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PANORAMICA TECNICO PROFESSIONALE

ROBOT PER IL MARE


Fondato a Livorno dalla scuola Sant’Anna di Pisa
un centro di ricerca per le tecnologie del mare e la robotica marina

Centro di Ricerca per le Tecnologie del Mare e la Robotica Marina della Scuola Sant’Anna di Pisa
(© Scuola Sant’Anna di Pisa).

STEFANIA ELENA CARNEMOLLA

I l 13 gennaio del 2009 è stato inaugurato a tro tirrenico con l’estensione delle tecnologie
Livorno ai Bagnetti Caldi dello Scoglio del- robotiche all’ambiente marino è da conside-
la Regina il Centro di Ricerca per le Tecno- rarsi sede distaccata.
logie del Mare e la Robotica Marina della A Livorno si progetteranno e realizzeranno
Scuola Sant’Anna di Pisa, istituzione sede sistemi robotici sensorizzati per il monitorag-
dal 2005 anche di un Master in Medicina Su- gio delle acque, nonché robot ispirati a pian-
bacquea e Iperbarica. Responsabile del pro- te e animali per l’osservazione e l’esplorazio-
getto livornese è Paolo Dario, docente di Ro- ne dell’ambiente aquatico. Il centro consta a
botica Biomedica della Scuola Sant’Anna e sua volta di sette strutture: laboratorio di bio-
coordinatore dei Laboratori ART e CRIM di meccanica delle specie marine con acquari
robotica avanzata e micro e nanoingegneria per l’osservazione e la misurazione in vivo di
del Polo Sant’Anna Valdera dei quali il cen- animali e sistema di videocamere ad alta ve-

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locità e risoluzione per l’analisi del loro mo- avvistamento.


vimento e ricostruzione tridimensionale; la- Anche il suo guanto palmato «con panni-
boratorio di prove idrodinamiche con vasca coli per notare in mare» è frutto dell’osserva-
per la simulazione di condizioni idrodinami- zione del mondo naturale. Nel guanto leonar-
che variabili e studio e validazione di robot diano cinque stecche prolungano l’estensione
marini; laboratorio di robotica; laboratorio di delle dita servendo – a imitazione delle zam-
biomimetica; laboratorio con officina mecca- pe dei palmipedi – da intelaiatura a una strut-
nica; laboratorio con officina elettronica; area tura membranacea. E ancora, il suo ornitotte-
divulgazione e didattica. ro ad ala, quello che oggi chiameremmo
La robotica marina trova oggi vaste ap- aliante, è frutto dei suoi studi sulla meccanica
plicazioni nello studio del mondo marino, in del volo ed ha ali che ricordano quelle dei pi-
attività di monitoraggio ambientale, nella si- pistrelli. E sembianze di pipistrello avrà BAT,
curezza dei traffici marittimi, nell’organiz- un moderno robot militare con batterie al litio
zazione tecnologica della cantieristica, non- per sorvolo su scenari bellici urbani e raccol-
ché nell’àmbito delle riparazioni navali, del- ta informazioni destinate alle forze di terra. Il
la logistica portuale e dell’archeologia su- robot — che verrà dotato di strumenti di co-
bacquea. Robot vengono inoltre impiegati municazione, microfoni, telecamere per vi-
in aree offshore per la costruzione e manu- sione stereoscopica, radar miniaturizzato, si-
tenzione di oleodotti e gasdotti, deposito di stema di navigazione per il volo notturno, de-
fibre ottiche, esplorazione dei fondali alla ri- tector per il rilevamento di radiazioni nuclea-
cerca di materie prime o in attività di ecoto- ri e gas tossici — verrà costruito nei laborato-
mografia marina. ri dello U-M Center for Objective Microelec-
Da tempo anche la robotica marina – insie- tronics and Biomimetic Advanced Techno-
me a ottica, informatica, medicina, moda, de- logy — acronimo COM-BAT — della Uni-
sign architettonico, ingegneria aerospaziale – versity of Michigan. La fondazione del cen-
guarda con interesse alla biomimetica per la tro rientra nel programma della US Army per
progettazione e la realizzazione di robot ispi- progetti di ricerca destinati — con il coinvol-
rati a piante e animali. La biomimetica, che gimento di industria, mondo accademico e
nasce come evoluzione della bionica, trae Army Research Laboratory — alla costruzio-
spunto da logiche e strategie alla base del ne di veicoli robotici volanti ad uso militare.
successo evolutivo dei sistemi biologici de- Qualche altro esempio. Nel 1936, il biolo-
ducendo dal mondo della natura soluzioni a go inglese sir James Gray studiò la pelle dei
problemi tecnologici e progettuali. Non sem- delfini identificandovi una struttura ipotetica-
plice imitazione della natura quindi ma indi- mente alla base del loro movimento rapido e
viduazione dei suoi principi base secondo la a basso attrito. Anni dopo, negli Stati Uniti,
massima di Richard Buckminster Fuller, l’ar- Otto Max Kramer — ingegnere tedesco già
chitetto e designer statunitense creatore delle in forza alla Deutsche Versuchsanstalft für
cupole geodetiche (come quelle destinate al- Luftfahrt sezione di ricerca bellica del Mini-
le stazioni radar in Artico o allo stoccaggio stero dell’Aeronautica del Terzo Reich — co-
delle sabbie in Tunisia). struì ispirandosi a quella dei delfini una pelle
Qualche esempio. Nel 1487, Leonardo da artificiale con cui rivestì un siluro. Nel 1960,
Vinci costruì un veicolo corazzato a forma la Marina statunitense acquistò da par suo un
di testuggine, rinforzato da piastre metalli- esemplare di lagenorinco dai denti obliqui,
che, armato di cannoni e dotato di torretta di delfino del Pacifico settentrionale, destinan-

