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1 ASPETTI GENERALI 3
1.1 le equazioni di Maxwell . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
1.2 equazioni di Maxwell in forma integrale . . . . . . . . . . . . . 4
1.3 discontinuità spaziali del mezzo . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
1.4 equazioni di Maxwell nel dominio della frequenza . . . . . . . 8
1.5 equazioni di Maxwell in regime sinusoidale . . . . . . . . . . . 9
1.6 polarizzazione del campo elettromagnetico . . . . . . . . . . . 10
1.7 relazioni costitutive . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12
1.8 aspetti energetici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
1.9 vettore di Poynting . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
1.10 vettore di Poynting per campi sinusoidali . . . . . . . . . . . . 20
2 ONDE PIANE 23
2.1 l’equazione di Helmholtz . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23
2.2 onde piane . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24
2.3 relazioni tra i vettori del campo . . . . . . . . . . . . . . . . . 27
2.4 classificazione delle onde piane . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28
2.5 onde piane in mezzi conduttori . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
ASPETTI GENERALI
∂
∇ × e (r , t) = − b (r , t) (1.1)
∂t
∂
∇ × h (r , t) = d (r , t) + j (r , t) (1.2)
∂t
∇ · d (r , t) = ρ (r , t) (1.3)
∇ · b (r , t) = 0 (1.4)
nelle quali
Alle (1.1) ÷ (1.4) e (1.9) va aggiunta l’equazione della forza di Lorentz che
connette fenomeni elettromagnetici e fenomeni meccanici. In particolare,
l’equazione descrive la densità volumetrica di forza f (N/m3 ) agente su una
distribuzione di carica elettrica (di densità ρ) in moto con velocità v
f =ρ e +j ×b . (1.10)
Ponendo j = ρv la (1.10) può anche scriversi
f = ρ (e + v × b) . (1.11)
nella quale q è la carica elettrica presente nel volume. Per il teorema di Gauss
la (1.12) può scriversi I
d ·n
b dS = q (1.13)
S
che è la legge di Gauss per le cariche elettriche ed esprime l’uguaglianza tra
il flusso del vettore d attraverso una superficie chiusa S e la carica racchiusa
nella superficie.
Con riferimento alla Figura 1.2, sia S una superficie aperta invariante nel
tempo, limitata dalla curva chiusa C di versore tangente `b destrorso rispetto
alla normale n
b uscente dalla superficie. Moltiplicando scalarmente per n b
primo e secondo membro della (1.1) ed integrando sulla superficie S si ottiene
Z Z Z
∂ ∂
∇×e ·n b dS = − b ·n b dS = − b ·nb dS (1.19)
S S ∂t ∂t S
6 1. ASPETTI GENERALI
che sono equazioni compatibili tra loro (i secondi membri possono essere
uguali).
b · (d 2 − d 1 ) |S = 0
n (1.29)
b · (b 2 − b 1 ) |S = 0
n (1.30)
b · (j 2 − j 1 ) |S = 0
n (1.31)
che esprimono la continuità (su S) delle componenti normali delle induzioni
e della corrente, e le
b × (h 2 − h 1 ) |S = 0
n (1.32)
b × (e 2 − e 1 ) |S = 0
n (1.33)
che esprimono invece la continuità (su S) delle componenti tangenziali dei
campi.
b · (d 2 − d 1 ) |S = ρs
n (1.34)
8 1. ASPETTI GENERALI
∂ρs
b · (j 2 − j 1 ) |S = −
n . (1.35)
∂t
Z ∞
∂ ∂ 1
− b (r, t) = − B (r, ω) eiωt dω
∂t ∂t 2π −∞
−iω ∞
Z
= B (r, ω) eiωt dω (1.42)
2π −∞
1.5. equazioni di Maxwell in regime sinusoidale 9
che, dovendo valere per ogni t, richiede l’uguaglianza delle funzioni integrande, da cui la
(1.37). Le equazioni (1.38) ÷ (1.40) si ottengono con procedura simile.
