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TOLLERANZE GEOMETRICHE

Appunti di Tecnologie Meccaniche e Applicazioni


Classificazione delle tolleranze geometriche (UNI EN ISO 1101)

Non sempre un particolare meccanico costruito rispettando le tolleranze dimensionali risulta


funzionale. Per questo motivo devono essere prescritte tolleranze che controllino errori di
tipo geometrico. Le tolleranze geometriche tengono conto dei possibili errori di forma
che le superfici reali hanno rispetto a quelle ideali indicate a disegno. La tolleranza
geometrica stabilisce lo spazio (area o volume) entro il quale deve essere compreso
l’elemento considerato.
Le tolleranze geometriche si possono suddividere nelle seguenti quattro categorie:
Tolleranze di forma Tolleranze di orientamento
Stabiliscono i limiti di variabilità di un elemento Stabiliscono i limiti di variabilità di un
geometrico rispetto alla forma ideale elemento geometrico rispetto ad uno o
riportata a disegno. più elementi di riferimento.
Sono tolleranze “assolute” in quanto non
necessitano, per essere definite, di elementi di
riferimento.

Tolleranze di posizione Tolleranze di oscillazione


Limita gli scostamenti di uno o più elementi Stabiliscono i limiti di variabilità di un
geometrici rispetto ad una posizione di uno o elemento geometrico rispetto ad una
più elementi assunti come riferimento. rotazione attorno ad un asse di
riferimento.
L’elemento di riferimento viene scelto in base a
considerazioni di tipo funzionale.
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Segni grafici (UNI 7226-1:1986)

Segni grafici per caratteristiche oggetto di tolleranza

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Tolleranze geometriche

Vengono qui trattate le tolleranze geometriche di seguito elencate.

Tolleranze di forma Tolleranze di posizione


Rettilineità Localizzazione
Planarità Simmetria
Circolarità Concentricità
Cilindricità

Tolleranze di orientamento Tolleranze di oscillazione


Parallelismo Oscillazione circolare
Ortogonalità Oscillazione totale

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Indicazione tolleranze geometriche

Le indicazioni occorrenti per la prescrizione delle tolleranze geometriche vengono


scritte in un apposito riquadro rettangolare suddiviso in due o più caselle
contenenti, da sinistra verso destra:

− il simbolo della caratteristica geometrica;


− il valore della tolleranza;
− se necessario, la lettera o le lettere che identificano il riferimento/i.

Il valore della tolleranza va espresso nell’unità di misura utilizzata sul disegno e la stessa
tolleranza viene preceduta dal segno caratteristico Ø se è circolare o cilindrica.

Per le lettere di riferimento si usano quelle maiuscole latine.


Quando le tolleranze si applicano a più elementi si utilizza il simbolo (x).

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Segni grafici aggiuntivi

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Elementi con indicazione di tolleranza

Il riquadro viene unito all’elemento oggetto di tolleranza con una linea di richiamo terminante
con una freccia la cui estremità può essere posizionata:

Sul contorno dell’elemento o un suo prolungamento, quando la tolleranza si applica ad una linea
o ad una superficie. Stando attenti a essere ben distinta da una eventuale linea di misura.

Sul prolungamento della linea di misura, quando la tolleranze si applicata all’asse o al piano
mediano della parte quotata.

Sul l’asse, quando la tolleranze si applicata all’asse o al piano


mediano di tutti gli elementi che hanno in comune quell’asse o
quel piano mediano.

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Elementi di riferimento

L’elemento di riferimento è identificato con una lettera maiuscola inscritta in un riquadro,


unita con una linea e un triangolo nelle seguenti posizioni:

Sul contorno dell’elemento o un suo prolungamento, quando l’elemento di riferimento è la linea


o ad una superficie. Stando attenti a essere ben distinta da una eventuale linea di misura.

Sul prolungamento della linea di misura, quando l’elemento di riferimento è all’asse o al piano
mediano. È ammesso sostituire una delle frecce della linea di misura con il triangolo di
riferimento.

Sul l’asse, quando l’elemento di riferimento è all’asse o al


piano mediano comune a due o più elementi.

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Elementi di riferimento

Nel caso in cui il riquadro possa essere collegato direttamente all’elemento di riferimento
mediante una linea di richiamo e relativo triangolo, la lettera di riferimento può essere
omessa.

