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M. Brambilla
A. Pedacchiola
tutto porta scritt
D. Gritti
A. Bonvecchi

secondo
i nuovi traguard
i
e obiettivi di
apprendimento

CORSO DI RELIGIONE CATTOLICA


PER LA SCUOLA SECONDARIA
DI PRIMO GRADO
NULLA OSTA IMPRIMATUR
Conferenza Episcopale Italiana Vescovo di Brescia

Roma, 21 gennaio 2011 Brescia, 1 febbraio 2011


prot. N. 44/2011 prot. N. 49/2011

Angelo Card. Bagnasco + Luciano Monari


Presidente Vescovo di Brescia

A don Giorgio Pontiggia, senza il quale quest’opera non sarebbe mai esistita.

Coordinamento editoriale: Paolo Casari


Copertina e progetto grafico: Geroldi.com, Cremona
Realizzazione: Garon, Cremona

: questo simbolo indica i materiali che si possono trovare nell’area LA SCUOLA DIGITALE sul sito
www.lascuola.it

L’editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non gli è stato possibile comunicare nonché per eventuali involontarie omissioni o
inesattezze nelle citazioni delle fonti dei brani riportati nel presente volume.
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© Copyright by Editrice La Scuola, 2010


Officine Grafiche «La Scuola», Brescia
INDICE Il Fulcro

Il percorso di quest’anno 6
Come è fatto questo volume 7

Unità 1

... E IO CHI SONO? 30

Unità 2

PIÙ IN LÀ 8
1. La ragione: una finestra aperta sulla realtà 10
2. Tutte le cose portano scritto più in là 12
3. Fede, vertice della ragione 14 TU VALI ! 42
LO SCRIGNO 1. Il valore della persona 44
Testi 2. Valgo se riesco 46
George Gray di Edgar Lee Masters 16 3. Valgo solo se riesco? 48
Musica 4. Uno sguardo che mi valorizza 52
La linea d’ombra di Jovanotti 17 5. Uno sguardo che continua ancora oggi 54
Settle down di Mike Settle 18
LO SCRIGNO
Nel mondo della musica metal
di Lorenzo Parma 19 Testi
Testi Rose di Vicky Aryenyo 56
Oltre le colonne d’Ercole, Dante di Dante Alighieri 20 Cara Kitty di Anna Frank 59
Oltre le colonne d’Ercole, Saba di Umberto Saba 21 Padre Berton in Sierra Leone
Arte di Davide Rondoni 60
Il viandante di Caspar David Friedrich 22 Il campo insegni la disciplina
Icaro di Matisse 23 di Joseph Ratzinger 61
Musica
LENTE D’INGRANDIMENTO Qualcosa che non c’è di Elisa 62
Scienza e fede 24 Martino e l’imperatore di Claudio Chieffo 63
Arte
VERIFICA 28 Lavanda dei piedi di Giotto 64
LENTE D’INGRANDIMENTO LENTE D’INGRANDIMENTO
Il valore della vita nascente 66 Prega chi è realista 96
VERIFICA 68 VERIFICA 100

Unità 3 Unità 4

IL CUORE DELL’UOMO 70 LIBERTÀ 102


1. Il desiderio 72 1. Che cos’è la libertà? 104
Esperienza 72 Esperienza 105
2. La ricetta della felicità 76 2. Quando sento parlare di libertà dicono che… 106
Esperienza 77 Esperienza 106
3. La tua felicità non dipende da te 78 3. Liberi da che cosa? 108
Esperienza 81 Esperienza 109
4. Solo una cosa ti manca 82 4. La vera libertà 110
5. Essere veri e liberi oggi 112
LO SCRIGNO
LO SCRIGNO
Testi
Testi
Discutendo del Grande Fratello 86
Desiderio di stelle di Alessandro D’Avenia 87 Sogno e libertà di Alessandro D’Avenia 114
I sogni veri di Alessandro D’Avenia 87 I prigionieri di Thevenot 115
Luca, le caramelle e quella domanda a Dio 88 Testimonianza di Luca 117
Musica
Ho tutto ma non so che cosa ne sto facendo
di Alessandro D’Avenia 90 Liberi liberi di Vasco Rossi 116
Sereno di Giuseppe Ungaretti 90 Il mio canto libero di Lucio Battisti 118
Aspettiamo insieme di David Gritz e Jonah Lynch 91 Freedom 119
Arte
Musica
La notte che ho visto le stelle di Claudio Chieffo 92 Il figliol prodigo dilapida la sua eredità di
Far finta di essere sani di Giorgio Gaber 93 Rembrandt 120
Arte Il figliol prodigo di Chagall 121
4
L’attesa di Felice Casorati 94 LENTE D’INGRANDIMENTO
L’Angelus di Jean-François Millet 95 La rosa bianca 122
VERIFICA 124 VERIFICA 158

Unità 5 Unità 6

AMICIZIA E AMORE 126 LE RELIGIONI 160


1. Un’esigenza incontenibile 128 Il dialogo interreligioso 162
2. L’amore è… 130 Induismo 163
Esperienza 132 Buddismo 166
3. Che cosa significa veramente “voler bene” 134 Islamismo 170
4. Voglio il tuo bene 136 Ebraismo 174
Ecumenismo e dialogo 176
LO SCRIGNO
LO SCRIGNO
Testi
Testimonianze 142 Un esempio: I quattro di Nazareth 178
La carità genera l’amicizia I testimoni 180
di San Gregorio Nazianzeno 143
VERIFICA 182
Per l’eternità di Miguel Manara 144
Che cosa vuol dire addomesticare?
di Antoine de Saint-Exupery 146
…perché dopo sono felice
di Alessandro D’Avenia 148
Innamoramento di Erika-con-la-kappa 149
Musica
Hai un amico in me di Riccardo Cocciante 150
Ballata dell’amore vero di Claudio Chieffo 151
TRAILER 184
Bronx 186
Arte
Le ali della libertà 187
Noli me tangere di Giotto 152
Cielo d’ottobre 188
LENTE D’INGRANDIMENTO Les choristes 189
Dio è amore 154 Il viaggio della sposa 190
5
Non c’è amore più grande di chi dà la vita per i The Truman show 191
suoi amici 156 La rosa bianca 192
Il percorso di quest’anno
Il protagonista di questo volume sei tu. Stai vivendo un anno decisivo, sei cresciuto nel corpo, nell’intelligen-
za e nello spirito, deciderai del tuo futuro. Questo volume vuole essere uno strumento per aiutarti nella sco-
perta di te stesso e nella conoscenza del pensiero di Gesù sulla vita dell’uomo: Gesù Cristo, morto e risorto,
il Figlio di Dio che la Chiesa afferma essere presente, ha una profonda conoscenza dell’uomo e del signiÀcato
della sua vita che quest’anno approfondirai.
La prima unità prende in considerazione la ragione, quella capacità umana che ci fa scoprire la realtà. Sarai
chiamato ad usarla Àno in fondo, andando al di là della apparenza.
Il fulcro indicherà il metodo da usare per scoprire chi sei: osservare te stesso mentre agisci. Scoprirai che in
tutte le relazioni che costituiscono la vita emerge l’esigenza di essere se stessi, di affermare la tua identità…
Vedrai delinearsi un fattore singolare, misterioso, capace di uniÀcare la vita, di cui dovrai tener conto: la
visione che Gesù ha dell’esistenza umana.
Osserverai poi le esigenze profonde che si riconoscono nell’uomo, per individuare una strada che le possa re-
alizzare. La prima esigenza che puoi ravvisare è quella di non essere inutili, di essere importanti, almeno per
qualcuno. Nella seconda unità ti interrogherai sul tuo valore per comprendere che esso non consiste in quello
che appare o che sai fare ma in un tesoro che è dentro di te: il cuore, luogo del nostro rapporto con Cristo.
Nella terza unità considererai com’è il cuore, centro della persona. Partendo dai desideri scoprirai le esigen-
ze da cui nascono e vedrai come è possibile realizzarle. Constaterai inÀne, che qualsiasi realizzazione non
sarà mai sentita veramente “tua” se non ha coinvolto la tua libertà.
Nella quarta unità vedrai cosa signiÀca “essere liberi” e dov’è la “vera libertà”.
Nella quinta unità affronterai un fattore particolarmente signiÀcativo ed imponente della tua umanità: l’esi-
genza di un’amicizia vera, di amare e di essere amato.
Ti sarai reso conto che, nel percorso proposto, prenderai in esame le caratteristiche fondamentali della tua
persona, e vedrai se le domande che emergono in te possono trovare una risposta. Quel fattore misterioso
che il fulcro ti ha indicato verrà continuamente messo alla prova.
Il volume si conclude poi con una sesta unità che offre un contributo prezioso per arricchire la prospettiva
dell’uomo. In dialogo con le altre fedi religiose, esaminerai la visione del mondo e della vita dell’uomo che
le religioni più diffuse propongono.

6
Come è fatto questo volume
Questo volume vuole aiutare la scoperta di te stesso e proprio per questo, nelle unità successive al fulcro
troverai — inizialmente — un paragrafo che descrive l’esigenza della persona che l’unità vuole mettere a
fuoco.
La domanda “Chi sei?” posta a ragazzi della tua età, provoca generalmente impaccio e smarrimento. Per
rispondere, frequentemente, ci si appella a quello che dicono gli altri su di te.
Questo è un elemento importante perché aiuta a capire che, per scoprire chi tu sia, hai bisogno di qualcun
altro. Tuttavia solo tu puoi comprendere chi sei veramente!
Di fatto ogni giorno attraverso i rapporti con gli amici, la scuola, la pubblicità, i Àlm, i programmi televisivi,
viene proposto un certo modo di essere e di diventare grandi. Nelle unità troverai una sezione che affron-
ta questo aspetto. Vivi immerso in un contesto sociale e culturale che inÁuisce la visione delle cose, del
mondo e persino di se stessi. Dunque non puoi non valutare questo fattore, per questo guarderai che cosa
pensa il mondo, la mentalità comune, in merito all’esigenza descritta nell’unità.
Per crescere occorre prendere in considerazione quanto viene proposto domandandoti se è quello che vuoi
veramente: questo lavoro si chiama critica. In quella sezione giudicherai ciò che normalmente si pensa,
per scoprirne il positivo e valutare se basta oppure se c’è bisogno di qualcosa di più.
Prenderai poi in considerazione la proposta che fa Gesù Cristo alla vita dell’uomo, veriÀcando se essa offre
una possibilità più interessante per l’esistenza di ciascuno.Il quarto passaggio esprime dunque un altro
fattore, la prospettiva cristiana che ancora oggi è posta davanti all’uomo dalla Chiesa e che consiste in un
nuovo modo di considerare la vita e il suo signiÀcato.

Buon cammino!
Gli autori.

7
PIÙ IN LÀ
UN
ITÀ
1

IL TRAGUARDO
L’alunno:
è aperto alla sincera ricerca della verità, sa interrogarsi CONTEN
sul trascendente e porsi domande di senso;
• La ra
UT I :
inizia a confrontarsi con la complessità dell’esistenza. gion
aperta e: una fines
sulla re tra
GLI OBIETTIVI • Tutte altà
le c
Cogliere nelle domande dell’uomo e in tante sue espe- scritto ose portano
“più in
rienze tracce di una ricerca religiosa. • Fede là”
, vertic
della ra e
gione
1. LA RAGIONE: UNA FINESTRA
APERTA SULLA REALTÀ
Per iniziare il cammino di quest’anno c’è una condizione fondamentale
da cui partire: che tu abbia voglia di vedere se nella vita c’è qualcosa di
nuovo da scoprire. Sta a te decidere se essere come la ragazza del qua-
dro, aperto a nuovi orizzonti, o se restare ancorato a quello che già pen-
si di sapere. Osserva quest’opera di Balthus “la ragazza alla finestra”, ci
può far capire che cosa significhi andare più in là.
La finestra è spalancata. Nell’arte la finestra è spesso segno dell’aper-
tura della ragione, infatti aprirla significa spalancarsi al mondo esterno
e far entrare la realtà nella propria vita (la stanza). L’artista ci fa intuire
attraverso alcune linee orizzontali cosa significhi andare più in là: il da-
vanzale, su cui la ragazza ha le mani è il primo ostacolo, il secondo è il
cancello, che si può aprire (lo si capisce dai solchi che delle ruote hanno
lasciato), il terzo è il colle oltre il quale possiamo intuire l’infinito.
Prova a immaginarti il volto della ragazza: come sarà? Probabilmen-
te pieno di stupore, magari con un velo di malinconia perché vorrebbe
essere al di là del cancello. Non lo sappiamo: immedesimati tu! La pre-
senza della sedia fa capire che la ragazza era seduta, poi si è alzata, ha
aperto una finestra e ha guardato fuori. Anche a ciascuno di noi viene
Balthus (Balthasar Klossowski de
chiesto, di ”alzarsi” e fare un lavoro per andare più in là. L’immagine
Rola), Ragazza alla finestra, 1957. New
che abbiamo analizzato ci introduce al cammino di quest’anno: la fine- York, The Metropolitan Musem of Art.

stra aperta rappresenta la tua ra-


gione. Puoi usarla solo per osser-
vare le cose che ci sono nella tua
stanza, cioè nel mondo che già co-
nosci, così facendo cercherai uni-
camente la conferma delle idee
che hai già, senza imparare nul-
la. Oppure puoi impiegarla come
uno strumento che apre a scoprire
cose che ancora non conosci, che
non hai sperimentato, e così cam-
biare il modo di vedere ciò che
ritieni già di sapere! Noi fare-
mo costantemente appello
10 a questo modo di usare la
ragione per compiere un
cammino veramente umano.
UN
ITÀ
PIÙ IN LÀ
1
LA RAGIONE USATA FINO IN FONDO

Maestrale - Eugenio Montale


IL PUNT
S’è rifatta la calma Lameggia nella chiaria Guardare la realtà usando
nell’aria: tra gli scogli parlotta la la vasta distesa, s’increspa, indi si tutta la capacità della ragio-
maretta. spiana beata ne fa cogliere in essa l’ap-
Sulla costa quietata, nei broli, e specchia nel suo cuore vasto co- pello ad andare “più in là”.
qualche palma desta povera mia vita turbata. (…)
a pena svetta. sotto l’azzurro fitto
del cielo qualche uccello di mare
Una carezza disfiora se ne va;
la linea del mare e la scompiglia né sosta mai:
un attimo, soffio lieve che vi s’in- perché tutte le immagini portano
frange e ancora scritto:
il cammino ripiglia. “più in là!”.

Questa poesia è un chiaro esempio di come si possa usare la ragione fino


in fondo. Il poeta, infatti, osserva la realtà, la descrive, si commuove di
fronte ad essa. La nostra ragione ci rende capaci di conoscere la realtà,
di dare un nome alle cose, di intuirne un senso.
Più essa si inoltra nel cammino della conoscenza, più la realtà diventa inte-
ressante e gustosa. È importante non bloccare l’esigenza che la ragione ha di
arrivare a comprendere tutto della cosa o della persona che si ha di fronte.
Infatti, più qualcosa ci appassiona, più desideriamo conoscerlo secondo tutti
i fattori. Se invece non siamo interessati, giudichiamo in modo superficiale,
accontentandoci della prima impressione. Ma il poeta non ha ancora smesso
di mostrarci cos’è la ragione: davanti alla “vasta distesa” del mare, egli sco-
pre, come guardandosi allo specchio, “la sua vita turbata”.
Usare la ragione, infatti, non è solo analizzare precisamente (e freddamen-
te) i vari aspetti della realtà, ma coinvolgere tutta la vita con quel che si
vede. La ragione è vita! E così, davanti allo spettacolo della natura che “ri-
nasce” dopo la tempesta, osservando i gabbiani volare senza sosta, il poeta
scopre il motivo per cui la sua vita è “turbata”: perché tutte le immagini
portano scritto più in là.
Qui c’è il vertice della ragione: essa, volendo conoscere tutto, di fronte
alle creature si rende conto che c’è un “più in là”, un significato che an-
cora non riesce a cogliere ma di cui esse sono segno. La ragione percepi-
IL FULCRO
sce l’esistenza del Mistero, che dà significato ad ogni cosa. Lo percepisce 11
ma non riesce a possederlo, e questo moltiplica l’impeto con cui l’uomo
vuole comprendere il senso della vita. Qui sta tutta la sua grandezza.
2. TUTTE LE COSE PORTANO SCRITTO “PIÙ IN LÀ”
Il desiderio di conoscenza che caratterizza la ragione è mirabilmente
espresso in questo tema: «Tutte le immagini portano scritto “più in là”.
Racconta un’esperienza che ti aiuta a capire questi versi»...

Aprire le ali
Questi versi parlano dell’infinito, delle cose, tutte, che sono un grande uni-
verso che ognuno di noi ha la grazia di poter esplorare. Noi siamo gli uccelli elli
e a noi è data la possibilità di scegliere di stare appollaiati sul ramo di un
albero ad ammirare le montagne e la linea dell’orizzonte, oppure di aprire re
le ali, sfruttare la corrente e svoltare dietro la montagna per vedere ciò chee
prima non vedevamo e varcare l’orizzonte per scoprire ciò che prima non n
immaginavamo. Due possibilità che si possono definire con due nomi: pi-
grizia e curiosità.
Di certo è la curiosità che ci dà una buona impressione: tutti vorrebberoo vo-
lare e varcare l’infinito, ma come è difficile staccarsi da quel ramo che he con le
sue foglie ci dà ombra e con i suoi frutti ci sfama! Quel ramo ci dà la sicurez-
za, mentre il vento che ci aiuta a volare è insicuro e ci fa paura.
Una persona che era logorata dalla curiosità era mia mamma. Lei amava tut- ut-
to ciò che sulla terra è bello, giusto, vero, infinito,, misterioso e irraggiungibi-
le. Irraggiungibile, questa parola mi mette ansia ma a lei infondeva gioia. La
vedevo con i suoi occhi azzurri come il mare chee scrutavano il cielo duran-
te un temporale, mi sembrava cercassero qualcosa, osa, vedevo i suoi occhi che
guardavano i miei e mi sentivo letta dentro. Lei cercava il bello in ogni cosa e
non sostava mai perché sapeva che c’era quel bello. llo. Anche nelle amicizie lei
cercava il profondo che per lei era Dio.
Mia mamma era il poeta che trova le risposte allee grandi domande nelle pic-
cole e grandi cose della vita. Questo tema mi dicee di raccontare un’esperien-
za che mi ha fatto comprendere il valore di questi ti tre versi: non un’esperien-
za ma è un rapporto che me ne ha fatto capire l’importanza. È il rapporto
con mia madre, che era un rapporto tra madre e figlia, tra amica e amica, tra
maestra e alunna e che lo sarà per sempre.
mmagini portano scritto più
Voglio imparare a rendermi conto che tutte le immagini
in là, voglio staccarmi dal ramo e aprire le ali perr volare fino all’irraggiungi-
all’irraggiungi
g-
bile, proprio come faceva mia madre.

12
UN
ITÀ
PIÙ IN LÀ
1
CHE COSA SIGNIFICA VERAMENTE
“ANDARE PIÙ IN LÀ”?
Fatti aiutare dunque dall’esperienza di Jacopo per renderti conto più
profondamente di che cosa significhi andare “più in là”, “arrivare all’ir- IL PUNT
raggiungibile”, diceva il tema della pagina precedente. Andare “più in là” significa
non accontentarsi dell’ap-
parenza, ma scoprire il si-
gnificato delle cose.
Iacopo e la Play Station
Anche quest’anno come l’anno scorso dopo aver fatto i compiti gioco alla Play, mi sono sempre divertito un casino, e
sono anche molto bravo, spesso sfido il mio amico Carlo e altri della tribù dei giocatori. In quest’ultimo periodo però
mi sta succedendo qualcosa di strano. Ho l’ansia di iniziare a giocare e faccio fatica a smettere, mi sembra quasi che
la Play sia diventata per me indispensabile. Quando vinco esulto ma quando perdo mi arrabbio tantissimo e rimango
arrabbiato tutto il giorno. Anzi me la prendo con tutto e con tutti, rispondo ai miei genitori e litigo con mia sorella
anche se non ci sono dei veri motivi. Alla sera spesso mi chiedo: “Perché sono così? Perché non posso smettere, per-
ché non mi libero da questa dipendenza?”
L’ho detto ad amici della mia età e anche a dei grandi e tutti mi dicevano o di non farmi troppi problemi oppure di
smettere, di stare attento perché anche il gioco crea dipendenza, ma non riuscivo a trovare nessuna risposta soddisfa-
cente e utile. Un giorno l’ho raccontato a un prof di cui mi fido che è rimasto molto colpito e subito mi ha detto che
quello che stavo vivendo io l’aveva vissuto anche san Paolo. Mi ha anche letto la citazione che più o meno è così:”Io
non riesco a capire neppure quello che faccio, infatti non faccio quello che voglio ma quello che detesto. C’è in me il
desiderio del bene ma non la capacità di farlo… Sono uno sventurato, chi mi libererà?”.
Mi ha anche detto che ognuno di noi c’è dentro e se non lo riconosce è perché è presuntuoso, che non c’è da scan-
dalizzarsi, c’è invece da cercare qualcosa di più soddisfacente e affascinante. Devo cercare qualcosa di più bello per
vincere quella dipendenza che mi fa star male. Sono alla ricerca.

Nella prima parte del suo scritto Iacopo vive la Play come qualcosa che
lo coinvolge totalmente. Per lui andare più in là significa salire di livello,
sfidare amici sempre più bravi fino a diventare un “campionissimo”, fare
giochi sempre più difficili ed impegnativi così da affinare tutte le proprie
capacità, e andare sempre oltre. Qui andare più in là è inteso nel senso
di desiderare sempre qualcosa d’altro, che è il motivo per cui si desidera
fare nuove esperienze, ma che può far trattare la realtà come un gioco alla
Play: non appena hai raggiunto un livello, devi saltare a quello successivo,
e poi passare a quello dopo: è uno “zapping” continuo che non fa gustare
nulla. La seconda parte del testo di Iacopo fa capire un secondo modo di
vivere: quel “più in là” di cui parla Montale nella sua poesia ovvero anda-
re più in là nel senso di andare più a fondo. Si tratta qui di non accon-
tentarsi dell’apparenza, per esempio non basta considerare una persona
Una pubblicità IL FULCRO
appena conosciuta solo dal modo di vestire o di atteggiarsi, c’è ben di più della PSP.
13
da scoprire: il suo significato! Andare più in là in questo modo è quello più
adeguato al grande dono della ragione. La vita diventa una ricerca.
3. FEDE, VERTICE DELLA RAGIONE
Andare più in là smentisce un certo modo di pensare per cui sembra che
si possa essere certi solo di ciò che “si vede e si tocca”.
In realtà nella vita noi siamo normalmente certi di cose che non ve-
diamo, il pensiero dell’altro, ad esempio, o l’amore di nostra mamma,
la sincerità dei nostri amici... in tutti questi casi — e in molti altri —
noi conosciamo le cose non tanto perché le vediamo e le tocchiamo,
ma perché osservando dei segni concludiamo che c’è una realtà che sta
all’origine di questi: non vedo il pensiero del mio amico ma lo sento par-
lare, osservo i gesti che fa mia mamma e concludo che mi vuole bene, i
miei amici mi danno prova con il loro comportamento di tenere alla mia
amicizia. Ciò che vale in questi casi, a maggior ragione è valido per il
mondo intero: per chi lo guarda andando “più in là”, esso è un grande
segno che rimanda ad un Mistero che ne è il significato e l’origine. Cre-
dere nell’esistenza di tale Mistero è il vertice della ragione.
San Paolo, parlando di questa capacità della ragione data agli uomini,
diceva che “ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso
lo ha manifestato a loro. Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua
eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla crea-
zione del mondo attraverso le opere da lui compiute.“ (Rm 1,19-20)
La Chiesa stessa dice che Dio può essere Conosciuto con certezza con il
lume della ragione umana partendo dalle cose create. L’uomo ha questa
capacità perché creato “a immagine di Dio”. Giovanni Paolo II nella sua
enciclica Fides et Ratio, scrive che “la fede e la ragione sono come le
due ali con le quali lo spirito umano si innalza verso la contemplazione
della verità. Egli ha posto nel cuore dell’uomo il desiderio di conoscere
la verità e, quindi, di conoscere Lui perché, conoscendolo e amandolo,
possa giungere anche alla piena verità su stesso”.

14
UN
ITÀ
PIÙ IN LÀ
1
IL MISTERO SI È FATTO CONOSCERE
La ragione, usata correttamente, può conoscere Dio a partire dalle sue
opere. Ma il volto di quel Dio resterà sempre lontano e misterioso.
Nei due volumi precedenti che hai percorso, però, sei venuto a cono- IL PUNT
scenza del fatto che quel Mistero si è rivelato in Gesù Cristo. Il vertice della ragione che
va oltre l’apparenza è la
La fede cristiana, dunque, non consiste più solo nel credere un Dio cre- percezione dell’esistenza
atore di tutte le cose, ma arrivare a dire: “io credo a Costui, Egli dice la del Mistero. Questo Miste-
verità quando afferma:Io sono la via, la verità, la vita e quando svela: Io ro si è rivelato in Gesù Cri-
e il padre siamo una cosa sola”. sto.
Tutta la ragione sarà esaltata e mossa dal desiderio di conoscere più a
fondo quel fatto: Cristo risorto che continua ad essere presente nella
storia. Chi vuole andare oltre l’apparenza e lanciarsi alla ricerca del
significato della vita si trova così di fronte ad una proposta che inte-
ressa il modo di pensare la realtà e se stessi. Non sarebbe ragionevole
scartare a priori quel suggerimento, occorrerà invece osservare come
Gesù Cristo pensa e vive la vita, e paragonare il suo modo di pensare P. Fazzini, Bozzetto per Cristo risorto.
l’esistenza al nostro. Assisi, Coll. Eredi Fazzini.

IL FULCRO
15
LO SCRIGNO

> testi “GEORGE GRAY”


EDGAR LEE MASTERS, Antologia di Spoon River

Edgar Lee Masters visse perlopiù a Molte volte ho studiato


Chicago facendo l’avvocato, anche la lapide che mi hanno scolpito:
se la sua aspirazione era quella di una barca con vele ammainate, in un porto.
fare il poeta. Ebbe un imprevisto In realtà non è questa la mia destinazione
successo nell’Antologia di Spoon Ri- ma la mia vita.
ver, dove l’autore immagina di per-
correre il cimitero di quella piccola Perché l’amore mi si offrì e io mi ritrassi dal suo inganno;
città americana leggendo le lapidi il dolore bussò alla mia porta, e io ebbi paura;
(la lastra posta sulla tomba): ogni l’ambizione mi chiamò, ma io temetti gli imprevisti.
lapide racconta la storia del defun-
to, descrivendone il personaggio. Malgrado avevo fame di un significato nella vita.
Nascerà così un quadro descrittivo e adesso so che bisogna alzare le vele
della cittadina di Spoon River. Il e prendere i venti del destino,
libro ebbe un successo clamoroso, dovunque spingano la barca.
che restò però l’unico nella vita
del poeta. Questa poesia ci aiuta Dare un senso alla vita può condurre alla follia
a capire che cosa significhi andare ma una vita senza senso è la tortura
veramente più in là. Il personaggio dell’inquietudine e del vano desiderio
in questione è caratterizzato da una è una barca che anela al mare eppure lo teme.
barca in un porto, come a dire che
dopo un lungo viaggio, ora il de-
funto riposa nel posto in cui dove-
va arrivare. In realtà George Gray
non è mai partito. Non è mai anda-
to “più in là”, nella sua vita è sempre
stato fermo, non ha mai ascoltato
quel desiderio di un significato nel-
la vita. Ma ora non può rimandare,
a qualunque costo occorre alzare le
vele e prendere i venti del destino.

Vincent Van Gogh, Barche


16 da pesca sulla spiaggia
di Saintes-Maries, 1888,
San Pietroburgo, Museo
Hermitage.
UN
ITÀ
PIÙ IN LÀ
1

> musica “LA LINEA D’OMBRA”


JOVANOTTI

Questa canzone di Jovanotti narra Mi offrono un incarico di responsa- dove si va,


di un giovane marinaio che, davan- bilità mi hanno detto che una nave cosa si sarà
ti ad una possibilità, riconosce una c’ha bisogno di un comandante che responsabilità si hanno nei con-
prospettiva nuova, deve superare la mi hanno detto che la paga è inte- fronti degli esseri umani che ti vivo-
linea d’ombra dell’incertezza. ressante no accanto
e il carico è segreto ed importante. e attraverso questo vetro vedo il
La linea d’ombra la nebbia che io Il pensiero della responsabilità si è mondo come una scacchiera
vedo a me davanti fatto grosso è come dover saltare al dove ogni mossa che io faccio può
per la prima volta nella vita mia mi di là di un fosso cambiare la partita intera
trovo che mi divide dai tempi spensierati ed ho paura di essere mangiato
a saper quello che lascio e a non sa- di un passato che è passato ed ho paura pure di mangiare
per immaginar quello che trovo saltare verso il tempo indefinito mi perdo nelle letture, i libri dello
mi offrono un incarico di responsa- dell’essere adulto zen ed il vangelo
bilità di fronte a me la nebbia mi nascon- l’astrologia che mi racconta il cielo
portare questa nave verso una rotta de la risposta alla mia paura galleggio alla ricerca di un me stes-
che nessuno sa. cosa sarò dove mi condurrà la mia so con il quale poter dialogare
È la mia età a mezz’aria natura? ma questa linea d’ombra non me la
in questa condizione di stabilità La faccia di mio padre prende forma fa incontrare.
precaria sullo specchio (…) Mi offrono un incarico di respon-
ipnotizzato dalle pale di un ventila- lui giovane io vecchio sabilità
tore sul soffitto le sue parole che rimbombano den- domani andrò giù al porto e gli dirò
mi giro e mi rigiro sul mio letto tro al mio orecchio che sono pronto a partire
mi muovo col passo pesante in que- “la vita non è facile ci vuole sacrifi- getterò i bagagli in mare studierò le
sta stanza umida di un porto che cio un giorno te ne accorgerai e mi carte e aspetterò di sapere
non ricordo il nome (…) dirai se ho ragione” per dove si parte
e per la prima volta so cos’è la no- arriva il giorno in cui bisogna pren- quando si parte
stalgia la commozione. dere una decisione e quando passerà il monsone dirò
(…) è dolce stare in mare quando e adesso è questo giorno di monsone levate l’ancora diritta
son gli altri a far la direzione col vento che non ha una direzione. avanti tutta questa è la rotta
senza preoccupazione Guardando il cielo un senso di op- questa è la direzione
soltanto fare ciò che c’è da fare pressione questa è la decisione
e cullati dall’onda notturna sognare ma è la mia età
la mamma... il mare. dove si sa come si era e non si sa
17
LO SCRIGNO

> musica “SETTLE DOWN”


MIKE SETTLE

In questa canzone il protagonista I’m going down the highway, Cammino lungo l’autostrada, an-
sta viaggiando alla ricerca di qual- goin’ to another town dando verso un’altra città; forse
cosa, non dice che cosa, ma questo maybe when I find what I’m looking quando avrò trovato quello che sto
“qualcosa” lo farà sentire a casa. Per for cercando, allora mi fermerò. Aiuta-
questo, entrando da straniero in then maybe I’ll settle down. mi fratello, sono uno straniero nella
una città, chiede di essere aiutato tua città; aiutami sorella e allora mi
a trovare quello che sta cercando, Why don’t you help me brother fermerò. Ho percorso la mia strada
così da potersi fermare. I’m stranger in your town da Boston fino alla baia di San Fran-
why don’t you help me sister cisco; ma ciò che sto cercando non
then maybe I’ll settle down. l’ho trovato lungo il cammino.
Molte volte ho girovagato, ma non
I’ve worked my way from Boston ho mai trovato qualcosa che mi ap-
to that San Francisco bay pagasse, non c’è gusto a guardare
baby what I was lookin’ for un tramonto quando si è lontani da
I couldn’t find along the way. casa. Ho lavorato nelle fabbriche
di Pittsburgh e sulle colline del
Never been contented Tennessee, ma ciò che voglio è tro-
no matter when I roamed vare qualcosa da fare per mettermi
oh, it ain’t no fun see a settin’ sun l’animo in pace.
when you far away from home.

I’ve worked in the mills in Pittsburgh


and the hills of Tennessee
baby all I want is to find a job
that will set my mind at case.

18
UN
ITÀ
PIÙ IN LÀ
1

> musica “NEL MONDO DELLA MUSICA METAL”


LORENZO PARMA

Il brano seguente narra la nascita genere metal e voleva recuperare í degli spunti positivi e che occorre
di una passione: quasi per caso il testi in italiano, proprio per andare quindi affrontare ciò che ci viene pro-
protagonista ha iniziato ad apprez- a fondo di ciò che ci piace e capire posto con la voglia di conoscere e sen-
zare la musica metal. È interessante cosa ci sia dietro una determinata za troppi preconcetti, perché solo in
notare che questo ragazzo ha ascol- canzone. Il mio intento era quello di questo modo si scoprono le cose belle
tato veramente quella musica: ha aiutarlo, ma poi non siamo riusciti a che c’entrano con la nostra vita.
scoperto infatti che le parole delle trovarci per lavorare sui testi e alla Due canzoni mi hanno particolar-
canzoni narrano di un desiderio, fine ho dovuto prendermi questo mente colpito: I can e poi Escape. I
quello di decidere della propria impegno da solo, io che non ascol- can esprime la convinzione del can-
vita, che è anche il suo. Conoscere tavo né Metallica, né Iron Maiden, tante di poter fare tutto, di poter
quella musica gli ha fatto conoscere né niente di tutto questo. I pezzi ottenere tutto, in forza di una su-
di più se stesso. contengono sicuramente musiche periorità rispetto agli altri. Escape
discrete e assoli ineguagliabili, che vuole affermare la propria identi-
lo non sono appassionato di musica, possono entusiasmare chi li ascolta, tà rispetto alla moda, a quello che
ne ascolto poca e non conosco nem- e molti miei amici si sono proprio pensano gli altri. Così compare un
meno la musica metal. Sì, ne avevo appassionati al metal, senza però desiderio di evadere da un mondo
sentito parlare, avevo forse sentito comprendere il significato delle pa- che intrappola la tua persona e ti
qualche pezzo, ma non avevo mai role, che per il cantante sono la sua dice cosa devi fare. Entrambi i testi
letto i testi delle canzoni. Così mi vita, il suo tormento. dicono di una voglia di affermare se
sono occupato di musica solo perché Tutto ciò mi ha fatto capire che in stessi, di dire «io», di decidere della
un mio amico era appassionato del molte cose che non conosco sco ci sono propria vita.

Sotto: il gruppo
po metal degli
Iron Maiden in concerto.
A sinistra: i Metallica visti
dalla famiglia a Simpson.
A destra: un fan dei Metallica,
Homer Simpson.son.

19
LO SCRIGNO

> testi “OLTRE LE COLONNE D’ERCOLE, DANTE”


DANTE ALIGHIERI, Inferno, XXVI canto, vv. 118-120

Uno dei miti che più di ogni altro miti posti alla conoscenza dell’uomo, questi versi così:
incarna la figura dell’uomo che perché l’aldilà non sarebbe stato co- Considerate, fratelli, la vostra natu-
vuole andare oltre ciò che già co- noscibile e percorribile. L’eroe greco ra, mi appello alla vostra libertà.
nosce è Ulisse. Soprattutto Dante rappresenta perciò la condizione di Che cosa è inscritto nella nostra se-
rielabora questo mito. ogni uomo, che esprime il desiderio menza, cioè nella nostra origine?
infinito di oltrepassare quel limite, di Non siete fatti per vivere come ani-
Ulisse, eroe greco della guerra di solcare il mare mai prima navigato; è mali, siate voi stessi, siate uomini
Troia, re di Itaca, personaggio chia- il simbolo dell’uomo teso al Mistero fino in fondo.
ve dell’odissea di Omero, è il prota- che sfida questo divieto e si avven- L’uomo che è fatto di ragione e di
gonista del XXVI canto dell’Inferno, tura dall’altra parte del mondo alla cuore esige la conoscenza della ve-
della Divina Commedia dantesca. ricerca del significato di tutte le cose rità e la possibilità di un bene per la
Ulisse racconta a Virgilio e a Dante il e perciò della possibilità di essere fe- vita, per questo sfida la realtà. Ulis-
suo ultimo viaggio: dopo essere riu- lice. Il racconto prosegue… “Misi me se e i suoi amici navigano per cinque
scito a tornare ad Itaca, attraversan- per l’alto mare aperto”: il mare qui è mesi, poi appare la montagna del
do innumerevoli rischi e difficoltà, simbolo dell’infinito, e il verso ci in- Purgatorio, oltre le colonne d’Erco-
sente rinascere in lui “quell’ardore” dica l’esigenza della ragione di dare le, gigantesca. Sembravano convinti
invincibile, di “divenir del mondo senso a tutte le cose; “sol con un le- di esserci quasi, ma improvvisamen-
esperto, e delli vizi umani e del va- gno e con quella compagna picciola te una tempesta si avventa sull’im-
lore”. Tutto ciò che poteva fermarlo: da la qual non fui diserto”: insieme a barcazione, un vortice fa girare la
l’amore per il vecchio padre, per la me ci sono i miei amici che mi sono ri- nave su se stessa più volte e infine
moglie che lo aveva aspettato per masti fedeli. Ci vuole una compagnia, essa affonda, ricoperta dal mare.
vent’anni rimanendogli sempre fe- ci vogliono degli amici per sostene- Ulisse è il simbolo dell’ umanità che
dele, e per il figlio, ritrovato dopo re il coraggio di quella sfida che è la sfida, che va fino in fondo alla pro-
tanti anni, non regge il confronto con vita. Ma, ci racconta Dante, i compa- pria sete di conoscenza, di verità,
quel desiderio di conoscenza, quella gni sono titubanti, timorosi di andare di bellezza, di amore, di giustizia,
voglia che l’uomo ha di comprende- fino in fondo all’avventura della vita, ma che non riesce ad arrivare al suo
re il bene e di praticarlo nella vita, così Ulisse li chiama fratelli, nel mo- compimento con la sola ragione e
di costruire qualcosa di buono per sé mento decisivo li sente proprio fra- con le sole proprie capacità.
e per gli altri. Così egli, ormai vec- telli, li sente uguali a sè, a tutti gli Dante valorizza appieno questo tenta-
chio, riprende il mare insieme ai suoi uomini e così li invita a condividere tivo di Ulisse, ma nello stesso tempo ci
compagni di avventura, e dopo aver con lui l’esperienza di questa sfida: indica il limite: la ragione umana desi-
vagato per tutti i luoghi possibi- andare oltre le colonne d’Ercole. dera Dio, ne può concepire l’esisten-
li, si dirige verso le Colonne Considerate la vostra semenza: za, ma non lo può conoscere contando
20 d’Ercole, cioè lo Stretto di fatti non foste a viver come bruti, solo sulle sue forze. È necessario che
Gibilterra, considerato dalla ma per seguir virtute e canoscenza. Dio decida di farsi conoscere dall’uo-
tradizione pagana simbolo dei li- (vv. 118-120) Potremmo parafrasare mo, attraverso una Rivelazione.
UN
ITÀ
PIÙ IN LÀ
1

“OLTRE LE COLONNE D’ERCOLE, SABA”


> testi UMBERTO SABA, Il Canzoniere, Einaudi

Anche il poeta Umberto Saba si confronta con Ulisse, simbolo Nella mia giovinezza ho navigato
e metafora dell’uomo alla ricerca dell’infinito, che attraversa la lungo le coste dalmate1. Isolotti
vita come un instancabile viaggio alla scoperta del proprio de- a fior d’onda emergevano, ove raro
stino. In questa poesia il poeta si riconosce nell’antico eroe gre- un uccello sostava intento a prede2,
co, a lui accomunato da uno spirito indomito e mai acquietato coperti d’alghe, scivolosi, al sole
che lo spinge ad una incessante ricerca. belli come smeraldi. Quando l’alta
marea e la notte li annullava3, vele
sottovento4 sbandavano più al largo,
per fuggirne l’insidia. Oggi il mio regno
è quella terra di nessuno5. Il porto
accende ad altri i suoi lumi; me al largo
sospinge ancora il non domato spirito,
e della vita il doloroso amore.

