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Protrusione
Dolore
Sanguinamento
Secrezione mucosa
Sensazione di evacuazione incompleta
Difficoltà con l’igiene perianale
Deformità cosmetica
Le emorroidi sono classificate in emorroidi interne od esterne a seconda dei rapporto con la
linea dentata che si trova circa 2 cm cranialmente al margine anale e divide il canale anale in
due parti: la parte superiore rivestita da mucosa colonnare e la parte inferiore rivestita da
epitelio squamoso. Se le emorroidi si trovano al di sopra della linea dentata vengono definite
interne; se si trovano al di sotto della linea dentata vengono definite esterne.
Le emorroidi interne possono essere ulteriormente classificate in base al grado di prolasso in
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compatibili con la patologia emorroidaria ed esame clinico positivo per emorroidi non
necessitano di ulteriori esami. Viceversa nella tabella II sono indicati i criteri per un o studio
completo del colon mediante pancolonscopia o clisma opaco.
Età >50 anni senza precedente esame eseguito negli ultimi 10 anni
Età >40 anni con singolo familiare di I grado affetta da carcinoma colo rettale o adenoma
diagnosticato dopo i 60 anni senza precedente esame eseguito negli ultimi 10 anni
Età >40 anni con 2 o più familiari di I grado affetta da carcinoma colo rettale o adenoma
diagnosticato dopo i 60 anni senza precedente esame eseguito negli ultimi 3-5 anni
Sangue occulto fecale positivo
Anemia sideropenia
L’approccio al trattamento dipende dai sintomi del paziente e dal tipo di patologia
emorroidaria.
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Farmacologico: un eventuale trattamento farmacologico, se necessario, non deve mai essere
disgiunto dai provvedimenti dietico-comportamentali appena menzionati. Le numerose
preparazioni ad uso locale in commercio sono a base di cortisonici e anestetici locali
associati fra loro e con altre sostanze ma sono per lo più terapie empiriche. I cortisonici
leniscono l’infiammazione, il prurito e l’edema. Gli anestetici vengono associati per
alleviare il dolore, ma l’applicazione prolungata può indurre sensibilizzazioni. Alcune
formulazioni contengono Sali di Bismuto sulla base della presunta azione astringente della
sostanza. Altre preparazioni topiche contengono eparinoidi e rutosidi che risultano meno
efficaci rispetto alle preparazioni a base di cortisonici. In linea generale, le pomate sono
preferibili alle supposte. In caso di fallimento ripetuto dei provvedimenti dietico-
comportamentali e farmacologici, si dovrà ricorrere a trattamenti alternativi o chirurgici.
legatura elastica: efficace nell’emorroidi interne o che prolassano durante l’ evacuazione (I,
II e III grado). Il trattamento risulta efficace nel 65-85% dei pazienti con emorroidi di I e II
grado. Brevemente in posizione di Sims si procede sotto visione anoscopica a legatura di
gavoccioli situati 2-3 cm al di sopra della linea dentata.. Un piccolo anello elastico è messo
alla base dell’emorroide, impedendo il suo flusso sanguigno. L’emorroide e l’elastico
cadono spontaneamente in alcuni giorni e la ferita di solito guarisce in una o due settimane.
La procedura viene eseguita in ambulatorio. Solitamente e’ opportuno trattare più gavoccioli
in diverse sedute ambulatoriali. Il paziente deve essere accompagnato alla visita. E’
necessario un consenso informato alla procedura.
Le complicanze sono molto rare tra queste il più frequente e’ il dolore (2%), seguito da
reazioni vasovagali, emorragia a distanza (<1%).
Chirurgica. Il trattamento chirurgico rappresenta il trattamento più efficace per tutti i gradi
di emorroidi. Circa il 5-10% dei pazienti affetti da emorroidi necessita di intervento
chirurgico.
Il trattamento delle emorroidi esterne e’ indicato se i sintomi richiedono intervento d’
urgenza o se il trattamento medico fallisce con persistenza e cronicizzazione dei sintomi.
