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20
Prudence Jones
Nigel Pennick
postfazione
Alessandro Testa
?
O DOVA
Titolo originale
Odoya srl
Via Benedetto Marcello 7 - 40141 Bologna
www.odoya.it
Indice
Note 30 1
Bibliografia 317
Mappe 33 1
Indice dei nomi 333
I.
Paganesimo vecchio e nuovo
sto", consideravano coloro che non seguivano la loro religione come meri
casalinghi, pagani. Questo uso non sembra essere sopravvissuto a lungo
fuori dalla comunità cristiana. Nel IV secolo, "pagano" era tornato vicino
alla radice del significato e veniva usato in modo non polemico per descri
vere chiunque adorasse lo spirito di una certa località o pagus.1
Il nome sopravvisse anche quando le sue origini furono dimenticate e
sviluppò una modificazione nell'uso, riferendosi alle grandi civiltà classi
che della Grecia, di Roma, della Persia, di Cartagine ecc. I primi scrittori
cristiani composero diatribe "contro i pagani" , riferendosi a Platone, Porfi
rio, Plutarco, Celso e altri predecessori o contemporanei. Molto più tardi,
quando la letteratura classica riemerse nel Rinascimento europeo, i lettera
ti del tempo scrissero saggi sulla filosofia pagana, e per il XIX secolo si era
stabilito un uso della parola come sinonimo di "classico" . All'inizio del XX
secolo, il circolo letterario di D . H . Lawrence "I Pagani" traeva ispirazione
dalla Grecia e da quella che egli definì successivamente la «grande, antica
visione pagana, prima che l'idea e il concetto della personalità rendessero
tutto così piccolo e angusto com'è ora» .2
La terminologia di Lawrence ha connotazioni più vicine all'uso con
temporaneo, in cui "pagano" viene riutilizzato nel suo significato origi
nario per descrivere una religione che venera la natura, che si propone di
mettere la vita umana in armonia con i grandi cicli scanditi dal ritmo delle
stagioni. Ci atterremo qui a questa convenzione, usando la parola "pagane
simo" per riferirei, in generale, a tradizioni spirituali indigene che venerano
la natura e, in particolare, a quella europea, riproposta sotto questo nome
dai seguaci suoi contemporanei. Le religioni pagane in questo senso hanno
in comune le seguenti caratteristiche:
sono politeistiche, riconoscono una pluralità di entità divine che pos
sono essere o meno un'incarnazione o altri aspetti di una unità/dualità/
trinità ecc. sottostante.
vedono la natura come una teofania, una manifestazione della divinità,
non come una sua creazione.
riconoscono il principio divino femminile, chiamato la Dea (con la D
maiuscola per distinguerla dalle molte dee particolari) , alla pari o al
posto del principio divino maschile, il Dio (nel corso del libro si usa
la parola "dio" esclusivamente per riferirsi a divinità maschili, non alla
sorgente o all'essenza divina stessa) .
Paganesimo vecchio e nuovo Il
Menzionano una varietà di dee, alcune conosciute dal periodo greco, come
Era e Atena, e altre che risultano sconosciute negli scritti successivi.
A quei tempi molti popoli del vicino Oriente, un'area con cui Creta
aveva rapporti commerciali, adoravano dee simili a quella che sarebbe stata
la Grande Madre, ognuna accompagnata da un consorte maschile che era
nominato ma mai ritratto, un dio celeste di fulmini e tempeste. Ne sono
esempi i siriani Atargatis e Ramman e, naturalmente, i canaaniti Asherah
e Baal, contro il cui culto si mossero i profeti israeliti del dio rivale Jahvè. 3
Una doppia ascia simile a quella degli dèi celesti del vicino Oriente appare
anche nell'arte cretese, ma qui la si trova sempre nelle mani di una don
na, una dea, presumibilmente, o la sua sacerdotessa. Il suo nome cretese
è labris, e pare che abbia dato il nome al labirinto, casa del mostruoso
Minotauro, metà uomo e metà toro. Nella terra di Canaan del IX secolo,
Asherah, rappresentato non da un'immagine umana ma da un albero o da
un pilastro, aveva un toro come animale sacro, il toro che è menzionato
dai profeti di Jahvè nell'Antico Testamento come il vitello d'oro. È erede
di una lunga tradizione di immagini di toro risalente alla çatal Hiiyiik del
settimo millennio a.C., la quale a sua volta era senza dubbio frutto dell'ere
dità dell'Egitto, in egual modo un attivo partecipante nella rete di scambi
commerciali e politici del Mediterraneo orientale. È su questo sfondo di
forme divine e immagini sacre che devono essere viste le corna del toro, i
suoi sacrifici e il dio toro della Creta leggendaria.
L'epiteto della dea greca Era, dagli occhi bovini, può inoltre ricordare la
dea cretese e le sue contemporanee del vicino Oriente. La sua immagine di
culto a Samo era una tavola e ad Argo un pilastro, anche decorato con ghir
lande e gioielli, che nella sua forma originaria ricordava quello di legno di
Asherah. I templi più antichi nella cultura greca (datati a partire dall'800
a.C.) furono costruiti per ospitare le immagini sacre di questa dea, il che
può significare che fosse la divinità più importante del tempo, o magari
che la sua immagine fosse ritenuta più bisognosa di protezione.4 Più tardi,
nel primo secolo della nostra era, Luciano, descrivendo l'adorazione della
Grande Madre Atargatis in Siria, chiama la dea Era e il suo consorte, il dio
celeste Ramman, Zeus. Tali frequenti resoconti e immagini della regina
degli immortali, il suo pilastro, il suo bovino e il suo consorte, il dio ani
conico delle tempeste e, in Grecia e Asia, dei fulmini o, a Creta, del mare
e dei terremoti, sono difficili da ignorare. Questo dio tempesta - Baal,
Ramman, Poseidone, Zeus - non è un figlio maschio della Grande Madre,
l greci e il Mediterraneo orientale 17
Sigillo cretese che mostra due figure femminili, forse dee o sacerdotesse, con il consueto simbolo
della doppia ascia, il sole e la luna
lebrazione solenne degli eventi rituali, come avviene per la pratica corale
greca in seguito? O si danzava con lo scopo di procurarsi uno stato d'estasi
funzionale alla visione delle divinità, come avrebbero fatto successivamen
te i seguaci di Dioniso? Non ci è dato saperlo.
Un'altra dea cretese di cui abbiamo informazioni (cfr. Odissea, XIX, 188)
è Eileitia, la cui caverna fu rinvenuta ad Arnnissos, vicino Knosso. Al suo
interno c'erano frammenti di ceramiche databili dal neolitico al periodo
romano. Eileitia era la dea greca della nascita e la sua caverna è un luogo
interessante. All'ingresso c'è una formazione rocciosa simile a un ventre
sdraiato con un grande ombelico. Da dietro sembra una figura seduta e
vicino c'è una piscina di acqua minerale, una sorgente di guarigione. In
mezzo alla grotta c'è una stalagmite che ricorda chiaramente una figura
femminile, anche se la sua sommità (la testa) è stata rotta. È circondata da
un muro basso con un blocco di pietra di fronte che potrebbe essere servito
come altare. La stalagmite è diventata liscia da quanto è stata toccata. Si
tratta di un luogo sacro in cui la venerazione sembra essere stata continua
tiva durante tutto il periodo di presenza dell'uomo.5
Un altro luogo in cui si veneravano le divinità erano le cime delle mon-
I greci
Dopo la caduta dei micenei la storia tace per oltre quattrocento anni
finché non furono composti i poemi di Esiodo e Omero e finché non ri
masero impressi nelle scritture i nomi e la natura delle divinità olimpiche.
I nomi di queste dodici divinità e le storie delle loro liti familiari, per come
sono state raccontate da Omero e altri poeti, sono diventate patrimonio
l greci e il Mediterraneo orientale 2!
Sacrificio e santificazione
Il luogo principale per onorare una divinità era l'altare all'aria aperta.
I primi santuari includevano un edificio coperto da un focolare circolare
all'interno, come quello rinvenuto in alcuni luoghi a Creta (Dreros e Pi
nias) e presso l'oracolo di Apollo a Delfi. Il focolare domestico rimaneva
sacro, era dedicato a Estia e il capofamiglia faceva offerte rituali come parte
della vita domestica. Plutarco nel suo Quaestiones Graecae (296 F) descrive
come ad Argo il braciere di una casa in cui era morto qualcuno venisse
spento e, dopo il periodo di lutto, venisse riacceso con un sacrificio usando
il fuoco del braciere. A un certo punto dell'età buia, però, il braciere fu
sostituito dall'altare sopraelevato all'esterno, intorno al quale restavano in
piedi i celebranti mentre si offriva il sacrificio.
l greci e il Mediterraneo orientale 25
La signora delle cose selvagge, dipinto su un'anfora della Beozia, 750-700 a.C.
Nei santuari collocati sulle montagne a Creta, databili a prima del 1 700
a.C., ci sono depositi di strati di cenere con ossa di animali e ceramiche vo
tive, talvolta oggetti metallici. Non c'è modo di sapere se i presunti sacrifici
bruciati in quei luoghi stessero a simboleggiare un pasto rituale consumato
con gli dèi secondo quella che sarà poi la modalità greca, o se si trattasse di
un olocausto, come i rituali di Artemide a Patrasso ai tempi greci, descritti
da Pausania (VII,l8, 1 2) , in cui l'altare era circondato da ceppi di legno
verdi con piante rampicanti su cui le sacerdotesse vergini sarebbero arrivate
trasportate da un carro trainato da cervi:
che erano state imprigionate, lottare per evitare le prime fiamme e fuggire
con una forza bruta. Ma coloro che li avevano messi lì li rilanciavano nel
fuoco. Non ricordo di nessuno che sia stato ferito dalle belve selvagge.
Una storia simile si ripete all'inizio dell'era comune con Luciano nel
suo resoconto pseudoantico del culto di Atargatis (Era) in Siria (De Dea
Syria 49):
26 Storia dei pagani
il più grande tra i festeggiamenti che conosco si tiene all'inizio della pri
mavera. Alcuni lo chiamano la Pira, altri la Torcia. In questo evento il
sacrificio si svolge come di seguito. Dopo aver abbattuto grandi alberi e
averli sistemati nel cortile, si portano anche capre e pecore e altri animali
del gregge da appendere agli alberi. Portano anche uccelli e indumenti ol
tre che manufatti in oro e argento. Quando tutto è pronto, portano le vit
time intorno agli alberi e danno loro fuoco, finché non si consumano.
cara su un altare ad uso della divinità che vi presiedeva, può essere visto nel
contesto del sacrificio senza fuoco di latte, olio e miele, nell'ambito della
condivisione di un pasto con le divinità, dal momento che si versava sempre
la prima coppa di una festa serale come libagione e che in altre situazioni
si chiedeva alla divinità di accettare la libagione ed entrare in sintonia con
l'essere umano che la stava versando. Anche durante i sacrifici di sangue, il
liquido si faceva schizzare sull'altare. Platone narra nel Crizia che nell'antica
Atlantide (che può essere stata la Creta minoica) si faceva sgorgare il sangue
dei tori sacrificati nel tempio sulla colonna su cui erano incise le leggi che
governavano l'isola, date da Poseidone ai suoi fondatori.
Dalla pratica fondamentale del sacrificio proviene un'enfasi di respon
sabilità sociale: di condivisione di ciò che si possiede con le persone e con
gli immortali. I.:atto cerimoniale di versare liquidi, inoltre, santifica un
luogo, che si tratti della terra stessa, dell'altare o dell'onfalo. I.:altro tipo di
sacrificio è una risantificazione, l'aggiustamento di uno sgarro, un'alterna
tiva alla punizione che il fato altrimenti infliggerebbe. Invochiamo questo
tipo di giustizia retributiva anche oggi quando facciamo un giuramento
attraverso oggetti sacri, invitando i poteri divini a farci venire un accidente
se non dovessimo mantenerlo.
Il greco antico mentre pronunciava un giuramento stava in piedi sulla
carcassa smembrata del suo animale sacrificale e si offriva alla stessa sorte
di distruzione se avesse infranto la sua parola. Cerimonie del genere hanno
un effetto psicologico potente sia conscio che inconscio. Forse le antiche
cerimonie di liberazione erano efficaci nell'esorcizzare maledizioni interi o
rizzate. Eschilo, ovviamente, ci dice nella sua Oresteia (45 8 a.C.) come alla
fine gli ateniesi abbiano rimpiazzato il fardello della colpa, che non aveva
favorito nessuna liberazione in Oreste e che lo guidava senza frutto da
una luogo all'altro, con l'autorità della legge, in cui i leciti castigatori sono
esonerati dal doversi vendicare, il criminale è purificato dalla punizione e
così il ciclo della vendetta si interrompe. I vecchi rituali, perciò, potevano
essere modificati.
Il luogo e la dea
è presente l'oracolo) , o da
una pietra chiamata onfalo
o ombelico. Abbiamo già in
contrato la pietra a forma di
ombelico nella grotta di Elei
tia a Creta ma l' onfalo greco
classico è un oggetto molto
più elaborato. Si tratta di
una pietra a forma di cupo
la alta circa un metro, spesso
accuratamente intarsiata, ed
era luogo tipico per le liba
gioni e altre offerte. Lonfalo
originale a Delfi, che esiste
ancora, è una pietra non la
vorata che riporta l'inscri
zione "Ge" , probabilmente
un'immagine iconica della
dea della terra Ge-Themis
Oresteia, vaso dalla Magna Grecia che mostra il
(Gaia) . Le pitture sui vasi
giudizio di Atene su Oreste
mostrano onfali drappeggia-
ti da nastri, fili incrociati, di
lana, che costituivano la forma tipica di sacrificio delle prime tosature delle
pecore, ma che successivamente diventarono le decorazioni della vittima
sacrificale e, quindi, dei veggenti o di chiunque si "abbandonasse" al volere
degli immortali. Lonfalo appare spesso nelle pitture vascolari con una figu
ra femminile gigante da un lato che si erge dalla terra. È un attributo della
dea della terra. A volte la figura è chiamata Ge (terra) , a volte Pandora o
Aneisidora (donatrice dei doni della terra) , e altre volte Meter (madre) .
In molti santuari prima di offrire sacrifici alle altre divinità, era previsto
che se ne facesse innanzi tutto uno alla terra. Eschilo, nelle Eumenidi, vuole
che la sacerdotessa presso l'altare di Apollo a Delfi inizi la sua preghiera
con le parole:
e poi Temi
che per seconda fu sul seggio della madre profeta,
come dice la storia sacra. La terza
fu un'altra figlia della Terra, Febe
che prese il posto di Temi senza violenza:
nel giorno gioioso del suo genetliaco
Febe ne fece dono a Febo, ch'ebbe, da lei,
il nome. (trad. di P.P. Pasolini)
ed alla Terra
che produce ogni cosa e la nutrica,
ed il rigoglio poi ne riassorbe. (trad. di E. Romagnoli)
pare che i fedeli alla fine delle cerimonie guardassero prima il cielo urlando
«piovi!)), poi la terra gridando «sii feconda!)) . A Olimpia, nel santuario di
Era e Zeus, vi era una fenditura nel suolo nella quale veniva versata una
libagione prima di ogni sacrificio.16
Pare che ci fosse poi una basilare e apparentemente antica venerazione
della terra stessa che continuava parallelamente ai nuovi culti e che si dif
ferenziava nei culti di certe dee, in particolare Demetra e Kore (Persefone) ,
Pandora e Aneisidora. I simboli della terra erano la fenditura, la stanza
sotterranea o megaron (a Eleusis) , e l' onfalo, entrambe rappresentazioni
dell'anatomia femminile. Vale la pena di sottolineare, comunque, che non
tutte le dee sono dee della terra. In Grecia queste ultime erano divinità
del mondo sotterraneo piuttosto definite, di prosperità e distruzione. Allo
stesso modo non tutti gli dèi sono dèi celesti.
l greci e il Mediterraneo orientale 33
Gli oracoli .
Le dee e gli dèi greci parlavano attraverso i loro seguaci per mezzo di
trance e ispirazione. Inizialmente si pensava che la religione classica fosse
costituita da osservanza esteriore, andare ai festival e rispettare i sacrifici
prescritti, 17 ma ciò è chiaramente falso. Gli dèi e le dee apparivano a singoli
individui nei sogni o durante voli sciamanistici di visioni interiori; appari
vano in visione a intere armate e folle; e fin dai primi tempi c'erano oracoli
stabili in santuari permanenti, ruolo ricoperto da veggenti professionisti,
cosa ancora valida in un paese "pagano" contemporaneo come l'India. Le
divinità del mondo antico erano attive anche nelle vite interiori delle per
sone. Il santuario di Zeus a Dodona, nel cuore del territorio dei mitici
dori e configuratosi l'oracolo più antico, era di tipo classico: con l'albero.
Fu fondato in un'antica foresta di querce intorno all'VIII secolo a.C. da
una sacerdotessa missionaria egiziana di Tebe.18 In una radura si ergeva un
unico albero di quercia che lei aveva identificato come sacro. Ai suoi piedi
vi era una sorgente intermittente, e tra i suoi rami vivevano tre colombe
(secondo Esiodo) o tre sacerdotesse chiamate colombe, che entravano in
uno stato di estasi e profetizzavano senza ricordare cosa dicevano.19 Ab
biamo già visto i danzatori che ricevevano visioni di una dea al santuario
dell'albero a Creta, perciò questa pratica risulta familiare.
Gli oracoli a volte crescevano intorno alle sorgenti. Presso l'oracolo di
Apollo a Mileto la sacerdotessa sedeva con i piedi nell'acqua della sorgente
e respirava i vapori per entrare in trance. Nell'oracolo dello stesso dio a
Klaros, per avere lo stesso effetto, il sacerdote beveva l'acqua. A Delfi la
sacerdotessa si immergeva nell'acqua prima di profetizzare. Loracolo dei
morti a Ephira aveva due fiumi, chiamati Acheronte (pena) e Kokytos (la
mento) , a richiamare i due fiumi dell'Ade. Anche un sacrificio di sangue
presso il santuario di un antenato locale, come ad esempio quello di Odis
seo alla tomba di Tiresia descritto nell' Odissea (XI,23 ss.) , poteva attrarre
gli spiriti dei morti affinché potessero essere consultati. In questo caso non
era il veggente ma gli spiriti ad essere estasiati dal liquido, perciò c'è la pos
sibilità che le due procedure fossero in effetti completamente estranee.
Presso l'Apollo di Mileto la profetessa si sedeva su un axon accanto
alla sorgente sacra. Questo termine indica letteralmente un "asse" ma a
quel tempo veniva usato per riferirsi alle assi del cielo. Perciò la profetessa
sedeva simbolicamente al centro del mondo. Analogamente, a Delfi, la
34 Storia dei pagani
Si bilia sedeva su un treppiedi vicino all' onfalo, nella parte affossata po
sta in fondo all'interno del tempio. Anche l' onfalo era visto come centro
del mondo, come ci narra Platone («Apollo siede al centro sull'ombelico
della terra») /0 ma contrariamente all'asse di Mileto che era aperto al cielo
e presumibilmente puntava alla stella polare, l' onfalo era posizionato in
un contesto di oltretomba. Delfi, secondo Eschilo, era originariamente un
santuario alla dea terra, perciò la tradizione della profezia deve essere conti
nuata alla veneranda maniera, con riferimento all'oltretomba, non all'asse
dei cieli. La tradizione della veggenza per consultare gli spiriti dell'aldilà
al centro dell'universo fu portata avanti dagli etruschi (cfr. capitolo III) ,
che si pensa siano emigrati in Italia dal Mediterraneo orientale e abbiano
gettato le fondamenta della cultura romana.
Lalbero, al contrario, è un'immagine dell'asse celeste: il polo dei cieli
marcato dalla stella del Nord, intorno alla quale sembra che rivoluzionino
le costellazioni. Gli alberi che contraddistinguono certi santuari - la quer-
Un oracolo a Delfì
I greci e il Mediterraneo orientale 35
I templi e le immagini
Sviluppi successivi
Gli etruschi
sare che siano stati preceduti, come in altre culture, dalla Grecia alla (come
vedremo) Norvegia, da altari all'aria aperta circondati da un muro. Uno di
questi altari esiste ancora a Marzabotto. Il tipico tempio etrusco, però, era
quasi quadrato, leggermente più profondo che largo, con la parte anteriore
caratterizzata da un'elaborata serie di colonne, dai lati e dalla parte poste
riore molto semplici (contrariamente ai templi greci che erano aperti con
colonne su tutti i lati) e da un interno con tre compartimenti o cellae per
una triade di divinità. A volte c'era soltanto una cella con un'ala su uno dei
lati. I muri e il tetto erano generalmente fatti di legno e non di pietra, con
i cornicioni decorati da immagini di terracotta dipinte in colori brillanti.
Di fronte al tempio si ergeva un altare e l'intero recinto era racchiuso da un
muro. Alcune delle divinità etrusche pare che fossero specifiche della loro
cultura, tuttavia molte erano prese in prestito dalla Grecia. Tre importanti
divinità etrusche erano Tinia, il dio dei confini e del diritto agrario (con
siderato un antenato del leggendario Tages) , Uni, la dea del dominio che
brandiva uno scettro e Menrva, dea delle capacità pratiche, patrona degli
artigiani. Il nome Tinia è etrusco ma i romani identificarono questo dio
con Giove, la loro versione del dio celeste indoeuropeo. Si riteneva che Ti
nia avesse istituito il diritto agrario sacro. Uni è una dea italica che condi
vide il nome e la natura con la Giunone romana; Menrva è un'altra divinità
italica conosciuta a Roma come Minerva. Queste tre divinità riempivano le
tre cellae nel tempio centrale della Repubblica romana, il tempio di Giove,
che si presuppone sia stato voluto dal re etrusco Tarquinio Prisco intorno
al 600, costruito sul colle Capitolino alla fondazione della Repubblica nel
509 e sopravvissuto finché la sua infrastruttura bruciò nell'83 a.C.
Secondo Varro,6 il capo degli dèi per gli etruschi non era Tinia ma Vol
tumna o Veltuno, il cui altare era vicino a Volsinii, nei cui pressi i membri
dell'originaria Lega dei dodici si incontravano annualmente per dar luogo
alle cerimonie tradizionali, tra cui dei giochi e una fiera, e per stabilire
principi di legge e organizzazione. Questa celebrazione cadde in disuso
nei giorni del declino dell'Etruria, ma fu successivamente recuperata pro
babilmente dall'imperatore Claudio e continuò per tutto il IV secolo d.C.
durante il regno dell'imperatore cristiano Costantino. Anche la dea Nortia,
chiamata Arthrpa sull'orma del greco Atropos, aveva un tempio a Volsinii.
Sul suo muro gli ufficiali etruschi di alto rango avrebbero inciso una tacca
a ogni festival annuale. I..:accumulazione di queste tacche, una all'anno,
mostrava il passaggio delle ere, e si pensava che la vita della civiltà etrusca
48 Storia dei pagani
sarebbe finita quando il muro fosse stato coperto. C'era una dea dal fato
implacabile, chiamata Vanth, che negli affreschi sembra modellata sulla
Artemide greca, con la gonna corta e gli stivali da caccia. Il dio della morte
era Mantus e alcuni autori antichi sostengono che Mantova si chiami così
in suo onore, il dio dell'aldilà era Aita. Si pensava che dopo la morte le ani
me si incontrassero nell'aldilà con Charun, una figura mostruosa alata con
il naso a uncino che brandiva un martello, mentre nelle regioni infernali si
incontravano altre divinità alate. Questi terrori non vennero assorbiti dalla
religione romana così com'erano, ma diventarono parte del suo cerimo
niale pubblico. I giochi dei gladiatori romani, documentati per la prima
volta nel 264 a.C., potrebbero essere derivati dall'abitudine funeraria degli
etruschi di mettere in scena una lotta mortale tra tre paia di guerrieri, pro
babilmente i cadaveri dei perdenti nello spettacolo romano erano trascinati
fuori dal circo da una figura vagamente vestita come Charun.
La società etrusca sembra che abbia conosciuto un fatalismo che non
era condiviso dalla altre culture del Mediterraneo del nord. Gli individui
non combattevano sempre contro la morte, al contrario si sentivano im
potenti di fronte a essa. Durante l'assedio romano di Veio, Livio narra
che i soldati convinsero un indovino con l'inganno a rivelare il segreto
delle difese: quando il lago
Albano accanto alla città
fosse stato prosciugato Veio
sarebbe caduta. Quando
scoprì il trucco, lungi dal
voler dissimulare il suo er
rore, l'esperto sostenne che
erano stati gli dèi a fargli
rivelare la profezia e pro
cedette offrendo istruzioni
dettagliate su come drena
re il lago. Lidea che tutto
fosse prestabilito è già stata
menzionata in relazione al
tempio di Volsinii, dove le
tacche fatte nel muro ogni
anno predicevano la durata
Charun e le anime dei morti, dipinto su un vaso etrusco
del IV secolo a.C. della civiltà etrusca. Sappia-
Roma e i popoli del Mediterraneo occidentale 49
Vicino alla foce del Tevere, sulla sponda opposta rispetto all'etrusca
Veio, c'era un guado circondato da paludi e sulle colline sopra di esso un
gruppo di villaggi amalgamati a formare un complesso cittadino. La tradi
zione riportata da Livio vuole che Roma sia stata fondata nel 753 da Ro
molo, un discendente di Enea di Troia, a sua volta figlio della dea Mrodite.
Roma calcolò il suo calendario da quella data (ab urbe condita - AUC) e
al tempo di Livio (gli ultimi anni avanti Cristo) la famiglia imperiale al
governo a Roma, la Giulia, scelse, come protettrice della città, una sua
antenata divina, ossia una dea locale chiamata Venere, assimilata già da
tempo alla greca Mrodite.
Ma l'archeologia mostra che prima del 625 a.C. sul luogo della futura
città, esisteva solo un groviglio di canne e capanne imbrattate. Ammesso
che Romolo sia esistito, egli era il capo tribale degli abitanti di un villag
gio. Le prime immagini mostrano la tradizione più vecchia di Romolo che
viene allattato da una lupa, l'animale del protettore originario di Roma:
Marte. La città stessa fu probabilmente chiamata così per il nome etrusco
del Tevere: Rumlua. I tre re che secondo Livio hanno seguito Romolo -
Numa Pompilio, Tullo Ostilio e Anco Marzio - sarebbero stati allo stesso
50 Storia dei pagani
tra Roma e gli stati clientelari italiani, inclusa l'Etruria) . A questo punto
le città etrusche erano efficacemente romanizzate e Roma aveva acquisito
le capacità ingegneristiche, e, piuttosto curiosamente, le capacità mantiche
(per quanto disastrose fossero state nel consigliare i generali a partire dal
IV secolo) erano molto richieste. Erano viste come una pratica indigena in
contrasto con i culti mantici e religiosi depravati e stranieri (cioè orienta
li) , che inondavano la cultura popolare romana attraverso i nuovi legami
internazionali della città. L'imperatore Claudio restaurò la cultura etrusca
a Roma (4 1 -54 d.C. ) , riformò un collegio di aruspici, portò a quindici la
vecchia Lega di dodici e riesumò le sue celebrazioni presso il santuario di
Voltumna vicino Volsinii. Pare che le città etrusche si siano unite in quello
che noi chiameremmo un raggruppamento culturale, piuttosto che in un
vero e proprio raggruppamento politico, come lo avrebbero chiamato i
romani: ed è proprio nella sfera culturale che continuarono le conquiste, a
partire dalla struttura quadrata della città e della campagna, passando per
le pratiche cerimoniali della Roma antica e della Chiesa cattolica romana.
La Roma repubblicana
La religione urbana
Giano è certamente più noto come dio della religione di stato a Roma,
che non è altro che la religione domestica dei romani traslata su scala col
lettiva. Giano non ebbe un tempio fino al 260 a.C. ma solo un'enorme
porta doppia che si reggeva da sola, la ianus geminus, nell'angolo nord-est
del Foro, attraverso la quale marciavano gli eserciti diretti in guerra. La
porta era lasciata aperta quando la Repubblica era in guerra e chiusa sol
tanto in tempo di pace. Sul lato opposto del foro c'era il focolare di Vesta
e il foro riproduceva la sistemazione di una casa privata, con Giano che
rappresentava il confine pieno di tabù tra l'interno e l'esterno e Vesta come
centro sacro, sorgente intrinseca di vita. Il focolare di Vesta era presenziato
da sei vestali vergini che erano scelte all'età di dieci anni da famiglie aristo
cratiche e che servivano per trent'anni, mettendo in atto forme rielaborare
dei rituali arcaici che le figlie nubili avevano praticato nelle cascine della
prima Roma. Nel periodo repubblicano, durante l'invocazione completa
di tutte le divinità, ci si doveva rivolgere al dio Giano per primo e alla dea
Vesta per ultima. Queste due divinità racchiudevano gli estremi dell'esi
stenza, dal punto più esterno al più interno del dominio romano, e la
loro venerazione illustra il fondamentale interesse di questo popolo per il
possesso e l'amministrazione del territorio.
Fin dal primo calendario romano che è stato ricostruito dalle inscrizioni
su una serie di tavole databili nel periodo imperiale, abbiamo i nomi di tren-
56 Storia dei pagani
re. Inutile dire che nel periodo repubblicano si trattava di un duro compito
da svolgere. È stato suggerito 14 che Giove era originariamente il dio di Alba
Longa, la città vicina a capo della Lega latina che pare sia stata conquistata
da Roma prima del periodo della monarchia etrusca. Giove presiedeva sul
periodo della luna piena (che in seguito diventò quello delle Idi di ogni
mese sul calendario) , sui lampi, le querce e le sommità delle colline. A
Roma il suo primo santuario fu quello di Giove Feretrio sul colle Capitoli
no, dove si ergeva una quercia su cui si narrava che Romolo avesse appeso
le vestigia delle battaglie. E dove (così ci dice Dionigi di Alicarnasso) c'era
nel I secolo a.C. un piccolo tempio, largo circa quattro metri e mezzo, che
conteneva una pietra sacra usata dai Feziali, una delle corporazioni sacer
dotali, per santificare le querce. Quelle querce erano benedette da "Gio
ve la pietrà', indicando con questo che il dio era considerato immanente
nell'oggetto stesso, come Vesta nella fiamma del focolare. Il jlamen Dialis
amministrava inoltre il rito arcaico del matrimonio aristocratico, durante
il quale si spezzava solennemente una torta di farro, che poi lo sposo e la
sposa mangiavano, forse in segno di consacrazione dei voti.
Il sacerdote di Marte deve essere stato una personalità importante nella
prima Roma. Nel rituale arcaico delle fattorie, Marte era un dio esterno
che aveva come animale sacro il lupo. Era invocato durante l'antico rituale
del confine delle cascine, conservato per noi da Catone, 1 5 ma a Roma non
ebbe un tempio all'interno delle mura della città fino al regno di Augusto,
iniziato nel 27 a.C. I.: altare di Marte era ovviamente all'interno del Campo
Marzio, il luogo in cui si addestrava l'esercito fuori dalla città, ma i suoi riti
erano svolti anche da due collegi di dodici sacerdoti ciascuno all'interno
della città. Erano chiamati i Salii, o "saltatori" .
