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CRITICA DELL'UTILIT ARISMO 11

Si puo cosl., sulla base delle precedenti considerazioni, abbozzare una critica dell'utilitarismo in quanta
concezione teorica della morale e in quanta programma pratico di condotta.

Avremo occasione di ritornare spesso su questa critica, perche l'utilitarismo e uno degli aspetti caratteristici
dello spirito dell'uomo contemporaneo e del suo atteggiamento verso la vita. Non si possono attribuire
questo,spirito e questo atteggiamento unicamente all'uomo moderno: in ogni epoca l'utilitarismo ha
rappresentato una corrente che la vita degli indivi dui e quella delle societa hanno tendenza a seguire. Cio
nonostante, l'utili tarismo moderno e cosciente, i suoi principi filosofici sono formulati e scientificamente
definiti.

II suo nome proviene dal verbo latino uti ( « utilizzare », « trarre profitto da») e dall'aggettivo utilis ( « utile
»). Conformemente alla sua etimolog ia, l'utilitarismo mette l'accento sull'utilita dell'azione. Ora, tutto cio
che da piacere ed esclude la sofferenza e utile, perche ii piacere e ii sintomo essen ziale della felicita
umana. Essere felice, secondo i principi dell'utilitarismo

significa condurre una vita piacevole. E ovvio che ii piacere puo assumere

forme diverse, che nel piacere vi sono delle sfumature. Tuttavia la cosa importa poco, benche a questo
proposito si possa osservare che certi pia ceri come quelli spirituali sono considerati piu elevati, e altri, per
esempio i piaceri sensuali, carnali, materiali, sono ritenuti inferiori. Perun utilitar i sta, c'e ii piacere in
quanto tale che coma, perche ii suo modo di conside rare l'uomo non gli consente di individuare in lui la sua
evidente comples sita: la materia e lo spirito, due elementi costitutivi di un solo essere persona, che deve
tutta la sua specificita alla propria anima spirituale. Per un utilitarista, l'uomo e un soggetto dotato della
facolta di pensare e della sensibilta. Questa gli fa desiderare ii piacere e rifiutare la sofferenza. La fa colta di
pensare, cioè la ragione, gli e stata data affinché egli possa dirigere la propria azione in modo da assicurarsi
ii massimo possibile di piacere e ii minimo possibile di sofferenza. E l'utilitarista considera questo principio
come la prima norma della morale umana aggiungendo ch'essa dovrebbe venire applicata non soltanto
individualmente, egoisticamente, ma anche

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nel gruppo, nella societa umana . Ne_lla sua formulazione finale , ii princi pio dell'utilita ( principium
utilitatis ) esige quindi il maximum di piacere e il minimum di sofferenza per il maggior numero possibile di
uomini.

A prima vista, questo principio appare giusto oltre che attraente. Sem bra persino difficile immaginare che
delle persone possano ricercare nella loro vita individuale o sociale la sofferenza piuttosto che il piacere.
Ma un'analisi un po' approfondita non tardera a mettere in luce la debolezza e il carattere superficiale di
questo modo di pensare e di questa norma dell'azione. 11 loro difetto principale consiste nel far coincidere
il piacere con il solo, ossia il massimo bene, a cui deve essere subordinato il compor tamento individuale e
sociale dell'uomo. E tuttavia - avremo modo di constatarlo piu avanti - il piacere non e l'unico bene
e neppure il fine es senziale dell'azione umana. Per la sua stessa essenza, none altro che una cosa
marginale, accessoria, che puo occasionalmente presentar i all'azio ne. Di conseguenza, organizzare l'azione
soltanto in vista del piacere e contrario alla struttura degli atti umani. Io posso volere o fare qualche co sa a
cui sia legato il piacere, posso anche non volere o non fare qualche co sa a cui sia legata la sofferenza. Posso
anche volerlo o non volerlo, farlo o non farlo, in considerazione di questo piacere o di questa sofferenza.
Tut to questo e vero. Ma io non posso considerare questo piacere ( contrappo sto alla sofferenza) come
l'unica norma della mia azione, ne tanto piu co me il criteria del mio giudizio dal punto di vista morale sulla
bonta o la malizia <lei miei atti o di quelli di un'altra persona. Noi ci rendiamo perfet- " tamente conto che
quel che e veramente buono, quel che mi ordina la mo rale e la coscienza, spesso e legato proprio a una
certa sofferenza ed esige la rinuncia a un piacere. Mane questa sofferenza ne questo piacere ai qua Ii si
rinuncia rappresentano un unico criteria del comportamento raziona le. Inoltre questo criteria none
determinabile a priori. 11 piacere e la soffe renza sono sempre legati a un atto concreto e non si puo quindi
valutarli in precedenza e ancor meno pianificarli o, come vorrebbero gli utilitaristi, calcolarli. 11 piacere e in
un certo senso inafferrabile.

