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KANT – CRITICA DEL GIUDIZIO

Abbiamo visto come si possa studiare la realtà da un punto di vista gnoseologico e quindi con grande
precisione andare a formulare dei giudizi determinanti che determinano cosa una cosa è oppure non è. La
stessa realtà io posso però andarla a studiare da un punto di vista etico cioè di come devo comportarmi
come devo vivere in quella realtà ed ecco che allora con uguale precisione vado a formulare giudizi etici.
Ma per essere davvero precisi la stessa realtà noi possiamo studiarla anche da un punto di vista estetico
formulando dei giudizi di gusto. Qualcuno potrebbe dire che i giudizi di gusto determinano una qualità
dell'oggetto, la sua bellezza, e quindi sono giudizi determinanti come quelli che abbiamo già visto, perché
allora aggiungere una nuova categoria. Perché un conto sono le qualità dell'oggetto (il colore la forma) un
conto sono quelle qualità che il soggetto trova nell'oggetto.

Come categoria generale Kant parla di giudizi riflettenti cioè giudizi che nascono da una riflessione del
soggetto sull'oggetto. Il soggetto non considera l'oggetto per ciò che esso è ma per ciò che gli dice, gli dà, gli
serve. Una prima tipologia sono i giudizi teleologici cioè quelli che giudicano un fine (i sassi servono ad
aprire le noci, io non vado a considerare il sasso in sé ma per ciò che mi serve per la sua finalità, la natura
non ha creato i sassi perché io ci possa aprire le noci, sono io che vedo nei sassi quella finalità). L'altra
principale tipologia di giudizi riflettenti sono proprio i giudizi di gusto. Anche in quest'ultimo ambito Kant
procederà nello stesso modo. Se per i giudizi determinanti si trattava di individuare cos'era vero o falso in
maniera universale e certa, se nei giudizi etici era necessario individuare ciò che era giusto o sbagliato in
maniera universale e incondizionata, così nei giudizi estetici dovremo individuare cosa è bello o brutto in
maniera universale e autonoma. Ma come fa la bellezza ad essere universale. Kant dice che se davvero la
bellezza fosse soggettiva e non fosse possibile trovare un criterio universale per determinare cosa è bello e
cosa è brutto, possiamo smettere di fare estetica, possiamo smettere di parlare di arte o di bellezza perché
a questo punto qualsiasi cosa può essere bella. Noi dobbiamo distinguere con attenzione i giudizi estetici
puri, dai giudizi estetici empirici, cioè i giudizi estetici che si basano puramente sulla bellezza in sé, che
giudicano se una cosa è bella in quanto bella, dai giudizi estetici che si basano su altre considerazioni. (ad
esempio posso trovare un’opera d'arte bella perché appropriata, perché ha un messaggio condivisibile
rende il mondo un posto migliore ma in questo caso io sto giudicando se si tratta di qualcosa di buono non
di bello. un esempio ancora io posso trovare bello qualcosa che mi stimola mi piace mi solletica mi rende
felice ma allora io sto giudicando la sua gradevolezza non la sua bellezza. posso trovare bello qualcosa
perché rappresenta in maniera precisa la realtà un quadro molto realistico qualcosa che rappresenta la
verità allora io sto giudicando il vero). Ci possono essere cose belle, che non sono utili che non sono buone,
che non sono gradevoli, che non sono vere.

Quindi una cosa è bella se è bella se io non appena la vedo immediatamente intuitivamente senza bisogno
di alcuna spiegazione, ragionamento, riflessione sento una corrispondenza tra la cosa bella è la mia
interiorità. “la bellezza è oggetto di un piacere senza alcun interesse” una cosa è bella perché porta un
piacere puramente estetico senza alcun altro tipo di interesse, senza altre motivazioni. Ma anche perché se
io trovo bella una cosa per un motivo, la troverò bella per quel motivo, non perché è bella. Questo ci dà un
criterio molto chiaro per distinguere ciò che è bello da ciò che non è bello ed inoltre ci dà quell'universalità
del giudizio estetico che stavamo cercando. Tutti gli uomini che giudicano correttamente il bello e non
qualcos'altro riconosceranno belle le stesse cose. (Chiunque sia in spiaggia a guardare un tramonto lo
troverà immediatamente bello e se qualcuno non lo trova bello lo sta giudicando da qualche altro aspetto
non per la sua bellezza). Noi dobbiamo distinguere una bellezza libera cioè che non è determinata da altro,
è totalmente autonoma da una bellezza che sia aderente, cioè che aderisca a dei modelli, a dei canoni e a
delle aspettative di qualche tipo e che quindi mi portino a giudicare bello qualcosa non perché è bello ma
perché aderisce alle mie aspettative. Una canzone è bella perché è bella, se devo spiegarti perché è bella
probabilmente non è bella. Noi possiamo trovare bello il nostro partener ma Kant dice se noi giudicassimo il
nostro partner unicamente in base alla bellezza pura, libera, assoluta sarebbe per tutti bello, se non è così
non è bello. Noi possiamo, poi, trovarlo piacevole, desiderabile, attraente per mille altri motivi ma non per
la bellezza.
Sottolineiamo alcuni aspetti: un aspetto poco chiaro è quello della gradevolezza, una cosa bella è bella
perché mi genera piacere estetico, poi può anche essere gradevole causandomi un altro tipo di piacere ma
non deve essere bella perché mi genera quell’altro tipo di piacere. Kant capovolge il proverbio tradizionale
“non è bello ciò che piace ma è bello ciò che è bello”.

