
• il piano connotativo, riguardante le sfumature emotive, affettive, evocative, che
accompagnano l’uso delle parole aggiungendosi al significato denotativo

Quando parliamo o scriviamo, infatti, non ci limitiamo a trasmettere informazioni e a


difendere opinioni, ma esprimiamo anche, in modo volontario o meno, sensazioni,
emozioni, sentimenti, giudizi. Esistono certamente testi puramente denotativi, in cui la
connotazione è del tutto assente (per es. un libretto di istruzioni), così come esistono
testi iperconnotativi, in cui la denotazione è ridotta quasi a zero (per es. una poesia
surrealista), ma la maggior parte dei testi, orali o scritti, è un intrecciarsi continuo di
denotazione e connotazione.
Osserviamo per esempio le due frasi “il piccolo continuava a piagnucolare sconsolato” e
“il moccioso non la smetteva di frignare disperato”: esse sono uguali dal punto di vista
denotativo, ma connotano il messaggio in modo molto diverso: affettuoso nel primo
caso, distante e infastidito nel secondo.

Uso letterale e uso figurato


il lessico

La capacità umana di stabilire associazioni tra le cose e di esprimerle attraverso le paro-


le è alla base dei trasferimenti di significato.
11
Ogni parola ha, come abbiamo visto, uno o più significati, che fanno riferimento a un

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LIVELLO 6 - Lessico

determinato referente. Per esempio, in una frase come “la lama della spada scintillava al
sole”, la parola lama significa “parte tagliente di un utensile o di un’arma”. Questo è il suo
significato letterale. Ma la parola lama può essere impiegata anche in una frase come
“il suo sguardo era una lama affilata”: a livello denotativo, un’affermazione come questa
appare illogica, ma a livello connotativo risulta particolarmente potente. Che cosa è
avvenuto? Alcuni tratti del significato lama (il fatto di essere tagliente, fredda, scintillan-
te ecc.) sono stati trasferiti su un altro referente, cioè uno sguardo molto penetrante,
creando un significato inedito, fortemente espressivo. La parola lama ha acquisito quin-
di un significato figurato, o “traslato” (= trasferito).

Il linguaggio figurato costituisce uno degli elementi fondamentali della connotazione:


permette di caricare le parole e le frasi di emozioni, sentimenti, giudizi; di personalizza-
re il linguaggio per mezzo di associazioni soggettive; di giocare con la lingua; di espri-
mere a parole ciò che a prima vista sembrerebbe inesprimibile. È frequente nella poesia
e nella pubblicità, dove dà vita alle figure retoriche, ma non è affatto una prerogativa di
questi linguaggi. Si tratta di un meccanismo così comune e diffuso da indurre a pensare
che sia connaturato all’uso stesso della lingua. Basti pensare che ha generato nel tempo
una gran quantità di espressioni che fanno ormai parte del linguaggio comune, condivi-
se da tutti i parlanti. Osserva gli esempi:
Quel ragazzo è una volpe. (= astuto)
Il tavolo aveva solo tre gambe. (= elementi del tavolo che poggiano per terra)

Questi due usi figurati di “volpe” e di “gamba” si sono normalizzati a tal punto nella
nostra lingua da costituire espressioni comuni, letterali, puramente denotative.

L’associazione mentale che permette il passaggio dal significato letterale a quello figura-
to può basarsi su due tipi di relazione: di somiglianza o di contiguità.

La somiglianza tra il significato letterale e quello figurato è alla base della metafora, un
procedimento che consiste nel sostituire un termine proprio con un altro simile per qual-
che aspetto. Per esempio nella frase “mi introdusse in quel labirinto di idee”, invece dell’e-
spressione “insieme complesso” si usa una parola (labirinto), che mantiene con il primo
termine un rapporto di somiglianza (l’insieme di idee di cui si parla e il labirinto hanno in
comune la tortuosità, l’intricatezza, la complessità). Il nesso che lega il termine proprio
con quello figurato rimane implicito e deve essere inferito da chi ascolta o legge. In altri
casi, come dicevamo, tale nesso è già cristallizzato nella lingua, al punto che il dizionario
riporta il significato figurato della parola insieme ai suoi significati letterali. Osserva:
coniglio: 1 Mammifero con zampe posteriori più sviluppate delle anteriori, pelame folto
di vario colore, orecchie lunghe, labbro superiore fesso, dentatura con incisivi ben
sviluppati [...] 3 fig. Persona timida, paurosa SIN fifone: sei proprio un c.

La contiguità (o vicinanza) tra significato letterale e significato figurato è invece un’af-


finità di tipo logico o materiale. Su questa relazione si basano:
• la metonimia, un procedimento che consiste nel sostituire un termine con un altro
in base ai seguenti nessi:
һһ la causa per l’effetto (“sentire le campane” per “sentire il suono delle campane”)
һһ il contenente per il contenuto (“bere un bicchiere” per “bere ciò che c’è dentro il
bicchiere”)
il lessico

һһ l’elemento concreto per un concetto astratto a esso legato (“avere orecchio” per “la
11
capacità di distinguere i suoni”)

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Unità 3 - Il significato delle parole

һһ l’autore per l’opera (“ha comprato un Modigliani” per “ha comprato un quadro di
Modigliani”)
һһ la materia per l’oggetto (“i bronzi di Riace” per “le statue in bronzo di Riace”)
• la sineddoche, un tipo particolare di metonimia basata su nessi di tipo quantitativo:
һһ la parte per il tutto (“vela” per “barca”)
һһ il singolare per il plurale (“l’essere umano” per “gli esseri umani”)
һһ il genere per la specie (“felino” per “gatto”)
һһ ecc.
• l’antonomasia, un procedimento che consiste nell’impiegare il nome proprio di una
persona, di un luogo o di un fatto celebre al posto di quello di qualcuno o qualcosa
che presenta caratteristiche simili: “Marco è un casanova” (= un gran seduttore,
come Giacomo Casanova); “è successo un quarantotto” (= un evento caotico e
confuso, come le sommosse che scossero l’Europa nel 1848)

4 RICONOSCERE + LESSICO
· Indica con una crocetta se i seguenti testi sono prevalentemente
PER INIZIARE

denotativi o prevalentemente connotativi.


1. Si informano i gentili clienti che la nostra attività resterà chiusa
per ferie dal 14 al 19 luglio.
denotativo connotativo
2. A quei tempi era sempre festa. Bastava uscire di casa e
attraversare la strada, per diventare come matte, e tutto era
bello, specialmente di notte, che tornando stanche morte
speravano ancora che succedesse qualcosa, che scoppiasse un
incendio, che in casa nascesse un bambino, o magari venisse giorno
all’improvviso e tutta la gente uscisse in strada e si potesse
continuare a camminare fino ai prati e fin dietro le colline.
Cesare Pavese, La bella estate
denotativo connotativo

3. Fu allora che l’omaccione, che si era avvicinato con passi da


gigante facendo tremare l’impiantito della stanza, gli diede una
pacca sulla spalla, con quelle sue manone simili a pale dalle quali
ci si sarebbe aspettati di tutto tranne un gesto tanto fraterno,
pieno di ruvida tenerezza.
denotativo connotativo

4. Oggi la mamma è morta. O forse ieri, non so. Ho ricevuto un


telegramma dall’ospizio: “Madre deceduta. Funerali domani.
Distinti saluti”. Questo non dice nulla: è stato forse ieri. L’ospizio
dei vecchi è a Marengo, a ottanta chilometri da Algeri. Prenderò
l’autobus delle due e arriverò ancora nel pomeriggio.
Albert Camus, Lo straniero
il lessico

denotativo connotativo
11

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LIVELLO 6 - Lessico

5. Per preparare la besciamella mettete a scaldare in un pentolino il


latte. A parte, fate sciogliere 100 g di burro a fuoco basso, poi
spegnete il fuoco e aggiungete la farina, mescolando con una
frusta per evitare la formazione di grumi. Rimettete sul fuoco e
mescolate l’impasto fino a farlo diventare dorato.
denotativo connotativo

6. Ninetto, sei bagnato come un pulcino! E come tremi… Stupidotto,


mai una volta che tu prenda l’ombrello, eh? Cos’è, fa fare brutta
figura con gli amici? Vieni qui, che il papà adesso ti asciuga i
capelli e ti prepara subito un bel bagno caldo. Non vorrai mica
buscarti un raffreddore…
denotativo connotativo

5 TR ASFORMARE + LESSICO
·· Riscrivi i seguenti messaggi connotandoli come indicato tra
parentesi. Puoi usare parole completamente diverse e aggiungere
tutti gli elementi che ritieni opportuni, come nell’esempio.

Es. Filippo è di nuovo scivolato su una buccia di banana.


(connotazione
ironica) → Filippo, sempre attento com’è mentre
cammina
 per strada, per l’ennesima volta ha messo il piede su
una
 buccia di banana che si vedeva a due chilometri di distanza
ed

è caduto lungo disteso sotto lo sguardo attonito dei passanti.

1. Abbiamo avuto un contrattempo, che rischia di compromettere il


buon esito dell’iniziativa.
(connotazione catastrofica) → 

2. Il figlio di Anna e Paolo, che ha tre mesi, ha gli occhi di suo padre
ma l’espressione di sua madre.
(connotazione tenera o affettuosa) → 

3. La professoressa ha sorpreso Caterina mentre passava un


il lessico

bigliettino con le risposte della verifica.


(connotazione di scherno o ironica) → 
11

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Unità 3 - Il significato delle parole

4. Da quando ho capito com’è veramente Claudio, nonostante le


apparenze, non me la prendo più per quel che è successo:
semplicemente lo evito e se lo incrocio non gli rivolgo la parola.
(connotazione dispregiativa) → 


SI
INVAL
6 ANALIZZARE + LESSICO
· Nelle seguenti coppie, indica in quale frase la parola in evidenza
ha significato letterale [L] e in quale ha significato figurato [F].
L F
1. La calamita attrae il ferro.
2. Tu per i problemi sei una calamita, eh?

3. Invecchiato? Ma se sei un fiore!



4. È un fiore che si apre solo di notte.

5. Questa secondo me è la chiave del problema.


6. Credo di aver perso la chiave dell’ufficio.

7. Dopo anni di sudore e sacrifici, ce l’hanno fatta.


8. Il sudore ha la funzione di mantenere la temperatura
corretta.

9. Rodolfo Valentino era un attore e ballerino italiano


naturalizzato statunitense.
10. Qualcuno lo considera il Rodolfo Valentino della
fiction italiana.

SI
INVAL
7 RICONOSCERE + LESSICO
·· Nelle seguenti frasi sottolinea le metafore, cerchia le metonimie
e chiudi tra parentesi la sineddoche.

1. I miei occhi ti scoprono | nuda | e ti coprono | d’una calda pioggia


| di sguardi. 2. Seduta dietro la scrivania, gli fece cenno di avvicinarsi
con uno sguardo di vetro e le labbra piegate a una smorfia sprezzante.
il lessico

3. Mi piace la musica classica, ma Mozart sinceramente non lo posso


11

75

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LIVELLO 6 - Lessico

soffrire nonostante fosse oggettivamente un genio. 4. Il regista mette


in scena il crepuscolo della civiltà occidentale in quello che è forse il
suo lungometraggio più riuscito. 5. E se da lunge i miei tetti saluto…
6. Entrambi i marmi del Canova vengono poi acquisiti da Napoleone
come contropartita per il regno di Napoli. 7. Giulia, sei la solita
lumaca: noi siamo tutti pronti e tu devi ancora farti la doccia! 8. Si
sono scolati l’ultima bottiglia di spumante che rimaneva in casa; e
adesso con che cosa brindiamo all’anno nuovo?

SI
INVAL
8 PRODURRE + LESSICO
· · · Per ognuna delle espressioni date scrivi una frase in cui la
parola abbia il significato figurato espresso dalla figura retorica
indicata, come nell’esempio.
Es. bronzo (metonimia)
→ I due bronzi sono esposti nel museo di Reggio Calabria.


1. una roccia (metafora)




2. un quarantotto (antonomasia)

3. la tartaruga (sineddoche)

4. nella bufera (metafora)

5. testa (metonimia)

6. doccia gelata (metafora)


il lessico


11

76

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Unità 3 - Il significato delle parole

I rapporti di significato tra le parole


Le parole non vengono pensate da chi le usa come isolate le une dalle altre, bensì come
inserite in una fitta trama di rapporti reciproci. Questi rapporti di significato tra le parole
possono essere: di sinonimìa, di antonimìa (o opposizione), di inclusione (iperonimìa e
iponimìa), di omonimìa.

La sinonimìa
Sono sinonimi (dal greco sin- che esprime comunanza e ònoma: nome) vocaboli che
hanno lo stesso identico significato, oppure hanno un significato molto simile. Osserva
gli esempi:
faccia / viso / volto
afferrare / acciuffare / acchiappare
invano / inutilmente
squisito / delizioso / prelibato
testardaggine / cocciutaggine

In alcuni casi due sinonimi possono essere usati indistintamente, perché hanno un si-
gnificato pressoché identico:
una magnifica serata / una splendida serata
nonostante la fretta / malgrado la fretta
tra due giorni / fra due giorni
pertanto tacque / perciò tacque

Nella maggior parte dei casi, tuttavia, tra i sinonimi intercorrono leggere differenze di
vario tipo:
• di significato specifico: per esempio sinonimi di rompere sono spaccare, spezzare,
frantumare ecc., ma nello specifico spezzare significa “dividere in due pezzi con un
sol colpo” (per es. una tavoletta di cioccolato); spaccare è “spezzare qualcosa di duro
con un colpo deciso, energico” (si spacca la legna, non un pezzo di pane);
frantumare è “ridurre qualcosa in frantumi, in frammenti” (si frantuma il ghiaccio,
non le catene)
• di uso: per esempio rapporto e relazione hanno quasi lo stesso significato e in molti
casi sono intercambiabili, ma l’uso sancisce espressioni come “pubbliche relazioni”
(non *pubblici rapporti), “essere in ottimi rapporti” (non *in ottime relazioni), “avere
molte relazioni” (sentimentali, e non *avere molti rapporti, che avrebbe un
significato diverso) ecc. Rientrano tra le differenze di uso anche quelle dipendenti
dalla collocazione geografica, cioè le varianti regionali: papà / babbo (in Toscana);
croissant / cornetto (in alcune regioni, per es. in Lazio) ecc.
• di intensità: per esempio parole come timore, spavento, sgomento, angoscia, orrore,
panico, terrore, tutti sinonimi di paura, presentano un grado di intensità diverso e
non possono essere usate indistintamente
• di registro: per esempio parole come sfortuna, sventura, iella, scalogna, sfiga, pur
il lessico

avendo lo stesso significato, appartengono a livelli del linguaggio diversi (sfortuna:


italiano medio; sventura: italiano colto, formale; iella, scalogna, sfiga: italiano
11
colloquiale, popolare) e si impiegano abitualmente in contesti diversi.

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LIVELLO 6 - Lessico

SI
INVAL
9 ABBINARE
·· Collega ogni parola con il suo sinonimo.

PER INIZIARE 1. anche a. collera

2. rabbia b. acuto

3. lenire c. occasionale

4. ognuno d. pure

5. arguto e. quindi

6. sporadico f. ciascuno

7. perciò g. alleviare

8. agevolmente h. imponente

9. maestoso i. comodamente

SI
INVAL
10 R I C O N O S C E R E
·· In ogni gruppo, cerchia i sinonimi della parola o locuzione in
evidenza.
• povero
bisognoso • abbiente • indigente • agiato • umile • disoccupato •
altolocato • privo

• ogni tanto
altrettanto • a volte • intanto • più di tanto • di quando in quando •
man mano • di tanto in tanto • qualche volta • tuttavia • talora •
ormai • talvolta

• inventare
illudere • escogitare • riflettere • sognare • edificare • ideare •
progettare • creare • scrivere

• capriccio
riccio • lacrima • estro • ghiribizzo • fisima • fissa • grillo • sfizio •
voglia • pretesto

11 R I C O N O S C E R E
· · · In ogni serie, sottolinea i due sinonimi “perfetti” dal punto di
vista di significato, registro, intensità, come nell'esempio.
Es. gridare • strillare • strepitare • urlare • inveire

1. maleducato • arrogante • insolente • impertinente • tracotante


il lessico

2. muso • faccia • viso • grugno • volto


11

78

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Unità 3 - Il significato delle parole

3. ovviamente • comprensibilmente • naturalmente • innegabilmente


• evidentemente

4. pietra • roccia • scoglio • rupe • sasso

5. ipersensibile • suscettibile • permaloso • scontroso • ombroso

SI
INVAL
12 C O M P L E T A R E + L E S S I C O
·· Per ogni parola in evidenza, scrivi un sinonimo appartenente al
registro indicato tra parentesi. Fai attenzione al contesto!
• sveglio
a. Sogno o son sveglio? → (registro aulico-
solenne)

b. Mi sembra uno sveglio. → (registro formale)

• chiedere
a. Se te lo chiedo è perché non lo so. →
(registro medio)

b. Ti chiederei di non dire nulla. → (registro


medio)

• capo
a. China un po’ il capo per favore. → (registro
informale)

b. Qui non ci sono capi. → (registro medio)

• rendere
a. Quando ho finito te lo rendo. → (registro
medio)

b. I social network possono renderci schiavi. →


(registro medio)

• vergognoso
a. Ha avuto un comportamento vergognoso. →
(registro formale)

b. Era un bambino un po’ vergognoso. →


(registro medio)

• stella
a. Osservava le stelle. → (registro aulico-solenne)

b. Diventerai una stella del cinema! → (registro


il lessico

medio)
11

79

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LIVELLO 6 - Lessico

L’antonimìa
Sono antonimi (dal greco antì-: contro e ònoma: nome) o contrari parole che hanno
significato opposto. Per esempio:
bello / brutto
onestà / disonestà
sopra / sotto

Non tutte le parole hanno un antonimo: limitandoci alle parole “piene” di significato, ne
sono privi molti nomi (non esiste il contrario di aratro, matematica, sciame, foresta, ro-
manzo, idrocarburo ecc.), alcuni aggettivi (non hanno contrario aggettivi come francese,
giallo, ligneo ecc.), molti verbi (fare, dire, piangere ecc.) e la maggior parte degli avverbi.
Alcuni antonimi sono rappresentati da parole di radice diversa: piccolo / grande; freddo
/ caldo. Altri si formano per derivazione aggiungendo un prefisso alla parola di parten-
za: educato / maleducato; simpatia / antipatia ecc.

Dal punto di vista logico si distinguono:


• antonimi rappresentanti i due punti estremi di una scala
vicino / lontano
pianeggiante / ripido
• antonimi complementari, cioè parole con significati che si escludono a vicenda
vero / falso
vivo / morto

Una parola naturalmente può avere più antonimi a seconda del suo significato in un
dato contesto.

CONTR. RUGOSO, RUVIDO (per es. una superficie)

CONTR. GASSATA , FRIZZANTE (per es. l’acqua)

LISCIO

CONTR. DIFFICILE, COMPLICATA (per es. una situazione)

CONTR. RICCIO (per es. i capelli)

Va aggiunto che non sempre esiste accordo assoluto su quale sia il contrario di una de-
terminata parola. Percepire qualcosa, soprattutto una qualità, come opposta a un’altra è
spesso soggettivo, non necessariamente condiviso da tutti i parlanti, oltre che il risultato
di un condizionamento culturale. Per esempio:
Qual è il contrario di dolce? → salato, amaro o aspro?
E il contrario di prepotente? → gentile? rispettoso? docile? arrendevole?
il lessico

Che dire, infine, del contrario di una parola dal significato ampio e variegato come
11
amore? Il suo antonimo è… odio? indifferenza? disprezzo?

80

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Unità 3 - Il significato delle parole

13 P R O D U R R E
·· Scrivi l’antonimo delle seguenti parole.

PER INIZIARE
1. accordo → 2. omogeneo →
3. fiducia → 4. pulito →
5. obbedire → 6. concavo
→ 7. celare →
8. scarso → 9. pieno →
10. consapevolezza → 11. poco →
12. egoismo →

SI
INVAL
14 T R A S F O R M A R E
·· Aiutandoti con il dizionario dei sinonimi e contrari, trasforma le
seguenti frasi sostituendo le parole in evidenza con i loro
antonimi, come nell’esempio.
Es. Ho sempre stimato le persone coerenti.
→ Ho sempre disprezzato le persone incoerenti .

1. Mi rallegra il suo arrivo.


→ Mi la sua .
2. Era così diffidente che non credeva mai a nessuno.
→ Era così che credeva
a
3. Chi dice che una cosa è impossibile, non dovrebbe disturbare chi
la sta facendo.
→ Chi dice che una cosa non è , non dovrebbe
disturbare chi la sta facendo.
4. Se ti piace il formaggio fresco, questo te lo consiglio.
→ Se ti il formaggio , questo
te lo .
5. Era esperta in fertilizzanti naturali.
→ Era per quel che riguarda i fertilizzanti
.
6. Il ricevimento è stato un assoluto successo: gli invitati erano
interessanti, cordiali e spiritosi e l’atmosfera gioviale e
rilassata.
→ Il ricevimento è stato un assoluto : gli invitati
il lessico

erano , e
11 e l’atmosfera e .

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LIVELLO 6 - Lessico

L’inclusione (iperonimìa e iponimìa)


L’inclusione è il rapporto gerarchico che si stabilisce tra due parole quando il significato
di una parola “include” quello di un’altra.

La parola di significato più ampio e generico è detta iperonimo (dal greco iper-: sopra e
ònoma: nome): per esempio animale è iperonimo di gatto, cane, coccodrillo, farfalla ecc.
perché include il significato di queste parole, che designano diversi tipi di animali.

La parola di significato più ristretto e specifico è detta iponimo (dal greco ipo-: sotto e
ònoma: nome): gatto, cane, coccodrillo, farfalla ecc. sono iponimi di animale, perché il
loro significato rispettivo è incluso nel significato più generale di animale.

Un iperonimo può includere uno o più iponimi che a loro volta possono includere uno
o più iponimi. Un iponimo può essere, quindi, iperonimo per una parola di significato
ancora più ristretto. Osserva:

INDUMENTI
(IPERONIMO)

PANTALONI MAGLIA BIANCHERIA


(IPONIMO) (IPONIMO) (IPONIMO)

iperonimo di iperonimo di iperonimo di

JEANS PANTALONCINI GOLF FELPA MUTANDE CALZE


(IPONIMO) (IPONIMO) (IPONIMO) (IPONIMO) (IPONIMO) (IPONIMO)

iperonimo di

SLIP BOXER COULOTTE


(IPONIMO) (IPONIMO) (IPONIMO)

SI
INVAL
15 P R O D U R R E
· Per ogni lista di iponimi, scrivi l’iperonimo.
PER INIZIARE

1. viola, primula, margherita, girasole, ciclamino, rosa


iperonimo: 

2. articolo, nome, aggettivo, verbo, preposizione, congiunzione,


avverbio, interiezione
il lessico

iperonimo: 
11

82

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Unità 3 - Il significato delle parole

3. frullatore, lavatrice, asciugacapelli, aspirapolvere, lavastoviglie

iperonimo: 

4. autobus, bicicletta, treno, aereo, metropolitana, automobile

iperonimo: 

5. favola, fiaba, romanzo, racconto, opera teatrale, poesia

iperonimo: 

6. gennaio, febbraio, marzo, aprile, maggio, giugno

iperonimo: 

16 P R O D U R R E
·· Per ogni iperonimo dato, scrivi almeno cinque iponimi.

1. albero: 

2. casa: 

3. danza/ballo: 

4. mobile: 

5. rettile: 

6. spezia/erba aromatica: 

SI
INVAL
17 T R A S F O R M A R E
· · · Rendi le seguenti frasi più precise sostituendo le parole tra
parentesi con uno o più iponimi.

1.(Il rapace) si lanciò in picchiata per

ghermire la piccola preda. 2. Perché in molte culture il fidanzamento è

sancito dal regalo di (un gioiello) ?

3. Per la cerimonia ho già comprato vestito e coprispalle: mi mancano

(gli accessori) . 4. Il mal di testa era

troppo forte, così ho preso (una medicina) .

5. Per rendere lo sguardo più luminoso, potresti metterti un po’ di

(trucco) sulle palpebre. 6. In famiglia

erano (artigiani) da molte generazioni.

7. (La scienza) ci aiuta ad avvicinarci ai


il lessico

11
misteri dell’universo.

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LIVELLO 6 - Lessico

L’omonimìa
L’omonimìa è il rapporto che lega le coppie di parole che hanno la stessa forma ma si-
gnificato diverso, dette appunto omonimi (dal greco omo-: uguale e ònoma: nome). Per
esempio:
riso (atto di ridere) / riso (cereale)
vite (pianta) / vite (elemento di fissaggio)
déi (preposizione) / dèi (divinità)

Attenzione: gli omonimi non sono “accezioni diverse della stessa parola”, ovvero non
rientrano nel fenomeno della polisemia, per il quale per esempio una parola come fonte
può significare “sorgente”, “origine”, “testo da cui si apprendono notizie su un determi-
nato argomento”. Gli omonimi sono parole svincolate le une dalle altre, aventi origini
diverse e appartenenti ad ambiti semantici distinti, che hanno in comune esclusivamen-
te il significante, cioè la sequenza di lettere (o di suoni) da cui sono formati.

Si possono distinguere tre tipi di omonimi:


• omonimi totali: parole che hanno la stessa forma grafica (omografi) e fonetica
(omofoni), cioè che si scrivono e si leggono allo stesso modo: sale (alimento) / sale
(voce del verbo salire)
• omonimi omografi: parole che hanno la stessa forma grafica ma diversa forma
fonetica, cioè che si pronunciano in modo diverso perché presentano un diverso
accento tonico (àncora / ancòra; àmbito / ambìto) o una vocale con diversa apertura,
indicata con un accento acuto (pronuncia chiusa) o grave (pronuncia aperta): pésca
(con accento acuto, il fatto di pescare) / pèsca (frutto); cólto (con accento acuto,
istruito) / còlto (part. pass. di cogliere)
• omonimi omofoni: parole che hanno la stessa forma fonetica ma diversa forma
grafica, cioè che si pronunciano allo stesso modo ma si scrivono in modo diverso: ai
/ hai; cieco / ceco.

Il campo semantico
Ogni parola richiama alla mente dei parlanti altre parole, con i cui significati la parola
di partenza intrattiene rapporti di vario tipo. Per esempio intorno alla parola mare si
radunano parole di forma diversa come spiaggia, sole, acqua, nuotare, ombrellone, va-
canze ecc. L’insieme di queste parole legate da stretti rapporti di significato è detto cam-
po semantico. L’inclusione di una parola in un dato campo semantico non è assoluta e
uguale per tutti i parlanti, perché dipende da associazioni di significato che possono
essere soggettive e soprattutto possono variare da un’epoca all’altra e da una cultura
all’altra.

Secondo alcune grammatiche, il campo semantico include esclusivamente le parole


legate alla parola di partenza da rapporti di iponimia, per cui per esempio il campo
semantico di parente sarebbe l’insieme formato dagli iponimi madre, padre, figlio, cu-
gino ecc.
Secondo altre grammatiche, rientrano nel campo semantico parole legate alla parola di
partenza da una fitta trama di rapporti: sinonimi; iponimi/iperonimi; parole derivate o
il lessico

alterate a partire dalla parola data; parole appartenenti a diverse categorie (oggetti, azio-
11 ni, avvenimenti, emozioni ecc.) legate alla prima in base ad associazioni di vario tipo.

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Unità 3 - Il significato delle parole

Secondo questa accezione di campo semantico, che ci sembra la più appropriata, una
parola di partenza come sport darebbe origine a un campo semantico di questo tipo:

DERIVATI
sportivo,
sportivamente
IPONIMI OGGETTI
pallavolo, calcio, palla, pallone, rete,
nuoto, pallacanestro, canestro, bicicletta,
tennis, ciclismo ecc. guantoni ecc.

PERSONE
SINONIMI
squadra, compagni,
attività fisica, SPORT allenatore, arbitro
esercizio
ecc.

AZIONI LUOGHI
correre, saltare, campo, piscina,
allenarsi, battere, palestra, circuito,
calciare, tirare spogliatoio ecc.
OBIETTIVI/VALORI
divertimento,
competizione,
vittoria, gioco di
squadra, sfida ecc.

ATTENZIONE CAMPO SEMANTICO O FAMIGLIA DI PAROLE?

Attenzione a non confondere il campo semantico con la famiglia di paro-


le (o famiglia lessicale, vedi M11_U1), cioè l’insieme di tutte le parole
derivate, alterate, composte e in qualche caso abbreviate a partire da una
stessa radice. Osserva:

musica
campo semantico: melodia, armonia, strumento, note, ritmo, cantare,
ballare ecc.
famiglia di parole: musicista, musichetta, musicoterapia, musicologo ecc.

La solidarietà semantica
Tra le varie relazioni semantiche alla base di un campo semantico, se ne dà una particolar-
mente stretta, chiamata solidarietà semantica: si tratta della tendenza di due parole a ricor-
rere insieme in modo preferenziale e talvolta obbligatorio. Per esempio: barrire ricorre
insieme a elefante, miagolare insieme a gatto, parcheggiare insieme ad auto o macchina.
il lessico

La solidarietà semantica genera “combinazioni lessicali” privilegiate. Per esempio: si


bandisce un concorso (non lo si *annuncia, non lo si *promulga); si coglie l’occasione (non
11
la si *prende, non la si *afferra).

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LIVELLO 6 - Lessico

SI
INVAL
18 P R O D U R R E
·· Scrivi una frase per ognuno dei seguenti omonimi.
PER INIZIARE omonimi totali

• tasso: 

• tasso: 

• folle: 

• folle: 

omonimi omografi

• bótte: 

• bòtte: 

• déi: 

• dèi: 

• sùbito: 

• subìto: 

omonimi omofoni

• hanno: 

• anno: 

SI
INVAL
19 A N A L I Z Z A R E
· Indica a che campo semantico appartengono le seguenti serie di
parole.

1. muratore, muricciolo, muretto, muratura, mura, murario, costruire,


cemento, mattoni ecc.
campo semantico: 

2. bacetto, bacino, baciare, sbaciucchiare, baciamano, bocca, labbra,


dolcezza, affetto ecc.
campo semantico: 

3. guerreggiare, combattere, guerrafondaio, guerriero, trincea,


morte, violenza, soldato ecc.
il lessico

campo semantico: 
11

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Unità 3 - Il significato delle parole

4. cervellotico, cervellone, cerebrale, cervelletto, intelligenza,


sinapsi ecc.
campo semantico: 

5. vuoto, nessuno, assente, solo, solitudine, nostalgia, rimpianto ecc.


campo semantico: 

SI
INVAL
20 C O M P L E T A R E
·· Completa il campo semantico della parola compilando le
categorie indicate.

LAVORO
sinonimi: 

iponimi:

derivati: 

alterati: 

persone: 

luoghi: 

obiettivi: 

sentimenti: 

azioni: 

21 C O M P L E T A R E + L E S S I C O
·· Completa le seguenti frasi con le parole richieste dalla
solidarietà semantica.

1. La donna ha dichiarato che non intende


denuncia. 2. Il delle cicale nel pieno di
una giornata estiva può essere assordante. 3. “Obiezione
”, disse solennemente il giudice, fulminando con lo
sguardo l’avvocata dell’accusa. 4. Non puoi startene sul divano tutto
il giorno a rivangare i tempi andati!
5. Quando aprivo la porticciola della gabbia, i pulcini iniziavano a
insistentemente, reclamando cibo. 6. Non
ne voleva sapere di parlare, ma alla fine ha dovuto
il sacco. 7. Gli isolani avevano fatto finta di arrendersi senza
il lessico

resistenza.
11

87

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MAPPA
UNITÀ 3

LE PAROLE

SONO SEGNI LINGUISTICI CON UN SIGNIFICANTE


(LA PAROLA COME ELEMENTO PERCEPIBILE),
UN SIGNIFICATO (IL CONCETTO) E UN REFERENTE (L'OGGETTO)

POSSONO ESSERE

PIENE
HANNO UN SIGNIFICATO NOMI,
E RIMANDANO A UN AGGETTIVI,
QUANDO SONO
REFERENTE, CONCRETO O VERBI,
ASTRATTO AVVERBI

SPESSO SONO

POLISEMICHE

CIOÈ

HANNO DIVERSI SIGNIFICATI

CHE
DIPENDONO DAL CONTESTO

LINGUISTICO

SITUAZIONALE

CULTURALE

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POSSONO ESSERE
USATE PER
COMUNICARE SU UN

PIANO
PIANO
VUOTE
DENOTATIVO
DENOTATIVO

QUANDO CIOÈ

SONO PRIVE DI CON LA TRASMISSIONE


SIGNIFICATO DEL SIGNIFICATO
E REFERENTE OGGETTIVO,
NEUTRO

SONO

ARTICOLI, PIANO
PREPOSIZIONI, CONNOTATIVO
PRONOMI,
CONGIUNZIONI
CIOÈ

CON
LA TRASMISSIONE
DI SFUMATURE
EMOTIVE,
AFFETTIVE,
EVOCATIVE

89

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MAPPA
UNITÀ 3

LE PAROLE

POSSONO ESSERE
USATE CON

SIGNIFICATO LETTERALE andare al mare

SIGNIFICATO FIGURATO

IN BASE A

un mare
SOMIGLIANZA CON UNA METAFORA
di gente

OPPURE

CONTIGUITÀ

CON METONIMIA bere un bicchiere

SINEDDOCHE le vele (per indicare le navi)

ANTONOMASIA essere un dongiovanni

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IN BASE AL RAPPORTO CHE LE LEGA
POSSONO ESSERE

paura: sospetto (sign. un po’


diverso), fifa (registro diverso),
SINONIMI
terrore (intensità diversa),
fobia (ambito d’uso diverso)...

ANTONIMI paura: coraggio,


(O CONTRARI) audacia, tranquillità...

rosa, margherita,
IPERONIMI
girasole…: fiore

fiore: rosa, margherita,


IPONIMI
girasole…

totali: sale (alimento) / sale (verbo)


OMONIMI omografi: àncora / ancòra
omofoni: cieco / ceco

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MAPPA
UNITÀ 3

IL CAMPO SEMANTICO

È UN INSIEME DI PAROLE LEGATE DA RAPPORTI DI SIGNIFICATO

NEL QUALE
SI DISTINGUONO

UNA PAROLA DI PARTENZA casa

DERIVATI, ALTERATI, casereccio, rincasare,


COMPOSTI casetta, casupola,
casamatta...

abitazione, edificio,
SINONIMI
caseggiato...

IPERONIMI, IPONIMI appartamento, villa...

