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Conversione statica - Convertitori c.c. /c.c. - Cap. XI A.A.

2006/2007 1

1 Chopper .............................................................................................................................. 2
2 Convertitori c.c. /c.c. a Tiristori ......................................................................................... 7
3 Convertitore Buck ............................................................................................................ 10
3.1 Modalità Continua .................................................................................................... 10
3.2 Modalità di conduzione discontinua.........................................................................12
4 Convertitore Boost............................................................................................................ 14
4.1 Modalità Continua .................................................................................................... 15
4.2 Modalità di conduzione discontinua.........................................................................15
5 Convertitore Buck-Bust.................................................................................................... 17
6 Convertitore CUK ............................................................................................................ 20
7 Convertitore a ponte ......................................................................................................... 21
8 Confronto fra i convertitori cc/cc non isolati .................................................................. 26
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XI CONVERTITORI C.C./C.C.

I convertitori c.c./c.c, sono dispositivi che permettono di alimentare un carico,


mediante una tensione regolabile con continuità da un valore minimo a un valore
massimo, a partire da una sorgente in c.c.. Idealmente essi possono essere assimilati ad
un interruttore interposto tra la sorgente in c.c. ed il carico: variando il rapporto (duty
cycle) tra il periodo di tempo ton in cui l'interruttore è chiuso e il periodo complessivo
T di un ciclo in cui l'interruttore viene chiuso ed aperto, si vede che è possibile variare
con continuità il valore medio della tensione "continua" applicata al carico.

Fig. 11.1 - Principio di funzionamento di un chopper; a)schema circuitale,


b)tensione e corrente

I convertitori dc/dc utilizzano come interruttori dei componenti elettronici di potenza,


lavorano con frequenze di interruzione elevate e generano in uscita una tensione
unidirezionale , somma della tensione continua voluta e di una tensione alternata ad
elevata frequenza. Quest’ultima componente può essere abbattuta con un opportuno
filtro non dissipativo passa-basso, che può fare parte integrante del convertitore o del
carico. Questi convertitori possono essere classificati come Buck Converter
(abbassatore), Boost Converter (innalzatore) e Buck-Boost Converter (abbassatore
innalzatore); tutti gli altri schemi possono essere derivati da questi. Prima di analizzare
ciascuno dei predetti convertitori e di quelli che vengono da questi derivati, anche per
ragioni storiche, verrà trattato il cosiddetto chopper.

1 Chopper
Il chopper utilizzato già dagli anni 70 in molte applicazioni di potenza ( per es. nelle
motrici ferroviarie) altro non è che un convertitore Step Down o Buck. In fig.11.1-a è
mostrato lo schema di principio dell'apparecchiatura base in esame che alimenta un
carico costituito da un motore in c.c. L'interruttore H dello schema di figura è realizzato
nella realtà attraverso un componente elettronico di potenza ( Tiristore, GTO, IGBT, o
Mosfet). Il diodo D è detto di "libera circolazione" e consente la conduzione della
corrente nel carico, dovuta all'energia magnetica immagazzinata nel motore, allorche'
l'interruttore H viene aperto. L'induttanza L posta in serie al carico, è un'induttanza
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di spianamento che limita l'ondulazione presente nella corrente di carico ed


immagazzina l'energia necessaria alla circolazione di tale corrente durante il periodo di
apertura dell'interruttore H. Il suo dimensionamento è quindi legato sia alla
ondulazione ammessa dal carico da alimentare sia alla frequenza di apertura e chiusura
dell'interruttore H (frequenza di funzionamento del chopper f=1/T).
Con riferimento alla fig. 11.1-b si vede che, indicata con E la tensione fornita dalla
sorgente in c.c., e ton il tempo di conduzione, toff il tempo di non conduzione e T
somma di ton e toff dello switch H, la tensione media Vm applicata al carico è pari a:

⎛t ⎞
Vm = E ⎜ on ⎟ = Eδ (11.24)
⎝T ⎠

avendo supposto nulla a regime la tensione ai capi dell'induttanza L.

Fig. 11.2 - Modalità di funzionamento di un chopper; a)frequenza fissa,


b)frequenza variabile, c)tempo di conduzione e frequenza variabili

è quindi possibile variare con continuità il valore di questa tensione variando il


rapporto δ= ton/T (duty cicle). Tale variazione può essere realizzata in 3 modi (fig.
11.2):

1 - Mantenendo fisso il valore di T e variando il tempo di conduzione ton tra 0 e T


(funzionamento a frequenza fissa)
2 -Mantenendo fisso il valore di ton e variando il valore del periodo T (funzionamento
a frequenza variabile)
3 -Variando contemporaneamente sia il valore di ton che quello di T,

Consideriamo ora le due fasi di funzionamento:

A) Interruttore H chiuso (0 < t < ton)


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Indicata con R la resistenza offerta dal carico, la corrente Ih che attraversa H, pari a
quella IR che assorbe il carico, cresce esponenzialmente da un valore minimo Imin,per
t=0, ad un valore massimo Imax per t=: ton
tR / L
I = I = E R + (I − E R ) e
h R
(11.25)
min

per cui:
ϑR / L
I max
= E R + (I min − E R ) e (11.26)

L'espressione (11.25) può essere facilmente ricavata, se si considera un generico


periodo di chiusura dell'interruttore H, con condizione iniziale tale che Ih= IR =Imin.
B) Interruttore H aperto (ton < t < T).
Se all'istante t= ton si apre l'interruttore, l'energia immagazzinata dall'induttanza L
consente la circolazione nel carico e nel diodo D di una corrente che decresce
esponenzialmente dal valore massimo Imax al valore minimo Imin per t=T:
− ( R ( t −ϑ )/ L )
I D
= I R
= I max e (11.27)

per cui:

I min = I max e − ( R ( t −ϑ )/ L ) (11.28)

Il rapporto:

I max − I min
= 1- e − ( R ( t −ϑ )/ L ) (11.29)
I max

mostra che l'ondulazione di corrente nel carico è tanto minore, quanto piu' grande è la
costante di tempo L/R rispetto al tempo di apertura (T- ton ) di H. Quindi il carico sarà
attraversato da una corrente IR debolmente ondulata il cui valore medio sarà:

