Sei sulla pagina 1di 223

Giuliana Zeppegno

VOL. B
• COMUNICA ZIONE
• LESSICO
• TESTUALITÀ

B_I_VII_ROMANE_VISUALI_01.indd 1 30/01/19 11:50


Itaca è una grammatica per padronanza nata dall’esperienza maturata con la piattaforma online
www.alatin.it.

Lo staff tecnico di Itaca digitale, www.itaca.academy, è composto da Silvia Graziola, Riccardo


Magliocchetti e Filippo Storino. Progetto grafico, UI e UX sono invece a cura di Giovanni Gentile
con la collaborazione di Matteo Boero.

L’assistenza online alle migliaia di utenti della community di Alatin Academy, Alatin Lyceum e Itaca
è coordinata da Denis Smaniotto. L’assistenza di Itaca è a cura di Zoe Martini.

Il coordinamento redazionale cartaceo e digitale è di Zoe Martini, che per la revisione dei testi si
è avvalsa dell’aiuto di Caterina Bertocchi, Matteo Boero, Denis Smaniotto, Alessandra Coppo.

I dati di utilizzo di Itaca relativi alle percentuali di errori degli argomenti sono stati estratti
(dicembre 2018) da Riccardo Magliocchetti.

Il progetto grafico del volume e l’impaginazione sono a cura di VisualGrafika – Torino.

Le illustrazioni del volume sono state realizzate da Adriano Allora e Giovanni Gentile su ispirazione
delle istruzioni IKEA, vero modello di immediatezza, semplicità e chiarezza.

Il font ad alta leggibilità usato è EasyReading®, la cui efficacia come strumento compensativo è
stata scientificamente accertata (http://www.easyreading.it/it/ricerche-scientifiche/).

La realizzazione di un libro, come quella di un software, presenta aspetti complessi e richiede


particolare attenzione nei controlli: per questo è molto difficile evitare completamente inesattezze
o imprecisioni. L’editore ringrazia sin da ora chi vorrà segnalarle alla redazione attraverso il nostro
servizio di supporto tecnico all’indirizzo email assistenza@cloudschooling.it.

I brani citati in questo libro sono riportati nel rispetto del diritto di citazione, sono infatti riportati a
scopo d’insegnamento, in una misura non rappresentativa della totalità di cui fanno parte e il loro
utilizzo non costituisce concorrenza all’utilizzazione dell’opera da cui sono tratti (nell’auspicio,
piuttosto, che la nostra menzione possa essere fonte di curiosità, di ricerca e di passione come è
stato per noi).

Il codice di accesso che trovi sul libro permette di sbloccare gratuitamente la versione Premium
della piattaforma online. Attenzione: con i libri usati il codice probabilmente non sarà più valido e
potresti dover comprare una licenza online apposta direttamente su www.itaca.academy.

ISBN 978-88-99053-19-2 (vol. A)


ISBN 978-88-99053-34-5 (vol. B)

© Maieutical Labs S.R.L., Pinerolo/Torino Tutti i diritti riservati. 
Prima stampa: gennaio 2019
presso la tipografia Vincenzo Bona di Torino.

B_I_VII_ROMANE_VISUALI_01.indd 2 30/01/19 11:50


Struttura dell’opera
Un corso di grammatica italiana per obiettivi che ribalta – primo in Italia – i rapporti fra digitale
e cartaceo. Con un sillabo tradizionale e un metodo innovativo, digital first e impostato sul gioco,
Itaca segue i principi del Mastery Learning rispettando i tempi di apprendimento di ogni studente
e proponendo un carico di lavoro tarato sulle esigenze del singolo.

I LIVELLI corrispondono
alle macroaree della
grammatica italiana.
Comunicazione Livello 7

Testualità Livello 6

Comunicazione
LessicoLivello 5

Comunicazione

Missione Missione
itaca.academy
itaca.academy

Missione itaca.academy
Cerca
12 IL TESTO
Testualità
Missione Cerca
Cerca
10 LA COMUNICAZIONE
Le UNITÀ corrispondono a
11 IL LESSICO itaca.academy Il testo e le sue caratteristiche:
coesione e coerenza
Comunicazione
Lessico

Ogni MISSIONE si apre Missione


LA COMUNICAZIONE 10
La
Cerca

comunicazione,
Comunicazione
Tipologie testuali: testo descrittivo
La formazione delle
e testo parole
narrativo
i segni, obiettivi di apprendimento
10 itaca.academy
12

con alcune indicazioni


11 Varietà dell'italiano
la lingua Tipologie testuali: testo

sull’indice online.
regolativo, testo espositivo,
La comunicazione, i segni,
10 testo
la lingua Il significato argomentativo
delle parole

Lessico
operative, in particolare 10 LA COMUNICAZIONE
Lessico

Il testo
Cerca
Testualità Testi che rielaborano altri testi:
il riassunto e la parafrasi
e leparole
sue caratteristiche:
LaLaformazione
formazione delledelle parole
il dettaglio sugli Comunicazione
eIl coerenza
coesione tema scolastico

11 Varietà dell'italiano
Tipologie testuali: testo
11 Varietà dell'italiano
argomenti sensibili, delleLa comunicazione, i segni,
descrittivo e testo narrativo
Il significato parole
12 10
la lingua
Tipologie testuali: testo
IlTestualità
significato delle
regolativo, parole
testo espositivo,

cioè le unità sulle quali Testualità


testo argomentativo
Lessico
Il testo e le sue caratteristiche:
coesione e coerenza
Testi che rielaborano altri testi:

registriamo più errori su


12 il riassunto e la parafrasi
Tipologie testuali: La formazione delle
testo parole
descrittivo e testo narrativo
Il testo e le sue caratteristiche:
coesione e coerenza
Itaca online. 12
Tipologie testuali:
regolativo,
testo
11 testo Varietà
espositivo,
testo argomentativo
dell'italiano

Tipologie testuali: testo


Il significato delle parole
descrittivo e testo narrativo

Missione Testualità
Tipologie testuali: testo
regolativo, testo espositivo,
Il testo e le sue caratteristiche:
testo argomentativo
coesione e coerenza
Ogni obiettivo di
12
2 Tipologie
LEZIONI SU
12Missione
IL TESTO testuali: testo
2http://itaca.academy
LEZIONI
descrittivo eSU testo narrativo
30’
apprendimento è corredato
30’
da due LEZIONI pratiche
http://itaca.academy

12 IL TESTO Tipologie testuali: testo


UNITÀ 1 La UNITÀ
comunicazione,
1La comunicazione, i segni,
i segni,
regolativo, testo espositivo,
testo argomentativo
sul sito itaca.academy, di
GliGliargomenti
argomenti sensibilisensibili
(media nazionale su(media
Itaca online) nazionale su Itaca online) la lingua
UNITÀ
UNITÀ
Il testo e le sue caratteristiche:
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% la lingua difficoltà crescente, adattive,
coesione e coerenza La comunicazione
Il testo e letestuali:
Tipologie suetesto
e testo narrativo
coesione e coerenza
caratteristiche:
descrittivo

La comunicazione
La comunicazione (da communicare = “mettere in comune”) è la trasmissione di un
messaggio da qualcuno (detto “emittente”) a qualcun altro (detto “destinatario” o “rice-
vente”). Il concetto di comunicazione è molto ampio: non comprende soltanto la comu-
di cui sulla carta viene
Tipologie testuali: testo regolativo,

indicato il tempo di lavoro


nicazione verbale, ma anche i messaggi trasmessi mediante la gestualità, la mimica, i
testo espositivo, testo argomentativo sapori, gli odori, i colori, la musica ecc. Perché tra l’emittente e il ricevente si dia comu-
Tipologie testuali:
Testi che rielaborano altri testo
testi: descrittivo nicazione, tuttavia, è necessario che la trasmissione sia intenzionale. In caso contrario,
e testo narrativo
il riassunto e la parafrasi
PERCENTUALE ERRORI
ci sarà un passaggio di informazioni che potranno essere interpretate, ma non comuni-

stimato.
cazione: per esempio, se in una situazione imbarazzante arrossiamo senza volerlo, il
nostro rossore può acquisire un significato per chi lo nota e per noi stessi, ma non costi-

Tipologie testuali: testo regolativo,


tuisce un atto comunicativo.

testo espositivo, testo argomentativo Gli elementi della comunicazione


Testi che rielaborano altri testi: RISORSE esercizi In un atto comunicativo intervengono alcuni elementi fondamentali:
• l’emittente: chi emette il messaggio, dando il via alla comunicazione. Può essere
Cartaceo 81
il riassunto e la parafrasi un individuo o una collettività (un gruppo di amici, un’istituzione, un
parti
da dove
lezione frontale
PERCENTUALE
Unità online
Verifiche online
ERRORI
379
60
popolo ecc.)
vuoi unità online • il destinatario (o ricevente): l’individuo o il gruppo che riceve il messaggio
Itaca papers 60 • il messaggio: ciò che viene trasmesso, nella sua manifestazione concreta: una
frase detta o scritta, un segnale stradale, il suono di una sirena ecc.
• il referente: l’argomento del messaggio, cioè l’aspetto della realtà (materiale o

falli
Gli elementi della comunicazione
immaginaria) a cui la comunicazione si riferisce
• il canale: il mezzo fisico attraverso cui avviene la trasmissione del messaggio.
%
confronta i risultati
esercitare con la media nazionale Nel caso di messaggi acustici e visivi, i canali sono l’aria e la luce; ma canali sono
anche i supporti materiali che impieghiamo per comunicare: il telefono, la carta,
• la tastiera di un computer ecc. Strettamente legati al canale sono anche i fattori
La comunicazione

psicologici che concorrono alla comunicazione: l’attenzione, l’interesse a


comunicare, la disponibilità a ricevere il messaggio ecc.
scegli
online RISORSE esercizi
• il codice: il sistema di segni e di regole che governano il linguaggio impiegato per
la tua verifica su carta comunicare. Un codice fondamentale nella comunicazione umana è la lingua, ma
• 10
sono codici anche altri linguaggi, quali quello musicale, quello nautico ecc.

• 3

ONLINE
La comunicazione

%
Le caratteristiche della parte online di Itaca, adattiva e autocorrettiva, ne fanno uno strumento versatile:

10

l’insegnante può scegliere di sviluppare le proprie lezioni partendo dalla spiegazione frontale in classe, per poi
proporre qualche esercizio su carta e infine assegnare una o più unità online per il lavoro a casa, ma può altresì
partire subito con il lavoro di gruppo sulla piattaforma, usando i risultati degli esercizi in tempo reale, in classe,
come spunto per la trattazione della teoria.

B_I_VII_ROMANE_VISUALI_01.indd 3 30/01/19 11:51


Gli esercizi
PER INIZIARE Unità 1 - La comunicazione,
Unità 1 - Lai segni, la lingua i segni, la lingua
comunicazione,

sono utili per verificare


Unità 1 - La comunicazione, i segni, la lingua
Per riconoscere gli
1 R ·1I RTra
CI COO NN 1O SOR
C ES IR EC OE RN EO S C E R E I
INVALS

quanto spiegato in classe ·


i casi proposti, seleziona quelli che costituiscono un atto
· atto esercizi propedeutici
atto

PER INIZIARE
PER INIZIARE

PER INIZIARE
comunicativo.

comunicativo
a. comunicativo
b.

e per iniziare a. a. b. b.
alla prova INVALSI.
a lavorare insieme. c. d.

e. f.

c. c. d. d.

2 ANALIZZARE
·· Completa la seguente tabella inserendo elementi della
comunicazione plausibili.

MESSAGGIO EMITTENTE DESTINATARIO CONTESTO SCOPO

“Si avvisano i
e. gentili viaggia- e. f. f.
tori che il treno
regionale delle
informare
7:54 arriverà
con un ritardo
previsto di 10
minuti.”

lezione
insegnante
scolastica

potenziali

2 A N A L 2I ZAZ NA AR LE I Z Z A R E
consumatori

La comunicazione
·· · Unità
· 2 - Tipologie testuali testo descrittivo e testo
ragazza elementi
narrativodella
elementi della
Unità 3 - Il significato delle parole
10 comunicazione
comunicazione
Qualche spunto in più per OSSERVO 5

chi desidera approfondire.