PAROLE ASSOCIATE
focolare, abitare, inquilino...
DA ALTRI LEGAMI

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Livello 7

Testualità

Missione itaca.academy

Cerca
12 IL TESTO
Testualità

Il testo e le sue caratteristiche:


coesione e coerenza

Tipologie testuali: testo


descrittivo e testo narrativo
12
Tipologie testuali: testo
regolativo, testo espositivo
e testo argomentativo

Testi che rielaborano altri testi:


il riassunto e la parafrasi

Il tema scolastico

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Missione

12 IL TESTO

Gli argomenti sensibili (media nazionale su Itaca online)


0% 10% 20% 30% 40% 50% 60%
UNITÀ
Il testo e le sue caratteristiche:
coesione e coerenza

Tipologie testuali: testo descrittivo


e testo narrativo

Tipologie testuali: testo regolativo,


testo espositivo e testo argomentativo
Testi che rielaborano altri testi:
il riassunto e la parafrasi
PERCENTUALE ERRORI

RISORSE esercizi
Cartaceo 81
parti lezione frontale Unità online 379
da dove Verifiche online 60
vuoi unità online
Itaca papers 60

falli
%
confronta i risultati
esercitare con la media nazionale

online
scegli
la tua verifica su carta

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2 LEZIONI SU
http://itaca.academy 30’

UNITÀ 1 Il testo e le sue


caratteristiche:
coesione e coerenza
Che cos’è un testo
La parola testo deriva dal latino textus, participio passato di texĕre (“tessere”): il suo si-
gnificato originario è quindi “tessuto”, “intrecciato”. Per testo si intende infatti un insie-
me di elementi linguistici intrecciati tra loro, come i fili di un tessuto, in modo da dar
luogo a un tutto unitario.
In un’accezione ampia, possiamo considerare testo qualunque insieme articolato di se-
gni che faccia uso di un linguaggio: distingueremo quindi testi figurativi, costituiti da
una o più immagini (un cartello stradale, un dipinto ecc.); testi musicali (una sinfonia,
una sigla ecc.); testi verbali, costituiti da parole (una telefonata, un romanzo ecc.); testi
misti, costituiti da parole e immagini (un fumetto, un articolo con un grafico ecc.).
In un’accezione più ristretta, testo è il solo testo verbale, cioè qualsiasi enunciato, lungo
o breve, orale o scritto, caratterizzato da compattezza morfosintattica (coesione) e unità
e continuità di significato (coerenza): un racconto, un articolo di giornale, una semplice
frase, una barzelletta, una ricetta di cucina, una conversazione tra amici ecc.

Testi scritti e testi orali


Un testo verbale può essere scritto oppure orale. Ovviamente qualunque testo scritto
può essere letto ad alta voce, senza per questo essere considerato un testo orale. A distin-
guere testi scritti e testi orali sono infatti, oltre al canale utilizzato, alcune differenze ri-
guardanti il lessico, la morfologia, la sintassi, l’organizzazione del discorso.

Testi scritti
I testi scritti presentano generalmente un lessico più accurato e un abbondante uso di
sinonimi per evitare ripetizioni, che invece “disturbano meno” in un testo orale. Dal
punto di vista morfologico e sintattico, i testi scritti tendono a essere più sorvegliati (si
evitano frasi lasciate in sospeso, cambi di soggetto, concordanze a senso, uso improprio
dei pronomi personali ecc.) e spesso presentano una sintassi più articolata rispetto a
IL TESTO

quella dei testi orali, tendenzialmente ipotattica, cioè basata soprattutto su proposizioni
12
subordinate. Anche l’organizzazione del discorso di un testo scritto è solitamente più

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LIVELLO 7 - Testualità

compatta e strutturata di quella di un testo orale. Nonostante questi tratti generali, tut-
tavia, le caratteristiche di un testo scritto possono variare notevolmente a seconda dell’e-
mittente, della situazione comunicativa, del destinatario e degli scopi per i quali il testo
è concepito. Si pensi alle differenze formali che intercorrono tra:
• un testo scritto per essere consultato (es. un dizionario, un elenco telefonico)
• un testo scritto per essere letto integralmente (es. un racconto, un romanzo, un
articolo)
• un testo scritto che riproduce l’oralità (es. un dialogo all’interno di un romanzo)
• un testo scritto per essere recitato (es. un monologo teatrale) o per essere letto ad
alta voce (es. un notiziario, il testo di una conferenza)
Un testo concepito per la consultazione segue regole proprie, che lo differenziano mol-
to, per esempio, dal testo di un saggio. Un testo volto a riprodurre il linguaggio di un
testo orale, in un romanzo o in una sceneggiatura teatrale, farà proprie le caratteristiche
del testo orale, così come un testo scritto per essere letto ad alta voce (per es. un comu-
nicato) può adottare strutture sintattiche più semplici, tipiche dell’oralità, per risultare
più facilmente comprensibile al destinatario.

Testi orali
Nei testi orali si impiega generalmente un lessico meno accurato che nei testi scritti e si
predilige il registro informale, anche se il registro può variare molto a seconda di chi
parla e della situazione comunicativa (si pensi per esempio all’arringa di un avvocato in
un’aula di tribunale, spesso di registro aulico-solenne).
La sintassi di un testo orale tende a essere paratattica, cioè basata soprattutto su propo-
sizioni indipendenti e coordinate, con sospensioni e ripetizioni, dato il maggior grado
di improvvisazione.
Il testo orale presenta spesso interiezioni (eh, dai, su ecc.) e deittici, cioè parole (soprat-
tutto pronomi e avverbi) che si riferiscono al contesto, ovvero a chi parla, a chi ascolta,
al luogo e al momento in cui si svolge la comunicazione: “Io qui non ero mai stata. E tu?”.
Un testo orale infine, è accompagnato da elementi extralinguistici quali la mimica, la
gestualità, l’intonazione, che integrano il messaggio arricchendolo di sfumature.
Anche i testi orali, tuttavia, sono estremamente vari, e le loro caratteristiche dipendono
in grande misura dalla situazione comunicativa e dal rapporto emittente-destinatario: il
linguaggio di uno scambio comunicativo faccia a faccia (una conversazione tra amici;
un’interrogazione a scuola ecc.) sarà diverso da quello impiegato in una comunicazione
“a senso unico” (lezione universitaria, comizio politico ecc.) e ancor di più da quello
adottato in una comunicazione “a senso unico” e “a distanza” (trasmissione televisiva,
radiofonica ecc.).

APPROFONDIAMO I TESTI NEI NUOVI MEZZI DI COMUNICAZIONE


La distinzione tra testi scritti e testi orali sfuma notevolmente quando si parla dei testi
aventi come canale i mezzi di comunicazione tecnologici (computer, smartphone e
altri dispositivi) e come struttura quella del dialogo: se il testo di un articolo pubblica-
to su internet può dirsi a tutti gli effetti un testo scritto, come considerare un tweet,
una conversazione via chat, il dibattito su un forum o uno scambio di messaggi istan-
IL TESTO

12 tanei? Si tratta di testi scritti oppure orali?

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Unità 1 - Il testo e le sue caratteristiche: coesione e coerenza

Pur facendo uso del linguaggio scritto, questi testi, pensati come sono per una ricezio-
ne veloce e spesso immediata, presentano caratteristiche che li avvicinano al linguag-
gio orale: un alto grado di improvvisazione e una lingua poco sorvegliata, di registro
spesso colloquiale, ricca di deittici, ripetizioni, frasi in sospeso ecc.
A questo si aggiunge spesso l’uso di un codice proprio, consistente in abbreviazioni
(LOL, “Laughing Out Loud” o “Lots Of Laughs”, ovvero “ridere sonoramente”, OMG,
“Oh My God”, ovvero “oh mio Dio” ecc.), emoticon ed emoji il cui significato è condi-
viso dalla maggioranza degli utenti.

SI
INVAL
1 ANALIZZARE
· Indica se i seguenti testi sono scritti [S] o orali [O].
PER INIZIARE

S O
1. Qualcuno ricorda di che cosa abbiamo parlato la lezione
scorsa? Nessuno…? Per esempio… Giacomo, venerdì
abbiamo iniziato a spiegare il Romanticismo. Ricordi quali
sono le sue caratteristiche principali?
2. nùvola s. f. [lat. nūbĭla, pl. di nūbĭlum (v. nuvolo2)].
– Sinon. più com. e più pop. di nube, in senso proprio:
n. bianche, grigie; un cielo pieno di nuvole, coperto di
nuvole; n. portate dal vento.
3. Ben Harper, 48 anni, è famoso anche per chi non segue
il blues. Fin dagli inizi, negli anni ’90, ha mescolato il blues
con tanti altri generi, dal soul al pop, dal reggae all’hard
rock, rendendo la musica tradizionale accessibile anche
al pubblico delle radio e di Mtv, pur conservando intatta
la sua integrità artistica.
4. – Dart Fener! Solo tu potevi osare tanto. Non la
passerai liscia con il centro imperiale! Quando sentiranno
che hai attaccato una missione…
– Non siate così sorpresa, altezza! La vostra non è una
missione di soccorso, parecchi segnali sono stati diretti
a questa nave da spie ribelli, voglio sapere che fine hanno
fatto i piani che vi hanno trasmesso!

5. Eppure lo avevo messo qui, dannazione! E adesso


come faccio senza i miei appunti?

2 ANALIZZARE E RICONOSCERE
·· Analizza i vari aspetti del seguente testo orale, completando la
descrizione sottostante con i termini e gli esempi opportuni.

– Ehi, ciao Luca! Vieni qui un attimo che ti devo parlare. Senti, a te
IL TESTO

com’è andato il compito di matematica?


12

97

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LIVELLO 7 - Testualità

– Non molto bene. A dire il vero… Niente, l’ho consegnato in bianco.


E a te com’è andata?

– Accidenti, anch’io l’ho consegnato in bianco! Sta’ a vedere che


adesso diranno che abbiamo copiato…

Il lessico è . La sintassi è

. Viene utilizzato un registro .

Sono presenti frasi in sospeso (per. es.

),

interiezioni (per es. ),

deittici ( ).

3 TR ASFORMARE + LESSICO
· · · Trasforma i seguenti testi da orali in scritti e viceversa.
testo scritto testo orale

1. scritto su un barattolo di 1. detto a un’amica che deve


pittura per pareti: tinteggiare la stanza:

Nell’utilizzo di tonalità poco 

coprenti come i colori rosso, 

arancione e giallo, è


consigliabile applicare una



mano di fondo pigmentato di

colore della stessa tinta finale
desiderata. 

2. scritto sul manuale di 2. detto dall’insegnante agli


grammatica: studenti durante la lezione:

 Come si vede in questi esempi,

 l’ausiliare dipende dal verbo.


Se il verbo è transitivo, cioè se


ammette un complemento

oggetto, per esempio fare, dire,

prendere eccetera, l’ausiliare è
IL TESTO


quasi sempre avere.
12

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Unità 1 - Il testo e le sue caratteristiche: coesione e coerenza

3. scritto in un articolo di 3. detto dall’erborista al


divulgazione: cliente:

È scientificamente provato che 

il peperoncino ha effetti 

benefici sull’organismo: depura 

il sangue, collabora alla 

risoluzione di alcune patologie 

del sistema gastrointestinale, 

può essere risolutivo anche in 

caso di artriti o infiammazione, 

può infine essere d’aiuto contro 

l’obesità o dolori di natura 

cronica. 

4. scritto sulle partecipazioni 4. detto da Elena a un paio di


di nozze: amici:

Elena Giaquinta e Matteo 

Gamalero hanno il piacere di 

annunciare il loro matrimonio, 

che si terrà nella Chiesa di 

Santa Maria del Carmine, a 

Milano, il 20 giugno 2019, alle 

ore 11.00. 

Alla cerimonia farà seguito il 

ricevimento presso il ristorante 

Da Amilcare. 

Com’è fatto un testo


Come si è detto, caratteristiche essenziali di un testo sono la coesione e la coerenza. Per
essere considerato un testo, un insieme di parole o di frasi deve essere coeso dal punto
di vista morfosintattico, cioè deve presentare una trama di legami interni che mettano
in relazione tra loro le parole e le frasi. Perché un testo sia efficace sul piano comunica-
tivo, tuttavia, la sola coesione non basta: oltre che coeso, esso deve essere coerente, cioè
IL TESTO

deve presentare un argomento unitario e contenuti congrui dal punto di vista semanti-
12 co, tematico, logico e stilistico.

99

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LIVELLO 7 - Testualità

La coesione
La coesione di un testo si realizza attraverso i seguenti elementi:
• la concordanza morfosintattica
• l’ordine delle parole
• i segni di punteggiatura
• i connettivi
• i sostituenti
• l’ellissi
• la ripetizione

La concordanza morfosintattica
La concordanza morfosintattica è l’accordo grammaticale delle parti variabili del discor-
so (nomi, aggettivi, articoli, pronomi, verbi) con gli elementi a cui si riferiscono. In par­
ticolare gli articoli, gli aggettivi e i pronomi devono concordare in genere e numero con
il nome da cui dipendono e con gli altri elementi a esso collegati, e i verbi devono con-
cordare nella persona e nel numero (a volte anche nel genere) con il soggetto, nonché
ri­spettare la concordanza dei modi e dei tempi tra la proposizione principale e le propo-
sizioni coordinate e subordinate.
Osserva il seguente esempio. Nella colonna di destra, l’accordo grammaticale non viene
rispettato: ne deriva una sequenza di parole non coese tra loro, prive dei nessi necessari
a garantire la comprensibilità del messaggio. Nella colonna di sinistra, le desinenze e gli
altri elementi evidenziati garantiscono la concordanza morfosintattica e pertanto la co-
esione del testo.
OSSERVO testo coeso testo non coeso
In un paese della Mancia, di cui non In un paesi delle Mancia, dei quali non
voglio fare il nome, viveva or non è voglio fare i nome, vivevano or non è
molto uno di quei cavalieri che molto una di quella cavaliere che tiene
tengono la lancia nella restrelliera, un il lancia nello restrelliere, dei vecchio
vecchio scudo, un ossuto ronzino e il scudo, un’ossuta ronzini e i levriero da
levriero da caccia. caccia.
Miguel de Cervantes, Don Chisciotte della
Mancia, Einaudi, Torino, 1994

SI
INVAL
4 RICONOSCERE E ANALIZZARE
·· Completa il testo seguente con le terminazioni mancanti in modo
PER INIZIARE

da conferirgli coesione morfosintattica.

C’è una person che ha esplor l’univers , ha visto i


su oggett più esoteric , ha fatto cambiare color
a buc ner , usando come veicol spazial la
su sedi a rotell . Un gigant del fisic che
IL TESTO

non poteva port sul su spall nessuno. Capac


12

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Unità 1 - Il testo e le sue caratteristiche: coesione e coerenza

di percorr milion di ann luc senza mai


abbandon il su incredibil spazi mental ,
capace com’era di muov solo gli occh e forse un dit .

Andrea Aparo Von Flüe, Stephen Hawking, il gigante che non ha potuto portare sulle spalle nessuno,
www.ilfattoquotidiano.it 14 marzo 2018
SI
INVAL
5 CORREGGERE
·· Alcune delle seguenti frasi non sono coese perché presentano
errori di accordo morfosintattico. Sottolinea gli errori e
correggili nelle righe sottostanti.

1. Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piacciono. 2. Una delle
teorie più popolare è che Bran Stark, personaggio centrale della serie,
interpretato dal giovane attore Isaac Hempstead-Wright, e il Re delle
Notte, siano la stessa persona. 3. Tu mandale a dormire i tuoi pensieri,
| devi ascoltare i sensi solamente; | sarà un combattimento di guerrieri:
| combatterà il tuo corpo e non la mente. 4. Gliel’ho dovuto ripetere
diverse volte, guardandolo dritto nell’occhi, affinché si convinca che
nessuno aveva cercato di ingannarlo. 5. Appuntamento speciale
domattina a partire dalle 9 all’Auditorium S. Domenico di Foligno, dove
la campionessa paralimpica incontrerà gli studenti folignati, nell’ambito
dell’iniziativa promossa dall’associazione “Nel nome del rispetto”.
6. Federica, insieme a Gabriella, hanno scritto un progetto di ricerca per
la quale sperano di ricevere finanziamenti europei.

L’ordine delle parole


Perché un testo sia coeso, è fondamentale che l’ordine delle parole sia corretto, ovvero
che rispetti le norme che lo regolano in una determinata lingua.
In italiano sappiamo che:
• l’articolo va prima del nome (il gatto, non *gatto il)
• blocchi strettamente uniti dal punto di vista logico non possono essere separati (Il
gatto di mia zia ha la coda bianca, non *il gatto ha la coda bianca di mia zia)
• gli aggettivi di relazione si collocano dopo il nome a cui si riferiscono (il sistema
solare, non *il solare sistema)
IL TESTO

• il predicato tende a seguire il soggetto (Il gatto si era nascosto, non *Si era nascosto il
12
gatto), a meno di voler comunicare una sfumatura di significato diversa (La spesa la

101

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LIVELLO 7 - Testualità

faccio io) o di impiegare espressioni in cui l’ordine abituale è predicato-soggetto (Mi


è venuta un’idea, non *Un’idea mi è venuta)

Bisogna inoltre tenere conto del fatto che, frequentemente, ordini delle parole distinti
esprimono significati diversi. Osserva:
Mara ha portato anche una bottiglia di vino.
Anche Mara ha portato una bottiglia di vino.

Ecco un esempio di come un ordine delle parole scorretto può compromettere comple-
tamente la coesione del testo e quindi la sua comprensibilità.
ordine corretto ordine scorretto
OSSERVO Un circuito elettrico è costituito in Un elettrico circuito è costituito da un
generale da un insieme di conduttori, di conduttori insieme in generale,
collegati tra loro e collegati ai poli di un collegati tra loro e collegati di tensione
generatore di tensione. Il più semplice ai di un generatore poli. Il circuito
circuito elettrico può essere costruito elettrico può essere costruito più
collegando ai poli di una pila un filo semplice collegando un metallico filo ai
metallico. poli una di pila.

I segni di punteggiatura
L’uso corretto del punto fermo (.), della virgola (,), del punto e virgola (;), del punto inter-
rogativo (?) ed esclamativo (!) e degli altri segni di punteggiatura è indispensabile alla
coesione del testo scritto. Come abbiamo visto nell’unità dedicata alla punteggiatura
(vedi vol. A, M1_U4), infatti, la funzione principale dei segni di punteggiatura è quella di
riflettere i legami logici tra le diverse parti del testo. Tant’è vero che in molti casi un diver-
so uso della punteggiatura può dar luogo a significati o a sfumature di significato diverse:
Ringraziamo tutti i volontari, che hanno risposto senza esitare alla nostra chiamata.
[tutti i volontari hanno risposto alla chiamata e a loro vanno i ringraziamenti]
Ringraziamo tutti i volontari che hanno risposto senza esitare alla nostra chiamata.
[i ringraziamenti vanno solo a quei volontari che hanno risposto alla chiamata]
Vuoi mangiare prima, Simone? [sto chiedendo a Simone se vuole mangiare prima]
Vuoi mangiare prima Simone? [sto chiedendo a una terza persona se vuole mangiare
Simone come prima cosa!]
Vuoi mangiare? Prima Simone. [sto dicendo a una terza persona che Simone
mangerà prima di lei]
Vuoi mangiare prima? Simone! [sto chiamando Simone dopo aver chiesto a una terza
persona se vuole mangiare prima]

I connettivi
I connettivi sono gli elementi che collegano le varie parti della frase e una frase con
l’altra, mettendole in relazione tra loro. Senza connettivi o con connettivi usati in modo
grammaticalmente scorretto, il testo rischierebbe di essere un ammasso di parole slega-
te, comprensibili separatamente ma non all’interno del discorso:
*Ho pranzato più tardi solito ero affamata. [senza connettivi: testo non coeso]
*Ho pranzato più tardi dal solito: ero affamata. [connettivo usato in modo scorretto:
testo non coeso]
IL TESTO

Ho pranzato più tardi del solito anche se ero affamata. [con connettivi corretti:
12
testo coeso]

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Unità 1 - Il testo e le sue caratteristiche: coesione e coerenza

Attenzione: usando i connettivi in modo “illogico” si può ottenere comunque un testo


coeso, ma non coerente (vedi oltre). In altre parole: la presenza e il corretto uso gram-
maticale dei connettivi rende un testo coeso, ma il loro uso opportuno anche dal punto
di vista del significato rende il testo coerente. Osserva:
Ho pranzato più tardi del solito perché ero affamata. [testo coeso, ma non coerente]

I connettivi possono esprimere legami di vario tipo: spaziali (sotto, fuori da, intorno a
ecc.), temporali (durante, mentre, dopo che, prima di ecc.), causali (a causa di, poiché, per
il fatto che ecc.), finali (per, affinché, in vista della, al fine di ecc.), consecutivi (quindi,
tanto che ecc.), avversativi (ma, invece, al contrario, tuttavia ecc.), concessivi (malgrado,
sebbene, ciononostante ecc.), copulativi o aggiuntivi (e, anche, inoltre ecc.), esplicativi
(cioè, in altri termini, vale a dire ecc.) ecc.

Dal punto di vista morfologico, svolgono la funzione di connettivi:


• le preposizioni, proprie e improprie, e le locuzioni prepositive (in, con, alla, sugli, di
fronte a, nonostante ecc.)
Portò avanti la sua battaglia malgrado le critiche.
• le congiunzioni coordinanti (e, né, ma, eppure ecc.)
È andata bene, ma poteva andare meglio.
• le congiunzioni e le locuzioni congiuntive testuali (tuttavia, comunque, infatti ecc.)
Dissimulava perfettamente le sue insicurezze. Tutti infatti la ritenevano una
persona sicura di sé.
• le congiunzioni e le locuzioni congiuntive subordinanti (perché, quando, a meno che,
anche se ecc.)
Dobbiamo raggiungerli prima che si rimettano in viaggio.

6 CORREGGERE
·· Nel seguente testo sono presenti 6 errori relativi all’ordine
PER INIZIARE

delle parole. Sottolineali e correggili nelle righe sottostanti.

C ome Gianfranco Domenighetti spiega, docente di


Comunicazione e sanitaria economia presso l’Università
della Svizzera italiana, l’importante è non riuscire a vendere
più medicine ai soliti malati, ma sensibilizzare la gente a nuovi
consumi, nel nome di una presunta attenzione alla salute.
Come? Semplice, basta “gonfiare l’importanza di una malattia
o, se occorre, inventarsela di sana pianta” dice Domenighetti,
invitando l’utente medio a meditare sull’utilità di screening
massivi e campagne di prevenzione sempre più frequenti.
Perché, a dire il vero, le malattie restano più o meno le stesse
e “solo il 2,4 per cento dal 1981 al 2008 dei farmaci immessi
sul mercato rappresenta un vero progresso terapeutico
IL TESTO

importante, mentre l’80 per cento non sono che copie


12

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LIVELLO 7 - Testualità

dell’esistente, a eccezione del prezzo, che di regola è


triplicato”, l’economista svizzero chiosa.

Chiara Paolin, Il nuovo business è dare medicine ai sani. E le case farmaceutiche fanno affari d’oro,
in www.ilfattoquotidiano.it 29 novembre 2011

SI
INVAL
7 COMPLETARE
·· Nel seguente testo, inserisci i segni di punteggiatura opportuni,
modificando le minuscole in maiuscole dove necessario.

C ’era una volta un vecchio Pocapagliese che aveva un solo


figlio per i Pocapagliesi si sa il lavoro è una punizione di
Dio perciò quando il figlio compie quattordici anni pensa di
mandarlo a scuola ad imparare la scienza del non far niente
nella strada del Pocapagliese viveva un grande professore
conosciuto e rispettato da tutti perché nella sua vita non aveva
mai lavorato il vecchio Pocapagliese perció va a parlare al
professore e lo trova in giardino sdraiato all’ombra di un
albero di fico con un cuscino sotto la testa e uno sotto la
schiena il vecchio Pocapagliese decide prima di parlargli di
nascondersi dietro ad una siepe ad esaminare il comportamento
del professore il professore stava fermo come un morto a occhi
chiusi e solo quando un fico maturo cadeva lì vicino allungava
il braccio piano piano lo portava alla bocca e lo mangiava poi
ancora fermo come un morto ad aspettare un altro fico
[…] esce allora dalla siepe lo saluta e gli domanda se può
insegnare a suo figlio tutta la sua scienza uomo gli dice il
professore con un filo di voce non parlare tanto perché mi
stanco ad ascoltarti manda qui tuo figlio e basta.

Adattato da Italo Calvino, La scienza della fiacca, in Fiabe Italiane, Mondadori,


Milano, 1993

8 RICONOSCERE
·· Sottolinea tutti i connettivi presenti nel testo.

R icercatori delle università di Brema (Germania) e di


Innsbruck (Austria) hanno dimostrato con un recente studio
che lo scioglimento dei grandi ghiacciai della Terra non si
IL TESTO

fermerà, questo secolo, anche se le nostre emissioni di gas


12

104

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Unità 1 - Il testo e le sue caratteristiche: coesione e coerenza

serra scendessero a zero. Questo a causa dell’inerzia dei


fenomeni, della lenta reazione dei ghiacciai ai cambiamenti
climatici, che solo negli ultimi anni hanno iniziato a risentire
pesantemente dell’aumento della temperatura terrestre dei
decenni scorsi. L’inerzia funziona però nei due sensi: se anche
la temperatura si stabilizzasse ai livelli attuali, i ghiacciai
continueranno a fondersi per molto tempo ancora.
Luigi Bignami, I ghiacciai hanno superato il punto di non ritorno, in www.focus.it 24 marzo 2018

I sostituenti: morfosintattici e lessicali


In un testo spesso è necessario richiamare nomi o altri elementi pronunciati o scritti in
precedenza: per evitare di appesantire il discorso con ripetizioni, vengono impiegate pa-
role dette sostituenti. I principali sostituenti morfosintattici so­no i pronomi, di ogni
tipo, i quali possono sostituire un nome, uno o più sintagmi o un’intera frase:
Ho chiamato Cloe e Daria, ma non le ho trovate in casa. (= Cloe e Daria)
Ho promesso gli appunti di storia a Sergio, ma non glieli ho ancora passati. (= gli
appunti di storia, a Sergio)
Devi chiamare la ditta che si occupa della pulizia delle strade. (= la ditta)
La prima volta ci sono cascata, ma la seconda non mi freghi più! (= la seconda volta)
Hanno mentito, e questo è inaccettabile. (= il fatto che abbiano mentito)
Disse che i calcoli erano sbagliati, ma non ne era sicuro. (= del fatto che i calcoli
fossero sbagliati)

Oltre ai pronomi, possono fungere da sostituenti:


• gli aggettivi possessivi
Ho visto Pamela con sua madre. (= di Pamela)
• in alcuni casi gli aggettivi dimostrativi
«Anche tu, Bruto, figlio mio!». Pare che Cesare abbia detto queste parole
riconoscendo il volto di Marco Giunio Bruto tra i congiurati. (= le parole riportate
prima)
• le particelle avverbiali ci e ne
Adoro la montagna: ci vado tutte le domeniche! (= lì, in montagna)
Entrò nella grotta e ne uscì solo due ore dopo. (= di lì, dalla grotta)

Come sostituenti lessicali, per richiamare un nome, vengono impiegati generalmente:


• i sinonimi
Lo guardò in faccia: il suo volto appariva stanco e sciupato.
• gli iperonimi o gli iponimi
Fece ancora un passo verso la tigre, e il felino non si mosse. (iperonimo)
Ho affittato un appartamento: un luminoso monolocale. (iponimo)
• le perifrasi
IL TESTO

Ci ha lasciati Ricardo Piglia. Lo scrittore argentino era nato ad Adrogué, provincia


12 di Buenos Aires, Argentina, nel 1940.

105

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LIVELLO 7 - Testualità

SI
INVAL
9 COMPLETARE
·· Completa le seguenti frasi con i sostituenti morfosintattici

PER INIZIARE
opportuni.

1. I miei figli non solo non hanno problemi con la verdura,


ma sono ghiotti: quando preparo broccoli
o spinaci, per esempio, finiscono in un batter d’occhio e
poi chiedono ancora. 2. Ecco, per chi crede
o vuole sorridere, le previsioni dell’oroscopo 2019 segno per segno.
Cerca e scopri che cosa ti riservano le stelle!
3. I due si strinsero la mano guardando dritto negli
occhi. A gesto molti dei presenti sentirono che quel
momento avrebbe cambiato per sempre le vite: era
iniziata la tregua. 4. Pierino, non brilla per perspicacia,
incontra un suo amico che, vedendo in agitazione,
chiede: “Pierino, ti vedo preoccupato: che succede?”.
E : “Domani ho un esame del sangue, e non ho studiato
niente!”. 5. Sia nell’interazione elettrone-elettrone che
in elettrone-protone c’è scambio di fotoni. Ma perché nel
primo caso si ha repulsione e nel attrazione?

10 C O R R E G G E R E
· · · Nel seguente testo sono presenti alcune ripetizioni non
necessarie. Sbarrale e sostituisci le parole ripetute con gli
opportuni sostituenti morfosintattici o lessicali annotandoli
nella colonna a fianco. Poi indica tra parentesi che tipo di
sostituente hai impiegato (pronome, aggettivo, sinonimo,
iperonimo, perifrasi).

I rena Sendler nacque il 15 febbraio del 

1910 nella periferia operaia di Varsavia da 

una famiglia cattolica. ll padre di Irena 

Sendler, medico, morì quando Irena aveva 

solo 7 anni. 

Durante i suoi studi, Irena si oppose alla 

ghettizzazione degli studenti ebrei e, come 

conseguenza, l’università sospese Irena per 


IL TESTO

tre anni. 
12

106

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Unità 1 - Il testo e le sue caratteristiche: coesione e coerenza

Nel 1939, quando scoppiò la Seconda guerra 

mondiale, Irena iniziò a prestare aiuto agli 

ebrei di Varsavia e, aiutata da altri 

collaboratori, riuscì a procurare agli ebrei di 

Varsavia circa 3.000 falsi passaporti. 


Entrata nella resistenza polacca con il nome 
di battaglia “Jolanta”, quando fu eretto il 
ghetto Irena venne incaricata delle 
operazioni di salvataggio dei bambini ebrei. 
Ottenuto un permesso speciale per entrare 
nel ghetto alla ricerca di eventuali sintomi di

tifo, Irena riuscì a portare in salvo 2500

bambini. Gli stessi genitori avevano affidato a

Irena questi bambini. Irena li nascondeva in

casse o in sacchi e, una volta fuori, forniva a

questi bambini una nuova identità e trovava

loro rifugio presso famiglie cristiane o

conventi.


Per poter restituire un giorno i bambini alle 

loro famiglie, Irena annotò i veri nomi dei 

bambini accanto a quelli falsi e seppellì gli 

elenchi dentro bottiglie e vasetti di 

marmellata sotto un albero del suo giardino. 

La Gestapo catturò Irena e la torturò, ma 

Irena non rivelò il suo segreto. Condannata a 

morte, fu salvata dalla resistenza polacca. 


Quando terminò la guerra, Irena recuperò i

preziosi barattoli e i nomi dei bambini

vennero consegnati a un Comitato Ebraico; il

comitato riuscì a rintracciare circa 2.000

bambini.

Pochi, tuttavia, poterono ricongiungersi alle

loro famiglie, poiché la gran parte delle loro

famiglie erano state sterminate nei lager.


Nel 1965 Irena venne riconosciuta dallo Yad 

Vashem di Gerusalemme come una dei Giusti 


IL TESTO

tra le Nazioni. 
12

107

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LIVELLO 7 - Testualità

L’ellissi
Un altro strumento per rendere un testo più coeso è l’ellissi, cioè l’omissione di elementi
che possono essere inferiti dal contesto e che pertanto vengono lasciati sottintesi.
Vorrei venire alla festa ma non posso. (sottinteso: venire alla festa)
«Chi ha vinto la partita alla fine?» «Caterina». (sottinteso: ha vinto)

L’ellissi più frequente è quella del soggetto, che è abituale quando questo è un pronome
personale non messo in evidenza né contrapposto a un altro; è quasi sempre obbligatoria
quando il soggetto della principale e quello della coordinata o della subordinata coin­
cidono, e in generale è consigliabile quando il soggetto può essere desunto senza ambi-
guità dalle frasi precedenti (vedi vol. A, M6_U2). L’ellissi del soggetto, come si vede negli
esempi, permette di connettere più elementi del testo (verbi) a un unico elemento inizia-
le (soggetto espresso):
«Scusi, per il duomo?» «(io) Non sono di qui, mi dispiace». [ellissi abituale]
Teresa prese le chiavi e (Teresa) uscì di casa. [ellissi obbligatoria]
La rondinella si trascinava perché (la rondinella) non sapeva ancora volare. [ellissi
obbligatoria]
Quando i figli di Mariella si azzuffano non c’è modo di fermarli. (I figli di Mariella)
Sono davvero scalmanati. [ellissi consigliabile]

La ripetizione
In altri casi, al contrario, chi scrive o parla può ripetere intenzionalmente un elemento
del discorso (anche il soggetto, anche in casi in cui questo normalmente si ometterebbe)
per metterlo in evidenza o creare particolari effetti espressivi. Osserva:
Francesca aveva ragione anche questa volta perché, certo, Francesca ha sempre
ragione. Francesca non sbaglia mai; Francesca non fa parte di noi comuni mortali.

La ripetizione di intere espressioni o frasi può servire a dare maggiore incisività al testo e
a strutturarlo in modo più chiaro, creando parallelismi interni, o richiamando in modo
più esplicito concetti espressi in precedenza. Osserva:
C’è chi dice no alle ingiustizie, chi dice no agli abusi di potere, chi dice no alla banalità
del male: quel male quotidiano, discreto, travestito da normalità, che fa forse più male
del male scoperto e immediatamente riconoscibile. C’è chi non ci sta e soprattutto c’è
chi, per il fatto di non starci, paga le conseguenze, conseguenze che, in alcuni casi,
possono durare per tutta la vita.

SI
INVAL
11 C O M P L E T A R E
·· Completa il testo seguente inserendo il soggetto quando è
PER INIZIARE

necessario o segnalando l’ellissi del soggetto [E] quando è


possibile o obbligatoria.

Era figlia di colonnello. mi pareva bellissima, sebbene


portasse un cappellino le nascondeva metà della faccia.
IL TESTO

andava da casa a scuola, da scuola a casa con una ragazzona


12

108

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Unità 1 - Il testo e le sue caratteristiche: coesione e coerenza

dai grossi fianchi della sua classe, le dava sempre la destra e


pareva la sua serva.
Appena mi sentii guardato non esitai; mi misi
dietro a lei tenendo dieci passi di distanza, e a tutte le uscite
l’accompagnavo. si voltava in tutto il percorso una volta sola,
quando giungeva sull’angolo della strada di casa sua. Verso
sera ripassavo sotto le sue finestre in bicicletta più volte, e la
musica d’un pianoforte scorreva sotterranea dentro alla lunga fila di
alte mura fiorite. le scrissi anche; ma non mi rispose;
solo, perché in quella mia unica lettera l’avevo chiamata Diana,
spesso mi faceva misteriosamente dire da qualche ragazza della
mia classe che mi salutava.

