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Sommario

Questa e una raccolta di esercizi indirizzati al corso di Fisica Generale


II, elettromagnetismo, corso di laurea in Fisica. Si tratta di esercizi
che propongo e svolgo a lezione durante il corso alla facolta di Fisica
dellUniversita di Padova. Vuole essere di aiuto agli studenti che desiderano
provare a fare gli esercizi per conto loro, ma non sostituisce la lezione in aula.
In particolare, le soluzioni, che si trovano alla fine dei capitoli, sono il piu
delle volte solo accennate o e messo solo il risultato numerico. Questo sia per
non andare in competizione con il corso stesso, sia per la noia mortale che e
scrivere una soluzione completa di un esercizio per quanto semplice.
Gli esercizi stessi vengono da una varieta di fonti, principalmente vecchi
compiti sia proposti da me sia tramandati, come memoria del dipartimento,
dagli esercitatori del passato, spesso con modifiche e aggiornamenti.
Lordine degli esercizi segue piu o meno lo svolgimento del corso, e richiede,
ovviamente, lo studio della teoria, che qui non viene minimamente trattata.
Le formule utilizzate per gli esercizi svolti in modo completo sono considerate
date, e non vengono dimostrate o giustificate, a meno che si tratti di casi
particolari non coperti da un normale libro di testo.
La correzione delle bozze e, o meglio dovrebbe essere, una parte importante
della stesura di questi esercizi: per quanto abbia fatto attenzione, errori
e imprecisioni sono sempre possibili, e anzi vi saro grato se vorrete
segnalarmele.
Ultima nota riguardo alla licenza: questo scritto e rilasciato con la licenza
Creative Commons Attribuzione - Non commerciale -
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1
se lo fate, vi voglio venire a vedere! O forse no . . .
Indice

1 Elettrostatica 1
1.1 Legge di Coulomb . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
1.2 Moto di cariche in campo elettrico . . . . . . . . . . . . . . . . 7
1.3 Carica immagine . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9
1.4 Dipoli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
1.5 Condensatori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
1.6 Circuiti resistivi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20

2 Magnetostatica 25
2.1 Campo magnetico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25
2.2 Induzione elettromagnetica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30
2.3 Circuiti RL . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33
2.4 Campi magnetici nella materia . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35

3 Onde e oscillazioni 37
3.1 Equazioni di Maxwell . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37
3.2 Onde E.M. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40
3.3 Circuiti RLC . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42
3.4 Sistemi a infiniti gradi di liberta . . . . . . . . . . . . . . . . . 47

4 Ottica 50
4.1 Rifrazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 50
4.2 Interferenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 54
4.3 Diffrazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 62
4.4 Reticoli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 65
4.5 Polarizzazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 70
4.6 Lenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 76

1
Capitolo 1

Elettrostatica

1.1 Legge di Coulomb

Esercizio 1
Quattro cariche puntiformi uguali, q = 1.0 C, sono poste ai vertici di un
quadrato di lato l = 0.1 m.
Determinare:
a. la forza F~ su ogni carica;
b. lenergia elettrostatica Utot del sistema;
c. il potenziale V0 al centro del quadrato;
d. quale carica Q0 si deve mettere al centro del quadrato per avere
equilibrio;
e. se tale equilibrio e stabile o meno.

Esercizio 2

Si ha una distribuzione di carica uniforme su una y


sfera di raggio R = 1 m, la densita di carica per
P
unita di volume e pari a = 1.9 107 C/m3 . Vi e
allinterno della sfera una cavita anchessa sferica,
di raggio R = R/2 e con centro sullasse x ad una
distanza pari a R/2 dal centro della sfera. x

a. Calcolare il campo elettrico E ~


b. e il potenziale V nel punto di P coordinate
(R, R, 0) (vedi figura)

1
1.1 Legge di Coulomb Capitolo 1 Elettrostatica

Esercizio 3
Un filo di lunghezza 2l e uniformemente carico con densita lineare di carica
.
a. Calcolare il campo elettrico sullasse del filo;
b. e il potenziale. Estendere al caso di lunghezza indefinita.

Esercizio 4
Calcolare il campo elettrico e il potenziale dovuto ad una sfera di raggio R
uniformemente carica con densita di carica .
a. Lo stesso se la carica e solo sulla superficie.
b. Oppure se e distribuita su un guscio sferico con raggio interno r.

Esercizio 5
Una piccola sfera con massa m = 11.2 mg e carica con q = 0.76 nC. Essa e
appesa ad un filo lungo l = 5 cm e forma un angolo = 9.2 102 rad con
la verticale, e si trova di fronte ad un foglio isolante e carico uniformemente
con densita superficiale di carica .
a. Determinare .
b. Che angolo forma il filo se il foglio e un conduttore scarico?

Esercizio 6
Due fili indefiniti, paralleli, carichi uniformemente con densita di carica
= 108 C/m, con segno opposto, distano d = 5 cm tra loro.
Calcolare:
a. il campo elettrico E~ in un punto che dista 3 cm e 4 cm dal filo positivo
e negativo, rispettivamente;
b. la forza per unita di lunghezza di attrazione tra i fili.

Esercizio 7
Un piano uniformemente carico con densita superficiale di carica pari a
= 1.0 106 C/m2 ha un foro circolare di raggio R = 10 cm. Sullasse del
foro, ad una distanza d = R si trova una carica puntiforme q = 2 107 C.
Calcolare:
a. la forza F~ sulla carica;
b. il lavoro W per portare la carica q al centro del foro;
c. studiare la discontinuita del campo elettrico attraverso il foro,
nellipotesi che il suo raggio tenda a zero.

2
1.1 Legge di Coulomb Capitolo 1 Elettrostatica

Esercizio 8
Tre cariche puntiformi q1 = 8q, q2 = 2q e q3 = q con q = 1 1012 C sono
vincolate ad una circonferenza di raggio R = 9 cm e inizialmente si trovano
ai vertici di un triangolo equilatero.
Determinare:
a. lenergia potenziale di q2 ;
b. la forza agente su q2 .
Successivamente q3 viene spostata allestremita del diametro che
parte da q1 , mentre q2 viene lasciata libera di muoversi lungo la
circonferenza.
Calcolare:
c. la posizione di equilibrio di q2 ;
d. lenergia elettrostatica del sistema allequilibrio;

Esercizio 9
Da un anello sottile di materiale isolante, di raggio R = 10 cm,
uniformemente carico con densita lineare = 1 108 C/m, viene rimossa
una piccola sezione di lunghezza d = 1 cm.
Calcolare:
a. il campo elettrico su un punto generico dellasse dellanello;
b. la forza esercitata su carica q = 1 105 C che si trova al centro
dellanello;
c. il lavoro necessario per portare la carica q allinfinito.

Esercizio 10
Un cilindro metallico di raggio R = 10 cm e altezza h, isolato e neutro, ruota
attorno al suo asse con velocita angolare = 3 103 rad/s. Gli elettroni di
conduzione sono liberi di muoversi solo radialmente e quindi sono trascinati
nel moto di rotazione del cilindro,
Calcolare:
a. il campo elettrico dentro il cilindro;
b. la differenza di potenziale tra lasse e la superficie esterna;
c. la densita di carica sulla superficie e nel volume.

Soluzione esercizio 1

3
1.1 Legge di Coulomb Capitolo 1 Elettrostatica

a. La forza totale sulla carica in basso a destra, rispetto ad un sistema


cartesiano (x,y) e: 
1 q2
F~tot = 4 0 l
2 1 + 21 2 (x y) Ftot = 1.72 N
1 q2
 
b. Utot = 21 i6=j Uij = 40 l
4 + 22 = 0.48 J
1 8 q
c. V0 = i = 14 Vi0 = 40 2 l
= 0.509 M V
 
d. Q0 = 2q 2 + 21 = 0.957 C
e. Equilibrio instabile.

Soluzione esercizio 2

a. Uso il principio di sovrapposizione e riduco il problema ad una sfera


uniformemente carica R, + e una R/2, . Visto che il punto P si
trova fuori dalle sfere, per il teorema di Gauss e la simmetria delle
sfere, il campo e il potenziale sono equivalenti al sistema con tutte le
cariche concentrate al centro delle rispettive sfere.
~ tot = (2200x + 1890y) V /m
E
b. Vtot = 4264 V .

Soluzione esercizio 3
~ =
a. E sin
r Dove e langolo sotto cui viene visto il mezzo filo.
20 r
~ =
E 1
r nel caso di filo indefinito.
20 r
 2 2 
l+ l +r
b. V (r) = 4 0
ln l+ l2 +r2
Nel caso indefinito (l ) V (r) non e definito. Invece la differenza
di potenziale e ben definita:

V (r1 , r2 ) = 2 0
ln rr21

Soluzione esercizio 5

a. Equilibrio delle forze: = 2.36 107 C/m2


b. Uso tecnica della carica immagine: il foglio conduttore e equivalente
ad una carica uguale e opposta a q posta simmetricamente rispetto al
piano stesso. Ancora dallequilibrio delle forze; = 0.17 rad

Soluzione esercizio 6

a. Ex = 7.20 103 V /v Ey = 2.1 103 V /m


b. F/l = 3.6 105 N/m

4
1.1 Legge di Coulomb Capitolo 1 Elettrostatica

Soluzione esercizio 7

a. Uso principio di sovrapposizione e considero un piano indefinito e un


3
disco carico . F = 8 10 N.
QR

b. L = U = 20 2 1 = 9.4 104 J
c. Non ce discontinuita a meno che il raggio del foro non tenda a zero,
nel qual caso E = 0

Soluzione esercizio 8
 
1 8q 1 q
a. U2 = Q2 V2 = 2q 40 l
+ 40 l
= 1 1012 J
b.

F2x = 3.7 1012 N


F2y = 5.1 1012 N

c. Studio il potenziale e cerco un minimo.


1 8q 1 q
V2 = 4 0 2R cos
+ 4 0 2R sin
Minimo per V
2
= 0 cioe = 26.5 .
d. Utot = 1.5 1012 J.

Soluzione esercizio 9

a. Considero il principio di sovrapposizione tra anello completo e carica


d sul buco.
1 x
Ex = (2R d)
40 (x + R2 )3/2
2

Ey = 0
1 dR
Ez =
40 (x2 + R2 )3/2

b. F~ (~0) = 1 qd
40 R2
z = 9 104 z N
1 q(2Rd)
c. Lext = 4 0 R
= 5.6 103 J

Soluzione esercizio 10

5
1.1 Legge di Coulomb Capitolo 1 Elettrostatica

a. Allequilibrio gli elettroni di conduzione risentono di una forza


centrifuga dovuta ad un campo elettrico che si crea per laccumulo
2
di cariche sulla superficie esterna del cilindro. E(r) = me r .
b. Integrando il campo elettrico, ottengo la differenza di potenziale.
c. Usando Gauss su un cilindro coassiale di raggio r < R.
Z r
2lE(r) = 1/0 r2rldr
0

2
Da cui risulta che (r) = 2m
e
= 9.06 1016 C costante.
Dato che la carica iniziale del cilindro era nulla, la densita di carica
superficiale si ottiene

Qsup Qint 2m/e0 2 R2 l


= = = = 0.45 1016 C/m2
Ssup Ssup 2Rl

6
1.2 Moto di cariche in campo elettrico Capitolo 1 Elettrostatica

1.2 Moto di cariche in campo elettrico

Esercizio 11
Una carica puntiforme q = 2.0107 C, massa m = 2106 kg, viene attratta
da una carica Q = 104 C distribuita uniformemente entro una sfera di raggio
R = 1 m e massa molto grande. Quando la particella si trova a d = 2 m dal
centro della sfera, viaggia ad una velocita pari a a v0 = 264.5 m/s verso il
centro della sfera.
Calcolare:
a. la velocita v1 quando la particella incontra la superficie della sfera;
b. la velocita v2 quando si trova al centro della sfera;
c. la distanza massima raggiunta dalla particella.

Esercizio 12
Una elettrone (e, me ) con velocita v0 = 6.6 106 m/s attraversa uno spazio di
lunghezza l = 2 cm, dove si trova un campo elettrico uniforme E = 1250 V /m
perpendicolare a v0 .
a. Calcolare la deflessione dellelettrone ad una distanza L = 15 cm dopo
la regione con campo elettrico.
b. Supponendo che lelettrone sia accelerato, partendo da fermo,
calcolare la d.d.p. Va necessaria.
c. Calcolare il lavoro L fatto dal campo deflettente.

Esercizio 13
Un corpo puntiforme con carica q, massa m, inizialmente fermo si trova
allinterno di una sfera di raggio R uniformemente carica con densita , ad
una distanza r < R. Descrivere il moto.

Esercizio 14
Un sistema e formato da un anello sottile, di raggio R = 0.2 cm e un filo
indefinito entrambi carichi con densita di carica uniforme. La densita lineare
di carica del filo e pari a f ilo = 10 106 C/m, quella dellanello e anello .
Lanello giace su un piano parallelo al filo, e la distanza del suo centro dal
filo e d = 45 cm. Si osserva che il campo elettrico nel punto P equidistante
dal filo e dallanello e nullo.
a. Calcolare il valore di anello ;

7
1.2 Moto di cariche in campo elettrico Capitolo 1 Elettrostatica

Un protone si trova ad una distanza L = 2.0 m dal centro dellanello,


sul suo asse e dalla parte opposta rispetto al filo, con una velocita v0
diretta verso lanello.
Determinare:
b. v0 affinche il protone si fermi al centro dellanello;
c. la forza che subisce il protone quando si trova al centro dellanello.

Soluzione esercizio 11

a. Uso conservazione dellenergia: 21 mv02 + U (d0 ) = 12 mv12 + U (R) . . . v1 =


400 m/s
b. Attenzione: ho gia scelto il riferimento del potenziale U (R = ) = 0,
devo calcolare U (0). Conosco il campo elettrico (usando th. Gauss),
lo integro e ottengo la differenza di potenziale del centro della sfera
rispetto alla superficie.
V (0) = 23 V (R) . . . v2 = 500 m/s
c. Alla distanza massima, lenergia cinetica e nulla. Rmax = 9 m

Soluzione esercizio 12

a. Il moto e uniforme lungo x e accelerato lungo y dentro il condensatore.


Deflessione = 1.61 cm.
mv 2
b. Va = 2q0 = 124 V .
c. Il lavoro non e nullo perche il moto non e perpendicolare alla
forza elettrica, solo allingresso del condensatore. Si puo calcolare
integrando la forza o calcolando la differenza di energia potenziale.
2 E 2 l2
L = q2mv 2 = 2 10
19
J = 1.25 eV
0

8
1.3 Carica immagine Capitolo 1 Elettrostatica

1.3 Carica immagine

Esercizio 15
Una sfera conduttrice di raggio R = 80 cm e mantenuta a potenziale zero.
Ad una distanza pari a d = 1 m dal centro viene posta una carica puntiforme
q = 3 1010 C.
Calcolare:
a. la forza cui e soggetta la carica;
b. la densita della carica indotta sulla sfera.
c. Si ripeta lesercizio nel caso in cui la sfera sia inizialmente scarica e
isolata.
d. Oppure isolata e inizialmente carica con q = 6 1010 C.

Esercizio 16
Ad un filo indefinito verticale con densita lineare di carica = 1.3106 C/m
e appesa, tramite un filo di lunghezza l = 20 cm, inestensibile, privo di massa
e dielettrico, una carica puntiforme Q2 1011 C, di massa m = 11.2 mg.
a. Calcolare la posizione di equilibrio della carica;
b. si tratta di equilibrio stabile o instabile?