Unità 2 - Varietà dell’italiano

Unità 2 - Varietà dell’italiano Unità 3 - Il significato delle parole Unità 2 - Tipologie testuali testo descrittivo e testo narrativo

II PRIMI
PRIMI DOCUMENTI SCRITTI INSecondoVOLGARE
APPROFONDIAMO
APPROFONDIAMO
ITALIANO
DOCUMENTI SCRITTI IN VOLGARE questa accezione di campo semantico, che ci sembra la più appropriata, una OSSERVO Praga è la capitale della Repubblica Ceca e una delle mete più ambite dell’est
ITALIANO parola di partenza come sport darebbe origine a un campo semantico di questo tipo:
Il primo documento scritto che si conosca in volgare “italiano” è il cosiddetto Indovi-
SPORT Europa, insieme a Budapest e Zagabria. Costruita intorno al fiume Moldava, è
immersa in un’atmosfera magica e suggestiva che attira ogni anno migliaia di turisti.
nello veronese, l’annotazione che un copista vergò sul margine di una pergamena La città si divide in due parti: Novo Mesto, la città nuova, e Stari Mesto, la città
DERIVATI vecchia. Nella città vecchia si trova il quartiere di Malá Strana, in ceco “piccola
spagnola giunta a Verona, probabilmente nell’VIII sec. d.C. L’appunto, scritto in una
sportivo, parte”, diviso in due dalla chiesa di San Nicola, e dominato dall’imponente castello.
lingua ancora simile al latino ma che non è più considerabile latino, è una metafora
sportivamente
La comunicazione

La comunicazione

della scrittura stessa. Dice: Oggi questo quartiere è famoso per i suoi caffè e i suoi artisti, ma Malá Strana è
IPONIMI OGGETTI
OSSERVO
palla, pallone, rete, anche il quartiere delle ambasciate di molte nazioni del mondo che hanno sede nei
Se pareba boves, alba pratàlia aràba pallavolo, calcio,
canestro, bicicletta, bei palazzi barocchi di Via Nerudova. [ordine logico, dalla visione d’insieme ai
et albo versòrio teneba, et negro sèmen seminaba nuoto, pallacanestro,
guantoni ecc. dettagli]
tennis, ciclismo ecc.
Cioè: • spaziale, tracciando un “itinerario” determinato: dall’alto al basso, dal basso in alto,
Spingeva avanti i buoi (= metaforicamente: le dita) da destra a sinistra ecc. Quest’ordine è influenzato dalla prospettiva adottata, cioè
arava bianchi prati (= la carta)
teneva un bianco aratro (= la penna per scrivere)
e seminava nero seme (= l’inchiostro)
SINONIMI
attività fisica,
esercizio 10 SPORT
10
PERSONE
squadra, compagni,
allenatore, arbitro
ecc.
dal punto di osservazione dal quale si sceglie di descrivere qualcuno o qualcosa.
Non sempre, infatti, il punto di osservazione è frontale e statico. Esso può trovarsi in
basso rispetto all’oggetto della descrizione, in alto, di lato, e può muoversi in modo
ordinato, passando da una parte all’altra, o in modo “disordinato”, saltando da un
Per ricapitolare
i passaggi
Altro documento in volgare dell’epoca è la cosiddetta Carta di Capua, datata 960 d.C.,
dettaglio all’altro come una cinepresa che cambi continuamente inquadratura:
la più celebre di una serie di testimonianze giurate relative alla proprietà di alcuni
fondi contesi tra il monastero di Montecassino e il nobile Rodelgrimo d’Aquino: OSSERVO Da dove ci trovavamo potevamo abbracciare con lo sguardo l’intera vallata. In
AZIONI LUOGHI basso, sotto di noi, il ruscello scorreva sottile, sparendo a tratti all’interno delle
Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte Sancti
correre, saltare, campo, piscina, macchie di vegetazione. Più avanti, i boschi si diradavano, inghiottiti dal grigio delle

impegnativi.
Benedicti.
allenarsi, battere, palestra, circuito, pietraie e, più su, nel bianco sporco dei ghiacci perenni. In lontananza, si estendeva
Cioè: calciare, tirare, spogliatoio ecc. una distesa di vette aguzze come cocci di bottiglia e, dietro, il mare azzurro delle
OBIETTIVI/VALORI nubi che galleggiavano sulla cordigliera. [prospettiva dall’alto, ordine spaziale, dal
So che quelle terre, entro quei confini di cui qui si parla, le ha possedute per divertimento, basso verso l’alto e da vicino a lontano]
trent’anni l’abbazia di San Benedetto. competizione,
vittoria, gioco di
FACCIAMO IL PUNTO
squadra, sfida ecc.
Con il passare del tempo, il volgare cominciò a essere impiegato anche come lingua FACCIAMO IL PUNTO
della poesia e della cultura. I primi esempi di letteratura in volgare sono il Cantico delle
creature (1224) di San Francesco d’Assisi, in volgare umbro, e le poesie della scuola sici- Per scrivere un testo descrittivo
ATTENZIONE CAMPO SEMANTICO O FAMIGLIA DI PAROLE?
liana, in volgare siciliano, composte sul modello della lirica d’amore francese dai poeti
ATTENZIONE CAMPO SEMANTICO O FAMIGLIA DI1.PAROLE?
Per non perdersi
1. metti a fuoco mentalmente ciò che vuoi descrivere (persona,
che gravitavano intorno alla corte di Federico II di Svevia. Come si può vedere nei fram-
Attenzione a non confondere il campo semantico con la famiglia di paro- animale, luogo, situazione) e decidi quale scopo vuoi raggiungere
menti sottostanti, si tratta di due lingue molto diverse l’una dall’altra, e ancora piuttosto
le (o famiglia lessicale, vedi M11_U1), cioè l’insieme di tutte le parole con la descrizione (informare, esprimere, persuadere)
distanti dall’italiano moderno:
derivate, alterate, composte e in qualche caso abbreviate a partire da una 2. stabilisci se la descrizione sarà oggettiva o soggettiva
stessa radice. Osserva:

informazioni
Altissimu, onnipotente, bon Signore, 3. scegli un ordine per la descrizione (logico o spaziale) e una
tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione.
musica M11_U1 prospettiva
Ad te solo, Altissimo, se konfano,
et nullu homo ène dignu te mentovare. campo semantico: melodia, armonia, strumento, note, ritmo, cantare, 2. 4. individua gli elementi sui quali concentrarti e i sensi coinvolti
ballare ecc.

importanti.
Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature, 5. impiega una sintassi piana e lineare
spetialmente messor lo frate sole, famiglia di parole: musicista, musichetta, musicoterapia, musicologo ecc. 3. 6. impiega preferibilmente l’indicativo presente (decrizione al
lo qual’è iorno, et allumini noi per lui. presente) o l’indicativo imperfetto (descrizione al passato)
San Francesco d’Assisi, dal Cantico delle creature, Mario Bertin (a cura di), La solidarietà semantica 7. evita ripetizioni, utilizzando sinonimi e perifrasi

Or come pote sì gran donna entrare


Castelvecchi, Roma, 2016
Tra le varie relazioni semantiche alla base di un campo semantico, se ne dà una particolar- 4. 8. impiega un lessico preciso e adeguato allo scopo, ricco di
aggettivi: preferibilmente specialistico in una descrizione
mente stretta, chiamata solidarietà semantica: si tratta della tendenza di due parole a ricor-
per gli ochi mei che sì piccioli sone? oggettiva; espressivo e connotativo in una descrizione soggettiva
e nel mio core come pote stare,
rere insieme in modo preferenziale e talvolta obbligatorio. Per esempio: barrire ricorre
insieme a elefante, miagolare insieme a gatto, parcheggiare insieme ad auto o macchina. 5. 9. utilizza gli opportuni connettivi spaziali
TESTUALITà

che ’nentr’esso la porto là onque i’ vone?


il lessico

La solidarietà semantica genera anche “combinazioni lessicali” privilegiate. Per esem-


il lessico

10. se vuoi, per una descrizione soggettiva, impiega figure retoriche


Giacomo da Lentini, da Poesie, XXII, edizione critica a cura di Roberto Antonelli, 11
pio: si bandisce un concorso (non lo si *annuncia, non lo si *promulga); si coglie l’occasio- 6.
12 per arricchire in senso connotativo la descrizione
11 ne (non la si *prende, non la si *afferra).
Bulzoni Editore, Roma, 1979

85 129
47

7.
La solidarietà semantica 8.

Strumento inclusivo per eccellenza,


9.
MAPPA
TESTUALITà

10.
il lessico

MAPPA
le
11 MAPPE concettuali alla fine di
12
UNITÀ 1
UNITÀ 1

ogni unità aiutano a organizzare le LA COMUNICAZIONE

conoscenze. AVVIENE QUANDO UN MESSAGGIO VIENE INTENZIONALMENTE TRASMESSO


E SI PARLA DI “ATTO COMUNICATIVO”

QUANDO UN
il lessico

11
INDIRIZZATO
EMITTENTE A UN DESTINATARIO

CHE HA UNO SCOPO

EMETTE UN
EMESSO

Tutti i contenuti
IN UN CONTESTO

LINGUISTICO
MESSAGGIO

contraddistinti dall’icona
EXTRALINGUISTICO
(SITUAZIONALE E
CULTURALE)
CHE SI

sono scritti con i caratteri ad


RIFERISCE
A UN EMESSO
CANALE
ATTRAVERSO UN

alta leggibilità EasyReading.


ESPRESSO
REFERENTE CODICE
CON UN

15

IV

B_I_VII_ROMANE_VISUALI_01.indd 4 30/01/19 11:51


Itaca online
Il docente assegna i compiti ai propri studenti sapendo che saranno autonomi grazie alla teoria in
linea, al feedback immediato e all’assistenza della redazione. E prima ancora di tornare a scuola,
saprà come ha lavorato l’intera classe.

La campanella
L’indice online è
contraddistingue gli
composto
obiettivi assegnati
da obiettivi di
dal docente.
apprendimento.

L’ago della bussola


è il menu principale
di Itaca.

I punti esperienza (XP) si


accumulano facendo esercizi.

La scheda teorica
è sempre a portata di clic.

Il tasto Controlla
serve a confermare
la propria risposta.

B_I_VII_ROMANE_VISUALI_01.indd 5 30/01/19 11:51


Itaca è autocorrettiva:
il feedback è immediato,
visivo e sonoro.

In caso di risposta
sbagliata, il tasto
Altre soluzioni,
quando c’è, serve per
controllare tutte le
varianti di risposta
previste.

Il tasto con il punto esclamativo serve a comunicare con la


redazione, per esempio per segnalare una variante ritenuta
corretta che non compare tra quelle previste.

VI

B_I_VII_ROMANE_VISUALI_01.indd 6 30/01/19 11:51


Reportistica relativa
agli obiettivi assegnati.

La spunta indica gli


obiettivi completati,
il cronometro La % è la percentuale
gli obiettivi iniziati di errore e gli XP sono
e ancora da completare, i punti esperienza
il trattino quelli da iniziare. accumulati.

Basta cliccare su un nome per avere


il dettaglio degli obiettivi.

Reportistica relativa alle verifiche


sommative autocorrettive
con voti in decimi.

VII

B_I_VII_ROMANE_VISUALI_01.indd 7 30/01/19 11:51


Indice
Struttura dell’opera  III

Itaca online  V

Livello 5
Comunicazione
10 LA COMUNICAZIONE

UNITÀ 1 La comunicazione, i segni, la lingua  3

La comunicazione  3
•• Gli elementi della comunicazione  3
ESERCIZI - PER INIZIARE  5
Un universo di segni  7
•• Tipi di segni  8
ESERCIZI - PER INIZIARE  8
Il codice  9
I linguaggi e la lingua  9
Comunicare in modo efficace  10
•• Gli scopi della comunicazione  10
•• Le caratteristiche del destinatario  11
•• La situazione comunicativa  11
ESERCIZI - PER INIZIARE  12

 MAPPE 15 - 16 - 18

Livello 6

Lessico
11 IL LESSICO
UNITÀ 1 La formazione delle parole  21

Le parole e il lessico  21
La struttura delle parole  21

VIII

B_VIII_XII_INDICE_01.indd 8 30/01/19 11:49


La formazione delle parole  22
ESERCIZI - PER INIZIARE  22
•• La derivazione  23
Derivazione mediante suffisso  23
Derivazione mediante prefisso  26
Derivazione mediante prefisso e suffisso  27
ESERCIZI - PER INIZIARE  27
•• L’alterazione  30
ESERCIZI - PER INIZIARE  31
•• La composizione  32
Le parole composte propriamente dette  32
Le parole composte con elementi greci e latini (prefissoidi e suffissoidi)  33
ESERCIZI - PER INIZIARE  35
I conglomerati  38
Le parole macedonia  38
Le voci polirematiche  38
Le sigle (o acronimi)  38
ESERCIZI - PER INIZIARE  39
•• L’abbreviazione  40
La famiglia di parole  40
ESERCIZI - PER INIZIARE  41

 MAPPA 44

UNITÀ 2 Varietà dell’italiano  46

Storia dell’italiano  46
•• Dal latino alle lingue neolatine  46
•• La nascita dei volgari italiani  46
•• L’affermazione del volgare fiorentino  48
•• L’unificazione linguistica  48
Lingua e dialetto  48
I dialetti italiani  49
Gli italiani regionali  49
ESERCIZI - PER INIZIARE  50
Le parole dell’italiano  51
•• L’eredità latina  51
ESERCIZI - PER INIZIARE  52
•• Prestiti  53
ESERCIZI - PER INIZIARE  55
•• Regionalismi e dialettismi  56
•• Neologismi  56
ESERCIZI - PER INIZIARE  57

