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Ln CuLTURA DELLA PAcE E DELLA LEGALITA

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rezioni.
1. r*=:b*r'* g*r*+: pro- I-lautobus stava per partire, rombava sordol con improwisi raschi e '!l{. *+c
duceva dei rumori cupi, cantief(
singulti. Lapiazzaera silenziosa nel grigio dell'alba, sfilu.ce di nebbia r,ani mt
smofzati.
3. siiS;:*tr* ... *.{eÉri**:
ai campanili della Matrice2: solo il rombo dellàutobus e la voce del segnato

strisce sfilacciate di neb- venditore di panelles, panelle calde panelle, implorante e ironica. Il 14. rt* É

bia intorlro ai campanili di cr"ri P


bigliettaio chiuse lo sportello, l'autobus si mosie con un rumore di otto of
de11a chiesa della lvtatri-
ce (termine sicillano), 1a sfasciumea. Lultima occhiata che il bigliettaio girò sulla piazza colse quaii r
principale del paese. l'uomo vestito di scuro che veniva corendo; it bigli.ftàiq disse al- la da fa

3. pae':*àl*: frittelle di fa- l'autista - un momento - e aprì lo sportello mentre l'autobus ancora
rina di ceci.
si muoveva.
4. s§***iii*'i*: ferraglia
vecchia che sta per sfa- Si sentirono due colpi squarciati5: l'uomo vestito di scuro, che stava
sciarsi. per saltare sul predellino, restò per un attimo sospeso, come tirato
*.sq;.:+r*ieti: che squar- su per i capelli daunamano invisibile; gli cadde la canella di mano
ciano violentemente i'a-
ria. e sulla cartella lentamente si afflosciò.
§. **l*r* di di Il bigliettaio imprecò: la faccia gli era diventara colore di zolfo., tre-
=+ÈÉ*:
colore giallastro per la mava.Il venditore di panelle, che era a tre metri dall'uomo caduto,
paura.
muovendosi come un granchio cominciò ad allontanarsi verso la porta
della chiesa. Nell'autobus nessuno si mosse,làutista era come impie-
trito, la sinistra sulla leva del freno e la desma sul volante. Il biglietiaio
guardò tutte quelle facce che sembravano facce di ciechi, senzasguar-
do; disse - l'hanno amrnazzato - si levò il berretto e freneticamente
cominciò a passarsi la mano tra i capelli; imprecò ancora. I
<<I carabinieri» disse l'autista <òisogna chiamare i carabinieri.>>
._@-, I
t
Lctta aila *riminalità orge:.:izzaia

9j.rlrg . aprì l'altro sportello - ci vado - disse al bigliettaio.


rl biglietL?io guardava il morto e poi i viaggiatori". c erano anche
donne sull'aurobus, vecchie che ogni mattinifo rtavaflosacchi di
tela
?. ia*ti*":*v*-"+: si la- bianca, pesantissimi, e ceste pienl di uova; ài solito lastimavanoT
menta\ianoi è un termi- e
lmprecavano, ora stavano in silenzio, le facce come dissepolte
ne dialettale. da un
*. l* i***+ ... s***ài: le silenzio di secoli8.
fàcce irnpassibili, come «Chi è?» domandò il bigliettaio indicandà il morto.
abituate da secoli al si
lenzio, allbmertà.
Nessuno rispose. IJ bigliettaio imprecò. Era dera provincia di siracu-
sa,in fatto di morti ammazzati avevapoca pratic a:-unastupida pr.;i;
quella di siracusa;.perciò con più furàre del solito imprecava.
_cia,
*. ::*r* ... g+§:**: il ti vennero i carabinieri, il maresciallo nero ùbarbae di sonn'or.lippu_
so del maresciallo porta
i segni della barba lunga
rire dei carabinieri squr]lg come allarmenel letargor. dei viaggiatàri,
e del sonno bruscamen- e dietro albigliettaio, dallàltro sportello che làu-tist iiveva"iasciato
te interrotto. aperto, cominciarono a scendere. In apparente indolenza, voltandosi
I*. e:*È È***rg*: nella indietro come a cercatela.distanza*Gru per am;irarà i .rmprni
situazione di silenzio e
di torpore. li, si allontanavano y.eto i margini àeila $iurru.;d;;; un ultimo
Ì'1. s.;i**i*v*É:*r spa- sguardo, svicolavanoll. Di quell iLrtu ,uggrru di fuga,'imaresciallo
lirano, svoltando r,,eIo- e i carabinieri non si accorgevano. Intoriò d mortJ stavano
ci nei vicoli ci're dar.a- ora ufla
no su1la piazza, per non cinquantina di persone, gli operai di un cantiere-scuolat3 ai quali non
subire interrogatori da pa\eva vero di aver trovzto un argomento così grosso
parte dei carabinieri. da trascinare
nellbzio delle otto ore14. Il mareslciallo ordinò Xi rutubinieri di fare
?È. *i q**Èie ... à:g*:
Di quella lenta, ma con- sgomberare lapiazzae di far risalire iviaggiatori sullàutobus: e i ca-
tinua fuga in tutte le di rabinieri cominciarono a spingere i curiosli..ro
le srade che intorno
rezioni.
alTapiazza{ aprivano, spingevano e chiedeva" ui"iig;tutori di anda-
T 3.':+:ìtc*r*-**Èi*É*l
re a riprendere il loro posto sull'autobus.
cantiere nel quale ai gio- euando lu{iazzafr rr,,rotu,
r,ani muratori veniva in- vuoto era anche làutobus; solo l'autistr. il bigliettaià resravano.
segnato il mestiere. <<E che>> domandò il maresciallo allàutirt, ..io.,
lé. el*
via,ggiavanessuno
trasci*=r*.=. *à"*: oggi?>>
di cui parlare dur.ante le
otto ore di lavoro r-reile <<Qualcuno cèr»> rispose l'autista con faccia smemorata.
quali non aver,,ano nul- <<Qualcuno» disse il maresciallo, <<vuol dire quattro .irrqr.
1a da fare. sei per-
sone: io non ho mai visto questo autobus partiie, che ci foss..rn
iolo
posto vuoto.>>

