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VOL. B
• COMUNICA ZIONE
• LESSICO
• TESTUALITÀ
L’assistenza online alle migliaia di utenti della community di Alatin Academy, Alatin Lyceum e Itaca
è coordinata da Denis Smaniotto. L’assistenza di Itaca è a cura di Zoe Martini.
Il coordinamento redazionale cartaceo e digitale è di Zoe Martini, che per la revisione dei testi si
è avvalsa dell’aiuto di Caterina Bertocchi, Matteo Boero, Denis Smaniotto, Alessandra Coppo.
I dati di utilizzo di Itaca relativi alle percentuali di errori degli argomenti sono stati estratti
(dicembre 2018) da Riccardo Magliocchetti.
Le illustrazioni del volume sono state realizzate da Adriano Allora e Giovanni Gentile su ispirazione
delle istruzioni IKEA, vero modello di immediatezza, semplicità e chiarezza.
Il font ad alta leggibilità usato è EasyReading®, la cui efficacia come strumento compensativo è
stata scientificamente accertata (http://www.easyreading.it/it/ricerche-scientifiche/).
I brani citati in questo libro sono riportati nel rispetto del diritto di citazione, sono infatti riportati a
scopo d’insegnamento, in una misura non rappresentativa della totalità di cui fanno parte e il loro
utilizzo non costituisce concorrenza all’utilizzazione dell’opera da cui sono tratti (nell’auspicio,
piuttosto, che la nostra menzione possa essere fonte di curiosità, di ricerca e di passione come è
stato per noi).
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potresti dover comprare una licenza online apposta direttamente su www.itaca.academy.
© Maieutical Labs S.R.L., Pinerolo/Torino Tutti i diritti riservati.
Prima stampa: gennaio 2019
presso la tipografia Vincenzo Bona di Torino.
I LIVELLI corrispondono
alle macroaree della
grammatica italiana.
Comunicazione Livello 7
Testualità Livello 6
Comunicazione
LessicoLivello 5
Comunicazione
Missione Missione
itaca.academy
itaca.academy
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12 IL TESTO
Testualità
Missione Cerca
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10 LA COMUNICAZIONE
Le UNITÀ corrispondono a
11 IL LESSICO itaca.academy Il testo e le sue caratteristiche:
coesione e coerenza
Comunicazione
Lessico
comunicazione,
Comunicazione
Tipologie testuali: testo descrittivo
La formazione delle
e testo parole
narrativo
i segni, obiettivi di apprendimento
10 itaca.academy
12
sull’indice online.
regolativo, testo espositivo,
La comunicazione, i segni,
10 testo
la lingua Il significato argomentativo
delle parole
Lessico
operative, in particolare 10 LA COMUNICAZIONE
Lessico
Il testo
Cerca
Testualità Testi che rielaborano altri testi:
il riassunto e la parafrasi
e leparole
sue caratteristiche:
LaLaformazione
formazione delledelle parole
il dettaglio sugli Comunicazione
eIl coerenza
coesione tema scolastico
11 Varietà dell'italiano
Tipologie testuali: testo
11 Varietà dell'italiano
argomenti sensibili, delleLa comunicazione, i segni,
descrittivo e testo narrativo
Il significato parole
12 10
la lingua
Tipologie testuali: testo
IlTestualità
significato delle
regolativo, parole
testo espositivo,
Missione Testualità
Tipologie testuali: testo
regolativo, testo espositivo,
Il testo e le sue caratteristiche:
testo argomentativo
coesione e coerenza
Ogni obiettivo di
12
2 Tipologie
LEZIONI SU
12Missione
IL TESTO testuali: testo
2http://itaca.academy
LEZIONI
descrittivo eSU testo narrativo
30’
apprendimento è corredato
30’
da due LEZIONI pratiche
http://itaca.academy
La comunicazione
La comunicazione (da communicare = “mettere in comune”) è la trasmissione di un
messaggio da qualcuno (detto “emittente”) a qualcun altro (detto “destinatario” o “rice-
vente”). Il concetto di comunicazione è molto ampio: non comprende soltanto la comu-
di cui sulla carta viene
Tipologie testuali: testo regolativo,
stimato.
cazione: per esempio, se in una situazione imbarazzante arrossiamo senza volerlo, il
nostro rossore può acquisire un significato per chi lo nota e per noi stessi, ma non costi-
falli
Gli elementi della comunicazione
immaginaria) a cui la comunicazione si riferisce
• il canale: il mezzo fisico attraverso cui avviene la trasmissione del messaggio.
%
confronta i risultati
esercitare con la media nazionale Nel caso di messaggi acustici e visivi, i canali sono l’aria e la luce; ma canali sono
anche i supporti materiali che impieghiamo per comunicare: il telefono, la carta,
• la tastiera di un computer ecc. Strettamente legati al canale sono anche i fattori
La comunicazione
• 3
ONLINE
La comunicazione
%
Le caratteristiche della parte online di Itaca, adattiva e autocorrettiva, ne fanno uno strumento versatile:
•
10
l’insegnante può scegliere di sviluppare le proprie lezioni partendo dalla spiegazione frontale in classe, per poi
proporre qualche esercizio su carta e infine assegnare una o più unità online per il lavoro a casa, ma può altresì
partire subito con il lavoro di gruppo sulla piattaforma, usando i risultati degli esercizi in tempo reale, in classe,
come spunto per la trattazione della teoria.
PER INIZIARE
PER INIZIARE
PER INIZIARE
comunicativo.
comunicativo
a. comunicativo
b.
e per iniziare a. a. b. b.
alla prova INVALSI.
a lavorare insieme. c. d.
e. f.
c. c. d. d.
2 ANALIZZARE
·· Completa la seguente tabella inserendo elementi della
comunicazione plausibili.
“Si avvisano i
e. gentili viaggia- e. f. f.
tori che il treno
regionale delle
informare
7:54 arriverà
con un ritardo
previsto di 10
minuti.”
lezione
insegnante
scolastica
potenziali
2 A N A L 2I ZAZ NA AR LE I Z Z A R E
consumatori
La comunicazione
·· · Unità
· 2 - Tipologie testuali testo descrittivo e testo
ragazza elementi
narrativodella
elementi della
Unità 3 - Il significato delle parole
10 comunicazione
comunicazione
Qualche spunto in più per OSSERVO 5
•
Unità 2 - Varietà dell’italiano
Unità 2 - Varietà dell’italiano Unità 3 - Il significato delle parole Unità 2 - Tipologie testuali testo descrittivo e testo narrativo
II PRIMI
PRIMI DOCUMENTI SCRITTI INSecondoVOLGARE
APPROFONDIAMO
APPROFONDIAMO
ITALIANO
DOCUMENTI SCRITTI IN VOLGARE questa accezione di campo semantico, che ci sembra la più appropriata, una OSSERVO Praga è la capitale della Repubblica Ceca e una delle mete più ambite dell’est
ITALIANO parola di partenza come sport darebbe origine a un campo semantico di questo tipo:
Il primo documento scritto che si conosca in volgare “italiano” è il cosiddetto Indovi-
SPORT Europa, insieme a Budapest e Zagabria. Costruita intorno al fiume Moldava, è
immersa in un’atmosfera magica e suggestiva che attira ogni anno migliaia di turisti.
nello veronese, l’annotazione che un copista vergò sul margine di una pergamena La città si divide in due parti: Novo Mesto, la città nuova, e Stari Mesto, la città
DERIVATI vecchia. Nella città vecchia si trova il quartiere di Malá Strana, in ceco “piccola
spagnola giunta a Verona, probabilmente nell’VIII sec. d.C. L’appunto, scritto in una
sportivo, parte”, diviso in due dalla chiesa di San Nicola, e dominato dall’imponente castello.
lingua ancora simile al latino ma che non è più considerabile latino, è una metafora
sportivamente
La comunicazione
La comunicazione
della scrittura stessa. Dice: Oggi questo quartiere è famoso per i suoi caffè e i suoi artisti, ma Malá Strana è
IPONIMI OGGETTI
OSSERVO
palla, pallone, rete, anche il quartiere delle ambasciate di molte nazioni del mondo che hanno sede nei
Se pareba boves, alba pratàlia aràba pallavolo, calcio,
canestro, bicicletta, bei palazzi barocchi di Via Nerudova. [ordine logico, dalla visione d’insieme ai
et albo versòrio teneba, et negro sèmen seminaba nuoto, pallacanestro,
guantoni ecc. dettagli]
tennis, ciclismo ecc.
Cioè: • spaziale, tracciando un “itinerario” determinato: dall’alto al basso, dal basso in alto,
Spingeva avanti i buoi (= metaforicamente: le dita) da destra a sinistra ecc. Quest’ordine è influenzato dalla prospettiva adottata, cioè
arava bianchi prati (= la carta)
teneva un bianco aratro (= la penna per scrivere)
e seminava nero seme (= l’inchiostro)
SINONIMI
attività fisica,
esercizio 10 SPORT
10
PERSONE
squadra, compagni,
allenatore, arbitro
ecc.
dal punto di osservazione dal quale si sceglie di descrivere qualcuno o qualcosa.
Non sempre, infatti, il punto di osservazione è frontale e statico. Esso può trovarsi in
basso rispetto all’oggetto della descrizione, in alto, di lato, e può muoversi in modo
ordinato, passando da una parte all’altra, o in modo “disordinato”, saltando da un
Per ricapitolare
i passaggi
Altro documento in volgare dell’epoca è la cosiddetta Carta di Capua, datata 960 d.C.,
dettaglio all’altro come una cinepresa che cambi continuamente inquadratura:
la più celebre di una serie di testimonianze giurate relative alla proprietà di alcuni
fondi contesi tra il monastero di Montecassino e il nobile Rodelgrimo d’Aquino: OSSERVO Da dove ci trovavamo potevamo abbracciare con lo sguardo l’intera vallata. In
AZIONI LUOGHI basso, sotto di noi, il ruscello scorreva sottile, sparendo a tratti all’interno delle
Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte Sancti
correre, saltare, campo, piscina, macchie di vegetazione. Più avanti, i boschi si diradavano, inghiottiti dal grigio delle
impegnativi.
Benedicti.
allenarsi, battere, palestra, circuito, pietraie e, più su, nel bianco sporco dei ghiacci perenni. In lontananza, si estendeva
Cioè: calciare, tirare, spogliatoio ecc. una distesa di vette aguzze come cocci di bottiglia e, dietro, il mare azzurro delle
OBIETTIVI/VALORI nubi che galleggiavano sulla cordigliera. [prospettiva dall’alto, ordine spaziale, dal
So che quelle terre, entro quei confini di cui qui si parla, le ha possedute per divertimento, basso verso l’alto e da vicino a lontano]
trent’anni l’abbazia di San Benedetto. competizione,
vittoria, gioco di
FACCIAMO IL PUNTO
squadra, sfida ecc.
Con il passare del tempo, il volgare cominciò a essere impiegato anche come lingua FACCIAMO IL PUNTO
della poesia e della cultura. I primi esempi di letteratura in volgare sono il Cantico delle
creature (1224) di San Francesco d’Assisi, in volgare umbro, e le poesie della scuola sici- Per scrivere un testo descrittivo
ATTENZIONE CAMPO SEMANTICO O FAMIGLIA DI PAROLE?
liana, in volgare siciliano, composte sul modello della lirica d’amore francese dai poeti
ATTENZIONE CAMPO SEMANTICO O FAMIGLIA DI1.PAROLE?
Per non perdersi
1. metti a fuoco mentalmente ciò che vuoi descrivere (persona,
che gravitavano intorno alla corte di Federico II di Svevia. Come si può vedere nei fram-
Attenzione a non confondere il campo semantico con la famiglia di paro- animale, luogo, situazione) e decidi quale scopo vuoi raggiungere
menti sottostanti, si tratta di due lingue molto diverse l’una dall’altra, e ancora piuttosto
le (o famiglia lessicale, vedi M11_U1), cioè l’insieme di tutte le parole con la descrizione (informare, esprimere, persuadere)
distanti dall’italiano moderno:
derivate, alterate, composte e in qualche caso abbreviate a partire da una 2. stabilisci se la descrizione sarà oggettiva o soggettiva
stessa radice. Osserva:
informazioni
Altissimu, onnipotente, bon Signore, 3. scegli un ordine per la descrizione (logico o spaziale) e una
tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione.
musica M11_U1 prospettiva
Ad te solo, Altissimo, se konfano,
et nullu homo ène dignu te mentovare. campo semantico: melodia, armonia, strumento, note, ritmo, cantare, 2. 4. individua gli elementi sui quali concentrarti e i sensi coinvolti
ballare ecc.
importanti.
Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature, 5. impiega una sintassi piana e lineare
spetialmente messor lo frate sole, famiglia di parole: musicista, musichetta, musicoterapia, musicologo ecc. 3. 6. impiega preferibilmente l’indicativo presente (decrizione al
lo qual’è iorno, et allumini noi per lui. presente) o l’indicativo imperfetto (descrizione al passato)
San Francesco d’Assisi, dal Cantico delle creature, Mario Bertin (a cura di), La solidarietà semantica 7. evita ripetizioni, utilizzando sinonimi e perifrasi
85 129
47
7.
La solidarietà semantica 8.
10.
il lessico
MAPPA
le
11 MAPPE concettuali alla fine di
12
UNITÀ 1
UNITÀ 1
QUANDO UN
il lessico
11
INDIRIZZATO
EMITTENTE A UN DESTINATARIO
EMETTE UN
EMESSO
Tutti i contenuti
IN UN CONTESTO
LINGUISTICO
MESSAGGIO
contraddistinti dall’icona
EXTRALINGUISTICO
(SITUAZIONALE E
CULTURALE)
CHE SI
15
IV
La campanella
L’indice online è
contraddistingue gli
composto
obiettivi assegnati
da obiettivi di
dal docente.
apprendimento.
La scheda teorica
è sempre a portata di clic.
Il tasto Controlla
serve a confermare
la propria risposta.
In caso di risposta
sbagliata, il tasto
Altre soluzioni,
quando c’è, serve per
controllare tutte le
varianti di risposta
previste.
VI
VII
Itaca online V
Livello 5
Comunicazione
10 LA COMUNICAZIONE
La comunicazione 3
•• Gli elementi della comunicazione 3
ESERCIZI - PER INIZIARE 5
Un universo di segni 7
•• Tipi di segni 8
ESERCIZI - PER INIZIARE 8
Il codice 9
I linguaggi e la lingua 9
Comunicare in modo efficace 10
•• Gli scopi della comunicazione 10
•• Le caratteristiche del destinatario 11
•• La situazione comunicativa 11
ESERCIZI - PER INIZIARE 12
MAPPE 15 - 16 - 18
Livello 6
Lessico
11 IL LESSICO
UNITÀ 1 La formazione delle parole 21
Le parole e il lessico 21
La struttura delle parole 21
VIII
MAPPA 44
Storia dell’italiano 46
•• Dal latino alle lingue neolatine 46
•• La nascita dei volgari italiani 46
•• L’affermazione del volgare fiorentino 48
•• L’unificazione linguistica 48
Lingua e dialetto 48
I dialetti italiani 49
Gli italiani regionali 49
ESERCIZI - PER INIZIARE 50
Le parole dell’italiano 51
•• L’eredità latina 51
ESERCIZI - PER INIZIARE 52
•• Prestiti 53
ESERCIZI - PER INIZIARE 55
•• Regionalismi e dialettismi 56
•• Neologismi 56
ESERCIZI - PER INIZIARE 57
IX
MAPPE 64 - 65 - 66
MAPPE 88 - 90 - 92
Livello 7
Testualità
12 IL TESTO
MAPPA 120
XI
•• La cronaca 140
ESERCIZI - PER INIZIARE 142
Il riassunto 174
•• Come si fa un riassunto 174
ESERCIZI - PER INIZIARE 178
La parafrasi 187
•• Come si fa una parafrasi 187
ESERCIZI - PER INIZIARE 189
Il tema 198
•• I diversi tipi di tema 198
•• Come si fa un tema 200
La progettazione 200
La stesura 202
La revisione 203
ESERCIZI - PER INIZIARE 203
MAPPA 211
XII
Comunicazione
Missione itaca.academy
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10 LA COMUNICAZIONE
Comunicazione
La comunicazione, i segni,
10
la lingua
Lessico
11 Varietà dell'italiano
Testualità
10 LA COMUNICAZIONE
RISORSE esercizi
Cartaceo 8
parti lezione frontale Unità online 87
da dove Verifiche online 15
vuoi unità online
Itaca papers 20
falli
%
confronta i risultati
esercitare con la media nazionale
online
scegli
la tua verifica su carta
SI
INVAL
1 RICONOSCERE
· Tra i casi proposti, seleziona quelli che costituiscono un atto
PER INIZIARE
comunicativo.
a. b.
c. d.
e. f.
2 ANALIZZARE
·· Completa la seguente tabella inserendo elementi della
comunicazione plausibili.
“Si avvisano i
gentili viaggia-
tori che il treno
regionale delle
informare
7:54 arriverà
con un ritardo
previsto di 10
minuti.”
lezione
insegnante
scolastica
potenziali
consumatori
La comunicazione
ragazza
10
SI
INVAL
3 ANALIZZARE
· · · Scrivi il significato possibile dei messaggi dati nei diversi
contesti, come nell’esempio.
1. “Complimenti!”
→ significato:
→ significato:
→ significato:
→ significato:
3. “Ragazze, svegliatevi!”
→ significato:
→ significato:
La comunicazione
→ significato:
→ significato:
Un universo di segni
I messaggi che trasmettiamo e riceviamo quando comunichiamo sono costituiti da se-
gni. Ma segni non sono soltanto gli elementi che utilizziamo per comunicare. Più in
generale, un segno è “qualcosa che sta per qualcos’altro”: un elemento percepibile attra-
verso i sensi (detto significante) che rimanda a un concetto, a un’immagine mentale
(detta significato). Sono segni i gesti di saluto, le parole, i segnali stradali, il calare della
luce alla fine del giorno, uno sbadiglio ecc. Tutti questi elementi materiali rimandano
infatti a un contenuto dotato di significato: la luce rossa del semaforo indica che dobbia-
mo fermarci, uno sbadiglio può significare sonno o noia, un abbraccio esprime general-
mente vicinanza e affetto ecc.
Alcuni segni sono artificiali e volontari, e costituiscono la base della comunicazione;
altri sono naturali e involontari, quindi privi di intenzione comunicativa: si pensi per
esempio all’addensarsi delle nuvole che preannuncia pioggia, al fumo in lontananza che
indica la presenza di un incendio, a un tic nervoso che può denotare agitazione ecc.
Questi fenomeni, tuttavia, non sono segni di per sé: per essere tale, un segno ha bisogno
di essere segno di qualcosa per qualcuno, ovvero per un essere in grado di percepirlo e
interpretarlo.
Noi esseri umani, come e più degli altri animali, viviamo letteralmente immersi in un
universo di segni: ne riceviamo, interpretiamo e produciamo in continuazione, spesso
senza neanche rendercene conto. Si possono distinguere segni di vario tipo, tra volonta-
ri e involontari.
TIPI DI SEGNI
esempio significato
segni visivi un cartello stradale di non si può passare
divieto di transito
rossore sulle guance di imbarazzo
qualcuno
segni acustici il suono del campanello c’è qualcuno alla porta
Tipi di segni
I segni possono essere distinti in:
• indici: segni generalmente naturali e involontari, direttamente causati dal loro
oggetto: il fumo di un incendio, la stella polare indicante il Nord ecc.
• icone: segni caratterizzati da una forte somiglianza con ciò che rappresentano. Si
pensi per esempio al cartello che avvisa del pericolo di caduta massi per mezzo di
un’immagine stilizzata di rocce che cadono da una parete, al disegno di una casa,
che suggerisce ciò che rappresenta riproducendolo graficamente, o a
un’onomatopea, che riproduce per mezzo di lettere un suono determinato
• simboli: segni che non assomigliano all’oggetto rappresentato, arbitrari, frutto di
una convenzione all’interno di una data comunità. In questa categoria rientra la
maggior parte dei segni artificiali e volontari che produciamo e decodifichiamo
nella nostra vita quotidiana, tra cui i numeri, le note musicali, le parole
SI
INVAL
4 ABBINARE
· Abbina i segni della colonna di sinistra al loro significato nella
PER INIZIARE
colonna di destra.
1. Suono dell’antifurto di a. “Laggiù c’è un temporale”
una casa
b. “Ciao”, “a presto”,
2. Luce accesa “coraggio, fatti forza”
intermittente della ecc.
freccia destra di un
veicolo c. “Silenzio!”
10
SI
INVAL
5 ANALIZZARE
·· Indica se i seguenti segni sono icone [IC], indici [IN]
o simboli [S].
1. IC IN S 2. IC IN S
3. IC IN S 4. IC IN S
5. IC IN S 6. IC IN S
EVVIVA!
Il codice
Il codice è un sistema convenzionale di segni e delle regole che presiedono al loro fun-
zionamento. Come abbiamo visto, si tratta di uno degli elementi fondamentali della
comunicazione: affinché questa abbia luogo, è necessario che l’emittente e il ricevente
condividano, almeno in linea generale, lo stesso codice, in modo che l’emittente possa
codificare il messaggio, cioè elaborarlo a partire dal sistema di riferimento, e il riceven-
te possa decodificarlo, ovvero comprenderlo e interpretarlo.
Tra i codici più usati troviamo per esempio il codice musicale, quello numerico decima-
le, il codice Morse e, naturalmente, la lingua (italiano, russo, arabo ecc.), costituita dai
segni linguistici e dalla grammatica che li governa.
I linguaggi e la lingua
La comunicazione
In generale il linguaggio può essere definito come la facoltà, comune agli esseri umani e
ad altre specie animali, di comunicare per mezzo di codici. Più nello specifico, i linguag-
gi possono essere verbali o non verbali.
10
Si dicono non verbali i linguaggi, usati dagli esseri umani e dagli animali, nei quali non
ci si serve di parole per comunicare. Si pensi per esempio al canto delle balene, alle co-
lorazioni assunte da numerose specie di uccelli per scopi determinati o alla tendenza dei
cani a marcare il territorio per comunicare con i propri simili.
Tra i linguaggi non verbali più usati dagli esseri umani troviamo il linguaggio gestuale
(posizione del corpo, movimenti delle mani, distanza dall’interlocutore ecc.) e quello
mimico (espressioni del volto e sguardo). Altri esempi di linguaggio non verbale umano
sono quello rappresentato dal codice iconico della segnaletica stradale, quello musicale
e quello numerico.