Un giorno mi mandò un garofano rosso chiuso dentro una


busta.
Elio Vittorini, Il garofano rosso, Mondadori, Milano, 1997

La coerenza
Un testo può essere coeso dal punto di vista morfosintattico, cioè presentare un corretto
accordo grammaticale e una punteggiatura accurata, un ordine delle parole adeguato
all’interno delle singole frasi, una trama di connettivi che ne mettono in relazione le
parti, un uso grammaticalmente corretto di sostituenti, ellissi, ripetizioni, ma risultare
incoerente dal punto di vista del significato e dell’organizzazione del discorso. Osserva:
Avendo dormito, domani notte, meno di quattro lettere, Teresa si sentiva piuttosto
affaticata: vitale, straripante di energia. L’acqua bolle a 100 °C. Infatti il suo ultimo
film le era piaciuto molto: lo aveva trovato noiosissimo.

Pur coeso dal punto di vista morfosintattico, il testo risulta carente di coerenza, perché:
• mescola parole di ambiti semantici diversi e incompatibili (Avendo dormito…
quattro lettere)
• salta da un argomento all’altro senza alcuna continuità: parla prima delle poche ore
di sonno e dello stato attuale di Teresa, poi del punto di ebollizione dell’acqua e
infine di un film
• si contraddice dal punto di vista logico: non è possibile “aver dormito” la notte di
“domani”; se ci si sente affaticati non si è “straripanti di energia”; il connettivo infatti
lega due affermazioni che non hanno tra loro alcun legame di consequenzialità; se
Teresa aveva trovato il film noioso, lo stesso film non può esserle piaciuto
moltissimo
IL TESTO

Come emerge dall’esempio, la coerenza riguarda l’organizzazione interna del significato


12
del testo. Essa si basa su alcune conoscenze e sulla “logica” condivise dai parlanti. Il testo

109

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LIVELLO 7 - Testualità

dell’esempio ci risulta incoerente perché non capiamo che cosa voglia dire “dormire me­
no di quattro lettere”; perché diamo per scontata la progressione passato, presente, futu-
ro; perché sappiamo che affaticata è il contrario di “straripante di energia ecc.”; e perché
sottintendiamo che se un film ci sembra noioso tendenzialmente non ci piace, e non il
con­trario.
La coerenza è una caratteristica del testo estremamente articolata, che coinvolge
almeno tre piani diversi: un piano semantico, un piano tematico-strutturale e un
piano logico.

Coerenza semantica
A livello semantico, un testo coerente presenta continuità di senso, cioè si sviluppa in
modo continuo intorno a un argomento centrale.

Per esempio è coerente una frase come “Il clima ideale per la coltivazione delle fragole è
quello temperato”, mentre sarebbe incoerente una frase come “Il sentimento ideale per
la vivisezione delle fragole è quello temperato”.

Un modo per capire se un testo sia sviluppato intorno a un argomento è verificare che il
lessico sia ascrivibile a un unico campo semantico o a campi semantici collegati tra loro
e compatibili; la frase incoerente sulle fragole è tale perché sentimento e vivisezionare non
hanno nulla a che fare con il campo semantico del clima e dell’agricoltura, quindi non
possono ap­portare un contributo coerente alla costruzione del significato della frase.

Coerenza tematico-strutturale
Dal punto di vista tematico-strutturale, il primo requisito di un testo coerente è l’ade-
renza rispetto all’argomento principale e che il discorso non vada, appunto, “fuori tema”.
Osserva:
OSSERVO testo coerente testo non coerente
Pierino è una figura tradizionale delle Pierino è una figura tradizionale delle
barzellette italiane: viene presentato barzellette italiane: viene presentato
generalmente come un ragazzino generalmente come un ragazzino
dispettoso, impertinente, svogliato, alle dispettoso, impertinente, svogliato,
prese con piccole disavventure alle prese con piccole disavventure
scolastiche o familiari. Il suo scolastiche o familiari. Invece da noi
equivalente spagnolo è Jaimito, mentre in famiglia non si litiga mai. E io devo
in Francia il protagonista delle sempre spiegare il significato delle
barzellette è Toto. barzellette al mio vicino di banco.

Nel primo testo l’argomento è chiaro: Pierino. Esso viene presentato immediatamente, e
sviluppato nella seconda frase per mezzo di una definizione esauriente seppure concisa.
L’informazione fornita nella terza e ultima frase arricchisce l’informazione principale
mediante un elemento secondario, non indispensabile alla comprensione, ma rilevante
per il discorso intorno a Pierino che si intende costruire.

Nel secondo testo, al contrario, l’argomento centrale non è riconoscibile. Di che cosa si
sta parlando? Del personaggio “Pierino”? Della famiglia di chi scrive? Del suo compa-
IL TESTO

gno di banco? Le informazioni fornite appaiono sconnesse l’una dall’altra e l’insieme


12
risulta privo di coerenza.

110

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Unità 1 - Il testo e le sue caratteristiche: coesione e coerenza

Oltre all’aderenza, elementi fondamentali per la coesione del testo sono la continuità e
la progressione. In testi complessi, l’argomento centrale è arricchito mediante elementi
secondari, che in base al tipo di testo (argomentativo, narrativo, descrittivo ecc.) e delle
intenzioni dell’emittente possono fungere da espansioni del tema, da prove di una deter-
minata tesi, da esempi, da dettagli aggiuntivi ecc.

Diverse tipologie di testo (vedi M12_U2, U3) e distinti scopi comunicativi richiedono
modi diversi di progredire dall’argomento centrale alle informazioni secondarie, e per-
tanto strutture del testo distinte. In un testo informativo, per esempio, è possibile illu-
strare l’argomento principale e poi sviluppare una per una le parti che lo compongono o
che hanno con esso un rapporto di causa-effetto (le cause di un fenomeno, le sue conse-
guenze, i vari modi in cui esso si manifesta ecc.). Oppure si possono fornire diverse in-
formazioni specifiche per poi concludere con l’informazione principale.
In un testo argomentativo si può anticipare la tesi che si intende sostenere, per poi sup-
portarla mediante argomentazioni secondarie ed esempi, distribuiti in vario modo, o
viceversa sviluppare le argomentazioni in modo che esse conducano a formulare, in
conclusione, la tesi centrale.
In un testo narrativo si può scegliere di raccontare i fatti in modo cronologico, o vice-
versa optare per una struttura narrativa più articolata, dove siano presenti “salti indie-
tro” e “in avanti” nell’ordine degli avvenimenti.

I modi per costruire un testo coerente, e quindi le sue possibili strutture, sono estrema-
mente vari. L’importante, affinché il testo raggiunga il suo scopo, è che le parti di cui è
composto siano organizzate tra loro secondo un principio di continuità e di ordine,
qualunque esso sia. Il testo non deve dunque presentare salti tematici e l’articolazione
tra una parte e l’altra non deve essere casuale, ma deve invece seguire una progressione
determinata. Osserva l’esempio:
OSSERVO testo con struttura coerente testo con struttura non coerente
Lo smacchiatore Karatekid è un Lo smacchiatore Karatekid può essere
detergente particolarmente indicato utilizzato anche con l’ausilio di una
per la pulizia dei pavimenti che monospazzola. Si applica con i
presentano sporco, macchie e aloni di tradizionali metodi per la pulizia dei
grasso. Agisce in modo veloce ed
pavimenti. È un detergente
efficace, senza aggredire i marmi
lucidi e le superfici più sensibili agli particolarmente indicato per la pulizia
acidi. Si applica con i tradizionali dei pavimenti e agisce in modo veloce.
metodi per la pulizia dei pavimenti Non aggredisce i marmi lucidi e le
ma può essere utilizzato anche con superfici più sensibili agli acidi ed è
l’ausilio di una monospazzola. efficace.

Il primo testo progredisce in modo continuo dalle informazioni più generali a quelle
secondarie, definendo prima il prodotto (Lo smacchiatore Karatekid è un detergente…),
poi presentandone le qualità (Agisce in modo veloce ed efficace …), infine chiarendone i
metodi di utilizzo. Nel secondo testo, invece, gli stessi elementi sono mescolati in modo
disordinato: si parla prima dell’utilizzo dello smacchiatore, impiegando un connettivo
(anche) che non si riaggancia a nessun elemento precedente (Lo smacchiatore Karatekid
può essere utilizzato anche…), poi lo si definisce (È un detergente particolarmente indi-
IL TESTO

cato…) e se ne indicano le qualità (e agisce in modo veloce…). Il risultato è un testo


12
molto più confuso e senz’altro meno efficace del primo testo.

111

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LIVELLO 7 - Testualità

SI
INVAL
12 C O R R E G G E R E + L E S S I C O
· Nelle seguenti frasi, sottolinea i termini incoerenti dal punto di

PER INIZIARE
vista semantico poi sostituiscili in modo da garantire la
continuità di senso, come nell’esempio.
Es. Il film fu condito per la maggior parte in Islanda. → fu girato

1. Durante la primavera e la maratona il Sole sorge a Nord-Est e

tramonta a Nord Ovest. → 2. Che sport

praticare per non bruciare gli spaghetti? Nuoto o yoga? →

3. Nell’ora buca i ragazzi dell’ultima strofa

organizzarono un torneo di freccette senza che la professoressa se ne

accorgesse. → 4. Perciò i cacciatori

dovevano accostarsi ai bisonti e mettersi al passo con essi,

fischiettando a zig zag, evitando però di essere travolti dalla mandria

in corsa. → 5. Secondo un antico mito indù

il mondo era sostenuto da quattro elefanti come pilastri, a loro volta

poggianti su un’enorme tartaruga, che poggiava su di un colossale

serpente; i movimenti di questi soprammobili avrebbero prodotto i

terremoti. →

13 R I C O N O S C E R E E A N A L I Z Z A R E
·· Indica se i seguenti testi sono coerenti [C] o incoerenti [I] dal
punto di vista tematico e strutturale. Per i testi coerenti,
individua e annota l’argomento centrale.
C I
1. Negli ultimi vent’anni sono stati undici 

gli allenatori della Roma che hanno 

avuto a che fare con il derby. Infatti il 

mondiale del 2022 sarà cruciale per la 

Nazionale italiana, dopo la sua mancata 

qualificazione ai mondiali di Russia. 

2. Ci sono un francese, un inglese e un 

napoletano che decidono di fare una 

gara per vedere chi riesce a far cadere 

un orologio da un palazzo molto alto e, 

scendendo giù, riesce a riprenderlo al 

volo. Il francese scende velocemente ma 


IL TESTO

non riesce a prenderlo, l’inglese scende 


12

112

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Unità 1 - Il testo e le sue caratteristiche: coesione e coerenza

velocemente e lo sfiora con un dito, il 

napoletano scende con calma, va al bar 

a prendere un caffè e un cornetto. 

Poi torna sotto il palazzo e afferra 

l’orologio al volo. Il francese e l’inglese 

gli chiedono come ci sia riuscito e il 

napoletano risponde: “Guagliò, avevo 

messo l’orologio indietro di mezz’ora”. 

3. L’avocado è ricco di proprietà benefiche 

per la salute, conosciute già dalle 

popolazioni native americane. 

Hemingway lo definì “un cibo che non ha 

rivali tra i frutti, il vero frutto del 

paradiso”, e non a caso… 

4. Gli scienziati stimano una frequenza di 

circa un evento ogni 10.000-100.000 

anni. La cattura di una stella da parte 

di un buco nero avviene molto 

raramente, fino a disgregarsi ed essere 

ridotta a brandelli. Man mano che una 

stella si avvicina a un buco nero, viene 

tirata dall’enorme forza di attrazione, 

viene allungata e stirata. Comunque 

cresce fino a un evento ogni 10-100 

anni nel caso in cui il fenomeno avvenga 

durante lo scontro di due galassie. 

14 O R D I N A R E
·· Numera i paragrafi sottostanti in modo che il testo progredisca
dalle informazioni più generali a quelle più specifiche, e si
concluda con un esempio. L’esercizio è avviato.
a.  Ora, grazie al programma, possiamo mangiare a scuola e non

soffriamo più la fame. Amo il porridge. Il cibo ci aiuta ad avere
le energie per imparare. Amo andare a scuola perché qui il cibo
è più gustoso e dolce di quello che mangio a casa.”
b. I n situazione di emergenza sono i bambini piccoli quelli più a
rischio. Per questo è fondamentale l’aiuto umanitario per
garantire alle famiglie i beni di prima necessità per prevenire la
malnutrizione, le malattie e la morte.
c. 1 I n Somalia, Etiopia e Kenya l’insicurezza alimentare è salita del
36% nel solo 2017. Sono quasi 21 milioni le persone in questi
paesi, incluso il Sud Sudan, che soffrono la mancanza di cibo e
IL TESTO

acqua. Sono 7 milioni le donne e i bambini nella regione del


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LIVELLO 7 - Testualità

Corno d’Africa che, a causa dell’insicurezza alimentare,


soffrono di malnutrizione acuta.
d.  Lo scorso anno non c’era quasi più acqua, né a casa né a

scuola. Spesso arrivavo tardi alle lezioni perché ero impegnata
nella ricerca di acqua. Ora, a scuola, abbiamo a disposizione
una riserva d’acqua alla quale possiamo accedere quando
vogliamo. Prima che iniziasse il programma per la salute e la
sicurezza alimentare spesso venivo a scuola affamata.”
e.  yan ha 10 anni e frequenta la scuola elementare a Werabeso,
A
nella regione del Somali in Etiopia. I genitori di Ayan sono
pastori e dipendono prevalentemente dal bestiame per vivere.
La siccità, però, ha messo a dura prova la loro sopravvivenza.

Adattato da Corno d’Africa: quasi 21 milioni le persone che soffrono la mancanza di cibo e acqua,
in www.savethechildren.it/blog-notizie

Coerenza logica
Appaiono incoerenti testi che incorrono in contraddizioni logiche interne. Osserva:
Il tasso di disoccupazione si è abbassato: negli ultimi sei mesi è addirittura
raddoppiato rispetto alla fine dell’anno scorso.
Non sopportava quel suo modo affettato e pedante, come se stesse sempre dando una
conferenza davanti a un pubblico: sarebbe rimasta ad ascoltarlo per ore, a tal punto
la affascinava l’umiltà mista a timidezza che emanava da ogni sua parola.

Oltre che dal rispetto del principio di non-contraddizione, la coerenza logica è garantita
dal rispetto dei rapporti di causa-effetto, di spazio e di tempo, gli assi del nostro pen-
siero, rispetto che si concretizza nell’uso coerente dei connettivi e di altri elementi con
funzione affine. Osserva:

OSSERVO testo logicamente non coerente testo logicamente coerente


Aveva molto caldo, infatti il termo- Aveva molto caldo, eppure il termo-
causa- metro segnava -10 °C. metro segnava -10 °C.
effetto L’orecchino caduto a terra era così pic- L’orecchino caduto a terra era così
colo che era impossibile non vederlo. piccolo che era impossibile vederlo.
Alzarono gli occhi verso il cielo. Sotto Alzarono gli occhi verso il cielo. So-
spazio di loro, la neve cominciava a cadere pra di loro, la neve cominciava a ca-
in grossi fiocchi silenziosi. dere in grossi fiocchi silenziosi.
Il 2 giugno 1946 l’Italia, a seguito del Il 2 giugno 1946 l’Italia, a seguito del
risultato del referendum istituziona- risultato del referendum istituziona-
le, divenne una repubblica. Per la le, divenne una repubblica. Per la
prima volta nella storia italiana vo- prima volta nella storia italiana
tempo
teranno anche le donne. Qualche avevano votato anche le donne.
tempo prima, il 1º gennaio 1948, en- Qualche tempo dopo, il 1º gennaio
IL TESTO

trò in vigore la nuova Costituzione 1948, entrò in vigore la nuova Costi-


12 della Repubblica Italiana. tuzione della Repubblica Italiana.

114

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Unità 1 - Il testo e le sue caratteristiche: coesione e coerenza

SI
A N A LIZ Z A R E E CO R R EG G ER E INVAL
15
·· Indica se i seguenti testi sono coerenti [C] o incoerenti [I] dal

PER INIZIARE
punto di vista logico e riscrivi i testi incoerenti in modo
logicamente coerente.
C I testo logicamente coerente

1. Ci son due coccodrilli e 

un orangotango, due 

piccoli serpenti, un’aquila 

reale, il gatto, il topo, 

l’elefante; non manca più 

nessuno: solo non si 

vedono i due liocorni. 

2. Acquisti la nostra crema 

per le mani e non se ne 

pentirà: grassa, oleosa, 

dall’odore sgradevole e 

dalla dubbia efficacia, è 

scelta oggi da decine di 

migliaia di allocchi in tutta 

Italia. 

3. Domani non puoi mancare 

alle prove. Sono le ultime, 

con tutta la band al 

completo, prima del 

concerto di sabato scorso. 

4. Nonostante le temperature 

ancora elevate, si avvicina 

per molti automobilisti il 

momento di pensare a 

montare le gomme da neve 

o, in alternativa, di 

ricordarsi di mettere le 

catene nel vano bagagli. 

5. Luca, anche se scrivi così 

piccolo non si vede niente. 

Per farli così, è inutile che 

ti porti i bigliettini: non si 

riesce a vedere cosa c’è 

scritto nonostante siano in 

miniatura e in più ci si fa 

beccare dalla prof. 


IL TESTO

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LIVELLO 7 - Testualità

SI
INVAL
16 C O M P L E T A R E
·· Completa le seguenti frasi con i connettivi opportuni in modo che
siano logicamente coerenti.

1. Meno male che in televisione mi hanno avvertito che


fa molto caldo è consigliabile bere acqua fresca stare
all’ombra; avrei continuato con il vin brulé nel
parcheggio! 2. Te l’avevo detto che se la sarebbe presa.
si è arrabbiata come una bestia, avevo
previsto; tu vuoi sempre fare di testa tua… 3. Quando
era piccola diceva che non avrebbe lasciato la campagna
per tutto l’oro del mondo. Poi si è trasferita in una
metropoli e non è praticamente più tornata in campagna,
per passare le vacanze estive. 4. Mi piacerebbe rivedervi
vostra partenza, sinceramente non so
potrò attraversare l’oceano per venire a farvi visita io.
5. tutti i suoi dubbi politica culturale
sovietica, e si sentisse sempre più isolato, il poeta
trovò il coraggio di lasciare il suo paese molti anni
dopo. 6. Il problema non è solamente il conflitto con la carta
costituzionale. denunciare l’incostituzionalità della
legge, , è stato fatto notare che, la
legge venisse approvata, si creerebbe un precedente a livello
europeo.

17 P R O D U R R E
· · · Per ognuno degli argomenti dati, scrivi un minitesto logicamente
coerente che contenga almeno i tre connettivi indicati.
1. argomento: torneo di pallacanestro della scuola
connettivi: fuorché, quindi, perché


IL TESTO


12

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Unità 1 - Il testo e le sue caratteristiche: coesione e coerenza

2. argomento: inclinazione per la musica: talento o pratica?


connettivi: invece di, per esempio, nonostante

3. argomento: il mio rapporto con la cucina


connettivi: quando, cioè, infatti


IL TESTO


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LIVELLO 7 - Testualità

Coerenza stilistica
Sebbene la questione dello stile esuli dalla sfera della coerenza in senso stretto, è inne-
gabile che un testo è tanto più comprensibile ed efficace quanto più il suo stile e il suo
registro sono uniformi e adatti al contesto. Bruschi scarti di stile e di registro causano
una sensazione di confusione nel destinatario, disorientandolo. A meno che il disorien-
tamento non sia il fine del messaggio e la mescolanza stilistica una precisa scelta espres-
siva, quindi, il testo andrà formulato adottando un linguaggio omogeneo e adeguato al
contesto comunicativo. Osserva:
OSSERVO testo stilisticamente coerente testo stilisticamente non coerente
Tutti i cittadini hanno pari dignità Tutti i cittadini hanno pari dignità
sociale e sono eguali davanti alla legge, sociale e sono eguali davanti alla legge,
senza distinzione di sesso, di razza, di fa lo stesso di che sesso, razza, lingua,
lingua, di religione, di opinioni politiche, religione sono, che opinioni politiche
di condizioni personali e sociali. c’hanno, e se sono ricchi sfondati o dei
È compito della Repubblica rimuovere poveracci.
gli ostacoli di ordine economico e È compito della Repubblica levare di
sociale, che, limitando di fatto la mezzo gli ostacoli di ordine economico
libertà e l’eguaglianza dei cittadini, e sociale, che, limitando di fatto la
impediscono il pieno sviluppo della libertà e l’eguaglianza dei cittadini,
persona umana e l’effettiva impediscono il pieno sviluppo della
partecipazione di tutti i lavoratori persona umana e l’effettiva
all’organizzazione politica, economica partecipazione di tutti gli sgobboni
e sociale del Paese. all’organizzazione politica, economica
Costituzione della Repubblica Italiana, Art. 3 e sociale del Paese.

SI
INVAL
18 C O M P L E T A R E + L E S S I C O
· Completa i seguenti testi selezionando l’opzione stilisticamente
PER INIZIARE

coerente.
1. Se i signori hanno già prenotato, consiglio di inviare una mail
all’indirizzo di posta elettronica per fornire le note necessarie
all’assegnazione dell’appartamento più (giusto /
consono). 2. Quando gliel’abbiamo detto, Gipo ha fatto una faccia così
(stupita / attonita) che ci siamo scassati dalle
risate! 3. Immettere in commercio, vendere o distribuire giocattoli,
omettendo di (mettere / apporre) sul giocattolo
stesso e/o sul suo imballaggio la marcatura CE, è sanzionabile per
legge. 4. Sebastiano adorava (intridere /
inzuppare) i biscotti nel caffellatte e poi
(leccarsi / lambirsi) le labbra inzaccherate di cioccolato. 5. Sicura di
un’attenta e sensibile valutazione e in attesa di un
(cortese / affabile) riscontro, (mando /
IL TESTO

porgo) distinti saluti.


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Unità 1 - Il testo e le sue caratteristiche: coesione e coerenza

19 A N A L I Z Z A R E E C O R R E G G E R E
·· Indica se i seguenti testi sono coerenti [C] o incoerenti [I] dal
punto di vista stilistico. Riscrivi quelli incoerenti modificandone
registro e stile.
C I testo stilisticam. coerente

1. [manuale di shiatsu] 

Esercitare una leggera 

pressione shiatsu sulla parte 

posteriore e inferiore della 

capoccia, sulla porzione alta 

della spalla e sul plesso solare 

(bocca dello stomaco). 

2. [conversazione a scuola] 

Raga, brutta storia, a sto giro 

ci interroga. Non c’abbiamo 

più nonne da far morire e 

anche la storia del pitone nel 

bagno non se la bevono più. 

3. [spettacolo televisivo] Signore 

e signori, ho l’onore di 

presentarvi uno degli artisti 

più brillanti dell’ultima 

generazione. Compositore 

poliedrico, attore e anche 

regista, oltre che uomo 

sensibile e gran bonazzo, è qui 

con noi… Simone Giardini! 

4. [annuncio stazione] 

Vi raccomandiamo di non 

lasciare incustoditi i vostri 

bauli, fagotti, involti, pacchi, 

sacchi, zaini o zainetti o le 

vostre borse, casse, valigie, 

valigette varie. 

5. [sito di giardinaggio] 

Per evitare che le ortensie, 

crescendo, possano invadere lo 

spazio verde circostante, 

bisogna potarle. Le ortensie 

vanno piantate nelle zone 

maggiormente ombreggiate e 

non hanno bisogno di acqua 


IL TESTO

abbondante. 

12

119

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MAPPA
UNITÀ 1

IL TESTO

È UN ENUNCIATO, LUNGO O BREVE

PUÒ ESSERE

SCRITTO ORALE

DI SOLITO HA DI SOLITO HA

LESSICO PIÙ LESSICO MENO


ACCURATO ACCURATO,
DI REGISTRO
INFORMALE
SINTASSI PIÙ
SORVEGLIATA
E ARTICOLATA, SINTASSI MENO
SPESSO SORVEGLIATA
IPOTATTICA (FRASI IN
SOSPESO,
RIPETIZIONI
ECC.)
ORGANIZZAZIONE
DEL DISCORSO
PIÙ STRUTTURATA
INTERIEZIONI

DEITTICI (QUI,
TU, QUELLO ECC.)

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CARATTERIZZATO DA

COESIONE COERENZA

CIOÈ CIOÈ

COMPATTEZZA UNITÀ E CONTINUITÀ


MORFOSINTATTICA DI SIGNIFICATO

CHE SI REALIZZA PRECISAMENTE


ATTRAVERSO

CONCORDANZA
SEMANTICA
MORFOSINTATTICA

TEMATICO-
ORDINE DELLE PAROLE
STRUTTURALE

PUNTEGGIATURA
LOGICA

CONNETTIVI
STILISTICA

USO DI SOSTITUENTI

ELLISSI

RIPETIZIONI

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2 LEZIONI SU
http://itaca.academy 30’

UNITÀ 2 Tipologie testuali:


testo descrittivo
e testo narrativo
Che cosa sono le tipologie testuali
I testi scritti, e in buona parte anche quelli orali, possono essere ricondotti a grandi ti-
pologie, corrispondenti a differenti funzioni della comunicazione verbale. In base a una
comune classificazione, è possibile dividere i testi in descrittivi, narrativi, regolativi,
espositivi e argomentativi. Raramente un testo presenta esclusivamente caratteristiche
di uno di questi tipi. Nella realtà, le varie tipologie si intrecciano, dando luogo a testi
complessi in cui le caratteristiche di tipi diversi si alternano e arricchiscono a vicenda.
Queste tipologie presentano differenze non soltanto a livello dei contenuti, ma anche sul
piano della forma e della struttura. Conoscere le caratteristiche dei vari tipi di testi per-
mette di decifrare le diverse scritture nel modo più adeguato e completo, nonché di
scrivere testi adatti agli scopi che ci prefiggiamo e ai vari contesti comunicativi.

APPROFONDIAMO I GENERI TESTUALI


Nella realtà della lingua le tipologie di testo trovano espressione concreta e specifica
nei vari generi testuali e nei loro eventuali sottogeneri. Alcuni di questi sono generi
letterari: la tipologia narrativa, per esempio, è alla base di generi quali la fiaba, il rac-
conto, la leggenda, il romanzo (con i suoi sottogeneri: romanzo storico, d’avventura,
noir ecc.). Altri generi non rientrano nel campo di ciò che viene considerato “lettera-
tura”, ma sono ugualmente codificati e riconoscibili come varietà testuali specifiche: la
cronaca storica, l’articolo di fondo, la relazione scientifica, la barzelletta, la guida turi-
stica, il manuale di istruzioni, l’intervista, l’arringa giudiziaria, la recensione ecc.

Come si è detto, raramente un genere testuale presenta caratteristiche di una sola ti-
pologia: per esempio in un saggio, classificabile come testo argomentativo, perché in
prevalenza improntato all’argomentazione, spesso si intercalano e combinano ele-
menti o sequenze ascrivibili ad altre tipologie, quali parti descrittive ed espositive.
In alcuni generi testuali questa mescolanza tra diverse tipologie è più evidente: per
questi casi si parla, appunto, di testi di tipologia mista. Alcuni, in particolare, posso-
no adottare caratteristiche di una tipologia o di un’altra, quindi presentare una natura
IL TESTO

diversa a seconda del loro scopo (una lettera per es. può essere narrativa, descrittiva,
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Unità 2 - Tipologie testuali: testo descrittivo e testo narrativo

espositiva o argomentativa). Altri combinano a tal punto caratteristiche di tipologie


diverse che risulta quasi impossibile classificarli secondo un unico tipo (per es. il post
di un blog può presentare contemporaneamente elementi tipici della scrittura narra-
tiva, descrittiva, espositiva, argomentativa).

Il testo descrittivo
Il testo descrittivo è un testo scritto oppure orale che presenta le caratteristiche e le pro-
prietà di persone, animali, oggetti, luoghi, situazioni, in un modo tale per cui il destina-
tario può formarsi un’immagine mentale dell’oggetto della descrizione. Quest’ultimo
può essere reale (per es. un paesaggio esistente, o una persona che conosciamo) o im-
maginario (per es. un luogo di fantasia, o il personaggio inventato di un romanzo), e
può essere descritto facendo appello al senso della vista (colori, luci, forme percepite
attraverso gli occhi ecc.), ma anche agli altri sensi (sapori, profumi, forme percepite
attraverso il tatto ecc.). Osserva:
OSSERVO La buccia è liscia, di colore giallo dorato con sfumature rosate nelle zone che durante
la maturazione sono più illuminate dal sole. Talvolta la buccia è punteggiata da
rugginosità più o meno diffusa. La polpa, di colore bianco-giallo chiaro, è croccante,
dolce e succosa.
Luisa Cabrini, Fabrizia Malerba, Frutta e ortaggi in Italia, Touring Club Italiano, Milano, 2005

OSSERVO Il portone era aperto, il viottolo deserto: sembrava una notte d’estate, silenziosa, col
cielo diafano fiorito di stelle purissime. Dietro gli orti, dietro lo stradale, in
lontananza, si sentiva uno scampanio argentino di pecore al pascolo; veniva nell’aria
un aspro profumo d’erba fresca. Elias respirava quel profumo, quell’aria pura, con le
narici dilatate, con un istinto di voluttà selvaggia.
Grazia Deledda, Elias Portolu, Mondadori, Milano, 2013

vista udito gusto/tatto olfatto

I testi descrittivi autonomi rispetto ad altri testi (per es. la descrizione di un prodotto su
un catalogo) sono molto pochi. Generalmente i testi descrittivi sono inseriti all’interno
di altre tipologie testuali: un testo narrativo (per es. la descrizione di un personaggio in
un romanzo), espositivo (per es. la descrizione di una cattedrale all’interno di una guida
turistica di una città), argomentativo (per es. la descrizione di una determinata situazio-
ne in un articolo di opinione).
Inserite all’interno di altri testi, le descrizioni possono rispondere a tanti scopi diversi.
Si può descrivere per ambientare un racconto, informare circa le caratteristiche di un
oggetto, difendere un’opinione ecc. Tre sono gli obiettivi principali ai quali si possono
ricondurre tutti gli altri:

OSSERVO scopi esempio


Spiaggia adatta anche ai bambini,
con acqua non troppo profonda. Le
far conoscere o permettere di docce si trovano fuori dalla spiaggia,
informare
identificare l’oggetto accanto al parcheggio. Il parcheggio
IL TESTO

si paga in base alle ore di permanen-


12
za, la tariffa minima è 3.50 euro.

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LIVELLO 7 - Testualità

I miei presentimenti più terribili si


avveravano. Il buio della notte eter-
na mi circondava. Feci uno sforzo
trasmettere le emozioni e gli per respirare. L’intensità delle tene-
stati d’animo dell’emittente in bre sembrava opprimermi, soffocar-
esprimere relazione a qualcuno o mi. L’aria era insopportabilmente
qualcosa pesante.
E. A. Poe, Il pozzo e il pendolo,
in Gianni Biondillo (a cura di), Storie
di terrore e follia, Mondadori,
Milano, 2015

La scopa elettrica Ermes è pratica e


convincere qualcuno a fare leggera. La sua struttura compatta
qualcosa, trasmettendo la rende ideale per pulire tra i mobili
persuadere
un’immagine positiva o di casa senza fatica. Leggera, ma-
negativa dell’oggetto neggevole, vi risparmia posizioni
scomode ed è facile da riporre.

La descrizione oggettiva e soggettiva


Una descrizione può essere oggettiva o soggettiva. Si dice oggettiva una descrizione che
presenta il suo oggetto in modo neutro e distaccato, riproducendone le caratteristiche
con la massima fedeltà ed esattezza, senza lasciar trasparire giudizi personali né senti-
menti. La descrizione oggettiva è comune in testi espositivi quali manuali, guide, enci-
clopedie, testi scientifici e divulgativi ecc. Il suo scopo è tendenzialmente quello di in-
formare, e il linguaggio utilizzato è preciso, perlopiù denotativo, e può presentare
termini tecnici e specialistici.
OSSERVO Trovato in zona Gaverolo gatto di circa 10 mesi, corporatura media, pelo corto bianco
e maculato sulla groppa, e un piccolo ematoma dentro l’orecchio sinistro. Appare
spaventato ma in buona salute.

Una descrizione si dice soggettiva quando è filtrata attraverso la soggettività dell’autore,


cioè quando lascia trasparire emozioni, sentimenti, giudizi, in modo più o meno espli-
cito. Il suo scopo, più che informare, è esprimere le sensazioni che la persona, l’animale
o l’oggetto suscita in chi sta guardando e/o descrivendo; o quello di persuadere il desti-
natario (a comprare un prodotto, ad abbracciare una causa, a sottoscrivere un’opinione
ecc.), facendo leva sulla sua soggettività. Le descrizioni soggettive sono comuni nei testi
letterari, in quelli pubblicitari, nei diari personali, negli articoli giornalistici ecc. Il loro
linguaggio tende a essere connotativo, espressivo, ricco di significati figurati e figure
retoriche, in particolare metafore e similitudini.
OSSERVO Il gatto mi guardava. Era nero, con gli occhi gialli. Il suo sguardo mi trapassava, con
una forza che non avrei mai immaginato da un animale così piccolo. [...] Magro, col
pelo gonfio di lunghezze diverse, come se gli fosse ricresciuto più e più volte dopo
essere stato tagliato in punti diversi dagli artigli di qualche rivale. Era visibilmente
affamato, e certamente non si fidava di me. Anzi, più che fiducia i suoi occhi
trasmettevano odio. Non un odio umano, ma una pulsione felina e istintiva,
IL TESTO

qualcosa di incontrollabile, invincibile.


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Disastrazioni, Il Gatto, www.disastrazioni.wordpress.com 29/07/2016

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Unità 2 - Tipologie testuali: testo descrittivo e testo narrativo

SI
INVAL
1 RICONOSCERE
· All’interno del seguente testo narrativo (articolo di cronaca),

PER INIZIARE
individua la sequenza descrittiva e sottolineala.

