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Rosetta Zordan
Il quadrato
Antologia
per la scuola
secondaria
di primo grado
magico
3
abilità
generi
temi
per una
convivenza civile
piano_opera.qxd 28-09-2004 12:27 Pagina II
IL PIANO DELL’OPERA
1 INVITO ALLA LETTURA 2 TANTI MODI DI RACCONTARE 3 ESPERIENZE DI VITA PER UNA CONVIVENZA CIVILE
• Io e la lettura • La favola • In famiglia
• Lettori attivi • La fiaba • A scuola
• Lettori in gioco • L’avventura • Ora si gioca!
• Lettori in primo piano • Con gli animali
• Partecipare in modo attivo al processo del SAPERE SAPERE
leggere • Scoprire il piacere di comprendere un • Caratteristiche linguistiche e strutturali • Testo descrittivo (descrizione oggettiva e
VOLUME PRIMO
testo «giocando» con esso • Scoprire il piace- dei generi • Testo narrativo soggettiva di una persona, di un oggetto, di un
re di valutare dei testi: «indice di gradimento» animale) • Testo regolativo
SAPER FARE SAPER FARE
• Comprendere e analizzare • Scrivere favole, • Comprendere e analizzare • Scrivere testi
fiabe, racconti di avventura • Arricchire il narrativi, descrittivi e regolativi • Giocare con
lessico • Proposte interculturali e interdisci- le parole • Arricchire il lessico • Proposte in-
plinari terculturali
SAPER VEDERE SAPER VEDERE
• Favola, fiaba e avventura nei disegni, nei di- • Famiglia, scuola, giochi nelle fotografie, nei
pinti e nei fumetti dipinti e nei fumetti
SAPER ESSERE
• Educazione alla conoscenza di sé, all’affet-
tività, al rispetto delle regole e delle istituzio-
ni, alla salvaguardia ambientale
1 INVITO ALLA LETTURA 2 TANTI MODI DI RACCONTARE 3 ESPERIENZE DI VITA PER UNA CONVIVENZA CIVILE
• Io e la lettura… un anno dopo • La fantasy • Storie di amicizia
• Lettori in gioco • Il racconto fantastico e surreale • Lo sport
• Lettori in primo piano • Il racconto di fantasmi • Vivere con gli altri
• Il racconto dell’orrore • S.O.S. natura
• Consigli per far crescere la propria passione SAPERE SAPERE
VOLUME SECONDO
per la lettura • I diritti del lettore • Attività di • Caratteristiche linguistiche e strutturali • Testo informativo-regolativo • Testo inter-
lettura attenta, consapevole e critica dei generi pretativo • Testo descrittivo (descrizione og-
gettiva e soggettiva di un luogo geografico)
SAPER FARE SAPER FARE
• Comprendere e analizzare • Scrivere narra- • Comprendere e analizzare • Scrivere testi
zioni fantasy, fantastico-surreali, di fantasmi, narrativi, informativo-regolativi, interpretati-
dell’orrore • Arricchire il lessico • Proposte vi (recensioni), descrittivi e aforismi • Arric-
interdisciplinari chire il lessico • Proposte interdisciplinari
SAPER VEDERE SAPER VEDERE
• Il surreale nell’arte • Lo sport e la natura nell’arte
SAPER ESSERE
• Educazione alla conoscenza di sé, all’affetti-
vità, allo sport come incontro e scontro leale, al-
la salute, alla solidarietà, all’interculturalità,
alla salvaguardia ambientale
1 INVITO ALLA LETTURA 2 TANTI MODI DI RACCONTARE 3 ESPERIENZE DI VITA PER UNA CONVIVENZA CIVILE
• Io e la lettura… due anni dopo • Il racconto comico e umoristico • Storie di adolescenti
• Lettori in gioco • Il racconto giallo • Per un mondo migliore e interculturale
• Lettori in primo piano • Il racconto di fantascienza • Scienza e tecnologia: quale futuro?
• La cultura della pace e della legalità
• Progettare iniziative che incoraggino alla SAPERE SAPERE
lettura • Esercizi-gioco di lettura attenta e at- • Caratteristiche linguistiche e strutturali dei • Testo argomentativo
tiva • Valutare dei testi: il lettore critico generi
VOLUME TERZO
4 LA VITA IN VERSI, LA VITA IN SCENA 5 TRA STORIA E LETTERATURA LABORATORIO ABILITÀ LINGUISTICHE
• La poesia • Viaggio nel tempo: l’età medievale ASCOLTARE
• Il teatro • Attività, tecniche e strategie per
diventare un «buon ascoltatore»
PARLARE
• Raccontare esperienze personali •
SAPERE SAPERE
Descrivere • Dare indicazioni,
• Verso, strofa, rima, suoni e immagini • Testo espositivo • Elementi di differenziazione tra un testo espositivo e nar-
istruzioni • Discutere • L’interroga-
del linguaggio poetico • Il teatro dal- rativo
zione
le origini al Medioevo
LEGGERE
SAPER FARE SAPER FARE
• Leggere ad alta voce in modo chia-
• Comprendere e analizzare • Scri- • Comprendere e analizzare testi espositivi e narrativi • Scrivere testi storico-
ro, corretto ed espressivo • Tecniche
vere filastrocche, nonsense, limerick, espositivi • Analizzare didascalie espositive • Arricchire il lessico • Colle-
per una lettura silenziosa rapida, ve-
semplici testi poetici • Leggere una gamenti interdisciplinari
loce
poesia in modo espressivo • Fare tea-
tro: voce e corpo • Drammatizzazio- SCRIVERE
ne • Scrivere con correttezza e coeren-
za • Raccontare esperienze perso-
SAPER VEDERE
nali • Scrivere una cronaca
• Poesie e dipinti a confronto
4 LA VITA IN VERSI, LA VITA IN SCENA 5 TRACCE DI SÉ 6 TRA STORIA E LETTERATURA LABORATORIO ABILITÀ LINGUISTICHE
• La poesia • Il diario e l’autobiografia • Viaggio nel tempo: dal Rinasci- ASCOLTARE
• Il teatro • La lettera mento al Settecento • In base a uno scopo • Distinguere
le informazioni oggettive dalle opi-
nioni personali • Prendere appunti
mentre si ascolta
SAPERE SAPERE SAPERE
PARLARE
• Aspetti metrico-ritmici, figure re- • Caratteristiche linguistiche e strut- • Testo espositivo
• Persuadere • Fare un’intervista •
toriche di suono e significato della turali del diario personale e di viaggio, SAPER FARE
Dare notizie e informazioni (giornale
poesia • Argomento e tema di una dell’autobiografia, della lettera • Comprendere e analizzare testi espo- radio) • Dialogare, discutere in un
poesia • Il teatro dal Rinascimento al SAPER FARE sitivi e narrativi • Scrivere testi storico- talk-show
Settecento • Comprendere e analizzare • Scrive- espositivi • Scrivere il riassunto breve
LEGGERE
SAPER FARE re diari, autobiografie reali e inventa- di un testo espositivo • Arricchire il
• La lettura di scorrimento • La let-
• Comprendere e analizzare • Scri- te, lettere personali, ufficiali, aperte, di lessico • Collegamenti interdiscipli-
tura selettiva • La lettura orientativa
vere poesie e calligrammi • Scrivere la invenzione, e-mail, sms • Arricchire il nari
• La lettura analitica • Leggere per
parafrasi e il commento di una poesia lessico
studiare (sottolineare, prendere ap-
• Fare teatro: voce e improvvisazione SAPER VEDERE
punti, memorizzare)
• Scrivere il teatro: dall’idea al cano- • L’autoritratto nell’arte
vaccio, al copione SCRIVERE
• Scrivere un tema • Espandere, rias-
SAPER VEDERE
sumere e parafrasare un testo • Co-
• Il senso della vita nell’arte
struire un semplice ipertesto
4 LA VITA IN VERSI, LA VITA IN SCENA 5 L’ARTE DEL ROMANZO 6 TRA STORIA E LETTERATURA LABORATORIO ABILITÀ LINGUISTICHE
• La poesia • Il romanzo storico • Viaggio nel tempo: dall’Ottocen- ASCOLTARE
• Il teatro • Il romanzo sociale to ai giorni nostri • Ascoltare e prendere appunti in ba-
• Il romanzo psicologico se a uno scopo • Ascoltare testi narra-
tivi, espositivi, argomentativi, prende-
re appunti e utilizzarli
SAPERE SAPERE SAPERE
PARLARE
• Elementi fondamentali del lin- • Caratteristiche linguistiche e strut- • Testi espositivi, narrativi, poetici
• Discutere • Fare una relazione • De-
guaggio poetico • Scelta e posizione turali dei vari tipi di romanzo relativi all’Ottocento, al Novecento, a
scrivere, argomentando, il proprio pro-
delle parole in poesia; significato de- SAPER FARE oggi
getto di vita • L’esame orale
notativo e connotativo • Il teatro del- • Comprendere e analizzare • Scrive- SAPER FARE
l’Ottocento e Novecento LEGGERE
re narrazioni a sfondo storico-sociale • Comprendere e analizzare testi in
