Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
GLI EFFETTI DEL FUOCO L’incendio standard, viene descritto dalla curva nominale ISO 834 ed è rap-
SUGLI ELEMENTI presentato con una temperatura media dei gas di combustione che cresce continuamen-
STRUTTURALI te nel tempo in modo logaritmico secondo la relazione:
Tg = 20 + 345 · log10 (8·t + 1), dove t è il tempo espresso in minuti e Tg la temperatu-
ra in °C.
Tale curva d’incendio standard fornisce valori della temperatura che nella
maggior parte dei casi sono più elevati di quelli che effettivamente si riscontrano duran-
te un incendio naturale; infatti, nella fase finale di decadimento la temperatura decre-
sce nel tempo a causa dell’esaurimento del combustibile (se non interviene prima
un’azione di spegnimento da parte dei soccorritori).
È proprio per tale motivo che, cautelativamente, le prestazioni dei materiali e
degli elementi strutturali che devono possedere determinate caratteristiche di resistenza al
fuoco, poiché si trovano all’interno di attività soggette ai controlli di prevenzioni incendi, op-
pure perché tanto è stato stabilito a seguito di una analisi di rischio incendio eseguita sul
luogo di lavoro, vengono attualmente verificate sottoponendoli all’azione del suddetto incen-
dio standard; deve però rilevarsi che tale impostazione nella maggior parte dei casi risulta
conservativa perché richiede agli elementi strutturali prestazioni superiori di quelle minime
necessarie in relazione all’incendio naturale che realmente può svilupparsi in un determina-
to locale.
Gli effetti del fuoco sugli elementi strutturali sono dovuti al calore che si
produce durante l’incendio; essi dipendono principalmente dai seguenti fattori:
- distribuzione della temperatura nei vari punti della sezione degli elemen-
ti strutturali;
- degrado delle proprietà dei materiali con l’aumentare della temperatura,
5
QUADERNI DI SCIENZA & TECNICA
con conseguente diminuzione della resistenza degli elementi ed aumento della loro de-
formabilità;
- variazioni dello stato di sollecitazione per effetto di dilatazioni termiche
impedite.
6
QUADERNI DI SCIENZA & TECNICA
strutturali si rileva che nelle varie procedure indicate nelle specifiche norme sono elen-
cate le relative azioni di calcolo agenti che devono essere considerate e che riguardano:
7
QUADERNI DI SCIENZA & TECNICA
In tale circostanza nel caso che le attività possano assimilarsi a quelle di ti-
po civile (uffici, ecc.), per la determinazione dei valori di resistenza al fuoco che gli ele-
menti strutturali devono possedere, può ancora applicarsi il procedimento individuato
dalla circ. MI.SA. n° 91/61, in analogia a quanto previsto dal ministero dell’Interno per
le attività dotate di specifica regola tecnica di prevenzione incendi; tuttavia, qualora il
valore che scaturisce dall’applicazione di tale circolare non venga ritenuto sufficiente,
può essere richiesto dal locale comando provinciale dei vigili del fuoco un diverso valore
8
QUADERNI DI SCIENZA & TECNICA
9
QUADERNI DI SCIENZA & TECNICA
10
QUADERNI DI SCIENZA & TECNICA
dei vigili del fuoco di prescrivere determinati valori di resistenza al fuoco agli elementi
strutturali presenti nel compartimento, valutate le condizioni di sicurezza antincendio
presenti complessivamente nell’attività, in applicazione dei criteri generali contenuti
nel DPR. 29/07/82 n° 577.
Occorre altresì sottolineare che l’installazione di un idoneo impianto di ri-
velazione automatica d’incendio in un’attività nella quale sono state anche correttamen-
te attuate le misure di gestione dell’emergenza stabilite dal DM. 10/03/98 consente di
ottenere positivi risultati per garantire in modo ottimale la sicurezza delle persone in
caso d’incendio; deve osservarsi che tale circostanza comporta anche benefici alla sicu-
rezza degli elementi strutturali poiché, in caso d’incendio, l’intervento dei soccorritori
potrà essere più tempestivo e, quindi, essi subiranno una minore sollecitazione termica.
LA VALUTAZIONE Tale valutazione, secondo quanto indicato nel DM. 04/05/98 ed alle precisa-
DELLA RESISTENZA zioni fornite dal ministero dell’Interno – Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso
AL FUOCO pubblico e della difesa civile con lett. prot. n° P 130/4101 sott. 72/E del 31/01/2001, può
DEGLI ELEMENTI eseguirsi a seconda dei casi mediante:
STRUTTURALI
1. le tabelle contenute nella circolare MI.SA. n° 91 del 14/09/61 se l’elemento
strutturale è in esse precisamente individuato;
2. il procedimento individuato dalla norma UNI. - CNVVF. 9502, per gli
elementi costruttivi di conglomerato cementizio armato, normale e precompresso;
3. il procedimento individuato dalla norma UNI. - CNVVF. 9503, per gli
elementi costruttivi in acciaio;
4. il procedimento individuato dalla norma UNI. - CNVVF. 9504 o dal DM.