R apina a mano armata martedì mattina all’ufficio postale di


via Emilia Romagna, a Cattolica. Ad agire, secondo una prima
ricostruzione dei fatti effettuata dai Carabinieri, un giovane, che
ha minacciato i dipendenti presenti puntando una pistola.
L’individuo ha anche sparato due colpi in aria, senza ferire
nessuno. Quindi si è fatto consegnare del denaro dalla cassa e i
portafogli dalle persone in fila agli sportelli. Incassato il
bottino, circa mille euro, è fuggito a piedi. Si tratterebbe di un
uomo di statura media, italiano, di età compresa tra i 30 e i 40
anni. Secondo le testimonianze, avrebbe i capelli castano chiari,
ricci, e un po’ di barba. Al momento della rapina, indossava una
maglia nera e abbigliamento da mare. Subito sul posto si sono
portate le pattuglie dell’Arma, che hanno iniziato la caccia
all’uomo sulla base delle informazioni acquisite. Utili ai fini
investigativi potranno tornare le immagini delle telecamere di
videosorveglianza.
Adattato da Fa irruzione nell’ufficio postale e spara: terrore durante la rapina,
in www.riminitoday.it 11 luglio 2017

2 ANALIZZARE + LESSICO
· Analizza i seguenti frammenti di descrizione indicando a quale
senso fanno riferimento: vista [V], udito [U], olfatto-gusto [OG]
o tatto [T].
1. Improvvisamente ecco un rumore di passi su per le scale, come di un
gruppo di gendarmi. Poi lo sbattere di una porta, forse quella del
quarto piano, e infine, attutite dalle pareti e forse dall’angoscia,
voci a mezza bocca, sussurranti, che si accavallavano pronunciando
parole indistinguibili. V U OG T

2. Il corridoio termina con una vetrata, che si apre sul parco. Alberi
d’alto fusto alternati a cespugli sempreverdi, una stradina senza
asperità si alterna al verde ormai sbiadito dalla stagione dell’erba
tagliata a prato inglese. V U OG T

3. La parte più utilizzata della pianta è proprio la sua radice, per


questo i ravanelli più gustosi sono quelli più piccoli, mentre
quelli più grandi rischiano di risultare legnosi. Sapore pungente,
polpa croccante, freschi, versatili, i ravanelli aggiungono colore e
sapore alle insalate, guarniscono brillantemente piatti a base di
IL TESTO

carne o pesce. V U OG T
12

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LIVELLO 7 - Testualità

4. Avanzava a tentoni, quasi fendendo con il viso quell’oscurità


spessa e calda, satura di umidità, che le colava giù per il collo e
per la nuca. Sotto le sue dita trepidanti, la parete proseguiva
liscia ancora per alcuni metri: più che liscia, levigata, come se
qualche misterioso abitante l’avesse lisciata con uno strumento
appuntito. Qui e là, qualche incisione poco profonda ma
percepibile, interrompeva la superficie di roccia, disegnandovi
dischi e, le parve, piccoli esseri. V U OG T

SI
INVAL
3 ANALIZZARE E RICONOSCERE
·· + LE SS I CO
Indica se le descrizioni sono oggettive [O] o soggettive [S]. Poi
sottolinea in quelle soggettive gli elementi che le rendono tali.
1. La modella indossa una camicetta aderente di cotone leggero e
una gonna corta a pieghe. Una lunga collana etnica dalle tonalità
ambrate contrasta con i colori tenui della camicetta e del cappotto
beige, portato aperto. O S

2. Il suo corpo, pure fra le pieghe della veste ampia, lascia già
riconoscere ch’è incinta; ed essa tiene le due manine intrecciate
davanti, come per nascondersi, in una posa di timidezza e di
pudore. È molto seria, e nei suoi occhi neri non si legge soltanto
la sottomissione, ch’è solita in quasi tutte le nostre ragazze e
sposette di paese; ma un’interrogazione stupefatta e lievemente
spaurita. Come se, fra le comuni illusioni della maternità, essa già
sospettasse il suo destino di morte, e d’ignoranza eterna.
O S
Elsa Morante, L’isola di Arturo, Einaudi, Milano, 2014

3. Il molo Bausan è identico alle costruzioni Lego. Una struttura


immensa, ma che sembra non avere spazio, piuttosto pare
inventarselo. C’è un angolo del molo che sembra un reticolo di
vespai. Arnie bastarde che riempiono una parete. Sono migliaia di
prese elettriche per l’alimentazione dei contenitori reefer, i
container con i cibi surgelati e le code attaccate a questo vespaio.
O S
Roberto Saviano, Gomorra, Mondadori, Milano, 2006

4. La statua della Vergine, patrona del santuario, accoglie il


visitatore al portale. Alla sinistra dell’abside, al di sopra della
porta dell’antica sacrestia, un affresco del XIII secolo rappresenta
l’Annunciazione. La volta ribassata è sostenuta da puntelli
traforati che collegano le colonne delle navate laterali ai muri
laterali. Questi ultimi sono animati da fughe di archi ciechi
IL TESTO

trilobati e da 12 medaglioni raffiguranti gli apostoli. O S


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Unità 2 - Tipologie testuali: testo descrittivo e testo narrativo

4 PRODURRE + LESSICO
· · · Negli spazi dati, scrivi prima una descrizione oggettiva, poi una
descrizione soggettiva della tua stanza, da cui emerga ciò che è
per te e quali sentimenti ti legano a essa.

OGGETTIVA: 

SOGGETTIVA: 

SI
INVAL
5 ANALIZZARE
·· Indica se lo scopo principale dei seguenti testi descrittivi è
informare [I], persuadere [P] o esprimere [E].
1. Il nostro agriturismo è immerso nella campagna maremmana, quella
fatta di dolci colline ricamate da vigneti, uliveti e macchia
mediterranea che si rincorrono fino al mare. In un luogo di pace, a
due soli km dal delizioso borgo di Pereta e a dieci km da Magliano
in Toscana, l’agriturismo offre ospitalità con i suoi due
appartamenti, recentemente ristrutturati, per garantire agli ospiti
assoluto comfort durante il soggiorno. I P E

2. Nella fabbrica abbandonata aleggiava un odore sgradevole, come


di olio esausto. Un fitto strato di polvere attutiva gli spigoli di
macchine abbandonate, rottami, sgabelli sbilenchi e mattonelle in
frantumi. Il luogo emanava uno squallore indicibile, come di cosa
morta e sepolta fatta per stare al riparo dagli sguardi. Esserne
testimone lo faceva sentire vagamente impudico. Un profanatore
di cimiteri. I P E

3. Il maschio del germano reale ha la testa color verde bottiglia con


riflessi metallizzati, il collo e il petto color ruggine, i fianchi grigi
e il ventre bianco. Il collo è ornato da un collarino bianco.
La parte superiore del corpo è bruna con le ali grigie attraversate
da una vistosa banda trasversale blu. La coda è bianca e ornata
IL TESTO

da 4 piume centrali nere e arricciate. I P E


12

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LIVELLO 7 - Testualità

6 PRODURRE
· · · Scegli un oggetto e scrivi 3 brevi testi: descrivilo rispettivamente
per informare sulle sue caratteristiche, per persuadere ad
acquistarlo e per esprimere ciò che provi di fronte a esso.

INFORMARE:


PERSUADERE:


ESPRIMERE:


Le caratteristiche del testo descrittivo


I testi descrittivi possono presentare un linguaggio e una struttura estremamente vari, a
seconda del testo in cui sono inseriti, del loro scopo, del loro grado di oggettività o sog-
gettività, dello stile di chi parla o scrive. Ciononostante è possibile individuare alcune
caratteristiche generali, che ricorrono con una certa frequenza:
• una sintassi semplice e lineare, prevalentemente paratattica
• una preponderanza dei tempi verbali della “continuità”, ovvero l’indicativo presente
e l’indicativo imperfetto
• nelle descrizioni di luoghi e oggetti, frequenti connettivi spaziali: sotto, sopra, a
destra di, tra ecc.
• un lessico preciso, più o meno tecnico, denotativo o connotativo a seconda del tipo
di descrizione, in ogni caso ricco di aggettivi qualificativi, e con un abbondante
uso di sinonimi per evitare ripetizioni

L’ordine e la prospettiva della descrizione


Il modo di procedere di una descrizione può essere estremamente vario. In generale,
tuttavia, è possibile individuare due diversi tipi di “ordine”:
IL TESTO

• logico, dalla visione d’insieme ai singoli dettagli o, viceversa, dai dettagli alla visione
12
d’insieme:

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Unità 2 - Tipologie testuali: testo descrittivo e testo narrativo

OSSERVO Praga è la capitale della Repubblica Ceca e una delle mete più ambite dell’est
Europa, insieme a Budapest e Zagabria. Costruita intorno al fiume Moldava, è
immersa in un’atmosfera magica e suggestiva che attira ogni anno migliaia di turisti.
La città si divide in due parti: Novo Mesto, la città nuova, e Stari Mesto, la città
vecchia. Nella città vecchia si trova il quartiere di Malá Strana, in ceco “piccola
parte”, diviso in due dalla chiesa di San Nicola, e dominato dall’imponente castello.
Oggi questo quartiere è famoso per i suoi caffè e i suoi artisti, ma Malá Strana è
anche il quartiere delle ambasciate di molte nazioni del mondo che hanno sede nei
bei palazzi barocchi di Via Nerudova. [ordine logico, dalla visione d’insieme ai
dettagli]
• spaziale, tracciando un “itinerario” determinato: dall’alto al basso, dal basso in alto,
da destra a sinistra ecc. Quest’ordine è influenzato dalla prospettiva adottata, cioè
dal punto di osservazione dal quale si sceglie di descrivere qualcuno o qualcosa.
Non sempre, infatti, il punto di osservazione è frontale e statico. Esso può trovarsi in
basso rispetto all’oggetto della descrizione, in alto, di lato, e può muoversi in modo
ordinato, passando da una parte all’altra, o in modo “disordinato”, saltando da un
dettaglio all’altro come una cinepresa che cambi continuamente inquadratura:
OSSERVO Da dove ci trovavamo potevamo abbracciare con lo sguardo l’intera vallata. In
basso, sotto di noi, il ruscello scorreva sottile, sparendo a tratti all’interno delle
macchie di vegetazione. Più avanti, i boschi si diradavano, inghiottiti dal grigio delle
pietraie e, più su, nel bianco sporco dei ghiacci perenni. In lontananza, si estendeva
una distesa di vette aguzze come cocci di bottiglia e, dietro, il mare azzurro delle
nubi che galleggiavano sulla cordigliera. [prospettiva dall’alto, ordine spaziale, dal
basso verso l’alto e da vicino a lontano]

FACCIAMO IL PUNTO

Per scrivere un testo descrittivo


1. metti a fuoco mentalmente ciò che vuoi descrivere (persona,
animale, luogo, situazione) e decidi quale scopo vuoi raggiungere
con la descrizione (informare, esprimere, persuadere)
2. stabilisci se la descrizione sarà oggettiva o soggettiva
3. scegli un ordine per la descrizione (logico o spaziale) e una
prospettiva
4. individua gli elementi sui quali concentrarti e i sensi coinvolti
5. impiega una sintassi piana e lineare
6. impiega preferibilmente l’indicativo presente (decrizione al
presente) o l’indicativo imperfetto (descrizione al passato)
7. evita ripetizioni, utilizzando sinonimi e perifrasi
8. impiega un lessico preciso e adeguato allo scopo, ricco di
aggettivi: preferibilmente specialistico in una descrizione
oggettiva; espressivo e connotativo in una descrizione soggettiva
9. utilizza gli opportuni connettivi spaziali
10. se vuoi, per una descrizione soggettiva, impiega figure retoriche
IL TESTO

12 per arricchire in senso connotativo la descrizione

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LIVELLO 7 - Testualità

SI
INVAL
7 ANALIZZARE + LESSICO
·· Analizza la seguente descrizione rispondendo alle domande

PER INIZIARE
sottostanti.

P areva davvero piccola in confronto alla visione della sera


prima. Dal forte centrale, che in fondo somigliava a una
caserma con poche finestre, partivano due bassi muraglioni
merlati che lo collegavano alle ridotte laterali, due per parte.
I muri sbarravano così debolmente l’intero valico, largo circa
cinquecento metri, chiuso ai fianchi da alte precipitose rupi.
A destra, proprio sotto la parete della montagna, il pianoro si
infossava in una specie di sella; là passava l’antica strada del
valico, e terminava contro le mura.
Il forte era silenzioso, immerso nel pieno sole meridiano, privo
di ombre. I suoi muri (il fronte non si scorgeva essendo rivolto
a settentrione) si stendevano nudi e giallastri. Un camino
emetteva pallido fumo. Lungo tutto il ciglione dell’edificio
centrale, delle mura e delle ridotte, si vedevano decine di
sentinelle, col fucile in spalla, camminare su e giù metodiche,
ciascuna per un piccolo tratto. Simili a moto pendolare, esse
scandivano il cammino del tempo, senza rompere l’incanto di
quella solitudine che risultava immensa.
Le montagne a destra e a sinistra si prolungavano a vista
d’occhio in dirupate catene, apparentemente inaccessibili.
Anch’esse, almeno a quell’ora, avevano un colore giallo e
riarso.
Dino Buzzati, Il deserto dei Tartari, Mondadori, Milano, 2001

1. L’oggetto della descrizione è: 

2. La descrizione è:
oggettiva soggettiva

3. I sensi interpellati sono:


vista udito olfatto-gusto tatto

4. Il lessico è  ,
perlopiù appartenente a due campi semantici fondamentali:
1. ; 2.

5. Il tempo/modo verbale impiegato è: 

6. La sintassi è prevalentemente:
IL TESTO

paratattica ipotattica
12

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Unità 2 - Tipologie testuali: testo descrittivo e testo narrativo

8 ANALIZZARE
·· Leggi le due descrizioni proposte nell’esercizio e indica quale di
queste segue un ordine logico [L] e quale invece segue un ordine
spaziale [S]. Poi, in entrambi i casi, specifica qual è il tipo di
logica o “itinerario” seguito nella descrizione.

1. Da dove si trovavano non si vedevano i tetti delle case, né i


camini, né le ciminiere delle fabbriche. Era come essere distesi
sul tetto del mondo. Tutto era una voragine di minuscole stelle,
così fitte e luminose che pareva turbinassero sulle loro teste
incessantemente. A sinistra l’Orsa Maggiore, con i suoi sette
occhi luccicanti. Nel centro, la Stella Polare, che aveva imparato
a riconoscere partendo dal manico del Grande Carro. Poi un
grappolo di luci che forse era la costellazione di Cassiopea.
All’estremità destra del loro campo visivo splendeva una luna
opaca, con un pianetino o una stella rossa proprio accanto, Marte
o Giove, le disse Fabrizio.

L S

Logica/Itinerario: 

2. L’intera sala, pervasa dal profumo dei rami d’abete bruciacchiati,


splendeva e sfavillava di innumerevoli piccole fiamme e l’azzurro
cielo delle tappezzerie con le statue bianche delle divinità faceva
sembrare la grande stanza ancora più luminosa. […] Erano
accese anche le lampade a gas che sporgevano dalle pareti, e
ardevano le grandi candele sui candelabri dorati ai quattro
angoli della stanza. Gli oggetti di grandi dimensioni, i regali che
non avevano trovato posto sul tavolo, erano disposti l’uno
accanto all’altro sul pavimento. Tavoli più piccoli, anch’essi
coperti di tovaglie bianche, pieni di doni e decorati con alberelli
illuminati, erano sistemati ai lati delle due porte: erano i regali
per la servitù e per i poveri di casa.

Thomas Mann, I Buddenbrook, Mondadori, Milano, 2015

L S

Logica/Itinerario: 


IL TESTO


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LIVELLO 7 - Testualità

9 PRODURRE
· · · Per ognuno degli oggetti sottostanti, scrivi una descrizione di
massimo 8 righe, seguendo le indicazioni date.

1. • descrizione soggettiva
• scopo: esprimere
• ordine: da vicino a lontano
• contesto: pagina di diario

2. • descrizione oggettiva
• scopo: informare
• contesto: post attraverso il
quale si comunica che si è
smarrita in un locale una
sciarpa e si fornisce una
descrizione per permettere al
destinatario di identificarla


IL TESTO


12

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Unità 2 - Tipologie testuali: testo descrittivo e testo narrativo

3. • descrizione soggettiva
• scopo: esprimere
• contesto: racconto della prima
volta che hai incontrato un
alieno, nel tuo giardino

4. • descrizione soggettiva
• scopo: convincere il
destinatario ad adottare il cane
• ordine logico
• contesto: annuncio di adozione
su un blog di animali

Il testo narrativo
Il testo narrativo è un testo che racconta una storia, cioè un fatto o una successione di
fatti, reali o inventati, che si sviluppano nel tempo. Il testo narrativo è la tipologia te-
IL TESTO

stuale più diffusa in ogni lingua e cultura, in forma sia scritta che orale: vi fanno capo
12
moltissimi generi, letterari e non, come la favola, la fiaba, la leggenda, il romanzo, il

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LIVELLO 7 - Testualità

racconto, il diario, la barzelletta ecc. Testi narrativi, inoltre, possono essere inseriti all’in-
terno di testi argomentativi, espositivi o descrittivi. Gli scopi dei testi narrativi possono
essere molto vari: oltre che per informare, si narra per far riflettere, per conservare e
tramandare una tradizione, per divertire, per emozionare, per convincere ecc.

Le caratteristiche del testo narrativo


Nonostante la grande varietà di generi e di scopi, i testi narrativi sono accomunati da
alcuni elementi fondamentali: in essi una voce narrante narra una storia, che si svolge
nello spazio e nel tempo ed è vissuta da alcuni personaggi.

La storia e il racconto
Ogni testo narrativo si basa su una storia, cioè una vicenda o una successione di vicen-
de, reali o inventate. Nel racconto, cioè nella storia così come viene narrata, i fatti pos-
sono essere raccontati:
• seguendo l’ordine cronologico: in questo caso l’intreccio o trama del racconto è
identico alla fabula, cioè alla storia nel suo ordine lineare
• disponendoli in un ordine diverso: in questo caso l’intreccio si discosta dalla fabula
per mezzo di posticipazioni o analessi o flashback (“salti indietro” nell’ordine degli
avvenimenti) o di anticipazioni o prolessi o flashforward (“salti in avanti” nella
successione temporale)

Racconti narrati in ordine cronologico appartenenti a generi molto codificati (per es. la
fiaba) presentano generalmente una struttura tipica articolata in:
• una situazione iniziale
• la rottura dell’equilibrio: un evento che altera l’equilibrio iniziale, mettendo in moto
la storia
• lo svolgimento: le vicende vissute dal protagonista e dagli altri personaggi, spesso in
una tensione narrativa crescente (climax) che culmina con il momento di massima
tensione (spannung)
• lo scioglimento o conclusione: il ripristino dell’equilibrio iniziale o la creazione di un
nuovo equilibrio

Altri testi narrativi meno codificati (il romanzo contemporaneo, la pagina di un diario
ecc.) possono presentare strutture anche molto diverse: per esempio possono iniziare in
medias res, cioè nel pieno della vicenda; possono presentare un finale aperto, rimanendo
in sospeso; possono deludere le attese del lettore posticipando continuamente un’azione
che non sopraggiunge mai ecc.

Il luogo e il tempo
La storia è ambientata in uno o più luoghi, più o meno reali e determinati (il salotto di
una casa, una città, un mondo immaginario dalla collocazione indeterminata ecc.), e in
un’epoca, più o meno precisata (ieri; gli anni Settanta; un futuro imprecisato ecc.). Essa
IL TESTO

inoltre ha una durata, che può essere molto precisa (da sabato mattina a lunedì sera; dal
12
1951 al 1968 ecc.) o più vaga (alcune ore; alcuni anni ecc.).

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Unità 2 - Tipologie testuali: testo descrittivo e testo narrativo

Il rapporto tra la durata della storia e la lunghezza del racconto (le parole, le righe o le
pagine che lo compongono) determina il ritmo della narrazione. Questa infatti può
contenere:
• pause: la storia è ferma (“non succede niente”), mentre la narrazione procede.
È ciò che accade, per esempio, quando all’interno di un romanzo si ha una
digressione
• scene: la storia e la narrazione hanno la stessa velocità, cioè la storia è raccontata “in
presa diretta”
• sommari: il tempo della storia è superiore a quello della narrazione, che “riassume”
avvenimenti lunghi in poco spazio
• ellissi: la storia continua, ma la narrazione si arresta, cioè alcuni eventi vengono
omessi

La narrazione infine può essere:


• posteriore alla storia: in questo caso, che è il più frequente, il narratore narra eventi
passati, e impiega prevalentemente l’indicativo passato remoto o passato prossimo e
l’indicativo imperfetto
• anteriore alla storia: in pochi casi (per es. profezie) il narratore narra eventi futuri,
impiegando il futuro indicativo
• simultanea alla storia: in alcuni casi il narratore narra le vicende mentre queste si
svolgono, per così dire “in diretta”, al presente indicativo

La voce narrante e il punto di vista


La storia è sempre narrata da una voce narrante, che non coincide necessariamente con
l’autore, ovvero la persona che scrive il testo. La storia può essere narrata:
• in prima persona: la voce narrante è interna alla storia, cioè chi narra è il
protagonista o un altro personaggio (“testimone”)
• in terza persona: la voce narrante è esterna alla storia

Una narrazione in prima persona è generalmente più soggettiva di una narrazione in


terza persona, ma non bisogna dimenticare che una voce narrante esterna può adottare,
soprattutto nei testi letterari, un punto di vista interno: può cioè narrare le vicende at-
traverso l’ottica, le sensazioni e le emozioni di uno dei personaggi.
OSSERVO Chiamatemi Ismaele. Alcuni anni fa – non importa quanti esattamente – avendo
pochi o punti denari in tasca e nulla di particolare che m’interessasse a terra, pensai di
darmi alla navigazione e vedere la parte acquea del mondo. [narrazione in prima
persona, voce narrante interna]
Herman Melville, Moby Dick, Adelphi, Milano, 1994

OSSERVO All’inizio Eurinome, Dea di Tutte le Cose, emerse nuda dal Caos e non trovò nulla di
solido per posarvi i piedi: divise allora il mare dal cielo e intrecciò sola una danza sulle
onde. Sempre danzando si diresse verso sud e il vento che turbinava alle sue spalle le
parve qualcosa di nuovo e di distinto; pensò dunque di iniziare con lui l’opera della
creazione. [narrazione in terza persona, voce narrante esterna, punto di vista
IL TESTO

esterno]
12
Robert Graves, I miti greci, Longanesi, Milano, 1983

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LIVELLO 7 - Testualità

OSSERVO Gregor Samsa, destandosi un mattino da sogni agitati, si trovò trasformato nel suo
letto in un enorme insetto immondo. Riposava sulla schiena, dura come una corazza, e
sollevando un poco il capo scorse il suo ventre arcuato, bruno e diviso in tanti segmenti
ricurvi, in cima a cui la coperta del letto, ormai prossima a scivolar giù tutta, si
manteneva a fatica. Le gambe, numerose e sottili da far pietà rispetto alla sua normale
corporatura, tremolavano senza tregua in un confuso luccichio dinnanzi ai suoi occhi.
[narrazione in terza persona, voce narrante esterna, punto di vista interno]
Franz Kafka, La metamorfosi e altri racconti, Mondadori, Milano, 1994

I personaggi
I testi narrativi presentano uno o più personaggi, che possono essere persone, ma anche
animali o, in rari casi, cose. Il personaggio principale, intorno a cui ruotano le vicende,
è il protagonista. Un racconto naturalmente può anche presentare diversi protagonisti
o nessuno: l’attenzione può spostarsi continuamente da un personaggio all’altro per dare
una visione corale. Gli altri personaggi possono essere secondari o semplici comparse.

Il protagonista e i vari personaggi secondari possono essere prototipi, fissi e privi di


caratterizzazione psicologica, come avviene per esempio nelle fiabe (l’eroe, l’antagonista,
l’aiutante ecc.), o personaggi complessi, in movimento, caratterizzati “a tutto tondo”.

SI
INVAL
10 R I C O N O S C E R E
· All’interno del seguente testo descrittivo, tratto da un manuale
PER INIZIARE

di storia della letteratura, sottolinea la sequenza narrativa.

A l Proemio segue la lunga introduzione alla prima giornata,


primo elemento della cornice, che comincia con una
riflessione, svolta in prima persona dall’autore, sulla necessità
di un «orrido cominciamento» e con la descrizione e il
racconto della peste del 1348 e dei suoi effetti sulla città di
Firenze. Segue la narrazione, che ha inizio nella chiesa
fiorentina di Santa Maria Novella, dove si incontrano sette
giovani donne – Pampinea, Filomena, Neifile, Fiammetta, Elissa,
Lauretta ed Emilia – le quali, per reagire alla distruzione
materiale e spirituale causata dall’epidemia, decidono di
lasciare la città e di rifugiarsi, insieme con tre giovani uomini
incontrati nella stessa chiesa – Filostrato, Dioneo e Panfilo –,
in una villa presso Fiesole, nella campagna circostante la città
di Firenze. Qui i dieci giovani regolano la propria vita secondo
un ordine ben definito, che ha il fine di ribaltare il disordine
provocato dalla peste. Allo stesso modo la campagna presenta
le caratteristiche del “luogo piacevole” (locus amoenus),
opponendosi alla città in cui imperava la «mortifera
pestilenza».
IL TESTO

Floriana Calitti, La vita dei testi. Dalle origini a Dante e Boccaccio, Zanichelli, Bologna, 2015
12

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Unità 2 - Tipologie testuali: testo descrittivo e testo narrativo

SI
INVAL
11 A N A L I Z Z A R E
· Analizza il seguente testo narrativo rispondendo alle domande
sottostanti.

U n leone dormiva, e un topo gli passeggiava sul corpo per il


lungo e per il largo.
Il leone si svegliò, ruggì e si preparò a farne un boccone…
– Aspetta, gli disse il topo. Se mi lasci andare sano e salvo,
vedrai, un giorno ti ringrazierò!
Al leone venne da ridere, e mollò la presa. Pochi giorni dopo,
in effetti, scampò alla morte, e a salvarlo fu proprio il topo.
Dei cacciatori l’avevano catturato e legato al tronco di un
albero con una corda robusta. I suoi ruggiti disperati avevano
raggiunto le orecchie del topo, che era accorso immediatamente
e si era messo a rosicchiare la corda. Dopo averlo liberato, il
topo disse al leone: – Ti ricordi quando hai riso di me? Non
credevi che davvero sarebbe venuto il momento in cui io avrei
potuto aiutarti. Impara che anche i topi sanno essere
riconoscenti.
Esopo, Favole, Rizzoli, Milano, 2012

1. La favola è narrata in ordine cronologico? In altre parole, fabula


e intreccio coincidono o no? sì no

2. Dove è ambientata la favola? 

3. In che tempo è ambientata la favola? 

4. Qual è la durata della storia narrata? 

5. La voce narrante racconta:


in prima persona in terza persona

6. Quali sono i personaggi della favola?




12 R I C O N O S C E R E
·· In ognuno dei seguenti testi narrativi è presente un’alterazione
dell’ordine cronologico della narrazione. Individuala, poi
sottolinea i flashback e chiudi tra parentesi i flashforward.
1. Il sole tagliava in due l’ingresso del samavat Qgazi. Da quelle
parti li chiamano anche hotel, i posti così, ma non assomigliano
nemmeno un po’ agli hotel che voi avete in mente, no, no. Più che
IL TESTO

12 un hotel, il samavat Qgazi era un magazzino di corpi e anime; un

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LIVELLO 7 - Testualità

deposito dove stiparsi in attesa di essere impacchettati e spediti in


Iran o in Afghanistan, o chissà dove; un posto per entrare in
contatto con i trafficanti di uomini.
Nel samavat c’eravamo rimasti tre giorni, senza mai uscire: io a
giocare tra i cuscini, mamma a parlare con gruppi di donne con
bambini, a volte con intere famiglie, persone di cui sembrava
fidarsi. […] Coprendo gli occhi con la mano, per la luce, mi sono
avvicinato a kaka Rahim, il padrone, e ho chiesto scusa per il
disturbo. Ho domandato di mia mamma, se per caso l’aveva vista
uscire, lui, che nessuno usciva o entrava senza che lui se ne
accorgesse, giusto?

Fabio Geda, Nel mare ci sono i coccodrilli. Storia vera di Enaiatollah Akbari, Baldini Castoldi Dalai,
Milano, 2010

2. Poteva essere udito, s’intende, ma non poteva essere veduto. Era,


in parte, proprio la singolare forma della stanza che gli aveva
suggerita per prima quella cosa che egli ora si disponeva a fare.
Essa gli era stata suggerita, tuttavia, anche dal quaderno che
aveva or ora tratto dal cassetto. Era un quaderno particolarmente
bello. La carta lucida, color crema, un po’ ingiallita dal tempo, era
d’una qualità che non si fabbricava più da almeno quarant’anni. Si
poteva indovinare, tuttavia, che il quaderno era assai più antico.
L’aveva visto nella vetrina d’un robivecchi, in uno dei quartieri
popolari della città (quale, non ricordava) ed era stato assalito
immediatamente da un enorme desiderio di possederlo. […] Aveva
buttato una rapida occhiata all’uno e all’altro capo della strada, e
quindi era sgusciato dentro la bottega e aveva comperato il
quaderno per due dollari e cinquanta. Allora non sapeva che ne
avesse bisogno per una qualsiasi particolare ragione. L’aveva
portato a casa, compreso di un senso di colpa, nella borsa di
cuoio. Anche se non c’era scritto niente dentro, era in ogni modo
un oggetto compromettente. La cosa che si disponeva a fare
consisteva nell’incominciare un diario.
George Orwell, 1984, Mondadori, Milano, 1983

3. Molti anni dopo, davanti al plotone di esecuzione, il colonnello


Aureliano Buendía avrebbe ricordato quel pomeriggio remoto in cui
suo padre l’aveva portato a conoscere il ghiaccio. Macondo era
allora un villaggio di venti case di fango e canne costruite sulla
riva di un fiume dalle acque diafane che si precipitavano su un
letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche.
Il mondo era così recente che molte cose erano senza nome, e per
menzionarle bisognava indicarle col dito.
IL TESTO

Gabriel García Márquez, Cent’anni di solitudine, Mondadori, Milano, 2017


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Unità 2 - Tipologie testuali: testo descrittivo e testo narrativo

13 T R A S F O R M A R E
·· Volgi il seguente brano dalla prima persona alla terza persona.

C i vedeva qualcosa di buono in me, bambino di città che


d’estate veniva sopra l’isola. Scendevo alla spiaggia dei
pescatori, stavo i pomeriggi a guardare le mosse delle barche.
Con il permesso di mamma potevo andare su una di quelle,
lunghe, coi remi grossi come alberi giovani. A bordo facevo
quasi niente, il pescatore si faceva aiutare in qualche mossa e
mi aveva insegnato a muovere i remi, grandi il doppio di me,
stando in piedi e spingendo il mio peso su di loro a braccia
tese e in croce. Pianissimo la barca si spostava e poi andava.
Quel risultato mi faceva grande. Al pescatore serviva in
qualche momento la mia piccola forza ai remi.
Erri De Luca, I pesci non chiudono gli occhi, Feltrinelli, Milano, 2013

14 P R O D U R R E
·· Scrivi sul quaderno un breve testo narrativo in cui racconti
un’escursione in montagna, reale o inventata. Narra la vicenda
IL TESTO

12 in prima persona e inizia il racconto in medias res.

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LIVELLO 7 - Testualità

15 P R O D U R R E
· · · Scrivi sul quaderno un breve racconto, ricco di tensione
narrativa, in cui si descriva una straordinaria scoperta. Il testo
dovrà avere le seguenti caratteristiche:

• ambientazione: epoca futura, luogo imprecisato


• durata: un paio di giorni
• voce narrante esterna (terza persona), con punto di vista interno
• protagonista: ragazza di 14 anni
• almeno un flashback e un flashforward

La cronaca
Un tipo particolare di testo narrativo è la cronaca (dal greco chronos: tempo): essa è il
racconto di fatti realmente accaduti, svolto in ordine cronologico e in modo il più pos-
sibile obiettivo, senza giudizi o commenti. Vero e proprio genere storiografico nel corso
del Medioevo, oggi la cronaca è un tipo di scrittura presente in generi diversi: sono
cronache gli articoli giornalistici che si limitano a riferire i fatti (articoli “di cronaca”,
appunto), ma anche alcuni testi scolastici in cui si chiede di riportare gli avvenimenti
così come sono accaduti, senza che emerga la soggettività di chi scrive, così come qua-
lunque resoconto oggettivo e ordinato di un avvenimento reale.
Lo scopo della cronaca è informare, fornendo al destinatario tutti gli elementi neces-
sari alla comprensione di un dato avvenimento. Questi elementi sono i cinque inter-
rogativi che il giornalismo anglosassone ha battezzato le “5 W” (dalla loro lettera ini-
ziale in inglese), ovvero le cinque domande alle quali qualunque cronaca deve dare
risposta.

LE DOMANDE DELLA CRONACA

who? chi? la persona o le persone coinvolte

what? che cosa? l’avvenimento

when? quando? il tempo in cui l’avvenimento è accaduto

where? dove? il luogo in cui l’avvenimento è accaduto


why? perché? il motivo per cui l’avvenimento è accaduto

A questi interrogativi se ne potrebbe aggiungere un altro, ugualmente importante:

how? come? il modo in cui l’avvenimento si è svolto

La cronaca fornisce queste indicazioni in modo completo, chiaro e preciso, ma al con-


tempo conciso, senza dilungarsi in dettagli che non sono necessari alla comprensione
dei fatti. Racconta in prima persona, se chi narra è stato protagonista o testimone dei
IL TESTO

fatti, o in terza persona, se è invece estraneo alla vicenda, seguendo l’ordine cronologico
12
e selezionando solo i passaggi fondamentali per comprendere l’accaduto.

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Unità 2 - Tipologie testuali: testo descrittivo e testo narrativo

OSSERVO Crolla intonaco da muro liceo Roma


Sfiorata un’alunna, oggi assemblea per discutere stato degrado
(ANSA) – ROMA, 7 FEB – Momenti di paura ieri nel liceo romano “Lucio Anneo
Seneca”, nella zona di Boccea, dove durante le lezioni, si è staccato parte
dell’intonaco dal muro esterno della scuola (adiacente al campetto sportivo) che ha
sfiorato una alunna che si trovava lì assieme ad altri compagni di classe. Oggi i
ragazzi hanno deciso di non fare lezione e si sono riuniti in assemblea per discutere
delle condizioni della struttura scolastica e denunciarne la fatiscenza e il degrado.
“La preside – racconta uno degli studenti – dopo il crollo dell’intonaco ha chiamato i
vigili del fuoco che hanno svolto un sopralluogo e hanno posto nastri di sicurezza in
corrispondenza di altro intonaco pericolante.
ANSA Lazio, www.ansa.it 07/02/2018

chi che cosa quando dove perché

FACCIAMO IL PUNTO

Per scrivere un testo narrativo


1. metti a fuoco la storia che vuoi raccontare (vera o immaginaria, e,
in quest’ultimo caso: verosimile o fantastica) e stabilisci uno o
più scopi (informare, divertire, esprimere emozioni ecc.)
2. nel caso di una storia inventata, decidi in che tempo e in che
luogo collocarla, che durata nel tempo avrà e che ritmo intendi
dare alla narrazione; nel caso di una storia realmente accaduta,
seleziona la porzione di storia che intendi raccontare
3. stabilisci se la narrazione sarà in prima persona (voce narrante
interna) o in terza persona (voce narrante esterna) e, in
quest’ultimo caso, se la voce narrante adotterà un punto di vista
esterno o uno o più punti di vista interni
4. decidi l’ordine del racconto: cronologico o no, e, in quest’ultimo
caso, progetta le posticipazioni e/o le anticipazioni nell’ordine
degli avvenimenti (se vuoi puoi aiutarti tracciando una scaletta)
5. costruisci il protagonista e i vari personaggi, individuando i tratti
fisici e/o caratteriali più rilevanti
6. stendi il testo narrativo seguendo la struttura che hai pianificato
7. adotta un lessico, una sintassi, uno stile adatti agli scopi che hai
individuato
8. caratterizza i personaggi facendo emergere i loro tratti rilevanti per
mezzo di dialoghi, semplici accenni, descrizioni, riflessioni, o
costruendo la narrazione in modo che essi trapelino dalle loro azioni
9. nel caso in cui tu stia scrivendo una cronaca, assicurati che la
narrazione contenga gli elementi fondamentali della storia (chi,
che cosa, dove, quando, perché e come) e che i fatti siano narrati
in modo chiaro, lineare, obiettivo
IL TESTO

12 10. puoi inserire sequenze descrittive, dialogate, riflessive

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LIVELLO 7 - Testualità

16 P R O D U R R E
· Trova un titolo adeguato per i due articoli di cronaca sottostanti.

PER INIZIARE 1. 