• Lettura attiva e critica • Navigare in
SAPER FARE • Scheda di analisi di un romanzo prosa e in versi • Commentare, riflet-
Internet alla ricerca di dati e informa-
• Comprendere e analizzare poesie • Trasposizione cinematografica di un tere, confrontare opinioni • Arricchi-
zioni
• Scrivere parafrasi, commenti, testi romanzo • Progettare un romanzo re il lessico • Collegamenti interdi-
poetici • Confrontare canzoni e poe- • Arricchire il lessico sciplinari SCRIVERE
sie • Fare teatro: voce, effetti specia- SAPER VEDERE • Scrivere un tema argomentativo
SAPER VEDERE
li • Scrivere il teatro: dialoghi, sce- • Personaggi e ambienti nell’arte • Scrivere una relazione • Scrivere un
• La guerra nell’arte e nella fotogra-
nografie verbale • Riscrivere un testo letterario,
fia
applicando trasformazioni a livello sti-
SAPER VEDERE SAPER ESSERE listico • Scrivere testi imitativi dello
• I sentimenti e il lavoro nell’arte • Educazione alla democrazia, all’ac- stile di un autore • Scrivere un iperte-
quisizione di una coscienza civile e sto multimediale
politica
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Indice
Indice
3 Esperienze di vita
per una convivenza civile
PER EDUCARE:
– alla conoscenza di sé Storie di adolescenti 161
– all’accettazione di sé
rafforzando l’autostima
Qualcosa sta cambiando 162
– al rapporto affettività-
N. Ginzburg, Soli nella nebbia 162
sessualità-moralità SAPER ESSERE Io e il mio corpo 167
– al rapporto
alimentazione- Alla ricerca di attenzione 169
benessere- M. Argilli, Sbrigatevi! 169
realizzazione personale
– alla disponibilità
Il bisogno di sentirsi parte di un gruppo 172
alla critica, al dialogo, G. Bettin, Ci sentivamo più forti 172
alla collaborazione G. Pedullà, Ivan 176
– al rispetto
dei sentimenti SAPER ESSERE Io e il mio look 178
– all’autonomia Piccoli grandi amori 179
H. Hesse, La mia prima avventura amorosa 179
SAPER VEDERE Proposta interdisciplinare - L’amore nell’arte 184
L’adolescenza negata 185
B. Fenoglio, La sposa bambina 185
L’adolescenza nei versi dei poeti 190
J. Prévert, I ragazzi che si amano 190
D. Dolci, Indecisi 191
VERIFICA di comprensione scritta e lessicale 192
T. Mann, La bionda Inge 192
VERIFICA di comprensione orale 195
V. Zucconi, La spia 195
INTEGRAZIONE E SVILUPPO 196
S.O.S. adolescenti 196
IN BIBLIOTECA 201
AL CINEMA 202
PER EDUCARE:
– alla conoscenza di sé
Per un mondo migliore e interculturale 203
– alla solidarietà Infanzia rubata: no allo sfruttamento 204
– alla cooperazione T.B. Jelloun, La scuola o la scarpa 204
– all’accettazione
delle «diversità» SAPER ESSERE I diritti del fanciullo 209
– a una convivenza
interculturale
Anziani: il diritto al rispetto e a un’esistenza dignitosa 211
– al rispetto delle regole V. Zucconi, La vecchia strega del tunnel 211
del vivere civile Handicap: accogliere la diversità 222
e democratico
– all’importanza
C. Brown, In un attimo tutto cambiò 222
del contributo G. Morandi, Il mio amico 226
di ciascuno SAPER ESSERE Per un corretto rapporto con i disabili 228
alla soluzione
dei problemi di tutti No alla droga. Sì alla vita 229
R. Asuni – L. Gurrado, Sono tornato un essere normale 229
SAPER FARE Proposta interdisciplinare - No alla droga! 233
AIDS: conoscere per superare paure e pregiudizi 234
M. Humphreys, Ne parlano tutti! 234
SAPER ESSERE Educazione alla salute - AIDS: se lo conosci lo eviti 240
VI No al razzismo. Sì a una convivenza interculturale 242
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Indice
PER EDUCARE:
– alla conoscenza di sé
La cultura della pace e della legalità 301
– ai valori della pace Gli orrori della guerra 302
e della libertà
– alla salvaguardia dei
G. Strada, Jamal e Farad 302
diritti umani individuali
– alla difesa
I costruttori di pace 306
delle istituzioni E.H. Erikson, Gandhi e la «marcia del sale» 306
democratiche M.L. King, Ho un sogno 310
SAPER VEDERE Proposta interdisciplinare - Guerra e pace nell’arte 312
Papa Giovanni Paolo II, Decalogo per la pace 314
SAPER ESSERE Educare ai comportamenti di pace 315
Pace e cooperazione internazionale 317 VII
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Indice
Il teatro 399
Conoscere il teatro 400
Il teatro nell’Ottocento 400
Il teatro di prosa 400
Il teatro musicale 401
I professionisti del teatro 401
Lo spazio scenico 402
Gli autori 403
Il teatro nel Novecento 404
I movimenti di avanguardia 404
I professionisti del teatro 404
Lo spazio scenico 405
Gli autori 406
Indice
Laboratorio abilità
linguistiche
Le abilità linguistiche 557
Ascoltare 559
Attività di ascolto 560
Ascoltare e distinguere testi diversi 560
Ascoltare e individuare lo scopo principale di chi parla 560
Ascoltare e riordinare le sequenze 561
Ascoltare e individuare l’idea chiave di ciascuna sequenza 561
Ascoltare e selezionare le informazioni in base allo scopo 562 XI
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1
Invito alla lettura
Io e la lettura... due anni dopo
Dopo due anni, che tipo di lettore sei? Se ti definisci ancora un «lettore
obbligato» o un «lettore solo in casi estremi» quando non sai
che altro fare, segui i nostri consigli e vedrai che scoprirai
anche tu il piacere della lettura.
Lettori in gioco
Anche quest’anno metterai alla prova la tua capacità di lettura attenta
e attiva mediante esercizi-gioco di difficoltà sempre maggiore.
Io e la lettura...
due anni dopo
Gli anni precedenti, ad apertura dell’antologia, sei stato invitato
a riflettere sul tuo atteggiamento nei confronti della lettura e a
esprimere i tuoi gusti, le tue preferenze.
Inoltre, ti abbiamo suggerito sei preziosi consigli per far cresce-
re la tua passione per la lettura e sei venuto anche a conoscenza
dei tuoi «diritti di lettore».
Te li ricordi? Li hai messi in pratica? Siamo riusciti nell’intento di
migliorare il tuo rapporto con la lettura o addirittura di appassio-
narti alla lettura? Oppure ti definisci un «lettore obbligato», un
«lettore solo in casi estremi» quando non sai che cos’altro fare?
Se tuttora vivi la lettura come un peso, una fatica, un obbligo,
con ogni probabilità non hai ancora fatto un’esperienza gratifi-
cante in merito, non hai ancora letto un libro che sia riuscito ad
agganciare completamente il tuo interesse, a suscitare in te forti
emozioni, sensazioni, a farti provare il piacere di stare «dentro la
storia» narrata, «dentro altri mondi» in un gioco di proiezione-
identificazione con fatti e personaggi. Non desistere! Se ti capita
di sentire parlare bene di un libro (da un amico, alla televisio-
ne...), prendi nota del titolo, compralo alla prima occasione e leg-
gilo. Potrebbe essere la volta buona.
Oppure, se passi davanti a una libreria, dài un’occhiata ai libri
esposti in vetrina. Ti colpisce il titolo, la copertina di un libro?
Entra e chiedi di poterlo guardare. Sfoglialo, leggi qualche riga
qua e là, la sintesi sulla retrocopertina e chiediti: «Perché avran-
no messo in copertina proprio questa immagine? Si tratterà di
una storia interessante? E se provassi a leggerlo?».
Non rinunciare mai alla lettura di un libro perché, come afferma
la nota scrittrice Dacia Maraini, «leggendo si prova un profondo
piacere; si scopre di poter vivere tante vite diverse, di poter viag-
giare nel tempo e nello spazio. Noi siamo chiusi dentro una vita
limitata, prevedibile e i romanzi danno la possibilità di attraver-
sare altre esistenze, altri panorami, calzando altre scarpe, annu-
sando altri odori, in un tempo che non ci appartiene. Quando si
compie questo miracolo, è come se si realizzasse un incontro al
di là dello spazio e del tempo, nel mondo misterioso del possibi-
le. Il libro è il luogo di questo incontro.»