1 coste dalmate: coste della Dalmazia.


2 intento a prede: cercando di catturare una preda.
3 annullava: li oscurava alla vista.
4 vele sottovento: barche a vela che navigavano al riparo dal
vento.
5 il mio regno... di nessuno: la mia patria è quel luogo che
nessuno conosce e dove nessuno abita.

William Blake, Ulisse nell’In- 21


ferno di Dante, raffigurato
accanto a Diomede nella stessa
fiamma. London, Tate Gallery.
LO SCRIGNO

> arte “IL VIANDANTE”


CASPAR DAVID FRIEDRICH

Spesso la sensibilità degli artisti


ha espresso il desiderio di anda-
re più in là, di percepire cioè più
profondamente la realtà infinita.
In questo dipinto di Friedrich
l’uomo è, sulla Terra, l’unica cre-
atura a cui la terra non basta, ha
dentro di sé il desiderio di un bene
infinito che con le proprie for-
ze non riesce ad afferrare. È per
questo desiderio del cuore che il
Wanderer (viandante) si rimette in
cammino sulle orme del pellegrino
medievale. Ma se nel Medioevo il
pellegrino procedeva lieto, certo
della meta, il Wanderer del Ro-
manticismo cammina inquieto,
come a tentoni nella nebbia, pieno
di una struggente nostalgia, di un
bene assente (questa è la tristezza).

Dalla bruma emerge il Rosenberg, la


cima più alta, che svetta come una
freccia puntata verso il cielo, è un
invito ad andare al di là dell’appa-
renza delle cose.

Il viandante ha terminato la scala-


ta ed ha raggiunto la vetta. Si erge
solitario, tutto proteso ad osserva-
re l’ultimo orizzonte, Sembra voler
condurre il nostro sguardo là
22 dove è diretto il suo, verso l’in-
Caspar David Friedrich, Viandante
finito, oltre il mare di nebbia. sul mare di nebbia, 1818, Hamburger
Kunsthalle.
UN
ITÀ
PIÙ IN LÀ
1

Icaro era il figlio di Dedalo, l’inventore del labi-


> arte “ICARO” rinto realizzato a Creta. Minosse, re di Creta, una
MATISSE volta terminata l’opera, imprigionò nel labirinto i
due costruttori temendo che ne svelassero i segre-
ti. Dedalo ed Icaro però riuscirono a fuggire co-
struendo delle ali con delle penne di uccello tenu-
Henri Matisse, che è uno dei più noti artisti
te insieme da cera.Malgrado gli avvertimenti del
del ventesimo secolo, disse: Io vado in que-
padre, Icaro cominciò a salire sempre più in alto
sto momento, come tutte le mattine, a fare la
attirato dallo splendore del sole, fino a quando il
mia preghiera, con la matita in mano, davan-
calore fuse la cera, facendolo precipitare in mare
ti ad un melograno coperto di fiori nei diver-
dove morì.
si stadi della fioritura e spio la loro trasforma-
zione, facendo questo non con uno spirito
scientifico ma compenetrato di ammirazio-
ne per l’opera divina. Non è questo un modo
di pregare? Ed io non faccio che (ma, in fon-
do, io non faccio niente, perchè è Dio che
conduce la mia mano) rendere evidente per
gli altri l’intenerimento del mio cuore.

Il mito di Icaro ricordava agli antichi che l’uomo


non doveva spingersi “oltre”, ambire a mete su-
periori alle proprie forze, non doveva infrangere il
limite stabilito dagli Dei per l’uomo.

L’Icaro di Matisse è diverso dall’Icaro antico, è


l’immagine di come siamo fatti: fragili e pieni di
limiti come lo è quella sagoma nera, con le brac-
cia aperte tra le stelle nel cielo blu. Quest’uomo
apparentemente non è niente, ma c’è un punto,
un punto rosso: il cuore, che è segno del suo insa-
ziabile desiderio di infinito di qualcosa che lo sod-
disfi pienamente.

23
Matisse, Icaro, 1947. New York,
The Metropolitan Museum of Art.
LENTE D’INGRANDIMENTO

riosità scientifica e la mossa dell’uomo derno ha scoperto di avere questa grande


scienziato, nascono dall’attrattiva che la possibilità per conoscere e dominare la
realtà esercita sull’uomo stesso. natura. Il metodo ha però un campo di
Dunque scienza e fede hanno origine azione ristretto, perché ci parla solo degli
SCIENZA E FEDE entrambe dalla stessa condizione esisten- aspetti misurabili e quantitativi dei feno-
La scienza ha una posizione predo- ziale dell’uomo, che riconosce in sé ed in meni, nasce dall’esigenza di rispondere ai
minante negli interessi e nelle proble- ciò che lo circonda qualcosa che richiede perché dell’uomo ma non può risponde-
matiche dell’uomo contemporaneo. I una spiegazione di senso necessaria per la re alle domande più profonde e decisive,
traguardi scientifici si spostano sempre vita. quelle che riguardano il significato del
più avanti e la corsa alle nuove scoperte La scienza è caratterizzata da un sorpren- mondo, lo scopo della vita e di ogni cre-
sembra inarrestabile. Anche le applica- dente metodo di indagine della realtà, atura.
zioni derivate sono sempre più ampie e da ciò che è infinitamente piccolo a ciò La fede cristiana che è adesione a ciò che
interessano aspetti della realtà preceden- che è infinitamente grande e l’uomo mo- afferma un Altro, permette agli uomini
temente impensabili.
Nella mentalità corrente si sente spesso
considerare l’attività scientifica come L’astronauta Mark C. Lee fluttua sopra la Terra.

qualcosa di autoreferenziale, che non


deve avere condizionamenti o vincoli,
quasi di un’attività nella quale l’essere
umano ha una parte secondaria. Tuttavia
se seguiamo l’esperienza umana appas-
sionante di chi ha vissuto e vive in prima
persona la ricerca scientifica, ci si accorge
subito che nell’azione del ricercare tutta
la persona dello scienziato è implicata.
Secondo modalità diverse gli scienzia-
ti sono mossi dal desiderio di cogliere
l’ordine e la direzione del mondo natu-
rale, di scorgere la molteplicità ma anche
l’unità dell’universo.
Possiamo perciò dire che anche la cono-
scenza scientifica, come ogni forma di
conoscenza, è una manifestazione del-
la tendenza naturale dell’uomo a porsi
domande di significato sull’esistenza
propria e dei suoi simili, mai soddisfatto
delle risposte parziali ottenute.
La scienza perciò mostra attraver-
so i suoi protagonisti, di avere
24 radici profonde proprio nell’esi-
genza umana di significato; la cu-
UN
ITÀ
PIÙ IN LÀ
1

di credere in un Dio creatore di tutte le Ci sono stati anche momenti di contra- a comprendere sempre più pienamente
cose e di riconoscerLo come Colui che sto e incomprensione soprattutto legati la persona umana e la Rivelazione di Dio
è “la via, la verità e la vita”, che risponde alle interpretazioni di alcune teorie, che sull’uomo, una Rivelazione compiuta e
perciò in modo completo alle domande sono stati superati attraverso una valuta- perfezionata in Gesù Cristo. Per questo
più profonde dell’uomo. zione ragionata dei fatti in esame. importante arricchimento reciproco nella
La Chiesa quindi, ha sempre guardato La scienza e la tecnica sono quindi viste ricerca della verità e del bene dell’umanità,
con molto rispetto le espressioni creati- come parte dell’avventura umana di in- io, insieme a tutta la Chiesa, sono profon-
ve dell’ingegno umano, ha favorito ope- contro e scoperta della realtà, come ci damente grato”. (Ai membri della Pontifi-
rativamente la crescita e la diffusione testimonia questo intervento del Papa cia Accademia delle scienze, 10/11/03).
delle conoscenze scientifiche attraverso Giovanni Paolo II: “Sono sempre più Se prendiamo per esempio in considera-
scuole, università e alcuni Istituti appo- convinto che la verità scientifica, che è di zione lo studio degli astri e degli oggetti
sitamente creati per conoscere e riflet- per sé una partecipazione alla Verità divi- dell’universo, ci possiamo accorgere che
tere sulle nuove frontiere della scienza. na, possa aiutare la filosofia e la teologia la conoscenza scientifica non indeboli-
sce il senso del mistero e della meraviglia
che già gli antichi percepivano e ci hanno
Il pianeta Terra e la Luna visti dallo spazio. trasmesso, ma viceversa lo rafforza e lo
rende nuovo. La bellezza dell’universo ci
interroga in modo profondo sull’ esigen-
za di un senso ultimo dell’esistenza e sul-
la necessità di riconoscere un Creatore.
L’astrofisico Marco Bersanelli che è a
capo della progettazione e sviluppo del
Low Frequency Instrument utilizzato
dal satellite Planck Surveyor, che con
i suoi sensori sta cercando di spingersi
fino a pochi attimi dopo il Big Bang, in
un’intervista ha affermato : “possiamo
forse spiegare scientificamente da dove
tragga origine quella massa iniziale da
cui tutto è nato? Probabilmente no, in
quanto la scienza si occupa di studia-
re ciò che è fisico e tangibile, lasciando
le altre domande a filosofia e religione.
Ma forse, studiare sempre più a fondo
la perfezione che muove l’universo può
essere il modo migliore per comprendere
la grandezza di chi gli abbia dato ori-
gine”.
Anche John Eccels, uno dei più
autorevoli neurofisiologi del
25
Novecento, ci aiuta ad entrare in
LENTE D’INGRANDIMENTO

sguardo sul senso di meraviglia e di mi- superiori, oggi ormai se li procura con la
stero che c’è nella nostra esistenza”. sua iniziativa e con le sue forze” (Gau-
Proprio sull’attendibilità e sui limiti del- dium et spes).
merito al rapporto tra scienze e fede : “Io la scienza è molto interessante riferirsi al Al contempo, il cristianesimo non pre-
accetto tutte le scoperte e tutte le ipotesi discorso di Benedetto XVI alla pontifi- suppone un conflitto inevitabile tra la
ben corroborate della scienza, conside- cia accademia delle scienze, (6 Novem- fede soprannaturale e il progresso scien-
randole non come verità assolute, ma bre, 2006): tifico. Il punto di partenza stesso della
come il punto massimo di accostamento Certamente la Chiesa riconosce che rivelazione biblica è l’affermazione che
alla verità che si sia finora raggiunto. Ri- l’uomo “coll’aiuto della scienza e della Dio ha creato gli esseri umani, dotati di
tengo che esista un importante residuo tecnica, ha dilatato e continuamente di- ragione, e li ha posti al di sopra di tutte
non spiegato dalla scienza, anzi al di là lata il suo dominio su quasi tutta intera le creature della Terra. In questo modo
di ogni futura spiegazione scientifica…. la natura” e che pertanto “molti beni, che l’uomo è diventato colui che ammini-
Il mio scopo è quello di gettare un nuovo un tempo l’uomo si aspettava dalle forze stra la creazione e l’“aiutante” di Dio. Se

La galassia Sombrero.

26
UN
ITÀ
PIÙ IN LÀ
1

pensiamo, per esempio, a come la scien- al passato, è di per se stesso parte del pia- dell’uomo: domande sul significato
za moderna, prevedendo i fenomeni no del Creatore. La scienza, tuttavia, pur della vita e della morte, sui valori ultimi,
naturali, ha contribuito alla protezione donando generosamente, dà solo ciò che e sulla stessa natura del progresso. Per
dell’ambiente, al progresso dei Paesi in deve donare. L’uomo non può riporre questa ragione, il Concilio Vaticano II,
via di sviluppo, alla lotta contro le malat- nella scienza e nella tecnologia una fidu- dopo aver riconosciuto i benefici otte-
tie, le epidemie e all’aumento della spe- cia talmente radicale e incondizionata nuti dai progressi scientifici, ha sottoli-
ranza di vita, appare evidente che non da credere che il progresso scientifico e neato che “il metodo di investigazione …
vi è conflitto tra la Provvidenza di Dio e tecnologico possa spiegare qualsiasi cosa viene innalzato a torto a norma suprema
l’impresa umana. e rispondere pienamente a tutti i suoi bi- di ricerca della verità totale”, aggiungen-
In effetti, potremmo dire che il lavoro sogni esistenziali e spirituali. do che “vi è il pericolo che l’uomo, trop-
di prevedere, controllare e governare la La scienza non può sostituire la filoso- po fidandosi delle odierne scoperte, pen-
natura, che la scienza grazie alla cono- fia e la rivelazione rispondendo in mon- si di bastare a se stesso e più non cerchi
scenza oggi rende più attuabile rispetto do esaustivo alle domande più radicali cose più alte”.

Neurone a specchio.

27
Dopo aver studiato l’Unità fermati a verificare quello che hai scoperto
con due esercizi di comprensione e un approfondimento personale.

VERIFICA
se hai capi to

Comprensione
a. Rispondi alle seguenti domande.

1. Rivedendo il quadro di Balthus “Ragazza alla finestra” prova a spiegare che cosa vuole comu-
nicare.

2. Qual è il legame tra la finestra aperta e la ragione?

3. Nell’unità ci sono una poesia e due testi che vogliono spiegarci che cosa significa “più in là”.
Quali sono? Di che cosa parlano? Quali sono le differenze che hai notato?

4. Che cosa significa: “fede, vertice della ragione”?

5. Prova a prendere in considerazione il dipinto di Friedrich che trovi nello scrigno, e spiega il
suo significato in relazione ai contenuti di questa unità.

28
UN
ITÀ
1
b. Completa la mappa concettuale partendo dal box centrale ag-
giungendo le 6 parole (o frasi) e 4 le frecce mancanti.

Il vertice della ragione che va oltre l’apparenza è la per-


cezione dell’esistenza del Mistero.
Esso si è ......................................................................
La fede cristiana consiste nell’ar-
rivare a dire: “io credo a Co-
stui, Egli dice la verità quando
afferma: ............................
e quando svela: ....................
..........................................

Andare “più in là” significa non


accontentarsi dell’apparenza, ma
scoprire il significato delle cose.

Il racconto di Jacopo e la play


station ci aiuta a capire cosa si-
Nell’arte la finestra è spesso segno gnifichi veramente ................
dell’apertura della ragione, aprirla ............................................

significa ................................... e
far entrare ................... nella pro-
pria vita

Approfondimento personale
Cerca canzoni, poesie e testi che parlino della ricerca di qualcosa che va “più in là” per docu-
mentare come l’uomo che prende sul serio se stesso, desideri capire di più la propria vita. 29
Scegli poi una poesia e una canzone, scrivile e sottolinea i versi che sono più significativi.
Leggili ai tuoi compagni e spiegali.
…E IO CHI SONO?
IL
FU
LC
RO

IL TRAGUARDO
L’alunno:
è aperto alla sincera ricerca della verità e sa porsi do-
mande di senso, cogliendo l’intreccio fra dimensione CONTEN
religiosa e culturale;
• Anda
UT I :
inizia a confrontarsi con la complessità dell’esistenza re
e impara a dare valore ai propri comportamenti, per nella c più in là
o
relazionarsi in maniera armoniosa con se stesso, con di se s noscenza
tessi
gli altri, con il mondo che lo circonda. • Il Mis
ter
person o e la mia
GLI OBIETTIVI a
Cogliere nelle domande dell’uomo e in tante sue
esperienze tracce di una ricerca religiosa.
Confrontarsi con la proposta cristiana come contribu-
to originale per la realizzazione della vita.
ANDARE PIÙ IN LÀ NELLA
CONOSCENZA DI SE STESSI
Nell’unità precedente hai visto che la ragione, usata secondo tutta la
sua capacità, porta l’uomo a considerare tutti i fattori della realtà e ad
andare “più in là”, oltre l’apparenza. Se questo è vero per il rapporto
con tutta la realtà, diventa ancor più interessante quando si tratta della
tua persona. Non ci si può accontentare di ciò che appare, non si è solo
quello che gli altri vedono esteriormente. C’è ben di più. Anche in que-
sto caso occorre andare più in là dell’apparenza, considerando tutti i
Gustav Klimt, Le tre età della
fattori che ti costituiscono. Tra gli aspetti da osservare ci sono doman- donna, 1908. Roma, Galleria Nazionale
dell'Arte Moderna.
de che normalmente iniziano a sorgere nel cuore dei ragazzi della tua
età: “Chi sono veramente? I miei amici sanno che cosa provo nel profon-
do? Perché ogni tanto sento uno struggimento che non so spiegare?
piegare?
Che tipo di uomo o donna sarò da grande?”.
Ma come fare ad andare più in là quando si tratta di te in prima
ima
persona?

IMPEGNARSI CON LA VITA


Chi sei veramente? Potremmo chiedere agli altri chi sei, come ome
vedono la tua persona, ma tutti sanno che, molte volte, quello ello
che fai vedere agli altri non corrisponde a quello che sei vera-
era-
mente o che vorresti essere. Anche la mamma e il papà sembra- bra-
no non capire chi tu sia! Quando ti comporti come sempre,, ti
dicono “guarda che sei grande! Basta fare i capricci!”. Quando ndo
invece hai grandi aspirazioni e progetti ti dicono: “Sei troppoppo
piccolo!”.
Spetta a ognuno di noi, dunque, capire chi è veramente. Per er ri-
spondere non ti devi Àssare su un’immagine che hai già, perché erché
potrebbe essere solo un’immaginazione, un sogno. Per capire re chi
sei devi osservarti mentre agisci! Solo in quello che fai pensiensi e
dici, infatti, emerge chi sei in modo vero e reale. Ti è chiestoto un
lavoro non da poco; si tratta infatti di impegnarti realmente e con
la vita. Concretamente, per guardarti in azione, ti suggeriamo iamo
di riempire con le riÁessioni fatte nella giornata le paginee che
seguono. RiÁettere vuol dire leggere la propria esperienza.
enza.
32 Stai attento, però, perché non tutto ciò che provi o senti
si può chiamare esperienza, ma solo ciò di cui si trattiene
tiene
il signiÀcato.
IL
FU
…E IO CHI SONO? LC
RO

CILLA
Prima di iniziare questo lavoro di osservazione di
te, ti proponiamo di conoscere questa ragazza, Cil-
la, che alla tua età si poneva delle domande pro-
fonde, con una sensibilità che potrebbe essere la
tua. Troverai, nelle varie pagine che dovrai riempi-
re, alcuni frammenti del suo diario. Potrai così no-
tare come quelle scoperte e quelle domande che
caratterizzano la tua vita, siano anche le sue.

A destra: Cilla.
Sotto: l'associazione nata in nome di Cilla che si propone
di aiutare i malati e le loro famiglie.

Il diario di Cilla

Maria Letizia Galeazzi, per gli amici simpaticamente nella sua vita, grazie a quello che continuamente scopre
“Cilla”, nasce il 18 agosto 1961 a Montemagno un picco- di sé stando con loro. Cilla è una ragazza decisa, che lotta
lo paese del Monferrato. per gli ideali, ha voglia di vivere e di amare.
Nel 1970 si trasferisce con la sua famiglia ad Asti, dove Nel luglio del 1976 in un incidente Cilla muore sul colpo
suo papà, medico condotto, decide di lavorare come di- mentre suo fratello, con lei in macchina, resta illeso. Ha
rigente dei Servizi Sanitari. solo 15 anni e la sua vita viene tragicamente stroncata.
Cilla, fin dall’età delle scuole medie, tiene un diario se- La sua esperienza, così breve ma allo stesso tempo così
greto dove scrive, come tanti adolescenti, quello che ogni significativa e appassionata, viene raccolta da suo papà
giorno scopre di sé, quello che la entusiasma nella quoti- Rino che torna a Montemagno con il resto della famiglia
dianità della vita e ciò che la fa soffrire. per incontrare le moltissime persone che si recano quasi
Annota le cose che non capisce e quelle che incomincia a come in pellegrinaggio continuo sulla tomba della figlia.
intuire: gli amici, la famiglia, la scuola, i suoi cavalli che Per Rino il dramma che gli è accaduto comincia a diven-
adora cavalcare… tare la possibilità di arricchire la sua vita.
Si racconta, si descrive così com’è per capire meglio ciò I testi riportati in queste pagine sono tratti dalla parte
di cui ha veramente bisogno, si confronta con tutto quel- iniziale del suo diario perciò raccontano l’inizio dell’in-
lo che ogni giorno le succede nel bene e nel male. tensità di vita che Cilla in soli 15 anni scopre e vive. Il
Dopo le medie Cilla si iscrive alla scuola magistrale di diario, che raccoglie anche altri scritti e lettere, è stato
Asti e nei primi anni trova degli amici veri, con cui con- pubblicato a cura dell’Associazione Cilla e sicura-
dividere tutta la vita, frequenta il gruppo cattolico della mente vale la pena leggerlo interamente per la ric- 33
sua scuola e diventa sempre più decisa nel seguire Gesù chezza che propone in modo semplice e chiaro.
IO E… IL TEMPO LIBERO
Nel tempo libero “fai ciò che vuoi”. Per capire quindi ciò che vuoi vera-
mente, devi osservare come vivi questo tempo.

IO E… IL MIO FISICO (SPORT, GIOCO E MODA)


Il tuo Àsico è il primo aspetto con cui entri in relazione con gli altri. Os-
serva come lo consideri e come lo usi nei vari momenti della vita, nello
sport, nel vestire, nel modo con cui ti esprimi.

34
IL
FU
…E IO CHI SONO? LC
RO

IO E… IL FUTURO
Guarda come le tue qualità e anche i tuoi limiti, così come li hai scoper-
ti in questi anni, sono importanti nelle decisioni che riguardano il tuo
futuro. Pensare al tuo futuro indica chi vuoi iniziare ad essere ora.

IO E… LA FAMIGLIA
In famiglia solitamente si tolgono le maschere che si indossano con gli
altri per farsi accettare. In casa dove tutti si conoscono molto bene,
nascono i primi conÁitti: proprio le persone più vicine testimoniano che
non si è chi vorremmo essere. Prendi sul serio questa provocazione.

35
IO E… LA CONOSCENZA
“Considerate la vostra semenza
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e conoscenza”
Dante, Divina Commedia, Inferno canto XXVI
La ragione e la conoscenza caratterizzano le persone. In questa pagina,
scrivi ciò che ti piace conoscere, sia che venga insegnato a scuola, sia
che esprima una tua passione personale.

IO E… I MASS MEDIA
La musica, la televisione e l’uso di Internet occupano gran parte del tuo
tempo. RiÁetti su come li usi: scegli i programmi televisivi o li subisci?
In Internet ti presenti come te stesso oppure ti mascheri dietro altre
identità? Ascolti le parole della musica che senti?

36
IL
FU
…E IO CHI SONO? LC
RO

IO E… LA SOLITUDINE
Scrivi tutte le domande e i pensieri profondi che ti vengono in mente
quando sei solo con te stesso.

IO E… IL DOLORE
L’età in cui sei è piena di contraddizioni che spesso fanno soffrire, sia
oggettive, dovute a fatti che accadono, sia soggettive, come espres-
sione di una sensibilità che si sta formando in te. Non sprecare questa
possibilità e osserva le domande profonde che nascono da queste espe-
rienze faticose.

37
IO E… L’AMICIZIA
Racconta quelle esperienze che ti hanno fatto scoprire e capire cosa si-
gniÀca per te desiderare di avere dei veri amici ed essere un vero amico.

38
IL
FU
…E IO CHI SONO? LC
RO
Questa parte, che hai appena completato, è il fulcro del libro perché ti
descrive. Sei tu! L’osservazione appassionata delle relazioni che costi-
tuiscono la tua vita, ha fatto emergere aspetti di te che non conoscevi,
aspirazioni, desideri, progetti, domande. A prima vista il problema non
sembra risolto, dall’osservazione di te stesso sono nati molti interroga-
tivi preziosi! Non fermarti alla prima risposta, perché non bastano delle
deÀnizioni teoriche per appagare la sete di verità che c’è in te, occorre
veriÀcare tutto! Come osservando la tua vita, ti sei reso conto delle
domande, allo stesso modo, dentro la vita stessa, scoprirai le risposte .
Ciò che conta è essere leali con se stessi. Il problema è che spesso ti
comporti diversamente a seconda delle relazioni che stai vivendo, si
potrebbe dire che indossi delle maschere.
Anche Eugenio Montale, poeta genovese che abbiamo già incontrato,
descrive questa esperienza:
“Chissà se un giorno butteremo giù le maschere
che portiamo sul volto senza saperlo.
Per questo è tanto difÀcile identiÀcare
gli uomini che incontriamo”
da Chissà se un giorno — Eugenio Montale
Per essere se stessi occorre essere uniti, cioè avere lo stesso volto in
tutte le occasioni. Manca semplicemente qualcosa che unisca tutte le
esperienze, occorre il signiÀcato di tutto ciò che si vive.

Il gioco – metafora

Per continuare il cammino, ti aiuteremo con un esem-


pio, che diventerà punto di riferimento di tutto il re-
sto del percorso. Rappresentiamo graficamente tutte
le relazioni che trovate, tutto il mondo. Fai un giochi-
no che non è poi tale, ma una metafora. Qui a fian-
co hai un quadrato con nove punti da unire, la penna
non può mai staccarsi dal foglio e i segmenti devono
essere il minor numero possibile, al massimo quattro.
Provaci! Si tratta di una rappresentazione della vita a
partire dalle nove dimensioni che sono state esamina-
te. Il quadrato rappresenta il tuo mondo, quello che
vedi e tocchi, con cui ti rapporti. I punti rappresen-
tano i diversi aspetti che fanno parte del tuo modo di
interagire e di relazionarti con la realtà. La linea è
ciò che ti permette di essere unito in tutto ciò che 39
vivi, cioè di essere te stesso sempre e dovunque.
IL MISTERO E LA MIA PERSONA
Osserva la soluzione del gioco-metafora: è possibile unire tutti i nove
punti, cioè unire tutte le relazioni che costituiscono la vita, solo facen-
do uscire dal quadrato le linee di congiunzione.

Mistero
Il quadrato, come già detto, rappresenta il mondo, la realtà con cui si
entra in contatto. Per essere se stessi, con lo stesso volto in tutte le
relazioni della vita, occorre uscire dal quadrato. È questo il campo del
Mistero, che è oltre — più in là — ma che è necessario per poter com-
prendere la vita. La ragione quando si trova di fronte alla realtà e vuole
conoscerla Àno in fondo, scopre che è un segno di qualcosa, un Mistero
inÀnito, che ne è l’origine e il signiÀcato. Nella scoperta della propria
identità, accade la stessa cosa: se si vuole comprendere chi si è vera-
mente, ed essere così se stessi, occorre relazionarsi con quel Mistero.
Si deÀnisce “Mistero”, senza chiamarlo con un nome (Dio, o un nome di
Dio individuato da qualche religione) perché questa esperienza è pro-
pria di ogni uomo. Nessuno infatti si è creato da solo e quando accade
un fatto imprevisto, doloroso o inaspettatamente gioioso, è evidente
che la vita che si svolge non è nelle mani dell’uomo. Chiunque si
40 domandi il motivo per cui è al mondo, così unico e irripetibile,
si ritrova a pensare a quel Mistero che è all’origine della sua esi-
stenza e del suo destino.
IL
FU
…E IO CHI SONO? LC
RO

IL MISTERO SI È RIVELATO
È anche vero, d’altra parte, che la fede cristiana afferma
che il Mistero, con cui la vita dell’uomo deve fare i conti,
si è fatto conoscere in Gesù Cristo. Egli dunque conosce
a fondo l’uomo e può guidarlo verso la verità della sua
vita.
Come disse Giovanni Paolo II all’inizio del suo pontiÀcato:
“Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a
Cristo!
Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”.
Solo lui lo sa!
Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro, nel
profondo del suo animo, del suo cuore. Così spesso è
incerto del senso della sua vita su questa terra. È invaso
dal dubbio che si tramuta in disperazione. Permettete,
quindi — vi prego, vi imploro con umiltà e con Àducia
– permettete a Cristo di parlare all’uomo. Solo lui ha
parole di vita, sì! di vita eterna.”
Queste parole, riproposte anche dal successore Benedetto
XVI, riassumono quanto la Chiesa pensa di ogni uomo e illu-
minano il cammino intrapreso: ogni uomo deve scoprire chi
è, il signiÀcato della sua vita, confrontandosi anche con il
punto di vista ora proposto.

IL METODO CHE USERAI


Ora dovrai osservare alcuni aspetti che stanno partico-
larmente a cuore alla tua vita, e li tratterai in questo
modo: all’inizio vedrai che cosa se ne pensa normalmen-
te, che cosa dicono i mass media, poi entrerà in campo
quel fattore misterioso ma reale e vedrai se ha qualcosa
da dire alla tua vita di più interessante e corrispondente
a ciò che vuoi veramente. Nelle prossime unità ti chiede-
rai: dove sta il valore della mia persona?Che cosa c’è nel
profondo del mio cuore? Quali sono i desideri che valgono
veramente e che devo realizzare per essere realmente
un uomo? Come faccio a usare bene quello strumento che
è la libertà, senza la quale io non posso realizzare me
stesso? Come gestire il mio desiderio di essere amico e 41
di avere degli amici, come guardare il desiderio di amore
che ho nel cuore?
IL TRAGUARDO
L’alunno:
è aperto alla sincera ricerca della verità e sa interrogarsi
sul trascendente e porsi domande di senso, cogliendo
l’intreccio fra dimensione religiosa e culturale
individua, a partire dai racconti evangelici i dati ogget-
tivi della storia della salvezza e dell’insegnamento di

TU VALI! Gesù;
riconosce i linguaggi espressivi della fede, ed impara
ad apprezzarli dal punto di vista artistico, culturale e
spirituale;
coglie le implicazioni etiche della fede cristiana e le
rende oggetto di riflessione in vista di scelte di vita pro-
gettuali e responsabili;
inizia a confrontarsi con la complessità dell’esistenza e
impara a dare valore ai propri comportamenti, per re-
lazionarsi in maniera armoniosa con se stesso, con gli
altri, con il mondo che lo circonda.
UN
ITÀ
2

GLI OBIETTIVI
Cogliere nelle domande dell’uomo e in tante sue espe-
rienze tracce di una ricerca religiosa.
Confrontare la prospettiva della fede cristiana e i risul-
tati della scienza come letture distinte ma non conflit- CONTEN
tuali dell’uomo e del mondo. UT I :
Riconoscere l’originalità della speranza cristiana in ri- • Il valo
re della
sposta al bisogno di salvezza della condizione umana • Valgo person
se ries a
nella sua fragilità, finitezza ed esposizione al male. co
Saper esporre le principali motivazioni che sostengono • Valgo
solo se
le scelte etiche dei cattolici rispetto al valore della vita • Uno s riesco?
dal suo inizio al suo termine in un contesto di plurali- guardo
che mi
smo culturale e religioso. valoriz
• Uno s za
Confrontarsi con la proposta cristiana di vita come con- guardo
tributo originale per la realizzazione di un progetto li- contin che
bero e responsabile. ua anc
ora og
gi
1. IL VALORE DELLA PERSONA L’esigenza
Se guardi quanto hai scritto nelle pagine del fulcro precedente, vedrai
che, quando si parla dell’amicizia o del tuo futuro rispetto alla deci-
sione della scuola o in qualche discussione in famiglia,
hai sentito inevitabile la domanda sul tuo valore. Tale
domanda (“io valgo qualcosa?”) è sottesa a tantissimi at- Il metodo che useremo
teggiamenti che puoi vedere in te e negli altri. Molti con
i propri amici fanno gli spacconi, ma dentro, quando sono Per capire che cosa significhi realmente essere im-
soli, non possono nascondere la loro insicurezza. Oppure
portante, prima si devono osservare le caratteristi-
che delle persone famose e poi ci si deve chiedere
quante volte capita di vedere ragazzi della tua età avere
che cosa le renda tali.
atteggiamenti e modi di fare assunti solo per far piace-
Poi dovrai criticare i risultati raggiunti.
re agli altri, per poter essere accettati. Quello che vuoi
Infine vedrai se tener conto della proposta di Gesù
è che qualcuno ti consideri importante. In questa unità può essere più adeguato a quello che vuoi realmen-
dunque ti domanderai che cosa significhi veramente ave- te diventare.
re un valore, quando si è importanti davvero.

44
UN
ITÀ
TU VALI!
2
Quella domanda è facile ritrovarla in tutti gli uomini che, nella storia,
hanno saputo esprimere ciò che avevano dentro, come gli artisti. Van
Gogh, per esempio.
Così nel 1880 Van Gogh scrive al proprio fratello: Critica
“Ti scrivo così un po’ come capita, quello che mi viene nella penna, e È la capacità di giudicare, di
sarei ben felice se tu riuscissi a vedere in me qualcosa d’altro che una dire quello che veramente è,
specie di fannullone. Perché c’è fannullone e fannullone. una data realtà.
Non sempre uno sa quello che potrebbe fare, ma lo sente d’istinto: ep-
pure sono buono a qualcosa, sento in me una ragione d’essere! So che
Critica e polemica
potrei essere un uomo completamente diverso!
Critica e polemica indicano due
A cosa potrei essere utile, a cosa potrei servire?”
modi diversi di discutere.
Nel 1883 Vincent Van Gogh dichiara lo scopo della vita “… cosa voglio:
Nella polemica si prende spun-
riconciliare gli uomini con il loro destino terreno. Vorrei fare un’arte to da una frase o da una parola,
che apporti consolazione agli uomini”. per affermare di avere ragione.
La domanda sul proprio valore, d’altra parte, lo accompagnerà per tutta In una discussione critica, inve-
la vita, anche perché questa sarà costellata da insuccessi: quello che ce, si tenta di cogliere tutto il
oggi viene considerato uno tra i più grandi artisti di tutti i tempi, in vita ragionamento dell’altro, per
capirne le ragioni che lo muo-
sua è riuscito a vendere solo una delle circa 1300 opere compiute!
vono. Poi si confronteranno
quelle ragioni con le proprie, il
risultato potrà essere sia di dis-
Vincent Van Gogh, Autoritratto con cappello,
1887. Amsterdam, Van Gogh Museum. senso che di approvazione.

IL PUNT
Osservando la tua espe-
rienza, puoi scoprire in te e
negli altri e il desiderio che
la tua vita abbia un senso,
che non sia inutile.

IL FULCRO
45
2. VALGO SE RIESCO I l mo n d
Per capire quale è il tuo valore, partiamo dalla osservazione di quello
o
che viviamo. Iniziamo guardando i personaggi dei tuoi sogni: quelli in
cui ti immedesimi, davanti ai quali ti incanti a vedere la televisione,
o le riviste, o i filmati su internet. O quelli famosi, di cui tutti parlano
e che anche tu conosci e segui, perché altrimenti ti sentiresti tagliato
fuori. Cos’hanno di speciale? Pensaci e completa lo schema qua sotto.
Poi parlane in classe.

In che cosa Caratteristiche


Personaggio
eccelle principali

46
UN
ITÀ
TU VALI!
2
Potremmo sintetizzare così il criterio di fondo di quanto ci viene propo-
sto normalmente: devi essere il primo!
Sei una persona importante se riesci a far qualcosa o hai delle ca-
ratteristiche per cui tutti ti notano: sei il migliore. IL PUNT
Spesso ci viene proposto il
“criterio della riuscita”:
La critica vali se riesci ad essere il
Ora prova a giudicare il criterio che ti è stato proposto. migliore.
Questo criterio è proprio
Giudicare non deve essere inteso solo nel senso di “osservare le cose negative
vero? Oppure va criticato?
di un dato oggetto o di una data frase”.
La critica è positiva, consiste nell’esprimere ciò che pensi di una data cosa,
persona o circostanza, teso a capire ciò che essa è veramente.
Per criticare veramente occorre:
1. guardare fino in fondo la proposta che ti viene fatta o l’oggetto che hai
davanti, osservarlo cioè secondo tutti i suoi fattori. Se per esempio un
tuo compagno di classe fosse un po’ bruttino, la critica vera non si ferme-
rebbe all’esteriorità, ma considererebbe anche le altre capacità di quella
persona;
Una cosa vera detta da una persona antipatica, rimane vera!
2. dopo aver considerato totalmente ciò che ti viene proposto, dovrai porti
questa domanda: la tua esperienza che cosa dice di questo? È quello che
vuoi veramente? Se aderissi a questa proposta saresti più profondamente
soddisfatto o no?
3. a quel punto formulerai il tuo giudizio.

IL FULCRO
47
3. VALGO SOLO SE RIESCO? La critica
Dall’osservazione hai visto che uno dei modi di pensare al valore della per-
sona è quello della “riuscita”, vali cioè se riesci ad eccellere in qualcosa.
Si deve usare la propria capacità di critica, per vedere se questo criterio
riesce realmente a realizzare la persona. Si può notare così che:

• non si può riuscire in tutti i campi! Se vuoi essere il mi-


gliore devi esaltare il particolare in cui riesci (il fisico,
se sei prestante o bella, l’intelligenza, se a scuola vai
bene, oppure l’indisciplina: fai impazzire i professori
così diventi un personaggio nella scuola) e dimenticare
gli altri. E anche il campo in cui vuoi riuscire sarà deter-
minato dagli altri, dalla moda: non è conveniente essere
i primi in un aspetto che non interessa a nessuno;
• il criterio della riuscita fa leva sulla reazione che pro-
vochi: bellezza, potere, immagine, non su quello che
sei realmente. Solo che così, concentrandoti sull’appa-
renza, puoi perdere te stesso,il profondo del tuo cuo-
re!
• se vuoi essere il primo, dovrai battere tutti nel tuo
campo, che è quello in cui investi le tue energie, non
potrai avere amici, ma solo concorrenti, come acca-
de nei reality show, dove tutti stanno insieme fingendo
di essere amici per poter poi superare l’altro.

Da questo punto di vista è molto interessante l’intervi-


sta fatta a Mauro Marin, vincitore del Grande Fratello 10;
egli afferma che il suo scopo era quello di rompere i lega-
mi che si erano creati per affermare se stesso.