IX

B_VIII_XII_INDICE_01.indd 9 30/01/19 11:49


Indice

Varietà sociale dell’italiano 58


ESERCIZI - PER INIZIARE  58
•• I linguaggi settoriali  60
•• I gerghi  61
ESERCIZI - PER INIZIARE  62

 MAPPE 64 - 65 - 66

UNITÀ 3 Il significato delle parole  67

Che cos’è il significato delle parole  67


La polisemia: questione di contesto  68
•• ESERCIZI - PER INIZIARE  68
Denotazione e connotazione  71
Uso letterale e uso figurato  71
•• ESERCIZI - PER INIZIARE  73
I rapporti di significato tra le parole 77
•• La sinonimìa  77
ESERCIZI - PER INIZIARE  78
•• L’antonimìa  80
ESERCIZI - PER INIZIARE  81
•• L’inclusione (iperonimìa e iponimìa)  82
ESERCIZI - PER INIZIARE  82
•• L’omonimìa  84
Il campo semantico  84
•• La solidarietà semantica  85
ESERCIZI - PER INIZIARE  86

 MAPPE 88 - 90 - 92

Livello 7

Testualità
12 IL TESTO

UNITÀ 1 Il testo e le sue caratteristiche: coesione e coerenza  95

Che cos’è un testo  95


Testi scritti e testi orali  95
•• Testi scritti  95

B_VIII_XII_INDICE_01.indd 10 30/01/19 11:49


•• Testi orali  96
ESERCIZI - PER INIZIARE  97
Com’è fatto un testo 99
•• La coesione  100
La concordanza morfosintattica  100
ESERCIZI - PER INIZIARE  100
L’ordine delle parole  101
I segni di punteggiatura  102
I connettivi 102
ESERCIZI - PER INIZIARE  103
I sostituenti: morfosintattici e lessicali  105
ESERCIZI - PER INIZIARE  106
L’ellissi  108
La ripetizione  108
ESERCIZI - PER INIZIARE  108
•• La coerenza  109
Coerenza semantica  110
Coerenza tematico-strutturale  110
ESERCIZI - PER INIZIARE  112
Coerenza logica  114
ESERCIZI - PER INIZIARE  115
Coerenza stilistica  118
ESERCIZI - PER INIZIARE  118

 MAPPA 120

UNITÀ 2 Tipologie testuali: testo descrittivo


e testo narrativo  122
Che cosa sono le tipologie testuali  122
Il testo descrittivo  123
•• La descrizione oggettiva e soggettiva  124
ESERCIZI - PER INIZIARE  125
•• Le caratteristiche del testo descrittivo  128
•• L’ordine e la prospettiva della descrizione  128
ESERCIZI - PER INIZIARE  130
Il testo narrativo  133
•• Le caratteristiche del testo narrativo  134
La storia e il racconto  134
Il luogo e il tempo  134
La voce narrante e il punto di vista  135
I personaggi  136
ESERCIZI - PER INIZIARE  136

XI

B_VIII_XII_INDICE_01.indd 11 30/01/19 11:49


Indice

•• La cronaca  140
ESERCIZI - PER INIZIARE  142

 MAPPE 145 - 146 - 147

UNITÀ 3 Tipologie testuali: testo regolativo, testo espositivo


e testo argomentativo  148

Il testo regolativo  148


•• Le caratteristiche del testo regolativo  148
ESERCIZI - PER INIZIARE  150
Il testo espositivo (o informativo)  152
•• Le caratteristiche del testo espositivo  152
ESERCIZI - PER INIZIARE  154
Il testo argomentativo  158
•• Le caratteristiche del testo argomentativo  158
La struttura del testo argomentativo  158
Tecniche argomentative  160
ESERCIZI - PER INIZIARE  162

 MAPPE 171 - 172 - 173

UNITÀ 4 Testi che rielaborano altri testi: il riassunto


e la parafrasi  174

Il riassunto  174
•• Come si fa un riassunto  174
ESERCIZI - PER INIZIARE  178
La parafrasi  187
•• Come si fa una parafrasi  187
ESERCIZI - PER INIZIARE  189

 MAPPE 196 - 197

UNITÀ 5 Il tema scolastico  198

Il tema  198
•• I diversi tipi di tema  198
•• Come si fa un tema  200
La progettazione  200
La stesura  202
La revisione  203
ESERCIZI - PER INIZIARE  203

 MAPPA 211

XII

B_VIII_XII_INDICE_01.indd 12 30/01/19 11:49


Livello 5

Comunicazione

Missione itaca.academy

Cerca
10 LA COMUNICAZIONE
Comunicazione

La comunicazione, i segni,
10
la lingua

Lessico

La formazione delle parole

11 Varietà dell'italiano

Il significato delle parole

Testualità

Il testo e le sue caratteristiche:


coesione e coerenza
12
Tipologie testuali: testo
descrittivo e testo narrativo

Tipologie testuali: testo


regolativo, testo espositivo,
B_001_018_L05_M10_04.indd 1 30/01/19 11:46
Missione

10 LA COMUNICAZIONE

Gli argomenti sensibili (media nazionale su Itaca online)


0% 10% 20% 30% 40% 50%
UNITÀ
La comunicazione, i segni, la lingua
PERCENTUALE ERRORI

RISORSE esercizi
Cartaceo 8
parti lezione frontale Unità online 87
da dove Verifiche online 15
vuoi unità online
Itaca papers 20

falli
%
confronta i risultati
esercitare con la media nazionale

online
scegli
la tua verifica su carta

B_001_018_L05_M10_04.indd 2 30/01/19 11:46


2 LEZIONI SU
http://itaca.academy 30’

UNITÀ 1 La comunicazione, i segni,


la lingua
La comunicazione
La comunicazione (da communicare = “mettere in comune”) è la trasmissione di un
messaggio da qualcuno (detto “emittente”) a qualcun altro (detto “destinatario” o “rice-
vente”). Il concetto di comunicazione è molto ampio: non comprende soltanto la comu-
nicazione verbale, ma anche i messaggi trasmessi mediante la gestualità, la mimica, i
sapori, gli odori, i colori, la musica ecc. Perché tra l’emittente e il ricevente si dia comu-
nicazione, tuttavia, è necessario che la trasmissione sia intenzionale. In caso contrario,
ci sarà un passaggio di informazioni che potranno essere interpretate, ma non comuni-
cazione: per esempio, se in una situazione imbarazzante arrossiamo senza volerlo, il
nostro rossore può acquisire un significato per chi lo nota e per noi stessi, ma non costi-
tuisce un atto comunicativo.

Gli elementi della comunicazione


In un atto comunicativo intervengono alcuni elementi fondamentali:
• l’emittente: chi emette il messaggio, dando il via alla comunicazione. Può essere
un individuo o una collettività (un gruppo di amici, un’istituzione, un
popolo ecc.)
• il destinatario (o ricevente): l’individuo o il gruppo che riceve il messaggio
• il messaggio: ciò che viene trasmesso, nella sua manifestazione concreta: una
frase detta o scritta, un segnale stradale, il suono di una sirena ecc.
• il referente: l’argomento del messaggio, cioè l’aspetto della realtà (materiale o
immaginaria) a cui la comunicazione si riferisce
• il canale: il mezzo fisico attraverso cui avviene la trasmissione del messaggio.
Nel caso di messaggi acustici e visivi, i canali sono l’aria e la luce; ma canali sono
anche i supporti materiali che impieghiamo per comunicare: il telefono, la carta,
la tastiera di un computer ecc. Strettamente legati al canale sono anche i fattori
La comunicazione

psicologici che concorrono alla comunicazione: l’attenzione, l’interesse a


comunicare, la disponibilità a ricevere il messaggio ecc.
• il codice: il sistema di segni e di regole che governano il linguaggio impiegato per
comunicare. Un codice fondamentale nella comunicazione umana è la lingua, ma
10
sono codici anche altri linguaggi, quali quello musicale, quello nautico ecc.

B_001_018_L05_M10_04.indd 3 30/01/19 11:46


LIVELLO 5 - Comunicazione

• il contesto: l’insieme degli elementi all’interno del quale si svolge l’atto


comunicativo. In particolare:
һһ il contesto linguistico: l’insieme delle parole che “circondano” il messaggio, il loro
significato e i loro rapporti reciproci. Per esempio, nella frase “Tra tutti i frutti, la
pesca è quello che preferisco”, le diverse parole permettono di capire che
l’emittente si sta riferendo alla pesca intesa come frutto e non allo sport che
risponde allo stesso nome
һһ il contesto extralinguistico: la situazione concreta in cui avviene la
comunicazione (contesto situazionale, o situazione comunicativa), come una
lezione di italiano, un concerto, una telefonata tra amici ecc. e l’insieme delle
informazioni e delle conoscenze condivise da emittente e ricevente (contesto
culturale). Augurare a qualcuno “In bocca al lupo”, per esempio, è qualcosa che
difficilmente può essere compreso al di fuori del contesto culturale italiano, anche
conoscendo perfettamente il significato di ogni singola parola dell’espressione, a
meno che il ricevente non sia a conoscenza di questo particolare uso in Italia e del
suo significato
• lo scopo: la finalità per la quale si emette un determinato messaggio. Gli scopi di un
atto comunicativo possono essere moltissimi:
һһ trasmettere un’informazione: Chiuso per ferie.
һһ fare una domanda: Che ora è?
һһ esprimere un’emozione, uno stato d’animo, un’opinione: Che rabbia!
һһ persuadere qualcuno: Dai, fallo per me.
һһ dare un ordine: Vattene immediatamente!
һһ semplicemente agire per mezzo della lingua: Trallallero trallallà.
һһ ecc.

Vediamo un esempio pratico di atto comunicativo, scomponendolo in tutti i suoi ele-


menti fondamentali.
OSSERVO Una ragazza aspetta l’autobus seduta alla fermata accanto a una signora. La ragazza
(emittente) chiede alla signora (ricevente): “Mi scusi, sa se il 68 è già passato?”
(messaggio). Nel farlo, si riferisce all’autobus 68 e al suo passaggio alla fermata in
cui si trova (referente). Trasmette il suo
messaggio attraverso l’aria (canale), impie-
gando la lingua italiana (codice), per otte-
nere un’informazione (scopo).
Il contesto situazionale (le due donne
stanno aspettando l’autobus alla fermata) e
quello culturale (entrambe sanno che il 68
è un autobus, che gli autobus passano da-
vanti alle fermate a orari regolari, che da
quella fermata specifica passa il 68 ecc.)
fanno sì che il messaggio possa essere com-
La comunicazione

preso correttamente dalla signora che, se è


a conoscenza dell’informazione richiesta,
se è stata attenta alla domanda, se ha voglia
di interagire con un’altra persona ed è cor-
10
tese, risponderà alla ragazza.

B_001_018_L05_M10_04.indd 4 30/01/19 11:46


Unità 1 - La comunicazione, i segni, la lingua

SI
INVAL
1 RICONOSCERE
· Tra i casi proposti, seleziona quelli che costituiscono un atto

PER INIZIARE
comunicativo.

a. b.

c. d.

e. f.

2 ANALIZZARE
·· Completa la seguente tabella inserendo elementi della
comunicazione plausibili.

MESSAGGIO EMITTENTE DESTINATARIO CONTESTO SCOPO

“Si avvisano i
gentili viaggia-
tori che il treno
regionale delle
informare
7:54 arriverà
con un ritardo
previsto di 10
minuti.”

lezione
insegnante
scolastica

potenziali
consumatori
La comunicazione

ragazza

10

B_001_018_L05_M10_04.indd 5 30/01/19 11:46


LIVELLO 5 - Comunicazione

SI
INVAL
3 ANALIZZARE
· · · Scrivi il significato possibile dei messaggi dati nei diversi
contesti, come nell’esempio.

Es. “Ne abbiamo fatta di strada!”

• contesto A: gruppo di amici in un rifugio di montagna, la sera

→ significato: abbiamo camminato molto


• contesto B: intervista a una band musicale affermata

→ significato: siamo cresciuti molto nel corso degli anni,
abbiamo percorso un lungo cammino


1. “Complimenti!”

• contesto A: festa di laurea di Federico

→ significato: 

• contesto B: la mamma ha scoperto l’ennesimo guaio combinato da


Federico

→ significato: 

2. “Mi ha attaccato un bottone.”

• contesto A: due amici parlano della festa della sera prima

→ significato: 

• contesto B: Diego parla con Susanna uscendo da una sartoria

→ significato: 

3. “Ragazze, svegliatevi!”

• contesto A: stanza d’hotel, la mattina in cui si torna a casa dalla


gita scolastica

→ significato: 

• contesto B: discussione tra amici

→ significato: 


La comunicazione

4. “Gli manca una rotella.”

