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Il movimento LINEARE è detto anche traslazione e avviene quando tutti i punti di un corpo o un
oggetto si muovono della stessa distanza, nella stessa direzione e nello stesso tempo.
In questo tipo di movimento, che sia di natura rettilina o che sia di natura curvilinea non vi è una
rotazione attorno a nessun asse del corpo stesso, avviene SOLAMENTE una traslazione.
La traslazione può essere di natura rettilinea quando tutti i punti di un corpo o di un oggetto si
muovono lungo una linea retta in maniera tale che:
• la direzione del moto non cambia;
• l'orientamento dell'oggetto non cambia;
• tutti i punti dell'oggetto si muovono della stessa distanza.
-qua non avviene una rotazione attorno all'asse, -qua il il corpo si muove lungo una
in questo caso l'asse è della ruota della bicicletta; circonferenza ma abbiamo anche una
rotazione attorno ad un asse che in questo è
un asse centrale;
Per il moto angolare non può essere utilizzato il grafico spazio-tempo per descrivere il movimento,
quindi utiliziamo un altro metodo: ovvero una circonferenza (o parte di essa) e abbiamo anche una
velocità angolare che è quella che descrive la velocità del mio punto, in ogni istante di tempo.
Data dal rapporto dalla distanza percorsa dal punto e il tempo impiegato a percorrere tale distanza
=velocità angolare media.
LEGAMENTI= strutture che si inseriscono tra due o più ossa contigue, scavalcando l'articolazione,
tengono unite le ossa permettendo movimenti adeguati.
I movimenti dell'apparato locomotore avvengono secondo degli ASSI e dei PIANI di riferimento:
• asse longitudinale, linea immaginaria con direzione
supero-inferiore (cranio-caudale);
• asse trasversale, linea con direzione destra-sinistra
(medio-laterale);
• asse sagittale, linea con direzione antero-postertiore.
Movimenti angolari:
• Rotazione: movimento di una parte del corpo attorno al proprio asse;
• Circonduzione: movimento per cui un segmento descrive un cono ad apice corrispondente al
capo articolare.
ROTAZIONE CIRCONDUZIONE
L'asse longitudinale del piede è quello che va dalla punta del piede fino al calcagno.
La pronazione e la supinazione sono dei movimenti di rotazione che avvengono attorno a questo
asse.
La pronazione è una rotazione verso l'interno del piede, mentre la supinazione è una rotazione verso
l'esterno del piede (lungo l'asse longitudinale del piede).
Nella mano l'asse longitudinale è quella che va dalla punta delle dita fino al polso, il movimento di
pronazione della mano è il movimento che permette di rivolgere il palmo della mano verso il basso
(rotazione interna della mano).
Mentre la supinazione è il movimento (di rotazione esterna della mano) e mi permette di rivolgere il
palmo della mano verso l'alto.
STATICA E DINAMICA DEL CORPO UMANO
• Forze interne
• Forze esterne
Le forze esterne a cui il corpo umano è soggetto sono molto caratteristiche: la prima forza è la forza
peso.
Per la seconda legge della dinamica la forza è data dalla massa per accellerazione. (F=mxa)
Nel caso della forza peso, la massa è data dal mio corpo e l'accellerazione è l'accellerazione di
gravità. (FORZA PESO= massa corporea x accellerazione di gravità)
9,8m al secondo quadrato (accellerazione di gravità) x la massa= descrive la forza che si scrive in
newton.
Le leve di primo genere sono quelle in cui il fulcro si trova tra il punto di applicazione della forza e
la resistenza (il fulcro si deve trovare nel mezzo, anche se non in modo preciso, per essere una leva
di primo tipo).
Nel nostro corpo, una leva di primo genere è data dall'articolazione Atlanto-occipitale, perchè il
fulcro si trova nel mezzo tra la potenza (data dai muscoli a livello della colonna) e la resistenza
(data dal peso della testa) e il movimento che si produce è flesso-estensione del capo.
Es: dire SI con la testa.
Abbiamo una tensione interna che viene sviluppata dalle componenti contrattili del sarcomero
stesso (all'interno delle miofibrille), che viene distribuita agli elementi elastici del sarcomero o fibra
muscolare, come ad esempio il tendine.
RELAZIONE LUNGHEZZA-TENSIONE
La tensione sviluppata dal muscolo durante la contrazione dipende dalla lunghezza a cui si trovano
le fibre muscolari quando inizia la contrazione.
La tensione è divisibile in 2 componenti:
• Tensione passiva: si sviluppa durante l'allungamento del muscolo, è quindi funzione della
lunghezza e dipende dalle componente elastica del muscolo.
• Tensione attiva: si sviluppa durante la contrazione volontaria del muscolo;
Tensione totale: T attiva+T passiva
Lunghezza a riposo (resting length): lunghezza del
muscolo a riposo, il muscolo quando è fermo si
trova ad una detarminata lunghezza.