06/03/86, per gli elementi costruttivi in legno;
5. il procedimento individuato dalla norma tecnica contenuta nel bolletti-
no ufficiale del Consiglio nazionale delle ricerche n° 192 del 28/12/99 – parte IV, per tut-
te le tipologie costruttive di elementi strutturali.
11
QUADERNI DI SCIENZA & TECNICA
Si sottolinea, però, che nella norma tecnica del Consiglio nazionale delle ri-
cerche al punto 2.3.3 è, inoltre, affermato che “in alternativa ai metodi che fanno riferi-
mento alle classi, la capacità portante può essere verificata rispetto all’azione termica del
cosiddetto incendio naturale, applicata per l’intervallo di tempo necessario al ritorno al-
la temperatura ordinaria. Le curve da adottare per rappresentare gli incendi naturali so-
no quelle parametriche o quelle ottenute con modelli di calcolo di comprovata attendibi-
lità che tengano conto delle caratteristiche del combustibile e di quelle del compartimen-
to. I valori del carico d’incendio e delle caratteristiche del compartimento adottati per
l’applicazione del metodo costituiscono un vincolo d’esercizio per le attività da svolgere
all’interno della costruzione ”.
Occorre subito affermare che rappresentando l’incendio naturale mediante
dei modelli di calcolo di comprovata attendibilità è possibile tenere anche conto dell’ef-
fetto prodotto dall’azione degli impianti di estinzione e valutare la variazione della tem-
peratura dei gas caldi nell’ambiente in modo più puntuale rispetto alle curve parametri-
che nelle quali tale possibilità non è consentita.
Tale azione si esegue modificando opportunamente la curva di variazione
nel tempo della potenza termica rilasciata dall’incendio in un determinato ambiente e
permettendo così di calcolare nel modo più realistico possibile, in relazione alle attuali
conoscenze, la quantità di calore che effettivamente interessa gli elementi strutturali,
nonché di stimare con sufficiente accuratezza il valore di resistenza al fuoco che essi of-
frono.
Si aggiunge che anche la circ. MISA. n° 91/61, attraverso il calcolo del coef-
ficiente K di riduzione del carico d’incendio, permette di stabilire le prestazioni di resi-
stenza al fuoco che devono avere gli elementi strutturali in presenza di impianti di estin-
zione, ma non consente di valutare l’influenza che tali sistemi di protezione attiva an-
tincendio hanno ai fini del calcolo del valore della resistenza al fuoco realmente offerto
dagli elementi strutturali nel corso dell’incendio naturale che si sviluppa in un determi-
nato ambiente.
Tale norma CNR prevede anche che “in alternativa la classe di capacità
portante richiesta può essere determinata, caso per caso, con il metodo riportato nell’ap-
pendice C” che è quello del tempo equivalente di esposizione all’incendio standard.
Sono, quindi, espliciti i richiami all’applicazione delle procedure di ingegne-
ria della sicurezza antincendio.
È importante evidenziare che analizzare la sicurezza strutturale in caso
d’incendio con la curva temperatura-tempo dell’incendio naturale anziché con quelle no-
12
QUADERNI DI SCIENZA & TECNICA
13
QUADERNI DI SCIENZA & TECNICA
14
QUADERNI DI SCIENZA & TECNICA
due incendi nei quali le relative curve temperatura-tempo sottendono la stessa area può
essere molto più grande nel corso di incendi di breve durata e nei quali vengono raggiun-
te elevate temperature rispetto a quelli di maggiore durata e nei quali si hanno minori
temperature (a parità di energia termica disponibile nei due casi si ha una notevole dif-
ferenza della potenza termica rilasciata nell’ambiente). In sostanza, tale procedimento
non appare idoneo a valutare il tempo equivalente di esposizione all’incendio standard;
2. il tempo equivalente di esposizione all’incendio standard è quello che pro-
durrebbe la stessa temperatura massima in un elemento strutturale di acciaio che sulle
varie superfici esposte al fuoco viene protetto con materiale isolante (in letteratura viene
frequentemente indicato per l’acciaio una temperatura critica di circa 550 °C poiché a ta-
le temperatura si ha una drastica riduzione del modulo di elasticità) termicamente spes-
so (all’interno dello spessore di materiale isolante a seguito dell’esposizione ad una sorgen-
te di calore la temperatura non risulta uniforme come invece può considerarsi nel caso di
spessori sottili). È significativo notare che tale procedimento conduce a risultati che, in
molti casi, sono in accordo con quelli riscontrati nel corso di incendi naturali.