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Tolleranza di rettilineità (1)

1) Tolleranza di rettilineità nel piano: la zona di tolleranza è quella compresa fra due
rette parallele distanti fra loro t.

2) Tolleranza di rettilineità nello spazio su due piani fra loro perpendicolari: la


zona di tolleranza è lo spazio contenuto in un parallelepipedo di sezione t 1 x t2.

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Tolleranza di rettilineità (2)

3) Tolleranza di rettilineità nello spazio secondo una zona cilindrica: la zona di


tolleranza è lo spazio contenuto in un cilindro di diametro t; il valore della tolleranza è
preceduto dal simbolo Ø

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Tolleranza di circolarità

Una tolleranza di circolarità definisce una zona di tolleranza delimitata da due cerchi
concentrici.

Zona di tolleranza Indicazione a disegno Interpretazione

La circonferenza di ciascuna
sezione trasversale deve
essere compresa tra due
circonferenze complanari e
concentriche i cui raggi
differiscano per 0,1 mm.

La circonferenza di ciascuna
sezione trasversale deve
La zona di tolleranza è essere compresa tra due
limitata da due cerchi circonferenze complanari e
concentrici i cui raggi concentriche i cui raggi
differiscono per il valore t. differiscano per 0,03 mm.

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Tolleranza di planarità

La tolleranza di planarità specifica una zona tridimensionale limitata da due piani tra loro
paralleli con una distanza uguale al valore della tolleranza specificata.

Zona di tolleranza Indicazione a disegno Interpretazione

La superficie considerata
deve essere compresa tra
due piani paralleli distanti
0,08 mm.

La zona di tolleranza è
limitata da due piani paralleli
distanti t.

Attenzione: non viene data nessuna indicazione sull’orientamento dei piani che
definiscono la zona di tolleranza.

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Tolleranza di cilindricità

La tolleranza di cilindricità specifica una zona tridimensionale limitata da due cilindri


concentrici.

Zona di tolleranza Indicazione a disegno Interpretazione

La superficie considerata
deve essere compresa tra
due cilindri concentrici i cui
raggi differiscono per 0,1
mm.

La zona di tolleranza è
limitata da due cilindri
concentrici i cui raggi
differiscono per il valore t.

Attenzione: non viene data nessuna indicazione sull’orientamento degli assi dei cilindri
che definiscono la zona di tolleranza.

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Tolleranza di parallelismo di una linea rispetto ad
una retta di riferimento (tolleranza nel piano) (1)

Una tolleranza di parallelismo è una tolleranza di orientamento che può essere associata ad
una linea, asse o superficie rispetto ad un elemento di riferimento.
Zona di tolleranza Indicazione a disegno Interpretazione
L’asse con tolleranza deve
essere compreso tra due
rette distanti 0,1 mm,
parallele all’asse di
riferimento e poste sul piano
verticale (ortogonale al
piano di proiezione).

L’asse con tolleranza deve


essere compreso tra due
rette distanti 0,1 mm,
parallele all’asse di
riferimento e poste sul piano
orizzontale (ortogonale al
piano di proiezione).

Zona di tolleranza piana


limitata da due rette parallele
distanti t.

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Tolleranza di parallelismo di una linea rispetto ad
una retta di riferimento (tolleranza nello spazio) (2)

Zona di tolleranza Indicazione a disegno Interpretazione

L’asse con tolleranza deve


essere compreso in un
parallelepipedo avente
larghezza 0,2 mm nella
direzione orizzontale e 0,1
mm nella direzione verticale,
parallelo all’asse di
riferimento A.
Zona di tolleranza definita da oppure
un parallelepipedo di
dimensioni t1 x t2.

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Tolleranza di parallelismo di una linea rispetto ad una
retta di riferimento (tolleranza cilindrica nello spazio) (3)

Zona di tolleranza Indicazione a disegno Interpretazione

L’asse con tolleranza deve


essere compreso in una zona
cilindrica avente diametro di
0,03 mm, parallela all’asse di
riferimento A.

Zona di tolleranza delimitata


da un cilindro di diametro t
con asse parallelo alla retta
di riferimento.

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Tolleranza di parallelismo di una linea rispetto ad
una superficie di riferimento (4)

Zona di tolleranza Indicazione a disegno Interpretazione

L’asse del foro deve essere


compreso entro due piani
distanti 0,01 mm e paralleli
alla superficie B di
riferimento.