Con alcune eccezioni, i codici in cui si articolano i linguaggi non verbali tendono a es-
sere poveri, costituiti da pochi segni e poche regole: sono quindi in grado di trasmettere
un numero limitato di messaggi e non sempre in modo chiaro.
Al contrario il linguaggio verbale, cioè il linguaggio basato sulle parole, permette di
esprimere messaggi anche molto complessi, adatti a qualunque scopo, situazione, stato
d’animo. Prerogativa dei soli esseri umani, il linguaggio verbale è uno strumento al con-
tempo straordinariamente ricco ed economico: esso è strutturato in modo da esprimere
significati potenzialmente infiniti a partire da un numero ridotto di segni.
Il linguaggio si basa sui segni linguistici e si realizza nelle diverse lingue, parlate dalle
varie comunità umane nelle diverse epoche e in punti distinti del pianeta: cinese, spa-
gnolo, italiano, serbo, latino ecc. Queste lingue vengono definite:
• storiche: perché sono il risultato di una lenta evoluzione attraverso il tempo
• naturali: perché i parlanti le hanno elaborate in modo spontaneo, non “a tavolino”,
come accade invece per le lingue artificiali (per es. l’esperanto)
10
i riceventi. In entrambi i casi è importante tener presente che lo scopo concorre a deter-
minare il testo stesso: ne orienta il linguaggio, la struttura, il contenuto.
Gli scopi di un testo possono essere i più vari: ottenere un’informazione, prendersi gioco
del destinatario, metterlo a proprio agio, suscitare il riso, attirare l’attenzione sull’emittente,
consolare qualcuno ecc. A volte lo scopo della comunicazione è manifesto; in altri casi
invece è più difficile da riconoscere, perché non è espresso chiaramente o non è univoco.
Oltre a uno scopo esplicito, infatti, gli atti comunicativi possono avere uno o più scopi
impliciti. Per esempio la frase “Brrr, che freddo!”, il cui scopo esplicito è quello di espri-
mere una sensazione, in un determinato contesto (per es.: cena in salotto con finestra
spalancata), può avere lo scopo implicito di indurre qualcuno dei presenti a chiudere la
finestra. Allo stesso modo, una domanda come “Ma non ti vergogni?” ha come scopo
implicito l’espressione di un’opinione (“Dovresti vergognarti”) e il messaggio di uno spot
pubblicitario (per es. “Lo shampoo Tal dei Tali dà brillantezza ai tuoi capelli”) ha lo
scopo implicito di persuaderci ad acquistare un determinato prodotto. Individuare lo
scopo esplicito ed eventuali scopi impliciti di un testo costituisce uno dei passaggi fon-
damentali della sua comprensione e interpretazione.
La situazione comunicativa
Anche la situazione comunicativa influisce in modo determinante sulla forma del mes-
saggio. Il modo in cui si comunica per esempio nel corso di una lezione, in una conver-
sazione via chat o in un’aula di tribunale è necessariamente diverso: alcuni contesti sono
La comunicazione
11
impiegare un registro aulico e colto, così come non è raccomandabile, nel corso dell’esa-
me di maturità, rivolgersi all’ispettore in un registro basso e gergale. Naturalmente i
registri previsti per i diversi contesti possono essere sovvertiti per vari scopi (per esem-
pio impiegando un linguaggio iperformale in un contesto familiare, per ridere, o un
linguaggio molto basso, in un contesto formale, per provocare il destinatario). Ciò che
conta, in ogni caso, è padroneggiare i registri previsti dalle diverse situazioni per poter-
ne scegliere uno adatto ai nostri scopi in modo consapevole.
Anche il tono ha un’importanza fondamentale affinché la comunicazione vada a buon
fine: se chiedo un favore a qualcuno in un tono aggressivo e minaccioso, difficilmente
otterrò ciò che desidero, e se difendo un’opinione con argomenti solidi ma nel farlo im-
piego un tono ironico o canzonatorio, la mia argomentazione perderà probabilmente di
credibilità.
Da tutto quel che si è detto emerge che nella comunicazione conta “l’io”, ma ancora di
più conta “l’altro”: la persona con cui parlo, il pubblico a cui mi rivolgo, il contesto in cui
mi trovo, con i suoi codici e i suoi usi. Lungi dall’essere una mera operazione linguistica,
infatti, la comunicazione è sempre un fatto sociale, che coinvolge necessariamente al-
meno due persone.
Per comunicare attraverso la lingua in modo efficace non basta quindi esprimersi in
modo grammaticalmente corretto: occorre tener conto di tutte le variabili che abbiamo
esaminato (a chi si parla/scrive, dove, in che contesto, con che scopo, attraverso che ca-
nale) e in base a esse costruire il messaggio che vogliamo trasmettere. Questa operazio-
ne avviene spesso senza che ce ne rendiamo conto: difficilmente rivolgendoci a un ca-
meriere in un ristorante ci verrebbe in mente di dire una frase come “Questo vino fa
schifo forte, ma dove l’avete preso?” o come “Fossi in Lei stapperei un’altra bottiglia, e di
corsa, essendo questa a dir poco imbevibile”. Diremmo invece, senza stare a rifletterci
troppo, qualcosa come “Sarebbe così gentile da portarci un’altra bottiglia? Temo che
questa sappia di tappo”.
Non sempre, tuttavia, la costruzione del messaggio in base alle diverse variabili è sem-
plice e immediata. Soprattutto in testi complessi, in particolare se scritti, comunicare
bene è un’abilità che va appresa mediante la riflessione e la pratica, e che attraverso la
riflessione e la pratica può essere resa sempre più agile e “naturale”.
6 ANALIZZARE
· Per ogni messaggio indica lo scopo esplicito e quello implicito.
PER INIZIARE
• s. imp.:
• s. imp.:
10
12
• s. imp.:
• s. imp.:
• s. imp.:
SI
INVAL
7 ANALIZZARE
·· Tra i messaggi dati, seleziona quelli adatti allo scopo, al
destinatario, al contesto, e riscrivi quelli che invece non sono
adatti, come nell’esempio.
ADATTO
Es. “Questa gonna ti sta malissimo!”
• destinatario: amica
• contesto: spogliatoio di un negozio di abbigliamento
→
2. “Si avvisa la gentile clientela che il ristorante rimarrà
chiuso per ferie fino al 6 gennaio.”
La comunicazione
• destinatario: passanti
• contesto: avviso sulla porta
→
10
13
→
4. “PESSIMISMO: tendenza a vedere tutto nero e a pensare
che la vita è uno schifo e che tutto va sempre
a finire male.”
• destinatario: pubblico generale
• contesto: dizionario
→
8 PRODURRE
· · · Per ogni situazione, scrivi un messaggio adatto.
Es. emittente: mister della squadra • destinatario: giocatori •
scopo: incoraggiare • contesto: discorso prima della partita
→ messaggio: “Forza ragazzi! Gioco di squadra e
determinazione!”
giornale radio
→ messaggio:
10
14
LA COMUNICAZIONE
QUANDO UN
INDIRIZZATO
EMITTENTE A UN DESTINATARIO
EMETTE UN
EMESSO
IN UN CONTESTO
LINGUISTICO
MESSAGGIO
EXTRALINGUISTICO
(SITUAZIONALE E
CULTURALE)
CHE SI
RIFERISCE
A UN EMESSO
CANALE
ATTRAVERSO UN
ESPRESSO
REFERENTE CODICE
CON UN
15
IL SEGNO
SIGNIFICANTE ARTIFICIALE
(ELEMENTO PERCEPIBILE E VOLONTARIO
ATTRAVERSO I SENSI)
E NATURALE
E INVOLONTARIO
SIGNIFICATO
(CONCETTO A CUI RIMANDA
IL SIGNIFICANTE)
16
VISIVO UN INDICE
ACUSTICO
UN’ICONA
TATTILE
cartello pericolo caduta massi,
onomatopee ecc.
OLFATTIVO/
GUSTATIVO
UN SIMBOLO
17
IL CODICE
SERVE PER
CODIFICARE DECODIFICARE
(= ELABORARE) UN MESSAGGIO (= COMPRENDERE) UN MESSAGGIO
IL LINGUAGGIO
PUÒ ESSERE
SI REALIZZA
VERBALE LINGUA
NELLA
LA COMUNICAZIONE EFFICACE
SCOPO
TONO
DESTINATARIO INSIEME
DEFINISCONO
REGISTRO
SITUAZIONE
COMUNICATIVA
18
Lessico
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11 IL LESSICO
Lessico
11 Varietà dell'italiano
Testualità
11 IL LESSICO
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Il lessico è l’insieme delle parole di una determinata lingua. Si tratta di un insieme aperto e
in continua evoluzione: nel corso del tempo infatti i parlanti possono creare parole nuove,
per definire nuovi concetti o per ridefinire concetti già noti (bullizzare, petaloso, antieuro-
peismo, autostima ecc.); altre parole possono essere importate da altre lingue (link, prêt-à-
porter, wok, siesta); altre ancora possono modificarsi, nella forma (melancolia → malinco-
nia) o nel significato (collaudare oggi indica l’eseguire prove per verificare i requisiti di
un’apparecchiatura, una costruzione ecc., ma fino al Settecento significava “lodare”); altre
parole, infine, possono cadere in disuso (buonamano: mancia; atro: scuro).
21
RADICE
contiene il significato
gatt- fondamentale: animale
domestico, mammifero ecc.
GATTO +
DESINENZA
fornisce informazioni
-o grammaticali: in questo
caso il genere (maschile) e il
numero (singolare)
SI
INVAL
1 RICONOSCERE E ANALIZZARE
· In ognuna delle seguenti parole, sottolinea la radice e cerchia la
PER INIZIARE
• saluti: • dorme:
• nessuna: • tiepido:
• lettere: • gentile:
• scàppino: • quello:
il lessico
• bottoni: • degna:
11
22
2 RICONOSCERE
·· Tra le parole date, cerchia quelle primitive.
fissazione • bluastro • linea • bere • bassezza • caporeparto •
fioritura • manine • rugiada • cura • terracotta • veloce • ginocchio •
intimità • disobbedienza • fornello • estasi
La derivazione
In italiano la derivazione è il meccanismo di formazione delle parole più produtti-
vo. Consiste nell’aggiungere a una parola di base un elemento modificatore detto
prefisso quando è posto prima della base, e suffisso quando è posto dopo, e in al-
cuni casi un prefisso e un suffisso. La parola derivata che si genera è legata alla pa-
rola di partenza da un tratto semantico (cioè relativo al significato) fondamentale,
ma ha un significato diverso. Osserva gli esempi:
cortese → scortese: s - cortes - e (= il contrario di cortese)
prefisso base desinenza
acqua → acquerello: acqu - erell - o (= pittura con colori diluiti con acqua)
base suffisso desinenza
I suffissi possono essere aggiunti a nomi, aggettivi, verbi e in alcuni casi ad avverbi, e la
parola derivata può appartenere alla medesima categoria grammaticale della parola di
base o a un’altra. Per esempio, da un nome può derivare un altro nome (scacco → scac-
chiera), ma da un nome possono anche derivare un aggettivo (coraggio → coraggioso),
un verbo (alba → albeggiare), un avverbio (gatto → gattoni); da un aggettivo possono
derivare un nome (bello → bellezza), un verbo (vivace → vivacizzare), un avverbio (in-
tenso → intensamente) ecc.
In alcuni casi, la formazione della parola derivata provoca alcune modifiche nella radi-
ce: nuovo → novità (si perde il dittongo uo nella radice); parco → parcheggiare (si ag-
giunge una h alla radice per mantenere il suono duro della c) ecc.
Alcuni nomi derivati sono detti “a suffisso zero” perché si formano, a partire da ver-
il lessico
anarchismo, Surrealismo
aggettivi, da verbi o da
11 avverbi)
24
25
I prefissi possono essere aggiunti a nomi, aggettivi, verbi e in alcuni casi ad avverbi. La
parola derivata tramite prefisso appartiene sempre alla stessa categoria grammaticale
della parola da cui deriva. Ciò significa che da un nome può derivare solo un altro nome
(informazione → disinformazione), da un aggettivo un altro aggettivo (cortese → scorte-
se), da un un verbo un altro verbo (stabilizzare → destabilizzare). Anche i prefissi, come
i suffissi, sono portatori di un significato o una gamma di significati.
26
a- (terra) atterrare
(la consonante seguente
(rosso) arrossire, (bello) abbellire
raddoppia)
de-, di-, dis- (classe) declassare, (bosco) disboscare
in- (fastidio) infastidire, (grande) ingrandire,
(davanti a (languido) illanguidire, (barca) imbarcare, (rigido) irrigidirsi
l: il-
b, m, p: im-
r: ir-)
ra- (triste) rattristare, (vivo) ravvivare, (toppa) rattoppare
(la consonante seguente
raddoppia)
rin- (casa) rincasare, (giovane) ringiovanire
s- (vite) svitare, (bianco) sbiancare
tra- / tras- (secolo) trasecolare, (bordo) trasbordare
SI
INVAL
3 ANALIZZARE
·· Indica se le seguenti parole sono derivate mediante suffisso [S],
PER INIZIARE
• subaffitto [ ]
11
27
4 PRODURRE + LESSICO
·· Per ogni parola data, scrivi il maggior numero possibile di
derivati (dalla parola primitiva o da parole derivate), mediante
prefisso, suffisso o entrambi, come nell’esempio.
Es. ragione: ragionare, ragioniere, ragionevole, ragionevolezza,
sragionare, irragionevole, ragionevolmente, ragionamento
1. freddo:
2. scontrare:
3. coordinare:
4. agio:
5. timido:
6. corte:
SI
INVAL
5 COMPLETARE + LESSICO
·· Completa le frasi sottolineando il derivato corretto. Attenzione:
in alcuni casi l’opzione errata è una parola inesistente, in altri
esiste ma ha un significato non adatto al contesto.
28
SI
INVAL
6 TR ASFORMARE E ANALIZZARE
·· Forma i derivati delle parole date concordi con la definizione tra
parentesi, poi indica se hai impiegato un prefisso [P], un suffisso
[S], una desinenza [D] o un prefisso e una desinenza [PD], come
nell’esempio.
P S D PD
Es. adorno → disadorno (il contrario di adorno)
1. sfacciato →
(nome: qualità astratta: essere sfacciati)
2. nervoso →
(verbo: rendere nervoso)
3. sociale →
(agg.: il contrario di sociale)
4. azione →
(nome: azione reciproca tra cose/persone)
5. deplorare →
(agg.: che merita di essere deplorato)
6. conforme →
(nome: la tendenza a conformarsi)
7. conforme →
(nome: la tendenza opposta)
8. base →
(verbo: collocare su una base)
9. contento →
(nome: essere contenti)
10. contento →
(nome: il sentimento opposto)
11. gatto →
(avverbio: a quattro zampe)
12. freddo →
(verbo: far diventare freddo)
13. freddo →
(nome: diminuzione della temperatura)
14. superficie →
(agg.: di superficie)
15. superficie →
il lessico
29
L’alterazione
L’alterazione è un tipo particolare di derivazione che consiste nell’aggiunta alla parola di
base di suffissi alterativi, cioè di suffissi che non modificano completamente il significa-
to della parola bensì lo alterano introducendo una particolare sfumatura di significato.
Generano molti nomi, come macchina → macchinone, diversi aggettivi, come bello →
bellino, alcuni avverbi, come male → malaccio (vedi rispettivamente M2_U3, U6 e M5_U1)
e alcuni verbi, come fischiare → fischiettare.
SUFFISSI ALTERATIVI
La scelta del suffisso per le singole parole dipende dall’uso (per es. come diminutivi di
bacio si impiegano bacino o bacetto, non *bacello) e la sfumatura di significato della
parola alterata può variare molto a seconda del contesto. Spesso, per esempio, i diminu-
tivi contengono anche una sfumatura vezzeggiativa, di affetto e tenerezza, ma alcuni, in
determinati contesti, possono essere impiegati in senso dispregiativo (un omino qualun-
que); allo stesso modo un suffisso peggiorativo può essere connotato in senso positivo
(Che colpaccio!) o un suffisso accrescitivo può esprimere un significato vezzeggiativo (il
mio fratellone).
Dal punto di vista grammaticale va ricordato che:
• alcune parole ammettono suffissi diminutivi “doppi”: libro → libretto → librettino;
pazzo → pazzerello → pazzerellone
• alcuni nomi femminili danno origine ad accrescitivi di genere maschile: donna →
donnone; porta → portone ecc.
• alcuni alterati hanno assunto nel tempo un significato autonomo rispetto alla parola
di partenza, per cui vengono considerati derivati, non alterati: fumo → fumetto;
spago → spaghetto; posta → postino ecc. Altri nomi invece presentano terminazioni
il lessico
30
I verbi alterati sono molto pochi e appartengono tutti alla prima coniugazione, indi-
pendentemente dalla coniugazione del verbo di base (dormire → dormicchiare). Si for-
mano con alcuni suffissi che esprimono generalmente una sfumatura attenuativa o peg-
giorativa.
SI
INVAL
7 COMPLETARE E ANALIZZARE
· Completa le seguenti frasi con le parole alterate appropriate, poi
PER INIZIARE
2. Un pessimo carattere è un
.
5. Un albero piccolo è un .
7. Il cucciolo di lupo è un .
.
11
31
SI
INVAL
8 RICONOSCERE
·· Nella seguente lista sono presenti cinque falsi alterati:
individuali e sbarrali.
partaccia • limone • brodino • furbetto • pulcino • amicone •
grigiastro • ossicino • aquilone • focaccia • pinzetta • paffutello •
benino • amorazzo • poetucolo • nasello • posticino
La composizione
La composizione è un modo di formazione delle parole consistente nell’unire due o più
parole esistenti in modo da formare una parola nuova. Per esempio: copriletto = copri +
letto; mezzaluna = mezza + luna ecc.
Le parole composte possono essere divise nelle seguenti sottocategorie:
• parole composte propriamente dette
• parole composte con elementi greci e latini (prefissoidi e suffissoidi)
• conglomerati
• parole macedonia
• voci polirematiche
• sigle
LE PAROLE COMPOSTE
composizione esempi
32
Non esiste una correlazione univoca tra le parole che formano un composto, la loro
posizione nel composto e la relazione sintattica che le lega, cioè non c’è una regola fissa,
quindi il significato di ogni composto è a sé. Osserva gli esempi:
dormiveglia: stato tra il dormire e la veglia
capocuoco: capo dei cuochi
pescespada: pesce la cui mascella è simile a una spada
altoparlante: strumento per parlare alto, forte
italo-francese: cittadino francese di origini italiane, o tra Francia e Italia
Le parole composte con prefissoidi e/o suffissoidi sono nomi e aggettivi provenienti dal
linguaggio colto, in particolare dai linguaggi tecnici e specialistici. Molte di queste paro-
le, tuttavia, sono ormai entrate nel linguaggio comune: astronomia, calligrafia, televisio-
ne, biblioteca ecc.
33
34
SI
INVAL
9 RICONOSCERE
· Nelle seguenti frasi sottolinea le parole composte, comprese
PER INIZIARE
35
10 C O M P L E T A R E E A N A L I Z Z A R E
·· Inserisci le parole composte opportune scegliendole tra quelle in
elenco, poi analizzale in base agli elementi grammaticali che le
compongono, come nell’esempio.
acquaforte • mezzogiorno • battibecco • soprannome • crocevia •
chiaroscuro • fuggifuggi • portafoglio • mezzetinte • guastafeste •
capisaldi • ficcanaso
SI
INVAL
11 C O R R E G G E R E + L E S S I C O
·· Alcune delle parole composte con prefissoidi e/o suffissoidi
nelle seguenti frasi sono usate a sproposito. Sottolineale e
sostituiscile con le parole opportune nelle righe sottostanti.
Attenzione: non tutte le frasi contengono errori.
36
12 P R O D U R R E
· · · Per ognuno dei prefissoidi e dei suffissoidi dati, scrivi una
parola composta, poi inseriscila all’interno di una frase, come
nell’esempio.
PREFISSOIDI
• filo- →
• tele- →
• bio- →
SUFFISSOIDI
• -fobia →
• -iatra →
• -voro →
il lessico
11
37
I conglomerati
I conglomerati sono spezzoni di frasi contenenti una voce verbale che, cristallizzati dall’u-
so, si sono saldati formando un tutto unico: tiramisù, nontiscordardimé, nonsoché ecc.
Alcuni conglomerati possono essere scritti anche separando le parole che li compongo-
no: Aveva un non so che di familiare.
Le parole macedonia
Le parole macedonia sono parole di significato unitario formatesi dalla fusione di pezzi
di parole diverse. Per esempio la parola cartolibreria è la fusione tra cartoleria e libreria.
In genere il primo elemento delle parole macedonia è un segmento di una parola esi-
stente (carto nel nostro esempio), mentre il secondo è una parola intera (libreria):
fantascienza = fanta(sia) + scienza
cantautore = cant(ante) + autore
mandarancio = mand(arino) + arancio
ristobar = risto(rante) + bar
Le voci polirematiche
Le voci polirematiche (dal greco poli: molte e rema: parole) sono gruppi di parole che si
scrivono staccate ma costituiscono un’espressione fissa, immodificabile, con un signifi-
cato unitario e specifico: ferro da stiro, acqua e sapone, conferenza stampa ecc.
Cristallizzate dall’uso, le voci polirematiche non possono subire modifiche nell’ordine
delle parole che le compongono (non si dice *sapone e acqua, *stampa conferenza ecc.)
né subire “intrusioni” estranee all’espressione (non si dice *conferenza per la stampa né
*acqua e del sapone). Appartengono a questa categoria espressioni formate da:
• due nomi collegati da una preposizione: ferro da stiro, lista d’attesa, reazione a
catena, luna di miele ecc.
• due nomi giustapposti: parola chiave, busta paga, banca dati, rimborso spese ecc.
• un nome + un aggettivo (o viceversa): lavori forzati, posta elettronica, pronto
soccorso, bacchetta magica ecc.
• un verbo + un nome: rendere conto, fare acqua, prender piede, avere luogo ecc.
Le sigle (o acronimi)
Possono essere considerate parole composte anche le sigle (o acronimi), formate unen-
do le lettere o le sillabe iniziali di più parole per esigenza di brevità: CONI (Comitato
Olimpico Nazionale Italiano); ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite); Cobas (Co-
mitati di Base); FAO (dall’inglese Food and Agricolture Organization, cioè Organizzazio-
ne delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) ecc.