(ANSA) – NAPOLI, 28 MAR – La Guardia di Finanza di Afragola


(Napoli) ha sequestrato nel quartiere San Lorenzo di Napoli una
ditta dove si producevano borse con il marchio falso di una nota
griffe internazionale. Nessuna delle persone scoperte al lavoro è
risultata in possesso di partita iva; trovati anche sacchi contenenti
scarti della lavorazione che, verosimilmente, erano destinati allo
smaltimento illegale.
www.ansa.it
2. 

È stato ritrovato sano e salvo un turista dato per scomparso da


ieri sui monti della val di Peio. L’uomo, un sessantenne romagnolo,
è stato individuato questa mattina alle 7.30 dagli uomini del
soccorso alpino che lo avevano iniziato a cercare assieme ai vigili
del fuoco dopo l’allarme lanciato dalla moglie. Il turista non era
rientrato da un’escursione nella zona di Pian Palù, a Peio: dalla
serata di ieri erano scattate le ricerche.
www.ladige.it, 21 agosto 2017

SI
INVAL
17 A N A L I Z Z A R E
·· Analizza il seguente articolo di cronaca completando la tabella
sottostante.

A lla fine, il pugno di ferro delle autorità francesi ha colpito


duro. Una guida alpina francese rischia cinque anni di
carcere per aver soccorso una donna nigeriana, all’ottavo mese
di gravidanza, che il 10 marzo stava cercando di attraversare il
confine tra Italia e Francia insieme al marito e ai due figli
piccoli. L’uomo è stato indagato dalla magistratura francese
per violazione delle leggi sull’immigrazione.
A renderlo noto, con un comunicato stampa, un’associazione
umanitaria, una delle tante che, a cavallo del confine
italo-francese, e generalmente in collegamento con colleghi
italiani, cerca di dare una mano alle centinaia di migranti che,
blindato il più agevole confine di Ventimiglia, controllato anche
elettronicamente il pericolosissimo tunnel ferroviario del Frejus
e riempiti i convogli ferroviari che vanno a Modane di
gendarmi, tentano di raggiungere il territorio francese
attraverso i valichi alpini, in particolare quelli frequentati dagli
IL TESTO

sciatori come, appunto, il Monginevro e Bardonecchia. Anzi,


12

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Unità 2 - Tipologie testuali: testo descrittivo e testo narrativo

quest’ultima meta è la più gettonata da chi vuole passare in


Francia clandestinamente o quantomeno senza incappare nella
gendarmeria ché sul versante italiano tutta l’attenzione è
concentrata sull’evitare tragedie come quella che sarebbe
potuta accadere al Monginevro se la guida francese non avesse
soccorso la donna nigeriana.
La guida ha incontrato la donna, il marito e i figli di due e
quattro anni in mezzo alla neve, nei pressi del passo del
Monginevro, a 1900 metri di altitudine, e li ha caricati in auto
per raggiungere l’ospedale alle porte di Briançon, in Francia.
Un pattuglia della Gendarmerie ha però bloccato l’auto e ha
condotto l’uomo in caserma. La donna è stata portata in
ambulanza al pronto soccorso dove ha partorito.
Beppe Minello, Guida alpina soccorre una migrante incinta al confine francese: rischia 5 anni di
carcere, in www.lastampa.it, 19 marzo 2018

who? chi? 

what? che cosa? 

when? quando? 

where? dove? 

why? perché? 

how? come? 

18 T R A S F O R M A R E
· · · Riscrivi sul quaderno il testo che segue in forma di articolo di
cronaca.

F u nell’estate del 2011. Io e mia moglie quella sera


stavamo tornando in macchina da una cena a casa di amici
che abitano a Concole, presso Verona. Non avevamo bevuto
nemmeno un sorso di vino, visto che i nostri amici sono
IL TESTO

totalmente astemi. La strada era piacevole, di curve dolci, e


12

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LIVELLO 7 - Testualità

il silenzio profondissimo. La campagna tutta rischiarata da


una luna quasi piena che spariva dietro un tornante per poi
ricomparire subito dopo. Improvvisamente, mia moglie lasciò
una frase a metà. Dopo qualche secondo di silenzio, sentì che
balbettava: «… e quello?» Alzati gli occhi nella direzione
che mi indicava, vidi un disco luminoso che galleggiava,
perché questa era la parola esatta, “galleggiava”, proprio
sotto la luna. Il disco era violaceo, di forma allungata, e si
muoveva impercettibilmente proprio come se nuotasse
nell’aria. Sentii che impallidivo. Provai a dire qualcosa, ma
dalla mia bocca non uscì alcun suono. Spensi il motore e
presi la mano di mia moglie, che sentivo respirare
affannosamente accanto a me. Non so quanto rimanemmo
così, in silenzio, per mano, a fissare quella “cosa”.
So soltanto che a un certo punto il disco si illuminò ancora
più intensamente e poi schizzò verso destra, a una velocità
che nessuna macchina umana potrebbe raggiungere, sparendo
dietro il dorso di un collina. Il cielo rimase imperturbato,
come se niente fosse accaduto. Dopo averne parlato a lungo,
quella notte e nelle notti successive, io e mia moglie
decidemmo che non avremmo mai raccontato a nessuno ciò che
avevamo visto. Ci avrebbero preso sicuramente per pazzi.

19 P R O D U R R E
· · · Scrivi sul tuo quaderno un articolo di cronaca a partire dagli
elementi indicati.

who? chi? tigre di un circo

la tigre è fuggita, è rimasta in libertà alcune ore,


è stata ricatturata senza drammi né per lei né per
what? che cosa?
gli abitanti; verrà affidata a un centro di tutela di
animali esotici

when? quando? 24 e 25 marzo 2018

where? dove? periferia di Roma

why? perché? voleva sottrarsi alla cattività

saltando sui gradoni del circo durante lo


how? come?
spettacolo e infilando la porta
IL TESTO

12

144

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MAPPA
UNITÀ 2

LE TIPOLOGIE TESTUALI

SI IDENTIFICANO SECONDO UNA CLASSIFICAZIONE DEI TESTI BASATA SULLE


DIFFERENTI FUNZIONI DELLA COMUNICAZIONE VERBALE

SI DISTINGUONO
PARLANDO DI

TESTO
DESCRITTIVO

TESTO
NARRATIVO

TESTO
REGOLATIVO

TESTO
ESPOSITIVO

TESTO
ARGOMENTATIVO

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MAPPA
UNITÀ 2

PRESENTA UN
IL TESTO DESCRITTIVO OGGETTO (PERSONA,
ANIMALE, COSA),
REALE O
IMMAGINARIO,
FACENDO APPELLO
AI SENSI

PUÒ AVERE È CARATTERIZZATO DA IN MODO


LO SCOPO DI

INFORMARE SINTASSI SEMPLICE SOGGETTIVO


E LINEARE,
PREVALENTEMENTE
PARATATTICA
PERSUADERE OGGETTIVO

PREPONDERANZA
ESPRIMERE INDICATIVO
PRESENTE
E IMPERFETTO IN UN ORDINE

CONNETTIVI
SPAZIALI (SOPRA,
SOTTO ECC.)
LOGICO

LESSICO PRECISO,
TANTI AGGETTIVI
QUALIFICATIVI SPAZIALE

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MAPPA
UNITÀ 2

IL TESTO NARRATIVO

RACCONTA UNA STORIA, CIOÈ UNA SUCCESSIONE DI FATTI


REALI O INVENTATI CHE SI SVILUPPANO NEL TEMPO

PUÒ AVERE È CARATTERIZZATO DA


LO SCOPO DI

INFORMARE UNA STORIA, NARRATA IN


ORDINE CRONOLOGICO O MENO

FAR RIFLETTERE
UN’AMBIENTAZIONE NELLO SPAZIO
E NEL TEMPO E UNA DURATA
DIVERTIRE

UNA VOCE NARRANTE


E UN PUNTO DI VISTA
ECC.

DEI PERSONAGGI (CON


UNO O PIÙ PROTAGONISTI)
UN TIPO PARTICOLARE
DI TESTO NARRATIVO È

RACCONTA FATTI REALMENTE ACCADUTI


IN ORDINE CRONOLOGICO
LA CRONACA IN MODO IL PIÙ POSSIBILE OBIETTIVO
RISPONDENDO AGLI INTERROGATIVI
WHO? WHAT? WHEN? WHERE? WHY? HOW?

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2 LEZIONI SU
http://itaca.academy 30’

UNITÀ 3 Tipologie testuali:


testo regolativo,
testo espositivo
e testo argomentativo
Il testo regolativo
Il testo regolativo è un testo, scritto o orale, che fornisce istruzioni, prescrive norme di
comportamento, enuncia regole o divieti. Rientra in questa tipologia una gran quantità
di testi d’uso pratico, quali: le ricette di cucina, i manuali di istruzioni, i regolamenti, le
consegne degli esercizi, gli statuti, i testi delle leggi, delle ordinanze, delle circolari ecc.

Le caratteristiche del testo regolativo


Caratteristiche ricorrenti nei testi regolativi sono:
• una struttura schematica e ordinata, spesso integrata da schemi, tabelle,
illustrazioni
• segnali grafici che facilitano la lettura: punti, sottotitoli, rientri ecc.
• una sintassi generalmente paratattica
• un lessico chiaro e preciso, spesso ricco di termini specialistici
• verbi perlopiù al modo imperativo, infinito, congiuntivo (esortativo). Si usano
anche la forma impersonale-passivante (si va, si scrive ecc.) e la forma passiva con
ausiliare andare (va fatto, vanno montati ecc.), entrambe con sfumatura normativa,
o forme all’indicativo presente o futuro impiegate in senso prescrittivo (nel gioco
degli scacchi, il bianco muove per primo). In altri casi, infine, il valore normativo è
dato dal significato del verbo, non dalla sua forma (bisogna mescolare
abbondantemente; i concorrenti devono rispondere alle domande)
OSSERVO La morra cinese Giocatori: 2 Strumenti: le mani dei giocatori
Regole: posizionatevi l’uno di fronte all’altro. Tenete la mano chiusa a pugno e,
mentre la fate oscillare, pronunciate insieme le parole “bim-bum-bam”. Sul “bam”
IL TESTO

entrambi fermate la mano a formare una delle 3 figure simboliche:


12
• sasso, con la mano a pugno

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Unità 3 - Tipologie testuali: testo regolativo, testo espositivo e testo argomentativo

• carta (chiamata anche rete), con tutte le dita distese


• forbici, con soli indice e medio distesi
Ogni segno ne batte un altro, secondo questo schema:
• il sasso rompe le forbici
• le forbici tagliano la carta
• la carta cattura il sasso
In caso si scelga la stessa arma, il turno finisce in pareggio.
Punteggio: si guadagna un punto ogni volta che si batte l’avversario.
Scopo: vincere il numero di turni deciso all’inizio; solitamente 2 su 3 o 3 su 5.
Nel regolamento si osservano:
• verbi all’imperativo • lessico chiaro e preciso
• divisione in paragrafi e punti • sintassi paratattica

OSSERVO Articolo 33
L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per
tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri
per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la
parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento
scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.
È prescritto un esame di Stato per l’ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per
la conclusione di essi e per l’abilitazione all’esercizio professionale.
Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi
ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.
Costituzione della Repubblica Italiana, Art. 33

Nel testo si osservano:


• divisione in paragrafi • sintassi prevalentemente paratattica
• lessico preciso, ricco di termini specialistici • verbi e loc. verbali con valore normativo

FACCIAMO IL PUNTO

Per scrivere un testo regolativo


1. struttura il testo in modo schematico (per es. per punti e
sottopunti)
2. adotta un modo verbale (imperativo di 2ª pers. sing. o plur.,
infinito, congiuntivo esortativo, in alcuni casi specifici indicativo
presente o futuro) o una forma con significato prescrittivo
(impersonale-passivante, passiva) e mantienili in tutto il testo
(cioè non passare dalla 2ª pers. sing. alla 2ª plur. o viceversa, né
dall’imperativo all’infinito ecc.). Puoi intercalare alle frasi
imperative alcune frasi assertive all’indicativo presente o futuro, se
il testo lo richiede (Il gioco consiste in...; È necessario... ecc.)
3. usa frasi brevi e una sintassi semplice, preferibilmente paratattica
4. usa un lessico chiaro e comprensibile e un registro adeguato a
IL TESTO

12 destinatario e contesto, se vuoi fai ricorso a termini specialistici

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LIVELLO 7 - Testualità

SI
INVAL
1 RICONOSCERE
· Seleziona i testi che fanno parte della tipologia del testo

PER INIZIARE
regolativo o contengono sequenze di tipo regolativo.
1. manuale d’istruzioni per montare un armadio

2. dizionario dei sinonimi e contrari

3. articolo di giornale

4. regolamento della piscina comunale

5. foglietto illustrativo di una medicina

6. saggio di filosofia

7. etichetta con le istruzioni di lavaggio e stiratura di un indumento

8. statuto dei lavoratori

SI
INVAL
2 RICONOSCERE E ANALIZZARE
·· + LE SS I CO
Nel seguente testo regolativo, sottolinea i verbi impiegati per
dare istruzioni e indicane la forma. Poi cerchia i termini
specialistici e precisa a che linguaggio settoriale appartengono.

Guida alla potatura degli alberi e delle piante


• vanno tagliati solo rami completi ed evitate le 

capitozzature o i tagli a metà ramo 

• il taglio va eseguito in corrispondenza di una 

biforcazione in maniera parallela al ramo 

rimasto in modo da non lasciare monconi 

• i rami da eliminare per primi sono i rami rotti o 

secchi, poi si tagliano quelli che si incrociano 

con altri rami e quelli che crescono paralleli e 

troppo vicino tra di loro 


• dovendo proprio accorciare un ramo singolo, il
taglio va eseguito al di sopra di una gemma 

laterale, in maniera inclinata rispetto alla 

gemma, parallelamente alla sua direzione 

Tecnica per ridurre le dimensioni


Se l’obiettivo della potatura è limitare le 

dimensioni della pianta andrà eseguito il 

cosiddetto taglio di ritorno: il ramo principale 

andrà tagliato dove spunta un ramo di minori 


IL TESTO

dimensioni, che diventerà il nuovo ramo apicale. 


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Unità 3 - Tipologie testuali: testo regolativo, testo espositivo e testo argomentativo

Così facendo si evita di interrompere il flusso della 

linfa e la nascita di ricacci. La pianta è soggetta a 

stress minori, cicatrizza prima e stabilizza le sue 

dimensioni nel corso di poche stagioni. 

Medicamenti
La pianta è vita e la linfa è il suo sangue. Dopo 

qualsiasi potatura andrebbe disinfettata la zona di 

taglio con soluzioni apposite a base di rame. 

Quando il taglio riguarda rami con spessore 

maggiore o uguale a 2 cm è necessario rivestire la 

superficie con mastice per potatura. 

Attrezzi
Un taglio netto e preciso limita lo stress della 

pianta. Per questo motivo è importante usare 

attrezzi di qualità professionale e ben affilati. 

I principali strumenti per potare sono le forbici, le 

troncarami e gli svettatoi.


Adattato da www.bestprato.com/green/guida-alla-potatura/

3 PRODURRE
·· Scegli uno dei seguenti giochi e scrivine il regolamento.

quattro cantoni • un due tre stella • strega comanda colore


IL TESTO


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LIVELLO 7 - Testualità

4 PRODURRE + LESSICO
·· Scrivi la ricetta di un piatto che ti piace particolarmente,
impiegando l’imperativo di 2ª pers. sing., una sintassi chiara e
lineare e un lessico preciso, ricco di termini specialistici.


Il testo espositivo (o informativo)


Il testo espositivo, detto anche testo informativo, è un testo che arricchisce le conoscen-
ze del destinatario fornendo dati, informazioni, notizie, spiegazioni su un argomento
o una disciplina. La sua funzione è dunque l’esposizione, esatta e obiettiva, di uno o più
temi, e il suo scopo è quello di informare. I suoi argomenti possono essere disparati:
fenomeni naturali, luoghi e oggetti materiali, processi sociali, idee, concetti, teorie ecc.
Rientrano in questa tipologia molti testi, brevi o lunghi, appartenenti ad ambiti d’uso mol-
to diversi: i verbali di una riunione, gli avvisi, i comunicati stampa, le relazioni scolastiche,
le voci dei dizionari e delle enciclopedie, i trattati scientifici, le guide, le audioguide, i ma-
nuali e i testi orali delle lezioni, gli articoli di giornale a taglio informativo ecc.

Le caratteristiche del testo espositivo


Dato il suo scopo informativo, le caratteristiche del testo espositivo sono orientate alla
chiarezza, alla precisione, all’oggettività. Requisito fondamentale di un testo espositivo è
che l’esposizione sia chiara, obiettiva e impersonale, cioè priva di interventi e com-
menti personali. In un testo espositivo generalmente si osservano:
• una forte continuità tematica e aderenza al tema trattato
• una struttura ben organizzata, graficamente divisa in paragrafi, ordinata secondo
un criterio preciso (logico, a elenco, analitico, comparativo ecc.), generalmente
articolata in:
һһ introduzione del tema trattato
IL TESTO

һһ trattazione del tema, fornendo spesso dati, esempi, fonti ecc.


12
һһ conclusione, in cui si riprendono i punti principali di quanto è stato esposto

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Unità 3 - Tipologie testuali: testo regolativo, testo espositivo e testo argomentativo

• un lessico preciso e oggettivo, di registro spesso formale, ricco di termini


specialistici della disciplina trattata
• una sintassi più o meno complessa, paratattica o ipotattica, a seconda dell’ambito
d’uso del testo, ma resa scorrevole mediante l’impiego accorto e preciso dei
connettivi logici (quindi, pertanto, al contrario, ad esempio ecc.)
• a volte, brevi parti descrittive, narrative o argomentative intercalate all’esposizione e
funzionali alla trattazione dell’argomento

Osserva un classico esempio di testo espositivo, l’articolo di divulgazione scientifica:


OSSERVO Uomini e coralli, uniti nel DNA
Il corallo rivela le antiche origini dei geni uma-
ni: il 90% è in comune e la notizia getta luci e introduzione del tema
ombre sui modelli evolutivi.
trattazione, divisa in paragrafi,
Di solito si pensa che più due specie sono simi- articolata per mezzo di connettivi
li, più geni hanno in comune. L’uomo e lo scim- logici in base al seguente ordine
panzé, per esempio, hanno circa il 95 per cento logico:
di geni uguali. È stato quindi accolto con una • idea diffusa (più due specie
certa sorpresa il lavoro che alcuni ricercatori, sono simili, più geni hanno in
guidati da D. Kortschak, hanno pubblicato comune) + esempio (scimpanzé)
sulla rivista Current biology. • ricerca che smentisce questa
idea, con fonte bibliografica
Studiando oltre 1300 geni del corallo australia-
no Acropora millepora, è stato scoperto che il 90
per cento di questi geni sono presenti anche
nell’uomo. Ma che addirittura il 10 per cento • illustrazione della scoperta, per
mezzo di dati e di termini
non è presente in specie che si pensava fossero
specialistici
più simili all’uomo, come il moscerino della frut-
ta e il nematode Caenorhabditis elegans, un
vermetto spesso usato nelle ricerca di genetica.
Uomini e coralli. Il corallo infatti è alla base di
tutti gli alberi filogenetici, come animale estre-
mamente primitivo. Il fatto che abbiamo in
comune geni con il corallo e non con il mosce- • principale conseguenza della
scoperta, esposta mediante i
rino significa che non è più possibile costruire
connettivi logici opportuni
“alberi genealogici” certi basati soltanto sui
geni, perché alcuni di essi possono essere pre-
senti in specie anche molto distanti fra loro.
Le conseguenze di questa scoperta possono esse-
re molte; prima di tutto alcuni geni che si pensa-
va fossero un’“innovazione dei vertebrati” po-
trebbero avere invece un’origine molto più • due conseguenze teoriche della
antica ed essere rimasti nei vertebrati stessi e in prima conseguenza generale,
altri animali solo lontanamente imparentati. scandite dai connettivi logici
Secondo, non è poi così strano che alcune specie
possano, nel corso della loro evoluzione, “scar-
tare” alcuni geni che non servono più.
Un’idea controversa, ma che sembra aver avu- conclusione breve, in cui si
IL TESTO

to la conferma con questo studio. riprende il tema trattato


12 www.focus.it 22 dicembre 2003

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LIVELLO 7 - Testualità

FACCIAMO IL PUNTO

Per scrivere un testo espositivo


1. metti a fuoco il tema che vuoi trattare
2. raccogli informazioni sull’argomento, selezionando accuratamente
quelle che vuoi includere nel testo
3. organizza i contenuti disponendoli secondo una struttura
determinata (introduzione / trattazione / conclusione; e più in
particolare: elenco; comparazione ecc.) ed eventualmente
tracciando una scaletta
4. scrivi il testo, dividendolo in paragrafi
5. usa una sintassi più o meno complessa (paratattica o ipotattica), a
seconda dell’argomento trattato e del destinatario, ma in ogni
caso chiara e scorrevole, articolata dai connettivi opportuni
6. adotta uno stile impersonale
7. usa un lessico preciso, di registro preferibilmente medio o alto,
impiegando i termini specialistici richiesti dal tema

SI
INVAL
5 RICONOSCERE
· Indica con una crocetta quale dei seguenti testi è un testo
PER INIZIARE

espositivo.
1.  ttenzione: comunichiamo che le iscrizioni al laboratorio in
A
oggetto sono chiuse, in quanto è stato superato il numero di
posti disponibili.

2.  severamente vietato attraversare i binari. Occorre servirsi


È
del sottopassaggio.

3.  ome avrò modo di spiegare meglio più avanti, a mio parere si


C
tratta di una questione radicalmente politica, non giuridica, che
quindi come questione politica andrebbe affrontata da parte di
tutti gli attori coinvolti.

4.  etro [vé-tro] s.m. 1 Materiale duro, fragile, trasparente o


v
traslucido, che si ottiene fondendo ad altissima temperatura
sabbia silicea con ossidi e carbonati; si lavora quando è ancora
una massa fluida.

5. I l giorno 24/09/2018, presso la sede sociale in via Assarotti 3,


si è riunito il Consiglio Direttivo dell’Associazione Sportiva
Piedi in Alto (codice fiscale n. 01720220095), per deliberare
sul seguente punto posto all’ordine del giorno: indicazione
IL TESTO

nella denominazione di quanto previsto dall’art. 90, comma 17


12

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Unità 3 - Tipologie testuali: testo regolativo, testo espositivo e testo argomentativo

della Legge 27/12/2002, n.289 (Legge Finanziaria 2003). Il


Presidente dell’associazione, signor Sismondi, constatata la
presenza di tutti i componenti il Consiglio Direttivo, ha
dichiarato validamente costituita l’adunanza e pertanto, atta a
delibera su quanto indicato nell’ordine del giorno.

6. I l paese, a prima vista, non sembra un paese, ma un piccolo


insieme di casette sparse, bianche, con una certa pretesa nella
loro miseria. (Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli, Einaudi, Torino, 2014)

6 ANALIZZARE
·· Dividi in paragrafi il seguente testo espositivo, poi individua e
annota a fianco quale porzione di testo costituisce
l’introduzione, quale la trattazione e quale la conclusione.

O ggi nel mondo si parlano migliaia di lingue


e dialetti diversi. E secondo un recente
studio neozelandese deriverebbero tutte da
un’unica lingua madre parlata in Africa 50.000
anni fa. Cos’hanno in comune un russo, un
cinese, un finlandese, un boliviano e un
italiano? Non è l’inizio di una barzelletta, ma
la sintesi di un recente studio sull’evoluzione
delle lingue secondo il quale gli oltre 6000
idiomi parlati oggi nel mondo deriverebbero
tutti da un’unica lingua ancestrale
parlata in Africa dai nostri antichi progenitori
tra i 50.000 e 70.000 anni fa. Secondo
Quentin Atkinson, docente di psicologia
evolutiva presso l’Università di Auckland
(Nuova Zelanda) e autore della ricerca, circa
50.000 anni fa i nostri antenati africani ebbero
un’improvvisa evoluzione culturale e
comportamentale: diedero vita alle prime forme
di arte rupestre, iniziarono a costruire i primi
manufatti di osso e misero a punto attrezzi da
caccia relativamente sofisticati. Secondo gli
esperti questo exploit può essere attribuito alla
nascita della prima forma di linguaggio
complesso, elemento indispensabile alla
formulazione di pensieri astratti.
Adattato da La madre di tutte le lingue, in www.focus.it
IL TESTO

19 aprile 2011
12

155

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LIVELLO 7 - Testualità

SI
INVAL
7 RICONOSCERE E ANALIZZARE
·· + LE SS I CO
Leggi attentamente il seguente testo espositivo (voce di
enciclopedia) e svolgi le attività sottostanti.

T arantella – Danza popolare dell’Italia meridionale, per


tradizione divenuta caratteristica del popolo napoletano.
Secondo l’etimologia parrebbe originaria di Taranto, o forse
deriva il suo nome dalla tarantola, il cui morso, secondo una
credenza popolare, produce una specie di furore bacchico che
eccita alla danza. La tarantella era conosciuta fino dal sec.
XIV. Affine al saltarello, con il quale in talune regioni si
confonde, essa è di carattere vivacissimo in movimento di 3/8
o di 6/8. Come tutte le arie di danza in generale, anche la
tarantella si canta con parole appropriate, mentre l’esecuzione
strumentale è affidata a strumenti popolareschi, quali il
mandolino, la chitarra, la fisarmonica, ecc. Il ritmo è marcato
dai colpi di tamburello suonato dagli stessi danzatori.
Le melodie originali di tarantella sono quasi tutte di modo
minore e talvolta nei punti cadenzali presentano l’alterazione
discendente del secondo grado, che è caratteristica di molti
canti popolari napoletani.
Innumerevoli sono le imitazioni che i musicisti di ogni paese
hanno fatto di questo genere di danza, stilizzandolo in forme
artistiche per orchestra o per strumenti solisti e talvolta anche
per canto.
Adattato da www.treccani.it/enciclopedia

1. Seleziona le informazioni relative alla tarantella che vengono


trattate nel testo.
origine etimologia del nome
legami con la religione imitazioni moderne
melodie tematiche affrontate nei testi
proprietà terapeutiche strumenti impiegati
tipo ritmo abbigliamento per il ballo

2. Sottolinea nel testo i termini appartenenti al linguaggio della


musica e della danza.

3. Il registro impiegato è: 
IL TESTO

12 4. La sintassi è prevalentemente: 

156

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Unità 3 - Tipologie testuali: testo regolativo, testo espositivo e testo argomentativo

8 PRODURRE
·· Tenendo in conto i contesti indicati e i destinatari possibili,
scrivi brevi testi espositivi in forma di avvisi al pubblico per
comunicare le seguenti informazioni.
1. chiusura della farmacia nei giorni delle festività natalizie

2. cambio data del concerto nel cortile della scuola causa maltempo

3. (su un giornale) ricerca di volontari da parte di una associazione


per corsi di italiano a stranieri e dopo scuola

4. (al telegiornale) cambio ora: ritorno all’ora solare (ottobre)

9 PRODURRE + LESSICO
· · · Scrivi sul quaderno un testo espositivo su un tema a scelta tra
quelli indicati.
l’origine dell’italiano • il teorema di Pitagora • la conquista delle
IL TESTO

12 Americhe • la fotosintesi clorofilliana

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LIVELLO 7 - Testualità

Il testo argomentativo
Un testo argomentativo è un testo che sostiene una tesi (cioè un’opinione) per mezzo di
argomentazioni, cioè ragionamenti legati gli uni agli altri e supportati da esempi, dati,
citazioni. Lo scopo di un testo argomentativo è quello di persuadere il destinatario del-
la validità della tesi sostenuta.
Sono testi argomentativi molti testi orali (discussioni e conversazioni volte a convincere
il proprio interlocutore; interventi in dibattiti; arringhe e comizi; sermoni religiosi) e
scritti (articoli di fondo e articoli di opinione; saggi; tesi e tesine universitarie; saggi
brevi redatti a scuola; recensioni; testi pubblicitari ecc.).

Le caratteristiche del testo argomentativo


I testi argomentativi, soprattutto se scritti, sono caratterizzati da:
• una forte coerenza logica interna
• una struttura ben organizzata, divisa in paragrafi, articolata in vario modo a
seconda della tecnica argomentativa che si sceglie di adottare, ma comunque
improntata a un ordine di tipo logico
• un impiego rigoroso dei connettivi logici, a sostenere e ad articolare tra loro le varie
parti del ragionamento
• una sintassi spesso ipotattica, che esprime il ragionamento in modo chiaro e
inequivocabile
• un lessico preciso, spesso ricco di termini specialistici, in alcuni casi impiegato in
modo denotativo e oggettivo, in altri usato in senso connotativo, per mezzo di
significati figurati e figure retoriche volte a coinvolgere anche emotivamente il
destinatario
• a volte, brevi parti descrittive, narrative o espositive intercalate al testo e funzionali
alla costruzione dell’argomentazione

La struttura del testo argomentativo


I testi argomentativi possono presentare strutture diverse, a seconda del tema trattato,
della tecnica argomentativa, del contesto e del destinatario.
In un testo che si propone di confutare una tesi altrui, per esempio, l’introduzione sarà
dedicata all’enunciazione della tesi stessa; seguiranno gli argomenti contro la tesi enun-
ciata; infine (ma non necessariamente) l’emittente formulerà la propria tesi. In un testo
che prende in esame una problematica oggetto di un dibattito ampio, l’emittente può
scegliere di esporre le varie tesi formulate sull’argomento, evidenziandone i punti di
forza e di debolezza, per poi prendere posizione a favore di uno dei punti di vista illu-
strati o distanziarsi da tutti, o esporre una tesi alternativa.
Il tipo più semplice e diffuso di argomentazione prevede una struttura in cui siano pre-
senti, anche se non necessariamente tutti, e in ordine variabile, i seguenti passaggi:
• enunciazione del tema
• formulazione della tesi
IL TESTO

• argomenti a favore della tesi, con eventuali esempi a sostegno


12
• antitesi, ovvero obiezioni, reali o ipotizzate, alla tesi esposta, con i loro argomenti

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Unità 3 - Tipologie testuali: testo regolativo, testo espositivo e testo argomentativo

• argomenti contro le antitesi, con eventuali esempi a sostegno


• conclusione, in cui si riassume l’argomentazione e la tesi viene confermata o ribadita

Vediamo un esempio di testo argomentativo dalla struttura classica, in cui sono presen-
ti le caratteristiche sopra esposte:
Sostituire i motori delle macchine con un
OSSERVO motore elettrico risolverebbe il problema
dell’inquinamento atmosferico?
La questione è apparentemente semplice: un
motore elettrico sembra non avere nessuna
emissione durante il suo funzionamento e per- enunciazione del tema: luogo
comune secondo cui un motore
ciò è “pulito”, mentre un classico motore ter-
elettrico è “pulito”
mico è “sporco”, poiché scarica nell’aria i resi-
dui di combustione.

Purtroppo le cose non sono così semplici come


sembrano. L’auto elettrica, infatti, è ben lonta-
na dal risolvere il problema dell’inquinamento
formulazione della tesi
atmosferico, che è dovuto ad una molteplicità
di fattori. L’approvvigionamento energetico è
sicuramente il più importante di questi.
Vediamo i principali aspetti del problema:
• l’inquinamento atmosferico nelle città è dovu-
to, in primo luogo, al riscaldamento domesti-
co, che potrebbe facilmente vedere dimezzate
le sue emissioni, se tutti incominciassero a
pensare seriamente al problema
• c on più impegno le emissioni in atmosfera do-
vute al riscaldamento potrebbero essere ridot-
te di ben dieci volte, abbassando le emissioni
globali in città di oltre la metà
• l’inquinamento atmosferico nelle città ha
come seconda causa proprio l’autotrasporto
su gomma, e sembrerebbe che la soluzione argomenti a favore della tesi
“elettrica” potrebbe risolvere il problema ma…
• ... ma ci sono anche altre fonti, prime fra tutte
(in Italia) le centrali termoelettriche, che, da
sole, generano un terzo di tutte le emissioni
inquinanti prodotte nel nostro paese. [...]

Quindi l’auto elettrica non farebbe altro che


spostare i gas di scarico da sotto il nostro naso
alla più vicina centrale elettrica. E la particola-
re situazione italiana favorirebbe certamente le
centrali termoelettriche, poiché la produzione
IL TESTO

di elettricità da altre fonti non può essere au-


12
mentata ulteriormente.

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LIVELLO 7 - Testualità

Si potrebbe pensare che le centrali elettriche


sono più efficienti del classico motore a scoppio
di un’automobile, e quindi inquinerebbero di antitesi
meno.

Anche questo non è del tutto esatto, poiché se


è vero che una centrale elettrica ha un rendi-
mento sicuramente maggiore di quello di un
motore d’automobile, bisogna considerare
tut­ti gli anelli della catena, che vanno dalla
produzione all’utilizzo dell’elettricità, pas-
sando per la distribuzione e per l’accumulo,
che è la nota più dolente. Infatti le automobi-
li elettriche:
• necessitano di costose batterie di accumula- argomenti contro l’antitesi
zione dell’elettricità;
• sono inefficienti (assorbono, durante la cari-
ca, molta più energia di quanta non ne resti-
tuiscano in seguito);
• pesano molto e rendono l’auto elettrica in sé
più pesante di quelle tradizionali; maggior
peso implica maggior consumo di energia per
farle spostare, a parità di altri fattori.