Zona di tolleranza delimitata


da due piani paralleli distanti
t e paralleli alla superficie di
riferimento.

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Tolleranza di parallelismo di una superficie rispetto
ad una retta di riferimento (5)

Zona di tolleranza Indicazione a disegno Interpretazione

La superficie con tolleranza


deve essere compresa tra
due piani distanti 0,1 mm e
paralleli all’asse C del foro.

Zona di tolleranza delimitata


da due piani paralleli distanti
t e paralleli alla retta di
riferimento.

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Tolleranza di parallelismo di una superficie rispetto
ad una superficie di riferimento (6)

Zona di tolleranza Indicazione a disegno Interpretazione

La superficie con tolleranza


deve essere compresa tra
due piani paralleli distanti
0,01 mm e paralleli alla
superficie di riferimento D.

Zona di tolleranza delimitata Tutti i punti della superficie


da due piani paralleli distanti con tolleranza presi in una
t e paralleli alla superficie di posizione qualsiasi su una
riferimento. lunghezza di 100 mm,
devono essere compresi tra
due piani paralleli distanti
0,01 mm e paralleli alla
superficie di riferimento A.

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Tolleranza di perpendicolarità di una linea rispetto ad
una retta di riferimento (1)

Una tolleranza di perpendicolarità, analogamente a quella di parallelismo, è una tolleranza di


orientamento che può essere associata ad una linea, asse o superficie rispetto ad un
elemento di riferimento.
Zona di tolleranza Indicazione a disegno Interpretazione

L’asse del foro (obliquo)con


tolleranza deve essere
compreso tra due piani
paralleli distanti 0,06 mm, e
perpendicolari all’asse del
foro orizzontale A.

Zona di tolleranza piana


delimitata da due rette
parallele distanti t.

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Tolleranza di perpendicolarità di una linea rispetto ad
una superficie di riferimento (2)

Zona di tolleranza Indicazione a disegno Interpretazione

L’asse del cilindro deve


essere compreso tra due
piani paralleli distanti 0,1 mm
e perpendicolari al piano di
riferimento.

Zona di tolleranza piana


(definita dal piano di
proiezione) delimitata da due
rette parallele distanti t e
perpendicolari al piano di
riferimento.

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Tolleranza di perpendicolarità di una linea rispetto ad
una superficie di riferimento (tolleranza nello spazio) (3)

Zona di tolleranza Indicazione a disegno Interpretazione

L’asse del cilindro deve


essere compreso in un
parallelepipedo avente
sezione 0,1 x 0,2 mm
perpendicolare alla superficie
di riferimento.

Zona di tolleranza definita da


un parallelepipedo di sezione
t1 x t2. Perpendicolare al
piano di riferimento.

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Tolleranza di perpendicolarità di una linea rispetto ad una
superficie di riferimento (tolleranza cilindrica nello spazio) (4)

Zona di tolleranza Indicazione a disegno Interpretazione

L’asse del cilindro deve


essere compreso in una zona
cilindrica avente diametro
0,01 mm con asse
perpendicolare alla superficie
di riferimento A.

Zona di tolleranza limitata da


un cilindro di diametro t con
asse perpendicolare al piano
di riferimento.

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Tolleranza di perpendicolarità di una superficie
rispetto ad una retta di riferimento (5)

Zona di tolleranza Indicazione a disegno Interpretazione

La superficie oggetto della


tolleranza deve essere
compresa tra due piani
paralleli distanti 0,08 mm e
perpendicolari all’asse A.

Zona di tolleranza definita da


due piani paralleli distanti t e
perpendicolari alla retta di
riferimento.

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Tolleranza di perpendicolarità di una superficie
rispetto ad una superficie di riferimento (6)

Zona di tolleranza Indicazione a disegno Interpretazione

La superficie con tolleranza


deve essere compresa tra
due piani paralleli distanti
0,08 mm e perpendicolari
alla superficie di riferimento
A.

Zona di tolleranza definita da


due piani paralleli distanti t e
perpendicolari alla superficie
di riferimento.

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Tolleranza di localizzazione di una linea (tolleranza
secondo una superficie cilindrica)

Zona di tolleranza Indicazione a disegno Interpretazione

L’asse del foro deve essere


compreso in un cilindro di
diametro 0,2 mm con asse
ortogonale al piano di
proiezione giacente nella
posizione teorica esatta del
foro considerato nel
riferimento A-B-C.