Molte di queste sigle sono state a tal punto assimilate nella lingua italiana che non ven-
gono più percepite come sigle, ma costituiscono a tutti gli effetti nomi autonomi: Fiat
(dalla sigla F.I.A.T., Fabbrica Italiana Automobili Torino), vip (dalla sigla inglese V.I.P.,
il lessico
Very Important Person, ovvero “persona molto importante”), faq (dalla sigla inglese
F.A.Q., Frequently Asked Questions, ovvero “domande frequenti”), RAI (dalla sigla
11 R.A.I., in origine Radio Audizioni Italia).
38
13 A N A L I Z Z A R E
· Indica con una crocetta se le seguenti parole sono conglomerati,
PER INIZIARE
parole macedonia, voci polirematiche o sigle.
pantacollant
INPS
biglietto da visita
metalmeccanico
prendere tempo
tiremmolla
Unicef
nontiscordardimé
doppio senso
macchina fotografica
a.C.
fantapolitica
14 C O M P L E T A R E + L E S S I C O
·· Completa le seguenti frasi con le parole opportune, seguendo le
indicazioni tra parentesi.
39
L’abbreviazione
Infine nuove parole possono formarsi accorciando parole esistenti. Alcune parole abbre-
viate molto comuni sono auto (da automobile), foto (da fotografia), bici (da bicicletta),
moto (da motocicletta), metro (da metropolitana), sub (da subacqueo), tele (da televisione).
La famiglia di parole
Detta anche famiglia lessicale, è l’insieme di tutte le parole che si sono formate median-
te derivazione, alterazione, composizione e in qualche caso abbreviazione, a partire dal-
la medesima radice.
Osserva lo schema che rappresenta la famiglia lessicale delle parole nate finora dalla
parola di base libro (radice libr-, desinenza -o):
LIBRARIO
LIBRESCO LIBRICINO
LIBRAIO
LIBRETTISTA
LIBRETTO
LIBRETTINO
LIBRERIA-
CAFFÈ
LIBRERIA LIBRO
LIBRACCIO
SEGNALIBRO LIBRONE
LIBRO
11
CONTABILE
40
15 T R A S F O R M A R E
· Trasforma le parole in evidenza in parole abbreviate.
PER INIZIARE
1. In frigorifero non c’è niente. →
2. Che cos’hai da guardare? Vuoi una fotografia? →
3. Suona il pianoforte da quando aveva 6 anni. →
4. Spegnete la televisione e accendete il cervello! →
5. Vendo impianto stereofonico in ottime condizioni. →
6. Circa la metà dei miei amici sono eterosessuali. →
7. Secondo me facciamo prima in metropolitana. →
SI
INVAL
16 R I C O N O S C E R E E A N A L I Z Z A R E
·· Ecco la famiglia di parole di casa. Tre parole non c’entrano:
sbarrale. Poi classifica le altre nella tabella sottostante.
casa • casacca • casina • casato • casaccia • casereccio • casolare •
casistica • casetta • casone • casamatta • caseificio • casalinga •
rincasare • caseggiato • accasare • casale
SI
INVAL
17 P R O D U R R E E A N A L I Z Z A R E
·· Scrivi la famiglia di parole delle parole date, indicando quali
sono derivate [D], quali alterate [A] e quali composte [C].
PANE:
il lessico
11
41
GRANDE:
FESTA:
18 C O M P L E T A R E + L E S S I C O
·· Completa le seguenti frasi seguendo le indicazioni tra parentesi.
42
SI
INVAL
19 A N A L I Z Z A R E
· · · Analizza le parole in evidenza: indica se sono derivate (e da che
termine), alterate, composte (e da quali elementi), se sono
composti particolari (con elementi greci o latini, parole
macedonia ecc.). Poi cerchia le 3 parole del testo della famiglia
di “architetto” e sottolinea quelle della famiglia di “pittore”.
43
LESSICO
MOLTE POSSONO
SONO APPARTENERE A
ARTICOLI,
VARIABILI PREPOSIZIONI,
CLASSI PRONOMI,
CHIUSE CONGIUNZIONI,
E HANNO AGG. DETERMINATIVI,
ALCUNI AVVERBI
STRUTTURA OPPURE A
A DUE
MORFEMI
NOMI, AGG.
CLASSI QUAL., VERBI,
APERTE ALCUNI AVVERBI
RADICE ragazz-
E
CHE CONTENGONO
PAROLE DIVERSE
PER FORMAZIONE
DESINENZA -a
44
SUFFISSO giardiniere
PREFISSO
imbarcare
E SUFFISSO
CHE
ALTERATE POSSONO DIMINUTIVI casetta
ESSERE
ACCRESCITIVI manona
VEZZEGGIATIVI boccuccia
PEGGIORATIVI furbastro
ATTENUATIVI dormicchiare
CHE COMPOSTI
COMPOSTE POSSONO PROPRIAMENTE maledire
ESSERE DETTI
CON ELEMENTI
GRECI O LATINI
televisione
(PREFISSOIDI
E SUFFISSOIDI)
CONGLOMERATI nonsoché
45
Storia dell’italiano
Dal latino alle lingue neolatine
L’italiano fa parte della famiglia di lingue dette neolatine, o romanze, cioè delle lingue
che derivano dal latino, come lo spagnolo, il portoghese, il catalano, il francese, il fran-
co-provenzale, il provenzale, l’italiano, il sardo, il rumeno, il ladino.
Le lingue neolatine non provengono però dal latino scritto, ma dal latino parlato così
come si è evoluto nel corso dei secoli: soprattutto a partire dal III sec. d.C., con il disfa-
cimento progressivo dell’Impero romano, il latino orale si frammenta e si differenzia
sempre più al suo interno.
Mentre continua a essere impiegato come lingua scritta della cultura, nel parlato il latino
inizia a modificarsi in modo diverso da zona a zona, in base alle caratteristiche socio-e-
conomiche dei vari territori, alle lingue preesistenti e a quelle coesistenti (lingue celti-
che, etrusco, lingue germaniche ecc.), all’evoluzione storica delle varie province e ai loro
rapporti reciproci.
46
Con il passare del tempo, il volgare cominciò a essere impiegato anche come lingua
della poesia e della cultura. I primi esempi di letteratura in volgare sono il Cantico delle
creature (1224) di San Francesco d’Assisi, in volgare umbro, e le poesie della scuola sici-
liana, in volgare siciliano, composte sul modello della lirica d’amore francese dai poeti
che gravitavano intorno alla corte di Federico II di Svevia. Come si può vedere nei fram-
menti sottostanti, si tratta di due lingue molto diverse l’una dall’altra, e ancora piuttosto
distanti dall’italiano moderno:
47
L’unificazione linguistica
L’unificazione linguistica vera e propria è ben posteriore all’unificazione politica italiana
(1861). Alla fine dell’Ottocento, su una popolazione in larga parte analfabeta (75%), le
persone che sapevano usare l’italiano erano una percentuale molto ridotta (inferiore al
10%), mentre le lingue realmente usate in ogni ambito della vita continuavano a essere
i diversi dialetti.
L’unificazione linguistica si realizzò nel corso del Novecento, favorita da diversi fattori
quali: la diffusione della scuola pubblica e la scolarizzazione obbligatoria (almeno per
3 anni, nel 1877; fino ai 12 anni di età, nel 1904; fino ai 14, nel 1923, anche se l’obbligo
rimase inattuato per molti anni); il servizio militare obbligatorio, che determinava lo
spostamento forzoso di giovani da una regione d’Italia all’altra; le migrazioni interne,
soprattutto negli anni Cinquanta e Sessanta, che videro lo spostamento di grandi masse
di persone dalle regioni del Sud verso Roma e verso il Nord Italia; l’espansione dei mez-
zi di comunicazione di massa, soprattutto la radio e la televisione.
Oggi l’italiano è parlato o conosciuto da oltre il 90% della popolazione. Solo una piccola
percentuale degli abitanti parla esclusivamente il dialetto; molti usano solo l’italiano e
una parte non trascurabile della popolazione si esprime sia in italiano sia in dialetto.
Lingua e dialetto
il lessico
L’italiano convive con diversi dialetti, frutto dell’evoluzione dei vari volgari italiani. Ma
11 che cosa distingue una lingua da un dialetto? Al contrario di quanto si tende a pensare,
48
tra lingua e dialetto non esiste alcuna differenza sostanziale: anche i dialetti dispongono
di una grammatica, di un lessico proprio, spesso anche di una letteratura. Sono a tutti gli
effetti delle lingue in grado di veicolare le intenzioni comunicative ed espressive di una
determinata comunità di parlanti. Il motivo per cui lingue come il pugliese, il lombardo,
il veneto ecc. sono chiamate “dialetti” non è di ordine linguistico, bensì sociale, storico
e politico. Si tratta infatti di lingue che non hanno raggiunto l’autonomia e il prestigio
sufficiente per conquistare lo status di lingua nazionale, come invece è accaduto al fio-
rentino, che negli anni si è trasformato appunto in quella che oggi viene riconosciuta
come lingua italiana.
Non essendosi diffusi a livello nazionale, i dialetti hanno un ambito d’uso più limitato
della lingua: a livello geografico, sono idiomi locali, diversi da regione a regione ed
estremamente diversificati anche all’interno della stessa regione (per esempio il pie-
montese parlato nella provincia di Cuneo presenta moltissime differenze rispetto a
quello parlato anche solo in provincia di Torino). Dal punto di vista sociale, se prima
dell’unificazione linguistica i dialetti coprivano ogni ambito della vita (in dialetto si par-
lava sul lavoro, in famiglia, al mercato, dal dottore ecc.), oggi il loro uso è riservato ad
ambiti sociali specifici: perlopiù si parla in dialetto in famiglia e con gli amici.
I dialetti costituiscono un’enorme ricchezza culturale che rischia oggi di perdersi. Nelle
ultime statistiche, l’uso esclusivo del dialetto appare in calo anche in ambito familiare,
anche se la situazione varia molto da regione a regione. Nelle regioni del Nord Ovest, le
nuove generazioni non usano più il dialetto e spesso non lo conoscono, mentre nel Nord
Est, al Sud e nelle isole il dialetto è ancora molto vivo e in uso anche tra i giovani.
I dialetti italiani
Nella loro grande varietà, i dialetti italiani possono essere divisi in:
• dialetti settentrionali:
һһ dialetti gallo-italici: piemontese, ligure, lombardo, trentino, emiliano-romagnolo
һһ dialetti veneti
• dialetti toscani
• dialetti centro-meridionali:
һһ dialetti dell’area mediana: marchigiano, umbro, laziale
һһ dialetti dell’area meridionale: abruzzese, molisano, pugliese, campano, lucano
һһ dialetti dell’area meridionale estrema: calabrese, siciliano, salentino
Un caso a parte è rappresentato dal ladino, dal friulano e dal sardo, che vengono con-
siderate lingue a tutti gli effetti e i cui parlanti godono dello status di minoranze lingui-
stiche (vedi APPROFONDIAMO, pagina 61).
alla radio, ma non sempre; per gli annunci registrati, per gli audiolibri ecc.), mentre la
lingua che usano abitualmente i parlanti è un italiano influenzato dal dialetto locale o
11 della propria terra di origine.
49
1 VERO O FALSO
· Indica con una crocetta se le seguenti affermazioni sono vere
PER INIZIARE
50
2 TR ASFORMARE + LESSICO
·· Trasforma le seguenti frasi, scritte in italiano regionale, in
italiano standard.
1. Perché stai a fa’ sta caciara? (romano)
4. Tante le volte non l’avessi capito, codesto tuo modo di fare non mi
garba per niente! (toscano)
5. Non dirle che c’è solo più una bottiglia che sennò quella lì viene
matta. (piemontese)
Le parole dell’italiano
Come abbiamo visto, l’italiano moderno è il risultato della lenta evoluzione del latino
medievale, il quale si differenziò nei volgari italiani dando vita a diversi idiomi locali,
oggi chiamati dialetti, tra i quali uno (il volgare fiorentino) assurse progressivamente al
ruolo di lingua nazionale, senza però smettere di arricchirsi e modificarsi nel contatto
con altre lingue e con i vari dialetti italiani. Il lessico dell’italiano attuale si compone
pertanto di:
• una base latina ereditaria
• prestiti
• regionalismi e dialettismi
• neologismi
L’eredità latina
La maggior parte delle parole che si usano in italiano (oltre il 60%) è di origine latina,
proprio perché il latino costituisce l’antenato diretto della nostra lingua. Molte di queste
il lessico
parole ci sono pervenute per tradizione diretta o popolare, per così dire “di bocca in
bocca”, cioè attraverso l’evoluzione del latino parlato. Tali parole vengono dette eredita-
11 rie e costituiscono il lessico di base della nostra lingua.
51
Altre parole sono arrivate fino a noi per tradizione indiretta o dotta: sono parole attin-
te dal latino scritto da studiosi e letterati nel corso del Rinascimento e dei secoli succes-
sivi, abitualmente impiegate come parole erudite o specialistiche. Questi vocaboli sono
detti latinismi. Tra essi si distinguono: latinismi adattati all’italiano, di registro più o
meno colto (repubblica, negletto, erogare, centrifugo, arbore ecc.); latinismi non adattati,
cioè adottati mantenendone la terminazione e la grafia, a volte con nuovi significati
(iter, bis, referendum, memorandum, ultimatum ecc.); anglolatinismi, cioè parole che
l’inglese ha assimilato dal latino e che l’italiano a sua volta ha importato dall’inglese in
anni recenti (monitor, media, video ecc.).
In alcuni casi, la stessa parola latina ha dato origine a due distinte parole italiane: per
tradizione diretta, a una parola di uso comune, più distante dall’originale spesso anche
in termini di significato; e per tradizione indiretta, a una parola colta, ancora aderente,
dato l’uso più ridotto che se ne è fatto, al termine latino di partenza.
SI
INVAL
3 RICONOSCERE
· Cerca le seguenti parole su un dizionario che ne indichi
PER INIZIARE
4 ANALIZZARE + LESSICO
·· Spiega il significato dei latinismi non adattati in corsivo,
aiutandoti con il dizionario.
1. Il personaggio sembrava concepito ad hoc per il grande attore
tedesco.
11
52
Prestiti
I prestiti sono i vocaboli che nel corso dei secoli l’italiano ha mutuato da altre lingue
diverse dal latino, con le quali è venuto in contatto per ragioni commerciali, sociali,
politiche, culturali. I prestiti si distinguono in:
• adattati: parole che sono state adattate alla grafia e alla morfologia dell’italiano, per
esempio perdendo lettere non presenti nel nostro alfabeto o modificando la loro
desinenza per uniformarsi alle terminazioni italiane, e che pertanto non sono più
riconoscibili come parole straniere (es. stoccafisso, dall’olandese antico stocvisch;
algebra, dall’arabo al-ğabr; guancia, dal germanico wankja)
• non adattati: parole, generalmente penetrate nell’italiano in epoca più recente, che
conservano la grafia e la desinenza originaria, e che quindi sono ancora ben
riconoscibili come vocaboli stranieri (es.week-end, file, abat-jour)
In alcuni casi la parola mutuata da una lingua straniera è, a sua volta, un prestito da
un’altra lingua. Si pensi, per esempio, alla parola italiana brindisi, prestito dallo spagno-
lo brindis, a sua volta derivante dall’espressione tedesca bring dir’s, cioè “lo porto a te” (il
saluto, o il bicchiere).
Un particolare tipo di prestito è rappresentato dai calchi, parole create sul modello di
una parola straniera traducendola alla lettera (es. grattacielo, sul modello inglese di sky-
scraper; pallacanestro sul modello di basket-ball; fine-settimana sul modello di week-end)
o assegnando un significato nuovo a una parola già esistente (es. realizzare, che sul mo-
dello dell’inglese realize passa a significare anche “rendersi conto”).
• greco: molte parole di origine greca sono giunte sino a noi attraverso il latino (es.
11 filosofia, vescovo, chiesa ecc.). Alcune decine di parole provengono invece dal greco
53
• dal giapponese: geisha, tatami, kimono, judo, karate, samurai, sushi, futon,
11
origami ecc.
54
5 RICONOSCERE + LESSICO
· Completa le frasi seguenti con i prestiti non adattati in elenco.
6 TR ASFORMARE + LESSICO
·· Sostituisci i prestiti dell’esercizio precedente con la
corrispondente espressione italiana, quando è possibile.
• mouse →
• abat-jour →
• bodyguard →
• kitsch →
• golpe →
• weekend →
• bricolage →
• break →
• fake news →
• clochard →
il lessico
• valzer →
11
55
7 ANALIZZARE E RICONOSCERE
·· Aiutandoti con il dizionario, indica da che lingua provengono i
seguenti prestiti, poi cerchia i prestiti non adattati.
• zenit ( ) • buffet ( )
• business ( ) • sabato ( )
• film ( ) • vigliacco ( )
• outing ( ) • prassi ( )
• concierge ( ) • simbiosi ( )
• movida ( ) • ragazzo ( )
• albicocca ( ) • deragliare ( )
• goal ( ) • marketing ( )
• chimono ( ) • amen ( )
• quarzo ( ) • borraccia ( )
• pascià ( ) • e-mail ( )
Regionalismi e dialettismi
Oltre a quello delle lingue straniere, la nostra lingua ha subito il costante influsso dei
dialetti, dai quali ha assimilato una gran quantità di parole ed espressioni, in una sorta
di prestito “interno” (dai dialetti dell’italiano alla lingua italiana).
Abbiamo visto che molte parole del dialetto sono penetrate, italianizzandosi, nei diversi
italiani regionali, dando luogo ai cosiddetti regionalismi, parole tipiche di una parlata
locale che non si sono estese all’intero territorio nazionale.
In altri casi, parole dialettali assimilate dall’italiano si sono imposte a vasto raggio, tanto
da perdere il sapore locale ed entrare a far parte del lessico dell’italiano standard. Sono i
cosiddetti dialettismi, tra i quali troviamo molti vocaboli gastronomici (agnolotti e
gianduiotto dal piemontese; pesto dal ligure; risotto, ossobuco ecc. dal milanese; tortellini,
cotechino ecc. dal bolognese; pizza, ricotta, mozzarella ecc. dal napoletano; cassata dal
siciliano ecc.) e altre parole appartenenti ai settori più disparati: iettatura (nap.), omertà
(nap.), gondola (ven.), marchingegno (merid.). Dialettismi sono anche interiezioni come
boh (rom.) e ciao (dal venez. sciao, formula di saluto che significava “schiavo vostro”).
Neologismi
La lingua si arricchisce, infine, mediante la creazione di nuove parole (nomi, aggettivi,
verbi, avverbi), cioè neologismi (dal greco neo: nuovo e logos: parola). In senso lato,
possono essere considerati neologismi tutti i termini che non fanno parte dell’eredità
latina e si sono formati nel corso dell’evoluzione dell’italiano. Secondo questa accezione
ampia, farebbero parte di questo gruppo:
• i derivati (es. piccolo → rimpicciolire, piccolezza ecc.) e i composti (composti veri e
il lessico
propri: caffellatte, scaldabagno, arcobaleno ecc.; parole formate con prefissoidi e/o
suffissoidi: autosufficienza, insettivoro, psicologo, melomane ecc.)
11
• le onomatopee, ovvero le parole che riproducono o imitano suoni e rumori della
56
realtà: brr, bau, din don, tic tac ecc. (vedi vol. A, M5_U5). In alcuni casi queste parole
vengono adattate alla morfologia italiana mediante l’aggiunta di desinenze e suffissi
che le rendono verbi, nomi, o aggettivi: bisbigliare, ticchettio, trillo ecc.
• i prestiti adattati da altre lingue, compresi i calchi: cliccare, ferrovia (sul modello
tedesco di Eisenbahn) ecc.
In un senso più ristretto e più popolare, che è quello da noi adottato, si parla invece di
neologismi solo per indicare:
• le parole formatesi a partire da altre parole italiane, di recente introduzione e ancora
sentite come “nuove” (dietrologia, petaloso, tronista ecc.)
• le parole, già esistenti in italiano, che hanno acquisito un significato nuovo o più
ampio (neologismo semantico) in tempi recenti (chiocciola per indicare il simbolo
@, finalizzare per “dare uno scopo” ecc.)
SI
INVAL
8 ANALIZZARE + LESSICO
·· Aiutandoti con il dizionario, indica con una crocetta se le
PER INIZIARE
bigiare
monnezza
svapare
boiata
iettatura
tangentopoli
andare a
ramengo
petaloso
il lessico
ciaone
11
57
I REGISTRI LINGUISTICI
registri solenne, aulico formale, colto medio informale, molto
colloquiale informale,
gergale, a volte
volgare
esempi viso, volto faccia muso, grugno
SI
INVAL
9 TR ASFORMARE + LESSICO
·· Riscrivi le seguenti frasi nel registro indicato.
PER INIZIARE
il lessico
(informale)
11
58
2. E te che ci fai qui, con ’sta faccia che mi pari un pesce lesso?
(informale) →
(aulico-solenne)
3. Buongiorno, vorrei un chilo di pomodori, non troppo maturi, tre
melanzane e un mazzetto di prezzemolo, grazie. (medio) →
(formale)
4. Accampando i pretesti più vari, hanno sfacciatamente ignorato le
mie ripetute richieste di intervento per anni. (formale) →
(molto informale)
SI
INVAL
10 P R O D U R R E + L E S S I C O
· · · Per ciascuna delle parole o espressioni date, scrivi almeno un
sinonimo del registro indicato.
7. immantinente (aulico-solenne) →
(medio)
(aulico-solenne)
11
59
SI
INVAL
11 A N A L I Z Z A R E + L E S S I C O
· Abbina le frasi della colonna di sinistra al registro
corrispondente nella colonna di destra.
3. A me sinceramente m’hanno
stufato tutti sti film sui
supereroi che sappiamo già
all’inizio come vanno a finire.
d. informale,
4. A questo proposito, va colloquiale
rilevato come il personaggio
principale subisca
un’involuzione nella parte
finale del romanzo.
I linguaggi settoriali
Un’importante varietà linguistica è rappresentata dai linguaggi settoriali, cioè dal les-
sico e dal modo di esprimersi propri di un determinato ambito specialistico, soprat-
tutto tecnico e scientifico. Linguaggi settoriali sono, per esempio, quello della medici-
na (epatico, severo, difterite, isteroscopia, periombelicale, accusare [un malore] ecc.);
quello della linguistica (sintagma, significante, registro, raddoppiamento fonosintattico
ecc.); quello dello sport (dribblare, palleggio, corner, break, contropiede, al tappeto,
fuga [nel ciclismo] ecc.).
