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Brigham Young University

Thomas J. Mathiesen

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Edizioni Ricordi

Il Trovatore 5 I

DRAMMA IN QUATTRO PARTI DI S. CAMMARANO


MUSICA DI

Giuseppe Verdi t
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Rappresentato per la prima volta al Teatro Apollo in Roma il ig Gennajo i8jj
; v ,

OPERA COMPLETA PER CANTO E PIANOFORTE

PROPRIET DELL'EDITORE.

Franco di porto in tutto il Regno, nette Lire 8 Franco di porto per gli Stati dell' Unione postale, netti Franchi Q.
(A)

R. STABILIMENTO RICORDI
MILANO
Napoli ROMA Firenze
LONDRA
3J. Regent Street. W.

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// Trovatore
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Jjt'-^L poeta Cammarano toglieva il suo ad una truce leggenda spagnuola di


libretto
^WjGuttirez de la Vega truce diremo,
: ma
piena d'interesse e di contrasti. Tutti i
(caratteri dei personaggi di questo dramma hanno nelle loro passioni un lato sim-
patico. fisiologicamente vero che l'odio vicino all'amore: ecco come l'odio '

'^che separa il Conte di Luna dal Trovatore, odio politico, rivalit in amore, pare
inferocire maggiormente pell'occulto vincolo di sangue che unisce quei due uomini. Stu-
N
^ pendo in quest'opera il personaggio di Azucena pochi sono i brani di musica che
:

sieno della potenza del racconto Condotta ell'era in ceppi.


una terribile scena descritta
damano maestra. Fa felicissimo contrasto con questo personaggio, l'altro tutto ideale di
Leonora.
E giacche vi accenniamo, diremo che teniamo per due delle pi belle cose dello spartito I
la cavatina del soprano ed il finale secondo, allorquando si presenta a Leonora improvvi-
samente il creduto estinto Manrico. Quest'uscita E
deggio e posso crederlo? non
poteva meglio essere resa musicalmente. una vera trovata, perch il ritmo esprime tanto
bene il sentimento della gioia e della sorpresa, che in quel punto il personaggio non po-
trebbe parlare in altro modo, s'intende nel senso musicale. Questo sentimento domina in
tutto il pezzo e si fonde al dialogo efficacissimo degli altri personaggi. un brano di
musica fatto con mirabile perspicuit.
Il terzo atto ci offre di notevole un coro di soldati della di cui cadenza sembra proprio
essersi ricordato Gounod nella sua marcia della Regina di Saba; un terzetto nel quale tro-
viamo una vera ispirazione nel solo del mezzo-soprano
Giorni poveri vivec
e 1' aria
di Manrico di cui l'adagio toccante, potente V allegro per impeto e verit drammatica.
Ma tutti e tre questi atti del Trovatore che sono pure belli espressivi e caratteristici
,

in sommo grado, sono superati dal sublime atto quarto. Questo il poema del cuore e non
ne diremo parola.
Non vogliamo per tralasciare di accennare al preludio ed ali "introduzione dell'opera, in
cui sono interessantissimi tutti gli episodi descrittivi nel racconto di Ferrando Di due
figli vivea. L'intera scena trattata con felicissima indipendenza di forme, ricchezza di
idee ed appropriatissimo colore.
Il Trovatore venne rappresentato la prima volta a Roma, la sera del 19 gennaio iif 53
al teatro Apollo, ed ebbe ad esecutori la Penco, la Goggi, Boucard, Guicciardi, Baldeii.
Fece subito il giro trionfale di tutti i teatri d' Europa e dell' estero n il successo viei;
;

meno, ne lo pu, a' giorni nostri, cio dopo trent'anni.


In ordine numerico il Trovatore
la diciottesima opera teatrale di Verdi.
Nacque Giuseppe Verdi a Roncole, presso Busseto (Parma), il 9 ottobre 18 13. Inco-
minci a comporre fin dall'et di tredici anni, ma quasi tutte le composizioni giovanili an-
darono perdute. A diciott' anni Verdi si recava a Milano ed attendeva a studiare il con-
trappunto. Alcuni lavori suoi furono eseguiti in casa del conte Renato Borromeo. Nell'au-
tunno del 1839, e precisamente il 17 novembre al teatro della Scala, si rappresentava la
sua prima opera melodrammatica Obcrto Conte di San Bonifacio cui fecero seguito Un

,

giorno di Regno Nabucco / Lombardi alla prima Crociata Emani (Venezia, 1844)
I dite Foscari (Roma, 1844) Giovanna d'Arco (Milano, 1845)
Alzira (Napoli,
1845) Attila (Venezia, 1846) Macbcth (Firenze, 1847)
I Masnadieri (Londra, 1847)
Gerusalemme (I Lombardi), Parigi, 1847
// Corsaro (Trieste, 1848)
La Battaglia
di Legnano (Roma, 1849) Luisa Miller (Napoli, 1849)
Stiffelio (Trieste, 1850)
Rigoletto (Venezia, 1851) // Trovatore (Roma, 1853)
La Traviata (Venezia, 1853)
/ Vespri Siciliani (Parigi, 1855) Simon Boccanegra (Venezia, 1857), rifatto poi nel
1881 per la Scala Aroldo (Stiffelio), riformato (Rimini, 1857)
Un Ballo in maschera
(Roma, 1859) La Forza del Destino (Pietroburgo, 1862, rimaneggiata poi per la Scala
nel 1869). Nel 1865 adatt il Macbeth per le esigenze del teatro Lirico di Parigi. Parigi A
stesso all'Opera produceva nel 1867 il Don Carlos (ora ridotto in quattro atti), e nel 1871
l'Aida al Cairo. Oltre questa ingente mole di opere teatrali, Verdi pubblic parecchie
composizioni da camera nella sua giovent; pi tardi scrisse l'Inno delle Nazioni (Londra,
1862), un Quartetto d'arco (Napoli, 1873), la Messa da requiem per Alessandro Manzoni
(1874), un Pater noster ed un' Ave Maria.
La musica italiana deve a Giuseppe Verdi uno dei suoi pi gloriosi periodi.
EDWART.

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Esecutori

ILCONTE DI LUNA. . . Baritono . . . Guicciardi

LEONORA Soprano . . . Penco

AZUCENA Mezzo-Soprano . Goggi

MANRICO Tenore .... Boucard

FERRANDO Basso Profondo Baldcri

INES Soprano . . . Quadri

R U I Z Tenore .... Bazzoli

Un VECCHIO ZINGARO . Basso .... Marconi

Un MESSO Tenore .... Fani

1
Compagne di Leonora e Religiose Famigliari del Conte

Uomini d'arme Zingari e Zingare.

U avvenimento ha luogo parte in Biscaglia, parte in Aragona.

Epoca dell' azione il principio del secolo X V.

(Il subbietto tolto da un dramma di Antonio Garda Guttierez, die porta lo stesso titolo).

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PARTE PRIMA
IL DUELLO
SCENA P R I M A.
ATRIO NBL PALAZZO DELL ALIAFEKIA.

Porta da un lato, che mette agli appartamenti del Conte di Luna.


FERRANDO e molti Famigliari (iti Conte, die giacciono presso la porta; alami Uomini d' arme
clic passeggiano in fondo.
FERRANDO parla ai suoi famigliari vicini ad assopii si.