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-rì

I *'',-
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La cuLTURA DELLA PAcE E DELLA LEGALITA

l§, spreretute: concen- <<Non so>> disse l'autista, tutto spremutol5 nello sforzo di ricordare,
trato.
<<non so: qualcuno, dico, così per dire; certo non erano cinque o sei,
erano di più, forse l'autobus era pieno... Io non guardo maila gente
che c'è: mi infilo al mio posto evia... Solo la strada guardo, mi pagano
per guardare la strada.>>
I1 maresciallo si passò sulla faccia ufla mano stirata dai nervi. «Ho
capito>> disse <<tu guardi solo la straàa; ma tu>>, e si voltò inferocito
verso il bigliettaio, <<tu stacchi i biglietti, prendi i soldi, dài il resro:
conti le persone e le guardi infaccia... E se non vuoi che te ne faccia
l*. *s*t*r+ *!
=i*;..:r*e-
ricordare in camera di sicurezzal6, devi dirmi subito chi c'era sull'au-
r+; luogo deila stazio-
tobus, almeno dieci nomi devi dirmeli... Da tre anni che fai questa
ne dei carabinieri dor.e
viene pron'isoriamente linea, da tre aflnitivedo ogni sera al caffèItaLia: il paese 1o conosci
rinchiusa una persona meglio di me...>>
arresiata in attesa che
venga definita la slra po-
«Meglio di lei il paese non può conoscerlo nessuno>> disse il bigliettaio
sizione. sorridendo, come a schermirsi da un complimento.
<<E va bene>> disse il maresciallo sogghignando <<prima io e poi tu:
va bene... Ma io sull'autobus non cèro, ché ricorderei uno per uno i
ffi viaggiatori che c'erano: dunque tocca a te, almeno dieci devi nomi .6
tit narmeli.>>
tu" -7
<<Non mi ricordo» disse il bigliettaio <<sull'anima di mia madre, non _-§
mi ricordo; in questo momento di niente mi ricordo, mi pare che sto
sognando.>>
<iTi sveglio io, ti sveglio>> s'infuriò il maresciallo <<con un paio d'anni
di galeru ti sveglio...>> ma s'interruppe per andare incontro aI pretore
che veniva. E mentre al pretore riferiva sulla identità del morto e la
fuga dei viaggiatori, guardando l'autobus, ebbe iI senso che qualcosa *
stesse fuori posto o mancasse: come quando una cosa viene improv-
visamente a tnancare alle nostre abitudini, una cosa che per uso o
consuetudine si ferma ai nostri sensi e più non affiva alla mente,
mala sua assenza genera un piccolo vuoto smamimento,,cellls sn,
intermittenza dihrce che si esaspera: finché la cosa che cercÀiamo di
t
'!?. +i r*g:pr+r:**r pren- colpo nella mente si rapprendef. *
de forma, consistenza.
<<Manca qualcosa>> disse il maresciallo al carubiniere Sposito che, col
t#. rÉi fl.; è f iniziale del
nome del paese ilr cui diploma di ragioniere che aveva, erula colonna della Stazione Cara-
accade il fatto, che Scia- binieri di S.18 <<manca qualcosa, o qualcuno...>>
scia non vuole indicare. <<I1 panellaro>> disse il carabiniere Sposito.
l* dàr:*o ...
tS. *rt**"t
<<Perdio: il panellaro>> esultò il maresciallo, e pensò delle scuole patrie
r*Si{3*ia.*?!: la con-
siderazione del mare- <<non lo dànno al primo venuto, il diploma di ragionierele.>>
sciallo nei
confronti Un carabiniere fu mandato di corsa ad acchiappare il panellaro: sa-
del carabiniere istruito
Sposito è chiaramente peva dove trovarlo, ché di solito, dopo la partenza del primo autobus,
ironica. andava a vendere Ie panelle calde nell'atrio delle scuole elementari20.
**" **u*i* *l*i"tìerìtff- Dieci minuti dopo il maresciallo aveva davantiil venditore di panelle:
ri: oggi Scuola primaria.
lafaccia di un uomo sorpreso nel sonno più innocente.
«Cèra?» domandò il maresciallo al bigliettaio indicando il panellaro.
<<e'er»> disse il bigliettaio guardandosi una scarpa.
<<Dunque>> disse con paterna dolcezza il maresciallo <<tu stamattina,
L*tta aila criminalità arg anizzata

