Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
2006/2007 1
1 Chopper .............................................................................................................................. 2
2 Convertitori c.c. /c.c. a Tiristori ......................................................................................... 7
3 Convertitore Buck ............................................................................................................ 10
3.1 Modalità Continua .................................................................................................... 10
3.2 Modalità di conduzione discontinua.........................................................................12
4 Convertitore Boost............................................................................................................ 14
4.1 Modalità Continua .................................................................................................... 15
4.2 Modalità di conduzione discontinua.........................................................................15
5 Convertitore Buck-Bust.................................................................................................... 17
6 Convertitore CUK ............................................................................................................ 20
7 Convertitore a ponte ......................................................................................................... 21
8 Confronto fra i convertitori cc/cc non isolati .................................................................. 26
Conversione statica - Convertitori c.c. /c.c. - Cap. XI A.A. 2006/2007 2
XI CONVERTITORI C.C./C.C.
1 Chopper
Il chopper utilizzato già dagli anni 70 in molte applicazioni di potenza ( per es. nelle
motrici ferroviarie) altro non è che un convertitore Step Down o Buck. In fig.11.1-a è
mostrato lo schema di principio dell'apparecchiatura base in esame che alimenta un
carico costituito da un motore in c.c. L'interruttore H dello schema di figura è realizzato
nella realtà attraverso un componente elettronico di potenza ( Tiristore, GTO, IGBT, o
Mosfet). Il diodo D è detto di "libera circolazione" e consente la conduzione della
corrente nel carico, dovuta all'energia magnetica immagazzinata nel motore, allorche'
l'interruttore H viene aperto. L'induttanza L posta in serie al carico, è un'induttanza
Conversione statica - Convertitori c.c. /c.c. - Cap. XI A.A. 2006/2007 3
⎛t ⎞
Vm = E ⎜ on ⎟ = Eδ (11.24)
⎝T ⎠
Indicata con R la resistenza offerta dal carico, la corrente Ih che attraversa H, pari a
quella IR che assorbe il carico, cresce esponenzialmente da un valore minimo Imin,per
t=0, ad un valore massimo Imax per t=: ton
tR / L
I = I = E R + (I − E R ) e
h R
(11.25)
min
per cui:
ϑR / L
I max
= E R + (I min − E R ) e (11.26)
per cui:
Il rapporto:
I max − I min
= 1- e − ( R ( t −ϑ )/ L ) (11.29)
I max
mostra che l'ondulazione di corrente nel carico è tanto minore, quanto piu' grande è la
costante di tempo L/R rispetto al tempo di apertura (T- ton ) di H. Quindi il carico sarà
attraversato da una corrente IR debolmente ondulata il cui valore medio sarà:
Vm
Im = (11.30)
R
Vmin ≤ Vm ≤ E (11.31-a)
è evidente quindi come per ottenere valori piccoli di Vm , fissato θmin sia necessario
scegliere un valore abbastanza elevato di T e quindi limitare il valore della frequenza di
funzionamento prescelta. D'altra parte si può notare che al diminuire di T e quindi
all'aumentare di f aumentano le perdite. Queste due condizioni spiegano il motivo per il
quale, tenendo conto del comportamento dei diversi componenti elettronici, si tende a
lavorare nell'ordine, compatibilmente con i livelli di potenze in gioco, con Mosfet,
IGBT e GTO.
per δ= 0.5
2π C0 L0 ≥ T (11.34)
Conversione statica - Convertitori c.c. /c.c. - Cap. XI A.A. 2006/2007 6
Con calcoli che qui tralasciamo è possibile mostrare che l'ondulazione, sulla corrente di
linea, diminuisce quanto piu' elevati sono sia valori di L0 e C0, sia il valore della
frequenza di funzionamento del chopper. In particolare il valore di tale ondulazione di
corrente diminuisce con il quadrato di f. Ciò porta ad avere interesse a frequenze di
funzionamento del chopper sufficientemente grandi, al fine di minimizzare il
dimensionamento del filtro.