Zona di tolleranza definita da


un cilindro di diametro t
avente asse nella posizione
teorica indicata.

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Tolleranza di localizzazione: ordine di riferimenti

Attenzione: l’ordine dei riferimenti stabilisce la sequenza di operazioni con cui l’oggetto
viene posizionato nell’attrezzatura di controllo.

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Tolleranza di concentricità (1)

Una tolleranza di concentricità stabilisce i limiti di variabilità di elementi posti in maniera


concentricà rispetto ad un dato punto di riferimento.

Zona di tolleranza Indicazione a disegno Interpretazione

Il centro del cerchio esterno


deve essere compreso entro
un cerchio di diametro 0,01
mm concentrico al centro di
riferimento A.

Zona di tolleranza definita da


un cerchio di diametro t il cui
centro coincide con il punto
di riferimento.

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Tolleranza di concentricità (2)

Riferimento: asse del cilindro di destra. Individuato attraverso un autocentrante.


Caratteristica dimensionale tollerata: asse del cilindro di sinistra.
Zona di tolleranza: cilindro perfetto con asse coincidente con il datum di diametro pari al
valore della tolleranza (0,15 mm)

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Tolleranza di simmetria

Una tolleranza di simmetria stabilisce i limiti di variabilità di elementi posti simmetricamente


rispetto ad un piano o ad un asse.

Zona di tolleranza Indicazione a disegno Interpretazione


Il piano mediano della
scanalatura deve essere
compreso tra due piani
paralleli distanti 0,08 mm e
disposti simmetricamente
rispetto al piano mediano
dell’elemento di riferimento
A.

Zona di tolleranza definita da


due piani paralleli distanti t e
disposti simmetricamente
rispetto all’asse (o al piano)
mediano di riferimento.

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Tolleranza di oscillazione circolare radiale

Una tolleranza di oscillazione controlla l’errore di forma e di orientamento di una superficie


durante una rotazione attorno ad un asse di riferimento.

Zona di tolleranza Indicazione a disegno Interpretazione


L’oscillazione radiale non
deve essere maggiore di 0,15
mm in ogni piano di misura
durante una rotazione
completa attorno all’asse A.

Zona di tolleranza definita, in


ogni piano di misura
perpendicolare all’asse di
rotazione, da due cerchi
concentrici i cui raggi
differiscono per il valore t ed
il cui centro coincide con
l’asse.

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Tolleranza di oscillazione circolare radiale (co-riferimento)

Il riferimento (asse di rotazione) può essere anche identificato da due riferimenti. In questo
caso si parla di co-riferimento assiale. Questi è individuato dalle controparti
geometricamente perfette delle due superfici A e B.
Operativamente si può verificare la tolleranza montando il pezzo su due afferraggi (o
cuscinetti) perfettamente coassiali e ponendolo in rotazione.

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Tolleranza di oscillazione circolare assiale

Zona di tolleranza Indicazione a disegno Interpretazione

L’oscillazione assiale non


deve essere maggiore di 0,1
mm su ogni superficie di
misura durante una rotazione
completa attorno all’asse di
riferimento D.

Zona di tolleranza definita,


per ogni posizione
radiale, da due
circonferenze distanti t (in
direzione assiale), il cui asse
coincide con l’asse di
riferimento.

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Tolleranza di oscillazione totale (assiale e radiale)

La tolleranza di oscillazione totale definisce una zona di tolleranza tridimensionale, in quanto


la condizione deve essere soddisfatta non più sezione per sezione, ma da tutti i punti della
superficie contemporaneamente.

Oscillazione circolare radiale totale:


la zona di tolleranza è definita da due
cilindri coassiali distanti tra loro 0,15
radialmente di una quantità pari al valore
della tolleranza.

Oscillazione circolare assiale totale:


la zona di tolleranza è definita da due
piani paralleli distanti tra loro 0,15
assialmente di una quantità pari al
valore della tolleranza.

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Tolleranze dimensionali generali (UNI EN 22768/1)

Le tolleranze dimensionali sono di solito applicate alle quote funzionali del disegno. Per tutte
le quote non oggetto di specifica tolleranza si fa riferimento alle tolleranze
generali. A titolo di esempio si riporta la tabella relativa agli scostamenti limite ammessi per
dimensioni lineari esclusi smussi e raccordi. La norma UNI EN 22768/1 definisce quattro
diverse classi di tolleranza (f, m, c e v).

