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Milioni di anni di evoluzione hanno reso gli uccelli capaci di manovre impossibili per i
velivoli umani, e ora biologi e ingegneri iniziano a capire come fanno e a cercare idee per
macchine volanti nuove
In una stanza rettangolare avvolta in una rete mimetica, quattro falchi di Harris volavano a
turno avanti e indietro tra postazioni coperte d'erba, mentre gli scienziati registravano ogni
loro oscillazione biomeccanica. I ricercatori stavano partecipando all'antica attività di
osservazione degli uccelli in volo, anche se in questo esperimento il loro vero interesse
stava nel vederli atterrare.
In più di 1500 voli tra i posatoi, i quattro falchi hanno quasi sempre seguito lo stesso
percorso: non il più veloce o il più efficiente dal punto di vista energetico, ma quello che
permetteva loro di appollaiarsi nel modo più sicuro e con il maggior controllo. Come
Graham Taylor, professore di biologia matematica all'Università di Oxford, e i suoi colleghi
hanno descritto di recente su "Nature", i falchi in volo tracciavano un arco a forma di U,
sbattendo rapidamente le ali per accelerare in picchiata, per risalire quindi verso l'alto in
volo planato, e distendere poi le ali per rallentare l'avanzamento prima di aggrapparsi al
posatoio.
"Osservarli è affascinante e strano", osserva Lydia France, analista di dati all'Alan Turing
Institute e ricercatrice post-dottorato all'Università di Oxford, che ha progettato gli
esperimenti e ha contribuito a condurli. La capacità dei falchi di atterrare fermandosi quasi
a mezz'aria è ineguagliata dalle loro controparti meccaniche.
"L'evoluzione ha creato un dispositivo di volo molto più complicato di quelli che siamo mai
stati in grado di progettare noi", dichiara Samik Bhattacharya, docente nel laboratorio di
meccanica sperimentale dei fluidi della University of Central Florida. Le ragioni per cui gli
aerei di oggi non possono eguagliare la manovrabilità degli uccelli non sono
semplicemente una questione di ingegneria. Sebbene gli uccelli siano stati osservati
meticolosamente nel corso della storia e abbiano ispirato i progetti delle macchine volanti
di Leonardo da Vinci e di altri nel corso dei secoli, la biomeccanica che rende possibile la
loro manovrabilità è rimasta in gran parte un mistero.
Un falco in procinto di atterrare sul braccio di un falconiere (© AGF)
Queste scoperte hanno identificato importanti fattori, prima sconosciuti, che contribuiscono
alla loro abilità acrobatica e hanno rivelato alcune delle pressioni evolutive che li hanno
resi così abili nel volo. E contribuiscono a ridisegnare i progetti con cui i futuri ingegneri
potrebbero tentare di creare velivoli manovrabili e adattabili quanto gli uccelli, che riescono
a destreggiarsi apparentemente con grazia e senza sforzo, ma attingendo a risorse fisiche
e mentali di formidabile rapidità che stiamo appena iniziando a riconoscere.
Harvey, che ha studiato ingegneria meccanica all'università, descrive i suoi studi sul
volo degli uccelli come "la quantificazione di qualcosa che a me sembra magia." All'inizio
della sua carriera, prima di passare dall'ingegneria alla biologia, non avrebbe mai pensato
di essere lei a cercare di scoprire i segreti degli uccelli.
La straordinaria evoluzione dell'ala ripiegabile degli uccelli
"Non mi piacevano nemmeno, gli uccelli", racconta Harvey. Eppure, un giorno del
2016, si è seduta su una sporgenza rocciosa in un parco vicino all'Università della British
Columbia, per riposare dopo una breve escursione e pensare a quale progetto perseguire
come studentessa di master appena chiamata a lavorare in un laboratorio di biologia.
Circondata dai gabbiani, pensò: "Volano davvero bene, se si ignora quanto sono
fastidiosi".