A marzo di ogni anno, il mese che prende il nome dal dio, essi raduna
vano le armi sacre o ancilia che erano state conservate nella reggia durante
l'inverno e eseguivano una danza sacra cantata con parole arcaiche, che
invocava la fecondità dei campi e annunciava l'inizio della stagione della
campagna militare. Un rito simile, l'ottobre seguente, prevedeva una corsa
di cavalli e un sacrificio, il canto di un altro inno che metteva fine alla
campagna militare e il ricollocamento delle armi sacre nella reggia. A que
sto punto vediamo Marte come dio della giovinezza e del vigore maschile,
forse simboleggiato dai verdi germogli della vegetazione, forse associato
con la protezione dei campi, ma sicuramente a protezione delle azioni di
guerra. In tempi antichi, al momento della dichiarazione di guerra, il con-
58 Storia dei pagani
sole responsabile si sarebbe recato alla reggia e avrebbe agitato le armi sacre
gridando «Marte svegliati!».
Marte era un dio di importanza centrale a Roma, probabilmente l' origi
naria divinità protettrice della città. Il suo sacerdote, come abbiamo visto,
era il secondo in ordine di importanza dopo quello di Giove e la sua natura
può senza dubbio essere equiparata a quella dell'ultima delle tre divinità
principali, il dio Quirino. Non sappiamo quasi nulla di questo dio. Il Colle
che prende il suo nome, il Quirinale, era casa dei due sodalizi marziali, i
Salii. Erano chiamati semplicemente i Salii del colle in contrasto con i Salii
del Palatino, la cui dimora era sulla collina su cui si pensava fosse stata
inizialmente fondata Roma da Romolo. Perciò a quanto pare i Saliii del
Quirinale sono precedenti a quelli del Palatino e forse Quirino era il dio
delle battaglie della cittadella sul Quirinale mentre Marte svolgeva la stessa
funzione nella prima Roma, la città sul Palatino. Nelle orazioni formali i
romani sono anche chiamati Quiriti, elemento che va di nuovo a sostegno
di un'identificazione dei due stanziamenti sotto i due dèi.
Quelli di cui abbiamo parlato sono i principali sacerdozi che si occupa
vano dei sacrifici, amministrati dai principali jlamines o "soffìatori di fiam
ma" . Tra i rimanenti sacerdozi solo uno era per una divinità relativamente
nota: Cerere. I restanti furono a lungo dimenticati, insieme probabilmente
a divinità antiche come Furrina, Falacer, Portunus, le origini delle quali
erano sconosciute persino ai commentatori romani della seguente Repub
blica. Ma anche in mezzo alle divinità più note che non compaiono tra i
sacerdozi sacrificali, le loro funzioni originali, prima di essere assimilate
con gli Olimpi greci, sono sempre quelle che ci potremmo aspettare. Non
ci sono prove ad esempio che le divinità si presentassero a coppie sposate.
Certamente vediamo coppie di divinità, per esempio Saturno e Lua Mater,
Marte e Nerio, ma queste sono piuttosto divinità indipendenti con funzio
ni in comune, non formate da marito e moglie. Giunone, in particolare,
all'inizio non era la moglie di Giove, ma una divinità il cui nome significa
va giovinezza e che si voleva preservasse il vigore e la fertilità, dalla pubertà
fino ai quarantacinque anni (la fine dello status di uomo giovane e abile al
servizio militare) per gli uomini, e presumibilmente fino alla menopausa
per le donne. In quanto dea del vigore e della forza, Giunone appare, come
divinità protettrice di molte città e dea della battaglia, sul carro e con la
lancia. 16 Come abbiamo visto, controllava l'inizio di ogni calendario (luna
re in origine) mensile: le Calende.
Roma e i popoli del Mediterraneo occidentale 59
Processione di sacerdoti sul fregio dell'Ara Pacis: al centro i flamini col caratteristico copricapo
Era una dea della crescita, e molti santuari a Roma e in altre parti d'Ita
lia aiutano a individuarne l'area di influenza. Giunone Rumina proteggeva
Roma, Giunone Populona il popolo romano, Giunone Lucina il boschet
to sacro (lucus) ecc. Ogni donna inoltre aveva la sua Giunone personale,
il proprio spirito protettivo del vigore giovanile; come ogni uomo aveva
il suo genius (dalla stessa radice di generare) , potere di procreazione e di
originalità. Nel periodo imperiale il genius o numen dell'imperatore di
ventò oggetto di culto religioso e in tutte le case dai tempi arcaici il genius
del pateifamilias era celebrato durante il compleanno di quest'ultimo; fin
dall'inizio della Repubblica vediamo anche la Giunone del re, Giunone
regina, venerata nel tempio sul Capitolino.
Giunone quindi ha radici piuttosto distinte dalla greca Era, così come
accade per altre divinità. Venere, una dea degli alberi da frutto e degli orti,
era la divinità protettrice di Ardea e Lavinium. Fu successivamente assimi
lata alla greca Mrodite, la madre leggendaria di Enea di Troia, e fu nomi
nata antenata di Roma, che, secondo il racconto diffuso negli insediamenti
greci del Sud Italia e reso popolare a Roma da Virgilio nel I secolo a.C. ,
era stata fondata originariamente da Enea. Ma la Venere originale non era
mai stata adorata come divinità protettrice di Roma; al contrario, come
abbiamo visto, i guardiani pare fossero Marte o Quirino.
60 Storia dei pagani
Le divinità straniere
Pontefici e auguri
Il calendario
I libri sibillini
Roma si espande
Srarua di Apollo
Roma e i popoli del Mediterraneo occidentale 71
donne tenevano i capelli sciolti e pregavano. Per otto giorni c'era anche
un lectisternium (letteralmente "banchetto di fronte ai divani") , in cui si
offrivano cibi a coppie di divinità (Apollo e Latona, Diana e Ercole, Mer
curio e Nettuno) , che si adagiavano sui divani di fronte alle tavolate. Tutta
la cittadinanza teneva la casa aperta e l'ospitalità era all'ordine del giorno.
Erano proprio questi riti in stile greco che offrivano alla gente comune
la possibilità di prendere parte alle cerimonie religiose e forse per questo
stesso motivo divennero tanto importanti per la città.
Durante il secolo successivo i romani istituirono una modalità di go
verno più aperta, sia per i plebei che per i patrizi. Sconfissero la minaccia
celtica (i galli avevano saccheggiato la città nel 390, distruggendo la strut
tura stradale etrusca) e conquistarono il controllo della maggior parte della
penisola italiana prima del 330. Nel 3 1 2 si aprì la via Appia che collegava
Roma alle nuove colonie greche ed etrusche acquisite in Campania, apren
do la strada a una crescente influenza ellenistica. Durante il III secolo,
poi, Roma consolidò i suoi possedimenti, si espanse verso il Mediterraneo
occidentale e conseguentemente assimilò la conoscenza e la venerazione
di sempre nuove divinità straniere.25 La vita religiosa iniziava a esulare dal
controllo dei pontefici. I primi giochi dei gladiatori (forse basati sui gio
chi funerari etruschi che prevedevano una lotta rituale fino alla morte) si
registrano nel 264 e, innovazione altrettanto truculenta, nel 2 1 6 appaiono
documenti dei primi sacrifici umani di vittime greche e celtiche, con il
capo dei decemviri, l'interprete dei libri sibillini, che conduceva la parte
religiosa della cerimonia.
Per evitare che la cosa si ripetesse, nel 1 96 a.C. il Senato promulgò
una legge che proibiva il sacrificio umano. Nell'ultima metà del III secolo
Roma si batté contro Cartagine, per il controllo economico del Mediter
raneo occidentale, e l'arrivo di Annibale durante la seconda guerra Punì
ca (2 1 8-20 1 ) costituì una terribile minaccia. Nel 2 1 2 venne elaborato un
ordine volto alla registrazione di tutte le religioni. Nessuno doveva offrire
sacrifici in pubblico con un rito inusuale o straniero a meno che quella
forma di venerazione non fosse stata autorizzata dal pretore. Quest'ultimo,
ovviamente, rendeva conto al pontefice capo. La tensione tra la religione
indigena romana, regolata dai pontefici, e la molteplicità di culti esterni,
sotto il controllo esteso dei decemviri, era arrivata al culmine.
In effetti era già stato creato un importante punto di contatto. Nel
2 1 7 i libri sibillini prescrissero un nuovo lectisternium, che fu organizzato
72 Storia dei pagani
Le sette mistiche
La filosofia
Nel periodo successivo alla guerra punica, come conseguenza della sot
tomissione dei paesi del Mediterraneo orientale e dei celti della vallata del
Po che avevano supportato Cartagine, Roma aveva in pratica ottenuto,
entro il 1 60, il controllo di tutto il mondo civilizzato. La brutalità romana
nel mantenere e sfruttare le proprie conquiste divenne leggendaria ma l'in
fluenza culturale dei nuovi territori conquistati le faceva da contrappeso.
Curiosamente, il Mediterraneo orientale era diventato culturalmente unito
nella stessa decade, il 330, in cui Roma aveva conquistato la maggior parte
dell'Italia. Nel 336 Alessandro Magno iniziò la sua carriera e l'anno suc
cessivo, il filosofo Aristotele, maestro di Alessandro, fondò la sua scuola,
il Liceo ad Atene. Aristotele era l'ultimo dei filosofi scientifici e nel III
secolo gli scienziati conducevano già ricerche separate rispetto ai filosofi,
che erano diventati studiosi dell'arte del vivere (etica) e della conoscenza
(epistemologia) . I.:epicureismo e lo stoicismo si svilupparono nello stes
so periodo e nel secolo successivo il lato contemplativo del platonismo
insieme agli insegnamenti di Pitagora furono rivisitati con l'aggiunta di
una forte componente etica. I.:influenza delle civiltà più antiche con cui
Roma era entrata in contatto cominciò ad avere il suo effetto. Le classi più
alte iniziarono a educare i loro figli in grammatica, retorica, ginnastica e
filosofia, invece di !asciarli ad assorbire soltanto le arti della guerra e del
comando, com'era stato fino a quel momento.
Nel 1 5 5 il filosofo Carneade, capo dell'Accademia di Atene, arrivò a
Roma come membro di un'ambasciata. Il suo insegnamento, svolto come
attività complementare, introdusse la filosofia nella mappatura intellettua
le. In un tempo in cui il culto delle antiche divinità romane sembrava
sempre meno sofisticato e insoddisfacente per i bisogni spirituali personali,
mentre le religioni importate dal Mediterraneo orientale erano caotiche
e confuse, il metodo scettico di Carneade, per quanto intellettualmente
stimolante, si pensava accelerasse troppo il relativismo morale invece di
offrire uno nuovo standard di condotta e il filosofo fu espulso dall'Italia.
Ma nei pochi decenni a seguire, le alte classi di Roma, sempre più istruite,
colsero gli insegnamenti di tre sistemi di pensiero. Si trattava delle scuole
appena fondate di epicureismo, stoicismo e neoplatonismo.
Questi sistemi offrivano due cose alle persone. lnnanzitutto una descri
zione della natura dell'universo che rimpiazzava la tacita assunzione che
Roma e i popoli del Mediterraneo occidentale 75
ogni località avesse i suoi abitanti invisibili, alcuni più saggi e tutti più po
tenti degli esseri umani e che richiedevano a questi ultimi particolari stili
di vita, oltre ai rituali, per mantenere la pace. In secondo luogo i sistemi
filosofici offrivano un resoconto etico che descriveva un modello di eccel
lenza umana che poteva essere raggiunto con la comprensione piuttosto
che con l'obbedienza, sostituendo l'antica pietas romana con un modello
diverso, più adatto a persone in contatto con la varietà di norme sociali di
una comunità internazionale.
Il primo sistema, l'epicureismo, che prendeva il nome dal suo fondatore
Epicuro, era un individualismo radicale. Si riteneva che l'universo fosse co
stituito da atomi che si muovevano nel vuoto, l'unione dei quali andava a
formare gli oggetti fisici. Il primo obbiettivo di tutti gli esseri era la ricerca
del piacere, ma l'uomo saggio doveva scegliere i propri piaceri in modo
razionale. Gli esseri divini esistevano, in realtà, ma non intervenivano in
alcun modo nelle questioni umane ed servivano agli umani per la contem
plazione, ispirando presenze che potevano apparire nella mente durante la
meditazione e spingere l'anima ad agire in modo più nobile e più saggio.
Questo sistema non si radicò mai davvero durante il II secolo. Nel I secolo
ispirò un meraviglioso poema di Lucrezio (il De Rerum Natura, pubblicato
postumo nel 55 a.C.) e fu scelto da persone di una fascia contemplativa,
ma come filosofia pratica, alle persone di attitudine più attiva, la sua vo
cazione al piacere appariva come un'autorizzazione all'irresponsabilità e
all'edonismo, nel senso moderno della parola.
Lo stoicismo, che prende il nome dal porticato, o stoa, ad Atene dove si
sviluppò, prese immediatamente piede a Roma. Probabilmente contribuì
l'appoggio che ottenne dal generale Sci pio ne Emiliano. Sci p ione era un
soldato della vecchia !)cuoia romana, le cui truppe avevano cancellato lo
stato sovversivo di Cartagine dalla faccia della terra nel 1 49- 1 46. Era an
che un intellettuale che cercava una guida meno materiale per la vita e che
sotto l'influenza del suo amico Panezio di Rodi e si avvicinò allo stoici
smo. Gli stoici vedevano la natura come una fusione tra spirito e materia,
con esseri diversi che tendevano verso l'uno piuttosto che l'altra. Perciò
una roccia sarà prevalentemente materiale e uno spirito evanescente pre
valentemente psichico, niente è privo di uno dei due principi. Gli stoi
ci erano monisti, credevano infatti che l'essere divino fosse l'intelligenza
nascosta dell'universo, il principio ordinatore della natura che in essa era
contenuto. Questa visione, che considerava la natura una teofania, era più
76 Storia dei pagani
come strutture invisibili degli oggetti materiali. Tale linea di ricerca diven
ne la base del neoplatonismo, la convinzione della progressiva emanazione
dell'essere dalla sorgente spiritualmente unificata attraverso l'accumulazio
ne crescente di strati di materiale e esseri dissimili. Il neoplatonismo trovò
infine espressione nel misticismo ebraico, attraverso Filone di Megara (25
a.C.-45 d.C.) fino ai quattro mondi della Cabala; nel misticismo cristiano,
con lo Pseudo-Dionigi l'Aeropagita, 500 circa, con le sue gerarchie celesti
di troni, poteri, domini, angeli, arcangeli ecc. e infine nel pensiero de
gli umanisti colti del Rinascimento con la grande catena dell'essere. Nella
Roma della tarda Repubblica, la nascita del medio platonismo portò a un
aumento dell'interesse nella possibile divinità e immortalità dell'anima e
della natura unificata della sorgente divina. Perciò ad esempio, Cicerone27
sostiene che non è necessario aver paura della morte se si accetta che l'ani
ma è immortale e per sua stessa natura si volatilizzerà nell'etere invece che
sprofondare nella terra insieme al corpo. Questa dottrina è molto distante,
come puntualizza Cicerone, dall'assunzione romana d'origine che gli spiri
ti dei morti vivevano a livello del terreno o nelle tombe di famiglia. Sotto
l'influenza della filosofia greca i romani stavano cominciando a speculare e
raggiungere alcune conclusioni non romane.
Un'altra influenza venne dal neopitagorismo, associato all'amico di Ci
cerone Nigidio Figulo (pretore nel 58) e nei primi anni dopo Cristo con
il famoso profeta e maestro Apollonio di Tiana. Nel 1 8 1 a.C. erano stati
prodotti alcuni documenti per provare che Numa, il re leggendario che si
riteneva all'origine della religione romana, era in effetti discepolo di Pita
gora. Cent'anni dopo la corrente pitagorica aveva raggiunto la maturità.
Un credo nella reincarnazione e nella superiorità del mondo immateriale
(il mondo del pensiero, i pitagorici investigavano la teoria dei numeri)
rispetto a quello materiale, portò a una visione ascetica e umanitaria. Pro
prio per la fiducia nella reincarnazione, i neopitagorici furono tra i primi
romani ad essere vegetariani e la loro riluttanza nel prendere parte ai sacri
fici di animali provocò alcuni turbamenti in un mondo in cui la fedeltà allo
stato implicava la lealtà attiva alle sue divinità.
Statua roman di lside, 1 1 7- 1 38 d.C. (Musei Capitolini, Roma)
IV.
[Imp ero romano
aver sconfitto Marco Antonio nella battaglia di Azio, conquistandosi l' au
torità suprema. 1 Egli chiuse le porte di Giano nel foro, inaugurando il
periodo che verrà poi ricordato con il nome di Pax Augusta, e fece costruire
un altare dedicato alla Vittoria nel senato (nell'antica Roma, anche in un
periodo cinico, la vita religiosa e quella secolare erano intimamente legate
e gli edifici pubblici quali le sale assembleari, le terme e i circhi avevano al
loro interno statue, altari e piccoli santuari) .
Augusto - letteralmente "il venerabile" - appellativo adottato da Ot
taviano, diede inizio ad ambiziose riforme istituzionali ispirandosi alla re
staurazione dell'antica Repubblica, al centro dell'ideologia romana, con
forme appropriate ai suoi tempi. Fece restaurare ottantadue templi caduti
in rovina nel secolo precedente e autorizzò lo stato a costruirne altri tredi
cF. Nei settant'anni precedenti lo stato aveva fondato solo quattro templi
nuovi (la media normale dall'inizio della Repubblica era stata di almeno
due per decade) , ma la tendenza stava per cambiare. I quarantaquattro
anni di governo di Augusto videro il rinnovamento degli antichi sacerdozi
e l'inclusione della religione in un ideale di identità e orgoglio nazionale.
Augusto pare fosse particolarmente cauto nel far apparire il suo consi
derevole potere personale come designato, esercitato solo col permesso del
collettivo politico. Una religione di stato, di qualunque tipo, era un mezzo
per rafforzare questo collettivo. Il genio di Augusto stava nella capacità
di rianimare una religione antica con significato politico che dava ai suoi
seguaci un senso di legittimazione e di destino manifesto, in una forma
che teneva conto inoltre delle influenze religiose più recenti che l'avevano
quasi distrutta. La sua religione ravvivata riuscì a soddisfare quasi tutti.
Il crescendo della restaurazione di Augusto raggiunse l'apice con i gio
chi secolari del 1 7 a.C. Si trattava di sacrifici e giochi in onore di Dite
(Plutone) e Proserpina che avevano luogo ogni saeculum. [ultimo degli
storici pagani, Zosimo, attivo all'inizio del V secolo d.C. , descrive un sa
eculum come la durata della vita dell'essere più longevo nato in un certo
periodo. Anche se la parola passò successivamente nel latino ecclesiastico
a significare cento anni, la stima canonica nel periodo classico era di 1 1 O
anni ed era, in ogni caso, prettamente formale. Ogni gioco secolare se
gnava un'epoca, essendo un evento che nessuno in vita aveva mai visto o
avrebbe mai rivisto.
Augusto utilizzò i giochi del 1 7 a.C. per inaugurare il suo nuovo ordine.
I primi tre giorni, dal 26 al 28 maggio, videro una purificazione generale
L'Impero romano 81
Il culto dell'imperatore
Vi erano altri fattori, tuttavia, al servizio della religione del futuro impe
ro. Giulio Cesare era stato divinizzato postumo dopo la morte nel 44 a.C.,
il primo comandante romano a ricevere questo onore, e Augusto si riferiva
apertamente a se stesso come "figlio del dio", probabilmente per giustifi
care le sue pretese di potere. È opportuno vedere la deificazione come la
tradizione greca del culto dell'eroe:
anche Augusto fu divinizzato dopo
la sua morte, come accadde per i
suoi successori, Tiberio e Caligola
(che si consacrò divino autonoma
mente in vita) . Il quarto impera
tore, Claudio, conquistatore d'In
ghilterra, ricevette in vita un tem
pio coloniale, nel luogo del tempio
alla triade capitolina, a Colchester
(Camulodunum) , ma a Roma fu
deificato solo postumo. Da quel
momento in poi le pretese divine
sarebbero dipese dal gusto dell'im
peratore in carica.
In vita Augusto fu dichiarato
"padre della patrià' (nel 2 a.C.)
e venivano offerti sacrifici al suo
genius, lo spirito progenitore col
favore del quale aveva ottenuto
il suo incarico, analogamente a
Lapide romana proveniente dalla Spagna con
come le antiche famiglie venerava
svastiche no il genius del paterfomilias. Dal
L1mpero romano 83
momento che, a partire dai giochi secolari del l ? a.C. in poi, il principe fu
realmente identificato con lo Stato, il suo genius era anche visto come nu
men, un potere divino più generale. Qualunque fossero le fantasie degli ul
timi imperatori, in pratica era al numen imperiale e alle divinità dell'impero
che i cittadini leali avrebbero offerto sacrifici nei secoli a venire. Seguendo
la tradizione tipicamente pagana del libero pensiero, l'interpretazione di
questa pratica era lasciata ai cittadini e nelle zone orientali dell'impero in
particolare veniva spesso considerato un dio, coerentemente con la pratica
iniziata quando Alessandro Magno aveva istituito il suo regno ellenistico
negli anni Trenta e Venti del 300. Limperatore romano tuttavia possedeva
uno status di divinità solo in virtù dell'incarico che ricopriva. Se veniva
deposto o abdicava la sua divinità lo lasciava, come un ufficiale dei nostri
tempi, per quanto talentuoso, riceve obbedienza formale non in quanto
individuo ma per il posto che occupa.
Il mitraismo
Dualismo e cristianesimo
delle religioni, gli spiriti malvagi hanno un loro posto nell'ordine delle
cose, la loro influenza apre la strada all'intervento degli spiriti che porta
no benefici agli uomini. Molti spiriti sono considerati ambivalenti con il
potere di maledire o benedire. La tensione forte verso il dualismo derivata
dalla Persia del VI secolo, tuttavia, vide una perpetua battaglia tra i prin
cipi del bene e del male, in cui il primo doveva lottare per avere la meglio
sul secondo, che altrimenti avrebbe vinto per definizione. Questa visione
profondamente pessimistica della natura del mondo contrasta fortemente
con quella delle religioni pagane che vede la legge di natura positiva (come
nello stoicismo) o neutrale. Ciò condizionò alcune varietà della religione
egiziana e di quella ellenistica, attraverso le quali il dio del deserto, Seth,
venne idealizzato in un principio avversario minaccioso, sempre in lotta
contro suo fratello Horus il vecchio, in una battaglia dagli esiti incerti. Il
dualismo condizionò anche la religione ebraica nel periodo che seguì alla
ribellione di Giuda Maccabeo ( 1 67 a.C.) .
Il clima sociale preminentemente ostile del tempo portò a un'accentuata
enfasi religiosa su Satana, il servo di Jahvè, nonché tentatore dell'umanità,
in cui sono evidenti le tendenze dualistiche. Culti dualistici più piccoli, di
ramazioni delle religioni del Medio Oriente, crebbero anche nei deserti di
Siria, Palestina e Persia. Gli esseni, molte sette gnostiche e successivamente
i seguaci del profeta Mani (m. 276 d.C.) erano dualisti di tipo diverso.
Molti di loro non ebbero effetti durevoli; il giudaismo e la religione di
Iside alla fine tornarono a una visione meno polarizzata o più olistica. Una
piccola setta invece si distinse. Si trattava del cristianesimo, le cui tendenze
dualistiche erano presenti fin dall'inizio nella sua missione di soffocare il
"peccato".
I cristiani, seguaci della prima riforma del rabbino Gesù di Nazareth,
erano cresciuti in sordina durante il I secolo d.C. , rivolgendosi a una gran
de varietà di persone. Molti dei suoi seguaci erano ininfluenti dal punto di
vista politico, quindi non si sa nulla della crescita iniziale, ma per l'anno 64
devono aver raggiunto la combinazione necessaria di un alto profilo pub
blico e di un basso livello di influenza per essere additati come capro espia
torio per l'incendio che distrusse Roma per nove giorni, da parte dell'im
peratore Nerone. Nell'anno 90, vent'anni dopo la distruzione del tempio
di Gerusalemme durante la rivolta ebraica del 66-73, la comunità ebraica
si riorganizzò, abolendo il sacerdozio del tempio e i suoi sacrifici, sostituen
doli con la struttura rabbinica e scomunicando i cristiani. Il cristianesimo
L'Impero romano 89
condotta che persino la più ampia tolleranza pagana non avrebbe potu
to digerire. Come il gruppo progenitore, gli Ebrei, essi si rifiutavano di
offrire i sacrifici obbligatori alle divinità dell'impero che, come abbiamo
visto, erano stimate come protettrici della stabilità materiale e spirituale
di tutti i domini romani. Offrire il sacrificio al numen dell'imperatore era
visto come l'abitudine di salutare la bandiera per gli americani o di alzarsi
all'inno nazionale per gli inglesi . Gli Ebrei erano severamente monoteisti e
iconoclasti ma non imponevano i loro gusti religiosi agli altri, non ricerca
vano la conversione e perciò, specialmente dopo aver perso la loro patria in
Palestina, erano generalmente tollerati come visitatori esterni.
Il cristianesimo, al contrario, si sviluppò rapidamente in una religione
dell'altro mondo, che non solo ignorava democraticamente ma che rifug
giva asceticamente i benefici dell'esistenza materiale e i cristiani cercavano
conversioni e martiri ad ogni minimo pretesto. I documenti sono pieni
di resoconti in cui magistrati pagani offrono disperatamente ai cristiani
che rifiutavano i sacrifici la possibilità di fare la più nominale delle offerte
al numen in modo da salvare la pelle. Di fronte alla totale incomprensio
ne pagana, i cristiani generalmente rifiutavano. Sembra che nonostante
la mancanza di disciplina politica, nei primi anni i cristiani ebbero un
impatto relativo sul pensiero pagano e le loro teorie non furono oggetto di
discussione nei circoli pagani fino alla fine del II secolo.
333. In contrasto con Plotino, il maestro persiano Mani (m. 276) , anch'egli
un visionario, insegnava il male del mondo materiale e la necessità per gli
esseri umani di purificarsi per avvicinarsi alla luce eterna. Le dottrine di
Mani portarono a molti movimenti settari cristiani, anche fino al XIII
secolo, quando l'autorità papale venne a conoscenza di valdensi, catari e
altri scismi cristiani. In Mani e Plotino vediamo il contrasto tra il dualismo
mediorientale e l' olismo pagano più ampio a cui si contrapponeva.
Dal 222 al 226 l'impero fu governato da Elagabalo, discendente di una
famiglia di siriani che adoravano il sole. La religione siriana non era duali
stica, era molto antica e aveva senza dubbio influenzato l'attribuzione delle
qualità solari al dio greco Apollo nel V secolo a.C. Ora incontrava il suo
erede nel culto imperiale romano di Apollo, ma quando Elagabalo, dopo
aver cambiato nome in un ellenico Eliogabalo, istituì la religione della sua
divinità solare El Gabel, lo shock culturale fu troppo grande da sopportare.
Dopo la sua morte il culto fu cancellato e il culto imperiale tornò al suo
vecchio stile pragmatico. Ma nel 274 le truppe dell'imperatore Aureliano
(270-275) si dissero ispirate in battaglia da una forma divina che venne
identificata con il siriano El Gabel. 10 In onore del dio che gli aveva dato la
vittoria Aureliano modificò il culto per venire incontro alla visione conso
lidata dell'impero e istituì il culto del sol invictus deus-sole, dio non con
quistato, il cui tempio nel campo Agrippa fu inaugurato durante il solstizio
d'inverno, il giorno festivo di Mitra, 25 dicembre 274. Aureliano fu un
imperatore di successo, attaccò la corruzione nel servizio civile, reclamò le
frontiere orientali invase e si descrisse sulle monete "ricreato re del mondo" .
Il sole invitto era chiaramente inteso come fattore unificante dell'impero
che coesisteva con altre divinità ma che riassumeva in sé elementi delle
divinità solari già esistite a Roma e nelle sue provincie. I successori di Au
reliano, Tacito, Probo e Caro, continuarono a riverire il dio sole.
In mezzo a questi due culti solari comunque iniziò la prima persecuzio
ne sistematica dei cristiani. Nel 249-25 1 , Decio utilizzò il suo breve regno
per istituire un ordine assoluto per tutti i cittadini di giurare alleanza con
lo stato e le sue divinità per ricevere il certificato di lealtà. [obbiettivo
era di restaurare un governo centrale unificato e il mezzo scelto era il vec
chio appello romano alla continuità e al conservatorismo. Chiaramente in
questo momento tutti quei culti stranieri che sminuivano i doveri pratici
rispetto a quelli spirituali erano visti come una vera e propria minaccia
all'impero. I cristiani stessi successivamente ammisero che quella campa-
L1mpero romano 93
Nel 275 circa Porfìrio scrisse Contro i Cristiani, un attacco dal quale,
come per quello di Celso cent'anni prima, i nuovi arrivati sentirono il bi
sogno di difendersi. Il caos politico di cinquant'anni fu invertito dall'ascesa
di Diocleziano (284-305), un provinciale dalmata, assolutamente non no
bile, soldato professionale e genio organizzativo. Come Augusto trecento
anni prima di lui, riorganizzò radicalmente la gerarchia amministrativa e
riaffermò la vecchia religione della Roma repubblicana in una forma adatta
alle nuove circostanze. Rimosse il culto del sole invitto e istituì di nuovo
il tradizionale culto dell'impero con a capo Giove, Ercole e Vittoria. Il suo
94 Storia dei pagani
Quale dio mai, quale divina potenza a te tanto vicina ti mosse, sicché,
mentre quasi tutti i tuoi compagni e generali non solo borbottavano sotto
voce, ma anche apertamente mostravano timore, mentre i consigli degli
uomini ti erano contro, e ti erano contro i moniti degli aruspici, tu solo
invece, da te stesso, sentivi che era venuto il tempo di liberare Roma?
(Paneg. Lat IX. 2, 1 -4)
cui potevano aderire, sotto l'egida filosofica del principio divino supremo,
qualunque esso fosse.
Negli anni Venti del 300 iniziava a svilupparsi una nuova forma di
cristianità. Ario, un insegnante in Egitto, aveva iniziato a divulgare una
forma di neoplatonismo che negava l'identità assoluta del dio supremo e
del profeta Gesù (la dottrina della consustanzialità) . Questo permetteva a
tutti i tipi di insegnamenti filosofici e mistici pagani di coesistere con la
forma pensata di cristianità ma ironicamente i missionari ariani avevano
anche successo nel convertire le tribù "barbare" del nord. Non era un cri
stiano cattolico ma un ariano, Alarico I, ad essere destinato a portare Roma
alla caduta.
