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VOL. B
• COMUNICA ZIONE
• LESSICO
• TESTUALITÀ
L’assistenza online alle migliaia di utenti della community di Alatin Academy, Alatin Lyceum e Itaca
è coordinata da Denis Smaniotto. L’assistenza di Itaca è a cura di Zoe Martini.
Il coordinamento redazionale cartaceo e digitale è di Zoe Martini, che per la revisione dei testi si
è avvalsa dell’aiuto di Caterina Bertocchi, Matteo Boero, Denis Smaniotto, Alessandra Coppo.
I dati di utilizzo di Itaca relativi alle percentuali di errori degli argomenti sono stati estratti
(dicembre 2018) da Riccardo Magliocchetti.
Le illustrazioni del volume sono state realizzate da Adriano Allora e Giovanni Gentile su ispirazione
delle istruzioni IKEA, vero modello di immediatezza, semplicità e chiarezza.
Il font ad alta leggibilità usato è EasyReading®, la cui efficacia come strumento compensativo è
stata scientificamente accertata (http://www.easyreading.it/it/ricerche-scientifiche/).
I brani citati in questo libro sono riportati nel rispetto del diritto di citazione, sono infatti riportati a
scopo d’insegnamento, in una misura non rappresentativa della totalità di cui fanno parte e il loro
utilizzo non costituisce concorrenza all’utilizzazione dell’opera da cui sono tratti (nell’auspicio,
piuttosto, che la nostra menzione possa essere fonte di curiosità, di ricerca e di passione come è
stato per noi).
Il codice di accesso che trovi sul libro permette di sbloccare gratuitamente la versione Premium
della piattaforma online. Attenzione: con i libri usati il codice probabilmente non sarà più valido e
potresti dover comprare una licenza online apposta direttamente su www.itaca.academy.
© Maieutical Labs S.R.L., Pinerolo/Torino Tutti i diritti riservati.
Prima stampa: gennaio 2019
presso la tipografia Vincenzo Bona di Torino.
I LIVELLI corrispondono
alle macroaree della
grammatica italiana.
Comunicazione Livello 7
Testualità Livello 6
Comunicazione
LessicoLivello 5
Comunicazione
Missione Missione
itaca.academy
itaca.academy
Missione itaca.academy
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12 IL TESTO
Testualità
Missione Cerca
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10 LA COMUNICAZIONE
Le UNITÀ corrispondono a
11 IL LESSICO itaca.academy Il testo e le sue caratteristiche:
coesione e coerenza
Comunicazione
Lessico
comunicazione,
Comunicazione
Tipologie testuali: testo descrittivo
La formazione delle
e testo parole
narrativo
i segni, obiettivi di apprendimento
10 itaca.academy
12
sull’indice online.
regolativo, testo espositivo,
La comunicazione, i segni,
10 testo
la lingua Il significato argomentativo
delle parole
Lessico
operative, in particolare 10 LA COMUNICAZIONE
Lessico
Il testo
Cerca
Testualità Testi che rielaborano altri testi:
il riassunto e la parafrasi
e leparole
sue caratteristiche:
LaLaformazione
formazione delledelle parole
il dettaglio sugli Comunicazione
eIl coerenza
coesione tema scolastico
11 Varietà dell'italiano
Tipologie testuali: testo
11 Varietà dell'italiano
argomenti sensibili, delleLa comunicazione, i segni,
descrittivo e testo narrativo
Il significato parole
12 10
la lingua
Tipologie testuali: testo
IlTestualità
significato delle
regolativo, parole
testo espositivo,
Missione Testualità
Tipologie testuali: testo
regolativo, testo espositivo,
Il testo e le sue caratteristiche:
testo argomentativo
coesione e coerenza
Ogni obiettivo di
12
2 Tipologie
LEZIONI SU
12Missione
IL TESTO testuali: testo
2http://itaca.academy
LEZIONI
descrittivo eSU testo narrativo
30’
apprendimento è corredato
30’
da due LEZIONI pratiche
http://itaca.academy
La comunicazione
La comunicazione (da communicare = “mettere in comune”) è la trasmissione di un
messaggio da qualcuno (detto “emittente”) a qualcun altro (detto “destinatario” o “rice-
vente”). Il concetto di comunicazione è molto ampio: non comprende soltanto la comu-
di cui sulla carta viene
Tipologie testuali: testo regolativo,
stimato.
cazione: per esempio, se in una situazione imbarazzante arrossiamo senza volerlo, il
nostro rossore può acquisire un significato per chi lo nota e per noi stessi, ma non costi-
falli
Gli elementi della comunicazione
immaginaria) a cui la comunicazione si riferisce
• il canale: il mezzo fisico attraverso cui avviene la trasmissione del messaggio.
%
confronta i risultati
esercitare con la media nazionale Nel caso di messaggi acustici e visivi, i canali sono l’aria e la luce; ma canali sono
anche i supporti materiali che impieghiamo per comunicare: il telefono, la carta,
• la tastiera di un computer ecc. Strettamente legati al canale sono anche i fattori
La comunicazione
• 3
ONLINE
La comunicazione
%
Le caratteristiche della parte online di Itaca, adattiva e autocorrettiva, ne fanno uno strumento versatile:
•
10
l’insegnante può scegliere di sviluppare le proprie lezioni partendo dalla spiegazione frontale in classe, per poi
proporre qualche esercizio su carta e infine assegnare una o più unità online per il lavoro a casa, ma può altresì
partire subito con il lavoro di gruppo sulla piattaforma, usando i risultati degli esercizi in tempo reale, in classe,
come spunto per la trattazione della teoria.
PER INIZIARE
PER INIZIARE
PER INIZIARE
comunicativo.
comunicativo
a. comunicativo
b.
e per iniziare a. a. b. b.
alla prova INVALSI.
a lavorare insieme. c. d.
e. f.
c. c. d. d.
2 ANALIZZARE
·· Completa la seguente tabella inserendo elementi della
comunicazione plausibili.