Intervista a Mauro Marin (GF 10)


Ci spieghi il suo gioco nella casa…
Io sono entrato a una settimana di distanza dagli altri. Dovevo quindi cercare di scardinare il rapporto che già si era
creato tra il gruppo. Confesso che per raggiungere il mio scopo ho anche assunto degli atteggiamenti trasgressivi,
come presentarmi spesso in mutande. Ma tutto era contenuto nei limiti della decenza.
48 Io ho dei valori nei quali credo, ma sono soprattutto un giocatore. E mi sono regolato di conseguenza (con più
o meno lealtà).
UN
ITÀ
TU VALI!
2
Qual è allora l’alternativa? Forse accontentarsi? Leggi il tema di una
ragazza della tua età nel riquadro qui sotto.

IL PUNT
Io sto bene così Per essere il “primo” devi
vincere una competizione
Forse devo fare qualcosa per movimentare la mia vita, ma la verità è che non
in cui apparire il più forte
mi interessa, no, non mi interessa. Io non sono una di quelle
uelle che ama stare esaltando solo il par
particola-
in mezzo alla gente, sono una solitaria, una che è sempre stata abituata re in cui riesci, pensando
pen
a stare da sola e che da sola ci sta bene. Che scambia quattro
ro chiacchie- agli altri come a pot
potenziali
re volentieri, ma che ha smesso di affidarsi troppo alle persone.
rsone. Non concorrenti.
mi interessa stare in mezzo alla gente e sentirmi apprezzatata o Ma è quello che vuoi?
vuo
sentirmi derisa. So che non sono fatta per fare nuove
amicizie. Mi chiudo come quando una lumaca si rin-
tana nella sua casa ad un semplice tocco, ma non per
paura, soltanto che sono fatta così.
Io sto bene così.
Non so cosa ci trovi la gente a voler sempre fare nuove ami-i-
cizie, non so dov’è il senso in tutto ciò, se sto bene con n le
persone che ho al mio fianco perché devo conoscerne altre? e?
E forse è proprio qui che sta il punto, perché devo? Perchéhé
gli altri vogliono? Non mi interessa essere circondata daa
persone, non mi interessa partecipare ai tornei, non mii
interessa far parte di un gruppo, non mi interessa essere
truzza, metallara, punk o emo, non mi interessa nulla di
tutto ciò, chiamatemi scialba, ma sono io. Punto. Mi ca-
pita però delle volte, come oggi per esempio, di sentirmi
così lontana, così distante anni luce, così vuota, così senzaa
senso...
(dal tema di una ragazza di terza media)

Critica anche questo! Il criterio della riuscita, così, viene mantenuto


tale e quale, solo che viene ridotto!
Al posto di primeggiare, di essere visto e stimato da centinaia o miglia-
ia, per esempio su Youtube, ci si accontenta della stima di due o tre,
con cui si sta bene. Il valore, però, sta sempre in quello che pensano e
dicono gli altri.
Quando la tua amica o il tuo amico ti deludono, infatti, torna a galla
l’insoddisfazione: “Mi sento così distante anni luce, così vuota, così sen-
IL FULCRO
za senso”.
49
Ti rintani come una lumaca, non ti impegni con nulla, e ti accontenti di
star bene così... non cambia niente.
CHI È VERAMENTE IMPORTANTE
Osserva ora quelle persone che per te sono importanti, probabilmente
La critica
non sono famose, non sono andate alla televisione ma a te sono care,
senza quelle persone alla tua vita mancherebbe qualcosa di importante.
Anche di esse scrivi quali siano le caratteristiche principali.

Caratteristiche
Personaggio
principali

50
UN
ITÀ
TU VALI!
2
Un aiuto per capire che cosa vuoi veramente e che cosa significhi real-
mente avere un valore è pensare alle persone che ti sono care, quelle
persone che per te sono importanti pur non essendo famose.
Probabilmente scoprirai che ti sono care non perché fanno qualcosa di IL PUNT
particolare, perché riescono in qualche campo, le stimi perché ti accol- In realtà dalle persone a
gono per quello che sei, e anche tu le guardi senza pretendere qualcosa cui vogliamo bene deside-
di particolare. Il nostro cuore desidera rapporti in cui poter essere guar- riamo essere accettati per
dati così, in cui, essendo accolti con tutta la nostra debolezza, veniamo quello che siamo.
Abbiamo bisogno di qual-
aiutati a scoprire il valore che c’è in noi. Ciò che noi vogliamo sapere è cuno che conosca il nostro
se c’è in noi qualcosa che vale, qualcosa che ci renda unici e irripetibili, valore.
anche se nessuno lo vedesse. A volte, però, ci sembra di non conoscere
il nostro valore, a volte sembra che neanche i nostri amici, i nostri ge-
nitori, lo capiscano.
C’è qualcuno che può conoscere il vero motivo per cui io valgo?

IL FULCRO
51
4. UNO SGUARDO Un a l t
r
f at t o r o
CHE MI VALORIZZA
Gesù guarda, in ogni singolo uomo, l’esistenza in lui di una realtà supe-
e
riore a qualsiasi altra: “qual vantaggio infatti avrà l’uomo se guadagna
il mondo intero, e poi perde se stesso? Che cosa potrà dare l’uomo in
cambio della propria anima?”.
In tutta la sua esistenza Gesù dimostra una passione per ognuno, un
impeto per la felicità di ogni uomo che incontra, il singolo uomo è la
realtà più importante al mondo. Tutto il mondo per Lui non vale la più
piccola persona umana.
La passione di Cristo è la felicità di ognuno.
Ora osserviamo alcuni momenti in cui questo sguardo si è reso partico-
larmente evidente.
Tutto in due monetine
LA VEDOVA 1
Alzàti gli occhi, vide i ricchi che
Mettere le offerte nel tesoro del Tempio era un festo di amore verso gettavano le loro offerte nel teso-
Dio, ma poteva essere anche un modo per farsi notare. Gesù, che è nel ro del tempio. 2 Vide anche una
Tempio, non guarda l’apparenza ma il cuore e osserva la grandezza di vedova povera, che vi gettava due
una donna che nessuno invece aveva notato. monetine, 3 e disse: «In verità vi
dico: questa vedova, così povera,
IL PUBBLICANO ha gettato più di tutti. 4 Tutti co-
Una delle caratteristiche di Gesù è quella di frequentare persone con- storo, infatti, hanno gettato come
siderate da tutti dei peccatori. Costoro, dopo aver incontrato Gesù, offerta parte del loro superfluo.
cambiano, perché Gesù tocca il loro cuore. Ella invece, nella sua miseria, ha
I farisei, invece, che pensano di essere giusti, non si lasciano stupire gettato tutto quello che aveva per
nè scalfire da quello che Gesù dice e fa. La parabola che qui il Signore vivere».
racconta permette di capire il motivo profondo per cui i peccatori cam- Lc 18, 1-4
biano e vengono salvati.
Gesù dunque non si lascia fermare neanche dal peccato ma vede e ac-
coglie il desiderio del cuore.

Abbi pietà di me
9
Disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
10
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. 11 Il fariseo, stando in piedi, pregava
così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo
pubblicano. 12 Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. 13 Il pubblicano inve-
ce, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi
52 pietà di me peccatore”. 14 Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustifi-
cato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato». Lc 21, 9-14
UN
ITÀ
TU VALI!
2
I BAMBINI
I bambini venivano presi poco in considerazione ai tempi di Gesù, non
dovevano partecipare alle faccende dei grandi.
Si possono immaginare gli apostoli intenti a fare in modo che Gesù non IL PUNT
venisse “disturbato”. Gesù non guarda l’appa-
renza ma individua in noi
Ma Gesù, che si lascia colpire dalla semplicità del cuore dell’uomo, mo- un valore che è più grande:
stra per loro una stima che nessuno poteva immaginare: occorre essere Gesù guarda il cuore.
semplici come un bambino per accogliere il regno di Dio.

Semplici come bambini


15
Gli presentavano anche i bambini piccoli perché li toccasse, ma i discepo-
li, vedendo ciò, li rimproveravano. 16 Allora Gesù li chiamò a sé e disse: «La-
sciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite; a chi
è come loro, infatti, appartiene il regno di Dio. 17 In verità io
vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come l’accoglie un Lc 21, 15-17
bambino, non entrerà in esso».

Lucas Cranach, Gesù benedice i bambi-


ni. The Metropolitan Museum of Art.

Ecco quindi la prospettiva di Gesù: desidera un rapporto di amicizia


cizia con
chi incontra, come quello che tu hai osservato nelle persone che
he per te
sono importanti.
Ha uno sguardo pieno di tenerezza sulle persone: per Lui non conta
onta
l’apparenza, o la ricchezza (come nel caso della vedova), il saper
aper
fare delle cose (come i bambini), e neanche la coerenza moraleale (il
pubblicano). Non nega il suo bene nemmeno quando viene rifiutato
tato
e sulla croce, arriva perfino a perdonare i propri carnefici.
Ma l’espressione più commovente con cui Cristo afferma chi siamo,
mo,
è quando dice che anche i capelli del nostro capo sono tutti contati
ntati
cioè che tutto di noi è prezioso per Dio, persino un capello.

Matteo 10
29
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure
nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre IL FULCRO
vostro. 30 Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Mt 10, 29-31 53
31
Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Un e s e
5. UNO SGUARDO CHE at t ua l
mpio
CONTINUA ANCORA OGGI
Ancora oggi è possibile lo sguardo con cui Gesù afferma il valore della
e
persona al di là dell’apparenza.
L’esperienza cristiana vissuta autenticamente rende capaci di vedere
nella persona una grandezza che altrimenti resterebbe nascosta. Un
esempio di questo è l’incontro di don Bosco con Bartolomeo Garelli, un
ragazzino apparentemente senza qualità.
Eppure don Bosco di questo ragazzo ha visto il cuore: un grande bisogno
di felicità, a cui ha risposto.
Senza don Bosco Garelli non sarebbe diventato un uomo, senza Garelli
don Bosco non sarebbe diventato santo. Ognuno di noi nella storia ha un
destino che lo rende unico e irripetibile. Don Bosco e alcuni bambini.

Bartolomeo Garelli
L’8 dicembre 1841 don Bosco si “Perché viene in sacrestia e non sa “No”
stava preparando per celebrare servire Messa!” “Sai cantare o suonare?”
la Messa, il sacrestano, Giuseppe “A lei che cosa importa?” “No”
Comotti, vedendo un ragazzo in “Chiamatelo subito, ditegli di ve- “Sai fischiare?”
un angolo in fondo alla chiesa, lo nire da me, è un mio amico”. “Sì, Bartolomeo finalmente sor-
invitò a servire Messa. Il ragazzo si Il ragazzo raggiunse allora don Bo- rise”.
avvicinò alla sacrestia ma non era sco, raccontò che voleva seguire la Da qui iniziò una grande amicizia
tanto dell’idea, non l’aveva mai Messa ma si vergognava a causa del tra loro. Bartolomeo aveva capito
fatto, era molto timido e indeciso, suo aspetto, aveva tutta la giacca che c’era qualcuno che lo aveva
non sapeva bene cosa dire e cosa sporca perché faceva il muratore e guardato come Gesù aveva fatto
fare. Il sacrestano si arrabbiò, gli stava tornando a casa dal lavoro. con altri uomini. Per don Bosco la
disse che se non era lì per servire Allora don Bosco lo accolse e de- capacità di quel ragazzo, saper fi-
Messa significava che aveva brutte siderò conoscerlo meglio. Dopo schiare, era importantissimo; ave-
intenzioni, forse era lì per ruba- la Messa si sedettero insieme e co- va valorizzato attraverso quel par-
re! Così prese in mano il bastone minciarono a dialogare. ticolare tutto il desiderio di quel
della scopa e cominciò a colpire il “Amico mio come ti chiami?” ragazzo di essere guardato fino in
povero ragazzo prima sulle spalle e “Bartolomeo Garelli” fondo, come uno che vale.
poi sulla testa. Il ragazzo tentava di “Di che paese sei?” Da quel momento incominciaro-
scappare ed uscire dalla chiesa, tut- “Di Asti” no a vedersi spesso, Bartolomeo
to questo trambusto venne sentito “Vivi con i tuoi genitori?” portò altri amici dopo aver rac-
da Don Bosco che si precipitò “No, sono morti” contato che cosa gli era successo.
dove erano i due . “Quanti anni hai?” Grazie a Bartolomeo Garelli, don
54 “Che cosa state facendo? “Sedici” Bosco comprese l’importanza di
Perché lo state picchiando?” “Sai leggere e scrivere?” far nascere l’oratorio.
UN
ITÀ
TU VALI!
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Tutta l’opera educativa di don bosco, l’Oratorio e l’opera Salesiana, che
Casa dei Salesiani di don Bosco per la
si dilaterà in tutto il mondo avrà origine da questo incontro. Gioventù in Ungheria.

- quella della “RIUSCITA E BASTA”,


per cui il mio valore sta in quello
che riuscirò a fare e nelle gare che
dovrò vincere (di ogni tipo, a scuola,
nello sport, nel bene e nel male…);
- oppure quella che ci propone Gesù
Cristo: guardare e stimare qualcosa
che è in me, profondo, prezioso,
misterioso. Che mi rende unico e
questo punto ognuno di noi deve decidere come irripetibile.
guardarsi: Questo è IL CUORE. Il mio valore non sta più
Osservandoci in azione abbiamo scoperto in noi un’esigenza pro- dunque in quel che riesco a fare, ma in quello
fondissima: quella di non essere inutili, di “essere buono a qual- che sono. Chi tiene presente questo “riesce”
cosa” come diceva Van Gogh. Abbiamo bisogno di essere certi di veramente, perché la sua vita, qual- IL FULCRO
avere un valore, che qualcuno ci dica “tu vali”. siasi cosa faccia, ha un valore. Quel 55
Come realizzare questa esigenza profonda? cuore di cui abbiamo parlato sarà l’ar-
abbiamo visto due prospettive: gomento della prossima unità.
LO SCRIGNO

> testi “ROSE” VICKY ARYENYO, L’incontro con Rose, l’inizio


della mia resurrezione, in Tracce n.8 settembre 2008

Rose Busingye, nata a Kampala, (….) Nel 1997, mi sono sentita molto un test dell’HIV : il risultato è sta-
dove vive tutt’ora, è infermiera pro- male , ho perso il lavoro e la vita to positivo. Quando l’ho saputo, ho
fessionale specializzata in malattie si è fatta più difficile. La malattia vissuto la sofferenza più acuta e mi
infettive. Dal 1992 esercita la sua continuava a progredire, fino a che sono domandata: «Perché mio fi-
attività di volontariato con pazien- un giorno sono caduta a terra e mi glio?». «Che cosa mai ho fatto io?».
ti affetti dal virus dell’HIV e da sono risvegliata in ospedale. Lì mi «In nome di Dio, che cosa ha fatto
altre malattie infettive. È íl fulcro hanno fatto un test dell’HIV e ho mio figlio? È un bambino!”
dell’International Meeting Point di scoperto che il mio stato di malattia Se fosse stato suo padre ad amma-
Kampala era molto grave. Quando è arrivata larsi, forse mi sarei rallegrata, per-
Vicky madre di tre figli, vive a Kam-
la conferma della mia sieropositività ché è stato lui la causa di tutto.
pala (Uganda), dove è volontaria al
è stato per me un momento molto Non riuscivo a capire Dio, piangevo
Meeting Point International, un
centro che si occupa, prevalente- difficile. Mi sono chiesta: «Perché per mio figlio. Se fossi stata solo io
mente, della cura dei malati di Aids proprio io?». Ero una donna sposa- malata, l’avrei potuto sopportare,
e dei loro orfani. ta regolarmente. Mi domandavo: «Io ma non mio figlio. Gridavo: «Dio,
sono sempre stata fedele a mio ma- mio figlio è innocente!», ma mi sem-
Sono cresciuta in un villaggio nella rito, perché è accaduto a me?». Solo brava che Dio rimanesse in silenzio.
parte orientale dell’Uganda. (…) A allora mi sono resa conto del perché La vita fra il 1998 e i 2001 è stata un
Kampala ho cominciato a lavorare mio marito non volesse quella terza po’ come vivere in un altro mondo:
come contabile nell’ospedale locale, gravidanza: probabilmente sapeva tutti gli amici con i quali avevo con-
dove sono rimasta per dieci anni. A che io mi sarei ammalata o avrei diviso le mie giornate non sono più
un certo punto, mi sono sposata e ho dato la vita a un bambino malato. venuti a trovarci. (…)
avuto due bambini: una femmina e Sono rimasta due settimane in ospe- Finalmente nel 2001 qualcuno è en-
un maschio. Nel 1992 ho cominciato dale e ho un po’ riacquistato le forze: trato in casa mia : alcuni volontari
ad avere problemi con mio marito: intorno a me erano tutti malati, e nel del Meeting Point International. Ave-
non voleva che portassi a termine la reparto dove ero io alcuni morivano. vano probabilmente saputo che nel
terza gravidanza e io non riuscivo a L’unico miracolo per il quale pregavo villaggio qualcuno stava morendo e
capire perché. Lui voleva che abor- era, quindi, di uscire dall’ospedale sono venuti da me. Mi hanno raccon-
tissi, io mi sono rifiutata di farlo e al- viva, perché attorno a me vedevo la tato l’esperienza del Meeting Point
lora mi ha detto che il nostro matri- morte. Quando ho lasciato l’ospeda- International e mi hanno incorag-
monio sarebbe finito. Io non riuscivo le ho pensato che quello era già un giata a unirmi a loro. Io ho pensato
a capire, in ogni caso ho portato miracolo, ma non sapevo ancora che che stessero fingendo, che non fosse
avanti la gravidanza: dopotutto sarebbe stato l’inizio di una cosa an- possibile che persone mai incontra-
lavoravo, guadagnavo bene e cora più grande. te prima volessero davvero aiutar-
56 potevo prendermi cura della Arrivata a casa, ho trovato mio fi- mi. Tutti quelli che conoscevano
mia famiglia. Dopo il parto il glio gravemente ammalato, ho chie- il mio passato, infatti, mi avevano
nostro matrimonio è finito. sto che anche su di lui si effettuasse completamente abbandonata, non
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TU VALI!
2

potevo credere che uno straniero, a sedersi di fianco a me e io, a cau- ballare. Non riuscivo a capire come
un estraneo, potesse venire in casa sa della situazione di disagio in cui un malato potesse ballare, come
mia per aiutarmi. Sono venuti più ci trovavamo, mi sono allontanata riuscisse a sorridere, come potesse
volte e io mi sono sempre rifiutata da lei: senz’altro non emanavo un essere felice. Ho pensato: «No, que-
di ascoltarli: il mio no era totale, mi buon odore, dal naso e dalla bocca sto deve essere il posto sbagliato» e
ero chiusa in un bozzolo. usciva pus, il mio corpo era come se sono ritornata a casa. Questi volon-
I miei due figli più grandi non fre- stesse sul punto di putrefarsi. Dai tari continuavano, però, a seguire
quentavano più la scuola, e nemme- piedi fuoriuscivano secrezioni male- mio figlio. Quando, a un certo punto,
no il mio bambino ammalato, perché odoranti, ero piena di piaghe, i miei hanno cominciato a prepararlo per il
il suo insegnante lo chiamava “sche- figli credo continuassero a stare con trattamento ho capito che forse po-
letro” e tutta la scuola poi l’aveva me solo perché non avevano altro tevo fidarmi e ho iniziato anch’io a
soprannominato così. Un giorno è luogo dove andare, io ero la loro frequentare il Meeting Point.
venuto a casa piangendo, perché unica parente. Quindi, quando Rose Un giorno Rose mi ha invitata nel
era stato ancora una volta deriso, si è seduta di fianco a me, sapendo suo ufficio. Prima di allora , quando
cosa che non mi aveva mai raccon- in che stato ero, mi sono allontanata andavo al Meeting Point, io rimane-
tato prima. Mi sono buttata sul let- da lei. Io continuavo a spostarmi e vo sempre da sola, in disparte. Quel
to e ho lasciato che il cuscino rac- Rose, invece, continuava ad avvici- giorno, mentre preparavano il bam-
cogliesse tutte le mie lacrime: con narsi a me, finché alla fine non sa- bino per la terapia , Rose mi ha invi-
nessuno potevo condividere questo pevo più dove andare. tata in ufficio. Mi ha guardato negli
mio dolore. La mattina successiva Rose mi ha parlato, usando le stes- occhi e mi ha detto: «Vicky, tu hai
sono andata a scuola, per parlare se parole che anche i volontari mi un valore e questo valore è più gran-
con l’insegnante che gli aveva dato avevano ripetuto, e io, anche quella de del valore della malattia. Tu ce la
quel soprannome, ma mi hanno im- volta, ho chiuso il mio cuore. In più puoi fare, hai solo bisogno di ritro-
pedito di vederlo. Rose veniva dalla parte occidentale vare la speranza. Tu hai un valore e
(…) I volontari hanno parlato a Rosè dell’Uganda, mentre io dalla par- questo valore è grande».
della mia situazione e una volta li te orientale: non ritenevo possibile Sono rimasta in silenzio, mentre
ho visti arrivare con qualcuno di alcun aiuto da lei. Ma quando sono Rose continuava a guardarmi. Solo
nuovo. Li ho accolti nella mia casa usciti mi sono ricordata di una sua queste parole ha pronunciato, ma
sporca e povera (non ci potevamo frase che ha toccato la mia vita: «Se gli occhi, quegli occhi che mi guar-
permettere né detersivi, né acqua). non vuoi venire al Meeting Point, davano, parlavano molto di più della
Quando sono entrati, Rose è venuta dammi comunque tuo figlio, perché sua bocca. Mi ha guardato con oc-
questo bambino ha una chi che mi invitavano a crederle,
vita che può vivere. come se mi dicesse: «C’è Qualcosa
Dammelo, ti prego». sopra di te, nel quale devi riporre
Un giorno, ho deciso la tua speranza». Mi guardava con
di andare al Meeting quegli occhi che erano un raggio
Point. di speranza per me, occhi di
Quando sono arrivata, amore. Quegli occhi parlava- 57
ho sentito della musica no, mentre la bocca ripeteva
e ho visto delle persone soltanto poche parole: «Vedrai
LO SCRIGNO

che la terapia consentirà a tuo fi- della gioia. Ho iniziato a capire che ze sono risorte, anche il mio corpo
glio di sopravvivere. Vicky, devi ri- anch’io potevo vivere, in qualsiasi ha cominciato a risorgere; questa
trovare la speranza, devi vivere per condizione, e ogni volta che avevo resurrezione ha dato vita a un ripri-
vedere i tuoi figli crescere». «Ma davanti a me l’immagine del volto di stino e io sono stata ripristinata.
anche se con la terapia mio figlio si Rose io pensavo: «Se Rose può guar- Oggi io sono la prova di questa re-
salva, dove posso trovare i soldi per darmi in questo modo, come sarà altà, anche se la sofferenza e la tri-
dare loro da mangiare, come posso mai il volto di Dio?». stezza sono reali.
mantenere i miei figli, che miracolo Mi sono resa conto che Dio in qualche Come tutto questo sia successo non
deve mai accadere?» modo mi guardava anche attraverso posso spiegarlo, ma ho un compa-
È stato soltanto successivamente, il volto di Rose, anzi che il volto di gno, ho un amico: Rose è sempre
quando sono tornata a casa, che Dio era sul volto di Rose. Rose mi ha stata lì per me e mi ha fatto capire
qualcosa ha cominciato a muoversi. dato una spalla su cui appoggiarmi, che Cristo è sempre con me, anche
Dal momento in cui avevo scoperto è Cristo che mi ha dato quella spal- quando sono a letto Cristo è lì con
la mia malattia quelle erano le pri- la, perché io potessi appoggiarmi me, attraverso questo processo di
me parole che qualcuno mi rivolgeva quando nessun altro era lì per me. sofferenza che non posso altrimenti
, le prime parole di speranza. Mentre Cristo, attraverso Rose, è venuto da descrivere.(…)
ero con Rose avevo sentito dentro di me e mi ha dato la speranza, quella Non riuscivo a capire perché Rose si
me qualcosa che non so esprimere e vera. Tutto è cominciato con un in- comportasse così. È solo per scopri-
che non avevo mai sentito prima, e contro: quando ho incontrato Rose, re questo che sono tornata.
lì, nel mio letto, continuavo a risen- ho incontrato Cristo; questo incon- Dimentichiamoci di Lazzaro che è ri-
tirle. Ho cominciato allora a guarda- tro ha fatto risorgere la mia vita e suscitato tanti anni fa: se non avete
re quegli occhi che mi parlavano: è questa resurrezione si è fatta sem- mai visto un miracolo, sono io, ec-
stato quello il giorno in cui ho avuto pre più forte; quando le mie speran- comi qua!
l’incontro con Rose.
L’avevo incontrata già tante volte
prima, ma non avevo mai avuto un
incontro vero con lei: è stato un in-
contro profondo, che ha rigenerato
la mia vita e anche adesso che ve lo
racconto, lo rivedo dentro di me. Ho
cominciato, allora, a riacquistare la
speranza, a frequentare e a nutrire
interesse per il Meeting Point. Rose
non mi ha più ripetuto quelle paro-
le, ma quegli occhi continuavano a
parlarmi ogni volta che mi incon-
trava. Quando è cominciata
58 la terapia su mio figlio, ho
visto che la vita ritornava
dentro di lui ed è stato l’inizio
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TU VALI!
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“CARA KITTY”
> testi ANNA FRANK, Il diario di Anna Frank

Anna Frank (1929-1945) nacque a diario sono eloquenti, ma... se ho verrò mai giornalista o scrittrice? Lo
Francoforte da una famiglia ebrea realmente del talento resta ancora spero, perché scrivendo posso fissa-
tedesca. Per sfuggire alle persecu- a vedersi. re tutto, i miei pensieri, i miei ideali
zioni naziste si rifugiò in Olanda, Il sogno di Eva è la mia migliore no- e le mie fantasie.
vivendo in un alloggio segreto sve- vella, e lo strano è che io non so di È parecchio tempo che non lavoro
lato per due anni. Li scrisse un dia- dove mi sia venuta. La vita di Cady più alla Vita di Cady; so perfetta-
rio, Che colpisce per la profondità contiene anche molto di buono, ma mente come si dovrà svolgere, ma
e l’intelligenza delle osservazioni. nel complesso non vale nulla. In non mi viene. Forse non la termi-
Anna morì in un campo di concen- questo campo sono io il critico mi- nerò mai, forse sarà al suo vero po-
tramento, il suo diario fu scoperto gliore e più severo. So che cosa è sto nel cestino o nella stufa... Sarà
dopo la sua morte. In questa pagina ben scritto e che cosa non lo è. Chi un’idea sciocca, ma ci penso sem-
Anna non si rassegna alla situazio- non scrive non sa quanto sia bello pre: “a quattordici anni e con così
ne difficile in cui vive. Non vuole scrivere; in passato, rimpiangevo poca esperienza non puoi ancora
essere inutile, e si impegna anche se sempre di non sapere disegnare, ma scrivere di filosofia”.
nessuno la obbliga. Affronta il fu- ora sono felicissima di saper almeno E allora avanti, coraggio, ci riuscirò,
turo non volendo lasciarlo passare scrivere. E se non avrò ingegno ab- perché a scrivere sono decisa!
inutilmente. Questo brano, che ci bastanza per fare la scrittrice o la La tua Anna
commuove ancora oggi, ci dice che giornalista, ebbene, potrò sempre
il suo impegno non è andato per- scrivere per me sola.
Una foto di Anna Frank.
duto. Confronta quanto leggi con Voglio farmi avanti, non posso pensa-
quello che hai scritto nel Fulcro in re di vivere come mamma, la signora
“Io e il futuro”. Van Daan e tutte quelle donne che
fanno il loro lavoro e poi sono dimen-
Martedì, 4 aprile 1944 ticate. Debbo avere qualcosa a cui
Cara Kitty, dedicarmi, oltre al marito e ai figli!
per un lungo periodo di tempo non Voglio continuare a vivere dopo la
sapevo più perché lavorassi; la fine mia morte!
della guerra è così terribilmente Perciò sono grata a Dio che mi ha
lontana, irreale (…). fatto nascere con quest’attitudine a
Bisogna che studi per non rimanere evolvermi e
ignorante, per andare avanti, per scrivere per esprimere ciò che è in
diventare giornalista, come voglio. me. Scrivendo dimentico tutti i miei
So che so scrivere, alcune mie no- guai, mi rianimo e la mia tristezza
velle sono passabili, le mie descri- svanisce. 59
zioni dell’alloggio segreto non man- Ma, e questo è il problema, saprò
cano di spirito, certi passi del mio scrivere qualche cosa di grande, di-
LO SCRIGNO

“PADRE BERTON IN SIERRA LEONE”


> testi Davide Rondoni, Quattro giorni, quarant’anni,
Rizzoli, riduz. e adatt.

Questo brano è tratto dal diario di statura, forse liberiano, ma penso del re a scuola? Queste vite strapazzate
Padre Berton, da anni in Sierra Le- Burkina Faso, si mostrò molto accon- mi presero in contropiede e sempre
one insieme agli ex bambini-solda- discendente con me e mi portò un po’ più volevo sapere di loro e degli al-
to, che lui stesso recupera e salva. È dappertutto, anche a casa sua. Una tri. La mia curiosità mi faceva dimen-
interessante notare il cambiamento giovane moglie con tre bambini; tut- ticare dove mi trovavo, mi faceva
di sguardo che accade in lui: dal ti con uno sguardo pieno di tristezza sottovalutare il pericolo che potevo
guardare quello che quegli uomini e di domande, lo attendeva. Non sa- correre, specialmente il brutto nome
hanno fatto, e così inorridire, a uno pevo che un buon numero di ribelli si che potevo farmi bazzicando in certi
sguardo che guarda l’uomo e il suo muovesse con le loro famiglie, e mi ambienti. Più ancora che la curiosità,
cuore, e permette il cambiamento.
sarei reso conto sempre di più, ogni incominciò a nascere in me un profon-
Parlare di pastorale estesa anche ai giorno che passava, di quale e quanto do senso di pietà e di simpatia verso
ribelli può certamente fare sorridere, profonda fosse la tragedia che mi cir- quei bambini e una profonda deter-
forse peggio ancora, «irritare» chi ha condava. Foday era accompagnato da minazione di recuperarli. Improvvi-
sofferto sotto di loro, e non mi me- un ragazzetto di undici/dodici anni, samente il mio coinvolgimento era
raviglio. Un sacerdote nativo, con il armato, che gli faceva da guardia del diventato totale. Visitai altre volte
quale ho condiviso la pastorale per corpo. Vestito con una divisa mime- Foday. Volli sapere della sua famiglia,
alcuni anni, mi diceva con un tono tica fatta su misura, il basco rosso ma specialmente della sua guardia
di rimprovero: «Ti aggiri con i ribel- sormontato dal distintivo in ottone e del corpo, e un bel giorno, gli feci la
li, perché li conosci bene», quasi a la mitraglietta al collo, mi sorrideva, domanda che da tempo rimuginava
dire: «Come mai tanta dimestichezza così, tanto per darmi il benvenuto. nella mia testa: «E se la dessi a me,
con simile gente?». Le nostre scelte Era tutto un mondo che mi si dischiu- la tua guardia del corpo?». Quel ra-
sono sempre dettate dall’accumulo deva davanti, un mondo che non era gazzino, Foday lo aveva catturato nel
di esperienze vissute, e dagli incon- completamente disumano. Tutto di- Kono. Il motivo non lo so, ma so che
tri con persone che ci hanno fatto pendeva dall’angolatura da cui lo si Foday rischiava, perché Sahr (così si
pensare. Questo incontro per me av- osservava: il capo ribelle, il crudele chiamava il piccolo soldato) era stato
venne molto presto in quei nove mesi padrone di casa, una ragazza «presa addestrato, e Foday non aveva l’auto-
di governo ribelle e fu determinante su» che gli faceva da moglie, tre bam- rità per rilasciarlo. Nonostante tutto’
nella decisione che stavo per pren- bini da sacrificare e il ragazzo soldato questo Foday non batté ciglio e me lo
dere. Visitai Benguema, il campo di capace di ogni crudeltà. Un insieme consegnò. La sua azione non era del
addestramento militare, occupato da che ti faceva rivoltare lo stomaco. E tutto disinteressata. Una volta che
quella che chiamavano «The smail se invece si trattasse di un padre di Sahr fosse stato con me, Foday avreb-
boys brigade», la brigata dei ra- famiglia che non sapeva come venir- be avuto la scusa per mantenere i
gazzini soldato. Un sottote- ne fuori, di una ragazza che sognava contatti. Non si sapeva mai come sa-
60 nente del Ruf che per conve- una vita normale, di tre bambini che rebbero andate le cose, e forse la sua
nienza chiamerò Foday, era a non hanno vissuto altro che la guerra famiglia, un domani; avrebbe potuto
capo di questo settore. Di media e di un soldatino che vorrebbe anda- trovare un rifugio inaspettato.
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TU VALI!
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“IL CAMPO INSEGNI LA DISCIPLINA”


> testi di Joseph Ratzinger, 25 Giugno 2010

Durante i mondiali di calcio del al paradiso: l’evasione dalla serietà rivalità, alla serietà e alla libertà: i
2010, il papa fa riflettere su un gioco schiavizzante della vita quotidiana giocatori diventano un simbolo della
che appassiona miliardi di uomini. e della necessità di guadagnarsi il propria vita; il che si ripercuote a sua
pane, per vivere la libera serietà di volta su di loro: essi sanno che gli uo-
Nessun altro avvenimento sulla terra ciò che non è obbligatorio e perciò mini rappresentano in loro se stessi e
può avere un effetto altrettanto va- è bello. Così il gioco va oltre la vita si sentono confermati. Naturalmente
sto, il che dimostra che questa mani- quotidiana. Ma, soprattutto nel bam- tutto ciò può essere inquinato da uno
festazione sportiva tocca un qualche bino, ha anche il carattere di eserci- spirito affaristico che assoggetta tut-
elemento primordiale dell’umanità e tazione alla vita. Simboleggia la vita to alla cupa serietà del denaro (...).
viene da chiedersi su cosa si fondi tut- stessa e la anticipa, per così dire, in Ma neppure questo mondo fittizio po-
to questo potere di un gioco. Il pes- una maniera liberamente strutturata. trebbe esistere senza l’aspetto posi-
simista dirà che è come nell’antica A me sembra che il fascino del cal- tivo che è alla base del gioco: l’eser-
Roma. La parola d’ordine della massa cio stia essenzialmente nel fatto che citazione alla vita e il superamento
era: panem et circenses, pane e cir- esso collega questi due aspetti in una della vita in direzione del paradiso
co. Il pane e il gioco sarebbero dun- forma molto convincente. Costringe perduto. In entrambi i casi si tratta
que i contenuti vitali di una società l’uomo a imporsi una disciplina in però di cercare una disciplina della
decadente che non ha altri obiettivi modo da ottenere con l’allenamento, libertà; di esercitare con se stessi
più elevati. Ma se anche si accettasse la padronanza di sé; con la padro- l’affiatamento, la rivalità e l’intesa
questa spiegazione, essa non sareb- nanza, la superiorità e con la supe- nell’obbedienza alla regola. Forse,
be assolutamente sufficiente. Ci si riorità, la libertà. Inoltre gli insegna riflettendo su queste cose, potremmo
dovrebbe chiedere ancora: in cosa soprattutto un disciplinato affiata- nuovamente imparare dal gioco a vi-
risiede il fascino di un gioco che assu- mento: in quanto gioco di squadra vere, perché in esso è evidente qual-
me la stessa importanza del pane? Si costringe all’inserimento del singolo cosa di fondamentale: l’uomo non
potrebbe rispondere, facendo ancora nella squadra. Unisce i giocatori con vive di solo pane, il mondo del pane
riferimento alla Roma antica, che la un obiettivo comune; il successo e è solo il preludio della vera umanità,
richiesta di pane e gioco era in real- l’insuccesso di ogni singolo stanno nel del mondo della libertà. La libertà si
tà l’espressione del desiderio di una successo e nell’insuccesso del tutto. nutre però della regola, della disci-
vita paradisiaca, di una vita di sazietà (...) Dove la regola comune, cui ci si plina, che insegna l’affiatamento e
senza affanni e di una libertà appaga- assoggetta, rimane l’elemento che la rivalità leale, l’indipendenza del
ta. Perché è questo che s’intende in lega e unisce nell’opposizione. Infine, successo esteriore e dell’arbitrio, e
ultima analisi con il gioco: un’azione la libertà del gioco, se questo si svol- diviene appunto, così, veramente li-
completamente libera, senza scopo e ge correttamente, annulla la serietà bera. Il gioco, una vita. Se andia-
senza costrizione, che al tempo stes- della rivalità. Assistendovi, gli uomi- mo in profondità, il fenomeno
so impegna e occupa tutte le forze ni si identificano con il gioco e con di un mondo appassionato di 61
dell’uomo. In questo senso il gioco i giocatori, e partecipano quindi per- calcio può darci di più che un
sarebbe una sorta di tentato ritorno sonalmente all’affiatamento e alla po’ di divertimento.
LO SCRIGNO

> musica “QUALCOSA CHE NON C’È”


ELISA

La protagonista di questa canzo- Dopo quando mi bastava Il sole sorgere


ne non si accettava com’era. E così Fare un salto per E miracolosamente non
non guardava la realtà, era insod- Raggiungere la felicità Ho smesso di sognare
disfatta. Occorre invece avere uno E la verità è che E miracolosamente
sguardo semplice su di sé e sulla re- Ho aspettato a lungo Non riesco a non sperare
altà (il sole), così si può trovare quel Qualcosa che non c’è E se c’è un segreto
qualcosa che si cerca. Invece di guardare il sole sorgere È fare tutto come
Se vedessi solo il sole
Tutto questo tempo a chiedermi Questo è sempre stato un modo
Cos’è che non mi lascia in pace Per fermare il tempo Un segreto è fare tutto
Tutti questi anni a chiedermi E la velocità Come se
Se vado veramente bene I passi svelti della gente Fare tutto
Così La disattenzione Come se
Come sono Le parole dette Vedessi solo il sole
Così Senza umiltà Vedessi solo il sole
Senza cuore così Vedessi solo il sole
Così un giorno Solo per far rumore
Ho scritto sul quaderno E non
Io farò sognare il mondo con la Ho aspettato a lungo Qualcosa che non c’è
musica Qualcosa che non c’è
Non molto tempo Invece di guardare

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> musica “MARTINO E L’IMPERATORE”


CLAUDIO CHIEFFO

Il valore della persona emerge chiaramente in questa Ti diranno che tuo padre era un personaggio strano,
canzone nel legame con il Padre, che aiuta l’uomo a un poeta fallito, un illuso di un cristiano;
comprendere fino in fondo, senza farsi ingannare ti diranno che tua madre era una sentimentale
dalla società, qual è il senso e il valore del suo stare che pregava ancora Dio mentre si dovrebbe urlare…
sulla terra. tu non credere mai all’imperatore
anche se il suo nome è società, anche se si chiama onore,
anche se il suo nome è popolo, anche se si chiama amore.
Credi solo in nostro Padre
Che è venuto e Che verrà
a portare la giustizia contro la malvagità
No non credere mai all’imperatore
anche se il suo nome è società, anche se si chiama onore,
anche se il suo nome è popolo, anche se si chiama amore.
No non credere alla scimmia e alla sua casualità,
tienti stretto alla mia mano, anche se non ci sarà.