I pagani si difendono
ta. Data la natura instabile dei tempi, aveva avuto il terrore delle società
segrete e della magia, quindi i rituali pagani privati furono proibiti fin
dall'inizio del suo regno. Ad est erano stati fondati monasteri e conventi e
gruppi di monaci in tunica nera vagavano per le città e le campagne, pro
fanando i templi e incitando la folla a distruggerli, mentre le autorità civili
chiudevano un occhio. Nel 390 una folla bruciò la libreria di Alessandria,
un'insostituibile collezione di documenti che datavano fino alla più remota
antichità e nell'anno seguente il Serapeio (tempio di lside e Serapide) fu
distrutto per ordine dell'arcivescovo Teofilo di Alessandria. Dopo decadi
in attesa che i cristiani se ne andassero, i pagani finalmente iniziarono a
reagire. I..:abitudine romana d'obbedienza alle autorità era più debole a est,
e ci furono scontri nelle città. Un vescovo, Marcello, che aveva mandato un
gruppo di soldati e gladiatori a distruggere un tempio, venne sequestrato
dalla popolazione locale e arso vivo. 19 Ad Alessandria alcuni dei sabotatori
furono crocifissi. Ma i culti pagani erano disuniti, non esisteva un con
cetto di religione pagana generale (l'ellenismo di Giuliano non era stato
sperimentato abbastanza a lungo) e «gli uomini in nero che mostrano la
loro pietà vestendo gli abiti del lutto» di Libanio alla fine ebbero via libera,
distruggendo gran parte delle opere d'arte e degli insegnamenti del mondo
antico nel loro zelo di scoprire e sradicare il "peccato".
Nel 394 Teodosio prese il controllo del vasto impero e annunciò che
l'impero non poteva permettersi di pagare i riti pagani perché il denaro
serviva per l'esercito. Il paganesimo ufficiale finì nell'oscurità e i pagani
furono perseguitati. I loro diritti civili continuavano a essere soppressi fino
al culmine del 4 1 6 quando fu negato loro il servizio imperiale. Ma a quel
punto l'impero era diviso, saccheggiato da goti, vandali e unni, si ritirava
a ovest sotto la pressione degli unni che erano appena stati cacciati dalla
Cina. Molti di loro erano cristiani ariani. Le truppe romane che sconfissero
Eugenio, l'imperatore pagano dell'ovest, nel 394 erano sotto il controllo di
un ariano, un vandalo di nome Stilicone, e includeva mercenari goti ariani
tra cui Alarico. Quest'ultimo appare poi l'anno seguente con il sabotaggio e
l'ampia distruzione dei santuari pagani della Grecia. Alcuni commentatori
pagani del tempo20 erano convinti che si trattasse di una crociata religiosa.
Il santuario del Mistero ancora funzionante a Eleusi fu distrutto in quel
periodo e l'Erecteo, tempio di Poseidone sull'acropoli divenne il primo sito
pagano della penisola a essere convertito in chiesa cristiana.
Stilicone "il vandalo", un romano naturalizzato, era ora capo di stato
1 06 Storia dei pagani
e eredità
Tuttavia, la gente comune rimase pagana nei fatti se non nella teoria,
come mostrano i decreti e gli scritti degli osservatori. Gli scritti dei padri
della Chiesa da Agostino (354-430) fino agli studiosi di antichità del XIX
secolo (vedi le osservazioni di J . B . Andrew sulle streghe italiane pubblicate
nella rivista Folk-Lore, vol. vlll, n. l, marzo, 1 897) condannano, rimpian
gono o semplicemente osservano le vestigia del credo antico e della pratica
nel popolo analfabeta. Il tempio della Madre del Cielo (lside) a Cartagine,
in disuso e coperto di erbacce, fu trasformato in una chiesa. Ma nell'anno
440, alcuni vescovi notarono che i credenti stavano continuando a venera
re l'antica dea e ottennero la demolizione del tempio.21
Alcuni intellettuali pagani riuscirono a recuperare e trasmettere gli in
segnamenti e i valori del passato durante quel primo secolo desolato. Ab
biamo già menzionato lo storico Zosimo, attivo alla fine del IV secolo, i
'
L Impero romano 1 07
cui resoconti sulla civiltà romana sono pieni dei pregiudizi di un uomo
prevenuto nei confronti dei cristiani contemporanei.
In più, l'avvocato Marziano Capella, un contemporaneo di Agostino a
Hippo compilò Le Nozze di Mercurio e Filologia un compendio di quelle
che furono conosciute come le sette arti liberali, tra cui lunghe citazioni
degli autori classici. L'insegnamento platonico continuò ad Alessandria, un
focolaio di zelo missionario cristiano, ma nel 4 1 5 la direttrice della scuola,
Hypatia, fu massacrata da una folla cristiana sul cammino che la condu
ceva in aula. Nel 432-433 un giovane visionario di nome Proda studiò ad
Atene con i filosofi pagani Siriano e Plutarco. Dopo ulteriori viaggi sotto
la protezione della dea Ecate, la divina patrona della sua città natale, Bi
sanzio, Proda stesso divenne capo dell'Accademia intorno al 450. Scrisse e
insegnò diffusamente, e quando nel 529 l'imperatore dell'est Giustiniano
chiuse le scuole pagane ad Atene, i filosofi rimasti, piuttosto che abiurare,
fuggirono in Persia e si misero a insegnare nell'università di Jundishapur.22
L'insegnamento fu quindi preservato e unito a quello dei persiani e degli
arabi che l'avevano ricevuto attraverso secoli di interazione con l'impero
Non dovrete dar luogo alle malevole celebrazioni delle Calende e osser
vare la festa dei gentiles, e nemmeno dovrete decorare le vostre case con
alloro e rami verdi. Tutto ciò è pagano.
(Acta concilia rum V,III,399, citato in Tille 1 899, p. 1 03, n.2)
I.;Islam
esi del levante che si trovavano all'estremità dei suoi viaggi in carovana.
La nuova religione, Islam (obbedienza) , cancellò il vecchio paganesimo
dell'Arabia Saudita, con i suoi santuari aniconici, compreso quello di Caba
a La Mecca, che Maometto in seguito dichiarò essere il tempio di Abramo,
e il suo dio luna Sin che già aveva incorporato il culto delle tre dee: Al'lat,
Al-Uzzah e Manat, menzionate in seguito nei famosi versetti satanici del
Corano. La luna crescente e la stella, motivi dell'Islam, richiamano gli em
blemi del dio luna, Sin, e del dio della stella della sera, Attar, e infatti
Maometto cambiò il calendario lunisolare degli arabi con uno totalmente
lunare che è ancora in uso oggi. La rielaborazione ispirata di un monotei
smo basato su un dio lunare che già esisteva, portò a una religione vincente
e di successo, tanto quanto quella dell'antica Roma o del cristianesimo
cattolico o ortodosso. Fu proprio seguendo la conquista araba nel 637 che
i Parsi, seguaci del dualismo solare persiano, fuggirono in India e la Persia
divenne islamica. I governanti arabi, fanaticamente antipagani, erano in
tutto e per tutto tolleranti nei confronti degli altri monoteismi, giudaismo
e cristianesimo e molte parti d'Europa finirono sotto il loro controllo nei
secoli successivi.
Il regno cristiano di Spagna fu conquistato dagli arabi sotto l'Islam, con
le truppe berbere nel 7 1 1 , legando così la penisola occidentale con l'arte e
il sistema educativo orientale in una società multiculturale generalmente
tollerante, sotto il controllo islamico. Nell'870, la biblioteca di Al Hakem a
Cordoba vantava libri di tutto il mondo. C'erano 600 mila volumi classifi
cati e catalogati.30 I pochi piccoli regni cristiani, rannicchiati contro i Pire
nei, iniziarono la riconquista del sud nel 1 08 5 e finirono nel 1 266, mentre
il Portogallo fu fondato nel 1 1 47. Abbastanza stranamente, i cristiani non
furono gli unici a lottare contro gli arabi. La Sardegna, islamica a sua volta
dal 720 al 740, inviò missioni pagane in Spagna intorno all'anno 1 000.
Nel tardo VI secolo, papa Gregorio Magno aveva scoperto che la Sardegna
era una roccaforte del paganesimo, e che il suo popolo corrompeva il go
vernatore per chiudere un occhio.31 Nell'XI secolo il paganesimo in Sarde
gna era forte e molti di "coloro che lo professavano"32 andarono in Spagna,
dove tentarono di divulgare il loro credo, ma furono cacciati dai cattolici
oltre che, presumibilmente, dagli arabi. Creta fu islamica dall'823 al 96 1 ,
la Sicilia dall'832 all'878, la Corsica dall'852 al 1 077 e Malta dall'870 al
1 090. La Francia del sud fu invasa dalle forze arabe nel 720 ma dopo una
sconfitta decisiva da parte dei francesi del nord a Poitiers nel 732, gli in-
L'Impero romano 1 13
Le pratiche religiose
Immagine della dea Sequana, divinità della Senna in Francia, proveniente da un san tuario
gallico-romano situato alla sorgente del fiume
Il mondo celtico 121
pozzo i n processione, a volte con carri e bambini che danzano, a volte più
sobriamente, con il vicario che benedice il pozzo come fonte di acqua per
la comunità. In origine, si associava al pozzo un santo locale, il successore
della divinità celtica originale, ma questa caratteristica si è persa spesso nel
periodo protestante.
Nonostante i celti fossero stati in contatto con il mondo mediterraneo
almeno dal VII secolo a.C. (attraverso i commerci) e fossero diventati
contadini stanziali dall'occupazione della vallata del Po nel V, Cesare, nel
53 d.C., è ancora nelle condizioni di dire che la maggior parte dei Galli
al di là delle Alpi praticavano sacrifici umani. I celti erano «schiavi della
superstizione», dice, e credevano che per risparmiare le proprie vite in
battaglia dovessero sacrificarne altrettante. 8 I druidi presiedevano a questi
sacrifici pubblici regolari, che in alcune tribù si effettuavano bruciando
le vittime in enormi effigi lavorate in vimini. Già nel periodo imperiale,
circa cinquant'anni dopo, i viaggiatori non parlano più di sacrifici umani,
quindi si può dire che Cesare stava registrando le ultime prove di una
prima cultura celtica. Strabone, all'inizio della nostra era, scrive quanto
segue:
Avevano l'usanza di ungere con olio di cedro le teste dei nemici, che
tenevano in grande considerazione, e di esibirle agli stranieri, e non si
sarebbero sognati di scambiarle neanche con una quantità pari di oro.
Ma i romani posero termine a questi costumi, insieme a quelli connessi
ai sacrifici e alle divinazioni contrari ai nostri usi. Avevano l'abitudine di
colpire sulla schiena un essere umano, precedentemente destinato alla
morte, con una sciabola e di trarre presagi dai suoi spasmi. Ma non com
pivano sacrifici senza la presenza dei druidi. Ci è stato riferito anche di
altri tipi di sacrifici umani; ad esempio colpivano a morte le vittime con
le frecce, o le impalavano nei templi, oppure, dopo aver costruito un
enorme cumulo di legna e paglia vi gettavano dentro bestiame, animali
selvatici di tutti i tipi ed esseri umani e facevano un'offerta bruciando il
tutto.9
per quanti obblighi religiosi potessero avere in virtù del loro ufficio, erano
scelti per la loro razionalità, per il buon senso e forse per un caso fortuito,
piuttosto che per una linea diretta con gli dèi.
Dopo la conquista romana della Spagna, della Gallia e della Britannia,
sono pochi i resoconti degli ordini sacerdotali druidi, forse perché la strut
tura politico-decisionale era cambiata. Sia Claudio che Tiberio tentarono
di annientare la "religione dei druidi", 10 e gli altari per la "superstizione
selvaggià' dei sacrifici umani furono distrutti, 1 1 ma non siamo venuti a co
noscenza di dettagli su una persecuzione generale. Narrazioni occasionali
di druidi e druidesse emergono verso la fine dell'impero e in Irlanda, che
non fu mai romanizzata, i racconti tradizionali menzionano di druidi e fili,
poeti o veggenti i cui pronunciamenti erano molto stimati e spesso temuti
dalle comunità. In altri periodi storici i fili irlandesi e i druidi viaggiava
no ed erano conosciuti come "predicatori vaganti" come i sadhus erranti
dell'India, che passano i propri insegnamenti a chiunque lo desideri.
Tacito, verso la fine del I secolo d.C., riportò anche che i celti non fa
cevano distinzione tra governanti uomini e donne. In Britannia, la famosa
rivolta guidata da Boudicca (60 d.C.) sembra che avesse ispirato una leal
tà senza limiti in tutta la provincia. La regina Cartimandua, comandante
dei vicini briganti nel nord-est, chiaramente godeva dell'autorità assoluta
sulla sua tribù. Consegnò Caratacus, il capo di una ribellione precedente,
ai romani nell'anno 47, e nel 53 sentiamo ancora parlare di lei per aver
divorziato da suo marito in favore di un cocchiere più giovane e virile.
Ma gli autori antichi ci dicono poco delle sacerdotesse. Strabone12 ripete
un racconto di Poseidonio a proposito di un'isola vicino alle coste delle
Gallia, sulla quale le donne dei sanniti vivevano senza uomini, devote al
culto estatico di Dioniso, al quale offrivano iniziazioni mistiche e altri riti.
Si sarebbe trattato di un collegio femminile simile ai vati, i veggenti celtici.
C'è anche un resoconto di Artemidoro, che dice che su un'isola vicino alla
Britannia le donne offrivano sacrifici come quelle in Samotracia, devo
te al culto (tutto femminile) di Demetra e Kore. Sfortunatamente queste
dichiarazioni non furono mai confermate da viaggiatori successivi e sono
spesso scartate come apocrife. Tacito tuttavia parla di donne vestite di nero
che correvano tra i battaglioni di guerrieri britannici, agitando spade di
fuoco, prima della battaglia di Anglesey, ma non è chiaro se si trattasse di
druidesse o di laiche. Sono informazioni stuzzicanti ma non c'è molto di
più. Nel periodo medioevale e moderno i paesi celtici si sono vantati di
1 24 Storia dei pagani
Le divinità celtiche
Pare che i celti fossero devoti alle prodezze e alle conquiste individuali
piuttosto che agli obbiettivi collettivi come il nazionalismo. Le lotte tribali,
peraltro frequenti, erano più un'occasione per l'eroismo individuale piut
tosto che per il prestigio nazionale (com'era tra germanici e romani) o per il
bottino. Gli dèi celtici identificati in seguito con Marte appaiono in inscri
zioni rivolte a ibridi come Marte Rigisamo (West Coker, Somerset) , Marte
Corotiaco (Martlesham, Suffolk) e Marte Loucetius (Bath) . Nel nord della
Britannia si invocavano gli dèi Belatucadrus e Cocidius e occasionalmente
si dipingevano con l'elmetto, una lancia e uno scudo. In particolare vi
erano molte dee della battaglia, ad esempio Nemet. I miti irlandesi, scritti
da monaci nel IX secolo, nominano una tripla dea chiamata Macha, una
chiamata Morrigan e una Badb, ma, sia da questi racconti tardi sia da an
tichi manufatti, si può dedurre che quasi ogni dea avesse almeno un ruolo
sussidiario come divinità della battaglia. 13 Gli scrittori antichi riportano
che le donne celtiche erano alte, fiere, forti e terribili in battaglia come gli
uomini e le monete celtiche ritraggono spesso una donna nuda in groppa
a un cavallo che brandisce trionfalmente una lancia o una spada. Essendo
nuda, forse si trattava della personificazione della vittoria piuttosto che
di una reale guerriera. La dea gallica Epona, il cui nome significa "cavallo
divino", fu adottata da molti soldati della cavalleria romana e il suo culto
si diffuse in tutto l'impero.
I santuari celtici romani, come i miti celtici successivi, mostrano triadi
di divinità come Proximae (congiunte) , Dervonnae (folletti delle querce) e
Niskai (dee dell'acqua) . Sono spesso conosciute come le tre madri e sono
particolarmente numerose nella pianura del Reno. Alcune di esse danno
nutrimento, con cesti di frutta e fiori; altre sono più enigmatiche come
nelle triadi di dee con due dischi e una catena, provvisoriamente identifica
te da uno scrittore14 con le dee di terra, luna e sole. Queste triple dee sono
di solito nominate come guardiane dei luoghi: le madri delle Britannia e
Il mondo celtico 1 25
magine del dio Esus provvisto di ascia, un toro e tre gru con l'inscrizione
Tarvos Trigaranus.
Divinità e totem animali continuarono per tutto il periodo celtico ro
mano: i cavalli di Epona e Giove; il cane di Nehalennia; Arduina, la si
gnora degli orsi selvatici delle Ardenne; Artio, la dea degli orsi di Berna e
Berlino; i serpenti con la testa d'ariete che non possono essere nominati; e,
ovviamente, il dio gallese con le corna di cervo citato in un'iscrizione col
nome [C] ernunnos, il "cornuto" , che costituisce un parallelo con le divini
tà con le corna di toro in Britannia. Apparentemente c'era la credenza che
i membri di certi clan discendessero magicamente dalle bestie totemiche. 22
Si riflettono nei nomi delle divinità legate agli animali come Tarvos (il
toro) , Mullo (asino) , Moccos (dio del maiale) e Epona, Artio e Damona,
rispettivamente dee dei cavalli, degli orsi e dei bovini. I nomi celtici come
Brannogenos (figlio del corvo) e Artogeno (figlio dell'orso) fanno da paral
lelo ai culti guerrieri totemici della Scandinavia (i Berserker ecc.) . Secondo
Cesare, i bretoni allevavano lepri, galline e capre ma non le uccidevano.
Provavano verso di loro un assoluto rispetto. Prima dell'ultima battaglia
contro le truppe romane, si dice che Boudicca abbia liberato una lepre che
teneva sotto il mantello, probabilmente per propiziare le divinità o magari
per consultare i presagi. Successivamente si unì a queste bestie rispettate
anche il gatto. Gli Elvezi che migrarono dall'area dell'attuale Bavaria ver
so sud in Svizzera, pare si siano messi sotto la protezione di una dea orso
Artio. È stata trovata un'immagine di questa dea a Muri, vicino, Berna,
in Svizzera. Nel XIII secolo la rivelazione di un orso a un cavaliere portò
alla fondazione della città che ancora oggi conserva l'orso come emblema
totemico.
zione della morte e della rinascita, dedicata all'unione del dio tribale (in
Irlanda il Daghda) con la dea della sovranità, la Morrigan, o più specifica
mente, Boann, divinità del fiume Boyne.
Il secondo grande festeggiamento dell'anno era il Bel tane o Céts
hamhain (primo maggio) . Era l'inizio della metà estiva dell'anno, anch'essa
una festa pastorale. Come per il Samhain, l'accensione dei falò era un rito
importante. Si conduceva il bestiame attraverso il fumo per proteggerlo
nella stagione entrante. Il Beltane può essere connesso con la divinità au
striaca Belenos che era particolarmente associata con la pastorizia, 23 oppure
potrebbe aver preso il nome dalla luminosità (bel) dei fuochi che facevano
parte della celebrazione. Il Beltane è l'unica festività registrata nei racconti
gallesi del IX secolo, un periodo in cui l'altro mondo comunica con il
mondo degli umani, sia attraverso dei prodigi come la lotta del dragone
nel racconto di Lludd e Llevelys, o con delle apparizioni come la visione
della dea Rhiannon da parte dell'eroe Pwyll. La chiesa romanica a Belsen,
su un'antica collina sacra celtica vicino a Tubinga in Germania, mostra
immagini contemporanee di Béél con teste di mucche e di pecore.
In Irlanda l'anno era ulteriormente suddiviso da altre due festività (i
1 30 Storia dei pagani
I celti si romanizzano
vaggi di tutti gli abitanti, ma che nel periodo di Strabone parlavano lati
no, indossavano la toga ed erano completamente romanizzati.29 Tuttavia
mantenevano almeno un'abitudine non romana, quella di offrire sacrifici
di fronte alle porte delle loro case a una divinità senza nome nella notte
di luna piena ogni mese, per poi danzare fino alla mattina. Strabone sfor
tunatamente non era mai stato in Iberia e stava solo riportando i racconti
di altri viaggiatori ma almeno il suo è uno fra i primi resoconti e la sua
storia, se vera, forma un parallelo significativo con le moderne celebrazioni
pagane della luna piena. Egli offre anche dettagli di sacrifici e divinazioni
simili ai riti spiacevoli descritti da Cesare cinquant'anni prima e ripetuti
successivamente da Tacito.
I cartaginesi avevano occupato la penisola iberica a partire dal 240 a.C.,
seguiti dai romani che iniziarono circa venti anni dopo. Lespansione ro
mana a nord-ovest della provincia richiese altri duecento anni ma a quel
punto la cultura celtica era quasi invisibile: gli iberici stavano diventando
romani. La penisola iberica successivamente produsse non solo gli scrittori
Seneca e Lucano ma anche gli imperatori Traiano e Adriano. Certamente
pare che il paganesimo romano sopravvisse in quei luoghi fino al VII seco
lo d.C. poiché il vescovo di Braga, san Martino, che fu nominato nel 560
per convertire gli abitanti ariani del nord-ovest, i galiziani, al cattolicesimo,
descrive le vecchie pratiche come ancora esistenti.
La Gallia del sud fu invasa da Roma all'inizio del II secolo a.C., dopo
la sconfitta di Annibale e definitivamente annessa cento anni dopo. Era la
prima "provincià' fuori dall'Italia e la parte orientale di essa porta ancora
quel nome: Provence. Durante il secolo dell'occupazione romana, i celti
costruirono e svilupparono città commerciali in tutto il territorio che ora
comprende la Francia. La conquista della "Gallia dai lunghi capelli" (Gal
lia cornata) l'area a nord della Gallia togata, l'attuale Provenza e Langue
doc, fu portata a termine da Cesare nel 57-55 a.C. La sua descrizione nel
Il mondo celtico 1 33
Cesare in Britannia
1 34 Storia dei pagani
o
Sarcofago Ludovisi (part.), Palazzo Altemps. Scene di battaglia fra romani e germani. Il principale
personaggio probabilmente è Ostiliano, figlio dell'imperatore Decio. Marmo proconnesio, opera
romana, 250 d.C. ca.
VI .
La fase tardo celtica
il loro Cesare Constanzio, marito della cristiana Elena e padre del futuro
cristiano Costantino, non applicava severamente gli editti anticristiani. La
nuova amministrazione seguita alla riconquista della Britannia da parte
dell'impero nel 306 accelerò nei fatti la regolamentazione cristiana. La Bri
tannia, la Frisia, la Renania, la Gallia e la Spagna si erano formate all'inter
no di una nuova prefettura con la capitale a Trier (il sito di un santuario di
guarigione dedicato ad Apollo sull'attuale confine tra Francia e Germania) .
Questa aveva la sua amministrazione civile indipendente dal potere cen
trale basato nella capitale occidentale e, sotto il governo di Costantino, la
burocrazia finì per essere dominata dai cristiani. Al crescere del favore di
Costantino per il cristianesimo, i templi pagani venivano sistematicamente
privati dei fondi. In Britannia, terra che non aveva sofferto come la Gallia e
la Spagna per le invasioni gote, ciò ebbe il curioso risultato di un generale
aumento della prosperità civica poiché i fondi dei templi venivano riciclati
nella comunità controllata dai cristiani.
I.: impero occidentale nella sua interezza, inclusa l'Italia e l'Illiria (la Dal
mazia) , come le province galliche, era coinvolto inoltre nelle battaglie di
successione imperiale, quando il conte pagano Massenzio si oppose a Co
stantino dal 306 al 3 1 2 e quando Magnenzio, che tollerava il paganesimo
ma sosteneva anche il cristianesimo ufficiale, combatté contro l'ultimo dei
figli di Costantino dal 350 al 353. La breve rivolta di Magnenzio corrispo
se a un periodo di grande speranza per i pagani che fino a quel momento
stavano perdendo le loro proprietà a causa delle multe e i loro guadagni a
causa dell'esclusione dall'ufficio nel nuovo fiducioso impero cristiano del
figlio di Costantino. In Britannia la rivolta fu estinta con grande violenza
da un burocrate di strette vedute, un notaio imperale che si guadagnò il
soprannome di Paolo "la catenà' a causa del paranoico legame di associa
zioni che costruì per acquisire nuove vittime da sottoporre ai suoi tribunali
di rappresaglia. Fortunatamente per i pagani, due anni più tardi l'impera
tore Giuliano ascese al trono e nonostante la sua influenza fosse limitata
come il suo regno sul continente, sull'isola britannica ci furono segni di
una rinnovata fiducia pagana. Il santuario di guarigione di Marte Nodens
nel Gloucestershire fu allargato e divenne un enorme centro e in questo
stesso periodo fu ricostruito il tempio pagano al Verulamio. Il Mitreo di
Londra fu distrutto e poi ricostruito, il che sta a indicare che un attacco
atteso era stato sventato o che gli era sopravvissuto (anche se la datazione in
questo caso è incerta) , e fu forse in questo periodo che il governatore della
La fase tardo celtica 1 39
Il paganesimo vernacolare
stati zelanti avvocati del culto della Madre di Nostra Signora [ . . ] co
.
Anche Gwen Teirbron, l a patrona con tre seni delle madri che allattano,
era venerata in Bretagna. Le madri che allattavano offrivano a Gwen Teir
bron una roccia e del lino per assicurarsi un'adeguata quantità di latte per i
propri bambini. Un tempio importante era presso la cappella di Santa Ve
nec tra Quimper e Chiteaulin. Negli anni Settanta dell'Ottocento i preti si
liberarono di molte immagini
di Gwen Teirbron «brucian
dole, dato che le considerava
no qualcosa di oltraggioso che
non conduceva alla devozio
ne» . In Britannia le chiese di
Santa Candida, White e Wita
sono luoghi per la devozione a
Gwen Teirbron. 19
Il paganesimo fiorì in Sco
zia dopo la scissione della
Chiesa cattolica. Nella regione
di Gaerloch, nel Wester Ross,
gli "antichi riti" della divinità
Mhor-Ri, il Grande Re, tra
sformata in San Maree, Mourie
o Maelrubha, furono osservati
fino al XIX secolo. Nel 1 656,
il presbiterio di Dingwall «tro
vando tra altre pratiche abomi
nevoli e pagane che le persone
in quel luogo erano abituate a
sacrificare tori a una certa ora
Pagina del Libro di Ba/lymote ( 1 390), con spiegazioni
sull'alfabeto ogamico del 25 agosto, il quale giorno
148 Storia dei pagani
stracci».
Durante il XIX secolo, i luoghi sacri, come pietre in posizione verticale,
colline e pozzi sacri, venivano considerati generalmente santuari dedicati
a dee e dèi, ad esempio: «al limite nord dell'isola di Calligray ci sono va
ghe tracce di un edificio molto antico chiamato Teampull-na-H'Annait,
il tempio di Annat, una dea [ . . . ] che, in quella particolare provincia, si
prende cura delle fanciulle. Vicino al tempio c'è un pozzo d'acqua chia
mato Tobar-na-H'Annait» .22 Sull'isola di Man, la croce di Odino presso la
Kirk Andreas, la croce di lhor nella Kirkbride e la pietra Heimdall a Jurby,
mantennero la loro identità pagana.23
Le colline continuarono a essere utilizzate come loci di culto pagano. Le
La fase tardo celtica 1 49
dee fatate, Aine e Fennel, erano onorate presso due colline vicino a Lough
Gur, nella contea Limerick in Irlanda, «sulle cui sommità si celebravano
sacrifici e riti sacri secondo tradizioni viventi» . 24 Nel 1 860 Sir A. Mitchell
scrisse a proposito dei luoghi sacri nel paesaggio intorno al lago Maree: «le
persone del luogo parlano spesso del dio Mourie».25 Una collina chiamata
Claodh Maree era sacra al culto. Dr Reeves, scrive nel 1 86 1 osserva: «si
crede [ . . . ] che nessuno possa suicidarsi o farsi del male avendo questo
luogo in vista». 26
Sull'isola di Maelrubha nel lago Maree, la quercia sacra di Mhor-Ri era
incastonata di chiodi a cui erano appesi dei nastri, oltre a fibbie e bottoniY
Questo albero era associato a un pozzo della guarigione, reputato in grado
di curare la pazzia. I documenti del presbiterio di Dingwall raccontano del
derilans che pare i preti officiassero sull'isola. Dixon suggerisce che questo
titolo proviene dal gaelico deireoil (afflitto) inferendo che il sacerdozio era
composto da persone intrise di "pazzia divinà', alla maniera degli sciamani
nel resto del mondo.28 Nel 1 774 lhomas Pennant29 visitò il lago Maree e
testimoniò i riti. Una persona mentalmente malata viene portata sull'iso
la sacra e «fatta inginocchiare di fronte all'altare, dove i suoi partecipanti
lasciano un'offerta in denaro. Viene poi condotto al pozzo e sorseggia un
po' di acqua santa. Si fa una seconda offerta; fatto ciò viene immerso tre
volte nel lago». Il santuario fu profanato nel 1 830 da un uomo che tentò di
curarvi un cane pazzo.30 Poi per un po' si perse la sua virtù curatrice, fino
circa al 1 840, quando ricominciarono le visite.
I pozzi sacri sono venerati in tutta Europa. Esistono miriadi di esempi,
la cui consuetudine mostra continuità sia nel tempo che nello spazio. Nel
XIX secolo un famoso pozzo pieno a Kotzanes in Macedonia aveva acqua
curativa «che si diceva sgorgasse dai seni di Nereide, e che fosse in grado
di curare tutte le malattie umane».31 A Vinnitsa, Ucraina, c'era un pozzo
sacro in cui le persone malate si immergevano e poi lasciavano fazzoletti e
camicie sui rami come offerte votiveY Il pozzo sacro Ff)rnnon Cae Moch,
vicino a Bridgend, Glamorgan, Galles, era visitato da supplicanti che poi
legavano degli stracci a un albero o a un cespuglio lì vicino. Gli stracci era
no legati al cespuglio con fili di lana allo stato naturale.33 A Ff)rnnon Elian
a Llanylian yn Rhos, vicino a Abergele, Denbigh, Galles, sugheri ai quali
erano attaccate delle spille galleggiavano nell'acqua del pozzo.34
Molti pozzi sacri avevano guardiani che se ne occupavano e sorveglia
vano il culto. Nella prima parte del XIX secolo il guardiano ereditario del
1 50 Storia dei pagani
Le persone [ . . . ] quel giorno fanno nuotare i propri cavalli nel lago per
difenderli dagli infortuni accidentali durante l'anno e lanciano cime e
cavezze che lasciano lì [ ] hanno anche il costume di gettarvi del burro
. . .
Il rito di buttare le offerte nei laghi o nei fiumi era rinomato nell'antica
Irlanda, in Britannia e in Danimarca. Continua ancora oggi.
La fase tardo celtica 151
Uomini che perlustrano l a collina del White Horse a Uffìngton, Berkshire, Inghilterra, 1 889
I riti pagani continuano nel XX secolo nei paesi celtici. Una preghiera
pagana, recuperata intorno al 1 9 1 O da WY. Evans-Wentz, presso un' anzia
na donna Manx, invoca il dio celtico del mare:
Questa preghiera era stata usata dal padre e dal nonno della donna. Suo
nonno aveva invocato il dio del mare celtico Manannan, mentre suo padre
aveva sostituito a esso il nome di san Patrizio.41
Sugli altopiani scozzesi si versano libagioni di latte in una speciale pietra
scavata, la Leac na Gruagach (Dobby Stane) in onore di Gruagach, una
dea che protegge le muccheY A Samhain è un'usanza bretone quella di
! 52 Storia dei pagani
Dopo essere arrivato alla chiesa di san Mulvay durante la notte un uomo
fu mandato a guadare il mare, dicendo: «Shony, ti offro questo boccale
di birra sperando che tu sia così buono da darci abbondanza di pesca per
arricchire la nostra terra il prossimo anno>>.43
Una danza delle lattaie del XVIII secolo su un piatto d'argento, Londra
Tra il Reno e quella che ora è la Lituania, il nord Europa era abitato
da popoli che i romani chiamavano germani. In latino il nome significa
semplicemente "imparentati" e potrebbe far riferimento al legarne con i
celti ma Tacito ci informa che in origine era il nome di una tribù e che
solo successivamente passò a definire l'intero popolo ( Germania, 2). Qua
lunque fosse l'origine del nome, le tribù che vivevano a est del Reno non
sembravano pensare a loro stesse come a una comunità e la dottrina mo
derna sembra poco incline a parlare di una distinzione netta tra i popoli
che vivevano a est e a ovest del Reno all'inizio della nostra era. 1 Le loro dif
ferenze linguistiche e culturali sembra si siano intensificate con la creazione
da parte di Giulio Cesare di un confine artificiale tra loro. In quanto segue
tracciamo una storia religiosa del popolo che visse, o almeno ebbe origine,
a est del Reno in epoca romana.