Fer. LL'erta, all'erta! il Conte La fattucchiera perseguitata


N' cuopo attender vigilando; ed egli Fu presa, e al rogo fu condannata :

Talor presso i veroni Ma rimaneva la maledetta


Della sua vaga, intere Figlia, ministra di ria vendetta!...
Passa le notti. Comp quest'empia nefando eccesso!...
Fam. Gelosia le fiere Sparve il bambino... e si rinvenne
Serpi gli avventa in petto ! Mal spenta brace nel sito istesso
Fer. Nel Trova tor. che dai giardini muove O v'arsa un giorno la strega venne!...
Notturno il canto, d'un rivale a dritto E d'un bambino... ohim!... l'ossame
Ei teme. Bruciato a mezzo, fumante ancor !

Fam. Dalle gravi Coro Oh scellerata!... oh donna infame!...


Palpebre il sonno a discacciar, la vera Del par m'investe ira ed orror !

Storia ci narra di Garza, germano Alcuni


Al nostro Conte. E il padre ?
Fer. La dir : venite Fer. Brevi e tristi giorni visse ;

Intorno a me. (i famigliari eseguiscono)


Pure ignoto del cor presentimento
Arm. Noi pure... (accostandosi pur essi)
Gli diceva, che spento
Fam. Udite, udite. Non era il figlio; e, a morir vicino,
{tutti accerchiano Ferrando)
Fek. Di due figli vivea padre beato
Bram che il signor nostro a lui giurasse
Di non cessar le indagini... ah!... fr vane!
Il buon Conte di Luna:

Fida nutrice del secondo nato


Arm. E di colei non si ebbe
Contezza mai ?
Dormia presso la cuna.
Fer. Nulla contezza... Oh! dato
Sul romper dell'aurora un bel mattino
Ella dischiude rai i :
Mi fosse rintracciarla

E chi trova d'accanto a quel bambino? Un d.

Coro Chi?... Favella... Chi mai?...


Fam. Ma ravvisarla
Potresti ?
Fer. Abbietta zingara, fosca vegliatela !

Fer. Calcolando
Cingeva i simboli di maliarda !

Gli anni trascorsi... lo potrei.


E sul fanciullo, con viso arcigno,
L'occhio affiggeva torvo, sanguigno!...
Arm. Sarebbe
D'orror compresa la nutrice...
Tempo presso la madre
All'inferno spedirla.
Acuto un grido all'aura scioglie ;

Ed ecco, in meno che labbro il dice,


Fer. All'inferno?... E credenza che dimori
I servi accorrono in quelle soglie
Ancor nel mondo l'anima perduta
;
Dell'empia strega, e quando il cielo nero
E fra minaccie, urli e percosse
In varie forme altrui si mostri.
La rea discacciano ch'entrarvi os.
Coro Giusto quei petti sdegno commosse ; Coro vero !

L'insana vecchia lo provoc. Alcuni


Fer. Asser che tirar del fanciullino Su l'orlo dei tetti alcun l'ha veduta !

L'oroscopo volea...
Altri In upupa o strige talora si muta !

Bugiarda Lenta febbre del meschino


!
Altri In corvo tal' altra; pi spesso in civetta,
Sull'alba fuggente al par di saetta.
La salute struggea !

Coverto di pallor, languido, affranto


Fer. Mor di paura un servo del Conte,

Ei tremava la sera, Che avea della zingara percosso la fronte!


pingono
E il d traeva in lamentevol pianto...
(tutti si di superstizioso terrore)

Ammaliato egli era!...


Apparve a costui d'un gufo in sembianza,
(il Curo inorridisce) Nell'alta quiete di tacita stanza!...
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PARTE PRIMA

Con occhi lucenti guardava... guardava, Di tale amor che dirsi


Il cielo attristando con urlo feral ! Mal pu dalla parola,
Allor mezzanotte appunto suonava... D'amor che intendo io sola,
(suona mezzanotte) Il cor s'inebri !

Tutti Ah ! sia maledetta la strega infernal ! Il mio destin compirsi


(con subito soprassalto. Odonsi alcuni tocchi di tamburo. Gli uomini d'arme Non pu che a lui dappresso...
accorrono in fondo; i famigliari traggonsi verso la porta) S'io non vivr per esso,
Per esso io morir !

Ines Non debba mai pentirsi


SCENA II. Chi tanto un giorno am!
GIARDINI DEL PALAZZO. (ascendono agli appartamenti)

Sulla destra,
La
marmorea
notte inoltrata
scalinata che mette agli appartamenti.

; dense nubi coprono la luna.


SCENA III.
// CONTE.
LEONORA ed INES.
Tace la notte!... immersa
Ines Che pi t'arresti?... l'ora tarda: vieni, Nel sonno , certo, la regal signora :

Di te la regal donna Ma veglia la sua dama... Oh ! Leonora,


Chiese, l'udisti. Tu desta sei ; mei dice
Leo. Un'altra notte ancora Da quel verone, tremolante un raggio
Senza vederlo !
Della notturna lampa...
Ines Perigliosa fiamma Ah!... l'amorosa vampa
Tu nutr !... Oh come, dove M'arde ogni fibra!... Ch'io ti vegga d'uopo,
La primiera favilla Che tu m'intenda... Vengo... A noi supremo
In te s'apprese ? tal momento...
(cieco d'amore avviasi alla gradinata: odonsi gli accordi di un liuto: egli
Leo. Ne' tornei. V'apparve si arresta)

Bruno le vesti ed il cimier, lo scudo il Trovatori... io fremo!


Bruno e di stemma ignudo, La voce del Trovatore
Sconosciuto guerrier, che dell'agone Deserto sulla terra,
Gli onori ottenne... Al vincitor sul crine Col rio destino in guerra,
Il serto io posi... Civil guerra intanto sola speme un cor
Arse... noi vidi pi! come d'aurato Al Trovator!
Sogno fuggente imago!... ed era volta Ma se quel cor possiede,
Lunga stagion... ma poi... Bello di casta fede,
Ines Che avvenne? Egli d'ogni uom maggior
Leo. Ascolta. Il Trovator.
Tacea la notte placida, CON. Oh detti, oh gelosia!
Bella d'un ciel sereno, Non m'inganno... Ella scende!
La luna il viso argenteo (si avvolge nel suo mantello)

Lieto mostrava e pieno...


Quando suonar per l'aere,
Infino allor s muto,
SCENA IV.
Dolci s'udir e flebili
LEONORA e il CONTE.
Gli accordi d'un liuto,
E versi melanconici Leo. (correndo verso il Conte) Anima mia!.
Un trovator cant. Con. (Che far ?)
Versi di prece, ed umile, Leo. Pi dell'usato
Oual uom che prega Iddio ; tarda l'ora io ne contai gl'istanti
:

In quella ripetensi Coi palpiti del core!... Alfin ti guida


Un nome... il nome mio ! Pietoso amor fra queste braccia...
Corsi al veron sollecita... La voce del Trovatore Infida!
Egli era! egli era desso! (esclama dal mezzo delle piante. Nel tempo stesso la luna mostrasi dai nu-
goli, e lascia scorgere una persona, di cui la visiera nasconde il volto)
Gioia provai che agli angeli
Solo provar concesso !...
Al core, al guardo estatico SCENA V.

Ines
La terra un ciel sembr!
Quanto narrasti di turbamento
MA NR I C O e detti.

M'ha piena l'anima!... Io temo...


