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Tav. 3911: Scritture di Francesco Petrarca (Lez. 39 diap.

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La tavola è un manoscritto autografo di Francesco Petrarca, poeta e scrittore del Basso Medioevo,
appartenente alla tradizione delle litterae textuales con alcune personalizzazioni - interlinea
notevole, le aste sul rigo alte ed un dato spazio tra le parole - che risente dell’influenza della tarda
carolina del secc. XI-XII, scrittura usata per i libri.
Dal XIII sec la Testuale verrà applicata totalmente in ambito librario. Essa non ha un’unica
realizzazione uniforme, ma molteplici realizzazioni e per questo si può parlare di Sistema testuale:
in area francese si parla di textualis formata o lettre de forme, in area Germanica si parla di
textura, in area italiana si parla di rotunda. Sono state individuate dal filologo Meyer e poi dal
paleografo Zamponi 6 regole strutturali applicabili alla Littera Textualis e che si ritovano nel
manoscritto di Petrarca.
Nell’osservare il manoscritto autografo di Petrarca si riconoscono per et il segno tachigrafico
corrispondente, la presenza di trattini di attacco e stacco; la presenza di nessi a curve contrapposte
per razionalizzare lo spazio che si verrebbe ad insinuare tra le due curve contrapposte; la R segue
una lettera ad occhiello, essa viene realizzata nella variante tonda; viene usata D rotonda; la
chiusura delle lettere concave verso destra: le lettere aperte verso destra ‘chiudono’ sulla
successiva cioè si appoggiano così da toccare sopra e sotto la lettera successiva (chiusura delle
lettere concave);
elisione dei trattini di attacco.

Urbis natu unice locu argumentu est ipa magnitudo. Et post /pauca. Hic capitolui est inquit ubi
&nai caput Humano i / uento resposti è eo loco caput rex sum iqa unpy fore. Quae /sequntur
facens sileo.
Ille noli siluisse no dico Virgily apud que / idita septicollis et foelix prole uisse i più terris coelo aios
aequit /S. Hieronimi …. Is familiarior tibi è qui aduersus Iovinianti /scribes metione ei de qua
loquor ubis oblata urbs unquit po/tens urbe orbis domina – urbs apli uoce laudata……

L'unica prova dell'origine della città è la sua grandezza. E dopo un po'. Ecco il campidoglio dice,
dove si risponde alla testa del corpo umano, e in quel luogo la testa del re sarebbe impietosa.
Quello che segue è un riavvio. Non dovrebbe tacere, dico a Virgilio, del quale nacque su sette colli
e la felice progenie erano uguali a san Girolamo nei cieli e sulla terra. Colui che ti è più familiare è
colui che, in opposizione a Gioviniano, scrive la menzione di cui parlo, dove è unta la città offerta,
una città potente, la signora del mondo, una città lodata a gran voce

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