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32 • 2020

R E S T A U R O

Ministero della Cultura


OPD Restauro
Rivista dell’Opificio delle Pietre Dure e Laboratori di Restauro di Firenze
32 2020

Soprintendente Collaboratori esterni tografico OPD; fig. 4 p. 18: Ciro Castelli; fig.
Marco Ciatti 5 p. 90: Archivio Fotografico ICR; fig. 8 p. 91:
Collaboratori Laboratorio scientifico OPD
Foto Rama, CC BY-SA 3.0 FR, https://creative
Direzione Alessandra Santagostino Barbone
commons.org/licenses/by-sa/3.0/fr/deed.en;
Marco Ciatti, Giancarlo Lanterna, Patrizia
CNR- ICVBC figg. 1-11 pp. 101-112: Mariagiulia Spada; figg.
Riitano, Laura Speranza
Cristiano Riminesi 1 p. 135, 7 p. 139, 8a p. 141, 10ab p. 143, 1ab p.
Comitato di redazione 202, 2ab p. 203: Fabrizio Cinotti; figg. 2 p. 135,
CNR- ISPC
Andrea Cagnini, Marco Ciatti, Cecilia 11 p. 144, 13 p. 146, 14ab-15ab p. 147, 16 p. 148,
Barbara Salvadori
Frosinini, Monica Galeotti, Riccardo 3ab p. 204, 4-5 p. 205, 6ab p. 206, 12ad p. 211,
Gennaioli, Stefania Giordano, Giancarlo Direzione regionale musei della Toscana 13ac-14ac p. 212, 15ab p. 213, 1-20 pp. 263-271,
Lanterna, Letizia Montalbano, Anna Patera, Maria Gatto 1 p. 273, 5-6 p. 276, 7ab p. 277, 8-9 p. 278, 10
Simone Porcinai, Sandra Rossi, Carmen Santi, p. 279: Giuseppe Zicarelli; figg. 3-5 pp. 136-137:
Musei di Genova
Laura Speranza, Isetta Tosini Adam Pokorny; fig. 6 p. 139: Ottavio Ciappi, Fa-
Piero Boccardo
brizio Cinotti; figg. 8b p. 141, 9ab p. 142: Rober-
Redazione Loredana Pessa
to Bellucci, Adam Pokorny; fig. 12 p. 145: Mattia
Clara Gambaro
Opera per Santa Maria Novella Mercante; figg. 7ad p. 208, 8 p. 209, 9ac-10 p.
Ufficio Promozione Culturale Francesco Sgambelluri 210, 11 p. 211: Caterina Toso, Chiara Modesti,
Carmen Santi, Riccardo Gennaioli, Alessio Callegaro; figg. 1 p. 230, 2 p. 231: Ar-
Peggy Guggenheim Collection di Venezia
Angela Verdiani chivio Cameraphoto Epoche, Solomon R. Gug-
Luciano Pensabene Buemi
genheim Foundation, Venezia, Donazione, Cassa
Archivio restauri
SABAP per la città metropolitana di Firenze di Risparmio di Venezia, 2005; figg. 3ad p. 233,
Stefania Giordano, Ornella Savarino
e per le province di Pistoia e Prato 5ac p. 234, 6ac p. 235: Sara Bassi, Claudia Napo-
Gabinetto fotografico Alberto Felici li, Giuseppe Zicarelli; figg. 4 p. 233, 7 p. 235: ra-
Cecilia Frosinini, Marco Brancatelli, diografie di Daniele e Ottavio Ciappi; figg. 8-14
SABAP per le province di Venezia, Belluno,
Giuseppe Zicarelli pp. 236-238: Sara Bassi, Claudia Napoli; fig. 15
Padova e Treviso
p. 241: Maria Rita Cerilli; fig. 2 p. 274: Giuseppe
Direzione e Redazione Monica Pregnolato
Zicarelli, elaborazione grafica di Francesca Betti-
Opificio delle Pietre Dure
Università degli Studi di Firenze ni; fig. 3 p. 274: radiografia di Ottavio Ciappi,
Via degli Alfani 78, 50121 Firenze
Francesco Cantini Daniele Ciappi, elaborazione grafica di Francesca
tel. 055 2651347 / fax 055 287123
Bettini; fig. 4ab p. 275, 1-10 pp. 289-295: Rober-
www.opificiodellepietredure.it Università IUAV di Venezia - Laboratorio
to Bellucci; fig. 2ac p. 321: Cinzia Silvestri; fig. 1
opd.promozioneculturale@beniculturali.it di Analisi dei Materiali Antichi LAMA
p. 328: Bibliothèque nationale de France; fig. 3
Marco Verità
Si ringrazia per la collaborazione p. 330: Rijksmuseum, Amsterdam, https://www.
l’Associazione Amici dell’Opificio Serena Angelini, storica dell’arte rijksmuseum.nl/en/collection/BK-2009-79; fig.
Maurizia Bonatti Bacchini, storica dell’arte, 2 p. 341: Archivio fotografico della Soprinten-
Hanno collaborato a questo numero Ispettore onorario SABAP per le province denza archeologia, belle arti e paesaggio per l’area
di Parma e Piacenza metropolitana di Venezia e le province di Belluno,
Opificio delle Pietre Dure
Teresa Bruni, diagnosta per i beni culturali Padova, Treviso; fig. 11 p. 347: Opificio delle Pie-
Shirin Afra, Stefania Agnoletti, Maria
Sofia Capaccioni, laureanda Università tre Dure, Settore mosaico e commesso fiorentino;
Baruffetti, Sara Bassi, Francesca Bettini, Maria
degli Studi di Firenze figg. 1 p. 373, 1 p. 375: Marco Brancatelli.
Angela Bortolani, Lucia Maria Bresci, Annalena
Alessandro Pacini, orafo
Brini, Giancarlo Buzzanca, Andrea Cagnini,
Ilaria Bianca Perticucci, restauratrice Direttore responsabile
Simona Beatrice Calza, Giacinto Cambini,
Francesca Rossi, restauratrice Ginevra Marchi
Barbara Cattaneo, Marco Ciatti, Gabriele
Giulia Scarpone, storica dell’arte
Coccolini, Chiara Fornari, Chiara Gabbriellini, Copyright 1989 Centro Di
Mariella Stillitano, storica dell’arte
Monica Galeotti, Maria Cristina Gigli, della Edifimi srl, Firenze
Fonderia Artistica Art’ù
Giancarlo Lanterna, Camilla Mancini, Chiara Opificio delle Pietre Dure, Firenze
Modesti, Letizia Montalbano, Claudia Napoli, Restauratori diplomati SAFS OPD
Stampa
Anna Patera, Sara Penoni, Simone Porcinai, Daniele Angellotto, Elisa Bartolini,
Grafiche Martinelli, Firenze, giugno 2021
Elisa Pucci, Sandra Rossi, Guia Rossignoli, Veronica Collina, Patrizia Labianca,
Andrea Santacesaria, Carmen Santi, Ornella Antonio Mignemi, Merj Nesi, Yunjoung Ra, Pubblicazione annuale
Savarino, Alessandro Sidoti, Franca Sorella, Nicola Ricotta, Mariagiulia Spada, ISSN 1120-2513
Laura Speranza, Caterina Toso, Francesca Toso, Agnese Trinchetti, Hiromi Yamada,
Prezzo di copertina
Giuseppe Zicarelli; e Ciro Castelli, Francesca Mari Yanagishita
€ 110,00
Ciani Passeri, Annamaria Giusti, Clarice
Allievi SAFS OPD
Innocenti, Mauro Matteini Abbonamenti
Sara Bessi, Martina Paladini, Gabriele Peco,
€ 80,00 (Italia) € 100,00 (estero)
Camilla Puccetti
Distribuzione e abbonamenti
Autorizzazione del Tribunale di Firenze
n. 3914 del 16.12.1989 Referenze fotografiche Centro Di, Via dei Renai 20r, 50125 Firenze
Iscrizione al Registro Operatori di Comunicazione n. 7257 Fig. 1 p. 9: Fotostudio Rapuzzi, Brescia; figg. 2 tel. 055 2342666 edizioni@centrodi.it
Associato all’Unione Stampa
Periodica Italiana p. 11, 12-15 pp. 112-115, 2 p. 329: Archivio fo- www.centrodi.it
Sommario