2
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1. Adesso, tutti insieme in classe, fate una classifica dei cinque più bei libri letti nella
vostra vita, quelli cioè che vi hanno fatto provare, a lettura ultimata, la sensazione forte
di sentirvi diversi, di aver dentro qualcosa di più, qualcosa di incancellabile: conoscenza,
esperienza, emozione e piacere insieme.
In relazione a ciascun libro formulate anche una breve frase di «invito alla lettura», che
invogli cioè altri ragazzi a leggere questi libri da voi particolarmente apprezzati.
1. ....................................................................................................................................... .................................................................................................................................................
....................................................................................................................................... .................................................................................................................................................
2. ....................................................................................................................................... .................................................................................................................................................
....................................................................................................................................... .................................................................................................................................................
3. ....................................................................................................................................... .................................................................................................................................................
....................................................................................................................................... .................................................................................................................................................
4. ....................................................................................................................................... .................................................................................................................................................
....................................................................................................................................... .................................................................................................................................................
5. ....................................................................................................................................... .................................................................................................................................................
....................................................................................................................................... .................................................................................................................................................
2. Infine provate, tutti insieme o in piccoli gruppi, a progettare delle iniziative che incorag-
gino alla lettura. Ad esempio:
■ costituzione di una biblioteca di classe;
■ visite in libreria;
■ visite in biblioteca;
Lettori in gioco
Ti presentiamo un racconto lungo. Leggilo molto attentamente e
in modo attivo, ponendoti delle domande di anticipazione e vi-
sualizzando i particolari più significativi.
Poi, individualmente o in gruppo, svolgi gli esercizi-gioco che ti
proponiamo, senza più consultare il testo.
Avrai modo così di verificare la tua capacità di lettura attenta e
attiva e quindi la tua capacità di comprendere un testo e di ricor-
darne anche i particolari.
Lettori in gioco
Lettori in gioco
Lettori in gioco
2. Il personaggio intruso
Ecco i personaggi del racconto. Attenzione! C’è un personaggio «intruso», che non com-
pare nella vicenda narrata. Individualo e cancellalo.
3. Il disegno esatto
Quale di questi quattro disegni ritrae esattamente il re e i suoi sette ministri? Indicalo
con una crocetta.
10
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Lettori in gioco
4. Hop-Frog e Trippetta
Se risponderai esattamente alle definizioni, nella colonna verticale rossa leggerai una
caratteristica comune di Hop-Frog e Trippetta.
10
11
1. Quando il re, in occasione della festa masche- 6. Numero di persone che serve a Hop-Frog per
rata, manda a chiamare Hop-Frog e Trippetta, realizzare lo scherzo degli orangutanghi.
è un giorno speciale per il povero nano. 7. Professione di Trippetta alla corte del re.
Infatti è il giorno del suo... 8. Quelli di Hop-Frog sono grossi e ripugnanti.
2. Lo sono le gambe di Hop-Frog. 9. Trippetta si getta in ginocchio davanti al... del re.
3. Hop-Frog e Trippetta sono... per la pelle. 10. Getta il vino in faccia a Trippetta.
4. Professione di Hop-Frog alla corte del re. 11. Hop-Frog si chiama così perché, quando
5. Fa uscir di senno Hop-Frog. cammina, saltella come un...
piume
camicie catrame
lino parrucche
calzoni di maglia
catene
aderenti 11
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1. Per ordine del re le... delle porte del salone pensano che si tratti di uno scherzo ben
vengono consegnate a Hop-Frog. congegnato e si mettono a...
2. Gli orangutanghi fanno la loro comparsa nel 5. A un tratto si sente un rumore sommesso, stri-
salone esattamente a... dente: è il digrignare dei... di Hop-Frog.
3. Alla vista degli orangutanghi molte... svengono 6. Gli orangutanghi muoiono...
dalla paura. 7. È la complice di Hop-Frog.
4. Gli ospiti, quando vedono gli orangutanghi sol- 8. Si suppone che Hop-Frog e Trippetta siano
12 levati in alto, strettamente legati insieme, fuggiti nel loro...
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Syd Hoff
Discorso di incoraggiamento
Il piccolo Norman Munstein entrò in casa senza pulirsi le scarpe,
1. si accasciò: si lasciò andò dritto in cucina e si accasciò1 su una sedia.
cadere, si abbandonò Sua madre occupata ai fornelli si voltò e lo guardò con adorazione.
pesantemente.
«La tua squadra ha giocato bene, amore?», gli chiese.
«Sì, mi pare.»
«Non mi sembri molto contento.»
«Ma no, sono contento.»
«Perché non ti togli quella tuta sporca e mi racconti tutto? Se ti fai
2. football: gioco del la doccia, dopo ti preparo un bel panino con il prosciutto. Ti va?»
calcio; il football ameri- Il piccolo Norman non rispose. Strascicando i piedi salì in camera
cano si gioca fra squa-
dre di 11 giocatori con sua, si levò la tuta da football2 e infilò i suoi abiti normali. Poi ridi-
una palla ovale. scese in cucina e si abbandonò pesante sulla sedia.
«Non hai fatto la doccia, amore», osservò sua madre mentre dava gli ulti-
mi tocchi a un panino imbottito. Guardò il figlio mentre mangiava e più
di una volta allungò una mano per togliergli i capelli dalla fronte.
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Carlo Manzoni
Viaggio con un amico
L’amico Tom decise di tornare con me da Genova a Milano. Avreb-
be dovuto partire il giorno dopo in treno, ma dal momento che io
avevo la macchina completamente vuota, non gli importava niente
di anticipare la partenza di un giorno.
Per farmi un piacere, disse, perché uno, a guidare la macchina per
un paio d’ore da solo, si annoia. Fa caldo, la strada è piena di sole,
ed è facile lasciarsi cogliere dal sonno o per lo meno dalla sonnolen-
za. Un amico al fianco, invece, è sempre un diversivo. Si può parla-
re, scherzare, insomma non si è soli e il tempo passa più presto, si fa
la strada che non ci si accorge nemmeno.
Venire con me era un favore grosso, insomma, che l’amico Tom mi
faceva, perché poi c’è anche il rischio. Lui non andava volentieri in
automobile con altri perché non si fidava. Di me si fidava sì, ma non
si sa mai: alle volte gli incidenti che capitano non dipendono nem-
meno da noi. Ci sono tanti pazzi che guidano la macchina, e da que-
sti pazzi bisogna guardarsi. Insomma, andare in automobile, oggi, è
sempre un grosso rischio. Lui rischiava, dunque, a venire in mac-
china con me.
Salì e sedette al mio fianco, e proprio durante i primi chilometri co-
minciò ad avviare il discorso in questo senso.
Ma poi si interruppe e mi guardò.
«Come lo tieni il volante tu?», mi chiese.
«Così», dissi, «non lo so nemmeno io di preciso, lo tengo come mi
viene di tenerlo.»
«Ho letto su un settimanale», disse Tom, «che il volante deve essere
tenuto in un certo modo, per poter essere sicuri della guida in ogni
caso. Le mani devono essere esattamente una a destra e una a sini-
stra, e non una sopra e una sotto come fai tu.»
Portai le mani una a destra e una a sinistra, e lui disse che andava bene.
«Poi», disse, «dovresti ritirare il gomito dal finestrino. È pericoloso.»
Ritirai il gomito dal finestrino, e Tom mi disse che lui leggeva tutto
quanto scrivevano i settimanali e le riviste specializzate, riguardo la
guida delle automobili. E quel che leggeva gli faceva rizzare i capel-
li, perché si accorgeva che la gente proprio non sa guidare.
«Tu, ad esempio», disse, «guidi bene, è vero, ma ti tieni troppo in
mezzo alla strada.»
«Io in mezzo alla strada?», dissi stupito.
«Sì», disse Tom, «dalla mia parte vedo benissimo: ci sono almeno
due metri di spazio fra la macchina e il limite della strada.»
Mi avvicinai al limite della strada.
«Così va meglio», disse Tom, «ma adesso dovresti allargare un poco
16 per superare quel ciclista.»
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Lorenzo Beccati
L’ultimo robot
La casa è in agitazione. La moglie è nel bagno e si sta truccando. Il
marito è all’inseguimento del calzino blu che sembra animato di vi-
1. stanare: tirare fuori. ta propria, tanto è difficile da stanare1 dal fondo del cassetto. Per le
stanze si sente odore di gomma bruciata. Emmy, di appena cinque
2. forno a megaonde: anni, ha messo il grande puffo di plastica nel forno a megaonde2. La
forno per alimenti che mamma, di passaggio tra il guardaroba e il bagno, le infila al volo
sfrutta grandi onde elet-
tromagnetiche. una canottierina rosa con i fiocchetti bianchi. In salotto l’M+18, il
computer vigilante collegato con Multivac che governa tutta la re-
gione, emette un lungo sibilo. Sul monitor appare la scritta: «Oggi,
18 marzo 3018, alle ore 12 in piazza UTZ soppressione pubblica del-
l’ultimo robot esistente». Tutta la famiglia si sta recando alla ceri-
monia.