= < E (r ) eiωt
(1.44)
in cui
E (r ) = e o (r ) eiθ(r ) = A + iB (1.45)
con A e B vettori reali. E (r ) è un vettore complesso che prende il nome di
fasore vettoriale del campo elettrico ed ha le stesse unità di misura del vettore
istantaneo (V /m). Nel caso considerato, i vettori A e B sono paralleli ma,
in generale, possono avere direzioni diverse. In maniera analoga è possibile
definire i fasori degli altri vettori del campo H (r ) (A/m), D (r ) (C/m2 )
e B (r ) (W b/m2 ) e della densità di corrente J (r ) (A/m2 ). Anche per la
densità di carica è possibile utilizzare una rappresentazione simile alla (1.44)
mediante l’introduzione del fasore scalare ρω (r ) (C/m3 ).
Si ponga
x = ex = (Ax cos ωt − Bx sin ωt) (1.55)
y = ey = (Ay cos ωt − By sin ωt) (1.56)
e si calcolino le quantità Ay x − Ax y e By x − Bx y
da cui
(Ax By − Ay Bx )2 (1.60)
Bx = ±Ay (1.61)
By = ∓Ay (1.62)
Sostituendo nella (1.60) si ha
2
x2 A2y + A2x + y 2 A2x + A2y = −A2x − A2y
12 1. ASPETTI GENERALI
3) A e B paralleli
Se A × B = 0 allora
Bx = aAy (1.63)
By = aAy (1.64)
che, sostituite nella (1.60) forniscono
xAy − yAx = 0 .
da cui
∂
∇·b =0 (1.66)
∂t
1.7. relazioni costitutive 13
che implica ∇ · b costante nel tempo. Se b = 0 per t < to allora anche ∇ · b = 0 per t < to ,
ma dovendo essere costante nel tempo si ha ∇ · b = 0 anche per t > to .
d = o e (1.67)
b = µo h (1.68)
jc = 0 (1.69)
in cui o = 8.854 · 10−12 F/m è la permittività o costante dielettrica del vuoto
e µo = 1.256 · 10−6 H/m è la permeabilità del vuoto. Con le (1.67)÷(1.69) le
equazioni di Maxwell assumono in assenza di sorgenti una forma particolar-
mente semplice
∂
∇ × e (r , t) = −µo h (r , t) (1.70)
∂t
∂
∇ × h (r , t) = o e (r , t) (1.71)
∂t
∇ · d (r , t) = 0 (1.72)
∇ · b (r , t) = 0 (1.73)
nelle quali anche la (1.72) non è indipendente potendo essere ricavata dalla
(1.71) in maniera analoga a quanto fatto in precedenza per la (1.73). Le
(1.70) ÷ (1.71) costituiscono un sistema di equazioni risolvibile.
d = Fe (e) (1.74)
b = Fh (h) (1.75)
j c = Fj (e) (1.76)
14 1. ASPETTI GENERALI
d (r , t) = e (r , t) (1.77)
b (r , t) = µh (r , t) (1.78)
in cui e µ sono costanti reali chiamate rispettivamente permittività e per-
meabilità del mezzo.
D (r ) = ω E (r ) (1.81)
B (r ) = µω H (r ) (1.82)
1.7. relazioni costitutive 15
j c (r , t) = σ (r , t) e (r , t) (1.83)
J c (r ) = σ E (r ) . (1.84)
La quantità
√
n= r µr (1.87)
prende il nome di indice di rifrazione del mezzo.
∇ × H = iωE + J c = iωE + σE
σ
= iω − i E = iωc E . (1.92)
ω
16 1. ASPETTI GENERALI
La quantità
σ
c = − i (1.93)
ω
prende il nome di permittività equivalente.
j o = ρo v (1.94)
in cui
dr
v= (1.95)
dt
è la velocità di spostamento della densità di carica. La j o genera un campo
elettromagnetico che esercita sulla carica una forza di densità (N/m3 )
f = ρo (e + v × b) (1.96)
che si oppone al moto. Per conservare il moto, occorre applicare una densità
di forza uguale e contraria a f . Per uno spostamento elementare dr tale
forza compie un lavoro d` di densità (J/m3 )
d` = −f · dr = −ρo e · dr − ρo v × b · dr . (1.97)
−f · dr e · dr v × b · dr
dpo = = −ρo − ρo
dt dt dt
= −ρo e · v − ρo v × b · v
= −ρo e · v (1.98)
dpo = −e · j o . (1.99)
che rappresenta la potenza totale che le sorgenti del campo devono erogare
per mantenere la carica in moto e quindi sostenere il campo elettromagnetico.