Editoriale 7 L’Opificio e la sua attività nel 2020


Marco Ciatti

Contributi 14 Un ‘quasi inedito’: la Madonna della Neve di Jacopo di Cione, della chiesa
dei Santi Apostoli a Firenze
Ciro Castelli, Giulia Scarpone
29 Il capolavoro di Grinling Gibbons e la sfida del suo restauro. Vicende e conservazione
del Pannello di Cosimo al Museo del Tesoro dei Granduchi delle Gallerie degli Uffizi
Laura Speranza, Maria Cristina Gigli
57 Il restauro della Boîte-en-valise di Marcel Duchamp della Peggy Guggenheim Collection
di Venezia: un’esperienza multidisciplinare nell’ambito della conservazione delle opere
polimateriche del XX secolo
Maria Angela Bortolani, Luciano Pensabene Buemi, Simona Beatrice Calza,
Barbara Cattaneo, Gabriele Coccolini, Letizia Montalbano, Alessandro Sidoti
Note di restauro 77 La Tanagrina della Fondazione Ivan Bruschi ad Arezzo e il suo restauro
Laura Speranza, Chiara Gabbriellini
88 Prime indagini su opere bronzee da Pompei. Nuovi dati sulla policromia antica
Elisa Pucci, Andrea Cagnini, Monica Galeotti, Barbara Salvadori
100 Studio e verifica delle proprietà biocide degli oli essenziali. Il restauro della statua
di Silvano del Museo Archeologico Nazionale di Firenze
Mariagiulia Spada, Franca Sorella
117 Il vaso di smeraldo. Il restauro del Sacro Catino di Genova
Laura Speranza, Piero Boccardo, Daniele Angellotto, Simone Porcinai, Marco Verità,
Loredana Pessa
135 Il dipinto su tavola Madonna con Bambino del XIII secolo, Monastero di Rosano, Firenze
Francesca Bettini
Il consolidamento di un legno particolarmente degradato: il caso studio del Reliquiario
150 dei santi Crisante e Daria della cattedrale di Reggio Emilia. Ricerca e applicazione
di nuovi materiali
Francesca Ciani Passeri, Giancarlo Lanterna, Ilaria Bianca Perticucci, Andrea Santacesaria,
Hiromi Yamada
160 Un nuovo supporto per il Fregio smaltato di Andrea Pucci Sardi da Empoli
Serena Angelini, Sandra Rossi, Mari Yanagishita, Simone Porcinai
169 Il pilastro del pulpito della basilica di Santa Maria Novella. Problemi di degrado
e ipotesi conservative
Alberto Felici, Camilla Mancini, Sara Penoni, Cristiano Riminesi, Francesco Sgambelluri
177 Il segno di Raffaello nel bronzo. Il restauro dei due tondi dell’abbazia di Chiaravalle
mediante l’applicazione di tecniche a opposti gradienti termici: ablazione laser e iceblasting
Laura Speranza, Stefania Agnoletti, Veronica Collina, Antonio Mignemi, Nicola Ricotta
190 “In vece” del restauro: problematiche di un intervento di manutenzione sul Modello
per la statua del Nettuno di Giambologna nel Museo Civico Medievale di Bologna
Laura Speranza, Stefania Agnoletti, Maria Baruffetti, Andrea Cagnini, Francesco Cantini,
Monica Galeotti, Merj Nesi, Simone Porcinai
201 Il restauro dell’Angelo portacero della Collezione Alberti di Prato: un’occasione per
ripensare l’integrazione di una superficie abrasa. Ideazione, studio e applicazione di colori
a impasto formulati con Aquazol® 500
Caterina Toso, Chiara Modesti
216 I cuscini in cuoio dipinto del Museo Stibbert. Metodologie per la pulitura
e il consolidamento
Patrizia Labianca, Guia Rossignoli
230 L’altro volto del Novecento: arte dall’Africa, dall’Oceania e dalle Americhe.
L’esperienza di restauro e manutenzione sugli “oggetti migranti” della
Peggy Guggenheim Collection di Venezia
Sara Bassi, Claudia Napoli, Luciano Pensabene Buemi
243 Caratterizzazione della distribuzione degli elementi di una lega ispirata a opere
rinascimentali nella fusione di un modello di statua
Stefania Agnoletti, Elisa Bartolini, Annalena Brini, Andrea Cagnini, Francesco Cantini,
Sofia Capaccioni, Veronica Collina, Monica Galeotti, Alessandro Pacini, Simone Porcinai,
Nicola Ricotta, Alessandra Santagostino Barbone, Yunjoung Ra
253 Prospettive di sviluppo e applicabilità nel campo della documentazione grafica digitale
del nuovo standard per la digitalizzazione del patrimonio culturale e l’interoperabilità:
IIIF – International Image Interoperability Framework
Giancarlo Buzzanca
262 Progetto e realizzazione della campagna fotografica del MiBACT I siti culturali italiani
Unesco al tempo del Coronavirus
Giuseppe Zicarelli
Schede di restauro 272 San Ranieri, san Silvestro e san Michele Arcangelo di Spinello Aretino
Francesca Bettini, Andrea Santacesaria, Ciro Castelli
281 Il restauro della Crocifissione del Beato Angelico, miniatura dalla Biblioteca della
Congregazione Vallombrosana
Letizia Montalbano
288 Il restauro della Madonna con Bambino di Andrea Mantegna
dal Museo Poldi Pezzoli di Milano
Lucia Maria Bresci
297 Un piano di tavolo in scagliola di manifattura vallombrosana dal Museo Archeologico
Nazionale Gaio Cilnio Mecenate di Arezzo. Ricerche, indagini e restauro
Maria Gatto, Agnese Trinchetti, Francesca Toso
306 La statua in cera di Anna Morandi Manzolini del Museo di Palazzo Poggi di Bologna
Giacinto Cambini, Francesca Rossi, Maria Angela Bortolani
313 Il restauro di quattro elementi di arredo in terracotta invetriata e dorata dalle Terme
Berzieri di Salsomaggiore. Intervento conservativo e didattico della SAFS dell’OPD
Maurizia Bonatti Bacchini, Shirin Afra, Chiara Fornari, Chiara Gabbriellini, Sara Bessi,
Martina Paladini, Gabriele Peco, Camilla Puccetti
320 Il grande tuffatore di Thayaht del MART di Rovereto
Chiara Fornari
Tecniche artistiche 326 La ‘traduzione’ in metallo di elementi organici
Stefania Agnoletti, Maria Baruffetti, Teresa Bruni, Fonderia Artistica Art’ ù,
Alessandro Pacini
Archivio storico 338 L’intervento ottocentesco dell’Opificio delle Pietre Dure sui paliotti d’altare in commesso
della basilica di Santa Giustina a Padova
Anna Patera, Sandra Rossi, Monica Pregnolato, Mariella Stillitano
Attività dell’Opificio 2020 350 Attività di conservazione dal 1 gennaio al 31 dicembre 2020
Ornella Savarino
Notiziario 372 Una nuova acquisizione per il Museo dell’Opificio delle Pietre Dure: il piano di tavolo
raffigurante Civetta e uccelli in un paesaggio, dono della marchesa Donella Torrigiani Torelli
Annamaria Giusti, Sandra Rossi
374 Sulle tracce di Dante
Carmen Santi
376 In ricordo di Bruna Mariani
Clarice Innocenti
378 Arcangelo Moles, un ricordo affettuoso
Mauro Matteini
380 Ricordo di Giancarlo Raddi delle Ruote
Annamaria Giusti
382 Scuola di Alta Formazione e di Studio
Letizia Montalbano
Prospettive di sviluppo e applicabilità nel campo della
documentazione grafica digitale del nuovo standard per la
digitalizzazione del patrimonio culturale e l’interoperabilità:
IIIF – International Image Interoperability Framework
Giancarlo Buzzanca