Leo. Invano ! Leo. Qual voce!... Ah dalle tenebre

Ines Dubbio, ma presentimento


tristo Tratta in errore io fui !

(riconoscendo entrambi e gettandosi


In me risveglia quest'uomo arcano !
ai piedi di Manrico)

Tenta obliarlo... A te credei rivolgere

Leo. Che dici!... oh ba:>ti !


L'accento e non a lui...
Ines Cedi al consiglio dell'amist... A te, che l'alma mia

Cedi... Sol chiede, sol desia...


Leo. Obliarlo!... Ah tu parlasti Io t'amo, il giuro, io t'amo
Detto, che intendere l'alma non sa. D'immenso, eterno amor !

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parte prima

Con. Ed osi?... Un sol mio grido perdere


Man. (Ah, pi non bramo!) (sollevandola) Lo puote...) M'odi....

Con. Avvampo di furor. Con. No !

Se un vii non sei, discovriti. Di geloso amor sprezzato


Leo. (Ohim !)
Arde in me tremendo foco !

CON. Palesa il nome... Il tuo sangue, o sciagurato,


Leo. Deh per piet!... (sommessamente a Manrico) Ad estinguerlo fia poco !

Man. Ravvisami, Dirgli, o folle - io t'amo - ardisti !... (a Leon.)

Manric > io son. Ei pi vivere non pu...


Con. Tu ! . . . Come !
Un accento proferisti
Insano, temerario!... Che a morir lo condann ! :t .

D'Urgel seguace, a morte Leo. Un istante almen dia loco


Proscritto, ardisci volgerti Il tuo sdegno, alla ragione... :'
A queste regie porte?... Io, sol io di tanto foco

Man. Che tardi?... or via le guardie Son, pur troppo, la cagione !

Appella, ed il rivale Piombi ah piombi il tuo furore


! !

Al ferro del carnefice Sulla rea che t'oltraggi...


Consegna. Vibra il ferro in questo core,
Con. Il tuo fatale Che te amar non vuol, non pu.
Istante assai pi prossimo Man. Del superbo vana l'ira ;

E, dissennato... Vieni... Ei cadr da me trafitto.


Leo. Conte !
Il mortai, che amor t'inspira,

Con. Al mio sdegno vittima Dall'amor fu reso invitto.


E forza ch'io ti sveni... La tua sorte gi compita... (ai come)

Leo. Oh ciel !... t'arresta... L'ora ornai per te suon !

Con. Seguimi... Il suo core e la tua vita


Man Andiam. ...
Il destino a me serb !

(i due rivali si allontanano con le spade sguainate; Leonora cade priva di


Leo. (Che mai far? sentimento)

PARTE SECONDA
LA GITANA
SCENA PRIMA.
UN DIRUTO ABITURO SULLE FALDE DI UN MONTE DELLA DISCAGLIA.

Nel fondo, quasi tutto aperto, arde un gran fuoco. I primi albori.

AZUCENA presso il fuoco, MANRICO le sta disteso accanto sopra una coltrice ed avviluppato nel sito mantello;
ha Velino ai piedi e fra le mani la spada, su cui figge immobilmente lo sguardo.
Una banda di Zingari sparsa all' intorno.

ZiN. ^"5 Edi! le fosche notturne spoglie UOMINI (alle donne, sostando un poco dal lavoro)

De' cieli sveste l'immensa vlta; Versami un tratto ; lena e coraggio


Sembra una vedova che alfin si toglie Il corpo e l'anima traggon dal bere.
I bruni panni ond'eia involta. (le donne mescono ad essi in rozze coppe)

All'opra all'opra
! Dagli, martella. ! Tutti Oh guarda, guarda! del sole un raggio

(dando di piglio ai loro ferri di mestiere; al misurato tempestar dei mar* pi vivido nel
Brilla r . bicchiere.
mio
telli cadenti sulle incudini, or uomini, or donne, e tutti in un tempo in-
All'opra, all'opra... Dagli, martella...
fine intuonano la cantilena seguente)

Quale a . splende propizia stella?


Chi del gitano i giorni abbella ?

La zingarella. La zingarella.
.

PARTE SECONDA
AZU. (canta: gli zingari le si fanno allato) Scalza, discinta!... il grido, il noto grido ascolto!..
Stride la vampa - la folla indomita Mi vendica!... La mano convulsa tendo... stringo
Corre a quel fuoco - lieta in sembianza; La vittima... nel foco la traggo, la sospingo...
U i li di gioia - d'intorno echeggiano...* Cessa il fatai delirio... l'orrida scena fugge...
Cinta di sgherri - donna s'avanza ! La fiamma sol djvampa, e la sua preda strugge !

Sinistra splende - su' volti orribili Pur volgo intorno il guardo, e innanzi a me vegg'io
La tetra fiamma - che s'alza al ciel ! Dell'empio Conte il figlio...
Stride la vampa ! - giunge la vittima
Manrico
Nero-vestita - discinta e scalza !

Grido feroce - di morte levasi ;


Ah! come?
L'eco il ripete - di balza in balzi !

Azucena
Sinistra splende - su' volti orribili
La tetra fiamma - che s'alza al ciel !
Il figlio mio,
Zin. Mesta la tua canzon !
Mio figlio avea bruciato !

AzU. Del pari mesta Manrici


Che la storia funesta
Da cui tragge argomento.
Che dici! quale orror!

(rivolge il capo dalla parte di Manrico, e mormora cupamente) Azucena


Mi vendica... mi vendica !

Sul capo mio le chiome sento rizzarsi ancor!


Man. (L'arcana
(Azucena ricade trambasciata sul proprio seggio, Manrico ammutisce, col-
Parola ognor !) pito d'orrore e di sorpresa. Momenti di silenzio)
Vecchio Zin. Compagni, avanza il giorno:
Man. Non son tuo figlio? E chi son io, chi dunque?...
A procacciarci un pan, su, su!... scendiamo
Azu. Tu sei mio tglio !

Per le propinque valli.


(con la solletitudine di chi cerca emendare il proprio fallo)
Uomini Andiamo.
Man. Eppur dicesti...
(ripongono sollecitamente nei sacchi i loro arnesi)
Azu. Ah !... forse...
Donne Andiamo.
Che vuoi!... Quando
pensier s'affaccia al il truce
(tutti scendono alla rinfusa gi per la china: tratto tratto, e sempre a mag-
gior distanza, odesi il loro canto)
Caso, lo spirito intenebrato pone
Stolte parole sul mio labbro... Madre,
Zin. Chi del gitano i giorni abbella ?

La zingarella
Tenera madre non m'avesti ognora ?
!

Man. Soli or siamo deh narra ; (sorgendo)


MAN. Potrei negarlo ?

Quella storia funesta. AZU. A me, se vivi ancora,

Azu. E Noi di ? Notturna, nei pugnati campi


tu la ignori,
Tu pur!... Ma, giovinetto,
Di Pelilla, ove spento
i passi tuoi
D'ambizi'nn lo sprone
Fama ti disse, a darti

Lungi ti. ica !... Dell'ava il fine acerbo Sepoltura non mossi ? La fuggente
E quella stoiia... La incolp superbo Aura vital non iscovr, nel seno
Conte di maleficio, onde asseria
Non t'arrest materno affetto?... E quante
Clto un bambin suo Cure non spesi a risanar le tante
figlio... Essa bruciata
Ferite!...
Fu dov'arde or quel foco !

Man. Ahi ! sciagurata !