In un mezzo non dispersivo, stazionario, omogeneo e conduttore (j c = σe)
le quantità
dpc = e · j c = e · σe = σ e2 (1.101)
Z Z
pc = e · j c dV = σ e2 dV (1.102)
V V
1 T
Z
hdpo i = − e · j o dt
T 0
1 T
Z
=− (A cos ωt − B sin ωt) · (C cos ωt − D sin ωt) dt
T 0
1 T 1 T
Z Z
2
=− A · C cos ωtdt − B · D sin2 ωt dt
T 0 T 0
Z T
1
+ (A · D + B · C ) cos ωt sin ωt dt (1.105)
T 0
si ha
1
hdpo i = − (A · C + B · D) (1.109)
2
che può anche scriversi
1
hdpo i = − < {E · J ∗o } . (1.110)
2
equazione (1.110)
1 T
Z
1
hdpc i = e · j c dt = < {E · J ∗c } (1.112)
T 0 2
che per la (1.84) fornisce
1 1
hdpc i = < {E · σE ∗ } = σ |E|2 (1.113)
2 2
con |E|2 = E · E ∗ = |A|2 + |B|2 .
∇ · s = ∇ · (e × h) = h · ∇ × e − e · ∇ × h
∂b ∂d
=h· − −e · + jc + jo
∂t ∂t
∂b ∂d
= −h · −e · − e · jc − e · jo . (1.115)
∂t ∂t
1.9. vettore di Poynting 19
equazione (1.116)
∂ 1 2 1 ∂ ∂h
µh = (µ h · h) = h · µ (1.117)
∂t 2 2 ∂t ∂t
1
hsi = < {E × H ∗ } . (1.121)
2
Il vettore complesso
1
S = E × H ∗ = S r + iS i (1.122)
2
prende il nome di vettore di Poynting per campi sinusoidali. Dalle equazioni
precedenti si vede che
hsi = S r . (1.123)
B = µo H (1.124)
1 1 1
∇ · S = ∇ · (E × H ∗ ) = H ∗ · ∇ × E − E · ∇ × H ∗
2 2 2
= ∇ · Sr + i ∇ · Si (1.127)
1 1
∇ · S = H ∗ · (−iωµo H ) − E · [iω (1 − i2 ) E + J c + J o ]∗
2 2
1 1
= −i ωµo |H|2 − E · [−iω (1 + i2 ) E ∗ + σE ∗ + J ∗o ]
2 2
1 1 1 1 1
= −i ωµo |H|2 + i ω1 |E|2 − ω2 |E|2 − σ |E|2 − E · J ∗o
2 2 2 2 2
= ∇ · Sr + i ∇ · Si . (1.128)
1.10. vettore di Poynting per campi sinusoidali 21
da cui
!
µo |H|2 1 |E|2
I Z
Si · n
b dS + 2ω − dV
S V 4 4
Z
1 ∗
= −= E · J o dV . (1.136)
2 V
1 2 1 1 1
hwe i = 1 e = 1 e · e = < 1 E · E ∗
2 2 2 2
1 |E|2
= . (1.138)
4
Se il mezzo è dispersivo le quantità nell’integrale prendono il nome di pseudo-
energie magnetica ed elettrica. Il primo termine a primo membro diviso 2ω
rappresenta un termine di scambio di energia o pseudo-energia elettrica e
magnetica con l’ambiente esterno.
Capitolo 2
ONDE PIANE
k 2 = r ko2 (2.7)
√
in cui ko = ω o µo è il numero d’onda del vuoto. La (2.5), equazione
differenziale del II ordine, prende il nome di equazione vettoriale di Helmholtz
24 2. ONDE PIANE
∇2 E = ∇2 Ex x̂ + ∇2 Ey ŷ + ∇2 Ez ẑ .