Il rapporto tra il linguaggio settoriale e il registro varia a seconda dell’ambito lessicale.
L’impiego di parole di linguaggi settoriali “teorici” tende a essere associato a un registro
il lessico
60
I gerghi
Un’altra importante varietà della lingua è costituita dai gerghi, linguaggi propri di certi
gruppi sociali che vengono adottati per evidenziare l’appartenenza al gruppo e per im-
pedire o ostacolare la comprensione da parte di persone esterne. Tradizionalmente ven-
gono considerati gerghi quello della malavita, quello dei carcerati e delle caserme e
determinati gerghi di mestiere (per esempio quello degli stagnini, degli arrotini, dei
muratori, degli ombrellai, dei venditori ambulanti, dei posteggiatori, dei pastori ecc.).
Alcuni esempi sono le parole madama (= polizia), infame (= spia, traditore), bella (=
evasione).
Simile a un gergo, anche se manca della dimensione della “segretezza”, è la lingua gio-
vanile, un insieme di espressioni usate dalle ultime generazioni in contesti informali,
che possono variare da una regione all’altra e si modificano continuamente nel tempo.
Ne fanno oggi parte parole ed espressioni come: una cifra, scialla, tranquo o tra, zio,
raga, palese, prendersi bene/male, sclerare, sgamare, non avere sbatti ecc.
In Italia si parlano inoltre altre lingue, dette lingue non territoriali, cioè lingue che
vengono parlate da comunità anche estese di parlanti ma non sono legate a un territo-
rio definito. Ne fanno parte:
• una lingua storicamente presente in Italia, il romanì, parlato dalle comunità rom e
sinti, alcune delle quali risiedono in Italia fin dal Medioevo
• le lingue diffusesi in anni più recenti, soprattutto come conseguenza dei flussi
migratori ma non solo: inglese, wolof, swahili, francese, polacco, arabo,
il lessico
spagnolo ecc.
11
61
SI
INVAL
12 A N A L I Z Z A R E + L E S S I C O
· Suddividi le seguenti parole a seconda del linguaggio settoriale
PER INIZIARE
di appartenenza, trascrivendole nell’insieme corretto.
riprese • agorafobia • bradicardia • asteroide • inconsciamente •
glicemia • trailer • preterintenzionale • narcisismo • comparsa •
galassia • intelligenza emotiva • cometa • analgesico • sceneggiatura •
set • giudice istruttore • traumatizzare • Big Bang • fotogramma •
colposo • querelare • patogeno • cast • telescopio • eclisse • suturare •
supernova • avviso di garanzia
CINEMA ASTRONOMIA
PSICOLOGIA MEDICINA
GIURISPRUDENZA
il lessico
11
62
13 C O M P L E T A R E + L E S S I C O
· · · Completa le definizioni con la parola settoriale opportuna e
indica tra parentesi a che linguaggio settoriale appartiene.
SI
INVAL
14 R I C O N O S C E R E E T R A S F O R M A R E
· · · Nelle seguenti frasi, sottolinea le parole e le espressioni
gergali, poi sostituiscile con espressioni dell’italiano standard.
63
L'ITALIANO MODERNO
1900
UNIFICAZIONE LINGUISTICA
(SCOLARIZZAZIONE, LEVA ITALIANI REGIONALI
MILITARE, MIGRAZIONI (VARIETÀ GEOGRAFICHE
INTERNE, RADIO E TV) DELL'ITALIANO)
64
IL LESSICO ITALIANO
PAROLE CON
PER TRADIZIONE
BASE LATINA angoscia
DIRETTA O POPOLARE
EREDITARIA
NON ASSIMILATI
REGIONALISMI sbuzzo, picciotto
ALL'ITALIANO
ASSIMILATI
DIALETTISMI gondola, ciao
ALL'ITALIANO
65
SI MANIFESTA CON
L'USO DI UN
REGISTRO
SCOPO
SOLENNE, AULICO sublime!
DESTINATARIO
davvero
FORMALE, COLTO
notevole!
SITUAZIONE
COMUNICATIVA
MEDIO bellissimo!
INFORMALE,
figata!
COLLOQUIALE
66
Per esempio, il significante della parola fiore è la sequenza di suoni e/o lettere f-i-o-r-e; il
significato è il concetto astratto a cui la parola rimanda, per esempio: “parte della pianta
più appariscente, in molti casi vivacemente colorata e profumata”. Il referente è il fiore
reale al quale ogni individuo pensa.
Il rapporto tra significante, significato e referente può essere rappresentato per mezzo di
un triangolo, in cui il lato che collega significante e referente è tratteggiato, perché non
è mai diretto, ma sempre mediato dal significato.
SIGNIFICATO
(parte della pianta)
SIGNIFICANTE REFERENTE
(f-i-o-r-e) (fiore reale)
Il significato delle parole, che media continuamente tra i segni che pronunciamo e scri-
viamo e la realtà, è l’oggetto di studio di un ramo della linguistica chiamato semantica
(dal greco semantikos: significato).
Tuttavia non tutte le parole sono dotate di un significato proprio. In una lingua è possi-
bile distinguere parole “piene”, che hanno un significato e rimandano a un referente,
concreto o astratto, e parole “vuote”, prive di significato e referente, che svolgono uni-
il lessico
camente una funzione grammaticale e sintattica. In italiano sono parole piene i nomi,
gli aggettivi, i verbi e gli avverbi. Sono parole vuote gli articoli, le preposizioni, i prono-
11
mi, le congiunzioni.
67
Potendo designare più cose, una parola non ha quasi mai un significato in sé. Il suo si-
gnificato è determinato dai rapporti che essa intrattiene con le altre parole, con la situa-
zione in cui è impiegata e con la cultura di riferimento; in altri termini: dal contesto.
Pensiamo per esempio alla parola polso. Essa può indicare: la congiunzione tra il braccio
e la mano; la parte terminale della manica; la risolutezza e fermezza di carattere; il bat-
tito cardiaco avvertibile tra la mano e l’avambraccio. Il significato di polso non può quin-
di essere determinato se non all’interno di un contesto.
Come abbiamo visto nella sezione dedicata alla comunicazione (vedi M10), il contesto
può essere:
• linguistico, cioè formato dalle parole che “circondano” la parola in questione
Mi fa male il polso. → polso = congiunzione tra mano e braccio
La camicia era sdrucita sui polsi. → polso = parte della manica
Certo che quella ragazza ha polso! → polso = risolutezza, fermezza di carattere
Il medico gli sentì il polso. → polso = battito cardiaco
• situazionale, dipendente dalla situazione in cui la parola è impiegata: una lezione di
anatomia; un negozio di rammendi; una chiacchierata tra amici; una visita medica ecc.
• culturale, cioè dipendente dagli usi, dalla visione del mondo, dal sistema di valori
di un dato gruppo o comunità di parlanti: per esempio in italiano colto è possibile
impiegare l’espressione “mi fa tremare i polsi” per dire che qualcosa ci fa venire il
batticuore o ci fa rabbrividire. La locuzione deriva dalla popolarizzazione del
verso dantesco «mi fa tremar le vene e i polsi» (Inf., I, v. 90), che è parte integrante
del patrimonio culturale italiano. Se la impiegassimo chiacchierando con un
amico cinese che pur parla un italiano impeccabile, a meno di essere questi un
grandissimo conoscitore della Divina Commedia, non riuscirebbe probabilmente a
coglierne il senso
1 RICONOSCERE E ANALIZZARE
· Sottolinea tutte le parole piene, cioè dotate di un referente.
PER INIZIARE
68
SI
INVAL
2 ABBINARE + LESSICO
·· Abbina le parole date al significato corretto in base ai diversi
contesti linguistici in cui sono inserite.
CÓRSO
CARO
beccano.
11
69
RIPRENDERE
3. Riprendi il discorso
c. rimproverare
da dove l’avevi
interrotto.
SI
INVAL
3 PRODURRE + LESSICO
· · · Per ognuna delle parole date scrivi tre frasi in cui la parola
abbia tre diversi significati. Poi indica tra parentesi il contesto
situazionale in cui la frase può essere impiegata.
• cacciare
1. ( )
2. ( )
3. ( )
• buono (agg.)
1. ( )
2. ( )
3. ( )
• classe
1. ( )
2. ( )
il lessico
3. ( )
11
70
• provare
1. ( )
2. ( )
3. ( )
• gola
1. ( )
2. ( )
3. ( )
• dolce (agg.)
1. ( )
2. ( )
3. ( )
Denotazione e connotazione
Nell’uso della lingua si intrecciano fittamente due piani:
• il piano denotativo, riguardante la trasmissione del significato “oggettivo”, neutro,
condiviso dai parlanti di una lingua
• il piano connotativo, riguardante le sfumature emotive, affettive, evocative, che
accompagnano l’uso delle parole aggiungendosi al significato denotativo
71
determinato referente. Per esempio, in una frase come “la lama della spada scintillava al
sole”, la parola lama significa “parte tagliente di un utensile o di un’arma”. Questo è il suo
significato letterale. Ma la parola lama può essere impiegata anche in una frase come
“il suo sguardo era una lama affilata”: a livello denotativo, un’affermazione come questa
appare illogica, ma a livello connotativo risulta particolarmente potente. Che cosa è
avvenuto? Alcuni tratti del significato lama (il fatto di essere tagliente, fredda, scintillan-
te ecc.) sono stati trasferiti su un altro referente, cioè uno sguardo molto penetrante,
creando un significato inedito, fortemente espressivo. La parola lama ha acquisito quin-
di un significato figurato, o “traslato” (= trasferito).
Questi due usi figurati di “volpe” e di “gamba” si sono normalizzati a tal punto nella
nostra lingua da costituire espressioni comuni, letterali, puramente denotative.
L’associazione mentale che permette il passaggio dal significato letterale a quello figura-
to può basarsi su due tipi di relazione: di somiglianza o di contiguità.
La somiglianza tra il significato letterale e quello figurato è alla base della metafora, un
procedimento che consiste nel sostituire un termine proprio con un altro simile per qual-
che aspetto. Per esempio nella frase “mi introdusse in quel labirinto di idee”, invece dell’e-
spressione “insieme complesso” si usa una parola (labirinto), che mantiene con il primo
termine un rapporto di somiglianza (l’insieme di idee di cui si parla e il labirinto hanno in
comune la tortuosità, l’intricatezza, la complessità). Il nesso che lega il termine proprio
con quello figurato rimane implicito e deve essere inferito da chi ascolta o legge. In altri
casi, come dicevamo, tale nesso è già cristallizzato nella lingua, al punto che il dizionario
riporta il significato figurato della parola insieme ai suoi significati letterali. Osserva:
coniglio: 1 Mammifero con zampe posteriori più sviluppate delle anteriori, pelame folto
di vario colore, orecchie lunghe, labbro superiore fesso, dentatura con incisivi ben
sviluppati [...] 3 fig. Persona timida, paurosa SIN fifone: sei proprio un c.
һһ l’elemento concreto per un concetto astratto a esso legato (“avere orecchio” per “la
11
capacità di distinguere i suoni”)
72
һһ l’autore per l’opera (“ha comprato un Modigliani” per “ha comprato un quadro di
Modigliani”)
һһ la materia per l’oggetto (“i bronzi di Riace” per “le statue in bronzo di Riace”)
• la sineddoche, un tipo particolare di metonimia basata su nessi di tipo quantitativo:
һһ la parte per il tutto (“vela” per “barca”)
һһ il singolare per il plurale (“l’essere umano” per “gli esseri umani”)
һһ il genere per la specie (“felino” per “gatto”)
һһ ecc.
• l’antonomasia, un procedimento che consiste nell’impiegare il nome proprio di una
persona, di un luogo o di un fatto celebre al posto di quello di qualcuno o qualcosa
che presenta caratteristiche simili: “Marco è un casanova” (= un gran seduttore,
come Giacomo Casanova); “è successo un quarantotto” (= un evento caotico e
confuso, come le sommosse che scossero l’Europa nel 1848)
4 RICONOSCERE + LESSICO
· Indica con una crocetta se i seguenti testi sono prevalentemente
PER INIZIARE
denotativo connotativo
11
73
5 TR ASFORMARE + LESSICO
·· Riscrivi i seguenti messaggi connotandoli come indicato tra
parentesi. Puoi usare parole completamente diverse e aggiungere
tutti gli elementi che ritieni opportuni, come nell’esempio.
2. Il figlio di Anna e Paolo, che ha tre mesi, ha gli occhi di suo padre
ma l’espressione di sua madre.
(connotazione tenera o affettuosa) →
74
SI
INVAL
6 ANALIZZARE + LESSICO
· Nelle seguenti coppie, indica in quale frase la parola in evidenza
ha significato letterale [L] e in quale ha significato figurato [F].
L F
1. La calamita attrae il ferro.
2. Tu per i problemi sei una calamita, eh?
SI
INVAL
7 RICONOSCERE + LESSICO
·· Nelle seguenti frasi sottolinea le metafore, cerchia le metonimie
e chiudi tra parentesi la sineddoche.
75
SI
INVAL
8 PRODURRE + LESSICO
· · · Per ognuna delle espressioni date scrivi una frase in cui la
parola abbia il significato figurato espresso dalla figura retorica
indicata, come nell’esempio.
Es. bronzo (metonimia)
→ I due bronzi sono esposti nel museo di Reggio Calabria.
2. un quarantotto (antonomasia)
3. la tartaruga (sineddoche)
5. testa (metonimia)
il lessico
11
76
La sinonimìa
Sono sinonimi (dal greco sin- che esprime comunanza e ònoma: nome) vocaboli che
hanno lo stesso identico significato, oppure hanno un significato molto simile. Osserva
gli esempi:
faccia / viso / volto
afferrare / acciuffare / acchiappare
invano / inutilmente
squisito / delizioso / prelibato
testardaggine / cocciutaggine
In alcuni casi due sinonimi possono essere usati indistintamente, perché hanno un si-
gnificato pressoché identico:
una magnifica serata / una splendida serata
nonostante la fretta / malgrado la fretta
tra due giorni / fra due giorni
pertanto tacque / perciò tacque
Nella maggior parte dei casi, tuttavia, tra i sinonimi intercorrono leggere differenze di
vario tipo:
• di significato specifico: per esempio sinonimi di rompere sono spaccare, spezzare,
frantumare ecc., ma nello specifico spezzare significa “dividere in due pezzi con un
sol colpo” (per es. una tavoletta di cioccolato); spaccare è “spezzare qualcosa di duro
con un colpo deciso, energico” (si spacca la legna, non un pezzo di pane);
frantumare è “ridurre qualcosa in frantumi, in frammenti” (si frantuma il ghiaccio,
non le catene)
• di uso: per esempio rapporto e relazione hanno quasi lo stesso significato e in molti
casi sono intercambiabili, ma l’uso sancisce espressioni come “pubbliche relazioni”
(non *pubblici rapporti), “essere in ottimi rapporti” (non *in ottime relazioni), “avere
molte relazioni” (sentimentali, e non *avere molti rapporti, che avrebbe un
significato diverso) ecc. Rientrano tra le differenze di uso anche quelle dipendenti
dalla collocazione geografica, cioè le varianti regionali: papà / babbo (in Toscana);
croissant / cornetto (in alcune regioni, per es. in Lazio) ecc.
• di intensità: per esempio parole come timore, spavento, sgomento, angoscia, orrore,
panico, terrore, tutti sinonimi di paura, presentano un grado di intensità diverso e
non possono essere usate indistintamente
• di registro: per esempio parole come sfortuna, sventura, iella, scalogna, sfiga, pur
il lessico
77
SI
INVAL
9 ABBINARE
·· Collega ogni parola con il suo sinonimo.
2. rabbia b. acuto
3. lenire c. occasionale
4. ognuno d. pure
5. arguto e. quindi
6. sporadico f. ciascuno
7. perciò g. alleviare
8. agevolmente h. imponente
9. maestoso i. comodamente
SI
INVAL
10 R I C O N O S C E R E
·· In ogni gruppo, cerchia i sinonimi della parola o locuzione in
evidenza.
• povero
bisognoso • abbiente • indigente • agiato • umile • disoccupato •
altolocato • privo
• ogni tanto
altrettanto • a volte • intanto • più di tanto • di quando in quando •
man mano • di tanto in tanto • qualche volta • tuttavia • talora •
ormai • talvolta
• inventare
illudere • escogitare • riflettere • sognare • edificare • ideare •
progettare • creare • scrivere
• capriccio
riccio • lacrima • estro • ghiribizzo • fisima • fissa • grillo • sfizio •
voglia • pretesto
11 R I C O N O S C E R E
· · · In ogni serie, sottolinea i due sinonimi “perfetti” dal punto di
vista di significato, registro, intensità, come nell'esempio.
Es. gridare • strillare • strepitare • urlare • inveire
78
SI
INVAL
12 C O M P L E T A R E + L E S S I C O
·· Per ogni parola in evidenza, scrivi un sinonimo appartenente al
registro indicato tra parentesi. Fai attenzione al contesto!
• sveglio
a. Sogno o son sveglio? → (registro aulico-
solenne)
• chiedere
a. Se te lo chiedo è perché non lo so. →
(registro medio)
• capo
a. China un po’ il capo per favore. → (registro
informale)
• rendere
a. Quando ho finito te lo rendo. → (registro
medio)
• vergognoso
a. Ha avuto un comportamento vergognoso. →
(registro formale)
• stella
a. Osservava le stelle. → (registro aulico-solenne)
medio)
11
79
L’antonimìa
Sono antonimi (dal greco antì-: contro e ònoma: nome) o contrari parole che hanno
significato opposto. Per esempio:
bello / brutto
onestà / disonestà
sopra / sotto
Non tutte le parole hanno un antonimo: limitandoci alle parole “piene” di significato, ne
sono privi molti nomi (non esiste il contrario di aratro, matematica, sciame, foresta, ro-
manzo, idrocarburo ecc.), alcuni aggettivi (non hanno contrario aggettivi come francese,
giallo, ligneo ecc.), molti verbi (fare, dire, piangere ecc.) e la maggior parte degli avverbi.
Alcuni antonimi sono rappresentati da parole di radice diversa: piccolo / grande; freddo
/ caldo. Altri si formano per derivazione aggiungendo un prefisso alla parola di parten-
za: educato / maleducato; simpatia / antipatia ecc.
Una parola naturalmente può avere più antonimi a seconda del suo significato in un
dato contesto.
LISCIO
Va aggiunto che non sempre esiste accordo assoluto su quale sia il contrario di una de-
terminata parola. Percepire qualcosa, soprattutto una qualità, come opposta a un’altra è
spesso soggettivo, non necessariamente condiviso da tutti i parlanti, oltre che il risultato
di un condizionamento culturale. Per esempio:
Qual è il contrario di dolce? → salato, amaro o aspro?
E il contrario di prepotente? → gentile? rispettoso? docile? arrendevole?
il lessico
Che dire, infine, del contrario di una parola dal significato ampio e variegato come
11
amore? Il suo antonimo è… odio? indifferenza? disprezzo?
80
13 P R O D U R R E
·· Scrivi l’antonimo delle seguenti parole.
PER INIZIARE
1. accordo → 2. omogeneo →
3. fiducia → 4. pulito →
5. obbedire → 6. concavo
→ 7. celare →
8. scarso → 9. pieno →
10. consapevolezza → 11. poco →
12. egoismo →
SI
INVAL
14 T R A S F O R M A R E
·· Aiutandoti con il dizionario dei sinonimi e contrari, trasforma le
seguenti frasi sostituendo le parole in evidenza con i loro
antonimi, come nell’esempio.
Es. Ho sempre stimato le persone coerenti.
→ Ho sempre disprezzato le persone incoerenti .
erano , e
11 e l’atmosfera e .
81
La parola di significato più ampio e generico è detta iperonimo (dal greco iper-: sopra e
ònoma: nome): per esempio animale è iperonimo di gatto, cane, coccodrillo, farfalla ecc.
perché include il significato di queste parole, che designano diversi tipi di animali.
La parola di significato più ristretto e specifico è detta iponimo (dal greco ipo-: sotto e
ònoma: nome): gatto, cane, coccodrillo, farfalla ecc. sono iponimi di animale, perché il
loro significato rispettivo è incluso nel significato più generale di animale.
Un iperonimo può includere uno o più iponimi che a loro volta possono includere uno
o più iponimi. Un iponimo può essere, quindi, iperonimo per una parola di significato
ancora più ristretto. Osserva:
INDUMENTI
(IPERONIMO)
iperonimo di
SI
INVAL
15 P R O D U R R E
· Per ogni lista di iponimi, scrivi l’iperonimo.
PER INIZIARE
iperonimo:
11
82
iperonimo:
iperonimo:
iperonimo:
iperonimo:
16 P R O D U R R E
·· Per ogni iperonimo dato, scrivi almeno cinque iponimi.
1. albero:
2. casa:
3. danza/ballo:
4. mobile:
5. rettile:
6. spezia/erba aromatica:
SI
INVAL
17 T R A S F O R M A R E
· · · Rendi le seguenti frasi più precise sostituendo le parole tra
parentesi con uno o più iponimi.
11
misteri dell’universo.
83
L’omonimìa
L’omonimìa è il rapporto che lega le coppie di parole che hanno la stessa forma ma si-
gnificato diverso, dette appunto omonimi (dal greco omo-: uguale e ònoma: nome). Per
esempio:
riso (atto di ridere) / riso (cereale)
vite (pianta) / vite (elemento di fissaggio)
déi (preposizione) / dèi (divinità)
Attenzione: gli omonimi non sono “accezioni diverse della stessa parola”, ovvero non
rientrano nel fenomeno della polisemia, per il quale per esempio una parola come fonte
può significare “sorgente”, “origine”, “testo da cui si apprendono notizie su un determi-
nato argomento”. Gli omonimi sono parole svincolate le une dalle altre, aventi origini
diverse e appartenenti ad ambiti semantici distinti, che hanno in comune esclusivamen-
te il significante, cioè la sequenza di lettere (o di suoni) da cui sono formati.