Lo sviluppo dei contenuti dei formati immagine da, condendo i fatti con aneddoti su particolari situa-
nell’ambito del mondo del restauro e della conser- zioni. Così il racconto ‘popolare’ vuole che l’inizia-
vazione è argomento di difficile trattazione ma di tiva International Image Interoperability Framework
forte novità. Il contesto di cui ci occupiamo è, infat- (IIIF) sia stata concepita elaborando schemi e bozze
ti, tendenzialmente appiattito sulla prassi usuale di sul retro di un tovagliolo in un ristorante cubano a
mantenere in aree separate le attività pratiche dalla Palo Alto, in California, durante una cena di tecno-
teorica conservativa e di documentazione, talché l’u- logi delle Biblioteche di Bodleian dell’Università di
so della tecnologia è inteso come sistema meccanico Oxford, della British Library e delle Biblioteche della
di soluzione piuttosto che come campo di ricerca e Stanford University.
sviluppo. Una storia affrontata da me in numerosi Gli esiti di questa discussione condussero undici isti-
articoli pubblicati proprio su ‘OPD Restauro’ e che tuzioni a impegnare risorse e fondare ufficialmente
identifica, promuovendo il termine Computer Scien- l’International Image Interoperability Framework
tist, un approccio che, in una interpretazione bana- Consortium (IIIF-C), che si è posto immediatamen-
lizzante, verrebbe visto quale soluzione tecnica a pro- te per obiettivo la supervisione e lo sviluppo della tec-
blemi che, in realtà, non sono di certo riconducibili a nologia IIIF e la ovvia crescita della comunità.1
questioni di meccanica pratica. Oltre alle biblioteche appena citate troviamo, in
Ed è esattamente in questa logica che occorre descri- quella fase, come parte dell’IIIF-C, le seguenti isti-
vere la messa a punto di un innovativo standard per tuzioni:
la digitalizzazione del patrimonio culturale e per la ARTstor;
radicale interoperabilità dello stesso. Il progetto na- Die Bayerische Staatsbibliothek;
sce nell’universo disciplinare del mondo biblioteca- Cornell University;
rio, la cui comunità scientifica è impegnata da quasi La Bibliothèque nationale de France;
tre anni nella messa a punto di funzionalità nella di- Nasjonalbiblioteket (The National Library of Nor-
stribuzione dei contenuti in formato immagine, con way);
un approccio che viene descritto come International Princeton University Library;
Image Interoperability Framework. Wellcome Trust;
Vediamo rapidamente alcuni elementi di storia, ov- Yale University (Yale Center for British Art, Beinecke
vero dove nasce questo progetto (anticipo solo che Rare Book & Manuscript Library).
proviene dalla californiana Stanford University, uno
dei centri motori della rivoluzione digitale e cuore
autentico della Silicon Valley) e come si è sviluppato, 2018 - Workshop ICCD
sottolineando quali istituzioni italiane si siano da su- Non erano presenti istituzioni italiane ma, cionono-
bito impegnate in tecnologie condivise, come server stante, non siamo rimasti troppo indietro. La prima
di immagini e client web, che forniscono un’espe- pubblicizzazione del progetto in Italia risale a tre
rienza utente di altissimo livello nella visualizzazio- anni or sono, il 21 settembre 2018, quando l’Isti-
ne, nel confronto, nella manipolazione e nell’annota- tuto Centrale per il Catalogo e la Documentazione
zione delle immagini. (ICCD) insieme alla Biblioteca Apostolica Vaticana
Si tende sempre a far diventare la realtà quasi leggen- (BAV) e alle Stanford University Libraries organiz-

