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paNoraMa TECNICo proFEssIoNaLE

Lo sTrUMENTo NaUTICo
DEL pILoTa Moro DI VasCo Da GaMa
Memoria di Enrico a. Dalbertis, Ufficiale della riserva Navale
della regia Marina

Lancora del Corsaro fissata a un muro del Castello


Dalbertis. In evidenza il masso divelto da Enrico a. Dalbertis
dalle scogliere di san salvador ( Fotografia stefania Elena
Carnemolla Castello Dalbertis, Genova, 18 gennaio 2009).

sTEFaNIa ELENa CarNEMoLLa

Nella primavera del 1498, Vasco da Ga- aprile, prua a levante, destinazione Cali-
ma gett lncora davanti a Melinde ri- cut, nel Malabar. accompagnava la picco-
nomata citt e fondaco arabo del litorale la flotta la so Gabriel, la so rafael,
africano da cui ripart per lIndia il 24 la Brrio (1) un uomo assai pratico di

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Lo strumento nautico del pilota moro di Vasco da Gama

quelle regioni di mare, consegnato ai por-


toghesi dal re del luogo dopo che i piloti
imbarcati a Mozambico si erano tuffati in
acqua a Mombasa alla vista di una za-
bra di mori (2).
racconta lo storico portoghese Joo de
Barros come Vasco da Gama mostrasse al
nuovo pilota un grande astrolabio di legno
e altri ancora di metallo (3) e come questi
non si meravigliasse affatto giacch anche
i piloti del Mar rosso usavano quadranti e
strumenti di ottone di forma triangolare
con cui prendevano laltezza del sole e di
talune stelle, laddove egli ricorreva a uno
a tre tavole diffuso fra i marinai di India e
Khamb yat (4).
Ben presto, anche i portoghesi se ne sa-
rebbero serviti. Nel 1500, pedro lvares
Cabral part portando con s alcune tavole-
tas da ndia, ch questo fu il nome con cui
lo si conobbe dapprima in portogallo (5).
Tradizionalmente identificato con il
Enrico a. Dalbertis fotografato a bordo dello yacht kam l dal persiano kam n, tavoletta
Corsaro durante la traversata delloceano atlantico di legno, o ancora, di corno, fissata a una
(1893) ( Fotografia stefania Elena Carnemolla, cordicella a nodi atta a essere stretta fra i
Castello Dalbertis, Genova, 18 gennaio 2009
archivio Fotografico di Castello dalbertis settore denti (6) lastro, dallaltezza calcolata
Musei del Comune di Genova). in isba e dhubb n (7), veniva localizzato
su una o pi tavolette a filo, avendo cura
di far coincidere il loro bordo inferiore
con la linea dellorizzonte (8). secondo
una tecnica simile a quella adottata da ah-
mad b. M jid al-Najd meglio noto
come Ibn M jid e sulaym n al-
Mahr , figure di spicco della scienza nau-
tica araba del XV secolo (9). Tale metodo
sesto dei dodici princpi dellarte della

Miniatura raffigurante sulla tolda del Corsaro


gli antichi strumenti impiegati da Enrico
a. Dalbertis durante la traversata del 1893
(Fonte: Crociera del Corsaro allIsola di san
salvador, la prima terra scoperta da Cristoforo
Colombo, narrata dal Cap. E. a. Dalbertis,
stamperia reale G. B. paravia & C., Torino, 1920
Da un esemplare della Biblioteca sormani di Milano).

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Lo strumento nautico del pilota moro di Vasco da Gama

Lo yacht Corsaro appartenuto a Enrico a. Dalbertis ( Fotografia stefania Elena Carnemolla,


Castello Dalbertis, Genova, 18 gennaio 2009 (archivio Fotografico di Castello dalbertis settore
Musei del Comune di Genova).

navigazione intesa in senso classico era filo, e un filo anche tra il legno e lacqua,
detto qiy s (10). Gli si opponeva il quin- come il taglio di un coltello, a vista del-
to, il cosiddetto b sh , basato sullosser- losservatore; e la condizione sui legni
vazione della stella polare (11). piccoli che siano deboli. Mettere tra la
Nel 1554, lammiraglio turco sid stella osservata e la direzione del tuo viso
al elebi descrisse le gradazioni di uno 7 rombi () come da nord ad al-Tayr (14)
strumento a legni munito di filo graduato e i legni grandi sono di misura debole; ten-
soggetto ad allentarsi allavvicinarsi del- di la mano al massimo, e i quattro legni
lapparecchio allocchio (12). Ci di cui si piccoli sono forti; contrai la mano al mas-
trova menzione nello al-Muhit, traduzione simo, per i quattro medi la loro misura
interpretata di alcuni libri di Ibn M jid e normale, e ci allo scopo di allargare il
al-Mahr (13). La condizione [necessa- lembo di orizzonte e ridurne la parte supe-
ria] delle misure, insegnavano, che, riore () La miglior misura quella pre-
sui quattro grandi legni, esse siano deboli, sa con i legni medi, n grandi n piccoli
sui quattro legni medi siano comuni () (15). si pu pertanto ipotizzare un insieme
tra la stella e il legno [occorre lasciare] un di tre tavolette (16). Ci che trova confer-