15
QUADERNI DI SCIENZA & TECNICA
te,d = qd · Kb · W
16
QUADERNI DI SCIENZA & TECNICA
in cui:
• qd rappresenta il carico d'incendio specifico di progetto, espresso in
2
MJ/m , riferito alla superficie netta A del pavimento; esso si calcola con la seguente
espressione:
qd = γq · γn · qK ; dove γq e γn sono due fattori parziali di sicurezza che ten-
gono conto rispettivamente della pericolosità dell’attività svolta nella costruzione e del-
l’eventuale presenza in essa di sistemi di protezione antincendio; essi possono così valu-
tarsi: per rischio d'incendio basso γq = 1,0, per rischio medio γq = 1,2 e per rischio alto
γq = 1,5. Inoltre, in assenza di evacuatori di fumo e calore ed impianti antincendio ad
attivazione automatica γn = 1,0, mentre in presenza di evacuatori di fumo e calore ad
attivazione automatica di comprovata efficacia γn = 0,85; infine,in presenza di impian-
ti di estinzione ad attivazione automatica di comprovata efficacia γn = 0,70. In pratica,
la riduzione della temperatura dei gas caldi di combustione all’interno di un comparti-
mento che si ottiene, ad esempio, a seguito del funzionamento di un impianto sprinkler,
viene quantificata in una richiesta di prestazione di resistenza al fuoco degli elementi
strutturali pari al 70% di quella che essi avrebbero dovuto possedere in assenza di tale
sistema di protezione attiva antincendio.
qK è il valore caratteristico del carico d'incendio specifico, espresso in MJ/m2
e riferito alla superficie del pavimento; esso viene calcolato con la seguente formula:
Σi Mi · Hi · mi · Ψi
qK =
A
dove, Mi è la quantità del singolo materiale espressa in kg ed Hi il relativo
potere calorifico inferiore in MJ/kg, mi un fattore che descrive la partecipazione alla
combustione del singolo materiale, che viene usualmente posto pari ad 1 e Ψi un fattore
che generalmente assume il valore 1, oppure di 0,85 quando i materiali combustibili so-
no contenuti in contenitori incombustibili.
2,3
• Kb è un fattore espresso in min·m /MJ che dipende dalle caratteristi-
che delle pareti perimetrali di delimitazione del compartimento ed, in particolare, dal
valore dell’inerzia termica b = (ρ·cp·λ)1/2; i valori della densità ρ sono espressi in kg/m3,
il calore specifico cp in J/(kg·K) e la conduttività termica λ in W/(m·K).
Qualora non siano note con precisione le proprietà delle pareti di delimita-
zione è opportuno assumere Kb = 0,07 min·m2/MJ; in caso contrario, Kb può valutarsi
dalla seguente tabella rilevando che, in ogni caso, b deve avere valore compreso fra 1000
e 2000 J/(m2 · s1/2 · K).
17
QUADERNI DI SCIENZA & TECNICA
Tabella
Valori del fattore Kb
indicati dall’Eurocodice 1
al variare dell’inerzia termica
delle pareti che delimitano
il locale
dove: si è lo spessore dello strato imo, cpi è il calore specifico dello strato imo
e λi è la conduttività termica dello strato imo. Invece, in presenza di una parete di su-
perficie totale At formata da materiali di differente natura, ognuno avente superficie
Atj, l’inerzia termica si calcola nel seguente modo:
b = Σj (bj · Atj/At)
-0,3
• Il fattore di ventilazione W è espresso in m ; esso si calcola con la se-
guente espressione:
W deve avere valore superiore a 0,5 m-0,3. Nella suddetta espressione i ter-
mini sono:
αv = Av/A; dove Av è la superficie di ventilazione ricavata sulle pareti, en-
tre A è la superficie netta del pavimento del locale. Il valore di αv deve essere compre-
so tra 0,025 e 0,25.
αh = Ah/A; Ah è la superficie delle aperture di ventilazione ricavate nel sof-
fitto del locale.
Le superfici sono espresse in m2.
bv = 12,5 · (1 + 10 · αv – αv2); bv deve avere valore superiore a 10.
H è l'altezza media del compartimento espressa in metri.
18
QUADERNI DI SCIENZA & TECNICA
Tabella
Valori minimi della classe
di capacità portante
in funzione del carico
d’incendio specifico
di progetto
NOTA Gli argomenti trattati rappresentano la base sulla quale sono sta-
DEL COMITATO ti sviluppati, in quest’ultimo anno, importanti aggiornamenti normativi. Il Mi-
SCIENTIFICO nistero dell’Interno è attualmente impegnato a regolamentare un settore nel
quale confluiscono differenti specifiche tecniche quali il Testo Unico delle Nor-
me Tecniche sulle Costruzioni, gli Eurocodici strutturali completi delle appen-
dici nazionali e le euroclassi previste dalla decisione della Commissione del-
l’Unione europea n. 2000/367/CE del 3/5/2000 con le relative modalità di prova
EN, tenendo anche conto dell’ingresso sul mercato dei primi prodotti marcati
CE aventi il requisito di resistenza al fuoco.
19