come al solito, sei venuto a vendere panelle qui: il primo autobus per
Palermo, come al solito...»
<<Ho la licenza>> disse il panellaro.
<<Lo so>> disse il maresciallo alzando al cielo gli occhi che invocavano
pazienza. <<Lo so e non me ne importa della licenza;voglio sapere una
iosa sola, me la dici e ti lascio subito andarc t a vendere le panelle ai
ragazzi: chi ha sparato?>>
<<Perché>> domandò il panellaro, meravigliato e curioso <<hanno spa-
rato?>>
{daIl giorno della cbetta,Einaudi, Torino, rid.)

Pffi&F@SY€ ry§ LEV@ffi@-


I

,.H" Oual è il fatto iniziale che mette in moto l'intera vicenda?


,+ Di conseguenza. che cosa succede?
.* Arrivano i carabinieri: quali i risultati delle prime indagini?

ffi
Sciascia indica il nome del paese in cuisi svolgono ifatticon la sola lettera iniziale: S.
Secondo te, perché: {indica con una crocetta la risposta esatta}
teme eventuali ritorsioni da parte della mafia di quel paese
'r--r vuole dare alla vicenda narrata un'ambientazione non realistica
i--i vuole far intendere che i fatti narrati potrebbero essere accaduti in qualsiasi paese
della Sicilia

La vicenda è ambientata in Sicilia. Sulla base di quali elementi sei in grado di


dedurlo? lndividuali e sottolineali.
àÉi"Ouali sono le reazioni dei viaggiatori all'apparire dei carabinieri?
É='fautista, il bigliettaio e ilvenditore di panelle: (indica con una crocetta la risposta
esatta)
anche se timorosi, con le forze dell'ordine
-, collaborano,
I

l--, tingono di non sapere nulla, di non aver visto nulla


-r
; denunciano senza esitazione il colpevole del delitto

#,- Ouella che sembra indolenza, indifferenza di fronte al delitto, si rivela invece essere:
riservatezza
,--i mancanza difiducia neiconfronti delle forze dell'ordine
omertà per la paura delle rìtorsìoni mafiose
Ln cuLTURA DELLA PAcE E DELLA LEGALITA

Secondo te, Sciascia ha voluto:


- : descrivere un delitto mafioso
-, denunciare ilfenomeno mafioso e le sue conseguenze sociali
. : spiegare le difficoità che in genere le forze dell'ordine incontrano nel corso
di un'inchiesta
; -..=è.- ll ::i:,.,'..::'-',.-; narra in prima o in terza persona? Di conseguenza, è interno o esterno?