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Il robot militare
BAT
(© U-M Center
for Objective
Microelectronics
and Biomimetic
Advanced
Technology –
University of
Michigan).

dolo a studi di idrodinamica alla ricerca di so- zamento lungo i fondali. Nel frattempo la
luzioni per la riduzione dell’attrito in siluri e remora comune — pesce d’alto mare a di-
sottomarini (nel 1938, in Germania, lo stesso sco ovaloide grazie al quale aderisce alle
Kramer aveva brevettato un sistema per la ri- superfici come una ventosa — ha suggeri-
duzione di attrito e turbolenze su navi da to ad alcuni ricercatori dello Autonomous
guerra e missili). and Defensive Systems Department del
Una società specializzata in mute e costu- Naval Undersea Warfare Center di New-
mi per il nuoto agonistico si è invece ispirata port la costruzione di un AUV dotato — ol-
alla pelle degli squali dove denticoli dermici tre che di pinne rullanti e asse di beccheg-
a scanalature longitudinali convogliano il gio — di ventose con esperimenti condotti
flusso dell’acqua secondo una determinata su superfici di plexiglas. Provvisto di pinne
direzione con conseguente riduzione dell’at- natatorie e dai piedi in gomma per il movi-
trito e creazione di vantaggio idrodinamico. mento a terra è invece AQUA, robot esapo-
Myrtle è una tartaruga che da quasi mezzo do anfibio per l’esplorazione e lo studio dei
secolo vive al New England Aquarium. fondali frutto della collaborazione fra la
Stephen Lynch del MIT di Boston l’ha Dalhousie University, la York University e
studiata realizzando un AUV facilmente la Mc Gill University.
manovrabile dotato di alette laterali a imita- In Giappone ricercatori del Department
zione delle membrane natatorie delle tarta- of Naval Architecture and Ocean Enginee-
rughe marine. ring della Osaka University hanno invece
Il sofisticato sistema di locomozione realizzato un robot calamaro dal corpo piat-
idropneumatico degli echinodermi come to — destinato al monitoraggio degli oceani
ricci e stelle di mare che si spostano sul — provvisto di due pinne di gomma che ar-
substrato grazie alla trazione esercitata da ricciandosi ritmicamente aiutano il robot
pedicelli gonfi d’acqua terminanti con un nella sua progressione.
ventosa potrebbe un giorno, chissà, portare Il professor Huosheng Hu della School of
alla costruzione di piccoli robot per l’avan- Computer Science and Electronic Enginee-

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AUV Finnegan
costruito
da Stephen Lynch
del MIT di Boston
(© MIT).