(2.10)
∇2 Ψ + k 2 Ψ = 0 Ψ = Ex , Ey , Ez . (2.11)
∂ 2Ψ ∂ 2Ψ ∂ 2Ψ
+ + + k2Ψ = 0 Ψ = Ex , Ey , Ez . (2.12)
∂x2 ∂y 2 ∂z 2
equazione (2.13)
Si assuma
Ψ = Ψ (x, y, z) = X (x) Y (y) Z (z) (2.15)
2.2. onde piane 25
d2 Φx d2 Φy d 2 Φz
YZ + XZ + XY + k 2 XY Z = 0. (2.16)
dx2 dy 2 dz 2
Dividendo per Ψ = XY Z (supponendo Ψ 6= 0 tranne, al massimo, in un insieme di punti
di misura nulla) si ottiene
1 d2 X 1 d2 Y 1 d2 Z
2
+ 2
+ + k 2 = 0. (2.17)
X dx Y dy Z dz 2
I primi tre termini sono ciascuno funzione di una sola distinta variabile; dovendo la loro
somma essere costante (−k 2 ), ciascuno di essi è a sua volta una costante. Si possono
quindi scrivere tre equazioni del tipo
1 d2 Φ
+ κ2ν = 0 Φ = X, Y, Z ν = x, y, z (2.18)
Φ dν 2
con le costanti κν (generalmente complesse) che devono soddisfare la
E = Eo e−ik ·r (2.23)
κν = βν − iαν ν = x, y, z (2.24)
26 2. ONDE PIANE
k può scriversi
k = β − iα (2.25)
in cui β = x̂βx + ŷβy + ẑβz è il vettore di fase e α = x̂αx + ŷαy + ẑαz è il
vettore di attenuazione. Tenendo conto della (2.25), la (2.23) si scrive
α · r = cost. (2.28)
k · k = k2 = β − iα · β − iα
= β 2 − α2 − i2α · β. (2.38)
α=0 (2.43)
e
α⊥β (α 6= 0) . (2.44)
Se α = 0 la (2.26) si scrive
E = Eo e−iβ·r (2.45)
che mostra che sui piani equifase l’ampiezza dell’onda è costante (anzi è co-
stante in tutto lo spazio). Si è quindi in presenza di un’onda piana uniforme.
Di seguito si presentano le caratteristiche di questa soluzione.
2.4. classificazione delle onde piane 29
k =β (2.46)
β · r = βz (2.48)
da cui
2π
λ= (2.55)
β
o anche
2π
β= . (2.56)
λ
Posto k = β β,
b la (2.37) mostra che H o è reale con modulo ( k ed E o sono
ortogonali) √
β ω µo
Ho = Eo = Eo (2.57)
ωµo ωµo
da cui r
Eo µo
= =ζ . (2.58)
Ho
il parametro ζ prende il nome di impedenza intrinseca del mezzo (in un mezzo
privo di perdite è reale). Nel vuoto
r
µo
ζo = = 120π Ω = 377 Ω . (2.59)
o
equazione (2.61)
Calcolando il vettore di Poynting si ha
∗
1 1 k × Ho e−α·r e−iβ·r
S = E × H∗ = Eo e−α·r e−iβ·r ×
2 2 ωµo
∗
1 (k × Ho )
= Eo e−2α·r × . (2.62)
2 ωµo
Ricordando che
A × B × C = (A · C) B − (A · B) C (2.63)
si ricava
∗
Eo × (k × Eo ) = (Eo · E∗o ) k∗ − (Eo · k∗ ) E∗o (2.64)
e quindi, sostituendo nella (2.4)
Eo2 ∗ Eo · k∗ ∗ −2α·r
1
S= k − Eo e . (2.65)
2 ωµo ωµo
Se Eo è reale per la (2.33) si ha
β · Eo = 0 (2.66)
α · Eo = 0 (2.67)
e quindi
k · Eo = k∗ · Eo = Eo · k∗ = 0 (2.68)
che, sostituita nella (2.65) fornisce
Eo2 ∗ −2α·r
1
S= k e . (2.69)
2 ωµo
√
Se α = 0 (k = k∗ = β βb = ω µo βb la (2.69) si riduce alla (2.61).