Il gabbiano è diventato rapidamente quello che lei chiama il suo uccello "scintilla" e
presto ha smesso di evitarli per cercare di capire qualcosa di più sulle loro capacità di
volo. Ma quando ha approfondito la letteratura, si è resa conto che c'erano grosse lacune
nelle nostre conoscenze sul volo degli uccelli.
Harvey è stata profondamente ispirata da uno studio del 2001 di cui Taylor era stato
coautore mentre lavorava per il dottorato a Oxford. L'articolo di Taylor è stato il primo a
definire le basi teoriche del modo in cui gli uccelli e gli altri animali volanti raggiungono la
stabilità, la caratteristica che impedisce loro di essere spinti nella direzione sbagliata.
Per comprendere la stabilità e l'instabilità del volo e le sfide che gli uccelli devono
affrontare per controllarle, Harvey ha capito che lei e il suo team dovevano mappare tutte
le proprietà inerziali degli uccelli, cosa che gli studi precedenti avevano largamente
ignorato o trattato come elemento di scarsa importanza. Le proprietà inerziali riguardano la
massa di un uccello e come questa è distribuita, in contrasto con le proprietà
aerodinamiche che entrano in gioco su un uccello in movimento.
Il falco pescatore mostra la sua capacità di manovra in diverse fasi dell'attacco: può
librarsi brevemente sui pesci che ha avvistato, per poi planare in basso, tuffarsi
rapidamente con gli artigli estesi e infine, afferrato un pesce, sbattere le ali per sollevarsi
bruscamente. Le ali cambiano forma per regolare le proprietà aerodinamiche a seconda
delle necessità (© AGF)Dal Beaty Biodiversity Museum dell'Università della British
Columbia a Vancouver, in Canada, Harvey e il suo team hanno recuperato 36 cadaveri
congelati di uccelli, in rappresentanza di 22 specie molto diverse. Hanno sezionato i
cadaveri fino a ogni singola piuma, ne hanno misurato lunghezza, peso e apertura alare, e
hanno esteso e contratto manualmente le ali per capire la gamma di movimenti dei gomiti
e dei polsi degli uccelli.
Hanno poi scritto un nuovo programma di modellazione che rappresentava diversi tipi
di ali, ossa, muscoli, pelle e piume come combinazioni di centinaia di forme geometriche. Il
software ha permesso di calcolare caratteristiche importanti come il centro di gravità
(baricentro) e il "punto neutro", ovvero il centro aerodinamico dell'uccello in volo. Hanno
poi determinato queste proprietà per ogni uccello con le ali configurate in una varietà di
forme.
Per quantificare la stabilità e la manovrabilità di ciascun uccello, hanno calcolato un
fattore aerodinamico chiamato margine statico, la distanza tra il centro di gravità e il punto
neutro a seconda delle dimensioni dell'ala. Se il punto neutro si trova dietro il suo centro di
gravità, si ritiene che l'uccello sia intrinsecamente stabile, ossia che torni naturalmente alla
sua traiettoria di volo originale se spinto fuori equilibrio. Se il punto neutro si trova davanti
al centro di gravità, l'uccello è instabile e viene spinto più lontano dalla posizione in cui si
trova, il che è esattamente ciò che deve accadere perché sia in grado di compiere una
manovra mozzafiato.
Quando gli ingegneri aeronautici progettano gli aerei, impostano i margini statici per
ottenere le prestazioni desiderate. Ma gli uccelli, a differenza degli aerei, possono
muovere le ali e modificare la postura del corpo, alterando così i margini statici. Harvey e il
suo team, quindi, hanno valutato anche come la stabilità intrinseca di ciascun uccello
cambiasse a seconda delle diverse configurazioni alari.
In pratica, Harvey e i suoi colleghi hanno preso una struttura "molto simile a quella
che utilizziamo per gli aerei" e l'hanno adattata agli uccelli, spiega Aimy Wissa, docente di
ingegneria meccanica e aerospaziale all'Università di Princeton, che ha scritto per
"Nature" un commento sul loro lavoro.