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Lo strumento nautico del pilota moro di Vasco da Gama

Quadrante nautico arabo in cartone donato nel 1905 a Enrico a. Dalbertis 1905 da ali Mohamed, primo
ufficiale di bordo del KILwa, vapore degli Zanzibar Government steamers in servizio fra Zanzibar e la costa
del Benadir ( Fotografia stefania Elena Carnemolla, Castello Dalbertis, Genova, 18 gennaio 2009).

ma nel racconto di Barros: lui et i naui- se del XVI secolo (19).


ganti di Cambaia, et di tutta lIndia; per- ora, n Ibn M jid n al-Mahr parla-
cioche la loro nauigatione era per alcune no mai di kam l quanto di khashaba, che
stelle cosi della tramontana come del sur, in arabo non a caso vuol dire legno o an-
et per altre notabili, che cursauano per me- che tavoletta (20). vero che nei suoi
zo del cielo doriente in ponente, pero scritti il primo non manca di ricorrere a
non prendeuano la sua distanza con instru- kamal n, ma ci vuol dire forte (21), co-
menti simili a quelli, ma con un altro di me quando doppiando le Laccadive e ba-
cui si seruiua: il qual instrumento gli port sandosi sul fatto che gli imperativi stagio-
subito a mostrare, chera di tre tauole nali imponevano di non doppiare troppo al
(17). Un congegno, per lo storico porto- largo, egli scrive: non lasciar cadere la
ghese, che appresso noi serue quello in- stella polare e [se necessario] vira verso
strumento che i nostri nauiganti chiamano Nord, non ci si allontana certo [verso sud]
ballestrina (18). E di balhistinha do di 3 kamal n (22).
mouro avrebbe parlato, nel suo Livro de Il primo a parlare di kam l sarebbe sta-
Marinharia, andr pires, pilota portoghe- to James prinsep, funzionario della East

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Lo strumento nautico del pilota moro di Vasco da Gama

India Company, segretario della asiatic favorendone lingresso nelloceano India-


society of Bengal, che fu anche antiqua- no, aprendo cos loro la via alla rotta delle
rio, studioso, appassionato numismatico, spezie, con buona pace dei mercanti arabi,
cui il congegno venne mostrato da un con- che di quel florido commercio detenevano
sumato uomo di mare a bordo di un va- il monopolio (29).
scello delle Maldive (23). sia come sia, discendente di unillustre
Chi era pertanto il pilota di Melinde per famiglia di navigatori il padre e il non-
maneggiare un simile strumento e che no erano stati entrambi dei noti muallim
scortando i portoghesi alle porte dellIn- Ibn M jid, che fu autore di diversi
dia contribu alla loro irruzione nel lago scritti sulla scienza della navigazione,
arabo ch tale era allepoca loceano In- nonch di istruzioni nautiche e portolani
diano (24)? Una regione di mare che ben (30), non avrebbe mai fatto mistero di ri-
conosceva se quella volta ebbe a mostrare tenere la propria opera di gran lunga supe-
a Vasco da Gama, secondo il racconto di riore a quella dei suoi contemporanei e dei
Barros, una carta di tutta la costa dellIn- suoi predecessori depoca abasside (31).
dia fatta al modo de mori, in meridiani & ora, solo un uomo di simile perizia avreb-
paralleli molto minuti senza altro rombo be potuto guidare la flotta portoghese alle
de uenti (25). Non un caso che le anti- porte dellIndia in capo a poche settimane.
che fonti portoghesi lo ricordino, in un mi- Era Ibn M jid, quel pilota? E, di riflesso,
sto di arabo e indiano, come Malemo Ca- era il khashaba lo strumento di cui il pilo-
na, Malemo Canaca, Malem Can o ta di Melinde volle quella volta far mostra
pi semplicemente Canaqua, Canaque a Vasco da Gama? E del quale il kam l
da muallim kanaka, ossia maestro astro- sarebbe da intendersi solo come una evo-
logo (26), concordando altres sulla sua luzione (32)?
provenienza dal Gujarat, nellIndia nord- Nellottocento, il congegno suscit
occidentale, sul Mare arabico, ai confini linteresse di Enrico alberto Dalbertis,
con il pakistan (27). Lipotesi dellorigine ligure di Voltri, gi allievo del Collegio di
indiana del pilota, cos come il suo nome, Marina di Genova, guardiamarina di pri-
sono stati invece rigettati da Gabriel Fer- ma classe della regia Marina, quindi al
rand, il quale, esaminando un testo di servizio della Marina Mercantile, appas-
Qutb al-d n al-Nahraw l sulla conqui- sionato diportista e tra i soci fondatori del-
sta ottomana dello Yemen, il cosiddetto al- lo Yacht Club Italiano (33). Nel 1893, in
Barq al-Yam n f l-fath al- concomitanza con lEsposizione Interna-
Uthm n , ha identificato il pilota im- zionale di Chicago, cui da Genova erano
barcato da Vasco da Gama nel porto di stati inviati i modellini della Nia, della
Melinde con Ibn M jid, originario di Jul- pinta e della santa Maria (34), Dalbertis
far, sulla costa araba dello oman, di cui part alla volta di san salvador a bordo del
lopera parla come di un esperto uomo di Corsaro, un cutter a mezzana, costruito nei
mare (28). per Gerald r. Tibbetts possi- cantieri Briasco di sestri ponente su pro-
bile che egli fosse invece un Indiano desi- getto di Luigi oneto (35), originariamente
deroso di far ritorno in patria piuttosto che attrezzato per le pesche pelagiche e le
un arabo della levatura di Ibn M jid e campagne talassografiche e che per le sue
che, per esser tale, difficilmente si sarebbe caratteristiche andava a sostituire il Vio-
prestato a fungere da guida ai portoghesi, lante, altro bastimento da diporto (36).