Sarebbe facile indicare numerosi punti oscuri e fraintesi che l'utilitari

smo comporta tanto nella sua formulazione teorica quanta nella sua ap plicazione pratica. Ma li lasceremo
da parte, per concentrare la nostra at tenzione su un unico problema, quello messo in evidenza
dall'avversario convinto dell'utilitarismo Emanuele Kant. Abbiamo gia avuto occasione di citare il suo nome
parland-o dell'imperativo morale. Kant vi fonda il principio che la persona non deve ma1 essere soltanto il
mezzo, ma sempre anche il fine d lla nostra azione. Q esta esigenza mette in luce uno <lei lati piu deboli
dell' utilitarismo : se il piacere e l'unico e principale bene e l' uni co fine dell'uomo, se costituisce anche la
sola base della norma morale del la sua condotta, allora tutto in questa condotta dovrebbe fatalmente venir
considerato come mezzo che serva a raggiungere quel bene e quel fine. Di

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conseguenza, anche la persona umana, la mia come l'altrui. Se ammetto i principi dell'utilitarismo,
considero necessariamente anche me stesso ad un tempo come un soggetto che vuol provare sul piano
emotivo e affettivo il maggior numero possibile di sensazioni e di esperienze positive, e come un oggetto di
cui ci si puo servire per provocarle. E inevitabilmente s;onsi dero nello stesso modo ogni altra persona, che
diventa cos1 per me !Jn mezzo atto a farmi raggiungere il maximum di piacere.

Lo spirito e l'atteggiamento utilitaristici, cost concepiti, non potranno non avere inevitabilmente un peso in
diversi settori della vitae <lei rapporti umani, ma e il campo sessuale quello che sembra essere
particolarmente minacciato. Infatti, i principi utilitaristici sono pericolosi perche non si ve de come si possa
stabilire a partire da essi i rapporti e la coesistenza delle persone di sesso diverso sul piano def vero amore,
ne come depurarli, gra zie ad esso, sia dall'atteggiamento di godimento ( nei due significati della parola) sia
dal p ricolo di considerare la persona come un mezzo. L'utili tarismo appare come il programma di un
egoismo coerente, da cui non si puo passare a un autentico altruismo. Infatti il principio: maximum di
piacere ( di « felicita » ) per la maggior quantita possibile di uomini implica una profonda contraddizione
interna. 11 piacere, per la sua stessa essenza, non e altro che un bene attuale e concerne solo quel dato
soggetto, non e un bene transoggettivo. Fintantoche questo bene e considerato la sola base della norma
morale, non e pensabile di poter andare al di la <lei limiti di

cio che e buono solo per me.