• contesto A: quasi in partenza, Piero e Caterina scoprono che il


loro trolley si è rotto
10

B_001_018_L05_M10_04.indd 6 30/01/19 11:46


Unità 1 - La comunicazione, i segni, la lingua

→ significato: 

• contesto B: Piero e Caterina parlano di Simone

→ significato: 

Un universo di segni
I messaggi che trasmettiamo e riceviamo quando comunichiamo sono costituiti da se-
gni. Ma segni non sono soltanto gli elementi che utilizziamo per comunicare. Più in
generale, un segno è “qualcosa che sta per qualcos’altro”: un elemento percepibile attra-
verso i sensi (detto significante) che rimanda a un concetto, a un’immagine mentale
(detta significato). Sono segni i gesti di saluto, le parole, i segnali stradali, il calare della
luce alla fine del giorno, uno sbadiglio ecc. Tutti questi elementi materiali rimandano
infatti a un contenuto dotato di significato: la luce rossa del semaforo indica che dobbia-
mo fermarci, uno sbadiglio può significare sonno o noia, un abbraccio esprime general-
mente vicinanza e affetto ecc.
Alcuni segni sono artificiali e volontari, e costituiscono la base della comunicazione;
altri sono naturali e involontari, quindi privi di intenzione comunicativa: si pensi per
esempio all’addensarsi delle nuvole che preannuncia pioggia, al fumo in lontananza che
indica la presenza di un incendio, a un tic nervoso che può denotare agitazione ecc.
Questi fenomeni, tuttavia, non sono segni di per sé: per essere tale, un segno ha bisogno
di essere segno di qualcosa per qualcuno, ovvero per un essere in grado di percepirlo e
interpretarlo.
Noi esseri umani, come e più degli altri animali, viviamo letteralmente immersi in un
universo di segni: ne riceviamo, interpretiamo e produciamo in continuazione, spesso
senza neanche rendercene conto. Si possono distinguere segni di vario tipo, tra volonta-
ri e involontari.

TIPI DI SEGNI
esempio significato
segni visivi un cartello stradale di non si può passare
divieto di transito
rossore sulle guance di imbarazzo
qualcuno
segni acustici il suono del campanello c’è qualcuno alla porta

un tonfo qualcosa è caduto


segni tattili un bacio affetto, amore ecc.

fronte calda febbre


La comunicazione

segni olfattivi/gustativi odore di bruciato qualcosa si è bruciato

odori emanati da alcuni pericolo, possibilità di


animali in determinate accoppiamento ecc.
10 situazioni

B_001_018_L05_M10_04.indd 7 30/01/19 11:46


LIVELLO 5 - Comunicazione

Tipi di segni
I segni possono essere distinti in:
• indici: segni generalmente naturali e involontari, direttamente causati dal loro
oggetto: il fumo di un incendio, la stella polare indicante il Nord ecc.
• icone: segni caratterizzati da una forte somiglianza con ciò che rappresentano. Si
pensi per esempio al cartello che avvisa del pericolo di caduta massi per mezzo di
un’immagine stilizzata di rocce che cadono da una parete, al disegno di una casa,
che suggerisce ciò che rappresenta riproducendolo graficamente, o a
un’onomatopea, che riproduce per mezzo di lettere un suono determinato
• simboli: segni che non assomigliano all’oggetto rappresentato, arbitrari, frutto di
una convenzione all’interno di una data comunità. In questa categoria rientra la
maggior parte dei segni artificiali e volontari che produciamo e decodifichiamo
nella nostra vita quotidiana, tra cui i numeri, le note musicali, le parole

SI
INVAL
4 ABBINARE
· Abbina i segni della colonna di sinistra al loro significato nella
PER INIZIARE

colonna di destra.
1. Suono dell’antifurto di a. “Laggiù c’è un temporale”
una casa
b. “Ciao”, “a presto”,
2. Luce accesa “coraggio, fatti forza”
intermittente della ecc.
freccia destra di un
veicolo c. “Silenzio!”

3. Lampi in lontananza d. “È possibile che qualcuno


stia cercando di entrare
4. Movimento delle
senza chiavi”
bacchette di un
direttore d’orchestra e. “La luna sta oscurando il
sole visto dalla terra”
5. Eclissi solare
f. “Svolta a destra tra
6. Pacca sulla spalla
qualche secondo”
7. Bandiera a mezz’asta
g. “Lutto”
8. Cartello rotondo con
bordo rosso e numero h. “Questo è il tempo da
50 al centro seguire”

9. Dito indice accostato in i. Velocità massima


verticale a naso e bocca 50 km/h
La comunicazione

Due segni tra quelli indicati sono naturali e involontari e sono:


10

B_001_018_L05_M10_04.indd 8 30/01/19 11:46


Unità 1 - La comunicazione, i segni, la lingua

SI
INVAL
5 ANALIZZARE
·· Indica se i seguenti segni sono icone [IC], indici [IN]
o simboli [S].

1. IC   IN   S 2. IC   IN   S

3. IC   IN   S 4. IC   IN   S

5. IC   IN   S 6. IC   IN   S

EVVIVA!

Il codice
Il codice è un sistema convenzionale di segni e delle regole che presiedono al loro fun-
zionamento. Come abbiamo visto, si tratta di uno degli elementi fondamentali della
comunicazione: affinché questa abbia luogo, è necessario che l’emittente e il ricevente
condividano, almeno in linea generale, lo stesso codice, in modo che l’emittente possa
codificare il messaggio, cioè elaborarlo a partire dal sistema di riferimento, e il riceven-
te possa decodificarlo, ovvero comprenderlo e interpretarlo.
Tra i codici più usati troviamo per esempio il codice musicale, quello numerico decima-
le, il codice Morse e, naturalmente, la lingua (italiano, russo, arabo ecc.), costituita dai
segni linguistici e dalla grammatica che li governa.

I linguaggi e la lingua
La comunicazione

In generale il linguaggio può essere definito come la facoltà, comune agli esseri umani e
ad altre specie animali, di comunicare per mezzo di codici. Più nello specifico, i linguag-
gi possono essere verbali o non verbali.
10
Si dicono non verbali i linguaggi, usati dagli esseri umani e dagli animali, nei quali non

B_001_018_L05_M10_04.indd 9 30/01/19 11:47


LIVELLO 5 - Comunicazione

ci si serve di parole per comunicare. Si pensi per esempio al canto delle balene, alle co-
lorazioni assunte da numerose specie di uccelli per scopi determinati o alla tendenza dei
cani a marcare il territorio per comunicare con i propri simili.
Tra i linguaggi non verbali più usati dagli esseri umani troviamo il linguaggio gestuale
(posizione del corpo, movimenti delle mani, distanza dall’interlocutore ecc.) e quello
mimico (espressioni del volto e sguardo). Altri esempi di linguaggio non verbale umano
sono quello rappresentato dal codice iconico della segnaletica stradale, quello musicale
e quello numerico.
Con alcune eccezioni, i codici in cui si articolano i linguaggi non verbali tendono a es-
sere poveri, costituiti da pochi segni e poche regole: sono quindi in grado di trasmettere
un numero limitato di messaggi e non sempre in modo chiaro.
Al contrario il linguaggio verbale, cioè il linguaggio basato sulle parole, permette di
esprimere messaggi anche molto complessi, adatti a qualunque scopo, situazione, stato
d’animo. Prerogativa dei soli esseri umani, il linguaggio verbale è uno strumento al con-
tempo straordinariamente ricco ed economico: esso è strutturato in modo da esprimere
significati potenzialmente infiniti a partire da un numero ridotto di segni.
Il linguaggio si basa sui segni linguistici e si realizza nelle diverse lingue, parlate dalle
varie comunità umane nelle diverse epoche e in punti distinti del pianeta: cinese, spa-
gnolo, italiano, serbo, latino ecc. Queste lingue vengono definite:
• storiche: perché sono il risultato di una lenta evoluzione attraverso il tempo
• naturali: perché i parlanti le hanno elaborate in modo spontaneo, non “a tavolino”,
come accade invece per le lingue artificiali (per es. l’esperanto)

Comunicare in modo efficace


“Comunicare in modo efficace” può significare molte cose diverse a seconda di che cosa
ci prefiggiamo attraverso la comunicazione. In generale si può dire che comunicare ade-
guatamente significa esprimere messaggi chiari in modo da non essere fraintesi e deco-
dificarli in modo pertinente.
La realtà comunicativa, tuttavia, mostra anche esempi di “buona comunicazione” in cui
questo non si verifica. Quando facciamo dell’ironia, per esempio, diciamo spesso l’op-
posto di ciò che intendiamo, o disorientiamo il destinatario con un gioco di parole che
provoca inizialmente una decodificazione errata del messaggio, per suscitare una rea-
zione di sorpresa e riso. Se la nostra intenzione è confondere qualcuno, “efficace” è l’atto
comunicativo che ci permette di raggiungere questo scopo, non un messaggio chiaro e
trasparente che il ricevente possa interpretare correttamente. E ancora: in un testo lette-
rario, apparenti “difetti” comunicativi quali l’ambiguità e l’oscurità possono costituire
preziosissimi strumenti espressivi.
La comunicazione è, in definitiva, qualcosa di complesso, in cui interviene una gran mol-
teplicità di variabili: per comunicare “bene” occorre quindi tener conto di numerosi ele-
menti, fittamente intrecciati tra loro. Nelle pagine seguenti ci concentreremo sulla comu-
nicazione linguistica, cioè vedremo com’è possibile comunicare in modo efficace per
mezzo di un testo, scritto o orale (vedi M12_U1), soffermandoci in particolare sugli scopi
della comunicazione, sulle caratteristiche del destinatario e sulla situazione comunicativa.
La comunicazione

Gli scopi della comunicazione


Come abbiamo visto, un atto comunicativo è sempre orientato a uno o più scopi. Comu-
nicare in modo efficace implica quindi stabilire che fine ci prefiggiamo quando produ-
10
ciamo un testo e cogliere lo scopo per il quale è stato prodotto quando invece ne siamo

10

B_001_018_L05_M10_04.indd 10 30/01/19 11:47


Unità 1 - La comunicazione, i segni, la lingua

i riceventi. In entrambi i casi è importante tener presente che lo scopo concorre a deter-
minare il testo stesso: ne orienta il linguaggio, la struttura, il contenuto.
Gli scopi di un testo possono essere i più vari: ottenere un’informazione, prendersi gioco
del destinatario, metterlo a proprio agio, suscitare il riso, attirare l’attenzione sull’emittente,
consolare qualcuno ecc. A volte lo scopo della comunicazione è manifesto; in altri casi
invece è più difficile da riconoscere, perché non è espresso chiaramente o non è univoco.
Oltre a uno scopo esplicito, infatti, gli atti comunicativi possono avere uno o più scopi
impliciti. Per esempio la frase “Brrr, che freddo!”, il cui scopo esplicito è quello di espri-
mere una sensazione, in un determinato contesto (per es.: cena in salotto con finestra
spalancata), può avere lo scopo implicito di indurre qualcuno dei presenti a chiudere la
finestra. Allo stesso modo, una domanda come “Ma non ti vergogni?” ha come scopo
implicito l’espressione di un’opinione (“Dovresti vergognarti”) e il messaggio di uno spot
pubblicitario (per es. “Lo shampoo Tal dei Tali dà brillantezza ai tuoi capelli”) ha lo
scopo implicito di persuaderci ad acquistare un determinato prodotto. Individuare lo
scopo esplicito ed eventuali scopi impliciti di un testo costituisce uno dei passaggi fon-
damentali della sua comprensione e interpretazione.

Le caratteristiche del destinatario


Quando si produce un testo, è fondamentale tener conto delle caratteristiche della per-
sona o del gruppo di persone a cui ci stiamo rivolgendo: del suo bagaglio di conoscenze,
della cultura da cui proviene, della sua padronanza della lingua impiegata, della sua
sensibilità e delle sue aspettative. Saper comunicare in modo efficace significa anche
saper modellare il messaggio in base a questa rete di variabili.
Se un passante che parla molto poco la nostra lingua ci chiede un’indicazione per strada e
gli rispondiamo in un italiano coltissimo, parlando molto velocemente e facendo molti
incisi, la comunicazione probabilmente non raggiungerà il suo scopo (farsi capire e aiuta-
re il passante ad arrivare a destinazione). Un messaggio adatto alle caratteristiche del de-
stinatario potrebbe essere, al contrario, una sequenza di frasi molto semplici accompagna-
ta da gesti delle mani e delle braccia per indicare con chiarezza la direzione da seguire.
Ciò che vale quando emettiamo un messaggio vale anche quando occupiamo il posto
del ricevente. Chiunque voglia comprendere a fondo un testo dovrà chiedersi per che
tipo di destinatario è stato concepito, ovvero a chi si rivolge e anche, di conseguenza, chi
“lascia fuori”. Spesso compiamo quest’operazione senza nemmeno rendercene conto:
leggendo un articolo scientifico scritto in linguaggio specialistico e ricco di allusioni a
conoscenze specifiche, intuiamo di essere di fronte a un testo “per addetti ai lavori”;
mentre se ascoltiamo una storia di maghi e fate narrata in un linguaggio semplice e in
tono affettivo comprendiamo che si tratta probabilmente di una fiaba per bambini.