253
Note di restauro

zò un workshop titolato Standard per la digitaliz- particolare quelli esclusi dalla consultazione a causa
zazione del patrimonio culturale e interoperabilità, delle critiche condizioni di conservazione.
durante il quale venne presentato lo standard IIIF Esattamente un mese dopo, il 7 dicembre 2019, è
– International Image Interoperability Framework e stata presentata la Digital Library della Biblioteca
il caso d’uso della Biblioteca Apostolica Vaticana. A Estense di Modena, annunciata come un formidabi-
quest’ultima va senz’altro riconosciuto un ruolo pio- le strumento a disposizione di studenti e ricercatori,
nieristico, grazie al lavoro di Paola Manoni, respon- una nuova opportunità di conoscenza per gli appas-
sabile del coordinamento dei Servizi Informatici del- sionati di storia, arte, letteratura, musica e delle disci-
la Biblioteca, e di costante presenza nell’evoluzione pline umanistiche in generale. La piattaforma digita-
del sistema. le che renderà fruibili online oltre 700 mila pagine
Contemporaneamente venne siglata una dichiarazio- digitalizzate e consentirà l’accesso alle collezioni di
ne congiunta 2 tra BAV e ICCD per l’avvio di una numerosissime biblioteche, musei e archivi di tutto
collaborazione, finalizzata a promuovere il dialogo il mondo.4 Il materiale su cui si concentra la ricerca è
tra gli esperti di entrambe le Istituzioni sui seguenti composto dal recupero di parte delle digitalizzazioni
temi:3 pregresse (l’Archivio di Ludovico Antonio Muratori5
• scelta e mantenimento delle tecniche di gestione considerato il padre della storiografia italiana, con
della conservazione digitale a lungo termine; particolare riferimento alla medievistica) e una par-
• sfruttamento delle sinergie nella valutazione e nel te delle digitalizzazioni realizzate ex novo (le raccolte
benchmarking di formati, metadati, processi, flus- musicali e le mappe geografiche degli Estensi).
si di lavoro per la conservazione e disseminazione A breve la piattaforma sarà resa disponibile e pro-
dei dati delle risorse digitali; gressivamente arricchita di altre opere pubblicate on
• promozione della sostenibilità e della standardiz- line nella loro interezza, pagina per pagina. Le im-
zazione dei formati dei dati e dei flussi di lavoro magini saranno confrontabili con le opere di altre
per la conservazione a lungo termine; collezioni internazionali già digitalizzate e disponi-
• promozione dell’applicazione dei protocolli di in- bili on line.6
teroperabilità; Tutto questo è reso possibile da uno strumento, il
• esposizione dei metadati nel web semantico secon- visualizzatore IIIF, grazie al quale un’immagine ad
do modelli linked open data; altissima definizione diventa comparabile con altre,
• valutazione di tecnologie innovative per le piatta- editabile con strumenti di photo editing e annotabile li-
forme di ricerca e di accesso al patrimonio digitale. beramente. È la prima volta che una grande biblioteca
Si è continuato a lavorare e in tempi relativamente italiana rende disponibile tutto il patrimonio digitaliz-
recenti sono avvenute due nuove importanti presen- zato secondo il protocollo IIIF, così come avviene nelle
tazioni. principali biblioteche del mondo, dalla Oxford Bodle-
La prima risale al 7 novembre 2019, allorquando pres- ian Library alla Bibliothèque nationale de France.
so la Veneranda Biblioteca Ambrosiana è stata pre- La piattaforma di Estense Digital Library è, inol-
sentata la nuova Biblioteca Digitale con lo scopo di tre, dotata di funzioni per l’annotazione collabora-
valorizzare i principali fondi attraverso la digitalizza- tiva e potrà essere utilizzata per progetti di crowd-
zione e la diffusione pubblica e gratuita via internet. sourcing, grazie ai quali studiosi di ogni parte del
In questo modo si preservano i manoscritti originali mondo potranno collaborare agevolmente, abilitan-
e se ne incentiva la fruizione con finalità di studio e do al contempo il contributo di studenti e appas-
di ricerca. In un orizzonte temporale di medio-lungo sionati, con l’intervento finale di filtro e controllo a
periodo si prevede di rendere progressivamente con- opera del personale incaricato dalle Gallerie Estensi.
sultabile nel nuovo formato digitale il patrimonio ma- Il crowdsourcing è pratica consolidata e adottata dalle
noscritto già digitalizzato in passato con criteri tecnici principali istituzioni del mondo, come la New York
differenti. Parallelamente al recupero del ‘pregresso Public Library, o in progetti di citizen science come
digitale’ si sta portando avanti la produzione delle co- Zooniverse.
pie digitali ad alta risoluzione di altri manoscritti, in Giulio Blasi7 di MediaLibrary, presentando le nuo-

254
Note di restauro

ve funzionalità nella distribuzione dei contenuti in laborazione tra i settori. Oltre ai membri fondatori
formato immagine sul portale di Estense Digital Li- dell’IIIF-C, altre 20 istituzioni a livello mondiale
brary, ha annunciato che lo standard IIIF per fine stanno contribuendo alle discussioni sulle specifiche
2020 sarà esteso a tutte le biblioteche del circuito di interoperabilità e fornendo implementazioni sia
MLOL (MediaLibraryOnLine) 8. Non ho conferme, open source che commerciali delle API attualmente
allo stato attuale, per validare quanto dichiarato ma, disponibili.
in ogni caso, è estremamente importante l’obiettivo, Adottando l’IIIF e diventando parte della comunità,
tenuto conto peraltro della particolare situazione in le istituzioni ottengono l’accesso a tecnologie sosteni-
cui nel 2020 si è scontrato l’intero pianeta. bili10 e ben supportate, arricchendo altresì l’uso acca-
Lo standard IIIF adottato in biblioteche, centri studi, demico dei loro materiali.
fondazioni e musei, rende condivisibili le immagini,
senza ledere i diritti di copyright. Nella pratica si potrà,
usando il viewer della biblioteca che ha adottato lo stan- Gli obiettivi della Community IIIF
dard IIIF, distribuire immagini ad altissima definizio- L’IIIF è guidato da un gruppo di biblioteche di ricer-
ne, manipolarle con zoom e screenshot, creare collezioni ca, biblioteche nazionali e archivi di immagini sen-
virtuali che attingono a musei o istituzioni diverse e za scopo di lucro impegnati ad aprire l’accesso alle
lontane e compararne le opere, creare una presentazio- preziose risorse di immagini. L’IIIF ha l’obiettivo di
ne di immagini, fare ritagli all’immagine e condividere offrire agli studiosi un livello senza precedenti di ac-
con un link stabile al di fuori della piattaforma. cesso uniforme e ricco alle risorse basate su immagini
Lo standard IIIF permette anche di annotare l’im- ospitate, fisicamente, in tutto il mondo.
magine e quindi condividere i propri progressi di L’IIIF è un ecosistema di procedure e protocolli che
ricerca, per esempio, con una cerchia di studiosi. vuole superare lo scenario in cui negli anni si sono
Oppure condividere su social come Facebook e Twit- sviluppate le digital libraries:
ter l’opera d’arte, senza che dal nostro post scompaia much of the Internet’s image-based resources are
l’immagine a opera di algoritmi censori della piat- locked up in silos, with access restricted to bespoke,
taforma che filtrano in base al copyright protetto. locally built applications.11
Insomma, IIIF è un punto di svolta per le immagini In forma più estesa i punti fondamentali cui si richia-
in rete ma anche sulla carta stampata e, come scrive ma la Community sono:12
Blasi, è necessario rendersi conto che • give scholars an unprecedented level of uniform and
sviluppare mille micro-portali istituzionali senza rich access to image-based resources hosted around
utenza reale è totalmente inutile in questa prospetti- the world.
va, ancora più inutile di quanto lo fosse già prima.9 • To define a set of common application programming
L’IIIF-C mira a ridurre l’inefficienza e la ridondanza interfaces that support interoperability between im-
dell’attuale ecosistema di consegna delle immagini. age repositories.
Il framework IIIF include alcune API (Application • To develop, cultivate and document shared technolo-
Programming Interface) che forniscono informazioni gies, such as image servers and web clients, that pro-
strutturali e descrittive sufficienti a rendere l’imma- vide a world-class user experience in viewing, com-
gine in modo appropriato in un ambiente di visualiz- paring, manipulating and annotating images.
zazione arbitrario, basato sul web. In altre parole la Community si prefigge di:
Tornerò tra poco sulle API che da un punto di vista elaborare un ambiente interoperabile in grado di
sistemistico sono gli strumenti di base da associare permettere ai diversi software applicativi con cui
all’interfaccia grafica (Graphical User Interface) di si gestiscono le immagini digitali via Web di poter
questo progetto. dialogare reciprocamente in una modalità molto più
Sebbene le origini dell’IIIF siano nelle biblioteche, efficace di quanto oggi non avvenga, in modo da
la comunità si sta rapidamente espandendo per in- fornire agli utenti “an unprecedented level of uni-
cludere musei, archivi e servizi di immagine di tutti form and rich access to image-based resources hosted
i tipi, creando nuove opportunità di scambio e col- around the world”.(...) i più significativi progetti di