Possiamo completare questo atteggiamento solo con un apparente al

truismo. Infatti, se, ammettendo il principio che il piacere sia il solo bene, io mi preoccupo del maximum di
piacere anche per un'altra persona - e non solo per me stesso, il che sarebbe indiscutibilmente una forma
di egoi smo - , in questo caso io apprezzo il piacere altrui solo attraverso il mio personale, perche mi e grato
vedere gli altri provarlo. Mase questo cessa di farmi piacere, oppure non e piu il risultato del mio « calcolo
della felici ta » ( termine molto spesso usato dagli utilitaristi) io non mi sento piu lega to dal piacere altrui,
che per me non rappresenta piu un bene e puo addi rittura diventare un male. Seguendo i principi
dell'utilitarismo, tendero al lora ad eliminare il piacere altrui, dal momenta che non vi e piu connesso

alcun piacere per me, o, tutt'al piu, mi diventera indifferente e non me ne preoccupero piu. E evidente che,
partendo dai principi utilitaristici, l'at teggiamento soggettivo nell'interpretazione del bene ( bene =
piacere) por

ta direttamente, forse persino inconsciamente, all'egoismo . 11 solo modo ' di uscire da questo inevitabile
egoismo e riconoscere, al di fuori del bene puramente soggettivo, cioe al di fuori de-l piacere, il bene
oggettivo, che anch'esso e in grado di unire le persone, assumendo allora il carattere di bene comune. Ecco
il vero fondamento dell'amore, e le persone che scel gono insieme questo bene nello stesso tempo vi si
sottomettono. Grazie ad

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esso, veng ono a legarsi di un autentico, di un oggettivo legame d'amore, che consente loro di liberarsi dal
soggettivismo e dall'inevitabile egoismo che ne deriva12•

L'amore e comunione di persone.

A una formula del genere un utilitarista coerente puo contrapporre ( ed e obbligato a farlo) soltanto
un'armonia di egoismi, armonia ambi gua, perche, come abbiamo visto, per la sua stessa essenza, l'egoismo
e senza vie d'uscita. E possibile armonizzare diversi egoismi? Si puo, per esempio nel campo sessuale,
armonizzare quello della donna e quello dell'uomo ? Senza dubbio e possibile, in base al principio «
maximum di piacere per ciascuna delle due persone», ma l'applicazione di questo principio non riuscira mai
a farci uscire dal circolo vizioso degli egoismi: Questi continueranno ad esser in questa armonia quello che
erano pri ma, salvo che l'egoismo maschile e l'egoismo femminile diventeranno utili e vantaggiosi l'uno
all'altro. Nel momenta in cui il vantaggio comu ne e la comune utilita cessano, di tutta questa armonia non
resta piu niente. L'amore non rappresenta piu nulla allora nelle persone, e piu nulla tra loro; non e piu una
realta oggettiva, perche manca di quel bene oggettivo senza il quale non puo esistere. Cosl concepito, l'«
amore » e una fusione di egoismi combinati in modo da non risultare sgradevoli l'uno all'altro, contrari al
piacere comune. La conclusione inevitabile di una concezione del genere e che l'amore none altro che
un'apparenza da salvaguardare accuratamente per non svelare cio che realmente si na sconde dentro di
essa: l'egoismo piu avido, quello che fa sfruttare l'altro per se stessi, peril proprio « maximum di piacere».
Ela persona allora e e non cessa di essere un mezzo, cosl. come ha esattamente rilevato Kant nella sua
critica all'utilitarismo.

Cosl., al posto dell'amore, realta presente in un uomo e in una donna, e che consente loro di abbandonare
l'atteggiamento di godimento reci proco consistente nell'utilizzare l'altra persona come un mezzo per rag
giungere il proprio fine, l' uti litarismo introduce questo rapporto para dossale: ciascuna delle due persone
cerca di preservare il proprio egoi smo, e nello stesso tempo accetta di servire l'egoismo dell'altro, dal mo
menta che gli viene offerta cosl l'occasione di soddisfare il proprio; anzi l'accetta solo a questa condizione.
La struttura paradossale di simili rap porti, struttura non soltanto plausibile ma effettivamente inevitabile,
quando si accettino lo spirito e l'atteggiamento utilitaristici, e la prova

che la persona ( non soltanto quella altrui ma anche la mia) si declassa ver amente alla stregua di mezzo, di
strumento. E una necessita dolorosa e logicamente inevitabile, una specie di antitesi del
comandamento
dell'amore: « E necessario che io consideri me stesso come strumento e mezzo, giacche cosl considero gli
altri ».