La cultura che si sviluppò nella regione in cui si trova oggi Copenhagen
era relativamente più semplice rispetto alle culture celtiche di Hallstatt e
de La Tène a sud. Nelle pianure germaniche2 non vi erano grandi depositi
di metallo e, forse per questa ragione, le tribù non svilupparono un arma
mentario avanzato fino a che le loro scarse risorse non vennero sfruttate nel
III e IV secolo d.C.3 A quel tempo i popoli della penisola baltica rimasero
nella terra natia e diventarono in seguito gli scandinavi, ma alcuni erano già
migrati precedentemente, stabilendosi sul continente a est. Una di queste
tribù orientali, i bastami dai monti Carpazi, minacciarono le città greche
sul mar Nero intorno al 200 a.C. e l'anno seguente i germani d'occidente
pressarono verso la frontiera renana e verso sud sulle Alpi. Qui spinsero i
celtici elvezi all'interno della Svizzera e i celti bo i, la cui terra d'origine, la
Boemia, porta ancora il loro nome, giù verso la vallata del Po. I germani
! 56 Storia dei pagani
occidentali della Renania ebbero delle schermaglie con i celti della Gallia
romana e alla fine fecero una confederazione per diventare franchi e sas
soni. Nel 9 d.C. questi occidentali avevano respinto un'invasione romana
con il massacro di tre legioni ma non tentarono di avanzare oltre la fron
tiera del Reno. Rimasero, con le loro armi di tecnologia primitiva, a est del
fiume finché il ferro per fabbricare le armi si rese disponibile quattro secoli
dopo e il dio-fabbro guadagnò un posto da eroe nella loro mitologia.
I germani dell'est che al tempo di Tacito erano chiamati suebi e ,_
sivamente goti, sembra che abbiano avuto accesso a una tecnologi;-. :,J -
tempo di Tacito il fiume Oder era conosciuto come Suebus, quindi una
divinità dell'acqua avrebbe potuto benissimo governare su quella confede
razione e vedremo che i Germani dell'est erano meglio conosciuti per le
loro dee di quelli dell'ovest.
Tutti i germani credevano nel potere profetico delle donne, come con
cordano sia Tacito che Cesare, e le loro profetesse erano talvolta considera
te divine. Veleda, che cantò i germani in battaglia durante il regno di Ve
spasiano (69/79 d.C.) e fu portata a Roma nel 78 d.C.,8 era una di queste,
e una profetessa precedente Aurinia, come pure altre donne erano riverite
in modo simile. La deificazione di una sibilla ispirata creava un parallelo
con la pratica pagana romana e la moderna tradizione scintoista in cui
un defunto lodevole diventa kami. Un'altra famosa sibilla era la veggente
franco-alemanna, Thiota. La veggente dei Semnoni che andò a Roma con
re Masyas nel 9 1 d.C. fu chiamata Ganna (l'antica magia germanica era
detta gandno) . Waluburg {da walus, il bastone magico) era in Egitto con le
truppe germaniche nel II secolo. 9 La veggente chiamata Haliarunnos che
consultava le ombre dei morti, fu espulsa dalle terre dei goti da re Filimer
nel V secolo. Successivamente la famosa sibilla islandese Thordis Spakona
apparve nelle saghe Biskupa, Heioarviga e Vatnsdoela. Ci sono prove della
correlazione con gli animali. In Svezia vivevano i Vargamor, veggenti che
abitavano le foreste condividendole con i lupi. Le saghe descrivono inoltre
donne comuni che, come consuetudine, predicevano il futuro ed elabora
vano incantesimi protettivi e curativi per i loro uomini. Pare che ciò fosse
parte delle normali faccende di casa per le mogli germaniche.
La divinazione, secondo Tacito, era anche praticata dal padre di fami
glia o, nel caso di un prestigio tribale, dal sacerdote del popolo, per mezzo
di strisce di legno tagliate da un albero di noce e incise con dei sigilli, 10
che erano poi sparse a caso su un tessuto bianco e selezionate dal divina
tore mentre scrutava i cieli. Una procedura simile è riportata nel periodo
medievale per la divinazione attraverso gli amuleti: strisce di legno con
rune intagliate sulla superficie . .Lalfabeto fonetico runico non fu, tuttavia,
introdotto fino al IV secolo; questi primi sigilli erano probabilmente ideo
grammi. Si praticava anche la divinazione per mezzo del volo degli uccelli
e il movimento dei cavalli. I cavalli bianchi sacri venivano prelevati dai
boschetti in cui erano custoditi e poi soggiogati a una carrozza cerimoniale;
dopodiché si osservavano nitriti e sbuffi.
Durante la luna nuova e quella piena si tenevano incontri pubblici,
1 60 Storia dei pagani
Gli indumenti furono strappati e gettati via, oro e argento lanciati nel fiu
me, l'armatura dei soldati ridotta in brandelli, le imbracature dei cavalli
distrutte e gli stessi cavalli buttati nel fiume, e gli uomini furono appesi
agli alberi cosicché non ci fu bottino per i vincitori né grazia per i vinti.
1 62 Storia dei pagani
Sacrari e santuari
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Pagan Vé at Jellinge Christianised Vé
Jellinge 1 1-1 1 1
Piantina del Vé regale (recinto sacro) nella forma pagana a sinistra e in quella cristiana a destra, a
Jellinge in Danimarca. In quello cristiano i confini dei recinti sacri sono rimasti immutati, mentre
il sacro centro è stato usato per posizionare una chiesa. I.: avvento della chiesa ha alterato di poco
le tradizioni di geomanzia pagane e l'uso dei luoghi sacri.
era diviso in due sezioni: lo skali, o ingresso vero e proprio, e l' afhus, un
santuario, dove si tenevano oggetti e immagini sacre.
Nonostante molte osservanze religiose avessero luogo in un Hof, c'era
no anche templi completamente chiusi in legno (l'anglo-sassone Ealh) .
Templi importanti a divinità del Pantheon nordico si trovavano a Jellinge
in Danimarca, a Sigtuna e a Uppsala in Svezia, a Trondenes, Lade, Ski
ringssal, a Mreri in Norvegia e a Dublino in Irlanda. Il tempio di Uppsala
aveva una pianta quadrata, come quello del dio Prussiano Svantovit ad
Arcona sull'isola santa del Baltico Riigen. In Islanda ogni contadino di una
località pagava le sue offerte a un tempio anche se era dovere del sacerdote
del tempio mantenerlo a sue spese. Erbyggja saga documenta un tempio
costruito da 1h6r6lfMostrarskegg a 1h6rsness su Snrefellness. 1h6r6lf por
tò con sé i pilastri della sede superiore del suo tempio originale in Norvegia
e li gettò in mare fuori dalla sua barca; sulla spiaggia dove fossero approda
ti, sarebbe stato costruito un nuovo tempio. Sembra che questa fosse una
pratica diffusa, perché quando Thorhadd il vecchio, sacerdote del tempio
a Thrandheim in Mreri, emigrò in Islanda, portò con sé la terra sotto il
tempio e i pilastri (Landndmab0k,4,6) . Dopo la terra su cui si ergono, gli
alberi, i pali e le aste sono le cose più sacre di queste recinzioni sacre, inclu
so il boschetto, il Vé e il tempio. Il pellegrinaggio verso siti ancestrali non
era sconosciuto a nord: l'islandese Lopt faceva un pellegrinaggio al tempio
di suo padre in Norvegia ogni tre anni per venerarlo (Landndmabok,5,8).
I.: entrata del tempio di 1h6r6lf era sulla parte laterale, vicino al fronto
ne. Subito dopo la porta c'erano i pilastri della sede superiore, incastonati
con i "chiodi divini" che segnavano il confine del santuario. All'interno
del tempio un cancello contenente un altare intorno al quale si trovavano
le immagini degli dèi. Su questo altare c'era un anello sacro, indossato dal
sacerdote del tempio durante le riunioni pubbliche e sul quale si pronun
ciavano i giuramenti. Sull'altare era situata anche una scodella sacrificale
con un aspersorio per il sangue. Il tempio a Uppsala fu descritto intorno
al 1 200, forse un centinaio d'anni dopo la sua distruzione, da Adamo di
Brema: «in questo tempio completamente ornato d'oro, le persone adora
no le immagini di tre dèi [ . . . ] i sacerdoti sono assegnati a tutti i loro dèi,
perché offrano sacrifici a nome delle persone». Il tempio del Thor nero a
Dublino, chiamato il "castello dorato", fu saccheggiato dal re irlandese
Mrel Seachlainn nel 994, che lo privò di tutti i suoi tesori sacri, tra cui
l'anello d'oro. 1 9
I popoli germanici 1 67
Tacito nella Germania (26) , ci narra che i germani avevano solo tre
stagioni: primavera, estate e inverno. Circa l 000 anni dopo, il libro della
legge d'Islanda descrive un anno diviso in due: inverno ed estate. In realtà
sembra che gli antichi Germani avessero un anno diviso in sei fatto di corsi
di sessanta giorni o "doppi mesi" come li dovremmo chiamare. Nell'età
vichinga (dopo l'VIII secolo) c'erano due mesi in stile romano chiamati Li
tha in estate e, inoltre, il calendario della chiesa gotica del VI secolo chiama
il mese romano di novembre "il primo Yule" stando a significare che una
volta ce n'era un secondo, ossia dicembre. Il venerabile Beda, un monaco
anglosassone che scrive intorno al 730, registra in modo analogo un dop
pio Litha a luglio e agosto, più un periodo "Giuli" nei mesi di dicembre
e gennaio. Quindi abbiamo i nomi di due dei presunti vecchi periodi di
sessanta giorni, ma sfortunatamente nessuno degli altri. I.: anno germanico
di sei parti, apparentemente divise da tre festività principali, è l'antenato
dei nostri quadrimestri legali e universitariY
Come l'anno celtico anche quello germanico cominciava all'inizio
dell'inverno con un festeggiamento equivalente al Samhain celtico. In Ger
mania e in Francia fu successivamente assorbito dal giorno di San Martino
( 1 1 novembre) e in Inghilterra dalla festa di Ognissanti ( l novembre) .
Segnava l'inizio dell'anno finanziario: si dovevano pagare le tasse e altre
somme dovute come la rata triennale dello stipendio della servitù fem-
1 68 Storia dei pagani
,., c.Aifl.·,.
Il cerchio dello spazio-tempo diviso in 8 spicchi, tipico della tradizione nordica da Rimbegla di
Stephan Bjiirnssen, Copenaghen, 1 780. Nideck Picture Collection
I franchi e i sassoni
A metà del III secolo, le tribù più vicine al Reno si erano raggruppate
tutte sotto il nome di franchi, che significa audaci e pieni d'ardore. A sud
alcuni dei suebi si erano riformati in "All-men" o alemanni e iniziavano a
minacciare l'Italia e la Gallia del sud. Verso la fine del secolo, le tribù cen
trali si erano confederate come sassoni e stavano iniziando a espandersi.
Forzarono i franchi verso ovest e iniziarono anche delle incursioni marine
1 72 Storia dei pagani
nella Britannia del sud e nella Gallia del nord, causando devastazione. I
sassoni rimasero pagani per un altro mezzo millennio. In Britannia il loro
arrivo fu visto come uno scontro di fedi oltreché come una battaglia tra
civiltà e barbarie, e a vincere furono i barbari. Quanto il confronto sia stato
sanguinario è attestato dal loro unico storico, Gildas, che scrive circa un
secolo dopo l'invasione. La Britannia divenne una confederazione pagana
germanica governata da re che tracciavano la loro discendenza divina non
da Beli e da Anna, ma da Woden.
In Britannia la conversione al cristianesimo ebbe luogo nel VII secolo
più attraverso discussioni e cavilli legali piuttosto che con il massacro e la
demolizione dei templi. La missione cristiana mandata da Roma alla Bri
tannia sotto Agostino nel 597 visitò il re di Kent, che, d'accordo sul valore
politico di avere un supporto continentale accettò di convertirsi e diven
tare cristiano. Le autorità ecclesiastiche a Roma decisero che la Britannia
doveva essere convertita (ignorando l'esistenza della setta di cristianesimo
celtico delle zone non sassoni, che a sua volta aveva ignorato l'opportunità
di convertire gli immigrati) . Seguendo la pratica romana i missionari divi
sero la Britannia in una provincia del sud, controllata da Londra, e in una
del nord, a cui faceva capo York. Mellito, uno degli assistenti di Agostino,
visitò Londra nel 603 e convinse Sebert, re dell'Essex, che doveva diven
tare cristiano, come aveva fatto il suo potente vicino e potenziale nemico
a Kent. Il tempio pagano a Londra fu espropriato e divenne la capitale di
San Paolo. Ma questo non durò a lungo perché alla morte di Sebert nel
6 1 4 i suoi tre figli, Saxred, Sigebert I e Seward, che erano pagani, espulsero
i cristiani che fuggirono a Canterbury e considerarono persino di lasciare
definitivamente l'Inghilterra. La cattedrale di san Paolo fu riconvertita a
tempio pagano e l'antica fede prosperò a Londra per altri 4 1 anni. Durante
questo periodo il sistema ecclesiastico si stabilì nella sede temporanea di
Canterbury, che rimase il centro della nuova religione al posto di Londra.
Secondo gli autori cristiani, le guerre politico-religiose d'Europa sono
state elevate a lotte eroiche tra il bene e il male, quando in realtà la religio
ne e la politica erano interconnesse. Ad esempio, il re cristiano celtico del
Galles, Caedwal II, combatté al lato di Penda, re pagano di Merda, contro
il re romano cristiano Edwin di Northumbria, uccidendolo nella battaglia
di Hatfield il 1 2 ottobre 633 . Quando Caedwal II morì, fu seppellito nella
Londra pagana. Seguendo la caduta della società celtico-romana, non tro
viamo nessuna battaglia del "bene contro male", cristiani contro romani,
I popoli gennanici 1 73
I vichinghi
La Scandinavia non aveva preso parte alla politica occidentale per mille
anni, da quando gli antenati dei goti avevano navigato la Vistola e iniziato
il loro percorso per la Crimea. La società norvegese, svedese e persino dane
se era ancora basata su piccoli raggruppamenti tribali invece che su una più
ampia identità nazionale e l'etica del pascolo del bestiame e della guerriglia
fra clan prevaleva ancora su ogni possibilità di avanzamento all'interno di
una stati ca gerarchia sociale. Contrariamente agli irlandesi che avevano una
struttura sociale simile ma si consideravano parte della comunità cristiana
internazionale, gli scandinavi mantennero un'apparenza che l'Europa oc
cidentale aveva superato alcuni secoli prima. Quando la conquista della
Frisia da parte di Carlo Magno lasciò indifese le rotte del mare del Nord
(i franchi non erano grandi navigatori) , i norvegesi e i danesi si misero in
cerca di bottino. Le loro tattiche e attitudini erano simili a quelle dei celti
che avevano spazzato e saccheggiato le terre mediterranee l 000 anni prima
e degli incursori germanici che si erano avventurati attraverso il Reno cin
quecento anni più tardi, per catturare gli schiavi e i cavalli celtico-romani.
Ma nell'VIII secolo la maggior parte d'Europa aveva dimenticato quelle
tattiche e per un po' fu incapace di difendersi. La cattiveria dei vichinghi
veniva fatta risalire alla loro religione invece che al loro espansionismo o
all'organizzazione sociale primitiva, e le coste del nord Europa tremarono
di fronte alle incursioni dei pagani. Anche i commentatori moderni scri
vono dei vichinghi come se questi ultimi stessero facendo una campagna
spregiudicata contro il cristianesimo senza avere «rispetto per la santità del-
le case religiose e del pacifismo degli abitanti» .39 Ma non c'è ragione per cui
avrebbero dovuto farlo. Le chiese e i monasteri erano pieni di ricchezze da
prendere e agli occhi di una società guerriera, se le loro comunità non ci te
nevano abbastanza da difenderle, perché dovevano farlo gli stranieri? Nelle
antiche società guerriere un attacco alle divinità del nemico era un attacco
al nemico stesso. I goti distrussero il tempio di Artemide a Efeso nel 250
a.C., i romani distrussero i boschi sacri delle tribù recalcitranti, i bretoni
ribelli bruciarono il tempio di Claudio divinizzato a Colchester, senza che
questi fossero attacchi specificamente religiosi. I cristiani dell'VIII secolo
e i loro apologisti moderni dimenticano che il loro dio non era quello dei
nordici e che per questo non avrebbero avuto nessuna pietà. Le due parti
giocavano con regole differenti. Alcuni commentatori precedenti sostene
vano che poteva esserci una ragione per un'amarezza religiosa specifica.
Molti [degli incursori] erano uomini che avevano sofferto dei mezzi di
forza impiegati da Carlo Magno per la conversione dei pagani. La loro
ostilità nei confronti del cristianesimo era perciò fiera e senza pietà; c'era
odio religioso, unito al desiderio di bottino nella rabbia che selezionava
chiese e monasteri come oggetti speciali. 40
Alcuni, o anche molti, individui potranno aver provato una gioia parti
colare nel vendicarsi contro il dio che aveva ordinato tante atrocità contro
i loro santuari e le loro famiglie. Le atrocità cristiane però non furono con
dannate con gli stessi toni di quelle vichinghe contro i santuari cristiani e i
loro guardiani. Nondimeno, come registrano le saghe, l'odio religioso non
era il motivo principale e nemmeno uno dei più importanti nell'onda delle
invasioni. I vichinghi andavano per saccheggiare.
Anch'essi divennero stanziali. Nell'ultima decade dell'VIII secolo i vi
chinghi norvegesi colonizzarono le isole scozzesi, l'isola di Man e l'Irlan
da. Sulle isole il cristianesimo era tollerato, ma gradualmente si estinse e
l'Irlanda si divise in due fedi. Nei tre secoli successivi la frangia a nord-est
dell'Europa divenne una vasta dinastia. I signori scozzesi delle isole erano
vichinghi. Nel IX secolo, a Hebridean, una donna cristiana chiamata Aud
la riflessiva, sposò il re di Dublino, rimase vedova, governò con suo figlio
Thorstein il rosso. Dopo la sua morte navigò per i mari del nord «con una
truppa di venti uomini liberi» forgiando alleanze dinastiche e stanziandosi
alla fine in IslandaY Più a sud, dove i sistemi politici erano più stabili, la
1 80 Storia dei pagani
Particolare di un elmo ritrovato a Vendei raffigurante Odino con i suoi due corvi. Uppland,
Svezia, VII sec.
1 82 Storia dei pagani
Hakon morì gli fu fatto un funerale pagano in un tumulo a Sein nel Nord
Hordaland. Il suo scaldo, Eyvind Scaldaspiller, compose un'elegia pagana
su quanto il re «che aveva eretto i templi», fosse ricevuto bene in grazia a
Valhalla dagli "alti dèi". 45
Successivamente i figli cristiani di re Erik di Danimarca andarono in
Norvegia, distrussero i templi e abolirono i sacrifici pagani, ma furono
deposti e giustiziati dai nobili e i sacrifici tornarono leciti. Fu solo nel 998
che re Olaf Tryggvason, seguito da Olaf Haraldson, canonizzato sul letto
di morte nel l 033, rese la Norvegia cristiana con la forza armata, saccheg
giando e bruciando i templi pagani e obbligando comunità dopo comuni
tà al battesimo o alla morte, prendendo ostaggi per rafforzare la continu
ità della religione cristiana. 46
Ciononostante molti pagani
erano disposti a essere tortu
rati e a morire come martiri,
piuttosto che abbandonare il
loro credo. Olaf Tryggvason
ordinò che il veggente paga
no, Thorleif il saggio, doveva
essere accecato. Fu cattura
to dall'agente di Olaf e sop
portò la sua tortura con una
compostezza talmente eroica
che i suoi torturatori fuggi
rono dopo avergli strappato
un occhio. Eyvind Kelde (af
fogato con i suoi camerati) ,
lron Skegge (ucciso mentre
difendeva il tempio a Mreri),
Eyvind Keinnrifi (torturato a
morte con i carboni ardenti)
Olaf Tryggvason di Norvegia dopo la vittoria sugli in
glesi a Maldon. Sebbene convertito al cristianesimo,
e Raud il forte (torturato con
nel profondo Olaf rimase sempre pagano. Non solo un serpente velenoso e ferro
ospitava alcuni maghi alla sua corte, ma egli stesso fu incandescente) furono solo
un celebre indovino. Praticava l'ornitomanzia (ossia la
divinazione attraverso il volo degli uccelli) che gli valse
alcuni, tra i molti che mori
il nomignolo di "Osso di corvo" rono per l'antica fede. Anche
I popoli gennanici 1 83
Gli svedesi e i goti sembrano certamente, finché tutto gli va bene, onorare
all'apparenza la fede cristiana. Ma quando le tempeste della sfortuna li
assalgono, se la terra nega loro il raccolto o i cieli la pioggia, le tempeste
impazzano o il fuoco distrugge, allora essi condannano (il cristianesimo)
[ . . ] ciò accade non solo a parole ma anche con le azioni, attraverso la
.
quella che ora è la Francia. Le comunità danesi furono unite sotto un unico
regno intorno al 950, governato dal formidabile Harald Gormsson, che
istituì la famosa comunità J6msvfking alla foce dell'Oder, portò la Norve
gia sotto il suo controllo e impose spietatamente la cristianità in Danimar
ca. Ciò fu enormemente risentito dagli abitanti e nel 988 il figlio di Harald
Swein cacciò suo padre dalla Danimarca riaffermando la vecchia religione.
Tuttavia le pressioni delle alleanze internazionali si rivelarono troppo forti
e Swein finì per essere un patrono riluttante del cristianesimo. Il suo figlio
più giovane Canuto, che conquistò l'Inghilterra e stabilì l'impero danese,
era come abbiamo visto un cristiano entusiastico, ma nonostante ciò in
Danimarca il culto pagano era esercitato apertamente.
La Svezia prese parte limitatamente alle incursioni vichinghe. Le sue
ambizioni erano volte a est. Gli invasori svedesi e i mercanti viaggiarono a
est in direzione del Volga. Stabilirono centri di scambio a Riga, Novgorod
e K.iev e lì, noti come Rus o Rossi, diedero il nome al paese che fonda
rono: la Russia. Mantennero la loro fede ancestrale e il racconto di un
viaggiatore arabo nel 92 1 ci ha lasciato un resoconto inestimabile di navi
funerarie nordiche, offrendo dettagli che altrimenti potremmo soltanto
intuire (cfr. oltre pp. 1 87-8) . Gli svedesi di K.iev guardavano a sud verso
l popoli germanici 185
capitano si era avvicinato alla barca nei pressi della pira di legno. Era nudo
e camminava all'indietro con una mano sulle natiche. Prese un tizwne, lo
accese e poi diede fuoco a tutta la pira. Le altre persone aggiunsero bastoni e
legno, e l'intera struttura venne data alle fiamme. Nell'opinione dei Rus, gli
arabi erano pazzi a seppellire i loro morti. «Noi li bruciamo in un istante, così
possono andare subito in paradiso». '
È impossibile immaginare che questa cerimonia fosse esattamente la
stessa di quelle all'Età del bronw, o anche che potesse essere identica ad
altre esistenti in Europa, ma sicuramente ci mostra come la comunità in
terpretava la sepoltura nelle tombe. Ci dice che tra loro la morte era vista
come la via d'accesso a un altro mondo, che il sacrificio funerario era ac
cettato volentieri e che rappresentava l'occasione per una certa feroce gio
vialità. La doppia morte della serva del capitano richiama la doppia o tripla
morte delle sepolture preistoriche nelle paludi (per stordimento, strango
lamento e accoltellamento o annegamento) e la tripla morte cerimoniale
descritta nei racconti irlandesi. Sfortunatamente, Ibn Fadlan doveva co
municare con i Rus attraverso un interprete, perciò non riuscì a cogliere il
significato di altri dettagli come la natura delle divinità invocate, la ragione
per cui sulla barca venivano gettate le carcasse degli animali, il sesso rituale
dei seguaci con la schiava, la ragione del modo in cui moriva e il perché
colui che accendeva la pira dovesse essere nudo.
Il sacrificio di due cavalli fa parte di una tradizione tra le molte che
sono arrivate fino ai giorni nostri. Luccisione cerimoniale del cavallo per
un pasto sacro di carne equina era parte del paganesimo nord europeo. Il
cavallo era l'animale totemico di Woden/Odino e parte delle cerimonie
usavano il pene dello stallone {Volsi) . A causa della sua connotazione sacra
le, papa Gregorio III (73 1 -74 1 ) proibì di mangiare carne equina in quanto
«atto sporco ed esecrabile».2 Il concilio di Celchyth (787) ne condannò il
consumo come macchia nel carattere del popolo britannico.3 Questa sem
bra essere l'origine del tabù tuttora esistente nel mangiare la carne equina
in Gran Bretagna. La tradizione di mangiare questa carne tuttavia non si
estinse così facilmente: i monaci dell'abbazia di San Gallo mangiavano
carne di cavallo pronunciando ringraziamenti che si trovano nelle rime del
monaco Ekkehard III (m. 1 036) .4
Il sacrificio pagano del cavallo continuò in Danimarca fino all'inizio
dell'XI secolo5 come rito funerario di re e cavalieri. Lo si offrì per i funerali
di re Giovanni d'Inghilterra,6 per l'imperatore Carlo IV nel 1 378 e per
La religione tardo germanica 1 89
La trinità pagana norvegese di Frigga, 7hor e Odino, Olaus Magnus, incisione del XVI secolo
e una profetessa, la sibilla d'Europa. Uno dei dodici capitani di Troia era,
secondo Snorri, il padre di Thor e quest'ultimo diventò duca di Tracia e
sposò la sibilla; uno degli esseri che discesero da loro era Voden, che noi
chiamiamo Odino e che, avendo il dono della profezia, viaggiò a nord
attraverso la Germania, la Danimarca, la Svezia e la Norvegia dove, in
accordo con la profezia, trovò le varie razze germaniche con i loro antenati
semidivini. A causa della loro origine, Odino e i suoi figli furono chiamati
lEsir, o "razza dell'Asià' .
Il culto di Woden (in norvegese Odino) pare che abbia preso il posto
di quelli di Tiwaz, il dio della spada e della giustizia, e di Thunor, dio del
tuono e della protezione della proprietà. Nella parte principale dell'Edda
il dio Tyr (Tiwaz) perde una mano e il dio lhor è descritto come figlio di
Odino, anche se nell'introduzione era l'antenato di quest'ultimo. Il fatto
che accadano questi scambi può essere considerato la conseguenza di un
indebolimento della tradizione e un sovrapporsi di miti. In quanto dio
della battaglia, Odino è un signore capriccioso ed era noto come un dio
fraudolento; era il sovrano del mondo invisibile, dell'ispirazione poetica,
della pazzia in battaglia e degli scritti - le rune - che sappiamo sono deri
vate dagli scritti nord-italici e che avevano raggiunto la Danimarca nel III
secolo d.C. Odino è il dio del commercio, del vivere secondo lo spirito,
commemorato nell' interpretatio romana da iscrizioni a Mercurio. È un
dio adatto ai migranti, e prendendo la residenza {secondo l'introduzione
di Snorri) a Sigtuna, in Svezia, potrebbe aver soppiantato il culto di Freya
e Frey.
Secondo Snorri, i re di Svezia (gli lngaevoni di Plinio) derivavano la
loro discendenza da Yngvi, in certi casi noto come Yngvi-Frey. Yngvi di
vide il nome con la runa lng, che significa discendenza, ma il nome Frey
significa semplicemente "signore". La nobiltà basata su una stirpe aristo
cratica e la "buona nascita" è in questo caso direttamente legata con il culto
germanico dell'antenato divino. Frey era un dio dell'educazione. Era rap
presentato come itifallico, o se vestito, aveva addosso alcuni simboli della
sua virilità. Lo si invocava ai matrimoni e si pensava che portasse prosperità
e prole. Aveva molti soprannomi descrittivi, uno dei quali era enn frooi, il
lussurioso. I suoi animali sacri erano il cavallo e il maiale, a sua volta crea
tura fertile, e si diceva che viaggiasse nella campagna svedese con un carro,
portando prosperità ai suoi fedeli.
La sorella di Frey, Freya, e Woden erano le divinità pagane a cui ci face-
1 94 Storia dei pagani
va più spesso allusione nei riferimenti germanici del Medioevo e nel Gylfa
ginning, Snorri ci dice che Freya era la più rinomata tra le dee e che il suo
culto era sopravvissuto fino ai suoi giorni. In effetti, durante il XII secolo
c'era stata una rinascita del culto di Freya e la cattedrale di Schleswig ha un
dipinto di quel periodo che ritrae Freya mentre cavalca nuda su un gatto
gigante (nelle saghe si narra che si muovesse su un carro trainato da gatti) ,
insieme a Frigga (la moglie di Odino) anch'essa svestita, che cavalca un
attrezzo per filare. Era un insulto a Freya fatto dall'Althing (il parlamento)
che apriva lo scontro finale per la cristianizzazione dell'Islanda. Un ferven
te cristiano chiamò Freya "dea megerà' 19 e la disputa ebbe inizio. Pare che
Freya fosse stata una figura estremamente importante. Il Gylfaginning ci
narra che ogni giorno dopo la battaglia sceglieva metà degli ammazzati e
Odino poteva avere i rimanenti. La storia di come Loki rubò la sua collana
d'oro per Odino, così come la storia di Tyr menomato dal lupo, portano
il marchio classico di un mito che prende il controllo. La collana d'oro
in sé, come le lacrime d'oro che Freya si diceva piangesse,
possono legarla alle dee del sole baltiche. Suo fratello
Frey era connesso con un'altra figura solare, forse lo
spirito del sole di mezzanotte, la gigantessa Gerd.
Il Gylfaginning riferisce che quando Gerd entrò
in casa sua, sollevò le braccia per aprire la porta
e «queste illuminarono il cielo e il mare, e il
mondo intero si rischiarò con lei».
Si diceva che Frey e Freya
fossero figli di Njord, un re
del mare la cui casa è nota
come "il cantiere navale" .
Nelle saghe Frey aveva
una nave magica,
Skiòblaònir (lama
che scivola) che po
teva essere ripiegata
e tenuta in un ta
schino quando non
serviva. Freya non
era connessa con una
Pittura murale del XII secolo della dea Frigga che cavalca una
scopa, cattedrale di Schleswig, Germania nave nella letteratura
La religione tardo gennanica 195
dell'età vichinga, anche se dal periodo romano sappiamo che la nave era
un attributo di Sequana, dea della Senna, e della dea senza nome dei suebi
descritta da Tacito. I commentatori moderni hanno immediatamente vi
sto Njord come il fratello di Nerthus, la dea delle tribù danesi di Tacito.
