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EDITORIALE Icune pagine di primo piano di questo numero ospitano due arti- Az: dedicati a un’approfondita analisi del nuovo Libro Bianco della Difesa francese. Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha presentato il documento lo scorso 17 giugno, di fronte a circa tremila mi- litari, al ministro della Difesa e al ministro dell"Interno. II Libro Bianco ridefinisce con una prospettiva di quindici anni la strategia francese, sia quella relativa alla sicurezza interna, sia quella relativa alla difesa ester- na in un'ottica integrata al fine di fornire risposte adeguate a ogni rischio e minaccia che pud mettere in pericolo Ia vita della Nazione. II primo ar- ticolo, a firma del Signor Giocondo, nostro collaboratore che vive a Pa- rigi, fornisce delle considerazioni di carattere politico—militare generali sul documento, mentre il secondo a firma del comandante Tani ne esami- na le conseguenze strategiche e militari. Passando ad altro argomento, nella nostra mente sono ancora bene im- presse le tragiche immagini dello tsunami abbattutosi sull ‘Asia nel dicem- bre 2004. Shri Kapil Sibal, ministro indiano alla Scienza, Tecnologia ¢ Scienze del Territorio, ammise che se solo I'India fosse stata dotata di un sistema di allerta, forse le sarebbe stato possibile avvertire le zone costicre del pericolo imminente. La dottoressa Carnemolla ci presenta un esaurien- te punto sulle politiche preventive intraprese dal Governo indiano all ’indo- mani dello tsunami del 2004. A differenza di altri Paesi asiatici, I'India ha voluto dotarsi di mezzi e sistemi propri, culminati con Ia creazione di una Tsunami Early Warning Centre ubicato a Hyderabad, nel sud della regio- ne. Contestualmente, tramite il National Institute of Ocean Technology di Madras, il Governo di Nuova Delhi é riuscito a dotarsi di un sistema aller- ta tsunami, il cui punto di forza é rappresentato da osservatori abissali mes- sia punto dalla Envirtech, societd di ingegneria italiana, cui gia si devono Ja progettazione della Rete Ondametrica Nazionale e la creazione, insieme ad altri partner, del Mediterranean Tsunami Alarm System. L autrice illu- stra il funzionamento del sistema della Envirtech, passando poi a eviden- ziare quanto fatto in passato dal NOAA, I'agenzia statunitense cui fanno capo i centri allerta tsunami di Ewa Beach, nei pressi di Honolulu, nelle Hawaii, e il «West Coast and Alaska Tsunami Warning Center» di Palmer, in Alaska. A conclusione dell’articolo un cenno alle intenzioni della Cina di acquisire un sistema d’allarme tsunami, sempre della Envirtech, da di- spiegare sui fondali del Mar Giallo meridionale e orientale. La prima di copertina é dedicata all incrociatore Montecuccoli che, al comando dell’allora capitano di vascello Gino Birindelli, rappresento Italia alle Olimpiadi di Melbourne nel 1956. Enrico Miranda VERSO UN SISTEMA DI ALLERTA TSUNAMI IN ASIA II contributo dell ingegneria italiana SELENA CARNEMOLLA bes dopo lo tsunami abbattutosi sul- Asia nel dicembre del 2004, Shri Kapil Sibal. ministro indiano alla Scienza, Tec- nologia ¢ Scienze del Territorio, ammise che se solo I'India fosse stata dotata di un sistema di allerta, forse le sarebbe stato possibile avvertire le zone costiere de! pe- ricolo imminente (1). Negli stessi giorni, Alessandra Farkas, corrispondente da New York per I Corriere della Sera, rac- ¥erso un sistema di allerta tsunamis in Asia Schematiztavione del primo sistema DART utilizexto dal NOAA. In basso, due fasi della messa a mase di una boa del sistema (Archivio NOAA). coglieva le dichiarazioni di Harold Mofjeld, all’epoca senior scientist presso il NOAA (Center for Tsunami Research) (2) € oggi in forze alla Scuola di Oceano- grafia della University of Washington di Seattle (3); «L’America, leader in questo settore, & stata impotente» (4), dichiarava Mofijeld, cui si deve un algoritmo pensato per discriminare la presenza di onde tsu- nami da altre componenti delle continue variazioni del livello marino (5), «Ogni nostro tentativo di allertare I'Indonesia sull’imminente rischio», aggiungeva, « caduto nel yuoto, a causa dell"assenza di un sistema istituzionalizzato di diffusione anti-tsunami nelle zone