Soluzione esercizio 15
2
a. Uso carica immagine: carica qi = Rd q a distanza xi = Rd dal centro
della sfera. F = 0.5 109 N .
b. So che sulla superficie E = /0 , quindi devo calcolare il campo E
sulla superficie (so gia che avra solo componente radiale). Parto dal
potenziale e poi

V (r = R) 1 q R 2 d2
Er = = r
r 40 R (d2 + R2 2Rd cos )3/2

= 0 E.
c. Stessa situazione di prima, ma sulla superficie della sfera il potenziale
e costante ma V (R) 6= 0. Metto una seconda carica immagine Q0 al
centro della sfera. Dato che la sfera e globalmente carica, Q0 = qi .
F = 0.435 108 N

9
1.3 Carica immagine Capitolo 1 Elettrostatica

d. Metto una ulteriore carica immagine Q = q al centro della sfera e mi


riconduco al caso precedente. F = 2.73 109 N .

Soluzione esercizio 16

a. Lequilibrio si ottiene quando tan = 20 lQ


sin mg
, nellipotesi di angoli
2 Q
piccoli, si ottiene = 20 lmg , quindi = .146 rad
b.

10
1.4 Dipoli Capitolo 1 Elettrostatica

1.4 Dipoli

Esercizio 17
Un dipolo elettrico di momento p = 2 1011 Cm viene posto ad una distanza
d = 0.5 m da un filo molto lungo, uniformemente carico con densita lineare
di carica = 108 C/m.
Il dipolo e posto sul piano del filo, perpendicolare ad esso e orientato verso
lesterno.
Calcolare:
a. il lavoro necessario per trasportare il dipolo ad una distanza d/2 dal
filo, mantenendo costante il suo allineamento. E fatto dal campo o
contro il campo?
b. il lavoro necessario per ruotare di 30 il dipolo;
c. il momento torcente del dipolo prima e dopo la rotazione.

Esercizio 18
Tre dipoli elettrici identici, di momento p~, |~p| = 1 1030 Cm vengono portati
dallinfinito nei punti P1,2,3 , di coordinate, rispettivamente: P1 (0, 0, 0),
P2 (0, a, 0) e P3 (0, +a, 0) con a = 1 1010 m, e con il momento di dipolo
orientato come lasse z.
Calcolare:
a. il lavoro compiuto dalle forze del campo durante il processo;
b. il campo elettrico E ~ nei punti dellasse z;
c. la componente lungo z della forza cui e soggetto il dipolo nel punto
P1 .

Esercizio 19
Un quadrupolo elettrico e costituito da quattro cariche identiche q, due
positive e due negative, poste sui vertici di un quadrato di lato 2a, con
cariche dello stesso segno poste sulle diagonali.
a. Calcolare il campo elettrico in un punto su uno degli assi del quadrato
ad una distanza molto grande rispetto ad a.

Soluzione esercizio 17

11
1.4 Dipoli Capitolo 1 Elettrostatica

a. La forza che subisce il dipolo e


~ ~
 

F = px x + py y + pz z E
dEf ilo (x)
Per la simmetria del problema, la forza e radiale: Fx = p dx
R d/2 dE ilo (x) R d/2 p
W = d p fdx dx = d pdEf ilo = 2 2
= 7.2 109 J
p
b. W = Ui (1 cos ) = 0 d
(1 cos ) = 1.9 109 J
9
c. M = pE sin = 7 10 Nm

Soluzione esercizio 18

a. !
~ ij = pEz,ij = + 1 p2 1
Uij = ~pi E
40 d3ij
p2
!
1 1 1
L = U = Utot = + + = 1.9 1020 J
40 a2 a3 (2a)3
 
p 2 4z 2 2a2
b. Eztot = 40 r3
(a2 +r2 )5/2

~ =
 
c. Fz = U
z

= z ~p E
z
pEz
= p z Ez
Fz (z = 0) = 0

Soluzione esercizio 19

a. Si puo considerare il sistema come due dipoli identici, con momento


di dipolo p = 2qa, orientati in direzioni opposte. Il campo risultante
e la somma dei
h due campi deii dipoli.
1 2qa 2qa qa2 1
Ez (R) = 40 (Ra) 3 (R+a)3 = . . . = 4 0 R
4

12
1.5 Condensatori Capitolo 1 Elettrostatica

1.5 Condensatori

Esercizio 20
Quattro gocce dacqua, uguali e sferiche, sono portate ad uno stesso
potenziale VA = 100 V e poi isolate. Successivamente coalescono a formare
una unica goccia.
a. Quale e il potenziale della goccia?
b. Quale e il rapporto tra lenergia elettrostatica finale e iniziale?

Esercizio 21
Due sferette metalliche uguali, S1 e S2 , inizialmente lontane tra loro, con
raggio R1,2 = 2 cm e massa m1,2 = 5 g, inizialmente scariche, vengono
collegate con fili conduttori ad una terza sfera metallica S0 , R = 0.5 m,
lontana da entrambe, che e carica con Q0 . Successivamente i fili vengono
staccati e le sferette vengono sospese ad un unico punto tramite due fili
isolanti lunghi l = 25 cm e si osserva che restano in equilibrio ad un angolo
di = 30 con la verticale.
Calcolare, trascurando gli effetti di induzione mutua:
a. le cariche q1,2 sulle sferette;
b. il potenziale della sfera S0 prima del contatto;
c. lenergia elettrostatica della sfera S0 prima del contatto;

Esercizio 22

Dato il circuito in figura, con C1 = 1 F , C2 =


2 F , C3 = 3 F e V0 = 100 V , calcolare: A

a. carica sulle armature; C1 C2


+
V0
b. energia elettrostatica totale del sistema; B

c. cariche e energia elettrostatica totale del C3

sistema se il punto B viene messo a terra;


d. cariche, energia elettrostatica e VAB se
il punto A viene scollegato e poi B viene
messo a terra.

Esercizio 23
Un condensatore e formato da due armature semicircolari di raggio R =
50 cm, parallele, distanti d = 2 mm, incernierate al centro. Le armature

13
1.5 Condensatori Capitolo 1 Elettrostatica

si sovrappongono per 0 = 60 e sono collegare ad una fem V0 = 50 V .


Successivamente il generatore viene staccato e le armature sono ruotate in
modo da sovrapporle di 1 = 120 .
Trascurando tutti gli effetti di bordo, calcolare:
a. la ddp tra le armature;
b. il lavoro delle forze esterne per fare la rotazione.
Successivamente il generatore viene collegato e lo spazio tra le
armature viene riempito con un dielettrico con = 3.
c. Determinare il lavoro compiuto dal generatore durante linserimento
del dielettrico.

Esercizio 24

Il sistema di condensatori in figura e collegato ad


una d.d.p. V0 = 15 V e i valori dei condensatori
sono, rispettivamente: C2 = 10 pF , C3 = 4 pF , C1 C2
+
C4 = 2 pF . Ai capi di C4 si misura una d.d.p. V0

V1 = 10 V . C4 C3

Calcolare:
a. Valore di C1 ;
b. energia elettrostatica totale del circuito.
Nel condensatore C1 si inserisce una lastra di dielettrico con costante
dielettrica relative = 5. Determinare:
c. il lavoro svolto dal generatore.

Esercizio 25
Un sistema e costituito da un condensatore con piastre quadrate, di lato
l = 20 cm, distanti d = 1 mm, alimentato con una ddp = 10 kV . Una delle
due piastre e collegata ad una molla di costante elastica k = 5 104 N/m,
inizialmente a riposo. Il condensatore viene caricato dal generatore e
successivamente isolato.
a. la posizione di equilibrio d ;
b. studiare il moto delle piastre;
c. lelongazione massima della molla.

Esercizio 26
Un condensatore piano ha armature quadrate di lato l = 20 cm, e distanti

14
1.5 Condensatori Capitolo 1 Elettrostatica

h = 1 cm. Lo spazio tra le due armature viene inserita una lastra conduttrice
di spessore d = 5 mm.
a. Calcolare la forza esercitata sulle piastre se il condensatore e carico e
isolato.
b. Lo stesso se e il condensatore e collegato ad un generatore con ddp
costante.

Esercizio 27
Un condensatore piano con piastre di superficie = 200 cm2 , e distanza
h = 5 mm e connesso ad generatore con V = 500 V . Appoggiata
allarmatura superiore si trova una lastra di dielettrico con la stessa superficie
e spessore d = 2 mm, costante dielettrica relativa = 2.
Nello spazio vuoto tra le armature ce un elettrone che viaggia
orizzontalmente con v = 5 104 m/s, parallelamente alle armature.
a. Calcolare il campo elettrico dentro il dielettrico.
b. la carica totale presente sulla superficie inferiore del dielettrico;
c. la forza sullelettrone.

Esercizio 28
Un condensatore sferico ha raggio interno R1 , ad un potenziale V1 = 1104 V ,
e raggio esterno R2 = 1 m, collegato a terra. Lenergia elettrostatica del
generatore e W1 = 5 102 J.
La sfera esterna, inizialmente a potenziale V = 0, viene portata al potenziale
V2 = 3 104 V rispetto alla terra, lasciando la sfera interna isolata.
Lintercapedine viene infine riempita, ad armature isolate, con un dielettrico
liquido con costante dielettrica relativa = 2.
a. Calcolare R1 .
b. Lenergia del campo elettrico interno ed esterno con larmatura esterna
a potenziale V2 .
c. Trovare lenergia elettrostatica del sistema con il dielettrico.

Esercizio 29
Un condensatore a facce piane e parallele, quadrate L = 5 cm, distanza
h = 3 mm e collegato ad una ddp V = 1 kV . Una lastra di dielettrico,
di spessore s = 1 mm, = 4, viene inserita tra le armature con velocita
costante v. Calcolare:
a. v sapendo che nel circuito, durante linserimento, scorre una corrente
di I = 1 A;

15
1.5 Condensatori Capitolo 1 Elettrostatica

b. la forza esterna Fext cui la lastra e sottoposta;


c. la densita di carica di polarizzazione sul dielettrico quando e
completamente inserito.

Esercizio 30
Un condensatore piano, con armature quadrate ( = 0.1 m2 , h = 1 cm) e
riempito con un dielettrico non omogeneo la cui costante dielettrica relativa
varia in modo continuo da = 3 a = 5, passando dallarmatura positiva
a quella negativa. E alimentato con una ddp V = 1 kV .
Calcolare:
a. La capacita C del condensatore;
b. la densita di carica di polarizzazione sul dielettrico.

Soluzione esercizio 20
1 Q
a. VA = 4 0 R
, Q4 = 4Q, il volume e quattro volte quello della singola
goccia, quindi il raggio e R4 = R41/3 . V4 = 42/3 V = 252 V
b. R = 45/3 = 10.1.

Soluzione esercizio 21
Fe 1 q2
a. Allequilibrio tan = Fp
= 40 (2l sin )2 mg
|q| = 0.44 106 C
b. Dopo il contatto, il potenziale delle sfere e lo stesso: Q0 = RR0i qi .
Q0 = Q0 + 2qi = 1 106 C. Il potenziale della sfera S0 allinizio del
1 Q0
processo V0 = 4 0 R0
= 1.8 106 V
c. U0 = 21 Q0 V0 = 0.9 J.

Soluzione esercizio 22

a. C3 e in serie con il parallelo di C1 e C2 .


Q1 = 0.5104 C, Q2 = 1.0104 C, Q3 = 1.5104 C. U = 0.75102 J
b. Resta solo il parallelo di C1 e C2 alimentato da V
Q1 = 1 104 C, Q2 = 2 104 , U = 1.5 102 J.
c. Parallelo di C1 e C2 con carica uguale a quella presente prima di
scollegare il generatore. VAB = CQ1 1+2
+C2
= 50 V .
Q1 = 0.5 104 C, Q2 = 1.0 104 C
U = 21 (C1 + C2 )2 VAB = 3.75 103 J

16
1.5 Condensatori Capitolo 1 Elettrostatica

Soluzione esercizio 23

a. Ci = 0dS = d0 R2 i [rad]
2
= 23 pF Cf = 2Ci .
Le armature sono isolate, quindi la carica e costante. Vf = CCfi V0 =
25 V
b. Lext = +U = 12 Cf Vf2 21 Ci Vi2 = 1.44 108 J Rotazione e
spontanea.
c. Lgen = V0 Q = V0 (Qf Qf ) = V02 Cf ( 1) = 2.3 107 J

Soluzione esercizio 24

a. C1 = 2 pF ;
b. Utot = 4.5 1010 J;
c. Lgen = 1.4 1010 J.

Soluzione esercizio 25
2 2 2
a. La forza elettrostatica e costante Fes = 2 0
= l 02d
V
= 17.7 N ,
la forza elastica Fel = kx. Equilibrio quando kx = Fes : xeq =
0.354 mm.
b. Il moto e armonico, attorno alla posizione di equilibrio del punto
precedente. x(t) = xeq (1 cos (t))
c. xmax = 2xeq = .708 mm

Soluzione esercizio 26

a. Mentre la lastra di conduttore viene inserito per una profondita x,


considero il sistema come due condensatori in parallelo, uno con e
uno senza lastra di conduttore. Quello con il conduttore e equivalente
a due condensatori in serie, con una distanza totale tra le lastre h d.
La capacita equivalente del sistema risulta:
Ceq = h0 l (x( 1) + l) dove = hd h
2
Lenergia elettrostatica risulta Ues = 2Q C eq
Nel caso di carica costante, lenergia totale e solo quella elettrostatica
del condensatore, quindi la forza che subisce la lastra e
2h
Fx = Ues x = Q 1
20 l (x(1)+l)2
.
La forza e positiva, la lastra viene risucchiata.
Si puo anche calcolare il lavoro totale durante linserimento della
lastra.
2h
h i
L = Q 1
20 l l
1
l
>0

17
1.5 Condensatori Capitolo 1 Elettrostatica

b. Con condensatore collegato, lenergia totale tiene conto anche del


lavoro del generatore per mantenere la ddp costante, che risulta essere
il doppio della corrispondente variazione di energia elettrostatica:
quindi risulta Fx = Ues+gen x = +Ues x
2 2
Ues = ceq 2 V , da cui Fx = 2V00 l ( 1)
Sempre attrattiva, come prima.
Da notare che anche se la forza e attrattiva in entrambi casi, le forze
sono diverse (dipendente da x nel primo caso, costante nel nel secondo)
e anche il lavoro totale risulta diverso.

Soluzione esercizio 27
V
a. V = EV (h d) + ED d, e EV = ED , quindi ED = (hd)+d =
5 5
6.25 10 V /m; EV = 1.25 10 V /m.
Il campo nel condensatore completamente vuoto e E = 1 105 V /m.
b. QP = P = 0 ( 1)ED = 1.11 1011 C
La carica sulle armature e Q = CV = 2.53 108 C
c. Fe = EV e

Soluzione esercizio 28

a. La capacita di un condensatore sferico e C = 40 RR21RR2


1
, essendo
1 2
W1 = 2 CV1 si ottiene R1 = 0.9 m.
b. Il sistema non e piu un semplice condensatore, visto che non ce piu
induzione totale tra le armature.
La carica sullarmatura interna e
Q1 = V1 40 R1 = 1 105 C
Sullarmatura esterna, la carica e invece
Q2 = V2 40 R2 = 3.33 106 C
Inoltre ce induzione totale tra larmatura interna e quella esterna,
quindi sulla superficie interna della armatura esterna, si trova una
carica Q1 . La carica totale che vedo dallesterno e quindi solo Q2
(schermo elettrostatico).
Il sistema e quindi equivalente ad un condensatore sferico con raggio
R1 e R2 e uno sferico con R2 e R = . Lenergia risulta quindi:
Q2
W2int = 12 4 0
1/R2 1/R2
1 Q2
W2est = 2 40 R2
~ D =
c. Nel dielettrico E = E int /, la densita di energia wEdielettrico = 12 E
2
0 Eint
0
2
kE 2 = 2
= wEvuoto /

18
1.5 Condensatori Capitolo 1 Elettrostatica

W3int = W2int /, W3est = W2est W3 = 7.5 102 J.