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Tolleranze dimensionali generali (UNI EN 22768/1)

Si riporta le tabelle relativa agli scostamenti limite ammessi per smussi e raccordi e per le
dimensioni angolari.

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Tolleranze geometriche generali (UNI EN 22768/2)

Le tolleranze geometriche generali si applicano agli elementi geometrici che non sono
oggetto di specifica tolleranza. La norma UNI EN 22768/2 definisce tre diverse classi di
tolleranza (H, K e L) per le seguenti tolleranze geometriche: rettilineità, planarità,
perpendicolarità, simmetria e oscillazione circolare.

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Tolleranze geometriche generali (2)

Tolleranze geometriche generali Tolleranze generali di Tolleranze generali di


di circolarità coassialità cilindricità

Uguale alla tolleranza


Non stabilite Non stabilite
dimensionale sul diametro

Indicazione a disegno delle tolleranze generali prevede il richiamo alla norma ISO 2768:
Tolleranze generali secondo ISO 2768 - mK

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Principio di massimo materiale (UNI EN ISO 2692)

In un accoppiamento con gioco ALBERO-FORO si dice:


CONDIZIONE DI MASSIMO MATERIALE (MMC Maximun Material Condition):
condizione in cui il foro è il più piccolo possibile e l’albero il più grande possibile – GIOCO
MINIMO
Infatti in un foro ho maggiore materiale quando realizzo il foro più piccolo possibile perché
asporto meno materiale, mentre in un albero ho maggiore materiale quando le sue
dimensioni sono le massime possibili anche qui perché asporto più materiale.
CONDIZIONE DI MINIMO MATERIALE (LMC Least Material Condition): condizione
in cui il foro è il più grande possibile e l’albero il più piccolo possibile – GIOCO MASSIMO
Anche qui ho il minimo materiale quando realizzo il foro più grande possibile perché asporto
più materiale, mentre in un albero ho il minor materiale quando le sue dimensioni sono le
minime possibili anche qui perché asporto più materiale.

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Principio di indipendenza (UNI ISO 8015)

Il principio di indipendenza afferma che ciascuna prescrizione di tolleranza dimensionale e


geometrica riportata a disegno deve essere rispettata in se stessa, in modo
indipendente, salvo non siano prescritte condizioni particolari.
Conseguentemente le tolleranze geometriche si applicano senza tener conto delle
dimensioni dell’elemento, e le prescrizioni dimensionali e geometriche devono essere
trattate come esigenze tra loro indipendenti.

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Principio di massimo materiale (UNI EN ISO 2692)

La stretta applicazione del principio di indipendenza è molto onerosa, e può portare allo
scarto di pezzi che sarebbero invece idonei all’uso.
Il principio di massimo materiale rappresenta un’eccezione al principio di
indipendenza: esso tiene conto del fatto che le tolleranze di forma o di posizione
prescritte possono essere ampliate quando le dimensioni effettive non raggiungono le
condizioni di massimo materiale.

L’aggiunta nel riquadro di tolleranza geometrica del simbolo dopo l’indicazione


dell’ampiezza della zona di tolleranza ammissibile, significa che il valore di tolleranza
geometrico indicato si applica quando l’elemento geometrico (e dimensionale) a cui è
attribuita tale tolleranza è realizzato nella sua condizione di massimo materiale.
Se la dimensione effettiva dell’elemento geometrico considerato si scosta dalla sua
condizione di massimo materiale, è consentito incrementare la zona di tolleranza geometrica
di un’entità pari allo scostamento della dimensione effettiva dalla condizione di massimo
materiale.

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Applicazione del principio di indipendenza (ISO 8015)

La tolleranza geometrica specifica è indipendente dalla dimensione effettiva dell’elemento


considerato.

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Applicazione del principio di massimo materiale (ISO 2692)

Se la dimensione effettiva si scosta dal valore 30,1


(MMC), nell’ambito della tolleranza dimensionale, tale
scostamento incrementa l’ampiezza della zona di
tolleranza geometrica.