Vm
Im = (11.30)
R

Generalmente i choppers vengono utilizzati in funzionamento a frequenza fissa e a


tempo di conduzione variabile. La scelta della frequenza di funzionamento è un
problema che viene affrontato effettuando un compromesso tra le esigenze di
dimensionamento del chopper e quelle di filtri a monte e a valle di esso.

a) Influenza della frequenza di funzionamento sui componenti del chopper


I dispositivi elettronici di potenza utilizzati per realizzare la funzione
dell'interruttore H hanno perdite legate sia al periodo di conduzione (H chiuso) sia alla
fase di commutazione (apertura o chiusura di H). Tali perdite aumentano con la
frequenza di funzionamento del chopper con un conseguente declassamento delle sue
prestazioni. In più nei choppers a tiristori è necessario un tempo minimo di conduzione,
θmin, per la preparazione del circuito ausiliario di spegnimento (ciò apparirà piu' chiaro
in seguito). Ne segue che il campo di regolazione della tensione media sul carico sarà:
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Vmin ≤ Vm ≤ E (11.31-a)

in cui Vmin è il valore di tensione minimo pari a:


θ min
Vmin = E (11.31-b)
T

è evidente quindi come per ottenere valori piccoli di Vm , fissato θmin sia necessario
scegliere un valore abbastanza elevato di T e quindi limitare il valore della frequenza di
funzionamento prescelta. D'altra parte si può notare che al diminuire di T e quindi
all'aumentare di f aumentano le perdite. Queste due condizioni spiegano il motivo per il
quale, tenendo conto del comportamento dei diversi componenti elettronici, si tende a
lavorare nell'ordine, compatibilmente con i livelli di potenze in gioco, con Mosfet,
IGBT e GTO.

b) Influenza della frequenza di funzionamento sul carico.


Se il carico, alimentato attraverso chopper, è costituito da un motore a c.c.,
l'ondulazione presente nella corrente di uscita del chopper ha effetti negativi sia sulle
perdite addizionali del motore che sulla qualità della commutazione.
Come detto precedentemente, l'ondulazione di corrente è influenzata dalla costante di
tempo del motore e dalla frequenza di funzionamento del chopper. Un valore troppo
basso di frequenza porta a dover prevedere una induttanza di spianamento L molto
ingombrante, pesante e di elevato costo.
L'ondulazione di corrente può essere espressa nella forma:
E − Vm δ
Δ Im = t on = E (1 − δ ) (11.32)
L f L

e raggiunge il valore massimo:


E
Δ I mk = (11.33)
4f L

per δ= 0.5

c) Influenza della frequenza di funzionamento sulla sorgente di alimentazione.


Come mostrato in fig. 11.1 la corrente prelevata dalla sorgente di alimentazione è di
tipo impulsivo. Nel caso in cui la sorgente presenti una impedenza non trascurabile (e' il
caso di un sistema di trazione elettrica, in cui la sorgente di alimentazione in c.c. è
costituita da una sottostazione di conversione che alimenta il carico attraverso una linea
di trazione con induttanza trascurabile), è necessario introdurre un filtro per "spianare"
la corrente di linea; ciò al fine sia di limitare le sovratensioni all'ingresso del chopper,
sia di evitare perturbazioni agli altri utilizzatori. Utilizzatori che nel caso di un sistema
di trazione elettrica sono per esempio i circuiti di segnalazione e telecontrollo.
Il filtro è costituito da una induttanza L e da un condensatore C , per evitare
eventuali fenomeni di risonanza, il periodo corrispondente alla frequenza di
funzionamento del chopper non dovrà essere multiplo intero del periodo proprio del
filtro e dovrà essere verificata la condizione:

2π C0 L0 ≥ T (11.34)
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Con calcoli che qui tralasciamo è possibile mostrare che l'ondulazione, sulla corrente di
linea, diminuisce quanto piu' elevati sono sia valori di L0 e C0, sia il valore della
frequenza di funzionamento del chopper. In particolare il valore di tale ondulazione di
corrente diminuisce con il quadrato di f. Ciò porta ad avere interesse a frequenze di
funzionamento del chopper sufficientemente grandi, al fine di minimizzare il
dimensionamento del filtro.
Valori di un certo interesse sono quelli che vanno dai 500 ai 2000 Hz, ma mentre con i
GTO si possono facilmente ottenere valori compresi tra i 1000 e i 2000 Hz, con i
tiristori è difficile oltrepassare i 500 Hz: attualmente per chopper di potenza elevata i
tiristori disponibili consentono frequenze di funzionamento dell'ordine dei 300÷400 Hz.
Quindi nel caso di choppers di potenza elevata (P > 1000 kW) in cui era necessario
utilizzare tiristori, si cercava di contenere il dimensionamento dei filtri aumentando
artificialmente la frequenza di funzionamento ricorrendo all'accoppiamento di n
choppers elementari, funzionanti ciascuno alla frequenza f, che alimentano in parallelo
il carico. In fig. 11.3 è mostrato un esempio per n=3, il funzionamento di ciascuno
degli n choppers è sfasato rispetto agli altri di T/n, e che dal punto di vista del
dimensionamento ognuno di essi erogherà un valore medio di corrente pari a Im /n, se Im
è il valore medio di corrente assorbito dal carico.
La frequenza di pulsazione della corrente di linea sarà nf, e l'ampiezza di ciascuna
pulsazione sarà n volte piu' piccola di quella che si otterrebbe con un unico chopper, che
eroga al carico lo stesso valore medio di corrente.
Si dimostra che l'ondulazione della corrente di linea è inversamente proporzionale al
cubo del numero di chopper elementari accoppiati in parallelo. Ne segue che, a parità di
ondulazione della corrente ammessa, la disposizione adottata consente di ridurre
considerevolmente il dimensionamento del filtro di linea, inoltre la condizione di non
risonanza del filtro diventa in questo caso:

2π C0 L0 ≥ T/n (11.35)

e cioé meno onerosa da realizzare.