Soluzione esercizio 29

a. La capacita durante linserimento e


C(x) = 0 L(Lx)
h
0 Lx
+ s(1)+h
h i
i = dQ
dt
= V0 C(t)
dt
0
= V0 v s(1) h
0 L
h
Da cui si ricava v = 20.3 m/s
 
b. Fx = + dUdxES = d
dx
1
2
C(x)V02 = 2.5 105 N

Soluzione esercizio 30

a. (x) = 3 + 2x
1 R h dx h h 5
C
= 0 0 (x) = 20 ln 3
C = 0.35 nF
b. Qarmature = CV = 0.35 106 C.
Dentro il dielettrico D ~ e costante, dato che dipende solo dalla carica
libera D = Qa .
Il vettore polarizzazione P = 1
D e dipende da x tramite .
La densita di carica di polarizzazione sulle superficii del dielettrico
vale:
p = P~ n = Q (x)1
(x)
p (x = 0) = 2Q 3
= 2.3 106 C/m2
4Q
p (x = h) = + 5 = +2.8 106 C/m2
Allinterno del dielettrico, la densita di carica e:
!
~ P~ = Px = Q
p =
2/h
x (3 + 2x/h)2
La carica totale che si trova dentro il dielettrico si ottiene integrando
2
la densita nel volume. QVP = 15 Q.
Come prevedibile,
 la somma  totale delle cariche nel dielettrico risulta
12 2 4
nulla Qtot
P = 15
3
+ 5
Q=0

19
1.6 Circuiti resistivi Capitolo 1 Elettrostatica

1.6 Circuiti resistivi

Esercizio 31
Il circuito in figura e alimentato con una generatore reale, con fem V0 = 100 V
e una resistenza interna Ri = 10 . Le resistenze hanno valori: R1 = 1.0 k,
R2 = 1.5 k, R3 = 2.0 k.
A

R1
+
B

R2

C
Ri

R3

Calcolare:
a. il potenziale (rispetto a terra) dei punti A, B, e C;
b. la tensione ai capi del generatore reale.

Esercizio 32
Le resistenze del circuito in figura hanno valori: R1 = 3 , R2 = 20 ,
R3 = 12 , R4 = 6 , R5 = 4 , R6 = 5 , e la ddp ai capi del circuito e
V = 5.4 V
R3

R1 R4

R5 R6

R2

Calcolare:
a. il valore della resistenza vista ai capi del circuito;
b. la corrente su ciascuna resistenza;
c. la differenza di potenziale resistenza.

Esercizio 33
Un festone di lampadine per lalbero di Natale e composto da 50 lampadine

20
1.6 Circuiti resistivi Capitolo 1 Elettrostatica

poste in serie. Una di queste si brucia, e viene esclusa dal festone,


cortocircuitando i capi.
a. Collegando il festone allo stesso generatore, la luce prodotta aumenta
o diminuisce?

Esercizio 34
Una linea elettrica trasporta una potenza pari a WE = 45 M W ad una
distanza di L = 25 km, con due cavi di alluminio (Al = 2.65 108 m) con
una sezione circolare di raggio R = 3 cm.
La potenza dissipata non deve superare complessivamente WD = 35 kW .
a. Quale e la minima V che deve essere prodotta dal generatore?
b. Quale e la caduta di potenziale tra il generatore e il carico a valle?
c. Quale sarebbe la potenza che il generatore dovrebbe erogare data la
V del punto a. per avere il massimo trasferimento di potenza sul
carico?

Esercizio 35
Si consideri il circuito in figura.
+ R4 +

R3 R5
R1 R
2

R6

a. Calcolare la corrente su ogni resistenza.

Esercizio 36
Si consideri il circuito in figura.
+ 4
3V 5V
+
1

10 + 6
10 V

6V
3 +

21
1.6 Circuiti resistivi Capitolo 1 Elettrostatica

a. Calcolare la corrente su ogni resistenza.

Esercizio 37
Gli elementi del circuito in figura sono i seguenti: R1 = R2 = 200 ,
R3 = 300 , C = 10C, V = 100 V e linterruttore T inizialmente aperto.
Allistante t = 0 linterruttore T viene chiuso, e si attende che il circuito
arrivi allequilibrio.
+ R3
V

R2
T
R
1 C

Calcolare:
a. I2 su R2 per t < 0;
b. la carica Q presente sulla capacita a regime;
c. la corrente I2 in funzione del tempo;
d. la potenza P2 dissipata sulla resistenza R2 allistante t = 4 ms.

Esercizio 38
Gli elementi del circuito in figura sono i seguenti: C1 = 33 F inizialmente
carico con V1 = 100 V , C2 = 100 F carico con V2 = 50 V . La resistenza
vale R = 75 Allistante t = 0 linterruttore T viene chiuso.
R T
C1 C2

V=0
Calcolare:
a. La corrente I(t) sulla resistenza;
b. Lenergia W dissipata sulla resistenza.

22
1.6 Circuiti resistivi Capitolo 1 Elettrostatica

Soluzione esercizio 31

a. VA = 100 V , VB = 77.6 V VC = 44.3 V ;


b. Vgen = (100 0.22) V .

Soluzione esercizio 32

a. Rtot = 9 ;
b. i1 = 0.48 A, i2 = 0.12 A, i3 = 0.08 A, i4 = 0.16 A, i5 = 0.24 A,
i6 = 0.6 A;
c. V1 = 1.44 V , V2 = 2.40 V , V3 = 0.96 V , V4 = 0.96 V ,
V5 = 0.96 V , V6 = 3.00 V ;

Soluzione esercizio 33

a. La luce emessa da una lampadina e proporzionale alla potenza


dissipata per effetto joule. Si puo quindi ragionare in termini di
potenza dissipata da 50 o 49 lampadine. Occorre anche tenere conto
della resistenza interna del generatore.
I = Vgen /Ri + N R con N = 50, 49
2
PN = (RN V+N
gen R
R)2
i

P50 > P49 se R < Ri


5049

Soluzione esercizio 34
L
a. La resistenza di ciascuno dei cavi e RF = R 2 = .235

La potenza dissipata sul carico e WE = V i, dove V e la ddp ai


capi del carico, per ipotesi, da verificare a posteriori, supponiamo che
sia la stessa ddp ai capi del generatore. La potenza dissipata sui due
fili e 2RF i2 < WD . Quindi: V > 164.4 kV .
b. La corrente erogata nel generatore e i = WE /V = 273 A, quindi sui
fili cadono complessivamente 128 V , trascurabili rispetto a V
c. Il massimo trasferimento si ottiene quando la potenza sul carico e
massima, e questo avviene quando la resistenza di carico e uguale alla
resistenza interna, nel nostro caso R = 2RF . Con la V del punto
a. la corrente dovrebbe essere i 165 kA, e quindi il generatore
dovrebbe erogare Wgen = 25 GW , di cui meta verrebbe dissipata sui

23
1.6 Circuiti resistivi Capitolo 1 Elettrostatica

fili, e meta sul carico. Per confronto, la potenza totale impiegata in


Italia e dellordine di 30 GW .

Soluzione esercizio 35

a. Nel verso indicato in figura su ogni resistenza: I1 = 2.15 A,


I2 = 2.62 A, I3 = 0.38 A, I4 = 1.77 A, I5 = 0.85 A, I6 = 1.77 A.

Soluzione esercizio 36

a. Nel verso indicato in figura su ogni resistenza: I10 = 0.544 A,


I1 = 0.474 A, I4 = 1.018 A, I6 = 0.105 A, I3 = 1.123 A.

Soluzione esercizio 37
V
a. i = R1 +R2
= 0.25 A;
b. Q = RCV R2
1 +R2
= 5 104 C;
 
t [ms]
c. I2 (t) = 0.25 [A] 1 0.25e 4

d. P2 = R2 I22 (t = 4 ms) = 15.45 W

Soluzione esercizio 38
t
2Ck
 
Qtot
a. i(t) = RCk
1 C1
e RCk
C1 V12 +C2 V22 C1 +C2 V 2
b. WD = Uini Uf in = 2
2
= 3.1 102 J, dove
V = C1CV11 +C
+C2
2 V2
= 62.4 V

24
Capitolo 2

Magnetostatica

2.1 Campo magnetico

Esercizio 39
Due fili rettilinei indefiniti, paralleli, distanti d = 1 m, sono percorsi in versi
opposti da correnti i1 = 1 A e i2 = 2 A. Tra i due fili, e complanare ad essi,
si trova una spira quadrata con lato a = 20 cm, con due lati paralleli ai fili
e percorsa da corrente i3 .
Calcolare:
a. la forza tra i fili per unita di lunghezza;
b. la posizione di equilibrio della spira.

Esercizio 40
Una spira circolare di raggio R = 10 cm e percorsa da una corrente I = 10 A.
Calcolare:
a. Campo magnetico B ~ sullasse della spira;
b. B ~ al centro della spira;
c. La circuitazione di B ~ lungo lasse della spira;

Esercizio 41
Un solenoide di lunghezza finita L e raggio R e costituito da N avvolgimenti
di un filo percorso da una corrente I.
Calcolare:
a. Campo magnetico B ~ sullasse del solenoide;
b. Il rapporto tra il campo al centro e quello di un solenoide infinito;

25
2.1 Campo magnetico Capitolo 2 Magnetostatica

L
c. R
affinche il campo al centro sia 1% inferiore di quello di un solenoide
infinito;
d. Il rapporto tra il campo ai bordi del solenoide e quello al centro.

Esercizio 42 Bobine di Helmoltz

Due spire uguali, parallele, percorse nello stesso verso dalla stessa corrente
I, di raggio a sono distanti 2b tra loro.
Calcolare:
a. Campo magnetico B ~ sullasse del sistema;
b. la condizione per cui B(x) vicino al centro risulta indipendente da x
fino alla 3a potenza;
c. fino a quali valori di x, data la condizione di cui al punto precedente,
B(x)B(0)
B(0)
< 1%.

Esercizio 43
Una sottile barra di grafite ( = 1 105 m), lunga L = 200 cm e sezione
quadrata a = 2 mm, e immersa in un campo magnetico B = 0.8 T ,
perpendicolare ad una delle facce laterali. Le due estremita della barra sono
collegate ad una fem V0 = 5 V .
Calcolare:
a. la potenza erogata dal generatore;
b. la forza necessaria per tenere ferma la barra;
c. la d.d.p. tra le due coppie di facce opposte N (e ) = 0.5 1017 mm3 .

Esercizio 44
Un solenoide con densita di spire n = 10spire/cm e percorso da una corrente
I = 12 mA, ha asse perpendicolare al campo magnetico terrestre B ~ T . Un
4 2
ago magnetico, con momento di dipolo = 6.6 10 Am , massa m = 10 g
e lunghezza l = 1 cm, si orienta a = 30 rispetto alla direzione di B~T .
a. B~T
b. il momento delle forze per tenere fermo il dipolo lungo BT ;
c. la frequenza di oscillazione del dipolo per piccole oscillazioni attorno
alla posizione di equilibrio;
d. il lavoro meccanico necessario per invertire la direzione del dipolo
rispetto al punto b..

26
2.1 Campo magnetico Capitolo 2 Magnetostatica

Esercizio 45
Un tubo cilindrico dielettrico molto lungo, con raggio R = 10 cm la la
superficie carica con densita = 0.5 C/m2 e ruota attorno al suo asse con
velocita angolare = 10 rad/s.
a. Calcolare E ~ eB~ allinterno e allesterno del del cilindro.
b. Calcolare E ~ eB~ allinterno e allesterno del del cilindro nellipotesi che
la velocita angolare aumenti linearmente = t, con = 2 rad/s2 .

27
2.1 Campo magnetico Capitolo 2 Magnetostatica

Soluzione esercizio 39

a. F/l = 1 107 N/m;


b. x1 = 32 cm, x2 = 2.5 cm

Soluzione esercizio 40

a. B = 2R
0I
sin3 ;
b. B(0) = 6.28 105 T ;
c. C(B) = 0 I.

Soluzione esercizio 41

a. .
b. .
c. R
L
> 14
d. .

Soluzione esercizio 42

a. .
b. a = 2b;
c. x < 0.305 a

Soluzione esercizio 43

a. P = 5 W ;
b. F = 1.6 N ;
c. V = 10 V .

Soluzione esercizio 44

a. BT = tan
0 nI

= 2.6 105 T ;
b. = BS = 9.9 109 N m
q
Btot Btot
c. = ml 2 /12 , = ml2 /12
, = 2
= 7.76 102 Hz

Soluzione esercizio 45

28
2.1 Campo magnetico Capitolo 2 Magnetostatica

a. E radiale allesterno, nullo allinterno. B quello di un solenoide.


b. B e solo dentro il cilindro, quello di un solenoide, il campo E ha
anche una componente tangenziale dovuta alla variazione del campo
magnetico. Dentro Etang = 0 R/2r. Fuori Etang = 0 R3 /2
1
r
.

29
2.2 Induzione elettromagnetica Capitolo 2 Magnetostatica

2.2 Induzione elettromagnetica

Esercizio 46
Una spira quadrata di lato l = 30 cm ha resistenza totale R = 0.1 e si trova
in un piano orizzontale x, y, dove e presente un campo magnetico B ~ = kxz,
con k = 0.8 T /m.
La spira e collegata tramite una carrucola ad un piccolo peso di massa
m = 10 g soggetto a gravita, in modo che il peso tira la spira verso le x
positive. Si osserva che a regime la velocita della spira e costante.
a. La corrente a regime in modulo e verso;
b. la velocita della spira a regime;
c. lenergia dissipata dalla spira sempre a regime.

Esercizio 47
Un filo rettilineo indefinito e posto sul piano di una spira quadrata di lato
l = 5 cm, con uno dei lati parallelo al filo stesso, ad una distanza d = 10 cm
da esso. Il tutto e posto su un piano verticale sottoposto a gravita. Il filo
della spira e di rame = 108 m e sezione S = 1. 102 cm2 .
Al partire dal tempo t = 0, una corrente I(t) inizia a scorrere sul filo,
crescendo linearmente fino a raggiungere una corrente I0 = 30 A al tempo
T0 = 10 s. La spira rimane ferma.
a. la fem presente sulla spira;
b. la corrente i che circola sulla spira;
c. la forza vecF cui e sottoposta la spira;
d. Dopo il tempo T0 la corrente sul filo resta I = I0 (costante), e la spira e
lasciata libera di muoversi. Si calcoli lequazione del moto della spira.

Esercizio 48
Due guide conduttrici sono incernierate tra loro ad un estremo O e sono
collegate alle estremita di una sbarra di lunghezza h = 0.4 m. La sbarra
scorre senza attrito lungo le guide con velocita v = 20 m/s, sempre
perpendicolare ad una guida OB, partendo da O allistante t = 0 s.
La guida obliqua OA ha resistenza trascurabile, mentre laltra (OB) ha una
resistenza per unita di lunghezza = 200 /m: infine la resistenza della
sbarra e R = 200 . Il sistema e immerso in un campo uniforme B = 1.5 T
perpendicolare al piano dove si trova il circuito.
a. La corrente che gira sul circuito allistante t2 = 0.1 s;

30
2.2 Induzione elettromagnetica Capitolo 2 Magnetostatica

b. la forza sulla sbarra allistante t2 ;


c. lenergia dissipata tra t0 e t2 .

Esercizio 49
Due sbarre metalliche uguali, lunghe L = 15 cm, con resistenza R = 15
sono incernierate ad una estremita O. Laltra estremita e vincolata a scorrere
lungo una rotaia metallica rettilinea con resistenza trascurabile. Langolo di
apertura tra le due sbarre varia = /6 + t con = 2 rad/s. Il sistema e
immerso in un campo magnetico costante B = 0.5 T perpendicolare al piano
del circuito.
Determinare:
a. la corrente I allistante t1 = /24 s;
b. la carica che fluisce per il punto O nellintervallo [0, t1 ]
c. il lavoro eseguito sul sistema.

