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Prodotti da forno
DEFINIZIONE
Categoria merceologica di cui fanno parte i prodotti come pane, biscotti, grissini e che richiedono la cottura in
forno.
CLASSIFICAZIONE
Il pane
Cenni storici
L’origine della panificazione nel mondo è molto incerta e, per indicare una data, sarebbe opportuno fissare
il momento iniziale della coltivazione del grano.
Si presume abbia avuto origine nell’Egitto dei faraoni, da qui la civiltà del pane si diffuse in tutto il bacino
del Mediterraneo.
Il pane
“Il prodotto ottenuto dalla cottura di una pasta convenientemente lievitata, preparata
con sfarinati di grano, acqua e lievito, con o senza aggiunta di sale comune” (L. 4/7/67
n. 580)
Panificazione
PROCESSO
Il processo di panificazione consiste essenzialmente nella sapiente miscelazione di farina, acqua, sale, lievito,
pasta acida, enzimi, acido ascorbico. L’acqua rappresenta circa il 60-70%.
Panificazione
PROCESSO
IMPASTAMENTO
PRIMA LIEVITAZIONE
FORMATURA
SECONDA LIEVITAZIONE
COTTURA
RAFFREDDAMENTO
CONDIZIONAMENTO
Panificazione
IMPASTAMENTO
L’impasto è l’operazione che consiste nel miscelare gli ingredienti tra di loro. Generalmente è
operato nelle impastatrici, ma può essere condotto anche manualmente. L’impasto dei prodotti
lievitati può essere diretto o indiretto.
Fenomeni:
• Assorbimento acqua nel corso dell’impastamento (diversa, in riferimento alla sua grande
volumetria, la quantità e la qualità delle proteine presenti, l’umidità della farina e quella
dell’ambiente)
• Formazione del glutine
• Le proteine adsorbono acqua (triplicano il loro peso)
• L’amido si rigonfia
• Gli zuccheri semplici e i sali formano soluzioni cristalline.
Panificazione
IMPASTAMENTO
Il tipo di lavorazione e impastamento, il tempo e la temperatura hanno un ruolo importante per la riuscita dell’impasto
anche in riferimento al tipo di prodotto che si dovrà successivamente realizzare.
Panificazione
IMPASTAMENTO
Panificazione
IMPASTAMENTO
Panificazione
IMPASTAMENTO
Il metodo indiretto à due fasi
Ø 1a fase (asciutto à “biga” o liquido à “poolish”)
a) Preparazione composto preliminare con lievito, acqua e farina (no sale);
b) Fermentazione impasto preliminare;
c) Incorporazione altri elementi.
Ø 2a fase
a) Aggiunta degli altri ingredienti
b) Impasti successivi e riposi per i prodotti lievitati ricchi di altri elementi.
Panificazione
IMPASTAMENTO
Panificazione
IMPASTAMENTO
Panificazione
IMPASTAMENTO
Panificazione
IMPASTAMENTO
Panificazione
Panificazione
Impastamento
Caratteristiche fondamentali impastatrice:
Ø ottenere un impasto perfettamente omogeneo
Ø ottenere un impasto che abbia le caratteristiche che il processo di formatura richiede. Si va da impasti
consistenti ad altri praticamente liquidi, da un forte sviluppo del glutine alla necessità di incorporare grandi
quantità di aria.
Panificazione
IMPASTAMENTO
Il processo di impastamento può variare per :
- presenza, o meno, di fasi di riposo
- durata
- energia apportata nell’unità di tempo.
Si è soliti distinguere nell’impastamento due fasi :
1. Impastamento a bassa velocità (mixing, frasage), breve periodo (ca.5 min.) in cui gli ingredienti
sono miscelati. In questo periodo sono possibili eventuali interventi per correggere la consistenza
del prodotto.
2. Impastamento ad alta velocità (dough development, malaxage o soufflage). In questa fase l’input
di elevata energia è capace di rompere alcuni legami disolfurici.
Panificazione
IMPASTAMENTO
Dopo l’idratazione, è necessario impartire della energia affinché la miscela di farina ed acqua sviluppi
la struttura glutinica. Questo è vero anche quando si prepara manualmente un impasto, ove per
raggiungere lo sviluppo del glutine sono necessari almeno 15-20 minuti di mescolazione continua.
Riassumendo gli obiettivi dell’impastamento sono:
-disperdere uniformemente gli ingredienti della ricetta
-favorire la dissoluzione e l’idratazione di questi ingredienti
-dare energia per lo sviluppo del glutine nell’impasto-incorporare bolle di aria nell’impasto-
ottenere un impasto idoneo per il processo di panificazione.
