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NELLE STRUTTURE
OSPEDALIERE
c) le reti di distribuzione dei gas medicali devono essere disposte in modo tale
da non entrare in contatto con reti di altri impianti tecnologici ed elettrici.
Devono essere altresì opportunamente protette da azioni meccaniche e
poste a distanza adeguata da possibili surriscaldamenti. La distribuzione
all'interno del compartimento deve avvenire in modo da non determinare
sovrapposizioni con altri impianti. Eventuali sovrapposizioni per
attraversamenti sono consentite mediante separazione fisica dagli altri
impianti ovvero adeguato distanziamento;
d) i cavedi attraversati dagli impianti di gas medicali devono essere ventilati
con aperture la cui posizione è individuata in funzione della densità dei gas
utilizzati;
e) gli impianti di distribuzione dei gas medicali devono essere realizzati e
sottoposti ad interventi di controllo e manutenzione nel rispetto delle
disposizioni legislative e regolamentari vigenti, delle norme di buona tecnica
o, in assenza di dette norme, delle istruzioni fornite dal fabbricante e/o
dall'installatore.
Decreto 18 settembre 2002
CONDOTTE AERAULICHE
Essi si differenziano dal sistema a due tubi per il fatto che i ventilconvettori
possono essere alimentati in ogni stagione con acqua calda o refrigerata in
base alle necessità. Non è più quindi necessario che l'aria primaria assolva
il compito di annullare i carichi per trasmissione e, pertanto, la portata di
aria primaria viene calcolata per garantire il minimo di rinnovo con aria
esterna ed il controllo dell’umidità. La possibilità che ha questo sistema di
raffreddare e riscaldare zone diverse, contemporaneamente, lo fa preferire
ad un sistema a due tubi in edifici con zone perimetrali dotate di ampie
superfici vetrate che determinano carichi ambiente sensibili elevati e
variabili anche in ciclo invernale o carichi ambiente negativi sensibili elevati
in ciclo estivo (zone vetrate a nord). L'aria primaria mantiene per tutto l'anno
condizioni tennoigrometriche costanti e viene immessa in condizioni di
saturazione (14-15°C). Non è necessario, infatti, provvedere a
commutazione stagionale, in quanto il riscaldamento degli ambienti con
carichi sensibili negativi nelle stagioni intennedie è effettuato dai
ventilconvettori. Ciò significa che nelle stagioni intermedie, rispetto
all'impianto a due tubi, non si corre il rischio di dovere annullare il calore di
postriscaldamento dell' aria primaria con il ventilconvettore in funzione con
acqua refrigerata.
CLIMATIZZAZIONE Impianti Misti Aria Acqua
Tra gli indubbi vantaggi che tale tipologia impiantistica può offrire rispetto ad
altre ricordiamo:
• Basse portate d'aria con conseguente diminuzione degli spazi richiesti per
l'installazione delle canalizzazioni
• Assenza di ricircolo d'aria e quindi di possibili contaminazioni tra i vari
ambienti
• Regolabilità individuale grazie alla possibilità di impostare localmente,
generalmente tramite un termostato ambiente, la temperatura desiderata di
esercizio
• Flessibilità sia in fase di installazione che di eventuale risistemazione degli
ambienti grazie alla facilità con la quale possono eventualmente essere
"spostati" i mobiletti ventilconvettori.
Per contro tale tipologia impiantistica presenta anche alcune problematiche
che possono principalmente essere così riassunte:
• Impegno manutentivo elevato per effetto della presenza di numerosissimi
motori elettrici, elementi filtranti e possibili fonti di proliferazione batterica
(pari almeno al numero di ventilconvettori).
• Accortezza progettuale per garantire il mantenimento delle condizioni di
progetto anche nelle mezze stagioni.
CLIMATIZZAZIONE Impianti a Tutta Aria
• batteria di raffreddamento:
E' attiva (attraversata da portata d'acqua) solo nel regime estivo.
Viene regolata sulla base dei valori forniti dalla sonda di temperatura
T2 posta in ambiente o, meglio, sul canale della ripresa.
• umidificatore:
La regoIazione dell'umidificatore, di qualunque tipo sia, avviene
tramite la sonda di umidità H1 posta in ambiente o sul canale di
ripresa.
• batteria di post-riscaldamento:
E' attiva tutto l'anno. In regime invernale viene comandata dalla sonda
T2 della temperatura ambiente; in regime estivo può essere
comandata dalla sonda d'umidità posta sul canale della ripresa.
CLIMATIZZAZIONE Impianti a Tutta Aria
PREVENZIONE E CONTROLLO
LEGIONELLOSI
FATTORI DI TRASMISSIONE E RISCHIO
solo per aereosol (respirazione) con batteri molto aggressivi tra 20°-50°C
presenti in numero elevato respirati profondamente e in modo persistente
da persone debilitate e a rischio quali:
– età elevata (sotto i 50 anni i casi sono rari);
– sesso maschile (rari casi tra le femmine);
– fumatori, portatori di malattie respiratorie, di cancro, diabete, epatiti,
alcolismo.