Esercizio 50
Una spira di raggio R = 10 cm e percorsa da una corrente I = 10 A.
Coassialmente ad essa, si trova una seconda spira con raggio r = 0.5 cm,
filo con sezione = 0.2 mm2 e resistivita = 1.7 107 m, che si muove
con velocita v = 2 m/s sullasse comune. Allistante t = 0 s si trovano sullo
stesso piano.
a. La posizione zmax dove la corrente indotta sulla spira piccola e
massima;
b. la carica Q che fluisce sulla spira piccola tra t = 0 s e t1 quando la
distanza tra le spire e pari a R;
c. la corrente nellinstante t1 ;
d. il flusso attraverso la spira grande dovuta al campo generato dalla
spira piccola allistante t1 .

31
2.2 Induzione elettromagnetica Capitolo 2 Magnetostatica

Soluzione esercizio 46

a. i = mg
kl2
= 1.36 A, verso orario.
Ri
b. v = kl2 = 1.982 m/s
c. P = Ri2 = mgv = 0.186 W

Soluzione esercizio 47

a. f em = 2T
0 Il
log l+d
d
= 1.22 108 V
b. i = 3.58 A  
c. Ftot = il2
0 I(t) 1
d
1
d+l
= 3.6 1013 t[s] N verso il basso.
i2
d2 x
h
1 0 I 0 l dx
d. dt2
=g 8x(l+x) dt

Soluzione esercizio 48
hRv/2
a. I(t) = vt+R
= 10 mA;
b. F = ihB = 6 103 N
2
B 2 h2 v
 
c. W = tt12 (Bhv/2) dt = ln R+vt2
= 9.9 103 J
R
vt+R 4 R

Soluzione esercizio 49
BL2
a. I(t) = 4R
cos ( + t) = 2.65 104 A
BL2
h i
b. Uso legge di Felici Q = 4R
sin 4 sin 6 = 3.88 105 C
R t1 2 i/4
B 2 L4
h
sin 2
c. W = 0 2R
dt = 16R
+ 2
= 3.47 107 J
/6

Soluzione esercizio 50

a. z = R/2
h i
r0 I 1
b. Q = 4R 23/2
1 = 1.2 107 C
c. i(t1 ) = 1.96 106 A
d. (z) = M (z = R)I(t1 ) = 6.8 1016 T /m2

32
2.3 Circuiti RL Capitolo 2 Magnetostatica

2.3 Circuiti RL

Esercizio 51

Il circuito in figura e costituito da tre resistenze R1 = 10 , R2 = 20 ,


R3 = 30 , una induttanza L = 2 H e un generatore con f.e.m. V = 100 V
e un interruttore S inizialmente aperto.
S R1 R3
V R2 L

Calcolare la corrente i1,2 sulle resistenze R1,2 nelle seguenti condizioni:


a. immediatamente dopo la chiusura di S;
b. a regime con S chiuso;
c. immediatamente dopo lapertura di S (una volta raggiunto la
condizione di regime);
d. a regime con S aperto.

Esercizio 52

Il circuito in figura e costituito da due resistenze R1 e R2 = 500 , una


induttanza L = 10 mH, un generatore con f.e.m. V = 100 V e un
interruttore T inizialmente aperto chiuso su A.
T
V
R1 L
R2

Si osserva che la corrente erogata dal generatore allistante t = L/R1 e pari


a Igen (t ) = 200 mA.
Calcolare:
a. il valore della resistenza R1 ;
b. lenergia magnetica Wmag immagazzinata nellinduttanza per tempi
t t ;
c. lenergia dissipata sulla resistenza R2 dopo che linterruttore T viene
commutato su B.

33
2.3 Circuiti RL Capitolo 2 Magnetostatica

Soluzione esercizio 51
V
a. L si comporta come circuito aperto: i1 = i2 = R1 +R2
= 3.3 A;
V V i1 R1
b. i1 = R R = 4.55 A; i2 = R2
= 2.73 A, i3 = 1.82 A;
R1 + R 1+R2
1 2

c. i1 = 0 A, i2 = ib3 = 1.82 A;
d. ii = 0 A.

Soluzione esercizio 52
 
V
a. I(t) = R1
1 eRt/L Quindi R = 315
 2
b. WL = 21 L RV1 = 5 104 J;
c. uguale a WL

34
2.4 Campi magnetici nella materia Capitolo 2 Magnetostatica

2.4 Campi magnetici nella materia

Esercizio 53

Un solenoide ideale ha densita di spire n = 10 /cm, raggio r = 5 cm ed e


percorso da una corrente i = 0.05 A. Coassiale ad esso si trova una spira
circolare di raggio R = 10 cm e percorsa da una corrente I = 1.5 A, in verso
opposto a quello del solenoide.
Sullasse comune, ad una distanza pari a R dalla spira, si trova un dipolo con
momento = 6.6 104 Am2 .
Calcolare:
a. il campo magnetico B ~ nel punto dove si trova il dipolo;
b. il lavoro esterno Lext per ruotare il dipolo di = 60 ;
c. il momento delle forze necessario per tenere fermo il dipolo nella
posizione precedente se linterno del solenoide viene riempito con una
gas con suscettivita magnetica m = 8 102
d. il flusso sul solenoide del campo della spira;

35
2.4 Campi magnetici nella materia Capitolo 2 Magnetostatica

Soluzione esercizio 53

a. b = 5.95 105 T ;
b. Lext = 1.96 108 J;
c. = 3.67 108 N m;
d. sol = 1.48 105 W b.

36
Capitolo 3

Onde e oscillazioni

3.1 Equazioni di Maxwell

Esercizio 54
Due lastre metalliche circolari coassiali con raggio r = 3 m e distanza
d = 0.05 m, inizialmente caricate con carica uguale e opposta pari a
Q = 5 105 C, si allontanano, rimanendo parallele a se stesse con velocita
v = 0.03 m/s. Un generatore mantiene costante la differenza di potenziale
tra le piastre.
Determinare:
a. La densita della corrente di spostamento Js allistante t = 0 s;
b. La circuitazione del campo magnetico B su un cerchio coassiale di
raggio r = 0.1 allistante t = 2 s;
c. Il campo magnetico B in un ponto generico della circonferenza;
d. Cosa succede se la circonferenza viene spostata fuori dellasse del
sistema?

Esercizio 55
Un condensatore piano, con armature circolari di raggio r1 = 50 cm, distanti
h = 5 cm, e collegato ad un generatore di f.e.m. costante V0 = 100 V ,
con resistenza interna R0 = 5 tramite un interruttore. Tra le piastre del
condensatore di trova un avvolgimento toroidale, con N = 104 spire, coassiale
al condensatore e ortogonale alle sue armature. La sezione dellavvolgimento
e rettangolare con lati a = 4 cm e b = 2.5 mm, e raggio medio r2 = 20 cm.
Lavvolgimento toroidale e chiuso su una resistenza R = 20 e collegato ad
un galvanometro balistico.

37
3.1 Equazioni di Maxwell Capitolo 3 Onde e oscillazioni

Determinare:
a. Il rapporto R = q/Q tra q la carica che fluisce nel galvanometro
tra il momento della chiusura dellinterruttore e il raggiungimento
di condizione stazionarie, e Q, la carica presente sulle piastre del
condensatore a regime.
b. Lo stesso rapporto se il condensatore non e nel vuoto ma in un
dielettrico omogeneo di costante dielettrica = 5.

38
3.1 Equazioni di Maxwell Capitolo 3 Onde e oscillazioni

Soluzione esercizio 54
1 E
a. Is = c2 0 t
= 0
t
E

0 r2
C= d
= 5 nF
V v
js = 0 (d+vt) 106 A/m2 (t = 0 s) ;
2 = 1.06 2.19 107 A/m2 (t =
2 s)
b. B = 0 js = 8.65 1015 T m
c. B(r) = 02rjs = 4.13 1013 T
d. Risposta a 1 e 2 non cambia, mentre a 3 s .

Soluzione esercizio 55

a. B(r) = 2cr2 E
t
q =
R
B

t
E(t) V0
t
= hR0 C
e R0 C
N abr2 V0
q= 2c2 R R0 Ch
Q = V0 /C ; q/Q = 11.5
b. 0 =
js js , C C
q /Q = 1/ q/Q = 2.3

39
3.2 Onde E.M. Capitolo 3 Onde e oscillazioni

3.2 Onde E.M.

Esercizio 56
La radiazione solare cede alla superficie terrestre 2.2 calorie/cm2 /minuto (la
cosiddetta costante solare). Supponendo che londa EM sia piana e incida
normalmente alla superficie terrestre, calcolare:
a. i valori massimi di E e B;
b. la pressione sulla superficie terrestre p.

Esercizio 57
La radiazione solare sulla superficie della terra vale 1532 W/m2 . Sapendo
che la distanza media terra-sole RT = 149 109 m, la massa del sole vale
Ms = 1.99 1030 kg, calcolare:
a. La potenza irradiata dal sole;
b. la pressione di radiazione sulla terra e il suo rapporto con la pressione
atmosferica;
c. la dimensione di una vela solare, perfettamente riflettente, in grado
di compensare lattrazione gravitazionale per una astronave di massa
m = 1000 kg;
d. il rapporto tra la forza gravitazionale e la forza di pressione per una
sferetta nera di dimensione a e densita . Si calcoli il rapporto per
a = 3 105 cm e = 2.5 g/cm3 .

40
3.2 Onde E.M. Capitolo 3 Onde e oscillazioni

Soluzione esercizio 56

a. < S >= 1532 W/m2


|S| = |EB|
0
= EB
0
= c0 E 2
q
< |S| >= |S|/2 , E0 = 2<S> c0
= 1.07 kV /m
6
B0 = E0 /c = 3.58 10 T
b. < p >=< S > /c = 5 106 N/m2

Soluzione esercizio 57

a. L = 4R2 = 4.2 1026 W


b. prad = /c = 5 106 N/m2
prad /patm = 5 1011
c. Fp = 2Sprad = 4R 2SL
2c , FG = GMR2 m
S = 2G MLmc = 6 105 m2 = (770 m)2
d. Fp = pa2
Fp 3L rc
FG
= 16acGM
= a
5
rc = 1.6 10 cm

41
3.3 Circuiti RLC Capitolo 3 Onde e oscillazioni

3.3 Circuiti RLC

Esercizio 58
Circuito RLC in serie e alimentato con una f.e.m. alternata V (t), C = 1.5 pF ,
L = 2 mH, R = 150 . Mantenendo costante la frequenza di risonanza r
e tempo di decadimento del circuito, si sostituiscono i tre elementi del
circuito. La nuova capacita e C = 0.75 pF .
Determinare:
a. L
b. R
c. Il rapporto tra la potenza assorbita dal circuito W e W alla frequenza
di risonanza.
d. Quanto vale questo rapporto al di fuori delle condizioni di risonanza?

Esercizio 59
Si consideri il circuito in figura: RL = RC = 100 , L = 103 H, C = 100 nF ,
Vef f = 220 V , = 50 Hz.

R c R L

V
C L

Calcolare:
a. La frequenza di risonanza R ;
b. La potenza dissipata dal circuito;

Esercizio 60
Un circuito RLC in serie e alimentato da una f.e.m. V (t) = V0 cos(t),
V0 = 10 V . Il Qvalore e Q = 10, e la larghezza della risonanza = 5104 s
e la potenza dissipata alla risonanza P ris = 0.25 W .
Determinare:
a. Frequenza di risonanza r ;
b. I valori di R, L e C;
c. La frequenza alla quale la corrente e sfasata di /4 rispetto alla
tensione;
d. La potenza media dissipata nel caso precedente;

42
3.3 Circuiti RLC Capitolo 3 Onde e oscillazioni

Esercizio 61
Si consideri il circuito RLC in figura, alimentato da una f.e.m. alternata con
frequenza .

R
V
C L

Determinare:
a. I(t) in funzione di V (t) e discuterne landamento;
b. La potenza dissipata dal circuito;

Esercizio 62
Si consideri un circuito RLC con i tre elementi posti in parallelo e alimentati
da una f.e.m. alternata V (t) = V0 cos(t), V0 = 110 V , = 60 Hz, R = 50 ,
L = 2 H, C = 1 F .
Determinare:
a. La corrente che circola su R, C e L rispettivamente;
b. La corrente totale I e lo sfasamento rispetto a V ;
c. La potenza dissipata;

Esercizio 63
Si consideri un circuito costituito da due circuiti LC accoppiati da una C,
ovvero da una L o da una R
Determinare:
a. Le correnti che circolano su ciascuna maglia;
b. I modi normali del sistema;
c. La potenza dissipata;

Esercizio 64
Un circuito e costituito da un generatore di tensione sinusoidale, con
ampiezza V0 = 12 V e frequenza = 50 Hz, che alimenta un parallelo
di una resistenza R = 87 , una induttanza L = 0.14 H, e un condensatore
C = 33 F .

43
3.3 Circuiti RLC Capitolo 3 Onde e oscillazioni

V C L R
Calcolare:
a. limpedenza complessa totale del circuito (modulo Z0 e anomalia );
b. la pulsazione r per la quale lampiezza della corrente e massima;
c. la massima carica Qmax presente sulle piastre del condensatore;
d. la corrente Ig erogata dal generatore nellistante in cui la carica sul
condensatore e massima;
e. la potenza media erogata dal generatore Wgen ;
f. la potenza dissipata dalla resistenza a = 50 kHz;
g. verificare che la soluzione per la corrente soddisfa il principio della
conservazione della carica;
h. la massima/minima frequenza cui puo lavorare il generatore se esso
e in grado di fornire, al massimo, una corrente Imax = 1 A (sugg.
1
per frequenza massima si faccia lapprossimazione che L C e,
1
viceversa, per la frequenza minima di supponga che C L );

44
3.3 Circuiti RLC Capitolo 3 Onde e oscillazioni

Soluzione esercizio 58

a. LC = L C L = 4 mH
b. = 1/ ; = R/L R = RL /L = 300
c. Potenza dissipata solo da R W = RI 2 = V 2 /R
2
W /W = VV 2/2R
/2R
= RR = 0.5

Soluzione esercizio 59
RC 2 2 R C L
a. Y = 1/Z = ( 1+ 2 R2 C 2 + R2 + 2 L2 ) + i( 1+ 2 R2 C 2 R2 + 2 L2
)
= 0 = 1/LC
b. < P (t) >= V0 /2Z cos = Vef f Ief f cos

Soluzione esercizio 60

a. r = Q = 5 105 s1
b. < P (t)ris >= Vef f Ief f = V02 /2R
R = 200 L = R/ = 4 mH C = 1/(02 L) = 1 nF
c. = arctan 1/CL
R
= /4
1 = 5 104 rad/s 2 < 0
V02
d. < P >= 4R
= 0.125 W

Soluzione esercizio 61
1
a. Z = R + i( 1/(L)C )
I(t) =q
V /|Z|cos(t )
1
|Z| = R2 + (1/(L)C) 2
1
tan = 1/(L)C
R
Anti-risonanza per = 1/LC
b. < P (t) >= V02 /2|Z| cos

Soluzione esercizio 62

a. IC (t) = iC(t) = 4.15 102 sin(t) A


IL (t) = 1/(iL)(t) = 1.46 101 sin(t) A
IR (t) = (t)/R = 2.2 cos(t) A

45
3.3 Circuiti RLC Capitolo 3 Onde e oscillazioni

b. Y = 1/Z = 1/R + i(C 1/L) = Y0 ei


Y0 = 2 102 1
tan = C1/L
1/R
= 4.75 102
Itot = 2.2 A
c. < P (t) >= Vef f Ief f cos = 1.21 102 W

Soluzione esercizio 63

a. 12 = 3/LC 22 = 1/LC

Soluzione esercizio 64
 
a. Y = Z1 = R1 + i C L 1
= Y0 ei = 1.69 102 [1 ]ei0.82[rad]
Z = Y10 ei = 59.2[]ei0.82[rad]
q
1
b. r = LC
= 465 s1
c. Q(t) = VC (t)C massima quando e massima VC = Vgen . Qmax = V C =
3.96 104 C
d. Igen = IR + IC + IL : su L e C la corrente e sfasata di /2 rispetto alla
tensione del generatore, mentre e in fase su R. La carica e massima
quando la tensione e massima, quindi quando la corrente su L e C e
nulla. Resta solo la corrente su R. Itot = IR = V /R = 0.14 A
V2
e. Wgen = V I2tot cos = 2Z 0
cos = 0.83 W
V IR V2
f. Wgen = 2
= 2R
= 0.83 W
  
1
g. Itot = IR +IL +IC = V L C sin(t) + R1 cos(t) = ZV0 cos(t+
)
h. Con le ipotesi fatte, ad alta frequenza,
r il modulo dellammettenza
 
1
totale si approssima a Y0HF R2
+ (C)2 e quindi la corrente
totale
r risulta pari a: V Y0HF < Imax , da cui si ricava max <
 2
1 Imax 1
C V
R2
= 2.5 103 s1
s
 2 
1 1
Analogamente, per basse frequenze Y0LF R2
+ L
e quindi
1
min > q 2
= 86 s1
Imax
L ( V ) 12
R

46
3.4 Sistemi a infiniti gradi di liberta Capitolo 3 Onde e oscillazioni

3.4 Sistemi a infiniti gradi di liberta

Esercizio 65
Una corda e vincolata a due estremi distanti L = 0.5 m e la frequenza
fondamentale di oscillazione e di = 440 Hz.
Determinare:
a. La distanza tra gli estremi L perche la frequenza fondamentale di
vibrazione diventi = 550 Hz.
b. La variazione della tensione della corda T perche la frequenza diventi
= 435 Hz.