255
Note di restauro

biblioteche digitali confederate (Europeana, World ando dal punto di vista della gestione della sicu-
Digital Library, DPLA) oltre a due organismi di rezza informatica problemi di estrema difficoltà
importanza capitale per la conservazione e la tra- nel momento in cui non è possibile un aggiorna-
smissione dei contenuti culturali attraverso Internet mento dei sistemi stessi;
quali sono Wikimedia e Internet Archive.13 • riduzione del personale (uscite per pensionamenti
o modifiche organizzative) che porta a disperdere
skills e informazioni tecniche, ove il personale stes-
L’interoperabilità e le API so ne disponga;
L’interoperabilità è, come abbiamo visto, uno dei pi- • prodotti forniti senza garanzia di costante aggior-
lastri del framework IIIF che vuole offrire un livello namento.
di accesso alle risorse digitali basato sull’apertura e Questa situazione diffusa obbliga alla necessità di
sulla condivisione. Per realizzarla, la Community rivitalizzare le digital libraries già esistenti con un
mette a disposizione quattro API:14 percorso di aggiornamento e recupero dei vecchi
• Image API per l’accesso e la manipolazione delle progetti.
singole immagini e dei loro parametri; Primo passo è la scelta di un ambiente open che
• Presentation API per la descrizione della struttura garantisca una valida barriera all’obsolescenza dei
degli oggetti digitali complessi, in termini di or- software grazie al coinvolgimento delle community
dinamento, composizione e posizionamento delle internazionali. Inoltre, la scelta di una piattaforma
singole immagini e metadatazione per la loro pre- open source, che abbia caratteristiche anche di soste-
sentazione; nibilità, deve essere affiancata e sostenuta dalla com-
• Search API per la ricerca dei contenuti testuali as- pliance con IIIF, per avere garanzie di interoperabilità
sociati alle immagini, quali OCR, trascrizioni e e una modalità di fruizione delle risorse che garan-
annotazioni; tisca un’esperienza di navigazione senza precedenti.
• Authentication API per l’accesso accreditato alle Perché non pensare, sulla base anche di quanto suc-
immagini, a specifiche caratteristiche delle stesse cessivamente illustrato, alla metodica costruzione di
o a servizi avanzati. una struttura dedicata a una Digital Library degli
archivi dei restauri, che oggi esistono quasi esclu-
sivamente in forma tradizionale senza un’opera di
Digital libraries da rivitalizzare. Archivi digitalizzazione basata su un progetto operativo? È
dei restauri evidente che una struttura di questo tipo potrebbe
Sono numerosi gli esempi di digital libraries fra le essere espressione dell’Istituto Centrale per la Digi-
istituzioni italiane. Esempi che nella maggioranza talizzazione del Patrimonio Culturale - Digital Li-
dei casi rispecchiano proprio i silos (intesi come de- brary15 il quale, nei compiti istitutivi:
positi di materiale base) descritti dalla Community • cura il coordinamento in materia di programmi di
IIIF con una presenza significativa delle locally built digitalizzazione del patrimonio culturale di com-
applications. petenza del Ministero, nonché dei censimenti di
Le applicazioni locali se da una parte hanno avuto collezioni digitali e dei servizi per l’accesso on-li-
il merito di far nascere le raccolte digitali dall’altro ne, quali siti internet, portali e delle banche dati;
hanno contribuito a creare i silos, mostrando limiti e • verifica lo stato dei progetti di digitalizzazione at-
situazioni problematiche. Infatti, molte applicazioni tuati dagli uffici del Ministero e monitora la con-
sono state costruite in modo artigianale e si trovano sistenza delle risorse digitali disponibili;
oggi a combattere con: • coordina appositi tavoli tecnici con rappresentanti
• obsolescenza dei software per mancanza di manu- degli istituti e degli uffici centrali e periferici del
tenzione e, principalmente, per mancanza di evo- Ministero, ai fini dell’elaborazione e dell’attuazio-
luzione tecnologica; ne del Piano nazionale di digitalizzazione del pa-
• mantenimento dei server ospitanti che spesso so- trimonio culturale;
pravvivono senza aggiornamenti di ambiente cre- • fornisce supporto agli uffici del Ministero e redige