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6. IL COMANDAM ENT O DELL'AM O RE E LA NORMA PERSONALISTICA

II comandamento formulato nell'Evangelo ingiunge all'uomo di amare il suo prossimo, i suoi simili;
ingiunge l'amore della persona. lnfatti Dio, che il comandamento dell'amore nomina al primo posto, e
persona per ec cellenza. II mondo delle persone e diverso e, per natura, superiore al mon do delle cose
( delle non-persone), per il fatto che e stato creato ad imma gine di Dio. Esigendo l'amore della persona,
questo comandamento viene indirettamente a contrapporsi al principio dell'utilitarismo dal momenta che
questo, come abbiamo gia avuto modo di dimostrare nell'analisi pre cedente, none in grado di assicurare la
presenza dell'amore nei rapporti tra gli uomini, tra le persone. L'opposizione trail comandamento
evangeli co e il principio utilitaristico e indiretta, perche il comandamento dell'amore non enuncia
espressamente quel principio che consente di realizzare I'amore nei rapporti tra le persone. Tuttavia, il
comandamento di Cristo si colloca, se cosl si puo dire, su un piano diverso dal principio dell'utilitarismo,
costi tuisce una norma di altro livello. Non concerne direttamente la stessa cosa ; il comandamento ci parla
dell'amore verso le persone, mentre il principio dell'utilitarismo indica il piacere come la base non soltanto
dell'azione ma anche della regolamentazione delle attivita umane. Analizzando l'utilitari smo, abbiamo
constatato che partendo dalla norma che esso ammette non arriveremmo mai all'amore. II principio
dell'uso e del godimento si mette- 1 rebbe sempre di traverso sul nostro cammino verso l'amore , e questo
per il fatto che tratteremmo la persona come un mezzo per raggiungere il fine, in questo caso il piacere, il
maximum di piacere.

II principio dell'utilitarismo e il comandamento dell'amore si contrap pongono, perche alla luce di questo
principio il comandamento dell'amore perde addirittura di significato . E evidente che al principio dell'uti
litari smo resta connessa una certa assiologia: in base a questa, il piacere non e soltanto l'unico valore ma
anche il piu alto. Rinunceremo peril moment a ad analizzarlo. E chiaro tuttavia che se il comandamento
dell'amore e l'amore, suo oggetto, devono· conservare il loro significato, e necessario far sl che si
fondino su un principio diverso da quello dell'utilitarismo, su un'assiologia e una norma principale diverse, e
cioe sul principio e sulla norma personalistici. Questa norma, nel suo cbntenuto negativo, costat a che la
personae un bene che non s'accorda con l'utilizzazione, ii! quanto non puo essere trattata come un oggetto
di uso, quindi come un mezzo. II suo contenuto positivo si sviluppa parallelamente: la persona e un bene al
punto che solo l'amore puo dettare l'atteggiamento adatto e interamente valido a suo riguardo. E quanto
enuncia il comandamento dell'amore.

Possiamo affermare di conseguenza che il comandamento dell'amore sia una norma personalistica? A rigor
di termini, esso si basa soltanto su una

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esso, vengono a legarsi di un autentico, di un oggettivo legame d'amore, che consente loro di liberarsi dal
soggettivismo e dall'inevitabile egoismo che ne deriva12 •

L'amore e comunione di persone.