Il campo semantico
Ogni parola richiama alla mente dei parlanti altre parole, con i cui significati la parola
di partenza intrattiene rapporti di vario tipo. Per esempio intorno alla parola mare si
radunano parole di forma diversa come spiaggia, sole, acqua, nuotare, ombrellone, va-
canze ecc. L’insieme di queste parole legate da stretti rapporti di significato è detto cam-
po semantico. L’inclusione di una parola in un dato campo semantico non è assoluta e
uguale per tutti i parlanti, perché dipende da associazioni di significato che possono
essere soggettive e soprattutto possono variare da un’epoca all’altra e da una cultura
all’altra.
alterate a partire dalla parola data; parole appartenenti a diverse categorie (oggetti, azio-
11 ni, avvenimenti, emozioni ecc.) legate alla prima in base ad associazioni di vario tipo.
84
Secondo questa accezione di campo semantico, che ci sembra la più appropriata, una
parola di partenza come sport darebbe origine a un campo semantico di questo tipo:
DERIVATI
sportivo,
sportivamente
IPONIMI OGGETTI
pallavolo, calcio, palla, pallone, rete,
nuoto, pallacanestro, canestro, bicicletta,
tennis, ciclismo ecc. guantoni ecc.
PERSONE
SINONIMI
squadra, compagni,
attività fisica, SPORT allenatore, arbitro
esercizio
ecc.
AZIONI LUOGHI
correre, saltare, campo, piscina,
allenarsi, battere, palestra, circuito,
calciare, tirare spogliatoio ecc.
OBIETTIVI/VALORI
divertimento,
competizione,
vittoria, gioco di
squadra, sfida ecc.
musica
campo semantico: melodia, armonia, strumento, note, ritmo, cantare,
ballare ecc.
famiglia di parole: musicista, musichetta, musicoterapia, musicologo ecc.
La solidarietà semantica
Tra le varie relazioni semantiche alla base di un campo semantico, se ne dà una particolar-
mente stretta, chiamata solidarietà semantica: si tratta della tendenza di due parole a ricor-
rere insieme in modo preferenziale e talvolta obbligatorio. Per esempio: barrire ricorre
insieme a elefante, miagolare insieme a gatto, parcheggiare insieme ad auto o macchina.
il lessico
85
SI
INVAL
18 P R O D U R R E
·· Scrivi una frase per ognuno dei seguenti omonimi.
PER INIZIARE omonimi totali
• tasso:
• tasso:
• folle:
• folle:
omonimi omografi
• bótte:
• bòtte:
• déi:
• dèi:
• sùbito:
• subìto:
omonimi omofoni
• hanno:
• anno:
SI
INVAL
19 A N A L I Z Z A R E
· Indica a che campo semantico appartengono le seguenti serie di
parole.
campo semantico:
11
86
SI
INVAL
20 C O M P L E T A R E
·· Completa il campo semantico della parola compilando le
categorie indicate.
LAVORO
sinonimi:
iponimi:
derivati:
alterati:
persone:
luoghi:
obiettivi:
sentimenti:
azioni:
21 C O M P L E T A R E + L E S S I C O
·· Completa le seguenti frasi con le parole richieste dalla
solidarietà semantica.
resistenza.
11
87
LE PAROLE
POSSONO ESSERE
PIENE
HANNO UN SIGNIFICATO NOMI,
E RIMANDANO A UN AGGETTIVI,
QUANDO SONO
REFERENTE, CONCRETO O VERBI,
ASTRATTO AVVERBI
SPESSO SONO
POLISEMICHE
CIOÈ
CHE
DIPENDONO DAL CONTESTO
LINGUISTICO
SITUAZIONALE
CULTURALE
88
PIANO
PIANO
VUOTE
DENOTATIVO
DENOTATIVO
QUANDO CIOÈ
SONO
ARTICOLI, PIANO
PREPOSIZIONI, CONNOTATIVO
PRONOMI,
CONGIUNZIONI
CIOÈ
CON
LA TRASMISSIONE
DI SFUMATURE
EMOTIVE,
AFFETTIVE,
EVOCATIVE
89
LE PAROLE
POSSONO ESSERE
USATE CON
SIGNIFICATO FIGURATO
IN BASE A
un mare
SOMIGLIANZA CON UNA METAFORA
di gente
OPPURE
CONTIGUITÀ
90
rosa, margherita,
IPERONIMI
girasole…: fiore
91
IL CAMPO SEMANTICO
NEL QUALE
SI DISTINGUONO
abitazione, edificio,
SINONIMI
caseggiato...
PAROLE ASSOCIATE
focolare, abitare, inquilino...
DA ALTRI LEGAMI
92
Testualità
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Testi scritti
I testi scritti presentano generalmente un lessico più accurato e un abbondante uso di
sinonimi per evitare ripetizioni, che invece “disturbano meno” in un testo orale. Dal
punto di vista morfologico e sintattico, i testi scritti tendono a essere più sorvegliati (si
evitano frasi lasciate in sospeso, cambi di soggetto, concordanze a senso, uso improprio
dei pronomi personali ecc.) e spesso presentano una sintassi più articolata rispetto a
IL TESTO
quella dei testi orali, tendenzialmente ipotattica, cioè basata soprattutto su proposizioni
12
subordinate. Anche l’organizzazione del discorso di un testo scritto è solitamente più
95
compatta e strutturata di quella di un testo orale. Nonostante questi tratti generali, tut-
tavia, le caratteristiche di un testo scritto possono variare notevolmente a seconda dell’e-
mittente, della situazione comunicativa, del destinatario e degli scopi per i quali il testo
è concepito. Si pensi alle differenze formali che intercorrono tra:
• un testo scritto per essere consultato (es. un dizionario, un elenco telefonico)
• un testo scritto per essere letto integralmente (es. un racconto, un romanzo, un
articolo)
• un testo scritto che riproduce l’oralità (es. un dialogo all’interno di un romanzo)
• un testo scritto per essere recitato (es. un monologo teatrale) o per essere letto ad
alta voce (es. un notiziario, il testo di una conferenza)
Un testo concepito per la consultazione segue regole proprie, che lo differenziano mol-
to, per esempio, dal testo di un saggio. Un testo volto a riprodurre il linguaggio di un
testo orale, in un romanzo o in una sceneggiatura teatrale, farà proprie le caratteristiche
del testo orale, così come un testo scritto per essere letto ad alta voce (per es. un comu-
nicato) può adottare strutture sintattiche più semplici, tipiche dell’oralità, per risultare
più facilmente comprensibile al destinatario.
Testi orali
Nei testi orali si impiega generalmente un lessico meno accurato che nei testi scritti e si
predilige il registro informale, anche se il registro può variare molto a seconda di chi
parla e della situazione comunicativa (si pensi per esempio all’arringa di un avvocato in
un’aula di tribunale, spesso di registro aulico-solenne).
La sintassi di un testo orale tende a essere paratattica, cioè basata soprattutto su propo-
sizioni indipendenti e coordinate, con sospensioni e ripetizioni, dato il maggior grado
di improvvisazione.
Il testo orale presenta spesso interiezioni (eh, dai, su ecc.) e deittici, cioè parole (soprat-
tutto pronomi e avverbi) che si riferiscono al contesto, ovvero a chi parla, a chi ascolta,
al luogo e al momento in cui si svolge la comunicazione: “Io qui non ero mai stata. E tu?”.
Un testo orale infine, è accompagnato da elementi extralinguistici quali la mimica, la
gestualità, l’intonazione, che integrano il messaggio arricchendolo di sfumature.
Anche i testi orali, tuttavia, sono estremamente vari, e le loro caratteristiche dipendono
in grande misura dalla situazione comunicativa e dal rapporto emittente-destinatario: il
linguaggio di uno scambio comunicativo faccia a faccia (una conversazione tra amici;
un’interrogazione a scuola ecc.) sarà diverso da quello impiegato in una comunicazione
“a senso unico” (lezione universitaria, comizio politico ecc.) e ancor di più da quello
adottato in una comunicazione “a senso unico” e “a distanza” (trasmissione televisiva,
radiofonica ecc.).
96
Pur facendo uso del linguaggio scritto, questi testi, pensati come sono per una ricezio-
ne veloce e spesso immediata, presentano caratteristiche che li avvicinano al linguag-
gio orale: un alto grado di improvvisazione e una lingua poco sorvegliata, di registro
spesso colloquiale, ricca di deittici, ripetizioni, frasi in sospeso ecc.
A questo si aggiunge spesso l’uso di un codice proprio, consistente in abbreviazioni
(LOL, “Laughing Out Loud” o “Lots Of Laughs”, ovvero “ridere sonoramente”, OMG,
“Oh My God”, ovvero “oh mio Dio” ecc.), emoticon ed emoji il cui significato è condi-
viso dalla maggioranza degli utenti.
SI
INVAL
1 ANALIZZARE
· Indica se i seguenti testi sono scritti [S] o orali [O].
PER INIZIARE
S O
1. Qualcuno ricorda di che cosa abbiamo parlato la lezione
scorsa? Nessuno…? Per esempio… Giacomo, venerdì
abbiamo iniziato a spiegare il Romanticismo. Ricordi quali
sono le sue caratteristiche principali?
2. nùvola s. f. [lat. nūbĭla, pl. di nūbĭlum (v. nuvolo2)].
– Sinon. più com. e più pop. di nube, in senso proprio:
n. bianche, grigie; un cielo pieno di nuvole, coperto di
nuvole; n. portate dal vento.
3. Ben Harper, 48 anni, è famoso anche per chi non segue
il blues. Fin dagli inizi, negli anni ’90, ha mescolato il blues
con tanti altri generi, dal soul al pop, dal reggae all’hard
rock, rendendo la musica tradizionale accessibile anche
al pubblico delle radio e di Mtv, pur conservando intatta
la sua integrità artistica.
4. – Dart Fener! Solo tu potevi osare tanto. Non la
passerai liscia con il centro imperiale! Quando sentiranno
che hai attaccato una missione…
– Non siate così sorpresa, altezza! La vostra non è una
missione di soccorso, parecchi segnali sono stati diretti
a questa nave da spie ribelli, voglio sapere che fine hanno
fatto i piani che vi hanno trasmesso!
2 ANALIZZARE E RICONOSCERE
·· Analizza i vari aspetti del seguente testo orale, completando la
descrizione sottostante con i termini e gli esempi opportuni.
– Ehi, ciao Luca! Vieni qui un attimo che ti devo parlare. Senti, a te
IL TESTO
97
Il lessico è . La sintassi è
),
deittici ( ).
3 TR ASFORMARE + LESSICO
· · · Trasforma i seguenti testi da orali in scritti e viceversa.
testo scritto testo orale
arancione e giallo, è
ammette un complemento
oggetto, per esempio fare, dire,
prendere eccetera, l’ausiliare è
IL TESTO
quasi sempre avere.
12
98
il peperoncino ha effetti
cronica.
ore 11.00.
Da Amilcare.
deve presentare un argomento unitario e contenuti congrui dal punto di vista semanti-
12 co, tematico, logico e stilistico.
99
La coesione
La coesione di un testo si realizza attraverso i seguenti elementi:
• la concordanza morfosintattica
• l’ordine delle parole
• i segni di punteggiatura
• i connettivi
• i sostituenti
• l’ellissi
• la ripetizione
La concordanza morfosintattica
La concordanza morfosintattica è l’accordo grammaticale delle parti variabili del discor-
so (nomi, aggettivi, articoli, pronomi, verbi) con gli elementi a cui si riferiscono. In par
ticolare gli articoli, gli aggettivi e i pronomi devono concordare in genere e numero con
il nome da cui dipendono e con gli altri elementi a esso collegati, e i verbi devono con-
cordare nella persona e nel numero (a volte anche nel genere) con il soggetto, nonché
rispettare la concordanza dei modi e dei tempi tra la proposizione principale e le propo-
sizioni coordinate e subordinate.
Osserva il seguente esempio. Nella colonna di destra, l’accordo grammaticale non viene
rispettato: ne deriva una sequenza di parole non coese tra loro, prive dei nessi necessari
a garantire la comprensibilità del messaggio. Nella colonna di sinistra, le desinenze e gli
altri elementi evidenziati garantiscono la concordanza morfosintattica e pertanto la co-
esione del testo.
OSSERVO testo coeso testo non coeso
In un paese della Mancia, di cui non In un paesi delle Mancia, dei quali non
voglio fare il nome, viveva or non è voglio fare i nome, vivevano or non è
molto uno di quei cavalieri che molto una di quella cavaliere che tiene
tengono la lancia nella restrelliera, un il lancia nello restrelliere, dei vecchio
vecchio scudo, un ossuto ronzino e il scudo, un’ossuta ronzini e i levriero da
levriero da caccia. caccia.
Miguel de Cervantes, Don Chisciotte della
Mancia, Einaudi, Torino, 1994
SI
INVAL
4 RICONOSCERE E ANALIZZARE
·· Completa il testo seguente con le terminazioni mancanti in modo
PER INIZIARE
100
Andrea Aparo Von Flüe, Stephen Hawking, il gigante che non ha potuto portare sulle spalle nessuno,
www.ilfattoquotidiano.it 14 marzo 2018
SI
INVAL
5 CORREGGERE
·· Alcune delle seguenti frasi non sono coese perché presentano
errori di accordo morfosintattico. Sottolinea gli errori e
correggili nelle righe sottostanti.
1. Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piacciono. 2. Una delle
teorie più popolare è che Bran Stark, personaggio centrale della serie,
interpretato dal giovane attore Isaac Hempstead-Wright, e il Re delle
Notte, siano la stessa persona. 3. Tu mandale a dormire i tuoi pensieri,
| devi ascoltare i sensi solamente; | sarà un combattimento di guerrieri:
| combatterà il tuo corpo e non la mente. 4. Gliel’ho dovuto ripetere
diverse volte, guardandolo dritto nell’occhi, affinché si convinca che
nessuno aveva cercato di ingannarlo. 5. Appuntamento speciale
domattina a partire dalle 9 all’Auditorium S. Domenico di Foligno, dove
la campionessa paralimpica incontrerà gli studenti folignati, nell’ambito
dell’iniziativa promossa dall’associazione “Nel nome del rispetto”.
6. Federica, insieme a Gabriella, hanno scritto un progetto di ricerca per
la quale sperano di ricevere finanziamenti europei.
• il predicato tende a seguire il soggetto (Il gatto si era nascosto, non *Si era nascosto il
12
gatto), a meno di voler comunicare una sfumatura di significato diversa (La spesa la
101
Bisogna inoltre tenere conto del fatto che, frequentemente, ordini delle parole distinti
esprimono significati diversi. Osserva:
Mara ha portato anche una bottiglia di vino.
Anche Mara ha portato una bottiglia di vino.
Ecco un esempio di come un ordine delle parole scorretto può compromettere comple-
tamente la coesione del testo e quindi la sua comprensibilità.
ordine corretto ordine scorretto
OSSERVO Un circuito elettrico è costituito in Un elettrico circuito è costituito da un
generale da un insieme di conduttori, di conduttori insieme in generale,
collegati tra loro e collegati ai poli di un collegati tra loro e collegati di tensione
generatore di tensione. Il più semplice ai di un generatore poli. Il circuito
circuito elettrico può essere costruito elettrico può essere costruito più
collegando ai poli di una pila un filo semplice collegando un metallico filo ai
metallico. poli una di pila.
I segni di punteggiatura
L’uso corretto del punto fermo (.), della virgola (,), del punto e virgola (;), del punto inter-
rogativo (?) ed esclamativo (!) e degli altri segni di punteggiatura è indispensabile alla
coesione del testo scritto. Come abbiamo visto nell’unità dedicata alla punteggiatura
(vedi vol. A, M1_U4), infatti, la funzione principale dei segni di punteggiatura è quella di
riflettere i legami logici tra le diverse parti del testo. Tant’è vero che in molti casi un diver-
so uso della punteggiatura può dar luogo a significati o a sfumature di significato diverse:
Ringraziamo tutti i volontari, che hanno risposto senza esitare alla nostra chiamata.
[tutti i volontari hanno risposto alla chiamata e a loro vanno i ringraziamenti]
Ringraziamo tutti i volontari che hanno risposto senza esitare alla nostra chiamata.
[i ringraziamenti vanno solo a quei volontari che hanno risposto alla chiamata]
Vuoi mangiare prima, Simone? [sto chiedendo a Simone se vuole mangiare prima]
Vuoi mangiare prima Simone? [sto chiedendo a una terza persona se vuole mangiare
Simone come prima cosa!]
Vuoi mangiare? Prima Simone. [sto dicendo a una terza persona che Simone
mangerà prima di lei]
Vuoi mangiare prima? Simone! [sto chiamando Simone dopo aver chiesto a una terza
persona se vuole mangiare prima]
I connettivi
I connettivi sono gli elementi che collegano le varie parti della frase e una frase con
l’altra, mettendole in relazione tra loro. Senza connettivi o con connettivi usati in modo
grammaticalmente scorretto, il testo rischierebbe di essere un ammasso di parole slega-
te, comprensibili separatamente ma non all’interno del discorso:
*Ho pranzato più tardi solito ero affamata. [senza connettivi: testo non coeso]
*Ho pranzato più tardi dal solito: ero affamata. [connettivo usato in modo scorretto:
testo non coeso]
IL TESTO
Ho pranzato più tardi del solito anche se ero affamata. [con connettivi corretti:
12
testo coeso]
102
I connettivi possono esprimere legami di vario tipo: spaziali (sotto, fuori da, intorno a
ecc.), temporali (durante, mentre, dopo che, prima di ecc.), causali (a causa di, poiché, per
il fatto che ecc.), finali (per, affinché, in vista della, al fine di ecc.), consecutivi (quindi,
tanto che ecc.), avversativi (ma, invece, al contrario, tuttavia ecc.), concessivi (malgrado,
sebbene, ciononostante ecc.), copulativi o aggiuntivi (e, anche, inoltre ecc.), esplicativi
(cioè, in altri termini, vale a dire ecc.) ecc.
6 CORREGGERE
·· Nel seguente testo sono presenti 6 errori relativi all’ordine
PER INIZIARE
103
Chiara Paolin, Il nuovo business è dare medicine ai sani. E le case farmaceutiche fanno affari d’oro,
in www.ilfattoquotidiano.it 29 novembre 2011
SI
INVAL
7 COMPLETARE
·· Nel seguente testo, inserisci i segni di punteggiatura opportuni,
modificando le minuscole in maiuscole dove necessario.
8 RICONOSCERE
·· Sottolinea tutti i connettivi presenti nel testo.
104
105
SI
INVAL
9 COMPLETARE
·· Completa le seguenti frasi con i sostituenti morfosintattici
PER INIZIARE
opportuni.
10 C O R R E G G E R E
· · · Nel seguente testo sono presenti alcune ripetizioni non
necessarie. Sbarrale e sostituisci le parole ripetute con gli
opportuni sostituenti morfosintattici o lessicali annotandoli
nella colonna a fianco. Poi indica tra parentesi che tipo di
sostituente hai impiegato (pronome, aggettivo, sinonimo,
iperonimo, perifrasi).
solo 7 anni.
tre anni.
12
106
Entrata nella resistenza polacca con il nome
di battaglia “Jolanta”, quando fu eretto il
ghetto Irena venne incaricata delle
operazioni di salvataggio dei bambini ebrei.
Ottenuto un permesso speciale per entrare
nel ghetto alla ricerca di eventuali sintomi di
tifo, Irena riuscì a portare in salvo 2500
bambini. Gli stessi genitori avevano affidato a
Irena questi bambini. Irena li nascondeva in
casse o in sacchi e, una volta fuori, forniva a
questi bambini una nuova identità e trovava
loro rifugio presso famiglie cristiane o
conventi.
Quando terminò la guerra, Irena recuperò i
preziosi barattoli e i nomi dei bambini
vennero consegnati a un Comitato Ebraico; il
comitato riuscì a rintracciare circa 2.000
bambini.
Pochi, tuttavia, poterono ricongiungersi alle
loro famiglie, poiché la gran parte delle loro
famiglie erano state sterminate nei lager.
tra le Nazioni.
12
107
L’ellissi
Un altro strumento per rendere un testo più coeso è l’ellissi, cioè l’omissione di elementi
che possono essere inferiti dal contesto e che pertanto vengono lasciati sottintesi.
Vorrei venire alla festa ma non posso. (sottinteso: venire alla festa)
«Chi ha vinto la partita alla fine?» «Caterina». (sottinteso: ha vinto)
L’ellissi più frequente è quella del soggetto, che è abituale quando questo è un pronome
personale non messo in evidenza né contrapposto a un altro; è quasi sempre obbligatoria
quando il soggetto della principale e quello della coordinata o della subordinata coin
cidono, e in generale è consigliabile quando il soggetto può essere desunto senza ambi-
guità dalle frasi precedenti (vedi vol. A, M6_U2). L’ellissi del soggetto, come si vede negli
esempi, permette di connettere più elementi del testo (verbi) a un unico elemento inizia-
le (soggetto espresso):
«Scusi, per il duomo?» «(io) Non sono di qui, mi dispiace». [ellissi abituale]
Teresa prese le chiavi e (Teresa) uscì di casa. [ellissi obbligatoria]
La rondinella si trascinava perché (la rondinella) non sapeva ancora volare. [ellissi
obbligatoria]
Quando i figli di Mariella si azzuffano non c’è modo di fermarli. (I figli di Mariella)
Sono davvero scalmanati. [ellissi consigliabile]
La ripetizione
In altri casi, al contrario, chi scrive o parla può ripetere intenzionalmente un elemento
del discorso (anche il soggetto, anche in casi in cui questo normalmente si ometterebbe)
per metterlo in evidenza o creare particolari effetti espressivi. Osserva:
Francesca aveva ragione anche questa volta perché, certo, Francesca ha sempre
ragione. Francesca non sbaglia mai; Francesca non fa parte di noi comuni mortali.
La ripetizione di intere espressioni o frasi può servire a dare maggiore incisività al testo e
a strutturarlo in modo più chiaro, creando parallelismi interni, o richiamando in modo
più esplicito concetti espressi in precedenza. Osserva:
C’è chi dice no alle ingiustizie, chi dice no agli abusi di potere, chi dice no alla banalità
del male: quel male quotidiano, discreto, travestito da normalità, che fa forse più male
del male scoperto e immediatamente riconoscibile. C’è chi non ci sta e soprattutto c’è
chi, per il fatto di non starci, paga le conseguenze, conseguenze che, in alcuni casi,
possono durare per tutta la vita.