Nei capitoli successivi verrà prima mostrato il funzionamento di un chopper a tiristore,
sopratutto per mostrare i limiti e le difficoltà di utilizzare tale componente e quindi i
motivi che hanno portato allo sviluppo e all’impiego degli altri componenti;
successivamente verranno trattati i principali schemi di convertitori c.c./c.c. oggi
adottati.
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L Lo H
c
+

Lm
D
Vo
E C
o
V
m
-

H1

L H2
c
+
Lo
H3

Lm
D1 D2 D3
Vo
E C
o
V
m
-

Fig. 11.3 - Filtro di alimentazione; a)schema elettrico, b) - Accoppiamento in parallelo


di tre chopper elementari;

2 Convertitori c.c. /c.c. a Tiristori


Saltare l’intero paragrafo

Un tiristore, alimentato attraverso una sorgente in c.c., necessita di un circuito


ausiliario per interrompere la sua conduzione. è proprio per il tipo di circuito di
spegnimento utilizzato che si differenziano tra di loro gli schemi di choppers impiegati.
Se è vero che i choppers a frequenza variabile utilizzano un circuito di spegnimento
relativamente piu' semplice e quindi piu' economico dei choppers a frequenza fissa,
tuttavia il loro impiego è limitato a potenze di valore modesto. D'altra parte i choppers
a frequenza fissa sono generalmente preferiti oltre che per le potenze piu' elevate
ottenibili, anche per la semplicità delle operazioni di regolazione e controllo, nonche'
per la possibilità di dominare gli effetti che essi hanno sulla sorgente di alimentazione
quando questa presenti una impedenza propria non trascurabile. Ci occuperemo, di
seguito, dei choppers a tiristori a frequenza fissa descrivendo le modalità di
funzionamento del tipo di chopper mostrato in fig. 11.4.
Questo tipo di chopper è costituito essenzialmente da un tiristore principale Th1 e da
un diodo di "libera circolazione" D. Gli altri elementi del circuito permettono lo
spegnimento di Th1 attraverso la scarica del condensatore Cd e quindi la regolazione del
tempo di conduzione del chopper. La scarica del condensatore Cd è provocata portando
in conduzione il tiristore ausiliario Th2. Il tiristore Th1' consente l'inversione della
carica immagazzinata in Cd attraverso l'induttanza Ld. Le induttanze μ , utilizzate per
limitare
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L
o

+
Th1 T'
h1 Vc
Vm
L1 C t
Th2 Ld d
E
L i
2 c
Co
Vm
t
-
D
L
Id

I Imax
r
Im
Imin
t

Fig. 11.4 - Chopper a tiristori a frequenza fissa; a)schema elettrico; b)tensioni e


correnti

il di/dt all'istante in cui vengono posti in conduzione i tiristori Th1' e Th2, saranno
considerate nulle per semplificare la descrizione delle fasi di funzionamento del
circuito.

A) Conduzione del tiristore principale Th1


All'istante t = 0 vengono portati in conduzione il tiristore principale Th1 ed il tiristore
d'inversione Th1'. A partire da questo istante quindi la tensione applicata al carico è
quella fornita dalla sorgente (+E), e la corrente I assorbita attraverso Th1 inizia a
crescere a partire da un valore minimo Imin. Contemporaneamente, l'innesco di Th1'
permette al condensatore Cd (inizialmente carico con le polarità indicate in fig. 11.23-a
ad una tensione circa pari a +E) di oscillare con l'induttanza Ld: dopo un tempo pari al
semiperiodo del circuito oscillante, la corrente Ic si annulla e produce lo spegnimento
del tiristore Th1' con il conseguente arresto del fenomeno oscillatorio. Il condensatore Cd
resta quindi carico ad una tensione pari circa a -E. Il tiristore ausiliario Th2 che prima
dell'istante t=0 si trovava in conduzione, all'accensione del tiristore principale Th1 viene
interdetto. Nella descrizione dei fenomeni si è ipotizzata per semplicità la
contemporanea accensione dei tiristori Th1 e Th'1. In realtà è necessario ritardare
l'accensione di Th1' rispetto a Th1 in modo da applicare su Th2 una tensione inversa per il
tempo sufficiente, affinche' questi recuperi le sue proprietà di blocco. Successivamente
l'inversione di polarità del condensatore Cd lo pone in uno stato di "disponibilità" alla
conduzione, cioe' Th2 si trova sottoposto ad una polarizzazione diretta che consentirà il
passaggio allo stato di conduzione non appena verrà inviato un opportuno segnale
all'elettrodo di comando del tiristore.
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B) Conduzione del tiristore ausiliario Th2


All'istante t= T1 viene portato in conduzione il tiristore ausliario Th2 attraverso un
segnale inviato al suo elettrodo di comando. Ne segue che istantaneamente una
tensione inversa pari a circa -E è applicata ai capi del tiristore principale Th1
provocandone l'interdizione. La corrente viene fornita al carico dalla scarica del
condensatore Cd attraverso il tiristore Th2. Mentre il condensatore Cd si scarica sul
circuito di carico, la sorgente provvede a ricaricarlo con polarità inversa (uguale a
quella di fig. 11.23-a) sino al valore +E. Il fenomeno di inversione di carica del
condensatore Cd dura un tempo pari a T= 2E Cd/I, tale intervallo di tempo dovrà essere
molto grande rispetto al tempo necessario al tiristore Th1 per recuperare le proprietà di
blocco. La tensione applicata al carico decresce durante la scarica del condensatore dal
valore +2E fino ad annullarsi nell'istante in cui la sorgente ha ricaricato con polarità
inversa +E il condensatore Cd. A causa della ricarica con polarità inversa del
condensatore Cd anche la tensione ai capi dei tiristori Th1 e Th1' si inverte divenendo una
tensione di polarizzazione diretta che pone i tiristorei in uno stato di "disponibilità" alla
conduzione.