A una formula del genere un utilitarista coerente puo contrapporre ( ed e obbligato a farlo) soltanto
un'armonia di egoismi, armonia ambi gua, perche, come abbiamo vista, per la sua stessa essenza, l'egoismo
e

senza vie d'uscita. E possibile armonizzare diversi egoismi? Si puo, per

esempio nel campo sessuale, armonizzare quello della donna e quello dell'uomo? Senza dubbio e possibile,
in base al principio « maximum di piacere per ciascuna delle due persone», ma l'applicazione di questo
principio non riuscira mai a farci uscire dal circolo vizioso degli egoismi: Questi continueranno ad esser in
questa armonia quello che erano pri ma, salvo che l'egoismo maschile e l'egoismo femminile
diventeranno utili e vantaggiosi l'uno all'altro. Nel momenta in cui il vantaggio comu, - · ne e la comune
utilita cessano, di tutta questa armonia non resta piu niente. L'amore non rappresenta piu nulla allora
nelle persone, e piu nulla tra loro; non e piu una realta oggettiva, perche manca di quel bene oggettivo
senza il quale non puo esistere. Cosl. concepito, l'« amore » e una fusione di egoismi combinati in modo da
non risultare sgradevoli l'uno all'altro, contrari al piacere comune. La conclusione inevitabile di una
concezione del genere e che l'amore none altro che un'apparenza da salvaguardare accuratamente per non
svelare cio che realmente si na sconde dentro di essa: l'egoismo piu avido, quello che fa sfruttare l'altro
per se stessi, per il proprio « maximum di piacere » . E la persona allora e

e non cessa di essere un mezzo, cosl. come ha esattamente rilevato Kant nella sua critica all'utilitarismo.

Cosl., al posto dell'amore, realta presente in un uomo e in una donna, e che consente loro di abbandonare
l'atteggiamento di godimento reci proco consistente nell'utilizzare l'altra persona come un mezzo per rag
giungere il proprio fine, l'utilitarismo introduce questo rapporto para dossale: ciascuna delle due persone
cerca di preservare il proprio egoi smo, e nello stesso tempo accetta di servire l'egoismo dell'altro, dal mo
menta che gli viene offerta cosl. l'occasione di soddisfare il proprio; anzi l'accetta solo a questa condizione.
La struttura paradossale di simili rap porti, struttura non soltanto plausibile ma effettivamente inevitabile,
quando si accettino lo spirito e l'atteggiamento utilitaristici, e la prova

che la persona ( non soltanto quella altrui ma anche la mia) si declassa ver amente alla stregua di mezzo, di
strumento. E una necessita dolorosa e logicamente inevitabile, una specie di antitesi del comandamento
dell'am ore: «E necessario che io consideri me stesso come strumento e mezzo, giacche cosl. considero gli
altri ».

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6. IL COMANDAMENTO DELL'AMORE E LA NORMA PERSONALISTICA

11 comandamento formulato nell'Evangelo ingiunge all'uomo di amare il suo prossimo, i suoi simili;
ingiunge l'amore della persona. Infatti Dio, che il comandamento dell'amore nomina al primo posto, e
persona per ec cellenza. 11 mondo delle persone e diverso e, per natura, superiore al mon do delle cose
( delle non-persone), per il fatto che e stato creato ad imma gine di Dio. Esigendo l'amore della persona,
questo comandamento viene indirettamente a contrapporsi al principio dell'utilitarismo dal momenta che
questo, come abbiamo gia avuto modo di dimostrare nell'analisi pre cedente, non e in grado di assicurare la
presenza dell'amore nei rapporti tra gli uomini, tra le persone. L'opposizione trail comandamento
evangeli co e il principio utilitaristico e indiretta, perche il comandamento dell'amore non enuncia
espressamente quel principio che consente di realizzare l'amore nei rapporti tra le persone. Tuttavia, il
comandamento di Cristo si colloca, se cosl. si puo dire, su un piano diverso dal principio dell'utilitarismo,
costi tuisce una norma di altro livello. Non concerne direttamente la stessa cosa; il comandamento ci parla
dell'amore verso le persone, mentre il principio dell'utilitarismo indica il piacere come la base non soltanto
dell'azione ma anche della regolamentazione delle attivita umane. Analizzando l'utilitari smo, abbiamo
constatato che partendo dalla norma che esso ammette non arriveremmo mai all'amore. 11 principio
dell'uso e del godimento si mette- 1 rebbe sempre di traverso sul nostro cammino verso l'amore, e questo
peril fatto che tratteremmo la persona come un mezzo per raggiungere il fine , in questo caso il piacere, il
maximum di piacere.