Man. Che portai quel d fatale...
(con nobile orgoglio)
(i fuggendo con raccapriccio dalla fiamma)
Ma tutte qui, nel petto!... Io sol, fra mille
Azucena Gi sbandati, al nemico
Condotta all'era in ceppi al suo destin tremendo !
Volgendo ancor la faccia!... Il rio De-Luna
Col teco in braccio, io la seguia piangendo.
figlio... Su me piomb col suo drappello : io caddi.
Infino ad essa un varco tentai, ma invano, aprirmi... Per da forte io caddi !

Invan tent la misera fermarsi e benedirmi !


Azu. Ecco mercede
Che, fra bestemmie oscene, pungendola coi ferri, Ai giorni, che l'infame
Al rogo la cacciavano gli scellerati sgherri! Nel singoiar certame
Allor, con tronco accento, mi vendica! esclam... Ebbe salva da te !... Qua] t'acciecava
Quel detto un eco eterno in questo cor lasci. Strana piet per esso ?
Manrico Man. O madre!... non saprei dirlo a me stesso!
La vendicasti? Mal reggendo all'aspro assalto,
Azucena Ei gi tocco il suolo avea :

Balenava il colpo in alto


Il figlio giunsi a rapir del Conte ; Che trafiggerlo dovea...
Lo trascinai qui meco... le fiamme ardean gi pronte. Quando arresta un moto arcano
Manrico Nel discender questa mano...
Le mie fibre acuto gelo
Le fiamme?... oh ciel!... tu forse?...
Fa repente abbrividir!
Azucena Mentre un grido vien dal cielo,
Ei distruggeasi in pianto... Che mi dice non ferir : !

Io mi sentiva il core dilaniato, infranto!... Azu. Ma nell'alma dell'ingrato


Q.uand'ecco agli egri spirti, come in un sogno, apparve Non parl del cielo il detto !

La vision ferale di spaventose larve! Oh ! se ancorspinge il fato ti

Gli sgherri ed il supplizio!... la madre smorta in volto... A pugnar col maledetto,

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PARTE SECONDA

Compi, o
Compi
figlio,
allora il
qual d'un Dio,
cenno mio!
SCENA III.
Di vendetta giusta brama ATRIO INTERNO
Sorga, accenda il tuo furor...
Fino all'elsa questa lama di un luogo di ritiro in vicinanza di Castellor.

Alberi nel fondo. notte.


Vibra, immergi all'empio in cor.
(odesi un prolungato suono di corno)
CONTE FERRANDO ed alami SEGUACI
Man. L'usato messo Ruiz invia
Forse... (d fiato anch'esso al
!

corno che tiene ad armacollo)


// ,

inoltrandosi cautamente ed avviluppati nei loro f

mantelli.
Azu. Mi vendica!
(resta concentrata, quasi inconsapevole di ci che succede)

Con. Tutto deserto n per l'aura ancora ;

Suona l'usato carme...


SCENA II. In tempo io giungo !

Fer. Ardita opra, o signore,


Imprendi.
MESSO e detto.
CON. Ardita, e qual furente amore
Ed irritato orgoglio

MAN. Inoltra il pie. (al Messo) Chiesero a me. Spento il rivai, caduto

Guerresco evento, dimmi, segua ? Ogni ostacol sembrava a' miei desili;
MESSO Risponda il foglio che reco a te. Novello e pi possente ella ne appresta...
(porgendo il foglio che Manrico legge)
L'altare Ah, no, non fia
!

D'altri Leonora !... Leonora mia !

Man. 5>In nostra possa Castellor; ne di Il balen del suo sorriso


>Tu per cenno del prence, D'una stella vince il raggio !

% Vigilar le difese. Ove ti dato, Il fulgor del suo bel viso


Affrettati a venir. Giunta la sera
Nuovo infonde in me coraggio!...
Tratta in inganno di tua morte al grido,
Ah l'amor, l'amor ond'ardo
!

Nel vichi claustro della croce il velo favelli in mio favor


Le !

Cinger Leonora . Oh giusto cielo!


Sperda il sole d'un suo sguardo

(con dolorosa esclamazione)


La tempesta del mio cor.
Azu. (Che fia !)
(scuotendosi)
(odesi il rintocco dei sacri bronzi)
1 *

Man. e il Messo) Veloce scendi la balza, Qual suono!... oh ciel!...


E d'un cavallo a me provvedi... Fer. La squilla
Messo Corro... Vicino il rito annunzia!...
Azu. Maill'ico! (frapponendosi)
Con. Ah pria che giunga
Man. Il tempo incalza...
All'aitar... si rapisca !...
!
r i

Vola, m'aspetta del colle a'piedi. Fer. Oh bada !

(il Messo parte affrettatamente)


Cun. Taci!...
Azu. E speri, e vuoi?...
Non odo... andate... di quei faggi all'ombra
Man. (Perderla?... Oh ambascia!...
Celatevi... (*) Ah ! fra poco
Perder quell'angelo?...)
( Ferrando e gli altri seguaci si allontanano)
Azu. (E fuor di s!)
'

Mia diverr!... Tutto m'investe un foco!


Man. Addio... (postosi l'elmo sul capo ed afferrando il mantello)
(ansio, guardingo osserva dalla parte onde deve giungere Leonora,
Azu. No... ferma... odi... mentre Ferrando e i Seguaci dicono sottovoce)
Man. Mi lascia...
Andiam... celiamoci
FER. ,Seg. Ardire !...
Azu. Ferma... Son io che parla a te ! (autorevole)
Tra l'ombre... nel mister !

Perigliarti ancor languente


Ardire!... Andiam... silenzio!
Per cammin selvaggio ed ermo! Si compia il suo voler.
Le ferite vuoi, demente!
C'jN. (nell'eccesso del furore)
Riaprir del petto infermo!
Ora per me fatale,
No, non poss'io...
soffrirlo
I tuoi momenti affretta :

Il tuo sangue sangue mio!...


La gioia che m'aspetta
Ogni stilla che ne versi Gioia mortai non !...
Tu la spremi dal mio cor !
Invano un Dio rivale
Man. Un momento pu involarmi Opponi all'amor mio,
Il mio ben, la mia speranza!...
Non pu nemmeno un Dio,
No, che basti ad arrestarmi
Donna, rapirti a me !

Terra e ciel non han possanza...


(raggiunge i suoi nell'interno)
Ah!... mi sgombra, o madre, i passi...
Guai per te, se io qui restassi !... Coro interno di Religiose
Tu vedresti a' piedi tuoi
Ah ! se l'error t' ingombra,
Spento il figlio di dolor!
O figlia d' Eva i rai,
(si allontana, indarno trattenuto da Azucena) Presso a morir, vedrai
Che un'ombra, un sogno fu,
Anzi del sogno un'ombra
La speme di quaggi !
JOHm
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IO PARTE SECONDA

Vieni, e t'asconda il velo Ma se non mai si fransero


Ad ogni sguardo umano, De' giorni tuoi gli stami,
Aura o pensier mondano Se vivi e viver brami,
Qui vivo pi non . Fuggi da lei, da me.
Al ciel ti volgi, e il cielo Man. N m'ebbe il ciel, n l'orrido
Si schiuder per te. Varco infernal sentiero...
Infami sgherri vibrano
Colpi mortali, vero !

SCENA IV. Potenza irresesistibile


Hanno de' fiumi l'onde !