C) Conduzione del diodo di libera circolazione D


Allorche' all'istante t= T1+ T2= θ la tensione di carica del condensatore Cd è uguale a
quella della sorgente, il diodo D, fino ad allora sottoposto ad una tensione inversa, inizia
a condurre, poiche' come detto al punto B) in questo istante si annulla la tensione
applicata al carico. La corrente di carico si richiude perciò attraverso il diodo di libera
circolazione D ed è sostenuta dalla energia immagazzinata nella induttanza di
spianamento L.
Tale corrente decresce da un valore massimo IM ad un valore minimo Imin dall'istante
t= θ all'istante t= T pari al periodo corrispondente alla frequenza di funzionamento del
chopper.
All'istante t= T le fasi di funzionamento del circuito riprendono secondo la sequenza
descritta nei precedenti punti A) e B).
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3 Convertitore Buck

Questo convertitore del tipo c.c./c.c., detto anche abbassatore (step-down), produce
una tensione di uscita Vo inferiore alla tensione di ingresso Vd. Se si suppone che il
carico sia resistivo puro, che lo switch (fig.11. 5) abbia un tempo di chiusura pari a ton e
di apertura pari a toff con T= ton +toff, la tensione di uscita può scriversi:
Vo=Vd δ, con δ = ton/T.

Fig. 11. 5 - Schema del Buck (step-down) Converter

In figura 11. 5 è mostrato lo schema realizzativo di questo convertitore, in esso


compare oltre allo switch ed al blocco di comando a logica PWM (power wave
modulation) anche un filtro LC, passa basso, per diminuire la fluttuazione sulla tensione
di uscita la cui frequenza di taglio deve essere inferiore alla frequenza di switching. In
tale figura si può anche osservare la presenza di un diodo che consente nel periodo toff
il passaggio della corrente induttiva del filtro o del carico se questo non è resistivo
puro. Infine la capacità deve essere scelta abbastanza grande in modo che la tensione
sul carico resti per quanto possibile costante, cosicché la corrente che scorre
nell'induttanza del filtro resti quasi uguale alla corrente sul carico, essendo molto
piccola la corrente assorbita dalla capacità.
Tale tipo di convertitore può funzionare sia in modalità continua che discontinua, a
seconda che la corrente che scorre nel carico sia continua o discontinua.

3.1 Modalità Continua


In questo modo di funzionamento la corrente Io che scorre nel carico è sempre
unidirezionale e diversa da zero; allorché lo switch è nell'intervallo di tempo ton il
diodo è polarizzato inversamente e la corrente nell'induttanza cresce in modo da
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aumentare l'energia magnetica nell'induttore, ai cui capi verrà a cadere una tensione Vd-
Vo. Quando lo switch è , invece , nell'intervallo di tempo toff la corrente che scorre
nell'induttanza decresce ed ai capi di questa vi sarà una d.d.p. Vl= -Vo .

Fig. 11.6 - Buck converter in modalità di conduzione continua, a) circuito nel periodo
ton, b) circuito nel periodo toff

In condizioni di regime l'energia immagazzinata nell'induttanza nel periodo ton deve


essere uguale a quella ceduta durante il toff, o considerando costante la corrente il flusso
all’inizio ed alla fine del periodo T resta invariato, quindi l'integrale della tensione in un
periodo deve essere nullo. Pertanto il flusso nell’induttanza vale:

(Vd -Vo )ton = Vo toff =Vo (T- ton )

V0 t on
= =δ
Vd T

inoltre, trascurando le perdite di potenza nei diversi elementi circuitali, si ha:

I0 T 1
= =
I d t on δ

In questa modalità di funzionamento, il circuito si comporta come un trasformatore, in


cui il rapporto spire è sostituito dal rapporto δ che varierà tra 0 ed 1.

3.1.1 Convertitore Step-down con carico R-L serie


Si consideri il circuito di fig. con un carico R-L serie, l’equazione differenziale che lo
regola può essere vista nei due modi di funzionamento , il modo 1 in cui lo switch è on
e quello in cui lo switch è off.
Modo 1 per 0<t<ton
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di1 (t )
V (t ) = Ri1 (t ) + L
dt
La cui soluzione come può ricavarsi dagli sviluppi riportati in appendice vale:
V (t )
i1 (t ) = I 1e −t τ +
R
( )
1 − e −t τ
con I1 pari al valore di i1(t) nell’istante t=0+, alla fine del modo cioè per t=ton la corrente
i1(t)=I2.

Modo 2 per ton<t<ton+toff.


L’equazione differenziale che governa il sistema vale:
di (t )
0 = Ri2 (t ) + L 2
dt
ricordando che la corrente nell’istante iniziale del modo vale I2, la corrente può
scriversi:
i2 (t ) = I 2 e −t τ ed alla fine del modo, cioè per t= ton+toff. la corrente i2(t) è pari ad I1.

3.2 Modalità di conduzione discontinua

Si può osservare che al variare dei valori dei parametri del circuito si giunge a una
modalità di conduzione della corrente nel carico discontinua; nella zona di confine tra
questa modalità e quella di conduzione continua prima analizzata, la corrente Il
nell'induttanza, al termine del periodo T, giunge ad annullarsi, per poi crescere per il
periodo ton, e decrescere fino ad annullarsi nuovamente al termine del periodo toff.
Il valore limite medio della corrente che scorre nell'induttanza, vale:
(Vd − V0 ) = δ T (Vd − V0 ) = T Vd (1 − δ )δ
I l , picco t on
I lb = =
2 2L 2L 2L

se il valore medio della corrente il (t) scende al di sotto di Ilb il funzionamento diventa
discontinuo.

Fig.11.7 – Corrente limite al variare di δ


Analizziamo di seguito il caso di funzionamento discontinuo con Vd costante e Vo
variabile al variare di δ . Si può osservare che che il valore massimo di corrente limite
Ilb si ha per un valore di δ pari a 0.5, e quindi
T Vd
I lbmsx =
8L
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e quindi Ilb = 4 Ilb,max δ(1-δ).