La situazione comunicativa
Anche la situazione comunicativa influisce in modo determinante sulla forma del mes-
saggio. Il modo in cui si comunica per esempio nel corso di una lezione, in una conver-
sazione via chat o in un’aula di tribunale è necessariamente diverso: alcuni contesti sono
La comunicazione

caratterizzati da codici comunicativi propri (si pensi all’uso di abbreviazioni ed emoti-


con in una chat; ai modi di dire scherzosi condivisi da un determinato gruppo di perso-
ne ma incomprensibili per altri; alle formule per rivolgersi al giudice durante un proces-
so) e in generale situazioni comunicative diverse richiedono registri diversi (vedi
10
M11_U2). In una conversazione con un’amica intima, per esempio, sarebbe inusuale

11

B_001_018_L05_M10_04.indd 11 30/01/19 11:47


LIVELLO 5 - Comunicazione

impiegare un registro aulico e colto, così come non è raccomandabile, nel corso dell’esa-
me di maturità, rivolgersi all’ispettore in un registro basso e gergale. Naturalmente i
registri previsti per i diversi contesti possono essere sovvertiti per vari scopi (per esem-
pio impiegando un linguaggio iperformale in un contesto familiare, per ridere, o un
linguaggio molto basso, in un contesto formale, per provocare il destinatario). Ciò che
conta, in ogni caso, è padroneggiare i registri previsti dalle diverse situazioni per poter-
ne scegliere uno adatto ai nostri scopi in modo consapevole.
Anche il tono ha un’importanza fondamentale affinché la comunicazione vada a buon
fine: se chiedo un favore a qualcuno in un tono aggressivo e minaccioso, difficilmente
otterrò ciò che desidero, e se difendo un’opinione con argomenti solidi ma nel farlo im-
piego un tono ironico o canzonatorio, la mia argomentazione perderà probabilmente di
credibilità.

Da tutto quel che si è detto emerge che nella comunicazione conta “l’io”, ma ancora di
più conta “l’altro”: la persona con cui parlo, il pubblico a cui mi rivolgo, il contesto in cui
mi trovo, con i suoi codici e i suoi usi. Lungi dall’essere una mera operazione linguistica,
infatti, la comunicazione è sempre un fatto sociale, che coinvolge necessariamente al-
meno due persone.
Per comunicare attraverso la lingua in modo efficace non basta quindi esprimersi in
modo grammaticalmente corretto: occorre tener conto di tutte le variabili che abbiamo
esaminato (a chi si parla/scrive, dove, in che contesto, con che scopo, attraverso che ca-
nale) e in base a esse costruire il messaggio che vogliamo trasmettere. Questa operazio-
ne avviene spesso senza che ce ne rendiamo conto: difficilmente rivolgendoci a un ca-
meriere in un ristorante ci verrebbe in mente di dire una frase come “Questo vino fa
schifo forte, ma dove l’avete preso?” o come “Fossi in Lei stapperei un’altra bottiglia, e di
corsa, essendo questa a dir poco imbevibile”. Diremmo invece, senza stare a rifletterci
troppo, qualcosa come “Sarebbe così gentile da portarci un’altra bottiglia? Temo che
questa sappia di tappo”.
Non sempre, tuttavia, la costruzione del messaggio in base alle diverse variabili è sem-
plice e immediata. Soprattutto in testi complessi, in particolare se scritti, comunicare
bene è un’abilità che va appresa mediante la riflessione e la pratica, e che attraverso la
riflessione e la pratica può essere resa sempre più agile e “naturale”.

6 ANALIZZARE
· Per ogni messaggio indica lo scopo esplicito e quello implicito.
PER INIZIARE

1. “In attesa di una Vostra cortese risposta, rimango a disposizione


per ulteriori informazioni e per un eventuale colloquio
conoscitivo.” (contesto: lettera di accompagnamento al
curriculum vitae)
• s. esp.: 

• s. imp.: 

2. “Cioè io dovrei chiedere scusa a lei? Ma stai scherzando?”


La comunicazione

(contesto: conversazione tra amici)


• s. esp.: 

• s. imp.: 
10

12

B_001_018_L05_M10_04.indd 12 30/01/19 11:47


Unità 1 - La comunicazione, i segni, la lingua

3. “Stanchi di affettare a mano zucchine, patate, cetrioli? Ci pensa


l’affettaverdure Cucinex!” (contesto: pubblicità)
• s. esp.: 

• s. imp.: 

4. “La mangi tutta quella pizza?” (contesto: pranzo tra amici)


• s. esp.: 

• s. imp.: 

5. “Siamo spiacenti, l’Azienda si vede nella necessità di effettuare


al più presto una razionalizzazione del personale, che
coinvolgerà anche dipendenti di vecchia data come Lei.”
(contesto: colloquio tra responsabile delle risorse umane e
dipendente in un’azienda)
• s. esp.: 

• s. imp.: 

SI
INVAL
7 ANALIZZARE
·· Tra i messaggi dati, seleziona quelli adatti allo scopo, al
destinatario, al contesto, e riscrivi quelli che invece non sono
adatti, come nell’esempio.
ADATTO
Es. “Questa gonna ti sta malissimo!”
• destinatario: amica
• contesto: spogliatoio di un negozio di abbigliamento

→  Mmmmh, secondo me ti stava meglio l’altra gonna.


1. “Che baccano, perché non andate a litigare da un’altra
parte invece di rovinarci il film?”

• destinatario: vicini di poltrona


• contesto: sala cinematografica, durante la proiezione
di un film

→
2. “Si avvisa la gentile clientela che il ristorante rimarrà
chiuso per ferie fino al 6 gennaio.”
La comunicazione

• destinatario: passanti
• contesto: avviso sulla porta

→
10

13

B_001_018_L05_M10_04.indd 13 30/01/19 11:47


LIVELLO 5 - Comunicazione

3. “In nome del popolo italiano si dichiara l’imputato non


colpevole del reato contestatogli perché il fatto
non sussiste.”
• destinatario: imputato, avvocati e pubblico
• contesto: processo

→
4. “PESSIMISMO: tendenza a vedere tutto nero e a pensare
che la vita è uno schifo e che tutto va sempre
a finire male.”
• destinatario: pubblico generale
• contesto: dizionario

→

8 PRODURRE
· · · Per ogni situazione, scrivi un messaggio adatto.
Es. emittente: mister della squadra • destinatario: giocatori •
scopo: incoraggiare • contesto: discorso prima della partita
→ messaggio:  “Forza ragazzi! Gioco di squadra e
determinazione!”

1. emittente: ministro • destinatario: cittadini • scopo: comunicare


le proprie dimissioni • contesto: discorso in conferenza stampa
→ messaggio: 

2. emittente: operatrice telefonica assistenza clienti • destinatario:


cliente • scopo: informarsi circa il motivo della richiesta di
assistenza • contesto: servizio clienti
→ messaggio: 

3. emittente: Claudia • destinatario: amico • scopo: esprimere la


propria vicinanza e solidarietà • contesto: momento difficile per
l’amico
→ messaggio: 

4. emittente: giornalista • destinatario: radio spettatori • scopo:


informare sulla situazione del traffico nelle autostrade • contesto:
La comunicazione

giornale radio
→ messaggio: 


10

14

B_001_018_L05_M10_04.indd 14 30/01/19 11:47


MAPPA
UNITÀ 1

LA COMUNICAZIONE

AVVIENE QUANDO UN MESSAGGIO VIENE INTENZIONALMENTE TRASMESSO


E SI PARLA DI “ATTO COMUNICATIVO”

QUANDO UN

INDIRIZZATO
EMITTENTE A UN DESTINATARIO

CHE HA UNO SCOPO

EMETTE UN
EMESSO
IN UN CONTESTO

LINGUISTICO
MESSAGGIO

EXTRALINGUISTICO
(SITUAZIONALE E
CULTURALE)
CHE SI
RIFERISCE
A UN EMESSO
CANALE
ATTRAVERSO UN

ESPRESSO
REFERENTE CODICE
CON UN

15

B_001_018_L05_M10_04.indd 15 30/01/19 11:47


MAPPA
UNITÀ 1

IL SEGNO

GENERICAMENTE: È “QUALCOSA CHE STA PER QUALCOS’ALTRO”

NELLA COMUNICAZIONE: È ALLA BASE DEI MESSAGGI CHE TRASMETTIAMO


E RICEVIAMO

È COSTITUITO PUÒ ESSERE


DALL’INTERAZIONE
TRA

SIGNIFICANTE ARTIFICIALE
(ELEMENTO PERCEPIBILE E VOLONTARIO
ATTRAVERSO I SENSI)

E NATURALE
E INVOLONTARIO

SIGNIFICATO
(CONCETTO A CUI RIMANDA
IL SIGNIFICANTE)

16

B_001_018_L05_M10_04.indd 16 30/01/19 11:47


PUÒ ESSERE PUÒ ESSERE

VISIVO UN INDICE

la stella polare che indica il Nord

ACUSTICO

UN’ICONA

TATTILE
cartello pericolo caduta massi,
onomatopee ecc.

OLFATTIVO/
GUSTATIVO
UN SIMBOLO

numeri, note, parole

17

B_001_018_L05_M10_04.indd 17 30/01/19 11:47


MAPPA
UNITÀ 1

IL CODICE

È UN SISTEMA CONVENZIONALE DI SEGNI E REGOLE

SERVE PER

CODIFICARE DECODIFICARE
(= ELABORARE) UN MESSAGGIO (= COMPRENDERE) UN MESSAGGIO

IL LINGUAGGIO

È LA FACOLTÀ DI COMUNICARE PER MEZZO DI CODICI

PUÒ ESSERE

NON VERBALE mimica, musica, segnaletica ecc.

SI REALIZZA
VERBALE LINGUA
NELLA

LA COMUNICAZIONE EFFICACE

DEVE TENERE CONTO DI

SCOPO
TONO
DESTINATARIO INSIEME
DEFINISCONO
REGISTRO
SITUAZIONE
COMUNICATIVA

18

B_001_018_L05_M10_04.indd 18 30/01/19 11:47


Livello 6

Lessico

Missione itaca.academy

Cerca
11 IL LESSICO
Lessico

La formazione delle parole

11 Varietà dell'italiano

Il significato delle parole

Testualità

Il testo e le sue caratteristiche:


coesione e coerenza

Tipologie testuali: testo


descrittivo e testo narrativo
12
Tipologie testuali: testo
regolativo, testo espositivo
e testo argomentativo

Testi che rielaborano altri testi:


il riassunto e la parafrasi
B_019_092_L06_M11_04.indd 19 30/01/19 11:47
Missione

11 IL LESSICO

Gli argomenti sensibili (media nazionale su Itaca online)


0% 10% 20% 30% 40% 50%
UNITÀ
La formazione delle parole
Varietà dell’italiano
Il significato delle parole

PERCENTUALE ERRORI

RISORSE esercizi
Cartaceo 52
parti lezione frontale Unità online 295
da dove Verifiche online 42
vuoi unità online
Itaca papers 40

falli
%
confronta i risultati
esercitare con la media nazionale

online
scegli
la tua verifica su carta

B_019_092_L06_M11_04.indd 20 30/01/19 11:47


2 LEZIONI SU
http://itaca.academy 30’

UNITÀ 1 La formazione delle


parole
Le parole e il lessico
Le parole sono i “mattoni” di cui è formata una lingua, con i quali è possibile costruire
le frasi e i testi, per comunicare con gli altri, esprimere emozioni e sentimenti, difendere
un’opinione, creare mondi di fantasia ecc. In una lingua, le parole sono le più piccole
unità dotate di significato autonomo, sia che si tratti di parole con un significato pieno,
come albero, acqua, solitudine, Irene ecc., sia che si tratti di parole “vuote”, come del, su,
gli, quindi, perché ecc. (vedi M11_U3).

Il lessico è l’insieme delle parole di una determinata lingua. Si tratta di un insieme aperto e
in continua evoluzione: nel corso del tempo infatti i parlanti possono creare parole nuove,
per definire nuovi concetti o per ridefinire concetti già noti (bullizzare, petaloso, antieuro-
peismo, autostima ecc.); altre parole possono essere importate da altre lingue (link, prêt-à-
porter, wok, siesta); altre ancora possono modificarsi, nella forma (melancolia → malinco-
nia) o nel significato (collaudare oggi indica l’eseguire prove per verificare i requisiti di
un’apparecchiatura, una costruzione ecc., ma fino al Settecento significava “lodare”); altre
parole, infine, possono cadere in disuso (buonamano: mancia; atro: scuro).

La struttura delle parole


Nella sezione grammaticale abbiamo visto che le parole sono costituite da unità minime
dette fonemi (i suoni) che permettono di distinguerle le une dalle altre, trascritte me-
diante grafemi, ovvero lettere (g-a-t-t-o, f-u-o-r-i ecc.), a loro volta raggruppabili in sil-
labe (vedi vol. A, M1_U1, U2).
Nella lingua italiana le parole variabili (nomi, aggettivi, la maggior parte dei pronomi,
verbi) possono essere anche scomposte in elementi più complessi, portatori di significa-
to e di informazioni grammaticali, detti morfemi. Le due parti fondamentali delle paro-
le variabili sono:
• la radice, che contiene il significato lessicale e non varia
nav-e, grig-i, prend-i, quest-e ecc.
• la desinenza, che varia, fornendo le informazioni grammaticali (il genere e il
numero per i nomi, gli aggettivi e alcuni pronomi; e il tempo, il modo, la persona e
il lessico

il numero per i verbi)


11
nav-e, grig-i, prend-i, quest-e ecc.