Una volta pronti, salgono sull’antiquata Janga Bombo, che si solleva
scoppiettando a un palmo da terra e si infila in una corrente ascen-
sionale piena all’inverosimile di veicoli. Posteggiano al trentottesimo
piano sotto terra e raggiungono piazza UTZ già stracolma di cittadi-
ni. Ci sono proprio tutti. L’ultimo robot è al centro della piazza.
Mamma e papà tengono Emmy stretta a loro, tradendo una certa
emozione. Una volta, i robot erano diffusissimi. Obbedienti, svolge-
vano ogni tipo di lavoro, giravano per casa servizievoli e arrendevo-
3. obsoleti: superati, li. Ma con le nuove tecnologie, i robot diventarono obsoleti3, in-
passati di moda. gombranti, poco affidabili. Insomma, inutili. C’è rimasto questo ul-
timo robot, che guarda con la testa reclinata sulla spalla la folla che
l’osserva commossa. Ormai è vecchio e mal funzionante. Uno squil-
lo di una Daxon elettronica, una scarica laser di colore rosso colpi-
4. lastricato: pavimen- sce l’ultimo robot che si sdraia sul lastricato4.
tazione. Un’epoca è finita. Emmy, ricordando un vecchio robot suo compa-
gno di giochi, piange. Una lacrima di silicone le solca il bel viso di
metallo levigato. Nella piazza c’è silenzio. Tutti si allontanano piano,
salutando con le mani snodabili, l’ultimo dei robot che una volta si
chiamavano «uomini».
(da La notte dei commercialisti viventi, Baldini & Castoldi, Milano, 1993, rid.)
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I N D I C E D I G R A D I M E N T O
= non mi è piaciuto
= mi è piaciuto poco
= mi è piaciuto abbastanza
= mi è piaciuto molto
= mi è piaciuto moltissimo
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2
Tanti modi
di raccontare
Unità di apprendimento: Il racconto comico
e umoristico
PRIMA DI COMINCIARE...
Il racconto comico
e umoristico
Unità di apprendimento
LEGGERAI
racconti comici e umoristici di autori italiani e stranieri
SARAI GUIDATO A
capire la differenza tra comicità e umorismo
riconoscere gli elementi che producono effetti comici in un racconto
verificare il tuo senso dell’umorismo mediante un semplice questionario
inventare situazioni comiche e comporre poesie comiche
cogliere i «meccanismi» utilizzati dagli autori di strisce comico-umoristiche
per far ridere o sorridere
S.O.S. RECUPERO
Consoliderai le tue conoscenze e abilità di comprensione e di analisi
INTEGRAZIONE E SVILUPPO
Dal momento che la percezione del comico è soggettiva, sarai invitato,
Lettore in primo piano», a esprimere giudizi circa i racconti letti
in qualità di «L
Produrrai fotografie comiche, inventerai battute comiche, scriverai storielle
comiche, racconterai barzellette
IN BIBLIOTECA E AL CINEMA
Troverai suggerimenti per la lettura di libri e la visione di film di argomento comico
e umoristico
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Giovanni Guareschi
Oscuramento
Il protagonista del racconto che stai per leggere, in una notte di fitta neb-
bia, prende un taxi. Sono proprio dei «fenomeni» i tassisti a orientarsi nel
buio impenetrabile della città! Ma, giunto a destinazione, il protagonista
si accorge che...
1. la nuova architet- Sono andato a teatro e, quando sono uscito, la nebbia, che il buon
tura: le moderne co- Dio ha creato per nascondere agli occhi dei mortali la nuova archi-
struzioni.
2. buio antiaereo: du-
tettura1, era scesa copiosa a rendere impenetrabile il buio antiaereo2.
rante la Seconda guerra Sono riuscito a infilarmi in un taxi e ho comunicato all’autista il no-
mondiale era obbliga- me della mia strada e il numero della mia casa.
torio, di notte, tenere
spente tutte le luci af- Poi ho cominciato a stupirmi. Quando in questa straordinaria città
finché gli aerei nemici c’è nebbia, c’è nebbia sul serio e i veicoli, per incunearvisi3, hanno
non avessero punti di
riferimento per colpire. bisogno dello spartineve. Aggiungendo alla nebbia un buio assolu-
3. incunearvisi: pene- to, si può facilmente comprendere come un uomo si meravigli ve-
trarvi. dendo la sicurezza con la quale un guidatore di macchine proceda
lungo le strade completamente invisibili.
«Voi, più che uomini, siete dei fenomeni», ho osservato a un certo
punto, pieno di ammirazione.
«Non c’è niente di straordinario», ha risposto con semplicità l’autista.
«È la enorme pratica che abbiamo delle strade. Voi vi stupite forse se
una dattilografa vi batte una lettera tenendo gli occhi bendati?»
«No», ho convenuto io, «però fra una macchina per scrivere e una
macchina automobile c’è una notevole differenza.»
«Non mi pare», ha dichiarato l’autista. «Se la macchina per scrivere
avesse quattro ruote, e al posto dei tasti un volante, che cosa ci tro-
vereste di diverso da un’automobile?»
Ho ammesso che il ragionamento filava in modo singolare, ma non
ho potuto trattenermi dal rinnovare la mia meraviglia.
«Noi conosciamo Milano come voi conoscete le vostre tasche», ha
concluso l’autista. «La vostra mano ha forse bisogno di illuminazio-
ne per trovare qualche oggetto nella vostra tasca? Mettete al posto
della mano l’autista, al posto della tasca Milano e al posto degli og-
getti, strade, vicoli, piazze, e vedrete che tutto va a posto con gran-
de facilità. Siamo arrivati, signore.»
Sono sceso, ho pagato la corsa e ho aggiunto una generosa mancia.
La macchina si è rituffata nella nebbia e io, accostandomi al porto-
ne, ho infilato la chiave nella toppa.
Poi mi sono seduto sullo scalino di un negozio, ho alzato il bavero e
ho atteso la luce del giorno. Perché, voi capite: quando uno abita a
4. Lambrate... Porta Lambrate e invece si trova in piena notte nei paraggi di Porta Tici-
Ticinese: quartieri di
Milano molto distanti nese4 dove non passa un taxi neppure a pagare la corsa una lira al
fra loro. centimetro, è perfettamente inutile tentare di ribellarsi al destino.
24 (da Umoristi del Novecento, Garzanti, Milano, 1967)
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Saper fare
COMPRENDERE
1. Uscito da teatro, il protagonista si accorge che è calato un buio impenetrabile. Quale la causa?
2. Salito in taxi, il protagonista esprime grande ammirazione nei confronti dei tassisti. Perché?
3. Secondo il tassista, non è proprio il caso di provare ammirazione o di meravigliarsi. Perché?
4. Che cosa succede al protagonista giunto davanti al portone?
ANALIZZARE
5. Dove si svolge la vicenda narrata?
6. I fatti sono narrati in prima o in terza persona? Perché?
7. Qual è, secondo te, l’elemento che in questo racconto produce un effetto comico? (In-
dica con una crocetta la risposta esatta)
L’esagerazione nel presentare le situazioni.
Il susseguirsi di situazioni comiche e di battute spiritose.
Il finale a sorpresa, del tutto inaspettato.
10
SAPERE
Comicità e umorismo
Ridere è una caratteristica tipicamente umana: Le tecniche narrative
un sorriso di gioia e un’allegra risata sono sen- e le scelte stilistiche
za dubbio fra le espressioni più spontanee e che producono effetti comici
immediate dello stato d’animo di una persona.
Ma che cosa suscita il nostro sorriso? Quando W IL CONTRARIO
si ride? Una situazione normale diventa comica quan-
Spesso è proprio la vita di tutti i giorni a offrirci do succede il contrario di quello che ci aspet-
molteplici occasioni per ridere; l’importante è tiamo debba succedere.
saper cogliere, capire il lato divertente di certe Ad esempio, fa ridere che un professore
situazioni o di certi comportamenti. estremamente distinto, raffinato, s’infili le dita
nel naso mentre tiene una lezione di galateo.
Comicità e umorismo spesso vengono intesi
W L’IMPREVISTO
come sinonimi.