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LO SCRIGNO

> arte “LAVANDA DEI PIEDI”


GIOTTO

Giotto ha dipinto Giuda, il terzo da si-


nistra, con l’aureola nera. Quelle
degli altri apostoli invece sono
dorate con un miscuglio di
rame, argento, oro e piombo
e col tempo si sono ossida-
te: per questo ora appaiono
tutte scure. Giuda indossa
un manto giallognolo, il co-
lore del tradimento e della
disperazione.

Pietro è l’unico fra gli apostoli ad indossare il mantello d’oro so-


pra la veste azzurra.
L’oro è simbolo della divinità della Chie-
sa, ai piedi della quale Dio stesso
s’inginocchia:questo oro tanto caro
all’iconografia bizantina, Giotto l’ha
riservato per pochi preziosi mo-
menti.
Andrea sta cominciando a toglier-
si i calzari; Giovanni è in piedi
con la brocca dell’acqua.
Hai notato l’apostolo a destra di
Pietro che si sta pulendo il piede
prima dell’arrivo del Maestro?
Giotto ha voluto rendere il re-
64 alismo della scena:quello che
sta accadendo è un fatto vero,
concreto.
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ITÀ
TU VALI!
2

La “Lavanda dei piedi”, è un segno di quanto noi


valiamo. Dio stesso si fa nostro servitore, fa il gesto
del più umile dei servi.
Gesù, inginocchiato, ha legato in vita un asciuga-
mani e sta per lavare i piedi a Pietro.
Guarda che intenso e profondo è lo sguardo tra i
due. Pietro non ha capito quel gesto di Gesù. Che
il Suo Signore si pieghi a lavargli i piedi sembrava
troppo! Così, impetuoso come è, fa resistenza. Poi
Gesù, chiede loro di fare lo stesso gli uni con gli
altri e Pietro capisce. Con lo stesso impeto allora,
chiede a Gesù di lavargli anche il capo (guarda la
mano destra di Pietro).

65
Giotto, Lavanda dei piedi, Padova,
Cappella degli Scrovegni.
LENTE D’INGRANDIMENTO

umana che riceve dai suoi genitori, l’em- una persona – fin dal primo istante della
brione fa dunque parte della specie uma- sua esistenza. La messa in atto dei pro-
na. La fecondazione segna l’inizio della cedimenti di fecondazione artificiale ha
vita, vale a dire la comparsa di un nuo- reso possibili diversi interventi sugli em-
IL VALORE DELLA vo essere umano perfettamente unico e brioni e sui feti umani. Gli scopi perse-
VITA NASCENTE differenziato. La prima cellula umana e i
suoi 46 cromosomi contengono già tutta
guiti sono di diverso genere: diagnostici
e terapeutici, scientifici e commerciali.
Prendere in considerazione il valo- l’informazione necessaria e sufficiente Da tutto ciò scaturiscono gravi proble-
re della persona pone in evidenza un da cui uscirà, nove mesi più tardi, quel mi. Si può parlare di un diritto alla spe-
aspetto molto in discussione in questi bambino che avrà un nome e caratteristi- rimentazione sugli embrioni umani in
ultimi tempi: l’uomo è già persona fin che proprie. Il metodo per la lettura del vista della ricerca scientifica? Quali nor-
dai primi attimi della sua esistenza? E DNA dei cromosomi umani, permette di mative o quale legislazione elaborare in
cioè si può già definire uomo quell’es- identificare con precisione le caratteristi- questa materia? La risposta a tali proble-
sere formatosi durante la fecondazio- che di un individuo. Fornisce la prova, mi suppone una riflessione approfondita
ne? Quali sono altrimenti gli aspetti scientificamente irrefutabile, del carat- sulla natura e sull’identità propria – si
che ci permettono di definire un essere tere rigorosamente unico di ogni indivi- parla di “statuto” – dell’embrione uma-
come appartenente alla specie uomo? duo. Non esiste alcuna differenza di na- no. Da parte sua la Chiesa nel Concilio
A tutte queste domande e altre ancora tura fra l’embrione, il feto ed il bambino Vaticano II ha proposto nuovamente
ha risposto un grande scienziato del dopo la nascita: si tratta, in ogni caso, di all’uomo contemporaneo la sua dottri-
Novecento che val la pena conoscere... una sola e stessa persona presa nei diver- na costante e certa secondo cui: “la vita,
si stadi del suo sviluppo. Dal primissimo una volta concepita, dev’essere protet-
attimo, l’embrione è un minuscolo essere ta con la massima cura, e l’aborto come
L’EMBRIONE È UN ESSERE umano differente da sua madre, animato l’infanticidio, sono abominevoli delitti”.
da una vita propria.». Più recentemente la Carta dei diritti del-
UMANO Lejeune la famiglia, pubblicata dalla Santa Sede,
Il professor Lejeune, uno dei protagoni- ribadiva: “La vita umana dev’essere ri-
sti della genetica moderna, risponde ad Il professore Lejeune ha aiutato a ca- spettata e protetta in modo assoluto dal
una intervista sul significato di indivi- pire come l’embrione non possa che momento del concepimento”. Questa
duo della specie uomo. Ecco la doman- essere considerato come un “individuo Congregazione conosce le discussio-
da che gli viene posta e la sua attenta e della specie uomo”, ma questo è suffi- ni attuali sull’inizio della vita umana,
appassionante risposta. (Domanda):«È ciente per definirlo “persona”? sull’individualità dell’essere umano e
scientificamente possibile stabilire se Quale rispetto è dovuto all’embrione sull’identità della persona umana. Essa
l’embrione sia un essere umano, oppure umano, tenuto conto della sua natura richiama gli insegnamenti contenuti nel-
si tratta di una affermazione infondata, e della sua identità? Aiuta in questo la la Dichiarazione sull’aborto procurato:
di un’opinione?». Chiesa tramite le istruzioni “Donum “Dal momento in cui l’ovulo è feconda-
(Risposta): «Oggettivamente esiste una Vitae” e dopo vent’anni dalla sua pub- to, si inaugura una nuova vita che non è
sola definizione possibile dell’esse- blicazione, tenuto conto delle evolu- quella del padre o della madre, ma di un
re umano: un essere umano è un zioni tecnologiche e scientifiche, “Di- nuovo essere umano che si sviluppa per
membro della nostra specie. La gnitas personae. Su alcune questioni di proprio conto. Non sarà mai reso umano
66 sua natura è determinata dal bioetica”. se non lo è stato fin da allora. A questa
patrimonio genetico della specie L’essere umano è da rispettare – come evidenza di sempre... la scienza genetica
UN
ITÀ
TU VALI!
2

moderna fornisce preziose conferme. espresse. Nuove tecnologie biomediche, dal punto di vista umanitario. E infine
Essa ha mostrato come dal primo istante tuttavia, introdotte in questo ambito de- intende essere presente accanto ad ogni
si trova fissato il programma di ciò che licato della vita dell’essere umano e della persona che soffre nel corpo e nello
sarà questo vivente: un uomo, quest’uo- famiglia, provocano ulteriori interroga- spirito… Negli ultimi decenni le scien-
mo-individuo con le sue note caratteri- tivi, in particolare nel settore della ricer- ze mediche hanno sviluppato in modo
stiche già ben determinate. Fin dalla fe- ca sugli embrioni umani e dell’uso delle considerevole le loro conoscenze sulla
condazione è iniziata l’avventura di una cellule staminali a fini terapeutici non- vita umana negli stadi iniziali della sua
vita umana, di cui ciascuna delle grandi ché in altri ambiti della medicina speri- esistenza. Esse sono giunte a conoscere
capacita richiede tempo per impostarsi mentale, così da sollevare nuove doman- meglio le strutture biologiche dell’uo-
e per trovarsi pronta ad agire”. Questa de che richiedono altrettante risposte. La mo e il processo della sua generazione.
dottrina rimane valida e viene peraltro rapidità degli sviluppi in ambito scien- Questi sviluppi sono certamente positi-
confermata, se ve ne fosse bisogno, dalle tifico e la loro amplificazione tramite i vi e meritano di essere sostenuti, quando
recenti acquisizioni della biologia umana mezzi di comunicazione sociale provoca- servono a superare o a correggere patolo-
la quale riconosce che nello zigote deri- no attese e perplessità in settori sempre gie e concorrono a ristabilire il normale
vante dalla fecondazione si è già costitu- più vasti dell’opinione pubblica... svolgimento dei processi generativi. Essi
ita l’identità biologica di un nuovo indi- Il Magistero perciò intende portare una sono invece negativi, e pertanto non si
viduo umano. parola di incoraggiamento e di fiducia possono condividere, quando implicano
Tratto dall’Istruzione Donum Vitae nei confronti di una prospettiva cultu- la soppressione di esseri umani o usano
a cura della Congregazione
per la Dottrina della fede.
rale che vede la scienza come prezioso mezzi che ledono la dignità della persona
servizio al bene integrale della vita e della oppure sono adottati per finalità contra-
dignità di ogni essere umano. La Chiesa rie al bene integrale dell’uomo.
Ad ogni essere umano, dal concepimento pertanto guarda con speranza alla ricer- Il corpo di un essere umano, fin dai suoi
alla morte naturale, va riconosciuta la di- ca scientifica, augurando che siano molti primi stadi di esistenza, non è mai riduci-
gnità di persona. i cristiani a dedicarsi al progresso della bile all’insieme delle sue cellule. Il corpo
Questo principio fondamentale, che biomedicina e a testimoniare la pro- embrionale si sviluppa progressivamente
esprime un grande “sì” alla vita umana, pria fede in tale ambito. Auspica inol- secondo un “programma” ben definito e
deve essere posto al centro della rifles- tre che i risultati di questa ricerca siano con un proprio fine che si manifesta con
sione etica sulla ricerca biomedica, che resi disponibili anche nelle aree povere la nascita di ogni bambino….
riveste un’importanza sempre maggio- e colpite dalle malattie, per affrontare Tratto dall’Istruzione
“Dignitas personae. Su alcune
re nel mondo di oggi. Il Magistero della le necessità più urgenti e drammatiche questioni di bioetica”
Chiesa è già intervenuto più volte, al fine
di chiarire e risolvere i relativi problemi
morali. Di particolare rilevanza in questa
materia è stata l’Istruzione Donun vitae.
A vent’anni dalla sua pubblicazione è
emersa nondimeno l’opportunità di ap-
portare un aggiornamento a tale docu-
mento.
L’insegnamento di detta Istruzione con-
serva intatto il suo valore sia per i princì-
67
pi richiamati sia per le valutazioni morali
Dopo aver studiato l’Unità fermati a verificare quello che hai scoperto
con due esercizi di comprensione e un approfondimento personale.

VERIFICA
se hai capi to

Comprensione
a. Rispondi alle seguenti domande.
1. Tu desideri essere importante? La tua è un’esigenza di tutti gli uomini? Perché?

2. Che cosa scriveva Van Gogh al fratello a proposito del suo valore?

3. Qual è il metodo utilizzato in questo capitolo per scoprire il valore di ogni persona? È giusto
dire che il valore di una persona è definito dalla sua riuscita? Perché?

4. Chi sono le persone importanti nella tua vita? Perché sono importanti?

5. Gesù come guarda le persone? Cita almeno due episodi evangelici che ci aiutino a compren-
dere la tua risposta.

6. Chi era Bartolomeo Garelli? Quando è vissuto? Che cosa gli era successo? Come nasce il suo
rapporto con don Bosco?

7. Scegli uno dei documenti dello Scrigno dell’unità e spiegane i contenuti in relazione al tema
dell’unità.
68
UN
ITÀ
2
b. Completa la mappa concettuale partendo dal box centrale e
aggiungendo le 7 parole (o frasi) e le 3 frecce mancanti.

Il mondo propone il criterio


della riuscita: vali se riesci ad
essere il ...............................
Ogni uomo desidera che la
sua vita abbia un senso, che
non sia ............................

Il mio valore non


sta in quello che riesco
a fare ma in quello Gesù non guarda all’apparenza
che sono della persona ma individua un
valore che è più grande: guar-
da il .....................................

Ancora oggi è possibile lo sguardo


con cui Gesù afferma il valore della
persona. Un esempio è l’incontro
tra ............................................
Ognuno di noi nella storia ha
......... e .....................................
un .......................................
che lo rende unico e .............
.......................................

Approfondimento personale
Nella lente d’ingrandimento dell’unità viene posta l’attenzione sul valore della vita fin dai pri-
mi momenti dal concepimento, facendo riferimento allo zigote e all’embrione. Prova a fare
delle interviste, scegliendo un campione adeguato e preparando una batteria di domande
significative da porre. Raccogli i dati e discutine con i tuoi compagni. Potrebbe essere an- 69
che un lavoro di gruppo, magari se sei bravo in matematica, potresti preparare dei grafici
d’interpretazione dei dati per i tuoi compagni.
IL CUORE
DELL’UOMO
UN
ITÀ
3

IL TRAGUARDO
L’alunno:
è aperto alla sincera ricerca della verità e sa interro-
garsi sul trascendente e porsi domande di senso;
coglie le implicazioni etiche della fede cristiana e le
rende oggetto di riµessione in vista di scelte di vita
progettuali e responsabili. Inizia a confrontarsi con
la complessità dell’esistenza e impara a dare valore
ai propri comportamenti, per relazionarsi in maniera
armoniosa con se stesso, con gli altri, con il mondo
che lo circonda
riconosce i linguaggi espressivi della fede (simbo-
li, preghiere) ne individua le tracce imparando ad
CONTEN
apprezzarli dal punto di vista artistico, culturale e
spirituale. • Il des
UT I :
iderio
GLI OBIETTIVI • La ric
etta de
• La tu lla felic
Cogliere nelle domande dell’uomo e in tante sue a felici ità
esperienze tracce di una ricerca religiosa. dipend tà non
e da te
Riconoscere l’originalità della speranza cristiana in ri- • Solo u
na
sposta al bisogno umano. ti man cosa
Individua gli elementi speci´ci della preghiera cristiana ca
Confrontarsi con la proposta cristiana di vita come
contributo originale per la realizzazione di un proget-
to libero e responsabile.
1. IL DESIDERIO L’esigenza
Tu sei pieno di desideri sul tuo futuro. Riguarda ciò che hai scritto nelle
pagine del Fulcro in “Io e il futuro”, sui tuoi amici (“Io e l’amicizia”) e
così via. I desideri, di tutti i tipi, da quelli che ti muovono normalmente
(“io e il tempo libero”) ai più profondi (“io e la solitudine”) sono sempre
in gioco. Si parte da essi per andare a scoprire il centro, quello che co-
stituisce il valore, il cuore della persona: infatti ciò che più di ogni altra
cosa fa emergere il cuore e la sua natura è l’esperienza del DESIDERIO.
Basta una semplice osservazione di quello che facciamo durante il gior-
no, per scoprire che incessantemente ognuno di noi desidera.
Osservati dunque in alcuni momenti della giornata, e scopri i desideri
che emergono.

U sera completa lo schema qui sotto scrivendo la prima cosa che ti


Una
ricordi.

Esperie nza

Che cosa desideri:


appena sveglio

all’uscita da scuola, mentre pensi al pomeriggio vorresti

appena prima di uscire da

prima di dormire, quando pensi al giorno dopo

Considera un desiderio importante che ha occupato i tuoi pensieri per molto tempo: una volta raggiunto ciò
che volevi, che cosa è successo?
a. Sei stato così soddisfatto che non hai desiderato più niente.

72 b. È subito sorto un altro desiderio.


c. Sei rimasto deluso perché ti aspettavi di più.
d. Non hai mai avuto un desiderio importante.
UN
ITÀ
IL CUORE DELL’UOMO
3
L’esperienza che hai fatto indica che si desidera sempre qualcosa, dal
mattino quando ci si alza Àno alla sera quando si va a dormire.
Il desiderio è diverso dal SOGNO: si desidera solo ciò che è reale. Si
può vedere oppure può essere raccontato, comunque esiste: una realtà Desiderio
che ad un certo punto diventa desiderabile, perché? C’è qualcosa che Il desiderio è un’attesa che nel
attrae in essa. futuro accada il compimento
Questo è il punto da cui partire: occorre guardare ciò che si desidera e di una felicità di cui vediamo
capire perché attira, in altre parole si deve paragonare ciò che si desi- l’inizio ora.
dera con qualcosa che c’è nel profondo. Per esempio: se incontrassi
L’esperienza della pagina precedente ti ha fatto comprendere che nella una persona che vive bene la
vita, desidererei che questo in-
vita c’è come una nostalgia: appena si raggiunge ciò che è stato a lungo
contro sfoci in un’amicizia.
desiderato ci si accorge che non basta, un attimo dopo emerge un altro
desiderio: potresti desiderare la Àne della scuola, ma il giorno dopo de-
sidererai andare in vacanza in qualche località, e quando sarai andato Sogno
in quella località, avrai bisogno di una compagnia di amici per rendere Il sogno invece non fondamen-
gustosa la vacanza, e con questi amici desidererai fare alcune cose… e to nella realtà, proietta sul fu-
così a non Ànire. turo un sentimento. Per esem-
Il desiderio è inÀnito: non basta mai quello che si trova. Perché? pio: sogno di diventare amico
di un personaggio che non ho
Fai un percorso a partire da questa esperienza che ti condurrà a capire
incontrato e che difficilmente
più profondamente il tuo cuore.
incontrerò.
Il desiderio ci rende più attenti
alla realtà, il sogno ci astrae da
essa.

IL PUNT
Ciò che muove la nostra
giornata e la nostra vita è il
desiderio.
Sempre desideriamo, per-
ché ciò che raggiungiamo
non ci basta mai.

IL FULCRO
73
L’ORIGINE DEI DESIDERI: LE ESIGENZE
Leggi la testimonianza di Marco, un ragazzo di terza media.
L’esigenza
Marco e il professore
Sono il secondo di quattro fratelli; di loro, ma spesso mi prendono volta
l cheh ffaccio bbene una cosa glil
mia sorella maggiore frequenta la in giro e ogni volta che io cerco di altri mi dicono che fa schifo e poi
terza superiore; lei va bene a scuo- farmeli amici, difendendoli anche sono stufo di tentare di migliora-
la e la mamma è molto contenta di davanti ai professori, loro si ar- re, tanto non cambia mai nulla.
lei, perché fa sempre tutte le cose rabbiano ancora di più con me. I Lui mi ha ascoltato e alla fine mi
bene. professori poi continuano a darmi ha detto: “Senti, perché non inco-
Dopo di me ci sono due fratel- brutti voti e io non ho mai il co- minci a farti aiutare dai tuoi com-
li più piccoli, gemelli; loro van- raggio di dirlo ai miei genitori. pagni? Se vuoi, anch’io ti do una
no all’asilo e la mamma è sempre Una settimana fa, però, è succes- mano”. Visto che ormai ero fuori
occupata con loro perché spesso sa una cosa strana: come al solito dalla classe ci siamo messi a fare un
sono ammalati. Il papà ha subito il prof di scienze mi ha sbattuto problema di matematica: lui inse-
un grosso incidente due anni fa e fuori dalla classe, perché, secondo gna ginnastica, ma se ne intende
da allora non è stato più bene; gli lui, io parlavo. Anche la prof di anche di geometria, così abbiamo
hanno anche trapiantato il fegato e italiano poi mi ha sbattuto fuori passato un’oretta insieme. lo non
adesso non lavora più e prende la della classe perché le avevo rispo- ho capito tutto di matematica, ma
pensione. sto male. stare con lui è stato bello. Il gior-
La mia famiglia non è né ricca, Mentre ero in corridoio è passato no dopo due miei compagni mi
né povera, ma ogni volta che io il prof di ginnastica e mi ha detto: hanno invitato a casa loro per fare
chiedo dei soldi per la merenda, la “Ancora fuori!?! Ma cosa stai com- i compiti. Forse è stato il prof che
mamma mi brontola e così a volte binando?”. Io ero così nervoso che gliel’ha suggerito. Io ci sono anda-
li prendo dal portafoglio di nasco- mi sono messo a piangere. Non so to. Adesso siamo diventati amici e
sto, poi quando vengo scoperto mi perché, ma il prof mi ha portato al pomeriggio ci ritroviamo anche
prendo l’ennesima sgridata. con sé in cortile. Abbiamo comin- all’oratorio insieme. Non so se riu-
A scuola non vado bene, anzi devo ciato a parlare e per la prima volta scirò ad essere promosso, ma quan-
proprio dire che vado male. mi sono sfogato: sono stufo di es- do sto con loro mi sento felice.
I miei compagni sono amici fra sere sempre preso per scemo, ogni Marco

74
UN
ITÀ
IL CUORE DELL’UOMO
3
Che cosa desiderava Marco quando, nei suoi gofÀ tentativi, cercava di
difendere i propri compagni o di farsi notare, tanto da farsi sbattere
fuori dalla classe? Che cosa voleva quando tentava inutilmente di anda-
re meglio a scuola? Era improvvisamente interessato ai voti? IL PUNT
No. Il suo desiderio profondo era di essere accettato da qualcuno, che ci Nel profondo del cuore ci
fosse, qualcuno che gli volesse bene. Inaspettatamente è capitato con sono alcune esigenze
il professore di ginnastica. Non è stato stimato per qualcosa di speciale, (come il “magma” di un
anzi ha fatto qualcosa di sbagliato, ma improvvisamente il desiderio vulcano) da cui nascono
tutti i desideri che muovo-
profondo del suo cuore è stato preso sul serio. no la persona.
Il cuore dell’uomo è come un vulcano.
In esso da un magma profondo eruttano migliaia di lapilli che si disper-
dono dovunque. Così, come lapilli, tutti i desideri del cuore emergono
da qualcosa che è più profondo: il magma, che nella metafora rap-
presenta il luogo delle esigenze profonde. Uno può anche desiderare
il motorino, ma questo desiderio è il segno di un’esigenza molto più
grande, per esempio l’amicizia, l’essere ben voluti, l’essere stimati da-
gli amici….Come il magma è inÀnito, così i nostri desideri. Si potrebbe
pensare che esaurendo tutti i desideri una persona sia felice, ma tutti
possono sperimentare che non è così: una volta risolto un desiderio, ne
emerge un altro, e poi un altro, e poi ancora… Si ricerca qualcosa di più,
non ci si accontenta… per fortuna! Non rendersi conto di questo lasce-
rebbe la persona in balia di ciò che la pubblicità e la moda propongono.
I desideri sarebbero determinati da chi ha in mano i mass media.
La realizzazione di se stessi avviene nella misura in cui si arriva a co-
noscere il profondo del proprio cuore, il magma, e si prendono sul serio
le proprie esigenze.

DESIDERI cratere

camino secondario
camino
serbatoio magmatico
cono vulcanico

ESIGENZE
IL FULCRO
75
2. LA RICETTA DELLA FELICITÀ Il mond
o
Ecco ora un esercizio che ti può far capire meglio il tuo cuore. In genere
partendo dai desideri si arriva al profondo di se stessi, le agenzie pub-
blicitarie, invece, che conoscono bene la dinamica del cuore dell’uomo,
fanno il percorso inverso: partono da parole che richiamano il “magma”
per suscitare l’attenzione della persona e fargli comprare il prodotto.
Ora osserva il lavoro fatto da un ragazzo della tua età sull’argomento,
poi toccherà a te fare qualche esempio.

Coca-Cola e la formula della felicità


Questo è un viaggio attraverso diverse epoche storiche ed è raccontato in stile documentaristico. Il suo titolo è “La
formula della felicità”. Essa racconta della scoperta di una formula segreta, quella della Coca-Cola, inventata dal far-
macista di Atlanta John Pemberton alla fine del XIX secolo. Nei bar della città dei personaggi sorseggiano la nuova
bevanda veramente buona e rinfrescante.

La storia poi arriva ai nostri giorni: siamo da un’altra parte del mondo, in una casa dove una mamma italiana ha sco-
perto il segreto della felicità portando in tavola tre bottigliette di Coca-Cola che scatenano la gioia dei commensali.

76
La formula della felicità è un piacere che tutti possono scoprire ogni giorno.
UN
ITÀ
IL CUORE DELL’UOMO
3
In
Indagine sulla pubblicità.
O prova anche tu a trovare
Ora
quelle pubblicità che fanno
Esperie nza leva sulle nostre esigenze più
IL PUNT
p
profonde. Descrivi qui tutti
È così vero che il cuore ori-
quegli spot che parlano di libertà,
gina tutti i desideri, che la
amore, se stessi, valore. pubblicità, per fare com-
La pagina la lasciamo vuota: descrivi tu le pubblicità che hai prare i prodotti che recla-
ritrovato, puoi raccontare o incollare delle foto (nel caso di mizza, fa leva sulle esi-
pubblicità cartacee). genze del cuore.

IL FULCRO
77
3. LA TUA FELICITÀ La critica
NON DIPENDE DA TE
L’UOMO ASPETTA QUALCOSA DI INFINITO
L’indagine sulla pubblicità ti ha fatto scoprire che spesso l’uomo pensa
che, esaudendo tanti desideri, possa essere felice. È una proposta di vita
quella che la pubblicità esprime: più cose la persona ha e può fare, più è
felice. Ma è vero? Come sempre critica quanto ti è viene proposto.
Se osservi la tua esperienza, ti accorgi che una volta soddisfatto un de-
siderio, subito ne sorge un altro, poi un altro ancora, e così via all’inÀni-
to. C’è il desiderio di qualcosa di più.
Quante volte ti sarà capitato come a quel ragazzo della testimonianza
qui sotto, di avere tutto quello che pensavi di desiderare, ma di aspet-
tare qualcosa di più: “più in là” diceva Montale. È questo “di più” che il
cuore desidera veramente, è questa grandezza la vera esigenza profon-
da del “vulcano”. In ogni desiderio l’uomo attende l’inÀnito, anche se
non se ne accorge. La grandezza di un uomo sta appunto nell’attesa di
questo inÀnito. Da questo punto di vista è commovente “Dannazione”,
una poesia di Giuseppe Ungaretti, un grande poeta italiano del Nove-
cento. Questa poesia è stata scritta durante la prima guerra mondiale,
cui lui ha partecipato.

DANNAZIONE Mariano il 29 giugno 1916.


Chiuso fra cose mortali
(Anche il cielo stellato Ànirà)
Perché bramo Dio?

Immedesimati: lui è in trincea, magari c’è appena stato un attacco e ha


rischiato di morire, forse qualche suo amico è stato ferito o ucciso. È
sera. Ha le stelle sopra di sé, bellissime. Ma sa che tutto Ànisce.
E prorompe in lui l’esigenza di inÀnito, di eterno, a cui dà il nome: Dio.
Brama Dio, desidera cioè la vita, la bellezza, la verità, l’amore.
Questa drammatica poesia descrive chi è l’uomo.

Felice al “100%”
Prima di quest’estate cercavo la felicità in tutti i modi e non la trovavo mai; persino stare con la mia ragazza mi
78 lasciava dentro un vuoto, un gelo mai provato. Ma se neanche questo mi basta, cosa mi basta? Ma se voglio esse-
re felice al 100% e riesco a malapena ad arrivare ad un 1%, il restante 99% cos’è? Solo delusione?
UN
ITÀ
IL CUORE DELL’UOMO
3
NON DIPENDE DA NOI
Ogni desiderio ha in sé la ricerca di qualcosa di veramente grande, inÀ-
nito, vero: l’uomo lo chiama Felicità.
Ed è così immensa, la felicità, che l’uomo non se la può dare da solo. IL PUNT
Ogni desiderio è importante, perché protende verso una realtà che è Non basta avere delle cose,
il cuore spinge la persona
fuori dalla persona e non dipende da essa. Tanto che alcuni desideri non più in là, verso qualcosa
riescono a essere realizzati e quando se ne avvera uno l’uomo è con- che non solo l’accontenti,
tento come chi ha ricevuto un dono. Ciò che rende felice l’uomo non è ma la renda felice.
creato da lui, anzi, egli dipende da esso. L’uomo dipende da ciò
che può rispondere a que-
sta esigenza di felicità.
CAPRICCI
Il vero pericolo è la riduzione del desiderio a capriccio.
Non è un capriccio desiderare un oggetto, il capriccio è quando vuoi
trattare quell’oggetto non per quello che è, ma per come ti va, illuden-
doti di arrivare così alla soddisfazione completa: sarai sempre deluso,
insoddisfatto e... capriccioso, appunto. Dunque:
- desiderare veramente ti fa domandare cosa vuoi davvero. Sai la ra-
gione per cui lo vuoi. Nel capriccio invece sei in balia dei tuoi “Mi va”,
“C’ho voglia”;
- per un desiderio vero sei disposto a fare fatica, di un capriccio ti
stanchi subito;
- quando hai un desiderio ti domandi lo scopo di quel che vuoi fare,
e così diventi grande. Nel capriccio invece, non sai quel che vuoi real-
mente, non tieni presente le tue esigenze profonde, ti Àssi solo su un
particolare;
- se vuoi realizzare un desiderio accetti anche di parlarne con qualcuno
più grande, se sai di aver un capriccio fuggirai il confronto con un adulto.

IL FULCRO
79
LE DOMANDE FONDAMENTALI
Come si diventa grandi? Come il cuore trova il suo compimento? La realtà
La critica
attrae l’uomo, suscita in lui il desiderio di andare “più in là”. Ci sono cose
che piacciono ma non bastano. Quello che l’uomo vuole è oltre. Sorgono
così delle domande che fanno andare più a fondo nella vita. Se i desideri
fossero ridotti a capricci, quelle domande sarebbero lontane. Se invece
i desideri rimanessero grandi, la persona sarebbe attratta non solo dalle
cose, ma anche dal loro signiÀcato. Il vuoto
Le esigenze del cuore, quel “magma” che fa nascere i desideri, si espri- In questi due anni sono cresciuto
mono in alcune domande che possono essere deÀnite fondamentali, che con delle domande che mi sono
sono cioè al fondamento, alla base della vita. accontentato di considerare come
La tua età è quella in cui queste domande iniziano a farsi sentire e i più dei quesiti impossibili da risolvere
grandi non sono quelli che fanno i “grossi”, ma coloro che iniziano a per- per cui non ho mai cercato una ri-
cepire — se non altro in forma di insoddisfazione — questi interrogativi. sposta. Mi sono lasciato tentare da
Questa lettera, nel box di destra, è stata scritta da un ragazzo delle una compagnia che mi ha illuso e
superiori, più grande, ma esprime bene come il suo cuore gli domandi ho trovato una soluzione: sempli-
qualcosa di grande per la vita. cemente dimenticandole. (…) ma
manca sempre qualcosa,non sono
mai soddisfatto. Non riesco trova-
re quello che sto cercando, anche
se neanche io so cosa veramente
sia. Allora comincio ad andare in
discoteca, voglio divertirmi come
fanno gli altri e quindi bevo, bevo
per offuscare la mente per avere il
coraggio di dire o fare certe cose
che solitamente non dico faccio,
per non essere me stesso, per di-
menticare il vuoto dentro che si fa
ogni giorno più assillante.

80
UN
ITÀ
IL CUORE DELL’UOMO
3
F ora un’esperienza simile
Fai
a quella proposta nel primo
anno di questo corso: fai
Esperie nza delle
d interviste per capire
IL PUNT
l’emergere
l’ delle domande
Il cuore si esprime in alcu-
fondamentali. Se vorrai, potrai
ne Domande Fondamen-
confrontare le risposte per capire quanto sei cresciuto. tali che iniziano a farsi lar-
go nella vita.
Vai a vedere a pagina 26 del primo volume, dove avevi scritto le do-
mande e i pensieri che nascevano nella tua solitudine. Pensa ora alle
domande che ti nascono quando i tuoi desideri vengono ostacolati, e
anche quando di fronte ad un desiderio soddisfatto capisci che manca
qualcosa.
Intervista due tra i tuoi amici più cari e domanda loro quali sono le do-
mande più profonde che si sono mai fatti.

Io

Amico/a

Amico/a

IL FULCRO
81
4. SOLO UNA COSA TI MANCA Un a l t r
o
f at t o r
Prova ad immedesimarti nel brano citato in questa pagina: l’evangelista
Marco sta descrivendo dei viaggi di Gesù fuori dalla Galilea. Gesù guar-
e
dava con benevolenza i bambini che andavano da Lui e giocando, gli si
arrampicavano sulla veste. Era colpito da loro e i discepoli, guardandolo,
imparavano, perché per Gesù i bambini erano un segno della semplicità di
cuore necessaria per stare con Lui. La gente osservava come Lui stava con
le persone, come guardava i Àori, i bambini… e imparava un modo nuovo
di vivere. Mentre Gesù sta camminando — probabilmente sta andando
da un villaggio all’altro — un ragazzo gli corre dietro, gli si butta ai piedi
e gli dice “Maestro buono” e Gesù “Uno solo è buono, Dio” e il ragazzo
riprende “Dimmi cosa fare per avere la vita eterna?”. La vita eterna, la
salvezza, la vita piena: sono le esigenze del cuore che vengono a galla, il
“magma” da cui i desideri scaturiscono. Quel ragazzo era ricco, aveva già
appagato i propri desideri (i lapilli del vulcano) poteva avere quello che
voleva, quello che un ragazzo di quel tempo poteva desiderare. Ma non
bastava. Ascoltando Gesù ha capito che possedeva tutto, ma gli mancava
l’essenziale. Gli manca qualcosa, e lo chiede a Gesù.

Il giovane ricco
17
Mentre andava per la strada, un lo che hai e dallo ai poveri, e avrai un to?». 27Ma Gesù, guardandoli in
tale gli corse incontro e, gettandosi tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». faccia, disse: «Impossibile agli uo-
22
in ginocchio davanti a lui, gli do- Ma a queste parole egli si fece scu- mini, ma non a Dio! Perché tutto
mandò: «Maestro buono, che cosa ro in volto e se ne andò rattristato; è possibile a Dio».
28
devo fare per avere in eredità la vita possedeva infatti molti beni. Pietro allora prese a dirgli: «Ecco,
eterna?». 18Gesù gli disse: «Perché 23
Gesù, volgendo lo sguardo attor- noi abbiamo lasciato tutto e ti ab-
mi chiami buono? Nessuno è buo- no, disse ai suoi discepoli: «Quan- biamo seguito». 29Gesù gli rispose:
no, se non Dio solo. 19Tu conosci i to è difficile, per quelli che possie- «In verità io vi dico: non c’è nessu-
comandamenti: Non uccidere, non dono ricchezze, entrare nel regno no che abbia lasciato casa o fratelli
commettere adulterio, non rubare, di Dio!». 24I discepoli erano scon- o sorelle o madre o padre o figli o
non testimoniare il falso, non froda- certati dalle sue parole; ma Gesù campi per causa mia e per causa del
re, onora tuo padre e tua madre». riprese e disse loro: «Figli, quanto Vangelo, 30che non riceva già ora, in
20
Egli allora gli disse: «Maestro, è difficile entrare nel regno di Dio! questo tempo, cento volte tanto in
25
tutte queste cose le ho osservate fin È più facile che un cammello case e fratelli e sorelle e madri e figli
dalla mia giovinezza». 21Allora passi per la cruna di un ago, che e campi, insieme a persecuzioni, e
Gesù fissò lo sguardo su di lui, un ricco entri nel regno di Dio». la vita eterna nel tempo che verrà.
82 lo amò e gli disse: «Una cosa 26
Essi, ancora più stupiti, dicevano 31
Molti dei primi saranno ultimi e
sola ti manca: va’, vendi quel- tra loro: «E chi può essere salva- gli ultimi saranno primi».
UN
ITÀ
IL CUORE DELL’UOMO
3
E Lui risponde “Ma tu sai cosa dicono i comandamenti, seguili e sarai
felice” E il giovane “io seguo tutti i comandamenti da tanto tempo, ma
mi manca qualcosa”. E qui il vangelo dice una cosa memorabile “Gesù,
Àssatolo, lo amò”. Questo è il modo con cui il Signore tratta il desiderio IL PUNT
dell’uomo: si commuove, si coinvolge con l’esigenza di essere felici, e Colui che conosce il cuo-
risponde facendo compagnia, invitandolo ad una amicizia. Per questo gli re – l’ha fatto Lui! – sa di
propone di stare con Lui, di seguirLo, e davanti alle resistenze del ragazzo che cosa l’uomo ha biso-
insiste ancora con la sua proposta: Io sono ciò che cerchi (“Io sono la via, gno: della Sua compa-
gnia, l’unica in grado di
la verità, la vita” Gv 14,6) vendi tutto e seguimi!! generare una letizia che
Gesù, però, rispetta la libertà. Quel ragazzo può ancora andarsene, può non svanisce.
ancora dire di no, e infatti i suoi occhi prima spalancati, s’incupiscono:
pensa a quello che dovrebbe lasciare: “ no, non voglio” risponde tra sé e
sè. Il giovane si alza, nel silenzio, e con lo sguardo Àsso a terra se ne va.
Tutti i suoi desideri sono diventati per lui una zavorra; ha perso l’occa-
sione della vita. Il Vangelo lo descrive “triste, perché aveva molti beni”.
È il contrario di quel che si ritiene di solito: si pensa di essere felici se si
possiedono molti beni; qui invece si dice che questo genera tristezza, se
allontana dall’unica cosa che conta.
Possiamo pensare a Gesù, fermo, che lo segue con lo sguardo desiderando Masaccio, Il tributo, particolare, 1424-
che ci ripensi, che torni indietro. Poi, mentre il ragazzo si allontana, volge 1428. Firenze, Chiesa del Carmine,
Cappella Brancacci.
lo sguardo intorno, Àssa i suoi discepoli a uno a uno, e trae per loro un
insegnamento da quanto accaduto. Dice “i ricchi non entreranno nel re-
gno dei cieli”. I ricchi non sono quelli che hanno tanti soldi, ma quelli che
sono attaccati a ciò che possiedono. “È più facile che un cammello passi
dalla cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli”. I discepoli
all’udire ciò ammutoliscono e Pietro domanda “Chi si può mai salvare
allora?”. E Gesù risponde “Impossibile agli uomini, ma possibile a Dio”
e continua “Chi ha lasciato tutto, campi, moglie, Àgli, averi, per causa
mia, riceverà ora, in questo tempo, cento volte tanto”. Non promette più
cose da avere — i ricchi le hanno già — ma una soddisfazione più grande
in quello che già si vive.
Si gusta di più — cento volte tanto — ciò che si condivide con Lui. Ecco
allora la proposta di Gesù:
1. sii te stesso. E perché questo accada è necessario rendersi conto del
proprio cuore, di quel “vulcano” che ha una profondità che occorre non
fuggire rifugiandosi nella superÀcialità;
2. ciò che rende felice un uomo non è creato da lui. Un altro, che lo ha cre-
ato, ha preparato per lui il “Centuplo”. Cristo lo propone a tutti e chiede IL FULCRO
una decisione: o si dipende da Dio, o da tutte quelle cose dalle quali si spe- 83
ra la felicità; 3. quel Dio da cui dipendere per poter essere felici, è uno che
ama l’uomo — “E Gesù, Àssatolo, lo amò” — e gli propone la sua amicizia.
Un e s e
IL CUORE È FATTO PER L’INFINITO mp io
Rose Busingye è la fondatrice del “Meeting point” di Kampala, in Ugan-
at t u a l
da, un centro dove vengono curate e stanno insieme donne malate di
AIDS — in questa intervista Rose le chiama affettuosamente “le mie don-
e
ne”. È così impressionante la gioia di queste donne che molti stentano
addirittura a credere che siano malate di una malattia così terribile.
Vogliamo scoprire l’origine di quella misteriosa gioia attraverso alcuni
stralci di un’intervista fatta al ritorno da una riunione di tutti i vescovi
africani con il Papa. Lei è stata ospite di questo incontro.
Leggila stando attento soprattutto a dove parla del desiderio di felicità
dell’uomo.