3t" Secondo te. dal punto di vista stilistico-espressivo, la narrazione è caratterizzata


da: (indica con una crocetta le risposte che ti sembrano piu appropriate)
. -:, un ritmo veloce, quasi incalzante
un ritmo lento
,. , un linguaggio estremamente colto e raffinato 3
,. j u.n linguaggio rapido, essenziale con termini ed espressroni propri del dialetto L
siciliano e della lingua parlata
D
una sintassi articolata, ricca di proposizioni subordinate e
. I una sintassi piana, semplice, veloce che procede per proposizioni coordinate d
Ci
.__l abbonOanza di dialoghi
- -l prevalenza di discorsi indiretti

È.ff= Le organizzazioni criminali in ltalia. ln ltalia sono presenti alcune grandi organiz- #t
zazioni criminali: la mafia siciliana, che i suoi membri chiamano p"referibilmente R
Cosa Nostra; Ia,camorra in Campania; la Sacra Corona Unita in puglia e la ,ndran- IT
gheta in Calabria. Ouali le origini di queste quattro organizzazioni criminali?
Oua- È
Ie la loro evoluzione neltempo? Quali le loro principalicaratteristiche?
Svolgi una Si
breve ricerca in proposito. Br
iÌi.j.,..J
::ì:.j:::::ir::=.::ti :::::l
sl.
Pi
G*nfrantare esperienee e opinioni vi
n(
St
§B= l«pentiti» di mafia. Negli ultimi dieci anni l'offensiva contro la mafia si e avvalsa Iik
anche della collaborazione deicosiddetti «pentiti» o «collaboratoridigiustizia». pr
Co-
storo, spinti da motivazionidiverse, hanno deciso diabbandonare l'oigan izzazione pr
rivelando, in cambio di forti sconti di pena e di protezione per se stessie i propri fa-
miliari, letrame segrete del potere criminale. Riguardo alfenomeno del pentitìsmo,
glcyniritengono inaccettabile che lo Stato riduca fortemente le pene detentive di
individui che sono statiferoci assassini e si debba anche preoccupare della loro di-
fesa e del loro mantenimento.Altri, invece, sostengono che senza i«pentiti» lo
non avrebbe conseguito successi così importantl nella lotta contio la mafia.
Stato
#
Esponi le tue opinioni su questo tema e confrontale con quelle Oei compagni. CLII
Sta
LGt:e alia crirr'ri*aliÉà *rSa:-:izz*te

'§€" ll ruolo dei giovani nella lotta alla criminalità organizzata. A tuo parere, i giova-
ni quale ruolo, quale importanza possono assumere nella lotta alla criminalità
organizzata? Attraverso quali modi, azioni, interventi possono esprirnere tutto il
loro disprezzo nei confronti della violenza criminale? Discutin"
'n :,r..t:.
La scuola e ta mafia. Durante un'intervista, Maria Falcone, sorella del giudice
"

Giovanni Falcone assassinato dalla mafia nel 1992, alla domanda: «Che cosa può
fare, secondo lei, la scuola per combattere la mafia?» ha risposto: «Educare al
rispetto della legalita».
Prova ad ampliare questa risposta indicando attività o iniziative che la scuola
potrebbe attuare per educare alla legalità, per diffondere un'autentica cultura
dei valori civilifondata sul rifiuto di qualsiasi forma di sopraffazione e violenza.

;r.+;:' {§#*,g€::..È ÉÈ:e; *:"-:;..;;r".;+.' 1j; ; ;.,.-'.1:.:


Luigi Garlando. Fabbri Editori
Da un padre a un figlio, il racconto della vita di Giovanni Falcone. Ne
emerge la figura di un uomo di eccezionale onestà, coerenza, senso del
dovere e di un magistrato che ha messo in gioco tutto se stesso nella lotta
contro la mafia.

A§la §rree del sefe


Regia di Roberto Faenza, ltalia, 2004, 90
min.
È la storia di don Pino Puglisi, il parroco as-
sassinato dalla mafia a Palermo, nel quartiere
Brancaccio, il 15 settembre '!993, il giorno del
§o§
suo compleanno. Fino a quel momento don È
Pino era stato capace di dare la speranza di una
vita d iversa ai r agazzi d i strad a. I nf atti i I pa rroco o
non riconosceva il potere della mafia e, con il
suo esempio, aveva cominciato a incoraggiare la gente del quartiere a riappropriarsi della
libertà negata. Per la mafia, quindi, don Pino era un individuo troppo pericoloso. Attualmente,
presso la Congregazione per le cause dei Santi, nello Stato del Vaticano, è all'esame il suo
processo di beatificazione come martire.

wulrw.f ab bri scuo [a. it


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