In realtà, la comicità ha solo uno scopo: diver- Una situazione normale può diventare comi-
tire e far ridere e, di conseguenza, muove all’a- ca quando improvvisamente accade un im-
perta risata, alla risata di tipo meccanico che previsto, un evento inatteso, inaspettato che
non penetra nell’anima, che nasce e subito si muove alla risata.
dissolve. Ad esempio, fa ridere che una signora severa
L’umorismo, invece, mira a divertire facendo ri- e solenne che cammina a passo lento, con il
flettere. mento alzato e lo sguardo altero, finisca con-
L’umorismo cioè, pur nascendo da una situa- tro un palo. Naturalmente l’imprevisto deve
zione comica, coinvolge maggiormente l’indivi- essere di poco conto per farci ridere: non ri-
duo, lo rende più attivo perché gli fa mettere in deremmo certamente se la signora, finendo
pratica e sviluppare le sue capacità mentali di contro il palo, si fratturasse il naso.
riflessione e osservazione, lo spinge a guardare
più criticamente i contrasti dell’esistenza, por- W L’EQUIVOCO
tandolo ad assumere un atteggiamento di se-
Una situazione normale può diventare comi-
rena accettazione.
ca per un equivoco, un fraintendimento.
Inoltre, mentre la comicità è sempre espressio-
Ad esempio, due personaggi, dialogando fra
ne di una gioia immediata e istintiva, nell’umo-
loro, usano doppi sensi che causano diver-
rismo assume un’importanza notevole anche il
tenti malintesi.
sentimento.
Ancora, può succedere che due personaggi,
In questo modo, senza annullare del tutto il
per un equivoco, si trovino a vivere situazioni
distacco emotivo che è necessario perché si
davvero strane che creano divertimento.
possa ridere, al comico si aggiunge una nota
commovente: potrebbe essere la tristezza per
W L’ESAGERAZIONE
la persona che diventa oggetto di riso; o l’in-
dulgenza, la benevolenza verso chi compie Una situazione normale diventa comica quan-
azioni ridicole; o il bonario senso di complicità do l’autore, introducendo delle esagerazioni,
che si prova nei confronti di chi infrange alcu- la trasforma a tal punto da renderla quasi as-
ne regole sociali troppo rigide. surda, fuori della norma.
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Italo Terzoli
L’eclissi di sole
Il capitano all’aiutante:
1. eclissi di sole: fe- «Come sapete, domani alle ore 9 avremo l’eclissi di sole1; ciò non av-
nomeno astronomico viene tutti i giorni. Farete partire gli uomini in tenuta da campagna2
che si verifica quando
la luna, ponendosi fra per la piazza d’armi3, così potremo vedere questo raro fenomeno: io
la Terra e il sole, ne pro- darò le necessarie spiegazioni. In caso di pioggia non ci sarà niente
voca il temporaneo
oscuramento. da vedere: farete passare in tal caso gli uomini alla palestra».
2. in tenuta da cam- L’aiutante al sergente maggiore:
pagna: con la divisa «Per disposizioni del signor capitano, domani alle ore 9 ci sarà l’e-
adatta alle esercitazioni
campestri. clissi di sole in tenuta di campagna con istruzioni del signor capita-
3. piazza d’armi: luogo no stesso, il che non avviene tutti i giorni. Se il tempo sarà piovoso,
spazioso per le eserci- non ci sarà niente da vedere fuori, ma allora l’eclissi avrà luogo in
tazioni delle truppe.
palestra».
Il sergente maggiore al sergente:
«Per ordine del signor capitano, domani alle ore 9 in tenuta da cam-
pagna inaugurazione dell’eclissi di sole. Il signor capitano darà in
palestra gli ordini necessari nel caso dovesse piovere, ciò che non av-
viene tutti i giorni».
Il sergente al caporale:
«Domani alle ore 9 il signor capitano in tenuta da campagna farà
eclissare il sole in palestra se sarà bel tempo. Se piove, non ci sarà
l’eclissi, sebbene questo non avvenga tutti i giorni».
Il caporale ai soldati:
«Domani alle ore 9 del mattino ci sarà l’eclissi del signor capitano in
tenuta da campagna per effetto del sole se sarà bel tempo: se piove-
rà in palestra. Si andrà in piazza con dimostrazioni perché questo
non avviene tutti i giorni».
I soldati fra loro:
«Domani alle ore 9 pare che il sole in tenuta da campagna farà eclis-
sare il signor capitano con dimostrazioni. Peccato che questo non
avvenga tutti i giorni!».
(da Gli anni verdi di Bertoldo, Rizzoli, Milano, 1964, rid.)
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Anthony De Mello
Henry, come sei cambiato!
«Henry, come sei cambiato! Eri tanto alto, e adesso sei così basso!
Eri così robusto, e ora sei magrissimo! Eri tanto biondo, e ora sei ca-
stano. Cosa ti è successo, Henry?»
Ed Henry risponde: «Non sono Henry, sono John».
«Oh, hai cambiato anche nome?»
(da Messaggio per un’aquila che si crede un pollo, Piemme, Casale Monferrato, 1996)
Achille Campanile
Un’avventura di viaggio
«Una volta», disse Guerrando, «viaggiai in una cabina con un ami-
co; nella cabina accanto c’erano due giapponesi, ai quali pensammo
di fare un bellissimo scherzo: ci mettemmo a dar colpi furiosi alla
parete di comunicazione, cantando a squarciagola. I giapponesi pro-
testarono, ma noi demmo loro a intendere che questo era un uso
delle ferrovie europee: “Paese che vai, usanza che trovi”, dissero
quelli, mestamente; e non protestarono più. Così, noi passammo tut-
ta la notte a dar pugni alla parete di comunicazione e a cantare.»
«Dev’essere stato un divertimento fantastico», osservò Filippo con
invidia.
«Aspetti. La mattina, nel corridoio, incontrammo i due giapponesi,
che ci presero a calci. “Che sistemi sono questi?”, gridammo. “È l’u-
so delle ferrovie giapponesi”, dissero. Per caso, molti anni dopo, ve-
nimmo a sapere che non era vero.»
(da Opere. Romanzi e racconti 1924-1933, Bompiani, Milano, 2001)
Saper fare
ANALIZZARE
1. Riferendoti ai tre brevi racconti, completa la seguente tabella.
L’eclissi di sole Secondo te, la comicità del breve racconto da che cosa deriva
principalmente? ...........................................................................................................................................................................
........................................................................................................................................................................................................................................
PRODURRE
3. Ridere è bello, è liberatorio
Ti è mai capitato, dopo aver visto un film comico o dopo aver letto una storia divertente
o dopo aver sentito una battuta, una barzelletta che ti ha fatto ridere di gusto, di sentirti me-
glio, più «libero», come se ogni tua tensione si fosse allentata o dissolta? Racconta.
4. Ridere fa bene
Secondo Patch Adams, il medico clown più famoso del mondo grazie anche al succes-
so del film Patch Adams interpretato dall’attore Robin Williams, la risata è una fonte ine-
sauribile di buona salute, e oggi la scienza ha dimostrato che quando siamo gioiosi e
sorridenti abbiamo anche maggiori difese immunitarie contro le malattie.
È proprio per questo che in molti ospedali pediatrici italiani sono previste delle visite
regolari di clown professionisti che con i loro numeri di mimo, magia e musica, rendo-
no più tollerabili le lunghe degenze dei bambini ricoverati e alcune loro terapie prolun-
gate e dolorose. I clown, in stretta collaborazione con i medici, usano il potere terapeu-
tico della risata, del divertimento come vero e proprio trattamento medico, per ridurre o
30 sconfiggere la paura, l’ansia della malattia. Quali le tue riflessioni in proposito?
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Saper fare
COMPRENDERE
1. La gita in tandem dei signori Harris in quale luogo avviene?
2. Quando il signor Harris dice alla moglie «Tienti salda», quest’ultima quale azione compie
e perché?
3. Qual è la reazione della signora Harris quando vede il marito oltrepassare la cima della
collina e infilare la discesa a tutta velocità?
4. Che cosa fa il signor Harris quando si accorge di aver perso la moglie?
5. Per quali motivi né la signora né il signor Harris riescono a farsi aiutare dalle persone
che incontrano?
6. Perché gli agenti di polizia guardano con sospetto il signor Harris? Quali dubbi hanno?
7. Come si conclude la vicenda narrata?
ANALIZZARE
8. Quali sono, secondo te, gli elementi che in questo racconto producono effetti comici?
(Indica con una crocetta le risposte esatte)
L’equivoco nato dal fraintendimento di una frase.
Il fatto di fare una gita in tandem.
L’atteggiamento del signor Harris quando prosegue la corsa da solo e parla
con la moglie che non c’è.
Il fatto che la signora Harris pensi di essere stata abbandonata dal marito.
I fraintendimenti provocati dalla lingua straniera.
PRODURRE
9. Inventare un racconto comico
Prova a inventare un racconto comico che prenda
spunto da un equivoco verbale o no. Ecco alcuni sug-
gerimenti.