Nerthus, come Frey, viaggiava in un carro, portando felicità e prosperità ai
suoi fedeli. Prosperità, buoni raccolti e pace è ciò che nel prologo al Gylfo
ginning viene portato da Odino e gli JEsir quando raggiungono la Svezia:
un'altra indicazione del fatto che essi avevano sostituito il culto precedente
dei Vanir in quei luoghi. Nerthus era connessa con l'acqua: la sua casa era
su un'isola e i suoi schiavi venivano affogati. Non sappiamo di annegamen
ti rituali associati a Frey, ma la Saga di Viga-Glum narra che il santuario di
Frey fu profanato versandovi del sangue. Le armi non erano permesse nel
tempio di Frey, che si ricollega al culto di Nerthus, dove tutte le armi dove
vano essere messe via. Freya e Frey, Njord e le altre divinità chiamate Vanir
da Snorri, sembra che siano state in origine portatrici di pace, prosperità e
continuità e il loro culto sembra che includesse un'interdizione sulle armi.
l: associazione di Freya con la battaglia è considerata nel Flateyjarbok come
il prezzo da pagare per farsi restituire la collana da Odino. Si indica qui una
complessa serie di origini.
Le divinità nei carri sembra che fossero elementi antichi della religione
nordeuropea, forse connessa con le abitudini migratorie dei celti e special
mente dei germani. Plinio (IV,80) include tra i sarmati, gli aorsi o abitanti
dei carri. Gregorio di Tours registra che ad Autun si portava su un car
ro l'immagine della dea Berecinzia per la protezione delle vigne e di altri
raccolti.20 Quando il re gotico Atanarico decise di tornare a imporre il
paganesimo ai suoi sudditi fece divulgare l'immagine di un dio in un carro
coperto e domandava agli abitanti di offrirgli un sacrificio. Molto dopo il
Flateyjarbok (1,467) narra del re svedese Erik che consulta il dio Lytir, la cui
presenza giungeva in un carro. La presenza era percepita dal peso aggiunto
del carro che era trascinato poi nella sala del re. Allo stesso modo, Tacito ci
racconta, che il sacerdote di Nerthus "sentiva" quando la dea era presente
e trascinava il suo carro avanti in mezzo a grande gioia.
Scoperte archeologiche di carri sacri includono piccoli modelli e veicoli
a grandezza normale, sparsi in un periodo di 2000 anni. Tra essi troviamo
molti carri piccoli che potrebbero essere i modelli di quelli grandi che
venivano utilizzati per le strade. Molti di loro presentano anche la rappre
sentazione dei cavalli. Il più noto è quello trovato in una palude di torba a
1 96 Storia dei pagani
eorganizzazione religiosa
Il paganesimo nordico
prevedeva l'uso regolare di
veggenti, sia per scoprire lo
stato di cose presente e futu
ro sia per conoscere il volere
degli esseri spirituali, le dee
e gli dèi. Le tecniche runiche
sono ben comprovate e nel
decimo capitolo della Ger
mania, come abbiamo già
visto, Tacito descrive i divi
natori germanici che fanno
pronostici usando ramoscelli
segnati da sigilli: proto-rune.
Secondo la leggenda le rune
erano state consegnate al ge
nere umano da Odino ed era
no provviste del potere della
Pastore saluta la luna calante, tratto da un
magia sacra, che permetteva
calendario pastorale tedesco del 1 560
a chi le usava di avere accesso
ad altri livelli di coscienza. È
chiaro dalle saghe e dal Libro islandese dell'insediamento che era norma
le per le persone avere una "seconda vistà' o fare del proprio meglio per
vedere nel futuro. Persino la regina cristiana Dowager Aud di Dublino,
sapeva quando sarebbe morta. Dette una festa, che dichiarò essere per il
suo funerale, predicendo correttamente la sua morte tre giorni dopo.28 La
veggenza sembra essere stata sconsacrata dalla crescita del cristianesimo. In
origine i periodi di offerta pagana erano anche occasioni per prevedere il
futuro, e ciò emerge chiaramente dalle saghe. La Saga Orkneyinga ne mo
stra la progressione.29 L'antenato mitico dei norvegesi, Thorry, è descritto
nel primo capitolo mentre partecipa a un banchetto dopo il sacrificio prin
cipale di metà inverno con lo scopo di scoprire cos'era accaduto a Goa, la
sua figlia scomparsa. Nel periodo cristiano, nel tardo XI secolo (cap. 36) ,
Hakon, l'erede del conte, era in Svezia quando «gli capitò di udire di un
certo saggio che poteva vedere nel futuro, anche se non si sapeva se usasse
la stregoneria o altri mezzi» . Hakon consultò il veggente che lo pose ironi
camente fuori dal cristianesimo dicendo «mi fa piacere che tu possa riporre
200 Storia dei pagani
in me così tanta fiducia, più di quanta tu e la tua famiglia ne diate alla fede
che professate». Nel XII secolo (cap.77) abbiamo la descrizione meramente
laconica di uno dei seguaci del conte, presentato come «Un uomo astuto
[ . . . ] con un talento per vedere il futuro, ma [ . . . ] spietato e violento» .
La mitologia nordica, come riportato da Snorri, h a i suoi tre spiriti del
fato, le Nome. È probabile che queste figure fossero influenzate dalle tre
parche delle fonti classiche, ma dobbiamo anche ricordare la tradizione
nativa delle tre dee, le Madri della Renania. Nel resoconto di Snorri la pri
ma Norna è Urd, "quella che fu" , che è parallela a Clotho della tradizione
greca. Verdandi, "quella che sta diventando", è l'equivalente di Lachesis;
e Skuld "quella che deve venire", è identificata con Atropos. Come le tre
parche greche, la prima Norna fila la trama dell'esistenza. Poi passa la tela
a Verdandi, che la ricama col disegno presente dell'esistenza. Nella lingua
anglosassone questo tessuto era chiamato rete di Wyrd. La tela ricamata
passa quindi a Skuld che la strappa e ne disperde i pezzi. La rete di Wyrd
delle Nome era immaginata come un tessuto composto di milioni di fili
intrecciati. Questo concetto si ripropone in una vecchia espressione in
glese "intessuto per volontà del faro" . Sassone il Grammatico, descriven
do la Danimarca intorno all'anno 1 200, affermò che in quel periodo era
un'abitudine per i pagani che desideravano conoscere il futuro dei propri
figli consultare la dea tripartita. "Tre fanciulle che siedono su tre sedie" ,
tre sacerdotesse (la loro sistemazione è una reminescenza di quella delle
tre Madri) , servivano come oracolo per le tre parche. Nell'Inghilterra del
medioevo erano chiamate le Strane Sorelle. Scrivendo intorno al 1 38 5 ,
nella Leggenda delle Donne Eccellenti, Geoffrey Chaucer parla d i «the Wer
dys that we crepe Destiné» (le Wyrd che chiamiamo destino) . Successiva
mente le tre parche riappaiono nel Macbeth di William Shakespeare come
tre streghe. La storia di Macbeth proveniva dalle Cronache di Holinshed
del 1 577 che raccontano di «tre donne dall'abbigliamento selvaggio che
assomigliano a creature di un mondo più vecchio». Più avanti nell'opera
Holinshed afferma che non erano nient'altro che le «strane Sorelle, ossia
[ . . . ] le dee del destino» .
In Scandinavia e in Islanda le donne attuavano cerimonie di veggenza
in trance, note come seiòr. Per quanto ne sappiamo non erano usate per
guarire dalle malattie come nello sciamanismo lappone, ma svolgevano
una funzione oracolare. Era una dote governata dalla dea Freya, che si
diceva l'avesse insegnato anche a Odino, ma gli uomini generalmente non
La religione tardo germanica 201
Le "Strane Sorelle", immagine tratta da Macbeth inclusa in Chronicles di Holi nshed, 1577
202 Storia dei pagani
"'···
Sembrerebbe che alla fine del VII secolo esistessero ancora dei santuari
pagani in Inghilterra riconosciuti come tali. Un'altra proibizione di circa
mezzo secolo dopo afferma:
la paganità è, quando gli uomini venerano gli idoli; ossia, che adorano
gli dèi pagani, e il sole o la luna, il fuoco o i fiumi, i pozzi d'acqua o le
pietre, o le foreste di alberi di ogni tipo; o amano la stregoneria, o pro
muovono artifici mortali [incantesimi di morte] in ogni maniera; che sia
col sacrificio o la divinazione, o mettono in atto qualsiasi cosa che faccia
capo a tali illusioni.46
208 Storia dei pagani
Le danze non hanno più luogo nei cortili delle chiese o nel coro, ma a
Abbots Bromley, nello Staffordshire, si conservano cerimoniosamente in
chiesa le corna di renna per la danza tradizionale Horn Dance (danza delle
corna) . Le corna sono stata datate con il metodo del carbonio, all'XI seco
lo, un periodo in cui in realtà le renne erano estinte nelle isole britanniche,
e si pensa che furono portate dai coloni norvegesiY
Alcune delle divinità dell'antico pantheon resistettero durante il nuovo
ordine. Jacob Grimm riferisce che nella Scandinavia del XVII secolo si
facevano offerte a Thor contro il mal di denti. 52 Fino al 1 8 1 4 , la pietra di
Odino, una pietra bucata a Croft Odin, Orkney, si usava per i giuramenti,
ma poi fu distrutta da un contadino. 53 Nel 1 79 1 , gli anziani di Orkney
citarono in giudizio un giovane per «aver disatteso la promessa a Odino»,
21O Storia dei pagani
data da una dea, Erodiade o Diana, come ad esempio nel Canon Episcopi
del X secolo.
Piuttosto distanti dalle reliquie dirette, per un lungo periodo le imma
gini cristiane furono aggiunte ai santuari pagani, e alle immagini pagane si
attribuivano i nomi di santi o profeti. Molte delle divinità pagane venivano
semplicemente rinominate dai preti cristiani. Le divinità beneficiali di
vennero santi: Freya diventò Maria; Baldur, san Michele; Thor, sant'Olaf;
T6nn, sant'Antonio, ecc., mentre i demoni e le divinità distruttive furono
identificate con il Diavolo. Abbiamo già visto la concezione politeistica di
re Ra:dwald dell'Anglia dell'est, con il suo santuario personale in cui ve
nerava sia le divinità pagane che quelle cristiane. Furono i luoghi sacri nel
paesaggio, i pozzi sacri, le colline e le grotte a subire l'alterazione minore.
Le chiese cristiane sugli antichi luoghi pagani nelle terre di lingua germa
nica, dedicate a Verena e Walburga, erano note come Heidenkirchen (chiese
pagane).58 Heidenkanzel (pulpito pagano) era il nome di una collina in
Alsazia su cui si ergeva la chiesa di san Materno.59 Nel Saarland vi è un'al
tra Heidenkirche sull'Halberg.60 In Tirolo c'è una collina sacra chiamata
Heidenbuhel. Era sormontata da una cappella all'interno di un cimitero
detto Heidenfriedhof (cimitero pagano) . Altrove si trovavano chiese chia
mate Heidentempe/. 6 1
Talvolta alla divinità locale si attribuiva semplicemente l'epiteto "san
to" , ad esempio il pozzo sacro di Thor a Thorsas in Svezia era noto come
sorgente di san Thor.62 I pozzi sacri riveriti nel periodo medievale costitu
iscono altri esempi; tra i più rilevanti il tempio della dea sveva Zisa nello
Zisenburg, ad Asburgo; i luoghi sacri di Jutta a Heidelberg; il pozzo sacro
profetico di Mons Noricus, a Norimberga; e il labirinto, luogo di danza, di
Libussa a Praga. La croce di pietra del X secolo a Gosforth, Cumbria, pre
senta sia immagini della mitologia nordica che cristiana. I dipinti murali
del XIII secolo nella cattedrale di Schleswig, in Germania, rappresentano
le dee Frigga e Freya. 63 C'è un'immagine di Woden, completa di corvi e
svastiche nella chiesa a Great Canfield, nell'Essex, in Inghilterra. In quella a
Belsen, Kreis Tiibingen, Baden-Wiirttemberg, si trovano due immagini del
dio Béél. Un dipinto murale della dea nel labirinto, risalente al XV secolo,
è visibile nella chiesa a Sibbo, Nyland, in Finlandia.64 Al tempo delle con
versioni, le immagini potevano soddisfare sia i fedeli pagani sia quelli cri
stiani. Le statue munite di ascia di re Olaf il Santo, ucciso nella battaglia di
Stiklastad nel l 030, furono sistemate nelle chiese norvegesi, dove i pagani
212 Storia dei pagani
forse d i malaria) : «io prego, protettore della terra e dei cieli, Sol e Santa
Maria; e Dio re, che mi diede la mano guaritrice, e parole per sanare, per
la cura del dolore quando c'è bisogno di sollievo».7°
In seguito alla conquista normanna del l 066, il cristianesimo ufficiale
in Inghilterra mantenne una concezione separatista. Il re si riservava il di
ritto di nominare i vescovi ma il papa si opponeva a questo atteggiamento.
La tensione emerse durante il regno di Enrico II ( 1 1 54- 1 1 89), particolar
mente separatista, con la popolarità del mito del Graal, che raccontò di
Giuseppe di Arimatea, lo zio di Gesù, e che portò alla creazione di una
chiesa indipendente a Glastonbury, in Inghilterra. Il mito della successione
apostolica inglese era al servizio di un utile obbiettivo politico, ma il vei
colo di trasmissione perpetuò incidentalmente un'antica tradizione pagana
celtica riscontrabile nella storia di un contenitore che miracolosamente
produceva cibo, il Graal, e la sua sacerdotessa o guardiana. La popolari
tà delle storie del Graal, che furono favorite in Inghilterra, in Galles, in
Germania e in Francia, sorse in un momento in cui l'importanza della
comunione cristiana (un pasto miracoloso) stava crescendo, come il culto
della Vergine Maria. Le storie pagane furono usate in questo caso per tra
smettere il simbolismo di uno sviluppo interno al cristianesimo.
Llnghilterra rimase in conflitto con la Chiesa di Roma. Nel 1 208 il
papa mise un'interdizione sul paese perché re Giovanni si rifiutava di sotto
mettersi. Tutte le consacrazioni furono interrotte: le chiese chiuse, le cam
pane non suonavano, i matrimoni celebrati senza il clero, e i morti seppel
liti in terreni non consacrati. Nel l 209, le cose peggiorarono e l'Inghilterra
intera ricevette la scomunica. Re Giovanni ordinò a tutti i preti di lasciare
il paese e espropriò i possedimenti della chiesa. Seguì un periodo di stra
ordinaria vitalità e prosperità per il regno. La corte di Giovanni a Windsor
era particolarmente sontuosa, frequentata da tutti i nobili del reame. In
questo periodo Riccardo di Devizes si stupì visitando Londra, nella quale
trovò un vibrante pluralismo di stili di vita: «Attori, giullari, giovani dal�
la pelle morbida, Mori, adulatori, ragazzetti carini, effeminati, pederasti,
donne canterine, dottori ciarlatani, danzatrici del ventre, streghe, estorsori,
viandanti notturni, maghi, mimi, mendicanti, buffoni: questa tribù riem
pie tutte le case».
Alcune curiose sopravvivenze della tradizione indigena rimasero o si
rinnovarono nell'Inghilterra medioevale. Nel suo English Society in the
Middle Ages, Lady Stenton descrive come, nel l 2 5 5 , una compagnia di tre-
214 Storia dei pagani
«Gli slavi>>, così procede un proclama [del l l 08] dei vescovi e principi alla
guida dei sassoni, «sono un popolo abominevole, ma la loro terra è molto
ricca di carni, miele, grano, uccelli e abbonda di tutti i prodotti della fer
tilità della terra coltivata, tanto che nessuna può esserle paragonata. Così
dicono coloro che sanno. Perciò O sassoni, franchi, lotaringi, uomini più
famosi delle Fiandre, qui potete sia salvare l'anima sia, se desiderate, avere
la migliore terra in cui si possa vivere». 1 2
L a parte occidentale della Vandalia, tra l'Oder e l a Vistola, era nota come
Pomerania (la terra degli "abitanti sulla spondà' ) , e rappresentava il primo
obbiettivo della crociata orientale, ma più tardi nel 1 1 53 slavi e sassoni a
Brandeburgo veneravano il dio Triglav. Cent'anni prima questa zona era
stata il centro del paganesimo germanico, dove i semnoni adoravano il dio
supremo nel boschetto sacro. 14 Nell'Alto Medioevo, Svantovit, riverito sia
dagli slavi che dai balti, aveva ancora il centro del suo culto a nord di que
sta zona, sull'isola santa di Riigen nel Baltico. I..: i sola stessa era sacra al dio
Rugevit, i cui alberi sacri di sorbo selvatico crescevano in abbondanza. A
Karentia (Garz) , all'estremità sud dell'isola, c'era un santuario contenente
le raffigurazioni a più teste di Porevit e Rugevit. Nel tempio di Svantovit,
nel promontorio più a nord di Riigen, si trovava un pilastro intarsiato con
la rappresentazione dei quattro profili di Svantovit. Un profilo aveva un
corno di metallo prezioso che annualmente un oracolo riempiva di vino,
per le riunioni in occasione della festa del raccolto, momento in cui l'alto
sacerdote decideva se la nazione doveva entrare in guerra oppure no. I..: alto
sacerdote era l'unico uomo venedo autorizzato ad avere i capelli lunghi.
Riceveva una sua proprietà e tutto l'oro preso in guerra; inoltre aveva un
esercito personale di trecento cavalieri. 1 5 Il tempio era un edificio a pianta
quadrata come molti altri templi celtico-romani e come quello a Uppsala. 16
Le immagini delle divinità erano considerate così sacre che solo i sacerdoti
erano autorizzati a guardarle nell' inner sanctum dov'erano custodite. Nei
templi si conservavano anche altri oggetti sacri; ad Arcona ad esempio vi
erano la sella sacra e le briglie di Svantovit, usati sui cavalli sacri durante le
cerimonie. A Wolgast, il tempio conteneva lo scudo sacro di Gerovit, e a
Stettin c'erano corna di uro decorate con oro e gioielli. Nel temenos di Ar
cona stava un cavallo bianco sacro. Altri erano tenuti nel santuario di Zua
rasiz (Redegost) a Rethra. Il santuario di Triglav a Stettin, che includeva
una quercia e un pozzo sacri, aveva cavalli neri. Lo stesso Stettin conteneva
a sua volta quattro templi e alcune sale dove i nobili si incontravano in
occasione di banchetti sacri in cui usavano piatti d'oro e d' argentoY
A Rethra, durante una ·ribellione, il vescovo fu giustiziato e la sua testa
offerta a Redegost. Triglav era venerato a Brandeburgo dagli slavi e dai
sassoni intorno al 1 1 53, al tempo in cui il duca Nyklot degli abotriti (che
viveva vicino Mecklenburg in Pomerania) stava riaffermando il paganesi
mo sulla scia della conversione ufficiale nel 1 1 28. Il tempio di Svantovit fu
distrutto dall'arcivescovo Absolom e re Valdemar I di Danimarca nel 1 1 68,
220 Storia dei pagani
Il labirinto usato per la danza della Corporazione dei calwlai da Pommeranische Archive III, 1784
Le terre baltiche 221
A est del golfo di Gdansk si situava l'antica Prussia e sulla sponda orien
tale del Baltico la Lituania, la Livonia e I.:Estonia. Le lingue dell'antica
Prussia, Lituania e della parte sud della Livonia (attuale Lettonia) costi
tuiscono un ramo arcaico dell'indoeuropeo, alla pari con lingue antiche
come il sanscrito, il greco antico e il gotico. Fino al XX secolo le lingue
baltiche erano considerate un ramo di quelle slave, ma recenti studi oggi
le raggruppano in una categoria indipendente. Molti accademici pensano
che il popolo di questo gruppo linguistico arrivò nella terra attuale circa
4000 anni fa, anche se è possibile che gli appartenenti al ceppo linguisti
co ugro-finnico che ora sono confinati in Estonia e in punti più a nord,
una volta vivessero più a sud.22 Come chiariscono i documenti del 1 300
d.C. tutti questi popoli finnici erano noti a loro stessi, al mondo antico e
ai parlanti germanici come aestii, agli scandinavi come sembi e agli slavi
(venedi e polacchi) come pruzi (prussiani) .23 I lituani degli altipiani, che
vivevano nell'interno,24 si trasferirono per insediarsi sulle zone costiere tra
la Vistola e la Ovina dopo che le incursioni dei crociati cristiani avevano
destabilizzato la zona.25
Le identità degli stati baltici e i loro confini, poco chiari dalla preistoria,
cambiarono radicalmente in seguito alle incursioni franche del X secolo,
ma non fece altrettanto la loro attitudine alla religione. Questi paesi man
tennero il paganesimo ufficiale molto a lungo nel periodo medioevale. Le
tribù dell'antica Prussia erano devotamente pagane. Fu solo attraverso le
222 Storia dei pagani
guerre di sterminio guidate dai prelati cristiani che fecero cessare le pra
tiche della tradizione pagana. Il genocidio degli antichi Prussiani non fu
portato a termine facilmente. Si unirono ai venedi nella ribellione baltica
del 983, considerando il cristianesimo culto dei Teutonicus deu?-6 • Nel 997,
Adalberto, vescovo di Praga, fu ucciso nel suo tentativo di cristianizzare
l'antica Prussia. Fu seguito da Bruno di Magdeburg, ucciso dagli Yatvegia
ni (lituani del sud/prussiani dell'est, intorno al fiume Niemen) nel 1 009,
quando il cristianesimo fu estirpato dal paese.
A causa di questi fallimenti, il vescovo Bertoldo asserì che solo la con
quista delle terre avrebbe messo fine al paganesimo. Costui morì in bat
taglia nel 1 1 98 , ma la sua chiamata fu recepita dai fondatori degli ordini
militari cristiani. Nel 1 200, i livi furono sottomessi dal vescovo Alberto di
Brema, che portò alla fondazione di Riga e, nel 1 202, alla costituzione dei
Fratres Militiae Christi, l'"ordine della spadà'. Questi cavalieri tentavano
di imporre il cristianesimo con la forza ma incontravano strenua resistenza.
Nel 1 225, l'Ordine Teutonico (ordine ospitaliero di Santa Maria dei Ger
mani di Gerusalemme, fondato ad Acri nel 1 1 90) fu espulso dalle sue terre
feudali in Transilvania dai cumani pagani e andò in Prussia per occupare
le terre baltiche per il proprio ordine. 27 Iniziò una lunga guerra: i Cavalieri
della Spada furono sconfitti in battaglia da un esercito pagano di Lituani
a Saule, vicino Bauska nel 1 236. Nel 1 260 la "Grande Apostasià' nell'an
tica Prussia portò i cavalieri teutonici a istituire la stessa prova di fedeltà
imposta ai romani dalla minaccia cristiana dodici secoli prima. A tutti gli
abitanti del paese fu fatta giurare alleanza alla divinità nazionale, in questo
caso il dio cristiano. Coloro che lo facevano venivano premiati con privi
legi civili.28 Tra il 1 270 e il 1 273 una campagna ufficiale di sterminio fu
attuata dagli ordini militari cristiani - i cavalieri teutonici, i cavalieri della
Croce e i cavalieri della Spada - contro la nazione pagana della Sambia
nell'antica Prussia. Alcuni anni dopo ( 1 280- 1 283) la crociata raggiunse la
Sudovia a est. La nazione fu ridotta alla desolazione, i suoi abitanti mas
sacrati o espulsi. Fino al 1 525 la Prussia è stato un Ortenstaat, un paese
posseduto da un ordine militare cristiano, e diede il nome e la reputazione
militaristica allo stato che le successe: Brandeburgo.
La Lituania, al contrario, in realtà entrò in essere come stato pagano
per reagire la doppia minaccia proveniente dagli ordini militari cristiani a
ovest e l'invasione dei tartari a est. Per la metà del XIV secolo era diven
tata lo stato più esteso d'Europa, completamente moderno, burocratico e
Le terre baltiche 223
posseduto da una fiorente religione pagana che era organizzata con tutti i
vantaggi politici che la religione cristiana offriva a i suoi stati ospitanti.29 La
frammentazione delle antiche divinità locali e delle alleanze fu sopraffatta
da celebrazioni nazionali di vittoria e dai funerali di stato degli eroi, in
cui si invocavano le divinità comuni a tutti i lituani. Come gli scandinavi
in epoca vichinga, i lituani non avevano nulla di tangibile da guadagna
re adottando il cristianesimo, ma contrariamente a loro, furono in grado
di trasformare il paganesimo da locale, col culto degli spiriti del posto, a
statale, col culto degli spiriti della nazione, nello stesso modo in cui l'ave
vano fatto i romani e le altre civiltà mediterranee. Nel 1 2 5 1 , il re limano
Mindaugas, l'architetto di questa ricostruzione, in realtà divenne cristiano,
ma questo non portò a una conversione obbligatoria di tutti i suoi sudditi
e le pratiche pagane rimasero legittime durante tutto il suo regno e oltre.
Si pensò infatti che la conversione fosse stata solo apparente. Le Cronache
Galato-Livoniane affermano che:
Segretamente egli offriva sacrifici agli dèi - a Nenadey [dio della sfortu
na] , Telyavel [protettore dei morti], Diveriks il dio-lepre [dio celeste] e
Meidein [dea della foresta]. Se quando Mindaugas cavalcava nei campi
224 Storia dei pagani
una lepre gli attraversava il cammino, non andava nel bosco e non osava
spezzare un ramoscello. Offriva sacrifici al suo dio, bruciava i cadaveri e
conduceva riti pagani in pubblico.30
dalla dea del fuoco Gabija. Il dio del cielo è Dievs (in lituano: Dievas) . È
raffigurato come un re bello, che indossa una tunica d'argento con cinta e
cappello e con la spada. Il suo dominio è oltre le colline del cielo, dausos, il
regno dei morti, un luogo a cui si accede attraverso tre cancelli d'argento.
Il paganesimo lettone moderno è chiamato Dievturi, da Dievs, e il movi
mento Dievturiba. «Per vivere in armonia con la Natura e gli altri membri
della società e per seguire la volontà degli dèi» è l'obbiettivo dichiaratoY
In associazione con Laima, dea della vita, Dievs determina il destino degli
umani. Mara, la dea del mondo materiale, colei che dà, preserva e alla fine
toglie la vita, era venerata nel sud della Polonia come Marzanna, il cui
settore è la frutta. 43
Santuari e templi
Lasicius (vescovo Jan Lasicki, 1 534- 1 602) , nei suoi De Diis Samagi
tarum (Basilea, 1 5 80, 1 6 1 5) e Religio Borussorum ( 1 582) racconta della
religione pagana praticata tra i borussiani, samogizi, lituani, ruteniani e
livoniani dei suoi giorni. Egli fa un resoconto degli dèi venerati e del
le feste agricole officiare dai Vurschayten (sacerdoti) . Tra questi troviamo
Pergrubius, dio dei fiori, delle piante e di tutte le cose che crescono, la cui
festività era il 23 aprile. Si tratta, ovviamente, del giorno di san Giorgio
nel calendario della chiesa e fa eco alla festa dell'uomo verde in Inghilter
ra; può inoltre avere un significato religioso nella data della notte di San
Giorgio del 1 343 in Estonia (cfr. sotto) . In Polonia il culto di Pergrubius fu
assimilato con San Floriano, guardiano del "mese dei fiori di san Giorgio" .
Altre feste erano lo Zazinck, l'inizio del raccolto, e O Zinck, la casa del
raccolto, durante la quale si sacrificava una capra. Una festività successiva,
Waizganthos (Vaizgautis) , serviva per augurare una buona coltivazione di
lino e canapa nell'anno seguente, e questi, come sappiamo da altre fonti,
erano sacri al sole.
Con una concezione patriarcale, Lasicius diede per scontato che tutte
queste divinità fossero maschili, finendo per latinizzare con suffissi ma
schili tutti gli dèi. Tuttavia, da altre fonti sappiamo che alcuni di questi
erano in effetti dee: egli infatti ascrive il ringraziamento per il raccolto tra
i Samogizi al dio della terra Zemiennik, che è chiaramente la dea della
terra Zemyna. Nel 1 5 82 racconta inoltre del culto di Occopirnus, dio del
Culto pagano li tua no che mostra il fuoco dell'altare e il sacro serpente (Zaltys) , XVI secolo,
Olaus Magnus
230 Storia dei pagani
cielo e della terra, tra i prussiani, e del suo opposto Pocclus, dio della mor
te e dell'aldilà; Pilvitis (Plutone) dio delle ricchezze; Pargnus, dio-tuono;
Ausceutus (Asklepios) , dio della salute; Potrympus, dio dei fiumi e delle
sorgenti; Antrimpus, dio del mare e Marcoppolus, dio della classe nobile.
Oltre che di dèi, narra di semidèi minori e folletti, tra cui spiriti dell'aria,
sotto il controllo di Pacollus, e i Barstuccae (Erdmannchen) , Elfi. Lasicius
parla anche di un'usanza che si è conservata, privata della sua divinità guar
diana, fino ai giorni nostri.
In aggiunta queste stesse persone hanno tra di loro veggenti, che nella
lingua rutenica [bielorusso] si chiamano Burty. Essi invocando Potrim
pus gettano della cera nell'acqua e dai segni o le immagini che si formano
con la cera fusa, descrivono e prevedono la natura di ogni situazione su
cui sia stato posto un quesito. Io stesso ho incontrato una piccola donna
che, dopo aver atteso a lungo invano notizie sul ritorno di suo figlio, che
aveva lasciato la Prussia per la Danimarca, consultò il veggente, da cui
apprese che il figlio era perito in un naufragio. Poiché la cera si era sciolta
nell'acqua a formare la sagoma di una nave e dietro l'effige di un uomo
che le galleggiava vicino.
Negli anni Novanta del secolo scorso, nelle Midland inglesi, un visita
tore presso una casa di espatriati lettoni la vigilia di capodanno fu invitato
con grande piacere a prendere parte "a una nostra usanza tradizionale".
Ogni ospite scaldava una piccola noce di piombo in una vecchia padella
sulla stufa, poi versava il metallo fuso in un secchi o d'acqua fredda permet
tendo così alla signora della casa di leggergli la sorte per l'anno successivo.
Nel tardo XVII secolo, Matthaus Praetorius racconta nel suo Delica
tae Prussicae oder Preussische Schaubuhne che alla festa del raccolto delle
sacerdotesse, offrirono maialini da latte neri a Zemyna, la dea della terra.
Si mangiò la carne in panini fatti con il primo pane della raccolta e una
porzione fu messa in un granaio dove la dea era invocata in privato. I riti di
Zemyna accompagnavano anche la semina: ad esempio, un filone dell'an
no precedente sarebbe stato infilato nella terra al momento di iniziare l'ara
tura. Come per piante e animali, spesso i pagani baltici riverivano la terra
baciandola all'inizio del lavoro o prima di andare a letto. Era considerato
sacrilegio colpire la terra, sputarci sop ;a o abusarne in qualsiasi modo. Il
serpente d'erba Zaltys era ossequiato e tenuto come guardiano nei posti
sacri e intorno alle stufe delle case di campagna. Lasicius ha riportato che
Le terre baltiche 23 1
Il paganesimo ugro-fìnnico
Molte ddle lingue d'Europa, tra cui lo slavo, formano una grande fa
miglia, l'indoeuropeo, con un vocabolario e una struttura grammaticale di
base comune. Gli stati più a nord della regione baltica tuttavia cadono in
un raggruppamento linguistico totalmente differente, quello delle lingue
ugrofinniche. Tra queste vi sono il finlandese, il lappone (sami) , l'estone,
il livoniano e il careliano. In aggiunta ci sono alcuni raggruppamenti più
piccoli in Russia a ovest degli Urali: i popoli ersiano, komi, mari, mocscia
e udmurt, alcuni dei quali sono ancora pagani. In Russia i mari e alcuni
udmurt posero resistenza sia all'islamizzazione che alla cristianizzazione.