“Si avvisano i
e. gentili viaggia- e. f. f.
tori che il treno
regionale delle
informare
7:54 arriverà
con un ritardo
previsto di 10
minuti.”
lezione
insegnante
scolastica
potenziali
2 A N A L 2I ZAZ NA AR LE I Z Z A R E
consumatori
La comunicazione
·· · Unità
· 2 - Tipologie testuali testo descrittivo e testo
ragazza elementi
narrativodella
elementi della
Unità 3 - Il significato delle parole
10 comunicazione
comunicazione
Qualche spunto in più per OSSERVO 5
•
Unità 2 - Varietà dell’italiano
Unità 2 - Varietà dell’italiano Unità 3 - Il significato delle parole Unità 2 - Tipologie testuali testo descrittivo e testo narrativo
II PRIMI
PRIMI DOCUMENTI SCRITTI INSecondoVOLGARE
APPROFONDIAMO
APPROFONDIAMO
ITALIANO
DOCUMENTI SCRITTI IN VOLGARE questa accezione di campo semantico, che ci sembra la più appropriata, una OSSERVO Praga è la capitale della Repubblica Ceca e una delle mete più ambite dell’est
ITALIANO parola di partenza come sport darebbe origine a un campo semantico di questo tipo:
Il primo documento scritto che si conosca in volgare “italiano” è il cosiddetto Indovi-
SPORT Europa, insieme a Budapest e Zagabria. Costruita intorno al fiume Moldava, è
immersa in un’atmosfera magica e suggestiva che attira ogni anno migliaia di turisti.
nello veronese, l’annotazione che un copista vergò sul margine di una pergamena La città si divide in due parti: Novo Mesto, la città nuova, e Stari Mesto, la città
DERIVATI vecchia. Nella città vecchia si trova il quartiere di Malá Strana, in ceco “piccola
spagnola giunta a Verona, probabilmente nell’VIII sec. d.C. L’appunto, scritto in una
sportivo, parte”, diviso in due dalla chiesa di San Nicola, e dominato dall’imponente castello.
lingua ancora simile al latino ma che non è più considerabile latino, è una metafora
sportivamente
La comunicazione
La comunicazione
della scrittura stessa. Dice: Oggi questo quartiere è famoso per i suoi caffè e i suoi artisti, ma Malá Strana è
IPONIMI OGGETTI
OSSERVO
palla, pallone, rete, anche il quartiere delle ambasciate di molte nazioni del mondo che hanno sede nei
Se pareba boves, alba pratàlia aràba pallavolo, calcio,
canestro, bicicletta, bei palazzi barocchi di Via Nerudova. [ordine logico, dalla visione d’insieme ai
et albo versòrio teneba, et negro sèmen seminaba nuoto, pallacanestro,
guantoni ecc. dettagli]
tennis, ciclismo ecc.
Cioè: • spaziale, tracciando un “itinerario” determinato: dall’alto al basso, dal basso in alto,
Spingeva avanti i buoi (= metaforicamente: le dita) da destra a sinistra ecc. Quest’ordine è influenzato dalla prospettiva adottata, cioè
arava bianchi prati (= la carta)
teneva un bianco aratro (= la penna per scrivere)
e seminava nero seme (= l’inchiostro)
SINONIMI
attività fisica,
esercizio 10 SPORT
10
PERSONE
squadra, compagni,
allenatore, arbitro
ecc.
dal punto di osservazione dal quale si sceglie di descrivere qualcuno o qualcosa.
Non sempre, infatti, il punto di osservazione è frontale e statico. Esso può trovarsi in
basso rispetto all’oggetto della descrizione, in alto, di lato, e può muoversi in modo
ordinato, passando da una parte all’altra, o in modo “disordinato”, saltando da un
Per ricapitolare
i passaggi
Altro documento in volgare dell’epoca è la cosiddetta Carta di Capua, datata 960 d.C.,
dettaglio all’altro come una cinepresa che cambi continuamente inquadratura:
la più celebre di una serie di testimonianze giurate relative alla proprietà di alcuni
fondi contesi tra il monastero di Montecassino e il nobile Rodelgrimo d’Aquino: OSSERVO Da dove ci trovavamo potevamo abbracciare con lo sguardo l’intera vallata. In
AZIONI LUOGHI basso, sotto di noi, il ruscello scorreva sottile, sparendo a tratti all’interno delle
Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte Sancti
correre, saltare, campo, piscina, macchie di vegetazione. Più avanti, i boschi si diradavano, inghiottiti dal grigio delle
impegnativi.
Benedicti.
allenarsi, battere, palestra, circuito, pietraie e, più su, nel bianco sporco dei ghiacci perenni. In lontananza, si estendeva
Cioè: calciare, tirare, spogliatoio ecc. una distesa di vette aguzze come cocci di bottiglia e, dietro, il mare azzurro delle
OBIETTIVI/VALORI nubi che galleggiavano sulla cordigliera. [prospettiva dall’alto, ordine spaziale, dal
So che quelle terre, entro quei confini di cui qui si parla, le ha possedute per divertimento, basso verso l’alto e da vicino a lontano]
trent’anni l’abbazia di San Benedetto. competizione,
vittoria, gioco di
FACCIAMO IL PUNTO
squadra, sfida ecc.
Con il passare del tempo, il volgare cominciò a essere impiegato anche come lingua FACCIAMO IL PUNTO
della poesia e della cultura. I primi esempi di letteratura in volgare sono il Cantico delle
creature (1224) di San Francesco d’Assisi, in volgare umbro, e le poesie della scuola sici- Per scrivere un testo descrittivo
ATTENZIONE CAMPO SEMANTICO O FAMIGLIA DI PAROLE?
liana, in volgare siciliano, composte sul modello della lirica d’amore francese dai poeti
ATTENZIONE CAMPO SEMANTICO O FAMIGLIA DI1.PAROLE?