■ Una signora, credendo di telefonare a un idraulico,
gli spiega il guasto della macchina (lavatrice), per
accorgersi solo alla fine che invece ha telefonato a
un meccanico, il quale ha capito che le si è rotta la
macchina, cioè l’automobile.
■ Prima di partire per Roma la moglie dice al marito
di prendere la piantina (intendendo la mappa, la
cartina della città), mentre il marito, fraintendendo,
prende una piccola pianta di fiori.
■ Lo scambio di un paziente in sala operatoria.
34 ■ Uno scambio di pacchi in un negozio di scarpe.
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SAPER ESSERE
Io e il senso dell’umorismo
1. Come ti definiresti? Allegro, spiritoso o piuttosto serio, se non addirittura «musone»?
..............................................................................................................................................................................................................................................................................................................
2. Sei ricercato dagli altri e apprezzato per il tuo spirito, le tue battute, il tuo senso dell’umorismo?
..............................................................................................................................................................................................................................................................................................................
4. «Chi non ride mai non è una persona seria.» Che cosa pensi di questa affermazione?
..............................................................................................................................................................................................................................................................................................................
5. Dove ti capita di ridere più spesso? (Indica con una crocetta le risposte da te scelte)
A casa, con i tuoi familiari Nel gruppo dei tuoi amici
A scuola Altro: (specificare) ..................................................................................
Al cinema ........................................................................................................................................................
7. Stai parlando con una persona e ti accorgi che ti ha confuso con qualcun altro. Tu allora:
fai finta di nulla e continui normalmente la conversazione
entri nella parte e cerchi di recitare al meglio il ruolo dell’altro
dici chiaramente di non essere quello che la persona crede che tu sia
8. Sorprendi qualcuno che in gruppo sta parlando male di te. Tu allora:
ti arrabbi moltissimo e gli dai del bugiardo
gli sorridi e lo incoraggi a continuare a fornirti notizie inedite sul tuo conto
fai finta di niente, ma ti riprometti di togliergli il saluto e non parlare più con lui
9. Quali sono i comici o gli umoristi da te preferiti? Perché?
..............................................................................................................................................................................................................................................................................................................
Dino Verde
L’inferno del Timido
In questo racconto l’autore esagera volutamente le reazioni, gli atteg-
giamenti del timido in determinate situazioni di vita quotidiana, con il
chiaro intento di provocare il sorriso nel lettore.
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Saper fare
COMPRENDERE
1. Come si comporta il Timido in ascensore?
2. Come si comporta il Timido dal barbiere?
3. Come si comporta il Timido al bar?
4. Come si comporta il Timido in farmacia?
5. Che cosa successe a un Timido che, nel 1939, prestò mille lire a un amico? 37
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denziati.
– «... non appena la diabolica trappola si arresta all’altezza del terzo, egli si affretta a
catapultarsi fuori...»: ....................................................................................................................................................................................................................................
...............................................................................................................................................................................................................................................................................................................
...............................................................................................................................................................................................................................................................................................................
– «... di panni freddi o bollenti in faccia, i primi a temperatura sotto zero, i secondi ai
margini dell’ustione.»: ...........................................................................................................................................................................................................................
– «Si ha notizia di Timidi che alla loro morte lasciarono ingenti somme di biglietti da
mille...»: ................................................................................................................................................................................................................................................................................
...............................................................................................................................................................................................................................................................................................................
...............................................................................................................................................................................................................................................................................................................
PRODURRE
7. Confronto di opinioni
Come definiresti questo racconto? Comico o umoristico? Perché?
Confronta la tua opinione con quella dei compagni.
8. Protagonista «Il Timido»
Alla maniera di Dino Verde, l’autore del racconto che hai appena letto, inventa un altro
episodio che abbia come protagonista «il Timido».
Se vuoi, puoi scegliere tra:
■ il Timido a scuola,
■ il Timido al cinema,
■ il Timido in treno,
■ il Timido in discoteca,
38 ■ il Timido al supermercato.
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SAPER FARE
Poesie comiche
Laureato in Scienze biologiche ed ex insegnante di Matematica e Fisica, Flavio Oreglio fa caba-
ret dagli anni Ottanta. Con l’edizione 2000-2001 di Zelig, spettacolo comico televisivo di gran-
de successo, ha raggiunto la notorietà, soprattutto grazie alle sue esilaranti poesie comiche. Te
ne presentiamo alcune. Leggile attentamente e poi esegui gli esercizi.
Non ti deve
stupire il mio canto,
sto cantando il mio amore per te.
Non ti deve stupire il mio sorriso, sorrido
Vedo un camoscio e
perché penso a te. Non ti deve stupire
gli stambecchi saltare. Un’aquila vola
il mio grido, sto gridando perché mi son
in alto e le marmotte zampettano
chiuso un dito in un cassetto!
circospette... Amore, sei sicura che andiamo
bene per Rimini?
1. In tutte queste poesie quale tecnica narrativa utilizza l’autore per produrre effetti comici?
2. Prova, individualmente o in gruppo, a comporre delle poesie comiche alla maniera di Flavio
Oreglio. 39
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Paolo Villaggio
Un ristorante alla moda
Fantozzi, il protagonista del racconto che stai per leggere, vive situazioni tal-
mente assurde, tragiche che farebbero piangere se non facessero ridere.
Non c’era mai stato un caldo così. In ufficio non si respirava. Fan-
1. imperlata la fron- tozzi aveva il solco delle natiche bagnato e imperlata la fronte1, e
te: la fronte bagnata di Fracchia2 di fronte a lui faceva schifo e puzzava come una iena.
sudore.
2. Fracchia: collega Così quando arrivò la telefonata del vice-segretario centrale del me-
d’ufficio di Fantozzi. gadirettore conte Landi che gli ordinava di accompagnarlo alla
spiaggia per portare a Donna Landi, moglie del conte, mezzo etto di
prosciutto cotto, Fantozzi fece un ululato di gioia. Ma prese una go-
mitata terrificante contro uno spigolo di ferro acuminatissimo di un
armadio Trau Olivetti.
Quando passò a prenderlo a mezzogiorno il vice-segretario centrale
3. mugolava: borbot- era ancora sul pavimento che mugolava3 parolacce da competizione.
tava. Lo portarono ai bagni Lido con una centotrenta Fiat ad aria condi-
zionata. Lui era seduto davanti. L’aria condizionata usciva ringhian-
do da un portellino e gli sparava una sciabola di ghiaccio sullo sto-
maco. Il vice-segretario del megadirettore conte Landi disse: «Si sta
bene, però!». Lui fece cenno di sì sorridendo, ma solo con la faccia
perché non poteva respirare. La moglie del megadirettore Donna
Paola Landi era una donna con fama di gran simpatica, ma in realtà
era una perfida carogna e per di più odiosa.
Era una vecchiaccia di cinquantacinque anni tutta rifatta e rappez-
zata in cliniche francesi e tedesche, con un alito tremendo e con due
tiranti per gli occhi sotto il parruccone. Stava distesa in un lettino
4. solarium: terrazzo prendisole quasi nuda. Fantozzi entrò nel solarium4 molto imbaraz-
esposto al sole, adatto zato col pacchetto del prosciutto in mano. Era in cravatta e pesante
per praticare l’eliotera-
pia, metodo di cura me- spigato5 scuro. Grondava come se fosse entrato in sauna ed era an-
diante l’esposizione del cora sotto choc6 per la sciabolata dell’aria condizionata.
corpo nudo ai raggi so-
lari. «Venga Fantozzi», trillò la vecchia e gli offrì una mano piena di anel-
5. spigato: vestito di li pericolosi. Fantozzi si ferì la mano e si procurò un taglio al labbro
tessuto spigato che, nel tentando un baciamano contro un anello acuminato. «Mi spalmi un
disegno, per il suo in-
treccio diagonale, ri- po’ di “Bain de soleil”7 sulla schiena Fantozzi», disse il mostro lan-
corda il tracciato, a guidamente e gli alitò in faccia una fogna procurandogli una schia-
componenti oblique, di
una spiga.
rita ai capelli e alle sopracciglia.
6. sotto choc: profon- Fantozzi spalmava e la vecchia signora mugolò: «Ha le mani molto
damente sconvolto, delicate lei», e lo guardò negli occhi. La vecchia aveva gli occhi a
traumatizzato.
7. “Bain de soleil”:
mandorla tiratissimi dai cerotti sotto il parruccone. Ma col caldo un
espressione francese che cerotto cedette improvvisamente. A Fantozzi la vecchia si stava
significa «Bagno di so- smontando sotto gli occhi.
le». Qui è usato come
nome d’invenzione per Prima l’occhio destro, – una palla orrenda da rospo – poi l’occhio si-
una crema da sole pro- nistro, infine scivolò via la parrucca. Fantozzi fece l’atto di urlare dal
40 tettiva. terrore, ma lo sguardo severo del vice-segretario lo freddò sul posto.