colpite dell"Ocea- no Indiano» (6). Né i due centri NOAA responsabili del sistema anti-tsunami, il Richard H. Haj meyer Pacific Tsunami Warning Center (PTWC) di Ewa Beach, nei pressi di Hono- lulu, nelle Hawaii, e il West Coast and Ala- ska Tsunami Warning Center (WC/ATWC) di Palmer, in Alaska, avrebbero potuto fare alcunche (7): «Purtroppo nessuna di queste strutture vigila sull"Oceano Indiano, che & completamente sprovvisto di centri di aller- ta anti-tsunami: gli unici che avrebbero po- tuto evitare questa catastrofe» (8), conclu- deva difatti Mofjeld. Oggi la stazione di Ewa Beach funge da centro d’allerta provvisorio per la regione dell’Oceano Indiano, del Mar Cinese Me- ridionale, del Mar Caraibico, con un'area di responsability estesasi, fra il 2005 e il 2007, a Porto Rico e Isole Vergini statuni- tensi: «Abbiamo messo a punto un sistema d’emergenza anti-tsunami anche per la z0- na dell’Qceano Indiano», spiegava Mofjeld nel marzo del 2005, «assegnando al PTWC il compito di coordinatore ad in- terim, responsabile di tutta quella zona, prima che il costoso sistema di sensori e boe entri in azione anche nell’Oceano In- diano» (9), In questo, il NOAA vanta una qualche esperienza gid da qualche anno, da quando, dopo una prima fase di speri- mentazione nel 1995 a 2611,6 m al largo delle coste dell’Oregon, prese a collocare tilevatori di pressione di profondita. I! si- stema, sviluppato dal Pacific Marine Envi- ronmental Laboratory ¢ noto come DART (Deep-Ocean Assessment and Reporting of Tsunami), @ oggi alla seconda genera- zione (10). Nel marzo del 2008, cosi si presentava, per esempio, la situazione re- lativa al posizionamento dei dispositivi ae nelle aree di competenza del NOAA, Dopo il 2004, |"India ha invece deciso di dotarsi di un proprio sistema di con- trollo e monitoraggio. Nell’ottobre del 2005, il Governo ha difatti approvato il progetto Establishment of National Early Warning System & Storm Surges in the Indian Ocean. Sino al luglio di quell'an- no a fungere da centro di allerta tempora- neo era stato lo Indian National Centre for Ocean Information Services (IN- COIS) di Hyderabad (11), nell"India me- ridionale, con il compito di raccogliere e a7 analizzare i bollettini diramati da PTWC. Indian Meteorological Department, Japan Meteorological Agency. Dal 15 ottobre del 2007, con una ceri- monia presenziata da Shri Kapil Sibal. il centro di Hyderabad @ sede ufficiale del- Jo Tsunami Early Warning Centre targato Nuova Delhi. Strategie per il futuro 11 26 dicembre del 2006, il Governo india- no con un lungo comunicato rendeva con- testualmente nota la mappa relativa al po- sizionamento, nelle regioni di ‘mare inte- ressate, di misuratori di marea e rilevatori di pressione di profondita, meglio noti co- me BPRs (Bottom Pressure Recorders). Questi risultano fondamentali nel rile- vamento degli eccessi di pressione indotti dal passaggio di onde con periodi nella banda dei maremoti e delle maree di tipo MA, MMe MP (12). Non tutti i terremo- ti con epicentro in mare sono infatti tsu- namigenici. In un sistema di allerta preco- ce tsunami (Tsunami Barly Warning Sy- stem 0 TEWS), diventa pertanto indispen- sabile poter verificare la reale genesi di un’onda di maremoto mediante misura- zioni dirette in mare aperto. Cid per evita- re falsi allarmi. In tal senso, giocano un ruole fondamentale sia i] carretto posizio- namento dello strumento di misurazione che Valgoritmo di identificazione auto- matica dell’evento (13). Il sistema di alleria tsunami gestito da Nuova Delhi coinvolge diversi enti di ri- cerca del Paese, fra cui il National Institu- te of Ocean Technology (NIOT) di Ma- dras. Alla fine del 2005, il NIOT, cui com- pete l’acquisizione e la dispiegazione del- la componente oceanografica del sistema, ha indetto una gara internazionale per l’in- gaggio di osservatori abissali (dieci, quelli previsti). Ad aggiudicarsi la commessa, la (Archivio Governo Indiano). Envirtech, societa di ingegneria italiana cui si deve la progettazione della Rete On- dametrica Nazionale (14) — inearico che Ie & stato da poco rinnovato per Ia terza volta consecutiva — nonché la messa a punto, insieme ad altri partner, del Medi- ferranean Tsunami Alarm System (Me- Tas). La tipica struttura