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PARADIGMI DI

RAZIONALITÀ PRATICA
INTENZIONALITÀ

CREDENZE INTENZIONI
• Condizione di soddisfazione vero-falsità • Condizione di soddisfazione realizzabilità
• Direzione d’adattamento Mente-Mondo* • Direzione d’adattamento Mondo-Mente
• Direzione causale Mondo-Mente • Direzione causale Mente-Mondo

*mondo dell’oggettività: I marziani non esistono


CREDENZE
Caratteristica fondamentale della conoscenza è la giustificazione -> credenza vera e
giustificata.

INTENZIONI
Esse invece non ammettono giustificazione. Possiamo giustificare un’intenzione con un’altra
ma sembrerebbe che arrivati all’intenzione ultima (determinante dell’agire) non sia
possibile fornire una giustificazione
BASE: Compiute per sé stesse
AZIONI
STRUMENTALI: Eseguite in funzione di altre azioni
 Possiamo giustificare la morale?

 Se ammettiamo che quelli morali siano fatti su cui possa


formare credenze vere o false (realismo) come passo
dalle credenze alle intenzioni?*

*FALLACIA NATURALISTICA: Dedurre una prescrizione da una descrizione


SOLLEN: Imperativo dal discorso diretto al discorso indiretto
DOVERE
MUSSEN: Strumentalità rispetto a una pratica$
PREDICATIVO: Proprietà dell’oggetto 
BENE È una macchina rossa
ATTRIBUTIVO: La corretta applicazione di una pratica 
È un buon ladro§

$IL DOVERE INDICA L’AZIONE CHE SE COMPIUTA REALIZZA IL FINE INTRINSECO DI UNA PRATICA

§IL BENE NON GIUSTIFICA LA MORALE, LA PRESUPPONE!


 Perché sono vincolato alla morale?
PARADIGMA EMOTIVISTA

• Le EMOZIONI (sensazioni + credenze) sono all’origine della morale.

• Siamo ANIMALI RAZIONALI e riusciamo a prefigurarci quale comportamento ci porterà all’emozione desiderata.

• Nelle azioni tendiamo a REALIZZARE EMOZIONI POSITIVE e RIFUGGIRE DA EMOZIONI NEGATIVE.

• Non ha senso giustificare la morale.

• Per MASSIMIZZARE IL PIACERE ci DIVIDIAMO IL LAVORO in SOCIETÀ.

• Il BENE è quello riferito alle pratiche di ciascuno.

• MANCATO RICONOSCIMENTO degli altri sarebbe insopportabile.

• Il PIACERE DEL RICONOSCIMENTO(dimensione egoistica)  PROIEZIONE NELLA GIUSTIZIA(dimensione altruistica).

• Morale come AUTO-INGANNO.


PARADIGMA REALISTA ARISTOTELICO

• TEORIA DELLA CONOSCENZA.

• L’OGGETTO trasporta la DETERMINATEZZA della propria FORMA.

• Molteplicità di sensazioni al medesimo oggetto, stessa sostanza alla mutazione della materia, atto e potenza.

• Forma dell’uomo è l’aspirazione alla felicità (FINE INTERNO).

• Felicità=Vita contemplativa.

• Azione morale quando, volta a volta, realizza le condizioni per la felicità.

• Universale Aristotelico: chiunque si trovi nella situazione particolare deve compiere la stessa azione (OGGETTIVITÀ).

• Sapere Teorico: Verità necessarie; Sapere Poietico: Tecnica più adatta; Sapere pratico: Fonetica, bontà dei fini.
PARADIGMA PRESCRITTIVISTA

• PURO (Wittgenstein): Giustificare è un errore concettuale poiché quelle morali sono prescrizioni.

• AUTORITÀ: La morale è giustificata sulla base di una credenza in merito all’autorità di chi la pronuncia.

• COSTRUTTIVISTA (Kant)
PARADIGMA PRESCRITTIVISTA COSTRUTTIVISTA

• Regola aurea esistono principi formali con cui costruire regole morali con contenuto.

• CRITICA DEL MASOCHISTA

• Principi DIFFERENTI (è possibile che tutti lo facciano) o INDIFFERENTI(non è possibile che lo facciano tutti)

• Regola morale se il contrario non è universalizzabile

1. UNIVERSALIZZO L’INTENZIONE
2. PENSO UN MONDO IN CUI TUTTI POSSONO O NON POSSONO COMPIERE L’AZIONE
3. DESODERO L’AZIONE
4. L’AZIONE ALTRUISTICA VINCE IL DESIDERIO EGOISTICO (Non rubare per paura di una punizione)*

*Differenza con Aristotele VITA FELICE = MORALE


3 TIPI DI SCETTICISMO

• SCETTICISMO INTERNO: NEGA TUTTE LE CONCLUSIONI DELL’AMBITO MORALE CHE COMUNQUE AMMETTE

• SCETTICISMO DELL’ERRORE: NON ESISTONO I MORONI

• SCETTICISMO DELLO STATUS: RIDUZIONISMO


CONFUTAZIONI DELLO SCETTICISMO

• SCETTICISMO INTERNO:
VERREBBE MENO IL CONCETTO DI REGOLA.