LEONORA con seguito muliebre. INES, poi il CONTE Ma empi un Dio confonde!
gli

FERRANDO, Seguaci, indi MANRICO. Quel Dio soccorse a me.


DONNE II Cielo, in Cui fidasti, (a Leonora)

Pietade avea di te.


Leo. Perch piangete ? Fer., Seg. Tu col destin contrasti : ai Conte)

DONNE Ah!... dunque Suo difensor egli .


Tu per sempre ne lasci !

Leo. O dolci amiche,


Un una speranza, un fior la terra
riso,
Non ha per me Degg' io !
SCENA V.

Volgermi a Quei che degli afflitti solo RUIZ seguito da una lunga tratta di Armati, e detti.
Conforto, e dopo i penitenti giorni
Pu fra gli eletti al mio perduto bene
-
Ricongiungermi un d!... Tergete i rai, Ruiz Urgel viva!
,

E guidatemi all'ara ! (incamminandosi) Man. Miei prodi guerrieri!.


CON, (irrompendo ad un tratto) No ,
giammai ! Ruiz Vieni...
Man. Donna, mi Segui. (a Leonora)
Donne Con. E tu speri!...
Il Conte!
(opponendosi)
Leo. Giusto ciel !
Leo. Oh!
Con. Per te non havvi Man. T'arresta... (ai come)
Che l'ara d'imeneo. Con. Involarmi costei !

y Donne Cotanto ardia !


No ! (sguainando la spada)
Leo. Insano!... e qui venisti?... Ruiz, Armati
Con. A farti mia.
(e si dicendo scagliasi verso Leonora onde impadronirsi di lei: ma fra
di
Vaneggia ? (accerchiando il Conte)

esso e la preda trovasi qual fantasma surto da terra, Manrico. -Un grido Fer., Seguaci Che tenti, signor?
universale irrompe) (il Conte disarmato da quei di Ruiz)

Leo. E deggio... e posso crederlo? Con. Di ragione ogni lume perdei !

Ti veggo a me d'accanto ! (con gesti ed accenti di maniaco furore)

E questo un sogno, un'estasi, Leo. (M'atterisce...)


Un sovrumano incanto !
CON. Ho le furie nel cor!
Non regge a tanto giubilo
Rapito il cor, sorpreso !
Ruiz e Armati
Sei tu dal ciel disceso, Vieni lieta la sorte per Manrico)
: te. (a
;
O in ciel son io con te ?

Con. Dunque gli estinti lasciano Fer., Seguaci


Di morte il regno eterno !
Cedi : or ceder viltade non . (ai conte)
A danno mio rinunzia (Manrico tragge seco Leonora. - II Conte respinto, le donne rifuggono
Le prede sue l'inferno !
al cenobio. - Scende subito la tela).

-
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- - - '

PARTE TERZA
IL FIGLIO DELLA ZINGARA
i . i

SCENA PRIMA.
ACCAMPAMENTO.
A destra il padiglione del Conte di Luna , su cui sventola la bandiera in segno di supremo comando : da lungi torreggia Castellor.

Scolte di nomini d'arme da per Ut Ito: altri giocano,

altri forbiscono le armi, altri passeggiano, poi FERRANDO dal padiglione del Conte.
Alcuni nomini d' arme.

R co' dadi, ma fra poco Una spia nella trista,


Giuocherem ben altro gioco. L'inseguir...
Questo acciai-, dal sangue or terso, Con. Fu raggiunta ?

Fia di sangue in breve asperso ! Fer. presa.


(odonsi strumenti guerrieri : tutti si volgono l dove CON. Vista
si avania il suono)
L'hai tu?
Alcuni II soccorso dimandato! Fer. No: della scorta
(imi grosso drappello di balestrieri, in completa armatura, traversa il campo)
Il condottier m'apprese
Altri Han l'aspetto del valor !

L'evento. (tumulto pi vicino)


Tutti Pi l'assalto ritardato
CON. Eccola.
Or non ria di Castellor.
Fer. S, prodi amici ; al d novello mente
Del capitan la rcca
Investir da ogni parte.
SCENA IV.
Col pingue bottino Detti , AZUCENA con le mani avvinte,
Certezza rinvenir pi che speranza. trascinata dagli Esploratori, nn codazzo d'altri Soldati.
Si vinca nostro. ;

Uomini d'arme Tu c'inviti a danza !

TUTTI Esp. Innanzi, o strega, innanzi.


Squilli, echeggi la tromba guerriera,
Chiami all'armi, alla pugna, all'assalto Azu. Aita!... Mi lasciate... O furibondi,
;

Fia domani la nostra bandiera Che mal fec'io ?


Di quei merli piantata sull'alto. Con. S'appressi (*) a me rispondi,
( Azucena tratta innanzi al Conte)
No, giammai non sorrise vittoria
Di pi liete speranze finor !... E trema dal mentir !

Ivi l'util ci aspetta e la gloria :


Azu. Chiedi.

Ivi opima la preda e l'onor. (s disperdono) Con. Ove vai ?

Azu. Noi so.


Con. Che!...
SCENA II. Azu. D'una zingara costume
// CONTE. Muover senza disegno
Il passo vagabondo

(il Conte, uscito dalla tenda, volge uno sguardo bieco a Castellor) Ed suo tetto il del, sua patria il mondo.
In braccio al mio rivai!... Questo pensiero Con, E vieni ?
Come persecutor demone ovunque Azu. Da Biscaglia, ove finora
M'insegue!... In braccio al mio rivai!... Ma corro Le sterili montagne ebbi a ricetto !

Surta appena l'aurora, Con, (Da Biscaglia !)


Io corro a separarvi... Oh Leonora... Fer. (Che intesi !... Oh qual sospetto!)
(odesi tumulto) Azu. Ivi povera vivea,
Pur contenta del mio stato ;
SCENA III. Sola speme un figlio avea...
Mi lasci!... m'oblia l'ingrato!
FERRANDO e detto.
Io, deserta, vado errando,
Di quel figlio ricercando,
Con. Che fu? Di quel figlio che al mio core
Fer. Dappresso il campo Pene orribili cost!...
S'aggirava una zingara: sorpresa Qual per esso provo amore
Da' nostri esploratori, Madre in terra non prov!
Si volse in fuga ; essi, a ragion temendo Fer. (Il suo volto !)
.

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CON. Di', traesti Le vampe dell'inferno


Lunga etade fra quei monti ? A rogo eterno,
te fian
AZU. Lunga, s. Ivi penare ed ardere
Con. Rammenteresti L'anima tua dovr !

ceno drl Conte


Un fanciul, prole di conti,
(al solitati traggono seco loro Azucena. Egli entra nella
i

sua tenda, seguito da Ferrando)


Involato al suo castello,
Son tre lustri, e tratto quivi ?

Azu. E tu, parla... sei?... SCENA V.


CON. Fratello SALA ADIACENTE ALLA CAPPELLA IN CASTELLO!*.
Del rapito.
Verone nel fondo.
Azu. (Ah !)

Fer. (S !) MANRICO, LEONORA e RU1Z.


(notando il mal nascosto terrore di Azucena]

Con. Ne udivi
Leo. Quali d'armi fragore
Mai novella?
Poc'anzi intesi ?
Azu. Io?... No... Concedi
Man. Alto il periglio ! vano
Che del figlio l'orme io scopra.
Dissimularlo fora !

Fer. Resta, iniqua...