Appunti di Tecnologie Meccaniche e Applicazioni 44


Applicazione del principio di massimo materiale (ISO 2692)

La condizione di massimo materiale si applica a


ciascun foro separatamente, quindi la tolleranza di
localizzazione ammissibile può essere diversa per
ciascun foro, a seconda della dimensione effettiva di
ciascuno.

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Esempio: applicazione al caso di tolleranza di
perpendicolarità

Considerando i componenti dell’esempio 2, concentriamoci sulla base con il perno. Si


osserva che sulla possibilità di accoppiamento influiscono il diametro del perno e la relativa
tolleranza di perpendicolarità.

Principio di massimo materiale applicato alla


tolleranza di perpendicolarità. Leggiamo: la
tolleranza di perpendicolarità del perno rispetto alla
base è per il caso in cui il diametro del perno sia
nelle condizioni di massimo materiale

Perno al limite superiore della tolleranza Perno al limite inferiore della tolleranza
dimensionale. La tolleranza geometrica deve essere dimensionale. La zona di tolleranza geometrica può
rispettata rigorosamente. essere incrementata di 0,02 mm (bonus)

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Esempio: applicazione al caso di tolleranza di
parallelismo

Consideriamo ora un caso simile al precedente dove all’asse del perno è applicata una
tolleranza di parallelismo rispetto ad una superficie piana, oltre che ad un esigenza di
inviluppo.
Principio di massimo materiale applicato alla
tolleranza di perpendicolarità. Leggiamo: la
tolleranza di parallelismo dell’asse rispetto alla
superficie A è per il caso in cui il diametro del perno
sia nelle condizioni di massimo materiale.
Inoltre: la forma del perno non deve superare la
geometria di inviluppo corrispondete alla condizione
di massimo materiale.

Perno al limite superiore della tolleranza Perno al limite inferiore della tolleranza
dimensionale. La tolleranza geometrica deve essere dimensionale. La zona di tolleranza geometrica può
rispettata rigorosamente. essere incrementata di (dmax – dmin = 0,1mm)
(bonus)

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Esempio: applicazione al caso di tolleranza di rettilineità

Consideriamo ora l’esempio del principio di massimo materiale applicato alla tolleranza di
rettilineità relativa all’asse di un perno.

Principio di massimo materiale applicato alla


tolleranza di perpendicolarità. Leggiamo: la
tolleranza di rettilineità dell’asse è per il caso in cui
il diametro del perno sia nelle condizioni di massimo
materiale

Perno al limite superiore della tolleranza Perno al limite inferiore della tolleranza
dimensionale. La tolleranza geometrica deve essere dimensionale. La zona di tolleranza geometrica può
rispettata rigorosamente. essere incrementata di 0,2 mm (bonus)

Appunti di Tecnologie Meccaniche e Applicazioni 48


Esempio: applicazione al caso di tolleranza di
localizzazione

Foro al limite inferiore della tolleranza Foro al limite superiore della tolleranza
dimensionale. La tolleranza geometrica deve essere dimensionale. La tolleranza geometrica può essere
rispettata rigorosamente: diametro della zona di ampliata di una quantità pari al bonus: diametro
tolleranza = 0,2 mm. della zona di tolleranza = 1,2 mm.

Appunti di Tecnologie Meccaniche e Applicazioni 49


Quando applicare il principio di massimo materiale?

L’applicazione del principio di massimo materiale comporta, in generale, una riduzione


degli scarti di produzione in quanto vengono accettati pezzi per i quali sono superati i
limiti imposti dalle tolleranze geometriche, quando le dimensioni siano tali da non trovarsi in
condizioni di massimo materiale.

Conseguenza dell’applicazione del principio di massimo materiale è dunque un virtuale


ampliamento delle tolleranze geometriche imposte. Ciò può non essere sempre accettabile
dal punto di vista funzionale.

“Il progettista deve sempre decidere se risulta possibile l’applicazione dl principio di


massimo materiale alle tolleranze interessate” (UNI 7226/2)

APPLICAZIONE POSSIBILE APPLICAZIONE SCONSIGLIATA


Collegamenti in assenza di moto relativo Collegamenti che hanno rilevanza
che non svolgono funzioni di riferimento; notevole dal punto di vista funzionale; ad
ad es. fori passanti per collegamenti con es. collegamenti cinematici, centri di
bulloni ingranaggi, accoppiamenti fissi aventi
funzioni di riferimento

Appunti di Tecnologie Meccaniche e Applicazioni 50

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