Per non perdersi
1. metti a fuoco mentalmente ciò che vuoi descrivere (persona,
che gravitavano intorno alla corte di Federico II di Svevia. Come si può vedere nei fram-
Attenzione a non confondere il campo semantico con la famiglia di paro- animale, luogo, situazione) e decidi quale scopo vuoi raggiungere
menti sottostanti, si tratta di due lingue molto diverse l’una dall’altra, e ancora piuttosto
le (o famiglia lessicale, vedi M11_U1), cioè l’insieme di tutte le parole con la descrizione (informare, esprimere, persuadere)
distanti dall’italiano moderno:
derivate, alterate, composte e in qualche caso abbreviate a partire da una 2. stabilisci se la descrizione sarà oggettiva o soggettiva
stessa radice. Osserva:
informazioni
Altissimu, onnipotente, bon Signore, 3. scegli un ordine per la descrizione (logico o spaziale) e una
tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione.
musica M11_U1 prospettiva
Ad te solo, Altissimo, se konfano,
et nullu homo ène dignu te mentovare. campo semantico: melodia, armonia, strumento, note, ritmo, cantare, 2. 4. individua gli elementi sui quali concentrarti e i sensi coinvolti
ballare ecc.
importanti.
Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature, 5. impiega una sintassi piana e lineare
spetialmente messor lo frate sole, famiglia di parole: musicista, musichetta, musicoterapia, musicologo ecc. 3. 6. impiega preferibilmente l’indicativo presente (decrizione al
lo qual’è iorno, et allumini noi per lui. presente) o l’indicativo imperfetto (descrizione al passato)
San Francesco d’Assisi, dal Cantico delle creature, Mario Bertin (a cura di), La solidarietà semantica 7. evita ripetizioni, utilizzando sinonimi e perifrasi
85 129
47
7.
La solidarietà semantica 8.
10.
il lessico
MAPPA
le
11 MAPPE concettuali alla fine di
12
UNITÀ 1
UNITÀ 1
QUANDO UN
il lessico
11
INDIRIZZATO
EMITTENTE A UN DESTINATARIO
EMETTE UN
EMESSO
Tutti i contenuti
IN UN CONTESTO
LINGUISTICO
MESSAGGIO
contraddistinti dall’icona
EXTRALINGUISTICO
(SITUAZIONALE E
CULTURALE)
CHE SI
15
IV
La campanella
L’indice online è
contraddistingue gli
composto
obiettivi assegnati
da obiettivi di
dal docente.
apprendimento.
La scheda teorica
è sempre a portata di clic.
Il tasto Controlla
serve a confermare
la propria risposta.
In caso di risposta
sbagliata, il tasto
Altre soluzioni,
quando c’è, serve per
controllare tutte le
varianti di risposta
previste.
VI
VII
Itaca online V
Livello 5
Comunicazione
10 LA COMUNICAZIONE
La comunicazione 3
•• Gli elementi della comunicazione 3
ESERCIZI - PER INIZIARE 5
Un universo di segni 7
•• Tipi di segni 8
ESERCIZI - PER INIZIARE 8
Il codice 9
I linguaggi e la lingua 9
Comunicare in modo efficace 10
•• Gli scopi della comunicazione 10
•• Le caratteristiche del destinatario 11
•• La situazione comunicativa 11
ESERCIZI - PER INIZIARE 12
MAPPE 15 - 16 - 18
Livello 6
Lessico
11 IL LESSICO
UNITÀ 1 La formazione delle parole 21
Le parole e il lessico 21
La struttura delle parole 21
VIII
MAPPA 44
Storia dell’italiano 46
•• Dal latino alle lingue neolatine 46
•• La nascita dei volgari italiani 46
•• L’affermazione del volgare fiorentino 48
•• L’unificazione linguistica 48
Lingua e dialetto 48
I dialetti italiani 49
Gli italiani regionali 49
ESERCIZI - PER INIZIARE 50
Le parole dell’italiano 51
•• L’eredità latina 51
ESERCIZI - PER INIZIARE 52
•• Prestiti 53
ESERCIZI - PER INIZIARE 55
•• Regionalismi e dialettismi 56
•• Neologismi 56
ESERCIZI - PER INIZIARE 57
IX
MAPPE 64 - 65 - 66
MAPPE 88 - 90 - 92
Livello 7
Testualità
12 IL TESTO
MAPPA 120
XI
•• La cronaca 140
ESERCIZI - PER INIZIARE 142
Il riassunto 174
•• Come si fa un riassunto 174
ESERCIZI - PER INIZIARE 178
La parafrasi 187
•• Come si fa una parafrasi 187
ESERCIZI - PER INIZIARE 189
Il tema 198
•• I diversi tipi di tema 198
•• Come si fa un tema 200
La progettazione 200
La stesura 202
La revisione 203
ESERCIZI - PER INIZIARE 203
MAPPA 211
XII
Comunicazione
Missione itaca.academy
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10 LA COMUNICAZIONE
Comunicazione
La comunicazione, i segni,
10
la lingua
Lessico
11 Varietà dell'italiano
Testualità
10 LA COMUNICAZIONE
RISORSE esercizi
Cartaceo 8
parti lezione frontale Unità online 87
da dove Verifiche online 15
vuoi unità online
Itaca papers 20
falli
%
confronta i risultati
esercitare con la media nazionale
online
scegli
la tua verifica su carta
SI
INVAL
1 RICONOSCERE
· Tra i casi proposti, seleziona quelli che costituiscono un atto
PER INIZIARE
comunicativo.
a. b.
c. d.
e. f.
2 ANALIZZARE
·· Completa la seguente tabella inserendo elementi della
comunicazione plausibili.
“Si avvisano i
gentili viaggia-
tori che il treno
regionale delle
informare
7:54 arriverà
con un ritardo
previsto di 10
minuti.”
lezione
insegnante
scolastica
potenziali
consumatori
La comunicazione
ragazza
10
SI
INVAL
3 ANALIZZARE
· · · Scrivi il significato possibile dei messaggi dati nei diversi
contesti, come nell’esempio.
1. “Complimenti!”
→ significato:
→ significato:
→ significato:
→ significato:
3. “Ragazze, svegliatevi!”