Rose: è la fede a spaccare i sassi in Uganda


Cos’ha voluto dire per lei questo appuntamento, alla luce dell’esperienza di Chiesa che vive in Africa?
Capire che è Dio che opera. La nostra capacità, da sola, non salva nulla. (…)Questo l’ho visto benissimo dal modo con
cui il papa è stato con noi, durante il Sinodo.
Cos’ha colto di così particolare nella presenza del Santo Padre?
Egli stava con noi senza programmi sul da farsi, ma semplicemente per farci compagnia. (…) la sua personale testimo-
nianza, è stata quella di predisporsi ad accettare l’iniziativa di Dio su di noi. È in questa accettazione che sta il futuro
— e il presente — della chiesa africana.
Ad ascoltare i programmi di sviluppo dei governi e di tante organizzazioni, sembrerebbe che la prima sfida per
l’Africa sia trovare più soldi e fare più progetti.
L’uomo europeo ha tutto, ma allora come mai non è contento? Come mai le strade sono piene di facce tristi, di
persone che non sorridono mai?
È così perché in Europa si è perso che a renderci felici è il progetto di Dio, e non il nostro. Invece le “mie” donne vanno
nella cava a spaccare pietre sorridendo e cantando. Anche se non hanno mangiato nulla.
La sfida più grande in occidente è che la società ha abbandonato le sue radici cristiane. Per la maggior parte del-
le persone il cristianesimo non ha più nulla da dire alla loro umanità. Qual è invece la sfida culturale più urgente
per i cattolici che vivono in Africa?
La fede in Cristo Gesù. Dico sempre che la fede è la fine della schiavitù. È astratto — mi hanno detto tanti di quelli che
ho incontrato. Ma non è così, perché un uomo che vive la fede vede tutto come un dono ricevuto e ne gode. Gode del
lavoro, dei figli, del creato. Per un uomo che vive la fede Dio è tutto. E lui è più libero. (…)
Benedetto XVI, nella sua omelia in apertura del Sinodo, ha detto dell’Africa che «il suo profondo senso di Dio»
è «un tesoro inestimabile per il mondo intero» e che «da questo punto di vista, l’Africa rappresenta un immenso
“polmone” spirituale, per un’umanità che appare in crisi di fede e di speranza». Cosa pensa di queste parole?
È per questo che è più facile oggi incontrare Cristo in Africa che non nei paesi occidentali. Perché un africano ha un
senso del mistero tale da essere sempre consapevole di appartenere a Qualcosa. Qualcosa di grande, di più grande di
sua madre e di suo padre. Ma questo Mistero è Cristo presente, Colui che ogni cuore attende. Se lo incontro, di-
84 venta la mia nuova identità, il mio giudizio nuovo su tutte le cose. Me ne accorgo quando guardo le “mie” donne.
Vedi — mi dico — sono sempre più avanti!, non perché sono più intelligenti, ma perché sono semplici. La fede ha
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ITÀ
IL CUORE DELL’UOMO
3

penetrato la loro vita. Quando c’è stato l’uragano di New Orleans percepiva-
no le popolazioni colpite come parte di sé, anche se erano dall’altra parte del
mondo. E le hanno aiutate. Quando conosci la fede tutto ti appartiene. È una
mentalità nuova, persuasiva. Ti accorgi, semplicemente, che è più bello vivere IL PUNT
da cristiano. (…) Ancora oggi, anche in una
Per lei e le donne che vivono con lei, cosa vuol dire incontrare persone situazione drammatica, è
che credono in qualcos’altro? In Africa ci sono mille fedi diverse. possibile trovare ciò che il
cuore desidera: l’amicizia
Ci sono mille fedi, ma tutti si trovano bene con noi. Più dialogo di così. È la con Cristo.
prova che davvero solo in Cristo possiedi tutto. Quanti estranei ho visto sor-
prendersi, e accorgersi che è bello stare lì con noi, senza preconcetti, senza piani.
Oggi tornerà a Kampala, in Uganda. Le sue donne le chiederanno
cos’ha fatto. Che cosa dirà?
Parlerò del papa. Dirò che sono tranquilla perché in lui ho una guida sicura.
(…). Il nostro cuore è fatto per incontrare Cristo. Un uomo che appartiene,
come il papa, grida a Dio. Il mondo viene qui e pretende di dire quello che
è bene per noi. Riduce il problema dell’Africa al preservativo. Non ci tratta
da uomini. Invece lui, con il suo sguardo e la sua tenerezza di padre, è l’unico
che ci vuole veramente bene. È importante che il cristianesimo — ha detto
il papa una mattina — non sia una somma di idee, ma un modo di vivere. Il
cristianesimo è carità, è amore, ha detto. E se la fede si trasforma in carità,
non c’è nulla che le può resistere.
(Intervista a Rose Busingye, su “il sussidiario.net” martedì 27 ottobre 2009)

I
n questa unità hai visto che ognuno di noi, affasci-
nato dalla realtà, desidera, cioè si aspetta una sod-
disfazione da ciò che vive. I desideri sono infini-
ti, come se sgorgassero da un magma inesauribile, che
chiamiamo cuore, fatto da esigenze infinite di felicità,
bellezza, amore, giustizia. Di fronte al “vulcano”, che
è il nostro cuore, ci sono due prospettive:
- far di tutto per soddisfare il maggior numero di deside-
ri possibile, non dipendendo da nessuno, ma procuran-
doci abbastanza risorse per fare quello che vogliamo;
- prendere in considerazione una proposta alla nostra
vita: il Cristianesimo ci parla di un Dio che fissando lo
sguardo sul desiderio di felicità dell’uomo, lo ama e gli
promette il centuplo. IL FULCRO
La decisione è un “affare” della nostra libertà, solo noi 85
possiamo decidere quale delle due prospettive seguire.
Della libertà parleremo nella prossima unità.
LO SCRIGNO

“DISCUTENDO DEL GRANDE FRATELLO”


> testi Testimonianza di ILARIA

Questa testimonianza di una ragaz- A metà ottobre don Giorgio è venuto a Bologna” abbiamo avuto la possibilità
za delle superiori ci fa capire che di porgli delle domande sull’inizio d’anno. Mentre parlavamo don Giorgio
cosa significhi criticare: “dare un ha dato un giudizio circa Il Grande Fratello. Tutti noi, o quasi, guardiamo Il
giudizio, chiedersi che cosa si pensa Grande Fratello e comunque a scuola non si parla d’altro, però non ci era mai
veramente”. In questo caso è riferito venuto in mente di giudicarlo. Da quel momento io e alcuni amici abbiamo
ad un programma TV ma vale per cominciato a guardarlo in modo diverso, cioè paragonandolo con le nostre
tutto. esigenze e con l’esperienza che facciamo in comunità. Da questo lavoro è
nata una rassegna stampa che abbiamo usato nelle scuole. In particolare,
durante un’assemblea di Istituto nel mio Liceo, sono emersi moltissimi giudizi
interessanti, per esempio che in quel programma tutto è ridotto alla pura
reattività e che noi viviamo sempre così, cioè schiacciando le domande di
senso e facendoci determinare dall’istintività. Discutere del Grande Fratello
è stata un’occasione per giudicare anche la nostra vita. II fatto che mi ha
colpito di più è stato un nostro compagno, il quale ha dato il giudizio più vero
di tutti, cioè che noi non ci poniamo le domande di senso perché pensiamo ad
altro e usiamo le cose e le persone per distrarcí. Io ho capito che se prendo
sul serio le mie domande più vere cambia tutto il modo di affrontare la vita,
perché niente mi è estraneo, neanche l’ultimo programma televisivo.

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IL CUORE DELL’UOMO
3

“DESIDERIO DI STELLE” - “I SOGNI VERI”


> testi ALESSANDRO D’AVENIA, Bianca come il latte, rosso
come il sangue, Mondadori

Questo brano tratto dal romanzo di D’Avenia afferma che il desiderio ha un orizzonte infinito, Perché richiama
alle stelle. Anche se il dolore del protagonista gli fa negare quell’orizzonte.

Non riesco a concentrarmi su niente. Il mio sogno si sta sgretolando come un castello di sabbia quando sale la
marea e lo riduce a macerie alte solo pochi centimetri. Il mio sogno è diventato bianco, perché Beatrice ha un
tumore. Il Sognatore dice che devo porre le domande giuste per scoprire il mio sogno. Allora proviamo con questa
cazzo di leucemia! Che cazzo ci stai a fare tu tra la mia vita e quella di Beatrice? Perché avveleni il sangue di una
vita così piena che sta cominciando appena? Non c’è risposta a questa domanda. È così e basta.
E se è così, sognare non serve. O almeno: meglio non farlo, perché fa più male. Meglio avere i sogni alla Niko,
quelli sicuri, quelli che ti compri. Mi vado a comprare le scarpe nuove, le Dreams, almeno il sogno lo porto ai piedi
e lo calpesto. Io i piedi li tengo per terra e il sogno lo calpesto. Il Sognatore dice che i desideri hanno a che fare
con le stelle: de più sidera, che vuol dire “stelle” in latino. Tutte balle! L’unico modo per vedere le stelle non è
desiderare, ma farsi male.

A un certo punto del romanzo il protagonista ha un incidente. Il professore (il sognatore) lo va a trovare, valo-
rizza il suo desiderio facendogli capire che un desiderio è vero quando siamo disposti ad affrontarne gli ostacoli
per soddisfarlo.Qui il termine “sogno” designa ciò che nell’unità abbiamo chiamato desiderio.

Il Sognatore mi chiede va con il mio sogno e io gli spiego il punto a cui sono arrivato. E gli dico che tutto è andato
in frantumi con l’incidente e poi non so se voglio continuare, perché ogni volta che mi ci metto succede qualcosa
di male: prima Beatrice, ora io. Il Sognatore sorride e mi dice che questo fa parte dei sogni veri. «I sogni veri si
costruiscono con gli ostacoli. Altrimenti non si trasformano in progetti, ma restano sogni. La differenza fra un so-
gno e un progetto è proprio questa: le bastonate, come nella storia di mio nonno. I sogni non sono già, si rivelano a
poco a poco, magari in modo diverso da come li avevamo sognati...». Il Sognatore sta dicendo che sono fortunato
a stare a letto con la schiena rotta! Non gli credo e glielo dico. «Non avevo dubbi.» Ridiamo. Però lui mi spiega che
se sto in quel letto è perché stavo facendo qualcosa di speciale, stavo realizzando il mio sogno portando la lettera.
E se un sogno ha così tanti ostacoli vuol dire che è quello giusto. Gli brillano gli occhi.

87
LO SCRIGNO

“LUCA, LE CARAMELLE E QUELLA


> testi DOMANDA A DIO” testimonianza di Paola

Accettare la dipendenza da Dio logava con un’amica. Questa non lo evitavano, chiamandolo «handi-
fa vivere tutta la situazione, anche fece neanche in tempo ad avvertir- cappato». Tutti ormai lo temevano
quelle più misteriosamente fatico- la, che già le robuste mani di Luca e questo l’aveva reso più triste ed
se, come quella di Luca, con una le stringevano la gola. Fermato dai aggressivo.
prospettiva positiva. presenti, cominciò ad essere guar- Un’insegnante, però, intuì che Luca
dato come una minaccia... a scuola non si sentiva amato: forse
Luca era un ragazzo autistico di 14 Da quel momento Luca fu conside- la madre e gli specialisti avevano
anni. Si presentò il primo giorno di rato un pericolo per sé e per gli al- ragione nel dire che capiva tutto,
scuola accompagnato dai genitori e tri. E i tentativi di integrazione fu- compresa l’ostilità nei suoi con-
dall’educatore. Il suo inserimento rono afÀdati alla buona volontà di fronti. Cominciò con l’avvicinarlo
in classe era stato adeguatamente qualche docente che ancora voleva chiamandolo per nome, accarez-
preparato da uno stuolo di specia- credere che, dietro quell’apparen- zandogli il viso e le mani, chieden-
listi. Tutto sembrava pronto per za, si nascondesse un cuore umano. dogli se gradiva una caramella: fu
accogliere la diversità che, per la Gli anni passavano e Luca cresceva la svolta. Dopo qualche tempo era
prima volta, in quel luogo si presen- anche Àsicamente, ma lo sguardo riuscita persino a farsi dire «Grazie»
tava in una forma così grave. era sempre rabbuiato e assente. quando gli donava qualche ghiotto-
Era stato detto che quel ragazzone Le sue crisi diventavano di giorno neria. Non solo, ma ormai otteneva
dallo sguardo assente in realtà capi- in giorno più rischiose. Nessun inse- da lui l’obbedienza: «Vieni vicino a
va tutto, ma l’impatto iniziale sem- gnante di sostegno era riuscito a re- me, non uscire dall’aula. Vuoi una
brava smentire gli esperti: emette- sistere più di un anno e i compagni caramella?». Era la parola magica.
va suoni gutturali, non reagiva agli
stimoli... Persino l’insegnante di
sostegno aveva difÀcoltà a trovare
il canale giusto per rapportarsi con
lui. Eppure la mamma lo descrive-
va come un ragazzo attento a tutto
ciò che accadeva intorno, capace
di affezionarsi ma anche di odiare
coloro dai quali si sentiva minaccia-
to. A volte, la vivacità dei ragazzi
scatenava crisi di nervi in Luca,
che diventava capace di atti di
violenza imprevisti: un gior-
88 no, durante la ricreazione,
si avvicinò ad una ragazza
che, voltandogli le spalle, dia-
UN
ITÀ
IL CUORE DELL’UOMO
3

«Gra-zie», ripeteva in modo mecca- che si lasciarono mettere in discus- gerla alla classe. Da un cosiddetto
nico. Aveva iniziato a parlare. Pian sione e che, vincendo i pregiudizi, handicappato, emergeva un’auto-
piano, cominciò persino a risponde- iniziarono un nuovo percorso edu- coscienza che pochi possedevano.
re all’appello: «Pre-sen-te». cativo. Tanto bastò per far scendere un
L’ultimo anno di scuola, giunse Un giorno, l’insegnante che gli do- silenzio irreale. Quei ragazzi, che
un’ennesima insegnante di soste- nava le caramelle domandò in clas- avevano amore, amicizia e salute,
gno e per Luca e la sua famiglia fu se: «Quali sono per voi i valori della non avevano mai pensato Chi rin-
un cambiamento ormai insperato. vita?». Mentre gli studenti rispon- graziare. Luca, nel suo consapevole
Era competente ed equilibrata, devano, alla lavagna fu stilata una dolore, non riÀutava a Dio il pri-
corpulenta e autorevole: perfetta graduatoria: 1. l’amore; 2. l’ami- mato nella sua vita, ma dialogava
per la patologia di Luca. La sua ma- cizia; 3. la famiglia; 4. la salute; con Lui domandandogli: «Perché?».
nualità andò perfezionandosi (dal 5. i soldi... «E la scuola?», chiese Proprio come un Àglio con un padre
disegno a piccoli lavori col traforo) l’insegnante, ricevendo per tutta amoroso e enigmatico.
e la sua autostima cresceva. Il vol- risposta un coro di «Buuu...». Luca In quel momento diventava mae-
to divenne sempre più spesso sorri- scriveva la sua risposta al computer, stro dei suoi stessi “maestri”, co-
dente. Ora in classe saltava ancora, unica come lui: «Per me la cosa più stringendoli ad interrogarsi su ciò
ma di gioia, ed anche i compagni importante è Dio, ma non capisco che l’uomo vorrebbe evitare. Quel-
avevano imparato ad accettarlo una cosa: se Lui è buono perché mi le due insegnanti erano testimoni
come uno di loro. Luca cominciò ad tiene imprigionato in questo corpo che la vita di Luca era preziosa così
usare il computer per comunicare, e non posso parlare e fare quello com’era. E, grazie ad un misterioso
scrivendo lettere piene di affetto che fanno tutti i miei amici?». L’in- disegno, l’avevano potuta incontra-
all’insegnate di sostegno. La Àducia segnante di sostegno, con gli occhi re ed amare.
si rimise in moto per i pochi docenti lucidi, gli chiese il permesso di leg- Paola

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LO SCRIGNO

“HO TUTTO MA NON SO COSA NE STO FACENDO”


> testi ALESSANDRO D’AVENIA, op. cit.
“SERENO” GIUSEPPE UNGARETTI

Il brano è tratto dal libro già citato. Qui il protagonista va da Beatrice, la ragazza di cui è innamorato e che è
malata, per stare con lei. Quel rapporto gli fa domandare il significato della sua vita.

Beatrice. Vado da lei tutte le settimane….


Ogni volta porto qualcosa che possa servire a distrarre Beatrice. Quando entro nella sua stanza il mio obiettivo è
regalarle un pezzo di paradiso (…). Una volta le ho portato un CD con pezzi di solo pianoforte, come piacciono a lei.
“Mi fai ballare?”.
Me lo ha chiesto con un Àlo di voce. Non ci posso credere. Sostengo il corpo fragilissimo di Beatrice nella luce della
sua stanza (…).
Beatrice riesce a fare solo pochi passi, poi si abbandona tra le mie braccia. Leggerissima, come un Àocco bianco
di neve. L’aiuto a rimettersi a letto. Spengo lo stereo. Lei mi Àssa con gratitudine un attimo prima di chiudere gli
occhi nella spossatezza del sonno e in un solo sguardo che si spegne capisco che io ho tutto quello che lei sta per-
dendo: i capelli, la scuola, il ballo, l’amicizia, l’amore, le speranze, la famiglia, il futuro, la vita… ma io di tutte
queste cose non so che cosa ne sto facendo.

In questa poesia l’autore mette in evidenza come dietro la nebbia, la superficie delle cose, svela tutto ciò che di
bello e grande c’è. Occorre l’uomo, che pur limitato e fragile, riconosce il senso delle cose, immortali.

Dopo tanta
Nebbia
A una
A una
Si svelano
Le stelle

Respiro
Il fresco
Che mi lascia
Il colore del cielo

Mi riconosco immagine passeggera

Persa in un giro
Immortale
90 G. Ungaretti
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IL CUORE DELL’UOMO
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“ASPETTIAMO INSIEME”
> testi DAVID GRITZ, JONAH LYNCH Carteggio tra amici,
Edizione Marietti

Questi due ragazzi universitari, nulla, si mise a suonare con noi. Sia- il corso, e una sera di novembre in-
con caratteri diversi, provenienti mo andati avanti così per un po’, poi vitai David a venire con me.
da esperienze diverse, da religioni ci siamo presentati. “Ciao sono Da- Ci sedemmo in fondo alla sala e il
diverse, si incontrano e diventano vid”. “Piacere, Jonah”. Poche sere professore cominciò a parlare. Spie-
amici perché condividono lo stes- dopo, la nostra conversazione toccò gava il signiÀcato tradizionale dei
so bisogno di andare a fondo della i temi che sarebbero rimasti fon- comandamenti. Sembrava quasi che
propria vita e cercano risposte si- damentali per il resto della nostra lui stesso si stesse annoiando. A un
gnificative e soddisfacenti. amicizia: Dio, la moralità, l’amore. certo punto, alzò lo sguardo e, con
La lettura de I fratelli Karamazov mi occhi straordinariamente penetran-
Ci siamo conosciuti a Montreal nel aveva scosso Àno a perdere la fede ti, disse:
settembre del 1996. trasmessami dai genitori, David era “Però, ragazzi, la moralità non è
Io arrivavo dall’Oregon, l’estremo agnostico, Àglio di un ebreo e di una una regola. È l’espressione dell’ap-
ovest degli Stati Uniti. David veni- cattolica non praticanti. Entrambi partenenza.”.
va da Parigi, Àglio di un professore sentivamo il bisogno, urgente, di Ricordo di aver scritto quella frase
americano e di un’artista croata. dare una risposta a queste doman- come un sussulto per la sua novità
Era già cosmopolita, violinista diplo- de, e ciò era in contrasto con il dol- affascinante, ancora incomprensibi-
mato, voleva studiare lettere nel- ce nichilismo di cui era piena Mon- le per me. Anche David la notò. Poi la
la facoltà della McGill, che offriva treal. lezione Ànì, ma, mentre stavo per an-
una laurea trasversale tra ÀlosoÀa, Continuavamo a discutere di ogni dare via, David insistette:”Dobbiamo
lingue, storia e scienze politiche. cosa: la vita eterna, le donne, la chiedere cosa voleva dire quella fra-
Dopo pochi giorni di università mi musica, spesso Àno a tarda notte. se”. Io ero stanco, ma l’insistenza
trovai con un chitarrista che avevo Nel frattempo, oltre al regolare cor- del mio amico non ammetteva di-
appena conosciuto a suonare in una so di laurea in Àsica, avevo comin- scussione. Il professore quando ci
sale della residenza universitaria. ciato a frequentare una lezione di vide e ascoltò la domanda che David
Mentre suonavamo uno sconosciuto ÀlosoÀa settimanale che si chiamava gli rivolgeva, si illuminò e ci invitò a
arrivò con un violino e, senza dire “L’etica vissuta”. Mi piaceva molto bere un caffè con lui….

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LO SCRIGNO

“LA NOTTE CHE HO VISTO LE STELLE”


> musica CLAUDIO CHIEFFO

In questa canzone le stelle fanno Aspetto che passi la notte,


presagire il bisogno di cercare il notte lunga da passare
senso di tutto, ritornando semplici e sento il mio cuore che batte
come i bambini, cioè puri e veri. È e non smette di sognare…
possibile così riconoscere “la Storia Vorrei ritornare bambino nella casa di mio padre,
più grande, il Destino che si svela le storie davanti al camino e la voce di mia madre…
poco a poco”. La notte che ho visto le stelle non volevo più dormire,
volevo salire là in alto per vedere…
e per capire.
Ascolto il silenzio dei campi
dove sta dormendo il grano,
il giorno fu pieno di lampi,
ma ora il tuono è già lontano…
Vorrei ritornare bambino nella casa di mio padre,
le storie davanti al camino e la voce di mia madre…
La notte che ho visto le stelle non volevo più dormire,
volevo salire là in alto per vedere…
e per capire.
La luna nasconde i suoi occhi
come donna innamorata,
il Àume l’aspetta nell’acqua
e una notte l’ha baciata…
Vorrei ritornare bambino e guardare ancora il fuoco,
la Storia più grande è il Destino che si svela a poco a poco:
la notte che ho visto le stelle non volevo più dormire,
volevo salire là in alto per vedere…
e per capire…

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IL CUORE DELL’UOMO
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“FAR FINTA DI ESSERE SANI”


> musica
GIORGIO GABER

Questa canzone di Gaber inizia Vivere, non riesco a vivere le masse, la lotta di classe, i testi
con una domanda fondamentale, ma la mente mi autorizza a credere gramsciani
di quelle che fan parte del “magma”, che una storia mia, positiva o no far Ànta di essere sani.
e subito dopo esprime il ritorno alla è qualcosa che sta dentro la realtà.
superficialità, dove le molte cose Far Ànta di essere un uomo con tan-
aiutano a far finta di essere a posto. Nel dubbio mi compro una moto ta energia
telaio e manubrio cromato che va a realizzarsi in India o in Tur-
con tanti pistoni, bottoni e accessori chia
più strani il suo salvataggio è un viaggio in luo-
far Ànta di essere sani. ghi lontani
far Ànta di essere sani.
Far Ànta di essere insieme a una Far Ànta di essere...
donna normale
che riesce anche ad esser fedele Vanno, tutte le coppie vanno
comprando sottane, collane, creme vanno la mano nella mano
per mani vanno, anche le cose vanno
far Ànta di essere sani. vanno, migliorano piano piano
Far Ànta di essere... le fabbriche, gli ospedali
le autostrade, gli asili comunali
Liberi, sentirsi liberi e vedo bambini cantare
forse per un attimo è possibile in Àla li portano al mare
ma che senso ha se è cosciente in me non sanno se ridere o piangere
la misura della mia inutilità. batton le mani.
Far Ànta di essere sani. Far Ànta di
Per ora rimando il suicidio essere sani.
e faccio un gruppo di studio Far Ànta di essere sani.

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LO SCRIGNO

> arte “L’ATTESA”


FELICE CASORATI

L’attesa è il titolo di questa tela.


E di attesa è traboccante la stanza
sgombra, disadorna, con quell’im-
menso pavimento che balza subito
all’occhio e rende ancora più vuoto
l’ambiente, quella tavola apparec-
chiata ma scarna. Tutto è pronto
ma sospeso all’arrivo di qualcuno
che tarda a venire. Una donna dal
viso bello, tratti sottili, capelli rac-
colti e vestita con eleganza raffina-
ta, seduta aspetta. Ha preso la sua
scodella ma poi l’ha lasciata lì, vuo-
ta sullo sgabello accanto, potrebbe
mangiare ma non lo fa. “Qualcuno”
deve arrivare e lei, fedele, attende.
Felice Casorati (1883 -1963) prima
di partire per la guerra, nel 1911
scriveva: “Vorrei saper proclama-
re la dolcezza di fissare sulla tela le
anime estatiche e ferme, le cose im-
mobili e mute, gli sguardi lunghi, i
pensieri profondi e limpidi, la vita
di gioia e non di vertigine, la vita di
dolore e non di affanno”

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Felice Casorati, L’attesa, 1921. Torino,
Collezione Casorati.
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> arte “L’ANGELUS”


JEAN-FRANÇOIS MILLER

L’Angelus è uno dei quadri più famosi di Jean-FranÇois Millet (1814-1875), pittore di origine normanna.

Immersi in una luce crepusco- La Presenza di Dio è simboleggiata dall’esile campanile che
lare, in un silenzio composto s’intravede all’orizzonte, unico segno religioso della scena.
e umile, due contadini sospen- La preghiera, che è rapporto con Dio, nasce dalla consapevo-
dono il lavoro per la preghiera lezza di essere creature fragili e peccatrici ma profondamente
dell’Angelus. Questa preghiera amate.
mariana si recita in 3 momenti È questo che, in un silenzio colmo di pace, fa piegare il capo ai
del giorno: nel primo mattino, due in un atteggiamento di profonda umiltà e devozione.
a mezzogiorno, all’imbrunire.

Questo dipinto non ri-


trae un soggetto religio-
so eppure si respira una
profonda religiosità in
questa scena quotidiana.
È proprio questo che Van
Gogh, stimava in Millet:
la capacità di trattare le
cose quotidiane come se
volessero indicare “qual-
cosa di lassù”, qualcosa
di divino, aiutando chi
guardava ad accorgersi
dell’«esistenza di Dio e
dell’eternità». La pre-
ghiera silenziosa e ado-
rante è questa ricerca
del Dio nascosto eppure
presente dentro le pie-
ghe del quotidiano.

Il centro del quadro è uno spazio vuoto, occupato solo da una


luce dorata che invade la scena smorzando i colori.
Si direbbe quasi che quello spazio sia interamente abitato dal- 95
la Presenza viva e operante del Mistero. Jean-François Millet, L’Angelus
(1857-1859). Parigi, Musée d’Orsay.
LENTE D’INGRANDIMENTO

a venire alla tua presenza


LA PREGHIERA DELL’UOMO con mani pulite,
Siccome basta l’osservazione della realtà occhi franchi,
per intuire che il significato lo conosce affinché il mio spirito,
PREGA CHI Colui che l’ha fatta, in ogni realtà reli- quando se ne andrà
giosa, anzi potremmo dire in ogni uomo, come il sole calante,
È REALISTA possiamo ritrovare una forma di preghie- posso venire a te
ra, con cui l’essere umano si mette in con- senza doversi vergognare.
tatto con il Mistero. Preghiera dei Dakota Sioux
Se ti guardi intorno, se pensi a ciò che de-
Un esempio può essere la preghiera al
sideri e da cui speri la felicità, scopri che
Grande Spirito degli indiani d’America:
tu non hai creato nulla di tutto ciò che
esiste. Nemmeno tu ti sei fatto da solo. O Grande Spirito
LA PREGHIERA CRISTIANA
Dipendi da una realtà che ha una origine la cui voce sento cantare, La preghiera cristiana è l’imitazione dell’at-
misteriosa. il cui alito dà vita al mondo intero, ascol- teggiamento che Gesù aveva nel rapporto
Come allora vivere la vita intensamente? tami! col Padre. Egli infatti diceva sempre “Io da
Come realizzare l’umano desiderio di fe- Vengo davanti a te solo non faccio nulla se non ciò che vedo
licità? Immagina uno di quegli scenari da come uno dei tuoi tanti figli, fare al Padre; quello che egli fa, anche il Fi-
film apocalittico, quelli in cui è vicina la guardami! glio lo fa…. Io non faccio la mia volontà, ma
fine del mondo. Ad un certo punto un ge- Sono piccolo e debole la volontà di Colui che mi ha mandato”. Egli
niale scienziato inventa una macchina che e ho bisogno della tua forza e della tua era sempre in relazione con il Padre, spesso
può scongiurare l’imminente catastrofe, saggezza. usciva al mattino presto o stava sveglio tut-
per avere salva la vita ogni uomo deve pos- Lasciami camminare ta la notte per poter restare con Lui nella
sederne una. Il protagonista di questo im- guardando la bellezza, preghiera. Era così affascinante il modo che
maginario film riesce ad averla… solo che permettimi di ammirare sempre Gesù aveva di pregare che anche gli aposto-
non ci sono le istruzioni, solo il numero di il rosso del tramonto. li, un giorno, gli hanno chiesto “insegnaci a
telefono dell’inventore. Come proseguirà Le mie mani possono onorare sempre pregare”, e lui ha insegnato il padre nostro,
al film? Ragionevolmente ci sarà una con- le tue opere dove tutti i nostri desideri sono compresi.
citata telefonata all’inventore per capire E le mie orecchie Il primo modo di pregare per un cristiano,
quale sia lo scopo e quale il funzionamen- ascoltare la tua voce. quindi, è desiderare.
to dello strumento da cui dipende la sua Fammi saggio Così diceva Sant’Agostino, uno dei padri
esistenza. Questa trama fantasiosa può es- affinché capisca della Chiesa: “Il tuo desiderio è la tua pre-
sere considerata una metafora della realtà: ciò che hai mostrato al mio popolo, ghiera: “e dinanzi a te sta il mio desiderio”,
come scoprire lo scopo di quella realtà che l’insegnamento che si cela dice il Salmo: non dinanzi agli uomini,
non hai fatto tu, come usarla bene così da in ogni foglia, che non possono vedere il cuore, ma di-
poter essere felice? Occorre domandare in ogni roccia. nanzi a Te sta ogni mio desiderio. Sia di-
a chi l’ha fatta. La preghiera esprime la Voglio essere forte nanzi a Lui il tuo desiderio; ed il Padre,
consapevolezza che l’uomo ha di di- non per essere superiore che vede nel segreto, lo esaudirà.
pendere da Dio. Solo chi guarda al mio fratello, Il tuo desiderio è la tua preghiera; se con-
96 fino in fondo la realtà capisce il ma per vincere lil mia più grande nemico, tinuo è il tuo desiderio, continua è la tua
valore della preghiera. Prega chi il mio egoismo. preghiera... Qualunque cosa tu dica o
è realista. Fa’ che io sia sempre pronto faccia, se desideri (…) la pace di Dio non
UN
ITÀ
IL CUORE DELL’UOMO
3

smetti mai di pregare. Se non vuoi inter- ciascuno di noi. È’ Dio che ha fatto nostro Gesù, dunque, insegnandoci a pregare, ci
rompere di pregare, non cessare mai di cuore traboccante di desideri, è Lui solo insegna a domandare a Dio. Dobbiamo
desiderare. che li può portare a compimento. domandare tutto, accettando l’unica clau-
Il tuo desiderio continuo sarà la tua conti- Gesù stesso ci ha detto: “chiedete e vi sarà sola che anche Gesù, nel Getzemani, ha
nua preghiera. Tacerai se cesserai di ama- dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà dovuto accettare: “sia fatta la tua volontà,
re… il gelo della carità è il silenzio del cuo- aperto. Infatti chiunque domanda riceve, non la mia”. Occorre quindi chiedere a
re; l’ardore della carità è il grido del cuore. chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. E Dio il compimento dei nostri desideri, so-
Se sempre permane la carità, tu sempre chi è tra voi quel padre che al figlio, il qua- prattutto più profondi, consapevoli che la
gridi; se sempre gridi, sempre desideri; e se le domanda un pane, dia un sasso? Oppu- modalità della realizzazione spetta a Lui,
desideri ti ricordi della pace.” (S. Agosti- re dia un serpente se chiede un pesce? Op- non ai nostri progetti.
no, commento al salmo 37). pure uno scorpione se chiede un uovo? Se
La preghiera, poi, è domanda. Proprio per- dunque voi, che siete cattivi, sapete dare
ché la felicità non dipende da noi, occorre cose buone ai vostri figli, quanto più il LA REGOLA
domandare. “Ecco cos’è la preghiera: il padre vostro che è nei cieli darà lo Spirito La tradizione cristiana suggerisce di avere
grido del nostro cuore a colui che l’ha fat- Santo a coloro che glielo domandano?” . una regola di preghiera: dei momenti fissi
to perché porti a compimento la promes- (Dalla introduzione a “Prega chi nella giornata in cui pregare regolarmente
sa di felicità e di pienezza che ha messo in è più realista”, Marietti) per essere aiutati a ricordarsi di Dio tutto
il giorno.
Potremmo paragonare i momenti della re-
gola con i pali della luce.
Essi hanno la funzione di sostenere il filo
che, dopo un po’ di metri, cadrebbe per
terra. Affinché il filo della luce possa per-
correre grandi spazi è necessario che molti
siano i pali che lo sostengono.
Così è la tensione verso Dio: dopo un po’
di tempo, lasciata solo alla spontaneità,
decadrebbe, come spesso decadono que-
gli interessi che non sono sostenuti da un
impegno. Per continuare ad essere vivace
per tutta la vita, il desiderio di Dio ha bi-
sogno di essere sostenuto da momenti di
preghiera fissati da una regola.
Avere un punto fisso di preghiera duran-
te la giornata, anche breve come lo spazio
della preghiera dell’Angelus, aiuta a far
memoria della Presenza di Gesù.
La preghiera diventa più facile, più
familiare a chi stabilisce, nella sua 97
giornata, momenti fissi di pre-
ghiera.
LENTE D’INGRANDIMENTO

troduce nella vita una regola. Al capitolo che permetta al cuore di pregustare la gio-
XXI il piccolo principe, nella sua esplora- ia dell’incontro proprio attraverso l’atte-
zione del pianeta Terra, incontra la volpe sa. Il rito – la regola – permette un gusto
Antoine de Saint-Exupéry, nel suo cele- con la quale stringe amicizia. La volpe lo più grande.
bre libro “Il piccolo principe”, dimostra il invita ad incontrarla ogni giorno, ma non
valore dell’attesa di un incontro, che in- ad un’ora qualsiasi, bensì ad un’ora fissa

Disse la volpe. «Gli uomini non malintesi. Ma ogni giorno tu po- «Che cos’è un rito? “disse il picco-
hanno più tempo per conoscere trai sederti un po’ più vicino...» lo principe. “Anche questa, é una
nulla. Comprano dai mercanti le Il piccolo principe ritornò l’indo- cosa da tempo dimenticata », dis-
cose già fatte. Ma siccome non esi- mani. “Sarebbe stato meglio ritor- se la volpe. “è quello che fa un gior-
stono mercanti di amici, gli uomi- nare alla stessa ora », disse la volpe. no diverso dagli altri giorni, un’ora
ni non hanno piú amici. Se tu vuoi “Se tu vieni, per esempio, tutti i po- dalle altre ore.
un amico addomesticami!» meriggi alle quattro, dalle tre io co- C’è un rito, per esempio, presso
« Che bisogna fare? “domandò il mincerò ad essere felice. Col passare i miei cacciatori. Il giovedì bal-
piccolo principe. dell’ora aumenterà la mia felicità... lano con le ragazze del villaggio.
« Bisogna essere molto pazienti Quando saranno le quattro, inco- Allora il giovedì é un giorno me-
», rispose la volpe. “In principio mincerò ad agitarmi e ad inquietar- raviglioso! Io mi spingo sino alla
tu ti sederai un po’ lontano da me, mi; scoprirò il prezzo della felicità! vigna. Se i cacciatori ballassero in
così nell’erba. Io ti guarderò con Ma se tu vieni non si sa quando, io un giorno qualsiasi, i giorni si as-
la coda dell’occhio e tu non dirai non saprò mai a che ora prepararmi somiglierebbero tutti, e non avrei
nulla. Le parole sono una fonte di il cuore... Ci vogliono i riti». mai vacanza».