k = (β − iα) b
k. (2.74)
Poiché
2 2 2 0 00
k · k = k = (β − iα) = ω − i µo (2.75)
e quindi p 0
k = β − iα = ω ( − i00 ) µo (2.76)
è possibile dimostrare che
vs
r u 00 2
0
µo u
β=ω 1+ +1 (2.77)
t
2 0
2.4. classificazione delle onde piane 33
vv
r uu !
0
00 2
u
µo uu
α=ω tt1 + −1 (2.78)
2 0
Poiché s √ s √
√ a2 − b a2 − b
q
a+ a−
a− b= − (2.80)
2 2
si ha
v r v r
v u 00 2 u 00 2
s u
u
1 + 1 + 1 − 1 +
u
00 2 u 0
u
0
u t t
1− − = −
t
0
2 2
sr sr
00 2 00 2
1 + 0 +1 1 + 0 −1
= √ −i √ (2.81)
2 2
che, sostituita nella (2.79) fornisce le (2.77) e (2.78)
da cui
e (r , t) = E o e−αz cos (ωt − βz) = b
eo e (z, t) (2.83)
che mostra che l’ampiezza dell’onda si attenua esponenzialmente lungo la
direzione di propagazione zb conpcostante di attenuazione α.
Dalla (2.41) si ricava che β = ω 2 0 µo + α2 e quindi la velocità di fase
ω ω
v= =p 0 (2.84)
β ω 2 µo + α 2
è minore (onda lenta) della velocità di fase dell’onda uniforme nel mezzo
privo di perdite (2.51) .
34 2. ONDE PIANE
Il vettore di Poynting
Eo2
1 −2αr
S= (β + iα) e zb = (Sr + iSi ) zb (2.86)
2 ωµo
RIFLESSIONE E
RIFRAZIONE DI ONDE
PIANE
i
b Eoi e−ik
Ei = x ·r
b Eoi e−iβ1 z
=x (3.1)
• entrambe le onde sono onde piane uniformi con campo elettrico pola-
rizzato lungo x
b;
Eor iβ1 z
H r = −b
y e . (3.6)
ζ1
t
b Eot e−ik
Et = x ·r
b Eot e−iβ2 z
=x (3.7)
Eot −iβ2 z
H t = yb e (3.8)
ζ2
r
µo
ζ2 = (3.9)
2
con Eor e Eot generalmente complessi ed in cui ζ2 è l’impedenza intrinseca del
mezzo 2.
Il campo nel mezzo 1 è dato dalla somma del campo dell’onda incidente e di
quello dell’onda riflessa
b Eoi e−iβ1 z + x
E1 = x b Eor eiβ1 z (3.10)
b Eot e−iβ2 z
E2 = x (3.12)
Eot −iβ2 z
H 2 = yb e . (3.13)
ζ2
Sulla superficie z = 0 devono essere soddisfatte le condizioni di continuità
delle componenti tangenziali dei campi (la corrente superficiale è nulla se
nessuno dei due mezzi è un conduttore perfetto) e quindi, dalle (3.10)÷(3.13)
si ha
Eoi + Eor = Eot (3.14)
Eoi Er Et
− o = o (3.15)
ζ1 ζ1 ζ2
che, dividendo per Eoi possono scriversi
Eor Eot
1+ = (3.16)
Eoi Eoi
1 Er Et
− io = i o . (3.17)
ζ1 Eo ζ1 Eo ζ2
Si definisce coefficiente di riflessione del campo elettrico Γ il rapporto tra
l’ampiezza del campo elettrico dell’onda riflessa e quella del campo elettrico
dell’onda incidente
Er
Γ = oi (3.18)
Eo
e coefficiente di trasmissione del campo elettrico τ il rapporto tra l’ampiezza
del campo elettrico dell’onda trasmessa e quella del campo elettrico dell’onda
incidente
Eot
τ= i . (3.19)
Eo
Con i coefficienti appena introdotti le (3.16) e (3.17) si riscrivono
1+Γ=τ (3.20)
ζ1
1−Γ=τ (3.21)
ζ2
che risolte forniscono