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Lo strumento nautico del pilota moro di Vasco da Gama

Della Balestriglia e dellistrumento astronomico adoperato dal pilota Indiano Malemo


Can nel primo viaggio alle Indie fatto da Vasco da Gama 1497-1499
Comunicazione del Cap. E. a. Dalbertis
Nel leggere trattati di astronomia del XVI secolo, ovvero opere le quali accennano agli strumen-
ti nautici di quellepoca, vi si riscontra quasi sempre che la Balestriglia fu generata dalle linee pa-
rallatiche di Tolomeo, e che Vasco da Gama fu quegli che la introdusse in Europa al ritorno del suo
primo viaggio alle Indie orientali, avendo trovato questo istrumento in uso fra i piloti indiani.
or bene, s luna che laltra di queste opinioni, le quali generalmente furono accettate dagli stu-
diosi, sono inesatte. Le linee parallatiche di Tolomeo, note altres con il nome di Triqueto, non
sono che un triangolo isoscele (Vds. fig. accanto); esse fu-
rono inventate dal Geografo alessandrino per misurare con
precisione la parallasse degli astri; quindi il nome di paral-
latiche.Nel triangolo da esse formato, il lato aB, era immo-
bile e situato verticalmente sopra uno zoccolo p, e formante
un vero gnomone. Il lato aC, eguale ad aB, era mobile at-
torno al vertice a che unisce i due lati eguali mediante un si-
stema di snodatura; esso era munito di due traguardi nella
sua parte esterna. Il terzo lato di lunghezza indeterminata,
poteva girare, al pari del secondo, attorno al punto B da una
parte ed attraversare dallaltra il lato aC nel punto C; questo
lato era suddiviso in piccolissime parti colle quali, median-
te tavole appositamente calcolate, trovavasi lapertura del-
langolo a, ovvero la distanza zenitale dellastro osservato.
Losservazione degli astri facevasi nel modo seguente. In
primo luogo si verificava la perpendicolarit del lato aB,
poscia dirigevasi il lato aC verso lastro fino a che il raggio
visuale passante per i due traguardi giungesse allastro; in
questo istante leggevasi il numero delle piccole divisioni
comprese sul lato BD dai due lati eguali aB e aC, e con
queste, come gi si disse, ottenevasi la distanza zenitale del-
lastro. ora se noi consultiamo lasia del Barros, vi leg-
giamo a pag. 71: Et mostrandogli Vasco della Gama il
grande astrolabio di legno, che portava, et altri di rame con che prendeva laltezza del sole, non si
maravigli il moro di ci: dicendo, che alcuni piloti del mar rosso usavano instrumenti di lottone di
figura triangolari et quadranti che con prendevano laltezza del sole, et principalmente usavano del-
la stella di che pi si servivano nella navigatione. Ma che lui et i naviganti di Cambaia, et di tutta
lIndia; percioch la loro navigatione era per alcune stelle cos della tramontana come del sur, et per
altre notabili, che cursavano per mezzo del cielo doriente in ponente, per non prendevano la sua
distanza con instrumenti simili a quelli, ma con unaltro di cui si serviva: il qual instrumento gli
port subito a mostrare, chera di tre tavole. Et percioch della figura et uso di quelli trattiamo par-
ticolarmente nella nostra geografia nel capitolo degli instrumenti della navigatione: baster che qui
si sappia che servono a loro in quella operatione che ora appresso noi serve quello instrumento che
i nostri naviganti chiamano ballestrina, del quale parimente nel capitolo che dicemmo se ne far
mentione, et de suoi inventori.Da questo passo del Barros, tradotto dallUlloa, risulta chiaramen-
te che listrumento adoperato dal pilota indiano di Vasco da Gama era formato di tre tavole o assi
di legno, come puossi leggere anco nel testo portoghese: o qual instrumento lhe trouxe logo a mo-
strar que era de tres taboas. Consta inoltre che listrumento usato da Malemo Can non era una ba-
lestriglia, ma che poteva essere utilizzato per lo stesso scopo al quale serviva la balestriglia ai tem-
pi del Barros, ossia verso la met del XVI secolo.
Ci esposto, abbiamo tentato di ricostituire listrumento usato dai piloti indiani, e trovammo che
con tre tavole o assicelle potevasi ottenere un istrumento pi affine alle linee parallatiche di Tolo-
meo, di quello che nol sia la balestriglia. Esso poteva essere usato in navigazione, come questa, os-