• SCETTICISMO DELL’ERRORE:
1. AMMETTE LA POSSIBILITÀ DELLA MORALE(SE ESISTESSERO I MORONI)
2. NON TUTTE LE CONOSCENZE SI GIUSTIFICANO CON L’ESISTENZA DI QUALCOSA.

• SCETTICISMO DELLO STATUS:


RIDUZIONISMO SELF-DEFEATING PERCHÉ PRESUPPONE L’AMBITO CHE VORREBBE RIDURRE.
VERITÀ E CAUSALITÀ

Per quanto sembrerebbe che tutte le affermazioni vere debbano presupporre un legame causale con il mondo,
distinguiamo tra:

SCIENZE NATURALI SCIENZE NORMATIVE

• Contenuto di verità indipendente dalla • Contenuto di verità strettamente connesso


giustificazione*. alla giustificazione.

*EPISTEMOLOGIA INTEGRATA
Anche nelle scienze naturali la giustificazione non è data da una relazione causale,
ma dalla coerenza della teoria di rispondere e mettere insieme regolarità osservate di tipo differente.
INTERPRETAZIONE

Quando interpretiamo, facciamo riferimento a domini interpretativi differenti a seconda dell’ambito.


Tuttavia ciò che permane in ogni caso è il fatto che ci sia sempre un punto di partenza dell’atto interpretativo.
Un nocciolo di significati da cui non posso prescindere se individuo l’ambito.
Esempio: Prima ancora di interpretare non posso non partire dal riconoscere
se l’oggetto da interpretare è un libro o una lista della spesa.

L’arbitrarietà interpretativa non esiste.


Necessariamente un ambito normativo ammette soluzioni oggettivamente valide.

1) Comprensione del tipo di pratica in questione


2) Comprensione delle finalità intrinseche della pratica
3) Individuazione del modo migliore per realizzare quelle
finalità (valore oggettivo)
INTERPRETAZIONE

COLLABORATIVA:
Relazione autore-lettore.

ESPLICATIVA:
Chiarisce le motivazioni di un fatto.

CONCETTUALE:
Applicazioni e connessioni in una trama concettuale.
CONCETTO

CRITERIALE:
Convenzione e condivisione di criteri.

NATURALE:
Caratteristiche essenziali di un oggetto.

INTERPRETATIVO:
Connessioni in una trama concettuale.
Nessun riferimento esterno.
SPESSI: Regole comprese attraverso le loro applicazioni.
CONCETTI
SOTTILI: Astrazioni a partire da concetti spessi (Giustizia).
CONFUTAZIONE RELATIVISMO

Non è che non si sia d’accordo sul concetto di giustizia: se ci capiamo


quando utilizziamo il termine, significa che entrambi consideriamo
alcune pratiche come le migliori. Ammettiamo quindi che uno di noi
due in linea di principio abbia una posizione più o meno corretta.
PERCHÉ DEVO AGIRE MORALMENTE?

La dimensione etica ordina il nostro comportamento verso gli altri.


Quella morale, verso noi stessi.

Dworkin individua una caratteristica strutturale.

Per realizzare tale disposizione all’oggettività, ci sono modi veramente validi. Ciò che devo
agli altri dipenderà, volta a volta, da un’interpretazione che mette in gioco ciò che devo a me
stesso.
VIVERE BENE VITA BUONA
ne consegue
Prestazione valida Felicità

Esempio:

Se collego un campione di sci ad una macchina che simula in lui le


stesse sensazioni della discesa (medesimo risultato),
il piacere e la felicità derivati
non saranno autentici
(valore avverbiale).
NEGATIVA: X è libero da Y e libero di Z  Compatibilismo
LIBERTÀ
POSITIVA: X è libero di Y  Incompatibilismo
COMPATIBILISMO E TEORIA DELLA RESPONSABILITÀ IN DWORKIN

La possibilità che la mia azione sia correlata a condizioni


esterne è del tutto indipendente (compatibile) con la
capacità razionale di partecipare alla pratica morale.
CRITERI OGGETTIVI

DANNO:
Non disprezzare la capacitò altrui.

COSTI:
Valutare in base ai costi.

VICINANZA:
Devo di più alle persone più vicine.
BILANCIAMENTO ETICA E MORALE

Non posso realizzarmi se per farlo disprezzo la possibilità degli


altri di realizzarsi. Non posso impedire di realizzarmi per
consentire agli altri di farlo.
LA PROMESSA

La promessa costituisce un obbligo.


La persona a cui è stata fatta la promessa sarà danneggiata se
viene infranta.

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