Se si mantengono costanti tutti i parametri del circuito, aumentando solo il valore della
resistenza di carico, il valore medio di corrente nell'induttanza diminuisce mentre
aumenta il valore Vo, vi sarà pertanto un periodo di tempo δ2T in cui la corrente non
scorre piu' nel carico, e quindi solo in una parte del tempo toff, pari a δ1 , la corrente di
carico sarà diversa da zero. Si può pertanto scrivere:
t t off
δ = on ; δ1 + δ 2 =
T T
(Vd − V0 )δ T = −V0 δ 1 T
(Vd )δ T = V0 (δ + δ 1 )1 T

V0 δ
=
Vd δ + δ 1

il valore di picco della corrente che scorre nell'induttanza sarà:


V
I L picco = 0 δ 1 T
L

e quindi il valore medio di corrente Io può ricavarsi a partire dal valore massimo,
tenendo conto che il tempo in cui passa la corrente nell’induttanza è pari a (δ +δ1 )T
δ + δ1
I0 = I lpicco
2

Fig.11.7 - Convertitore Buck, caratteristiche di funzionamento di conduzione continuo e


discontinuo nel piano V0/VD, I0/ILB,max

sostituendo ad Il,picco il valore massimo della corrente limite, si ottiene il valore del
rapporto V0/Vd.
I0 V0 δ2
δ1 = δ ; =
4 I lb max Vd I0
δ2
4 I lb. max

Nella figura 11. 7 è riportata la zona di funzionamento continuo e discontinuo al variare


di Vd. Infine per il circuito di fig. 11. 5, sono mostrati in fig.11. 7 i valori della tensione
ai capi dello switch, dell'induttanza e del carico, e le relative correnti per il caso
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continuo e per quello discontinuo. Il ripple di tensione in uscita può essere calcolato,
considerando un valore di capacità finito, a partire dal valore picco-picco della Vo .
ΔQ 1 1 ΔI L T
ΔV0 = =
C C 2 2 L

con Δ I L 2 picco del ripple di corrente che scorre nell’induttanza per un tempo Ts/2.
V
ΔI L = 0 (1 − δ )T
L

2
ΔV0 1 T 2 (1 − δ ) π 2 ⎛f ⎞
= = (1 − δ )⎜⎜ c ⎟⎟
V0 8 LC 2 ⎝ fs ⎠

in cui fc è la frequenza di oscillazione del filtro LC ed fs la frequenza di switching.

4 Convertitore Boost
Questo convertitore del tipo c.c./c.c., detto anche innalzatore (step-up), produce una
tensione di uscita V0 superiore alla tensione di ingresso Vd, è per es. utilizzato nella
frenatura a recupero dei motori in cc. Se si suppone che il carico sia resistivo puro, che
lo switch abbia un tempo di chiusura pari a ton e di apertura pari a toff con T= ton +toff.
In figura 11. 8 è mostrato lo schema realizzativo di questo convertitore, in esso
compaiono oltre allo switch con blocco di comando a logica PWM anche un diodo di
ricircolo con filtro LC, passa basso, ed una capacità, i cui significati ed impieghi sono
già stati trattati nel convertitore buck.
Tale tipo di convertitore può funzionare sia in modalità continua che discontinua, a
seconda che la corrente che scorre nel carico sia continua o discontinua.

Fig.11. 8 - Convertitore Boost, schema realizzativo e funzionamento.


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4.1 Modalità Continua


In questo modo di funzionamento la corrente Io che scorre nel carico è sempre
unidirezionale e diversa da zero; allorche' lo switch è nell'intervallo di tempo ton il
diodo è polarizzato inversamente e la corrente nell'induttanza cresce in modo da
aumentare l'energia magnetica nell'induttore, ai cui capi verrà a cadere una tensione
l'intera tensione applicata Vd. Quando lo switch è , invece , nell'intervallo di tempo toff
la corrente che scorre nell'induttanza decresce ed ai capi di questa vi sarà una d.d.p. Vl=
Vd- Vo .
In condizioni di regime l'energia immagazzinata nell'induttanza nel periodo ton deve
essere uguale a quella ceduta durante il toff, pertanto:
− (Vd − V0 )t off = Vd t on
V0 T 1
= =
Vd t off 1 − δ

inoltre, trascurando le perdite di potenza nei diversi elementi circuitali, si ha:


I 0 Vd
= = 1−δ
I d V0

4.2 Modalità di conduzione discontinua

Si può osservare che al variare dei valori dei parametri del circuito si giunge a una
modalità di conduzione della corrente nel carico discontinua; nella zona di confine tra
questa modalità e quella di conduzione continua prima analizzata, la corrente
nell'induttanza Il al termine del periodo T giunge ad annullarsi, per poi crescere per il
periodo ton, e decrescere fino ad annullarsi nuovamente al termine del periodo toff.
Conversione statica - Convertitori c.c. /c.c. - Cap. XI A.A. 2006/2007 16

Fig.11. 9 - Convertitore Boost, caratteristiche di funzionamento di conduzione continuo


e discontinuo

Il valore limite della corrente che scorre nell'induttanza, vale:


I l , picco t on TV
I lb = = Vd = 0 (1 − δ )δ
2 2L 2L

molto importante in questo tipo di convertitore è anche il valore medio della corrente
della corrente di uscita sul carico
TV
I 0b = 0 δ (1 − δ )
2

2L

se il valore medio della corrente il(t) scende al di sotto di Ilb il funzionamento diventa
discontinuo.
Posto Vo costante e quindi la tensione di ingresso variabile, si osserva che il valore
massimo di corrente limite si ha per un valore di δ pari a 0.5, e quindi
TVd
I lb ,max =
8L

e quindi Ilb = 4 Ilb,max δ(1-δ), mentre il valore massimo di corrente di uscita si raggiunge
per δ= 0.33, con
δ (1 − δ )2 I 0b ,max
27
I 0b =
4

Se si mantengono costanti tutti i parametri del circuito diminuendo solo il valore della
resistenza di carico, e quindi della potenza di carico, pur mantenendo costanti Vd e δ, la
corrente nell'induttanza diventa discontinua, e aumenta il valore V0.
Conversione statica - Convertitori c.c. /c.c. - Cap. XI A.A. 2006/2007 17