Valori di un certo interesse sono quelli che vanno dai 500 ai 2000 Hz, ma mentre con i
GTO si possono facilmente ottenere valori compresi tra i 1000 e i 2000 Hz, con i
tiristori è difficile oltrepassare i 500 Hz: attualmente per chopper di potenza elevata i
tiristori disponibili consentono frequenze di funzionamento dell'ordine dei 300÷400 Hz.
Quindi nel caso di choppers di potenza elevata (P > 1000 kW) in cui era necessario
utilizzare tiristori, si cercava di contenere il dimensionamento dei filtri aumentando
artificialmente la frequenza di funzionamento ricorrendo all'accoppiamento di n
choppers elementari, funzionanti ciascuno alla frequenza f, che alimentano in parallelo
il carico. In fig. 11.3 è mostrato un esempio per n=3, il funzionamento di ciascuno
degli n choppers è sfasato rispetto agli altri di T/n, e che dal punto di vista del
dimensionamento ognuno di essi erogherà un valore medio di corrente pari a Im /n, se Im
è il valore medio di corrente assorbito dal carico.
La frequenza di pulsazione della corrente di linea sarà nf, e l'ampiezza di ciascuna
pulsazione sarà n volte piu' piccola di quella che si otterrebbe con un unico chopper, che
eroga al carico lo stesso valore medio di corrente.
Si dimostra che l'ondulazione della corrente di linea è inversamente proporzionale al
cubo del numero di chopper elementari accoppiati in parallelo. Ne segue che, a parità di
ondulazione della corrente ammessa, la disposizione adottata consente di ridurre
considerevolmente il dimensionamento del filtro di linea, inoltre la condizione di non
risonanza del filtro diventa in questo caso:
2π C0 L0 ≥ T/n (11.35)
L Lo H
c
+
Lm
D
Vo
E C
o
V
m
-
H1
L H2
c
+
Lo
H3
Lm
D1 D2 D3
Vo
E C
o
V
m
-
L
o
+
Th1 T'
h1 Vc
Vm
L1 C t
Th2 Ld d
E
L i
2 c
Co
Vm
t
-
D
L
Id
I Imax
r
Im
Imin
t
il di/dt all'istante in cui vengono posti in conduzione i tiristori Th1' e Th2, saranno
considerate nulle per semplificare la descrizione delle fasi di funzionamento del
circuito.
3 Convertitore Buck
Questo convertitore del tipo c.c./c.c., detto anche abbassatore (step-down), produce
una tensione di uscita Vo inferiore alla tensione di ingresso Vd. Se si suppone che il
carico sia resistivo puro, che lo switch (fig.11. 5) abbia un tempo di chiusura pari a ton e
di apertura pari a toff con T= ton +toff, la tensione di uscita può scriversi:
Vo=Vd δ, con δ = ton/T.
aumentare l'energia magnetica nell'induttore, ai cui capi verrà a cadere una tensione Vd-
Vo. Quando lo switch è , invece , nell'intervallo di tempo toff la corrente che scorre
nell'induttanza decresce ed ai capi di questa vi sarà una d.d.p. Vl= -Vo .
Fig. 11.6 - Buck converter in modalità di conduzione continua, a) circuito nel periodo
ton, b) circuito nel periodo toff
V0 t on
= =δ
Vd T
I0 T 1
= =
I d t on δ
di1 (t )
V (t ) = Ri1 (t ) + L
dt
La cui soluzione come può ricavarsi dagli sviluppi riportati in appendice vale:
V (t )
i1 (t ) = I 1e −t τ +
R
( )
1 − e −t τ
con I1 pari al valore di i1(t) nell’istante t=0+, alla fine del modo cioè per t=ton la corrente
i1(t)=I2.
Si può osservare che al variare dei valori dei parametri del circuito si giunge a una
modalità di conduzione della corrente nel carico discontinua; nella zona di confine tra
questa modalità e quella di conduzione continua prima analizzata, la corrente Il
nell'induttanza, al termine del periodo T, giunge ad annullarsi, per poi crescere per il
periodo ton, e decrescere fino ad annullarsi nuovamente al termine del periodo toff.