ring della University of Essex, in Inghilterra, robot destinati ad esperimenti nel porto di
ha una predilezione per i pesci robotici che Gijón nella Spagna settentrionale per quanto
studia e realizza da anni. L’ultimo nato è RO- a Londra già si pensi al Tamigi (in futuro il
BOFISH, una carpa a pinne meccaniche per robot potrebbe difatti essere utilizzato non
il monitoraggio ambientale delle acque il cui solo per il monitoraggio marino ma anche
scheletro alloggia chip, sensori chimici, an- per quello fluviale e lacustre).
tenne WI-FI, moduli GPS. ROBOLOBSTER è invece il nome di un
Quello della carpa robot rientra nel pro- robot a otto zampe e muscoli artificiali per il
getto SHOAL — finanziato dalla Commis- quale i ricercatori del Northeastern Univer-
sione Europea e coordinato da BMT Group sity’s Marine Science Center di East Point a
Ltd — per il monitoraggio dei bacini portua- Nahant nel Massachussets si sono ispirati al-
li alla ricerca di inquinanti e contaminanti cui la aragosta. Nel 2003, robot aragosta sono
fonti siano le navi o le condotte sottomarine. stati impiegati in Afghanistan durante l’ope-
La tecnologia basata su un network di swarm razione Carpathian Thunder nella provincia
intelligence — i pesci robot potranno cioè di Zabol — nella zona sud-occidentale del
comunicare fra di loro ricorrendo a un siste- Paese ai confini con l’Iran — per l’esplora-
ma a ultrasuoni convergendo nella zona a se- zione di caverne e altre cavità alla ricerca di
guito del segnale di un cyberfish che abbia armi e ordigni talebani.
individuato un contaminante o un inquinan- Grazie a speciali sensori che gli consento-
te — consentirà alle autorità portuali, raccol- no di adattarsi a onde e cambiamenti di cor-
te le informazioni pervenute al centro di con- rente il robot aragosta potrebbe un giorno ve-
trollo a terra mediante sistema WI-FI in do- nire utilizzato per il rinvenimento di mine al-
tazione ai robot, di realizzare una mappa tri- l’interno dei porti o lungo i territori costieri.
dimensionale del porto con l’indicazione In àmbito militare diversi sono ormai i ro-
delle zone a rischio. A Essex oggi si lavora bot bioispirati atti a verificare la presenza di
alla costruzione di cinque esemplari di carpe agenti chimici o biologici od ancora di

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Robot AQUA
(© Mc Gill
University).
In basso:
Il ROBOFISH
(© BMT Group
Ltd).

esplosivi. FIDO – prodotto dalla iRobot


Corporation – è per esempio un robot sniffa-
bombe con sensore Burlington Mass coper-
to da segreto militare. Il robot, che si muove
su ruote, funziona in remoto. Esso a sua vol-
ta consta di telecamere, nonché di braccio
manipolatore con alloggiamento del senso-
re. ROBOFLY è invece un robot della taglia
di una mosca: l’ideale per volare in zone al-
trimenti accessibili alla ricerca di agenti so-
spettati di scatenare attacchi chimici o batte-
riologici. Per il contrasto di attacchi terrori-
stici di tipo batteriologico o ancora per ope-
razioni di survey di zone a presenza di in- dei tentacoli dell’animale marino, un doma-
quinanti chimici o radioattivi o mappatura di ni robot plantoidi potrebbero esplorare la su-
campi minati i ricercatori pensano anche a perficie di pianeti e asteroidi. Come quello
robot plantoidi dotati — similmente alle del Sant’Anna. Il progetto — finanziato dal-
piante — di sensori sensibili all’ossido d’a- la Agenzia Spaziale Europea — prevede che
zoto, gas sprigionato dalle mine. una navicella rilasci nell’atmosfera marziana
Se nell’industria aerospaziale si è rivelato plantoidi a cellule fotovoltaiche capaci di in-
di grande importanza lo studio del sistema nestare le radici nel sottosuolo da cui ricava-
sensoriale degli insetti e se ispirato alla me- re informazioni sull’ambiente. La creazione
dusa è, oltre ad AQUAJELLY , di un cryobot perforaghiaccio e di uno hy-
il progetto AIRJELLY della tedesca Festo drobot di tipo sommergibile fanno invece
per la costruzione di un pallone di elio dota- parte di un progetto del Jet Propulsion Labo-
to di un sistema di propulsione a imitazione ratory della NASA per l’esplorazione dell’o-

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ROBOLOBSTER:
esemplari
impiegati
in Afghanistan
per la ricerca
di armi e ordigni
(© US Navy
Office of Naval
Research).
In basso:
ROBOLOBSTER
modello acquatico
(© US Navy
Office of Naval
Research).