PREVENZIONE E CONTROLLO LEGIONELLOSI
FATTORI DI MOLTIPLICAZIONE
acque poco pulite;
depositi di polveri e scorie varie;
presenza di umidità;
superfici ruvide es. arrugginite, corrose, ecc.;
temperatura adeguata
< 20°c sopravvive senza proliferare
37°c condizioni di massima crescita
46°c cessa la crescita ma è attiva
60°c muore in pochi minuti
70°c muore istantaneamente
PREVENZIONE E CONTROLLO LEGIONELLOSI
GENERATORI DI INFEZIONE
• soffione doccia;
• rompigetto rubinetti;
• rami morti;
• torri evaporative (massimo rischio);
• umidificatori ad acqua (portatili e non);
• filtri lavatori ad acqua;
• nebulizzatori;
• fontane a getto;
• accumuli d'acqua tiepida;
• addolcitori;
• lavaocchi e docce di sicurezza;
• ristagni d'acqua;
• sprinklers e reti antincendio.
PREVENZIONE E CONTROLLO LEGIONELLOSI
• reti di tubazioni fatte con metalli diversi creano, particolarmente sui circuiti
caldi, situazioni di possibile corrosione galvanica e quindi rischio di
annidamento di batteri;
• dopo l'installazione o riparazioni o lunghi periodi di non uso le reti idrauliche
devono venir disinfettate prima dell'utilizzo o almeno occorre far fluire a
lungo l'acqua;
• temperatura ideale per accumuli o scambiatori 60° ± 2,5°c in mandata e
50°c minima per il ritorno (a 60°c la legionella muore in 2 minuti circa) oltre i
60°c aumentano particolarmente i rischi di:
- scottature accidentali gravi (gravissime a 65°c);
- i depositi e corrosioni e loro prodotti;
- l'acqua calda sanitaria non può essere distribuita oltre i 48°c al
rubinetto (d. p.r. 412/93);
• la regolazione della temperatura dell'acqua di rete potrà essere (in ordine
decrescente di sicurezza)
- puntuale -miscelatori;
- di zona - valvola a 3 vie per rete di settore;
- centralizzata - valvola a 3 vie in centrale idrica
PREVENZIONE E CONTROLLO LEGIONELLOSI
CIRCUITI AERAULICI
• umidificare solo con vapore indiretto;
• rendere i canali dell'aria ispezionabili e pulibili;
• evitare batterie di scambio in ambiente;
• evitare ovunque condense;
• collocare le prese d'aria sopravento dominante e lontano da sorgenti
inquinanti, luoghi umidi, torri evaporative, condensatori ad aria;
• posizionare le u.t.a. in ambienti puliti e accessibili per le manutenzioni;
• utilizzare (e ben mantenere) il più possibile, per le zone occupate da malati
a rischio, filtrazioni ad efficienza maggiore del 95% (as.) o 99,97%
(doptest);
• le u.t.a. devono essere illuminabili internamente.
PREVENZIONE E CONTROLLO LEGIONELLOSI
TORRI EVAPORATIVE
• sono le più usate nei grandi impianti producono un globo di aereosol di circa
500 m di diametro che può diffondersi sino a 3000 m di distanza;
• se la massima temperatura operativa è > 20°C è prudente prevedere un
impianto di clorazione dell'acqua di raffreddamento; se è > 30°C è
necessario prevederlo;
• posizionarle sottovento dominante e remote rispetto alle prese d'aria
esterna.
SISTEMI DI SANIFICAZIONE
• SANITIZZANTI CHIMICI
• FLUSSO CALDO
• IPERCLORAZIONE
• IONIZZAZIONE Cu-Ag
PREVENZIONE E CONTROLLO LEGIONELLOSI
SANITIZZAZIONE CHIMICA
• perossido di idrogeno e ioni oligodinamici;
• svuota mento dell'impianto;
• riempimento con il prodotto;
• stazionamento per 12 ore;
• assenza di zone morte;
• per reti vecchie occorre:
– prelavaggio per eliminare fanghi;
– trattamento di risanamento;
– trattamento chimico-acido per incrostazioni calcaree e di corrosione;
– sanificazione finale.
FLUSSO CALDO
• attività: far fluire da tutte le erogazioni acqua a 60°c per un determinato
periodo di tempo;
• richiede: disponibilità controllata di acqua calda a 60° per lunghi periodi;
presenza di mano d'opera in periodi extraorario per l'azionamento
degli utilizzi;
– attività lunga e indaginosa;
• va ripetuta periodicamente.
PREVENZIONE E CONTROLLO LEGIONELLOSI