Esercizio 66
La frequenza fondamentale di una corda di violino e di = 440 Hz, e la sua
lunghezza e L = 0.4 m. La densita della materiale con cui e fatta la corda e
= 7.86 103 kg/m3 , e la sezione ha diametro di d = 103 m.
Calcolare:
a. La tensione della corda
b. Limpedenza caratteristica della corda
c. La tensione cui deve essere tesa per avere frequenza = 460 Hz
d. Cosa succede se la corda viene sostituita con unaltra con densita 25%
piu alta, mantenendo costanti gli altri parametri?

Esercizio 67

Una corda e vincolata ad un muro e ha una massa di M = 2 kg appesa


tramite una carrucola (di massa e dimensioni trascurabili) posta ad una
distanza di L = 1 m dal muro. La massa della parte orizzontale della corda
e pari m = 0.6 kg. Sulla corda si propaga unonda armonica trasversale di
ampiezza 0 = 103 m e = 0.25 m.
Calcolare:
a. La velocita v dellonda trasversale;
b. La velocita massima di ciascun punto della corda prima della
riflessione;
c. Lequazione del moto dellonda;
d. Il flusso medio di energia nellunita di tempo e di superficie che fluisce
attraverso una sezione arbitraria della corda;

47
3.4 Sistemi a infiniti gradi di liberta Capitolo 3 Onde e oscillazioni

Esercizio 68

Unonda sonora armonica con = 300 Hz si propaga in aria in condizione


STP (T = 293 K, P = 1 atm, Vm = 22.4 l, Mm = 29 g, = 1.4). Lampiezza
dellonda di spostamento e pari a 0 = 3 108 m.
Determinare:
a. Lampiezza dellonda di pressione p;
b. Lampiezza dellonda di densita ;
c. Lintensita dellonda I (W/m2 ) e B (dB);

Esercizio 69

Una sbarra di alluminio lunga L = 1 m, vincolata al centro, e colpita in modo


longitudinale ad una estremita e risuona ad una frequenza di = 2500 Hz.
Sapendo che la densita dellalluminio e Al = 2710 kg/m3 , il modulo di Young
Y = 70 GN/m2 , la densita dellaria e a = 1.3 kg/m3 e la costante adiabatica
dellaria e q= 1.4, (si ricordi inoltre che la velocita del suono in un solido e
pari a v = Y /) determinare:
Commento: questo esercizio e nato come fusione di due altri esercizi, ma e venuto male . . .

a. La velocita del suono nellalluminio vAl ;


b. La velocita del suono nellaria vair ;
c. Dove si dovrebbe vincolare la sbarra per ottenere una frequenza di
= 3750;
d. Spiegare qualitativamente come cambia la frequenza della sbarra se il
colpo e trasversale invece che longitudinale e spiegare il perche;

Esercizio 70
Un tubo sonoro aperto contiene aria (considerata gas perfetto) a 0 C, e lungo
L = 0.75 m e vibra alla frequenza del modo fondamentale. A seguito di una
variazione della temperatura dellaria t, la frequenza varia di = 10 s1 .
Sapendo che la velocita del suono nellaria a 0 C e pari a v = 331 m/s,
calcolate
a. t.

48
3.4 Sistemi a infiniti gradi di liberta Capitolo 3 Onde e oscillazioni

Soluzione esercizio 65

a. L = L = 0.4 m
2
T T

T
b. T
= T
=
1 = 2.3%

Soluzione esercizio 66

a. T = (d/2)2 l (2L)2 = 764 N

Soluzione esercizio 67
mg
q
a. v = ( M/L )
b. vmax = (x, t)max = 0 2 v = 0.143 m/s
c. Onda progressiva (x, t) = 0 cos(kx t) k = 2/ = 25.1 m1
, = 2 = 2v/ = 144 rad/s cui va aggiunta quella regressiva
(riflessa) che insieme danno luogo ad unonda stazionaria (x, t) =
20 sin(kx) sin(t)
d. E = 1/2l 02 2 v = 34.9 103 W/m2

Soluzione esercizio 68
q
a. p = p
v t
= v0
t
pmax = v0 0 2 v = RT

= 342.6 m/s
3
0 = Mmole
q/Vmole = 1.3 kg/m pmax = 0.025 atm

p = p T /T = 0.024 atm
p
b. = v2
= 2.17 107 kg/m3 = (T /T )3/2 = ...

Soluzione esercizio 69

a. vAl = = 2L = 5000 m/s


( Ypair
q
vair
b. vAl
= Al
)
c. x = /4 = v/(4) = 1/3 m
q
d. vtran = N/ , N < Y v < vk

Soluzione esercizio 70
q q
T +t T
a. = 2L vs = = RT /m/(2L) = R/m 2L
q
vs
R/m =
T
= 20 t = 25.3

49
Capitolo 4

Ottica

4.1 Rifrazione

Esercizio 71
Un raggio di luce bianca orizzontale attraversa un prisma con indice di
rifrazione n e apertura = 4 deg, colpisce uno specchio verticale e
successivamente uno schermo. Lindice di rifrazione del prisma vale
Colore (nm) n()
Blu 434 1.539
Giallo 589 1.517
Rosso 768 1.511
La distanza tra il prisma e lo specchio e d = 1m, mentre quella tra lo specchio
e lo schermo e d = 4 m.
Determinare:
a. langolo che deve formare lo specchio con la verticale per avere un
raggio uscente orizzontale per la luce gialla;
b. la dispersione della luce bianca sullo specchio;
c. la dispersione sullo schermo.

Esercizio 72
Un sottile fascio di luce incide su un prisma con angoli 30 60 90
perpendicolarmente allipotenusa. Lindice di rifrazione del prisma e n = 2.1.
Calcolare:
a. le superfici e gli angoli di uscita della luce;
b. i rapporti delle intensita dei raggi uscenti rispetto a quello entrante.

50
4.1 Rifrazione Capitolo 4 Ottica

Esercizio 73
Si consideri un prisma isoscele fatto con un materiale con indice di rifrazione
n:
a. Quale deve essere langolo di apertura perche ogni raggio incidente su
una faccia sia totalmente riflesso dallaltra faccia?

Esercizio 74
Una larga piscina circolare ha una profondita h = 2/3d dove d = 84 m e il
diametro. Un osservatore e posto ad una distanza dal bordo della piscina ad
una distanza pari alla altezza dal bordo stesso.
a. Quanto deve essere riempita dacqua (n = 4/3) la piscina perche
losservatore riesca a vedere il centro della piscina?

51
4.1 Rifrazione Capitolo 4 Ottica

Soluzione esercizio 71

a. Con lapprossimazione di angoli piccoli = (n 1) = 2.068 (Angolo


uscita prisma rispetto orizzontale)
= /2 = 1.034 (Angolo inclinazione specchio)
b. blue = 3.763 102 rad rosso = 3.567 102 rad xspecchio = d =
1.955 mm
c. xschermo = (d + ds ) = 7.822 mm

Soluzione esercizio 72

a. L = arcsin(1/n) 28.5 Luce incide su cateto maggiore con angolo


30 > L , riflessione totale. Dopo riflessione su ipotenusa con
60 > L , riflessione totale. Poi su cateto minore con 0 , quindi in
parte esce e in parte viene riflessa. La parte riflessa fa il cammino
allindietro, sempre con riflessione totale, e esce da dove e entrata.
Se il primo cateto colpito e quello minore, il risultato non cambia.
 2
4n
b. Nella prima riflessione si ha: T = n+1 = 87.4%, R = 1 T =
12.6%. Nella seconda riflessione sul cateto, il raggio uscente ha
intensita relativa T T = 76.4%. Nellultima riflessione sullipotenusa,
la parte uscente e T R T = 9.6%. In totale esce il 98.6% della luce
entrante, il rimanente ripete le stesse riflessioni.

Soluzione esercizio 73

a. Serve un po di geometria. . .
1,2,3 sono angoli di incidenza sulla prima faccia, rifrazione dalla prima
faccia, incidenza sulla seconda faccia, rispettivamente. Riflessione
totale se 3 > L = arcsin(1/n)
primo caso: il raggio di luce rifratto allinterno del prisma e dalla
parte del vertice del prisma rispetto allasse della prima faccia.
3 = 2 > L , 2 (max) = L > 2L
secondo caso: raggio di luce rifratta e nel semipiano piu lontano
dal vertice rispetto alla normale alla prima faccia.
3 = 2 + > L , 2 (min) = 0 > L

Soluzione esercizio 74

52
4.1 Rifrazione Capitolo 4 Ottica

a. x livello di acqua nella vasca, r angolo rifrazione, i angolo incidenza


1
d/2 = x tan r + (2d/3 x) x = d/6 1tan r
= 37.4 m

53
4.2 Interferenza Capitolo 4 Ottica

4.2 Interferenza

Esercizio 75
Due fori di Young in aria distano d = 0.1 mm e illuminano uno schermo a
L = 20 cm con luce monocromatica: si osserva che i due max di ordine 10
distano tra loro x10 = 24 mm.
Calcolare:
a.
b. x delle frange luminose sullo schermo.
c. nel vuoto perche la figura di interferenza non cambi rispetto allaria,
se tutto il sistema viene immerso in acqua (n = 4/3).

Esercizio 76
Un interferometro di Young ha 3 fori con apertura a << e separate
rispettivamente da d, 3/2d.
Calcolare, ponendo F0 lintensita a = 0:
a. La posizione m del primo massimo;
b. lintensita del primo massimo rispetto a quello centrale;
c. lintensita a m /2.

Esercizio 77
Unonda piana monocromatica = 550 nm incide perpendicolarmente su
schermo opaco con due fenditure parallele. La figura di interferenza si forma
su uno schermo posto sul piano focale di una lente con potere diottrico
P = 3 dr. Due frange successive distano D = 5mm.
Determinare:
a. La distanza tra le fenditure;
b. la larghezza delle fenditure, osservando che il massimo di ordine 8 non
e visibile;
c. Davanti ad una fenditura si pone una lamina di spessore uniforme
50 m e le frange si spostano di 20 massimi.
Determinare lindice di rifrazione del materiale.

Esercizio 78
Una sorgente di luce monocromatica = 504 nm incide perpendicolarmente
una lamina cuneiforme, con n = 1.4 e apertura = 0.1 rad. Si osservano

54
4.2 Interferenza Capitolo 4 Ottica

frange chiare e scure parallele allo spigolo. La lunghezza della lamina e


L = 45mm .
Calcolare:
a. La distanza x dallo spigolo delle prime tre frange scure;
b. idem per le chiare;
c. La frangia lungo lo spigolo e chiara o scura?
d. E quella allaltra estremita del cuneo?
e. Il numero totale di frange chiare e scure.

Esercizio 79
Un ricevitore di onde radio e posto sulla riva di un lago ad una altezza
h = 30 m s.l.l. e riceve segnali ad una = 1m da una galassia lontana sia
direttamente sia per riflessione su lago.
Calcolare:
a. Lo sfasamento dei due raggi in funzione dellangolo (altezza
sullorizzonte);
b. Per quale valore di lintensita e massima sul rivelatore.

Esercizio 80
Un film sottile di spessore d = 300 nm, n = 1.5 e illuminato da luce bianca
con incidenza normale.
Calcolare la lunghezza donda corrispondente alla colorazione dominante del
film se osservato:
a. in riflessione;
b. in trasmissione.

Esercizio 81
Linterferometro in figura e illuminato con luce monocromatica =
612.2 nm: il raggi (paralleli) sono fatti passare per tubi di uguale lunghezza
l 20 cm, inizialmente vuoti e si osservano un sistema di frange. Il tubo
superiore viene quindi riempito con un gas e si osserva che la frangia centrale
si sposta e occupa la posizione occupata prima dalla 98-esima frangia.
1111111111111111
0000000000000000
0000000000000000
1111111111111111
0000000000000000
1111111111111111

55
4.2 Interferenza Capitolo 4 Ottica

Calcolare:
a. lindice di rifrazione n del gas;
b. la minima n osservabile.

Esercizio 82
Un film di sapone verticale e illuminato da luce di sodio = 589 nm. La
parte superiore, osservata in riflessione, e nera, mentre si vedono 5 frange
chiare in basso e il centro della 5a frangia e sul bordo inferiore. Lindice di
rifrazione dellacqua saponata e n = 1.33.
a. Calcolare lo spessore del bordo inferiore e superiore.

Esercizio 83
Una lente e coperta da un film per ridurre la riflessione. Lindice di rifrazione
del film e della lente sono nf = 1.2 e nl = 1.4, rispettivamente. Si consideri
luce ad una lunghezza donda = 5000 A.
Calcolare:
a. Lo spessore minimo del film per minimizzare lintensita della luce
riflessa.
b. Quale dovrebbe essere nf perche la riflessione sia la minima assoluta.

c. In questultimo caso, la riflessione puo essere ridotta a 0?

Esercizio 84
Una sorgente di luce con = 400 nm illumina perpendicolarmente 2 lastre
di vetro lunghe l = 10 cm: le lastre sono a contatto ad un estremo e separata
allaltro da un foglio di alluminio di spessore s. Osservo che i bordi sono
scuri, e sono visibile 250 frange chiare.
Calcolare:
a. Lo spessore s;
b. La precisione sulla misura di s.

Esercizio 85
Linterferometro in figura opera con luce quasi monocromatica = 480 nm,
= 1 nm. I due specchi inferiori sono semi-riflettenti, mentre quelli
superiori normali e distano h.

56
4.2 Interferenza Capitolo 4 Ottica

S R

Calcolare:
a. Di quanto si deve variare h per osservare due massimi successivi.
b. La massima distanza h per avere interferenza.
c. Successivamente un cuneo sottile, con = 2 , n = 1.3, viene inserito
nel cammino ottico superiore (si trascuri la deviazione del raggio
stesso).
Si calcoli la variazione di profondita x per osservare due minimi
successivi.

Esercizio 86
Due antenne radio emettono onde sferiche a frequenza = 300 M Hz in fase,
e distano p = 30 m. Ad una distanza d1 = 1 km, formando un triangolo
rettangolo di cateti p e d1 , ce un ricevitore.
a. Calcolare delle onde sul ricevitore.
A d2 = 2 km dallantenna piu vicina, su prolungamento del cateto d1
ce un secondo ricevitore.
Calcolare:
b. Il rapporto tra le intensita I1 /I2 ;
c. Supponendo di mettere il tutto in un mezzo, quale deve essere la
costante dielettrica r , per rendere nullo il segnalo sul primo rivelatore.