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Lo strumento nautico del pilota moro di Vasco da Gama

sia con esso potevansi osservare direttamente gli astri, a ritroso il sole, prendendone le altezze o le
reciproche distanze. E infatti se noi stacchiamo il triangolo aBC dal suo zoccolo, o punto p e lo ca-
povolgiamo per modo che la linea aC sia parallela allorizzonte; se trasportiamo i traguardi sul la-
to aB applicando locchio in a, listrumento formato. se poi graduiamo il lato BC, prolungante-
si in D, per modo da leggere langolo a senza il sussidio delle tavole e angolo che nel caso nostro
diviene laltezza osservata, avremo in tal modo reso semplice e pratico listrumento, e atto a essere
adoperato con successo in navigazione.
La graduazione dellistrumento fatta nel modo seguente (Vds. fig. a seguire):
Fatto centro in a con raggio aB, si descrive un arco BC:
la retta che va dal punto B al punto C sar la corda dellar-
co stesso. abbassando la perpendicolare ah avremo
Bh=Ch=sen 1/2 a; trovato il valore di sen 1/2 a raddoppia-
to ci dar il valore della corda BC, al quale valore corrispon-
de langolo intiero a. Ma in luogo del valore numerico del-
la corda, potremo sempre mettere quello in gradi dellango-
lo a che gli corrisponde, epper facendo la stessa operazio-
ne per tutti gli angoli da 0 a 90, avremo listrumento de-
scritto e che presentiamo come ricostituzione di quello che
puossi supporre essere stato adoperato dal pilota indiano
Malemo Can durante il primo viaggio alle Indie orientali
fatto da Vasco da Gama negli anni 1497-1499.
Questo istrumento astronomico, affine alle linee paralla-
tiche di Tolomeo, o, se si vuole, da esse generato, indusse in
errore coloro i quali lo ritennero eguale alla vera balestri-
glia, e che, contrariamente al vero, asserirono essere stato
importato in Europa da Vasco da Gama.
E invero il grande scuopritore portoghese non avea duo-
po di importare in Europa la balestriglia, giacch tale istrumento, sotto il nome di radio astrono-
mico, da parecchi anni eravi conosciuto.
sembra che il merito dellinvenzione spetti al regiomontano, il quale lavrebbe ideato per misu-
rare il diametro della cometa apparsa lanno 1472 lasciandocene la descrizione nel problema XII il
quale ha per titolo Della misura del diametro della cometa (Delambre astronomie du Moyen-age
pag. 343). Tale istrumento sembrami nulla aver di comune colle linee parallatiche di Tolomeo, poi-
ch consiste in un semplice asse di legno sul quale, a forma di croce, scorre un altro asse pi corto
detto castagnola. per, generalmente, le balestriglie
erano fornite di pi castagnole varianti in lunghezza,
affinch losservatore potesse scegliere la pi conve-
niente a seconda delle distanze e degli angoli che egli
dovea misurare; ma a ogni castagnola corrispondeva
una diversa e propria graduazione sullasse principale
dellistrumento..
Tale graduazione puossi fare graficamente, ovvero,
volendo ottenere una maggiore esattezza, trigonome-
tricamente. Il primo metodo largamente descritto nel-
le opere del Gallucci, del Gemma Frisio e di altri au-
tori, i quali trattarono dellastronomia nel XVI e XVII
secolo; volendo eseguire il secondo, valga il rammen-
tare che la parte del regolo Bo (Vds. fig. accanto) in-
tercettata fra locchio dellosservatore e la castagnola,
sempre uguale alla cotangente della met dellango-
lo osservato moltiplicata per la met della lunghezza
totale della castagnola; ovvero corrisponde alla co-
tangente della met dellangolo osservato, presa al rag-
gio eguale alla met della castagnola stessa.

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Lo strumento nautico del pilota moro di Vasco da Gama

Una ricostruzione dello strumento arabo per la determinazione della latitudine in mare (fonte Internet).
a lato: Una ricostruzione del triquetro tolemaico a opera dellingegnere architetto paul rome tratta
da Commentaires de pappus et de Thon dalexandrie sur lalmageste. Texte tabli et annot par a. rome
professeur lUniversit de Louvain, Biblioteca apostolica Vaticana (studi e Testi, 54), roma, 1931
( da un esemplare della Biblioteca sormani di Milano).