Floating Sensorised Networked Robots for


Water Monitoring — per la costruzione di
una piattaforma destinata al monitoraggio
ambientale.
L’idea di un polpo robot nasce da una in-
tuizione di Cecilia Laschi, docente di Bioin-
gegneria della Scuola Sant’Anna. A Livorno
proveniente dal Polo Sant’Anna Valdera in
una delle vasche del centro vive oggi il polpo
Alfa del quale i ricercatori studieranno forma
e comportamento per la realizzazione di un
manufatto privo di strutture rigide.
ceano sotto la superficie ghiacciata di Euro- Ma perché proprio un polpo? Il polpo, il-
pa il più grande fra i satelliti di Giove. lustra Paolo Dario, verrà studiato per trarne
ispirazione in termini di funzionalità musco-
lari, controllo nervoso, capacità locomoto-
OCTOPUS e HYDRONET rie. È come se, spiega Cecilia Laschi, aves-

Il centro di Livorno sarà strumento opera-


se più neuroni nei tentacoli che nel cervello,
quasi un cervello sparpagliato nelle braccia.
tivo e logistico di due progetti entrambi fi- Ciò che lo rende un soggetto interessante sia
nanziati dalla Comunità Europea: il primo per capacità motorie che per comportamen-
— OCTOPUS Novel Design Principles and to intelligente. Il polpo che ha una struttura
Technologies for a New Generation of Hi- flessibile a DOF o grado di libertà virtual-
gh Dexterity Robots Inspired by the mente infinito grazie ad essa riesce difatti ad
Morphology and Behaviour of the Octopus adattare il proprio corpo all’ambiente, tor-
— per la costruzione di un robot ispirato al cendosi, allungandosi, curvando il braccio
polpo comune, il secondo — HYDRONET in qualsivoglia direzione.

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Per i ricercatori del progetto OCTOPUS


primo passo sarà la costruzione di un brac-
cio robotico morbido ed estensibile ad imi-
tazione della struttura muscolare del polpo.
Questa è a sua volta composta da una colon-
na di muscoli trasversali attraversati da mu-
scoli longitudinali che dal corpo giungono
all’estremità del braccio.
Contraendo i muscoli trasversali il polpo
assottiglia e allunga il braccio mentre con-
traendo i muscoli longitudinali lo ispessisce
e lo accorcia: un meccanismo che i ricerca-
tori tenteranno di imitare. Nel frattempo
strutture cilindriche attraversanti l’intera
lunghezza del braccio e strutture trasversali
a quattro quarti di arco perpendicolari alle AQUAJELLY (© Festo AG & Co. KG).
prime sono state realizzate in fase di design
per poter riprodurre rispettivamente musco- attraversate da elettrodi in oro. Questi, solle-
li longitudinali e trasversali. Con il risultato citati dalla corrente elettrica, contribuiranno
di un braccio robotico a quattro muscoli alla contrazione della struttura.
longitudinali e muscoli trasversali paralleli La creazione di una nuova generazione di
ai primi dal numero dipendente dalla lun- robot a otto braccia dal corpo molle e flessi-
ghezza totale del braccio. bile e dalla grande capacità di manipolazione
Nella robotica grande importanza rivesto- in termini di destrezza, velocità e controllo
no gli attuatori, componenti in movimento potrà garantire, questa la speranza dei ricer-
che agiscono con l’esterno. Anche gli attua- catori, alte prestazioni nella mobilità, l’ideale
tori possono essere biomimetici. Come quel- per compiti di manutenzione, liberazione,
li che riproducono muscoli e loro funziona- salvataggio, esplorazione dei fondali marini
mento. Esempi di attuatori biomimetici sono (dove il polpo robot potrà muoversi su sotto-
le leghe a memoria di forma (SMA o Shape strati diversi o ancora introdursi in ambienti
Memory Alloy), nonché gli attuatori pneu- angusti e impraticabili) suggerendo nel con-
matici e i polimeri elettroattivi (EAP o Elec- tempo soluzioni ingegneristiche a elevato
troActive Polymers) la cui struttura chimica contenuto tecnologico nel settore dei mate-
consente loro di deformarsi sotto l’effetto di riali, dei sensori, degli attuatori del controllo.
un campo elettrico a simulazione del com- Il progetto HYDRONET prevede invece
portamento delle fibre muscolari. Degli la realizzazione di una piattaforma genere
EAP fanno parte gli elastomeri dielettrici, i Ambient Intelligence basata su una rete di si-
polimeri ferroelettrici, gli elastomeri a cri- stemi fissi (boe) e mobili (robot di superficie
stalli liquidi, i polimeri conduttori, i compo- e sottomarini) a pannelli solari e autonomia di
sti ionici polimero-metallo o IPMC. Per la navigazione provvisti di sensori ambientali
costruzione del braccio robotico la scelta dei (biosensori enzimatici, sensori microfabbri-
ricercatori del Sant’Anna è caduta sui primi: cati elettrochimici, sensori ottici) a modalità
a Livorno si realizzeranno cioè tentacoli a PnP Plug-and-Play per il monitoraggio con-
fasce longitudinali e trasversali polimeriche giunto e in tempo reale della qualità delle ac-