11 principio dell'utilitarismo e il comandamento dell'amore si contrap pongono, perche alla luce di questo
principio il comandamento dell'amore perde addirittura di significato. E evidente che al principio
dell'utilitari smo resta connessa una certa assiologia: in base a questa, il piacere non e

soltanto l'unico valore ma anche il piu alto. Rinunceremo peril momenta ad analizzarlo. E chiaro tuttavia
che se il comandamento dell'amore e l'amore, suo oggetto, devono· conservare il loro significato, e
necessario

far sl. che si fondino su un principio diverso da quello dell'utilitarismo, su un'assiologia e una norma
principale diverse, e cioe sul principio e sulla 1 norma personalistici. Questa norma, nel suo contenuto
negativo, costata che la personae un bene che non s'accorda con l'utilizzazione, i quanta non puo essere
trattata come un oggetto di uso, quindi come un mezzo. 11 suo contenuto positivo si sviluppa
parallelamente: la persona e un bene al punto che solo l'amore puo dettare l'atteggiamento adatto e
interamente

alido a suo riguardo. E quanta enuncia il comandamento dell'amore.

Possiamo affermare di conseguenza che il comandamento dell'amore sia una norma personalistica? A rigor
di termini, esso si basa soltanto su una

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norma del genere, considerata come principio dal duplice contenuto, posi tivo e negativo. Non e quindi
una norma personalistica in senso stretto, ma ne risulta. La norma personalistica e un principio ( norma
fondamenta le) che costituisce la base del comandamento dell'amore, al contrario del principio
utilitaristico. Bisogna cercare la base del comandamento dell'amore in una assiologia diversa da quella
utilitaristica, in un altro or dine di valori, e questa assiologia non puo essere che quella personalistica, quella
in cui il valore della persona viene sempre considerato superiore al valore del piacere ( e per questa
ragione, la persona non puo essere subor

' dinata al piacere, ne puo servire da mezzo per raggiungerlo ). Quindi, il comandamento dell'amore non si
identifica con la norma personalistica ma si limita a porla come principio, cosl. come implica anche
l'assiologia personalistica, si puo dire in senso lato che sia una norma personalistica. La formula esatta del
comandamento e: « Arna la persona», mentre quella della norma personalistica dice: « La persona e un
bene nei confron ti del quale solo l'amore costituisce l'atteggiamento adatto e valido ». La norma
personalistica giustifica quindi il comandamento evangelico. Pren dendolo con la sua giustificazione, si puo
di conseguenza vedervi una nor

ma personalistica.

Questa, in quanto comandamento, determina e raccomanda una certa forma di rapporto verso Dio e verso
gli uomini, un certo atteggiamento da adottare nei loro riguardi. Questa forma di rapporto, questo
atteggiamen to, sono conformi alla persona, al valore che essa rappresenta, quindi so no onesti. L'onesta in
quanto e la base della norma personalistica supera l'utilita ( che l'utilitarismo ammette come solo
principio ), ma non la re spinge, la mette in secondo piano: tutto cio che e onestamente utile nei rapporti
con la persona rientra nel comandamento dell'amore .

Determinando e raccomandando un modo di trattare le persone, un certo atteggiamento verso di esse, la


norma personalistica, in quanto co mandamento dell'amore, implica che questi rapporti e questo atteggia
mento siano non soltanto onesti ma anche giusti. Perche e giusto cio che e equamente dovuto all'uomo.
Ora e equamente dovuto alla persona d'ess,e re trattata come oggetto d'amore e non come oggetto di
utilizzazione. Pos siamo dire che la giustizia esige che la persona sia amata e che sarebbe con trario alla
giustizia servirsi della persona come di un mezzo. lnfatti, l'ordi ne della giustizia e piu esteso e piu
fondamentale dell'ordine dell'amore, e

questo fa parte di quello nella misura in cui l'amore costituisce un'esigenza della giustizia. E indubbio che
sia giusto amare l'uomo o Dio, amare la persona. Ma nello stesso tempo, l'amore ( se si prende in
considerazione la

sua essenza) si colloca al di la e al di sopra della giustizia, la sua essenza e diversa. La giustizia si applica alle
cose ( beni materiali o morali, come la buona fama, per esempio) in considerazione delle persone, quindi
concer ne queste piuttosto indirettamente, mentre l'amore le concerne diretta-