→ significato:
→ significato:
La comunicazione
→ significato:
→ significato:
Un universo di segni
I messaggi che trasmettiamo e riceviamo quando comunichiamo sono costituiti da se-
gni. Ma segni non sono soltanto gli elementi che utilizziamo per comunicare. Più in
generale, un segno è “qualcosa che sta per qualcos’altro”: un elemento percepibile attra-
verso i sensi (detto significante) che rimanda a un concetto, a un’immagine mentale
(detta significato). Sono segni i gesti di saluto, le parole, i segnali stradali, il calare della
luce alla fine del giorno, uno sbadiglio ecc. Tutti questi elementi materiali rimandano
infatti a un contenuto dotato di significato: la luce rossa del semaforo indica che dobbia-
mo fermarci, uno sbadiglio può significare sonno o noia, un abbraccio esprime general-
mente vicinanza e affetto ecc.
Alcuni segni sono artificiali e volontari, e costituiscono la base della comunicazione;
altri sono naturali e involontari, quindi privi di intenzione comunicativa: si pensi per
esempio all’addensarsi delle nuvole che preannuncia pioggia, al fumo in lontananza che
indica la presenza di un incendio, a un tic nervoso che può denotare agitazione ecc.
Questi fenomeni, tuttavia, non sono segni di per sé: per essere tale, un segno ha bisogno
di essere segno di qualcosa per qualcuno, ovvero per un essere in grado di percepirlo e
interpretarlo.
Noi esseri umani, come e più degli altri animali, viviamo letteralmente immersi in un
universo di segni: ne riceviamo, interpretiamo e produciamo in continuazione, spesso
senza neanche rendercene conto. Si possono distinguere segni di vario tipo, tra volonta-
ri e involontari.
TIPI DI SEGNI
esempio significato
segni visivi un cartello stradale di non si può passare
divieto di transito
rossore sulle guance di imbarazzo
qualcuno
segni acustici il suono del campanello c’è qualcuno alla porta
Tipi di segni
I segni possono essere distinti in:
• indici: segni generalmente naturali e involontari, direttamente causati dal loro
oggetto: il fumo di un incendio, la stella polare indicante il Nord ecc.
• icone: segni caratterizzati da una forte somiglianza con ciò che rappresentano. Si
pensi per esempio al cartello che avvisa del pericolo di caduta massi per mezzo di
un’immagine stilizzata di rocce che cadono da una parete, al disegno di una casa,
che suggerisce ciò che rappresenta riproducendolo graficamente, o a
un’onomatopea, che riproduce per mezzo di lettere un suono determinato
• simboli: segni che non assomigliano all’oggetto rappresentato, arbitrari, frutto di
una convenzione all’interno di una data comunità. In questa categoria rientra la
maggior parte dei segni artificiali e volontari che produciamo e decodifichiamo
nella nostra vita quotidiana, tra cui i numeri, le note musicali, le parole
SI
INVAL
4 ABBINARE
· Abbina i segni della colonna di sinistra al loro significato nella
PER INIZIARE
colonna di destra.
1. Suono dell’antifurto di a. “Laggiù c’è un temporale”
una casa
b. “Ciao”, “a presto”,
2. Luce accesa “coraggio, fatti forza”
intermittente della ecc.
freccia destra di un
veicolo c. “Silenzio!”
10
SI
INVAL
5 ANALIZZARE
·· Indica se i seguenti segni sono icone [IC], indici [IN]
o simboli [S].
1. IC IN S 2. IC IN S
3. IC IN S 4. IC IN S
5. IC IN S 6. IC IN S
EVVIVA!
Il codice
Il codice è un sistema convenzionale di segni e delle regole che presiedono al loro fun-
zionamento. Come abbiamo visto, si tratta di uno degli elementi fondamentali della
comunicazione: affinché questa abbia luogo, è necessario che l’emittente e il ricevente
condividano, almeno in linea generale, lo stesso codice, in modo che l’emittente possa
codificare il messaggio, cioè elaborarlo a partire dal sistema di riferimento, e il riceven-
te possa decodificarlo, ovvero comprenderlo e interpretarlo.
Tra i codici più usati troviamo per esempio il codice musicale, quello numerico decima-
le, il codice Morse e, naturalmente, la lingua (italiano, russo, arabo ecc.), costituita dai
segni linguistici e dalla grammatica che li governa.
I linguaggi e la lingua
La comunicazione
In generale il linguaggio può essere definito come la facoltà, comune agli esseri umani e
ad altre specie animali, di comunicare per mezzo di codici. Più nello specifico, i linguag-
gi possono essere verbali o non verbali.
10
Si dicono non verbali i linguaggi, usati dagli esseri umani e dagli animali, nei quali non
ci si serve di parole per comunicare. Si pensi per esempio al canto delle balene, alle co-
lorazioni assunte da numerose specie di uccelli per scopi determinati o alla tendenza dei
cani a marcare il territorio per comunicare con i propri simili.
Tra i linguaggi non verbali più usati dagli esseri umani troviamo il linguaggio gestuale
(posizione del corpo, movimenti delle mani, distanza dall’interlocutore ecc.) e quello
mimico (espressioni del volto e sguardo). Altri esempi di linguaggio non verbale umano
sono quello rappresentato dal codice iconico della segnaletica stradale, quello musicale
e quello numerico.
Con alcune eccezioni, i codici in cui si articolano i linguaggi non verbali tendono a es-
sere poveri, costituiti da pochi segni e poche regole: sono quindi in grado di trasmettere
un numero limitato di messaggi e non sempre in modo chiaro.
Al contrario il linguaggio verbale, cioè il linguaggio basato sulle parole, permette di
esprimere messaggi anche molto complessi, adatti a qualunque scopo, situazione, stato
d’animo. Prerogativa dei soli esseri umani, il linguaggio verbale è uno strumento al con-
tempo straordinariamente ricco ed economico: esso è strutturato in modo da esprimere
significati potenzialmente infiniti a partire da un numero ridotto di segni.
Il linguaggio si basa sui segni linguistici e si realizza nelle diverse lingue, parlate dalle
varie comunità umane nelle diverse epoche e in punti distinti del pianeta: cinese, spa-
gnolo, italiano, serbo, latino ecc. Queste lingue vengono definite:
• storiche: perché sono il risultato di una lenta evoluzione attraverso il tempo
• naturali: perché i parlanti le hanno elaborate in modo spontaneo, non “a tavolino”,
come accade invece per le lingue artificiali (per es. l’esperanto)
10
i riceventi. In entrambi i casi è importante tener presente che lo scopo concorre a deter-
minare il testo stesso: ne orienta il linguaggio, la struttura, il contenuto.