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Design braccio polpo robotico (© Scuola Sant’Anna di Pisa). A lato: Progetto HYDRONET: prototipo
di robot per il monitoraggio delle acque (© Scuola Sant’Anna di Pisa).

que attraverso la misurazione di parametri fi- nacchio di inquinamento alla fonte della so-
sici (temperatura, salinità, pH, torbidità) e stanza inquinante.
chimici per l’individuzione di eventuali trac- Nella terza fase o di mappatura boe e ro-
ce di inquinanti (olio, cromato, cadmio, mer- bot invieranno i dati acquisiti in fase di mo-
curio) e loro aree con superamento di limiti- nitoraggio a un Remote Server Aml Core.
soglia e quindi potenzialamente a rischio. Il Ad agevolare la mappatura dello spazio in
progetto, per il quale sono stati individuati tre oggetto in termini di concentrazione di so-
siti pilota – il fiume Isonzo in Slovenia, la zo- stanze inquinanti o altra dispersione di para-
na lagunare fra Grado e Marano, l’area co- metri ambientali critici, le traiettorie prefis-
stiera fra Livorno, Rosignano Solvay e Piom- sate dei robot opereranno congiuntamente
bino — prevede la costruzione di modelli alla posizione fissa delle boe.
matematici a simulazione delle modalità di La piattaforma HYDRONET costituisce
trasporto degli inquinanti e loro dispersione un passo avanti nelle tecnologie per il moni-
in fiumi, mari, laghi. toraggio ambientale andando così ad arric-
Tre le fasi-cardine. Durante la prima — di chire il panorama di sistemi per il controllo
survey e monitoraggio — una rete di robot dell’inquinamento delle acque. fra questi
perlustrerà l’area designata misurando di CleanSeaNet, un sistema di sorveglianza sa-
continuo taluni parametri. Se il valore della tellitare dell’Agenzia Europea per la Sicu-
concentrazione di sostanze inquinanti supera rezza Marittima, per il rilevamento e traccia-
una soglia fissa o cresce troppo rapidamente mento di chiazze di idrocarburi e altre so-
un allarme viene lanciato a una interfaccia stanze inquinanti con controlli anche a ope-
utente di livello avanzato. ra di velivoli e motovedette.
Nella seconda fase un network di boe e In un mondo in continua evoluzione, la
robot opererà alla ricerca della fonte di Scuola Sant’Anna non ha fatto mistero di
emissione degli inquinanti. Grazie ai dati volersi proporre come referente anche nella
raccolti durante il monitoraggio i robot sa- ricerca scientifica e tecnologica applicata al
ranno in grado di individuare il gradiente di settore marittimo investendo nella biorobo-
concentrazione di sostanze inquinanti note tica e nella creazione di piattaforme ambien-
mentre comparando i nuovi dati con quelli tali sempre più sofisticate e complesse.
di altri robot, potranno risalire lungo il pen- La sfida è aperta. n

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