SI
INVAL
11 C O M P L E T A R E
·· Completa il testo seguente inserendo il soggetto quando è
PER INIZIARE
108
La coerenza
Un testo può essere coeso dal punto di vista morfosintattico, cioè presentare un corretto
accordo grammaticale e una punteggiatura accurata, un ordine delle parole adeguato
all’interno delle singole frasi, una trama di connettivi che ne mettono in relazione le
parti, un uso grammaticalmente corretto di sostituenti, ellissi, ripetizioni, ma risultare
incoerente dal punto di vista del significato e dell’organizzazione del discorso. Osserva:
Avendo dormito, domani notte, meno di quattro lettere, Teresa si sentiva piuttosto
affaticata: vitale, straripante di energia. L’acqua bolle a 100 °C. Infatti il suo ultimo
film le era piaciuto molto: lo aveva trovato noiosissimo.
Pur coeso dal punto di vista morfosintattico, il testo risulta carente di coerenza, perché:
• mescola parole di ambiti semantici diversi e incompatibili (Avendo dormito…
quattro lettere)
• salta da un argomento all’altro senza alcuna continuità: parla prima delle poche ore
di sonno e dello stato attuale di Teresa, poi del punto di ebollizione dell’acqua e
infine di un film
• si contraddice dal punto di vista logico: non è possibile “aver dormito” la notte di
“domani”; se ci si sente affaticati non si è “straripanti di energia”; il connettivo infatti
lega due affermazioni che non hanno tra loro alcun legame di consequenzialità; se
Teresa aveva trovato il film noioso, lo stesso film non può esserle piaciuto
moltissimo
IL TESTO
109
dell’esempio ci risulta incoerente perché non capiamo che cosa voglia dire “dormire me
no di quattro lettere”; perché diamo per scontata la progressione passato, presente, futu-
ro; perché sappiamo che affaticata è il contrario di “straripante di energia ecc.”; e perché
sottintendiamo che se un film ci sembra noioso tendenzialmente non ci piace, e non il
contrario.
La coerenza è una caratteristica del testo estremamente articolata, che coinvolge
almeno tre piani diversi: un piano semantico, un piano tematico-strutturale e un
piano logico.
Coerenza semantica
A livello semantico, un testo coerente presenta continuità di senso, cioè si sviluppa in
modo continuo intorno a un argomento centrale.
Per esempio è coerente una frase come “Il clima ideale per la coltivazione delle fragole è
quello temperato”, mentre sarebbe incoerente una frase come “Il sentimento ideale per
la vivisezione delle fragole è quello temperato”.
Un modo per capire se un testo sia sviluppato intorno a un argomento è verificare che il
lessico sia ascrivibile a un unico campo semantico o a campi semantici collegati tra loro
e compatibili; la frase incoerente sulle fragole è tale perché sentimento e vivisezionare non
hanno nulla a che fare con il campo semantico del clima e dell’agricoltura, quindi non
possono apportare un contributo coerente alla costruzione del significato della frase.
Coerenza tematico-strutturale
Dal punto di vista tematico-strutturale, il primo requisito di un testo coerente è l’ade-
renza rispetto all’argomento principale e che il discorso non vada, appunto, “fuori tema”.
Osserva:
OSSERVO testo coerente testo non coerente
Pierino è una figura tradizionale delle Pierino è una figura tradizionale delle
barzellette italiane: viene presentato barzellette italiane: viene presentato
generalmente come un ragazzino generalmente come un ragazzino
dispettoso, impertinente, svogliato, alle dispettoso, impertinente, svogliato,
prese con piccole disavventure alle prese con piccole disavventure
scolastiche o familiari. Il suo scolastiche o familiari. Invece da noi
equivalente spagnolo è Jaimito, mentre in famiglia non si litiga mai. E io devo
in Francia il protagonista delle sempre spiegare il significato delle
barzellette è Toto. barzellette al mio vicino di banco.
Nel primo testo l’argomento è chiaro: Pierino. Esso viene presentato immediatamente, e
sviluppato nella seconda frase per mezzo di una definizione esauriente seppure concisa.
L’informazione fornita nella terza e ultima frase arricchisce l’informazione principale
mediante un elemento secondario, non indispensabile alla comprensione, ma rilevante
per il discorso intorno a Pierino che si intende costruire.
Nel secondo testo, al contrario, l’argomento centrale non è riconoscibile. Di che cosa si
sta parlando? Del personaggio “Pierino”? Della famiglia di chi scrive? Del suo compa-
IL TESTO
110
Oltre all’aderenza, elementi fondamentali per la coesione del testo sono la continuità e
la progressione. In testi complessi, l’argomento centrale è arricchito mediante elementi
secondari, che in base al tipo di testo (argomentativo, narrativo, descrittivo ecc.) e delle
intenzioni dell’emittente possono fungere da espansioni del tema, da prove di una deter-
minata tesi, da esempi, da dettagli aggiuntivi ecc.
Diverse tipologie di testo (vedi M12_U2, U3) e distinti scopi comunicativi richiedono
modi diversi di progredire dall’argomento centrale alle informazioni secondarie, e per-
tanto strutture del testo distinte. In un testo informativo, per esempio, è possibile illu-
strare l’argomento principale e poi sviluppare una per una le parti che lo compongono o
che hanno con esso un rapporto di causa-effetto (le cause di un fenomeno, le sue conse-
guenze, i vari modi in cui esso si manifesta ecc.). Oppure si possono fornire diverse in-
formazioni specifiche per poi concludere con l’informazione principale.
In un testo argomentativo si può anticipare la tesi che si intende sostenere, per poi sup-
portarla mediante argomentazioni secondarie ed esempi, distribuiti in vario modo, o
viceversa sviluppare le argomentazioni in modo che esse conducano a formulare, in
conclusione, la tesi centrale.
In un testo narrativo si può scegliere di raccontare i fatti in modo cronologico, o vice-
versa optare per una struttura narrativa più articolata, dove siano presenti “salti indie-
tro” e “in avanti” nell’ordine degli avvenimenti.
I modi per costruire un testo coerente, e quindi le sue possibili strutture, sono estrema-
mente vari. L’importante, affinché il testo raggiunga il suo scopo, è che le parti di cui è
composto siano organizzate tra loro secondo un principio di continuità e di ordine,
qualunque esso sia. Il testo non deve dunque presentare salti tematici e l’articolazione
tra una parte e l’altra non deve essere casuale, ma deve invece seguire una progressione
determinata. Osserva l’esempio:
OSSERVO testo con struttura coerente testo con struttura non coerente
Lo smacchiatore Karatekid è un Lo smacchiatore Karatekid può essere
detergente particolarmente indicato utilizzato anche con l’ausilio di una
per la pulizia dei pavimenti che monospazzola. Si applica con i
presentano sporco, macchie e aloni di tradizionali metodi per la pulizia dei
grasso. Agisce in modo veloce ed
pavimenti. È un detergente
efficace, senza aggredire i marmi
lucidi e le superfici più sensibili agli particolarmente indicato per la pulizia
acidi. Si applica con i tradizionali dei pavimenti e agisce in modo veloce.
metodi per la pulizia dei pavimenti Non aggredisce i marmi lucidi e le
ma può essere utilizzato anche con superfici più sensibili agli acidi ed è
l’ausilio di una monospazzola. efficace.
Il primo testo progredisce in modo continuo dalle informazioni più generali a quelle
secondarie, definendo prima il prodotto (Lo smacchiatore Karatekid è un detergente…),
poi presentandone le qualità (Agisce in modo veloce ed efficace …), infine chiarendone i
metodi di utilizzo. Nel secondo testo, invece, gli stessi elementi sono mescolati in modo
disordinato: si parla prima dell’utilizzo dello smacchiatore, impiegando un connettivo
(anche) che non si riaggancia a nessun elemento precedente (Lo smacchiatore Karatekid
può essere utilizzato anche…), poi lo si definisce (È un detergente particolarmente indi-
IL TESTO
111
SI
INVAL
12 C O R R E G G E R E + L E S S I C O
· Nelle seguenti frasi, sottolinea i termini incoerenti dal punto di
PER INIZIARE
vista semantico poi sostituiscili in modo da garantire la
continuità di senso, come nell’esempio.
Es. Il film fu condito per la maggior parte in Islanda. → fu girato
terremoti. →
13 R I C O N O S C E R E E A N A L I Z Z A R E
·· Indica se i seguenti testi sono coerenti [C] o incoerenti [I] dal
punto di vista tematico e strutturale. Per i testi coerenti,
individua e annota l’argomento centrale.
C I
1. Negli ultimi vent’anni sono stati undici
112
14 O R D I N A R E
·· Numera i paragrafi sottostanti in modo che il testo progredisca
dalle informazioni più generali a quelle più specifiche, e si
concluda con un esempio. L’esercizio è avviato.
a. Ora, grazie al programma, possiamo mangiare a scuola e non
“
soffriamo più la fame. Amo il porridge. Il cibo ci aiuta ad avere
le energie per imparare. Amo andare a scuola perché qui il cibo
è più gustoso e dolce di quello che mangio a casa.”
b. I n situazione di emergenza sono i bambini piccoli quelli più a
rischio. Per questo è fondamentale l’aiuto umanitario per
garantire alle famiglie i beni di prima necessità per prevenire la
malnutrizione, le malattie e la morte.
c. 1 I n Somalia, Etiopia e Kenya l’insicurezza alimentare è salita del
36% nel solo 2017. Sono quasi 21 milioni le persone in questi
paesi, incluso il Sud Sudan, che soffrono la mancanza di cibo e
IL TESTO
113
Adattato da Corno d’Africa: quasi 21 milioni le persone che soffrono la mancanza di cibo e acqua,
in www.savethechildren.it/blog-notizie
Coerenza logica
Appaiono incoerenti testi che incorrono in contraddizioni logiche interne. Osserva:
Il tasso di disoccupazione si è abbassato: negli ultimi sei mesi è addirittura
raddoppiato rispetto alla fine dell’anno scorso.
Non sopportava quel suo modo affettato e pedante, come se stesse sempre dando una
conferenza davanti a un pubblico: sarebbe rimasta ad ascoltarlo per ore, a tal punto
la affascinava l’umiltà mista a timidezza che emanava da ogni sua parola.
Oltre che dal rispetto del principio di non-contraddizione, la coerenza logica è garantita
dal rispetto dei rapporti di causa-effetto, di spazio e di tempo, gli assi del nostro pen-
siero, rispetto che si concretizza nell’uso coerente dei connettivi e di altri elementi con
funzione affine. Osserva:
114
SI
A N A LIZ Z A R E E CO R R EG G ER E INVAL
15
·· Indica se i seguenti testi sono coerenti [C] o incoerenti [I] dal
PER INIZIARE
punto di vista logico e riscrivi i testi incoerenti in modo
logicamente coerente.
C I testo logicamente coerente
un orangotango, due
dall’odore sgradevole e
Italia.
4. Nonostante le temperature
momento di pensare a
o, in alternativa, di
ricordarsi di mettere le
miniatura e in più ci si fa
12
115
SI
INVAL
16 C O M P L E T A R E
·· Completa le seguenti frasi con i connettivi opportuni in modo che
siano logicamente coerenti.
17 P R O D U R R E
· · · Per ognuno degli argomenti dati, scrivi un minitesto logicamente
coerente che contenga almeno i tre connettivi indicati.
1. argomento: torneo di pallacanestro della scuola
connettivi: fuorché, quindi, perché
IL TESTO
12
116
IL TESTO
12
117
Coerenza stilistica
Sebbene la questione dello stile esuli dalla sfera della coerenza in senso stretto, è inne-
gabile che un testo è tanto più comprensibile ed efficace quanto più il suo stile e il suo
registro sono uniformi e adatti al contesto. Bruschi scarti di stile e di registro causano
una sensazione di confusione nel destinatario, disorientandolo. A meno che il disorien-
tamento non sia il fine del messaggio e la mescolanza stilistica una precisa scelta espres-
siva, quindi, il testo andrà formulato adottando un linguaggio omogeneo e adeguato al
contesto comunicativo. Osserva:
OSSERVO testo stilisticamente coerente testo stilisticamente non coerente
Tutti i cittadini hanno pari dignità Tutti i cittadini hanno pari dignità
sociale e sono eguali davanti alla legge, sociale e sono eguali davanti alla legge,
senza distinzione di sesso, di razza, di fa lo stesso di che sesso, razza, lingua,
lingua, di religione, di opinioni politiche, religione sono, che opinioni politiche
di condizioni personali e sociali. c’hanno, e se sono ricchi sfondati o dei
È compito della Repubblica rimuovere poveracci.
gli ostacoli di ordine economico e È compito della Repubblica levare di
sociale, che, limitando di fatto la mezzo gli ostacoli di ordine economico
libertà e l’eguaglianza dei cittadini, e sociale, che, limitando di fatto la
impediscono il pieno sviluppo della libertà e l’eguaglianza dei cittadini,
persona umana e l’effettiva impediscono il pieno sviluppo della
partecipazione di tutti i lavoratori persona umana e l’effettiva
all’organizzazione politica, economica partecipazione di tutti gli sgobboni
e sociale del Paese. all’organizzazione politica, economica
Costituzione della Repubblica Italiana, Art. 3 e sociale del Paese.
SI
INVAL
18 C O M P L E T A R E + L E S S I C O
· Completa i seguenti testi selezionando l’opzione stilisticamente
PER INIZIARE
coerente.
1. Se i signori hanno già prenotato, consiglio di inviare una mail
all’indirizzo di posta elettronica per fornire le note necessarie
all’assegnazione dell’appartamento più (giusto /
consono). 2. Quando gliel’abbiamo detto, Gipo ha fatto una faccia così
(stupita / attonita) che ci siamo scassati dalle
risate! 3. Immettere in commercio, vendere o distribuire giocattoli,
omettendo di (mettere / apporre) sul giocattolo
stesso e/o sul suo imballaggio la marcatura CE, è sanzionabile per
legge. 4. Sebastiano adorava (intridere /
inzuppare) i biscotti nel caffellatte e poi
(leccarsi / lambirsi) le labbra inzaccherate di cioccolato. 5. Sicura di
un’attenta e sensibile valutazione e in attesa di un
(cortese / affabile) riscontro, (mando /
IL TESTO
118
19 A N A L I Z Z A R E E C O R R E G G E R E
·· Indica se i seguenti testi sono coerenti [C] o incoerenti [I] dal
punto di vista stilistico. Riscrivi quelli incoerenti modificandone
registro e stile.
C I testo stilisticam. coerente
1. [manuale di shiatsu]
2. [conversazione a scuola]
e signori, ho l’onore di
generazione. Compositore
4. [annuncio stazione]
Vi raccomandiamo di non
valigette varie.
5. [sito di giardinaggio]
maggiormente ombreggiate e
abbondante.
12
119
IL TESTO
PUÒ ESSERE
SCRITTO ORALE
DI SOLITO HA DI SOLITO HA
DEITTICI (QUI,
TU, QUELLO ECC.)
120
COESIONE COERENZA
CIOÈ CIOÈ
CONCORDANZA
SEMANTICA
MORFOSINTATTICA
TEMATICO-
ORDINE DELLE PAROLE
STRUTTURALE
PUNTEGGIATURA
LOGICA
CONNETTIVI
STILISTICA
USO DI SOSTITUENTI
ELLISSI
RIPETIZIONI
121
Come si è detto, raramente un genere testuale presenta caratteristiche di una sola ti-
pologia: per esempio in un saggio, classificabile come testo argomentativo, perché in
prevalenza improntato all’argomentazione, spesso si intercalano e combinano ele-
menti o sequenze ascrivibili ad altre tipologie, quali parti descrittive ed espositive.
In alcuni generi testuali questa mescolanza tra diverse tipologie è più evidente: per
questi casi si parla, appunto, di testi di tipologia mista. Alcuni, in particolare, posso-
no adottare caratteristiche di una tipologia o di un’altra, quindi presentare una natura
IL TESTO
diversa a seconda del loro scopo (una lettera per es. può essere narrativa, descrittiva,
12
122
Il testo descrittivo
Il testo descrittivo è un testo scritto oppure orale che presenta le caratteristiche e le pro-
prietà di persone, animali, oggetti, luoghi, situazioni, in un modo tale per cui il destina-
tario può formarsi un’immagine mentale dell’oggetto della descrizione. Quest’ultimo
può essere reale (per es. un paesaggio esistente, o una persona che conosciamo) o im-
maginario (per es. un luogo di fantasia, o il personaggio inventato di un romanzo), e
può essere descritto facendo appello al senso della vista (colori, luci, forme percepite
attraverso gli occhi ecc.), ma anche agli altri sensi (sapori, profumi, forme percepite
attraverso il tatto ecc.). Osserva:
OSSERVO La buccia è liscia, di colore giallo dorato con sfumature rosate nelle zone che durante
la maturazione sono più illuminate dal sole. Talvolta la buccia è punteggiata da
rugginosità più o meno diffusa. La polpa, di colore bianco-giallo chiaro, è croccante,
dolce e succosa.
Luisa Cabrini, Fabrizia Malerba, Frutta e ortaggi in Italia, Touring Club Italiano, Milano, 2005
OSSERVO Il portone era aperto, il viottolo deserto: sembrava una notte d’estate, silenziosa, col
cielo diafano fiorito di stelle purissime. Dietro gli orti, dietro lo stradale, in
lontananza, si sentiva uno scampanio argentino di pecore al pascolo; veniva nell’aria
un aspro profumo d’erba fresca. Elias respirava quel profumo, quell’aria pura, con le
narici dilatate, con un istinto di voluttà selvaggia.
Grazia Deledda, Elias Portolu, Mondadori, Milano, 2013
vista udito gusto/tatto olfatto
I testi descrittivi autonomi rispetto ad altri testi (per es. la descrizione di un prodotto su
un catalogo) sono molto pochi. Generalmente i testi descrittivi sono inseriti all’interno
di altre tipologie testuali: un testo narrativo (per es. la descrizione di un personaggio in
un romanzo), espositivo (per es. la descrizione di una cattedrale all’interno di una guida
turistica di una città), argomentativo (per es. la descrizione di una determinata situazio-
ne in un articolo di opinione).
Inserite all’interno di altri testi, le descrizioni possono rispondere a tanti scopi diversi.
Si può descrivere per ambientare un racconto, informare circa le caratteristiche di un
oggetto, difendere un’opinione ecc. Tre sono gli obiettivi principali ai quali si possono
ricondurre tutti gli altri:
123
124
SI
INVAL
1 RICONOSCERE
· All’interno del seguente testo narrativo (articolo di cronaca),
PER INIZIARE
individua la sequenza descrittiva e sottolineala.
2 ANALIZZARE + LESSICO
· Analizza i seguenti frammenti di descrizione indicando a quale
senso fanno riferimento: vista [V], udito [U], olfatto-gusto [OG]
o tatto [T].
1. Improvvisamente ecco un rumore di passi su per le scale, come di un
gruppo di gendarmi. Poi lo sbattere di una porta, forse quella del
quarto piano, e infine, attutite dalle pareti e forse dall’angoscia,
voci a mezza bocca, sussurranti, che si accavallavano pronunciando
parole indistinguibili. V U OG T
2. Il corridoio termina con una vetrata, che si apre sul parco. Alberi
d’alto fusto alternati a cespugli sempreverdi, una stradina senza
asperità si alterna al verde ormai sbiadito dalla stagione dell’erba
tagliata a prato inglese. V U OG T
carne o pesce. V U OG T
12
125
SI
INVAL
3 ANALIZZARE E RICONOSCERE
·· + LE SS I CO
Indica se le descrizioni sono oggettive [O] o soggettive [S]. Poi
sottolinea in quelle soggettive gli elementi che le rendono tali.
1. La modella indossa una camicetta aderente di cotone leggero e
una gonna corta a pieghe. Una lunga collana etnica dalle tonalità
ambrate contrasta con i colori tenui della camicetta e del cappotto
beige, portato aperto. O S
2. Il suo corpo, pure fra le pieghe della veste ampia, lascia già
riconoscere ch’è incinta; ed essa tiene le due manine intrecciate
davanti, come per nascondersi, in una posa di timidezza e di
pudore. È molto seria, e nei suoi occhi neri non si legge soltanto
la sottomissione, ch’è solita in quasi tutte le nostre ragazze e
sposette di paese; ma un’interrogazione stupefatta e lievemente
spaurita. Come se, fra le comuni illusioni della maternità, essa già
sospettasse il suo destino di morte, e d’ignoranza eterna.
O S
Elsa Morante, L’isola di Arturo, Einaudi, Milano, 2014
126
4 PRODURRE + LESSICO
· · · Negli spazi dati, scrivi prima una descrizione oggettiva, poi una
descrizione soggettiva della tua stanza, da cui emerga ciò che è
per te e quali sentimenti ti legano a essa.
OGGETTIVA:
SOGGETTIVA:
SI
INVAL
5 ANALIZZARE
·· Indica se lo scopo principale dei seguenti testi descrittivi è
informare [I], persuadere [P] o esprimere [E].
1. Il nostro agriturismo è immerso nella campagna maremmana, quella
fatta di dolci colline ricamate da vigneti, uliveti e macchia
mediterranea che si rincorrono fino al mare. In un luogo di pace, a
due soli km dal delizioso borgo di Pereta e a dieci km da Magliano
in Toscana, l’agriturismo offre ospitalità con i suoi due
appartamenti, recentemente ristrutturati, per garantire agli ospiti
assoluto comfort durante il soggiorno. I P E
127
6 PRODURRE
· · · Scegli un oggetto e scrivi 3 brevi testi: descrivilo rispettivamente
per informare sulle sue caratteristiche, per persuadere ad
acquistarlo e per esprimere ciò che provi di fronte a esso.
INFORMARE:
PERSUADERE:
ESPRIMERE:
• logico, dalla visione d’insieme ai singoli dettagli o, viceversa, dai dettagli alla visione
12
d’insieme:
128
OSSERVO Praga è la capitale della Repubblica Ceca e una delle mete più ambite dell’est
Europa, insieme a Budapest e Zagabria. Costruita intorno al fiume Moldava, è
immersa in un’atmosfera magica e suggestiva che attira ogni anno migliaia di turisti.
La città si divide in due parti: Novo Mesto, la città nuova, e Stari Mesto, la città
vecchia. Nella città vecchia si trova il quartiere di Malá Strana, in ceco “piccola
parte”, diviso in due dalla chiesa di San Nicola, e dominato dall’imponente castello.
Oggi questo quartiere è famoso per i suoi caffè e i suoi artisti, ma Malá Strana è
anche il quartiere delle ambasciate di molte nazioni del mondo che hanno sede nei
bei palazzi barocchi di Via Nerudova. [ordine logico, dalla visione d’insieme ai
dettagli]
• spaziale, tracciando un “itinerario” determinato: dall’alto al basso, dal basso in alto,
da destra a sinistra ecc. Quest’ordine è influenzato dalla prospettiva adottata, cioè
dal punto di osservazione dal quale si sceglie di descrivere qualcuno o qualcosa.