Volo flessibile
Quando i dinosauri terapodi piumati si sono lanciati in aria, circa 160 milioni di anni fa,
erano volatori limitati, che svolazzavano solo su brevi distanze o in piccole raffiche. Ma
con poche eccezioni, le oltre 10.000 specie di uccelli che discendono da quei dinosauri si
sono evolute in straordinarie macchine volanti, capaci di leggiadre planate e manovre
acrobatiche. Questo tipo di manovrabilità richiede di sfruttare in modo controllato
l'instabilità, per poi uscirne.
Poiché gli uccelli moderni sono così manovrabili, i biologi ipotizzavano che si fossero
evoluti per essere sempre più instabili. "Si pensava che gli uccelli, come i jet da
combattimento, si appoggiassero a queste instabilità per eseguire manovre molto veloci",
dice Harvey. "Ed è per questo che volano in un modo che non riusciamo ancora a
replicare."
Per valutare la stabilità intrinseca degli uccelli, i ricercatori hanno osservato se il loro
centro di gravità fosse dietro o davanti al “punto neutro”, cioè al loro centro aerodinamico
(© Samuel Velasco/Quanta Magazine)Ma i ricercatori hanno scoperto che solo una delle
specie prese in esame, il fagiano, era del tutto instabile. Quattro specie erano
completamente stabili e 17, tra cui rondoni e piccioni, potevano passare dal volo stabile a
quello instabile modificando le ali. "In realtà, quello che vediamo è che questi uccelli sono
in grado di passare da uno stile più simile a quello di un jet da combattimento a uno più
simile a quello di un aereo passeggeri", osserva Harvey.
Ulteriori modelli matematici del suo gruppo hanno indicato che l'evoluzione, anziché
aumentare l'instabilità degli uccelli, ha preservato le loro potenzialità sia di stabilità sia di
instabilità. In tutti gli uccelli studiati, il gruppo di Harvey ha trovato prove che le pressioni
selettive mantenevano margini statici che consentivano entrambe le cose. Di
conseguenza, gli uccelli hanno la capacità di passare da una modalità stabile a una
instabile e viceversa, cambiando proprietà di volo a seconda delle necessità.
Gli aerei moderni non possono farlo, non solo perché le loro caratteristiche
aerodinamiche e inerziali sono più fisse, ma anche perché avrebbero bisogno di due
algoritmi di controllo molto diversi. Praticare un volo instabile significa apportare
costantemente correzioni per evitare di schiantarsi. Gli uccelli devono fare qualcosa di
simile e "deve esserci un certo livello di cognizione in questo", dice Reed Bowman,
ecologo comportamentale e direttore del programma di ecologia aviaria alla Archbold
Biological Station, in Florida.
"Da quando si studia l'evoluzione si cerca di capire l'origine degli uccelli, e uno dei
principali ostacoli è stata la complessità del volo e la nostra incapacità di decostruirlo",
aggiunge Matthew Carrano, curatore della collezione Dinosauria al Dipartimento di
paleobiologia della Smithsonian Institution.
Ciò che lo sorprende di più non è che gli uccelli abbiano questa capacità di passare
da modalità di volo stabili a instabili, ma che alcune specie, come il fagiano,
apparentemente non le abbiano. Si chiede se queste specie non le abbiano mai evolute o
se a un certo punto le abbiano perse, così come i moderni uccelli che non volano
discendono da quelli che un tempo potevano volare.
Molte delle manovre di ribaltamento, rotazione e discesa a picco che gli uccelli hanno
imparato non sono quelle che chiunque di noi vorrebbe sperimentare in un aereo
passeggeri. Ma i veicoli aerei senza equipaggio, noti anche come UAV (uncrewed aerial
vehicles) o droni, sono più liberi di compiere manovre drastiche e la loro crescente
popolarità per usi militari, scientifici, ricreativi e di altro tipo sta creando sempre più
opportunità per farlo.