Il valore limite medio della corrente che scorre nell'induttanza, vale:
(Vd − V0 ) = δ T (Vd − V0 ) = T Vd (1 − δ )δ
I l , picco t on
I lb = =
2 2L 2L 2L
se il valore medio della corrente il (t) scende al di sotto di Ilb il funzionamento diventa
discontinuo.
V0 δ
=
Vd δ + δ 1
e quindi il valore medio di corrente Io può ricavarsi a partire dal valore massimo,
tenendo conto che il tempo in cui passa la corrente nell’induttanza è pari a (δ +δ1 )T
δ + δ1
I0 = I lpicco
2
sostituendo ad Il,picco il valore massimo della corrente limite, si ottiene il valore del
rapporto V0/Vd.
I0 V0 δ2
δ1 = δ ; =
4 I lb max Vd I0
δ2
4 I lb. max
continuo e per quello discontinuo. Il ripple di tensione in uscita può essere calcolato,
considerando un valore di capacità finito, a partire dal valore picco-picco della Vo .
ΔQ 1 1 ΔI L T
ΔV0 = =
C C 2 2 L
con Δ I L 2 picco del ripple di corrente che scorre nell’induttanza per un tempo Ts/2.
V
ΔI L = 0 (1 − δ )T
L
2
ΔV0 1 T 2 (1 − δ ) π 2 ⎛f ⎞
= = (1 − δ )⎜⎜ c ⎟⎟
V0 8 LC 2 ⎝ fs ⎠
4 Convertitore Boost
Questo convertitore del tipo c.c./c.c., detto anche innalzatore (step-up), produce una
tensione di uscita V0 superiore alla tensione di ingresso Vd, è per es. utilizzato nella
frenatura a recupero dei motori in cc. Se si suppone che il carico sia resistivo puro, che
lo switch abbia un tempo di chiusura pari a ton e di apertura pari a toff con T= ton +toff.
In figura 11. 8 è mostrato lo schema realizzativo di questo convertitore, in esso
compaiono oltre allo switch con blocco di comando a logica PWM anche un diodo di
ricircolo con filtro LC, passa basso, ed una capacità, i cui significati ed impieghi sono
già stati trattati nel convertitore buck.
Tale tipo di convertitore può funzionare sia in modalità continua che discontinua, a
seconda che la corrente che scorre nel carico sia continua o discontinua.
Si può osservare che al variare dei valori dei parametri del circuito si giunge a una
modalità di conduzione della corrente nel carico discontinua; nella zona di confine tra
questa modalità e quella di conduzione continua prima analizzata, la corrente
nell'induttanza Il al termine del periodo T giunge ad annullarsi, per poi crescere per il
periodo ton, e decrescere fino ad annullarsi nuovamente al termine del periodo toff.
Conversione statica - Convertitori c.c. /c.c. - Cap. XI A.A. 2006/2007 16
molto importante in questo tipo di convertitore è anche il valore medio della corrente
della corrente di uscita sul carico
TV
I 0b = 0 δ (1 − δ )
2
2L
se il valore medio della corrente il(t) scende al di sotto di Ilb il funzionamento diventa
discontinuo.
Posto Vo costante e quindi la tensione di ingresso variabile, si osserva che il valore
massimo di corrente limite si ha per un valore di δ pari a 0.5, e quindi
TVd
I lb ,max =
8L
e quindi Ilb = 4 Ilb,max δ(1-δ), mentre il valore massimo di corrente di uscita si raggiunge
per δ= 0.33, con
δ (1 − δ )2 I 0b ,max
27
I 0b =
4
Se si mantengono costanti tutti i parametri del circuito diminuendo solo il valore della
resistenza di carico, e quindi della potenza di carico, pur mantenendo costanti Vd e δ, la
corrente nell'induttanza diventa discontinua, e aumenta il valore V0.