21

B_019_092_L06_M11_04.indd 21 30/01/19 11:47


LIVELLO 6 - Lessico

RADICE
contiene il significato
gatt- fondamentale: animale
domestico, mammifero ecc.

GATTO +
DESINENZA
fornisce informazioni
-o grammaticali: in questo
caso il genere (maschile) e il
numero (singolare)

La formazione delle parole


Le parole italiane si dividono in parole appartenenti a classi chiuse (articoli, preposizio-
ni, pronomi, congiunzioni, aggettivi determinativi, diverse tipologie di avverbio) e pa-
role appartenenti a classi aperte (nomi, aggettivi qualificativi, verbi, alcune tipologie di
avverbio). Sono aperte le classi di parole che possono essere arricchite indefinitamente
mediante la formazione di parole nuove. In base al modo in cui si sono formate, le pa-
role appartenenti a classi aperte si dividono in:
• primitive: non derivano da altre parole italiane: giallo, famiglia, dire ecc.
• derivate: si sono formate aggiungendo a un’altra parola italiana un morfema detto
affisso, che può essere un prefisso (in-competente, de-forestare, s-cortese ecc.) o un
suffisso (drogh-ier-e, fior-ai-a, fru-ibil-e ecc.)
• alterate: sono un particolare tipo di parole derivate, formate mediante l’aggiunta di
suffissi alterativi (boccon-cin-o, cavall-ucci-o, man-on-a ecc.)
• composte: si sono formate mediante l’unione di due o più parole (sali-scendi,
rosso-nero, caccia-vite ecc.)
• abbreviate: si sono formate abbreviando un’altra parola (fotografia → foto)

SI
INVAL
1 RICONOSCERE E ANALIZZARE
· In ognuna delle seguenti parole, sottolinea la radice e cerchia la
PER INIZIARE

desinenza. Poi indica quali informazioni fornisce la desinenza,


come nell’esempio.
Es. nuvole: femm. plur.

• saluti: • dorme:
• nessuna: • tiepido:
• lettere: • gentile:
• scàppino: • quello:
il lessico

• bottoni: • degna:
11

22

B_019_092_L06_M11_04.indd 22 30/01/19 11:47


Unità 1 - La formazione delle parole

2 RICONOSCERE
·· Tra le parole date, cerchia quelle primitive.
fissazione • bluastro • linea • bere • bassezza • caporeparto •
fioritura • manine • rugiada • cura • terracotta • veloce • ginocchio •
intimità • disobbedienza • fornello • estasi

La derivazione
In italiano la derivazione è il meccanismo di formazione delle parole più produtti-
vo. Consiste nell’aggiungere a una parola di base un elemento modificatore detto
prefisso quando è posto prima della base, e suffisso quando è posto dopo, e in al-
cuni casi un prefisso e un suffisso. La parola derivata che si genera è legata alla pa-
rola di partenza da un tratto semantico (cioè relativo al significato) fondamentale,
ma ha un significato diverso. Osserva gli esempi:
cortese → scortese: s - cortes - e (= il contrario di cortese)
prefisso base desinenza

acqua → acquerello: acqu - erell - o (= pittura con colori diluiti con acqua)
base suffisso desinenza

trovare → introvabile: in - trov - abil - e (= che non si riesce a trovare)


prefisso base suffisso desinenza

Derivazione mediante suffisso


Le parole derivate mediante suffisso si ottengono aggiungendo un modificatore dopo la
radice della parola primitiva o, in alcuni casi, dopo una parola derivata o composta pri-
vata della sua desinenza.
foglia (prim.) → fogliame (der.) (radice + suffisso + desinenza)
intenzione (prim.) → intenzionale (der.) (radice + suffisso + desinenza) →
intenzionalità (der.) (radice + suffisso + suffisso)

I suffissi possono essere aggiunti a nomi, aggettivi, verbi e in alcuni casi ad avverbi, e la
parola derivata può appartenere alla medesima categoria grammaticale della parola di
base o a un’altra. Per esempio, da un nome può derivare un altro nome (scacco → scac-
chiera), ma da un nome possono anche derivare un aggettivo (coraggio → coraggioso),
un verbo (alba → albeggiare), un avverbio (gatto → gattoni); da un aggettivo possono
derivare un nome (bello → bellezza), un verbo (vivace → vivacizzare), un avverbio (in-
tenso → intensamente) ecc.
In alcuni casi, la formazione della parola derivata provoca alcune modifiche nella radi-
ce: nuovo → novità (si perde il dittongo uo nella radice); parco → parcheggiare (si ag-
giunge una h alla radice per mantenere il suono duro della c) ecc.

Alcuni nomi derivati sono detti “a suffisso zero” perché si formano, a partire da ver-
il lessico

bi, senza l’aggiunta di alcun suffisso. Si ottengono sostituendo la desinenza dell’infini-


11 to (-are, -ere, -ire) con la desinenza -o / -a: abbandonare → abbandono; modificare →
modifica.
23

B_019_092_L06_M11_04.indd 23 30/01/19 11:47


LIVELLO 6 - Lessico

Pur non avendo un significato autonomo, i suffissi portano generalmente un significato


o una gamma di significati o svolgono una funzione grammaticale determinata. Vedia-
mo i suffissi derivativi più comuni.

SUFFISSI CHE FORMANO NOMI O AGGETTIVI


suffisso (+ desinenza) significato/funzione esempi

-abile, -ibile possibilità, attitudine mangiabile (= che può essere


(in aggettivi derivati da verbi) mangiato)
sopportabile (= che può essere
sopportato)
-aggine qualità astratte testardaggine, dabbenaggine
-aio/a persona che svolge una vasaio, burattinaia
determinata attività o
mestiere
-aio, -aia luogo contenente qualcosa pollaio, topaia, ghiacciaia
(in nomi derivati da nomi)
-ano/a, -iano/a proveniente da italiana, egiziano, brasiliano
(in nomi derivati da verbi o da
aggettivi)
-anza, -enza qualità astratte lontananza, alternanza,
(in nomi derivati da verbi o da accoglienza
aggettivi)
-erìa negozio, laboratorio, attività libreria, birreria, cartoleria
(in nomi derivati da nomi, da commerciale
aggettivi o da verbi)
nomi collettivi argenteria, chincaglieria
nomi astratti, spesso con poltroneria, porcheria
sfumatura dispregiativa

-ese proveniente da, di un albanese, pugliese, milanese


(in aggettivi derivati da nomi) determinato luogo
-ezza qualità astratte bellezza, ampiezza
(in nomi derivati da aggettivi)
-ìa qualità astratte o stati pazzia, allegria
(in nomi derivati da aggettivi)
-iere/a attività, mestieri cameriere/a, infermiere/
-iere, -iera oggetti, strumenti tagliere, fioriera
(in nomi derivati da nomi)
-ino/a di, relativo a cenerino
(in aggettivi derivati da nomi
mestieri contadino, postina
e in nomi derivati da verbi e
da nomi) di un determinato luogo cosentino, marocchina
-ismo ideologie, movimenti capitalismo, menefreghismo,
(in nomi derivati da nomi, da culturali, visioni del mondo
il lessico

anarchismo, Surrealismo
aggettivi, da verbi o da
11 avverbi)

24

B_019_092_L06_M11_04.indd 24 30/01/19 11:47


Unità 1 - La formazione delle parole

SUFFISSI CHE FORMANO NOMI O AGGETTIVI

-ista chi svolge l’attività, socialista, buddhista, turista


(in nomi derivati da nomi) condivide un’ideologia o ha
le caratteristiche espresse
da un nome in -ismo
mestieri autista, farmacista,
fisioterapista

-istico/a aggettivi perlopiù connessi giornalistico, turistico


(in aggettivi derivati da nomi) con i nomi in -ista
-ità, -età qualità astratta modernità, complessità
(in nomi derivati da aggettivi)
-ite, -oma, -osi condizioni patologiche, polmonite, fibroma, nevrosi
(in nomi derivati da nomi) malattie, sindromi
-mento azioni pagamento, cambiamento
(in nomi derivati da verbi)
-oso/a presenza o abbondanza difficoltoso, coraggiosa
(in aggettivi derivati da nomi) della qualità espressa dal
nome da cui derivano
-tore/trice, -sore/itrice/ mestieri, attività giocatore, allenatrice, incisore
sora
(in nomi derivati da verbi)
-ura qualità astratte, azioni bravura, frittura
(in nomi derivati da aggettivi
o verbi)
-zione, -sione, -ssione azioni informazione, corrosione
(in nomi derivati da verbi)

SUFFISSI CHE FORMANO AVVERBI


suffisso esempi

-mente chiaramente, facilmente, dolcemente


(da aggettivi)
-oni bocconi, penzoloni, ginocchioni
(da nomi e verbi)

SUFFISSI CHE FORMANO VERBI


(suffisso +) desinenza esempi

-are archiviare, catalogare, curiosare


(da nomi o aggettivi)
-ire colpire, stranire
(da nomi o aggettivi)
-ificare, izzare purificare, reclamizzare
(da nomi o aggettivi)
il lessico

-eggiare ondeggiare, rosseggiare, indietreggiare


11 (da nomi, aggettivi, avverbi)

25

B_019_092_L06_M11_04.indd 25 30/01/19 11:47


LIVELLO 6 - Lessico

Derivazione mediante prefisso


Le parole derivate mediante prefisso si ottengono aggiungendo un modificatore prima
della radice della parola di base, che può essere una parola primitiva o una parola a sua
volta derivata da un’altra.
fare (prim.) → rifare (der.) (prefisso + radice + desinenza)
concepire (prim.) → concepibile (der.) (radice + suffisso + desinenza) →
inconcepibile (der.) (prefisso + radice + suffisso + desinenza)

I prefissi possono essere aggiunti a nomi, aggettivi, verbi e in alcuni casi ad avverbi. La
parola derivata tramite prefisso appartiene sempre alla stessa categoria grammaticale
della parola da cui deriva. Ciò significa che da un nome può derivare solo un altro nome
(informazione → disinformazione), da un aggettivo un altro aggettivo (cortese → scorte-
se), da un un verbo un altro verbo (stabilizzare → destabilizzare). Anche i prefissi, come
i suffissi, sono portatori di un significato o una gamma di significati.

I PREFISSI DERIVATIVI PIÙ COMUNI


prefisso significato esempi

a- non apolitico, acritico


ante-, anti- prima, davanti antesala, antivigilia
bi-, bis- due volte bisettimanale, bisnonna
con- insieme concorrere, coabitare,
(davanti a parole che iniziano collaborare, compatire,
per vocale: co- corresponsabile
per l: col-
per b, m, p: com-
per r: cor-)

contro-, contra- contro controcorrente,


(dopo contra- la consonante contraccolpo
raddoppia)
de-, dis- non decomporre,
processo inverso decompressione, disadatto,
disparità, disidratazione

extra- fuori da extrascolastico, extralarge


in- non inorganico, illogico,
(davanti a parole che iniziano impietoso, irreale
per l: il-
per b, m, p: im-
per r: ir-)
inter- in mezzo internazionale, interporre
iper- di grandi dimensioni, molto, in ipertensione, ipercritico
eccesso
ri-, re- di nuovo riproporre, reinterpretare
s- non sgradito, svantaggio
il lessico

stra- molto, troppo strafare, strabuono


11 sub- sotto, inferiore a subtropicale, subaffitto

26

B_019_092_L06_M11_04.indd 26 30/01/19 11:47


Unità 1 - La formazione delle parole

Derivazione mediante prefisso e suffisso


Alcune parole derivate si originano mediante l’aggiunta simultanea alla parola di base di
un prefisso e di un suffisso (o di una desinenza, nel caso dei verbi).

mancare → im - manc - abil - e


prefisso base suffisso desinenza

Queste parole sono dette parasintetiche e possono essere nomi, aggettivi o verbi. Si
distinguono da altre parole formate con più affissi perché togliendo il prefisso o il suf-
fisso a una parola parasintetica si ottengono parole inesistenti (non esistono *immanca-
re, né *mancabile). Altre parole come scortesia, al contrario, pur presentando un prefisso
e un suffisso non sono parasintetiche, essendo il frutto di derivazioni l’una successiva
all’altra (per es.: cortese → s-cortese → s-cortes-ia).
La categoria più ricca di parole parasintetiche è costituita da verbi. I verbi parasintetici
sono verbi della 1a e della 3a coniugazione derivati da aggettivi o nomi mediante l’ag-
giunta di un prefisso e della desinenza verbale.