Panificazione
IMPASTAMENTO
• Durante l’impasto diversi processi sono coinvolti come:
-inglobamento di piccole bolle di aria (5-300 mm)
-sviluppo del glutine-perdita di ossigeno da parte delle bolle di aria a causa dell’azione del
lievito-trattenimento delle bolle di gas azoto nella matrice glutine
-rilascio dell’anidride carbonica in soluzione nell’acqua dell’impasto per espandersi nelle
bolle di azoto-espansione delle bolle di gas azoto
• La temperatura dell’impasto varia tra 20 e 28°C
Panificazione
IMPASTAMENTO
Elementi di una impastatrice
NB. L’ORGANO DI IMPASTAMENTO DEVE SFIORARE LA VASCA PER EVITARE ZONE DI SOTTOIMPASTAMENTO.
Panificazione
IMPASTAMENTO
Classificazione impastatrici in base a :
-posizione o movimento degli alberi impastatori (verticali, orizzontali, obliqui, a movimenti diversi)
-tipo di impasto (paste dure, semi-dure, molli, aerate, lievitati ... )
-velocità di lavoro (ad azione lenta, rapida, ultra-rapida)
-sistema di scarico della vasca di impasto (bacinella fissa, mobile, basculante, fissa con portelli di scarico)
-continua (100-150 giri/min.) o discontinua
LA SCELTA E’ DATA ANCHE DALLA FACILITA’ DI PULIZIA, IMPEGNO MANODOPERA, GRADO DI AUTOMAZIONE DEI
DOSAGGI E POSSIBILITA’ DI CONTROLLARE LA TEMPERATURA (INTERCAPEDINE).
Panificazione
IMPASTAMENTO
Aumento temperatura
Il controllo della temperatura e’ essenziale per ottenere prodotti di qualita’ costante, i perche’ sono
facili da intuire: la produzione di gas da parte del lievito e’ dipendente dalla temperatura, la serie di
complesse reazioni chimiche ed enzimatiche pure ed infine anche la reologia degli impasti e’
funzione della temperatura. Talvolta si fa anche uso di ghiaccio macinato per sfruttare il suo calore
latente di fusione (80 cal/gramm0)
Panificazione
Panificazione
PENTOSANI
• Principalmente xilosio e arabinosio. In soluzione acquosa conferiscono viscosità al mezzo;
possono dar vita a legami covalenti con le proteine contribuendo a dare particolari
caratteristiche al pane.
LIPIDI
• Contribuiscono a dare struttura e consistenza al pane: eliminando la frazione lipidica,
otterremmo un pane di volume modesto.
Panificazione
Panificazione
Panificazione
Panificazione
Panificazione
Enzimi
Panificazione
Panificazione
Panificazione
LIEVITAZIONE
E’ un’azione dinamica che induce un aumento di volume: trasformazione prodotto originale, creandone un altro
dalle caratteristiche proprie: forma, struttura, colore, aroma, sapore, consistenza, conservabilità.
Sistemi di lievitazione:
Ø Fisici
Ø Chimici
Ø Biologici
Panificazione
Panificazione
Panificazione
Panificazione
Lievitazione spontanea
Miscela acqua/farina lasciata ad acidificare a temperatura ambiente. Si moltiplicano i microrganismi, si
sviluppano molteplici ceppi di fermenti lattici nella maggior parte appartenenti al genere Lactobacillus.
Il lievito madre è una porzione di impasto derivante da una lavorazione precedente e riprodotta in modo
perpetuo per essere aggiunta agli impasti successivi.
Panificazione
LIEVITAZIONE - Naturale
Funzione primaria: lievitazione del prodotto tramite la formazione di anidride carbonica e di alcool ( 1 glucosio
= 2 etanolo + 2 co2) che, soprattutto in cottura, tendono a far aumentare il volume del prodotto. L’azione
e’dovuta in gran parte ai blastomiceti o lieviti
Altre funzioni
Produzione a carico dei batteri presenti (soprattutto lattobacilli, ma anche pediococchi, enterococchi e
leuconostoc), di acidi organici, di sostanze aromatiche, di CO2 (50% della CO2 totale prodotta) e di enzimi che
hanno un effetto sul:
Ø rallentamento del raffermimento, anche con la produzione di etero-eso-polisaccaridi (glucani es. , fruttani
es. inulina)
Ø aroma
Panificazione
Panificazione
Panificazione
Panificazione
LIEVITAZIONE NATURALE
Il lievito di birra o lievito compresso
Il lievito di birra, a differenza del lievito naturale, provoca
una lievitazione indotta, cioè non spontanea. La lievitazione
avviene per fermentazione alcolica e non per fermentazione
lattica e acetica. La dose di lievito compresso varia dall’1% al
6% in peso sulla farina.