ζ2 − ζ1
Γ= (3.22)
ζ2 + ζ1
2ζ2
τ= . (3.23)
ζ2 + ζ1
38 3. RIFLESSIONE E RIFRAZIONE DI ONDE PIANE
00 0
Se 2 >> 2 (mezzo con perdite elevate)
s 00 2 00
2 2
1+ 0 ≈ 0 (3.36)
2 2
r 00
2 µo
β2 ≈ ω (3.37)
2
r 00
2 µo
α2 ≈ ω = β2 (3.38)
2
s
1 2
d≈ 00 . (3.39)
ω 2 µo
r
ωσµo
β2 ≈ (3.41)
2
r
ωσµo
α2 ≈ (3.42)
2
r
2
d≈ . (3.43)
ωµo σ
0
Se σ/ω2 >> 1, β ed α possono essere determinate in maniera alternativa
r
σ σ
q r
0 0
k2 = β2 − iα2 = ωµo 2 − i = ω µo 2 1 − i 0
ω ω2
√ √
r
σ ωσµo
q r
0
≈ ω µo 2 −i 0 = −i ωσµo = (1 − i) (3.44)
ω2 2
Nei metalli σ ≈ 107 (S/m) fino alle frequenze ottiche e quindi la profondità di
penetrazione può assumere valori molto piccoli. A titolo d’esempio, se f = 10
GHz (λ = 3 cm) e σ = 107 S/m si ha d ≈ 2 · 10−3 mm e quindi, osservando
la (3.31) possiamo dire che l’ampiezza dell’onda diventa trascurabile entro
pochi centesimi di millimetro dalla superficie. A frequenze maggiori o per
conducibilità più grandi, d → 0 e quindi solo la parte esterna del conduttore
è interessata dal campo. Questo fenomeno è chiamato effetto pelle e, conse-
guentemente, la profondità di penetrazione prende il nome di spessore della
pelle. In altri casi, la profondità di penetrazione può assumere valori elevati.
Per esempio a 100 Hz l’acqua di mare ha una conducibilità σ ≈ 4 S/m per
cui la profondità di penetrazione è d ≈ 25 m.
3.4. conduttore elettrico perfetto 41
2ζ2 2 ζζ21
τ= = ζ2 ≈0 (3.49)
ζ2 + ζ1 ζ1
+1
ovvero, il campo elettrico dell’onda riflessa ha ampiezza quasi uguale a quello
dell’onda incidente ma risulta polarizzato in direzione opposta, mentre il
campo elettrico dell’onda trasmessa è quasi nullo.
Per la continuità delle componenti tangenti del campo sulla superficie del
conduttore si ha
2Eoi
H1,tan (z = 0) = Hoi + Hor = 2Hoi = 6= 0 (3.55)
ζ1
equazione (3.56)
Per verificare quest’ultima relazione si calcoli il modulo della densità lineare di corrente
che attraversa una striscia di conduttore di larghezza unitaria lungo y ed infinitamente
estesa lungo z, al limite per σ = ∞. Partendo dalla densità di corrente A/m2 indotta
dal campo elettrico in un mezzo conduttore
2ζ2
bσEot e−ik2 z = x
J = σE2 = x bστE Eoi e−ik2 z = x
b σEoi e−ik2 z (3.57)
ζ2 + ζ1
3.5. onda stazionaria 43
e scrivendo l’espressione della corrente (A) che attraversa una striscia di conduttore di
larghezza ∆y lungo y infinitamente estesa lungo z si ha
Z ∆y Z ∞ Z ∞
2ζ2
I= J·x
b dydz = ∆y σEoi e−ik2 z dz (3.58)
0 0 0 ζ2 + ζ1
si ha
2Eoi
Js = (3.61)
ζ2 + ζ1
che per σ = ∞ (ζ2 = 0) fornisce
2Eoi
Js = (3.62)
ζ1
ovvero il valore della discontinuità del campo magnetico.