Alla fine (considerando tutti gli anelli della ca-


tena, compreso il fatto che non tutte le centrali
elettriche italiane sono termoelettriche) si ha
che il consumo in petrolio o carbone di un’auto
elettrica è un po’ meno che doppio di quello di
un’auto a benzina/gasolio/gas di prestazioni
equivalenti. A tutt’oggi l’utilizzo massiccio di
automobili elettriche, in paesi nella situazione conclusione
dell’Italia (cioè basati in prevalenza sull’ener-
gia termoelettrica), quindi, non solo non dimi-
nuirebbe l’inquinamento, ma addirittura l’au-
menterebbe!
Adattato da www.vialattea.net 25/10/2017

lessico specialistico  connettivi logici  dati

Tecniche argomentative
Per costruire un ragionamento in un testo argomentativo ci si può avvalere di diverse
tecniche. Le più comuni sono:
• la tecnica deduttiva: partendo da un’affermazione generale, si arriva a trarne
conclusioni particolari. Un ragionamento deduttivo fondato su una premessa
IL TESTO

iniziale vera garantisce un alto grado di veridicità. Gli argomenti che utilizza sono
12
perlopiù di tipo logico. Osserva:

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Unità 3 - Tipologie testuali: testo regolativo, testo espositivo e testo argomentativo

Nei mesi primaverili ed estivi in Europa le giornate sono più lunghe che in
quelli autunnali e invernali.
QUINDI
Spostando in avanti le lancette dell’orologio, cioè passando alla cosidetta “ora
legale”, si “guadagnano” ore di luce al mattino e alla sera.
• la tecnica induttiva: dall’osservazione dei casi specifici e particolari si approda a
una conclusione di portata più generale. Il risultato del ragionamento induttivo
sono asserzioni, possibili o probabili, non necessariamente vere. Gli argomenti
impiegati sono di tipo pratico. Osserva:
Diverse persone tardano giorni a riprendersi dal passaggio dall’ora solare a
quella legale e viceversa.
QUINDI
L’alterazione dell’ora causa uno stress fisico e psicologico temporaneo
potenzialmente dannoso per la nostra salute.

Se basata su un’osservazione imparziale e rigorosa o su statistiche ampie e attendi-


bili, la tecnica induttiva può generare ragionamenti solidi e convincenti. Ma atten-
zione: ragionamenti induttivi basati su un’esperienza ristretta e non supportati da
dati danno origine a mere generalizzazioni, il più delle volte sterili, e in alcuni
casi dannose. Osserva:
La maggior parte delle persone provenienti dai paesi dell’Est Europa che ho
conosciuto nella mia vita parlava le lingue straniere con grande facilità.
QUINDI
Gli abitanti dell’Est Europa hanno una grande predisposizione per le lingue.

I due amici di colore che conosco ballano benissimo.


QUINDI
I neri hanno la musica nel sangue.
• la tecnica analogica: si traggono alcune conclusioni su un fenomeno (o su una
situazione) stabilendo la sua somiglianza con un altro analogo. Il ragionamento
analogico non è stringente, e non necessariamente approda a conclusioni vere,
ma è caratterizzato da una grande forza retorica. Osserva:
La crisi economica del 1929 provocò, unita ad altri fattori, l’insorgere del
fascismo e del nazionalsocialismo in Europa.
ALLO STESSO MODO
La crisi economica iniziata nel 2007 ha determinato il risorgere della destra
estrema.

A sostegno degli argomenti deduttivi (logici), induttivi (pratici) e analogici, inol-


tre, si possono riportare esempi specifici:
Il riscaldamento globale potrebbe provocare l’estinzione di intere specie. Si pensi,
per esempio, all’allarmante diminuzione delle api negli ultimi anni.

O citazioni di fonti autorevoli:


IL TESTO

La mente di chi non dubita mai è ferma, inerte, e non può evolvere in nessun
12
senso. Come già affermava Descartes, infatti: “Il dubbio è l’inizio della saggezza”.

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LIVELLO 7 - Testualità

FACCIAMO IL PUNTO

Per scrivere un testo argomentativo


1. documentati sull’argomento, raccogli dati, citazioni, opinioni ecc.
2. metti a fuoco la tesi che vuoi difendere
3. seleziona i dati, le fonti e gli eventuali esempi da impiegare nel
testo e decidi come sviluppare l’argomentazione (quale o quali
tecniche argomentative impiegare e che argomenti includere)
4. progetta la struttura del testo, eventualmente con una scaletta
(segui l’ordine classico o un ordine diverso, a seconda delle
esigenze dell’argomentazione e delle tue scelte stilistiche)
5. scrivi il testo, dividendolo in paragrafi
6. la sintassi può anche essere complessa (ipotassi) se l’argomento lo
richiede, ma il suo scopo è riflettere il ragionamento che si sta
sviluppando: la struttura delle frasi dovrà quindi essere chiara e
scorrevole e i connettivi dovranno essere impiegati adeguatamente,
poiché costituiscono l’impalcatura logica del discorso
7. se il contesto richiede una certa formalità, adotta preferibilmente
uno stile impersonale, anche quando esponi idee personali
(Appare evidente…; Se ne conclude…; È innegabile…)
8. usa un lessico preciso, di registro preferibilmente medio o alto,
impiegando opportunamente i termini specialistici richiesti dal
tema e/o termini con significato figurato o figure retoriche

SI
INVAL
10 R I C O N O S C E R E
· Seleziona i frammenti tratti da un testo argomentativo.
PER INIZIARE

1.  ella giornata di domani si prevedono nevicate su tutto l’arco


N
alpino a una quota di 1300-1500 metri.
2.  bordo non è consentito fumare, ed è altresì vietato l’uso di
A
sigarette elettroniche.
3.  i troviamo di fronte a una gravissima intromissione nella vita
C
privata delle persone e a un tentativo di captazione occulta di
dati e notizie riservati, come dimostrano le informazioni fornite
dai testimoni.
4.  a vicino, sembrava ancora più magro di come lo ricordava.
D
Vagamente stempiato, con la pelle color di cera e gli occhi
annacquati, suscitava una certa deferenza mista a una noia
mortale.
5.  ell’era delle grandi insicurezze globali, il mito illuminista del
N
progresso sembra non riuscire più a fornire una risposta alle
IL TESTO

coscienze. Per fortuna.


12

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Unità 3 - Tipologie testuali: testo regolativo, testo espositivo e testo argomentativo

11 A N A L I Z Z A R E
· · · Il seguente testo argomentativo affronta il tema della presenza
crescente di parole straniere, soprattutto inglesi, nella nostra
lingua. Sintetizza a fianco ognuna delle parti che lo compongono.

L’adozione (o adoption?) di parole Antitesi, o possibile obiezione:


straniere non è affatto un male di per 

sé. Anzi è una linfa per le lingue vive. 

Quando l’adozione funziona bene Risposta alla possibile


succede che, come per i bambini obiezione:
stranieri adottati da italiani, le parole 

straniere diventano pienamente 

italiane: chi riconoscerebbe ancora 

dietro ciclismo il francese cyclisme da 

cui deriva o dietro pressurizzare 

l’inglese pressurize o dietro zucchero 

l’arabo sukkar? E non c’è nessun 

problema se il significato di realizzare 

come “capire bene, rendersi conto” è 

dovuto all’influsso dell’inglese to 

realize, anche se non ha nulla a che 

vedere con i precedenti significati 

(“fare, attuare”) della stessa parola 

nella nostra lingua. Le cose cambiano 

un po’ quando invece la parola arriva 

e resta in italiano nella forma grafica 

e (almeno in parte) fonetica della 

lingua originale, come succede con 

computer o spending review 

(i cosiddetti prestiti integrali). 

Le cose, in questo caso, cambiano non Tesi:


tanto perché si attenta al sistema 

linguistico di per sé, che anzi si può 

giovare delle novità grammaticali 

indotte dalla lingua straniera […], 

quanto perché la cultura che si 

esprime in una lingua incapace di 

trovare forme proprie per dire cose 

nuove dà preoccupanti segni di 


IL TESTO

debolezza. Ciò che turba oggi molti 


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LIVELLO 7 - Testualità

italiani, i numerosi anglicismi, è più un 

problema per la loro cultura che per 

la loro lingua […]. 

Si sa che non tutte le culture sono Contestualizzazione e


rassegnate a importare senza limiti, confronto:
oltre le cose, anche i nomi stranieri; 

francese e spagnolo si sforzano di 

usare parole proprie anche in casi di 

importazione concettuale o industriale 

(i francesi hanno francesizzato il 

lessico dell’informatica e ben difeso 

ordinateur su computer, mentre noi 

italiani abbiamo abbandonato 

elaboratore o calcolatore di cui pure 

eravamo stati tra gli inventori). In 

Italia non solo siamo rassegnati a 

usare cose e parole altrui nei settori 

d’avanguardia, ma ce ne compiacciamo 

anche in politica, al punto che questa 

tendenza è entrata in pieno nel 

linguaggio ufficiale o semiufficiale 

italiano, come si vede con Ministero 

del Welfare, jobs act, growth act o 

stepchild adoption. 

In questo caso a favorire l’anglicismo 

concorrono un atteggiamento di scarso 

rispetto per i cittadini comuni, visto 

che gesti e disposizioni ufficiali 

vengono nominati in maniera non 

trasparente, e uno snobismo 

provinciale che induce a sfoggiare 

quel (poco) che si sa della lingua più 

prestigiosa per farsi belli o apparire 

alla moda (insomma à la page, 

trendy). 

Per questo l’Accademia della Crusca Conclusione:


sta cercando di trovare, almeno per le 

parole straniere non ancora accasate, 


IL TESTO

appena nell’ingresso, un possibile 


12

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Unità 3 - Tipologie testuali: testo regolativo, testo espositivo e testo argomentativo

corrispettivo italiano: non è tanto una 

difesa della lingua, quanto una mano 

alla nostra cultura, perché sia più viva 

e meno provinciale, aperta ma non 

succube; ed è anche un sostegno alla 

comunicazione pubblica, perché sia più 

trasparente e comprensibile. Insomma, 

il materiale è linguistico, ma la posta 

in gioco è culturale, sociale e politica. 

Vittorio Coletti, L’italiano ridotto al silenzio,


in www.accademiadellacrusca.it marzo 2016

12 O R D I N A R E
·· Metti in ordine le parti del testo argomentativo (l’esercizio è
avviato), poi indica il tema dell’articolo e sintetizza la tesi.
a.  anno certamente anche bisogno di conoscere le difficoltà che
H
incontrano ed essere sollecitati a ritornare su una frase che
comunica a fatica un pensiero, un’operazione sbagliata, un
ragionamento o collegamento privo di coerenza logica.

b. 1 I bambini hanno un grande bisogno di essere ascoltati, ma


spesso noi insegnanti sembriamo non avere tempo sufficiente
per questo. Hanno bisogno di vivere esperienze concrete e
significative che coinvolgano il corpo nella sua interezza,
devono poter sperimentare momenti di libera espressione e
incontrare i più diversi linguaggi, lontano da giudizi che spesso
avviliscono la memoria e la percezione di sé.

c. I l problema è che, quando questi dati disomogenei si


rapprendono in un voto sul registro elettronico ogni mese o a
fine quadrimestre, è pressoché inevitabile che quel numero si
incolli al bambino.

d.  a queste necessarie sottolineature delle difficoltà che


M
ciascuno incontra si possono fare con un appunto a margine del
foglio, una conversazione condivisa e anche con un punteggio
specifico, nel caso di prove strutturate.

e.  osì la valutazione, invece di essere un elemento utile a capire


C
qualcosa di più del proprio percorso di apprendimento, si
trasforma in un giudizio sul bambino tutto intero, che rischia di
restare imprigionato nelle sue incapacità.
IL TESTO

Adattato da I voti e le bocciature fanno male agli studenti e alla scuola,


in www.internazionale.it 4 febbraio 2017
12

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LIVELLO 7 - Testualità

1. Il tema dell’articolo è 

2. La tesi, in sintesi, è: 

SI
INVAL
13 A N A L I Z Z A R E + L E S S I C O
·· Leggi il seguente testo argomentativo e svolgi le attività.

A ttualmente vi sono nel mondo 65 milioni di persone che


hanno lasciato le loro comunità di origine: fra questi, 21
milioni di rifugiati, 3 milioni di richiedenti asilo e 40 milioni di
persone profughe all’interno del proprio paese. Il numero di
rifugiati e migranti che dall’inizio dell’anno hanno raggiunto le
coste europee ha superato la soglia delle 300.000 persone,
secondo i dati dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i
rifugiati (Unhcr), meno rispetto ai 520.000 arrivi via mare
registrati durante i primi nove mesi del 2015, ma più dei
216.054 arrivi registrati durante tutto il 2014. Questi numeri
ci dicono che la cosiddetta “emergenza migranti” è
numericamente meno drammatica di quanto i media (almeno,
alcuni media) e i governi vorrebbero far credere. […]
Nei 520.000 arrivi via mare del 2015 si sono registrati 3711
morti, mentre su 300.000 arrivi del 2016 i morti sono stati
3211: dunque, gli arrivi diminuiscono ma i morti aumentano.
Questa drammatica situazione, difficile da definire
(“scandalosa”, “inaccettabile”, “inumana”), sottolinea
l’urgente necessità che gli stati aumentino i canali di
ammissione per i rifugiati, tra cui il reinsediamento, la
sponsorizzazione privata, il ricongiungimento familiare e le
borse di studio per studenti, fornendo così delle alternative ai
viaggi pericolosi gestiti dai trafficanti.
Avviene, invece, il contrario: un anno fa l’Unione Europea (Ue)
e gli stati membri hanno concordato l’accoglienza di 160.000
richiedenti asilo arrivati in Grecia e in Italia verso altri paesi
europei ma, finora, meno di 5000 sono stati trasferiti dalla
Grecia (3791) e dall’Italia (1156), ossia solamente il 3 per
IL TESTO

12 cento del target fissato.

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Unità 3 - Tipologie testuali: testo regolativo, testo espositivo e testo argomentativo

Una emergenza manipolata


Ecco dei dati che non raccontano molto di un’epocale
emergenza migranti in Europa, ma piuttosto di un epocale
tradimento da parte dell’Europa dei valori di umanità,
tolleranza, solidarietà. Un flusso migratorio che, con
precedenti storici ben più significativi e giustificato dalle gravi
condizioni in cui versano milioni di abitanti dell’Africa e del
Medio Oriente, ha trovato risposte inadeguate, non risposte o
risposte violente e xenofobe. […]
Si è promosso, purtroppo con un discreto successo, un “allarme
immigrazione” basato su paure e fantasmi e non su
informazioni affidabili: si allude di continuo a un aumento
della criminalità causato dai migranti – che tuttavia è ben lungi
dall’essere dimostrato –, si paventa un rischio malattie, si
agita lo spettro della competizione fra italiani e migranti
nell’accesso al lavoro, si racconta di costi faraonici per
l’accoglienza. Nell’immaginario xenofobo, chi viene accolto si
trastulla sul bordo di piscine hollywoodiane, bevendo costosi
vini pagati dal povero contribuente italiano. Interessante
osservare che più le comunità locali sono state a contatto reale
con gruppi di migranti più la tolleranza, la solidarietà e
l’accoglienza sono aumentate, mentre più le comunità sono
distanti dal problema più fanno breccia paure e paranoie. […]
Tuttavia non si tratta solamente di fare riferimento a “valori”
comuni di umanità e solidarietà, ma si deve anche fare
riferimento a elementi di diritto internazionale o derivati da
molti accordi ratificati sotto l’egida delle Nazioni Unite. […]
Il 19 settembre 2016 tutti i rappresentanti dei governi che
costituiscono le Nazioni Unite hanno approvato la Dichiarazione
di New York sui rifugiati e i migranti. La Dichiarazione
riconosce che migranti e rifugiati sfuggono alla guerra, alla
violenza, alle persecuzioni, alle violazioni sistematiche dei
diritti umani, agli effetti avversi dei cambiamenti climatici, ai
disastri naturali, alla povertà. Dunque, la Dichiarazione di New
York non “classifica” rifugiati e migranti creando pericolose
categorie che “relativizzano” i diritti di accoglienza, ma
riconosce che, quali che siano i motivi che hanno originato la
migrazione e la fuga, tutte queste persone godono di alcuni
diritti fondamentali. […] Nella Dichiarazione di New York gli
Stati si assumono impegni come la lotta allo sfruttamento, al
IL TESTO

12 razzismo e alla xenofobia […].

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LIVELLO 7 - Testualità

Respingere la ferocia, non i migranti


Ci aspetta un lavoro duro e un cammino lungo e periglioso, se
vogliamo istituzionalizzare la cultura dell’emergenza e
promuovere la cultura dell’accoglienza e della solidarietà.
Si tratta di compiere, come diceva Franco Basaglia, una “lunga
marcia” attraverso le istituzioni, le legislazioni, le statistiche,
le normative, le opportunità pubbliche e private. Si tratta di
comprendere come organizzarsi per tornare a fare politica.

Adattato da Benedetto Saraceno, Respingere la ferocia, non i migranti, in www.che-fare.com


6 febbraio 2018

1. Il tema dell’articolo è: 

2. L’articolo inizia con un paragrafo di carattere espositivo in cui si


comunicano dati relativi a:


3. Che cosa dimostrano i dati esposti nel primo paragrafo? Sottolinea


nel testo la conclusione che ne trae l’autore.

4. Segue l’esposizione di dati, drammatici, relativi a:




5. L’argomentazione dell’autore mette a confronto il modo in cui


bisognerebbe affrontare la situazione (tesi) con il modo in cui la
si sta affrontando. Riassumi in poche parole la sua opinione su
questi due punti.
Bisognerebbe 


Ciò che sta accadendo invece è che 

6. L’antitesi alla tesi dell’autore è rappresentata dai pregiudizi, dalle


paure e dalle paranoie rispetto ai migranti che si registrano in
diversi paesi, e che sarebbero promosse da alcuni mezzi di
informazione e dai governi. Di che “false idee” si tratta?

IL TESTO


12

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Unità 3 - Tipologie testuali: testo regolativo, testo espositivo e testo argomentativo

7. La tesi dell’autore è supportata da due argomenti, uno di tipo


etico e l’altro di tipo istituzionale. Chiudi tra parentesi il
paragrafo in cui sono sintetizzati questi due argomenti.

8. L’argomento istituzionale poggia su un dato fondamentale:




9. Nella conclusione è presente una citazione parziale:




10. Il lessico dell’articolo si può definire 

11. Cerchia nel testo le espressioni specialistiche del linguaggio


burocratico.

SI
INVAL
14 A N A L I Z Z A R E
·· Associa una definizione a ogni estratto.
[a] argomento deduttivo  [b] argomento induttivo
[c] argomento analogico  [d] esempio  [e] citazione
1. Oltre 100.000 pazienti hanno assunto il farmaco in questione negli
ultimi 3 anni senza segnalare alcun effetto indesiderato grave,
motivo per cui riteniamo poco probabile l’esistenza di effetti
collaterali a carico del fegato. [ ]
2. Non è difficile trarre le dovute conclusioni da quanto detto. Visto
che la marea a quell’ora era alta e pertanto quel tratto di spiaggia
risultava coperto dall’acqua, l’uomo non può essere stato visto in
quella zona nell’orario indicato. Se ne inferisce che la testimone
mente o si è confusa. [ ]
3. Spostare la produzione all’estero, soprattutto nei paesi asiatici,
non è affatto una scelta obbligata per le aziende. Si può essere
competitivi producendo in Italia e garantendo stipendi dignitosi.
Lo dimostra il caso di Andreoli e della sua ditta di calzature, che
IL TESTO

ha visto il suo fatturato crescere negli ultimi due anni. [ ]


12

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LIVELLO 7 - Testualità

4. La violenza psichiatrica, seppur celata dietro altre maschere, non


ha cambiato la sua natura. Come disse il celebre “folle” Antonin
Artaud nella sua lettera ai direttori di manicomi: “Possiate
ricordarvene domattina, all’ora in cui visitate, quando tenterete,
senza conoscerne il lessico, di discorrere con questi uomini sui
quali, dovete riconoscerlo, non avete altro vantaggio che quello
della forza”. [ ]
5. Così come su questioni di rilevanza storica, quali il nucleare e
l’aborto, la popolazione ha espresso il suo parere, vincolante,
mediante il referendum, avrebbe dovuto poter fare altrettanto
anche sulla modifica della Costituzione che prevede il pareggio di
bilancio (2012). [ ]

15 P R O D U R R E
·· Scrivi sul tuo quaderno almeno 3 argomenti a favore della
seguente tesi: “Il numero massimo di studenti per classe dovrebbe
essere di 12-15 persone”.

16 P R O D U R R E
·· Scrivi sul tuo quaderno un testo argomentativo contro o a favore
dell’uso del grembiule nella scuola dell’infanzia e primaria.

17 P R O D U R R E
· · · Scrivi sul tuo quaderno la recensione, positiva o negativa, di un
film che hai visto recentemente. Attenzione:
• il testo dovrà iniziare con notizie e informazioni sul film (anno,
produzione, genere, trama, temi, cast, eventuale romanzo di
riferimento) e sull’autore (regista e sceneggiatore)
• il testo dovrà contenere, di seguito o intercalate alla prima parte,
un’interpretazione dell’opera e una sua valutazione complessiva

18 P R O D U R R E
· · · Scrivi sul tuo quaderno un testo argomentativo sul seguente
tema: Che cos’è l’arte? Quali sono i suoi limiti? Quale la sua
“essenza”? Che cosa ci fa identificare un dipinto come un’opera d’arte
e un cucchiaio di legno come un utensile? Sono “arte” un fumetto, una
pubblicità, un vestito d’alta moda, un ballo eseguito alla perfezione?

19 P R O D U R R E
·· Rifletti sulla legittimità o meno dell’ergastolo, cioè della pena
detentiva a vita, raccogli dati in proposito e scrivi un testo
argomentativo in cui ti schieri a favore del suo mantenimento o
IL TESTO

12 della sua abolizione.

170

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MAPPA
UNITÀ 3

IL TESTO REGOLATIVO

FORNISCE ISTRUZIONI, NORME DI COMPORTAMENTO,


ENUNCIA REGOLE O DIVIETI

HA LO SCOPO DI È CARATTERIZZATO DA

CONTINUITÀ TEMATICA E ADERENZA


PRESCRIVERE
AL TEMA

SINTASSI GENERALMENTE PARATATTICA


REGOLAMENTARE

LESSICO CHIARO E PRECISO


(ANCHE TERMINI SPECIALISTICI)

USO DI IMPERATIVO, INFINITO,


CONGIUNTIVO (ESORTATIVO),
FORMA IMPERS.-PASSIVANTE, FORMA
PASSIVA CON ANDARE

SEGNALI GRAFICI (PUNTI,


RIENTRI, SOTTOTITOLI ECC.)

(SPESSO) TABELLE, SCHEMI, ILLUSTRAZIONI

171

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MAPPA
UNITÀ 3

IL TESTO ESPOSITIVO

FORNISCE DATI, INFORMAZIONI, NOTIZIE SU UN DETERMINATO


ARGOMENTO O UNA DISCIPLINA IN MODO CHIARO E OBIETTIVO

HA LO SCOPO DI È CARATTERIZZATO DA

CONTINUITÀ TEMATICA E ADERENZA


INFORMARE
AL TEMA

STRUTTURA ORGANIZZATA, DIVISA IN


PARAGRAFI (INTRODUZIONE, TRATTAZIONE,
CONCLUSIONE)

SINTASSI PARATATTICA O IPOTATTICA,


A SECONDA DELL’AMBITO D’USO

LESSICO PRECISO (TERMINI SPECIALISTICI)

USO ATTENTO DEI CONNETTIVI LOGICI

(A VOLTE) BREVI PARTI DESCRITTIVE,


NARRATIVE O ARGOMENTATIVE
INTERCALATE ALL’ESPOSIZIONE E SEMPRE
FUNZIONALI

172

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MAPPA
UNITÀ 3

IL TESTO ARGOMENTATIVO

SOSTIENE UNA TESI

HA LO SCOPO DI È CARATTERIZZATO DA CON

PERSUADERE FORTE COERENZA ARGOMENTI


LOGICA

DEDUTTIVI
STRUTTURA
ORGANIZZATA,
DIVISA IN PARAGRAFI INDUTTIVI
(ORDINE DI TIPO
LOGICO)
ANALOGICI

SINTASSI
PREVALENTEMENTE
IPOTATTICA ESEMPI

LESSICO PRECISO
(TERMINI
SPECIALISTICI) CITAZIONI

USO RIGOROSO DEI


CONNETTIVI LOGICI

USO DELLA
CONNOTAZIONE

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2 LEZIONI SU
http://itaca.academy 30’

UNITÀ 4 Testi che rielaborano


altri testi: il riassunto
e la parafrasi
Il riassunto
Il riassunto è un testo, orale o scritto, che espone in forma abbreviata i contenuti essen-
ziali di un altro testo. Si tratta di una rielaborazione del testo di partenza che ne riduce
la lunghezza senza alterarne il messaggio. Molto praticato come esercizio scolastico e
dai media, il riassunto è frequente anche all’interno di altri generi: in un manuale scola-
stico, per esempio, possono essere riassunte trame dei romanzi citati; nella recensione di
un film viene sintetizzata la storia narrata ecc. Il testo riassunto può essere narrativo,
descrittivo, espositivo o argomentativo.
Per scrivere un riassunto fedele ed efficace, è bene attenersi ad alcune indicazioni gene-
rali. Vediamole insieme.

Come si fa un riassunto
Prima di iniziare la stesura del riassunto, è utile procedere come segue:
• leggere una o più volte il testo di partenza e individuarne il tema o argomento
principale, che naturalmente varia a seconda della tipologia testuale: l’oggetto della
descrizione (persona, animale o cosa) nel caso del testo descrittivo; la tematica in
relazione alla quale si argomenta, nel caso del testo argomentativo; l’informazione
principale nel caso del testo espositivo ecc.
• suddividere il testo in blocchi o sequenze, e individuare in ognuno di essi
l’informazione principale e le informazioni secondarie o accessorie (esempi,
precisazioni, dettagli, digressioni ecc.). L’individuazione degli elementi essenziali e
di quelli secondari dipende anche dal grado di concisione che si intende dare al
riassunto e quindi dalla sua lunghezza
• annotare accanto a ogni blocco una frase o un titolo sintetico che racchiuda
l’informazione principale
• progettare il riassunto, definendo:
IL TESTO

һһ la sua lunghezza, e quindi il suo grado di concisione (le consegne di alcuni


12
esercizi contengono già il numero massimo di parole o righe utilizzabili)

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Unità 4 - Testi che rielaborano altri testi: il riassunto e la parafrasi

һһ i contenuti che si includeranno e quelli che si escluderanno


һһ la sua forma: il registro, il lessico, il tono, il tipo di sintassi, i tempi verbali ecc.
• stendere una scaletta articolando tra loro i titoli sintetici assegnati ai vari blocchi,
rispettando l’ordine del testo di partenza o stabilendone uno diverso

Durante la stesura, è opportuno:


• introdurre il tema trattato dal testo di partenza, se lo si reputa necessario, anche
solo con una breve frase, per esempio: “L’articolo tratta il problema della…”; “Il
romanzo narra la storia di…”
• seguire la scaletta per svolgere il riassunto: a seconda del loro grado di
elaborazione, i titoli sintetici della traccia possono essere mantenuti così come sono
o trasformati in paragrafi, e in ogni caso andranno collegati con i connettivi
opportuni in modo che possano formare un testo coerente
• mantenere per tutto il riassunto lo stile e il registro scelti in fase di progettazione,
siano quelli del testo di partenza o altri (per esempio, un racconto in stile molto
colloquiale e gergale può essere ricondotto, nel riassunto, all’italiano standard di
registro medio o formale)
• sorvegliare la morfologia e la sintassi. In particolare:
һһ adottare un tempo verbale, non necessariamente quello del testo di partenza, e
impiegarlo in modo coerente in tutto il riassunto
La principessa non voleva sposarsi. Per evitarlo, un giorno si calò dalla finestra e
si diede alla fuga… (racconto al pass. rem.) →
Non volendo sposarsi, la principessa si cala dalla finestra e fugge… (riassunto
al pres.)
һһ volgere alla terza persona le frasi in prima persona
«Sono convinta che…» →
L’autrice è convinta che…
һһ trasformare i discorsi diretti in discorsi indiretti
Le disse: «C’è un equivoco». →
Le disse che c’era un equivoco.
һһ ricorrere all’uso di proposizioni subordinate per condensare varie frasi in un
solo periodo
Guido non era più riuscito a dimenticare quella storia. All’incirca un mese
prima, infatti, Stefano aveva fatto una festa a casa sua, ma non l’aveva invitato.
Quindi decise di non chiamarlo. →
Ricordandosi del fatto che Stefano non lo aveva invitato alla festa che aveva
fatto a casa sua un mese prima, Guido decise di non chiamarlo.
һһ usare apposizioni e attributi per condensare il contenuto di intere frasi in poche
parole
La stanza era rischiarata da una debole luce che si accendeva e si spegneva tutto
il tempo. →
La stanza era rischiarata da una debole luce intermittente. (attr.)
Rividi per caso Ernesto, con cui avevo stretto una profonda amicizia anni prima,
IL TESTO

quando entrambi frequentavamo l’università. →


12
Rividi per caso Ernesto, un vecchio amico di università. (app.)

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LIVELLO 7 - Testualità

һһ trasformare intere frasi in sintagmi (vedi vol. A, M6_U1)


Quando arrivarono gli ospiti si nascose in cucina →
All’arrivo (compl. ind.) degli ospiti (compl. ind.) si nascose in cucina.
Non mi sorprende che abbia cambiato idea improvvisamente per motivi di mera
convenienza personale. →
Non mi sorprende il suo improvviso voltafaccia. (sogg.)

A stesura ultimata, si rileggerà il riassunto per correggere possibili imperfezioni stilisti-


che e/o errori ortografici ed eventualmente lo si trascriverà in bella copia.

Osserva le operazioni che sono state fatte sul seguente testo per trasformarlo in un rias-
sunto efficace (testo di partenza: articolo scientifico, di tipo espositivo, lo scopo è infor-
mare; riassunto: testo espositivo, lo scopo è informare un destinatario generico)

• Dividere il testo in blocchi


Il testo è stato diviso in blocchi, all’interno dei quali sono state segnate con colori
diversi le informazioni principali e quelle secondarie, mentre non sono state
evidenziate le informazioni ripetute e alcuni nessi. Accanto a ogni blocco sono stati
annotati titoli sintetici.
OSSERVO Bambini, dopo i quattro anni si comprendono gli altri

I bambini iniziano a comprendere gli altri


intorno ai quattro anni. Prima di questa tema del testo:
età, infatti, non sono in grado di capire che intorno ai 4 anni i bambini iniziano
gli altri potrebbero avere un pensiero diverso a comprendere gli altri
dal loro.

È quanto emerge da uno studio pubblicato autori della scoperta: ricercatori


sulla rivista Nature Communications dai del Max Planck Institute for
ricercatori del Max Planck Institute for Hu- Human Cognitive and Brain
man Cognitive and Brain Sciences di Leipzig Sciences di Leipzig (Germania)
(Germania), secondo cui il “cambio di pro-
spettiva” sarebbe dovuto a una modifica ce- causa del “cambio di prospettiva”:
rebrale. modifica cerebrale

Nel corso della ricerca, gli autori hanno


esperimento:
coinvolto 43 bambini di 3 e 4 anni. Dopo
43 bambini di 3-4 anni
averli sottoposti a una risonanza magnetica
risonanza magnetica cerebrale e
cerebrale, li hanno invitati a svolgere alcuni
quiz
quiz, diretti a testare la loro comprensione
delle altre persone.

Lo studio, secondo i ricercatori, suggerisce


che tra i 3 e i 4 anni si verificherebbe una
svolta evolutiva, che permetterebbe di com- risultato esperimento: i bambini a
prendere che i pensieri e le convinzioni degli quest’età diventano coscienti del
altri potrebbero essere diversi dai propri. Si fatto che gli altri possono avere
diventerebbe capaci di “mettersi nei panni pensieri diversi dai loro
IL TESTO

altrui”. Ma cosa determina questo cambia-


12
mento?

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Unità 4 - Testi che rielaborano altri testi: il riassunto e la parafrasi

Secondo gli scienziati la svolta sarebbe do-


vuta alla maturazione delle fibre in un’a-
rea cerebrale, chiamata fascicolo arcuato,
che permette la connessione di due aree
critiche del cervello. Si tratta di una regio-
ne situata nella parte posteriore del lobo
temporale, che supporta il pensiero adulto
sugli altri, e una regione del lobo frontale,
coinvolta nel mantenimento di diversi li-
velli di astrazione, che aiuta a comprende- causa neurologica della svolta:
re cos’è il mondo reale e quali sono i pen- l’area del cervello detta “fascicolo
sieri degli altri. Solo quando queste due arcuato” si sviluppa, collegando
regioni del cervello sono collegate, i bam- due regioni fondamentali del
bini iniziano a capire che cosa pensano gli cervello
altri. Gli esperti sottolineano, infine, che
questa connessione cerebrale supporta
questa capacità indipendentemente dallo
sviluppo di altre abilità cognitive, come
l’intelligenza, le capacità linguistiche e il
controllo degli impulsi.
Adattato da salute24.ilsole24ore.com
23 maggio 2017

• Progettare il riassunto
Il riassunto sarà molto breve. Si adotterà un lessico del medesimo registro del testo
di partenza. Non rivolgendosi a un pubblico specializzato, si includeranno le
informazioni più generali e si escluderanno i dettagli medico-scientifici. Si terrà la
stessa “distanza” dai risultati dello studio presente nel testo di partenza (sarebbe
dovuto, si diventerebbe, secondo gli studiosi ecc.).
• Stendere una scaletta
I titoli sintetici vengono riordinati e un po’ modificati per formare una traccia:
OSSERVO • a utori della scoperta: ricercatori del Max Planck Institute for Human Cognitive
and Brain Sciences di Leipzig (Germania)
• scoperta: intorno ai 4 anni i bambini iniziano a comprendere gli altri, cioè
diventano coscienti del fatto che gli altri possono avere pensieri diversi dai loro
• e sperimento: 43 bambini di 3-4 anni; risonanza magnetica cerebrale e quiz
• c ausa neurologica del “cambio di prospettiva”: modifica cerebrale. Si sviluppa
un’area del cervello (fascicolo arcuato) che ne collega due regioni fondamentali
• Stendere il riassunto
OSSERVO I ricercatori del Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Sciences di
Leipzig (Germania) hanno scoperto che intorno ai 4 anni i bambini inizierebbero
a comprendere gli altri, cioè diventerebbero coscienti del fatto che altre persone
possono avere pensieri diversi dai loro.
A questo risultato sono pervenuti somministrando alcuni quiz a 43 bambini di 3-4
anni previamente sottoposti a una risonanza magnetica cerebrale.
Secondo gli studiosi, questo “cambio di prospettiva” si deve a una modifica
cerebrale: lo sviluppo, ultimato verso i quattro anni di età, del fascicolo arcuato,
IL TESTO

ovvero di un’area del cervello che permette la connessione tra due regioni critiche
12
del cervello.

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LIVELLO 7 - Testualità

SI
INVAL
1 RICONOSCERE
· Indica quale riassunto tra quelli sottostanti sintetizza

PER INIZIARE
efficacemente il testo di partenza.