Non sempre, infatti, il punto di osservazione è frontale e statico. Esso può trovarsi in
basso rispetto all’oggetto della descrizione, in alto, di lato, e può muoversi in modo
ordinato, passando da una parte all’altra, o in modo “disordinato”, saltando da un
dettaglio all’altro come una cinepresa che cambi continuamente inquadratura:
OSSERVO Da dove ci trovavamo potevamo abbracciare con lo sguardo l’intera vallata. In
basso, sotto di noi, il ruscello scorreva sottile, sparendo a tratti all’interno delle
macchie di vegetazione. Più avanti, i boschi si diradavano, inghiottiti dal grigio delle
pietraie e, più su, nel bianco sporco dei ghiacci perenni. In lontananza, si estendeva
una distesa di vette aguzze come cocci di bottiglia e, dietro, il mare azzurro delle
nubi che galleggiavano sulla cordigliera. [prospettiva dall’alto, ordine spaziale, dal
basso verso l’alto e da vicino a lontano]
FACCIAMO IL PUNTO
129
SI
INVAL
7 ANALIZZARE + LESSICO
·· Analizza la seguente descrizione rispondendo alle domande
PER INIZIARE
sottostanti.
2. La descrizione è:
oggettiva soggettiva
4. Il lessico è ,
perlopiù appartenente a due campi semantici fondamentali:
1. ; 2.
6. La sintassi è prevalentemente:
IL TESTO
paratattica ipotattica
12
130
8 ANALIZZARE
·· Leggi le due descrizioni proposte nell’esercizio e indica quale di
queste segue un ordine logico [L] e quale invece segue un ordine
spaziale [S]. Poi, in entrambi i casi, specifica qual è il tipo di
logica o “itinerario” seguito nella descrizione.
L S
Logica/Itinerario:
L S
Logica/Itinerario:
IL TESTO
12
131
9 PRODURRE
· · · Per ognuno degli oggetti sottostanti, scrivi una descrizione di
massimo 8 righe, seguendo le indicazioni date.
1. • descrizione soggettiva
• scopo: esprimere
• ordine: da vicino a lontano
• contesto: pagina di diario
2. • descrizione oggettiva
• scopo: informare
• contesto: post attraverso il
quale si comunica che si è
smarrita in un locale una
sciarpa e si fornisce una
descrizione per permettere al
destinatario di identificarla
IL TESTO
12
132
3. • descrizione soggettiva
• scopo: esprimere
• contesto: racconto della prima
volta che hai incontrato un
alieno, nel tuo giardino
4. • descrizione soggettiva
• scopo: convincere il
destinatario ad adottare il cane
• ordine logico
• contesto: annuncio di adozione
su un blog di animali
Il testo narrativo
Il testo narrativo è un testo che racconta una storia, cioè un fatto o una successione di
fatti, reali o inventati, che si sviluppano nel tempo. Il testo narrativo è la tipologia te-
IL TESTO
stuale più diffusa in ogni lingua e cultura, in forma sia scritta che orale: vi fanno capo
12
moltissimi generi, letterari e non, come la favola, la fiaba, la leggenda, il romanzo, il
133
racconto, il diario, la barzelletta ecc. Testi narrativi, inoltre, possono essere inseriti all’in-
terno di testi argomentativi, espositivi o descrittivi. Gli scopi dei testi narrativi possono
essere molto vari: oltre che per informare, si narra per far riflettere, per conservare e
tramandare una tradizione, per divertire, per emozionare, per convincere ecc.
La storia e il racconto
Ogni testo narrativo si basa su una storia, cioè una vicenda o una successione di vicen-
de, reali o inventate. Nel racconto, cioè nella storia così come viene narrata, i fatti pos-
sono essere raccontati:
• seguendo l’ordine cronologico: in questo caso l’intreccio o trama del racconto è
identico alla fabula, cioè alla storia nel suo ordine lineare
• disponendoli in un ordine diverso: in questo caso l’intreccio si discosta dalla fabula
per mezzo di posticipazioni o analessi o flashback (“salti indietro” nell’ordine degli
avvenimenti) o di anticipazioni o prolessi o flashforward (“salti in avanti” nella
successione temporale)
Racconti narrati in ordine cronologico appartenenti a generi molto codificati (per es. la
fiaba) presentano generalmente una struttura tipica articolata in:
• una situazione iniziale
• la rottura dell’equilibrio: un evento che altera l’equilibrio iniziale, mettendo in moto
la storia
• lo svolgimento: le vicende vissute dal protagonista e dagli altri personaggi, spesso in
una tensione narrativa crescente (climax) che culmina con il momento di massima
tensione (spannung)
• lo scioglimento o conclusione: il ripristino dell’equilibrio iniziale o la creazione di un
nuovo equilibrio
Altri testi narrativi meno codificati (il romanzo contemporaneo, la pagina di un diario
ecc.) possono presentare strutture anche molto diverse: per esempio possono iniziare in
medias res, cioè nel pieno della vicenda; possono presentare un finale aperto, rimanendo
in sospeso; possono deludere le attese del lettore posticipando continuamente un’azione
che non sopraggiunge mai ecc.
Il luogo e il tempo
La storia è ambientata in uno o più luoghi, più o meno reali e determinati (il salotto di
una casa, una città, un mondo immaginario dalla collocazione indeterminata ecc.), e in
un’epoca, più o meno precisata (ieri; gli anni Settanta; un futuro imprecisato ecc.). Essa
IL TESTO
inoltre ha una durata, che può essere molto precisa (da sabato mattina a lunedì sera; dal
12
1951 al 1968 ecc.) o più vaga (alcune ore; alcuni anni ecc.).
134
Il rapporto tra la durata della storia e la lunghezza del racconto (le parole, le righe o le
pagine che lo compongono) determina il ritmo della narrazione. Questa infatti può
contenere:
• pause: la storia è ferma (“non succede niente”), mentre la narrazione procede.
È ciò che accade, per esempio, quando all’interno di un romanzo si ha una
digressione
• scene: la storia e la narrazione hanno la stessa velocità, cioè la storia è raccontata “in
presa diretta”
• sommari: il tempo della storia è superiore a quello della narrazione, che “riassume”
avvenimenti lunghi in poco spazio
• ellissi: la storia continua, ma la narrazione si arresta, cioè alcuni eventi vengono
omessi
OSSERVO All’inizio Eurinome, Dea di Tutte le Cose, emerse nuda dal Caos e non trovò nulla di
solido per posarvi i piedi: divise allora il mare dal cielo e intrecciò sola una danza sulle
onde. Sempre danzando si diresse verso sud e il vento che turbinava alle sue spalle le
parve qualcosa di nuovo e di distinto; pensò dunque di iniziare con lui l’opera della
creazione. [narrazione in terza persona, voce narrante esterna, punto di vista
IL TESTO
esterno]
12
Robert Graves, I miti greci, Longanesi, Milano, 1983
135
OSSERVO Gregor Samsa, destandosi un mattino da sogni agitati, si trovò trasformato nel suo
letto in un enorme insetto immondo. Riposava sulla schiena, dura come una corazza, e
sollevando un poco il capo scorse il suo ventre arcuato, bruno e diviso in tanti segmenti
ricurvi, in cima a cui la coperta del letto, ormai prossima a scivolar giù tutta, si
manteneva a fatica. Le gambe, numerose e sottili da far pietà rispetto alla sua normale
corporatura, tremolavano senza tregua in un confuso luccichio dinnanzi ai suoi occhi.
[narrazione in terza persona, voce narrante esterna, punto di vista interno]
Franz Kafka, La metamorfosi e altri racconti, Mondadori, Milano, 1994
I personaggi
I testi narrativi presentano uno o più personaggi, che possono essere persone, ma anche
animali o, in rari casi, cose. Il personaggio principale, intorno a cui ruotano le vicende,
è il protagonista. Un racconto naturalmente può anche presentare diversi protagonisti
o nessuno: l’attenzione può spostarsi continuamente da un personaggio all’altro per dare
una visione corale. Gli altri personaggi possono essere secondari o semplici comparse.
SI
INVAL
10 R I C O N O S C E R E
· All’interno del seguente testo descrittivo, tratto da un manuale
PER INIZIARE
Floriana Calitti, La vita dei testi. Dalle origini a Dante e Boccaccio, Zanichelli, Bologna, 2015
12
136
SI
INVAL
11 A N A L I Z Z A R E
· Analizza il seguente testo narrativo rispondendo alle domande
sottostanti.
12 R I C O N O S C E R E
·· In ognuno dei seguenti testi narrativi è presente un’alterazione
dell’ordine cronologico della narrazione. Individuala, poi
sottolinea i flashback e chiudi tra parentesi i flashforward.
1. Il sole tagliava in due l’ingresso del samavat Qgazi. Da quelle
parti li chiamano anche hotel, i posti così, ma non assomigliano
nemmeno un po’ agli hotel che voi avete in mente, no, no. Più che
IL TESTO
137
Fabio Geda, Nel mare ci sono i coccodrilli. Storia vera di Enaiatollah Akbari, Baldini Castoldi Dalai,
Milano, 2010
138
13 T R A S F O R M A R E
·· Volgi il seguente brano dalla prima persona alla terza persona.
14 P R O D U R R E
·· Scrivi sul quaderno un breve testo narrativo in cui racconti
un’escursione in montagna, reale o inventata. Narra la vicenda
IL TESTO
139
15 P R O D U R R E
· · · Scrivi sul quaderno un breve racconto, ricco di tensione
narrativa, in cui si descriva una straordinaria scoperta. Il testo
dovrà avere le seguenti caratteristiche:
La cronaca
Un tipo particolare di testo narrativo è la cronaca (dal greco chronos: tempo): essa è il
racconto di fatti realmente accaduti, svolto in ordine cronologico e in modo il più pos-
sibile obiettivo, senza giudizi o commenti. Vero e proprio genere storiografico nel corso
del Medioevo, oggi la cronaca è un tipo di scrittura presente in generi diversi: sono
cronache gli articoli giornalistici che si limitano a riferire i fatti (articoli “di cronaca”,
appunto), ma anche alcuni testi scolastici in cui si chiede di riportare gli avvenimenti
così come sono accaduti, senza che emerga la soggettività di chi scrive, così come qua-
lunque resoconto oggettivo e ordinato di un avvenimento reale.
Lo scopo della cronaca è informare, fornendo al destinatario tutti gli elementi neces-
sari alla comprensione di un dato avvenimento. Questi elementi sono i cinque inter-
rogativi che il giornalismo anglosassone ha battezzato le “5 W” (dalla loro lettera ini-
ziale in inglese), ovvero le cinque domande alle quali qualunque cronaca deve dare
risposta.
fatti, o in terza persona, se è invece estraneo alla vicenda, seguendo l’ordine cronologico
12
e selezionando solo i passaggi fondamentali per comprendere l’accaduto.
140
chi che cosa quando dove perché
FACCIAMO IL PUNTO
141
16 P R O D U R R E
· Trova un titolo adeguato per i due articoli di cronaca sottostanti.
PER INIZIARE 1.
SI
INVAL
17 A N A L I Z Z A R E
·· Analizza il seguente articolo di cronaca completando la tabella
sottostante.
142
who? chi?
when? quando?
where? dove?
why? perché?
how? come?
18 T R A S F O R M A R E
· · · Riscrivi sul quaderno il testo che segue in forma di articolo di
cronaca.
143
19 P R O D U R R E
· · · Scrivi sul tuo quaderno un articolo di cronaca a partire dagli
elementi indicati.
12
144
LE TIPOLOGIE TESTUALI
SI DISTINGUONO
PARLANDO DI
TESTO
DESCRITTIVO
TESTO
NARRATIVO
TESTO
REGOLATIVO
TESTO
ESPOSITIVO
TESTO
ARGOMENTATIVO
145
PRESENTA UN
IL TESTO DESCRITTIVO OGGETTO (PERSONA,
ANIMALE, COSA),
REALE O
IMMAGINARIO,
FACENDO APPELLO
AI SENSI
PREPONDERANZA
ESPRIMERE INDICATIVO
PRESENTE
E IMPERFETTO IN UN ORDINE
CONNETTIVI
SPAZIALI (SOPRA,
SOTTO ECC.)
LOGICO
LESSICO PRECISO,
TANTI AGGETTIVI
QUALIFICATIVI SPAZIALE
146
IL TESTO NARRATIVO
FAR RIFLETTERE
UN’AMBIENTAZIONE NELLO SPAZIO
E NEL TEMPO E UNA DURATA
DIVERTIRE
147
148
OSSERVO Articolo 33
L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per
tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri
per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la
parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento
scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.
È prescritto un esame di Stato per l’ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per
la conclusione di essi e per l’abilitazione all’esercizio professionale.
Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi
ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.
Costituzione della Repubblica Italiana, Art. 33
FACCIAMO IL PUNTO
149
SI
INVAL
1 RICONOSCERE
· Seleziona i testi che fanno parte della tipologia del testo
PER INIZIARE
regolativo o contengono sequenze di tipo regolativo.
1. manuale d’istruzioni per montare un armadio
3. articolo di giornale
6. saggio di filosofia
SI
INVAL
2 RICONOSCERE E ANALIZZARE
·· + LE SS I CO
Nel seguente testo regolativo, sottolinea i verbi impiegati per
dare istruzioni e indicane la forma. Poi cerchia i termini
specialistici e precisa a che linguaggio settoriale appartengono.
• dovendo proprio accorciare un ramo singolo, il
taglio va eseguito al di sopra di una gemma
150
Medicamenti
La pianta è vita e la linfa è il suo sangue. Dopo
Attrezzi
Un taglio netto e preciso limita lo stress della
3 PRODURRE
·· Scegli uno dei seguenti giochi e scrivine il regolamento.
IL TESTO
12
151
4 PRODURRE + LESSICO
·· Scrivi la ricetta di un piatto che ti piace particolarmente,
impiegando l’imperativo di 2ª pers. sing., una sintassi chiara e
lineare e un lessico preciso, ricco di termini specialistici.
152
153
FACCIAMO IL PUNTO
SI
INVAL
5 RICONOSCERE
· Indica con una crocetta quale dei seguenti testi è un testo
PER INIZIARE
espositivo.
1. ttenzione: comunichiamo che le iscrizioni al laboratorio in
A
oggetto sono chiuse, in quanto è stato superato il numero di
posti disponibili.
154
6 ANALIZZARE
·· Dividi in paragrafi il seguente testo espositivo, poi individua e
annota a fianco quale porzione di testo costituisce
l’introduzione, quale la trattazione e quale la conclusione.
19 aprile 2011
12
155
SI
INVAL
7 RICONOSCERE E ANALIZZARE
·· + LE SS I CO
Leggi attentamente il seguente testo espositivo (voce di
enciclopedia) e svolgi le attività sottostanti.
3. Il registro impiegato è:
IL TESTO
12 4. La sintassi è prevalentemente:
156
8 PRODURRE
·· Tenendo in conto i contesti indicati e i destinatari possibili,
scrivi brevi testi espositivi in forma di avvisi al pubblico per
comunicare le seguenti informazioni.
1. chiusura della farmacia nei giorni delle festività natalizie
2. cambio data del concerto nel cortile della scuola causa maltempo
9 PRODURRE + LESSICO
· · · Scrivi sul quaderno un testo espositivo su un tema a scelta tra
quelli indicati.
l’origine dell’italiano • il teorema di Pitagora • la conquista delle
IL TESTO
157
Il testo argomentativo
Un testo argomentativo è un testo che sostiene una tesi (cioè un’opinione) per mezzo di
argomentazioni, cioè ragionamenti legati gli uni agli altri e supportati da esempi, dati,
citazioni. Lo scopo di un testo argomentativo è quello di persuadere il destinatario del-
la validità della tesi sostenuta.
Sono testi argomentativi molti testi orali (discussioni e conversazioni volte a convincere
il proprio interlocutore; interventi in dibattiti; arringhe e comizi; sermoni religiosi) e
scritti (articoli di fondo e articoli di opinione; saggi; tesi e tesine universitarie; saggi
brevi redatti a scuola; recensioni; testi pubblicitari ecc.).
158
Vediamo un esempio di testo argomentativo dalla struttura classica, in cui sono presen-
ti le caratteristiche sopra esposte:
Sostituire i motori delle macchine con un
OSSERVO motore elettrico risolverebbe il problema
dell’inquinamento atmosferico?
La questione è apparentemente semplice: un
motore elettrico sembra non avere nessuna
emissione durante il suo funzionamento e per- enunciazione del tema: luogo
comune secondo cui un motore
ciò è “pulito”, mentre un classico motore ter-
elettrico è “pulito”
mico è “sporco”, poiché scarica nell’aria i resi-
dui di combustione.
159
Tecniche argomentative
Per costruire un ragionamento in un testo argomentativo ci si può avvalere di diverse
tecniche. Le più comuni sono:
• la tecnica deduttiva: partendo da un’affermazione generale, si arriva a trarne
conclusioni particolari. Un ragionamento deduttivo fondato su una premessa
IL TESTO
iniziale vera garantisce un alto grado di veridicità. Gli argomenti che utilizza sono
12
perlopiù di tipo logico. Osserva:
160
Nei mesi primaverili ed estivi in Europa le giornate sono più lunghe che in
quelli autunnali e invernali.
QUINDI
Spostando in avanti le lancette dell’orologio, cioè passando alla cosidetta “ora
legale”, si “guadagnano” ore di luce al mattino e alla sera.
• la tecnica induttiva: dall’osservazione dei casi specifici e particolari si approda a
una conclusione di portata più generale. Il risultato del ragionamento induttivo
sono asserzioni, possibili o probabili, non necessariamente vere. Gli argomenti
impiegati sono di tipo pratico. Osserva:
Diverse persone tardano giorni a riprendersi dal passaggio dall’ora solare a
quella legale e viceversa.
QUINDI
L’alterazione dell’ora causa uno stress fisico e psicologico temporaneo
potenzialmente dannoso per la nostra salute.
La mente di chi non dubita mai è ferma, inerte, e non può evolvere in nessun
12
senso. Come già affermava Descartes, infatti: “Il dubbio è l’inizio della saggezza”.
161
FACCIAMO IL PUNTO
SI
INVAL
10 R I C O N O S C E R E
· Seleziona i frammenti tratti da un testo argomentativo.
PER INIZIARE
162
11 A N A L I Z Z A R E
· · · Il seguente testo argomentativo affronta il tema della presenza
crescente di parole straniere, soprattutto inglesi, nella nostra
lingua. Sintetizza a fianco ognuna delle parti che lo compongono.
163
d’avanguardia, ma ce ne compiacciamo
stepchild adoption.
trendy).
164
12 O R D I N A R E
·· Metti in ordine le parti del testo argomentativo (l’esercizio è
avviato), poi indica il tema dell’articolo e sintetizza la tesi.
a. anno certamente anche bisogno di conoscere le difficoltà che
H
incontrano ed essere sollecitati a ritornare su una frase che
comunica a fatica un pensiero, un’operazione sbagliata, un
ragionamento o collegamento privo di coerenza logica.
165
1. Il tema dell’articolo è
2. La tesi, in sintesi, è:
SI
INVAL
13 A N A L I Z Z A R E + L E S S I C O
·· Leggi il seguente testo argomentativo e svolgi le attività.
166
167
1. Il tema dell’articolo è:
12
168
SI
INVAL
14 A N A L I Z Z A R E
·· Associa una definizione a ogni estratto.
[a] argomento deduttivo [b] argomento induttivo
[c] argomento analogico [d] esempio [e] citazione
1. Oltre 100.000 pazienti hanno assunto il farmaco in questione negli
ultimi 3 anni senza segnalare alcun effetto indesiderato grave,
motivo per cui riteniamo poco probabile l’esistenza di effetti
collaterali a carico del fegato. [ ]
2. Non è difficile trarre le dovute conclusioni da quanto detto. Visto
che la marea a quell’ora era alta e pertanto quel tratto di spiaggia
risultava coperto dall’acqua, l’uomo non può essere stato visto in
quella zona nell’orario indicato. Se ne inferisce che la testimone
mente o si è confusa. [ ]
3. Spostare la produzione all’estero, soprattutto nei paesi asiatici,
non è affatto una scelta obbligata per le aziende. Si può essere
competitivi producendo in Italia e garantendo stipendi dignitosi.
Lo dimostra il caso di Andreoli e della sua ditta di calzature, che
IL TESTO
169
15 P R O D U R R E
·· Scrivi sul tuo quaderno almeno 3 argomenti a favore della
seguente tesi: “Il numero massimo di studenti per classe dovrebbe
essere di 12-15 persone”.
16 P R O D U R R E
·· Scrivi sul tuo quaderno un testo argomentativo contro o a favore
dell’uso del grembiule nella scuola dell’infanzia e primaria.
17 P R O D U R R E
· · · Scrivi sul tuo quaderno la recensione, positiva o negativa, di un
film che hai visto recentemente. Attenzione:
• il testo dovrà iniziare con notizie e informazioni sul film (anno,
produzione, genere, trama, temi, cast, eventuale romanzo di
riferimento) e sull’autore (regista e sceneggiatore)
• il testo dovrà contenere, di seguito o intercalate alla prima parte,
un’interpretazione dell’opera e una sua valutazione complessiva
18 P R O D U R R E
· · · Scrivi sul tuo quaderno un testo argomentativo sul seguente
tema: Che cos’è l’arte? Quali sono i suoi limiti? Quale la sua
“essenza”? Che cosa ci fa identificare un dipinto come un’opera d’arte
e un cucchiaio di legno come un utensile? Sono “arte” un fumetto, una
pubblicità, un vestito d’alta moda, un ballo eseguito alla perfezione?