Panificazione
Panificazione
LIEVITAZIONE NATURALE
VANTAGGI SVANTAGGI
• Mollica più soffice ed elastica • Lungo processo
• Maggiore sofficità nel tempo • Difficoltà di stabilizzazione
• Crosta migliore • Rischio di contaminazione
• Lunga conservabilità, dovuta alla inibizione delle • Elevati costo di M.O.
muffe
Panificazione
COTTURA
v Modificazioni di natura fisica e biochimica
v Sviluppo di caratteristiche organolettiche essenziali
v Temperatura media del forno compresa tra i 220 °C e i 275 °C
v Temperatura/tempo di cottura variano in riferimento alla consistenza dell’impasto, pezzatura e forma
v Impasti molli à temperature di cottura più alte
v Volume aumenta gradualmente, per effetto dell’espansione termica dei gas
v Attività degli enzimi e i lieviti subisce una accelerazione
v A 50 °C circa i lieviti muoiono, i gas continuano a espandersi aumentando ulteriormente il volume
v Arresto volume quando inizia a formarsi la crosta (rigidità della struttura)
v Per evitare la rigidità/formazione crosta ciò si immette nel forno vapore, che, condensandosi sulla superficie del prodotto,
cede calore di condensazione e acqua
Panificazione
COTTURA
Ø 30° C à Inizia l'espansione del gas grazie all'intensificazione della fermentazione e la produzione enzimatica di zuccheri
semplici a partire dall'amido che si ammorbidisce e si plasticizza;
Ø 45°- 50°C à In attivazione e morte dei microrganismi responsabili della lievitazione (saccaromiceti);
Ø 50°- 60°C à L'amido inizia a solidificarsi e le proteine iniziano a denaturarsi;
Ø 60°- 80°C à L'amido è gia solido e l'attività degli enzimi si interrompe. L'alcol formatosi dalla fermentazione evapora ed inizia
la caramellizzazione degli zuccheri;
Ø 100° C à L'impasto diventa rigido, comincia la produzione di vapore acqueo e la formazione della crosta;
Ø 110°-120°C à Formazione di un colore giallo chiaro sulla crosta (dovuto alle destrine);
Ø 130°-140°C à Formazione di un colore bruno sulla crosta;
Ø 140°- 50°C à Caramellizzazione (abbronzamento della crosta);
Ø 150°-200°C à Formazione di prodotti croccanti aromatici.
Panificazione
I FORNI
Forni a riscaldamento indiretto, dove si distinguono:
- la camera di cottura
- il focolare
- il sistema di trasporto del calore dal focolare alla camera di cottura
- il camino
L’aspetto più importante è dato dai sistemi di trasporto del calore dal focolare alla camera di cottura.
Possiamo avere:
- sistemi che utilizzano canali ad aria calda (aerotermi) - vi appartengono tutti quei tipi basati su circolazione naturale o forzata di gas caldi
derivanti dal focolare o con circolazione di vapore o di aria o di olio caldo
- sistemi basati sull’impiego di tubi di acciaio nei quali, sotto l’azione del calore, dal quantitativo di acqua in essi racchiuso, si sviluppa vapore
sotto pressione
Quelli di quest’ultimo tipo sono i più diffusi
Panificazione
I FORNI
• Forno a platea fissa
E’ il forno classico a riscaldamento diretto od indiretto (più comune) – La regolazione non è semplice
• Forno a platea fissa
Munito di riscaldamento indiretto (aerotermico), viene costruito in mattoni. La suola circolare, ricoperta di mattoni refrattari, gira
intorno ad un asse centrale metallico – le teglie, introdotte nella bocca del forno sono sottoposte ad un calore omogeneo
• Forno a platea uscente
Si tratta di un forno aerotermico, a riscaldamento indiretto, nel quale le platee sono installate su carrelli che ruotano all’esterno
permettendo il carico e lo scarico
• Forno a bilancelle
E’ semi-automatico. E’ a platee multiple, ruotanti in altezza. I piatti di cottura (2-3 metri di lunghezza per 60-90 di larghezza), sono
disposti su una grande ruota girante – Si ha quindi un movimento dal basso verso l’alto ed orizzontalmente – Ha un rendimento
maggiore dei precedenti
Panificazione
Panificazione
Prodotti da forno
CROISSANT
Prodotti da forno
CROISSANT
Diagramma di flusso di un
prodotto da forno
prelievitato con solo lievito
naturale
Prodotti da forno
CROISSANT - Video
https://youtu.be/AfOJJqAtPLo