Durante il 1 870, il movimento Kugu Sorta (grande candela) resistette ai
tentativi della Chiesa di convertire i mari.44 In Lapponia ripetuti tentativi
da parte della Chiesa tra il 1 389 e il 1 603 di sopprimere il paganesimo
portarono a pratiche di doppia fede. Quando i sami furono battezzati for
zatamente cancellarono gli effetti del sacramento con ontano masticato,
sacro a Leib-Olmai, il dio-renna. Johannes Schefferus, che documentò le
pratiche pagane nella Lapponia del XVII secolo, scrisse che si trattava di
una «lega di paganesimo e cristianesimo, visibile a tutti, apparentemente
non condannato da nessuno».45 Il suo dipinto di un altare a Thor rivela
un paganesimo vivace che era ancora praticato attivamente. Ma c'erano
anche i martiri pagani, come un noid (sciamano) bruciato vivo con il suo
tamburo a Arjeplog nel 1 693.46 In Estonia durante la battaglia contro l'in
vasione danese, i ribelli pagani nella rivolta della Jiirioo Mass (notte di san
Giorgio) 1 343, distrussero tutte le chiese e le tenute e uccisero tutti i preti
e i diaconi; infine furono convocati i cavalieri teutonici per uccidere molte
migliaia di ribelli per vendettaY
Gli estoni, secondo lo storico romano del V secolo Cassiodoro ( Vtt riae,
546) , erano il popolo noto a Tacito come gli aestii. L'estensione del loro
territorio nel primo periodo medioevale è controversa, come abbiamo vi
sto, al contrario della natura della loro religione che era individualistica
e contemplava varie pratiche magiche. Erano noti agli scandinavi come
232 Storia dei pagani
esperti nella magia del vento, analogamente ai !apponi (a quel tempo fin
ni) nel nord della penisola. La Saga di 0/af Tryggvason include la storia
di Raud, «Un uomo molto dedito a offrire sacrifici e grende stregone, [al
quale] molti finni seguivano ogni volta che aveva bisogno di loro». Raud,
il cui nome in finlandese equivale a "ferro" , "rosso" e "forte", 48 impedì al re
cristiano Olaf di entrare nel fiordo in cui viveva sollevando una burrasca
e una tempesta. Il re fece in modo che il suo vescovo pronunciasse una
contro-magia cristiana per calmare la tempesta, poi entrò nella baia e uc
cise Raud e i suoi seguaci.49 Una provincia nel nord dell'Estonia era nota
come Askala: "terra di maghi". Nel l 070, riferisce Adamo di Brema, la
terra di Curonia (sul lato sud del bacino della Ovina) era abitato da «una
razza primitiva rifuggita da tutti a causa del suo grande culto degli idoli . . .
ogni casa è piena di divinatori, auguri e maghi. Chiedono di loro persone
da tutto il mondo, soprattutto gli ispanici e i greci».50 Tra il Baltico e il Me
diterraneo si estendevano le cosiddette "vie dell'ambra" , lungo le quali si
trasportava questa preziosa resina fossile. Alcune fonti dicono che l'ambra
fosse trasportata dalle fanciulle verso il tempio di Apollo a Delfi. All'inizio
veniva garantito loro un passaggio sicuro ma dopo essere state attaccate
presero l'abitudine di portare l'ambra al confine e darla in consegna per
il tempio.51 .Lambra, essendo un gioiello color oro, era presumibilmente
Altare !appone con immagi ni di Thor, offerte di teschi di renne e vegetazione, Johannes Scheffe
rus, 1 67 1
Le terre baltiche 233
sacra ad Apollo per la sua qualità di dio-sole. Diodoro Siculo riportò che
intorno al 500 a.C., oltre la terra dei celti, vi era un'isola con un tempio
circolare dedicato ad Apollo, il cui popolo parlava una lingua propria e
aveva intrattenuto relazioni amichevoli con i greci dai tempi più antichi. 52
Lisola potrebbe essere stata Riigen, o Samland sulla costa orientale, che
all'epoca era divisa dalla terra ferma dal mare. Il rispetto mostrato alle fan
ciulle sacre nel racconto di Plinio richiama l'osservazione di Tacito rispetto
al fatto che gli Aestii veneravano la madre degli dèi, e che il popolo non era
governato solo da loro ma anche da donne. Come vedremo il culto della
dea-sole era onorato anche a nord della Dvina.
Un viaggiatore chiamato Wulfstan riferì alla corte di re Alfredo il Gran
de (87 1 -90 1 ) a proposito della situazione sul Baltico orientale. Disse che i
Venedi controllavano il paese fìno alla Visto la, e oltre quel punto c'erano
gli "Estum" o estoni che avevano un grande stato con un re in ogni città.
I poveri bevevano idromele invece che birra e i nobili bevevano latte di
giumenta mescolato con il sangue. Le loro abitudini funerarie, secondo
Wulfstan, prevedevano di lasciare il morto intatto nella casa di parenti
e amici che poi facevano una veglia con bevande e giochi fìno al giorno
della cremazione. Più ricco era il deceduto, più lunga la veglia. Il corpo del
morto si manteneva perché gli estoni avevano trovato il modo di utilizza
re il ghiaccio per conservarlo. Il giorno del funerale, la ricchezza rimasta
veniva divisa in cinque o sei pile di grandezza crescente e poste a distanza
crescente dalla proprietà fìno a poco più di un chilometro. Gli uomini
del posto con i cavalli più veloci, poi, si riunivano e gareggiavano verso
la casa dell'uomo. Il più rapido raggiungeva per primo la pila più grande
e la reclamava, e così di seguito in ordine di arrivo. Dopo la gara il corpo
del morto veniva portato fuori e bruciato con i suoi vestiti e le sue armi.
Questa storia non solo indica la natura aggressiva e l'economia basata sul
cavallo della società baltica orientale, ma richiama anche il funerale dei
Rus del X secolo descritto da Ibn Fadlan (capitolo VIII) . Proprio come i
guerrieri Rus schernivano l'arabo perché non bruciava i suoi morti, così,
secondo Wulfstan, gli estoni insistevano che "gli appartenenti a ciascun
popolo" dovevano essere cremati, e che chiunque avesse lasciato un osso
intatto avrebbe pagato una grossa multa. 53
Presumibilmente il rito della cremazione velocizzava il viaggio per rag
giungere i morti al di là della "collina del cielo" . I morti non diventavano
quindi spiriti legati alla terra, solitamente considerati pericolosi per i vivi;
234 Storia dei pagani
Le terre a nord del mar Nero furono colonizzate intorno al 700 a.C.
dagli sciti dell'Asia centrale. Erano un'orda eterogenea di popoli, fra i qua
li quello dominante erano gli iraniani. Il loro impero si espanse fino a
circondare l'intera steppa, dal Volga e dal Kuban a est fino al Dniester a
ovest. Tra il Don e il Danubio sono state disseppellite migliaia di collinette
sepolcrali. Tra le più imponenti ci sono quelle regali che contengono, oltre
al sovrano deceduto, schiavi e mogli, cavalli, briglie, armi, utensili e veicoli
su ruote. La divinità suprema degli Sci ti era Tabiti (Estia nell' in terp reta
fio graeca) , consorte di Papaeus (Zeus) . Altre divinità erano Api (madre
terra) , Argimpasa (l'Afrodite celeste) e Oetosyrus (Apollo) . Thagimasadas
(Poseidone) era il dio della dinastia regale, che si diceva discendesse da Tar
gitaus, figlio di Papaeus. [impero scita durò circa quattrocento anni ma
la pressione dell'impero persiano alla fine del IV secolo a.C., le avanzate
celtica da ovest e quelle sarmatiche da est lo indebolirono fatalmente. Du
rante il III secolo, i celti avanzarono verso est dalla Galizia alla vallata del
·
Dnieper, tuttavia furono costretti a ritirarsi. I primi sarmati a raggiungere
la steppa da est furono gli Iagizi, che si insediarono sulla sponda nod-ovest
dal mar Nero. In seguito, i Roxolani, un'altra tribù sarmatica, si insediò
nei territori a est degli iagizi. I Sarmati infine assunsero il controllo totale
della steppa durante il II secolo. Intorno al l OO a.C. gli alani, l'ultima tribù
sarmatica ad arrivare, controllavano la steppa dal Don al Volga e a sud oltre
la vallata del Kuban. Nel frattempo gli sciti erano fuggiti verso nord, come
mostrano le loro sepolture, e pressavano gli slavi a nord verso quella che
oggi è la Russia. 1
Sul mar Nero c'erano colonie greche dal 400 a.C. Le coste delle attuali
Bulgaria, Romania e Crimea erano riccamente popolate e integrate con le
238 Storia dei pagani
portato utili contatti politici e commerciali con i vasti territori nei qua
li queste religioni erano professate. 2 Al concilio parteciparono sacerdoti e
missionari di numerose fedi. Nell'occasione venne deciso che la Russia sa
rebbe diventata cristiana ortodossa, formalmente basata su una chiesa russa
nazionalista. L'unione tra stato e chiesa nell'Impero Romano d'oriente era
così radicata che era lecito aspettarsi che all'adozione del cristianesimo sa
rebbe seguita l'accettazione dell'imperatore come sovrano. La politica in
Russia seguiva l'orientamento religioso: la fazione nazionalista era pagana,
mentre quella imperiale era cristiana. Vladimir ricattò l'imperatore bizan
tino per avere in moglie sua sorella, quale contropartita avrebbe inviato
le sue truppe mercenarie a sostegno della guerra civile bizantina, succes
sivamente tornò a Kiev e iniziò la sua opera di cristianizzazione del paese.
I templi pagani furono demoliti e al loro posto sorsero chiese. Il grande
ritratto kievano di Perun fu prima percosso a bastonate da dodici uomini e
poi gettato nel fiume, la popolazione fu battezzata forzatamente. L'influen
za bizantina portò ai russi un sistema di leggi più evoluto e fece rifiorire le
arti e la letteratura, mortificate da secoli di relativa inattività sotto l'impero
romano.
Nel 1 1 69, Kiev fu messa a sacco, la capitale sottratta a Vladimir dal
principe Andrew Bogliouski. Nel 1 224, iniziò l'invasione tartara. Le di
fese russe furono sbaragliate, come quelle della Moravia, della Silesia, di
Cracovia e di Pest. Le truppe tartare non riuscirono a conquistare Vienn e
fondarono il Khanato dell'Orda d'Oro con capitale Sarai sul basso Volga.
Ai russi e ai popoli conquistati furono imposti pesanti tributi, dai quali
monaci e preti erano esenti. Come conseguenza la chiesa ortodossa russa
divenne ricca e influente. I tartari si convertirono all'Islam e controllarono
il territorio per duecento anni, dal 1 264 fino all'ascesa della Moscovia e
dell'impero turco. Nel 1 328 il russo Ivan Kalita, Gran Principe di Mosca,
divenne un esattore a favore dei tartari, fino ad avere il monopolio delle
riscossioni, e di conseguenza Mosca aumentò la sua importanza. Kiev perse
il primato e il centro del potere si trasferì a Mosca. Dal 1 3 1 5 al 1 377, Kiev
tornò ad essere pagana, con il pantheon baltico. I capi lituani Gudimin e
suo figlio Olgerd conquistarono l'area e la sede del governo venne stabilita
a Vilnius.3 Quando nel 1 386 Jagellon I di Lituania si convertì al cattolice
simo, con lo scopo di unire Lituania e Polonia, la Russia lituana, accentrata
nell'Ucraina di oggi, divenne nota come Piccola Russia, Russia baltica o
Russia bianca.4 Mosca considerava polacchi e lituani alla stregua dei tar-
240 Storia dei pagani
coltura era il regno di Uroda, dea dei campi, e Lada, dea della bellezza.
Come nel resto d'Europa, il dio del tuono Parom era oggetto di culto. I
Bieloknazi (sacerdoti bianchi) offrivano servizio e invocavano gli dei bian
chi, mentre i sacerdoti neri praticavano la magia.9 Gli slovacchi hanno un
loro immaginario di luce e buio in comune con i russi, per i quali abbiamo
242 Storia dei pagani
teschio di argento per utilizzarlo come contenitore per bere. Krum morì
nell'8 1 4 e i bulgari adottarono il cristianesimo circa cinquant'anni dopo, a
seguito di un blocco navale dei greci. Tra 1'889 e 1'893, re Vladimir di Bul
garia ritornò al paganesimo, ma dopo di lui suo fratello Simeon il grande
restaurò il cristianesimo come parte del suo programma per rendere la Bul
garia uno stato civilizzato all'avanguardia che potesse, come fece, sfidare
Costantinopoli. Fu per le macchinazioni di Simeon che i magiari furono
cacciati a ovest verso l'attuale Ungheria.
Gli stati balcanici avevano adottato il cristianesimo ufficiale nell'VII
secolo, contemporaneamente ad altre zone dell'impero romano invase dai
barbari. Alla Bulgaria si unì la Serbia che adottò il rito ortodosso, tuttavia
la Slavonia, parte dell'odierna Croazia, si convertì solo nell'864 dopo che
gli slavi ebbero rimpiazzato i conquistatori avari del VI secolo. In quell'an
no i missionari Cirillo e Metodio arrivarono da Costantinopoli e crearono
un alfabeto adeguato alle tribù slave per tradurre la Bibbia. Divenne noto
come scrittura cirillica e si diffuse in tutte le chiese slave ortodosse. La
Moravia fu convertita da Cirillo e Metodio nell'863 e la Bulgaria ancora
una volta nell'864. Cirillo e Metodio erano arrivati a Costantinopoli come
emissari di Roma nell'impero Orientale, dal momento che in quella de
cade si iniziava a presagire lo scisma. Erano stati inviati inizialmente per
convertire i turchi kazari della Crimea, affinché il legame religioso potesse
unirli all'impero più efficacemente di quelli politici. Ancora una volta il
cambiamento religioso era un prodotto delle manovre politiche. La con
versione della Piccola Russia nel 988 può essere visto ugualmente come
una mossa nel gioco tra Kiev e Costantinopoli per l'influenza sulla Bulga
ria e sulla foce dell'Ellesponto.
�Impero bizantino
Adornano un palo di legno vivo con alloro e fiori vari. Sulla cima si siste
ma un globo di bronzo, al quale ne sono appesi altri più piccoli. A metà
del palo mettono un globo più piccolo, legandolo con fili porpora - men
tre la base è decorata con lo zafferano. Con il globo più in alto vogliono
indicare il sole, che in realtà paragonano ad Apollo. Il globo sottostante
è la luna: quelli piccoli appesi sono le stelle e le costellazioni e i filamenti
sono il corso dell'anno - ne mettono infatti 365 [ . . . ] il dafneforo porta
l'alloro, ha i capelli sciolti, indossa una corona dorata ed è abbigliato con
una tunica splendida lunga fino ai piedi e indossa scarpe leggere. Lo se
guono un coro di fanciulle che reggono dei ramoscelli davanti a loro per
rafforzare la supplica degli inni . 1 7
come i resti inadeguati del paganesimo, cosa che in effetti erano. Durante
le controversie iconoclaste, i campi contrapposti furono rinominati e gli
iconoclasti, quelli che una volta appartenevano all'ortodossia cristiana, fu
rono screditati come "mentalità saracenà' , mentre quelli a favore delle ico
ne divennero gli "ellenofili" . La restaurazione delle immagini nell'843 fu
accompagnata da un grande sollievo cristiano e fu marcata da una celebra
zione annuale: la festa dell'ortodossia. Perciò, paradossalmente, le pratiche
pagane furono reintrodotte per distinguere il cristianesimo dall'Islam.
J.C. Robertson, nel volume quinto del suo A History of the Christian
Church, riportò una reale riconversione pagana di un insegnante alla corte
dell'imperatore Alessio I di Bisanzio (asceso nel 1 08 1 ) . Un italiano, in
segnante di letteratura classica a Costantinopoli, iniziò a spiegare la tra
smigrazione delle anime e la dottrina platonica delle idee. Uno dei suoi
discepoli si dice che si sia gettato nel mare esclamando «accoglimi, o Po
seidone!». Lo stesso professore finì per essere persuaso a "rinunciare ai suoi
errori", e l'ordine cristiano fu restaurato .
.L Impero bizantino raggiunse la sua massima estensione nel l 023. In
globò tutta l'Asia Minore, Cipro, Creta, metà del Levante, la Crimea del
sud, la Grecia e la parte continentale dal Danubio alla Drava, più la Sicilia
orientale e il sud Italia, ossia, l'antica Magna Grecia. Poco dopo la Chiesa
d'occidente si separò dal punto di vista della dottrina, da quella d'oriente
e i due imperi sarebbero dovuti andare ognuno per la propria strada. Tut
tavia, la prima crociata, nel 1 096, li riunì contro i conquistatori arabi della
vecchia provincia romana di Palestina. Ciononostante, la quarta crociata
del 1 204, che fu deviata dalle forze occidentali verso la conquista di Co
stantinopoli, per gli interessi commerciali di Venezia e finì per consolidare
la separazione tra le due metà del vecchio impero. Nel frattempo a est si
era sollevato un nuovo nemico. Nell'ultima decade del X secolo i turchi
uscirono dal Turkestan in cerca di conquiste. Abbracciarono l'Islam e così
aggiunsero la crociata religiosa alle loro ambizioni territoriali. Nel 1 360
possedevano il nord-est dell'Asia Minore, la Turchia di oggi, e un piccolo
punto d'appoggio sulla parte continentale di Gallipoli. Si consolidarono,
si espansero e nel 1 45 3 presero la stessa Costantinopoli . .Limpero cristiano
d'Oriente passò a Mosca e nel 1 648 la Turchia aveva conquistato il nord
Mrica, il Levante, la Mesopotamia, l'Asia Minore, la Grecia e i Balcani,
parte dell'Austria, l'Ungheria, la Romania e la Crimea. Il vecchio Impero
romano d'Oriente era stato sottomesso e persino esteso (a nord del Danu-
La Russia e i Balcani 249
bio) dal nuovo impero Ottomano. I territori della Crimea furono infine
persi a favore della Russia moscovita nel tardo XVIII secolo e la Grecia
diventò indipendente nel 1 832. Nel tardo XIX secolo, con il movimen
to pan-slavo, perdette i territori da entrambi i lati del Danubio, seguiti
dal nord Mrica e dal sud dei Balcani. Dopo la prima guerra mondiale, la
Mesopotamia e il Levante divennero indipendenti, lasciando la Turchia
in possesso esclusivamente dell'Asia Minore, di Costantinopoli e del suo
entroterra.
I secoli di dominio turco avevano bloccato l'Europa sudorientale ad
uno stadio preindustriale, ideologicamente neutrale, dove le tradizioni pa
gane erano state preservate nella fede cristiana e adattate alla realpolitik di
uno stato tollerante ma ufficialmente islamico. Nel 1 892, quando la Grecia
e i Balcani divennero indipendenti, un ufficiale britannico in Grecia, Re
nell Rodd, descrisse molte sopravvivenze pagane perpetuate attivamente.
Raccontò come ogni casa del più rozzo paesino di campagna avesse il suo
santuario iconico, spesso con una fiamma perenne che bruciava davanti:
"se la famiglia avesse cambiato quartiere, questa sarebbe stata portata so
lennemente alla nuova abitazione, come gli dèi della casa nell'antichità; e
se la piccola luce si fosse spenta per strada, sarebbe stata riaccesa per im
pedire una qualche disgrazià' . 1 8 I.:attribuzione di nuovi nomi di santi alle
divinità antiche continuò in Grecia come in altre parti d'Europa. Il culto
di san Eleuterio sostituì quello di Ilizia, dea della nascita dei bambini, e al
meno una chiesa della Vergine della fecondità sorge sul luogo di un antico
tempio alla dea. 19 I santuari a Demetra furono rimpiazzati da chiese di san
Demetrio e i dodici apostoli erano invocati in antichi templi dei dodici
dèi. Fu a san Dioniso che i cretesi del XIX secolo ascrissero l'introduzione
dell'uva e fu attribuito a san Paolo l'antico successo di Eracle nel cacciare
i serpenti da Creta. Si fanno offerte votive alle icone cristiane degli altari
domestici come si faceva in precedenza con le divinità antiche nei templi
pubblici, e nell'ultimo decennio del XIX secolo i preti cristiani benedice
vano il sacrificio di un agnello o di un pollo alla cerimonia inaugurale di
un qualsiasi nuovo edificio.20
Il giorno dei santi locali in ogni villaggio o città greca era chiamato
paneguris, la stessa parola dell'antico panegyria, una riunione solenne di
tutte le persone. Ad Atene l'antico Anthestereia, la cosiddetta "festa dei
fiori", che in realtà era la festa dei morti, fu rimpiazzata dalla medievale
e moderna "festa delle rose" , la Rousalia, tenuta nel martedì di Pasqua.
250 Storia dei pagani
Rodd riporta che l'attuale Rousalia era anche celebrata altrove in Grecia
per la festa d'Ognissanti, questa volta esplicitamente in memoria dei mor
ti. 21 Durante l'antica Anthestereia si stappavano le botti di un vino nuovo;
è interessante che la parola greca anthos (fiore) , come quella spagnola fior,
si riferisce anche alla fermentazione che si forma sulla superficie del vino
vecchio. La festa potrebbe essere intesa quindi come la celebrazione della
fioritura di una nuova vita dai detriti del decadimento. Nella festa delle
rose moderna, aggiunge Renell Rodd, si cantava una canwne, per augurare
buona fortuna ai bambini della comunità e i maschietti venivano solleva
vari in aria tre volte pregando che, restando nella metafora, fiorissero. Que
sta strana continuazione di una festività antica, a sua volta apparentemente
una forma alterata di una ancora precedente, stava già morendo ai tempi
di questa testimonianza. 22
Nell'antichità il dio celeste Zeus era considerato la causa della piog
gia. Al giorno d'oggi è ancora in uso l'espressione " [il] dio sta piovendo" .
.Cantico Poseidone conosciuto come "colui che fa tremare la terrà', un dio
centrale nel pantheon minoico-miceneo, sembra sopravvivere in un detto
dell'isola di Zante, quando si parla di un terremoto: " [il] dio si scompi
glia i capelli" . Le Furie venivano propiziate come Eumenidi, le Gentili;
nel XIX secolo si definiva "eulogià' (benedizione) il vaiolo. Caronte, il
traghettatore mitico che si diceva trasportasse le anime attraverso il fiume
Stige, ha subito una metamorfosi nella Grecia moderna nella figura di un
araldo della morte non lontana da quella etrusca con la differenza che
quello greco appare come un uomo distinto vestito di nero, o anche in un
affresco del monte Athos, come uno scheletro con una falce sulla spalla,
come il "Vecchio Padre Tempo" anglosassone. 23 Una diffusa paura dei vam
piri e della morte inquieta nella cultura popolare contemporanea potrebbe
essere attribuita a influenze slave, ma, come abbiamo visto nel primo ca
pitolo, questa credenza e i sacrifici espiatori che l'accompagnavano erano
presenti anche nell'antichità. Nel XIX secolo, molti luoghi avevano ancora
il loro stoikheion o genius foci (come quello propiziato col sacrificio delle
fondamenta) . In particolare, alberi grandi o antichi avevano il loro spirito
guardiano che sarebbe stato mandato via cerimoniosamente al momento
della caduta dell'albero. E come in altre parti d'Europa, i serpenti di casa
sono stati riveriti fino a tempi recenti. Nell'lstanbul di oggi, l'antica Co
stantinopoli, Pierre Chauvin documenta una continua diffusa venerazione
dello spirito del luogo. Luoghi sacri come tombe e alberi sono decorati
La Russia e i Balcani 25 1
con fiocchi e candele; le fonti hanno monete al loro interno e alle strutture
sono applicate placche votive, nonostante i divieti che proibiscono queste
pratiche nel nome dell'Islam.24
Sembra che molte credenze popolari greche arcaiche e molte pratiche
domestiche siano sopravvissute in una forma sorprendentemente immuta
ta fino a oggi. Anche la religione pubblica si è perpetuata trasformandosi
nel culto dei santi, riprendendo date delle feste e delle pratiche, oltre che
con la continuità dei luoghi sacri. Alcune delle credenze antiche passaro
no fin da subito all'interno del cristianesimo che prese piede nell'impero
d'Oriente, e l'eredità mistica del neoplatonismo in particolare distinse il
credo ortodosso dal suo vicino cattolico. Ma piuttosto distante dalle so
pravvivenze già conosciute o discretamente assimilate del paganesimo che
abbiamo visto ora in tutta Europa, l'eredità articolata ed esplicita delle
civiltà antiche è passata anche nella principale corrente culturale europea.
È a questo risveglio che dedichiamo ora l'ultimo capitolo.
Druidi in consiglio
XI .
L a riaffermazione del p aganesimo
Nell'Alto Medioevo (950- 1 350) , come abbiamo visto nei capitoli pre
cedenti, le religioni monoteistiche militanti, cristianesimo e Islam, hanno
a tal punto imposto la propria influenza sulle regole dell'Europa che le re
ligioni ufficiali dei regni e degli imperi emergenti sono diventate monotei
ste, anzi praticamente androteiste, dal momento che si riferivano alla loro
divinità suprema solo al maschile. Abbiamo anche visto che le pratiche e le
credenze pagane continuavano qua e là senza essere punite da sanzioni uf
ficiali, a volte venendo incorporate nella pratica cristiana. In questo senso
le divinità pagane si sono tramandate, rispecchiando la forma della società
cristiana che le aveva inglobate, e perciò sono rimaste nella tradizione,
riconoscibili e recuperabili nelle epoche successive. Nelle aree islamiche
dell'Europa la situazione era diversa. La dottrina islamica non scendeva a
compromessi con i valori pagani e l'Islam è rimasto profondamente anti
politeista.
Gli anni dell'Alto Medioevo furono anni di crociate. Il dualismo cristia
no, al di là del suo monoteismo di facciata, si è prima ribellato ai conqui
statori islamici della Palestina, poi ai suoi vicini pagani nel Baltico; e poi
ancora contro i presunti eretici, i terreni e gli apostati all'interno della sua
stessa giurisdizione. La persecuzione degli Ebrei in Europa si è intensificata
visibilmente e prolungata fin dopo l'XI secolo, 1 ma le sue origini sono da
collocare nell'età della formazione della religione cristiana, quando i capi
della nuova Chiesa diffamavano regolarmente gli Ebrei, i pagani e i cristia
ni di altre sette. Il principale diffamatore è stato san Giovanni Evangelista
che scrisse di Gesù che diceva di quegli Ebrei che non credevano in lui: «sei
del diavolo padre tuo» (Giovanni, 8, 44) . Nel suo Trattato espositivo contro
gli Ebrei Ippolito ( 1 70-236) scrisse che gli Ebrei erano «oscurati, incapaci
254 Storia dei pagani
di vedere la vera luce». Origene ( 1 8 5-254) chiamava gli Ebrei «il popolo
più scellerato» e diceva che avevano sofferto giustamente rifiutando Gesù
di Nazareth. Gregorio di Nissa (33 1 -396) definiva gli Ebrei «assassini del
Signore», «avvocati del diavolo» e «coloro che odiano il legittimo» . Le otto
omelie contro gli Ebrei di Crisostomo affermavano che «gli Ebrei sacrificano
i loro figli a Satana [ . . . ] sono peggio delle bestie selvagge [ . . . ] la sinagoga è
una bestemmia». Il suo più famoso trattato sull'antisemitismo continuava
dicendo: «odio gli Ebrei perché violano la legge. Odio la sinagoga perché
ha la legge e i profeti. È dovere di tutti i cristiani odiare gli Ebrei» . Nell'an
no 4 1 4 il patriarca Cirillo istigò delle sommosse religiose ad Alessandria
che portarono all'uccisione di tutti gli Ebrei che non riuscirono a scappa
re. La propaganda diffamatoria di questi primi tempi fu istituzionalizzata
in seno alla Chiesa e utilizzata periodicamente per attaccare gli Ebrei e i
pagani. Lo scopo di questo libro non è esporre minuziosamente la storia
della caccia alle streghe, agli Ebrei o agli zingari, anche se possiamo trovare
una loro spiegazione in queste dottrine professate dai polemisti della tarda
antichità.
Dalla metà del XIV secolo giunse dall'estero un'influenza pagana, pic
cola ma significativa. Gli zingari moderni sembravano i discendenti del
popolo che era migrato dall'India verso ovest durante il XII secolo. Nel
1 322 due preti francescani in pellegrinaggio verso la Palestina denunciaro
no delle abitazioni sotterranee degli zingari vicino a Candia, a Creta. Dal
1 348 i cingarije si trovavano in Serbia. Gli zingari arrivarono in Europa
centrale all'inizio del XV secolo; erano nell'Hildesheim (in Germania) nel
1 407, a Zurigo nel 1 4 1 9 e in Francia nel 1 42 1 . Come gli Ebrei, gli zingari
sono stati perseguitati per motivi religiosi e razziali. E lo sono stati ogni
volta che sono venuti in Europa, spesso uccisi o venduti come schiavi. Nel
1 370 quaranta famiglie di zingari in Valacchia (Romania) , furono fatte
prigioniere e i membri venduti come schiavi al monastero di S. Antonio a
Voditza.2 Nel 1 530 essere uno zingaro in Inghilterra era considerato un'of
fesa capitale e nel 1 665 gli zingari furono deportati da Edimburgo per
diventare schiavi nelle Indie occidentali.3 In Romania sono stati schiavi
fino al 1 8 56.
A parte il timore razzista causato dalla pelle scura, le loro credenze e
le pratiche pagane hanno fatto degli zingari il fulcro della persecuzione.
Nelle strade della Boemia venivano appese immagini che mostravano gli
zingari torturati o impiccati con lo slogan «Straff die Heiden» (''punisci i
La riaffirmazione delpaganesimo 255
pagani"). In Olanda gli zingari venivano anche chiamati Heiden e l' Hei
denjachten (''la caccia paganà') fu istituita per sterminarli. Fino al XVIII
secolo la caccia ai pagani fu periodica e parallela ad altre azioni che preve
devano l'uso della fanteria, della cavalleria e della polizia. Nel XVI e XVII
secolo in Svizzera vennero promulgate leggi a favore dello sterminio degli
zingari: la caccia agli zingari veniva così istituita ufficialmente. Un'ordi
nanza del 1 646 della città di Berna diede il diritto a chiunque di «Uccidere
personalmente a bastonate o con armi da fuoco» gli zingari e gli Heiden.