Conversione statica - Convertitori c.c. /c.c. - Cap. XI A.A. 2006/2007 17
V0 δ 1 + δ I
= = d
Vd δ I0
L 2 (V δ T ) 2
I l , picco = d
2 2L
ΔQ Iδ T V0 δ T
ΔV0 = = =
C C R C
5 Convertitore Buck-Bust
Il convertitore , cosidetto buck-bust, è ottenuto dalla connessione in cascata dei due
convertitori: quello step down e quello step up. Trova applicazione nei regolatori di
tensione continua in cui il morsetto negativo della tensione in uscita ha un valore in
modulo maggiore o minore del valore di tensione in ingresso, e la polarità è invertita
rispetto al terminale comune della tensione in ingresso. In regime permanente il
rapporto tra la tensione di ingresso e di uscita è fornita al variare del duty cicle δ dalla
espressione:
Conversione statica - Convertitori c.c. /c.c. - Cap. XI A.A. 2006/2007 18
In fig. 11.10 (a) è riportato lo schema del convertitore , si può osservare che quando lo
switch è chiuso fig.11.10 (b) l'energia dalla sorgente va a caricare l'induttanza, quando
invece lo switch è aperto, fig 11.10 (c), l'energia immagazzinata nell'induttanza è
trasferita al carico, si tenga presente che il valore di capacità C deve essere elevata
affinche' la tensione ai capi del carico resti costante. In fig. 11.10 ( c) è riportato infine
l'andamento della tensione e della corrente sull'induttanza, e dall’esame del verso di Io
si può osservare l’inversione di polarità nella tensione di uscita. Pertanto lungo un
intero periodo Ts la variazione di flusso e quindi l'integrale della tensione vale:
Vd δ T + (-Vo) (1-δ) T = 0
da cui
V0 δ I 1− δ
= ; 0 =
Vd 1 − δ Id δ
Dalle equazioni precedenti si può osservare come al variare del duty cicle il valore di
tensione in uscita può essere maggiore o minore di quella in ingresso. Il punto di
psssaggio tra la conduzione continua e quella discontinua può ricavarsi tenendo conto
che per tale funzionamento la corrente al termine di Ts deve annullarsi.
Pertanto il valore medio della tensione sull'induttanza e quello in uscita saranno :
Ts Vd T V
I lb = I l , picco = δ = s 0 (1 - δ )
2L 2L
Conversione statica - Convertitori c.c. /c.c. - Cap. XI A.A. 2006/2007 19
I 0b = I lb − I d = I lb − δ I lb = I lb (1 − δ )
Ts V0
Il 0 = (1 - δ ) 2
2L
Vd δ Ts + (-Vo) δ1 Ts = 0 con Ts = δ Ts + δ1 Ts + α2 Ts
V0 δ I 0 δ1
= ; =
Vd δ 1 Id δ
Vd
Il = δ TS (δ + δ 1 )
2L
6 Convertitore CUK
Questo convertitore prende il nome dal suo inventore, è simile come funzionamento al
convertitore Buck Bust ed è ottenuto da questo utilizzando il principio di dualità. In fig.
11.32 è riportato lo schema circuitale.
allorche' lo switch è chiuso l'energia dalla sorgente và a caricare l'induttanza L1, mentre
il carico, la capacità C di livellamento e l'induttanza L2 sono alimentati dalla capacità
C1, quando invece lo switch è in condizione di off, l'energia immagazzinata
nell'induttanza viene trasferita alla capacità C1 e il carico è alimentato dalla induttanza
L2. Pertanto l'integrale delle tensioni sia ai capi di L1che di L2, fatto in un periodo, può
scriversi:
V
L1
i Vd
L1 i
L2
on
+ -
t
V V c1 V L2 off
L1
V d -V c1=V o
R
V C V
d o
- V L2
+
V c1 -V o
i on
o
off t
-Vo
i i
L1 L2
+ - iL1
V V c1 V L2
L1
I l1
R
V C V
d o
t
- +
iL2
i
o
I
l2
Un vantaggio di questo circuito rispetto al convertitore Buck-Bust è dato dal fatto che
in questo la corrente di ingresso e quella pilotata sono abbastanza libere da ripple,
contrariamente al primo convertitore in cui tale fenomeno è molto accentuato, uno
svantaggio significativo è invece rappresentato dall'elevato ripple di corrente che passa
nel condensatore C1.