Tensione passiva (passive tension): pressione che
si sviluppa allungando il muscolo, aumenta a
partire da una lunghezza di equilibrio del muscolo
stesso (minore della lunghezza a riposo); Stirando
il muscolo ho una maggiore tensione passiva. Più
il muscolo è elastico e maggiore è l'allungamento e
quindi anche la tensione passiva.
Tensione attiva (active tension): aumenta a partire
dalla lunghezza di equilibrio, raggiunge il
massimo alla lunghezza a riposo e diminuisce a
lunghezze superiori.
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La tensione attiva dipende dalla lunghezza del sarcomero che condiziona il numero di interazioni
actina-miosina.
Alla lunghezza del muscolo a riposo ho il massimo numero
di interazioni tra actina e miosina e quindi la massima
tensione attiva che posso sviluppare.
A lunghezze maggiori o minori, minore numero di
interazioni, minore tensione sviluppata; Non si hanno mai
interazioni uguali (per via della posizione fra actina e
miosina).
CONTRAZIONE MUSCOLARE
Una contrazione può essere :
• Dinamica (anisometrica), in cui varia la lunghezza del muscolo.
• Isometrica, si sviluppa tensione ma senza accorciamento o variazioni della lunghezza del
muscolo stesso.
Abbiamo diversi tipi di contrazione dinamica e di contrazione isometrica.
Nel periodo di latenza abbiamo lo sviluppo di una tensione ma abbiamo un equilibrio tra quello che
è la contrazione e il rilascio del muscolo e non c'è ne un allungamento ne accorciamento del
muscolo stesso.
Abbiamo due tipi di contrazione isometrica:
• La massimale
• La totale
LA CATENA CINETICA
Chiamata anche Catena Cinematica, è un concetto ingegneristico introdotto da Franz Reuleaux,
ingegnere meccanico, può essere usato per descrivere il movimento umano.
È un sistema composto da segmenti rigidi uniti tramite giunzioni mobili definite snodi.
Se entrambe le estremità di questa catena sono fisse, l’applicazione di una forza esterna fa sì che
ogni segmento riceva e trasmetta la forza al segmento adiacente generando una reazione a catena,
questo quando entrambi i segmenti distali di questa catena cinetica siano fissi.
Abbiamo catene cinetiche aperte e chiuse.
CATENE CINETICHE APERTE
CATENA APERTA(DISEGNO A SX)=in questa immagine la figura sta alzando dei pesi dove
l'avambraccio è il segmento A e non è fisso.
Quindi nel momento in cui vado ad applicare una forza provoco uno spostamento del segmento,
mentre sulla restante parte del corpo non c'è trasmissione di alcun tipo di forza.
CATENA CHIUSA(DISEGNO A DX)= In questo caso i segmenti distali sono le mani e i piedi e
sono fisse.
Quindi qualsiasi tipo di forza io vado ad applicare, si trasmette su tutti i segmenti adiacenti.
Tutti i muscoli stanno lavorando.
ESERCIZI A CATENA CHIUSA/APERTA
basate su uno studio riportato dalla prof. Sulle slide
Caratteristiche di una catena cinetica chiusa: sono quelli in cui si ha un aumento delle forze di
compressione delle articolazioni, un aumento e un miglioramento dei rapporti articolari, ma
abbiamo anche una diminuzione delle "shear forces", ovvero una diminuzione delle sollecitazioni
che abbiamo su quella articolazione.
Caratteristiche di una catena cinetica aperta: quando si utilizza esercizi a catena cinetica aperta
abbiamo un aumento dello stiramento a livello articolare e (sopratutto) delle forze di rotazione, ho
un aumento di deformazione meccanica dell'articolazione stessa con conseguente riduzione della
stabilità delle articolazioni e, infine, abbiamo un aumento delle forze di sollecitazione
dell'articolazione stessa.
In base alla sollecitazione che ho sulle articolazioni, in base allo stiramento e ai rapporti articolari
capiamo come questi esercizi vengono ampiamente utilizzati in ambito riabilitativo.
Esempio: studi sulle lesioni del legamento crociato anteriore dove si preferivano dergli esercizi a
catena cinetica chiusa, perchè le sollecitazioni erano minori al livello del ginocchio.
Esempio: Squat= esercizio a catena cinetica chiusa perchè l'estremità delle gambe prossimale al
bacino e distale al pavimento (quindi inteso dal bacino al piede) sono fissate e produce una
sollecitazione, a livello articolare, minore di quello che può essere una leg extension (estensione
della gamba con a volte un peso, dove la sollecitazione sulle articolazioni del ginocchio è notevole).
Stessa cosa per le lesioni della cuffia dei rotatori (quindi a livello della spalla) dove inizialmente
preferivano esercizi a catena cinetica chiusa, poi nel tempo (cioè quando è stata rafforzata la parte
lesionata) pensavano di utilizzare alcuni esercizi a catena cinetica aperta.
Quindi in caso di infortuni è sempre meglio iniziare con esercizi a catena cinetica chiusa.