Nel 1 66 1 l'elettore Georg II approvò la pena di morte per tutti gli zingari
della Sassonia e li cacciò con la cavalleria. Più tardi, nel 1 72 1 , l'imperatore
Carlo VI ordinò lo sterminio degli zingari; nel 1 725 Frederick William
I condannò all'impiccagione tutti gli zingari sopra i diciotto anni trovati
nelle sue terre. La caccia agli zingari continuò in Danimarca fino al 1 83 5 e
anche durante il XX secolo le cose non migliorarono. Con l'avvento della
Seconda guerra mondiale tutti gli zingari in Inghilterra e in Francia furono
arrestati e portati nei campi di prigionia,4 nei quali rimasero fino al 1 948.
Tutti gli zingari del Terzo Reich furono portati ad Auschwitz nel 1 943,
dove ne morirono tra 250 e 300 mila. I passaporti interni per gli zingari
sono stati obbligatori in Francia fino al 1 970.5
All'interno della cristianità, dunque, venivano praticate molte crocia
te: alcune di esse le abbiamo già viste ma un'altra ancora merita di essere
menzionata.
256 Storia dei pagani
o Minerva, dea delle armi e della cavalleria, che, con la virtù di capire di
gran lunga superiore alle altre donne, hai scoperto e stabilito l'uso di for
giare il ferro e l'acciaio tra altre arti nobili [ . . . ] adorata donna e immensa
dea, non dispiacerti se io, semplice e umile donna, niente in confronto
alla grandezza della tua celebre conoscenza, provo ora a parlare di una tale
magnifica impresa come quella delle armi.6
La divina armon ia, da Pratica musicae, Luc Gaffurius, 1 496, che mostra le divi nità
e la cosmologia pagane in un contesto rinascimenrale
La riaffirmazione delpaganesimo 259
non era limitata a quelle del pantheon classico. John Michael Rysbrack, nei
primi anni del Settecento, scolpì una serie di sette divinità sassoni, una per
ogni giorno della settimana su commissione di Lord Cobham per i suoi
giardini a Stowe.
Harmooia 7. Plucuram .
A!pcra le iaacpal� •ontc:t iodìcaar .
'J��=���� �� Via facuodiu riu.
J ScabilduaclaatCDtDal .
�����ij��� Vu tc:Atora•, le cclcriw iA �end�.
" Rappresen tazione d i Pan" , da CEdipus /Egyptiacus d i Athanasius Kircher (I 602- 1680}
264 Storia dei pagani
tivo, come semplicità) che stava rapidamente venendo meno. Per ragioni
che ancora non sono state sufficientemente chiarite, alcuni commentatori
hanno visto la religione indigena europea come persistente in coloro che
venivano accusati di stregoneria trecento anni prima. «l sabba delle streghe
possono essere intesi come forma esoterica di quei riti della fertilità pagani
che sopravvissero in Europa occidentale secoli dopo l'introduzione ufficiale
del cristianesimo» scrisse Arno Runebe�g nel 1 947. 1 9 Runeberg, come due
dei teorici del XIX secolo, in realtà proveniva dal nord-est dell'Europa, dove,
come abbiamo visto, la religione locale aveva preso una forma più vicina
alla magia rispetto alle altre zone. Qui essa fu a lungo influente, anche dopo
che era stata assimilata dal cristianesimo, ridotta a tradizione popolare o
nel resto d'Europa riaffermata come interesse aristocratico. Karl-Ernst Jarke,
professore di diritto penale all'Università di Berlino, nel 1 828 sosteva che le
persone accusate in tribunale di essere streghe locali fossero in effetti seguaci
dell'antica religione germanica. Nel 1 839 l'archivista Franz Joseph Mone di
Baden ipotizzava che le caratteristiche orgiastiche del presunto culto delle
streghe fossero in realtà parte di una religione clandestina derivata dal culto
dionisiaco delle colonie greche del Mar Nero e fossero state riportate in
Germania dai goti che facevano ritorno. Una versione della teoria raggiunse
anche la cultura popolare. [opera corale di Mendelssohn, Die Erste W"al
purgisnacht ( 1 832) , descriveva la celebrazione tradizionale del "May Eve"
(30 aprile) , in cui gli abitanti del villaggio, sotto l'attacco dei cristiani locali,
facevano finta di essere streghe per spaventare gli avversari. Runeberg, di
Helsinki, realizzò nel XX secolo uno studio meravigliosamente dettagliato
delle religioni magiche norvegesi, finniche e di altre più remote, sostenendo
che l'ipotetico culto delle streghe fosse in realtà una mutazione del catari
smo eretico e della magia popolare indigena. Questi pensatori attiravano
l'attenzione sul loro retaggio regionale, ma sfortunatamente non riusciro
no a dimostrare, riferendosi ai documenti contemporanei, che le persone
accusate avessero effettivamente preso parte a cerimonie magiche o di una
religione pagana. Come abbiamo visto le ricerche contemporanee tendono
a screditare queste riflessioni.
La più famosa interprete della magia diabolica fu, tuttavia, la professo
ressa Margaret Murray ( 1 863- 1 963) , un'egittologa che iniziò a interessar
si ai processi europei contro le streghe quando aveva più di sessant'anni.
Le sue conclusioni, pubblicate nei libri lhe Witch Cult in Uléstern Europe
( 1 92 1 ) e God ofthe Witches ( 1 933) , furono all'epoca criticate da archivisti,
266 Storia dei pagani
metà del XIX secolo, quando la politica panslava della Russia incoraggiò
insurrezioni che mutarono i Balcani da mondo ufficiale dell'Islam a mon
do ufficiale del cristianesimo. I.:architettura, l'arte e la letteratura presero
ispirazione dalle tradizioni folcloristiche nazionali e, quando riemerse, in
alcuni luoghi, come la Lituania, il paganesimo era legato alla consapevo
lezza nazionalistica.
Nel nord-est dell'Europa alcuni studi archeologici di siti megalitici alla
fine del XVII secolo divennero popolari, portando a una nuova consape
volezza del paganesimo tra i colti. Nel 1 676 nel suo Britannia Antiqua
Illustrata, Aylett Sammes scrisse che i druidi credevano «nell'immortalità
dell'anima, alla quale aggiungevano la sua trasmigrazione, secondo le opi
nioni di Pitagora» (p. 1 0 1 ) . Nel suo The Description ofthe Wéstern Islands of
Scotland ( 1 703) Martin Martin scrisse a proposito dei cerchi di pietre di
Orkney a Stennes e Brodgar: «SÌ ritiene che siano state posizionate per of
frire sacrifici al tempo dell'idolatria pagana; e per questa ragione le persone
le chiamavano gli antichi templi degli dèi» (p. 365) . In Germania Johann
G. Keysler scrisse Antiquitates Selectae Septentrionales et Celticae (Hanno
ver, 1 720) , descrivendo i resti dell'antico paganesimo in certi luoghi della
Germania, dell'Olanda e anche della Gran Bretagna.
Durante il XVIII secolo si è sviluppata una crescente consapevolezza
dell'eredità ancestrale della Gran Bretagna, che era considerata druidica.
Secondo l'architetto John Wood il Vecchio ( 1 704- 1 754) , Bath, sua città
nativa, era la sede metropolitana dei druidi e il luogo in cui si venera
va Apollo. Egli portò avanti un attento studio dei siti megalitici, inclu
so Stonehenge, la cui geometria sacra riprodusse nel Circus a Bath, con
l'obbiettivo di restituirla alla sua antica grandezza pagana. Nel suo Choir
Gaure, pubblicato nel 1 747, scrisse che Stonehenge era «un tempio eretto
dai druidi britannici». Nel XVIII secolo la consapevolezza druidica pene
trò in molti settori. Sir James Clerk nel 1 763 eresse la statua di un druido
all'ingresso di Penicuik House, Midlothian, Scozia. Le monete da un pen
ny di rame, emesse dalla Parys Mine Company sull'isola di Anglesey nel
1 787, ritraevano la testa di un druido circondata da ghirlande di foglie di
quercia. Essa alludeva, per Anglesey, al sacro patrimonio della santa isola
druidica. 22
In Galles la rinnovata consapevolezza del retaggio druidico risultò da
molti libri influenti. Il reverendo Henry Rowlands di Anglesey pubbli
cò nel 1 723 Mona Antiqua Restaurata. Il paganesimo druidico non era
270 Storia dei pagani
altre agiografie. I critici materialisti del druidismo che criticano lolo non
applicano gli stessi criteri che usano per i profeti di altre religioni, che pure
hanno lavorato nello stesso modo.
Durante la seconda metà del XVIII secolo e all'inizio del XIX si pub
blicarono molti libri significativi sul druidismo. Tra questi An Enquiry into
the Druidica/ and Patriarchal Religion di William Cooke ( 1 754) ; Celtic
Researches ( 1 804) e The Mithology and Rites of the British Druids ( 1 809)
di Edward Davies; Monuments Celtiques ( 1 805) di Jacques Cambry; Cos
tume of the Originai Inhabitants of the British Islands ( 1 8 1 5) di Samuel
Rush Meyrick e Charles Hamilton Smith. Il druidismo trovò posto anche
nell'Opera: la Norma di Bellini, messa in scena alla Scala di Milano nel
1 83 1 , è di argomento druidico e la scenografia originale includeva uno
sfondo di Stonehenge. Fu popolare in Inghilterra per alcuni anni a seguire,
eclissata alla fine da un cambiamento nella moda musicale più che nella
materia in questione.
Le storie leggendarie dei movimenti esoterici, come Wicca e massone
ria, rivendicano spesso una continuità ininterrotta con l'antichità. Senza
la documentazione, che resta segreta, ammesso che esista, è impossibile
confermare o confutare tali affermazioni. Tuttavia, nel 1 979 Colin Murray,
dell'Ordine della Sezione Aurea, pubblicò un documento contenente la
ricerca di Michel Raoult sulla storia dei druidi nelle isole britanniche e in
Francia. Secondo Raoult, i druidi inglesi fissarono la propria discendenza
nel boschetto di Mount Haemus di Oxford sotto il bardo Philip Bryddod,
nel 1 24 5 . Genuino o no, il druidismo successivo è intimamente connesso
con l'ascesa della massoneria. Nel 1 670, John Aubrey fondò un nuovo
boschetto di Mount Haemus. In seguito, John Toland, suo successore, isti
tuì l'Ordine dell'antico druido, che si riunì per la prima volta nel 1 7 1 7,
l'anno in cui fu formalizzata la massoneria. Nel 1 78 1 , Henry Hurle istituì
a Londra un altro gruppo, l'Antico ordine dei druidi, una società esoterica
strutturata sulla base di lineamenti massonici. Nel 1 833 una separazione
tra mistici e coloro che volevano una società amichevole condusse la mag
gioranza a costituire l'Antico ordine dei druidi unito, che prospera ancora.
Il partito mistico proseguì con la Loggia di Albione dell'Antico ordine dei
druidi di Oxford, che diceva di discendere dal boschetto di Mount Hae
mus. Nel 1 908 Winston Churchill era un iniziato di questa setta.
Il bardismo gallese, a partire dal quale può essere tracciato un altro filo
ne del druidismo, è documentato dal 1 1 76, quando Lord Rhys ap Grufydd
272 Storia dei pagani
Il p aganesimo romantico
spero che abbiate pagato la vostra devozione come sempre alla religio loci
e appeso un sempreverde. Se voi tutti proseguite così ci sarà una speranza
un giorno [ ] si ascolterà una voce lungo l'acqua dire «il grande dio Pan
. . .
è ancora vivo>>, grazie alla quale i cittadini non moriranno più di fame e
canteranno inni profani, e ricominceranno a danzare. 24
mi rallegra apprendere che non ignori i riti della vera religione. La tua
lettera ha risvegliato le mie devozioni dormienti e la sera stessa ho asceso
da solo la montagna dietro la mia casa e appeso una ghirlanda, ed eretto
un piccolo altare d'erba a Pan che passeggia per le montagne. 26
Più tardi, nel XIX secolo, Edward Carpenter ( 1 844- 1 929) si rivelò in
fluente nel movimento pagano. Era membro di molti gruppi socialisti, tra
cui la Lega socialista di William Morris e la Compagnia della nuova vita,
da cui nacque il fobianesimoY Abbandonando il suo ministero anglicano
nel 1 87 4, promosse il neopaganesimo come ritorno alle forme essenziali
della vita. Nel 1 8 83, creò una comunità autonoma a Millthorpe, tra Shef
field e Chesterfield. In Civilization, Its Cause and Cure scrisse:
te ancora una volta, egli celebrerà con danze nude la gloria della forma
umana e le grandi processioni di stelle, o saluterà il corno luminoso della
giovane luna che ora dopo cento secoli torna carica di tali meravigliose
associazioni - tutti i desideri e i sogni e lo stupore di generazioni di esseri
umani - il culto di Astarte e di Diana, di Iside e della Vergine Maria;
ancora una volta nei boschi sacri riunirà la passione e la delizia dell'amore
umano con i suoi più profondi sentimenti sulla santità e la bellezza della
natura; o, all'aperto, in piedi scoperto davanti al sole, adorerà l'emblema
dello splendore infinito che brilla da dentro. 28
finì questa visione «I' esempio supremo del misticismo neo pagano del XIX
secolo», 2 9 frutto probabilmente di un'intensa esperienza visionaria dello
scrittore.30 In questo periodo e in questo milieu intellettuale si ebbe la
sensazione che stesse per nascere una nuova religione: «una religione così
splendida e globale che la gerarchia alla quale darà vita, unendo intrinse
camente l'artista e il sacerdote, soppianterà e distruggerà completamente
la nostra epoca commerciale».31 Non era altro che «la creativa accettazione
pagana della vita», promossa dallo scrittore di teatro Eugene O'Neill.3 2
Durante il XIX secolo le leggende germaniche furono raccolte dai fra
telli Grimm e trasformate in un mito potente da Richard Wagner. Come
scrisse lo stesso Wagner nel suo saggio Che cosa vuoi dire tedesco?: «nelle
foreste rocciose, nel lungo inverno, nel calore del fuoco del camino della
sua camera nel castello, che torreggia sospeso nell'aria, egli indulge a lungo
ai ricordi dei suoi antenati, egli trasmuta i suoi miti locali degli dèi in leg
gende molteplici e inesauribili». La dedizione di Wagner alla costruzione
di un'identità nazionale per i tedeschi attraverso il mito nativo era sincera,
e un altro tema costante nella sua arte era la tensione tra l'ascetismo cri
stiano, che aveva ereditato, e l'affermazione pagana della vita, alla quale era
devoto in quanto artista. La riconciliazione tra «Parnaso e Paradiso», nella
«Canzone da maestro» che conclude l'opera I maestri cantori di Norimber
ga, è uno dei momenti più alti di questa ricerca. L'impegno di Wagner nel
ricreare la catarsi emotiva e spirituale della tragedia greca nel suo tempio
dell'Opera a Bayereuth fu incoraggiato e in parte plasmato dal suo amico
276 Storia dei pagani
Hermes, dio del commercio, scultura in pietra di Hildo Krop, Amsterdam, 191 1
Il neop aganesimo
temporanea, perché con la caduta di Hitler e del suo partito farà la stessa
fine di tutte le eterodossie riportate in vita artificialmente.35
Himmler e Hess furono due nazisti estremisti fanatici e pare che fosse
ro seguaci attivi del misticismo ariosofico e promuovessero la regola della
razza superiore. Ma lo stesso Hitler disse nel 1 94 1 : ((mi sembra che non
ci sarebbe niente di più assurdo del ristabilire il culto di Wotan. La no
stra antica mitologia ha smesso di essere attuabile quando si è stabilito il
cristianesimo». 36
Spence associò erroneamente il rituale nazionalsocialista, derivato dalla
tradizione militare prussiana e austriaca, con il paganesimo, una sorta di
"chiesa pagana nazistà'. Ricerche recenti di John Yeowell37 hanno eviden
ziato che, l ungi dall'essere influenti, nella Germania nazista i pagani erano
perseguitati. I capi pagani venivano oppressi e arrestati dal regime nazista.
Ad esempio, nel 1 936 il celebre esperto di rune Friedrich Bernhard Marby
fu arrestato e passò nove anni nei campi di concentramento. Non era il
solo. Nel 1 94 1 , per ordine di Heinrich Himmler, molti gruppi pagani ed
esoterici furono banditi (tra i quali i seguaci di Rudolf Steiner, gli arioso
fisti e gli adepti della religione di Wotan) . Come altre vittime del nazismo
molti pagani morirono di conseguenza nei campi di concentramento.
Intorno al 1 930 uno dei primi libri odinisti in inglese, The Cali ofOur
Ancient Nordic Religio n dell'australiano Tasman Forth (A. R. Milis) , fu pub
blicato negli Stati Uniti dalla Lega delle dinamiche culturali.38 In Islanda
la religione indigena, o piuttosto quella importata nella terra disabitata
dai coloni norvegesi nel X secolo, è stata conosciuta grazie alla letteratura.
Le saghe sono state lette come parte dell'eredità letteraria islandese. Nel
1 973 Asatru ("alleanza con gli JEsir") fu ufficialmente riconosciuta come
religione consolidata con il diritto di effettuare, ad esempio, matrimoni
legalmente validi e attribuzione dei nomi ai bambini. Tra i suoi membri vi
sono persone d'affari d'alto rango e diplomatici, in usuale per una religione
che è stata recuperata solo pochi anni fa.39 In Gran Bretagna il comitato
odinista fu fondato nel 1 973, trasformandosi in Rito odinico nel 1 980.
Nel 1 988 fu registrato come associazione di beneficenza con i British Cha
rity Commissioners. Prima di questa registrazione si riteneva generalmente
che la legge inglese concedesse solo ai credi monoteisti lo stato di asso
ciazione di beneficenza sotto la rubrica della promozione religiosa. Perciò
il Rito odinico divenne, nelle sue stesse parole, ((il primo corpo pagano
La riaffèrmazione delpaganesimo 281
politeistico a essere riconosciuto» .40 Gli seguì nel 1 989 odinshof, un'altra
organizzazione Asatru.
La situazione attuale
Fino a non molti anni fa numerosi osservatori, tra cui degli illustri stu
diosi, avrebbero dato per certi ed irreversibili i fenomeni di "secolarizzazio
ne" o "desacralizzazione" dell'Occidente (Europa ed America Settentriona
le) . Questa previsione, l ungi dall'essersi realizzata, si rivela ai nostri giorni
in buona misura errata. Oggi come ieri, infatti, l'Occidente è in pieno
fermento religioso. Semmai, esso si è "scristianizzato", anche se solamente
in parte ed in modo non affatto uniforme, ma l'esigenza del "sacro" , come
ad alcuni piace dire, non si è di certo eclissata con l'avvento del nuovo sae
culum. I nuovi movimenti religiosi sorti sulle due sponde dell'Atlantico nel
Novecento, ed in particolare quelli direttamente provenienti dalle - o che
hanno rielaborato - correnti esoteriche, teosofiche o occultistiche del XIX
secolo, non solo hanno conosciuto un crescita inarrestabile ed un successo
a dir poco insospettabile, ma negli ultimi decenni sono diventati dei veri e
propri fenomeni di massa, in ciò coerenti ed in linea con altre manifesta
zioni culturali della società industriale e tecnocratica.
Tra i figli maggiori della temperie religiosa (post)moderna vi è il Ne
opaganesimo, la cui definizione di primo acchito sembrerebbe, più che
un paradosso, un vero e proprio ossimoro. Chi sono, oggi, i "neopagani"?
Definire cosa un pagano sia stato nel passato è cosa relativamente sempli
ce, visto che si tratta di una costruzione terminologica e semantica do
cumentabile, e di conseguenza verificabile sul piano storiografico; molto
più complessa risulta invece una delimitazione semantica di "neopagano"
e "Neopaganesimo", termini che, seppur documentabili, mutuano in larga
parte il loro valore dalla contemporaneità. Colti nel loro plasmarsi, essi
sembrano perdere il loro senso in una polisemia incontrollabile. Del resto,
la mancanza di profondità storica impedisce spesso una efficace definizione
284 Storia dei pagani
Questa considerazione non deve però intimorire, visto che per noi ha
Paganesimo e Neopaganesimo 285
un interesse solo relativo. È chiaro infatti che in questa sede non verranno
trattate sottigliezze terminologiche o fenomenologiche, e cioè se il Neopa
ganesimo sia una nuova religione, un movimento esoterico, una filosofia,
una forma d'arte, un imbroglio o una bubbola, anche se è bene tenere a
mente che in quanto fenomeno culturale di grande diffusione (ed in co
stante espansione) esso merita di essere attentamente indagato dalla socio
logia, indipendentemente dalla sua storia. D'altronde studi sull'argomento
vengono pubblicati ormai da decenni, ed una bibliografia ricca esiste già.3
Questo breve contributo non abborda quindi tematiche di carattere socio
logico o psicologico, ma è invece dedicato ad un problema prettamente
storico-culturale: quello della lettura (storica) neopagana di alcuni tratti
del Paganesimo, inteso come insieme delle religioni o più in generale dei
sistemi di pensiero - delle Weltanshaaungen, direbbe uno studioso tedesco
- dei popoli dell'Europa pre-cristiana. In ciò Storia dei pagani mi orienta
grandemente, perché in esso si trovano alcuni dei problemi che più caratte
rizzano il dibattito neopagano sulla propria storia ed alcuni degli stessi pi
lastri ideologici che sorreggono l'edificio intellettuale del Neopaganesimo e
della "Neostregonerià' . Parlerò a breve di questi elementi ideologici, prima
però, proprio a causa della natura estremamente articolata e complessa di
questo fenomeno culturale, è doveroso precisare che il Neopaganesimo di
cui è questione in queste pagine non è quello generico e multiforme a cui
fanno riferimento le opere di divulgazione, bensì quello ricavabile dalle
idee espresse dagli autori di questo libro, Prudence Jones e Nigel Pennick.4
Le loro biografie e bibliografie sono eloquenti, ma lo sono soprattutto le
evidenti matrici religiose rintracciabili in questa History ofPagan Europe.5
In essa, il Neopaganesimo è presentato come una religione legata da un
rapporto filiale diretto con il Paganesimo antico. Un discendente legitti
mo, non un prodotto spurio e sviluppatosi da libere ed a-storiche inter
pretazioni, cosa che invece, in grandissima parte, esso è. Bisogna però dire
che il valore ermeneutico di una interpretazione ha un intrinseco valore
legittimante, e per questo nessuno oggi potrebbe decidere, magari sulla
base di ragioni storiche, chi può e chi non può auto-definirsi neopagano a
buon diritto. Ciononostante, al di là del valore legittimante di ogni inter
pretazione, resta la constatazione storica che il Paganesimo antico è stato
soppiantato in Europa dal Cristianesimo, ed è scomparso, e che il Neopa
ganesimo attuale non è altro che una nuova religione (meglio sarebbe dire
un insieme di religioni e di correnti magico-esoteriche) che ha un rapporto
286 Storia dei pagani
Sia dunque lecito che l'uno adori Dio, l'altro Giove: l'uno tenda le mani
supplici al cielo, l'altro all'altare della fede. Altri, se voi credete che sia
così, vadano contando, mentre pregano, le nuvole del cielo, altri invece i
pannelli del soffitto. Altri consacrino a Dio la propria anima, altri la vita
al capro (tr. di A. Resta Barrile) .7
Heathendom is, that men worship idols; that is, that they worship hea
then gods, and the sun or moon, fire or rivers, water-wells or stones,
or forest-trees of any kind; or love witch-craft, or promote morth-work
[death spells] in any wise; either by sacrifice, or divining, or perform any
thing pertaining to such delusions9• ("Paganità è il culto degli uomini per
gli idoli; vale a dire il culto per gli dèi pagani, per il sole o la luna, il fuoco
o i fiumi, o per gli alberi d'ogni genere che stanno nei boschi; ma anche
l'amore per le opere stregonesche o l'ingegno in arti mortifere d'ogni
guisa; siano esse intraprese coi sacrifici o con la divinazione o agendo per
altri e consimili inganni") .
dizioni, e così è stato fino a non molti decenni or sono, quando ciò che non
riuscì alla Chiesa in secoli di lotta contro "il demonio" è stato al contrario
egregiamente compiuto dalla tecnologia. Non è però il caso di intervenire
in questa sede sull'ormai secolare dibattito sulla natura e la storia della
stregoneria e soprattutto su quanto di originalmente "pagano" fosse pre
sente in essa o in alcune eresie. Qui basti tener presente che, se è sbagliato
ricercare il senso e la funzione di un fatto culturale esclusivamente nel suo
passato, è altrettanto sbagliato cercare di analizzarlo ed indagarne le ragioni
senza tener conto delle sue radici. Del resto, molti attenti studiosi hanno
dato contribuiti specifici importanti su questa dibattutissima storia, 12 e
qui non prenderò parte nell'ormai secolare querelle tra i partigiani della
fazione secondo la quale la stregoneria sarebbe "una forma 'sopravvissutà
ed alterata di Paganesimo o addirittura di un'antica religione eurasiatica
sciamanicà', quelli della "stregoneria come superstizione sostanzialmente
inventata dagli Inquisitori" e quelli della "stregoneria come effettiva ed
autonoma forma di satanismo magico popolare" . Al contrario, con questo
accenno alla storiografia della stregoneria abbandoniamo il Medioevo e
l'Età Moderna, e ci volgiamo direttamente al momento che, da un punto
di vista storico-culturale, è il più importante per il Neopaganesimo con
temporaneo: il Romanticismo.
Definiamo convenzionalmente Romanticismo quella complessa tem
perie storica durante la quale molti dei paradigmi culturali (politici, eco
nomici, letterari, estetici, religiosi) europei furono radicalmente rimessi in
discussione, spesso in aperta contrapposizione alle posizioni razionalistiche
e meccanicistiche che dalla rivoluzione scientifica del Seicento all'Illumini
smo avevano profondamente cambiato le attitudini intellettuali degli Eu
ropei. Con la nuova sensibilità per l'esotico, il primordiale, l'arcano, e la
rivalutazione tutta romantica dei tempi antichi (soprattutto se "germanici"
o "barbarici") e del Medioevo in particolare, anche l'orizzonte generalmen
te religioso visse un momento di radicale cambiamento. Per la maggior
parte dei romantici i tempi antichi sarebbero stati caratterizzati da una
costante, genuina tensione verso il sacro, la natura ed il sublime, tensione
di cui solo le tradizioni popolari rurali, in Europa, avrebbero serbato una
ormai fievole traccia. Non è un caso che proprio in questi anni sorgano le
prime congreghe ed associazioni esplicitamente neopagane, soprattutto di
matrice celtica o germanica, né è un caso che il genere letterario roman
tico caratterizzato da tematiche magiche, misteriose ed anticheggianti sia
Paganesimo e Neopaganesimo 29 1
(nel senso storico) si è mai definito tale; questa definizione è stata imposta
dall'ideologia cristiana all'inizio (III-IV sec.) per fini dottrinali ed apologe
tici, in seguito (V-XI sec.) per fini discriminatori, infine (XII-XVIII sec.)
per fini persecutori. Va da sé che per culture anteriori al Cristianesimo
o che non sono mai venute in contatto con questo il concetto stesso di
"paganità'' perde completante il suo valore: un Greco del V secolo a.C.
non avrebbe mai compreso neanche il senso - o l'utilità - di tale concetto.
Nell'accezione che grossomodo ci è familiare ancora oggi, il Paganesimo è
dunque - uso l'efficace formula di Dario Sabbatucci - "un prodotto cultu
rale cristiano" 1 3 e cioè una concettualizzazione storica che non ha senso al
di fuori della dialettica cristiano/ non-cristiano.
Con la scomparsa degli ultimi veri pagani dalle terre d'Europa, i pagani
sono diventati col tempo ciò che si vuole siano stati. Gli autori di questo
libro, partendo da un'ottica neopagana, utilizzano - dunque legittimano -
una delle concettualizzazioni storicamente più efficaci (e "discriminatorie")
dell'intera storia del Cristianesimo proprio nei confronti di coloro ai quali essi
stessi si richiamano. Ciò potrebbe sembrare paradossale, e per l'appunto que
sto termine semplicistico e generalizzante è invece condannato da tanti altri
neopagani - che per l'appunto non si definiscono in questo modo -, e forse a
miglior diritto, o almeno più coerentemente. Infatti, uno degli atteggiamenti
che da sempre caratterizza i neopagani è un anticristianesimo a volte manife
sto, altre volte malcelato, causato dalla convinzione che il Cristianesimo abbia
in passato perseguitato le loro stesse religioni ed i loro antenati spirituali.
Il processo di identificazione di un gruppo umano - a maggior ragione
se legato da una comune credenza religiosa - passa sempre per l' elaborazio
ne di una propria memoria e di una propria storia, elaborazione che è, in
ultima istanza, un processo di mitopoiesi; in questo, la religione neopagana
non è diversa dalle altre. All'interno di questa "storia mitologicà' che fonda
la realtà del Neopaganesimo di oggi, i neopagani hanno appunto ritenuto
di trovare delle risposte alle loro (attualissime) domande sul mondo ed alle
loro urgenze esistenziali e religiose. Del resto la teologia e la loro mistica
non potrebbero prescindere da una significativa ancorché spregiudicata
lettura di alcuni canoni del Paganesimo antico. Tra i vari elementi "dot
trinali" che sono chiaramente rintracciabili nella letteratura del e sul Neo
paganesimo, due risultano di grande interesse, a mio avviso, e su questi si
concentreranno le ultime pagine di questo saggio : l ) la teoria della "Deà' ;
2) quella del "misticismo della Naturà' .
Paganesimo e Neopaganesimo 293
* * *
La teoria della "Dea" (o della Grande Dea o della Grande Madre) , am
bigua figura teologica che per gli autori di questo libro andrebbe chiamata
«con la D maiuscola per distinguerla dalla molte dee particolari» (p. l O) è
uno dei miti neopagani di maggior successo. Molti sono stati gli studiosi
che, da diverse prospettive, hanno contribuito alla storia di questa teoria
- tra i più celebri ed importanti, Johann Jakob Bachofen e Marija Gimbu
tas14 - e ciò ben prima che il Neopaganesimo facesse proprie queste istan
ze interpretative. Di più, per i neopagani il «principio divino femminile»
(ibidem) sarebbe di importanza pari a quello maschile, o addirittura supe
riore (in particolare, va da sé, per le moderne "streghe") : «molti neopagani,
soprattutto nei paesi anglosassoni, non seguono un percorso strutturato
ma aderiscono a una visione generalmente politeista, incentrata sulla vene
razione della natura e la centralità della divinità femminile» (p. 1 2) . Questa
posizione è, da un punto di vista fideistico, un vero e proprio assioma per
la maggior parte dei neopagani e delle neopagane, ed è paragonabile ai
dogmi del Cattolicesimo. In Storia dei pagani, questa teoria è presentata
già nell'introduzione, ed in tutti i capitoli si rintraccia un velato tentativo
di porre in "concorrenza" le figure di divinità maschili e quelle femminili.
Le interpretazioni della mitologia e della teologia dei vari politeismi sono
dunque veicolate in molti casi dall'esigenza di dimostrare l'importanza e la
potenza delle figure femminili, riconducibili alla matrice meta-storica della
"Deà', delle quali le varie divinità femmina sarebbero manifestazioni, "te
ofanie" . Come è stato spesso messo in luce e dimostrato da molti studiosi,
l'influenza dei gender studies (''studi sul genere [sessuale]") è stata fonda
mentale, così come gli apporti alla teoria del femminismo militante, che
non a caso gode di particolare credito soprattutto nella Wicca e nei nuovi
movimenti di caratura "stregonesca". Già questi accenni basterebbero a
tradire la natura p rettamente ideologica di questa teoria, che è stata svilup
pata con l'evidente intento di opporre resistenza allo strapotere degli "dèi"
(maschi) e soprattutto del Dio unico del Cristianesimo, religione ritenuta
dalla maggior parte delle neopagane androcentrica se non maschilista tout
court.