7 Convertitore a ponte
Il chopper a ponte (full-bridge) ha una struttura che ne consente l'impiego anche come
inverter (cc/ca), ciò che differenzia il funzionamento nei due casi è il controllo degli
switches, cioè la loro sequenza di commutazione. Esso può funzionare nei quattro
quadranti del piano V0-I0 o C-n, il che lo fà preferire in molti casi per l'alimentazione di
un azionamento in corrente continua in cui si vuole il rovesciamento sia della coppia
che della velocità.
Lo schema del convertitore è riportato in fig.11.14, in cui vi sono due switch e due diodi
di libera circolazione per ramo posti in antiparallelo. La tensione di ingresso è fissa e
pari a Vd, mentre quella di uscita è pari a V0 può essere controllata in ampiezza e
polarità , variando gli istanti di conduzione degli switches. Si ricordi che gli switch
dello stesso ramo non possono condurre simultaneamente, per evitare ct. ct. che
distruggerebbero i componenti del ramo, in pratica anzi vi sarà un intervallo di tempo
(blanking-time) molto piccolo (blanking time) in cui ambedue gli switch saranno in
condizione di off, e si trascura tale condizione allora la corrente scorrerà sempre in un
ramo. La presenza dei diodi in antiparallelo comporta una distinzione fra lo stato on e
quello di conduzione di uno switch. Infatti se uno switch è acceso ma la corrente ha
verso opposto a quello ammesso dallo switch stesso allora la corrente scorrerà nel diodo
Conversione statica - Convertitori c.c. /c.c. - Cap. XI A.A. 2006/2007 22
in antiparallelo, se invece la corrente scorre nel verso ammesso dallo switch, si può dire
che questo è nello stato conducting time, ovviamente nello stato off tale distinzione non
esiste. Si consideri il ramo A di fig.11.14, la tensione Van rispetto al polo negativo n può
dedursi da:
1) quando Ta è on la corrente scorre attraverso Ta se Io è positivo o attraverso Da se
negativo, in ambedue i casi si avrà:
van =Vd
2)quando Tc è on, la corrente scorre in Tc se negativa ed in caso contrario scorre in Dc,
quindi:
van=0
Da quanto sopra emerge che Van dipende, in un periodo Ts, solo dallo stato degli switch
Ta e Tc del ramo A ed è indipendente dal verso della corrente Io, dipende pertanto solo
da Vd e dal duty cicle δ. Pertanto può scriversi:
Vd t on + 0 t off
Van = = δ Vd
Ts
Per il ramo B è possibile, ragionando nello stesso modo di quanto fatto per il ramo A,
giungere alle conclusioni sinteticamente sotto riportate:
quindi in un periodo Ts la tensione Vbn, in funzione del duty cycle β può scriversi:
Vbn = β Vd
Pertanto la tensione di uscita Vo ai capi del carico è data dalla differenza tra Van e Vbn
ed è indipendente dalla grandezza e direzione della corrente.
Quindi l'uscita del convertitore V0=Van-Vbn può essere controllata regolando i duty
cycle degli switch ed è indipendente dall'ampiezza e dal verso di i0. Il controllo di
questo convertitore è diverso da quello degli altri convertitori cc/cc che funzionano in
un solo quadrante ed in cui V0 non cambia polarità. In quelli è infatti sufficiente
confrontare la Vcontrol con una a dente di sega che non cambia polarità, in questo
invece il confronto deve essere realizzato con una tensione triangolare di frequenza pari
a quella ddella portant, e che cambia polarità. Vi sono due possibilità' di funzionamento,
quella PWM bipolare in cui la coppia Ta etc e la coppia Tb e Td passano insieme dallo
Conversione statica - Convertitori c.c. /c.c. - Cap. XI A.A. 2006/2007 23
stato on allo stato off e viceversa , e quello cosiddetto PWM unipolare in cui i singoli
elementi di una coppia lavorano scollegati.