V erso il tramonto del Giorno dei Morti nell’anno 1939, due


uomini in abiti eleganti di flanella bianca sedevano sulla
terrazza principale del Casino, bevendo anís. Avevano giocato
prima a tennis, poi a biliardo, e le loro racchette, chiuse nelle
loro custodie impermeabili – triangolare quella del dottore,
quadrangolare quella dell’altro – giacevano sul parapetto
davanti a loro. A misura che le processioni che venivano dal
cimitero giù per il fianco della collina dietro l’albergo si
avvicinavano, i suoni lamentosi delle loro litanie giunsero ai
due uomini; costoro si volsero a guardare i dolenti, che di lí a
poco sarebbero stati percepibili soltanto nell’aspetto di
malinconiche luci di candele aggirantisi tra i lontani covoni di
granturco affastellati. Il Dr. Arturo Díaz Vigil spinse la
bottiglia di anís del Mono verso M. Jacques Laruelle, che si
sporgeva ora in avanti con aria intenta.
Malcom Lowry, Sotto il vulcano, Feltrinelli, Milano, 2000

1.  el Giorno dei Morti del 1939, al tramonto, file di dolenti in


N
processione levavano litanie lamentose scendendo, dal cimitero,
giù per il fianco della collina, mentre due uomini bevevano anís
seduti sulla terrazza del Casino.

2.  el Giorno dei Morti del 1939, al tramonto, il Dr. Arturo Díaz


N
Vigil e il signor Jacques Laruelle, dopo aver giocato a tennis e
a biliardo, bevevano anís seduti sulla terrazza principale del
Casino, mentre in lontananza giungevano loro i suoni delle
litanie delle processioni che si avvicinavano e che i due uomini
intravidero per un istante.

3. I l dottor Arturo Díaz Vigil e il signor Jacques Laruelle erano


vestiti di flanella bianca. Sul parapetto di fronte a loro
giacevano, chiuse nelle loro custodie impermeabili, le racchette
con cui avevano giocato a tennis: triangolare quella del
dottore, quadrangolare quella dell’altro. Bevevano anís del
Mono. Quando il dottore spinse la bottiglia verso il suo
interlocutore, questi si sporse in avanti con aria intenta.

4.  ornati dalla processione del Giorno dei Morti, il Dr. Arturo


T
Díaz Vigil e il signor Jacques Laruelle stapparono una bottiglia
di anís del Mono per riprendere le forze prima di iniziare una
IL TESTO

partita di tennis.
12

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Unità 4 - Testi che rielaborano altri testi: il riassunto e la parafrasi

2 ANALIZZARE
·· Individua le informazioni principali nel seguente testo
espositivo, sottolineale e poi condensale, a fianco, in brevi
titoli. Svolgi l’attività ipotizzando un riassunto il più sintetico
possibile e destinato a un pubblico di non specialisti.

U n reperto artistico dell’Antico


Egitto rimasto per decenni negli
archivi di un museo dell’Università di
Swansea (Galles) è probabilmente uno
dei rari ritratti di una famosa e
potente regina: Hatshepsut, quinto
faraone della Diciottesima Dinastia (in
carica dal 1478 al 1458 a.C. circa),
nonché una delle poche donne ad aver
ricoperto la carica di sovrano.
La scoperta è avvenuta per caso mentre
l’egittologo Ken Griffin era in cerca di
reperti da poter mostrare ad alcuni
studenti. La foto in bianco e nero di una
scultura in rilievo realizzata su una
lastra calcarea ha suscitato la curiosità
di Griffin, che ha poi fugato ogni dubbio
analizzando la pietra vera e propria,
custodita nei depositi del museo.
L’oggetto, che consiste in due frammenti
irregolari di pietra arenaria spessi circa
5 cm e incollati l’un l’altro, è decorato
con ogni probabilità con un ritratto della
regina.
[…] Il fronte del rilievo rappresenta
una testa femminile priva della parte
inferiore, e incoronata con un ureo (un
copricapo a forma di cobra, emblema del
supremo potere). Dietro alla testa si
scorgono la forma di un ventaglio e
alcuni geroglifici contenenti un pronome
femminile, a conferma dell’identità del
soggetto.

Adattato da La rara raffigurazione di una donna faraone,


IL TESTO

in www.focus.it 29 marzo 2018


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LIVELLO 7 - Testualità

3 TR ASFORMARE
·· Converti i seguenti testi in periodi, trasformando le varie
proposizioni indipendenti o principali in proposizioni subordinate
e/o coordinate, laddove è possibile, come nell’esempio.
Es. Non è importante vincere, dicono tutti: è importante partecipare.
Eppure doveva proprio riconoscerlo: detestava perdere.
 → Per quanto tutti dicessero che non era importante

 vincere, ma partecipare, doveva riconoscere che detestava

 perdere.

1. Non aveva fame. Si era alzato tardissimo e aveva fatto


un’abbondante colazione al bar del molo. Lì, Antonio gli aveva
chiesto per l’ennesima volta: “Allora, hai trovato lavoro?”. Gli era
venuta voglia di alzarsi e di andarsene senza pagare.

2. La professoressa di storia aveva appena estratto uno dei tappi.


Li usava per sorteggiare gli sfortunati che avrebbe interrogato.
Proprio in quel momento suonò l’allarme dell’esercitazione
antincendio. Tutti tirammo un sospiro di sollievo.

3. Ieri abbiamo camminato per più di quattro ore. Oggi, di


conseguenza, ho le gambe a pezzi. L’umore, però, è alto. È stata
una gran soddisfazione. Era da anni che non provavo una
soddisfazione simile.

4. Porto a casa un 6: mi sgrida. “Non è abbastanza”, dice. Porto a


casa un 8: è delusa. “Potevi prendere 9”, dice. Un giorno porterò
a casa un 10: di sicuro mi chiederà: “Te lo sei meritato?”.


IL TESTO


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Unità 4 - Testi che rielaborano altri testi: il riassunto e la parafrasi

5. Stava ascoltando l’ultimo album del suo gruppo preferito. L’aveva


visto in concerto a Genova la settimana prima. Intanto ripassava
la lezione di geografia. In quel momento, suo fratello bussò alla
porta furiosamente.

4 TR ASFORMARE + LESSICO
·· Trasforma le proposizioni subordinate in evidenza in attributi,
apposizioni, soggetti o complementi, o in una combinazione di
questi elementi, poi indica tra parentesi in che elemento/i della
frase le hai trasformate, come nell’esempio.
Es. Il Concilio vaticano I determinò che il papa è infalllibile.
→ Il Concilio vaticano I determinò l’infallibilità

 del papa. ( c. ogg. + c. spec. )


1. L’abile truffatore riuscì a farsi firmare l’assegno dal banchiere
ingannandolo.


 ( )
2. Dopo essere sbarcate in Normandia, le forze alleate liberarono
progressivamente il paese dall’occupazione nazista.


 ( )
3. I Sumeri, che probabilmente inventarono la scrittura,
abitavano una regione corrispondente all’odierno Iraq del sud.


 ( )
4. Ricordare quei momenti, ahimè, riapriva ogni volta le vecchie
ferite.


 ( )
5. A dispetto di quanto ci si aspettava, hanno dimostrato una
certa predisposizione a dialogare con gli avversari politici.

IL TESTO

12
 ( )

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LIVELLO 7 - Testualità

6. Hai visto come ha reagito? Da non crederci…




 ( )
7. Era un’insegnante che esigeva molto dai suoi studenti.


 ( )
8. Gisella da piccola aveva sempre le ginocchia sbucciate perché
cadeva continuamente.


 ( )

5 PRODURRE
·· Scrivi un riassunto di massimo 50 parole partendo dal seguente
testo espositivo. Le informazioni principali sono già sottolineate.

D AMASCO – Le esplosioni, sorde e potenti come colpi di


grancassa, non si sentono da Saboura e Qodsaya, i quartieri
dei “bambini salvati” alla periferia di Damasco. Siamo a circa
15 chilometri a ovest e nord ovest della capitale, dove l’Ong
internazionale “SOS Village Children’s” (in Italia “SOS
Villaggi dei Bambini”) accudisce e fa crescere, in un clima di
quotidiana normalità familiare, una parte di quelli che
probabilmente fra 15-20 anni prenderanno in mano le sorti
della Siria. Qui c’è spazio per tutti i diritti di cui ogni bambina
e ogni bambino ha bisogno, compreso quello sacrosanto del
capriccio. Sono in tutto circa 200, una piccola porzione della
generazione scampata alla devastazione di una guerra di cui
ancora non si vede la fine. Per arrivare fin qui, abbiamo
percorso velocemente in macchina circa 90 chilometri,
dall’aeroporto di Beirut fino alla frontiera libanese di Masnaa.
Un tragitto interrotto da numerosi posti di blocco, prima e
dopo la frontiera, che dista dal centro “SOS” di Saboura
un’altra trentina di chilometri.
I piccoli “scampati” sono affidati a donne che tutti loro
chiamano “mamma”. Qui, dove i bombardamenti dell’aviazione
siriana e russa su Goutha Est, almeno di giorno, non si sentono,
si sta a distanza sufficiente dal souk di El-Midan e dalla
moschea di Mohamed Alachmr, lungo il viale Mohammad Al
Ashmar. […] Tra le mura di Saboura e Qodsaya si avverte
IL TESTO

invece solo tutto il calore e i rumori di luoghi dove vivono


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Unità 4 - Testi che rielaborano altri testi: il riassunto e la parafrasi

queste piccole donne e piccoli uomini, dai 3 ai 15 anni, quasi


tutti senza più nessuno al mondo. Colpisce l’assetto eroico di
certi “piccoletti” di 7-8 anni, con lo sguardo diretto e fiero,
velato solo da un po’ di tristezza. E colpisce allo stesso modo
la fragilità di altri, magari più grandi, dei quali invece si
intravedono ancora i segni del terrore e del dolore profondo
che hanno dovuto subire. In tutti però sembra impellente la
richiesta continua di un contatto fisico. Non solo con le loro
“mamme adottive” (ce n’è una ogni 7-8 bambini), ma anche
con i visitatori della casa. Si è letteralmente assaliti: chi ti
mostra una bambola, chi un disegno, chi ti lancia un pallone,
chi vuole essere preso in braccio.
Adattato da Carlo Ciavoli, Damasco, nelle case dei bambini salvati dalla guerra, dove c’è il rispetto di
tutti i diritti, capricci compresi, in www.repubblica.it 26 marzo 2018

6 PRODURRE
· · · Leggi il racconto, poi scrivi sul quaderno due riassunti: uno di
circa 180 parole e l’altro di massimo 30 parole.

A veva cominciato a leggere il romanzo alcuni giorni prima.


Lo abbandonò per affari urgenti, tornò ad aprirlo mentre
rientrava in treno al podere; si lasciava interessare lentamente
dalla trama, dal disegno dei personaggi. Quella sera, dopo
aver scritto una lettera al suo procuratore e aver discusso con
il fattore una questione di mezzadria, tornò al libro nella
tranquillità dello studio che si apriva sul parco di roveri.
Sdraiato nella poltrona preferita, dando le spalle alla porta
che lo avrebbe infastidito come una irritante possibilità
d’intrusioni, lasciò che la mano sinistra carezzasse più volte il
velluto verde e si mise a leggere gli ultimi capitoli. La sua
memoria riteneva senza sforzo il nome e le immagini dei
protagonisti; l’illusione romanzesca lo conquistò quasi subito.
IL TESTO

Godeva del piacere quasi perverso di staccarsi di riga in riga


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LIVELLO 7 - Testualità

da ciò che l’attorniava, e di sentire al tempo stesso che la


testa riposava comodamente sul velluto dell’alto schienale, che
le sigarette erano sempre a portata di mano, che al di là delle
vetrate danzava l’aria del crepuscolo sotto i roveri. Di parola
in parola, assorto nel sordido dilemma degli eroi, lasciandosi
andare verso le immagini che si componevano e acquistavano
colore e movimento, fu testimone dell’ultimo incontro nella
capanna del bosco. Prima entrava la donna, guardinga; adesso
arrivava l’amante, la faccia ferita dalle sferzate di un ramo.
Ammirevolmente lei tamponava il sangue con i suoi baci, ma lui
rifiutava le carezze, non era venuto per ripetere le cerimonie
di una passione segreta, protetta da un mondo di foglie secche
e di sentieri furtivi. Il pugnale si intiepidiva contro il suo
petto, e sotto pulsava acquattata la libertà. Un dialogo ansioso
scorreva per le pagine come un ruscello di serpi, e si sentiva
che tutto era già deciso da sempre. Persino quelle carezze che
avviluppavano il corpo dell’amante quasi volessero trattenerlo
e dissuaderlo, disegnavano abominevolmente la figura di un
altro corpo che era necessario distruggere. Niente era stato
dimenticato: alibi, circostanze, possibili errori. A partire da
quell’ora, a ciascun istante era minuziosamente fissato il suo
impiego. Il duplice spietato riepilogo si interrompeva appena
per permettere che una mano carezzasse una gota. Cominciava
a scendere la notte.
Senza neppure più guardarsi, legati strettamente al compito
che li aspettava, si separarono sulla porta della capanna. Lei
doveva proseguire per il sentiero che andava verso nord. Dal
sentiero opposto lui si voltò un istante per vederla correre con
i capelli sciolti. Corse anche lui, proteggendosi contro gli
alberi e le siepi finché distinse nella bruma malva del
crepuscolo il viale che conduceva alla casa. I cani non
dovevano latrare, e non latrarono. Il fattore non doveva
esserci a quell’ora, e non c’era. Salì i tre scalini del porticato
ed entrò. Dal sangue che gli galoppava nelle orecchie gli
giungevano le parole della donna: prima una sala turchina, poi
una galleria, una scala con tappeto. Al piano superiore, due
porte. Nessuno nella prima camera, nessuno nella seconda.
La porta del salotto, e allora il pugnale in mano, la luce delle
vetrate, l’alto schienale di una poltrona di velluto verde, la
testa dell’uomo nella poltrona che sta leggendo un romanzo.
IL TESTO

Julio Cortázar, Continuità dei parchi, in Tutti i fuochi il fuoco, Einaudi, Torino, 2014
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Unità 4 - Testi che rielaborano altri testi: il riassunto e la parafrasi

7 PRODURRE + LESSICO
· · · Scrivi sul tuo quaderno un riassunto di massimo 180 parole del
seguente testo argomentativo dal registro misto, formale e
colloquiale-gergale, e dal tono a tratti ironico. Il riassunto
dovrà avere un registro medio-formale e un tono serio.

S e non vivete chiusi in un eremo, nel radicale rifiuto della


società contemporanea, è assai probabile che negli ultimi
mesi abbiate sentito parlare almeno una volta dei Måneskin e
del loro frontman, Damiano David.
Vincitori annunciatissimi dell’undicesima edizione di X-Factor, i
Måneskin sono arrivati secondi, medaglia d’argento dopo
Lorenzo Licitra (se non ricordate che faccia abbia, tranquilli, è
normale, evidentemente l’avete già smaltito nel dimenticatoio
collettivo, insieme ai vincitori delle edizioni precedenti). In
compenso, però, i Måneskin hanno vinto un disco di platino per
il loro singolo, Chosen (che nel frattempo è diventato colonna
sonora dell’ultimo spot Volvo); il loro videoclip conta cinque
milioni e mezzo di visualizzazioni su YouTube (circa 4 milioni
in più rispetto al video di Licitra); il tour di 21 date in giro per
la penisola è andato sold-out come manco quello dei
Radiohead; e, dulcis in fundo, hanno suonato da Fazio, il che
naturalmente li ha consacrati nell’Olimpo delle “cose giovani”
di cui è bene che anche i vecchi siano a conoscenza.
Naturalmente, come tutto ciò che piace a molti, i Måneskin
vantano un nugolo di detrattori accaniti, probabilmente ignari
del fatto che se i Rolling Stones debuttassero oggi
nell’industria culturale, quella dell’infinita pluralità digitale,
dovrebbero passare pure loro da un talent, oppure da un
canale YouTube, oppure da un profilo Instagram molto attivo.
Ad ogni modo, le argomentazioni principali degli anti-Måneskin
sono: “Suonano come zappe” (e non si tratta di un lusinghiero
riferimento a Frank); “Il singolo fa schifo” (niente a che
vedere, in effetti, con tutti i luoghi e tutti i laghi con cui ci
aveva deliziati Valerio Scanu); “Sono solo quattro pischelli
presuntuosi e borgatari” (perché sì, i Måneskin sono tutti
minorenni, tranne il succitato e succinto Damiano).
Pur tuttavia, per dirla in maniera sofisticata, i Måneskin
spaccano e a voler fare un’analisi grossolana dei motivi di questo
successo, come se fossimo al bar della periferia della provincia,
potremmo individuare due ragioni principali: uno, essi hanno una
IL TESTO

12 vocazione esplicitamente “rock” e tanto basta a renderli un fatto

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LIVELLO 7 - Testualità

straordinario nel panorama dei talent show italiani (e se ci dice


bene non dovremo neppure ascoltarli cantare a Sanremo
un’orrida canzone d’amore in rima baciata); due, sono fighi,
molto fighi, tutti e quattro, specialmente il leader Damiano, che
è più bono del pane di Altamura appena sfornato.
Che Damiano si presenti sul palco in canotta traforata e hot
pants, oppure in pigiama; che ci faccia un corso avanzato di
pole dance in tacchi a spillo e stivali di latex; che passeggi
scalzo durante l’esibizione con le caviglie ammanettate
risvegliando impulsi torbidi nell’audience più smaliziata; che si
dipinga le unghie di nero, che sfoggi più gioielli di Marta
Marzotto o che si faccia degli smokey eyes che manco nei
video-tutorial delle beauty blogger più blasonate, non fa
differenza. Damiano David piace a tutti, in tutte le salse, e lo
sa molto bene. Ammicca, seduce e conquista il pubblico,
indifferentemente maschile e femminile, rendendosi
protagonista di un gioco lucido e puntuale, fatto di narcisismi
legittimi e citazioni conturbanti. […] Dimostra consapevolezza
dei propri mezzi, incarna un ruolo familiare (quello del
frontman) ma lo rielabora in chiave contemporanea, abbinando
panta-fuseaux di pelle, stivaletti da Walker Texas Ranger,
camicie floreali, cinture pitonate, pellicce leopardate, baffetti
discrezionali, pettorali e gambe depilate, restituendoci una
specie di metro-sessualità efebica, coatta e irresistibile, che fa
da packaging a una voce e un’attitudine apertamente rock. Da
molti definito un’icona della fluidità sessuale dei g-g-giovani
dell’oggi, Damiano passa per un esponente della pansessualità
millennial, mentre colleziona apprezzamenti più o meno
sfacciati sotto ogni foto pubblicata online […].
Ma la cosa più interessante, in lui e nella sua band (sarebbe
ingiusto non segnalare che anche Victoria, Thomas ed Ethan
sono molto stilosi), è che ci ricordano cosa sia il rock
orgoglioso, che non conosce dubbi né vergogna, in un’epoca in
cui al rock ci siamo disabituati, perlomeno nei contesti
mainstream (ho detto davvero “mainstream”? Sì, l’ho detto).
Anni di talent tv ci hanno sovraesposti a monumenti della
mediocrità, eccellenze presunte, talenti increduli, profili
incerti, idee singhiozzanti e identità balbuzienti, in una parata
interminabile di signori nessuno, bisognosi di incoraggiamenti e
rassicurazioni, beniamini dell’oggi e del mai più, popolarità
IL TESTO

12 istantanee pronte a disfarsi alla fine della stagione, casi umani

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Unità 4 - Testi che rielaborano altri testi: il riassunto e la parafrasi

di varia estrazione alla ricerca del proprio trimestre di riscatto


sociale.
Poi sono arrivati i Måneskin, capitanati da Damiano, che hanno
saputo ricordarci, seppur dentro un circo televisivo, la potenza
delle immagini esplicite, la forza delle provocazioni, la
bellezza degli eccessi, la libertà dell’arroganza. In altri
termini: il compiacimento etico ed estetico del rock. Ci hanno
guardati in faccia e ci hanno detto: “Baciateci il culo. Se non
vi piacciamo, vuol dire che non capite un cazzo”.
E, forse, hanno ragione.
Adattato da Stella Pulpo, Rock Is Not Dead (forse), in www.rollingstone.it 17 gennaio 2018

La parafrasi
La parafrasi è la riscrittura o rielaborazione di un testo in una forma più semplice al fine
di rendere più facilmente comprensibili i suoi contenuti. A differenza del riassunto, nel-
la parafrasi non c’è alcuna riduzione del testo di partenza: la parafrasi si limita a dire le
stesse cose in una forma diversa e agisce esclusivamente sul lessico e sulla sintassi, la-
sciando il più possibile inalterati i contenuti, la lunghezza, la struttura generale.
In ambito scolastico, la parafrasi si applica soprattutto a testi poetici complessi. Nella
vita di tutti i giorni, tuttavia, può essere necessario parafrasare altri tipi di testo, in par-
ticolare testi specialistici come quelli giuridici e amministrativi (per es. il testo di una
legge), tecnici (per es. un manuale di istruzioni), scientifici (per es. un articolo di medi-
cina). Di fatto, la parafrasi è il procedimento mentale che realizziamo, consapevolmente
o meno, ogni qual volta ci avviciniamo a un testo complesso per comprenderlo.

Come si fa una parafrasi


Prima di accingersi alla stesura della parafrasi, è fondamentale:
• leggere attentamente il testo per comprenderne il significato generale
• esaminare le singole frasi e parole, per estrarne il significato specifico. In questa
fase, può essere utile ricorrere al dizionario per comprendere i termini aulici,
obsoleti, specialistici ecc. Nel caso di testi poetici commentati, si consulteranno
l’apparato delle note e i commenti al testo

Durante la stesura, è necessario:


• mantenere la struttura generale del testo, cioè rispettare la divisione in strofe nel
caso dei testi poetici e la divisione in paragrafi nel caso di testi in prosa
• agire sul lessico, quindi sostituire le parole e le espressioni difficili, desuete, auliche,
specialistiche con parole o espressioni comuni di registro medio o formale:
capei (forma arcaica) → capelli
erta (aulico) → pendio
IL TESTO

nomina in absentia (special.) → nomina in assenza della persona nominata /senza


12 che la persona nominata sia presente

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LIVELLO 7 - Testualità

• agire sulla sintassi:


һһ riordinare parole e frasi, riconducendola a un ordine più comune e lineare
Cantami, o Diva, del pelide Achille
l’ira funesta che infiniti addusse
lutti agli Achei […]→
O Diva, cantami l’ira funesta del pelide Achille che addusse infiniti lutti agli
Achei [ordine più lineare] →
O Dea, narrami in versi l’ira portatrice di morte di Achille, figlio di Peleo, che
causò moltissimi morti tra i Greci [parafrasi]
һһ se necessario, spezzare periodi lunghi e complessi in frasi più brevi
• svolgere le figure retoriche, trasformando per esempio le metafore in espressioni
più diffuse o in similitudini; sostituendo sineddochi e metonimie con il termine
proprio; esplicitando, se possibile, le ellissi di significato e i simboli
nel lago del cor (metafora) → nel profondo dell’animo
la nuca di bosco in autunno (metafora) → la nuca simile a un bosco in autunno
le vele sono rientrate nel porto (sineddoche) → le navi sono rientrate nel porto

Ultimata la parafrasi, il testo andrà riletto attentamente per verificarne la scorrevolezza


e correggere eventuali errori di coesione o coerenza.

Esaminiamo ora la parafrasi di un celebre testo poetico, L’infinito di Giacomo Leopardi,


concentrandoci sugli interventi che sono stati fatti.
OSSERVO testo della poesia parafrasi interventi
Sempre caro mi fu quest’ermo colle, Mi è sempre stato caro questo • modificato
e questa siepe, che da tanta parte colle solitario, e anche questa l’ordine delle
dell’ultimo orizzonte il guardo siepe, che impedisce la vista parole
esclude. dell’orizzonte più lontano. • semplificato
Ma sedendo e mirando, intermi- Ma mentre siedo e osservo io un giro di
nati mi immagino spazi sconfinati parole
spazi di là da quella, e sovrumani al di là di essa, silenzi scono- complesso
silenzi, e profondissima quiete sciuti all’essere umano e una • sostituite
io nel pensier mi fingo; ove per pace profondissima, tanto che espressioni
poco il mio cuore quasi si spaventa. arcaiche o
il cor non si spaura. E come il vento Quando sento il vento stormi- auliche con
odo stormir tra queste piante, io re tra queste piante, confronto espressioni
quello quel silenzio infinito con il ru- più comuni
infinito silenzio a questa voce more del vento, e mi vengono • esplicitato il
vo comparando: e mi sovvien in mente l’eternità, il tempo senso delle
l’eterno, passato e il tempo presente e metafore
e le morte stagioni, e la presente ancora vivo, con i suoi rumori.
e viva, e il suon di lei. Così tra E così il mio pensiero si smar-
questa risce in questa immensità, ed è
immensità s’annega il pensier mio: piacevole per me perdermi
e il naufragar m’è dolce in questo come un naufrago in questa
mare. sensazione di infinito.

Vediamo infine un esempio di parafrasi di testo in prosa, caratterizzato da un lessico


IL TESTO

specialistico, settoriale (burocratico, giuridico), da un registro molto formale e da una


12
sintassi complessa. Si tratta dei testi degli articoli 8 e 9 dello Statuto dei Lavoratori.

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Unità 4 - Testi che rielaborano altri testi: il riassunto e la parafrasi

OSSERVO
testo di partenza parafrasi interventi
Art. 8 Art. 8 • spezzato periodi
Divieto di indagini sulle Divieto di indagini sulle lunghi in frasi
opinioni. opinioni. • sostituite
È fatto divieto al datore di la- Per legge il datore di lavoro espressioni
voro, ai fini dell’assunzione, non può indagare sulle opinio- burocratiche o di
come nel corso dello svolgi- ni politiche e religiose del la- registro molto
mento del rapporto di lavoro, voratore, né sulla sua eventua- formale con
di effettuare indagini, anche le appartenenza a un sindacato espressioni più
a mezzo di terzi, sulle opinio- o inclinazione verso un sinda- comuni, di
ni politiche, religiose o sinda- cato, né, in generale, su fatti registro medio
cali del lavoratore, nonché su non rilevanti per poter valuta- • sostituiti
fatti non rilevanti ai fini del- re la sua idoneità professiona- complementi con
la valutazione dell’attitudine le. Non può farlo, nem­meno frasi aventi lo
professionale del lavoratore. per mezzo di altre persone o stesso significato,
altri enti, né per decidere se per facilitare la
assumere o meno il lavorato- comprensione
re, né durante il periodo in cui
il lavoratore è alle sue dipen-
denze.
Art. 9 Art. 9
Tutela della salute e Tutela della salute e
dell’integrità fisica. dell’integrità fisica.
I lavoratori, mediante loro I lavoratori, mediante le orga-
rappresentanze, hanno dirit- nizzazioni che li rappresenta-
to di controllare l’applicazio- no, hanno il diritto di control-
ne delle norme per la preven- lare che le norme per prevenire
zione degli infortuni e delle gli infortuni sul lavoro e le
malattie professionali e di malattie legate alle condizioni
promuovere la ricerca, l’ela- del lavoro siano effettivamen-
borazione e l’attuazione di te applicate. Inoltre hanno il
tutte le misure idonee a tute- diritto di promuovere la ricer-
lare la loro salute e la loro ca, l’elaborazione e l’attuazione
integrità fisica. di tutte le misure idonee a ga-
rantire la loro salute e la loro
integrità fisica.

SI
INVAL
8 RICONOSCERE
· Indica quale dei testi sottostanti costituisce una parafrasi
PER INIZIARE

corretta ed efficace del testo poetico di partenza.

A h l’uomo che se ne va sicuro,


agli altri ed a se stesso amico,
e l’ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!
Eugenio Montale, Non chiederci la parola, in L’opera in versi,
IL TESTO

a cura di Rosanna Bettarini e Gianfranco Contini, Einaudi, Torino, 1980


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LIVELLO 7 - Testualità

1.  h, l’uomo che va via, sicuro di sé, amico di tutti, e non ha


A
paura della sua ombra, che la canicola imprime su un muro
scalcinato!

2.  h, l’uomo che di sicuro avanza, grande amicone di tutti, e se


A
ne frega se il sole del mezzogiorno stampa la sua ombra su un
muro scalcinato!

3.  h, l’uomo che avanza sicuro, in armonia con se stesso e con


A
gli altri, e non si preoccupa della sua ombra, che il sole del
mezzogiorno proietta su un muro scalcinato!

4.  h, l’uomo che avanza sicuro di sé, con il prossimo e con se


A
stesso in pace, e della sua ombra non ha paura, che il sole del
mezzogiorno proietta su un muro scalcinato!

9 TR ASFORMARE
·· Riscrivi i seguenti periodi disponendo le parole in un ordine
sintattico più comune.

1. Passero solitario, alla campagna | cantando vai finché non more il


giorno (Giacomo Leopardi, Il passero solitario)

2. Finita è la notte e la luna | si scioglie lenta nel sereno (Salvatore


Quasimodo, Ora che sale il giorno)

3. Fiore di landa fra le nevi aperto, | Tu sognavi, sul verde agile


stelo, | I cieli del deserto (Ada Negri, A Marie Bashkirtseff)

4. Di lassù largamente bruni farsi | i solchi mira quella sua pupilla |


lontana, e i bianchi bovi a coppie sparsi. (Giovanni Pascoli, Di lassù)

5. Non so se tra roccie il tuo pallido | Viso m’apparve, o sorriso | Di


lontananze ignote | Fosti (Dino Campana, La Chimera)

6. Vogliamo che tutti | cadano i baluardi, le catene | siano tutte


spezzate (Vittoria Aganoor, Fratelli, vogliamo amarci?)
IL TESTO


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Unità 4 - Testi che rielaborano altri testi: il riassunto e la parafrasi

SI
INVAL
10 A N A L I Z Z A R E + L E S S I C O
· · · Analizza le trasformazioni operate sul testo di partenza (colonna di
sinistra) per dare luogo alla parafrasi (colonna di destra),
riportando il numero di ogni intervento accanto alla giusta
descrizione.

testo a parafrasi
Voi che per li occhi mi passaste Voi che con i vostri occhi mi
’l core avete trafitto il cuore (1) e
e destaste la mente che dormia, avete destato la mia mente, che
guardate a l’angosciosa vita mia, era come assopita (2) guardate
che sospirando la distrugge la mia vita angosciosa (3), che
Amore. Amore distrugge facendomi
Guido Cavalcanti, Voi che per li occhi mi sospirare (4).
passaste ’l core, Rime, 13

Trasformazioni operate:
• impiego di lessico più comune, di registro medio (un intervento: )

• esplicitazione di figura retorica (un intervento: )

• ripristino dell’ordine corrente delle parole (due interventi: )

• impiego di una diversa costruzione sintattica (un intervento: )

testo b parafrasi
Questo di sette è il più gradito Questo, di tutta la settimana, è
giorno, il giorno più gradito (1) pieno
pien di speme e di gioia: di speranza (2) e di gioia:
diman tristezza e noia domani le ore porteranno con
recheran l’ore, ed al travaglio sé (3) tristezza e noia, e
usato ciascuno tornerà con il
ciascuno in suo pensier fará pensiero al lavoro consueto
ritorno. (4).

Garzoncello scherzoso, Ragazzo (5) allegro e


cotesta età fiorita spensierato, la fanciullezza (6)
è come un giorno d’allegrezza è come un giorno pieno di
pieno, felicità (7), un giorno limpido e
giorno chiaro, sereno, luminoso, che precede l’età
che precorre alla festa di tua matura, attesa come la festa
vita. della tua vita (8).
IL TESTO

Giacomo Leopardi, Il sabato del villaggio, Canti


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LIVELLO 7 - Testualità

Trasformazioni operate:
• impiego di lessico più comune, di registro medio
(quattro interventi: )

• esplicitazione di figura retorica (due interventi: )

• ripristino dell’ordine corrente delle parole (due interventi: )

11 T R A S F O R M A R E
·· Parafrasa le figure retoriche sottolineate, come nell’esempio.
Es.

Sento gli avversi numi, e le Percepisco gli dèi ostili e i


secrete tormenti interiori
cure che al viver tuo furon che hanno sconvolto la tua
tempesta, vita come una tempesta e
e prego anch’io nel tuo porto anch’io prego di poter trovare
quiete. pace nello stesso porto a cui
Ugo Foscolo, In morte del fratello Giovanni, tu sei approdato, morendo .
Sonetti

Che voli di rondini intorno! Le rondini volano in cielo e


Che gridi nell’aria serena! levano grida nell’aria serena.
La fame del povero giorno La fame sofferta durante la
prolunga la garrula cena. triste giornata sembra
La parte, sì piccola, i nidi allungare la cena chiassosa.
nel giorno non l’ebbero intera. La porzione di cibo, già
Giovanni Pascoli, La mia sera, Canti di piccola, non
Castelvecchio l’ebbero intera durante il
giorno.

Troppe cose hanno accolto le tue Troppe cose


palpebre
l’attenzione t’ha consumato le l’attenzione
ciglia. .
Cristina Campo, Oltre il tempo, oltre un angolo,
La Tigre Assenza

Ognuno sta solo sul cuor della Ognuno è solo al centro


terra dell’esistenza, illuminato ma
trafitto da un raggio di sole: anche ferito da un raggio di
ed è subito sera. sole:
Salvatore Quasimodo, Ed è subito sera, .
IL TESTO

Acque e terre
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Unità 4 - Testi che rielaborano altri testi: il riassunto e la parafrasi

L’indifferenza è inferno senza L’indifferenza


fiamme
Maria Luisa Spaziani, L’indifferenza,
La stella del libero arbitrio

12 T R A S F O R M A R E + L E S S I C O
· · · Fai la parafrasi dei seguenti frammenti tratti da testi
specialistici, semplificando la loro sintassi e riconducendo il
loro lessico a un registro medio.

Dopo lungo e attento esame, la 

Commissione ha valutato la tesi 

della dott.sa Guidi con il 

massimo dei riconoscimenti e 

candidabile per il premio 

straordinario delle tesi dottorali. 

(dichiarazione al termine della discussione


di una tesi dottorale)

Tutte le confessioni religiose 

sono egualmente libere davanti 

alla legge. Le confessioni 

religiose diverse dalla cattolica 

hanno diritto di organizzarsi 

secondo i propri statuti, in 

quanto non contrastino con 

l’ordinamento giuridico italiano. 

I loro rapporti con lo Stato sono 

regolati per legge sulla base di 

intese con le relative 

rappresentanze. 

Costituzione della Repubblica Italiana,


Art. 8

L’assorbimento per via orale del 

paracetamolo dipende dalla 

velocità dello svuotamento 

gastrico. Pertanto, la 

somministrazione concomitante di 

farmaci che rallentano o


IL TESTO

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LIVELLO 7 - Testualità

aumentano la velocità dello 

svuotamento gastrico può 

determinare rispettivamente una 

diminuzione o un aumento della 

biodisponibilità del prodotto. 