256
Note di restauro

accordi tipo per la realizzazione di progetti di di- ment the Auth API to allow different levels of access
gitalizzazione del patrimonio culturale, anche in to content for Getty staff or other privileged users.
collaborazione con altri enti pubblici o privati (...); Finally, we plan to build a robust central repository
Proviamo ad aprire prospettive propositive nella di- for annotations.
rezione del mondo del restauro... With these goals in mind we are currently building
an ecosystem of ETL applications and image serv-
ers capable of handling the delivery of the about 50
Esperienze pregresse million images and related metadata that the Getty
Sono diversi i progetti realizzati con l’IIIF, soprat- expects to make available online by the completion of
tutto da parte delle istituzioni fondatrici del Con- the project. This system has been named Getty Com-
sortium. Un esempio per tutte, quello della Bayeri- mon Image Service (GCIS).
sche Staatsbibliothek16 senza dimenticare Gallica, la In order to sustain the foreseen and unforeseen chal-
Digital Library della BnF (Bibliothèque nationale lenges that publishing such a large amount of content
de France)17 o Europeana (European Union’s digital entails, we underwent an extensive research and de-
platform for cultural heritage).18 sign period during which many aspects of our ecosys-
In Italia, siamo sempre in ambiti bibliotecari, sono tems have been evaluated.
da citare innanzitutto la Digital Library della Bib- Measurable comparisons of image server setups,
lioteca Apostolica Vaticana,19 che rappresenta il pri- source image formats and methodologies for image
mo grande progetto realizzato secondo il framework conversion and normalization have been performed,
IIIF, ma anche, oltre agli esempi ampliamente de- as well as strategic considerations related to sustain-
scritti in precedenza, la Biblioteca Digitale della Bi- ability of the systems that were evaluated.23
blioteca Nazionale di Napoli20 e la Biblioteca digitale Torniamo in Italia dove sulla rivista dell’AIB, Asso-
del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano.21 ciazione italiana biblioteche, troviamo articoli che
Abbiamo visto come l’IIIF, oltre al superamento dei forniscono importanti indicazioni sulla situazione
silos, vuole raggiungere anche l’obiettivo di offrire italiana.
una navigazione con un impatto senza precedenti. A Le Digital Library sono sistemi in continua evolu-
questi si aggiunge la possibilità di confrontare im- zione finalizzati alla gestione, visualizzazione e
magini, consentire variazioni e annotazioni. Siamo, disseminazione di una sempre più grande varietà di
quindi, di fronte a un raffinato strumento di studio risorse culturali digitali (immagini, audio, video,
e ricerca. Ma sarebbe limitativo fermarci qui. L’IIIF riviste scientifiche, set di dati, etc). Al fine di soste-
apre in realtà nuovi scenari che possono interessare nere l’ interoperabilità, la diffusione e il riutilizzo
i meccanismi e le pratiche con cui il pubblico può del patrimonio culturale digitale e dei risultati della
essere coinvolto nella fruizione delle ‘nuove’ digital ricerca, è stato sviluppato DSpace-GLAM, un’esten-
libraries. sione di DSpace, e una serie di moduli aggiuntivi:
Torniamo ad analizzare casi esemplari. un visualizzatore di immagini conforme a IIIF (In-
Negli USA, a Los Angeles, il J. Paul Getty Trust ternational Image Interoperability Framework), un
ha attivato un processo di adozione dello standard visualizzatore di documenti, un modulo streaming
IIIF che verrà esteso a livello di istituzione (ovverosia audio/video e un modulo per la gestione dell’OCR.
parliamo dei vari istituti che compongono il Getty DSpace-GLAM estende il Data Model di DSpace
Trust)22 entro il 2022. Responsabile di questa fase rendendolo in grado di raccogliere, gestire ed esporre
di sviluppo è il connazionale Stefano Cossu, dal no- dati relativi a ogni entità rilevante nell’ambito dei
vembre 2018 Software Architect presso il J. Paul Getty beni culturali, in modo da contestualizzare l’ infor-
Trust, che descrive il progetto nei termini seguenti: mazione nello spazio e nel tempo.24
In addition to serving images, we plan to create IIIF Interessante è, poi, un altro articolo sempre degli
Presentation manifests from structural metadata stessi autori in cui si pone l’accento sul fatto che, data
coming from the Getty programs’ repository manage- la crescente disponibilità nel web di dati relativi al pa-
ment systems. In later phases we also plan to imple- trimonio culturale, le Digital Libraries devono met-

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Note di restauro

tere a disposizione strumenti in grado di utilizzarli dare un valido contributo a far sì che i Digital Asset
al meglio e di porli in relazione tra loro, in modo da Management si trasformino da strumenti di gestione
descrivere i contesti culturali nella loro totalità. e archiviazione a veri e propri ambienti di consulta-
Tra gli strumenti di ultima generazione in grado di zione, studio e ricerca.
arricchire in questo senso i Digital Library Mana- Utilizzando le IIIF Image API ad esempio è possibi-
gement System (DAMS), ma anche i repository che le visualizzare all’ interno del proprio Image Viewer
non gestiscono dati relativi al patrimonio culturale, immagini anche provenienti da differenti istituzioni
si vuole qui introdurre l’International Image In- per fare, ad esempio, confronti, tra diversi mano-
teroperability Framework (IIIF) in particolare in scritti pertinenti ad una stessa opera letteraria. Si
relazione all’ interoperabilità e della fruizione avan- può, inoltre, confrontare la digitalizzazione di un’o-
zata delle immagini. pera pittorica in luce visibile con una sua scansione
IIIF è un ecosistema di procedure e protocolli (...) che, a raggi X.
attraverso un set di Application Programming Inter- Con l’aiuto delle Presentation API è possibile ricom-
face (API) standard, fornisce una modalità unifor- porre virtualmente manoscritti, smembrati in passa-
me per la descrizione, la distribuzione e l’accesso alle to, le cui porzioni siano conservate presso istituzio-
immagini attraverso il Web. Tali API coprono con le ni diverse. Un esempio notevole di tale caso d’uso è
loro funzionalità una grande varietà di casi d’uso: rappresentato dalla ricostruzione del “Le Manuscrit
visualizzazione, condivisione, apposizione di note, 5 c. 1460 de la Bibliothèque municipale de Châ-
composizione, clipping ecc. e rappresentano la lingua teauroux”, le cui pagine sono state smembrate con i
franca in grado di garantire l’ interoperabilità tra le foli conservati presso BVMM (Bibliotheque Virtuelle
collezioni e finanche le singole immagini gestite nei de Manuscrits medievaux ) e le miniature presso la
vari repository, consentendo lo sviluppo di strumenti BNF (Bibliothèque nationale de France). Le capaci-
tecnologici in grado di garantire un’esperienza di alto tà di composizione delle immagini forniscono inol-
livello per quanto concerne la visualizzazione, il con- tre un interessante area di sperimentazione e studio
fronto, la manipolazione e l’annotazione di immagi- nell’ambito dei dati geografici; sono, infatti, diversi i
ni. IIIF sta riscuotendo un enorme successo in tutto il progetti che sfruttano IIIF per sovrapporre digitaliz-
mondo ed è stato adottato all’ interno delle più recen- zazioni di mappe storiche ad immagini satellitari o
ti e aggiornate soluzioni tecnologiche sviluppate, a mappe pertinenti alla medesima area, ma caratteriz-
livello internazionale. Sia nell’ambito delle Digital zate da differente origine e datazione, o per combi-
Library sia in quello dei sistemi per la gestione degli nare mappe adiacenti consentendo una navigazione
output della Ricerca, sono infatti molteplici le piat- “geospaziale” delle immagini. Le Search API con-
taforme che forniscono supporto per IIIF, da quelle nettono alle immagini lo strato testuale permettendo
basate sulla piattaforma DSpace, come DSpace- 50 agli studiosi di condividere le proprie annotazioni,
GLAM225 e DSpace-CRIS3,26 a quelle sviluppate di collaborare alla realizzazione di trascrizioni o an-
dal progetto Samvera,27 come Hyku,28 per citare solo che di “costruire” complesse navigazioni di documen-
le principali soluzioni open source legate alle attività ti o opere d’arte che possono scaturire in esperienze di
della community Duraspace,29 la più vasta tra quelle Story Telling.
che sviluppano soluzioni in questi ambiti. IIIF fornisce accesso dunque ad un nuovo livello di
Anche il progetto Europeana, punto di riferimento interoperabilità, che si spinge al livello della singola
ormai da almeno un decennio per quanto concerne il risorsa o addirittura di sue singole porzioni consen-
digitale nei beni culturali sta promuovendo le tecno- tendo una evoluzione delle attuali Digital Library,
logie IIIF e adeguando ad esse la propria infrastrut- verso strumenti di supporto all’attività di ricerca e
tura e il proprio Data Model.30 (...) in questa sede ci indagine scientifica. L’ interoperabilità offerta da
si vuole soffermare sulle nuove funzionalità che l’uso IIIF consente inoltre la realizzazione di architettu-
di questi strumenti può introdurre nell’ambito delle re completamente distribuite dove la singola risorsa
Digital Library e dei Repository e delle modalità con viene fruita direttamente dalla sua sorgente originale
cui essi vengono utilizzati. IIIF è, infatti, in grado di senza la necessità di una sua artificiosa duplicazione