Il Piccolo Principe come l’ha


“incontrato” Antoine de Saint-
UN PUNTO DI VISTA
Exupéri. PARTICOLARE
C. S. Lewis, geniale scrittore inglese, ha
scritto un libro, “Le lettere di Berlicche”, in
cui si mette nei panni di un diavolo esper-
to, Berlicche appunto, che deve istruire un
diavolo principiante alle prese col suo pri-
mo “paziente” (cioè un uomo da portare
alla dannazione). Evidentemente dovremo
affrontare lo scritto tenendo presente che
chi parla è un diavolo. Il Nemico, per esem-
pio, è Dio, e ciò che per Berlicche è positi-
98
vo, per l’uomo è sofferenza. È un testo pre-
zioso per capire che cosa sia la preghiera.
UN
ITÀ
IL CUORE DELL’UOMO
3

“Mio caro Malacoda, le proposte genti e pigri possono venire irretiti pregare per ottenere il coraggio, fa’
da dilettante che appaiono nella da un tal genere di orazione per un in modo che di fatto si sforzino di
tua ultima lettera mi suggerisco- tempo considerevole. sentirsi coraggiosi.
no che è ormai tempo che ti scriva Almeno li si può convincere che Insegna loro a stimare il valore di
esaurientemente sul penoso argo- la posizione del corpo non ha ciascuna preghiera a seconda del
mento della preghiera. influenza alcuna sulle loro pre- successo di essa nel produrre il
ghiere; poiché essi dimenticano sentimento desiderato. E che non
La cosa migliore, se fosse possi- costantemente ciò che tu devi abbiano mai il sospetto che un suc-
bile, sarebbe di tenere il paziente sempre ricordare, vale a dire che cesso o un insuccesso di quel gene-
completamente, lontano da qual- sono animali e che qualunque cosa re dipendono in gran parte dal fat-
siasi seria intenzione di pregare. i loro corpi facciano incide sulle to che in quel momento si sentono
Quando il paziente è un adulto loro anime. buffo che i mortali ci bene o si sentono male, sono pieni
riconvertito da poco al partito del rappresentino sempre come esseri d’energia oppure stanchi.
Nemico, come il tuo giovanotto, la che mettono loro in testa questa o Ma è chiaro che nel frattempo il
cosa migliore è di incoraggiano a quella cosa: in realtà il nostro lavo- Nemico non starà in ozio. Dove
ricordare, o di fargli pensare che ri- ro migliore consiste nel tenere le c’è preghiera c’è il pericolo della
corda il modo pappagallesco con il cose fuori della loro testa. sua azione immediata. Egli è cini-
quale pregava quand’era fanciullo. Se questo non riesce, devi ripie- camente indifferente alla dignità
Come reazione a ciò lo si potreb- gare sopra un più sottile indiriz- della Sua posizione, e della nostra,
be persuadere a tendere a qualcosa zo sbagliato della sua intenzione. come puri spiriti, e agli animali
che sia del.. tutto spontaneo, inte- Ogni volta che essi stanno serven- umani che si mettono in ginoc-
riore, non formalistico, non rego- do direttamente al Nemico noi chio Egli riserva la conoscenza di
larizzato. Ciò, per un principiante siamo sconfitti, ma vi sono molte se stessi senz’alcun ritegno.
come lui, significherebbe di fatto maniere per impedire loro di far- (...) una volta che tutti i suoi pen-
uno sforzo per produrre in se stes- lo. La più semplice è di stornare sieri e tutte le sue immagini vengo-
so un umore vagamente devoto in il loro sguardo da Lui verso loro no cacciate da parte e pone la sua
cui non avrebbe parte alcuna la stessi. Fa’ in modo che si preoc- fiducia in quella Presenza perfetta-
vera concentrazione della volontà cupino della loro mente tentando mente reale, esterna, invisibile, che
e dell’intelletto. di suscitarvi sentimenti per mezzo egli non conoscerà mai come in-
Esattamente il genere di preghiera della volontà. Quando avessero in- vece viene conosciuto da essa, be’,
che vogliamo noi. E dal momen- tenzione di chiedere a Lui la carità, allora quello è proprio il momento
to che esso presenta una rassomi- fa’ in modo, invece, che comincino da evitare perché può capitare l’in-
glianza superficiale con la preghie- a tentare di fabbricarsi da sé senti- calcolabile
ra del silenzio praticata da coloro menti caritatevoli senza aver co-
che sono assai progrediti nel ser- scienza di ciò che stanno facendo. Tuo affezionatissimo zio
vizio del Nemico, pazienti intelli- Quando avessero l’intenzione di Berlicche
99
Dopo aver studiato l’Unità fermati a veriÀcare quello che hai scoperto
con due esercizi di comprensione e un approfondimento personale.

VERIFICA
se hai capi to

Comprensione
a. Rispondi alle seguenti domande.
1. I desideri muovono continuamente le nostre giornate. Perché continuiamo a desiderare?

2. Nel primo paragrafo viene presentata la struttura di un vulcano. Come mai? Che cosa ci vuole
far comprendere?

3. Perché si parla di pubblicità, desideri ed esigenze fondamentali? E perché se ne parla proprio


in questa unità?

4. La tua felicità dipende da Te? Perché? Che cosa sono i capricci?

5. È vero che il nostro cuore si esprime attraverso domande fondamentali? Quali sono?

6. Che cosa ci comunica il passo del Vangelo riguardante “Il giovane ricco”?

7. Chi è Rose Busingye? Com’è cambiata la sua vita ? Oggi è possibile trovare ciò che il cuore
desidera?

100
UN
ITÀ
3
b. Completa la mappa concettuale partendo dal box centrale e
aggiungendo le 5 parole (o frasi) e le 3 frecce mancanti.

Aspettiamo
qualcosa
Il ..................... si esprime di inÀnito
in domande fondamentali

Ognuno di noi desidera vera-


mente, cioè si aspetta una ........
............................................
Da ciò che vive
Il nostro cuore è ciò
che ci rende
importanti

Rose ci testimonia come ancora oggi


è possibile trovare ciò che il cuo-
re desidera: l’amicizia con ........
............................................
Nel profondo del nostro cuore
ci sono le esigenze, esse sono
come il .................................
del .......................................

Approfondimento personale
Riprendi le parti dello scrigno relative alla musica, cerca di comprendere bene il signiÀcato
delle canzoni proposte. Naturalmente devi assolutamente sentirle, la musica aiuta a capir-
le ancora meglio e ad immedesimarsi in quanto gli autori ci vogliono testimoniare. Dopo
averle ascoltate (anche più di una volta) prova a scrivere le tue osservazioni. Cerca poi 101
tu di arricchire lo scrigno musicale, cercando testi e musiche signiÀcative da presentare
ai tuoi compagni.
LIBERTÀ
UN
ITÀ
4

IL TRAGUARDO
L’alunno:
è aperto alla sincera ricerca della verità e sa interro-
garsi sul trascendente e porsi domande di senso, co-
gliendo l’intreccio fra dimensione religiosa e culturale;
coglie le implicazioni etiche della fede cristiana e le
rende oggetto di riflessione in vista di scelte di vita
progettuali e responsabili;
inizia a confrontarsi con la complessità dell’esistenza
e impara a dare valore ai propri comportamenti, per
CONTEN
relazionarsi in maniera armoniosa con se stesso, con
gli altri, con il mondo che lo circonda.
UT I :
• Che c
os’è la
GLI OBIETTIVI • Quan libertà
?
do sen
Cogliere nelle domande dell’uomo e in tante sue di liber to parlare
esperienze tracce di una ricerca religiosa. tà dico
• Liber no che
Riconoscere l’originalità della speranza cristiana in ri- i da ch …
sposta al bisogno di salvezza della condizione umana e cosa
• La ve ?
ra libe
nella sua fragilità, finitezza ed esposizione al male. rtà
• Esser
Confrontarsi con la proposta cristiana di vita come e veri e
liberi o
contributo originale per la realizzazione di un pro- ggi
getto libero e responsabile.
1. CHE COS’È LA LIBERTÀ? L’esigenza
Esperie nza
scoperti, per fuggire rubano una ta scoperta una miniera d’oro e
macchina e, dopo un’accesa lot- vuole andarne alla ricerca per
UN QUIZ PER CAPIRE ta con il proprietario, riescono procurarsi il denaro con cui po-
Matteo ed Eleonora sono amici a scappare e a mettersi in sal- trà mettere su casa: si alza al
fin dall’infanzia, sono cresciuti vo. Il giorno dopo, dal giornale, mattino, va alla miniera e cerca
insieme ed ora sono all’universi- vengono a sapere che, durante il suo filone d’oro.
tà. Un giorno si ritrovano fra le la contesa, l’autista è rimasto Anna e Goffredo, invece, com-
mani, per caso, un piccone e con gravemente ferito ad un occhio: prano una pistola e organizzano
questo sfondano la vetrina di un per la prima volta Matteo pro- una rapina ad un camioncino
negozio; subito suona l’allarme va rimorso, non avrebbe voluto porta valori. La ragazza inscena
e loro scappano. Si sentono elet- far della male a quella persona. un malore in mezzo alla strada,
trizzati perché hanno trasgredi- Pentito, si costituisce alla poli- l’autista del camioncino scende
to e non si sono lasciati scoprire. zia: vuole redimersi. per soccorrerla così Goffredo
Decidono così di continuare e Nel frattempo il Ministero di può aprire il portellone dietro.
alla sera vanno in giro per la cit- Giustizia ha istituito i lavori for- Ma inprevedibilmente, dentro
tà a sfasciare le vetrine di alcuni zati per i detenuti: a picconate c’è un poliziotto. I due vengo-
negozi, le macchine... provano devono estrarre il marmo dalle no arrestati e condotti ai lavori
il gusto di tenere in scacco la cave di Massa. forzati. Qui Anna e Goffredo in-
polizia. Passa il tempo e diven- Matteo viene così destinato ai contrano Matteo e i tre si rac-
tano famosi come “La banda del lavori forzati e dovrà stare nella contano le loro storie.
piccone”. Tutti i giornali parlano cava per due anni. Nel frattem- Nello stesso giorno tutti e quat-
di loro, ma nessuno sa chi siano; po Eleonora, rimasta sola, rico- tro danno un colpo di piccone:
incominciano ad avere dei fans stituisce “la banda del piccone” ELEONORA per provare una for-
e degli emulatori, insomma sono e continua nelle angherie per te emozione;
famosissimi, anche se, durante provare la soddisfazione di sfug- MATTEO in carcere per redi-
il giorno, continuano a fare le gire alla polizia. mersi, per cambiare vita;
solite cose e nessuno sospetta di Nello stesso periodo due giova- ALESSANDRO in miniera per
loro. La polizia assolda l’ispetto- ni coppie vogliono far famiglia: cercare il filone d’oro e quindi
re più famoso del momento, più Alessandro con Giuditta e Anna per potersi sposare;
abile, il quale, prevedendo con Goffredo, ma entrambe non ANNA E GOFFREDO perché co-
le mosse della banda, una hanno soldi. Per procurarseli stretti;
104 sera tende loro agguato. Alessandro compra un piccone: chi fra i quattro è libero e chi
Eleonora e Matteo, vistosi ha saputo che nel Carso è sta- no?
UN
ITÀ
LIBERTÀ
4
LA MIA RISPOSTA
Per me è /sono libero/i (valgono tutte le risposte:
P
nessuno, uno più di uno, tutti)
IL PUNT
Circa la parola “libertà” c’è
un po’ di confusione: tutti
la desiderano, tutti la ri-
vendicano, ma è difficile
Perché saperla descrivere.

Dalla tua risposta si capisce come intendi la libertà. Discutine in classe!

Quante volte hai usato la parola libertà, “quando finirà la scuola sarò
libero”, “se non posso fare questa cosa non sono libero”, “sono libero di
dire quello che penso”... si potrebbe andare avanti all’infinito con frasi
che contengono la parola libertà!
Ma se dovessi descrivere e spiegare che cos’è la libertà, saresti in diffi-
coltà. Probabilmente hai individuato subito chi, secondo te, — nel rac-
conto della pagina precedente — era libero, ma forse hai trovato diffici-
le spiegarne il perché.
Dalla discussione in classe, poi, avrai notato che esistono opinioni diver-
se circa il significato di “essere liberi”.
C’è dunque molta confusione sul termine “libertà”. Tutti vogliono essere
liberi, ma non sanno bene definire che cosa significhi questa parola.
D’altra parte è fondamentale per il cammino che stai facendo guardare
in faccia questa realtà, perché chi non è libero non può essere se stesso.
Come sempre fino ad ora, parti da quello che normalmente vedi e poi for-
mula il tuo giudizio. Vedrai poi la proposta di Gesù.

IL FULCRO
105
2. QUANDO SENTO PARLARE I l mo n d
DI LIBERTÀ DICONO CHE... o
So proposte di seguito due canzoni che parlano di libertà. Prova a
Sono
vedere come viene intesa e scrivi poi il testo di una canzone che tu
v

Esperie nza hai trovato e che parla di libertà.

LIBERI TUTTI — Subsonica Squagliamocela

Mani in alto fuori di qua Nei vuoti d’aria della realtà


Non resteremo più prigionieri Tracciamo traiettorie migliori
Ma evaderemo come Steve Mc Queen Lasciando le galere senza più passare dalla cassa
O come il grande Clint in fuga da alcatraz
Liberi tutti
Senza trattare niente con chi
Liberi tutti
Ha già fissato il prezzo al mercato
Liberi, liberi, liberi...
Dei nostri sogni e dentro ai nostri giorni e per la
nostra vita Da ciò che uccide te e tutto ciò che ho intorno

Liberi tutti Liberi tutti


Liberi tutti Liberi tutti
Liberi, liberi, liberi tutti... Liberi, liberi, liberi...

Dai virus della mediocrità Da ciò che uccide te e tutto ciò che ho intorno
Dai dogmi e dalle televisioni Dall’uomo che non è padrone del suo giorno
Dalle bugie, dai debiti, da gerarchie, dagli obbli- Da tutti quelli che inquinano il mio campo
ghi e dai pulpiti Io mi libererò perché ora sono stanco

LIBERO — Fabrizio Moro


Libero perché ognuno è libero di andare
Voglio sentirmi libero da questa onda Libero da una storia che è finita male
Libero dalla convinzione che la terra è tonda E da uomo libero ricominciare
106 Libero libero davvero non per fare il duro Perché la libertà è sacra come il pane
Libero libero dalla paura del futuro È sacra come il pane (...)
UN
ITÀ
LIBERTÀ
4
Trova tu degli esempi di canzoni che parlano di libertà

IL PUNT
Spesso la libertà viene in-
tesa come “libertà da”,
una assenza di legami.
Poter fare quello che si ha
voglia.

Le due canzoni che ti sono state proposte, e probabilmente quelle che


hai trovato, parlano di libertà come “libertà da”: dai virus, dai debiti,
dagli obblighi, dai pulpiti, dalla convinzione di una cosa che è evidente
(che la Terra è tonda...)
Sembra che “essere liberi” significhi non avere nessun legame. Poter
fare quello che si ha voglia senza dover rendere conto a nessuno.
L’idea dell’uomo libero è quella di un uomo “padrone del mio giorno”
ormai liberato da “tutti quelli che inquinano il mio campo”.
Segno di questo modo di percepire la libertà è la fuga dalla responsa-
bilità: spesso ragazzi della tua età dicono che vorrebbero non diventa-
re grandi, perché diventare grande significa avere delle responsabilità,
“non poter fare più ciò che si ha voglia”. Essere maturi sembra che si-
gnifichi essere tristi, perché l’uomo maturo è chi si prende cura degli
altri — i figli, i genitori anziani... — e ha degli obblighi, come quelli che
si possono avere sul lavoro.

Farbizio Moro.
Subsonica.

IL FULCRO
107
3. LIBERI DA CHE COSA? La critica
Osserva il ritornello della canzone di Vasco Rossi, “liberi liberi”, che
trovi qui a fianco (il resto della canzone la troverai nello Scrigno). Vasco
Rossi è un autore di famosissime canzoni. Soprattutto le prime dicevano
“vado al massimo” o “voglio una vita spericolata”. Questo cantautore
Liberi
ha proprio vissuto quello che ha cantato: è stata una vita sopra le righe, Una canzone di Va-
piena di trasgressioni, una vita... “libera da”. sco Rossi, un famo-
Ora, in questa canzone, si parla di una persona che dice di essere libera, so cantautore, negli
ma che ha perso il gusto della vita. anni Ottanta-No-
Questo ti permette di criticare la visione descritta prima: essere sola- vanta, cantava pro-
mente “liberi da” porta ad una delusione: “mi sono svegliato ed era... prio “liberi liberi” (la troverai nello
Scrigno), nel ritornello dice: “li-
tutto qui”..., manca qualcosa.
beri di liberi siamo noi però liberi
Il problema sta nel fatto che pensare di essere liberi, perché si può
da che cosa? Chissà cos’è? Finché
fare quello che si vuole senza renderne conto a nessuno, non tiene
eravamo giovani era tutta un’al-
presente che invece l’uomo desidera qualcuno che gli voglia bene.
tra cosa (...) forse eravamo stupidi
Immagina che nella tua famiglia nessuno si interessi di te, che nessuno (...) quella voglia, la voglia di vivere
ti sgridi se prendi un brutto voto o se rientri a casa tardi... potresti fare quella voglia che c’era allora chis-
quello che vuoi ma ti sentiresti un vagabondo, senza casa. sà dov’è? Chissà dov’è? Che cosa
Probabilmente non saresti contento perché non ti sentiresti ben voluto, è stato a cambiare così? Mi sono
ed essere amato è un legame, voler bene è un legame, in cui però ci si svegliato ed era... tutto qui! (...)
sente liberi. Cosa diventò? Cosa diventò quella
La critica ti ha portato a comprendere che per essere liberi non basta voglia che non c’è più? È che cos’è
poter fare ciò che si vuole. che ora non c’è più?”

Ilya Repin, Che libertà!, 1903. San Pietroburgo, Museo Russo Statale.

108
UN
ITÀ
LIBERTÀ
4
C
Come posso allora capire quando
sono libero? Dovrò ancora una
volta guardare la mia esperien-
v
Esperie nza za e annotare tutte quelle volte IL PUNT
in cui io mi sono sentito libero.
L’ esperienza dimostra che
ci si sente liberi quando si
Scrivi nei box sottostanti tutte le volte in cui ti sei sentito libero. riesce a realizzare un desi-
derio.
Libertà è fare quello che si
vuole veramente, non
quello che si ha voglia.

Osserva la tua esperienza e nota che ci si sente liberi quando si può rea-
lizzare un desiderio... un desiderio, non un capriccio!
Quando si riesce ad avverare un capriccio, ci si sente liberi al momento,
ma c’è bisogno sempre di altro.
Libertà è poter fare quel che si vuole non fare quello di cui si ha “vo-
glia”. Si potrebbe dire che ci si sente liberi non quando si è “liberi da”,
ma quando si è “liberi per”.
Liberi per poter far qualcosa che fa crescere.
IL FULCRO
Più il desiderio che l’uomo realizza è profondo, riguarda cioè le esi-
109
genze del cuore, (ricorda il magma del vulcano) più la sua realizza-
zione lo fa sentire libero.
4. LA VERA LIBERTÀ Un a l t r
o
f at t o r
Sperimentalmente l’uomo si sente libero quando soddisfa un desiderio.
Ma non basta essere liberi per un weekend, per una sera, liberi in cento,
e
duecento, mille occasioni, l’uomo desidera esserlo sempre; cioè deside-
ra la libertà. Seguendo l’indicazione dell’esperienza, è chiaro che la li-
bertà si presenta come la soddisfazione totale, il compimento totale del
cuore della persona.Ma come è possibile essere libero sempre?
Questa domanda incontra la proposta di Gesù.
Per comprendere cosa Gesù pensi della libertà si deve osservare il suo
modo di incontrare le persone e di diventar loro amico.
È indicativo il primo incontro, quello con Giovanni e Andrea: voltatosi,
domandò “Che cercate?”, cioè: qual è il vostro desiderio profondo? Visto
che la libertà è la realizzazione di un grande desiderio Gesù fin da subito
pone questa questione: “quale è il tuo più grande desiderio? Se non sai
questo non puoi essere libero.”
La sfida di Gesù alla libertà di chi incontra, però, non finisce qui. Dopo
aver domandato a tutti di riconoscere i propri desideri, inizia a parlare.
Subito tutte le persone desiderose di scoprire la felicità si ri-
conoscono in quello che dice. E lo seguono. Decidere di se-
guirlo, mette in gioco tutta la loro persona, tutta la loro
libertà, come abbiamo visto nell’episodio del giovane
ricco nel capitolo precedente.
Non basta essere d’accordo con Gesù.
Se Gesù proponesse solo un discorso, si potrebbe es-
sere d’accordo oppure in disaccordo, e continuare
la vita come prima. Gesù invece propone una vita, e
essere d’accordo non basta, occorre muoversi!
Così si può notare come la gente si divida davanti
a questa proposta: qualcuno la seguirà, e qualcun
altro invece, resisterà al Suo richiamo, e cercherà
di obiettare in qualche modo a quello che Lui dice.
È impressionante vedere come Gesù spinge fino in
fondo la sua proposta. Non si accontenta che alcuni
lo seguano, che siano d’accordo con lui, ma si im-
plica con loro, diventa loro amico, vuole il loro
bene, e sa che la loro felicità sta nel rapporto
110 con Lui. Si propone allora come il centro della
loro vita fino a dire che “chi tenterà di salvare
UN
ITÀ
LIBERTÀ
4
la propria vita (da solo, preservandola dal rapporto con me) la perderà,
cioè non riuscirà a realizzare il suo desiderio, chi invece perderà la vita
(cioè è disposto a metterla in gioco seguendomi) per amore mio la ritro-
verà”. Una proposta così può capirla solo chi fa esperienza che quello IL PUNT
che Lui dice è interessante per la vita, la compie immensamente di più La proposta di Gesù alla
di qualsiasi progetto uno possa avere su di sé. nostra libertà è la Sua com-
C’è un brano del Vangelo (GV 8,31-59) che esprime bene tutta la que- pagnia come aiuto a rea-
stione. Gesù sta parlando ad alcune persone che avevano simpatizzato lizzare il più grande desi-
derio: la felicità.
con lui: “se Mi rimarrete fedeli conoscerete la verità e la verità vi farà
liberi”. I presenti si sentono feriti dalle parole di Gesù perché nonostan-
te ogni oppressione politica non si sono mai piegati ad una dominazione
straniera, allora obbiettano a Gesù di essere già liberi. E qui Gesù spiega
cos’è per lui la libertà: chiunque commette il peccato è schiavo del pec-
cato. Se il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero.
È chiara qui la proposta di Gesù alla libertà di tutti gli uomini che ascol-
teranno le sue parole:
1. la verità rende liberi. Solo la risposta al nostro desiderio più vero fa
sperimentare quella soddisfazione che ci fa sentire liberi;
2. c’è un nemico dentro di noi, che ostacola la nostra libertà: il pecca-
to, cioè un modo di trattare le cose che non è per il nostro bene e
non ci rende felici. Questa incapacità a fare il bene è in noi fin dalla
nostra nascita (la Chiesa lo chiama Peccato Originale);
3. Gesù si propone come l’aiuto più grande alla nostra libertà: Perdonan-
doci il male risponde alla nostra aspirazione di essere amati e rende la
nostra libertà capace di compiersi e di realizzare il vero desiderio.
Chi intenderà la libertà come assenza di legami, “libertà da”, si ribelle-
rà a questa proposta, chi invece intenderà la libertà come realizzazione
del desiderio vero “libertà per”, aderirà a questa proposta.

IL FULCRO
111
Un e s e
5. ESSERE VERI E LIBERI OGGI at t u a l
mp io
I RAGAZZI DI PIAZZA MAJAKOVSKIJ e
Urss luglio 1958: viene inaugurato il monumento a Vladimir Majakovskij,
poeta della rivoluzione, nella piazza di Mosca che da lui prende il nome.
Nel corso della cerimonia i poeti ‘ufficiali’ leggono i loro versi, poi pos-
sono leggere le persone del pubblico, composto in prevalenza da giovani
ragazzi e ragazze non più che ventenni. È un grande successo perciò si
replica altre volte. Vengono recitati anche versi di poeti che erano stati
repressi dal regime, nascono discussioni, sulla poesia, sull’arte, sulla ve-
rità, sulla libertà. Piazza Majakovskij è diventata il ‘faro’, infatti majak
in russo significa appunto faro. Vladimir Bukovskij, uno dei protagonisti di
quelle giornate, racconta: “le letture della piazza come un faro attirava-
no e richiamavano tutte le cose migliori e originali che c’erano allora nel
Paese. Era proprio quello che tanto a lungo avevamo desiderato”. Nasce
così un clima caratterizzato dal desiderio della ricerca libera della verità.
L’uomo vuole essere responsabile della propria storia, e lo vuole manife-
stare attraverso la passione per la creazione artistica: il bello diventa la
manifestazione del vero. Quel che succede in piazza è la dimostrazione
che la libertà è più forte quando capisce che l’ideologia non si vince con
un’altra ideologia ma attraverso la ricerca reale, tangibile e visibile della
verità, ecco ciò che rende liberi. I versi letti dai partecipanti agli incontri
di piazza Majakovskij non sono sottoposti a nessuna censura preventiva,
perciò il governo non può non intervenire sentendosi giudicato da ciò che
lì sta accadendo. Il fatto che nel cuore di Mosca si svolga pubblicamente
una discussione da parte di un gruppo di persone, costituisce di per sé una
minaccia per il partito nonostante sia la poesia l’elemento centrale delle
letture. Le autorità cercano di far cessare questi raduni non autorizzati,
e la polizia interviene ripetutamente fermando con durezza i partecipan-
ti finché nel 1961 le riunioni del ‘faro’ cessano completamente. Ma una
nuova coscienza, diretta conseguenza di una nuova consapevolezza dei
propri compiti civili e umani, anima i giovani del ‘faro’, i ritrovi di piazza
Majakovskij finiscono ma quel virgulto di verità e libertà sperimentate
rendono i giovani russi più creativi e coraggiosi. L’eredità più significativa
di quell’esperienza è quella del samizdat. La parola indica letteralmen-
te auto-edizioni (sam auto, izdat edizione) clandestine, fatte per
raggiungere più gente possibile, grazie alla riproduzione manuale.
112
Il samizdat permette la circolazione di materiale di vario tipo:
lettere, proteste, appelli; poesie; opere letterarie; studi storici, fi-
UN
ITÀ
LIBERTÀ
4
losofici, religiosi. Attraverso il samizdat vengono riprodotte opere di au-
tori che sono stati messi al bando, ed anche opere straniere vietate dalla
censura sovietica. La durata di queste pubblicazioni è brevissima, perché
in poco tempo la polizia scopre gli autori e li arresta. Ma il germoglio di li- IL PUNT
bertà dei giovani di piazza Majakovskij comincia a mostrare i propri frutti. L’esigenza di libertà per-
mane in ogni situazione,
IL SAMIZDAT CRISTIANO anche la più osteggiata ed
oppressiva. Il cristianesimo
Il samizdat non solo è uno dei più interessanti fenomeni artistici, fi- dà agli uomini la speranza
losofici ed intellettuali di questo secolo,ma è soprattutto un evento certa che essa si realizzi. È
spirituale di grande respiro. Esso manifesta in modo chiaro e forte l’esi- questo che permette loro
genza di superare la paura, la menzogna, l’indifferenza, di attivare la di lottare.
coscienza, di risvegliare il senso di responsabilità, di riconfermare gli
ideali soffocati, di stabilire nuove relazioni tra le persone fondate sul
valore supremo dello spirito che è presente in ogni uomo. Il samizdat
attua un capovolgimento nella concezione dell’uomo, visto innanzitutto
come persona, creatura fatta ad immagine e somiglianza di Dio. È per
quest’uomo nuovo che si chiede autonomia e libertà, proprio quella
libertà che proviene da Cristo e per questo rende gli uomini pieni di spe-
ranza. Il samizdat religioso prodotto negli ambienti cristiani, testimonia
inconfutabilmente la vitalità della fede e lo spirito di resistenza dei cre-
denti, al di là di qualsiasi tentativo di manipolazione,
pressione o ingerenza da parte del regime.

I
In questa hai scoperto lo strumento principale per realiz-
zare se stessi: la libertà. Essa infatti è quell’energia che fa
muovere l’uomo per soddisfarne i desideri.
Quando qualcosa impedisce questa realizzazione, non ci sente
liberi, quando invece l’uomo può fare qualcosa che lo rende
felice, allora si sente libero.
Anche di fronte alla libertà ci sono due prospettive:
- intenderla come “libertà da”, come possibilità di fare tutto
ciò che si ha voglia di fare, senza legami e senza respon-
sabilità. Evidentemente non si potrà essere liberi sempre,
perché la scuola, i compiti, i genitori, gli allenamenti non ci usare la libertà per compierlo. Una libertà così è
permettono di fare quel che ci passa per la testa, e allora ci frutto di un cammino che fa diventare grandi e
si sfogherà appena sarà possibile; che trova come compagno Gesù stesso. Egli ha a
- intendere la libertà come “libertà per”, cioè come la possibi- cuore la nostra felicità e vince il più IL FULCRO
lità di fare ciò che realmente vogliamo. grande ostacolo, che non è fuori di 113
Dovremo quindi essere coscienti di ciò che veramente ci ren- noi ma è quella incapacità a fare il no-
de felici, anche nelle difficoltà — come la vedova Coletta — e stro bene che si chiama peccato.
LO SCRIGNO

> testi “SOGNO E LIBERTÀ”


D’AVENIA, op. cit.

Questo brano esprime bene il legame tra libertà, desiderio (qui è


chiamato sogno), e realizzazione di se stessi.

Il supplente si alza in piedi, rimane in silenzio. Si siede sulla cat-


tedra.
«... Mio nonno quel giorno mi spiegò che noi siamo diversi
dagli animali, che fanno solo quello che la loro natura
comanda. Noi invece siamo liberi. È il più grande dono
che abbiamo ricevuto. Grazie alla libertà possiamo
diventare qualcosa di diverso da quello che siamo.
La libertà ci consente di sognare e i sogni sono il
sangue della nostra vita, anche se spesso costano
un lungo viaggio e qualche bastonata. “Non ri-
nunciare mai ai tuoi sogni! Non avere paura di so-
gnare, anche se gli altri ti ridono dietro” così mi disse mio
nonno, “rinunceresti a essere te stesso.” Ancora mi ricor-
do gli occhi brillanti con cui sottolineò le sue parole.ª
Tutti rimangono in silenzio, ammirati, e mi dà fastidio
che questo qua sia al centro dell’attenzione, quando
sono io a dover essere al centro dell’attenzione nelle
ore dei supplenti.
´..... Quando non nascono dal silenzio, i sogni di-
ventano incubi.. Alessandro Magno, Augusto, Dan-
te, Michelangelo... tutti uomini che hanno messo
in gioco la loro libertà al meglio e, cambiando se
stessi, hanno cambiato la storia. In questa classe
magari ci sono il prossimo Dante o Michelangelo...
magari potresti essere tu!»

114
UN
ITÀ
LIBERTÀ
4

> testi “I PRIGIONIERI”


X. THEVENOT, Lettere della prigionia, Queriniana

La libertà non è fare quello che ho Un giorno, un prigioniero fu rilasciato dai suoi guardiani.
voglia di fare, ho bisogno di segui- Questi, volendo metterlo alla prova, lo condussero in mezzo a un immenso
re qualcuno, di muovermi verso ciò deserto di baratri profondi e inaccessibili. Solo qualche sorgente, a malape-
che è indispensabile per la mia vita, na visibile, dava della buona acqua. In fondo al deserto, sorgeva una città
con amici che condividano la stra- dove tutti vivevano felici.
da. Prova a paragonare i due prigio- I guardiani dissero al prigioniero: “Sei libero, puoi fare quello che vuoi”:
nieri della storia. Qualche ora dopo, un vecchio saggio nomade, che aveva attraversato spes-
so il deserto, incontrò il prigioniero. Gli disse:”Se vuoi veramente godere
della tua libertà, attraversa il deserto. Ritroverai i tuoi fratelli uomini.
Eccoti una bussola e una mappa in cui sono indicate le sorgenti che ti
permetteranno di bere e gli ostacoli che dovrai aggirare. Ai piedi del-
la montagna rossa, troverai un gruppo di uomini diretto anch’esso
alla città dove si vive felici. Buon viaggio!”.
Ma il prigioniero si disse:”Sono libero. Basta con le costri-
zioni. Questo nomade vuole impormi la strada da fare e
io non voglio!”. E gettò la bussola e la mappa.
Quest’uomo si smarrì nel deserto e non raggiunse
mai la città.
Un anno dopo, i guardiani rilasciarono un
altro prigioniero. Questi incontrò lo stes-
so nomade e, pieno di gioia, seguì le
indicazioni della bussola e della
mappa. Trovò un gruppo di uo-
mini. Assieme a loro la marcia
fu lunga a volte anche penosa. Ma
lui poteva bere alle sorgenti di acqua
fresca. Soprattutto, poteva godere della
compagnia di altri uomini. Infine, un matti-
no, la città si profilò all’orizzonte.

115
LO SCRIGNO

> musica “LIBERI LIBERI”


VASCO ROSSI

Come ti è stato indicato già in que- Ci fosse stato.. però adesso siamo cosa??
sta unità (pag. 108), la canzone di un motivo per stare qui Che cosa che? Che cosa se!
Vasco Rossi sottolinea il fatto che ti giuro sai sarei rimasto così quella voglia, la voglia di vivere
fare quello che si ha in mente fa son convinto che se quella voglia che c’era allora
sembrare di essere liberi. Ma liberi fosse stato per me chissà dov’è? Chissà dov’è!?
da che cosa? Si chiede il cantante e adesso forse sarei laureato.. Che cos’è stato
incalza ancora: Chissà cos’è la liber- e magari se LEI cos’è stato a cambiare così??
tà? Sai rispondergli? fosse stata con me mi son svegliato ed era... tutto qui!!
adesso..sarei sposato! Vuoi sapere anche se
se fossi stato... soddisfatto di me
ma non sono mai stato così! in fondo in fondo lo sono mai stato
insomma dai adesso sono qui! soddisfatto di che
Vuoi che dica anche se ma va bene anche se...
soddisfatto di me se alla fine il passato è passato
in fondo in fondo non sono mai Liberi liberi siamo noi
stato... però liberi da che cosa???
soddisfatto di che chissà cos’è? chissà cos’è!
ma va bene anche se..
qualche volta mi sono sbagliato.... E la voglia, la voglia di ridere
e..e..e..e.. quella voglia che c’era allora
chissà dov’è? chissà dov’è!
Liberi Liberi siamo noi Cosa diventò? cosa diventò?
però liberi da che cosa??? quella voglia che non c’è più
chissà cos’è?Chissà cos’è! Cosa diventò? cosa diventò?
che cos’è che ora non c’è più!
Finché eravamo giovani Cosa diventò Cosa diventò?
era tutta un’altra cosa quella voglia che avevi in più!
chissà perché! Chissà perché! Cosa diventò Cosa diventò?
Forse eravamo stupidi e come mai non ricordi più?!?...

116
UN
ITÀ
LIBERTÀ
4

> testi “TESTIMONIANZA DI LUCA”

Anche questo ragazzo ha bisogno


di essere veramente libero. Guarda-
re il cielo lo apre alla scoperta di ciò
di cui ha bisogno.

Io rimango sempre affascinato


dal cielo, non mi importa se sereno,
nuvoloso, stellato.
Il cielo con la sua inconsistenza e,
con la sua infinita grandezza,
mi dà un senso di potenza e,
nello stesso tempo di libertà:
quella libertà che mi manca a scuola
e che non trovo a casa.

117
LO SCRIGNO

> musica “IL MIO CANTO LIBERO”


LUCIO BATTISTI

L’autore espone qui la sua visione si esprimono purissime in noi


del mondo: se non ci fossero rap- La veste dei fantasmi del passato
porti in cui ci si sente amati, non ci cadendo lascia il quadro immacolato
sarebbe libertà. e s’alza un vento tiepido d’amore
di vero amore
In un mondo che non ci vuole più E riscopro te
il mio canto libero sei tu dolce compagna che non sai doman-
E l’immensità si apre intorno a noi dare ma sai
al di là del limite degli occhi tuoi che ovunque andrai al fianco tuo mi
Nasce il sentimento avrai
nasce in mezzo al pianto se tu lo vuoi
e s’innalza altissimo e va Pietre un giorno case
e vola sulle accuse della gente ricoperte dalle rose selvatiche
a tutti i suoi retaggi indifferente rivivono
sorretto da un anelito d’amore ci chiamano
di vero amore Boschi abbandonati
In un mondo che e perciò sopravvissuti vergini
Pietre un giorno case si aprono
prigioniero è ci abbracciano
ricoperte dalle rose selvatiche In un mondo che prigioniero è
respiriamo liberi io e te respiriamo liberi io e te
rivivono ci chiamano E la verità si offre nuda a noi
E la verità e limpida è l’immagine ormai
Boschi abbandonati Nuove sensazioni giovani emozioni
si offre nuda a noi e si esprimono purissime in noi
perciò sopravvissuti vergini La veste dei fantasmi del passato
e limpida è l’immagine cadendo lascia il quadro immacolato
si aprono e s’alza un vento tiepido d’amore
ormai di vero amore
ci abbracciano e riscopro te
Nuove sensazioni giovani emozioni

118
UN
ITÀ
LIBERTÀ
4

> musica “FREEDOM”


CANTO GOSPEL

Questo gospel, è un inno alla liber- Oh freedom, oh freedom, Oh libertà, oh libertà,


tà: “piuttosto che diventare schia- oh freedom over me... oh libertà sopra di me...
vo, sarò seppellito e andrò a casa dal and before I’ll be slave, e piuttosto che diventare schiavo,
mio Signore, e sarò libero!” I’ ll be burried in my grave, sarò seppellito nella mia tomba,
and go home, to my Lord, and be e andrò a casa, dal mio Signore, e
free. sarò libero.

No more moarning, no more moarning, Non più lamenti, non più lamenti,
no more moarning over me... non più lamenti sopra di me...

No more shuting, no more shuting, Non più spari, non più spari,
no more shuting over me... non più spari sopra di me...

No more crying, no more crying, Non più pianti, non più pianti,
no more crying over me... non più pianti sopra di me...

Let me singing, let me singing, Lasciami cantare, lasciami cantare,


let me singing over me... lasciami cantare sopra di me...

119
LO SCRIGNO

“IL FIGLIOL PRODIGO DILAPIDA


> arte LA SUA EREDITÀ”
REMBRANDT

L’uomo in primo piano è l’autoritratto dell’artista olandese che regge sulle ginocchia la moglie Saskia. Vestono
entrambi ricchi e sfarzosi costumi. In origine il dipinto era più grande e, oltre alle due figure. c’era anche, a sini-
stra della coppia, una suonatrice vestita succintamente. Rembrandt ritraendosi nei panni del figlio prodigo, ci
dice come è falsa la gioia che nasce dalle proprie “voglie”, come è menzognera la festa senza lo scopo. Allora uno
deve riempire il vuoto e stordirsi per dimenticare la grandezza, la pienezza che desidera, quella che non finisce.

In entrambi i volti si leg- Gli occhi della coppia


ge una gioia effimera, sono rivolti a noi che
destinata a finire presto. guardiamo e sembra-
In quell’apparente aria no interpellarci. Lo
di festa, tutto parla di sguardo ammiccante
una felicità ingannevo- e sfrontato del gio-
le e precaria. Il giovane vane pare un invito
alza con trasporto ad unirsi a loro nel fe-
il bicchiere col- stino. La donna ci fissa
mo di vino. con una espressione scaltra
Ma cosa c’è ed impassibile. Sembra intui-
di più fra- re il presagio di male nella
gile e mo- strada intrapresa da quell’uo-
mentaneo mo sregolato e vizioso, ma ri-
di quel bic- mane indifferente.
chiere pieno?

La debole luce della stanza


è rotta da un fascio luminoso
che irrompe da sinistra e col-
pisce la donna ed il cappello
piumato del figlio prodi-
go. Riflessi di luce
raggiungono anche
il coltello sul ta-
volo e l’impu-
gnatura della
spada.
120
Rembrandt, Il figliol prodigo dilapida la sua
eredità, 1635. Dresda, Museo Statale.
UN
ITÀ
LIBERTÀ
4

> arte “IL FIGLIOL PRODIGO”


CHAGALL

È la festa vera, quella che nasce dal traboccare di una pienezza che rappresenta Marc Chagall nella sua opera “il
figlio prodigo”. Come Rembrandt nel “figlio prodigo che dilapida i suoi averi” anche Chagall, tre secoli dopo, si
ritrae nel figlio della parabola ma, questa volta, nell’abbraccio del ritorno al Padre.

La scena è occupata quasi interamente dall’intenso abbraccio di padre e figlio. Il padre ritratto è il vero padre di Cha-
gall, indossa una giacca rossa segno d’amore. Il sole all’orizzonte ed il suo capo reclinato sono sulla stessa traiettoria,
a significare la relazione del padre carnale con Dio.