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«Si segga», fece la vecchia e gli indicò una sdraio colorata. Lui rin-
graziò, la regolò e disse: «La vita è bella!», e si buttò a sedere con un
sospiro. Svenne quasi subito. Aveva lasciato diciotto dita della mano
nella trappola.
La vecchia disse: «Poverino, si è addormentato, lasciamolo riposa-
re». Lui ebbe degli incubi orrendi, sognò di essere San Giuseppe a
Nazareth; stava lavorando a un mobiletto e c’era vicino Maria che gli
sorrideva in stato di avanzata gravidanza e lui, per rispondere al sor-
riso di lei, si sbilanciò e si piallò nette tutte le dita delle mani.
Quando rinvenne in un bagno di sudore gli stavano fasciando le mani.
La vecchia disse: «Fantozzi, che caldo! Non ho più voglia di pro-
sciutto; avrei voglia invece di un buon ristorante con l’aria condi-
zionata!».
Lui si scaraventò a telefonare a Fracchia che si offrì di accompa-
gnarli al ristorante Giorgi, un ex ristorante di gran lusso ormai un
po’ decaduto ma con un buon condizionamento d’aria.
Erano le due di quel torrido pomeriggio quando entrarono da Gior-
gi in questa formazione: la vecchia, Pier Capponi, il piccolo cane
maltese odioso di Donna Landi, Fracchia e Fantozzi nei loro di-
sumani spigati scuri.
8. maître: termine fran- Venne loro incontro il maître8, Lorenzo, che aveva riconosciuto la
cese che significa «di- contessa: «Donna Paola, quale onore! Saranno quaranta anni che
rettore del ristorante».
non la vediamo!».
Fantozzi cercò di minimizzare. «Ma al massimo sarà dall’estate scor-
sa... che dico, una settimana... un giorno.»
«Caro Ugo», disse Donna Paola, «anche per me è un piacere rive-
dervi.»
Veramente il maître si chiamava Lorenzo, ma la vecchia lo chiamava
Ugo.
«Ugooo», trillò il mostro e Fantozzi prima con cenni disperati e poi
9. filet mignon: espres-
sione francese che si-
con un calcio a una tibia lo fece rispondere: «Sì? Comandi contes-
gnifica «piccolo filetto sa». «Un filet mignon9, Ugo», ordinò la contessa con un fil di voce e
di carne». Più propria- tono molto stanco.
mente il filetto è un lem-
bo di carne lungo e Lorenzo, il maître, si mise ritto a braccia aperte come un sacerdote a
stretto tagliato dal petto messa, poi batté le mani «Olè!», e fece una specie di veronica10 e ac-
di polli, tacchini, ecc. cese il fornello per cucinare il filetto. Sembrava un torero, si muove-
10. veronica: figura
della corrida nella qua- va con grande eleganza: «Oplà!», disse dopo aver battuto le mani e pre-
le il torero aspetta l’as- se al volo una bottiglia di cognac, poi «Olè», un pezzetto di burro, poi
salto del toro tenendo
la cappa aperta con tut-
alcuni comandi secchi: «Forchetta... coltellino... forchetta... bistu-
te e due le mani di fron- ri...». I clienti avevano smesso di mangiare ed erano tutti in piedi. «E...
te all’animale. le voilà11», disse «Ugo», e con una piroetta da ballerino di fandango12
11. le voilà: espressio-
ne francese che significa offrì il suo capolavoro alla vecchia. «Non è per me», fece la contessa,
«ecco fatto». «è per Pier Capponi», e indicò il cane odioso sotto il tavolo.
12. fandango: ballo an- Lorenzo, il maître, arrivato alla giacca nera, cioè al massimo della
daluso accompagnato
dal suono di nacchere carriera, dopo settanta anni di giacca bianca e quindici di giacca cre-
e chitarre. ma, si umiliò sotto il tavolo a tagliare il filetto a Pier Capponi. 41
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Saper fare
COMPRENDERE
1. Fantozzi si reca ai bagni Lido. Con chi e perché?
2. Come si svolge l’incontro di Fantozzi con Donna Landi?
3. Perché Fantozzi telefona a Fracchia?
4. Che cosa succede al ristorante Giorgi?
5. Come si conclude la vicenda narrata?
ANALIZZARE
6. Quali sono i personaggi principali del racconto?
7. Riferendoti al testo, completa la seguente tabella di descrizione di Donna Landi.
Caratteristiche ........................................................................................................................................................................................................................................
fisiche ........................................................................................................................................................................................................................................
Caratteristiche ........................................................................................................................................................................................................................................
comportamentali ........................................................................................................................................................................................................................................
8. Quali sono, secondo te, gli elementi che in questo racconto producono effetti comici?
(Indica con una crocetta le risposte esatte)
L’esagerazione nel presentare le situazioni. L’utilizzo della caricatura mettendo
Il ricorso a giochi di parole. in risalto, mediante l’esagerazio-
La presenza di equivoci. ne, alcune caratteristiche compor-
Il susseguirsi di situazioni comiche. tamentali dei personaggi, coglien-
L’introduzione di imprevisti, eventi inattesi, done i lati più ridicoli.
inaspettati che muovono alla risata. Il finale a sorpresa.
PRODURRE
10. Continuare il racconto
Ti invitiamo a continuare il racconto alla maniera di Paolo Villaggio. Quali altre disavven-
ture tragicomiche capiteranno al povero Fantozzi? Racconta.
11. Riflettere sulla propria esperienza
Ti è mai capitato di vivere una «situazione fantozziana»? Racconta.
12. Fantozzi al cinema
Hai visto qualche film con Fantozzi protagonista, interpretato dall’attore Paolo Villaggio?
Se sì, quale? Ti è piaciuto? Motiva la tua risposta. 43
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SAPER VEDERE
Il comico-umoristico nelle strisce
Ti proponiamo qui di seguito alcune strisce comico-umoristiche. Per ciascuna di esse, indivi-
dualmente o in gruppo, cerca di cogliere i «meccanismi» utilizzati dagli autori per farti ridere o
sorridere.
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(da Quino, Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?, Rizzoli, Milano, 2001)
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Luciano De Crescenzo
Il bello addormentato
1. cavaliere: titolo Il cavaliere1 Sgueglia è una persona precisa; ha quarantasei anni, è scapolo2
onorifico attribuito a e unitamente alla sorella, signora Rosa Sgueglia sposata Gallucci, tiene un
una persona che si è
distinta per particola- negozio di colori e ferramenta in via Torretta 282 a pochi passi dalla stazio-
ri meriti, specialmente ne di Mergellina3. Come vi dicevo prima, il cavaliere Sgueglia è una persona
nel campo del lavoro. precisa: da circa venti anni, ovvero dalla morte del padre buonanima, esce
2. scapolo: non spo- tutte le mattine alle otto e venti da casa, prende un caffè e una brioche da
sato. Fontana e alle nove in punto alza la saracinesca del negozio alla Torretta.
3. stazione di Mergel-
lina: stazione della cit-
Donna Rosa arriva con comodo per via del fatto che la mattina prima di
tà di Napoli. uscire deve avviare un marito al Comune e tre figli, tre scatenati, alla scuola
professionale. Arriva e si siede alla cassa, un occhio ai clienti e un altro ai
4. guagliuni: ragazzi, guagliuni4 per evitare che si fottano5 tutto il negozio.
in dialetto napoletano. All’una il cavaliere non esce, abbassa solo la saracinesca quasi fino a terra,
5. si fottano: si portino poi donna Rosa gli prepara un «primo»6 sul fornellino nel retrobottega e su-
via, rubino, in dialetto
napoletano. bito scappa a casa per sfamare i figli e il marito, mentre invece il cavaliere,
6. un «primo»: un pri- puveriello7, si fa una mezzoretta di sonno su di una brandina in mezzo a
mo piatto, una prima buatte8 di vernici, rubinetterie e rotoli di rete metallica.
portata; generalmen- La sera alle otto precise il cavaliere chiude il negozio e si avvia nel traffico di
te una pastasciutta o
una minestra.
via Posillipo dove, dopo una ventina di minuti, appena passata piazza San
7. puveriello: poveret- Luigi, si ferma in una traversa scura, un vicolo cieco9, parcheggia la macchi-
to, in dialetto napole- na, una millecento Fiat bicolore con i sedili ribaltabili, e si ritira a casa. Una
tano. cena semplicissima, quasi sempre la stessa e che ovviamente si prepara da so-
8. buatte: barattoli, in lo, un poco di televisione e poi a letto: Madonna mia grazie per oggi e per
dialetto napoletano. domani pensaci tu e poi Padre, Figliuolo e Spirito Santo e così sia.
9. cieco: privo di uscita.