Esercizio 87
Unonda piana monocromatica = 550 nm incide perpendicolarmente su
schermo opaco con due fenditure parallele. La figura di interferenza si forma
su uno schermo posto sul piano focale di una lente con potere diottrico
P = 3 dr. Due frange successive distano D = 5mm.
Determinare:
a. La distanza tra le fenditure;
b. la larghezza delle fenditure, osservando che il massimo di ordine 8 non
e visibile;
c. Davanti ad una fenditura si pone una lamina di spessore uniforme
50 m e le frange si spostano di 20 massimi.

57
4.2 Interferenza Capitolo 4 Ottica

Determinare lindice di rifrazione del materiale.

58
4.2 Interferenza Capitolo 4 Ottica

Soluzione esercizio 75

a. x10 = 20L d = 20L


d
x10 = 6 107 m
b. x = L
d
= 1.2 mm

c. x = ndL = L
d
= x

= n = 798 nm

Soluzione esercizio 76
5
a. Risolvo se E() = E + Eei + Eei 2 = 2d
sin
I |E 2 | = E 2 (3 + 2(cos + cos 32 + cos 25 ))
Massimo per = 4 1 = 2 d
b. I( 21 ) = I(0)/9

Soluzione esercizio 77

a. z = f = f /d quindi d = f /z = 3.7 mm
b. Minimo di diffrazione coincide con massimo di interferenza di ordine
8. L = 8 d , quindi L = d/8 = 34 m.
c. = 2
(n 1)h = 20 2, quindi n = 1 + 20 h = 1.22.

Soluzione esercizio 78

a. = 2n

2x +
Frange chiare se = 2k: x = (2k+1)
4n
= 0.9, 2.7, 4.5 mm
k
b. Frange scure se = (2k + 1): x = 2n = 0., 1.8, 3.6 mm
c. La frangia e scura
d. La frangia e scura L/passo = 25
e. Si vedono 26 scure e 25 frange chiare.

Soluzione esercizio 79

a. = 4
h sin +

b. sin max = 4h = 0.48

Soluzione esercizio 80
2 4nd
a. =
n(2d) + max = 2k+1
nel range ottico solo = 600 nm

59
4.2 Interferenza Capitolo 4 Ottica

b. = 2
n(2d) max = 2nd
k
nel range ottico solo = 450 nm
Tuttavia, il coefficiente di riflessione e pari a R = 4% (e quello di
trasmissione T = 96%), quindi il raggio che viene riflesso internamente
due volte risulta avere una intensita di circa 0.15% rispetto a quello
trasmesso. La differenza di intensita e tale da non produrre (quasi)
nessuna interferenza, quindi la luce trasmessa risultera bianca come
quella incidente. Nel caso di riflessione, entrambi i raggi vengono
riflessi una volta, quindi hanno una intensita simile e pertanto si
osserva linterferenza.

Soluzione esercizio 81

a. = 2
l(n 1) = N 2 n = 1 + N /l = 1 + 3 104
b. 2

l(n1 n2 ) = n = 2l = 1.53 106

Soluzione esercizio 82

a. Nella parte superiore lo spessore non contribuisce allo sfasamento della


luce diretta e riflessa: d < /2
Per la parte inferiore: = 2
2dn + = 2k k = 5 d = 4n 9
=
2
9.96 10 nm = 1.0 m

Soluzione esercizio 83
2
a. =
2dn = d = 4n1 = 0.104 m
n2 2
b. R1 = ( nn11 +n ) = 0.826 R2 = 5.9 103
2
Riflessione minima per n1 = n0 n2 = 1.18
c. Riflessione non e nulla perche non tutta la luce viene riflessa dalla
seconda interfaccia, ma in parte (R 1) viene trasmessa.

Soluzione esercizio 84

a. = 2
2 xsl + Scuro per x = 0 (k = 0) e x = l (k = 250)
s = k
2
= 50 m
s k
b. s = k = 1/250 = 4 103
s = 50 0.2 m

Soluzione esercizio 85
2
a. =
2h h = 2
= 240 nm

60
4.2 Interferenza Capitolo 4 Ottica

2 2
b. Tempo di coerenza della luce t 1 t = 2h < x =
=
0.115 mm
c. = 2

d(n 1) = 2 d = (n1) = 45.7 m

Soluzione esercizio 86
2 p2
a. = 2d1
= 2.83 rad
2 p2 (1+cos 1 )d22
b. 2 = 2d2
= 81 R = (1+cos 2 )d21
= 0.17
c. = /n =
r = (/ )2 = 1.23

Soluzione esercizio 87

61
4.3 Diffrazione Capitolo 4 Ottica

4.3 Diffrazione

Esercizio 88
I fari di unautomobile D = 1.3 m, = 500 nm, sono osservati da un
osservatore la cui pupilla ha un diametro di 5 mm.
a. Calcolare la distanza massima per cui si distinguono i due fari L.
b. In queste condizioni, la separazione sulla retina (che dista p =
24 mm dalla pupilla) dellimmagine dei due fari x.

Esercizio 89
Un telescopio ha una lente principale con apertura pari a D = 25 cm e focale
f = 60 cm. Esso viene usato per osservare una coppia di stelle, angolarmente
molto vicine tra loro.
a. Nellipotesi che la luce delle stelle sia rossa, si calcoli la minima
distanza angolare per poterle distinguere.

Esercizio 90
Unonda piana monocromatica = .55 m incide perpendicolarmente uno
schermo opaco su cui sono presenti due fenditure parallele. La figura di
interferenza si forma su uno schermo, posto sul piano focale di una lente con
potere diottrico P = 3 diottrie. Si osserva che due frange chiare successive
distano d = 5 mm.
Calcolare:
a. la distanza l tra le fenditure;
b. la larghezza della singola fenditura, osservando che il massimo di
ordine 8 non risulta visibile;
c. Davanti ad una delle fenditure si pone una lamina con spessore
h = 50 m, e si osserva che le frange si spostano di 20 massimi.
Calcolare lindice di rifrazione n del materiale.

Esercizio 91
Un fascio di luce monocromatica colpisce normalmente una fenditura larga
w = 5. Si vuole far s che la luce che attraversa la meta superiore della
fenditura sia abbia un ritardo di fase pari a rispetto alla meta inferiore.
a. Come si puo fare?
b. Come risulta la figura di interferenza risultante?

62
4.3 Diffrazione Capitolo 4 Ottica

Soluzione esercizio 88

a. La pupilla viene investita da due fronti donda piani e si comporta


come un foro circolare diffusore. Limmagine di ogni fascio luminoso
e una figura di diffrazione d. Il primo mimino di diffrazione si ha
ad un angolo = 1.22 d . Le due figure di diffrazione si possono dire
risolte se il massimo del secondo disco coincide (o e piu lontano) con
il primo minimo del primo disco: criterio del (lord) Rayleigh.
Quindi i due fari risultano risolti, considerando solo la diffrazione della
pupilla, se D L
> 1.22 d , quindi se L < 10.7 km.
Questo risultato e in contrasto con lesperienza: una prima
osservazione e che, data la curvatura terrestre, la distanza
dellorizzonte per una persona i cui occhi siano a circa 1.70 cm da
terra risulta essere circa 5 km, inferiore alla distanza di risoluzione dei
fari secondo il calcolo di prima. Quindi, in una pianura, non appena
i fari sono visibili, sono anche risolti: il che e accade.
Il fattore che abbiamo trascurato e la dimensione dei sensori (coni e
bastoncelli) sulla retina.
b. La distanza sulla retina delle immagini dei due fari, o meglio, del
centro delle rispettive figure di diffrazione, risulta x = p = D L
.
Questa va confrontata con la dimensione dei sensori, che e circa di
5 m. Perche le due immagini risultino distinte, devono colpire due
sensori non adiacenti, quindi devono distare circa x > 10 m. Il
che porta ad un angolo minimo di risoluzione m = xp 4 104 rad.
Con questa risoluzione angolare, la distanza minima dovra essere circa
L 3.2 km che e un valore piu ragionevole.
Si poteva risalire allangolo minimo di risoluzione, osservando che alla
distanza di visione distinta (Ld 20 cm), locchio normale e in gradi
0.1
di risolvere circa un decimo di mm. = 200 5 104 rad, in buon
accordo con i numeri precedenti.

Soluzione esercizio 89

a. La lente e un foro circolare investito da una onda piana, che quindi


produce una immagine di diffrazione circolare di raggio r = f =
f 1.22/D = 2 m, stimando 650 nm.
Il minimo risolvibile e quindi > = 3 106 rad posto che i
sensori sullo schermo siano piu piccoli di 1m.

63
4.3 Diffrazione Capitolo 4 Ottica

Soluzione esercizio 90

a. D = Pl quindi l = PD = 3.7 mm
b. Minimo di diffrazione corrisponde allottavo massimo di interferenza:
/L = 8/d, L = d/8 = 34 m
c. = 2
h(n 1) = 20 2, quindi n = 1 + 20/h = 1.22.

Soluzione esercizio 91

a. Per esempio mettendo una lamina di spessore d = 2(n1) davanti a
meta fenditura.
b. Posso considerarlo come due fori di Young, distanti w/2 e larghi w/2,
con uno sfasamento ulteriore di tra il primo e il secondo.
2
I() = I0 (sin2 ) sin2 con = w
2
sin

64
4.4 Reticoli Capitolo 4 Ottica

4.4 Reticoli

Esercizio 92
Un fascio piano di onde e.m. con frequenza = 1011 Hz incide su uno
schermo conduttore piano su cui sono praticate 5 fenditure parallele e lunghe,
di larghezza a = 6 mm e passo p = 18 mm.
Calcolare:
a. quanti massimi di segnale sono presento oltre a quello a = 0;
b. la posizione di questi massimi;
c. quanto deve essere largo un rivelatore per raccogliere tutta lenergia
del primo massimo se la distanza tra le fenditure e il rivelatore e
L=1m

Esercizio 93
Luce piana, monocromatica, = 0.6 m colpisce un reticolo con N = 5
fenditure parallele e lunghe, con passo p = 9 m e larghezza a << . A
distanza di 1 m e posto una lente con potere P = 2 dt, e si osserva la figura
di interferenza di Fraunhofer su schermo posto sul piano focale della lente.
Calcolare:
a. La distanza sullo schermo tra il massimo principale e quello di ordine
1;
b. Il numero di max secondari compresi tra due max primari;
c. Sposto lo schermo per osservare limmagine delle fenditure: quale deve
essere la distanza tra queste immagini?

Esercizio 94
Un fascio di luce con = 514.5 nm (Argon) incide normalmente su un reticolo
con N = 6000 righe/cm.
Calcolare:
a. Il piu elevato ordine di massimo principale;
b. La distanza tra il max 0 e max 1 se limmagine e focalizzata con lente
con f = 12 cm;
c. La dimensione minima del reticolo per risolvere nel max del primo
ordine il doppietto = 514.5 514.6 nm

Esercizio 95
Un reticolo con N = 8000 fenditure di larghezza a = 3 m e passo p = 8 m

65
4.4 Reticoli Capitolo 4 Ottica

viene illuminato con luce monocromatica e normale = 0.4 m. La luce


viene osservata su piano focale di una lente.
Calcolare:
a. Il numero di massimi principali;
b. Lintensita del max di ordine 4 rispetto a quello di ordine 0;
c. Il minimo diametro della lente per non aumentare la larghezza dei
massimi.

Esercizio 96
Un reticolo e illuminato da luce = 5550 Anormale e osservata con una
lente. Si vedono massimi corrispondenti a sin = 0.2, 0.4, 0.6. Lintensita
della 3a riga e 25% di quella centrale.
Calcolare:
a. Il passo del reticolo;
b. La larghezza minima delle fenditure;

c. La dispersione massima D =
d. La max separazione angolare per il doppietto del sodio =
5890, 5896 A.

Esercizio 97
Un reticolo con 5000 fenditure per cm, larghezza L = 5 cm e illuminato con
luce = 0.55 m in condizioni di Fraunhofer.
Calcolare:
a. Il numero di massimi principali;
b. la minima larghezza delle fenditure per cui il max di ordine piu elevato
e assente;
c. La distanza tra il max di ordine 0 e 1 se visto con lente con P = 3 dr;

d. Il minimo risolvibile.

66
4.4 Reticoli Capitolo 4 Ottica

Soluzione esercizio 92
a. Il conduttore assorbe le onde e.m., quindi siamo in presenza di un
reticolo formato da 5 fenditure. La posizione dei massimi principali
di interferenza e data da:

sin n = n
p
Il piu grande ordine di massimi principali si ottiene forzando il
sin n < 1, il che porge: nmax = int p . Nel nostro caso p = 6,
quindi il massimo ordine visibile sarebbe il numero 6, per un totale
di (6 2) + 1 = 13 massimi, per tenere conto di quelli a destra e a
sinistra n = 1, 2, . . . e del massimo centrale. Il massimo principale
di ordine 6 si ha per sin 6 = 1, il che non e molto fisico, visto che
corrisponderebbe a 6 = 90 .
Occorre poi tenere conto dei minimi di diffrazione, ossia del cosiddetto
fattore di forma. Essi sono presenti per:

sin m = m
a
e, nel caso coincidano con i massimi di interferenza, rendono invisibili
questi ultimi. Occorre percio verificare se vi siano coppie di interi con
segno n, m, con n < 6 tali da verificare sin m = sin n , ovvero tali
che:
n a
= =3
m p
Si trova cos che i minimi di diffrazione di ordine 1 e 2
corrispondono ai massimi di interferenza di ordine 3 e 6,
rispettivamente.
Quindi i massimi effettivamente visibili sono ((6 2) 2) + 1 = 9.
Per inciso, il massimi di ordine 6 non risulta comunque visibile
perche sovrapposto ad un minimo di diffrazione, togliendoci quindi
dallimbarazzo se dichiararlo visibile o meno (non sarebbe visibile).
b. La posizione dei massimi e: xn = L tan n = L tan arcsin( n p
) dove
lapprossimazione per angoli piccoli non vale nel nostro caso (tranne
che per n = 1).
n xn
1 16.9 cm
2 35.3 cm
4 89.4 cm
5 150.8 cm

67
4.4 Reticoli Capitolo 4 Ottica

c. La distanza tra un massimo principale e il minimo immediatamente


adiacente e pari a = Np , ed equivale alla semi-larghezza del
massimo principale. Per raccogliere tutta la luce ho quindi bisogno di
un rivelatore largo:

zriv = 2 L = 6.67 cm
Np
.

Soluzione esercizio 93

a. Massimi principali sono: xn = f sin n = f np


, quindi x0,1 = f p =
3.3 cm
b. Tra due massimi principali vi sono N 1 minimi e N 2 massimi
secondari.
c. Per osservare sullo schermo limmagine delle fenditure p1L + q1L = f1L
che porge: qL = 1 m.
La distanza tra le immagini delle due fenditure sullo schermo e quella
originale moltiplicata per lingrandimento: y = pq y = y

Soluzione esercizio 94

a. Il passo e p = 1/N = 1.67 m, nmax < p = 3.23, quindi il massimo


ordine di massimi principali e il terzo.
b. La posizione del massimo centrale e x0 = 0. Quella del massimo di
ordine n e xn = nf /p (nellapprossimazione di angoli piccoli). Quindi
x1 = 3.7 cm.

c. Il potere risolutivo del reticolo e < nN , dove N e il numero
totale di fenditure N = Nl D, al primo ordine risulta quindi
D > Nl = .875 cm. Se invece avessi considerato il terzo massimo
principale, dove il potere risolutivo e massimo, la larghezza sarebbe
stata un terzo D3 = .286 cm.