Il figlio è ritratto in piedi e


non in ginocchio come raffi-
gura l’iconografìa cristiana.
L’ebreo, infatti, prega in
piedi perché conserva da-
vanti a Dio la sua dignità di
Un azzurro intenso è figlio. Ha il capo appoggia-
il tono dominante del to sul petto del padre in un
dipinto, macchiato in atteggiamento che rivela
modo irregolare con profonda umiltà e rispetto.
pennellate di colore
rosso e giallo. Sullo
sfondo un gruppo di
case strette attorno al
campanile di una chiesa
cristiana: è Vitebsk in
Russia, paese natale di
Chagall, dove è cresciu-
to nella fede ebraica
e al quale era tornato
dopo quasi 50 anni di
assenza.

Tutto il villaggio partecipa alla fe-


sta: un bene vero è per tutti. La
gente si è riversata sulla strada
principale per prender parte alla
gioia dell’incontro. “Questo figlio 121
Marc Chagall, Il figliol prodigo. St. Paul de Vence, era perduto ed è stato ritrovato”.
collezione privata.
LENTE D’INGRANDIMENTO

A Monaco il professor Carl Muth aveva musica, la poesia e in generale la bellezza.


incontrato uno studente, Hans Scholl,, e In questa amicizia si sono uniti caratte-
con lui si vedeva spesso per discutere di ri indipendenti, la cui storia familiare, a

LA ROSA BIANCA teologia e filosofia. A loro si era unita an-


che Sophie Scholl, che con dei compagni
volte complessa e difficile per alcuni, ha
influenzato ciò che stavano cercando per
La Rosa Bianca, Weisse Rose, è un grup- aveva iniziato la “cerchia letteraria”. Al la propria vita. Avevano anche contrasti
po di studenti della facoltà di medicina gruppo si erano aggiunte via via nuove tra loro e pur essendo concordi sul rifiu-
dell’Università di Monaco di Baviera,che persone che, in quell’amicizia e nell’ide- to al regime senza compromessi, aveva-
sceglie di prendere posizione pubblica- ale che la animava, trovavano corrispon- no progetti politici diversi. Tutti erano
mente contro l’indifferenza e la paura del denza a ciò che il loro cuore desiderava. accomunati da una profonda convin-
popolo tedesco verso la dittatura nazio- Tutti hanno collaborato prendendo posi- zione cristiana – alcuni erano cattolici,
nalsocialista. Siamo tra il 1942 e il 1943. zione in un momento storico drammati- altri protestanti – che, dentro l’amicizia
“Weisse Rose” : così sono firmati i volan- co, dando tutto se stessi fino alla morte, sempre più forte e motivata, li ha aiutati
tini diffusi a Monaco che invitano alla certi e lieti. Nel 1941 Hans Scholl, du- a comprendere meglio il loro desiderio
resistenza; è il nome del gruppo che si è rante il servizio di leva, aveva conosciuto infinito di bene per se stessi e per tutto
formato, non è un’organizzazione con Alexander Schmorell e il suo amico Chri- il mondo.
struttura, iscrizione e programmi, esso stoph, ed anche il professor Kurt Huber, La lettera che Christofh Probst ha man-
nasce tra i banchi di scuola. famoso per le sue lezioni critiche sul regi- dato ad Hans Scholl che si trovava in un
me nazista. campo d’ospedale in Russia a far pratica,
Si è formato così il nucleo della “Rosa fa capire che tipo di amicizia fosse la loro:
UNA CERCHIA DI AMICI bianca”, attorno a cui ruoterà una più va- “….Ho vissuto e visto tutto come se fossi
La Rosa Bianca infatti non è innanzitutto sta cerchia di amici disposti ad aiutarli: insieme a voi e ho percepito spesso con
un gruppo di resistenza, nasce natural- Alexander Schmorell, Christoph Probst, dolore la nostra separazione. Ho sentito
mente dalla vita di persone molto unite, Hans Scholl, Willi Graf, Sophie Sholl, e sempre più quanto la mia vita necessiti
legate da profonda amicizia, il cui senso il prof. Kurt Huber. di questa vera amicizia da uomini, dello
religioso ha permesso loro di vivere la re- “Nessuno di loro era un temerario gioca- scambio spirituale ma ancora di più di
altà in modo intenso, di fare incontri si- tore d’azzardo- dice in un’intervista la so- quello dei cuori…”
gnificativi e decisivi per la propria vita, di rella di Willi- né tantomeno un fanatico
affrontare tutto ciò che stava accadendo o un idealistico sognatore. L’aspirazione
fino in fondo, di riscoprire il valore di loro
DECISIONE
al martirio era loro estranea, l’attivismo
stessi nella tensione verso un ideale gran- eroico non costituiva il loro interesse, né Di fronte alla tragedia della guerra, alla
de. Così scrive nel ’42 uno degli studen- l’entusiasmo faceva loro perdere di vista mancanza di libertà, ai crimini del regime
ti ad un altro amico: “Gioiresti di questi la realtà. Erano persone dotate in diver- nazista questi amici decisero di dire quel-
volti, se tu li potessi vedere. L’energia che si campi, aperte al mondo, che sapevano lo che pensavano. Per una dittatura il pe-
uno dedica a quei rapporti rifluisce tutta amare la vita e godersela, e vivevano sem- ricolo più grande sono degli uomini liberi
intera nel proprio cuore”. pre in un rapporto critico con ciò che li che esprimono il loro pensiero.
Alexander Schmorell e Christoph circondava e con se stessi”. Questi amici sono stati posti di fronte ad
Probst si erano conosciuti nel tem- Ognuno di loro aveva una personalità, una decisione e proprio la bellezza della
po e, anche nella distanza, ave- una storia, un vissuto diverso, alcuni era- loro amicizia, li ha spinti a dire al mondo,
122
vano mantenuto una “amicizia no trascinatori altri erano timidi e impac- rischiando la vita, che c’era un altro modo
indissolubile”. ciati, altri fantasiosi e creativi, amavano la di vivere. Scrive Hans Sholl: “Attraverso
UN
ITÀ
LIBERTÀ
4

uno spiraglio, un raggio di sole sfondò vista politico, ma dal punto di vista per- della vita, sono morti da uomini liberi:
l’oscuro mare di nuvole e il mondo rise e sonale e spirituale. Sono stato costretto a Nel carcere della Gestapo:
scintillò alla luce del cielo. Io stavo lì pie- fare una scelta.” “Se devo morire nella battaglia per la liber-
no di stupore e mi chiesi se Dio non ci Hanno iniziato così clandestinamente a tà, rallegratevi ed esultate per colui che ha
considerasse dei folli, dal momento che ci scrivere dei volantini che poi distribui- trovato la sua patria nella libertà ultima del-
stava mostrando il mondo nella sua com- ranno nelle università facendoli ritrovare lo spirito. E allora il sacrificio della vita mi
pleta bellezza, riverbero della sua magni- nelle aule di lezione. L’inizio del primo avrà completamente liberato” Kurt Huber
ficenza, perché lo lodassimo. E dall’altra volantino descrive bene le loro intenzio- Così scrive uno dei ragazzi di Monaco
parte solo saccheggi e assassini. Cosa è ni: “ogni individuo è stato chiuso in una prima di essere giustiziato dai nazisti:”Ti
vero? Dobbiamo forse andarcene, costru- prigione spirituale mediante una violen- ringrazio di avermi dato la vita. Se la guar-
ire una bella casetta con i fiori alla finestra za lenta,ingannatrice e sistematica Perciò do per quella che è, è stata un’unica strada
e un bel giardino sul davanti e lì lodare il ogni singolo, cosciente della propria re- verso Dio”.
Signore e ringraziarlo e voltare le spalle al sponsabilità come membro della cultura Da Alexander Schmorell in carcere, con-
mondo e alla sporcizia?” cristiana e occidentale, deve opporsi a dannato alla pena di morte, ai genitori:
“Non posso stare fuori dal gioco. Fuori questo flagello. Fate resistenza passiva, re- “Se dovessero rifiutare la richiesta di gra-
dal gioco non esiste la felicità, e questa sistenza ovunque vi troviate…” zia, ricordatevi che morte non significa
guerra in fin dei conti è una guerra per fine della vita. Al contrario! È proprio
la verità. Prima di tutto devono saltare i nascita, passaggio a una vita nuova, a una
troni bugiardi, questa è la cosa dolorosa, e
LIBERTÀ vita splendida che dura in eterno. La mor-
lasciare il posto a ciò che è autentico e non La loro esperienza cristiana li ha fatti vi- te allora non è spaventosa: la separazione
manipolato. Non intendo ciò dal punto di vere da uomini liberi, privat
privati dei diritti e è dura e difficile, ma essa diventa più sop-
portabile se si pensa che non ci separiamo
Monumento
per l’eternità, ma soltanto per un certo
dedicato periodo, come per un viaggio.”
al gruppo
della Rosa
“L’uomo è bensì libero, ma senza il vero
Bianca. Dio è indifeso contro il male, come un ne-
Monaco,
Università
onato senza madre, come una nube che si
Ludwig Ma- dissolve” dal 4° volantino
ximilian.
“L’uomo è libero solo dinanzi all’eterno e
in questa posizione di libertà sta quell’ul-
timo senso che nel corso della storia fa
della vita qualcosa di personale e insosti-
tuibile” Reinhold Schneider
“L’onore che tributiamo a questi uomi-
ni che hanno dato la loro vita per la li-
bertà, resterà un semplice gesto se non
tentiamo di capire dove si gioca per
noi l’istanza di un’eguale libertà,
e se non siamo pronti a portarla
a compimento” Romano Guar-
123
dini, La Rosa Bianca
Dopo aver studiato l’Unità fermati a verificare quello che hai scoperto
con due esercizi di comprensione e un approfondimento personale.

VERIFICA
se hai capi to

Comprensione
a. Rispondi alle seguenti domande.
1. La parola “libertà” viene “usatae abusata” da noi, dai nostri amici e dalla nostra società:
prova a fare degli esempi seguendo quello che hai imparato all’inizio di questa unità.

2. Riprendi la canzone “Liberi, liberi” che viene citata nell’unità e ripresa nello scrigno. Di che
cosa si parla? Paragonala con le altre canzoni presenti nello scrigno e scrivi somiglianze e
differenze.

3. Che cosa ci vuole comunicare Gesù dicendo: “La Verità vi farà liberi”? In quale passo del Van-
gelo viene spiegata la precedente citazione?

4. Qual è la risposta di Gesù alla nostra libertà?

5. Confronta i due quadri che vengono presentati nello scrigno di questo capitolo, come avrai
visto, il tema è lo stesso. Quali sono le differenze?

124
UN
ITÀ
4
b. Completa la mappa concettuale partendo dal box centrale e
aggiungendo le 4 parole (o frasi) e le 4 frecce mancanti.

Gesù ci propone la sua compa-


gnia come aiuto a realizzare il
La libertà non è fare quello nostro più grande desiderio:
che si ha voglia ma quello ............................................
che si vuole veramente

La nostra esperienza ci di-


La libertà è lo stru- mostra che ci sentiamo libe-
mento principale per ri quando riusciamo a .......
realizzare se stessi. ............................................

Anche oggi è possibile essere


veri e liberi come è documentato
dall’esempio di ........................... Gesù dice: se Mi rimarrete fe-
..................................................
deli conoscerete la verità e la
verità vi farà liberi”.

La risposta al nostro desiderio più


vero ci fa sperimentare quella sod-
disfazione che ci .........................
..................................................

Approfondimento personale
Trova alcuni esempi tratti dalla storia che hai studiato, dall’arte, dalle scienze, dalla mu-
sica... di uomini o donne che hanno dimostrato di essere liberi e di combattere per la 125
libertà. Riporta i dati più significativi, documentati sulle loro esperienze e presentane
almeno due alla tua classe.
IL TRAGUARDO
L’alunno:
è aperto alla sincera ricerca della verità e sa
interrogarsi sul trascendente e porsi domande
di senso, cogliendo l’intreccio fra dimensione
religiosa e culturale;
individua, a partire dai racconti evangelici, i dati
oggettivi dell’insegnamento di Gesù;
coglie le implicazioni etiche della fede cristiana

AMICIZIA e le rende oggetto di riflessione in vista di scelte


di vita progettuali e responsabili;
inizia a confrontarsi con la complessità dell’esi-
stenza e impara a dare valore ai propri compor-

E AMORE tamenti, per relazionarsi in maniera armoniosa


con se stesso, con gli altri, con il mondo che lo
circonda.
UN
ITÀ
5

GLI OBIETTIVI
Cogliere nelle domande dell’uomo e in tante sue CONTEN
esperienze tracce di una ricerca religiosa.
• Un’ e
UT I :
Riconoscere l’originalità della speranza cristiana in ri- sig
sposta al bisogno di amare ed essere amato. incont enza
enibile
Saper esporre le principali motivazioni che sostengo- • L’am
ore è..
no le scelte etiche dei cattolici rispetto alle relazioni • Che c .
affettive e al valore della vita. osa sig
veram nif
Confrontarsi con la proposta cristiana di vita come ente “v ica
bene” oler
contributo originale per la realizzazione di un proget-
• Vogli
to libero e responsabile. o il tuo
bene
Riconoscere il messaggio cristiano nell’arte e nella
cultura.
1. UN’ESIGENZA INCONTENIBILE L’esigenza
Leggi la lettera che Gaetano di Ravenna scrive a dei suoi amici, che
fanno parte di un gruppo, “I Cercatori del Graal”, descrivendo in modo
semplice che cosa significhi per lui quella amicizia. Quello che ha prova-
to Gaetano è l’esperienza di ogni uomo: spesso infatti capita, durante la
giornata, di desiderare il volto delle persone più care e di essere disposti
a fare dei sacrifici per vederle. Prova a leggere quanto hai scritto in “io
e l’amicizia” e probabilmente troverai conferma di questo.
Che cosa c’è in fondo a questo bisogno?
Tutti i desideri, come hai imparato guardando il cuore, nascono da un
“magma”, da esigenze profonde e l’esigenza di essere amati e di amare
è tra le più rilevanti.
Essa muove potentemente l’uomo in quasi tutti i gesti che fa: i vestiti
che si scelgono prima di uscire (devono piacere agli altri), la moda che
si segue (che mi fa appartenere ad un gruppo), i film che si guardano
(se gli amici li vedono, lo faccio anch’io...), l’atteggiamento in classe,
la squadra che si tifa, lo sport che si fa, la gran parte degli atti che si
compiono hanno come scopo, consapevole o inconsapevole, l’essere ac-
cettati e stimati dagli altri.

Un’amicizia che fa venir voglia di vivere


In questo periodo in cui non ci siamo incontrati, stava crescendo in me la
voglia di rivedere qualcuno della nostra compagnia, visto che dall’ultimo
nostro incontro era passato un po’ di tempo. (…)
Io abito dall’altra parte della città, e per venire da voi dovevo andare
in bicicletta fino a San Paolo, ma non ho pensato tanto alla strada, ma
particolarmente a cosa di bello andavo incontro, sperando di riuscire a
renderlo più bello con la mia presenza.
Mi era stato detto che ogni mercoledì, noi delle medie, ci incontravamo al
Polaris per studiare insieme e purtroppo ho dovuto dire di no perché ero
impegnato ad andare agli allenamenti.
Un mercoledì l’allenamento è saltato e ho deciso di andare al Polaris per
vedere un po’ com’era la situazione e chi c’era. Ho incontrato Angela e
Vilma ed altri ragazzi che studiavano; poi ho tirato fuori i miei due fogli e
ho cominciato anch’io a studiare per l’interrogazione di  arte che avevo
il giorno dopo, con l’aiuto anche dell’Angela a cui avevo promesso di
128 prendere nove nell’interrogazione e così è stato.
Mi sono sentito realizzato e ho capito che avevo studiato, non per
UN
ITÀ
AMICIZIA E AMORE
5

niente e neanche solo per il voto, ma per fare qualcosa di utile per me,
grazie ai miei amici. Mi sono quindi reso conto che ero andato incontro
a qualcosa di grande e di bello , che lo è diventato ancora di più con la IL PUNT
mia presenza e con la mia voglia di studiare. Ho voluto scrivervi perché Essere amati e amare è
mi sono affezionato a voi in un modo che mai avrei pensato tre anni fa: un’esigenza potente e
posso quindi dire che con i Cavalieri del Graal ho capito veramente cosa profondissima che alber-
ga nel cuore dell’uomo.
vuol dire amicizia , credo che sia per questo che a scuola, a calcio e nella
Da soli è impossibile esse-
vita di tutti i giorni ho amici grandi e penso anche di essere diventato re felici.
qualcuno di diverso da prima e che la lettera che sto scrivendo non l’avrei Per questo l’uomo cerca
mai scritta se non mi aveste fatto capire cosa vuol dire essere amico. gli amici.
Spero di esserci la prossima volta perché ho una gran voglia di vedervi.
Il vostro cavaliere Gaetano.” (Ravenna)

Ma perché accade così? Perché in qualsiasi luogo si ha così bisogno o degli


amici? Perché inizi a sentire interesse per i ragazzi o le ragazze dell’altro
ll’altro
sesso? E perché invece a volte ti senti solo pur in mezzo a tanta gente?
Perché vorresti essere felice ma da solo non ce la fai. Il tuo desiderio
derio di
amicizia nasce da qui.
La vita è un paradosso strano: solo tu puoi essere felice (nessuno o può
sostituirti), ma non puoi essere felice da solo.
Le amicizie più vere sono quelle in cui si condivide l’attesa di
qualcosa da cui si spera la realizzazione. Si mettono in comune e
quelle domande di cui di solito ci si vergogna, si cerca insieme e
la risposta.
È evidente che solo chi sarà attento a se stesso e al profondo del
proprio cuore potrà essere un vero amico, uno con cui non ci si
vergogna di quello che si pensa e si prova.
Niente come l’amicizia apre a tutta la realtà, fa presentire
che hai dentro una promessa di felicità. Niente è più attraen-
te dalla presenza di un amico o di più amici che vivono all’al-
tezza dei tuoi desideri.
L’esigenza di amare e di essere amati fa emergere chiaramen-
te la dipendenza da qualcun altro.
Non solo perché l’amicizia che si offre e di cui si ha bisogno
può essere rifiutata, ma anche perché non basta un’amicizia qualsiasi,
l’uomo vuole un aiuto a compiere il suo desiderio profondo.
IL FULCRO
L’importanza di questa esperienza è tale che non si può ridurre ai ca- 129
pricci o alle pretese.
Devi imparare che cosa significa “volere bene”.
2. L’AMORE È... I l mo n d
Su questo argomento per descrivere come normalmente si pensa
o
all’amore, ci sarebbero moltissime canzoni e moltissimi film.
Si potrebbe dire che la stragrande maggioranza delle canzoni e dei
film hanno come argomento l’amore. Una canzone di Lucio Battisti
“La compagnia” esprime bene il desiderio di amicizia che è dentro
Gustav Klimt, Il bacio, Vienna, Öster-
ogni persona. reichische, Galerie Belvedere.
Narra di un uomo triste, che non riesce a gioire perché c’è
una mancanza che gli fa sentire la solitudine, cammina
solo e senza scopo, senza meta, e poi, per caso, un
imprevisto: in un bar incontra una compagnia che gli
riscalda il cuore. La solitudine ha trovato compa-
gnia, al posto della tristezza nasce la speranza,
che prende forma in questa canzone. Questa è
l’esigenza dell’amicizia: qualcuno che prenda sul
serio la solitudine umana. Anche se una domanda
sorge spontanea: è poi, tornato a casa? Una com-
pagnia così sarà per sempre?

LA COMPAGNIA — Lucio Battisti


Mi sono alzato mi son vestito una canzone il tuo posto prenderà
e sono uscito abbiam bevuto e poi ballato
solo, solo per la strada è mai possibile
ho camminato a lungo senza meta che ti abbia già scordato?
finchè ho sentito cantare in un bar eppure ieri morivo di dolore
finchè ho sentito cantare in un bar ed oggi canta di nuovo il mio cuor
canzoni e fumo ed allegria oggi canta di nuovo il mio cuor
io ti ringrazio sconosciuta compa- felicità...
gnia ti ho perso ieri ed oggi ti ritrovo
non so nemmeno già
chi è stato a darmi un fiore tristezza va...
ma so che sento più caldo il mio una canzone il tuo posto prenderà
cuor felicità...
so che sento più caldo il mio cuor ti ho perso ieri ed oggi ti ritrovo
felicità... già
ti ho perso ieri ed oggi ti ri- tristezza va...
130 trovo già una canzone il tuo posto prenderà
tristezza va... una canzone il tuo posto prenderà.
UN
ITÀ
AMICIZIA E AMORE
5
Osserva ora “A te”, una canzone di Jovanotti che invece esprime l’amo-
re per una donna.In questa canzone c’è lo stupore dell’artista per que-
sto amore, che è la “miglior cosa che mi sia successa”. Un amore che
non dipende da lui. È un dono. IL PUNT
È un rapporto che l’ha reso grande, da ragazzo coi pugni chiusi, cioè so- L’amicizia, che nasce dal
spettoso e violento, a uomo capace di amare. desiderio di felicità, può su-
Anche per l’amore tra uomo e donna vale quanto hai scoperto per l’ami- bire una riduzione: si vor-
cizia: è lo strumento per crescere. Se non è questo non è amore. rebbe che l’amico fosse
una proprietà esclusiva.
E dev’essere per sempre, perché quando c’è in gioco una esigenza così
infinita e profonda non ci si può accontentare di un surrogato.

A TE— Jovanotti
A te che sei l’unica al mondo Sostanza dei giorni miei Semplicemente sei
L’unica ragione Sostanza dei giorni miei Sostanza dei giorni miei
Per arrivare fino in fondo A te che sei il mio grande amore Sostanza dei sogni miei
Ad ogni mio respiro Ed il mio amore grande A te che sei
Quando ti guardo A te che hai preso la mia vita Essenzialmente sei
Dopo un giorno pieno di parole E ne hai fatto molto di più Sostanza dei sogni miei
Senza che tu mi dica niente A te che hai dato senso al tempo Sostanza dei giorni miei
Tutto si fa chiaro Senza misurarlo A te che non ti piaci mai
A te che mi hai trovato A te che sei il mio amore grande E sei una meraviglia
All’angolo coi pugni chiusi Ed il mio grande amore Le forze della natura si concentra-
Con le mie spalle contro il muro A te che io no in te
Pronto a difendermi Ti ho visto piangere nella mia Che sei una roccia sei una pianta
Con gli occhi bassi mano sei un uragano
Stavo in fila Fragile che potevo ucciderti strin- Sei l’orizzonte che mi accoglie
Con i disillusi gendoti un pò quando mi allontano
Tu mi hai raccolto come un gatto E poi ti ho visto A te che sei l’unica amica
E mi hai portato con te Con la forza di un aeroplano Che io posso avere
A te io canto una canzone Prendere in mano la tua vita L’unico amore che vorrei
Perché non ho altro E trascinarla in salvo Se io non ti avessi con me
Niente di meglio da offrirti A te che mi hai insegnato i sogni A te che hai reso la mia vita
Di tutto quello che ho E l’arte dell’avventura Bella da morire
Prendi il mio tempo A te che credi nel coraggio Che riesci a render la fatica
E la magia E anche nella paura Un immenso piacere
Che con un solo salto A te che sei la miglior cosa A te che sei il mio grande amore
Ci fa volare dentro l’aria Che mi sia successa (...)
Come bollicine A te che cambi tutti i giorni IL FULCRO
A te che sei E resti sempre la stessa 131
Semplicemente sei A te che sei
Trova un film che esprima che cosa significhi per te voler bene.
T

Esperie nza

Titolo

Protagonisti

Trama

In quale scena si capisce che i due protagonisti sono amici, che si vogliono bene?

In che cosa i due personaggi principali sono cresciuti?

Trova ora due canzoni, una che parli dell’amicizia come piacerebbe a te.

Trova una canzone che parli dell’amore esprimendo quello che diresti tu.

132
UN
ITÀ
AMICIZIA E AMORE
5
UNA RIDUZIONE
Eppure spesso accade proprio così: si riduce l’amicizia ad un possesso
dell’altro.
Non più un aiuto a diventare liberamente grandi ma una pretesa conti-
nua: se è tuo amico/a deve stare solo con te, dire tutto solo a te, de-
cidere solo con te, avere gli interessi che piacciono a te... ciò che era
strumento per crescere diventa una zavorra soffocante.
Questo perché ci si illude che basti l’amico per essere felici. Solo che
due bisogni insieme fanno un grande bisogno, non una risposta! Con
l’amico si cerca insieme la risposta alle domande del cuore, se ci si illu-
de che la risposta sia l’amicizia, si resta delusi.
Una canzone, anche se un po’ datata, ci serve per mostrare un modo di
pensare al rapporto di amicizia (in questo caso tra uomo e donna): lo
pretendo, siccome ho bisogno, tu diventi un diritto per me, e per questo
non importa che ci sia amore (se c’è...), ciò che conta è se c’è la voglia.

TI PRETENDO — Raf
stanotte ti pretendo dentro te
io no ho che te io non ti voglio ti pretendo
dietro la luna mi nascondo lo sai non ho che te
dimmi che lui non c’è tu dimmi solo dove e quando
lo so che fra noi due il più forte sei dimmi che dimmi che
sempre tu dimmi che lui non c’è
ma dammi questa dolce morte sento che ci stiamo cercando
tanto non vivo più è inutile che dici di no
sento che ci stiamo cercando stanotte siamo fuori dal mondo
è inutile che dici di no sei l’unico diritto che ho
stavolta a compromessi non scendo ti pretendo
sei l’unico diritto che ho in nome dell’amore se c’è sei l’unico diritto
ti pretendo se tu mi guardi non rispondo l’unico diritto che ho
in nome dell’amore se c’è davvero non rispondo di me stanotte ti pretendo
stanotte vado fino in fondo io non ti voglio ti pretendo stanotte io pretendo te
è troppo il mio bisogno di te è inutile che dici di no stanotte io pretendo te
io non ti voglio ti pretendo io questo amore lo pretendo forse pretendo chi non c’è
è inutile che dici di no sei l’unico diritto
io questo amore lo pretendo l’unico diritto che ho
sei l’unico diritto ti pretendo IL FULCRO
l’unico diritto che ho in nome dell’amore se c’è 133
stanotte giuro mi nascondo io non ti voglio ti pretendo
3. CHE COSA SIGNIFICA La critica
VERAMENTE “VOLER BENE”
La prospettiva “normale” con cui si concepiscono amicizia e amore non
riesce ad evitare la riduzione del bene a pretesa.
E se guardiamo quello che si vuole veramente — se cioè si critica come
imparato — è risaputo che ciò che rovina spesso le amicizie, è proprio
quella pretesa, che è tanto più forte quanto più quell’amicizia interes-
sa. Perché quella riduzione? Perché si passa dallo stupore per il dono
dell’amico alla pretesa?
Perché si usa male una buona attrattiva.
Accade quello descritto in questo esempio:

Due passi indietro


Se abbiamo di fronte un quadro, bellissimo, e lo guardiamo dalla distanza di
2 cm, standoci cioè attaccati, vedremo i dettagli di ogni particolare, prima
una macchia, poi l’altra, poi l’altra ancora... ci resterà un’insieme di macchie
ma non capiremo veramente il quadro.
Per capire quell’insieme di macchie dovrò fare uno o due passi indietro.
Quella distanza mi permetterà di comprendere il significato del quadro per-
ché vedrò l’insieme di tutte le macchie, che formano l’immagine.
Spesso alle persone cui vogliamo bene diciamo “sei mio”.

Così anche nell’affezione ad


una persona, stare troppo at-
taccato non mi permette di
comprendere fino in fondo
il mio amico: dopo un po’ di
tempo sorgeranno i primi li-
tigi causati dal fatto che egli
non è come io vorrei. Se non
guardo lo scopo per cui è fatto,
prevale la mia istintiva reazione e
il rapporto o diventa soffocante,
o si deteriora.

134
UN
ITÀ
AMICIZIA E AMORE
5
Spesso alle persone cui si vuole bene si dice: “sei mio”.
E purtroppo non è per modo di dire, vogliamo che le persone cui voglia-
mo bene siano nostre, dipendano da noi, come noi dipendiamo da loro.
IL PUNT
Per voler bene veramente
Il fiore da contemplare occorre vincere la tentazio-
ne di possedere il nostro
Nello scrigno troverai due brani che citano il romanzo di Milostz “Miguel amico. Occorre non pre-
Manara”. L’esempio più interessante del discorso tra Miguel (il donnaiolo tendere che l’amico riem-
abituato a usare e gettare le ragazze innamorate di lui) e Girolama (una ra- pia il “vuoto” che c’è nel
gazza semplice e saggia) riguarda i fiori: Girolama dice di amare i fiori, e pro- cuore.
prio per questo non li coglie: Per questo occorre essere
“si può benissimo amare, in questo mondo nel quale viviamo, senza aver su- già “pieni”.
Ci vuole qualcosa che ri-
bito voglia di mettere il proprio caro amore in una prigione di vetro, oppure
empia la nostra vita.
(come fanno con gli uccelli) in una gabbia in cui l’acqua non ha più il gusto
dell’acqua e i semi non hanno più il gusto dei semi.”

Per voler bene invece occorre adorare la libertà dell’altro, perché possa
realizzare se stesso. Perché questo accada è necessario un distacco, che
renda possibile conoscerlo e ammirarlo.

IL FULCRO
135
4. VOGLIO IL TUO BENE Un a l t r
o
f at t o r
C’è qualcuno capace di amare in modo vero, che ci voglia bene vera-
mente, che cioè voglia il nostro bene? Osserva che cosa è successo più
e
o meno 2000 anni fa in una cittadina chiamata Sicar. Leggi il vangelo di
Giovanni qui di seguito.
Gv 4, 5-21.24-30.39-40
La donna al pozzo
5
Giunse così a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio:
6
qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno.
7
Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». 8I suoi discepoli erano andati in
città a fare provvista di cibi. 9Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me,
che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. 10Gesù le risponde: «Se tu
conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato ac-
qua viva». 11Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’ac-
qua viva? 12Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo
bestiame?». 13Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; 14ma chi berrà dell’acqua che io
gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla
per la vita eterna». 15«Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a
venire qui ad attingere acqua». 16Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». 17Gli risponde la donna: «Io non
ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. 18Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora
non è tuo marito; in questo hai detto il vero». 19Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! 20I nostri
padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». 21Gesù le
dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre.
24
Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». 25Gli rispose la donna: «So che deve venire
il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». 26Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».
27
In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che
cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». 28La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: 29«Veni-
te a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». 30Uscirono dalla città e andavano da lui.
39
Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che
ho fatto». 40E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni.

Probabilmente era molto bella quella donna di Samaria: parecchi uomini ni


erano stati conquistati dal suo fascino e l’avevano presa in moglie. Ma
doveva avere anche un temperamento non facile, visto che da quegli li
uomini veniva poi ripudiata. Sicuramente aveva una vita complicata ed
uno spirito inquieto. Che fosse un tipo scaltrito e animoso, emerge
ge
anche dal dialogo serrato che avrà con Gesù. La donna viveva a
136
Sicar. In una piccola cittadina, dove tutti si conoscono, è facile
le
immaginare che la considerassero male, la schernissero. Per questoto
UN
ITÀ
AMICIZIA E AMORE
5
andava ad attingere l’acqua in orari inusuali, così era certa di non incon-
trare nessuno, di non incrociare gli sguardi ostili della sua gente . La vita
per lei non andava bene: nell’ambito più importante, quello affettivo,
aveva fallito. Il vangelo ci racconta il suo incontro con Gesù, al pozzo di
IL PUNT
Giacobbe. Per lei era uno straniero, un Giudeo, uno con cui non bisognava
Gesù si pone di fronte alla
avere a che fare. Gesù invece prende l’iniziativa e, imprevedibilmente, nostra vita come Colui che
le parla. Perché si rivolge a lei? Perché conosce il suo dolore. E infatti la riempie. Dà l’acqua viva.
le parla di un’acqua che disseta per la vita eterna (nel brano abbiamo E ama veramente.
messo in blu la parola acqua detta da Gesù, l’acqua viva è la promessa
di felicità che Egli le sta facendo) ma lei non capisce, pensa che Lui si
riferisca all’acqua che si beve e tra i due inizia un animato dialogo. Ma
Gesù sa leggere oltre le apparenze e arrivare amorevolmente al cuore,
nell’intimità profonda delle persone. Le chiede di andare a chiamare il
marito. Ma come può quel forestiero sapere di lei? Quello è il segreto
della sua ferita, è dove la sua vita ha fallito. Subito si difende, mente
dicendo di non essere sposata. Ma, nella risposta, Gesù mostra di cono-
scere tutta la sua storia tormentata, sa dei suoi cinque mariti e dell’uomo
con cui sta ora. Immaginatevi come quella donna si sia sentita trapassare
dallo sguardo di quell’uomo che la conosce, la comprende fino in fondo.
Per la prima volta non si sente giudicata, disprezzata, condannata ma
abbracciata... Amata! Era quello che cercava : qualcuno che la amasse
totalmente fino ad accogliere il suo cuore inquieto. Finalmente capisce
cos’è quell’acqua viva che le aveva promesso. Ha incontrato Uno che
l’ha guardata fino in fondo al cuore , che ha letto il suo dolore e la sua
incapacità di amare. Per tutta la vita lo ha desiderato . Per tutta la vita
ha cercato qualcuno che la amasse veramente, che la accettasse così
come è, e ora finalmente è accaduto! Allora c’è una possibilità nuova,
non è tutto finito come pensava , tutto può cambiare, lei può cambiare!
Un uomo così non può essere che il Messia tanto atteso, lui stesso lo ha
confermato! E corre in paese a dirlo abbandonando al pozzo la brocca
d’acqua. Lei che si è sempre sottratta agli sguardi della gente, che voleva
solo non essere vista , va a chiamare tutti e racconta di quell’incontro. Marko Rupnik, La samaritana
Li invita a conoscerlo, perchè è il Messia. È un’altra: sorride, proprio lei al pozzo. Como, cappella padre
Dehon.
che la ferita aveva indurito, tratta con benevolenza e questo convince gli
uomini del paese: è cambiata! E così anche quegli uomini incontreranno e
accoglieranno Gesù. In tutte le pagine del vangelo si troveranno sempre,
in ogni parola e gesto di Gesù , questa Sua passione per la felicità di chi
incontra. Questo è l’amore proposto da Cristo: ti voglio bene perché
IL FULCRO
voglio il tuo bene. È una commozione per il singolo uomo che possiamo 137
scoprire in Lui, un desiderio di salvarlo dal male che rovina la vita, tanto
da essere disposto a morire in croce per perdonarlo.
Un e s e
LA CARITÀ NELL’ESPERIENZA CRISTIANA: mp io
MADRE TERESA DI CALCUTTA
at t u a l
Io sono come una piccola matita
e
nelle Sue mani, nient’altro
La vera storia di madre Teresa ebbe inizio in un agiato convento di clausura,
del quale dirigeva il settore bengalese. Appena al di là dei tappeti erbosi
ben curati del collegio, brulicava la vita di un ghetto che rifletteva il soffo-
cante orrore di una città molte volte descritta come un conglomerato dei
più estesi bassifondi del mondo. Madre Teresa chiese e ottenne da Roma
una speciale dispensa per lasciare il sicuro rifugio del convento e andare a
lavorare tra i più poveri degli indigenti di Calcutta. Uscì dal convento sola,
con poco più della veste che indossava, cinque rupie e la sua fede straordi-
naria. Appena due anni dopo ebbe da Roma il permesso di fondare la sua
nuova congregazione: tale fu l’origine delle Missionarie della Carità. Così
avvenne che da un angolo dei bassifondi di una grande città, in una torrida
giornata d’agosto come tante altre, destinata a ri-
manere tuttavia scolpita per sempre nel cuore di
una metropoli indifferente, si irradiasse, ovun-
que sulla terra l’umanità sia caduta al suo livello
più basso, la luce di una monaca solitaria, debo-
le e tutt’altro che invulnerabile. “In occidente”,
dice madre Teresa, “uno dei problemi maggiori è
la solitudine. La gente muore sola”: Nel Vietnam
i suoi fratelli hanno contribuito a sanare le ferite
della guerra, in Giordania le sue suore assisto-
no i rifugiati sperduti. A Roma il Santo Padre le
ha personalmente chiesto di aprire una casa per
i baraccati. Le sue suore, sia di pelle scura, sia
di pelle bianca, lavorano insieme nei ghetti di
Haarlem. La conoscono bene i poveri indigeni
dell’Australia. Tutte le creature più misere della
terra sono “la gente” di madre Teresa, sono “la
nostra gente”, come lei dice affettuosamente.
Desmond Doig Madre Teresa, la sua gente, il suo lavoro

Dal suo diario nei primi giorni della sua mis-


sione emergono le difficoltà ma anche
138
la certezza che tutto accade per opera
di Qualcuno a cui chiedere coraggio.
UN
ITÀ
AMICIZIA E AMORE
5

Desidero stare qui


“Venerdì parlato con X: ha detto di essere venuto a scuola a stomaco vuoto.
A casa non hanno da mangiare. Gli ho dato i miei soldi del tram, perché IL PUNT
possa comprare un po’ di cibo; la sera sono tornata a casa a piedi. Oggi ho Un solo comando ha dato
imparato una buona lezione. I poveri devono trovare molto dura da sop- Gesù: “Amatevi come io vi
portare la povertà. Andando intorno a cercare una casa per un centro, ho ho amato”.
camminato e camminato fino a che le gambe e anche le braccia mi doleva- Se vogliamo capire l’amo-
no. Ho pensato quanta sofferenza devono provare nel corpo e nell’anima re vero dobbiamo guarda-
andando in cerca di un tetto, del cibo, della salute. Poi ho avuto la tentazio- re a chi ama così.
Madre Teresa afferma an-
ne delle comodità che si trovano nel convento di Loreto. Ma per mia libera
cora oggi che è possibile.
scelta, mio Dio, e per amore verso di Te, io desidero stare dove mi trovo
e fare tutto quello che la tua santa volontà esige da me. Dammi coraggio,
adesso, in questo momento”.