Alla novella aurora
Azu. (Ohim!.. )
Assaliti saremo !

Fer. Tu vedi
Leo. Ahim!... che dici!...
Chi l'infame, orribil'opra
Man. Ma dei nostri nemici
Comniettea, .
Avrem vittoria... Pari
CON. Finisci...
Abbiamo al loro ardir, brando e coraggio,
Fer. E dessa !...
Tu va (a Ruiz) le bellich'opre,
AZU. Taci. (piano a Ferrando)
Nell'assenza mia breve, a te commetto.
Fer. dessa!... che il bambino
Che nulla manchi !...
Arse !

Con. Ah perfida
SCENA
!

Coro Ella stessa !


VI.
; Azu.
Con.
Ei mentisce...
Al tuo destino MANRICO e LEONORA.
Or non fuggi.
Azu. Deh!...
Leo. Di qual tetra luce
Con. Quei nodi Il nostro imen risplende !

Pi Stringete. (i Soldati eseguiscono)


Man. Il presagio funesto
Azu. Oh Dio!... Oh Dio !...
Deh, sperdi, o cara!...
Coro Urla pure. Lf.O. E il posso ?
Azu. E tu non m'odi, Man. Amor... sublime amore,
O Manrico, o figlio mio?... In tal istante ti favelli al core.
Non soccorri all'infelice
Ah ! ben mio, coll'essere
s,
Madre tua ?
10 tuo, tu mia consorte,
Con. Sarebbe ver ?
Avr pi l'alma intrepida,
Di Manrico genitrice !
11 braccio avr pi forte:
Fer. Trema!... Ma pur, se nella pagina
Con. Oh sorte!... in mio poter! De' miei destini scritto
Azu. Deh, rallentate, o barbari, Ch'io resti fra le vittime
Le acerbe mie ricorte... Dal ferro ostil trafitto,
Questo crudel supplizio Tra quegli estremi aneliti
prolungata morte... A te il pensier verr.
D'iniquo genitore E solo in ciel precederti
Empio figliuol peggiore,
La morte a me parr !

Trema... V' un Dio pei miseri, (odesi il suono drli'urgano dalla vicina cappella)

E Dio ti punir! a 2
Con. Tua prole,o turpe zingara, L'onda de' suoni mistici
Colui, quel seduttore?... Pura discende al cor !

Potr col tuo supplizio Vieni ci schiude il tempio


:

Ferirlo in mezzo al core !


Gioie di casto amor !

(mentre s'avviano giubilanti tempio, Ruiz sopraggiunge frettoloso)


Gioia m'inonda il petto, al

Cui non esprime il detto!... Ruiz Manrico?...


Meco il fraterno cenere Man. Che?...
Piena vendetta avr ! Ruiz La zingara,
Vieni, tra ceppi mira...
Fer., Coro Man. Oh Dio!
Ruiz Per man dei barbari
Infame pira sorgere Accesa gi la pira...
Empia, vedrai tra poco... Man. Oh ciel!... mie membra oscillano...
N solo tuo supplizio Nube mi copre il ciglio!...
Sar l'orrendo foco!... (accostandosi al verone)

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PARTE TERZA 13

Leo. Tu fremi !... Era gi figlio prima d'amarti,


Man. E il deggio!... Sappilo, Non pu
frenarmi il tuo martir.
Io son... Madre infelice, corro a salvarti,
Leo. Chi mai? O teco almeno corro a morir !

Man. Suo figlio! Leo. Non reggo a colpi tanto funesti...


Ah ! vili ! il rio spettacolo Oh quanto meglio saria morir !

(Ruiz torna con armati)


Quasi il respir m'invola!...
Raduna i nostri affrettati...
vola!...
Ruiz, Armati
Ruiz... va... va... torna...
(Ruiz parte

Di quella pira l'orrendo foco All'armi, all'armi!... Eccone presti

Tutte le fibre m'arse, avvamp!.. A


pugnar teco, teco a moiir.
Empi spegnetela, o ch'io tra poco (Manrico parte frettoloso seguito da Ruiz e dagli urmati, mentre o lei dal.

Col sangue vostro la spegner... l'interno fragor d'armi e di bellici strumenti}

PARTE QUARTA
IL SUPPLIZIO
SCENA PRIMA.
UN' ALA DEL PALAZZO DELL'ALIAFERIA.
All'angolo una torre con finestre assicurate da spranghe di ferro.
Notte olearissima.

Si avanzano due persone ammantellate: sono RUIZ e LEONORA.

Ruiz IAM giunti ; ecco la torre, ove di Staio Leo. Quel suon, quelle preci solenni, funeste,
(sommessamente) Riempion quest'aere di cupo terrori...
Contende l'ambascia, che tutta m'investe,
Gemono i prigionieri... Ah! l'infelice
Al labbro il respiro, palpiti al cor!... i

Ivi fu tratto.
Sull'orrida torre, ah! par che la morte
Leo. Vanne...
Con ali di tenebre librando si va!
Lasciami, ne timor di me ti prenda...
Ahi! forse dischiuse gli fian queste porte
(R"'* allontana)
Salvarlo io potr forse. - si
Sol quando cadavere gi freddo ei sar!
Timor di me?... sicura, (rimane assorta: dopo qualche momento scuotesi, ed in procinto di par-
Presta la mia difesa (*). In questa oscura tire, allorch viene dalla torre un gemito e quindi un mesto suono: ella

( i suoi occhi figgonsi ad una gemma che le fregia la mano destr.i) si ferma)

Notte ravvolta, presso a te son io, Man. (Ah, che la morte ognora (dalia torre)

E tu noi sai... Gemente tarda nel venir


Aura, che intorno spiri, A chi desia morir!...
Deh, pietosa gli arreca miei sospiri...
i Addio, Leonora!)
D'amor sull'ali rosee Leo. Oh ciel!... sento mancarmi!
Vanne, sospn dolente,
Del prigioniero misero Voci interne
Conforta l'egra mente...
Com'aura di speranza Miserere d'un'alma gi vicina
Aleggia in quella stanza; Alla partenza che non ha ritorno!
Lo desta alle memorie, Miserere di lei, bont divina,
Ai sogni dell'amor!... Preda non sia dell'infernal soggiorno!
Ma, deh! non dirgli, improvvido, Man. Sconto Col sangue mio (dalla torre)

Le pene del mio cor ! L'amor che posi in te!...


(suona la campana dei morti) Non ti scordar di me!
V< 'Ci Miserere d'un'alma gi vicina Leonora, addio!
Alla partenza che non ha ritorno; Leo. Di te, di te scordarmi!...
Miserere di lei, bont divina, Tu vedrai che amore in terra
Preda non sia dell'infernal soggiorno. Mai non fu del mio pi forte;

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14 PARTE QUARTA

Vinse il fato in aspra guerra, Con. Lo giura.


Vincer la stessa morte. - Leo. Lo giuro a Dio, che l'anima
O col prezzo di mia vita Tutta mi vede !

La tua vita salver. Con. Ol !

con per sempre unita


te (correndo all' uscio della torre. Si presenta un custode; mentre il Conte gli
parla all'orecchio, Leonora sugge
Nella tomba io scender. il veleno chiuso nell'anello)

Leo. (M'avrai, ma fredda, esanime


Spoglia).
SCENA II. CON. Colui vivr. (a Leonora tornando)
Leo. (Vivr!... Contende il giubilo
S'apre una porta, riescono il CONTE ed alcun i Seguaci. (alzando gli occhi, cui fan velo le lagrime di letizia)
LEONORA si pone in disparte.
I detti a me, Signore...
Ma coi frequenti palpiti

Con. Udiste? Come albeggi, Merc ti rende il core!