bEoi e−iβ1 z
Ei = x (3.63)
Eoi −iβ1 z
H i = yb e (3.64)
ζ1
Er = x
b ΓE Eoi eiβ1 z = −b
x Eoi eiβ1 z
(3.65)
i Eoi iβ1 z
H = yb e . (3.66)
ζ1
44 3. RIFLESSIONE E RIFRAZIONE DI ONDE PIANE
2Eoi
iωt iωt
h 1 (r , t) = Re H 1 e = Re yb cos β1 ze
ζ1
2Eoi
= yb cos β1 z cos ωt . (3.70)
ζ1
Gli andamenti lungo z di |e 1 | e |h 1 | in diversi istanti di tempo t sono ri-
portati in Figura 3.2. Al passare del tempo l’onda non trasla lungo z ma
varia localmente la sua ampiezza mantenendo fisse le posizioni dei nulli ed
interscambiando le posizioni dei massimi e dei minimi. La distanza tra due
nulli adiacenti è tale che β1 d = π da cui
π λ1 λ1
d= =π = . (3.71)
β1 2π 2
con λ1 lunghezza d’onda nel mezzo 1. Si noti infine che e 1 e h 1 sono sfasati
di π/2 e che i rispettivi andamenti lungo z sono traslati di λ1 /4 tra loro:
quando |e 1 | è massimo |h 1 | è nullo e viceversa.
Come si vedrà nel seguito, l’onda stazionaria si presenta anche nel caso di
incidenza obliqua su una discontinuità del mezzo.
ki × Ei k i × E io −ik i ·r i
Hi = = e = H io e−ik ·r (3.73)
ωµo ωµo
in cui
ki = x
b kxi + zb kzi (3.74)
r =x
b x + yb y + zb z (3.75)
con
k = ω √1 µo = k1 = ko n1
i
(3.76)
kxi = k1 sin θi = ko n1 sin θi (3.77)
kzi = k1 cos θi = ko n1 sin θi (3.78)
avendo indicato con n1 l’indice di rifrazione del mezzo.
Quando l’onda incide sulla discontinuità eccita nel mezzo 1 un’onda riflessa
con vettore di propagazione k r , ed un onda trasmessa nel mezzo 2 con vettore
di propagazione k t . Supponendo che entrambe le onde siano piane si può
scrivere
r
E r = E ro e−ik ·r (3.79)
kr × Er k r × E ro −ik r ·r r
H =r
= e = H ro e−ik ·r (3.80)
ωµo ωµo
t
E t = E to e−ik ·r
(3.81)
kt × Et k t × E to −ik t ·r t
Ht = = e = H to e−ik ·r (3.82)
ωµo ωµo
con
kr = x
b kxr + yb kyr + zb kzr (3.83)
kt = x
b kxt + yb kyt + zb kzt . (3.84)
Il campo nel mezzo 1 può scriversi come somma del campo dell’onda incidente
e quello dell’onda riflessa
i r
E 1 = E i + E r = E io e−ik ·r
+ E ro e−ik ·r
(3.85)
i r
H 1 = H i + H r = H io e−ik ·r
+ H ro e−ik ·r
(3.86)
mentre nel mezzo 2 è dato dal campo della sola onda trasmessa.