Il viaggio a san salvador sulla rotta di appassionato di marineria medievale (40)


Colombo, con tappa a New York e Chica- utilizz antichi strumenti nautici, fra
go, valsero a Dalbertis la nomina a socio cui un quadrante e un astrolabio, entram-
donore della reale societ Geografica bi di sua fattura. su invito di Giacomo
Italiana, nonch la promozione a capitano Doria, questi erano stati esposti in occa-
di corvetta della riserva Navale della re- sione della prima Mostra Geografica Ita-
gia Marina della quale egli gi faceva par- liana, inauguratasi a Genova il 7 settem-
te con il grado di tenente di vascello (37). bre del 1892, alla vigilia del primo Con-
su invito del Ministro della Marina, gresso Geografico Italiano (41), quella
Dalbertis quindi redasse una memoria volta onorato dalla presenza del principe
del suo viaggio, destinandola alla rivista alberto I di Monaco, navigatore e ocea-
Marittima (38). Una seconda memoria nografo, e di personalit della regia Ma-
venne invece pubblicata sul Bollettino rina, fra costoro Giovan Battista Magna-
della societ Geografica Italiana, accom- ghi e il capitano di fregata Gaetano Cas-
pagnata da una lettera al marchese Giaco- sanello, resosi protagonista di una frut-
mo Doria, senatore del regno dItalia e tuosa campagna idrografica nel Mar ros-
presidente di quel sodalizio (39). so a bordo della rN scilla (1891-1892).
Durante la traversata, Dalbertis Ci che gli avrebbe valso, da parte della

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Lo strumento nautico del pilota moro di Vasco da Gama

giuria della Mostra, una Medaglia di pri- Nel 1893, trovarono posto sul Corsaro,
ma Classe (42). E analoga medaglia rice- non solo gli strumenti esposti mesi prima
vette Dalbertis per le sue pubblicazioni a Genova, ma anche un quadrante di Gun-
riguardanti le crociere fatte col suo yacht ter, un astrolabio astronomico, una bale-
di piacere e i risultati dello studio del ma- striglia, nonch un facsimile dellistru-
teriale raccolto affidato a speciali scien- mento basato sulle linee paralattiche di
ziati, nonch per lintelligenza e linteres- Tolomeo e usato dallindiano Malemo
se dimostrati nella produzione degli stru- Can, il pilota di Vasco da Gama (44). La
menti nautici antichi (43). presenza di simili strumenti a bordo di uno

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Lo strumento nautico del pilota moro di Vasco da Gama

Gli antichi
strumenti impiegati
da Enrico a.
Dalbertis durante
la traversata
del 1893 nella loro
collocazione
attuale presso
il Galata Museo
del Mare e della
Navigazione
di Genova.
In alto,
in posizione
centrale,
la ricostruzione,
secondo i princpi
del triquetro
tolemaico, dello
strumento nautico
del pilota moro
di Vasco da Gama
( Fotografia
stefania Elena
Carnemolla
Galata Museo
del Mare e della
Navigazione,
Genova,
18 gennaio 2009).

yacht ottocentesco per quanto singolare Una curiosit, la sua, tanto profonda da
aveva tuttavia la sua ragion dessere: indurlo a imbarcare su un cutter persino
Quale anacronismo, si sarebbe giustifi- uno strumento adatto pi alloceano In-
cato Dalbertis era quello dun yacht, ul- diano che non alle latitudini atlantiche. E
timo prodotto del progresso raggiunto ai chegli ricostru suggestionato dalla
nostri giorni dalla architettura navale, e lettura di Barros avendo tuttavia in
che si giovava di s primitivi strumenti per mente il triquetro, detto anche regolo di
determinare la propria posizione! Eppure Tolomeo, che il geografo alessandrino
ogni qual volta la relativa tranquillit del aveva concepito per la misurazione della
mare permetteva poterli adoperare, essi mi distanza zenitale della Luna al suo passag-
diedero risultati relativamente soddisfa- gio meridiano (46).
centi, confrontandoli con quelli ottenuti Nel 1892, Dalbertis present al pri-
dal moderno sestante, e mi dimostrarono mo Congresso Geografico Italiano due
che i navigatori del XV secolo, in date memorie: la prima, sul contributo della
condizioni di tempo e con mare non trop- navigazione da diporto allo studio della
po agitato, potevano fare sufficientemente geografia fisica dei laghi e dei mari (47),
a fidanza sopra istrumenti cos semplici e la seconda, sullo strumento del pilota
rudimentali (45). moro di Vasco da Gama (48). per quanto

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Lo strumento nautico del pilota moro di Vasco da Gama

egli ricostruisse il congegno seguendo (Vds. immagini comparate in basso).