Un altro aspetto è ad esempio il concetto kantiano di sublime, io esco di notte mi trovo sotto una volta
stellata piena di stelle questa vista mi genera un piacere estetico, sento la bellezza del cosmo, ma la sua
straordinaria grandezza mi fa sentire piccolo generando in me inquietudine. Ecco il sublime è il sentimento
che provo in quel momento. Io quindi posso avere un sentimento di bellezza, provare, sentire che qualcosa
è bello anche se mi genera inquietudine e quindi non è particolarmente gradevole. Poi dal sublime si
distingue il sublime matematico, se è un’infinità numerica o dinamico se è un'infinità di potenza (un mare in
tempesta, un vulcano che erutta).

Questo ci dà un criterio chiaro per distinguere ciò che è arte da ciò che non lo è. (Tagli di tela di Fontana)
(Claude Monet). (Questo video è bello beh o genera un’immediata consonanza tra il video e la vostra
sensibilità interiore o genera un immediato piacere estetico oppure no è brutto).
Abbiamo visto come si possa studiare la realtà da un punto di vista gnoseologico e quindi ,con grande
precisione, andare a formulare giudizi determinanti che determinano cosa una cosa è oppure non è.La
stessa realtà può però essere studiata da un punto di vista etico,cioè di come devo comportarmi in quella
realtà.

Tuttavia la stessa realtà noi possiamo studiarla anche da un punto di vista estetico formulando dei giudizi
di gusto. I giudizi di gusto sebbene determinino una qualità dell'oggetto e quindi siano giudizi determinanti
specifica qualità che il soggetto trova nell'oggetto. Come categoria generale kant parla di giudizi riflettenti
cioè giudizi che nascono da una riflessione del soggetto sull'oggetto. Il soggetto non considera l'oggetto per
ciò che esso è ma per ciò che gli serve.

Una prima tipologia sono i giudizi (teoleologico) cioè quelli che giudicano il fine ( io non vado a considerare
il sasso in sé ma per la sua finalità.

L’ altra principale tipologia dei giudizi riflettenti sono proprio i giudizi di gusto. In quest'ultimo ambito Kant
procederà nello stesso modo : se per i giudizi determinanti si trattava di individuare cos'era vero o falso in
maniera universale e se nei giudizi etici era necessario individuare ciò che era giusto sbagliato in maniera
universale e incondizionata; così nei giudizi estetici dovremo individuare cose bello o brutto in maniera
universale e autonoma. La bellezza quindi non é soggettiva e perché é necessario trovare un criterio
universale per determinare cose belle.

Dobbiamo distinguere con attenzione i giudizi estetici, puri, dai giudizi estetici, empirici cioè i giudizi che si
basano puramente sulla bellezza. Una cosa è bella in quanto bella, mentre dai giudizi estetici che si basano
su altri considerazioni io posso giudicare bella una musica perché ha un bel ritmo e ballabile mi permette di
sudare. Ma allora sto giudicando se è utile non se é bella.

Ancora io posso trovare bello qualcosa che mi stimola mi piace, mi rende felice ma allora io sto giudicando
la sua gradevolezza, se è gradevole non se è bello.

Ci possono essere cose belle che non sono utili, che non sono gradevoli, che non sono vere. Quindi una
cosa è bella, se io non appena la vedo immediatamente intuitivamente senza bisogno di alcuna spiegazione
sento una corrispondenza tra la cosa bella d la mia interiorità .

Che cos'è la bellezza da punti di vista differenti per Kant?

la bellezza è oggetto di un piacere senza alcun interesse : una cosa è bella perché porta un piacere
estetico, cioè senza alcun altro tipo di interesse o altre motivazioni. Se io trovo bella una cosa per un motivo
la troverò bella per quel motivo non perché è bella. Questo ci dà un criterio molto chiaro per distinguere ciò
che è bello da ciò che non è bello e inoltre ci dà quell'universalità del giudizio estetico che stavamo
cercando.
Tutti gli uomini che giudicano correttamente il bello e non qualcos'altro riconosceranno belle le stesse
cose.

Noi dobbiamo distinguere una bellezza libera cioè che non è determinata da altro, totalmente
autonoma( Bella perché bella) da una bellezza che sia aderente ovvero che aderisca a dei modelli, a dei
canoni delle aspettative di qualche tipo e che quindi mi portino a giudicare bello qualcosa non perché è
bello ma perché aderisce alle mie aspettative.

Un esempio é bellezza fisica, il fatto che le persone trovino attraenti tipologie di persone quanto mai
differenti.Kant dice se noi giudicassimo il nostro partner unicamente solo in base alla bellezza pura, libera,
assoluta o si verrebbe immediatamente percepito da tutti come bello oppure non ci si potrebbe definire
come bello.Dopo di che noi possiamo trovarlo piacevole desiderabile attraente per mille altri motivi ma non
per la bellezza. Il fatto che io trovi bella quella persona non vuol dire che sia bella in senso pieno.

La gradevolezza: una cosa bella è bella perché mi genera piacere estetico, ma non deve essere bella perche
mi genera un altro tipo di piacere.Kant capovolge il proverbio tradizionale non è bello ciò che piace, ma è
bello ciò che é bello.

Il concetto cantiano di sublime : io esco di notte mi trovo sotto una volta stellata piena di stelle, questa vista
mi genera un piacere estetico, sento la bellezza del cosmo, ma la sua straordinaria grandezza ed il fatto che
sia al cospetto con l'infinito, mi fa sentire piccolo e genera la mia inquietudine.Quindi per il sublime avere
un sentimento di bellezza provare é sentire che qualcosa è bello anche se mi genera inquietudine. Poi
sublime si distingue in sublime matematico se è un infinità numerica o dinamico se un'infinità di potenza.

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