ki × Ei Eoi −ik i ·r
Hi = = −b x kzi + zb kxi e (3.108)
ωµo ωµo
Eoi −iki x −iki z
= −b x kzi + zb kxi e x e z (3.109)
ωµo
Come già detto, quando l’onda incide sulla discontinuità eccita un’onda ri-
flessa nel mezzo 1 ed un onda trasmessa nel mezzo 2. Assumendo che il
campo elettrico di entrambe le onde sia polarizzato linearmente lungo yb, i
vettori di campo dell’onda riflessa e trasmessa si scrivono
r r r
E r = yb Eor e−ik ·r
= yb Γ⊥ Eoi e−ikx x eikz z (3.110)
kr × Er
r Eor −ikxr x ikzr z
H = = (b x kzr + zb kxr ) e e
ωµo ωµo
Γ⊥ Eoi −ikxr x ikzr z
x kzr + zb kxr )
= (b e e (3.111)
ωµo
t t t
E t = yb Eot e−ik ·r
= yb τ⊥ Eoi e−ikx x eikz z (3.112)
Eot
τ⊥ = . (3.116)
Eoi
Il campo elettrico totale nel mezzo 1, E 1 , è quindi dato dalla somma del
campo elettrico dell’onda incidente e di quello dell’onda riflessa
i i r r
E 1 = yb Eoi e−ikx x e−ikz z + yb Γ⊥ Eoi e−ikx x eikz z (3.117)
1 + Γ ⊥ = τ⊥ (3.121)
Supponendo che sia l’onda riflessa sia quella trasmessa siano onde piane uni-
formi, le (3.78) e (3.102) sostituite nei coefficienti di Fresnel (3.123) e (3.124),
forniscono
k1 cos θi − k2 cos θt n1 cos θi − n2 cos θt
Γ⊥ = = (3.125)
k1 cos θi + k2 cos θt n1 cos θi + n2 cos θt
50 3. RIFLESSIONE E RIFRAZIONE DI ONDE PIANE
equazione (3.130)
k×E
H= (3.131)
ωµo
Per quanto riguarda l’onda riflessa si assuma per convenzione il campo ma-
gnetico diretto lungo −b
y , mentre per l’onda trasmessa si assuma il campo
magnetico ancora diretto lungo yb
r r
y ΓkH Hoi e−ikx x eikz z
H r = −b (3.134)
r r
H ×k ΓkH Hoi −ikxr x ikzr z
Er = x kzr + zb kxr )
= (b e e (3.135)
ω1 ω1
t t
H t = yb τkH Hoi e−ikx x e−ikz z (3.136)
3.9. polarizzazione parallela 51
kzi kr kt
+ ΓkH z = z τkH . (3.141)
ω1 ω1 ω2
Quest’ultima, essendo kzi = kzr può riscriversi
1 kzt
1 + ΓkH = τkH . (3.142)
2 kzi
1 kzt − 2 kzi
ΓkH = (3.143)
1 kzt + 2 kzi
22 kzi
τkH = . (3.144)
1 kzt + 2 kzi
Ricordando che in un’onda piana uniforme il legame tra l’ampiezza del campo
elettrico e quella del campo magnetico è (equazione (2.37))
E = ζH (3.145)
Eor ζ1 Hor
Γk = = = ΓHk (3.146)
Eoi ζ1 Hoi
Supponiamo che l’onda trasmessa sia un’onda piana non uniforme con vettore
di propagazione complesso
k t = β2 − iα2
b (β2x − iα2x ) + yb (β2y − iα2y ) + zb (β2z − iα2z )
=x (3.152)
con i vettori β2 e α2
β2 = x
b β2x + yb β2y + zb β2z (3.153)
α2 = x
b α2x + yb α2y + zb α2z (3.154)
che soddisfano le seguenti condizioni (il mezzo è privo di perdite)
β2 · α 2 = 0 (3.155)
β2 2 − α2 2 = ω 2 µo 2 = k22 . (3.156)
α2 = zb α2z (3.162)
β2 = x
b β2x . (3.163)
da cui p p
n1 1 − sin2 θi − n2 1 − sin2 θt = 0 (3.171)
n21 1 − sin2 θi − n22 1 − sin2 θt
(3.172)
che, per la legge di Snell fornisce
ovvero p p
n1 1 − sin2 θt − n2 1 − sin2 θi = 0 (3.175)
n21 1 − sin2 θt − n22 1 − sin2 θi = 0
(3.176)
che per la legge di Snell fornisce
n21
n1 1 − 2 sin θi − n22 1 − sin2 θi = 0
2 2
(3.177)
n2
da cui
n22
sin θi = . (3.178)
n21 + n22
L’angolo di Brewster vale quindi
s !
2
r
−1 n 2 −1 2
θB = sin = sin . (3.179)
n21 + n22 1 + 2