Ora, se è giusto affermare che le religioni politeistiche riconoscono
«divinità di entrambi i generi» (p. 28 1 ) , anche se l'affermazione parrebbe
un'ovvietà o una semplice constatazione, è invece una evidente forzatu
ra il volersi affannare nella ricerca del "principio femmineo primordiale",
294 Storia dei pagani
anche là dove non risulta o non risulta nei termini proposti dalle dottrine
neopagane. Anche in questo caso il Neopaganesimo, soprattutto quello
sviluppatosi negli anni Cinquanta e Sessanta, e cioè durante gli anni della
contestazione, della rivoluzione culturale e sessuale e dei movimenti fem
ministi, ha rappresentato un catalizzatore di tensioni ed aspettative sociali,
ed ha cercato nel passato degli elementi per legittimare una lettura (ed una
critica) della società contemporanea, la quale ha in effetti poco o nulla da
condividere con quelle dell'Europa antica. La teoria della "Grande Deà'
è stata discussa da numerosi studiosi ed in buona parte confutata dalla
relativa letteratura. 1 5
Negli ultimi anni molte persone di origine europea [sic] hanno edificato
una nuova religione per il XXI secolo attingendo dalle antiche tradizioni
indigene. Questa nuova religione, chiamata Neopaganesimo o sempli
cemente Paganesimo è, da un punto di vista più ampio, una forma di
misticismo della Natura [corsivo mio] . È un credo che vede la Terra e tutte
le cose materiali come una teofania, un'espressione della presenza divina,
generalmente personificata nella figura delle Grande Dea [ . . . ] .
* * *
Capitolo I
Capitolo II
1 Si trovano resoconti in diverse opere antiche, tra cui l' Odissea (XIX. l 72 ss.); l'Iliade
(XVI I I . 5 9 1 ) ; Ovidio, Le metamorfosi (VII . l 59).
2 Vedi Burkert ( I 985), Introduzione.
13 Dettagli delle pratiche a Rajasthan si trovano in Kothari ( 1 982) . Vedi anche Harrison
( 1 903) , cap. l e 2, e Burkert ( 1 985), parte II, sugli altari di Olimpia, sul dio della terra
"escharas" e su quello dell'aldilà "megaras".
14 Harrison ( 1 903) , pp. 1 6 e ss.
15 Porfìrio, De Abst. (II. 56) .
302 Storia dei pagani
Capitolo III
1 Resoconti della società etrusca si trovano in Scullard (I 967), Keller (I 975) and Ogilvie
( 1 976) .
2 Zosimo, Historia Nova (V.4 1 ) .
3 Cicerone, De Divinatione (XXIII. 50) .
4 Scullard ( I 967) , p. 228.
5 Si trovano cenni in Santillana e Dechend (I 969, 1 977) , Jones ( 1 989) .
6 De Lingua Latina (V.46) .
7 De Die Natali, parafrasando un'opera perduta di Varrone.
8 Life ofRomulus (XI).
9 Boardman et al. ( I 99 1 ) , p. 400.
10 Warde-Fowler ( 1 9 1 1 ) , lezione VI, pp. 1 1 8 e ss.
1 1 Laing ( 1 93 1 ) , p. 1 6.
1 2 Trede ( 1 90 1 ) , vol. II, p. 2 1 0.
13 Harusp. Resp. ( 1 9) .
14 Warde-Fowler ( 1 9 1 1 ) , p . 237.
1 5 De agri cultura ( 1 37) .
1 6 Vedi Palmer ( 1 974) , cap. l .
17 C. Bailey in Cambridge Ancient History, 2a edizione, vol. VIII, cap. XIV ( 1 970) , p.
446.
18 Rose ( 1 948) , p. 77.
19 De Russorum, Muscovitorum et Tartarorum Religione, Sacrificiis, Nuptiarum, Funerum
ritu ( 1 5 82) .
20 La traduzione è di Frazer's (Loeb, 1 93 1 ) . Abbiamo cambiato qualche parola.
21 Rose ( 1 948) , p. 5 1 .
22 Lydus, De Mensibus (III.22) .
.
23 Cfr. i Fasti di Fulvius Nob ilior, 1 89 a.C. ca.
Note 303
Capitolo N
30 Petrie ( 1 9 1 2) , p. 1 1 2.
3 1 Salway ( 1 98 1 ) , p. 736.
32 J.C. Robertson ( 1 874- 1 875), vol. IV, p. 1 1 8.
Capitolo V
1 Vedi un qualsiasi resoconto di storia celtica, come Cunliffe ( 1 992) .
2 Strabone (IV.4. 1 -2).
3 Lucano, (1.453-454) ; H. Usener, Scholia in Lucanem, Leipzig, 1 869, p. 33.
4 Dio Cassius (LXII.6.7) .
5 Strabone (Xll . 5 . 1 ) .
6 Tacito, Anna/es (XlV.30) .
7 Revue Archéologique, vol. 2, 1 959, p. 5 5 .
8 De Bello Gallico (VI. 1 6) .
9 Strabone (IV.4. 5).
10 Svetonio, Divus Claudius (XXV. 5 ) ; Plinio, NH. (XXX. 4) .
1 1 Per esempio Tacito, Anna/es (XlV.30).
12 Strabone (IV.4.6) .
13 Ross ( 1 974) , p . 267.
14 Scholl ( 1 929) .
I 5 M. Green ( 1 986), pp.78-79.
16 Erodiano (VIII.3.8) .
17 De Bello Gallico (VII. l 8) .
1 8 M. Green ( 1 986), p . 79.
19 M. Green ( 1 99 1 ) , pp. 1 26- 1 28.
2° Campbell ( 1 890) , vol. 2, p. 373.
21 Kaul et al ( 1 99 1 ) , passim.
22 Reinach S . , Cultes, Mythes et Religion, citato in Anwyl ( 1 900) , pp. 24-2 5 .
23 Powell ( 1 980), p. 1 48.
24 Kinsella T. (ed.) , lhe Tain, London, Oxford Paperbacks, 1 970, p. 27.
25 Binchy ( 1 959).
26 Kendrick ( 1 927) , pp. 1 1 6- 1 1 9.
27 Dinan W., Monumenta Historica Celtica, London, David Nutt, 1 9 1 1 .
28 Strabone (111. 1 .4).
29 Ibidem (11. 1 5) .
3 ° Citato i n Smith ( 1 976) , p . 242.
31 Agricola (2 1 ) .
32 Ibidem ( 1 6) .
33 Dio Cassius (LXXI I .2) .
·14 Tacito, Hist. (IV. 54) .
31 Ross ( 1 986a) , p. 1 1 6.
36 Logoi (VIII.8).
Note 305
Capitolo VI
1 Salway ( 1 98 1 ) , cap. 1 0, 1 1 .
2 Inscriptions from Roman Britain, London Association of Classical Teachers Originai
Records no. 4, ed. M.C. Greenstock, London, LACT Publications, 1 972, 1 987, p.
1 29.
3 Canon Mahé, «Essai>>, pp. 333-334, citazione da Histoire du Maine (1. 1 7) , tratta da
Evans-Wentz ( 1 9 1 1 ) , p. 435.
4 Nance ( 1 935), pp. 1 90-2 1 1 .
5 Gildas ( 1 938) , p. 1 52.
6 Wallace-Hadrill ( 1 967) , p. 69.
7 McCrickard ( 1 986) , p. 27.
8 Jocelin MS, cap. 23, p. 227, in Pinkerton, Lives of the Scottish Saints, vol. II, 1 889,
pp. 1 -96.
9 Skene ( 1 876) , p. 1 56.
10 Nennius, Genealogy (X) .
1 1 Quattro Libri di Wales (11.455).
12 Baring-Gould e Fisher ( 1 907- 1 9 1 4) , vol. Il, p. 237.
13 Dr Ellis Prys, Commissario generale di Thomas Cromwell per la diocesi di sant'Asaf,
lettera datata al 6 aprie 1 538, in Baring-Gould e Fisher ( 1 907- 1 9 1 4) , vol. I, p. 333.
14 Leland, Collecteana, citato in Baring-Gould e Fisher ( 1 907- 1 9 1 4) , vol. l, p. 2 1 7.
' 5 Wedeck ( 1 975), p. 1 57.
16 Il reverendo T.M. Morgan, citato in Evans-Wentz ( 1 9 1 1 ) , p. 390.
17 Baring-Gould e Fisher ( 1 907- 1 9 1 4) , vol. I, p. 1 64.
18 Ibidem, p. 1 65 .
19 Ibidem, vol. III, p . 1 69.
20 Dixon ( 1 886) , App. F.
21 Hadingham ( 1 976) , p. 1 83.
22 Walker ( 1 883), p. 1 86.
23 Kermode e Herdmans ( 1 9 1 4) .
24 11 reverndo F.J. Lynch, citato i n Evans-Wentz ( 1 9 1 1 ) , p . 79.
25 Mitchell ( 1 862) , pp. 6, 1 4.
26 Reeves { 1 86 1 ) .
27 Mitchell ( 1 862) , p . 253.
28 Dixon ( 1 886), p. 4 1 1 .
29 A Tour in Scotland and voyage to the Hebrides, 1772-4, parte II, p. 330.
30 Dixon { 1 886), p. 1 57.
31 Rodd ( 1 892) , pp. 1 65 , 1 76, citato in E.S. Hartland, <<Pin wells and rag bushes», Folk
Lore, vol. 4, 1 893, pp. 457-458.
32 Hartland, «Pin wells and rag bushes>>, p. 458.
33 Ibidem, p. 452.
34 Ibidem
35 Bord e Bord ( 1 985), p. 66.
306 Storia dei pagani
Capitolo VII
1 Per esempio Davidson ( 1 987) .
2 Schutz ( 1 983), pp. 1 35- 1 36, and Cambridge Ancient History, vol. IX ( 1 966) , cap. III,
Cambridge Medieval History, vol. I ( 1 967) , cap. VII .
3 vedi Tacituo, Germania (6) , riguardo alle armi dei primi germani.
4 1hompson ( 1 966) , p. 29.
5 Tacito, Germania (40) , e n. 5 delle edizioni Loeb.
6 Ibidem ( 1 0. 1 -3).
7 Ibidem (7.2) .
8 Stazio, Silvae (I.IV.89) .
9 Rosenberg ( 1 988) , p. 5 1 .
10 "notae': Germania ( 1 0. 1 -3).
11 "ut minor et potestatem numinis prae se ferens": Germania (39.3) .
12 Historiae Contra Paganos (V. 1 6.4).
13 De Bello Gallico (VI)
14 Ammianio Marcellino (XXXI .2), citato in Diesner ( 1 978) , p. 7 1 .
1 5 Landndmabok (2. 1 2) .
16 Magnusson ( 1 90 1 ) , pp. 348 e ss.
17 Buck, Cartularium Saxonicum (603) .
18 Gameli, David, <<Rosaring and the Viking Age cult road>>, Archaeology and Environ
ment, vol. 4, 1 98 5 , pp. 1 7 1 - 1 8 5 , University of Umea, Sweden.
19 Marstrander C., <<Thor en Irlande>>, Revue Celtique, vol. 36, 1 9 1 5- 1 9 1 6, p. 24 1 .
20 Wilson e Klindt-Jensen ( 1 966) , pp. 1 3 5- 1 36.
21 Tille ( 1 899) , p. 2; vedi anche Chaney ( 1 970) , pp. 57 e ss. Le traduzioni di Bede e
dell' Heimskringla a seguire sono di Tille.
22 Tille ( 1 899) , p. 45.
23 Walter of Henley, Husbandry, E. Lamond, London, 1 890, p. 97.
Note 307
35 Wolfram ( 1 988), p. 2 1 0.
36 St Bernard, Vita Sancii Ma/achiae (8. 1 6) , citato in Bartlett ( I 993), p. 22.
37 Bede, Hist. Ecci. (11. 1 5) .
38 J.C. Roberrson ( 1 874- 1 875) , vol. III, p . 64.
39 Ibidem, vol. III, p. 66.
4° Conc. Germ, I, c. 5; Conc. Liptin, c. 4; Conc. Suession, c. 6, citati in J.C. Roberrson
( 1 874- 1 875), vol. III, p. 72.
41 Zach., Ep. 1 0, col. 940, citato in J.C. Roberrson ( 1 874- 1 875), vol. III, p. 80.
42 G.R. Owen ( 1 98 1 ) , p. 1 65 .
43 J .C. Robertson ( 1 874- 1 875), 330-33 1 .
44 Landndmabok (95, 97).
45 Brent (I 975) , p. 63.
46 Stento n (I 97 1 ) , p. 586.
47 Saga ofHakon the Good, cap. 1 9.
48 Ibidem, cap. 32.
49 Saga ofO/afTryggvason, cap. 59; Saga ofSt 0/af, Heimskring/a, cap. 1 1 3 e ss.
50 Stromback ( 1 975), pp. 1 5, 3 1 .
51 Citato da Adolf Schiick, Den iildre medertiden, Sveriges historia genom tiderna, vol. I,
p. 1 69.
52 Reuter ( 1 987) , p. 8 .
Capitolo VIII
1 Citato in G.R. Owen ( 1 98 1 ) , p. 1 0 1 .
2 Keysler ( I 720) , p . 339.
3 Johnson ( 1 9 1 2) , p. 437.
4 Ibidem, p. 438.
5 Ibidem
6 Ibidem, p. 435.
7 Sepp ( 1 890) , p. 267.
308 Storia dei pagani
8 Schwebel ( 1 887) , p. 1 1 7.
9 Bachtold-Staubli ( 1 927 - 1 942) , vol. VI , p. 1 672.
10 Ibidem, vol. V, p. 1 673.
11 Kemble ( 1 876) , vol. Il, p. 429.
1 2 Bachtold-Staubli ( 1 927- 1 942), vol. V, p. 1 673.
13 Notes & Queries, la serie, vol. V, p. 274.
14 Ibidem, 6a serie. , vol. l, p. 424.
I 5 Gomme ( 1 883), pp. 34-37.
16 Evans ( 1 966) , p. 1 98.
17 Citato in Porter ( 1 969) , p. 1 8 1 .
18 Sepp ( 1 890) , pp. 1 65- 1 66; Bachtold-Staubli ( 1 927- 1 942) , vol. VI, p. 1 672.
19 Evans ( 1 966) , p. 200.
20 G.R. Owen ( 1 98 1 ) , pp. 43-45.
21 Johannessen ( 1 974) , p. 1 30.
22 Anwyl ( 1 906) , p. 34.
23 Megaw e Megaw ( 1 989), p. 33.
24 Tacito, Germania (3) .
25 Davidson ( 1 964) , pp. 79, 86-89.
26 Reuter ( 1 934) , vol. Il, cap. V, p. l .
27 H.M. Chadwick ( 1 900) , pp. 268-300.
28 Grdgds, K 84. Vedi Johannessen ( 1 974) , p. 59, per un commento.
29 Morris e Magnusson ( 1 89 1 ) , pp. XXVIII-XLII.
30 Landndmabok ( 1 1 0) .
31 Le citazioni seguenti sono tratte dalla traduzione d i Hermann Palsson e Pau! Edwards,
London, Hogarth Press, 1 978.
32 Picardt ( 1 660) .
33 Landndmabok (289) .
34 Tacito, Germania (3) .
35 Tacito, Anna/es (XIV.30) .
36 Citato in Wallace-Hadrill ( 1 967) , p. 57.
37 Brent ( 1 975), p. 38.
38 Flateyjarbok ( 1 .63) .
39 Atlamdl (9 1 , 96) .
40 Hallowell ( 1 926) , p. 2.
41 For example, see Nioradze ( 1 925), p. 40, e Hallowell ( 1 926) , p. 2.
42 Danielli ( 1 94 5).
43 Davidson ( 1 964) , p. 99.
44 Cramp ( 1 957).
45 Beck ( 1 965) .
4 6 I l testo s i trova i n Thorpe ( 1 840) , vol. I l , pp. 32-33.
47 11 testo si trova in Thorpe ( 1 840) , vol. Il, p. 1 90 .
48 Testo e traduzione i n Thorpe ( 1 840) , vol. II, p. 249.
Note 309
Capitolo IX
8 Saks ( 1 98 1 ) , p.4 1 .
9 Heimskringla ( 1 .6) .
10 Enrico di Livonia (7. 1 ; 14. 1 -5); Sassone il Grammatico (XIV.40.3) .
1 1 Bartlett ( 1 993) , pp. 303-304.
12 Citato in Fisher ( 1 936), pp. 203-205 .
13 J.C. Robertson ( 1 874- 1 875) , vol. IV, p. 90.
14 Tacito, Germania (39) .
1 5 Sassone il Grammatico, 484-485.
16 Schuchhardt ( 1 926) , passim.
17 Christiansen ( 1 980) , p. 3 1 .
18 Albrecht ( 1 928) , pp. 45-56, fig. 6.
19 Resoconti dei Wends si trovano in Sassone il Grammatico; Vyncke ( 1 968) , vol. l, pp.
32 1 e ss.; Oavidson ( 1 98 1 ) , p. 1 23; e Pettazzoni ( 1 954), pp. 1 5 1 - 1 63.
2° Christiansen ( 1 980) , p. 32.
21 Neal Ascherson in Independent on Sunday, 1 9 settembre 1 993.
22 Cfr. Saks ( 1 98 1 ) .
23 Per esempio Adam o f Bremen, Gesta Hammaburgensis (IV.23) : "la terra chiamata
Semland, al confine con la Russia e la Polonia, ma abitata dai sembi o prussi"; Cronache
di Nestor tradotte da A.L.V. Schlozer, 1 802, p. 5 5 , citato in Saks ( 1 9 8 1 ) , pp. 25-26:
"Prussia - nazione a lungo conosciuta come Aestia, dove morì san Adalberto".
24 Tolomeo, Geography III. (5.2 1 ) .
25 Saks ( 1 98 1 ) , cap. l , passim.
26 Carston ( 1 954), p. 5 . .
27 Prutz H. Preu�ische Geschichte, vol. l, Berlin, 1 900, p. 40.
28 Bardett ( 1 993), p. 296.
29 Ibidem, p. 3 1 2; Christiansen ( 1 980) , p. 1 36.
30 Citato in Christiansen ( 1 980) , p. 1 37.
31 Zaprudnik J., in Ziedonis et a!. ( 1 974) .
32 ]urgela ( 1 948), p. 4 1 .
33 Vedi Wright C., «Pagans in Lithuania», The Wiccan, n . 1 0 1 ; <<A Special Correspond
ent>>, <<Old Lithuanian Faith revived», The Wiccan, n. l 09; vedi anche le lettere personali
dalla Lituania.
34 Jurgela ( 1 948) , pp. 40-4 1 .
3 5 Per esempio Christiansen ( 1 980) ; Bartlett ( 1 993) .
36 Budreckis, A.M. (ed.) , Eastern Lithuania: A collection of historical and ethnographic
studies, Lithuanian Association of the Vilnius Region, 1 980, 1 985, p. v.
37 Janis ( 1 987) .
38 Rutkis ( 1 967) , p. 50 1 .
39 Velius ( 1 989) .
40 McCrickard ( 1 990) .
41 Rutkis ( 1 967) , p. 50 1 .
42 Janis ( 1 987) .
Note 31 1
43 Il paganismo baltico è descritto in Enthoven ( 1 937) , pp. 1 82- 1 86; Jurgela ( 1 948);
Gimbutas ( 1 963) ; Dunduliene ( 1 989); e Searle ( 1 992) , pp. 1 5- 1 7.
44 Wixman ( 1 993), p. 427.
45 Schefferus ( 1 704) .
46 Manker ( 1 968) , p. 39.
47 Rabane, Peter, «The Jiiri66 Mass Rebellion of 1 343>>, in Ziedonis et al. ( 1 974) , pp.
35-48; Christiansen ( 1 980), pp. 204-205 .
48 Saks ( 1 98 1 ) , p . 1 2.
49 Saga ofOlafTriyggvason 78, 79.
50 Gesta Hammaburgensis (IV. 1 6) .
51 Plinio (IV.90) .
52 Diodoro Siculo (II.47) .
53 Orosius, Life ofAlfred the Great, R. Pauli, London, 1 893, pp. 253-257.
54 Enrico di Livonia 24.8.
55 Moora e Viires ( 1 964) , p. 239.
56 McCrickard ( 1 990) , cap. 1 3 .
5 7 Manker ( 1 968) , p . 36.
58 Raudonikas ( 1 930) , p. 78.
Capitolo X
1 Descrizioni degli sciti si trovano in Erodoto e Plinio.
2 Dettagli da Fisher ( 1 936) .
3 Fisher ( 1 936) , p . 383.
4 La paroal lituana balta significa "bianco", da qui la traduzione di Russia baltica in
"White" Russia: Russian belo.
5 De Russorum, Moscovitorum et Tartarorum Religione, Sacrificiis, Nuptiarum, Funerum
ritu ( 1 582) .
6 Fisher ( 1 936) ; Cambridge Medieva/ History, vol. I V ( 1 966- 1 967) .
7 Ciò che segue è preso da McCrickard ( 1 990) , cap. 9.
8 Resoconti del paganesimo russo sono disseminati in varie opera su sciamanesimo,
totemismo, ecc. Qualche informazione si trova in J.C. Robertson ( 1 874- 1 875), vol. V,
cap. 7.
9 0ddo ( 1 960) .
10 Gunda ( 1 908) , pp.4 1 -5 l.
1 1 Erodoto (IV.33) .
12 Leicht ( 1 925), p. 249.
13 Beza ( 1 920) , passim.
1 4 Trombley ( 1 993) , cap. l, passim.
15 Ibidem, pp. 98-99, 1 47- 1 68.
16 Cambridge Medieval History, vol. IV ( 1 966- 1 967) , p. 44.
17 Bibliotheca, codex 239.
312 Storia dei pagani
Capitolo XI
1 Bartlett ( I 993) , p. 236.
2 Vesey-Firzgerald ( 1 973), p. 7.
3 Ibidem, pp. 30-3 1 .
4 Ibidem, p. 207.
5 Liégeois ( 1 986) , passim.
6 Pizan (I 489).
7 Borsi ( 1 989), p. 96.
8 Valturio, Roberto, De Re Militari, vol. XII, Paris, 1 532, p. 1 3 .
9 Ricci ( 1 925), pp. 1 66- 1 99.
10 Notizie personali degli autori, e cfr. Hutton ( 1 99 1 ) , n. 37, p. 370.
1 1 Scarre ( I 987) , p. 1 9.
1 2 Per esempio Levack ( 1 987) , p. 2 1 , con 60,000 morti in due centenari, and Hutton
( 1 99 1 ) , n. 37, p. 370, che parla di 40,000.
13 Citato in Scarre ( 1 987), p. 20.
14 Levack ( 1 987) , p. 1 2; Scarre ( 1 987) , pp. 27-28, 53.
1 5 Arntz (I 935), p. 268.
16 Flowers ( I 989) , passim.
17 Vedi Cohn ( 1 975), cap. 9 e 1 0, riguardo alla trasformazione della magia in
stregoneria.
1 8 Cohn ( 1 975), pp. 232-233.
19 Runeberg ( 1 947) , p. 239.
2° Cohn ( 1 975), pp. 1 6 1 - 1 62.
21 Scarre (I 987), p. 22, table l , p. 2 5 .
22 Anthony ] . , <<A guide to tokens and allied "coins">>, Coin Year Book, Brentwood, Nu
mismatic Publishing Company, 1 992, pp. 70-72.
23 Piggott ( 1 968) , pp. 1 78- 1 79.
24 Citato in Scott WS., The Athenians, London, Golden Cockerel Press, 1 943, pp. 43-
44.
25 Scott WS., ed. , Shelley at Oxford, London, 1 944, p. 6 1 .
26 Merivale ( 1 969) , p. 64.
27 Walter ( 1 98 1 ) , p. 9.
28 Carpenter ( I 906) , pp. 46-47.
Note 313
Postfazione
1 Cfr. D. Cowan, Cyberhenge. Modern Pagans on the Internet, Roudedge, New York e
London 2004.
2 F. Dimitri, Neopaganesimo. Perché gli dèi sono tornati, Castelvecchi, Roma 2005, p.
I O.
3 Oltre al succitato studio di Dimitri ed alla relativa bibliografia, si consulti anche R.
Hutton, Triumph ofthe Moon. A History ofModern Pagan Witchcraft (Oxford University
Press, Oxford 1 999), ma anche l'accattivante e fashionable raccolta di interviste Modern
Pagans: An Investigation ofContemporany Pagan Practices (V Vale e J. Sulak, Re-Search,
San Francisco 2006) , che mostra uno spaccato inedito e molto interessante del Neo
paganismo negli States. Di un certo interesse, anche perché scritto con spirito critico
ma allo stesso tempo da un'ottica neo pagana, il libro di F. Faraoni, Il Neopaganesimo. Il
risveglio degli dèi (Aradia, Brescia 2006)
4 Prudence Jones è stata President ofthe Pagan Federation ed un membro di spicco della
Association of Professional Astrologers; la sua opera più importante è Creative Astrology.
Experiential Understanding of the Oroscope (Capa!! Bann, Milverton 2000) . Nigel Pen
nick è invece un biologo prestato all' occultismo, autore, tra le altre pubblicazioni, di
Runic Astrology (Capa!! Bann, Milverton 1 995) e The Oracle ofGeomancy (Capa!! Bann,
Milverton 1 997) . Capa!! Bann è il più importante editore inglese di astrologia, esoteri
smo e "stregoneria".
5 Quello che state sfogliando è un libro religioso ben prima di essere un libro sulla re
ligione. Esso è uno prodotto culturale di una determinata temperie culturale - quella
del Neopaganesimo - e dunque un oggetto di studi per lo storico delle religioni, più che
uno strumento.
314 Storia dei pagani
s i attenda l a pubblicazione degli atti del convegno «Storia delle Religioni e Archeologia»
tenuto a Roma nel giugno del 2008, in cui sarà presente il contributo di Paola Pisi «Il
mito della Grande Madre>>.
16 Cito dalla voce "naturà' del Grande Dizionario della Lingua Italiana (Utet, Torino) : «
Complesso degli esseri animati ed inanimati, delle forze, dei fenomeni e delle relazioni
che costituiscono l'universo, considerato come totalità organica in divenire regolata da
leggi intrinseche [ . . . ] >>.
17 (III, 398-425).
18 (39, 2) .
19 Cfr. A. Brelich, Ilpoliteismo, Edizioni dell'Ateneo, Roma 1 95 8 .
20 G. Piccaluga, Terminus. I segni di confine nella religione romana, Edizioni dell'Ateneo,
Roma 1 974.
21 Ecco una breve lista degli elementi che caratterizzano l'approccio all'ambiente dell'ide
ologia del libero mercato: l'uso di più risorse di quante siano disponibili e rigenerabili
sulla terra al fine di accumulare masse di beni che sono per la maggior parte futili, per
giunta prodotti e distribuiti con metodi invasivi e - quelli sì - selvaggi; un borioso e
miope antropocentrismo, incurante della biodiversità e del fondamentale diritto di ogni
essere vivente alla sopravvivenza; l'infausta e suicida tendenza ad occupare tutti gli spazi,
a ritenere l'uomo custode e padrone del pianeta, rendendolo in questo modo sempre
più inospitale, e brutto.
22 In Italia esistono dozzine di edizioni di L'etica protestante e lo spirito del capitalismo (M.
Weber, Die Protestantische Ethik und der Geist des Kapitalismus, Munaco 1 904- 1 905).
23 Sull'analisi differenziale - anche sincronica e non necessariamente legata ad esigenze
interpretative che si muovano sul piano diacronico - delle diverse culture e sui rapporti
tra storia, cultura ed interazione dei gruppi umani tra loro e con l'ambiente circostante,
ancora attuali ed illuminanti sono i due saggi di Claude Lévi-Strauss Race et histoire (in
Anthropologie structurale deux. Librairie Plon, Parigi 1 973) e Race et culture (in Revue
internazionale des sciences sociales, n. XXIII, vo. 4, 1 97 1 , UNESCO) .
24 F. Dimitri, op. cit. , p. 78.
25 Mircea Eliade, Occultismo, stregoneria e mode culturali. Saggi di religioni comparate,
Sansoni, Milano 2004 [trad. it. di Occultism, Witchcraft and Cultura! Fashions, The
University of Chicago Press, Chicago 1 976] , p. 63. Alle parole di Eliade sul carattere
intrinsecamente critico ed alternativo del "coinvolgimento nell'occulto" in Occidente
sembrano far eco queste righe, scritte trent'anni dopo nel già citato libro di V. Vale e
]. Sulak: « Paganism is the perfect religion for anarchists. lt also suits feminists, envi
ronmentalists, futurists, artists, surrealists - all who dream of social change, live for
creativity, not for the profìt motive, and hate dogma and authoritarianism >> (Modern
Pagans, p. 7) . I.:accento che lo studioso americano contemporaneo pone sull'indole
contestataria, politica ed "eversiva" dei seguaci del "Paganism" è probabilmente dovu
to ai differenti sviluppi del Neopaganesimo (e della controcultura) negli Stati Uniti
d'America negli anni '80 e '90.
26 Eliade, op. cit. , p. 65
Tempio druidico a Avebury, Inghilterra
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Mrodite 23-24, 26, 3 5-36, 49, 59, 72, Atena 1 6, 20, 22-23, 26, 35
237, 278 Atesmiius 1 27
Ahura-Mazda 86 Attar 1 1 2
Ainee e Fennel 1 49 Attis 1 7, 83
Aisne (Axona) 1 1 8 Auguriellu (piccolo augure) 54
Akka 234-235 Ausceutus (Asklepios) 230
Akko 234 Auseklis {Ausrinè) 226
Al-Uzzah 1 1 2
Al'lat 1 1 2 Baal 1 6- 1 7
Albiorix {re del mondo) 1 27 Baba-Yaga 24 1
Ambisagrus (il persistente) 1 27 Baldur (San Michele) 2 1 1
Ana't 1 7 Barstuccae 230
Aneisidora 30-32 Béél 1 29
Antrimpas 228 Beino 1 46
Antrimpus 230 Belenos 1 29
Api 237 Belenus 1 2 5
Apis, toro divino 83 Bendis 243
Apollo e Latona 7 1 Bhairon, (Gora Bhairon, Kala Bhairon)
Ares 26, 72, 1 27, 243 27, 37
Argimpasa (Mrodite celeste) 237 bhootha, spirito inquieto 27
Artemide 23, 25, 35, 48, 60, 1 79, 243 Biegg-Olbmai 235
Artio 1 28 Boann 1 29
Artogeno 1 28 Brannogenos 1 28
Artù, re {anche leggenda) 1 42 Brenhines-y-nef 1 46
Asatrù 1 2 Brigida {Brighde, Bride, Brigantia) 1 43
Asclepio 99 Brigit 1 30
Ash ed Elm 1 57
Asherah 1 6 Caletos 1 27
Atargatis 1 6 Castore e Polluce (Castor e Pollux) 62,
Atargatis, vedi Era 70, 99, 1 62
344 Storia dei pagani