(Vd- Vo) δ1T = (- Vd)δ T

V0 δ 1 + δ I
= = d
Vd δ I0

il valore medio della corrente di ingresso uguale al valore di corrente nell'induttanza


può scriversi:
Vd
Id = (δ 1 + δ )δ T
2L

Poiche' V0 dovrà rimanere costante, in caso di funzionamento discontinuo δ dovrà


variare in funzione del carico. Se tale regolazione non viene effettuata V0 non resta
costante, ed una energia pari a

L 2 (V δ T ) 2
I l , picco = d
2 2L

viene fornita dalla sorgente al condensatore ed al carico, con possibilità di danneggiare


il condensatore stesso.
Nel caso di funzionamento discontinuo il ripple di tensione in uscita ΔVo è pari
all’integrale del ripple di corrente che scorre nel diodo. Infatti assumendo costante la
corrente Io, il ripple della corrente nel diodo viene assorbito dal condensatore, e va a
formare il ripple di tensione. Tale variazione se il carico è resistivo può scriversi:

ΔQ Iδ T V0 δ T
ΔV0 = = =
C C R C

5 Convertitore Buck-Bust
Il convertitore , cosidetto buck-bust, è ottenuto dalla connessione in cascata dei due
convertitori: quello step down e quello step up. Trova applicazione nei regolatori di
tensione continua in cui il morsetto negativo della tensione in uscita ha un valore in
modulo maggiore o minore del valore di tensione in ingresso, e la polarità è invertita
rispetto al terminale comune della tensione in ingresso. In regime permanente il
rapporto tra la tensione di ingresso e di uscita è fornita al variare del duty cicle δ dalla
espressione:
Conversione statica - Convertitori c.c. /c.c. - Cap. XI A.A. 2006/2007 18

Fig.11.10- Convertitore Buck-Bust, schema elettrico e funzionamento in conduzione


continua

In fig. 11.10 (a) è riportato lo schema del convertitore , si può osservare che quando lo
switch è chiuso fig.11.10 (b) l'energia dalla sorgente va a caricare l'induttanza, quando
invece lo switch è aperto, fig 11.10 (c), l'energia immagazzinata nell'induttanza è
trasferita al carico, si tenga presente che il valore di capacità C deve essere elevata
affinche' la tensione ai capi del carico resti costante. In fig. 11.10 ( c) è riportato infine
l'andamento della tensione e della corrente sull'induttanza, e dall’esame del verso di Io
si può osservare l’inversione di polarità nella tensione di uscita. Pertanto lungo un
intero periodo Ts la variazione di flusso e quindi l'integrale della tensione vale:

Vd δ T + (-Vo) (1-δ) T = 0

da cui
V0 δ I 1− δ
= ; 0 =
Vd 1 − δ Id δ

Dalle equazioni precedenti si può osservare come al variare del duty cicle il valore di
tensione in uscita può essere maggiore o minore di quella in ingresso. Il punto di
psssaggio tra la conduzione continua e quella discontinua può ricavarsi tenendo conto
che per tale funzionamento la corrente al termine di Ts deve annullarsi.
Pertanto il valore medio della tensione sull'induttanza e quello in uscita saranno :

Ts Vd T V
I lb = I l , picco = δ = s 0 (1 - δ )
2L 2L
Conversione statica - Convertitori c.c. /c.c. - Cap. XI A.A. 2006/2007 19

I 0b = I lb − I d = I lb − δ I lb = I lb (1 − δ )
Ts V0
Il 0 = (1 - δ ) 2
2L

In fig.11.11(a) è riportato l'andamento della corrente e della tensione ai capi


dell'induttanza nel caso di funzionamento discontinuo, scrivendo l'integrale di tale
tensione per il periodo αT, eguagliato all’integrale dell’energia magnetica
nell’induttanza nel periodo (δ +δ1)Ta zero, si ottiene il valore di Il al variare di δ, ed in
fig. 11.31 (b) è riportata la caratteristica Vd/V0 mantenendo V0 costante.

Vd δ Ts + (-Vo) δ1 Ts = 0 con Ts = δ Ts + δ1 Ts + α2 Ts

V0 δ I 0 δ1
= ; =
Vd δ 1 Id δ

Vd
Il = δ TS (δ + δ 1 )
2L

Fig.11.11. - Convertitore Buck Bust, a) forme d'onda in funzionamento discontinuo, b)


caratteristiche del rapporto Vd/V0 al variare di δ (duty cycle).
Conversione statica - Convertitori c.c. /c.c. - Cap. XI A.A. 2006/2007 20

6 Convertitore CUK
Questo convertitore prende il nome dal suo inventore, è simile come funzionamento al
convertitore Buck Bust ed è ottenuto da questo utilizzando il principio di dualità. In fig.
11.32 è riportato lo schema circuitale.

Fig.11.12 - Convertitore Cuk, schema circuitale.

allorche' lo switch è chiuso l'energia dalla sorgente và a caricare l'induttanza L1, mentre
il carico, la capacità C di livellamento e l'induttanza L2 sono alimentati dalla capacità
C1, quando invece lo switch è in condizione di off, l'energia immagazzinata
nell'induttanza viene trasferita alla capacità C1 e il carico è alimentato dalla induttanza
L2. Pertanto l'integrale delle tensioni sia ai capi di L1che di L2, fatto in un periodo, può
scriversi:

L1 ⇒ Vd δ T + (Vd − Vc1 )(1 − δ )T = 0 ⇒


1
Vc1 = Vd
1−δ
L2 ⇒ (Vc1 − V0 )δ T + (− V0 )(1 − δ )T = 0 ⇒
1
Vc1 = V0
δ
da cui si ottiene:
V0 δ I0 1− δ
= ; =
Vd 1 − δ Id δ
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V
L1
i Vd
L1 i
L2
on

+ -
t
V V c1 V L2 off
L1
V d -V c1=V o
R
V C V
d o

- V L2
+
V c1 -V o
i on
o

off t

-Vo
i i
L1 L2

+ - iL1
V V c1 V L2
L1
I l1
R
V C V
d o

t
- +
iL2

i
o
I
l2

Fig. 11.13- Forme d'onda di corrente e tensione nel convertitore Cuk.