dello Tsunami Warming System (TWS) concepita da En- virtech é composta da un modulo di moni- toraggio sottomarino (Underwater Module o UM) in grado di registrare le pidt piccole variazioni del livello del mare; di una boa di superficie (Surface Relay Buoy o SRB), per la trasmissione dati ¢ la rilevazione meteoclimatica, ormeggiata nell’area della UM; un segmento di comunicazione in ac- qua in grado di connettere UM a SRB; un centro di controllo a terra (Onshore Con- Dall’alto verso il basso: generazione di un’onda di tsunami; propagazione di un'onda di tsunami; fase di inondazione; influenza del fenomeno jelia rifrazione della diminuzione di profondita (shoaling) sull’onda di tsunami (Archivio Envirtech). trol System 0 OCS); un secondo segmento di comunicazione per la connessione di pe Da sinistra: fe onde prodotte dai vento muovano solamente la parte superficiale dell'acqua; le onde di tsunami muovono tutta In colonna d’acqua dal fondale alla superficie (Archivio Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia). SRB a OCS (a seconda della distanza da coprire, la trasmissione a terra ayviene sfruttando due canali radio: VHF e satelli- tare INMARSAT-MINI-C). I dati claborati a bordo della UM posso- no essere trasmessi alla boa di superficie sia mediante link acustico che attraverso tecnologia magneto-induttiva, con |’ado- zione del cavo di ormeggio della SRB a fungere da collegamento con la UM. La SRB rappresenta in pratica il sottosi- stema che provvede alla connessione tra Punita immersa, mediante modem acustico © magneto-induttivo, ¢ la stazione a terra attraverso ponte radio A seconda della distanza della sorgente dello tsunami dalla costa pid vicina, Envirtech ha realizzato due classi di unit’ somm VULCAN e POSEIDON. La prima é adat- ta a quelle regioni che, considerate a ri- schio, siano caratterizzate dall'estrema adiacenza dell’epicentro dello tsunami alla costa, come nel caso del Mediterraneo. A esigenze opposte risponde la seconda. I di- Spositivi della classe VULCAN si presen- tano sotto forma di osservatori sottomarini dalla sagoma circolare (Vds. Figura 1) Questi consentono il monitoraggio in tempo reale del livello del mare, con la contemporanea gestione ed elaborazione di una larga quantita di dati derivanti da una articolata rete sensori: Tn aggiun- ta, la classe @ in grado di ricevere ed elabo- rare informazioni provenienti da sismome- tri a banda larga, idrofoni, ADCP (Acou- Stic Doppler Current Profiler), sonde per la 4 Figura 2 (archivio Envirtech). Verso un sistema di alierta tsunami i Asta misurazione della qualita dell’acqua (Vds. Figura 2). Le UM appartenenti a tale classe ven- gono posizionate sul fondo marino attra- verso linee di ormeggio, cid che ne fa il peso morto per la boa di superficie utiliz~ zata per i dati satellitari. A questa tipologia appartiene per esempio la piattaforma abissale Me-TAS-DS2 concepita nell’ am- bito del Mediterranean Tsunami Warning System, gid testata al largo di Palermo e presentata a Londra nel 2006 in seno a Oceanology, salone biennale di oceano- grafia (Vds. Figura 3 ¢ 4a pagina seguen- te). La classe «Poseidon» 2 invece adatta a quegli scenari in cui la distanza fra la co- sta e la sorgente dello tsunami sia almeno di 1000 km, cid che consente il ritardo di un’ora ¢ pill fra la rilevazione dell’onda e lo scattare dell’allarme (15). Le relative UM vengono posizionate a caduta libera e a una profonditi massima consentita di 6.000 m, Alla classe POSEIDON appar- tengono infatti le piattaforme abissali oggi in dotazione al NIOT. Il 26 settembre del 2006, una prima unita @ stata rilasciata nel Golfo del Ben- gala dalla nave oceanografica Akademik Boris Petrov a una profondita di 3.100 m. L’8 dicembre, un secondo dispositive é stato collocato in mare dalla nave oceano- Figura 5 (archivio Envirtech). grafica Sagar Kanya, sempre nel Golfo del Bengala e a una profondita di 3373 m. Tl 10 aprile del 2008, il NIOT ha invece reso pubblici i dati acquisiti dallo tsunami- metro posizionato nell’Oceano Indiano presso il sito TBS. Il dispositivo, che tra- smette da pid di tremila metri di profon- dita, ha potuto rilevare il susseguirsi di piccole onde di tsunami che, per quanto non particolarmente pericolose, risultano