Soluzione esercizio 95

a. nmax < d/ = 20, quindi ci sono 20 2 + 1 = 41 massimi principali


di interferenza. Si deve tenere conto anche del fattore di forma, la
diffrazione della singola fenditura, che ha dei minimi in corrispondenza
a sin m = m/a. Se questi corrispondono ai massimi di interferenza,
allora questi ultimi non sono visibili. Cio avviene se n/p = m/a
n
cioe se m = 38 , e quindi per (m, n) = (3, 8), (6, 16). Quindi ci sono
41 4 = 37 massimi visibili.

68
4.4 Reticoli Capitolo 4 Ottica

sin2 4 a a
b. I4 /I0 = 24
dove 4 =
sin 4 = d
. Quindi I4 /I0 = 0.045
c. La larghezza angolare del massimo principale e = Nd . La
risoluzione della lente non deve essere superiore a tale larghezza
angolare, quindi: 1.22 D < Nd , cioe D > 1.22N d = 7.8 cm

Soluzione esercizio 96

a. sin nmax = n p quindi, considerando il primo massimo, p = /0.2 =


2.78 m.
2
b. = sin(f rac3ap)
I3
I0
(f rac3ap)
2 = 0.25. Risolvendo numericamente lequazione, si
ottiene a/p .2, quindi a 0.556 m
c. La dispersione di ottiene derivando la relazione sin = n/p e si
  1/2
p 2 2
ottiene D = n
, che, per i valori del problema, e
allordine 3 (il quarto ha unintensita di solo il 4% quindi poco visibile)
D3 = 1.39 rad/m
d. = D3 = 8.3 104 rad.

Soluzione esercizio 97

a. nmax < p/ = 3, quindi ho 3 2 + 1 = 7 massimi.


b. Minimi di diffrazione sin 3 = 3/p = /a, quindi a = p/3 = 0.67 m


c. x = pP
= 9 cm

d. considero il max di ordine 2 (il piu elevato visibile), > 2nL
=
1.1 105 m

69
4.5 Polarizzazione Capitolo 4 Ottica

4.5 Polarizzazione

Esercizio 98
Un reticolo con N fenditure orizzontali, larghe a e con passo p, e posto
perpendicolarmente a superficie di un liquido con n = 2.0. Il reticolo e colpito
normalmente alla sua superficie da onda piana = 0.6 m. Si osserva che
la luce del massimo principale di ordine 3, riflessa dal liquido, e polarizzata
linearmente.
Determinare:
a. Il numero dei massimi principali;
b. Il minimo valore di a per cui il massimo principale di ordine piu grande
non e visibile;
c. Il numero di massimi principali se il reticolo e immerso in un liquido
con n = 2 e illuminato con la stessa .

Esercizio 99
Un sottile fascio di luce non polarizzata monocromatica, con intensita I0 =
1.2 W/m2 si propaga lungo lasse x e attraversa nellordine:

un polarizzatore lineare con asse ottico lungo y;

una lamina di quarzo di spessore d = 0.018 mm, n0 = 1.5442


ns = 1.5533 e asse ottico parallelo a asse z;

un secondo polarizzatore lineare con asse ottico che puo ruotare


liberamente.

Si osserva che lintensita del fasci emergente dal sistema non dipende
dallorientamento dellasse ottico del secondo polarizzatore. Determinare:
a. la lunghezza donda della luce incidente;
b. langolo ;
c. lintensita della luce I1 dopo il primo polaroid;
d. lintensita della luce I2 dopo il quarzo;
e. lintensita della luce I3 dopo il secondo polaroid;

Esercizio 100
Una sorgente non polarizzata emette luce ad una lunghezza donda =
550 nm e illumina due fori di Young di larghezza D = 1 mm e distanti tra
loro d = 5 mm. Calcolare:

70
4.5 Polarizzazione Capitolo 4 Ottica

a. la posizione del massimo di terzo ordine su uno schermo a distanza


l = 10 m;
b. il rapporto tra lintensita del massimo di terzo ordine rispetto a quello
principale
Successivamente si pongono due polaroid P1 e P2 dietro alle due
fenditure. Discutere come cambia la figura nei seguenti casi:
c. lasse ottico di P1 e parallelo a quello di P2 ;
d. gli assi ottici di P1 e P2 sono perpendicolari;
e. si calcoli inoltre quanto vale il rapporto di cui al punto 2 nei due casi.

Esercizio 101
Una cella di lunghezza l = 1 cm contiene una soluzione acquosa di
molecole organiche ed ha indice di rifrazione nsx e ndx per luce polarizzata
circolarmente a sinistra e a destra, rispettivamente: (nsx ndx ) = 2 105 .
Un fascio di luce polarizzata linearmente con = 550 nm entra nella cella.
a. Discutere lo stato di polarizzazione della luce uscente.

Esercizio 102
E disponibile in commercio un film costituito da un polarizzatore lineare e
una lamina a /4 in successione, con assi ottici a /4 tra loro. Si discuta:
a. leffetto di tale film su un raggio di luce non polarizzata se viene
attraversato prima il polarizzatore e poi la lamina in termini sia di
intensita che di stato di polarizzazione;
b. lo stesso se il film e rovesciato, e quindi viene attraversata prima la
lamina e poi il polaroid;
c. come si puo fare a capire il verso del film?

Esercizio 103
Quattro polaroid perfetti, ciascuno con asse ottico ruotato di 30 rispetto al
precedente, sono posti in successione e illuminati con un raggio di luce non
polarizzato.
a. Calcolare lintensita della luce rispetto a quella incidente dopo ciascun
polaroid.
b. Cosa succede se tolgo i polarizzatori intermedi (numero 2 e 3)?

71
4.5 Polarizzazione Capitolo 4 Ottica

Soluzione esercizio 98

a. La luce del massimo di ordine 3 incide la superficie del liquido ad


un angolo corrispondente allangolo di Brewster, diventando cos
polarizzata.
1
3 = arctan = 26.6
n
Da cui si ricava il passo del reticolo: p = sin33 = 4 m
Il massimo ordine di massimi e: nmax < p = 6.67 e il numero totale
di massimi principali: Nmax = 2nmax + 1 = 13.
b. Il massimo di ordine piu elevato e il 6: perche risulti non visibile deve
coincidere con il primo minimo di diffrazione della singola fenditura.
sin m = a = sin 6 = 6
p
a = p6 = 0.67 m
c. Se cambia il mezzo in cui il sistema e immerso, la lunghezza donda
della luce incidente diventa = /n. Il massimo ordine di massimi
diventa quindi: nmax < p = 13.3, e quindi il numero totale di massimi

principali Nmax = 2nmax + 1 = 27.

Soluzione esercizio 99

a. La luce che emerge dalla lamina deve essere polarizzata circolarmente:


dato che quella dopo il primo polarizzatore e polarizzata linearmente,
la lamina deve introdurre un ritardo di = 2 ( 4 ) per la incidente.
= 2 = d(ns no ) 2
, = 4d(ns no ) = 6.55 107 m
b. Perche la luce diventi polarizzata circolarmente dopo la lamina, il suo
asse ottico deve essere a 45 rispetto alla direzione della polarizzazione
lineare entrante, quindi = 45 .
c. Il polaroid non fa passare la componente della luce perpendicolare
allasse ottico: I1 (E0y )2 , I0 (E0y )2 + (E0z )2 . Visto che E0y = E0z ,
I1 = I0 /2 = 0.6 W/m2
d. La lamina introduce un ritardo di fase tra il raggio ordinario e quello
straordinario, ma non assorbe (idealmente): I2 = I1 = I0 /2 =
0.6 W/m2
e. I3 = I2 /2 = I0 /4 = 0.3 W/m2

Soluzione esercizio 100

72
4.5 Polarizzazione Capitolo 4 Ottica

a. Langolo del terzo massimo e: sin 3 = 3 d


. Quindi la posizione del
massimo sullo schermo e x3 = l3 = 3.3 mm. Si noti che siamo in
condizioni di Fraunhofer.
b. Lintensita dei massimi principali dipende solo dal fattore di forma del
reticolo, non da quello di struttura.
2
R3 = sin23 = 0.25 , 3 = D sin 3
3

c. La figura di interferenza non cambia. Se la sorgente rimane la stessa,


allora lintensita delle fenditure si riduce a meta e in conseguenza
lintensita dei massimi principali si riduce a 1/4 rispetto al caso
precedente.
d. Non ce piu alcuna figura di interferenza. Il campo elettrico della luce
della prima fenditura e sempre perpendicolare a quello della seconda.
In questo modo lintensita sullo schermo risulta essere:
2 2
I < Etot2
>=< (E~1 + E~2 )2 >=< E~1 + E~2 >=< E12 + E22 >
Cioe non e piu presente il termine del doppio prodotto E~1 E~2 ,
responsabile dellinterferenza, poiche E~1 E~2 .
e. Il rapporto non cambia, poiche dipende solo dal fattore di forma, che
rimane identico, e non da quello di struttura.

Soluzione esercizio 101

a. Scomponiamo la luce entrante in due componenti: una polarizzata


circolarmente destra e una sinistra. La cella fara ritardare una
componente rispetto allaltra di una fase phi = d(ns nd ) 2

E0 E0
Ex = E0x cos(t kz) = cos(t kz) + cos(t kz)

2 2
E0 E0
Ey = 0 = 2
sin(t kz) 2
sin(t kz)

Dove si possono riconoscere le due componenti circolare destra (Ex


+ cos Ey + sin ) e sinistra (Ex + cos Ey sin ).
Dopo la cella, il campo elettrico ha la forma E = Edx + Esx ( =
+ ), dove la componente sinistra ha subito un ritardo di fase
E0 E0
Ex = cos(t kz) + cos(t kz + )

2 2
E0 E0
Ey = 2
sin(t kz) 2
sin(t kz + )
E possibile dimostrare che la polarizzazione alluscita continua ad
essere lineare, ma con un asse ruotato rispetto a quella entrante di
Ey
un angolo tan = E x
= tan 2
. Il conto trigonometrico e piuttosto
noioso ma si puo semplificare scegliendo un istante t per cui tkz = 0
e si ottiene:

73
4.5 Polarizzazione Capitolo 4 Ottica

Ey sin
tan = Ex
= 1+cos
= 0.11 rad

Soluzione esercizio 102

a. Consideriamo il verso per cui il polaroid si trova prima della lamina.


Il polaroid dimezza lintensita luminosa e polarizza la luce lungo il
suo asse ottico. Successivamente la lamina fa diventare circolare la
polarizzazione.
Quindi la luce esce polarizzata circolarmente e con intensita
dimezzata.
b. Nel caso opposto, la lamina non ha alcun effetto sulla luce (non
polarizzata) incidente, ne in termini di intensita ne di polarizzazione.
Successivamente il polaroid rende la luce polarizzata linearmente e
riduce a meta lintensita.
Quindi luce esce polarizzata linearmente e con intensita dimezzata.
c. Se abbiamo a disposizione un secondo polaroid, e facile controllare
se la luce uscente ha intensita uniforme al ruotare dellasse ottico
dellanalizzatore (caso a)) oppure no (caso b) ).
Senza un analizzatore, si puo far riflettere la luce uscente da uno
specchio e farla passare di nuovo attraverso il nostro film.
Nel caso a), la luce riflessa dallo specchio risulta essere ancora
polarizzata circolarmente, ma con verso opposto. La lamina a /4
la rende di nuovo polarizzata linearmente, ma con asse perpendicolare
rispetto a prima e successivamente il polarizzatore, che e ortogonale,
non fa passare nulla. Quindi non si vede luce riflessa.
Nel caso b), la luce polarizzata linearmente resta tale anche dopo la
riflessione, passa senza variazioni attraverso il polarizzatore e quindi
viene resa polarizzata circolarmente dalla lamina. Quindi si vede
luce, polarizzata circolarmente, e con intensita pari a meta di quella
entrante.

Soluzione esercizio 103

a. E 2 = E2 + Ek2 e E2 = Ek2 dato che la luce incidente e non polarizzata


(si intendono i valori mediati nel tempo)

I0
I1 =
2
+ E2k k = E1 cos
~ 1 = E2
E + E1 cos k dove = 30 . La
componente non passa attraverso il polarizzatore: E22 = E12 cos2 ,

74
4.5 Polarizzazione Capitolo 4 Ottica

quindi
I0
I2 = I1 cos2 = cos2
2
.
Analogamente:
I0
I3 = cos4
2
I0
I4 = cos6 = 0.21 I0
2
b. Se i polarizzatori centrali non ci sono, langolo tra i due rimanenti
(primo e quarto) risulta essere di 90 , quindi non passa luce dopo
lultimo polaroid.

75
4.6 Lenti Capitolo 4 Ottica

4.6 Lenti

Esercizio 104
Due lenti biconvesse sono posizionate lungo il cammino ottico di un fascio di
luce, separate da una distanza d. Il fascio di luce e parallelo e esce parallelo
dopo le due lenti. Se si sposta la seconda lente di a si forma una immagine
ad una distanza b da essa. Noto il raggio di curvatura delle lenti R = 30 cm,
a = 10 cm, b = 15 cm e d = 30 cm, determinare:
a. Lindice di rifrazione n della seconda lente;
b. la distanza focale f della prima lente.

Esercizio 105
La distanza focale di un microscopio e 5 mm, quella delloculare 48 mm. Un
oggetto e posto ad una distanza dallobbiettivo pari a 5.1 mm: ricordando che
per un osservatore la visione distinta avviene per una distanza di 240 mm,
calcolare:
a. la lunghezza del microscopio;
b. lingrandimento delloggetto.

Esercizio 106
Uno specchio sferico concavo circolare ha un diametro d = 30 cm e freccia
f = 1.5 cm, e riflette un oggetto posto a 4 m dalla sua sperficie.
a. Dove si forma limmagine?
b. E reale o virtuale?

Esercizio 107
Si vuole proiettare limmagine di un oggetto su uno schermo distante 3.20 m.
Si hanno a disposizione tre diverse lenti, di focale, rispettivamente f =
95, 80, 45 cm.
a. Come si possono posizionare le lenti?

Esercizio 108
Una sorgente luminosa si trova tra uno specchio e uno schermo paralleli.
a. Trovare la distanza dallo specchio per cui lilluminazione dello schermo
diventi (m/n) volte quella senza specchio.

Esercizio 109

76
4.6 Lenti Capitolo 4 Ottica

Un oggetto si trova ad una distanza D da uno schermo. Si vuole proiettare


limmagine delloggetto sullo schermo ingrandita di un fattore I.
a. Che lente devo usare, e dove deve essere messa?

Esercizio 110
Un pesce si trova ad una profondita di p = 40 cm sotto la superficie di un lago
(n = 1.33) ed e osservato da una lente convergente con focale f = 400 cm
che si trova d = 20 cm sopra la superficie del lago. Determinare:
a. Dove e osservata limmagine del pesce (che si assuma su asse ottico
della lente)
b. Quale e lingrandimento con cui si vede il pesce?

Esercizio 111
Lindice di rifrazione puo essere aumentato diffondendo impurita in un mezzo
trasparente: e possibile in questo modo costruire lenti di spessore constante.
a. Si consideri un disco di raggio a e spessore d, trovare n(r) per ottenere
una lente di focale F. Porre n(0) = n0 .

Esercizio 112
Un oggetto lungo 5 mm e posto a 50 cm da una lente di una macchina
fotografica, sullasse ottico. Limmagine e focalizzata sulla pellicola ed e
lunga 1 mm. Se la pellicola viene spostata indietro di 1 cm, limmagine
si sfocalizza di 1 mm (Cioe limmagine di un punto luminoso diventa larga
1 mm).
a. Calcolare il rapporto focale F della lente (F = f /D, D larghezza
lente).