La scure al figlio ed alla madre il rogo. Ora il mio fine impavida,
(i Seguaci entrano per un piccolo uscio nella torre) Piena di gioia attendo...
Abuso io forse quel poter che pieno Dirgli potr morendo :

In metrasmise il prence! A tal mi traggi, Salvo tu sei per me!)


Donna per me funesta!... Ov'ella mai? Con. Fra te che parli?... ah! volgimi,
Ripreso Castellor, di lei contezza Volgimi il detto ancora,
Non ebbi, e furo indarno O mi parr delirio
Tante ricerche, e tante! Quanto ascoltai finora,
Oh! dove sei crudele? Tu mia!... tu mia!... ripetilo,
Leo. (avanzandosi) A te dinante. dubbio cor serena...
II

Con. Qual voce!... come!... tu, donna? Ah!... ch'io lo credo appena,
Leo. Il vedi. Udendolo da te !

Con. A che venisti ? Leo. Andiam...


Leo. Egli gi presso Con. Giurasti... pensaci!
All'ora estrema; e tu lo chiedi? LEO. Sacra la mia f ! (entrano nella torre)

CON. Osar potresti?...


Leo. Ah per esso
Piet domando...
s,
SCENA III.
Con. Che!... tu deliri! ORRIDO CARCERE.
Io del rivai sentir piet?
In un canto finestra con inferriata; porta nel fondo:
Leo. Clemente il nume a te l'inspiri...
smorto fanale pendente alla vlta.
Con. sol vendetta mio nume... Va.
(Leonora si getta disperata ai suoi piedi)
AZUCENA giacente sopra una specie di rozza coltre.
Leo. Mira, di acerbe lagrime
Spargo al tuo piede un rio:
MANRICO seduto a lei d'appresso.

Non basta il pianto? svenami,


Ti bevi il sangue mio... Man. Madre?... Non dormi!
Calpesta il mio cadavere, Azu. L'invocai pi volte,
Ma salva il Trovatori Ma fugge il sonno a queste luci... Prego.
Con. Ah dell'indegno rendere
! Man. L'aura fredda molesta
Vorrei peggior la sorte: Alle tue membra forse!
Fra mille atroci spasimi Azu. No: da questa
Centuplicar sua morte... Tomba di vivi sol fuggir vorrei,
Pi l'ami, e pi terribile Perch sento il respiro soffocarmi!...
Divampa il mio furor ! MAN. Fuggir! (torcendosi le mani)
(vuol putire, Leonora avviticchia ad essai
si
Azu. Non attristarti : (sorgendo)
Leo. Conte!...
Far di me strazio non potranno i crudi!
Con. N cessi ?...
Man. Ah! come?
Leo. Grazia!...
Azu. Vedi?... le sue fosche impronte
Con. Prezzo non avvi alcuno
M'ha gi stampate in fronte
Ad ottenerla... scostati...
Il dito della morte!
LEO. Uno ve n'ha... sol uno!...
Man. Ahi!
Ed io te l'offro. Azu. Troveranno
Con. Spiegati,
Un cadavere muto, gelido... anzi
Qual prezzo ? di'.
Uno scheletro!
Leo. Me stessa !

(stendendogli la destra con dolore) Man. Cessa !

Con. Ciel !... tu dicesti?... Azu. Non gente appressa...


odi?...
Leo. E compiere I carnefici son... vogliono al rogo

Sapr la mia promessa. Trarmi!... Difendi la madre tua!


Con. sogno il mio ? Man Alcuno,
Leo. Dischiudimi Ti rassicura, qui non volge...
La via tra quelle mura... Azu. Il rogo!
Ch'ei mi oda... che la vittima Parola orrenda!
Fugga, e son tua. Man. Oh madre!... oh madre!

i -tf

mi
te. w

PARTE QUARTA '5

Azu. Un giorno T'arrendi... fuggi, o sei perduto!


Turba feroce l'ava tua condusse O il ciel nemmeno salvar ti pu!
(Leonora caduta ai piedi di Manri<:t)
Al rogo... Mira la terribil vampa!...
AZU. Ai nostri monti... ritorneremo... (dormendo)
Ella n' tocca gi!... gi l'arso crine
L'antica pace ivi godremo!
Al ciel manda faville!...
Osserva le pupille
Tu canterai... sul tuo liuto...
In sonno placido... io dormir...
Fuor dell'orbita lor!... Ahi!... chi mi toglie
A spettacol s atroce ?
Man. Ti scosta...
(cadendo tutta convulsa fra le braccia di Manrico)
Leo. Non respingermi...
Vedi?... languente, oppressa,
Man. Se m'ami ancor, se voce
Io manco...
Di figlio ha possa di madre in core,
Man. Va... ti abbomino...
Ai terrori dell'alma
Ti maledico...
Oblio cerca nel sonno, e posa e calma.
conduce presso la coltre)
Leo. Ah, cessa!...
(la

m'opprime, o
Non d'imprecar, di volgere
Azu. S; la stanchezza figlio...
Per me la prece a Dio
Alla quiete io chiudo il ciglio...
Ma se del rogo arder si veda
E questa l'ora!
L'orrida fiamma, destami allor.
MAN. Un brivido
Corse nel petto mio!
Man. Riposa, o madre Iddio conceda ;
LEO. Manrico!... (cade bocconi)
Men tristi immagini al tuo sopor.
MAN. (accorrendo a sollevarla) Donna, Svelami...
Azu. Ai nostri monti... ritorneremo...
(tra il sonno e la veglia) Nana.
L'antica pace... noi vi godremo... Leo. Ho la morte in seno...

Tu canterai... sul tuo liuto... Man. La morte!...


In sonno placido... io dormilo!... Leo. Ah, fu pi rapida

Man. Riposa, o madre ; io prono e muto La forza del veleno

La mente al cielo rivolger. Ch'io non pensava!...


(Azucena si addormenta: Manrico resta genuflesso accanto a lei)
Man. Oh fulmine!
Leo. Senti! la mano gelo...
Ma qui... qui foco orribile
SCENA ULTIMA. Arde..
(toccandosi il petto)

Si apre la porta, entra LEONORA; gli anzidetti, Man. Che festi!... o ciclo!...

CONTE, con seguito di Armati.


Leo. Prima che d'altri vivere...
in ultimo il
Io volli tua morir!...
Man. Insano!... ed io quest'angelo
Man. Ciel!... non m'inganno!... quel fioco lume.. Osava maledir !

Leo. Son io, Manrico... Leo. Pi non resisto!


Man. Oh, mia Leonora! Man. Ahi, misera!...
Ah, mi concedi, pietoso Nume, (entra il Conte arrestandosi sulla soglia)

Gioia s grande, anzi ch'io mora? Leo. Ecco l'istante... io moro...


Leo. Tu non morrai... vengo a salvarti... Manrico!... ('"') Or la tua grazia...
Man. Come!... a salvarmi?... fia vero! ( stringendogli la destra in segno d'addio)

Leo. Addio... Padre del cielo... imploro...