tuttavia indispensabili per 1’affinamento dei necessari modelli di propagazione. La soluzione Envirtech per Nuova Delhi Lvarchitettura dello Tsunami Warning Sy- stem Envirtech per l’Oceano Indiano con- sta di un misuratore di pressione del fondo oceanico (Deep Ocean Pressure Recorder o DOPR) e di una boa di superficie tra- smittente (Surface Relay Buoy o SRB). Lunita immersa consta di una struttura meccanica in acciaio AISI316, particolar- mente adatto all’ambiente marino (Vds, Figura 5). Questa a sua volta alloggia: — un sensore di pression Paroscientific Digiquartz, compensato in temperatura, in grado di misurare una colonna d’acqua di 7000 m con una risoluzione inferiore al millimetro; — un sistema di comunicazione acustico (Spread Spectrum Modulation Acoustic Modem) in grado di garantire una velocita di trasmissione bidirezionale di 5000 bps; — batterie al litio, di derivazione militare, protette da un involucro in titanio e in gra- do di assicurare un’ autonomia operativa di 24 mesi; — un sistema di controllo ¢ di acquisizione dati protetto da un involucro in titanio € racchiudente una CPUARM9 a basso con- Figura 3, sotto, Figura 4 (archivio Envirtech), SAMPLE OF INSTALLATION AT 3400 mwd IN TYRRENIAN SEA = ; sumo. La parte sensoristica comprende an- che un rilevatore di inclinazione con risolu- zione di 0,1°; una scheda per la reégolazio- ne della tensione; un’unita diagnostica di monitoraggio delle batterie, della pressione interna, della temperatura dell’acqua, non- ché dell ‘eventuale infiltrazione d’acqua al- interno delle celle protettive in titanio. Il software della CPU a sua volta ga- rantisce: — Vacquisizione dei dati provenienti dal sensore di pressione e da quello di direzio- ne e inclinazione; 6 — Vacquisizione della scheda di diagnosi; — funzioni di real time clock; — la memorizzazione dei dati: — la trasmissione temporizzata di un messaggio contenente l’insieme dei dati elaborati; — la rilevazione in tempo reale di eventi anomali rispetto al normale moto ondoso, cid che pud essere garantito dall’imple- mentazione dell"algoritmo di Mofjeld, di algoritmi custom su richiesta dell"utente o di un terzo algoritmo basato su rete neutra- le e in grado di migliorare le prestazioni Rivista Marittima-Nio Figura 6 e. a destrs, Figura 7 (archivio Envirtech). dell’algoritmo Mofjeld. Nel caso di rileva- mento di evento anomalo, un messaggio di allarme viene inviato alla boa di superfi- cie. Questa funzionalita consente una rapi- da validazione da parte delll'utente dei da- ti memorizzati a bordo e Ia conseguente previsione della pericolosita dell"evento, Nella boa di superficie sono invece ospitati i seguenti dispositivi ¢ sottosistemi (Wds. Figura 6a pagina seguente): — unita di alimentazione autonoma — unita elettronica — sensore di direzione ¢ inclinazione — ricevitore GPS — modem satellitare — modem WLAN — stazione meteorologica Un sistema di recupero, la cui spinta idrostatica ¢ garantita da cinque galleg- gianti in materiale sintetico, consente, in- fine, ¢ attraverso un dispositivo di sgan- cio a comande acustico, di liberare la za- vorra di metallo o cemento della UM (Vds Figura 7). La mossa della Cina Anche Pechino sta valutando |’acquisizio- ne di sistemi d’allarme tsunami da dispie- garsi su alti fondali nel Mar Giallo meri- dionale e¢ orientale. Su invito del Governo cinese, la Envir- tech ha difatti presentato la propria s zione a un comitato formato da tecn ricercatori della State Oceanic Admini- stration e di altre agenzie governative, tutti riunitisi a Guangzhou, nella provin- cia del Guandong, nel marzo scorso. Do- po ayer preso visione delle caratteristiche e funzionalita delle due classi di piattafor- me abissali targate Envirtech, i delegati cinesi si sono soffermati sulla possibilita di poter disporre dei dati, via satellite, di- rettamente presso un centro ubicato nel territorio della Repubblica Popolare cine- se si da garantire riservatezza e tempesti- vita nella diffusione degli eventuali allar- mi derivanti dal passaggio di onde di ira tsunami. ‘Verso un sistema di alterta tsunami in Asia NOTE (1) Alessandro Pasini, «Un allarme dalle Hawaii, ma non ¢’erano difese», Comriere della Sera, 28 dicembre 2004, p. IL (2) http://nctr.pmel.noaa.gov (3) http://www.ocean.washington.edu/2004. (4) Alessandra Farkas, «l sensori costano 200 mila dollari. Gia evitato un disastro in Alaska», Corriere del- a Sera, 28 dicembre 2004, p. 11. (5) Cosi Harold Mofjeld ha voluto illustrarci il principio alla base del suo algoritmo: The idea behind the algorithm is that tsunamis passing by a location in the ocean produce pressure fluctuations that can be mea- sured on instruments on the ocean floor and these fluctuations oscillate much more rapidly than the tides. By eliminating the tides from the measurements, the pressure fluctuations can be compared with a threshold value, This value is larger than the background noise observed in the ocean and is usually set to 3 cm H20. Tf the observed fluctuations exceed this threshold, it is assumed that a tsunami is passing by the stations and the bottom unit then begins to transmit detailed observations of this event up to the surface buoy that then relays this information to warning centers. Questo, invece, l'algoritmo: * Hp(t) = ™ wd H* (tid) i=0 (6) Farkas, I sensori, p. 11. (7) http://www.prh.noaa.gov/ptwe http://weatwe.arh.noaa.gov (8) Farkas, I sensori, p. 11. (9) Alessandra Farkas, «Gli scienviati: pud arrivare un altro tsunamin, Corriere della Sera, 30 marzo 2005, p. 6 (10) Spiega Mofjeld: While the algorithm was designed to detect tsunamis, it has turned out that earthquake waves from the same source arrive first at the stations and almost always set the station into event report- ing mode, before the tsunamis can reach the stations, There are many examples of this happening over the ‘past years and more are occurring every month in the global DART array that was deployed following the 2004 Indian Ocean Tsunami. A check for publications on the website for the NOAA Center for Tsunami Research lists some examples of these events; they provide valuable case studies for scientific research and improving tsunami forecasting. These also provide an excellent check on whether the DART stations are ‘operating properly, as well as allowing the tsunami warning centers to get ready for incoming tsunami ob- servations when the tsunami waves arrive at the stations. The DART Il instruments in the array also have two-way communication that warning centers can use to set selected stations into event reporting mode. The tsunami detection algorithm is now a back-up to this newer capability. (11) http://www.ineois govin (12) I disturbi del segnale di maremoto possono essere classificati, a grandi lines ¢ in ordine decrescente ri- spetto ai periodi che li caratterizzano, come marea astronomica (MA); marea meteorologica (MM); modi Witazionali a scala di bacino (MP); onde infragravitazionali generate non linearmente dalle onde Corte di vento (OD), ovvero bound/free-long waves, edge waves ¢ surf beats, sesse portuali (SE); onde cor- te generate dal vento (OC). La presenza 0 meno di disturbi all’ interno di una registrazione dipende dalla modalita della sua esecuzione, ossia dalla tipologia dello strumento ¢ dalla sua localizzazione. A loro vol- ta, le misurazioni possono essere distinte in misure eseguite con sensori di fondo in acqua profonda (AP); misure eseguite in acqua protetta intermedio-bassa (APB); misure eseguite in acqua libera intermedio-bas- sa, grosso modo nell’ordine dei 20-25 m se effettuate con sensori di fondo, su profondita inferiori se ese- guite con sensori sostenuti da pali o strutture quali, ad esempio, piattaforme off-shore (ALI), Le misure espressamente effettuate nell’ambito di un TEWS (Tsunami Early Waring System) appartengono alla pri- ma categoria (Gian Mario Beltrami-Paolo De Girolamo, Preannuncio di un evento di maremoto. Parte 1 identificazione in tempo reale dell’evento (Tsunami detection, XXX° Convegno di Idraulica Costruzioni Idrauliche — IDRA 2006, p. 2). (13) Beltrami-De Girolamo, Preannuncio, p. 1 (14) http://www. telemisura it (15) Allla classe POSEIDON ha, per esempio, dedicato la pagina di copertina de! numero monografico del maggio 2008, Sea Tecnology, rivista statunitense specializzata in telecomunicazioni, telemetria subacquea e tecnologie off-shore in genere ge Rivista Marittima-Novembre 2008

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