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mente ; l'essenza dell'amore comprende l'affe rmazione del valore della per sona in quanto tale. Di
conseguenza, se possiamo affermare a buon diritto che colui che ama una persona e per cio stesso giusto
verso di lei, sarebbe falso pretendere che l'amore di questa persona si riducesse al fatto di esse re giusto
verso di lei. Nel corso della nostra opera, cercheremo di vedere piu nei dettagli in che cosa consista l'amore
della persona. Fin qui abbia mo constatato che l'amore della persona deve fondarsi sull'affermazione del
valore sopra-reale e sopra-utilitario di questa. Colui che ama, cerchera

di provarlo con la propria condotta. E innegabile che in questo modo di ventera giusto nei confronti della
persona in quanto tale13 •

Questo aspetto del problema, questo accostamento dell'amore e della giustizia sulla base della norma
personalistica, e molto importante per l'in sieme delle nostre considerazioni sulla morale sessuale. E qui
che si ha mo

do di definire il concetto di giusto amore della persona, cioe di un amore sempre disposto ad accordare a
ogni uomo cio che gli spetta a titolo di per sona. Nel contesto sessuale, infatti, cio che viene definito come «
amore », con molta facilita puo diventare persino ingiusto verso la persona. Questo non perche la
sensualita e l'affetto abbiano una parte tutta particolare nella formazione dell'amore tra le persone di sesso
diverso ( ritorneremo piu in la su que sto problema), ma piuttosto a causa del fatto che, in parte inconscia
mente e spesso persino consapevolmente, si ammette nel campo sessuale un'interpretazione dell'amore
basata sul principio utilitaristico.

Una simile interpretazione si impone in qualche modo tanto piu facil mente quanto piu gli elementi sensuali
e affettivi dell'amore lo portano na turalmente a tendere verso il piacere. E facile passare, dalla sensazione
di piacere, non soltanto alla ricerca, ma anche alla ricerca del piacere per se

stesso, cioe al riconoscimento del piacere come valore superiore e base del la norma morale. In questo
consiste l'essenza delle deformazioni dell'amo re tra l'uomo e la donna.

Dal momento che si associa con tanta facilita il campo sessuale al con cetto di « amore », e dal momento
che questo campo diventa il terreno di costanti conflitti tra due valutazioni e due norme essenzialmente
diverse , quella personalistica e quella utilitaristica, per delineare meglio il proble ma, e necessario che
mettiamo l'accento sul fatto che l'amore, che e il con tenuto del comandamento evangelico, si riconnette
unicamente alla nor ma personalistica e mai alla norma utilitaristica . Se percio desideriamo trovare delle
soluzioni cristiane nel campo della morale sessuale, e nella norma personalistica che dobbiamo cercarle.
Occorre che esse abbiano il loro punto d'appoggio nel comandamento dell'amore. Benche l'applica zione
totale del comandamento dell'amore nel suo significato evangelico si realizzi attraverso l'amore
soprannaturale di Dio e del prossimo, quest'amore none in contraddizione con la norma personalistica, e
tanto ineno viene realizzato a prescindere da questa norma.

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Al termine di queste considerazioni, sara forse utile ricordare la distin zione che sant'Agostino ha fatto tra
uti e frui. Egli distingue due atteggia menti: l'uno, che consiste nel tender al solo piacere senza tener conto
dell'oggetto, e uti; l'altro e Jrui, che trova la gioia nel modo di trattare in defettibilmente l'oggetto secondo
le esigenze della sua natura. II comanda mento dell'amore mostra la via verso questo frui nei rapporti tra
persone di sesso opposto.

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