Gli scopi di un testo possono essere i più vari: ottenere un’informazione, prendersi gioco
del destinatario, metterlo a proprio agio, suscitare il riso, attirare l’attenzione sull’emittente,
consolare qualcuno ecc. A volte lo scopo della comunicazione è manifesto; in altri casi
invece è più difficile da riconoscere, perché non è espresso chiaramente o non è univoco.
Oltre a uno scopo esplicito, infatti, gli atti comunicativi possono avere uno o più scopi
impliciti. Per esempio la frase “Brrr, che freddo!”, il cui scopo esplicito è quello di espri-
mere una sensazione, in un determinato contesto (per es.: cena in salotto con finestra
spalancata), può avere lo scopo implicito di indurre qualcuno dei presenti a chiudere la
finestra. Allo stesso modo, una domanda come “Ma non ti vergogni?” ha come scopo
implicito l’espressione di un’opinione (“Dovresti vergognarti”) e il messaggio di uno spot
pubblicitario (per es. “Lo shampoo Tal dei Tali dà brillantezza ai tuoi capelli”) ha lo
scopo implicito di persuaderci ad acquistare un determinato prodotto. Individuare lo
scopo esplicito ed eventuali scopi impliciti di un testo costituisce uno dei passaggi fon-
damentali della sua comprensione e interpretazione.
La situazione comunicativa
Anche la situazione comunicativa influisce in modo determinante sulla forma del mes-
saggio. Il modo in cui si comunica per esempio nel corso di una lezione, in una conver-
sazione via chat o in un’aula di tribunale è necessariamente diverso: alcuni contesti sono
La comunicazione
11
impiegare un registro aulico e colto, così come non è raccomandabile, nel corso dell’esa-
me di maturità, rivolgersi all’ispettore in un registro basso e gergale. Naturalmente i
registri previsti per i diversi contesti possono essere sovvertiti per vari scopi (per esem-
pio impiegando un linguaggio iperformale in un contesto familiare, per ridere, o un
linguaggio molto basso, in un contesto formale, per provocare il destinatario). Ciò che
conta, in ogni caso, è padroneggiare i registri previsti dalle diverse situazioni per poter-
ne scegliere uno adatto ai nostri scopi in modo consapevole.
Anche il tono ha un’importanza fondamentale affinché la comunicazione vada a buon
fine: se chiedo un favore a qualcuno in un tono aggressivo e minaccioso, difficilmente
otterrò ciò che desidero, e se difendo un’opinione con argomenti solidi ma nel farlo im-
piego un tono ironico o canzonatorio, la mia argomentazione perderà probabilmente di
credibilità.
Da tutto quel che si è detto emerge che nella comunicazione conta “l’io”, ma ancora di
più conta “l’altro”: la persona con cui parlo, il pubblico a cui mi rivolgo, il contesto in cui
mi trovo, con i suoi codici e i suoi usi. Lungi dall’essere una mera operazione linguistica,
infatti, la comunicazione è sempre un fatto sociale, che coinvolge necessariamente al-
meno due persone.
Per comunicare attraverso la lingua in modo efficace non basta quindi esprimersi in
modo grammaticalmente corretto: occorre tener conto di tutte le variabili che abbiamo
esaminato (a chi si parla/scrive, dove, in che contesto, con che scopo, attraverso che ca-
nale) e in base a esse costruire il messaggio che vogliamo trasmettere. Questa operazio-
ne avviene spesso senza che ce ne rendiamo conto: difficilmente rivolgendoci a un ca-
meriere in un ristorante ci verrebbe in mente di dire una frase come “Questo vino fa
schifo forte, ma dove l’avete preso?” o come “Fossi in Lei stapperei un’altra bottiglia, e di
corsa, essendo questa a dir poco imbevibile”. Diremmo invece, senza stare a rifletterci
troppo, qualcosa come “Sarebbe così gentile da portarci un’altra bottiglia? Temo che
questa sappia di tappo”.
Non sempre, tuttavia, la costruzione del messaggio in base alle diverse variabili è sem-
plice e immediata. Soprattutto in testi complessi, in particolare se scritti, comunicare
bene è un’abilità che va appresa mediante la riflessione e la pratica, e che attraverso la
riflessione e la pratica può essere resa sempre più agile e “naturale”.
6 ANALIZZARE
· Per ogni messaggio indica lo scopo esplicito e quello implicito.
PER INIZIARE
• s. imp.:
• s. imp.:
10
12
• s. imp.:
• s. imp.:
• s. imp.:
SI
INVAL
7 ANALIZZARE
·· Tra i messaggi dati, seleziona quelli adatti allo scopo, al
destinatario, al contesto, e riscrivi quelli che invece non sono
adatti, come nell’esempio.
ADATTO
Es. “Questa gonna ti sta malissimo!”
• destinatario: amica
• contesto: spogliatoio di un negozio di abbigliamento
→
2. “Si avvisa la gentile clientela che il ristorante rimarrà
chiuso per ferie fino al 6 gennaio.”
La comunicazione
• destinatario: passanti
• contesto: avviso sulla porta
→
10
13
→
4. “PESSIMISMO: tendenza a vedere tutto nero e a pensare
che la vita è uno schifo e che tutto va sempre
a finire male.”
• destinatario: pubblico generale
• contesto: dizionario
→
8 PRODURRE
· · · Per ogni situazione, scrivi un messaggio adatto.