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Note di restauro

e aggregazione a priori consentendo non solo il supe- • consentire la circolazione nel web del patrimonio
ramento di limiti di scalabilità ma anche una valo- culturale italiano digitalizzato relativo a bibliote-
rizzazione dei singoli progetti di digitalizzazione che che, archivi, musei e centri di documentazione
mantengono il pieno controllo e visibilità sull’uso dei • fornire al mercato italiano di riferimento la cono-
propri materiali. Quest’ultimo aspetto consente inol- scenza necessaria per l’ impiego del protocollo di inte-
tre di operare anche in presenza di vincoli di utilizzo roperabilità “IIIF”.
delle immagini garantendo comunque un’esperienza In breve, il progetto di norma si propone come uno
di navigazione ottimale da parte degli utenti anche strumento per l’applicazione del protocollo di intero-
in caso di “risorse combinate” grazie alle Authenti- perabilità “IIIF” a vantaggio dei ricercatori e degli
cation API. utenti, ma anche delle imprese italiane di settore per
Ovviamente i temi in discussione hanno costituito il loro adeguamento professionale alle best practices
a livello UNI materiale di dibattito e proposta nor- del “IIIF” a cui aderisce una estesa comunità delle
mativa da parte della Commissione Documentazione e più significative istituzioni depositarie del cultural
informazione,31 proposta che venne resa nota in occa- heritage mondiale.32
sione dell’incontro presso l’ICCD, di cui si è amplia- Ribadendo quanto precedentemente affermato è si-
mente trattato e che ha costituito il lancio, a tutti gli curamente possibile proporre e lanciare in questo
effetti, della proposta IIIF su base italiana. ambito una specifica linea di ricerca e sviluppo che
L’accesso alle risorse informative attraverso le imma- veda gli archivi del restauro (nell’accezione più am-
gini digitalizzate delle raccolte librarie, archivisti- pia della documentazione esistente e prodotta nelle
che, documentali e museali è fondamentale per la ri- operazioni di conservazione e restauro)33 divenire an-
cerca e per la trasmissione di conoscenze culturali. Le ch’essi ‘Digital Library’ ove si tenga conto, peraltro,
immagini digitali costituiscono una larga parte del delle linee di sviluppo generali nel campo della pub-
contenuto informativo nel web (immagini di libri, blica amministrazione che viaggia verso un universo
giornali, manoscritti, mappe, pergamene, stampe, open, sebbene poi a livello di base del MiBACT an-
originali d’arte, documenti di archivio...). Tuttavia, cora prevalgano accezioni desuete e legate a principi
l’accesso a tali risorse è dipendente dall’ impiego di di copyright ampiamente superati. Mi sia consentita
software e applicativi locali. questa battuta conclusiva, se andassi a verificare in
Proprio per un uniforme livello di accesso alle risorse maniera sistematica proprio questo tipo di indica-
informative digitalizzate, la Commissione Docu- zioni nei siti istituzionali del MiBACT mi renderei
mentazione e informazione è interessata al proget- conto del ritardo strutturale che si nasconde dietro
to UNI1605177, che intende recepire le specifiche una interpretazione della comunicazione mutuata
tecniche del protocollo di interoperabilità “IIIF”, dal web marketing piuttosto che dalla espressione di
largamente adottato su scala internazionale, nelle contenuti disciplinari. Torno a sottolineare, quindi,
biblioteche digitali realizzate per le raccolte librarie, la necessità di una riflessione a livello centrale attra-
archivistiche e museali. verso le istituzioni delegate alla messa a punto di que-
Di competenza della SC 04 “Automazione e do- ste tematiche.
cumentazione”, il progetto “Documentazione e in-
formazione - International Image Interoperability
Framework (IIIF)” intende fornire agli utenti un La digitalizzazione presso le Gallerie degli Uffizi
uniforme livello di accesso alle risorse informative In ogni caso analizzando la situazione a livello na-
digitalizzate definendo un insieme di interfacce di zionale, i temi della digitalizzazione non rimango-
programmazione di applicazioni comuni che suppor- no assolutamente in subordine. Occorre una breve
tino l’ interoperabilità tra archivi di immagini. trattazione dedicata dell’attività, per esempio, che
Obiettivi del progetto sono: Centrica, società fiorentina, e le Gallerie degli Uffizi
• sviluppare, coltivare e documentare tecnologie con- stanno compiendo perché questo consente di dispor-
divise per le immagini digitalizzate dei beni librari, re di un elemento di confronto e valutazione delle
archivistici, documentali e museali esperienze IIIF precedentemente descritte.