Un vantaggio di questo circuito rispetto al convertitore Buck-Bust è dato dal fatto che
in questo la corrente di ingresso e quella pilotata sono abbastanza libere da ripple,
contrariamente al primo convertitore in cui tale fenomeno è molto accentuato, uno
svantaggio significativo è invece rappresentato dall'elevato ripple di corrente che passa
nel condensatore C1.

7 Convertitore a ponte

Il chopper a ponte (full-bridge) ha una struttura che ne consente l'impiego anche come
inverter (cc/ca), ciò che differenzia il funzionamento nei due casi è il controllo degli
switches, cioè la loro sequenza di commutazione. Esso può funzionare nei quattro
quadranti del piano V0-I0 o C-n, il che lo fà preferire in molti casi per l'alimentazione di
un azionamento in corrente continua in cui si vuole il rovesciamento sia della coppia
che della velocità.
Lo schema del convertitore è riportato in fig.11.14, in cui vi sono due switch e due diodi
di libera circolazione per ramo posti in antiparallelo. La tensione di ingresso è fissa e
pari a Vd, mentre quella di uscita è pari a V0 può essere controllata in ampiezza e
polarità , variando gli istanti di conduzione degli switches. Si ricordi che gli switch
dello stesso ramo non possono condurre simultaneamente, per evitare ct. ct. che
distruggerebbero i componenti del ramo, in pratica anzi vi sarà un intervallo di tempo
(blanking-time) molto piccolo (blanking time) in cui ambedue gli switch saranno in
condizione di off, e si trascura tale condizione allora la corrente scorrerà sempre in un
ramo. La presenza dei diodi in antiparallelo comporta una distinzione fra lo stato on e
quello di conduzione di uno switch. Infatti se uno switch è acceso ma la corrente ha
verso opposto a quello ammesso dallo switch stesso allora la corrente scorrerà nel diodo
Conversione statica - Convertitori c.c. /c.c. - Cap. XI A.A. 2006/2007 22

in antiparallelo, se invece la corrente scorre nel verso ammesso dallo switch, si può dire
che questo è nello stato conducting time, ovviamente nello stato off tale distinzione non
esiste. Si consideri il ramo A di fig.11.14, la tensione Van rispetto al polo negativo n può
dedursi da:
1) quando Ta è on la corrente scorre attraverso Ta se Io è positivo o attraverso Da se
negativo, in ambedue i casi si avrà:
van =Vd
2)quando Tc è on, la corrente scorre in Tc se negativa ed in caso contrario scorre in Dc,
quindi:
van=0

Da quanto sopra emerge che Van dipende, in un periodo Ts, solo dallo stato degli switch
Ta e Tc del ramo A ed è indipendente dal verso della corrente Io, dipende pertanto solo
da Vd e dal duty cicle δ. Pertanto può scriversi:
Vd t on + 0 t off
Van = = δ Vd
Ts
Per il ramo B è possibile, ragionando nello stesso modo di quanto fatto per il ramo A,
giungere alle conclusioni sinteticamente sotto riportate:

1) TB=on e TD=off Vbn= Vd


2) TB=off e TD=on Vbn= 0

quindi in un periodo Ts la tensione Vbn, in funzione del duty cycle β può scriversi:
Vbn = β Vd
Pertanto la tensione di uscita Vo ai capi del carico è data dalla differenza tra Van e Vbn
ed è indipendente dalla grandezza e direzione della corrente.

Fig.11.14 - Convertitore c.c./c.c. a ponte.

Quindi l'uscita del convertitore V0=Van-Vbn può essere controllata regolando i duty
cycle degli switch ed è indipendente dall'ampiezza e dal verso di i0. Il controllo di
questo convertitore è diverso da quello degli altri convertitori cc/cc che funzionano in
un solo quadrante ed in cui V0 non cambia polarità. In quelli è infatti sufficiente
confrontare la Vcontrol con una a dente di sega che non cambia polarità, in questo
invece il confronto deve essere realizzato con una tensione triangolare di frequenza pari
a quella ddella portant, e che cambia polarità. Vi sono due possibilità' di funzionamento,
quella PWM bipolare in cui la coppia Ta etc e la coppia Tb e Td passano insieme dallo
Conversione statica - Convertitori c.c. /c.c. - Cap. XI A.A. 2006/2007 23

stato on allo stato off e viceversa , e quello cosiddetto PWM unipolare in cui i singoli
elementi di una coppia lavorano scollegati.
Nel caso bipolare i segnali di gate si identificano dal confronto tra una funzione
triangolare Vtri, a frequenza 1/Ts e una funzione di controllo Vcontrol. Finché Vcontrol>Vtri
la coppia TA e TD è on mentre TC e TB sono off, ne segue che:
Van = Vd e Vbn = 0

Quando Vcontrol<Vtri, la coppia TA -TD va in off mentre la TB e TC va in on e si ha:


Van = 0 e Vbn = Vd

In fig. 11.15 è riportato a) l'andamento della Vcontrol e della Vtri, b) la tensione Van ai
capi del ramo A del convertitore, c)la tensione Vbn ai capi del ramo B del convertitore,
d) la tensione Vo =Van-Vbn ai capi del carico, e)la corrente di carico nel caso I0>0, f) la
corrente di carico nel caso I0<0.