Le indicazioni chirurgiche al trattamento di emorroidi interne sono:
1. Pazienti nei quali e’ fallito l’ approccio medico;
2. Pazienti con patologia emorroidaria sintomatica ed altre patologie anorettali benigne
quali fistole, ragadi, papille ipertrofiche o stenosi che richiedono terapia chirurgica;
3. Pazienti con emorroidi III e IV grado con o senza componente sterna, includendo perciò
pazienti con emorroidi prolassate non più riducibili, pazienti con tendenza a trombosi
emorroidarie ricorrenti, ma anche pazienti con ripetuti episodi di sanguinamento difficili
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da controllare farmacologicamente e pazienti ad alto rischio con anemia secondaria al
sanguinamento da emorroidi;
4. Pazienti sintomatici che chiedono l’intervento chirurgico come primo approccio al osto
del trattamento conservativo.
L’ intervento viene eseguito in elezione nella maggior parte dei casi. Raramente e’ indicato
un intervento d’ urgenza.
Il sanguinamento acuto non controllabile con terapia medica o compressiva e la trombosi
emorroidaria sono indicazioni al trattamento chirurgico d’ urgenza. La necessità di
intervento per sanguinamento acuto e’ molto rara. La trombosi si manifesta con l’
insorgenza di violento dolore e la presenza di una tumefazione anale con un picco dopo 48
ore che si mantiene per 2-3 giorni per poi ridursi gradualmente. In questo caso preferiamo
iniziare un trattamento medico associato ad impacchi di ghiaccio con o senza drenaggio dei
coaguli per favorire la remissione dei sintomi. Il paziente verrà poi controllato a distanza di
3 giorni e, se e’ presente un significativo miglioramento dei sintomi si procederà a
programmare un intervento chirurgico in elezione. Tuttavia se, entro 72 ore, non si verificato
un significativo miglioramento della sintomatologia procediamo immediatamente ad
intervento di emorroidectomia. Se il dolore e’ fortissimo e non controllabile con la terapia
medica o se è presente erosione al di sopra del coagulo la terapia migliore è l’escissione
dell’ emorroide esterna trombizzata che può essere eseguita in ambulatorio in anestesia
locale.
Valutazione pre-trattamento: tutti i pazienti da sottoporre ad intervento chirurgico devono
aver eseguito una visita specialistica come precedentemente indicato.
La continenza anale deve essere valutata mediante uno score affidabile prima di un
intervento chirurgico.
L’intervento può essere eseguito in elezione e quindi in regime di ricovero diurno (Day
Surgery), giornaliero (One day surgery) od ordinario ovvero in urgenza. In tutti i casi e’
necessario un videat anestesiologico. I pazienti con un ASA score superiore a III non sono
idonei al regime di ricovero diurno. Tutti i pazienti in terapia anticoagulante o
antiaggregante devono sospendere/sostituire la terapia in atto almeno 5 giorni prima dell’
intervento qualora possibile. Gli esami ematochimici necessari sono: emocromo con
formula, elettroliti, prove di funzionalità epatica, e prove di coagulazione. Il work-up
preoperatorio prevede un elettrocardiogramma ed una radiografia del torace in pazienti al di
sopra dei 50 anni o con patologie respiratorie.
L’intervento può avvenire in anestesia locale, loco-regionale (mediante iniezione di
anestetico in regione lombosacrale), associata, se necessario, a sedativi, in alternativa ed in
situazioni particolari, può essere impiegata l’anestesia generale.
Le tecniche convenzionali sono la emorroidectomia aperta sec Milligan/Morgan e quella
chiusa secondo Ferguson. Entrambe storicamente valide con ottimi risultati a distanza per
emorroidi di II, III e IV grado. Secondo la nostra esperienza le due tecniche sono equivalenti
intermini di complicanze postoperatorie e risultati a distanza sebbene il dolore
postoperatorio sia maggiore nella prima settimana dopo Milligan/Morgan.
L’ emorroidopessi mediante l’ utilizzo di una suturatrice circolare consente l’ escissione di
un anello di mucosa a circa 2-3 cm dal peduncolo delle emorroidi determinando un anopessi
e l’ interruzione del flusso verso i gavoccioli sottostanti. La successiva fibrosi cicatriziale a
livello della rima anastomotica ancora stabilente la mucosa. Poiche’ il sito chirurgico è
localizzato lontano dalla zona innervata il dolore postoperatorio e’ minore con un più veloce
ritorno alle attività quotidiane rispetto alle tecniche convenzionali.
Una ulteriore tecnica (THD) consente una legatura del ‘peduncolo’ vascolare delle
emorroidi mediante utilizzo di un doppler. In questa maniera non si asportano le emorrodi
ma si procede ad una legatura raffinata ed a una mucopessia senza taglio.
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