Tolomeo, ciononostante avrebbe, capo- Che al capitano Dalbertis debba anda-
volgendo la figura del triquetro (Vds. im- re il merito di aver individuato lorigine
magini in alto) finito con il giudicare il del khashaba poi kam l? per quanto il
secondo maggiormente affine alle linee suo quidsimile ne differisse nella forma?
parallattiche di Tolomeo se non addirittu- Un tempo nella sala Nautica del Castel-
ra da esse generato. lo di Montegalletto, sulle alture di Geno-
ora, se confrontiamo lo schema capo- va, esso oggi si trova, insieme a tutti gli al-
volto del triquetro con quello dello stru- tri, nella sala Colombiana del Galata Mu-
mento in uso fra i piloti delloceano In- seo del Mare e della Navigazione del ca-
diano e dei mari orientali, vediamo come poluogo ligure per quanto collocatovi co-
fra i due vi sia una stretta somiglianza me replica di astrolabio nautico della
prima met del XVI secolo (49). n

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Lo strumento nautico del pilota moro di Vasco da Gama

NoTE
(1) La so Gabriel era capitanata da Vasco da Gama, capito-mor della spedizione; la so rafael, dal fratel-
lo paulo; la Brrio, da Nicolau Coelho. La nave delle provvigioni, capitanata da Gonalo Nunes, era invece
stata incendiata mesi prima nella angra de so Brs, lodierna Mossel Bay.
(2) Dallarabo zawraq, forse a sua volta dal persiano, il termine designava tanto una nave da guerra quanto
una da trasporto.
(3) Non solo astrolabi e quadranti, ma anche bussole e scandagli, carte delle isole atlantiche sino ad allo-
ra conosciute e della costa africana sino al rio do lnfante. E ancora, compassi, roteiros, una tbua solar
da declinao, regimentos do norte e da declinao: questo si trovava a bordo delle navi portoghesi. ogni co-
sa messa a disposizione dai magazzini della Casa da Mina.
(4) Da asia de Joo de Barros e de Diogo do Couto. Nova edio oferecida a sua Magestade D. Maria I
rainha fidelissima, Lisboa, Na regia officina Typografica, anno MDCCLXXVIII, pp. 319-320.
(5) Humberto Leito-J. Vicente Lopes, Tavoletas, in Dicionrio da Linguagem de Marinha antiga e actual,
Edies Culturais da Marinha, Lisboa, 1990, p. 499.
(6) Nel XIX secolo, il capitano Congreve, della Madras artillery, dopo essere venuto a contatto con la gen-
te di mare della costa del Coromandel, poteva parlare di un piece of thin board, oblong in shape, three in-
ches long by one an a half wide () furnished with a string (or a couple of strings, in some instances), in-
serted in the centre. on the string are nine knots (a Brief Notice of some Contrivances practiced by the
Native Mariners of the Coromandel Coast in Navigating, sailing, and repairing their Vessels, Madras Jour-
nal of Literature and science, XVI, gennaio-giugno 1850, pp. 101-104). sul kam l vedasi Dionisius a.
agius, Classic ships of Islam: from Mesopotamia to the Indian ocean, Brill, Leiden, 2008, pp. 196-202, 371;
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(8) Grosset-Grange, La scienza, p. 259.
(9) Grosset-Grange, La scienza, pp. 252-253, 259-260; s. Maqbul ahmad, Ibn M djd, in Encyclopdie, to-
mo III (1971), pp. 880-883; G. r. Tibbetts, sulaym n al-Mahr , in The Encyclopaedia of Islam, Brill, Lei-
den, 1997, tomo IX (1997), pp. 827-829.
(10) G. r. Tibbets, arab navigation in the Indian ocean before the coming of the portuguese being a tran-
slation of Kit b al-Faw id fiusul al bahr wal-qaw id of ahmad b. M jid al Najd together with an in-
troduction on the history of arab navigation, notes on the navigational techniques and on the topography of
the Indian ocean, and a glossary of navigational terms, The royal asiatic society of Great Britain and Ire-
land, London, 1971, oriental Translation Fund, n. s. XLII, pp. 171-182, 312-354.
(11) sui dodici princpi dellarte araba della navigazione vedasi agius, Classic, p. 175.
(12) Grosset-Grange, La scienza, p. 259.
(13) Tibbetts, arab, pp. 44-46.
(14) I piloti delloceano Indiano ricorrevano a un cartoncino a trentadue rombi (khann) dotato di ago (ibra)
per la determinazione della rotta (majr ). I trentadue rombi prendevano a loro volta il nome da diciotto fra
le stelle pi importanti ossia j h, farqadayn, nash, naq , ayy q, w qi, s mak, thurayy , jawz , t r,
ikl l, aqrab, him rayn, sulb r, suhayl, fra cui, t ir, stella a di grande luminosit della costellazione del-
laquila.
(15) Grosset-Grange, La scienza, p. 259.
(16) sulla sua possibile struttura vedasi Grosset-Grange, La scienza, pp. 259-260.
(17) Lasia del s. Giovanni di Barros, Consigliero del Christianissimo re di portogallo: de fatti de por-