Nel caso bipolare i segnali di gate si identificano dal confronto tra una funzione
triangolare Vtri, a frequenza 1/Ts e una funzione di controllo Vcontrol. Finché Vcontrol>Vtri
la coppia TA e TD è on mentre TC e TB sono off, ne segue che:
Van = Vd e Vbn = 0
In fig. 11.15 è riportato a) l'andamento della Vcontrol e della Vtri, b) la tensione Van ai
capi del ramo A del convertitore, c)la tensione Vbn ai capi del ramo B del convertitore,
d) la tensione Vo =Van-Vbn ai capi del carico, e)la corrente di carico nel caso I0>0, f) la
corrente di carico nel caso I0<0.
t on 1 ⎛ Vcontrol ⎞
δ = = ⎜1 + ⎟⎟
Ts 2 ⎜⎝ Vmx ⎠
La tensione V0, che dà il nome di bipolare al tipo di funzionamento, può allora scriversi
in funzione del duty cycle come
V
V0 = Van − Vbn = (δ − β )Vd = (2δ − 1)Vd = control Vd
Vmx
Si può osservare che la tensione V0 assume sempre lo stesso segno mentre le correnti
possono essere sia positive che negative, inoltre l'espressione che lega il valore medio di
V0 alla Vcontrol resta ancora valida.
Se la fs è la stessa nei due tipi di funzionamento, la modulazione unipolare genera una
forma d'onda della tensione di uscita migliore, ciò in quanto l'effettiva frequenza di
switching è doppia e quindi le armoniche hanno frequenza multipla non di fs ma di 2fs,
ed il contenuto armonico è minore perché le armoniche dispari hanno minore ampiezza
e tutto ciò porta ad un ripple ridotto.
Conversione statica - Convertitori c.c. /c.c. - Cap. XI A.A. 2006/2007 25
.
Conversione statica - Convertitori c.c. /c.c. - Cap. XI A.A. 2006/2007 26
Sotto le ipotesi sopradette, può essere calcolato il massimo valore Vt di tensione cui è
sottoposto lo switch ed il massimo valore di corrente It che scorre nello stesso, da queste
grandezze è possibile fissare la potenza nominale dello switch e la potenza di
dimensionamento (Pt=Vt It).
In fig. 11.17 è mostrato per alcuni convertitori il fattore di utilizzazione P0/Pt al variare
del duty cycle δ, con Po e Pt rispettivamente potenza di uscita e di dimensionamento.
Si può osservare che per il buck-boost ed il Cuk il valore di δ per cui l’utilizzazione
è massima cade per un valore di δ intorno a 0.5. Dal grafico si può vedere che dove è
possibile è meglio utilizzare il buck ed il boost, il full bridge è preferibile se si deve
lavorare sui quattro quadranti, mentre il Cuk ed il buck - boost sono da preferirsi se si
vuole una inversione di polarità della tensione in uscita. Invece per quanto riguarda il
buck ed il boost poiche' il massimo di utilizzazione si ha per δ=0 e per δ=1 una buona
utilizzazione si ha se la tensione di uscita V0 nel suo range di variazione è dello
stesso ordine di quella di ingresso Vd.
9 Appendice
Si consideri un circuito R-L serie al quale dall’istante t=0 in poi viene applicata una
tensione V.
Applicando la seconda legge di Kirchhoff si può scrivere:
di (t )
Ri (t ) + L = V (t )
dt
effettuando la trasformata di Laplace per ciascun termine dell’equazione precedente si
ha:
V ( s)
RI ( s) + sLI ( s) − Li (0+) =
s
in cui i(0+) rappresenta la corrente che scorre nel circuito R-L prima dell’applicazione
della tensione V(t). Nel caso in cui questa corrente è nulla si può scrivere:
V ⎛1⎞ 1
I (s) = ⎜ ⎟
L⎝s⎠s+ R L
la cui antitrasformata risulta pari a:
V
( )
i (t ) = 1 − e −t τ con τ =
R
L
R
Se la corrente prima della applicazione della V(t) è diversa da zero e vale Io,
supponendo il sistema, nei suoi componenti, lineare applichiamo la sovrapposizione
degli effetti, l’equazione in termini di trasformata di Laplace si può scrivere:
I0
I ( s) =
s+R L
la cui antitrasformata risulta pari a:
( )
i (t ) = I 0 e −t τ con τ =
L
R
Se contemporaneamente si hanno ambedue le sorgenti, la corrente che scorre nel
circuito è pari a:
( V
)
i (t ) = I 0 e −t τ + 1 − e −t τ con τ =
R
L
R