PREFISSI E VERBI PARASINTETICI


prefisso esempi

a- (terra) atterrare
(la consonante seguente
(rosso) arrossire, (bello) abbellire
raddoppia)
de-, di-, dis- (classe) declassare, (bosco) disboscare
in- (fastidio) infastidire, (grande) ingrandire,
(davanti a (languido) illanguidire, (barca) imbarcare, (rigido) irrigidirsi
l: il-
b, m, p: im-
r: ir-)
ra- (triste) rattristare, (vivo) ravvivare, (toppa) rattoppare
(la consonante seguente
raddoppia)
rin- (casa) rincasare, (giovane) ringiovanire
s- (vite) svitare, (bianco) sbiancare
tra- / tras- (secolo) trasecolare, (bordo) trasbordare

SI
INVAL
3 ANALIZZARE
·· Indica se le seguenti parole sono derivate mediante suffisso [S],
PER INIZIARE

prefisso [P] o entrambi [PS] e in ognuna cerchia il prefisso e/o


il suffisso (+ la desinenza).
povertà [ ] • scomodo [ ] • impaginazione [ ] • insicuro [ ] •
testardaggine [ ] • fogliame [ ] • vespaio [ ] • disfunzione [ ] •
istintivo [ ] • velocemente [ ] • condividere [ ] • bocconi [ ] •
infermiera [ ] • spolverare [ ] • batterico [ ] • peschereccio [ ]
il lessico

• subaffitto [ ]
11

27

B_019_092_L06_M11_04.indd 27 30/01/19 11:47


LIVELLO 6 - Lessico

4 PRODURRE + LESSICO
·· Per ogni parola data, scrivi il maggior numero possibile di
derivati (dalla parola primitiva o da parole derivate), mediante
prefisso, suffisso o entrambi, come nell’esempio.
Es. ragione: ragionare, ragioniere, ragionevole, ragionevolezza,
sragionare, irragionevole, ragionevolmente, ragionamento


1. freddo: 

2. scontrare: 

3. coordinare: 

4. agio: 

5. timido: 

6. corte: 

SI
INVAL
5 COMPLETARE + LESSICO
·· Completa le frasi sottolineando il derivato corretto. Attenzione:
in alcuni casi l’opzione errata è una parola inesistente, in altri
esiste ma ha un significato non adatto al contesto.

1. Secondo me la vera eleganza richiede un pizzico di lieve e voluta


trasandataggine / trasandatezza. 2. Si è iscritta al corso di studi in
progettazione e coordinamento / coordinazione dei servizi
educativi. 3. Nel corso dell’ultimo anno si sono ottenuti risultati
ragguardabili / ragguardevoli. 4. Hanno accettato, seppure con una
certa riluttaggine / riluttanza. 5. Per ballare in coppia è necessario
avere grande coordinamento / coordinazione e intesa /
intendimento. 6. A volte penso che tu sia troppo comprensivo /
comprensibile con i tuoi allievi! 7. Mi lascia allibita la
spregiudicazione / spregiudicatezza delle sue decisioni. 8. Ci ha
il lessico

dato un esempio di caparbietà / caparbiezza davvero notevole.


11

28

B_019_092_L06_M11_04.indd 28 30/01/19 11:47


Unità 1 - La formazione delle parole

SI
INVAL
6 TR ASFORMARE E ANALIZZARE
·· Forma i derivati delle parole date concordi con la definizione tra
parentesi, poi indica se hai impiegato un prefisso [P], un suffisso
[S], una desinenza [D] o un prefisso e una desinenza [PD], come
nell’esempio.
P S D PD
Es. adorno → disadorno (il contrario di adorno)

1. sfacciato →
(nome: qualità astratta: essere sfacciati)

2. nervoso →
(verbo: rendere nervoso)

3. sociale →
(agg.: il contrario di sociale)

4. azione →
(nome: azione reciproca tra cose/persone)

5. deplorare →
(agg.: che merita di essere deplorato)

6. conforme →
(nome: la tendenza a conformarsi)

7. conforme →
(nome: la tendenza opposta)

8. base →
(verbo: collocare su una base)

9. contento →
(nome: essere contenti)

10. contento →
(nome: il sentimento opposto)

11. gatto →
(avverbio: a quattro zampe)

12. freddo →
(verbo: far diventare freddo)

13. freddo →
(nome: diminuzione della temperatura)

14. superficie →
(agg.: di superficie)

15. superficie →
il lessico

(nome: qualità astratta)


11

29

B_019_092_L06_M11_04.indd 29 30/01/19 11:47


LIVELLO 6 - Lessico

L’alterazione
L’alterazione è un tipo particolare di derivazione che consiste nell’aggiunta alla parola di
base di suffissi alterativi, cioè di suffissi che non modificano completamente il significa-
to della parola bensì lo alterano introducendo una particolare sfumatura di significato.
Generano molti nomi, come macchina → macchinone, diversi aggettivi, come bello →
bellino, alcuni avverbi, come male → malaccio (vedi rispettivamente M2_U3, U6 e M5_U1)
e alcuni verbi, come fischiare → fischiettare.

SUFFISSI ALTERATIVI

sfumatura suffissi alterativi (+ desinenza) esempi


significato
diminutivi piccolo -ino, -ncino, -etto, -ello, lucina, venticello,
-icello, -icciolo, -icino, porticciolo, piccino,
-otto, -erello, -uccio orsacchiotto
accrescitivi grande -one, -accione, -acchione librone, omaccione,
furbacchione
vezzeggiativi affetto, simpatia, -ino, -etto, -uccio / -uzzo, occhietti, boccuccia
tenerezza -acchiotto
peggiorativi / antipatia, -accio, -azzo, -astro, tempaccio, poetastro,
dispregiativi disprezzo -ucolo, -uncolo, -onzolo, sempliciotto,
-otto, -iciattolo mostriciattolo

attenuativi -astro, -iccio, -igno, -occio, verdastro, rossiccio,


(soprattutto con -ognolo belloccio, giallognolo
aggettivi riferiti a
colori)

La scelta del suffisso per le singole parole dipende dall’uso (per es. come diminutivi di
bacio si impiegano bacino o bacetto, non *bacello) e la sfumatura di significato della
parola alterata può variare molto a seconda del contesto. Spesso, per esempio, i diminu-
tivi contengono anche una sfumatura vezzeggiativa, di affetto e tenerezza, ma alcuni, in
determinati contesti, possono essere impiegati in senso dispregiativo (un omino qualun-
que); allo stesso modo un suffisso peggiorativo può essere connotato in senso positivo
(Che colpaccio!) o un suffisso accrescitivo può esprimere un significato vezzeggiativo (il
mio fratellone).
Dal punto di vista grammaticale va ricordato che:
• alcune parole ammettono suffissi diminutivi “doppi”: libro → libretto → librettino;
pazzo → pazzerello → pazzerellone
• alcuni nomi femminili danno origine ad accrescitivi di genere maschile: donna →
donnone; porta → portone ecc.
• alcuni alterati hanno assunto nel tempo un significato autonomo rispetto alla parola
di partenza, per cui vengono considerati derivati, non alterati: fumo → fumetto;
spago → spaghetto; posta → postino ecc. Altri nomi invece presentano terminazioni
il lessico

casualmente identiche ai suffissi alterativi, ma non sono frutto di alterazione:


burrone (non è un grande burro); basetta (non è una piccola base); tacchino (non è
11
un piccolo tacco) ecc. In entrambi i casi si parla di falsi alterati (vedi vol. A, M2_U3)

30

B_019_092_L06_M11_04.indd 30 30/01/19 11:47


Unità 1 - La formazione delle parole

I verbi alterati sono molto pochi e appartengono tutti alla prima coniugazione, indi-
pendentemente dalla coniugazione del verbo di base (dormire → dormicchiare). Si for-
mano con alcuni suffissi che esprimono generalmente una sfumatura attenuativa o peg-
giorativa.

I PREFISSI DEI VERBI ALTERATI

-(er/ar)ellare (saltare) salterellare, (giocare) giocherellare

-ettare, -ottare (fischiare) fischiettare, (parlare) parlottare

-icchiare, -acchiare, (dormire) dormicchiare, (rubare) rubacchiare,


-ucchiare (mangiare) mangiucchiare

SI
INVAL
7 COMPLETARE E ANALIZZARE
· Completa le seguenti frasi con le parole alterate appropriate, poi
PER INIZIARE

indica se hanno valore diminutivo [D], accrescitivo [AC],


vezzeggiativo [V], peggiorativo [P] o attenuativo [AT].
D AC V P AT
1. Un foglio piccolo è un .

2. Un pessimo carattere è un
.

3. Qualcosa di colore tendente al bianco è


.

4. Qualcosa che è andato abbastanza bene è andato


.

5. Un albero piccolo è un .

6. L’alluce viene chiamato popolarmente


.

7. Il cucciolo di lupo è un .

8. Qualcosa di un po’ umido è .

9. Un caldo piacevole è un bel


.

10. Una faccia grande è un .

11. Un ladro che commette piccoli furti è un


.

12. Cantare sottovoce o a tratti si dice


il lessico

.
11

31

B_019_092_L06_M11_04.indd 31 30/01/19 11:47


LIVELLO 6 - Lessico

SI
INVAL
8 RICONOSCERE
·· Nella seguente lista sono presenti cinque falsi alterati:
individuali e sbarrali.
partaccia • limone • brodino • furbetto • pulcino • amicone •
grigiastro • ossicino • aquilone • focaccia • pinzetta • paffutello •
benino • amorazzo • poetucolo • nasello • posticino

La composizione
La composizione è un modo di formazione delle parole consistente nell’unire due o più
parole esistenti in modo da formare una parola nuova. Per esempio: copriletto = copri +
letto; mezzaluna = mezza + luna ecc.
Le parole composte possono essere divise nelle seguenti sottocategorie:
• parole composte propriamente dette
• parole composte con elementi greci e latini (prefissoidi e suffissoidi)
• conglomerati
• parole macedonia
• voci polirematiche
• sigle

Le parole composte propriamente dette


Sono parole originate dalla fusione in un’unica parola di due o più parole esistenti e
dotate di significato autonomo. La parola composta ha un significato diverso da quello
delle due parole che la compongono. Dal punto di vista grammaticale, le parole compo-
ste possono essere nomi, aggettivi, verbi.

LE PAROLE COMPOSTE
composizione esempi

nome + nome pesce + cane → pescecane


nome + aggettivo cassa + forte → cassaforte
aggettivo + nome mezzo + giorno → mezzogiorno
aggettivo + aggettivo sacro + santo → sacrosanto
verbo + nome aspira + polvere → aspirapolvere
preposizione/avverbio + nome sotto + bosco → sottobosco
avverbio + verbo male + dire → maledire
nome + verbo capo + volgere → capovolgere
avverbio + aggettivo sempre + verde → sempreverde
il lessico

verbo + avverbio posa + piano → posapiano


11

32

B_019_092_L06_M11_04.indd 32 30/01/19 11:47


Unità 1 - La formazione delle parole

Non esiste una correlazione univoca tra le parole che formano un composto, la loro
posizione nel composto e la relazione sintattica che le lega, cioè non c’è una regola fissa,
quindi il significato di ogni composto è a sé. Osserva gli esempi:
dormiveglia: stato tra il dormire e la veglia
capocuoco: capo dei cuochi
pescespada: pesce la cui mascella è simile a una spada
altoparlante: strumento per parlare alto, forte
italo-francese: cittadino francese di origini italiane, o tra Francia e Italia

Le parole composte con elementi greci e latini (prefissoidi e suffissoidi)


Un tipo particolare di composti è rappresentato dalle parole composte con elementi di
origine greca e latina dotati di un significato autonomo. Per esempio la parola moderna
ecologia è composta da eco e logia, dal greco oikos (casa, ambiente) e logos (discorso,
studio). Con questo nome si designa infatti la scienza che studia i rapporti tra gli esseri
viventi e l’ambiente.
Gli elementi greci o latini che compongono queste parole agiscono in modo simile ai
prefissi e ai suffissi: per questo sono detti prefissoidi (quando occupano la prima parte
della parola) e suffissoidi (quando occupano la seconda parte).
televisione = tele + visione
prefissoide
(dal greco tele: lontano)

erbivoro = erbi + voro


suffissoide
(dal latino vorare: mangiare con ingordigia)

Prefissoidi e suffissoidi possono generare parole composte combinandosi tra loro o


combinandosi con parole di una lingua moderna:
cleptomania = clepto + mania
prefissoide suffissoide
(dal greco kleptein: rubare) (dal greco manìa: essere agitato, pazzo)

insetticida = insetto + cida


parola italiana
suffissoide
(dal latino caedĕre: tagliare, uccidere)

Le parole composte con prefissoidi e/o suffissoidi sono nomi e aggettivi provenienti dal
linguaggio colto, in particolare dai linguaggi tecnici e specialistici. Molte di queste paro-
le, tuttavia, sono ormai entrate nel linguaggio comune: astronomia, calligrafia, televisio-
ne, biblioteca ecc.