Esercizio 113
Un uomo di di 55 anni e in grado di mettere a fuoco immagini poste tra
100 e 300 cm. Si consideri locchio come un sistema ottico formato da una
lente convergente con focale variabile (cristallino) posto a 2 cm dallo schermo
(retina).
Determinare:
a. la lunghezza focale del cristallino al punto lontano;
b. quella del punto vicino;
c. la lunghezza focale nella parte inferiore delle sue lenti bifocale per
mettere a fuoco un punto distante 25 cm;

77
4.6 Lenti Capitolo 4 Ottica

d. perche e necessario che le lenti siano bifocali.

Esercizio 114
In ambito astronomico e stato proposto uno specchio parabolico ottenuto
ruotando mercurio (liquido) attorno ad un asse.
Determinare:
a. la forma dello specchio che si ottiene in questo modo: lequazione della
superficie e lequazione ottica dello specchio;
b. la velocita angolare cui si deve ruotare il mercurio per avere una
distanza focale di 10 cm.

Esercizio 115
Uno specchio sferico orizzontale focalizza luce parassiale (prossima allasse e
parallela) ad una distanza di 20 cm. Si riempie la concavita dello specchio
con acqua (n = 4/3) e si illumina il sitema dallalto attraverso un forellino
praticato su uon scehrmo pure orizzontale.
a. Determinare la distanza alla quale si deve porre lo schermo forato
perche limmagine sia a fuoco sullo schermo stesso (autocollimazione).

Esercizio 116
Due vetri di orologio identici (concavo-convessi con uguale curvature e
quindi a spessore costante) sono incollati tra loro al bordo e uno dei due
e riflettente dalla parte interna. In condizioni di autocollimazione (vedi
problema precedente) il fuoco e ottenuto a 20 cm.
a. Determinare la distanza L per ottenere autocollimazione se lo spazio
tra i due vetri e riempito di acqua (n = 4/3).

Esercizio 117
Un oggetto e posto a 10 cm da una lente convergente con focale fc = 10 cm:
successsivamente si trova, ad una distanza d = 5 cm, una lente divergente
con focale fd = 15 cm.
a. Determinare posizione, ingrandimento e tipo dellimmagine finale.

Esercizio 118
Un sistema ottico e formato da due lenti convergenti L1 e L2 , di focale
f1 = 10 cm e f2 = 90 cm, rispettivamente, poste ad una distanza di 60 cm
tra di loro, sullo stesso asse ottico.

78
4.6 Lenti Capitolo 4 Ottica

Un oggetto di dimensioni L = 10 cm e posto sullasse ottico del sistema, ad


un distanza di 30 cm da L1 dalla parte opposta di L2 .
a. Determinare posizione, ingrandimento e tipo dellimmagine finale.

Esercizio 119
Un oggetto luminoso di dimensioni trasversali non nulle e posto alla sinistra
di una lente convergente di focale f = 10 cm di h = 40 cm. Una seconda
lente convergente di focale f = 20 cm e posta alla destra della prima ad una
distanza di 30 cm.
Determinare:
a. il diagramma dei raggi luminosi;
b. la posizione dellimmagine finale;
c. lingrandimento dellimmagine.

79
4.6 Lenti Capitolo 4 Ottica

Soluzione esercizio 104

a. d = fI + fII
Considero la seconda lente 1/p + 1/q = 1/f
p = (d+ a) q fI ,  q = b , Ottengo, risolvendo il sistema:
a 4b
fII = 2 1 + 1 + a = 8.23 cm
1
fII
= (n 1) R2 , n = 1.61
b. fI = d fII = 21.77 cm

Soluzione esercizio 105

a. La lunghezza del microscopio e in pratica la distanza tra loculare e


lobbettivo. Considero lobbiettivo:
1/p + 1/q = 1/f , q = 255 mm
Loculare deve essere posizionato in modo che limmagine
dellobiettiva sia sul suo piano focale. Quindi: Lmicroscopio = q+foc =
30 cm
b. Ingrandimento dellobbiettivo: Iob = q/p 50
Ingrandimento delloculare: Ioc = Ld /foc = 5
Ingrandimento microscopio: I = Iob Ioc = 250

Soluzione esercizio 106

a. Considero arco di cerchio con diametro d e freccia f e con raggio di


curvatura R:
2 2
(R f )2 + (d/2)2 = R2 , R = f +(d/2) 2f
= 75.8 cm
1 1 2
d
+ l = R , l = 41.8 cm
b. Visto che loggetto si trova ad una distanza maggiore della distanza
focale dello specchio, limmagine e reale.

Soluzione esercizio 107

a. 1/p + 1/q = 1/f , d = p + q q


Che risolto fornisce: p1,2 = d/2 (d/2)2 f d
Lequazione ha soluzioni reali solo se f d/4 = 80 cm
f = 95: non ha soluzioni: impossibile
f = 80: 2 soluzioni conicidenti: p = q = d/2. Ingrandimento I = 1

80
4.6 Lenti Capitolo 4 Ottica

f = 45: 2 soluzioni simmetriche: p1 = 2.66 m, I1 = 0.2 e p2 = 0.54 m,


I2 = 4.9

Soluzione esercizio 108

a. Lilluminazione dello schermo e pari al flusso di energia che lo colpisce.


La sorgente emette luce in modo isotropo, quindi il flusso per unita
di superficie risulta proporzionale a: I = rI02 , dove r e la distanza tra
la sorgente e la superficie considerata.
Sia d la distanza della sorgente dallo schermo, e x quella della sorgente
dallo specchio. Lo specchio forma una immagine della sorgente ad
una distanza pari a d + 2x dallo schermo. Lilluminazione totale dello
I0
schermo e quindi pari a Itot = Idiretta + Irif lessa = dI02 + (d+2x) 2
Itot 4x2 +4dx+2d2
Idiretta
= 2 =m
 (d+2x)
q  n
x = d2 1 mn n

Si trova che m e n sono limitati dalle seguenti relazioni: m > n,


m 2n; il che significa che, al massimo, lintensita puo essere
raddoppiata. m = 2n se x = 0, cioe la sorgente e addossata allo
specchio. Attenzione: non e la condizione di massima illuminazione.

Soluzione esercizio 109

a. Sia x la distanza tra la lente e lo schemo, e f la distanza focale della


lente.
Considero lingrandimento: I = Dx x
= xff
. Che risolta porge:

D D 2 4f
x= 2
D D 2 4f
Da cui si ricava che lingrandimento vale I = e la distanza
D 2
D 4f
DI
focale deve essere f = I+1

Soluzione esercizio 110

a. Se considero solo lacqua, profondita apparente del pesce e p = np =


30 cm, ingrandimento trasversale I = 1.
Considero la lente: 1/p + 1/q = 1/f ; q = 60 cm, ingrandimento
trasversale I = q/p = 6/5
Il pesce viene visto da osservatore ad una distanza di 60 cm dalla
lente, dalla parte opposta allosservatore (immagine virtuale), quindi
viene visto nella stessa posizione in cui si trova realmente.
b. Lingrandimento trasversale del pesce e pari a I = 6/5,

81
4.6 Lenti Capitolo 4 Ottica

Soluzione esercizio 111

a. E necessario ritardare la fase di una onda piana che colpisce il disco


in modo che londa uscente abbia superfici con fase costante pari a
semisfere con centro nel fuoco della lente.
Se considero un raggio luminoso sullasse e uno che colpisce il disco
ad una distanza r dallasse, il ritardo di fase h dovra essere tale da
soddisfare lequazione (h + F )2 = r2 + F 2 dove F e la distanza focale
della mia lenta, ovvero il centro delle onde semisferiche che fuoriescono
dal disco. Con la solita approssimazione di raggi parassiali (r F ),
r2
risulta: h = 2F
Tale differenza di cammino ottico e dovuta al diverso indice di
rifrazione che incontra il raggio assiale da quello laterale.
r2
h = (n(r) n(r = 0)) d = 2F cioe lindice di rifrazione in funzione
della distanza dallasse (r) dovra risultare:
r2
n(r) = n0 2dF

Soluzione esercizio 112

a. Dallingrandimento trasversale: I = pq = 15 e dallequazione dei


punti coniugati f1 = p1 + 1q ricavo q = 10 cm, e conseguentemente
f = 8.33 cm.
Considero limmagine sfocata, e considero i raggi luminosi che passano
per la parte distale della lente: essi vengono focalizzati nel piano
focale e poi definiscono la larghezza dellimmagine sfocata. Quindi i
due triangoli aventi come vertice il fuoco e come basi rispettivamente
la lente (D) e limmagine sfocata s sono simili: le loro altezze cono
rispettivamente q e d.
Quindi ricavo: D = ds q = 1 cm. Infine, F number = Df = 8.33

Soluzione esercizio 113

a. Considero inizialmente il punto lontano e lequazione dei punti


coniugati f1 = p1 + 1q .
La distanza tra limmagine e la lente e la profondita dellocchoi
q = 2 cm (un valore di 24 mm sarebbe mediamente piu corretto).
p = 300 cm, quindi fF AR = 1.987 cm PF AR = 50.3 D.
b. Al punto vicino: p = 100 cm, fN EAR = 1.961 cm PF AR = 51 D.
c. Per un occhio normale, la distanza di visione distinta e circa 25 cm:
oggetti piu vicini non vengono messi a fuoco corretamente. In questa
condizione, il potere diottrico del cristallino e pari a Pdistinta = 54 D.

82
4.6 Lenti Capitolo 4 Ottica

Nellipotesi che cristallino e lente di correzione si possano considerare


addossate (ipotesi che vale per lenti a contatto, ma non per occhiali
ordinari):
1 1 1
f
= focchio + flente
Il massimo potere diottrico dellocchio del soggetto e 51 D, quindi la
lente ne deve fornire Plente = 3 dt per arrivare a equagliare il potere
diottrico di un occhio normale.
Analogamente, al punto lontano, un occhio normale deve essere in
grado di mettere a fuoco un oggetto allinfinito (se vogliamo essere
piu precisi, ad una distanza maggiore della distanza iperfocale). In
questo caso Pinf inito = 50 D e la lente deve fornire un contributo pari
a Plente = 0.3 D, quindi serve una lente divergente.

Soluzione esercizio 114

a. Considero un elemento di volume dV sulla superficie del mercurio, che


forma un angolo rispetto allorizzontale. Le forze che agiscono su
questo volumetto sono: forza peso, forza centrifuga (e un sistema non
inerziale) e forza di reazione. Sia x lasse orizzontale (verso lesterno),
e y quello verticale (verso lalto).
~ = (F~g + F~c ) dz = tan = Fc = 2 r
F~g = gdV y , F~c = 2 rdV x R dr Fg g
2 r
Risolvendo lequazione differenziale: dz = g
dr con condizione al
2 r2
contorno Z(r = 0) = 0, si ottine z(r) = 2g
Quindi si tratta di una parabola.
1
b. Il fuoco di una parabola y = ax2 con vertice in (0, 0) e in (0, 4a ). Per
g
noi F = (0., 22 )
Quindi per avere f = 10 cm = 7 rad/s

Soluzione esercizio 115

a. Per lo specchio f = R/2 = 20 cm quindi R = 40 cm.


Si consideri ora lo stesso specchio riempito dacqua: considero sempre
raggi parassiali. Essi vengono riflessi dallo specchio in modo tale
da essere focalizzati ad una distanza pari a f da esso anche in
presenza del liquido. I raggi riflessi, uscendo dallacqua, vengono
rifratti secondo le leggi di Snell. Sia O il centro dello specchio,
F il fuoco in assenza di acqua, F quello con lacqua e A il punto
dove un generico raggio riflesso attraversa linterfaccia acqua-aria 1 .
Langolo con il quale i raggi vengono riflessi dallo specchio (rispetto
1
NdA: un disegno aiuterebbe...

83
4.6 Lenti Capitolo 4 Ottica

alla verticale) e tan = FAO


O
e langolo con il quale gli stessi raggi
AO

escono dallacqua: tan = F O . Inoltre, per angoli piccoli, n = .
Quindi: F O = FnO = 15.
Piu semplicemente, si tratta di un diottro aria acqua con raggio di
curvatura infinito, quindi 1/p = n/q. Per raggi incidenti, p =
quindi anche q = , cioe non vengono deviati. Per quelli in uscita,
q = np , con p = R2 .
Dalla legge dei punti coniugati: p1 + 1q = x2 = f1 si ricava x = 2f =
30 cm

Soluzione esercizio 116

a. In aria, il primo vetro non fa nulla, perche il suo spessore e costante,


il secondo agisce come uno specchio sferico f = R2 . In condizioni di
autocollimazione, x = 2f = R = 20 cm.
Se allinterno ce acqua, questa si comporta come una lente che
viene attraversata due volte, prima e dopo la riflessione dallo specchio
interno. Da notare che il sistema si puo scomporre in questi fattori:
una lente piano-concava, la cui superficie concava e data dal primo
vetro dorologio (quello trasparente), con incollato uno specchio sferico
riempito di acqua. Inoltre, le lenti piano-concave hanno da un lato non
aria, ma acqua, quindi un mezzo con indic di rifrazione n. In questo
caso, la legge dei punti coniugati e p1 + nq = f1 . La focale della lente e
1
f
= (n 1) R1
In alternativa, si puo considerare che la lente sia in aria, e che lo
specchio sia in acqua. Per cui cambia la distanza focale dello specchio
f = f /n (vedi esercizio precedente): ossia si puo immaginare di
mettere uno spessore constante di aria in mezzo alla lente.
Il raggio di luce incontra quindi, nellordine: una lente piano concava,
uno specchio sferico in acqua, di nuovo la lente piano concava.
Limmagine di ogni elemento e la sorgente per lelemento successivo.
Prima lente (x e posizione immagine): L1 + nx = n1 R
Specchio (y e
1 1 2
posizione immagine): x + y = R Seconda lente (L e distanza di
autocollimazione): ny + L1 = n1R
.
Risolvendo il sistema si ottiene L = 12 cm.

Soluzione esercizio 117

a. Per la prima lente loggetto si trova sul fuoco, quindi limmagine


e allinfinito q1 = . Per la seconda lente: p2 = quindi

84
4.6 Lenti Capitolo 4 Ottica

q2 = f2 = 15 cm. Quindi la posizione dellimmagine coincide con


quella delloggetto.
Dato che abbiamo immagini allinfinito, non si puo parlare di
ingrandimenti trasversali, ma occorre ragionare con gli angolo.
Langolo sotto il quale viene vista limmagine della prima lente e
= fL1 , essendo L la dimensione trasversale delloggetto. Dopo la
seconda lente, limmagine viene sempre vista sotto lo stesso angolo, ma
adesso ad una distanza f2 dalla lente. Quindi le dimensioni trasversali
dellimmagine della seconda lente risultano: L = f2 = L ff12 .
Lingrandimento quindi risulta I = ff21 . Il sistema ottico ricorda un po
il telescopio, con pero immagini intermedie allinfinito e non loggetto
e limmagine finale.
Limmagine e ovviamente virtuale, e risulta non invertita.

Soluzione esercizio 118

a. Limmagine di L1 e reale, invertita. p11 + q11 = f11 porge: q1 = 15 cm.


Lingrandimento e I1 = pq11 = 0.5.
Loggetto della seconda lente si trova a p2 = 45 cm da essa, e
limmagine, usando lequazione delle lenti, si trova a q 2 = 90 cm.
Limmagine e non invertita e virtuale. Lingrandimento risulta I2 =
2.
Quindi la posizione dellimmagine finale e a 30 cm prima della prima
lente, quindi coincide con loggetto, lingrandimento totale e I = 1,
quindi ha le stesse dimensioni trasverse, ma risulta invertita rispetto
alloggetto.

Soluzione esercizio 119

a. Limmagine finale e virtuale, rovesciata e risulta ingrandita.


b. Lesercizio e del tutto analogo al precedente, si danno solo i risultati
numerici.
Immagine prima lente: q1 = 40/3 cm. Immagine seconda lente
q2 = 100 cm
c. Ingrandimento It ot = 2

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