Ora voi a questo punto direte: ma che storia è questa? E a noi che ce ne im-
porta del cavaliere Sgueglia che è preciso? Eh no, vi dico io! La precisione
del cavaliere è determinante per il fatto che vi sto per raccontare. E già per-
ché dovete sapere che questa giornata tipo del cavaliere Sgueglia è sempre
stata così, senza alcuna variazione da quasi venti anni: mai una sera al cine-
ma, che so io, da un amico, da un parente. Non visita e non riceve. Solo la
domenica, tutte le domeniche all’una, va a pranzo dalla sorella e poi di nuo-
10. Novantesimo mi- vo a casa: Novantesimo minuto10, il secondo tempo della partita, Carosello
nuto: titolo di una tra- e la Domenica sportiva.
smissione televisiva sul Ma veniamo a noi: giovedì scorso verso l’una e mezza di notte, quando sta-
calcio.
va ancora al primo sonno, il cavaliere viene svegliato dallo squillo continuo
del telefono. Ma chi sarà a quest’ora? Si alza e va a rispondere con la cer-
tezza della brutta notizia e infatti apprende dal cognato che la sorella, cioè
donna Rosa, si era sentita male: aveva avuto terribili dolori di pancia e il ma-
rito l’aveva portata all’ospedale Loreto da dove telefonava e dove con ogni
probabilità, appena fosse venuto il Professore, sarebbe stata operata di ap-
11. «quando mi vesto pendicite.
e vengo»: il tempo di
vestirmi e di venire. Il cavaliere dice solo «quando mi vesto e vengo11» e sempre mezzo stonato12
12. stonato: rintrona- dal sonno si veste alla meglio, esce di casa, scende nel vialetto dove ha la-
46 to, stordito. sciato la millecento, e non la trova. Anzi per essere precisi proprio al posto
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Verifica
dove ha lasciato la sua macchina trova un’altra macchina, coperta da un te-
lone scuro. Il cavaliere, che non ha ancora ripreso tutte le sue facoltà logi-
che, ci gira prima intorno e poi, cautamente, alza un lembo del telone e lì,
con massimo stupore, si accorge che, Gesù ma stessi sognando, sotto al te-
lone c’era proprio la macchina sua e che nella macchina dormiva tranquilla-
mente un uomo. Erano quasi tre anni che Gennaro Esposito, disoccupato,
tutte le sere alle undici e mezza si ritirava nella millecento del cavaliere Sgue-
glia. E approfittando della regolarità delle abitudini del cavaliere, Gennaro
non si limitava a ribaltare i sedili e a riposarsi, ma, aperta una grande valigia
che poi custodiva nel bagagliaio, tirava fuori tutto il necessario per prepa-
13. croscotto: cru- rarsi il «letto»: cuscino, coperte, lenzuola e sveglia sul croscotto13. La sveglia
scotto, pannello re- veniva messa alle sei e mezza perché a Gennaro piaceva essere mattiniero, si
cante gli strumenti di
guida e di comando di alzava e iniziava la messa a punto14 degli interni della vettura. Aveva con sé
un veicolo. persino uno scopettino per spazzolare eventuali tracce della sua presenza.
14. iniziava la messa a Be’ diciamo la verità: qualcosa la lasciava nella macchina ed era il proprio
punto: iniziava a siste- odore personale, ma ormai dopo tanti anni il cavaliere a quell’odore di Gen-
mare, riordinare. naro Esposito ci si era abituato e fin dall’inizio lo aveva preso per un odore
Fiat.
Ma torniamo alla nostra famosa notte: avevamo lasciato il cavaliere ammu-
tolito dalla sorpresa in contemplazione di Gennaro Esposito, disoccupato e
senza fissa dimora. Senza fissa dimora, si fa per dire, perché in effetti Gen-
naro una fissa dimora ce l’aveva ed era la millecento Fiat del cavaliere Sgue-
glia targata NA294082. Realizzato il fatto, il cavaliere, al massimo dello stupo-
re, sveglia con un urlo Gennaro che ancora più stupito di lui giustamente gli
chiede:
15. Cavaliè: Cavalie- «Cavaliè15, e voi che fate a quest’ora in mezzo alla strada?».
re, in dialetto napole- «Quella mia sorella si è sentita male e l’hanno portata all’ospedale Loreto.»
tano. «Ma chi? Donna Rosa? E che si è sentita?»
«Ma voi chi siete? Che fate nella macchina mia? Chi vi ha...»
16. mò: ora, adesso, in «Cavaliè, e mò16 adesso non state a pensare a chi sono io, piuttosto ditemi
dialetto napoletano. che sto in pensiero: donna Rosa come sta? Che si sente?»
«Ma non ho capito bene, pare che si tratti di appendicite, ma voi chi siete e
chi vi ha dato il permesso di...»
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«Cavaliere bello, e adesso non vi mettete a perdere tempo per sapere chi so-
no e chi non sono! Voi non vi dovete preoccupare per me, ho solo approfit-
tato qualche volta della vostra cortesia; piuttosto pensiamo a donna Rosa che
non si sente bene, dove avete detto che l’hanno portata?»
«All’ospedale Loreto.»
«Benissimo, mò vi accompagno.»
«Ma come mi accompagnate, io non capisco.»
«Cavaliè, voi adesso vi sentite un poco confuso e io vi capisco: lo sbatti-
mento, vi hanno svegliato in mezzo al sonno e poi giustamente state in pen-
siero. Ma mò non vi preoccupate, che qua ci sta Gennaro vostro che non vi
lascia. Io, consentitemi, mi sento di famiglia.»
«Come di famiglia?»
«E sì, cavaliere mio, io vi DEBBO accompagnare!»
Il cavaliere e Gennaro passarono la notte insieme all’ospedale Loreto. Gen-
naro fu di grande conforto e il cavaliere lo presentò come «un coinquilino»
di via Posillipo. Insieme scelsero il chirurgo a cui affidare l’appendice di
17. fantomatici: fan- donna Rosa e insieme attesero trepidanti la felice conclusione dell’interven-
tastici, misteriosi. to. Salutandosi il cavaliere si fece promettere sui fantomatici17 figli dichiara-
18. coupè: automobi-
le chiusa di tipo spor-
ti da Gennaro che mai più avrebbe utilizzato la sua macchina come camera
tivo a due porte e due da letto. Comunque, a ogni buon conto e malgrado i solenni giuramenti, il
posti. cavaliere adesso si è venduto la millecento e si è comprato un coupè18.
(da Così parlò Bellavista, Mondadori, Milano, 1986, rid.)
Età ................................................................................................................................................................................................................................
Professione ................................................................................................................................................................................................................................
Caratteristiche ................................................................................................................................................................................................................................
comportamentali ................................................................................................................................................................................................................................
3. Un giovedì, verso l’una e mezza di notte, il cavaliere Sgueglia viene svegliato dallo
squillo continuo del telefono. Quale notizia apprende e da chi?
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4. Qual è la reazione del cavaliere Sgueglia nel vedere un uomo dormire tranquilla-
mente nella sua macchina?
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Verifica
5. Chi è Gennaro Esposito?
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Da circa tre anni che cosa fa tutte le sere alle undici e mezza?
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Gennaro: ................................................................................................................................................................................................................................................................................
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9. Secondo te, la scelta da parte dell’autore di introdurre nella narrazione termini dialet-
tali napoletani: (indica con una crocetta la risposta esatta)
accresce la comicità delle situazioni
contribuisce a rendere più verosimili fatti che sfiorano l’assurdo
10. Per ciascuna delle seguenti frasi spiega il significato dei termini evidenziati.
■ «... ci gira prima intorno e poi, cautamente, alza un lembo del telone...»: .................................
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B DOPO L’ASCOLTO
1. Dov’è ambientato il racconto?
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2. In quale caso il nonno da bar è completamente suonato? (Indica con una crocetta la
risposta esatta)
Quando guarda la televisione girato, di spalle.
Quando guarda la televisione spenta e ride ugualmente.
Quando guarda la televisione e piange.
3. Il nonno da bar: (indica con una crocetta le risposte esatte)
indossa sempre giacca e cravatta
ha una cravatta vecchia e sporca di sugo e di sigaro toscano
non fuma mai
non spegne mai il sigaro
è molto furbo, scaltro
è pieno di ingenuità e di catarro
4. Per evitare che cosa i clienti del bar si mettono in salvo dietro il banco o sugli alberi?
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Verifica
6. Quale comportamento assume quando guarda la televisione?
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9. Gli effetti comici di questo racconto derivano soprattutto dal fatto che l’autore:
introduce imprevisti, eventi inattesi, inaspettati
presenta situazioni paradossali, del tutto contrarie alla norma, al buon senso
utilizza la tecnica narrativa della caricatura; mette cioè in particolare risalto,
mediante l’esagerazione, alcune caratteristiche comportamentali
del personaggio, cogliendone i lati più ridicoli
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