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Note di restauro

La digitalizzazione ha permesso una maggiore ac- L’articolo non è corredato di immagini perché ritengo che la
cessibilità all’arte, un tempo elitaria ma che, con lo visualizzazione dei siti citati nell’articolo e nelle note debba
sviluppo tecnologico, è diventata alla portata di tut- essere condicio sine qua non per la valutazione e comprensio-
ne degli strumenti di cui si parla. Una inutile immagine sta-
ti. Centrica ha avvicinato ancora di più gli utenti tica rischierebbe di negare il valore stesso del ragionamento
all’arte, non considerandoli semplici spettatori ma costruito sull’evoluzione, ragionamento che vorrebbe carat-
parte integrante dell’esperienza. La digitalizzazione terizzare queste pagine: un processo mentale per far risolvere
ad altissima risoluzione permette di abilitare il mon- problemi fornendo una serie di istruzioni concettuali così come
do dell’experience e creare percorsi espositivi volti non pratiche, da eseguire in autonomia.
solo alla conoscenza ma anche a emozionare il visi-
tatore. La sapiente combinazione di questi elementi
Note e sitografia
diminuisce il divario fra arte e pubblico. Centrica
1) The IIIF Consortium (IIIF-C) was formed in June 2015 in Ox-
diventa portavoce di innovazione e cambiamento nel ford, England, to provide steering and sustainability for the IIIF
settore artistico e culturale. Unica a livello nazionale community. The IIIF-C now comprises more than 40 Founding
e una delle poche a livello globale, rivoluziona la fru- Members across the globe who have signed the IIIF-C Memorandum
izione tecnologica culturale conducendo una campa- of Understanding, committing to support the growth and adoption
gna digitale diretta all’ interno delle Gallerie degli of IIIF. IIIF-C provides continued support for adoption, experi-
mentation, outreach, and a thriving community of libraries, muse-
Uffizi che ha prodotto oltre 1150 opere ad altissima ums, software firms, scholars, and technologists working with IIIF.
risoluzione. Tale processo è stato poi valorizzato in https://iiif.io/community/consortium/#the-iiif-consortium.
due modalità diverse: Renaissance Experience, una 2)http://www.iccd.beniculturali.it/it/516/altri-contenuti-
digital exhibition immersiva-interattiva dedicata al convenzioni /84 /dichiara zione-congiunta-tra-biblioteca
Rinascimento fiorentino e l’applicazione EdTech Art- apostolica-vaticana-e-istituto-centrale-per-il-catalogo-e-la-
documentazione (link in data 20 11 2020 non più disponibile).
Centrica, frutto di investimenti continui in tecnolo-
3) http ://w w w.iccd.benicultura li.it/it/159/eventi /4485/
gie software e di rappresentazione della conoscenza standard-per-la-digitalizzazione-del-patrimonio-culturale-e-
legata alle opere. Renaissance Experience coinvolge interoperabilita.
l’utente in un percorso immersivo e interattivo in cui 4) Un particolare poco evidenziato nelle presentazioni del proget-
il settore education ed entertainment si fondono ge- to è, invece, dal mio punto di vista, piuttosto interessante e mette
nerando un’esperienza di edutainment.34 ArtCentri- in seria relazione esattamente gli intenti del progetto IIIF con la
volontà e necessità di sviluppare questi strumenti nel settore del
ca è un’applicazione cloud che porta l’arte a scuola e open: coordinatori del progetto, difatti, sono Giorgio Spinosa
nelle università. Permette a insegnanti e studenti di e Andrea Zanni, e ricordiamo che Zanni è stato presidente di
comparare, approfondire le opere delle Gallerie degli Wikimedia Italia e questo manifesta la coerenza rispetto ad ap-
Uffizi e della Pinacoteca di Brera, consentendo an- proccio open che dovrebbe essere parte integrante dello sviluppo
che di creare percorsi tematici e utilizzare le lezioni di applicazioni informatiche nell’ambito dei beni culturali.
5) Muratori è considerato il padre della storiografia italiana, con
per la didattica in classe o remota.35
particolare riferimento alla medievistica https://it.wikipedia.org/
L’indubbia qualità del progetto e dei risultati non wiki/Ludovico_Antonio_Muratori.
deve però far dimenticare che si tratta di un’appli- 6) https://www.magazine.unimore.it/site/home/notizie/artico-
cazione contraddistinta da copyright, che si muove, lo820052009.html.
cioè, in direzione opposta a quanto ho tentato di 7) Alcune informazioni su Blasi e la Media Library http://www.
chiarire in precedenza. insulaeuropea.eu/2019/03/25/e-lending-in-italia-lesperienza-
di-mlol-mario-coffa-intervista-giulio-blasi/ e https://www.media-
L’evoluzione nel settore del nuovo standard per la di- library.it/home/cover.aspx.
gitalizzazione del patrimonio culturale e l’interope- 8) La distribuzione di contenuti in formato immagine con lo stan-
rabilità non può non svilupparsi tra i modus operandi dard IIIF http://amministrazionelibera.org/?tag=mlol&i=1.
ampliamente discussi in questa sede. 9) E. Asteggiano, La distribuzione di contenuti in formato imma-
È evidente che occorra una scelta di politica cultura- gine con lo standard IIIF https://www.ebookreaderitalia.com/la-
distribuzione-di-contenuti-in-formato-immagine-con-lo-
le profondamente consapevole e propositiva in linea
standard-iiif/ il 2 luglio 2020.
con quanto propugnato dall’AgID36 a proposito di 10) https://iiif.io. Non posso non rilevare che Io è il dominio di pri-
Open Data, riuso e politica digitale della Pubblica mo livello nazionale assegnato al territorio britannico dell’Oceano
Amministrazione. Indiano ma in ambito informatico “I/O” è usato come abbreviazio-

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Note di restauro

ne per Input/Output. Ciò ha reso i domini .io popolari nell’ambito 24) A. Bollini, C. Cortese, E.A. Groppo, S. Mornati, DSpace-
dei servizi tecnologici, delle startup, dei progetti open source. GLAM (Galleries, Libraries, Archives and Museums): un’estensione
11) https://iiif.io/about/. di DSpace per un Digital Library Management System innovati-
12) Ibidem. vo e sostenibile https://riviste.aib.it/index.php/bibelot/article/
13) A. Salarelli, International Image Interoperability Framework view/11635.
(IIIF) - JLIS.it - gennaio 2017 https://www.jlis.it/article/download/ 25) http://www.4science.it/dspace-glam.
12090/11177. 26) https://wiki.duraspace.org/display/DSPACECRIS.
14) A. Bollini, C. Cortese, E.A. Groppo, S. Mornati, Interna- 27) https://wiki.duraspace.org/display/samvera/Samvera.
tional Image Interoperability Framework (IIIF) per la gestione, la 28) https://wiki.duraspace.org/display/hyku/Hyku+Documentation.
fruizione e lo studio delle immagini digitali; https://riviste.aib.it/ 29) https://duraspace.org/.
index.php/bibelot/article/view/11677/10959. 30) http://pro.europeana.eu/taskforce/iii.
15) https://www.beniculturali.it/ente/istituto-centrale-per-la- 31) Non sono in grado di dire quale sia oggi lo sviluppo della
digitalizzazione-del-patrimonio-culturale-digital-library. discussione all’interno della Commissione giacché il materiale di
16) Bayerische Staatsbibliothek https://iiif.digitale-sammlungen. discussione, come abitudine delle Commissioni UNI, è protetto
de/. da riservatezza.
17) Gallica https://gallica.bnf.fr/accueil/it/content/accueil-it?- 32) UNI Accesso alle risorse informative digitalizzate https://
mode=desktop. uni.com/index.php?option= com_content&view= article&
18) Europeana https://www.europeana.eu/portal/it. id=7493%3Aaccesso-alle-risorse-informative-digitalizzate&
19) Digital Library della Biblioteca Apostolica Vaticana https:// catid=171&Itemid=2612.
digi.vatlib.it/. 33) Si prenda per esempio il sistema ARES (Archivio fotogra-
20) https://dl.bnnonline.it/explore?bitstream_id=77511&han- fico documentazione restauri) dell’ICR http://www.iscr-ares.
dle=20.500.12113/1576&provider=iiif-image#?c=0&m=0&s= beniculturali.it/ares/home.do.
0&cv=0&xywh=-157%2C1635%2C2221%2C1054. 34) https://vimeo.com/349119365.
21) http://www.consmilano.it/it/biblioteca/biblioteca-digitale 35) Uso parole e contenuti da attribuire a Centrica e raccolti
22) La struttura del J. Paul Getty Trust è descritta in questa pagi- da alcune mail di “informazione” ricevute. In particolare faccio
na https://www.getty.edu/about/. riferimento alla mail La trasformazione digitale dell’arte e della
23) S. Cossu - J. Paul Getty Trust (USA) Getty Common Im- cultura accelerata dal Covid-19, ricevuta il 27 novembre 2020 da
age Service: Research & Design Report https://iiif.io/event/2019/ Centrica marketing@centrica.it.
goettingen/program/36/. 36) Agenzia per l’Italia digitale https://www.agid.gov.it/.

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