Es. emittente: mister della squadra • destinatario: giocatori •
scopo: incoraggiare • contesto: discorso prima della partita
→ messaggio: “Forza ragazzi! Gioco di squadra e
determinazione!”
giornale radio
→ messaggio:
10
14
LA COMUNICAZIONE
QUANDO UN
INDIRIZZATO
EMITTENTE A UN DESTINATARIO
EMETTE UN
EMESSO
IN UN CONTESTO
LINGUISTICO
MESSAGGIO
EXTRALINGUISTICO
(SITUAZIONALE E
CULTURALE)
CHE SI
RIFERISCE
A UN EMESSO
CANALE
ATTRAVERSO UN
ESPRESSO
REFERENTE CODICE
CON UN
15
IL SEGNO
SIGNIFICANTE ARTIFICIALE
(ELEMENTO PERCEPIBILE E VOLONTARIO
ATTRAVERSO I SENSI)
E NATURALE
E INVOLONTARIO
SIGNIFICATO
(CONCETTO A CUI RIMANDA
IL SIGNIFICANTE)
16
VISIVO UN INDICE
ACUSTICO
UN’ICONA
TATTILE
cartello pericolo caduta massi,
onomatopee ecc.
OLFATTIVO/
GUSTATIVO
UN SIMBOLO
17
IL CODICE
SERVE PER
CODIFICARE DECODIFICARE
(= ELABORARE) UN MESSAGGIO (= COMPRENDERE) UN MESSAGGIO
IL LINGUAGGIO
PUÒ ESSERE
SI REALIZZA
VERBALE LINGUA
NELLA
LA COMUNICAZIONE EFFICACE
SCOPO
TONO
DESTINATARIO INSIEME
DEFINISCONO
REGISTRO
SITUAZIONE
COMUNICATIVA
18
Lessico
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11 IL LESSICO
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Il lessico è l’insieme delle parole di una determinata lingua. Si tratta di un insieme aperto e
in continua evoluzione: nel corso del tempo infatti i parlanti possono creare parole nuove,
per definire nuovi concetti o per ridefinire concetti già noti (bullizzare, petaloso, antieuro-
peismo, autostima ecc.); altre parole possono essere importate da altre lingue (link, prêt-à-
porter, wok, siesta); altre ancora possono modificarsi, nella forma (melancolia → malinco-
nia) o nel significato (collaudare oggi indica l’eseguire prove per verificare i requisiti di
un’apparecchiatura, una costruzione ecc., ma fino al Settecento significava “lodare”); altre
parole, infine, possono cadere in disuso (buonamano: mancia; atro: scuro).
21
RADICE
contiene il significato
gatt- fondamentale: animale
domestico, mammifero ecc.
GATTO +
DESINENZA
fornisce informazioni
-o grammaticali: in questo
caso il genere (maschile) e il
numero (singolare)
SI
INVAL
1 RICONOSCERE E ANALIZZARE
· In ognuna delle seguenti parole, sottolinea la radice e cerchia la
PER INIZIARE
• saluti: • dorme:
• nessuna: • tiepido:
• lettere: • gentile:
• scàppino: • quello:
il lessico
• bottoni: • degna:
11
22
2 RICONOSCERE
·· Tra le parole date, cerchia quelle primitive.
fissazione • bluastro • linea • bere • bassezza • caporeparto •
fioritura • manine • rugiada • cura • terracotta • veloce • ginocchio •
intimità • disobbedienza • fornello • estasi
La derivazione
In italiano la derivazione è il meccanismo di formazione delle parole più produtti-
vo. Consiste nell’aggiungere a una parola di base un elemento modificatore detto
prefisso quando è posto prima della base, e suffisso quando è posto dopo, e in al-
cuni casi un prefisso e un suffisso. La parola derivata che si genera è legata alla pa-
rola di partenza da un tratto semantico (cioè relativo al significato) fondamentale,
ma ha un significato diverso. Osserva gli esempi:
cortese → scortese: s - cortes - e (= il contrario di cortese)
prefisso base desinenza
acqua → acquerello: acqu - erell - o (= pittura con colori diluiti con acqua)
base suffisso desinenza
I suffissi possono essere aggiunti a nomi, aggettivi, verbi e in alcuni casi ad avverbi, e la
parola derivata può appartenere alla medesima categoria grammaticale della parola di
base o a un’altra. Per esempio, da un nome può derivare un altro nome (scacco → scac-
chiera), ma da un nome possono anche derivare un aggettivo (coraggio → coraggioso),
un verbo (alba → albeggiare), un avverbio (gatto → gattoni); da un aggettivo possono
derivare un nome (bello → bellezza), un verbo (vivace → vivacizzare), un avverbio (in-
tenso → intensamente) ecc.
In alcuni casi, la formazione della parola derivata provoca alcune modifiche nella radi-
ce: nuovo → novità (si perde il dittongo uo nella radice); parco → parcheggiare (si ag-
giunge una h alla radice per mantenere il suono duro della c) ecc.
Alcuni nomi derivati sono detti “a suffisso zero” perché si formano, a partire da ver-
il lessico
anarchismo, Surrealismo
aggettivi, da verbi o da
11 avverbi)
24
25
I prefissi possono essere aggiunti a nomi, aggettivi, verbi e in alcuni casi ad avverbi. La
parola derivata tramite prefisso appartiene sempre alla stessa categoria grammaticale
della parola da cui deriva. Ciò significa che da un nome può derivare solo un altro nome
(informazione → disinformazione), da un aggettivo un altro aggettivo (cortese → scorte-
se), da un un verbo un altro verbo (stabilizzare → destabilizzare). Anche i prefissi, come
i suffissi, sono portatori di un significato o una gamma di significati.
26
a- (terra) atterrare
(la consonante seguente
(rosso) arrossire, (bello) abbellire
raddoppia)
de-, di-, dis- (classe) declassare, (bosco) disboscare
in- (fastidio) infastidire, (grande) ingrandire,
(davanti a (languido) illanguidire, (barca) imbarcare, (rigido) irrigidirsi
l: il-
b, m, p: im-
r: ir-)
ra- (triste) rattristare, (vivo) ravvivare, (toppa) rattoppare
(la consonante seguente
raddoppia)
rin- (casa) rincasare, (giovane) ringiovanire
s- (vite) svitare, (bianco) sbiancare
tra- / tras- (secolo) trasecolare, (bordo) trasbordare
SI
INVAL
3 ANALIZZARE
·· Indica se le seguenti parole sono derivate mediante suffisso [S],
PER INIZIARE
• subaffitto [ ]
11
27
4 PRODURRE + LESSICO
·· Per ogni parola data, scrivi il maggior numero possibile di
derivati (dalla parola primitiva o da parole derivate), mediante
prefisso, suffisso o entrambi, come nell’esempio.