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Lo strumento nautico del pilota moro di Vasco da Gama

toghesi nello scoprimento, et conquista de Mari et Terre di oriente. Nella quale oltre le cose appartenenti
alla militia, si ha piena cognitione di tutte le Citt, Monti, & Fiumi delle parti orientali, con la descrittione
de paesi, & costumi di quei popoli. Nouamente di lingua portoghese tradotta dal s. aLFoNso VLLoa.
Con priuilegio dellIllustrissimo senato Veneto, In Venetia, appresso Vincenzo Valgrisio, MDLXII, c. 71v.
(18) Lasia, c. 71v. si veda contestualmente David w. waters, The art of Navigation in England in Eliza-
bethan and Early stuart Times, Hollis and Carter, London, 1958, pp. 53-55.
(19) albuquerque, Instrumentos, p. 12.
(20) agius, Classic, pp. 197-198, 267-268; Tibbetts, arab, p. 317.
(21) Grosset-Grange, La scienza, p. 260.
(22) Grosset-Grange, La scienza, p. 260.
(23) Note on the Nautical Instruments of the arabs, Journal of the asiatic society of Bengal, 5, dicembre
1836, pp. 784-794.
(24) Grosset-Grange, La scienza, p. 252.
(25) Lasia, c. 71v.
(26) sui compiti e i doveri del muallim si vedano agius, Classic, pp. 181-183 e Tibbetts, arab, pp. 58, 60-
63.
(27) Barros, Da asia, p. 319; Damio de Gis, Crnica do felicssimo rei D. Manuel, acta Universitatis Co-
nimbrigensis, Coimbra, 1949, I, p. 85; Ferno Lopes de Castanheda, Histria do descobrimento e conquista
da ndia pelos portugueses, M. Lopes de almeida (ed.), Lello & irmo Editores, porto, 1979, I, p. 35.
(28) Le pilote arabe de Vasco da Gama et les instructions nautiques des arabes au XVe sicle, annales de
Gographie, 31, 1922, pp. 289-307. Del medesimo autore vedesi anche il volume terzo delle Instructions
nautiques et routiers arabes et portuguais des XIVe et XVe sicles (parigi, paul Geuthner, 1928).
(29) arab, p. 11.
(30) Maqbul ahmad, Ibn M djd, pp. 880-881.
(31) Kirti N. Chaudhuri, Trade and Civilisation in the Indian ocean. an Economic History from the rise of
Islam to 1750, Cambridge Universtiy press, Cambridge, 1989, pp. 123-124; Maqbul ahmad, Ibn M djd, pp.
881-882.
(32) agius, Classic, pp. 197-198.
(33) su Enrico a. Dalbertis si vedano anna Dalbertis, Marinaio gentiluomo. La vita avventurosa di Enri-
co Dalbertis, un moderno viaggiatore di altri tempi, Feguagiskia studios Edizioni, Genova, 2005; a. Be-
guinot, Lopera scientifica e marinara del capitano E. a. D., atti della societ ligustica di scienze e lette-
re, n. s., XII (1933), pp. 5-33; Franco Belloni, Yacht Club Italiano: 1879-1979, Yacht Club Italiano, s.l., 1979,
pp. 13-14, 18-25; Gilda Della ragione-G. Mario Frixione, Un girovago pintor di meridiane, Le Mani, rec-
co, 1993; Franco pelliccioni, Enrico alberto Dalbertis. Grande navigatore-esploratore dei cinque conti-
nenti, in rivista Marittima, aprile 2007, pp. 179-182; Francesco surdich, Dalbertis Enrico alberto, in Di-
zionario Biografico degli Italiani, Istituto della Enciclopedia Italiana, roma, 1985, vol. 31, pp. 701-703.
(34) realizzati nei cantieri di sestri ponente sotto la direzione di Ugo Costaguta e su disegno del Dalber-
tis, cui il Municipio di Genova aveva affidato la ricostruzione archeologica in scala 1:25 delle tre imbarca-
zioni di Cristoforo Colombo (Belloni, Yacht, p. 21). a questo periodo che risalgono le Citazioni giustifica-
tive per la ricostituzione dei modelli delle caravelle Nia e pinta e della nave santa Maria desunte dalla ar-
te Nautica ai tempi di Colombo del capitano E. a. Dalbertis membro della r. Commissione Colombiana
per la pubblicazione di Documenti e studi su Cristoforo Colombo, Tipografia del r. Istituto sordo-Muti, Ge-
nova, 1892.
(35) Belloni, Yacht, p. 21; Della ragione-Frixione, Un girovago, pp. 26-27.
(36) oltre alla draga usuale eravene, scriveva Dalbertis, unaltra di forma elissoidica pi atta a scorrere
sulle rocce sottomarine; a piedi dellalbero un verricello a mano di maggior forza di quello del Violante, per
salpare i rastrelli e le daghe. Infine uno scandaglio a filo dacciaio munito di apposito contatore, mi permet-
teva scandagliare rapidamente fino a 1.000 metri circa di profondit. La sfera dazione del Corsaro si allarg
alquanto, giacch nel 1882 intraprese una crociera a Madera e alle Canarie e nel 1886 visit il lontano arci-
pelago delle azzorre. sia nelluna che nellaltra crociera furono eseguiti scandagli, dragate, raccolte di alghe
e di pesci, osservazioni termometriche e barometriche; procurai infine che le due crociere potessero fornire
qualche nuovo dato alla scienza. Nello stretto di Gibilterra il Corsaro pot studiare la controcorrente sottoma-
rina, gi conosciuta da altri, ma confermata dal Magnaghi per studi fatti sul luogo colle imbarcazioni del wa-
shington (Come la navigazione da diporto possa validamente contribuire allo studio della geografia fisica
dei mari e dei laghi, atti del primo Congresso Geografico Italiano tenuto in Genova dal 18 al 25 settembre