Fig. 11.15 - Grandezze caratteristiche in un chopper a ponte nel funzionamento bipolare

Come si può osservare dalla 11.40 l'istante t1 in cui Vcontrol =Vtri è:


t V T
Vtri = Vmx ; t1 = control s
Ts Vmx 4
4
con Vmx valore massimo della triangolare, dalla figura si può' inoltre osservare che il
periodo di tempo in cui conducono TA e TD è :
T 1⎛ V ⎞
t on = 2t1 + s 4 = ⎜ Ts + control Ts ⎟
2⎝ V mx ⎠

Il duty cycle della coppia TA TD sarà allora


Conversione statica - Convertitori c.c. /c.c. - Cap. XI A.A. 2006/2007 24

t on 1 ⎛ Vcontrol ⎞
δ = = ⎜1 + ⎟⎟
Ts 2 ⎜⎝ Vmx ⎠

La tensione V0, che dà il nome di bipolare al tipo di funzionamento, può allora scriversi
in funzione del duty cycle come
V
V0 = Van − Vbn = (δ − β )Vd = (2δ − 1)Vd = control Vd
Vmx

Il controllo del secondo tipo di funzionamento, detto di modulazione unipolare in


quanto la tensione V0 è sempre maggiore di zero, si basa sulla proprietà che disponendo
TA e TB simultaneamente on si portano i morsetti ai capi del carico allo stesso
potenziale V0=0, lo stesso effetto si ottiene portando simultaneamente on TC e TD.
Questo fatto può' essere sfruttato per migliorare la forma d'onda della tensione di uscita,
e può essere realizzato confrontando la Vtri con una Vcontrol per determinare i segnali di
commutazione del ramo A e con una -Vcontrol per i segnali del ramo B. In fig. 11.16 è
riportato a) l'andamento della Vcontrol , della -Vcontrol e della Vtri, b) la tensione Van ai capi
del ramo A del convertitore, c)la tensione Vbn ai capi del ramo B del convertitore, d) la
tensione Vo =Van-Vbn ai capi del carico, e)la corrente di carico nel caso I0>0, f) la
corrente di carico nel caso I0<0.

Fig. 11.16 - Grandezze caratteristiche in un chopper a ponte nel funzionamento


unipolare

Si può osservare che la tensione V0 assume sempre lo stesso segno mentre le correnti
possono essere sia positive che negative, inoltre l'espressione che lega il valore medio di
V0 alla Vcontrol resta ancora valida.
Se la fs è la stessa nei due tipi di funzionamento, la modulazione unipolare genera una
forma d'onda della tensione di uscita migliore, ciò in quanto l'effettiva frequenza di
switching è doppia e quindi le armoniche hanno frequenza multipla non di fs ma di 2fs,
ed il contenuto armonico è minore perché le armoniche dispari hanno minore ampiezza
e tutto ciò porta ad un ripple ridotto.
Conversione statica - Convertitori c.c. /c.c. - Cap. XI A.A. 2006/2007 25

.
Conversione statica - Convertitori c.c. /c.c. - Cap. XI A.A. 2006/2007 26

8 Confronto fra i convertitori cc/cc non isolati

I convertitori step-down, step-up, buck-boost e cuk consentono il passaggio della


corrente solo in un senso, mentre ciò non avviene nel full bridge che lavora invece nei
quattro quadranti.
Per valutare come gli switch sono utilizzati nei diversi chopper, si effettuino le seguenti
ipotesi:
1) la corrente media sul carico I0, nel funzionamento non discontinuo, è pari alla
corrente nominale ammessa dal convertitore ed ha un ripple trascurabile.
2) la tensione di uscita v0(t) ha un valore medio V0 pari alla tensione nominale ed ha un
ripple trascurabile.
3) nel caso in cui la tensione di ingresso Vd varii, il duty cycle δ deve essere fatto
variare in modo da mantenere costante V0.
4) la potenza P0=V0 I0 è dunque la potenza nominale di uscita dal convertitore.

Sotto le ipotesi sopradette, può essere calcolato il massimo valore Vt di tensione cui è
sottoposto lo switch ed il massimo valore di corrente It che scorre nello stesso, da queste
grandezze è possibile fissare la potenza nominale dello switch e la potenza di
dimensionamento (Pt=Vt It).
In fig. 11.17 è mostrato per alcuni convertitori il fattore di utilizzazione P0/Pt al variare
del duty cycle δ, con Po e Pt rispettivamente potenza di uscita e di dimensionamento.
Si può osservare che per il buck-boost ed il Cuk il valore di δ per cui l’utilizzazione
è massima cade per un valore di δ intorno a 0.5. Dal grafico si può vedere che dove è
possibile è meglio utilizzare il buck ed il boost, il full bridge è preferibile se si deve
lavorare sui quattro quadranti, mentre il Cuk ed il buck - boost sono da preferirsi se si
vuole una inversione di polarità della tensione in uscita. Invece per quanto riguarda il
buck ed il boost poiche' il massimo di utilizzazione si ha per δ=0 e per δ=1 una buona
utilizzazione si ha se la tensione di uscita V0 nel suo range di variazione è dello
stesso ordine di quella di ingresso Vd.

Fig.11.17 - Confronto tra diversi convertitori cc/cc, in funzione del duty-cycle.


Conversione statica - Convertitori c.c. /c.c. - Cap. XI A.A. 2006/2007 27

9 Appendice
Si consideri un circuito R-L serie al quale dall’istante t=0 in poi viene applicata una
tensione V.
Applicando la seconda legge di Kirchhoff si può scrivere:
di (t )
Ri (t ) + L = V (t )
dt
effettuando la trasformata di Laplace per ciascun termine dell’equazione precedente si
ha:
V ( s)
RI ( s) + sLI ( s) − Li (0+) =
s
in cui i(0+) rappresenta la corrente che scorre nel circuito R-L prima dell’applicazione
della tensione V(t). Nel caso in cui questa corrente è nulla si può scrivere:
V ⎛1⎞ 1
I (s) = ⎜ ⎟
L⎝s⎠s+ R L
la cui antitrasformata risulta pari a:
V
( )
i (t ) = 1 − e −t τ con τ =
R
L
R
Se la corrente prima della applicazione della V(t) è diversa da zero e vale Io,
supponendo il sistema, nei suoi componenti, lineare applichiamo la sovrapposizione
degli effetti, l’equazione in termini di trasformata di Laplace si può scrivere:
I0
I ( s) =
s+R L
la cui antitrasformata risulta pari a:
( )
i (t ) = I 0 e −t τ con τ =
L
R
Se contemporaneamente si hanno ambedue le sorgenti, la corrente che scorre nel
circuito è pari a:
( V
)
i (t ) = I 0 e −t τ + 1 − e −t τ con τ =
R
L
R

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