Tronca ogni indugio... t'affretta... parti... Man. Insano!... ed io quest'angelo
(accennandogli la porla) Osava maledir!
Man. E tu non vieni? Leo. Prima... che... d'altri vivere...
Leo. Restar degg'io!... Io... volli... tua... morir! (spira)

Man. Restar ! CON. (Ah! volle me deludere,


Leo. Deh! fuggi!.. E per costui morir!)
Man. No. Sia tratto al ceppo! (additando agli armati Manrico)

Leo. Guai se tardi! Man. Madre... oh madre, addio!


(cercando di trarlo verso l'uscio) (parte tta gli armati)
Man. No... Azu. Manrico!... Ov' mio figlio? (desiandosi)

Leo. La tua vita!. Con. A morte ei corre!...


Man. Io la disprezzo... Azu. Ah ferma!... m'odi...
Pur o donna, in me gli sguardi!...
figgi, CON. (trascinando Azucena verso la fineMr.il
Da chi l'avesti?... ed a quel prezzo?... Vedi?...
Parlar non vuoi?... Balen tremendo... - Azu. Cielo!
Dal mio intendo!
rivale!... intendo... Con. spento!
Ha quest'infame l'amor venduto... Azu. Egli era tuo fratello!...
Venduto un core che mio giur! Con. Ei!... quale orror!...
Leo. Ahi, come l'ira ti rende cieco!... Azu. Sei vendicata, o madre! (cade a pie delia finestra)

Ahi, quanto ingiusto, crudel sei meco! Con. E vivo ancor! (inorridito)

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INDICE

PARTE PRIMA. IL DUELLO.

Introduzione Pag- i

Scena e Cavatina: Tacca la notte placida - Leonora S. 21

Scena, Romanza e Terzetto: Infida! Qual voce! - Leonora, Manrico e


Conte . . . S. T. Br. 34

PARTE SECONDA. LA GITANA.

Coro di Zingari e Canzone: Stride la vampa - Azucena MS. 51

Scena e Racconto: Condotta eli' era in ceppi - Azucena MS. 66


Scena e Duetto : Mal reggendo all'aspro assalto - Azucena e Manrico. MS. T. 76
Scena ed Aria : // balcn del suo sorriso - Conte Br. 92
Finale secondo 108

PARTE TERZA. IL FIGLIO DELLA ZINGARA.

Coro d'Introduzione: Or co dadi, ma fra poco 137


Scena e Terzetto: Giorni poveri vivea - Azucena, Conte, Ferrando. MS. Br. B. 148

Scena ed Aria: Ah s, ben mio; coli' essere io tuo - Manrico T. 167

PARTE QUARTA. IL SUPPLIZIO.

Scena, Aria e Miserere - Leonora, Manrico e Coro S. T. 184

Scena e Duetto: Qual voce!... Come!... tu, donna? - Leonora e Conte. S. Br. 206

Finale quarto ...... 224

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PARTE PRIMA
IL DUELLO
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Atrio nel palazzo dell 'Aliaferia: porta da un lato,che mette agli appartamenti del Conte di Luna.

INTRODUZIONE

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SOSTENUTO

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Stampato colle Macchine reieri JeJl. Stabilimento lUcordi
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SCENA I. Ferrando e molti famigliari del Conte.che giacciono presso la porta: alcuni uomini d'arme

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(parla ai famigliari vicini ad assopirsi)


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RACCONTO

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Di due fhgli vivea padre be. a.to.... il buon conte di Lu . . na: fi.da nu

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.tri. ce del se.condo na.to.... dormia presso la cu _ _ na. Sul

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romperdellau.ro.raunbel raat.ti .no el. la di.schiudei rai; e chi

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tro. va d'accanto aquel bambino?

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cres.
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_ so, la rea,la rea di.scac . ciano ctfentrarvi os,larea,la rea di.scac - ciano chentrarvio.

Ten. _ SO

FAM. E ARM.
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Giusto quei pet.ti
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p sdegno commos
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ios.se; linsa.na vecchia lo r
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Giusto quei pet.ti

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sdegnocommos.se; 1 insa.na vecchia lo pro.vo.c.

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As.se. ri che ti.rardelfanciul.li . no fo.ro_sco.po vo . le

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af . franto

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ei trema . va

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se.ra, il di tra.e.va in lamen.te.vol pianto... amma.li. a.toe.
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cres.

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fat . chie _ ra
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mez . zo, bru.cia.toa mez zo,bru.cia.toa mez _ zo, fu.man.tean.

jf cor, brucia . to a mez . zo, fumante ancor,brucia . to a mez . zo, fumante an

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Ten.
.cor!

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FAM.EDARM.
Ahscelle.
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ra.ta! oh donnainfa.me!
\h scelle .ra.ta! .del Del par m'in.ve.ste odioedorror!

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Bassi

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Ah scelle . ra.ta! oh donna infa.me!Delparm'in.ve_ste odioedorror!

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FER.

Brevi e trLstri giorni visse: pure Lgnoto del cor presenti.


Ten.

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FAM.ED ARM.

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spento non e. ra il fi-glio;
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ci.nOjbrajn che il signor nostro


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aluigiu.ras.se di non cessar le in_da_gini... Ah!fur

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di co .
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non s'ebbe contez.za mai
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POCO PI MOSSO (J = IOO)

fos.se rintracciarlaun d! Calco, land gli anni tra.

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FAM. Marav.vi.sar.la p. tre. sti?

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Marav.vi.sar.la p. tre. sti?

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Sa.reb.be tem.popres.so la madre all'in.fer . no spe.
ARM.

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Sa.reb.be tem.po pres.so la madre all'in.fer . no spe

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42315

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dir. la.
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All'in.fer.no?..
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- 72 ) cupo assai

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credenza, che di_mo.rian.cor nel
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sempre pi cupo

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sempre p/'uP

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FAMIGLIARI
(con terrore)

Ten. ARM. (con terrore) Bassi FAM Bassi ARM.

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vero! E vero ! E vero! E ver !

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Ten. ALL. ASSAI AGITATO ( - 72)

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ALL. ASSAI AGITATO ( J = 72)
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sempre PPPP sino al pi mosso

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FAMIGLIARI

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con _ te, chea _ vea del . la zin_ga_ra per . cos _ sa la fron.te! mo.

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di superstizioso terrore)
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(I Famigliari corrono verso la porta, gli uomini d'arme accorrono in fond)


strega infer. nal! Ah!

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SCENA E CAVATINA
LEONORA

SCENA II. Giardini del palazzo: sulla destra, marmorea scalinata che mette agi. appartamenti. La notte

inoltrata;dense nubi cuoprono la luna.

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.di.sti. Un'altranotte ancora senza vederlo! Perigliosa fiamma tu nu.tri!.. Oh
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bruno le vesti ed il cimier, lo scudo bruno e di stemma i.gnudo,sco.no.sciu.to guer

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chedella . go.ne.gliono . riot. tenne...
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Al vinci. tor sul crine il serto io

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ANDANTE (J = 50)
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animando un poco il tempo

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gen_te . o mo.stra.va lie.toe pie . no... quando suonar per la.e.re,

a 42315

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animando un poco
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f*. con espansione

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injlnoallor si mu.to, dol . ci s'u-di . roe fle bi

^. ^animando un poco

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animando un poro

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te . a _ si un nome... il no.me mi.o!. Corsialveron sol.le . ci.ta... E-

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li so _ lo e pro.var con . ces so!.. Al co . re,al

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