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Lo strumento nautico del pilota moro di Vasco da Gama

1892, Tipografia del r. Istituto sordo-Muti, Genova, II.I (1894), pp. 88-89).
(37) N. albini, Il cap. E. D. e il suo Corsaro durante la campagna damerica del 1893, La Marina italiana,
XXX (1932), pp. 113 passim; Della ragione-Frixione, Un girovago, pp. 1-10
(38) E. a. Dalbertis, Campagna dello yacht Corsaro in america, supplemento alla rivista Marittima, 12,
1893.
(39) E. a. Dalbertis, sulla traccia del primo viaggio di C. Colombo verso lamerica, Bollettino della so-
ciet Geografica Italiana, serie III, vol. VI, 1893, pp. 741-751.
(40) Nel 1888 la regia Commissione Colombiana istituita in occasione del IV centenario della scoperta
dellamerica gli aveva per esempio chiesto di ricostruire le condizioni in cui versava la nautica e larte
navale ai tempi di Colombo (surdich, Dalbertis, p. 702).
(41) atti, I (1893), p. 114.
(42) atti, I (1893), p. 247. La giuria della Mostra, presieduta dal commendatore paolo Boselli, avrebbe inol-
tre concesso lettera di distinzione allo stato Maggiore della rN scilla per leccezionale importanza dei la-
vori talassografici compiuti nella campagna 1891-92 nel Mar rosso, al comando del capitano Cassanello; al-
la regia scuola Navale superiore per gli importanti progetti idrografici e di carte marine e gli splendidi di-
segni di piroscafi esposti, nei quali notevole laccuratezza dellesecuzione; allUfficio Idrografico di Geno-
va, dipendente dal Ministero della Marina, per la continuazione dei suoi lavori importantissimi e specialmen-
te per le Vedute di coste, per le recenti ricerche fatte nelle varie campagne idrografiche e per gli strumenti im-
maginati e perfezionati per lo studio del mare, quindi al capitano di vascello Carlo De amezaga per le illu-
strazioni del suo lungo viaggio di circumnavigazione sulla regia Corvetta Caracciolo (ivi, pp. 246-247).
(43) atti, I (1893), p. 247. Vds. anche Crociera del Corsaro allIsola di san salvador, la prima terra sco-
perta da Cristoforo Colombo, narrata dal Cap. E. a. Dalbertis, stamperia reale G. B. paravia & C., To-
rino, 1920, p. 28.
(44) Crociera, p. 28.
(45) Crociera, p. 29. In uno dei disegni che accompagnano la relazione che del viaggio scrisse Dalbertis so-
no visibili, sulla tolda del Corsaro accanto a bussola, compasso, carta nautica, ampolletta , un quadran-
te di Gunter, un astrolabio astronomico, una balestriglia e lo strumento oggetto del presente lavoro. La minia-
tura ritrae altres il Capitano, astrolabio nautico in mano, intento a calcolare la latitudine in mare (ivi, p. 52).
(46) ptolemy, The almagest, Encyclopdia Britannica, Chicago-London-Toronto, 1952, pp. 166-167. si ve-
dano anche Commentaires de pappus et de Thon dalexandrie sur lalmageste. Texte tabli et annot par a.
rome professeur lUniversit de Louvain, Biblioteca apostolica Vaticana (studi e Testi, 54), roma, 1931,
tomo I, pp. 69-77 e anthony J. Turner, Gli strumenti scientifici, in storia della scienza, vol. IV (2001), pp.
930-931.
(47) Come la navigazione da diporto possa validamente contribuire allo studio della geografia fisica dei ma-
ri e dei laghi, atti, II.I (1894), pp. 72-92.
(48) Della Balestriglia e dellistrumento astronomico adoperato dal pilota Indiano Malemo Can nel primo
viaggio alle Indie fatto da Vasco da Gama 1497-1499, atti, II.I (1894), pp. 368-372.
(49) Esso si trova esposto in una teca racchiudente dal basso verso lalto e in senso orario un astrolabio
astronomico, un quadrante nautico, lo strumento oggetto del presente lavoro, un quadrante di Gunter, un astro-
labio nautico (non identificato da nessuna didascalia), una balestriglia. al centro del pannello, un olio su tela
(secc. XVI-XVII) con i ritratti di Cristoforo Colombo e amerigo Vespucci, dono, nel 1863, del conte Giusep-
pe riva di padova al Museo di arte e storia.

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