I PREFISSOIDI PIÙ COMUNI


prefissoide significato esempio

aero- aria aerospaziale


antropo- essere umano antropologia
il lessico

archeo- antico archeologo


11 auto- da solo automobile

33

B_019_092_L06_M11_04.indd 33 30/01/19 11:47


LIVELLO 6 - Lessico

I PREFISSODI PIÙ COMUNI


biblio- libro bibliografia
bio- vita biosfera
clepto- rubare cleptomania
cosmo- mondo, universo cosmologia
crono- tempo cronometro
demo- popolo demagogia
eco- ambiente ecosistema
endo- dentro endoscopia
filo- amore filosofia
gastro- ventre, stomaco gastroenterite
geo- terra geologico
idro- acqua idrovolante
logo- parola, discorso logopedia
macro- grande macrodistribuzione
mega- grande megalomane
micro- piccolo microclima
miso- odio misogino
mono- uno solo monopolio
neo- nuovo neolaureato
omo- simile, uguale omonimo
onni- tutto onnipotente
orto- corretto ortografia
pato- malattia patologico
piro- fuoco piromane
poli- molti/e poliglotta
pseudo- falso pseudonimo
tele- lontano televisione
teo- dio teologia
termo- caldo termosifone
zoo- animale zoologo

I SUFFISSOIDI PIÙ COMUNI


suffissoide (+ desinenza) significato esempio

-algia dolore nevralgia


-archia governo, dominio monarchia
il lessico

-cida uccidere omicida


11 -crazia potere aristocrazia

34

B_019_092_L06_M11_04.indd 34 30/01/19 11:47


Unità 1 - La formazione delle parole

I SUFFISSOIDI PIÙ COMUNI


-fago mangiare esofago
-fero portare, causare sonnifero
-filia amore bibliofilia
-fobia paura, avversione agorafobia
-fono suono megafono
-fugo allontanare, mettere in fuga, centrifugo
combattere
-grafia scrittura, descrizione calligrafia
-iatra medico geriatra
-logia studio filologia
-mania mania, fissazione piromania
-patia sofferenza, sentimento empatia
-pedia educazione logopedia
-scopio/a osservazione telescopio
-teca contenitore, deposito, raccolta biblioteca
-voro mangiare onnivoro

SI
INVAL
9 RICONOSCERE
· Nelle seguenti frasi sottolinea le parole composte, comprese
PER INIZIARE

quelle composte con elementi greci o latini.

1. Oggigiorno lo spazzacamino è il responsabile dell’intera


manutenzione dell’impianto fumario. 2. Molte ipotesi sono state
formulate sulla falsariga di questa teoria. 3. L’indagine ha messo in
evidenza l’elevata diffusione degli errori di ortografia e la loro
persistenza anche dopo la scuola dell’obbligo. 4. Fai un salto, fanne
un altro, fai la giravolta, falla un’altra volta, guarda in su guarda in
giù dai un bacio a chi vuoi tu. 5. I lavori di costruzione del gasdotto
sono stati sospesi in seguito alla clamorosa scoperta degli archeologi.
6. In generale i soprammobili non mi fanno impazzire, ma questo
fermacarte di madreperla è un gioiellino. 7. Durante la manifestazione
dalla cima del grattacielo è stato srotolato uno striscione con tutti i
colori dell’arcobaleno. 8. Dopo il terremoto molti abitanti hanno fatto
richiesta di sopralluoghi nelle loro abitazioni. 9. Nel Medioevo i
giullari vivevano alla giornata facendo i cantastorie, i buffoni, i
giocolieri. 10. Il biancospino, pianta perenne della famiglia delle
Rosaceae, viene regalato abitualmente a Natale come pianta
portafortuna. 11. Avvistata astronave simile a quella di Guerre
il lessico

stellari, ma era solamente un drone.


11

35

B_019_092_L06_M11_04.indd 35 30/01/19 11:47


LIVELLO 6 - Lessico

10 C O M P L E T A R E E A N A L I Z Z A R E
·· Inserisci le parole composte opportune scegliendole tra quelle in
elenco, poi analizzale in base agli elementi grammaticali che le
compongono, come nell’esempio.
acquaforte • mezzogiorno • battibecco • soprannome • crocevia •
chiaroscuro • fuggifuggi • portafoglio • mezzetinte • guastafeste •
capisaldi • ficcanaso

1. Si tratta di un pamphlet durissimo e senza


contro i della concezione materialistica. 2. Il
suo era Prezzemolo perché era un gran
. 3. C’è stato un piccolo
tra Ettore e quel di
Simone. 4. Poco prima di arrivarono a un
e lì si separarono. 5. Solo allora si accorse
che nel generale qualcuno gli aveva sfilato il
. 6. L’ era ricca di
effetti di .

 acquaforte: nome + agg.;

SI
INVAL
11 C O R R E G G E R E + L E S S I C O
·· Alcune delle parole composte con prefissoidi e/o suffissoidi
nelle seguenti frasi sono usate a sproposito. Sottolineale e
sostituiscile con le parole opportune nelle righe sottostanti.
Attenzione: non tutte le frasi contengono errori.

1. Non leggo mai l’oroscopo perché l’astronomia è una credenza priva


di fondamento scientifico. 2. Per domani devo fare una perifrasi del
proemio e non so da che parte cominciare. 3. Non sono altro che
strategie demagogiche per riguadagnare il consenso della popolazione.
4. Per comprendere l’eclettismo di questa corrente bisogna conoscere
l’entroterra culturale della Vienna dell’inizio del secolo. 5. Non
sopporto chi parla per archetipi, infilando un luogo comune dietro
il lessico

l’altro su temi importanti quali la xenofobia e il razzismo. 6. Le


11

36

B_019_092_L06_M11_04.indd 36 30/01/19 11:47


Unità 1 - La formazione delle parole

criptomonete abbatteranno il monopolio dei governi nei confronti delle


monete tradizionali? 7. L’autore dei Promessi sposi è onnipotente
perché conosce i pensieri di tutti i personaggi e il futuro della vicenda
narrata.

12 P R O D U R R E
· · · Per ognuno dei prefissoidi e dei suffissoidi dati, scrivi una
parola composta, poi inseriscila all’interno di una frase, come
nell’esempio.

Es. • crono- → cronologico


Le notifiche vengono visualizzate in ordine cronologico.


PREFISSOIDI

• filo- →

• tele- →

• bio- →

SUFFISSOIDI

• -fobia →

• -iatra →

• -voro →
il lessico


11

37

B_019_092_L06_M11_04.indd 37 30/01/19 11:47


LIVELLO 6 - Lessico

I conglomerati
I conglomerati sono spezzoni di frasi contenenti una voce verbale che, cristallizzati dall’u-
so, si sono saldati formando un tutto unico: tiramisù, nontiscordardimé, nonsoché ecc.
Alcuni conglomerati possono essere scritti anche separando le parole che li compongo-
no: Aveva un non so che di familiare.

Le parole macedonia
Le parole macedonia sono parole di significato unitario formatesi dalla fusione di pezzi
di parole diverse. Per esempio la parola cartolibreria è la fusione tra cartoleria e libreria.
In genere il primo elemento delle parole macedonia è un segmento di una parola esi-
stente (carto nel nostro esempio), mentre il secondo è una parola intera (libreria):
fantascienza = fanta(sia) + scienza
cantautore = cant(ante) + autore
mandarancio = mand(arino) + arancio
ristobar = risto(rante) + bar

Le voci polirematiche
Le voci polirematiche (dal greco poli: molte e rema: parole) sono gruppi di parole che si
scrivono staccate ma costituiscono un’espressione fissa, immodificabile, con un signifi-
cato unitario e specifico: ferro da stiro, acqua e sapone, conferenza stampa ecc.
Cristallizzate dall’uso, le voci polirematiche non possono subire modifiche nell’ordine
delle parole che le compongono (non si dice *sapone e acqua, *stampa conferenza ecc.)
né subire “intrusioni” estranee all’espressione (non si dice *conferenza per la stampa né
*acqua e del sapone). Appartengono a questa categoria espressioni formate da:
• due nomi collegati da una preposizione: ferro da stiro, lista d’attesa, reazione a
catena, luna di miele ecc.
• due nomi giustapposti: parola chiave, busta paga, banca dati, rimborso spese ecc.
• un nome + un aggettivo (o viceversa): lavori forzati, posta elettronica, pronto
soccorso, bacchetta magica ecc.
• un verbo + un nome: rendere conto, fare acqua, prender piede, avere luogo ecc.

Alcune grammatiche includono tra le voci polirematiche anche le locuzioni preposizio-


nali, avverbiali, congiuntive: per via di, in un batter d’occhio, a meno che ecc.

Le sigle (o acronimi)
Possono essere considerate parole composte anche le sigle (o acronimi), formate unen-
do le lettere o le sillabe iniziali di più parole per esigenza di brevità: CONI (Comitato
Olimpico Nazionale Italiano); ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite); Cobas (Co-
mitati di Base); FAO (dall’inglese Food and Agricolture Organization, cioè Organizzazio-
ne delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) ecc.
Molte di queste sigle sono state a tal punto assimilate nella lingua italiana che non ven-
gono più percepite come sigle, ma costituiscono a tutti gli effetti nomi autonomi: Fiat
(dalla sigla F.I.A.T., Fabbrica Italiana Automobili Torino), vip (dalla sigla inglese V.I.P.,
il lessico

Very Important Person, ovvero “persona molto importante”), faq (dalla sigla inglese
F.A.Q., Frequently Asked Questions, ovvero “domande frequenti”), RAI (dalla sigla
11 R.A.I., in origine Radio Audizioni Italia).

38

B_019_092_L06_M11_04.indd 38 30/01/19 11:47


Unità 1 - La formazione delle parole

13 A N A L I Z Z A R E
· Indica con una crocetta se le seguenti parole sono conglomerati,

PER INIZIARE
parole macedonia, voci polirematiche o sigle.

CONGLOMERATO PAROLA VOCE SIGLA


MACEDONIA POLIREMATICA

pantacollant

INPS

biglietto da visita

metalmeccanico

prendere tempo

tiremmolla

Unicef

nontiscordardimé

doppio senso

macchina fotografica

a.C.

fantapolitica

14 C O M P L E T A R E + L E S S I C O
·· Completa le seguenti frasi con le parole opportune, seguendo le
indicazioni tra parentesi.

1. Sono sempre stata considerata la


(voce polirematica) della famiglia perché ero diversa dai miei familiari
e mi ribellavo al loro modo di pensare. 2. Lo sguardo di Flavio ha un
(conglomerato) di magnetico e
triste allo stesso tempo. 3. Lei ha chiuso il messaggio con
(sigla) e io le ho risposto con tre
cuoricini. 4. Il cosiddetto (voce
polirematica) non è altro che l’insieme di tutti i paesi ricchi,
arricchitisi perlopiù a scapito degli altri. 5. In occasione delle
il lessico

cerimonie ufficiali, il Pontefice si sposta su un veicolo speciale


11

39

B_019_092_L06_M11_04.indd 39 30/01/19 11:47


LIVELLO 6 - Lessico

chiamato (parola macedonia).


6. Occorre (voce polirematica) al
più presto su questa vicenda, fatta di conti bancari segreti e scambi di
favori. 7. Si è trasferito negli
(sigla) cinque anni fa, prima a Los Angeles per un paio di anni e poi
ad Atlanta. 8. La (parola
macedonia) Millefogli possiede un vasto assortimento di articoli per la
scuola e l’ufficio.

L’abbreviazione
Infine nuove parole possono formarsi accorciando parole esistenti. Alcune parole abbre-
viate molto comuni sono auto (da automobile), foto (da fotografia), bici (da bicicletta),
moto (da motocicletta), metro (da metropolitana), sub (da subacqueo), tele (da televisione).

La famiglia di parole
Detta anche famiglia lessicale, è l’insieme di tutte le parole che si sono formate median-
te derivazione, alterazione, composizione e in qualche caso abbreviazione, a partire dal-
la medesima radice.
Osserva lo schema che rappresenta la famiglia lessicale delle parole nate finora dalla
parola di base libro (radice libr-, desinenza -o):

LIBRARIO

LIBRESCO LIBRICINO

LIBRAIO
LIBRETTISTA
LIBRETTO
LIBRETTINO
LIBRERIA-
CAFFÈ
LIBRERIA LIBRO
LIBRACCIO

SEGNALIBRO LIBRONE

AUDIOLIBRO LIBRO LIQUIDO


il lessico

LIBRO
11
CONTABILE

40

B_019_092_L06_M11_04.indd 40 30/01/19 11:47


Unità 1 - La formazione delle parole

15 T R A S F O R M A R E
· Trasforma le parole in evidenza in parole abbreviate.

PER INIZIARE
1. In frigorifero non c’è niente. →
2. Che cos’hai da guardare? Vuoi una fotografia? →
3. Suona il pianoforte da quando aveva 6 anni. →
4. Spegnete la televisione e accendete il cervello! →
5. Vendo impianto stereofonico in ottime condizioni. →
6. Circa la metà dei miei amici sono eterosessuali. →
7. Secondo me facciamo prima in metropolitana. →

SI