19 P R O D U R R E
·· Rifletti sulla legittimità o meno dell’ergastolo, cioè della pena
detentiva a vita, raccogli dati in proposito e scrivi un testo
argomentativo in cui ti schieri a favore del suo mantenimento o
IL TESTO
170
IL TESTO REGOLATIVO
HA LO SCOPO DI È CARATTERIZZATO DA
171
IL TESTO ESPOSITIVO
HA LO SCOPO DI È CARATTERIZZATO DA
172
IL TESTO ARGOMENTATIVO
DEDUTTIVI
STRUTTURA
ORGANIZZATA,
DIVISA IN PARAGRAFI INDUTTIVI
(ORDINE DI TIPO
LOGICO)
ANALOGICI
SINTASSI
PREVALENTEMENTE
IPOTATTICA ESEMPI
LESSICO PRECISO
(TERMINI
SPECIALISTICI) CITAZIONI
USO DELLA
CONNOTAZIONE
173
Come si fa un riassunto
Prima di iniziare la stesura del riassunto, è utile procedere come segue:
• leggere una o più volte il testo di partenza e individuarne il tema o argomento
principale, che naturalmente varia a seconda della tipologia testuale: l’oggetto della
descrizione (persona, animale o cosa) nel caso del testo descrittivo; la tematica in
relazione alla quale si argomenta, nel caso del testo argomentativo; l’informazione
principale nel caso del testo espositivo ecc.
• suddividere il testo in blocchi o sequenze, e individuare in ognuno di essi
l’informazione principale e le informazioni secondarie o accessorie (esempi,
precisazioni, dettagli, digressioni ecc.). L’individuazione degli elementi essenziali e
di quelli secondari dipende anche dal grado di concisione che si intende dare al
riassunto e quindi dalla sua lunghezza
• annotare accanto a ogni blocco una frase o un titolo sintetico che racchiuda
l’informazione principale
• progettare il riassunto, definendo:
IL TESTO
174
175
Osserva le operazioni che sono state fatte sul seguente testo per trasformarlo in un rias-
sunto efficace (testo di partenza: articolo scientifico, di tipo espositivo, lo scopo è infor-
mare; riassunto: testo espositivo, lo scopo è informare un destinatario generico)
176
• Progettare il riassunto
Il riassunto sarà molto breve. Si adotterà un lessico del medesimo registro del testo
di partenza. Non rivolgendosi a un pubblico specializzato, si includeranno le
informazioni più generali e si escluderanno i dettagli medico-scientifici. Si terrà la
stessa “distanza” dai risultati dello studio presente nel testo di partenza (sarebbe
dovuto, si diventerebbe, secondo gli studiosi ecc.).
• Stendere una scaletta
I titoli sintetici vengono riordinati e un po’ modificati per formare una traccia:
OSSERVO • a utori della scoperta: ricercatori del Max Planck Institute for Human Cognitive
and Brain Sciences di Leipzig (Germania)
• scoperta: intorno ai 4 anni i bambini iniziano a comprendere gli altri, cioè
diventano coscienti del fatto che gli altri possono avere pensieri diversi dai loro
• e sperimento: 43 bambini di 3-4 anni; risonanza magnetica cerebrale e quiz
• c ausa neurologica del “cambio di prospettiva”: modifica cerebrale. Si sviluppa
un’area del cervello (fascicolo arcuato) che ne collega due regioni fondamentali
• Stendere il riassunto
OSSERVO I ricercatori del Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Sciences di
Leipzig (Germania) hanno scoperto che intorno ai 4 anni i bambini inizierebbero
a comprendere gli altri, cioè diventerebbero coscienti del fatto che altre persone
possono avere pensieri diversi dai loro.
A questo risultato sono pervenuti somministrando alcuni quiz a 43 bambini di 3-4
anni previamente sottoposti a una risonanza magnetica cerebrale.
Secondo gli studiosi, questo “cambio di prospettiva” si deve a una modifica
cerebrale: lo sviluppo, ultimato verso i quattro anni di età, del fascicolo arcuato,
IL TESTO
ovvero di un’area del cervello che permette la connessione tra due regioni critiche
12
del cervello.
177
SI
INVAL
1 RICONOSCERE
· Indica quale riassunto tra quelli sottostanti sintetizza
PER INIZIARE
efficacemente il testo di partenza.
partita di tennis.
12
178
2 ANALIZZARE
·· Individua le informazioni principali nel seguente testo
espositivo, sottolineale e poi condensale, a fianco, in brevi
titoli. Svolgi l’attività ipotizzando un riassunto il più sintetico
possibile e destinato a un pubblico di non specialisti.
179
3 TR ASFORMARE
·· Converti i seguenti testi in periodi, trasformando le varie
proposizioni indipendenti o principali in proposizioni subordinate
e/o coordinate, laddove è possibile, come nell’esempio.
Es. Non è importante vincere, dicono tutti: è importante partecipare.
Eppure doveva proprio riconoscerlo: detestava perdere.
→ Per quanto tutti dicessero che non era importante
perdere.
IL TESTO
12
180
4 TR ASFORMARE + LESSICO
·· Trasforma le proposizioni subordinate in evidenza in attributi,
apposizioni, soggetti o complementi, o in una combinazione di
questi elementi, poi indica tra parentesi in che elemento/i della
frase le hai trasformate, come nell’esempio.
Es. Il Concilio vaticano I determinò che il papa è infalllibile.
→ Il Concilio vaticano I determinò l’infallibilità
( )
2. Dopo essere sbarcate in Normandia, le forze alleate liberarono
progressivamente il paese dall’occupazione nazista.
( )
3. I Sumeri, che probabilmente inventarono la scrittura,
abitavano una regione corrispondente all’odierno Iraq del sud.
( )
4. Ricordare quei momenti, ahimè, riapriva ogni volta le vecchie
ferite.
( )
5. A dispetto di quanto ci si aspettava, hanno dimostrato una
certa predisposizione a dialogare con gli avversari politici.
IL TESTO
12
( )
181
( )
7. Era un’insegnante che esigeva molto dai suoi studenti.
( )
8. Gisella da piccola aveva sempre le ginocchia sbucciate perché
cadeva continuamente.
( )
5 PRODURRE
·· Scrivi un riassunto di massimo 50 parole partendo dal seguente
testo espositivo. Le informazioni principali sono già sottolineate.
182
6 PRODURRE
· · · Leggi il racconto, poi scrivi sul quaderno due riassunti: uno di
circa 180 parole e l’altro di massimo 30 parole.
183
Julio Cortázar, Continuità dei parchi, in Tutti i fuochi il fuoco, Einaudi, Torino, 2014
12
184
7 PRODURRE + LESSICO
· · · Scrivi sul tuo quaderno un riassunto di massimo 180 parole del
seguente testo argomentativo dal registro misto, formale e
colloquiale-gergale, e dal tono a tratti ironico. Il riassunto
dovrà avere un registro medio-formale e un tono serio.
185
186
La parafrasi
La parafrasi è la riscrittura o rielaborazione di un testo in una forma più semplice al fine
di rendere più facilmente comprensibili i suoi contenuti. A differenza del riassunto, nel-
la parafrasi non c’è alcuna riduzione del testo di partenza: la parafrasi si limita a dire le
stesse cose in una forma diversa e agisce esclusivamente sul lessico e sulla sintassi, la-
sciando il più possibile inalterati i contenuti, la lunghezza, la struttura generale.
In ambito scolastico, la parafrasi si applica soprattutto a testi poetici complessi. Nella
vita di tutti i giorni, tuttavia, può essere necessario parafrasare altri tipi di testo, in par-
ticolare testi specialistici come quelli giuridici e amministrativi (per es. il testo di una
legge), tecnici (per es. un manuale di istruzioni), scientifici (per es. un articolo di medi-
cina). Di fatto, la parafrasi è il procedimento mentale che realizziamo, consapevolmente
o meno, ogni qual volta ci avviciniamo a un testo complesso per comprenderlo.
187
188
OSSERVO
testo di partenza parafrasi interventi
Art. 8 Art. 8 • spezzato periodi
Divieto di indagini sulle Divieto di indagini sulle lunghi in frasi
opinioni. opinioni. • sostituite
È fatto divieto al datore di la- Per legge il datore di lavoro espressioni
voro, ai fini dell’assunzione, non può indagare sulle opinio- burocratiche o di
come nel corso dello svolgi- ni politiche e religiose del la- registro molto
mento del rapporto di lavoro, voratore, né sulla sua eventua- formale con
di effettuare indagini, anche le appartenenza a un sindacato espressioni più
a mezzo di terzi, sulle opinio- o inclinazione verso un sinda- comuni, di
ni politiche, religiose o sinda- cato, né, in generale, su fatti registro medio
cali del lavoratore, nonché su non rilevanti per poter valuta- • sostituiti
fatti non rilevanti ai fini del- re la sua idoneità professiona- complementi con
la valutazione dell’attitudine le. Non può farlo, nemmeno frasi aventi lo
professionale del lavoratore. per mezzo di altre persone o stesso significato,
altri enti, né per decidere se per facilitare la
assumere o meno il lavorato- comprensione
re, né durante il periodo in cui
il lavoratore è alle sue dipen-
denze.
Art. 9 Art. 9
Tutela della salute e Tutela della salute e
dell’integrità fisica. dell’integrità fisica.
I lavoratori, mediante loro I lavoratori, mediante le orga-
rappresentanze, hanno dirit- nizzazioni che li rappresenta-
to di controllare l’applicazio- no, hanno il diritto di control-
ne delle norme per la preven- lare che le norme per prevenire
zione degli infortuni e delle gli infortuni sul lavoro e le
malattie professionali e di malattie legate alle condizioni
promuovere la ricerca, l’ela- del lavoro siano effettivamen-
borazione e l’attuazione di te applicate. Inoltre hanno il
tutte le misure idonee a tute- diritto di promuovere la ricer-
lare la loro salute e la loro ca, l’elaborazione e l’attuazione
integrità fisica. di tutte le misure idonee a ga-
rantire la loro salute e la loro
integrità fisica.
SI
INVAL
8 RICONOSCERE
· Indica quale dei testi sottostanti costituisce una parafrasi
PER INIZIARE
189
9 TR ASFORMARE
·· Riscrivi i seguenti periodi disponendo le parole in un ordine
sintattico più comune.
12
190
SI
INVAL
10 A N A L I Z Z A R E + L E S S I C O
· · · Analizza le trasformazioni operate sul testo di partenza (colonna di
sinistra) per dare luogo alla parafrasi (colonna di destra),
riportando il numero di ogni intervento accanto alla giusta
descrizione.
testo a parafrasi
Voi che per li occhi mi passaste Voi che con i vostri occhi mi
’l core avete trafitto il cuore (1) e
e destaste la mente che dormia, avete destato la mia mente, che
guardate a l’angosciosa vita mia, era come assopita (2) guardate
che sospirando la distrugge la mia vita angosciosa (3), che
Amore. Amore distrugge facendomi
Guido Cavalcanti, Voi che per li occhi mi sospirare (4).
passaste ’l core, Rime, 13
Trasformazioni operate:
• impiego di lessico più comune, di registro medio (un intervento: )
testo b parafrasi
Questo di sette è il più gradito Questo, di tutta la settimana, è
giorno, il giorno più gradito (1) pieno
pien di speme e di gioia: di speranza (2) e di gioia:
diman tristezza e noia domani le ore porteranno con
recheran l’ore, ed al travaglio sé (3) tristezza e noia, e
usato ciascuno tornerà con il
ciascuno in suo pensier fará pensiero al lavoro consueto
ritorno. (4).
191
Trasformazioni operate:
• impiego di lessico più comune, di registro medio
(quattro interventi: )
11 T R A S F O R M A R E
·· Parafrasa le figure retoriche sottolineate, come nell’esempio.
Es.
Acque e terre
12
192
12 T R A S F O R M A R E + L E S S I C O
· · · Fai la parafrasi dei seguenti frammenti tratti da testi
specialistici, semplificando la loro sintassi e riconducendo il
loro lessico a un registro medio.
rappresentanze.
gastrico. Pertanto, la
somministrazione concomitante di
12
193
13 T R A S F O R M A R E + L E S S I C O
· · · Fai la parafrasi del seguente testo poetico.
signore,
aspetto,
d’intelletto,
perfetto,
empio in amore.
sembiante
sospiri,
amante.
IL TESTO
12
194
14 T R A S F O R M A R E + L E S S I C O
· · · Il seguente testo di Italo Calvino è un ottimo esempio di
“burocratichese”, ovvero del linguaggio inutilmente complesso
e astratto che con frequenza viene impiegato nel mondo della
giurisprudenza, della politica, dell’informazione. Calvino ipotizza
che un brigadiere trascriva la dichiarazione di una persona
interrogata, traducendo le sue parole in “burocratichese”. Fai la
parafrasi del testo, riconducendolo a un lessico e a una sintassi di
registro medio, simili a quelli che può aver usato la persona
interrogata.
eseguire l’avviamento
rinvenimento di un quantitativo di
posizione retrostante al
conoscenza dell’avvenuta
effrazione dell’esercizio
soprastante.
IL TESTO
12
195
I GENERI TESTUALI
MISTI,
LETTERARI
OVVERO PRESENTANO DIVERSE
TIPOLOGIE TESTUALI COMBINATE
un romanzo
COME
I GENERI TESTUALI
NON LETTERARI
PRATICATI A SCUOLA
un manuale RIASSUNTO
di istruzioni
PARAFRASI
TEMA
196
IL RIASSUNTO
ESAME DEL TESTO tema centrale, blocchi di testo, titolo per ogni
DI PARTENZA blocco, informazioni principali e secondarie
REVISIONE FINALE
LA PARAFRASI
REVISIONE FINALE
197
Oltre al tipo di scrittura, anche gli argomenti proposti nella traccia possono essere mol-
to vari. In generale, tuttavia, i temi assegnati nella scuola secondaria di secondo grado
sono spesso riconducibili a quattro tipi fondamentali:
198
La traccia di un tema, inoltre, può orientare la scrittura verso un preciso genere testuale:
può infatti richiedere di trattare un argomento dato in forma di cronaca, di lettera, di
pagina di diario ecc.
199
Come si fa un tema
Per scrivere un buon tema, qualunque sia il suo argomento e il tipo di scrittura richiesto,
occorre seguire una serie di passaggi, che possono essere suddivisi in tre fasi: la proget-
tazione, la stesura, la revisione. Vediamoli.
La progettazione
Per pianificare un tema in modo efficace occorre seguire alcuni passaggi
• Leggere e comprendere la traccia
Questa contiene sempre l’argomento del tema, indicato in modo più o meno
esplicito: es. “Il ruolo dei giovani nella storia e nella politica”; “Dopo le ultime
scoperte dell’astronomia è ancora possibile volgersi al cielo stellato con lo stesso
stupore dei poeti o dei popoli antichi?”.
Oltre all’argomento, la traccia indica spesso, in modo esplicito o implicito, il modo
in cui l’argomento deve essere trattato, cioè la tipologia testuale a cui ci si deve
orientare nello svolgimento: es. “Racconta un episodio importante della tua
infanzia o adolescenza” (testo narrativo); “Descrivi l’aspetto e il carattere di una
persona importante nella tua vita” (testo descrittivo); “Secondo qualcuno le reti
IL TESTO
200
201
(frase F. Zappa: “Senza la musica per decorarlo, il tempo sarebbe solo una
noiosa sequela di scadenze produttive e di date in cui pagare le bollette”)
– funzione sociale: concerti = riti di incontro e condivisione (esperienza
personale: mio primo concerto)
– critica sociale e politica (es. canzone di protesta; rap)
– bellezza / emozioni
– la musica può curare? (musicoterapia; mia esperienza di benessere ascoltando
musica e ballando)
• conclusioni (musica = ricchezza inesauribile per le diverse funzioni che ha svolto
e svolge; indispensabile nella mia vita)
La stesura
Terminata la scaletta, si può procedere alla stesura vera e propria, svolgendo uno per
uno i singoli punti e sottopunti della scaletta in modo da trasformarli in altrettanti
paragrafi, ed eventualmente arricchendoli con ampliazioni o nuove idee.
Durante la stesura, è bene:
• collegare i vari paragrafi e le frasi all’interno dei paragrafi con i connettivi
opportuni
• assicurarsi che il tema sia coerente, cioè:
һһ aderente all’argomento proposto nella traccia
һһ continuo e ordinato
һһ privo di ripetizioni degli stessi concetti o fatti
һһ privo di contraddizioni logiche interne
һһ uniforme dal punto di vista stilistico
• fare in modo che il tema sia coeso, cioè:
һһ prestare attenzione alla concordanza morfosintattica (articolo-nome;
aggettivo-nome; pronome-nome; concordanza dei tempi verbali;
soggetto-predicato ecc.) e all’ordine delle parole
һһ usare opportunamente la punteggiatura
һһ impiegare i vari sostituenti morfosintattici (pronomi, alcuni aggettivi e particelle)
e lessicali (sinonimi, iperonomi e perifrasi) per evitare ripetizioni
һһ fare un uso appropriato dell’ellissi (soprattutto del soggetto) e di eventuali
ripetizioni intenzionali
• curare in particolar modo l’introduzione (in cui si presenta l’argomento trattato) e la
conclusione (in cui si tirano le fila dell’argomentazione, si ribadisce la propria
opinione, si conclude la narrazione ecc., a seconda del tipo di testo)
Per quanto riguarda lo stile, ognuno ha il proprio. Tuttavia è bene ricordare che, a meno che
la traccia non contenga un’indicazione diversa (es. “Racconta l’episodio in forma di diario
personale”; “Scrivi una lettera al tuo amico immaginario”; “Narra un episodio in stile collo-
quiale-familiare”), il registro più adatto è quello medio-formale: chiaro, comprensibile,
semplice se è possibile. Non sciatto, ma neanche inutilmente complesso e contorto.
La sintassi può essere lineare o complessa, a seconda della tipologia narrativa, dell’argo-
mento e delle esigenze comunicative: una sintassi ipotattica, ben strutturata, è adatta a
esprimere opinioni (testo argomentativo), mentre una sintassi più semplice, con frasi
IL TESTO
brevi e fulminanti, può essere efficace per conferire tensione a una narrazione. In ogni
12
caso è buona norma cercare di evitare periodi troppo lunghi, che rendono difficoltosa la
202
comprensione, così come frasi eccessivamente brevi e slegate tra loro, che possono dare
alla trattazione un tono monotono e banale, a meno che appunto non si tratti di una
precisa scelta stilistica.
È sempre consigliabile scrivere il tema prima in brutta copia e sottoporre quest’ultima
a una revisione profonda prima di trascriverla in bella copia.
La revisione
In questa fase è bene cercare di leggere il testo con una certa distanza, come se fosse
stato scritto da qualcun altro. Solo così, infatti, sarà possibile ricavarne una visione non
viziata e notarne eventuali imperfezioni.
Rileggendo, bisogna prestare attenzione a:
• i contenuti: la trattazione è aderente al titolo del tema, o è finita “fuori tema”? I
contenuti sono originali, interessanti, ben documentati, o sono piuttosto superficiali,
banali, sbrigativi?
• la struttura: rispetta la scaletta? È equilibrata al suo interno? Cioè: tutti i punti sono
approfonditi adeguatamente, o si è dato molto più spazio a un singolo aspetto
piuttosto che a un altro? Ci sono inutili ripetizioni di fatti, notizie, idee?
• la logica del discorso: la trattazione scorre dal punto di vista logico, o sono presenti
contraddizioni interne? (es. una tesi prima viene difesa e poi parzialmente negata)
I connettivi sono impiegati in modo opportuno?
• la forma, e in particolare:
һһ lo stile e il lessico: il registro adottato è uniforme per tutta la durata del testo? Il
lessico impiegato è preciso e rigoroso? Tutte le parole sono usate a proposito, o
abbiamo impiegato termini del cui significato non siamo del tutto sicuri? (in
questo caso: ricorrere al dizionario)
һһ la morfologia: sono rispettati tutti gli accordi grammaticali e la concordanza dei
verbi?
һһ la punteggiatura: i segni di interpunzione impiegati rispecchiano il ritmo delle
frasi e la logica del pensiero? (per accertarsene può essere d’aiuto leggere il testo a
bassa voce, mettendo in risalto le pause segnalate dalla punteggiatura)
һһ l’ortografia: sono presenti errori ortografici? (per individuarli è consigliabile
rileggere un’ultima volta il tema “al contrario”, cioè parola per parola,
cominciando dal fondo)
SI
INVAL
1 VERO O FALSO
· Indica con una crocetta se le seguenti affermazioni sono vere
PER INIZIARE
di scaletta.
12
203
SI
INVAL
2 ANALIZZARE
· Per ciascuna delle seguenti tracce, indica a che tipologia
testuale andrà orientato prevalentemente il tema.
4. Scegli il/la protagonista di uno dei romanzi che hai letto nel corso
dell’ultimo anno e descrivine dettagliatamente l’aspetto fisico, il
carattere e l’evoluzione nel corso della storia.
IL TESTO
12
204
SI
INVAL
3 RICONOSCERE
·· Seleziona i punti che sarebbe opportuno inserire in un’ipotetica
scaletta da far precedere allo svolgimento del seguente tema.
12 “stile”.
205
4 PRODURRE
·· Raccogli le idee sull’argomento proposto nella seguente traccia
e scrivi la scaletta preparatoria.
SI
INVAL
5 RICONOSCERE
·· Seleziona l’introduzione più appropriata per la traccia che
segue.
12
206
6 ANALIZZARE E TR ASFORMARE
··· + LE SS I CO
Il seguente tema non è soddisfacente e andrebbe riscritto.
Analizza i suoi difetti svolgendo le attività sottostanti.
207
IL TESTO
12
208
7 PRODURRE
·· Svolgi sul quaderno il tema di carattere narrativo proposto nella
seguente traccia.
Quello che hai letto è il celebre incipit della fiaba Biancaneve dei
fratelli Grimm. Tutti sappiamo come continua la storia. Prova a
riscriverla, a partire da qui, modificando i ruoli dei personaggi e
quindi, necessariamente, la trama: Biancaneve sarà l’eroina attiva
della fiaba, i sette nani avranno il ruolo di antagonisti, il principe
sarà la vittima, passiva, dell’ingiustizia, e la Regina cattiva farà… da
aiutante.
8 PRODURRE
·· Svolgi sul quaderno il tema di carattere descrittivo proposto
nella seguente traccia.
12
potresti riconoscere. Scegli una delle due illustrazioni e descrivila in
209
9 PRODURRE
· · · Scegli una delle seguenti tracce e svolgi sul quaderno il tema di
carattere espositivo proposto.
a. Sintetizza le vicende che portarono alla caduta dell’Impero romano
d’occidente ed esponi i fattori che la determinarono.
10 P R O D U R R E
· · · Svolgi sul quaderno il tema di carattere argomentativo proposto
nella seguente traccia.
210
IL TEMA
PER SCRIVERLO
È CONSIGLIABILE
DIVIDERE IL LAVORO IN FASI
REVISIONE FINALE
BELLA COPIA
211