(foglietto illustrativo di un medicinale)

13 T R A S F O R M A R E + L E S S I C O
· · · Fai la parafrasi del seguente testo poetico.

Chi vuol conoscer, donne, il mio 

signore, 

miri un signor di vago e dolce 

aspetto, 

giovane d’anni e vecchio 

d’intelletto, 

imagin de la gloria e del valore: 

di pelo biondo, e di vivo colore, 

di persona alta e spazioso petto, 

e finalmente in ogni opra 

perfetto, 

fuor ch’un poco (oimè lassa!) 

empio in amore. 

E chi vuol poi conoscer me, rimiri 

una donna in effetti ed in 

sembiante 

imagin de la morte e dè martiri, 

un albergo di fé salda e costante, 

una, che, perché pianga, arda e 

sospiri, 

non fa pietoso il suo crudel 

amante. 

Gaspara Stampa, Sonetto VII, in Rime, 


BUR, Milano, 1976



IL TESTO

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Unità 4 - Testi che rielaborano altri testi: il riassunto e la parafrasi

14 T R A S F O R M A R E + L E S S I C O
· · · Il seguente testo di Italo Calvino è un ottimo esempio di
“burocratichese”, ovvero del linguaggio inutilmente complesso
e astratto che con frequenza viene impiegato nel mondo della
giurisprudenza, della politica, dell’informazione. Calvino ipotizza
che un brigadiere trascriva la dichiarazione di una persona
interrogata, traducendo le sue parole in “burocratichese”. Fai la
parafrasi del testo, riconducendolo a un lessico e a una sintassi di
registro medio, simili a quelli che può aver usato la persona
interrogata.

Il sottoscritto essendosi recato 

nelle prime ore antimeridiane nei 

locali dello scantinato per 

eseguire l’avviamento 

dell’impianto termico, dichiara 

d’essere casualmente incorso nel 

rinvenimento di un quantitativo di 

prodotti vinicoli, situati in 

posizione retrostante al 

recipiente adibito al contenimento 

del combustibile, e di aver 

effettuato l’asportazione di uno 

dei detti articoli nell’intento di 

consumarlo durante il pasto 

pomeridiano, non essendo a 

conoscenza dell’avvenuta 

effrazione dell’esercizio 

soprastante. 

Italo Calvino, L’antilingua, in Una pietra 


sopra, Mondadori, Milano, 1995



IL TESTO

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MAPPA
UNITÀ 4

I GENERI TESTUALI

SONO LA CONCRETA ESPRESSIONE DELLE TIPOLOGIE TESTUALI

POSSONO ESSERE MOLTI SONO

MISTI,
LETTERARI
OVVERO PRESENTANO DIVERSE
TIPOLOGIE TESTUALI COMBINATE

un romanzo
COME

I GENERI TESTUALI
NON LETTERARI
PRATICATI A SCUOLA

un manuale RIASSUNTO
di istruzioni

PARAFRASI

TEMA

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MAPPA
UNITÀ 4

IL RIASSUNTO

ESPONE IN FORMA ABBREVIATA I CONTENUTI ESSENZIALI DI UN ALTRO TESTO

PER SCRIVERLO È CONSIGLIABILE DIVIDERE IL LAVORO IN FASI

ESAME DEL TESTO tema centrale, blocchi di testo, titolo per ogni
DI PARTENZA blocco, informazioni principali e secondarie

PROGETTAZIONE lunghezza, contenuti da includere, stile

SCALETTA titoli dei paragrafi in ordine

dalla 1ª alla 3ª pers., dal discorso diretto al discorso indiretto,


STESURA prop. subordinate per condensare più frasi in un periodo unico,
apposizioni, attributi, sintagmi per condensare intere frasi

REVISIONE FINALE

LA PARAFRASI

È LA RISCRITTURA DI UN TESTO (POETICO O SPECIALISTICO) IN FORMA


PIÙ SEMPLICE, CHE NE RENDE PIÙ COMPRENSIBILI I CONTENUTI

PER SCRIVERLA È CONSIGLIABILE DIVIDERE IL LAVORO IN FASI

ESAME DEL TESTO


significato generale e significato specifico, parola per parola
DI PARTENZA

struttura generale invariata (strofe, paragrafi), parole di


STESURA registro medio o informale per sostituire parole difficili,
successione delle parole più comuni, figure retoriche sciolte

REVISIONE FINALE

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UNITÀ 5 Il tema scolastico
Il tema
Il tema è la forma di scrittura più praticata a scuola. Si tratta di un componimento scrit-
to in cui gli studenti espongono fatti, riflessioni, idee intorno a un argomento dato,
proposto nel titolo o traccia.

Il tema è un tipo di composizione estremamente eterogeneo, in cui possono confluire


tipologie di testo diverse (alcuni temi hanno carattere narrativo, altri espositivo, altri
ancora descrittivo o argomentativo; molti presentano contemporaneamente caratteri-
stiche di diverse tipologie), e possono essere trattati gli argomenti più disparati (dai
contenuti disciplinari affrontati a scuola, all’attualità, a tematiche di “cultura generale”
ecc.). Il tema può essere utile per dimostrare le conoscenze acquisite in varie materie
scolastiche (italiano, storia, scienze ecc.), ma soprattutto permette di mettere in atto le
competenze e le abilità trasversali sviluppate in vari ambiti: la capacità di narrare, di ri-
flettere in modo critico, di strutturare un discorso, di difendere le proprie idee argomen-
tandole in modo convincente. Si tratta, insomma, di un’ottima palestra di pensiero e di
scrittura che permette di esercitare molte delle abilità acquisite a scuola… e non solo a
scuola!

I diversi tipi di tema


Come si è detto, un tema può essere un testo descrittivo, narrativo, espositivo o argo-
mentativo. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, si tratta di un testo misto, che combina
tipologie testuali diverse: espositiva e argomentativa, descrittiva e narrativa, narrativa e
argomentativa ecc.

Oltre al tipo di scrittura, anche gli argomenti proposti nella traccia possono essere mol-
to vari. In generale, tuttavia, i temi assegnati nella scuola secondaria di secondo grado
sono spesso riconducibili a quattro tipi fondamentali:

OSSERVO esempio di traccia tipologia testuale


prevalente
I due volti del Novecento. Da un lato
esso è secolo di grandi conquiste ci-
vili, economiche,
sociali, scientifiche, tecniche; dall’al-
tema storico espositiva
tro è secolo di grandi tragedie stori-
che. Rifletti su tale ambivalenza del
IL TESTO

ventesimo secolo, illustrandone i


12 fatti più significativi.

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Unità 5 - Il tema scolastico

L’esperienza della guerra nella rac-


espositiva e/o
tema letterario colta poetica Allegria di naufragi di
argomentativa
Giuseppe Ungaretti.
“Quella volta in cui andò tutto stor-
to”. Racconta, in modo il più possi-
bile coinvolgente, un episodio della
tema relativo a narrativa e/o
tua vita (un viaggio, una festa a sor-
esperienze personali descrittiva
presa, uno scherzo a un amico…) in
cui le cose sono andate molto diver-
samente da come ci si aspettava.
La condizione della donna: ritieni
che nel nostro paese donne e uomini
tema d’attualità o di godano di pari diritti o pensi che la espositiva e
“cultura generale” strada verso l’uguaglianza sia anco- argomentativa
ra lunga? Apporta argomenti e dati
a sostegno della tua tesi.

La traccia di un tema, inoltre, può orientare la scrittura verso un preciso genere testuale:
può infatti richiedere di trattare un argomento dato in forma di cronaca, di lettera, di
pagina di diario ecc.

APPROFONDIAMO LA PRIMA PROVA DELL’ESAME DI STATO


Con la circolare ministeriale n. 3050 del 4 ottobre 2018, cambia la prima prova scrit-
ta dell’Esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione. Sulla base di quel
che si legge nel Documento di lavoro per la preparazione delle tracce, vediamo qui
in sintesi i tipi di tema tra i quali si potrà scegliere per la prova di italiano all’esame
di maturità.

• Analisi e interpretazione di un testo letterario italiano (tipologia A)


L’analisi del testo è una forma di scrittura diffusa anche in altri ambiti, per
esempio all’interno di manuali scolastici o universitari, di articoli di letteratura
specialistici, di recensioni letterarie particolarmente tecniche. Consiste nell’analisi
approfondita di un testo letterario, in versi o in prosa, nella quale vengono presi in
esame i contenuti e la forma del testo (struttura, sintassi, lessico, figure retoriche
ecc.) e se ne propone un’interpretazione complessiva, eventualmente mettendo il
testo in relazione con altri testi dello stesso autore. Come prova scritta dell’esame
di maturità, questa tipologia prevede due tracce a scelta, incentrate su due testi
della storia della letteratura italiana dall’Unità d’Italia a oggi, non necessariamente
analizzati in classe durante le ore scolastiche, appartenenti a due diversi generi
letterari e/o a due momenti storici distinti. Una traccia articolata o quesiti specifici
orientano la prima parte dell’elaborato, richiedendo anche, eventualmente, un
esercizio di riscrittura del testo (parafrasi o riassunto). La seconda parte
(commento) va svolta invece in forma discorsiva, prestando attenzione alla
coerenza e alla progressione tematica dell’elaborato. La consegna può fornire
indicazioni sintetiche sul testo e sull’autore ed eventualmente dare indicazioni di
IL TESTO

massima sulla lunghezza dell’analisi da produrre.


12

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LIVELLO 7 - Testualità

• Analisi e produzione di un testo argomentativo (tipologia B)


Questa tipologia prevede tre tracce a scelta, corrispondenti ad altrettanti testi
argomentativi da analizzare e commentare. Ogni traccia propone un testo
completo o un estratto di tipo saggistico o giornalistico, che va analizzato e
interpretato nella prima parte del tema, riassumendone la tesi di fondo,
ripercorrendo le sequenze essenziali dell’argomentazione e gli argomenti
apportati, esaminando le risorse espressive messe in campo per svolgere
l’argomentazione ecc. La seconda parte del tema prevede un commento del testo
argomentativo analizzato, in cui si devono elaborare riflessioni personali intorno
alla tesi o alle tesi del testo d’appoggio, supportandole con argomentazioni proprie.
La consegna del tema contiene indicazioni, più o meno vincolanti, sull’ordine
dell’esposizione degli argomenti e controargomenti da sviluppare nel commento o
sulle strategie argomentative da seguire. La traccia di questa tipologia, come quella
della tipologia A, può contenere anche indicazioni di massima sulla lunghezza del
commento da produrre.

• Riflessione critica di carattere espositivo argomentativo su tematiche di


attualità (tipologia C)
Si tratta della tipologia più vicina al classico tema detto “di attualità” o “di cultura
generale”. Le tre tracce a scelta propongono tematiche d’attualità vicine
all’esperienza degli studenti ed eventualmente un testo che faccia da spunto di
riflessione, a partire dal quale i candidati espongono le loro conoscenze su una
determinata problematica, facendo ricorso a una scrittura di tipo espositivo, e le
loro riflessioni in merito (scrittura argomentativa). La consegna, più o meno
articolata, può chiedere di indicare un titolo per l’elaborato e di strutturare il testo
in paragrafi interni dotati anch’essi di titolo.

Come si fa un tema
Per scrivere un buon tema, qualunque sia il suo argomento e il tipo di scrittura richiesto,
occorre seguire una serie di passaggi, che possono essere suddivisi in tre fasi: la proget-
tazione, la stesura, la revisione. Vediamoli.

La progettazione
Per pianificare un tema in modo efficace occorre seguire alcuni passaggi
• Leggere e comprendere la traccia
Questa contiene sempre l’argomento del tema, indicato in modo più o meno
esplicito: es. “Il ruolo dei giovani nella storia e nella politica”; “Dopo le ultime
scoperte dell’astronomia è ancora possibile volgersi al cielo stellato con lo stesso
stupore dei poeti o dei popoli antichi?”.
Oltre all’argomento, la traccia indica spesso, in modo esplicito o implicito, il modo
in cui l’argomento deve essere trattato, cioè la tipologia testuale a cui ci si deve
orientare nello svolgimento: es. “Racconta un episodio importante della tua
infanzia o adolescenza” (testo narrativo); “Descrivi l’aspetto e il carattere di una
persona importante nella tua vita” (testo descrittivo); “Secondo qualcuno le reti
IL TESTO

sociali, invece di metterci in contatto con le altre persone, ci isolano e acuiscono il


12
nostro individualismo. Tu che cosa ne pensi?” (testo argomentativo); “Stiamo

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Unità 5 - Il tema scolastico

distruggendo il nostro pianeta?” (testo espositivo, o espositivo-argomentativo). In


molti casi, la traccia del tema richiede una trattazione completa, in cui siano
presenti contemporaneamente diverse tipologie testuali.
Alcune tracce, infine, contengono già un abbozzo di scaletta: es. “Rifletti sul
mondo rappresentato nei poemi epici Iliade e Odissea: quali sono i suoi principali
valori? Qual è il posto degli esseri umani nel cosmo e di fronte agli dèi? Quali di
questi valori sono giunti sino a noi?”.
• Raccogliere le idee
Dopo aver letto la traccia, è importante prendersi tutto il tempo necessario per
mettere a fuoco l’argomento e raccogliere le idee al riguardo: le conoscenze di cui
siamo in possesso (nozioni scolastiche o informazioni ricavate da letture personali,
conversazioni con amici, esperienze personali ecc.) e le riflessioni che ci sembra
opportuno sviluppare nel tema. In questa fase può essere utile annotare tutte le idee
che ci vengono in mente in una lista.
OSSERVO “Rifletti sulla funzione, sugli scopi e sugli usi della musica nella società
contemporanea. Se lo ritieni opportuno, puoi fare riferimento anche a tue
personali esperienze di pratica e/o di ascolto musicale”.
Lista:
Storia della musica contemporanea Il concerto: un rito sociale
Differenza tra musica classica e Frase sulla musica di Frank Zappa
altri generi
Miei anni di studio pianoforte / Musica commerciale / musica
nostra band di indie rock “alternativa”
Carattere terapeutico della musica? Il mio primo concerto
• Stendere una scaletta
Ordinando le idee annotate e strutturandole in punti e sottopunti (o in una mappa,
se lo si preferisce), si costruisce una scaletta. Questa costituisce la struttura del tema
che ci accingiamo a scrivere, nonché una guida indispensabile durante lo
svolgimento. La scaletta può essere generica e lasciare così un ampio margine di
improvvisazione alla fase di stesura del tema, oppure può essere molto dettagliata e
rigorosamente strutturata. Vediamo un esempio intermedio.
OSSERVO •d
 ifferenza musica classica / generi “popolari” recenti: (per me) due esperienze
sensoriali e intellettuali molto diverse; due tipi di pubblico diversi (età, classe
sociale ecc.); scopi diversi
• e sempi personali: mia esperienza studio pianoforte / mio primo concerto punk (!)
/ nostra band di indie rock
•d
 igressione: il caso della musica “ folklorica” o tradizionale (es. tarantella,
cumbia)
• b reve storia della musica contemporanea:
– Novecento: nascita di jazz, blues, rock, musica elettronica, pop…
– le icone della musica (John Lennon, Mick Jagger, Jim Morrison, Kurt
Cobain…): identificazione di massa, mito
– la musica nell’era digitale: democratizzazione della musica / crisi settore
discografico
IL TESTO

• f unzioni della musica:


12
– evasione dalla routine, divertimento

201

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LIVELLO 7 - Testualità

(frase F. Zappa: “Senza la musica per decorarlo, il tempo sarebbe solo una
noiosa sequela di scadenze produttive e di date in cui pagare le bollette”)
– funzione sociale: concerti = riti di incontro e condivisione (esperienza
personale: mio primo concerto)
– critica sociale e politica (es. canzone di protesta; rap)
– bellezza / emozioni
– la musica può curare? (musicoterapia; mia esperienza di benessere ascoltando
musica e ballando)
• conclusioni (musica = ricchezza inesauribile per le diverse funzioni che ha svolto
e svolge; indispensabile nella mia vita)

La stesura
Terminata la scaletta, si può procedere alla stesura vera e propria, svolgendo uno per
uno i singoli punti e sottopunti della scaletta in modo da trasformarli in altrettanti
paragrafi, ed eventualmente arricchendoli con ampliazioni o nuove idee.
Durante la stesura, è bene:
• collegare i vari paragrafi e le frasi all’interno dei paragrafi con i connettivi
opportuni
• assicurarsi che il tema sia coerente, cioè:
һһ aderente all’argomento proposto nella traccia
һһ continuo e ordinato
һһ privo di ripetizioni degli stessi concetti o fatti
һһ privo di contraddizioni logiche interne
һһ uniforme dal punto di vista stilistico
• fare in modo che il tema sia coeso, cioè:
һһ prestare attenzione alla concordanza morfosintattica (articolo-nome;
aggettivo-nome; pronome-nome; concordanza dei tempi verbali;
soggetto-predicato ecc.) e all’ordine delle parole
һһ usare opportunamente la punteggiatura
һһ impiegare i vari sostituenti morfosintattici (pronomi, alcuni aggettivi e particelle)
e lessicali (sinonimi, iperonomi e perifrasi) per evitare ripetizioni
һһ fare un uso appropriato dell’ellissi (soprattutto del soggetto) e di eventuali
ripetizioni intenzionali
• curare in particolar modo l’introduzione (in cui si presenta l’argomento trattato) e la
conclusione (in cui si tirano le fila dell’argomentazione, si ribadisce la propria
opinione, si conclude la narrazione ecc., a seconda del tipo di testo)

Per quanto riguarda lo stile, ognuno ha il proprio. Tuttavia è bene ricordare che, a meno che
la traccia non contenga un’indicazione diversa (es. “Racconta l’episodio in forma di diario
personale”; “Scrivi una lettera al tuo amico immaginario”; “Narra un episodio in stile collo-
quiale-familiare”), il registro più adatto è quello medio-formale: chiaro, comprensibile,
semplice se è possibile. Non sciatto, ma neanche inutilmente complesso e contorto.
La sintassi può essere lineare o complessa, a seconda della tipologia narrativa, dell’argo-
mento e delle esigenze comunicative: una sintassi ipotattica, ben strutturata, è adatta a
esprimere opinioni (testo argomentativo), mentre una sintassi più semplice, con frasi
IL TESTO

brevi e fulminanti, può essere efficace per conferire tensione a una narrazione. In ogni
12
caso è buona norma cercare di evitare periodi troppo lunghi, che rendono difficoltosa la

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Unità 5 - Il tema scolastico

comprensione, così come frasi eccessivamente brevi e slegate tra loro, che possono dare
alla trattazione un tono monotono e banale, a meno che appunto non si tratti di una
precisa scelta stilistica.
È sempre consigliabile scrivere il tema prima in brutta copia e sottoporre quest’ultima
a una revisione profonda prima di trascriverla in bella copia.

La revisione
In questa fase è bene cercare di leggere il testo con una certa distanza, come se fosse
stato scritto da qualcun altro. Solo così, infatti, sarà possibile ricavarne una visione non
viziata e notarne eventuali imperfezioni.
Rileggendo, bisogna prestare attenzione a:
• i contenuti: la trattazione è aderente al titolo del tema, o è finita “fuori tema”? I
contenuti sono originali, interessanti, ben documentati, o sono piuttosto superficiali,
banali, sbrigativi?
• la struttura: rispetta la scaletta? È equilibrata al suo interno? Cioè: tutti i punti sono
approfonditi adeguatamente, o si è dato molto più spazio a un singolo aspetto
piuttosto che a un altro? Ci sono inutili ripetizioni di fatti, notizie, idee?
• la logica del discorso: la trattazione scorre dal punto di vista logico, o sono presenti
contraddizioni interne? (es. una tesi prima viene difesa e poi parzialmente negata)
I connettivi sono impiegati in modo opportuno?
• la forma, e in particolare:
һһ lo stile e il lessico: il registro adottato è uniforme per tutta la durata del testo? Il
lessico impiegato è preciso e rigoroso? Tutte le parole sono usate a proposito, o
abbiamo impiegato termini del cui significato non siamo del tutto sicuri? (in
questo caso: ricorrere al dizionario)
һһ la morfologia: sono rispettati tutti gli accordi grammaticali e la concordanza dei
verbi?
һһ la punteggiatura: i segni di interpunzione impiegati rispecchiano il ritmo delle
frasi e la logica del pensiero? (per accertarsene può essere d’aiuto leggere il testo a
bassa voce, mettendo in risalto le pause segnalate dalla punteggiatura)
һһ l’ortografia: sono presenti errori ortografici? (per individuarli è consigliabile
rileggere un’ultima volta il tema “al contrario”, cioè parola per parola,
cominciando dal fondo)

Ultimata la revisione e applicate le modifiche o correzioni necessarie, si può procedere


a trascrivere la versione definitiva in bella copia. Una volta riletta la bella copia, pre-
stando attenzione soprattutto agli errori ortografici e a eventuali refusi, il tema è finito e
lo si può consegnare.

SI
INVAL
1 VERO O FALSO
· Indica con una crocetta se le seguenti affermazioni sono vere
PER INIZIARE

[V] o false (F).


V F
1. Il tema è una forma di scrittura narrativa.

2. La traccia del tema contiene sempre un abbozzo


IL TESTO

di scaletta.
12

203

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LIVELLO 7 - Testualità

3. L’argomento dei temi può essere storico, letterario,


personale o di cultura generale.

4. È bene scrivere di getto cercando di essere il più


spontanei possibile.

5. Nella fase della progettazione, è altamente


consigliato costruire una scaletta.

6. Il tema dev’essere coerente dal punto di vista


tematico, cioè non deve andare “fuori tema”.

7. Durante la stesura non è più possibile modificare la


struttura fissata nella scaletta.

8. La sintassi può essere prevalentemente paratattica


o ipotattica: l’importante è che lo stile non sia
sciatto né inutilmente complesso e arzigogolato.

9. Se si è stati attenti durante la stesura, non è


necessario rileggere il tema.

10. Un buon tema si scrive subito in bella copia.

SI
INVAL
2 ANALIZZARE
· Per ciascuna delle seguenti tracce, indica a che tipologia
testuale andrà orientato prevalentemente il tema.

1. Il rapporto tra esseri umani e natura nella letteratura del


Romanticismo.

2. Ricordi il tuo primo giorno di scuola superiore? Raccontalo,


soffermandoti in particolar modo sulle tue aspettative e sulle
tue paure.

3. “La vita”, ha detto John Lennon, “è ciò che ci succede mentre


siamo occupati a fare progetti per il futuro”. Che cosa significa a
tuo parere quest’affermazione? Sei d’accordo?

4. Scegli il/la protagonista di uno dei romanzi che hai letto nel corso
dell’ultimo anno e descrivine dettagliatamente l’aspetto fisico, il
carattere e l’evoluzione nel corso della storia.
IL TESTO


12

204

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Unità 5 - Il tema scolastico

5. “La legge è uguale per tutti” recita la nostra Costituzione e si


legge a lettere cubitali in molti tribunali. Secondo te, questa
massima rispecchia la realtà?

6. Racconta la gita scolastica dell’anno scorso, ricapitolando i


momenti salienti delle visite culturali svolte e la quotidianità della
convivenza con i tuoi compagni.

SI
INVAL
3 RICONOSCERE
·· Seleziona i punti che sarebbe opportuno inserire in un’ipotetica
scaletta da far precedere allo svolgimento del seguente tema.

Come definiresti il fenomeno della moda nel campo


dell’abbigliamento? Si tratta di qualcosa di spontaneo, o piuttosto del
risultato di precise strategie commerciali? Quali credi siano i fattori
alla base del trionfo della moda? Tu ti senti coinvolto/a da questo
fenomeno?

1.  ontraddizione tra il desiderio di distinguersi e quello di


C
uniformarsi.

2.  e nuove tecnologie hanno cambiato il modo di esprimere i


L
sentimenti.

3.  on la caduta dei grandi sistemi di valori, l’umanità


C
è entrata in una fase di grande pluralismo e di fragilità
ideologica.

4. Dare un’immagine di sé: l’identità.

5.  on è un fenomeno davvero “popolare”: non tutti possono


N
permettersi di praticare sport costosi o di andare in vacanza
tutte le estati.

6.  reve storia dell’abbigliamento: quando i vestiti diventano


B
qualcosa di più che “mezzi per coprirsi”.

7. La moda è davvero a portata di tutti?

8. La vita umana si sta allungando sempre di più.

9. Le sfilate e i vestiti “investibili” delle passerelle.

10.  e tribù urbane: l’identificazione con un gruppo e con uno


L
IL TESTO

12 “stile”.

205

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LIVELLO 7 - Testualità

4 PRODURRE
·· Raccogli le idee sull’argomento proposto nella seguente traccia
e scrivi la scaletta preparatoria.

L’avvento di internet e delle reti sociali ha modificato radicalmente non


solo le nostre abitudini, ma anche il modo in cui pensiamo e in cui
interagiamo con gli altri. Quali sono, a tuo avviso, i vantaggi di questa
trasformazione e quali, invece, gli svantaggi? Predominano i vantaggi o
gli svantaggi? Porta argomenti validi a sostegno della tua tesi.

SI
INVAL
5 RICONOSCERE
·· Seleziona l’introduzione più appropriata per la traccia che
segue.

Che cos’è il razzismo? Fornisci una definizione di questo concetto e


sviluppala per mezzo di esempi tratti dalla storia e dall’attualità.

1. I o non sono razzista, ma vedo intorno a me molta


discriminazione per ragioni razziali, che non condivido. Una
volta una mia amica tunisina ha urtato inavvertitamente
un’altra ragazza alla fermata dell’autobus e quella ha iniziato a
gridarle insulti che non posso riprodurre qui. Gli insulti si
riferivano al colore della sua pelle.

2.  er esempio negli ultimi anni ci sono state numerose proteste


P
contro i centri di accoglienza per rifugiati e migranti, mentre ci
si sarebbe aspettati gesti di solidarietà verso chi fugge dal
proprio paese per guerre o miseria.

3.  nche gli italiani sono emigrati, soprattutto nelle Americhe, ma


A
non solo, in particolare all’inizio del Novecento. Avendo già
vissuto la condizione di migranti e profughi, gli italiani
dovrebbero comprenderla e mostrare solidarietà, non odio
o paura.
IL TESTO

12

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Unità 5 - Il tema scolastico

4. I l razzismo è un’ideologia, più o meno cosciente, basata sul


presupposto assurdo che esistano razze umane superiori e
razze umane inferiori. Questa teoria – spesso sfociata nella
pratica della discriminazione e della persecuzione – è nata
storicamente dalla paura e dal rifiuto di chi viene sentito come
“diverso”.

6 ANALIZZARE E TR ASFORMARE
··· + LE SS I CO
Il seguente tema non è soddisfacente e andrebbe riscritto.
Analizza i suoi difetti svolgendo le attività sottostanti.

Il fenomeno del bullismo: che cos’è e come può essere affrontato da


parte di studenti, genitori, insegnanti, istituzioni?

I l bullismo è un fenomeno molto attuale. La parola può


ingannare: “bullismo” infatti, non è semplicemente
l’atteggiamento di chi si comporta “da bullo”, ma la minaccia e
sopraffazione esercitata su persone considerate “più deboli” da
loro coetanei, o comunque loro pari, soprattutto in ambienti
giovanili, e in particolare a scuola.
Vittime del bullismo possono essere chiunque, te, io, il tuo
compagno di banco. Ci sono moltissimi motivi: perché si studia
troppo, perché si pensa che sono troppo grassi o troppo magre
rispetto a non si sa che standard, perché si studia molto o gli
piace la scuola, perché si è timidi, perché si è stranieri,
oppure, a causa di un determinato orientamento sessuale o di
idee diverse dalla maggioranza.
L’omofobia cioè l’avversione verso persone omosessuali,
bisessuali o transessuali, io non l’ho mai capita, è un problema
ancora tristemente presente nel nostro paese, dove gli
stereotipi, di come dovrebbero essere “un uomo” e una “donna”
faticano a modificarsi e a sparire, infatti solo la settimana
scorsa o dovuto assistere alla scena penosa di un ristoratore in
centro che “invitava gentilmente” due uomini sui cinquant’anni
che si erano dati un bacio, a uscire dal suo ristorante.
Il bullismo si esercita attraverso la violenza che può essere
fisica o psicologica. Per esempio, il bullo può menare la sua
vittima. Oppure può essere psicologica: ragazzini minacciati
per farsi dare dei soldi o per farsi fare dei favori. Ma,
comunque il bullismo si basa sull’umiliazzione della vittima,
che a volte non ce la fa proprio più, e a volte sbrocca e lo
IL TESTO

dice, cioè denuncia. Ma altre volte non ha il coraggio.


12

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LIVELLO 7 - Testualità

Perché il bullo, che spesso si muove in gruppo, si comportano


così? Difficile a dirsi. Molto spesso, i bulli sono ragazzi timidi,
insicuri anche se non sembra o soli ed emarginati, a loro volta
che hanno bisogno di aiuto. Se si comporta così, non sempre,
ma spesso è perché sta male e ha bisogno di affermare in
qualche modo la sua identità. I suoi atti di violenza sono, delle
volte, una richiesta di aiuto. Ma non è che questo vuol dire
che: li si deve giustificare.
La violenza, tutta la violenza, va condannata. Ha causato molte
tragedie nel corso della storia. Si pensi per esempio alla
persecuzione degli ebrei, alla violenza negli stadi e alla
conquista dell’America. Ma gli esempi sarebbero ancora molti.
Per concludere, credo che la radice del problema del bullismo è
che non c’è abbastanza inclusione sociale. Quindi, per
concludere, dovrebbe essercene di più.

1. Chi ha scritto il testo è uscito fuori tema due volte: identifica i 2


passaggi e sottolineali.

2. Le diverse parti del tema (introduzione, svolgimento, conclusione)


non sono ugualmente sviluppate. Una parte non viene sviluppata
quasi per nulla: . Un’altra,
invece, è ben concepita: .

3. Il testo non è coeso dal punto di vista morfosintattico.


Trascrivi qui sotto almeno 4 esempi di errati accordi grammaticali
e sintattici e uno di errato ordine delle parole.

4. L’uso della punteggiatura lascia alquanto a desiderare. Correggi,


direttamente sul testo, gli errori di punteggiatura più grossolani.

5. Nel tema sono presenti alcune ripetizioni, di parole, frasi o


concetti: cerchiale nel testo.

6. Il tema, come abbiamo visto, non è coerente dal punto di vista


strutturale (va due volte “fuori tema”), ma non lo è neanche dal
punto di vista stilistico. Trascrivi qui sotto le 2 parole non
uniformi rispetto al registro medio di partenza e sostituiscile con
termini più adeguati.


IL TESTO


12

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Unità 5 - Il tema scolastico

7. Nel testo sono presenti 2 gravi errori ortografici: trascrivili qui


e correggili.

8. Riscrivi il tema sul quaderno, colmando le sue lacune e


correggendo gli errori strutturali, sintattici e ortografici.

7 PRODURRE
·· Svolgi sul quaderno il tema di carattere narrativo proposto nella
seguente traccia.

U na volta, nel cuor dell’inverno, mentre i fiocchi di neve


cadevano dal cielo come piume, una regina cuciva, seduta
accanto a una finestra dalla cornice d’ebano.
E così, cucendo e alzando gli occhi per guardar la neve, si punse
un dito, e caddero nella neve tre gocce di sangue. Il rosso era
così bello su quel candore, ch’ella pensò: “Avessi una bambina
bianca come la neve, rossa come il sangue e dai capelli neri
come il legno della finestra!”. Poco dopo diede alla luce una
figlioletta bianca come la neve, rossa come il sangue e dai
capelli neri come l’ebano; e la chiamarono Biancaneve.
E quando nacque, la regina morì. Dopo un anno il re prese
un’altra moglie; era bella, ma superba e prepotente, e non
poteva sopportare che qualcuno la superasse in bellezza…

Quello che hai letto è il celebre incipit della fiaba Biancaneve dei
fratelli Grimm. Tutti sappiamo come continua la storia. Prova a
riscriverla, a partire da qui, modificando i ruoli dei personaggi e
quindi, necessariamente, la trama: Biancaneve sarà l’eroina attiva
della fiaba, i sette nani avranno il ruolo di antagonisti, il principe
sarà la vittima, passiva, dell’ingiustizia, e la Regina cattiva farà… da
aiutante.

8 PRODURRE
·· Svolgi sul quaderno il tema di carattere descrittivo proposto
nella seguente traccia.

Osserva le due illustrazioni che trovi qui di seguito: la prima riproduce


una scena simile a tante altre che avrai sicuramente visto in uno dei
nostri telegiornali e potrai facilmente capire qual è il soggetto; la
seconda ritrae due personaggi contemporanei, piuttosto famosi, che
IL TESTO

12
potresti riconoscere. Scegli una delle due illustrazioni e descrivila in

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LIVELLO 7 - Testualità

modo soggettivo. Hai la


massima libertà: puoi decidere
di inserire l’immagine
all’interno di una tua
esperienza personale, reale o
inventata, oppure puoi scrivere
una semplice descrizione di ciò
che vedi, imprimendole un
carattere soggettivo e
personale.

9 PRODURRE
· · · Scegli una delle seguenti tracce e svolgi sul quaderno il tema di
carattere espositivo proposto.
a. Sintetizza le vicende che portarono alla caduta dell’Impero romano
d’occidente ed esponi i fattori che la determinarono.

b. Esamina la funzione degli dèi e del Fato nei poemi omerici.

c. Nell’ultimo secolo, l’azione umana sull’ambiente ha provocato un


cambiamento climatico che si è sommato alla naturale variabilità
del clima. A questo proposito si parla, con allarme crescente, di
“riscaldamento globale”. Riassumi le principali cause del fenomeno
e gli scenari che si prospettano per il pianeta a meno di mettere in
atto un drastico cambio di rotta.

10 P R O D U R R E
· · · Svolgi sul quaderno il tema di carattere argomentativo proposto
nella seguente traccia.

La parola utopia, coniata nel XVI sec. da Thomas Moore, ha il


significato ambivalente di non-luogo (greco ou-tòpos) o di buon-luogo
(greco eu-tòpos). Essa può significare, infatti, “disegno di una società
ideale perfetta” o “speranza irrealizzabile, chimera, illusione”. Che
cos’è, per te, l’utopia? Rifletti sul concetto di “impossibile” e fai
esempi di fenomeni storici, sociali, politici, scientifici o tecnologici che
IL TESTO

a tuo parere possono essere considerati “utopie”.


12

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MAPPA
UNITÀ 5

IL TEMA

COMPONIMENTO SCRITTO NEL QUALE SI ESPONGONO FATTI, RIFLESSIONI,


IDEE RIGUARDO UN ARGOMENTO DATO

PER SCRIVERLO
È CONSIGLIABILE
DIVIDERE IL LAVORO IN FASI

lettura attenta della traccia, idee


PROGETTAZIONE
da sviluppare, con eventuale lista

SCALETTA idee annotate in ordine, con punti e sottopunti

in brutta copia, a partire dalla scaletta, diviso in


STESURA paragrafi, attenzione a coesione e coerenza,
introduzione e conclusione, registro medio-formale

REVISIONE FINALE

BELLA COPIA

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