Es. ragione: ragionare, ragioniere, ragionevole, ragionevolezza,
sragionare, irragionevole, ragionevolmente, ragionamento
1. freddo:
2. scontrare:
3. coordinare:
4. agio:
5. timido:
6. corte:
SI
INVAL
5 COMPLETARE + LESSICO
·· Completa le frasi sottolineando il derivato corretto. Attenzione:
in alcuni casi l’opzione errata è una parola inesistente, in altri
esiste ma ha un significato non adatto al contesto.
28
SI
INVAL
6 TR ASFORMARE E ANALIZZARE
·· Forma i derivati delle parole date concordi con la definizione tra
parentesi, poi indica se hai impiegato un prefisso [P], un suffisso
[S], una desinenza [D] o un prefisso e una desinenza [PD], come
nell’esempio.
P S D PD
Es. adorno → disadorno (il contrario di adorno)
1. sfacciato →
(nome: qualità astratta: essere sfacciati)
2. nervoso →
(verbo: rendere nervoso)
3. sociale →
(agg.: il contrario di sociale)
4. azione →
(nome: azione reciproca tra cose/persone)
5. deplorare →
(agg.: che merita di essere deplorato)
6. conforme →
(nome: la tendenza a conformarsi)
7. conforme →
(nome: la tendenza opposta)
8. base →
(verbo: collocare su una base)
9. contento →
(nome: essere contenti)
10. contento →
(nome: il sentimento opposto)
11. gatto →
(avverbio: a quattro zampe)
12. freddo →
(verbo: far diventare freddo)
13. freddo →
(nome: diminuzione della temperatura)
14. superficie →
(agg.: di superficie)
15. superficie →
il lessico
29
L’alterazione
L’alterazione è un tipo particolare di derivazione che consiste nell’aggiunta alla parola di
base di suffissi alterativi, cioè di suffissi che non modificano completamente il significa-
to della parola bensì lo alterano introducendo una particolare sfumatura di significato.
Generano molti nomi, come macchina → macchinone, diversi aggettivi, come bello →
bellino, alcuni avverbi, come male → malaccio (vedi rispettivamente M2_U3, U6 e M5_U1)
e alcuni verbi, come fischiare → fischiettare.
SUFFISSI ALTERATIVI
La scelta del suffisso per le singole parole dipende dall’uso (per es. come diminutivi di
bacio si impiegano bacino o bacetto, non *bacello) e la sfumatura di significato della
parola alterata può variare molto a seconda del contesto. Spesso, per esempio, i diminu-
tivi contengono anche una sfumatura vezzeggiativa, di affetto e tenerezza, ma alcuni, in
determinati contesti, possono essere impiegati in senso dispregiativo (un omino qualun-
que); allo stesso modo un suffisso peggiorativo può essere connotato in senso positivo
(Che colpaccio!) o un suffisso accrescitivo può esprimere un significato vezzeggiativo (il
mio fratellone).
Dal punto di vista grammaticale va ricordato che:
• alcune parole ammettono suffissi diminutivi “doppi”: libro → libretto → librettino;
pazzo → pazzerello → pazzerellone
• alcuni nomi femminili danno origine ad accrescitivi di genere maschile: donna →
donnone; porta → portone ecc.
• alcuni alterati hanno assunto nel tempo un significato autonomo rispetto alla parola
di partenza, per cui vengono considerati derivati, non alterati: fumo → fumetto;
spago → spaghetto; posta → postino ecc. Altri nomi invece presentano terminazioni
il lessico
30
I verbi alterati sono molto pochi e appartengono tutti alla prima coniugazione, indi-
pendentemente dalla coniugazione del verbo di base (dormire → dormicchiare). Si for-
mano con alcuni suffissi che esprimono generalmente una sfumatura attenuativa o peg-
giorativa.
SI
INVAL
7 COMPLETARE E ANALIZZARE
· Completa le seguenti frasi con le parole alterate appropriate, poi
PER INIZIARE
2. Un pessimo carattere è un
.
5. Un albero piccolo è un .
7. Il cucciolo di lupo è un .
.
11
31
SI
INVAL
8 RICONOSCERE
·· Nella seguente lista sono presenti cinque falsi alterati:
individuali e sbarrali.
partaccia • limone • brodino • furbetto • pulcino • amicone •
grigiastro • ossicino • aquilone • focaccia • pinzetta • paffutello •
benino • amorazzo • poetucolo • nasello • posticino
La composizione
La composizione è un modo di formazione delle parole consistente nell’unire due o più
parole esistenti in modo da formare una parola nuova. Per esempio: copriletto = copri +
letto; mezzaluna = mezza + luna ecc.
Le parole composte possono essere divise nelle seguenti sottocategorie:
• parole composte propriamente dette
• parole composte con elementi greci e latini (prefissoidi e suffissoidi)
• conglomerati
• parole macedonia
• voci polirematiche
• sigle
LE PAROLE COMPOSTE
composizione esempi
32
Non esiste una correlazione univoca tra le parole che formano un composto, la loro
posizione nel composto e la relazione sintattica che le lega, cioè non c’è una regola fissa,
quindi il significato di ogni composto è a sé. Osserva gli esempi:
dormiveglia: stato tra il dormire e la veglia
capocuoco: capo dei cuochi
pescespada: pesce la cui mascella è simile a una spada
altoparlante: strumento per parlare alto, forte
italo-francese: cittadino francese di origini italiane, o tra Francia e Italia
Le parole composte con prefissoidi e/o suffissoidi sono nomi e aggettivi provenienti dal
linguaggio colto, in particolare dai linguaggi tecnici e specialistici. Molte di queste paro-
le, tuttavia, sono ormai entrate nel linguaggio comune: astronomia, calligrafia, televisio-
ne, biblioteca ecc.
33
34
SI
INVAL
9 RICONOSCERE
· Nelle seguenti frasi sottolinea le parole composte, comprese
PER INIZIARE
35
10 C O M P L E T A R E E A N A L I Z Z A R E
·· Inserisci le parole composte opportune scegliendole tra quelle in
elenco, poi analizzale in base agli elementi grammaticali che le
compongono, come nell’esempio.
acquaforte • mezzogiorno • battibecco • soprannome • crocevia •
chiaroscuro • fuggifuggi • portafoglio • mezzetinte • guastafeste •
capisaldi • ficcanaso
SI
INVAL
11 C O R R E G G E R E + L E S S I C O
·· Alcune delle parole composte con prefissoidi e/o suffissoidi
nelle seguenti frasi sono usate a sproposito. Sottolineale e
sostituiscile con le parole opportune nelle righe sottostanti.
Attenzione: non tutte le frasi contengono errori.
36
12 P R O D U R R E
· · · Per ognuno dei prefissoidi e dei suffissoidi dati, scrivi una
parola composta, poi inseriscila all’interno di una frase, come
nell’esempio.
PREFISSOIDI
• filo- →
• tele- →
• bio- →
SUFFISSOIDI
• -fobia →
• -iatra →
• -voro →
il lessico
11
37
I conglomerati
I conglomerati sono spezzoni di frasi contenenti una voce verbale che, cristallizzati dall’u-
so, si sono saldati formando un tutto unico: tiramisù, nontiscordardimé, nonsoché ecc.
Alcuni conglomerati possono essere scritti anche separando le parole che li compongo-
no: Aveva un non so che di familiare.
Le parole macedonia
Le parole macedonia sono parole di significato unitario formatesi dalla fusione di pezzi
di parole diverse. Per esempio la parola cartolibreria è la fusione tra cartoleria e libreria.
In genere il primo elemento delle parole macedonia è un segmento di una parola esi-
stente (carto nel nostro esempio), mentre il secondo è una parola intera (libreria):
fantascienza = fanta(sia) + scienza
cantautore = cant(ante) + autore
mandarancio = mand(arino) + arancio
ristobar = risto(rante) + bar
Le voci polirematiche
Le voci polirematiche (dal greco poli: molte e rema: parole) sono gruppi di parole che si
scrivono staccate ma costituiscono un’espressione fissa, immodificabile, con un signifi-
cato unitario e specifico: ferro da stiro, acqua e sapone, conferenza stampa ecc.
Cristallizzate dall’uso, le voci polirematiche non possono subire modifiche nell’ordine
delle parole che le compongono (non si dice *sapone e acqua, *stampa conferenza ecc.)
né subire “intrusioni” estranee all’espressione (non si dice *conferenza per la stampa né
*acqua e del sapone). Appartengono a questa categoria espressioni formate da:
• due nomi collegati da una preposizione: ferro da stiro, lista d’attesa, reazione a
catena, luna di miele ecc.
• due nomi giustapposti: parola chiave, busta paga, banca dati, rimborso spese ecc.
• un nome + un aggettivo (o viceversa): lavori forzati, posta elettronica, pronto
soccorso, bacchetta magica ecc.
• un verbo + un nome: rendere conto, fare acqua, prender piede, avere luogo ecc.
Le sigle (o acronimi)
Possono essere considerate parole composte anche le sigle (o acronimi), formate unen-
do le lettere o le sillabe iniziali di più parole per esigenza di brevità: CONI (Comitato
Olimpico Nazionale Italiano); ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite); Cobas (Co-
mitati di Base); FAO (dall’inglese Food and Agricolture Organization, cioè Organizzazio-
ne delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) ecc.
Molte di queste sigle sono state a tal punto assimilate nella lingua italiana che non ven-
gono più percepite come sigle, ma costituiscono a tutti gli effetti nomi autonomi: Fiat
(dalla sigla F.I.A.T., Fabbrica Italiana Automobili Torino), vip (dalla sigla inglese V.I.P.,
il lessico
Very Important Person, ovvero “persona molto importante”), faq (dalla sigla inglese
F.A.Q., Frequently Asked Questions, ovvero “domande frequenti”), RAI (dalla sigla
11 R.A.I., in origine Radio Audizioni Italia).
38
13 A N A L I Z Z A R E
· Indica con una crocetta se le seguenti parole sono conglomerati,
PER INIZIARE
parole macedonia, voci polirematiche o sigle.
pantacollant
INPS
biglietto da visita
metalmeccanico
prendere tempo
tiremmolla
Unicef
nontiscordardimé
doppio senso
macchina fotografica
a.C.
fantapolitica
14 C O M P L E T A R E + L E S S I C O
·· Completa le seguenti frasi con le parole opportune, seguendo le
indicazioni tra parentesi.
39
L’abbreviazione
Infine nuove parole possono formarsi accorciando parole esistenti. Alcune parole abbre-
viate molto comuni sono auto (da automobile), foto (da fotografia), bici (da bicicletta),
moto (da motocicletta), metro (da metropolitana), sub (da subacqueo), tele (da televisione).
La famiglia di parole
Detta anche famiglia lessicale, è l’insieme di tutte le parole che si sono formate median-
te derivazione, alterazione, composizione e in qualche caso abbreviazione, a partire dal-
la medesima radice.
Osserva lo schema che rappresenta la famiglia lessicale delle parole nate finora dalla
parola di base libro (radice libr-, desinenza -o):
LIBRARIO
LIBRESCO LIBRICINO
LIBRAIO
LIBRETTISTA
LIBRETTO
LIBRETTINO
LIBRERIA-
CAFFÈ
LIBRERIA LIBRO
LIBRACCIO
SEGNALIBRO LIBRONE
LIBRO
11
CONTABILE
40
15 T R A S F O R M A R E
· Trasforma le parole in evidenza in parole abbreviate.
PER INIZIARE
1. In frigorifero non c’è niente. →
2. Che cos’hai da guardare? Vuoi una fotografia? →
3. Suona il pianoforte da quando aveva 6 anni. →
4. Spegnete la televisione e accendete il cervello! →
5. Vendo impianto stereofonico in ottime condizioni. →
6. Circa la metà dei miei amici sono eterosessuali. →
7. Secondo me facciamo prima in metropolitana. →
SI