Amore pregando
Guardandolo con i suoi occhi limpidi e pene-
tranti gli chiese: “Quante ore preghi al
giorno?”. Il ragazzo rimase sorpreso
preso
da una simile domanda e provò vò a
difendersi dicendo: “Madre, da
lei mi aspettavo un richiamoo
alla carità, un invito ad ama--
re di più i poveri. Perché mi
chiede quante ore prego?”.
Madre Teresa gli prese le
mani e le strinse tra le sue
quasi per trasmettergli ciò
che aveva nel cuore. Poi
gli confidò : “Figlio
mio, senza Dio siamo
troppo poveri per
poter aiutare i pove-
ri! Ricordati: io sono
soltanto una povera
donna che prega; pre-
gando, Dio mi mette il
suo Amore nel cuore e IL FULCRO
così posso amare i po- 139
veri. Pregando!”
Un’opera che Dio compie
“Non pensavo che il nostro lavoro sarebbe cresciuto così in fretta, che si sa-
rebbe tanto ingrandito. Non ho mai dubitato che sarebbe durato, ma non
immaginavo che sarebbe avvenuto questo. Dubbi non ne ho mai avuti sono
stata sempre convinta che, se Dio benedice un lavoro, esso prospererà. Par-
lando da un punto di vista umano, è un’opera impossibile, da non prende-
re neanche in considerazione. perché nessuna di noi ha un’esperienza utile.
Nessuna di noi ha quelle cose che il mondo cerca. Ecco il miracolo di tutte
queste piccole suore,che vanno in giro per il mondo. Dio si serve di loro, non
sono che piccoli strumenti nelle mani di Lui. Ma hanno fede. Fintanto che
abbiamo questa fede, tutto andrà benissimo, il lavoro prospererà. Ma se si
comincia a dire: “ Sono io che opero, questo è il mio lavoro”, allora entra
l’egoismo. Tutto sarà inutile. La congregazione e il lavoro moriranno.Ecco Papa Giovanni Paolo II e Madre Teresa.
perché partiamo da questo to convincimento; ecco perché abbiamo bisogno
dell’Eucarestia, abbiamo bisogno di Gesù: per rendere più
profonda la nostra fede. Se possiamo vedere Gesù sotto
l’apparenza del pane, possiamo
siamo vederlo anche nel cor-
po ferito dei poveri. Ecco co perché abbiamo
bisogno di questa unionee con Cristo,
ecco perché ci occorre questa
esta pro-
fonda fede in Cristo. È molto
bello. Quando rendiamo più
profondo il contatto con n
Cristo e lo accettiamo in
pieno, possiamo toccare
i corpi feriti. Mettiamo
subito in pratica la fede.
Si ha bisogno dei poveri
per toccare Lui. Ci si nu-
tre dell’Eucarestia e poi
si vuole usare l’energia
ricevuta e manifestarla.
Ecco perché le suore non n
camminano ma corrono. o.
Siamo una “congregazione ne in
corsa.”

140
UN
ITÀ
AMICIZIA E AMORE
5

Che cosa è l’amore


“Oggi la gente ha fame d’amore, ha fame di comprendere l’amore più gran-
de, che è l’unica risposta ala solitudine e all’estrema miseria. Ecco perché
possiamo andare in paesi come l’Inghilterra, l’America, l’Australia dove nes-
suno ha fame di pane. Ma laggiù la gente soffre in maniera terribile per la
solitudine, la disperazione, l’odio, l’alienazione, l’impotenza, la mancanza
di prospettive. Non sanno più sorridere, hanno dimenticato la bellezza dei Canova, Amore e Psiche, 1788-1793.
rapporti umani. Stanno dimenticando cos’è l’amore umano. Hanno biso- Parigi, Louvre.
gno di qualcuno che li comprenda e che li rispetti.
L’amore può venire usato male per motivi di egoismo. Cosìì io amo te,
ma insieme voglio toglierti quanto più mi riesce, anche quello llo che non
tocca a me prendere. Allora non vi è più amore vero. L’amore re autentico
fa soffrire. Deve sempre far soffrire. Deve dare dolore amare re qualcuno,
dare dolore il lasciarlo, può darsi che si debba morire per quelli
elli che si ama-
no. Quando due si sposano, devono rinunciare a tutto per amarsi.
marsi. La madre
che dà alla luce un figlio soffre molto. È lo stesso per noi nella
lla vita religiosa:
per appartenere pienamente a Dio, dobbiamo rinunciare a tutto. utto. Solo allora
sappiamo veramente amare. Il termine “amore” è tanto incompresocompreso e mal-
trattato. Una volta una giovane coppia di sposi americani mi disse: “Lei sa
tante cose sull’amore; deve essere sposata”, e io risposi: “È vero,
ro, ma talvolta
mi riesce difficile sorridere a lui”.

I
n questa unità hai visto un’altra delle grandi esigenze del
cuore umano: quella di amare e di essere amati.
Anche i neonati, pur non essendone coscienti, hanno biso-
gno di essere amati per vivere. In ogni età della vita questa esi-
genza ci muove. Soprattutto nella tua età l’amicizia è in cima in qualche modo abbiamo qualcosa che gli inte-
alla scala dei valori. ressa. Quando gli interessi cambieranno, anche
Hai visto che tutte le più alte espressioni dell’uomo sono per la l’amicizia svanirà, e ne nasceranno altre.
maggior parte mosse dal bisogno di essere amati: innumerevoli - cercando qualcuno che mi voglia bene, che vo-
sono le canzoni, i quadri, le poesie, i film che esprimono questa glia cioè il mio bene. Mi domanderò allora chi sa
esigenza. qual è il mio vero bene. A questo livello entra in
Hai notato però una contraddizione, c’è nell’uomo una strana campo Gesù, che si propone — come alla donna
incapacità: più gli interessa l’amico, più gli piace stare con lui, Samaritana — come chi sa qual è la nostra felici-
più ha la tentazione di stringerlo e farlo diventare come lui vuo- tà e vuole aiutarci a compierla.
le. È come cogliere un fiore: l’hai in mano ma è strappato. La storia di Madre Teresa dice che chi accetta questa sfida sa
Come realizzare allora l’esigenza di essere amati? qual è il vero bene dell’altro e diventa capace di amare fino a
- pensando che l’amicizia si basi su un sentimento o su un in- dare lietamente la vita per gli altri. IL FULCRO
teresse: “mi piace essere tuo amico, passo i pomeriggi con te 141
perché altrimenti non saprei con chi uscire”. In questa pro-
spettiva deve bastarci che uno sia nostro amico solo perché
LO SCRIGNO

> testi “TESTIMONIANZE”

Per questo ragazzo delle superiori in modo straordinario e imprevisto, volergli bene che mi rende felice!
poter andare tutte le domeniche come ci dice nella sua lettera. La cosa più straordinaria e imprevi-
con altri suoi amici a dare la propria Ciao prof, sta è che sto cominciando ad amare
disponibilità gratuita in un centro da un po’ di tempo avevo in mente anche i miei genitori, i miei compa-
per malati (è un gesto che si chiama quella bellissima frase che ci ripeto- gni e i bambini di caritativa nello
caritativa), ha voluto dire cercare no sempre: “Amare l’altro per il suo stesso modo in cui voglio bene al ra-
quel modo semplice e vero di stare destino, per la sua felicità” e desi- gazzo di cui sono innamorata. Ovvia-
di fronte alle persone anche nelle deravo farla mia, desideravo c’en- mente con lui è più facile perché c’è
situazioni più quotidiane. trasse con la mia vita. Nonostante una corrispondenza, ma mi rendo
Attraverso il gesto della caritativa mi tutti i miei sforzi però quelle paro- conto sempre di più che l’amore non
sono trovato davanti a persone per le non prendevano mai un minimo ha limiti né di fine né di persona. Ha
cui il tuo modo di vestire, quanto sei di consistenza. Poi qualche mese fa come scopo l’infinito! Ora posso dire
simpatico, o quanto sei “figo” non ecco che mi innamoro. Allora vengo “Ti voglio bene” con più consapevo-
conta assolutamente niente. Di fron- da te, ti racconto quello che mi è lezza e la cosa fantastica è che que-
te a questi malati sei completamente successo e tu mi dici di aspettare: sto rimarrà per sempre”.
messo a nudo. Io ho visto i miei amici sarà Dio che con il tempo darà una
cambiati in quell’ora della domeni- forma a questo rapporto e, come
ca, ho visto la semplicità pura. Vorrei dici tu, se sono rose fioriranno! Io
avere e vorrei poter incontrare quel- all’inizio non capisco, ma decido di
la semplicità anche nella vita di tut- mettere in gioco tutto e mi fido.
ti i giorni. Mi sono accorto che è più In un primo momento faccio fatica
difficile essere così, senza maschere, perché ho già in mente come deve
a scuola e con gli amici, e che per es- essere quel rapporto. Infatti, fin-
sere semplice ho bisogno di qualcuno chè Gesù rimane sulle nuvole, è
che mi aiuti ad esserlo. solo un bel discorso, è facile seguir-
lo, ma quando entra nella tua vita,
attraverso la concretezza di alcune
Quando questa ragazza s’innamo- persone e pretende di essere lui il
ra si accorge che vuole voler bene criterio di giudizio su tutte le cose,
fino in fondo. Nella concretezza anche sui tuoi interessi, allora co-
dell’esperienza finalmente fa sue le mincia a darti fastidio.
parole che aveva sentito perché Paradossalmente però, attraverso
completamente corrispon- questo sacrificio, sto crescendo e
142 denti al suo vero desiderio di sono felice! Sto cominciando a vo-
amore. Questo volere il bene ler bene a quel ragazzo in modo del
dell’altro fa amare tutto e tutti tutto nuovo e gratuito: è il semplice
UN
ITÀ
AMICIZIA E AMORE
5

“LA CARITÀ GENERA L’AMICIZIA” San Bernardo


> testi “IL MIRACOLO DELL’UNITÀ” San Gregorio
Nazianzeno “Discorsi”

Questa bellissima frase di San Bernardo rende evidente il lega-


me tra carità e amicizia così come si è cercato di spiegare e docu-
mentare nell’unità.

La Carità genera l’amicizia, ne è come la madre. È dono di Dio,


viene da Lui, perché noi siamo carnali, Egli fa sì che il nostro de-
siderio e il nostro amore comincino dalla carne. Nel nostro cuore
Dio inscrive verso i nostri amici un amore che essi non possono
leggere, ma che noi possiamo manifestare loro. Ne risulta un’af-
fezione, un attaccamento profondo, inesprimibile, che è dell’or-
dine dell’esperienza e che fissa all’amicizia diritti e doveri.
San Bernardo

Filippino Lippi, Apparizione della Vergine


a San Bernardo, 1486. Firenze, Chiesa di Badia.

Il rapporto tra questi due santi aiuta a comprendere che ci può essere un modo di essere amici che esalta le qua-
lità dell’altro, e si fa a gara non per essere i primi, ma perché l’altro sia primo.

Eravamo ad Atene, partiti dalla stessa patria, divisi, come il corso di un fiume, in diverse regioni per brama d’im-
parare, e di nuovo insieme, come per un accordo, ma in realtà per disposizione divina. Allora non solo io mi sentivo
preso da venerazione verso il mio grande Basilio per la serietà dei suoi costumi e per la maturità e saggezza dei
suoi discorsi, ma inducevo a fare altrettanto anche altri che ancora non lo conoscevano. Molti però già lo stima-
vano grandemente, avendolo ben conosciuto e ascoltato in precedenza. Che cosa ne seguiva? Che quasi lui solo,
fra tutti coloro che per studio arrivavano ad Atene, era considerato fuori dell’ordine comune, avendo raggiunto
una stima che lo metteva ben al di sopra dei semplici discepoli. Questo l’inizio della nostra amicizia; di qui l’in-
centivo al nostro stretto rapporto; così ci sentimmo presi da mutuo affetto. Quando, con il passare del tempo, ci
manifestammo vicendevolmente le nostre intenzioni e capimmo che l’amore della sapienza era ciò che ambedue
cercavamo, allora diventammo tutti e due l’uno per l’altro: compagni, commensali, fratelli. Aspiravamo a un
medesimo bene e coltivavamo ogni giorno più fervidamente e intimamente il nostro comune ideale. Ci guidava la
stessa ansia di sapere, cosa fra tutte eccitatrice d’invidia; eppure fra noi nessuna invidia, si apprezzava inve-
ce l’emulazione. Questa era la nostra gara: non chi fosse il primo, ma chi permettesse all’altro di esserlo.
Sembrava che avessimo un’unica anima in due corpi. Se non si deve assolutamente prestar fede a coloro 143
che affermano che tutto è in tutti, a noi si deve credere senza esitazione, perché realmente l’uno era
nell’altro e con l’altro.
LO SCRIGNO

> testi “PER L’ETERNITÀ”


OSCAR MILOSZ, Miguel Mañara, Quadro secondo

Il romanzo di cui riportiamo qui Don Miguel Voi amate i fiori Girolama? E non ne vedo mai tra i vostri capel-
due brani, Miguel Manara, narra di li, né sulla vostra persona.
un uomo che all’inizio vive come Girolama È perché amo i fiori che non mi piacciono le fanciulle che ne
un libertino, ingannando le donne fanno ornamento, come di seta, di pizzo o di piume variopinte. Non metto
che seduce e poi abbandona. In un mai dei fiori nei miei capelli. I fiori sono dei begli esseri viventi che bisogna
momento di verità, però, si accor- lasciar viver e respirare l’aria del sole e della luna. Non colgo mai i fiori. Si
ge di essere annoiato da quella vita può benissimo amare, in questo mondo in cui siamo, senza aver subito vo-
che non gli dà più gusto. Proprio in
glia di uccidere il proprio caro amore, o di imprigionarlo tra i vetri, oppure
quel frangente gli viene consigliato
(come si fa con gli uccelli) in una gabbia in cui l’acqua non ha più sapore
di andare a conoscere Girolama,
d’acqua e i semi d’estate non hanno più sapore di semi.
una bella ragazza che abita col pa-
dre a Siviglia. Miguel se ne inna-
mora, stavolta veramente, e inizia a
frequentarla.
Il primo brano fa parte di un dialo-
go tra Miguel e Girolama in cui lei
apre la sua mente a comprendere,
attraverso l’esempio dei fiori, cosa
significa veramente voler bene.

144
UN
ITÀ
AMICIZIA E AMORE
5

Questo secondo brano invece ci Don Miguel Ma se veramente siete la mia dolce sorella, Girolama, se vera-
presenta Miguel che ha deciso di mente siete la mia dolce sorella, proprio la mia..., no, non posso dirlo, la
chiedere a Girolama se lo vuol spo- mia voce non è più la mia voce, il mio cuore non è più il mio cuore, la mia
sare. vita non è più la mia vita... Girolama, datemi, la vostra debole mano, la
Nota nel dialogo la diversità di vostra carissima mano d’amica, di sorella, di sposa santa!
orizzonte: per Miguel il matrimo- Girolama state parlando a una bambina o a una donna? State attento, il
nio, che comunque per uno come cielo vi ascolta, don Miguel.
lui è un passo eccezionale, ha una
Don Miguel Io parlo a una donna sotto il limpido cielo della mia gioia, sot-
dimensione umana, per Girolama
to il cielo sospeso al di sopra dei nostri capi come una volta profumata.
divina.
Io parlo a voi, Girolama! Grandissima, così veramente grande che mi fate
paura. Che ho fatto della mia vita, che ho fatto del mio cuore? Perché non
ho appreso prima di avere l’anima buona! Mi perdonerete?
Girolama Bisogna pure che vi perdoni. Rialzatevi.
Don Miguel E la vostra mano?
Girolama Bisogna pure che ve la dia.
Don Miguel E il vostro cuore, lo rifiutate alla mia gioia? Ditemi, il vostro
cuore?
Girolama Il mio cuore non è più mio
Don Miguel E il vostro grande pudore, e la vostra santità, me li affidate voi
per il Tempo, per la Vita?
Girolama Per l’Eternità
Don Miguel E mi amate? E mi amate di pio amore davanti agli uomini, da-
vanti agli uomini?
Girolama Davanti a Dio.

145
LO SCRIGNO

“CHE COSA VUOL DIRE


> testi ADDOMESTICARE?”
Antoine de Saint-Exupery, Il piccolo principe, Bompiani

In questa bellissima pagina de “Il è monotona. Io do la caccia alle gal- mesticata. Il grano, che è dorato, mi
piccolo principe”, la volpe spiega che line, e gli uomini danno la caccia a farà pensare a te. E amerò il rumo-
cercare amici significa creare legami me. Tutte le galline si assomigliano, re del vento nel grano..” La volpe
saldi e significativi che illuminano e tutti gli uomini si assomigliano. tacque e guardò a lungo il piccolo
tutta la vita e permettono di conosce- E io mi annoio perciò. Ma se tu mi principe: “Per favore.. addomesti-
re ciò che si incontra. Creano attesa, addomestichi, la mia vita sarà come cami”, disse. “Volentieri”, rispose il
desiderio di bene. Ma che cosa è ne- illuminata. Conoscerò un rumore di piccolo principe, “ma non ho molto
cessario innanzitutto per conoscere? passi che sarà diverso da tutti gli tempo, però. Ho da scoprire degli
Il cuore: l’essenziale, cioè l’essenza altri. Gli altri passi mi faranno na- amici, e da conoscere molte cose.”
della vita, si conosce solo con il cuore. scondere sotto terra. Il tuo, mi farà “Non si conoscono che le cose che
uscire dalla tana, come una musica. si addomesticano”, disse la volpe.
E poi, guarda! Vedi, laggiù, in fondo, “Gli uomini non hanno più tempo
“Buon giorno”, disse la volpe. “Buon dei campi di grano? Io non mangio il per conoscere nulla. Comprano dai
giorno”, rispose gentilmente il prin- pane, e il grano, per me, è inutile. mercanti le cose già fatte. Ma sicco-
cipe. “Chi sei?”. “Sono una volpe. I campi di grano non mi ricordano me non esistono mercanti di amici,
“Vieni a giocare con me”, le propo- nulla. E questo è triste! Ma tu hai gli uomini non hanno più amici. Se
se il piccolo principe, “sono così tri- dei capelli color dell’oro. Allora sarà tu vuoi un amico, addomesticami!”
ste..” “Non posso giocare con te”, meraviglioso quando mi avrai addo- “Che bisogna fare?”, domandò il pic-
disse la volpe, “non sono addome-
sticata.”... Che cosa vuol dire ‘ad-
domesticarè?” “È una cosa da mol-
to dimenticata. vuol dire ‘creare
dei legami’..” “Creare dei legami?”
“Certo”, disse la volpe. “Tu, fino ad
ora, per me, non sei che un ragazzi-
no uguale a centomila ragazzini. E
non ho bisogno di te. E neppure tu
hai bisogno di me. Io non sono per
te che una volpe uguale a centomi-
la volpi. Ma se tu mi addomestichi,
noi avremo bisogno l’uno dell’al-
tro.. “Comincio a capire”, disse
il piccolo principe. “C’è un
146 fiore.. credo che mi abbia
addomesticato..” “possibi-
le”, disse la volpe. “La mia vita
UN
ITÀ
AMICIZIA E AMORE
5

colo principe. “Bisogna essere molto za fu vicina: “Ah!”, disse la volpe, te simili alla mia rosa, voi non siete
pazienti”, rispose la volpe. “In prin- “piangerò..” “La colpa è tua”, disse ancora niente”, disse. “Nessuno vi
cipio tu ti siederai un po’ lontano da il piccolo principe, “io non ti volevo ha addomesticato, e voi non avete
me, così, nell’erba. Io ti guarderò far del male, ma tu hai voluto che addomesticato nessuno. Voi siete
con la coda dell’occhio e tu non di- ti addomesticassi..” “È vero”, dis- come era la mia volpe. Non era che
rai nulla... Ma ogni giorno tu potrai se la volpe. “Ma piangerai!”, disse una volpe uguale a centomila altre.
sederti un po’ più vicino..” Il piccolo il piccolo principe. “È certo”, disse Ma ne ho fatto il mio amico, ed ora
principe ritornò l’indomani. “Sareb- la volpe. “Ma allora che ci guada- è per me unica al mondo.” E le rose
be stato meglio ritornare alla stessa gni?” “Ci guadagno”, disse la volpe, erano a disagio. “Voi siete belle, ma
ora”, disse la volpe. “Se tu vieni, “il colore del grano.” Poi soggiunse: siete vuote”, disse ancora. “Non si
per esempio, tutti i pomeriggi alle “Và a rivedere le rose. Capirai che può morire per voi. Certamente, un
quattro, dalle tre io comincerò ad la tua è unica al mondo. Quando ri- qualsiasi passante crederebbe che
essere felice. Col passare dell’ora tornerai a dirmi addio, ti regalerò la mia rosa vi rassomigli, ma lei,
aumenterà la mia felicità. Quando un segreto.” lei sola, è più importante di tutte
saranno le quattro, incomincerò ad Il piccolo principe se ne andò a rive- voi, perché è lei che io ho innaffia-
agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò dere le rose. “Voi non siete per nien- ta. Perché è lei che ho riparata col
il prezzo della felicità! Ma se tu vie- paravento. Perché su di lei ho uccisi
ni non si sa quando, io non saprò mai i bruchi. Perché è lei che ho ascol-
a che ora prepararmi il cuore.. Così tato lamentarsi o vantarsi, o anche
il piccolo principe addomesticò la qualche volta tacere. Perché è la
volpe. E quando l’ora della parten- mia rosa.”
E ritornò dalla volpe. “Addio”, dis-
se. “Addio”, disse la volpe. “Ecco
il mio segreto. È molto semplice:
non si vede bene che col cuore.
L’essenziale è invisibile agli occhi.”
“L’essenziale è invisibile agli oc-
chi”, ripetè il piccolo principe per
ricordarselo. “È il tempo che tu hai
perduto per la tua rosa che ha fatto
la tua rosa così importante.” “Gli
uomini hanno dimenticato questa
verità. Ma tu non la devi dimentica-
re. Tu diventi responsabile per sem-
pre di quello che hai addomesti-
cato. Tu sei responsabile della
tua rosa..” “Io sono respon-
sabile della mia rosa..”, ri- 147
petè il piccolo principe per
ricordarselo.
LO SCRIGNO

> testi “...PERCHÉ DOPO SONO FELICE”


D’avenia, op. cit.

Il protagonista del romanzo cita- “Tu sei felice, Beatrice?” uscito. Sua madre mi bacia la fronte
to, capisce che il grande affetto che Rimane a fissare nel vuoto e dopo e io, che non so cosa fare, l’abbrac-
prova per una ragazza è vero perché una pausa dice: “Sì, lo sono.” cio. Dal modo in cui lei mi ringrazia
gli fa inventare “cose giuste”, cioè gli Quando alzo gli occhi dal diario lei capisco di aver fatto la cosa giusta.
fa vivere con più intensità la realtà, è scivolata nel sonno. Le faccio una Da quando provo a vivere anche per
è più felice. carezza e mi sembra di accarezza- Beatrice invento un sacco di cose
re la sua debolezza. Non mi sente. giuste. Anche questo è amore, credo,
Dorme. Rimango a guardarla per perché dopo sono felice: il segreto
Vado a trovare Beatrice, sta scriven- mezz’ora senza dire nulla. Guardan- della felicità è un cuore innamora-
do sul suo diario... do lei vedo oltre, avverto qualcosa to. Oggi porto Terminator a pisciare;
Leggo il paragrafo che sta scrivendo: che mi impaurisce, perché non rie- dovessi farlo anche per tutta la vita.
“Caro Dio...”. Come “Caro Dio”?! Sì: sco a dargli un nome. Rileggo quello Beatrice non lo può fare, io sì. Anche
“Caro Dio...”. Beatrice scrive delle che abbiamo scritto.(...) questo è vita. Se Beatrice gli scrive,
lettere a Dio. Tutto il suo diario è Poi è entrata sua madre e io sono sicuramente Dio esiste.
composto di brevi lettere a Dio, nel-
le quali lei racconta le sue giornate Dante Gabriel Rossetti, Lady Lilith, 1863. Delaware Art Museum.

e gli confida paure, gioie, tristezze,


speranze. Rileggo ad alta voce l’ul-
tima parte della lettera di quel gior-
no, perché lei me lo chiede, in modo
da poter riprendere da dove aveva
interrotto.
“... Oggi sono proprio stanca. Fac-
cio molta fatica a scriverti. Eppure
avrei così tante cose da dire, ma mi
consola il fatto che le sai già tutte.
Nonostante questo mi piace parlar-
tene, mi aiuta a capirle meglio. Mi
chiedo se in cielo potrò avere nuo-
vamente i miei capelli rossi... se tu
me li hai fatti rossi è perché ti pia-
cevano così, pieni di vita. Allora
forse li riavrò indietro.”
148 Mentre leggo la voce sta per
spezzarsi, ma riesco a trat-
tenermi. (...)
UN
ITÀ
AMICIZIA E AMORE
5

> testi “INNAMORAMENTO”


Testimonianza di Erika-con-la-kappa

In questo brano del romanzo già sacco. Erika-con-la-kappa dice di messo in crisi pure questa convinzio-
citato invece Leo, il protagonista, aver scoperto che in fondo lo studio ne intoccabile di essere innamorati.
vive un’amicizia che lo costringe non è importante. Ora che ha l’amo- “A te non piace essere guardata?”
a riflettere: è un’amicizia vera. Al re, tutto il resto lo ha ridimensio- Silvia ha un attimo di esitazione:
contrario di quella del suo amico nato. Perché non c’è niente come “Sì... moltissimo... ma non voglio
Luca, che non fa riflettere Erika sul- l’amore per farti stare bene. Ha costringere nessuno a guardarmi,
le sue capacità e su chi è veramente. ragione Erika-con-la-kappa, sono e una donna sa come costringerti.
d’accordo con lei. Dico a Silvia che Altre invece preferiscono aspettare
Silvia è venuta a trovarmi (in ospe- la felicità è avere il cuore innamo- una persona che sia lì solo per loro
dale)..... rato. Silvia mi dà ragione, però dice e abbia voglia di scoprirle poco a
Parliamo della scuola. Erika-con-la- che è strano che uno cambi persona- poco, come si fà con un sogno...”
kappa si è messa con Luca. Sembra- lità quando s’innamora. Se Erika ha Questa è un’altra cosa su cui devo
no una coppia inseparabile. La cosa sempre studiato, perché deve smet- riflettere.
strana è che Erika-con-la-kappa, che tere ora che è innamorata? Sembra I sogni sono come le stelle: le vedi
di solito va bene, si è fatta trovare essere diventata una qualunque brillare tutte quando le luci artifi-
già due volte impreparata. Il giorno Erica-senza-la-kappa: è come se non ciali si spengono, eppure stavano lì
prima era con Luca. Luca non ha mai fosse se stessa. anche prima. Eri tu a non vederle,
studiato molto e porta Erika-con-la- Perché Silvia ha sempre delle sotti- per il troppo chiasso delle altre luci.
kappa in giro tutto il pomeriggio. gliezze da tirare fuori su argomenti Silvia mi costringe a riflettere. Lo fa
Cazzeggiano e si sbaciucchiano un che a me sembrano così chiari? Mi ha apposta.

149
LO SCRIGNO

> musica “HAI UN AMICO IN ME”


RICCARDO COCCIANTE

In questa canzone si pone l’accento Hai un amico in me, vero amico in me!
sul bene dell’amico. Egli non vale Un grande amico in me! Più di un amico in me!
più di altri ma vuole il tuo bene, è Se la strada non è dritta e ci sono
tuo fratello, cammina insieme a te duemila pericoli E anche se in giro c’è qualcun altro
verso il Destino. Ti basti solo ricordare che, che vale più di me,
Che c’è un grande amico in me! Certo, sicuro mai nessuno ti vorrà
Di più di un amico in me! mai bene quanto me, sai!

Hai un amico in me Con gli anni capirai


Più di un amico in me! che siamo fratelli ormai,
I tuoi problemi sono anche i miei Perché il destino ha deciso che
E non c’è nulla che io non farei C’è un vero amico in me!
per te! Più di un amico in me!
Se siamo uniti scoprirai che c’è un Un vero amico in me.

150
UN
ITÀ
AMICIZIA E AMORE
5

> musica “BALLATA DELL’AMORE VERO”


CLAUDIO CHIEFFO

Il desiderio di amare completamen- Io vorrei volerti bene come ti ama con la stessa tenerezza, con la
te è come tensione nell’uomo inna- Dio stessa fede
morato che, se è vero fino in fondo con la stessa passione, con la stessa con la stessa libertà che non ho io.
con se stesso, si accorge di non esse- forza Mentre l’amore mio
re capace di realizzarlo. Ha bisogno con la stessa fedeltà che non ho io. è fragile come un fiore
di guardare come fa Dio. Mentre l’amore mio ha sete della pioggia
è piccolo come un bambino muore se non c’è il sole.
solo senza la madre Io ti voglio bene e ne ringrazio Dio
sperduto in un giardino. che mi dà la tenerezza, che mi dà
Io vorrei volerti bene come ti ama la forza
Dio che mi dà la libertà che non ho io.

151
LO SCRIGNO

> arte “NOLI ME TANGERE”


GIOTTO

Quest’affresco, che narra dell’incon-


tro tra Maria Maddalena e il Risorto
fa parte di quella stupenda narrazio-
ne visiva del Vangelo che è la Cappel-
la degli Scrovegni a Padova.

Il dorsale della roccia alle spalle sembra


una freccia che conduce il nostro occhio a
quel gioco di mani tra i due; quelle stese
di Maria di Magdala e la mano di Cristo
come ad arrestare l’impeto della donna
“Noli me tangere”, Non mi trattenere. Tu ri-
mani qua, a vivere nel tempo, io sto andando
nella dimora del Padre, da dove tutti veniamo e a
cui tutti sono destinati, nel luogo della felicità piena ed
eterna. Già il piede si sta avviando “oltre” ed il braccio
che regge il vessillo è ormai sottratto al nostro sguardo.

Maria di Magdala nel momento in cui ha ottenuto ciò che


cercava, il suo Signore, è costretta a superare il suo de-
siderio di afferrare il Maestro e viene spinta “oltre”, por-
tata ad abbracciarlo, ad averlo in un modo diverso. Negli
sguardi e nei due movimenti, il protendersi di Maria di
Magdala e il braccio teso del Cristo, possiamo
leggere tutta la carica affettiva che passa
tra il Signore risorto e la donna. Maria di
Magdala indossa i panni della sposa che
ritrova finalmente l’amato. Un manto
rosso la riveste interamente, segno
dell’amore di carità di Dio.

152
UN
ITÀ
AMICIZIA E AMORE
5

La scena evangelica è rappre-


sentata nell’attimo in cui Maria,
chiamata per nome, riconosce il
Maestro e lo vorrebbe trattene-
re. Il Risorto regge in mano un
vessillo bianco crociato su cui
compare la scritta VIC-TOR MOR-
TIS Vincitore della morte.
Guarda la profonda intensità dei loro
sguardi. L’espressione di Maria vibra dello
stupore di quel riconoscimento.

È l’immagine della letizia: “ Ci sono le due mani della


Maddalena lanciate così e la mano di Cristo che segna
il confine. È una soglia: la soglia è il termine di un cam-
mino e l’inizio di un’altra modalità
di cammino....La letizia è il
presentimento della felici-
tà, è la profezia. Perché
da una parte la letizia
è il termine di un buon
cammino...dall’altra
parte la letizia è la pro-
fezia della dimora, del-
la casa dove non solo la
vita sarà diversa ma dove
la vita si imporrà in tutto il
suo splendore”. (L. Giussani)

153
Giotto, Noli me tangere, Padova, Cappella
degli Scrovegni
LENTE D’INGRANDIMENTO

petuoso, della sua istintività, della sua im- mi ami tu?”. E Pietro rispose: “Sì, Signore,
pulsività... quel tradimento gli aveva fatto io ti amo”. Come faceva a dir così? Come
emergere con chiarezza tutto il resto dei faceva a dir così Simone, dopo tutto quel
DIO È AMORE suoi errori e quanto lui non valesse niente, che aveva fatto? Di fatto poi, nessun rim-
quanto fosse debole, debole da far com- provero. Ma ancora è risuonata la stessa
IL SÌ DI PIETRO passione. e... ad un certo punto in quella domanda: “Simone, mi ami tu?”. Non in-
mattinata, il Signore gli parla, si rivolge certo, ma timoroso e tremante, rispose an-
Il capitolo XXI del vangelo di San Gio-
proprio a lui! cora: “Sì, io ti amo”. Ma la terza volta, Pie-
vanni documenta in modo affascinante
“Simone [chissà che brivido si sarà sentito, tro dovette chiedere la conferma di Gesù
la concezione che Gesù ha dell’uomo.
mentre quella parola si scandiva dentro il stesso: “Sì, Signore, tu lo sai, io ti amo. Io
Erano arrivati, dunque, quell’alba, da una
suo orecchio toccandogli il cuore], Simo- non lo so, non so come, non so come dirlo
nottata brutta fatta sul lago: non aveva-
ne... [e lui avrà accennato a voltare verso e non so come sia, ma, nonostante tutto
no pescato nulla. A qualche centinaio di
Gesù la sua faccia], mi ami tu?”. Ma chi si quel che ho fatto, io ti amo”.
metri dalla riva, vedono sulla spiaggia una
attendeva questa parola? Chi s’attendeva I peccati fatti e quelli che avrebbe ancora
figura, che s’adoperava per accendere il
questa parola? Gesù domandò: “Simone, potuto fare non potevano essere una obie-
fuoco; avrebbero visto dopo che sul fuoco
c’erano pesci raccolti per loro, per la fame
di quel primo mattino.
A un certo punto Giovanni dice a Pietro:
“Ma quello è il Signore!”. Allora s’aprono gli
occhi di tutti e san Pietro si butta in acqua –
così com’era – e giunge per primo a riva.
Seguono gli altri, si dispongono a cerchio,
tutti in silenzio; nessuno parlava, perché
tutti sapevano che era il Signore. E, sdra-
iati per mangiare, dicono tra di loro qual-
che parola, ma tutti intimiditi dall’ecce-
zionale presenza di Gesù risorto, che era
già apparso loro parecchie volte. Simone,
che i suoi errori avevano reso il più umi-
le tra tutti, steso pure lui a terra davanti al
cibo preparato dal Maestro, guarda chi ha
vicino e con stupore e tremore vede che è
Gesù. Allora tira via lo sguardo da Lui e
resta così impacciato. Ma Gesù gli parla;
e Pietro, in cuor suo: “ Dio mio...Dio mio,
quanto rimprovero mi merito. Adesso
mi dirà: “ perché mi hai tradito?”,
che era l’ultimo grosso errore fat-
154 to. ma tutta la sua vita a fianco
del Signore era stata costellata di
tribolazioni a causa del carattere im-
UN
ITÀ
AMICIZIA E AMORE
5

zione perché quell’uomo costituiva la sor- misericordia, così ciascuno di noi nono- la Trinità: come possono il Padre, il Figlio
gente di tutta la sua speranza di felicità. stante tutta la sua limitatezza, di fronte e lo Spirito santo essere un solo Dio? Sono
Pietro lo stimava sopra ogni altra cosa, all’annuncio di questa misericordia non tre persone diverse che hanno la stessa na-
fin dal primo momento in cui si era sen- può che essere lieto. Nella liturgia ambro- tura divina. E questa natura è amore, è uni-
tito guardato in quel modo da Gesù, per siana, in modo sintetico ed efficace, viene tà perfetta. Per questo è un unico Dio.
questo lo amava. Quel sì dice tutta la pre- ben espresso tutto ciò: “Ti sei chinato Noi possiamo solo intuire un mistero così
ferenza del suo cuore, tutta la tensione a sulle nostre ferite e ci hai guarito donan- grande, perché facciamo un’esperienza li-
quella presenza dominante, capiva che doci una medicina più forte delle nostre mitata dell’amore, non riusciamo ad esse-
tutto nella sua vita tendeva a Cristo. piaghe, una misericordia più grande del- re totalmente una cosa sola con l’altro, an-
la nostra colpa. Così anche il peccato, in che se lo desideriamo. Dio invece è amore
Dio è misericordia virtù del Tuo invincibile amore, è servito a perfetto! Lui è quello che noi vorremmo
Ma perché il sì detto a Gesù vale di più elevarci alla vita divina”. vivere, Lui è unità perfetta nell’amore tra
dell’elenco, anche innumerevole, di tutti i Padre, Figlio e Spirito Santo.
nostri errori presenti e futuri? Dio è amore, la Trinità Noi abbiamo l’esigenza di amare e di es-
Pietro aveva intravisto nello sguardo di La passione e morte di Gesù, e la sua mise- sere amati perché siamo fatti a sua imma-
quell’uomo con cui era diventato familia- ricordia manifestata dopo la Resurrezione gine e somiglianza, e compiremo questa
re, chi era il vero JHWH: Dio si è svelato ci fanno capire che Dio è amore. Benedet- esigenza nella misura in cui saremo simili
a lui come amore totale, misericordia. Dio to XVI, nella sua enciclica, intitolata ap- a Dio (e non agli animali e alla loro istin-
è misericordioso di fronte a qualsiasi er- punto “Deus Caritas Est” (Dio è amore) tività, come qualcuno invece vuole farci
rore, debolezza, limite dell’uomo, lo ama dice “lo sguardo rivolto al fianco squar- credere). Comprendiamo perché Gesù
incondizionatamente. Per questo Simone ciato di Cristo, di cui parla Giovanni (GV ha dato il comandamento dell’Amore:
ha risposto con certezza: “Sì, io Ti amo”. 19,37), comprende ciò che è stato il pun- “Amatevi, come io vi ho amato” e “siate
Gesù si fa incontro a noi amandoci total- to di partenza di questa Enciclica: “Dio una sola cosa, come io e il Padre lo siamo”.
mente, non ci chiede mai “che cosa hai è amore”. È lì che questa verità può essere Per chi vuole accettare il suo amore e par-
fatto?” ma sempre e solo “Mi ami?”. contemplata. E partendo da lì deve ore de- tecipare alla sua vita, si apre la possibilità
Gesù perciò è stato mandato dal Padre finirsi che cosa sia l’amore”. Dio è amore. di sperimentare un nuovo modo di amare
per farci scoprire che la natura di Dio è Possiamo così avvicinarci ad intuire cos’è e di comprendere Dio.
A pagina prece-
dente: Masaccio,
La Trinità, parti-
colare. Firenze,
Basilica di Santa
Maria Novella.

Qui: Masaccio, Il
tributo, particolare
del volto di Cristo,
Firenze, Santa
Maria del Carmine,
cappella Brancacci.

Negativo della
Sacra Sindone.
155
LENTE D’INGRANDIMENTO

Dopo il noviziato è inviato a Roma, al vengono accolti più di 700 religiosi, che
Collegio Internazionale dell’Ordine, per si dedicano all’utilizzo dei mezzi di co-
gli studi ecclesiastici che conclude con ot- municazione sociale per evangelizzare il
NON C’È AMORE timi voti e si laurea in filosofia e teologia. mondo. In pochi anni infatti dalle prime
PIÙ GRANDE DI CHI Mentre l’Europa è sconvolta dalla prima
guerra mondiale, Massimiliano sogna
capanne si passa ad edifici in mattoni e si
inizia ad utilizzare le nuove tecniche di
DÀ LA VITA PER una grande opera al servizio dell’uomo stampa e composizione. Lo scopo è con-
e per la gloria di Dio. Nel ,17, fonda con durre tutti gli uomini alla fonte della vera
I SUOI AMICI alcuni compagni la “Milizia dell’Imma- felicità. Ecco cosa dice Massimiliano in
colata”, il suo fine è la conversione e la proposito: “Ma verso dove ti incammi-
PADRE KOLBE santificazione di tutti gli uomini attraver- ni nel corso della tua vita? Ogni giorno,
Continua il Papa nell’Enciclica Deus so l’offerta incondizionata alla Vergine ogni ora tu fai, pensi, dici sempre qual-
Caritas Est: “I santi hanno attinto la Maria. cosa. A quale scopo? La verità è che tu
loro capacità di amare il prossimo, in Viene ordinato sacerdote, ritorna in Po- aspiri a qualcosa, più vicina o più lonta-
modo sempre nuovo, dal loro incontro lonia per iniziare a Cracovia un lavoro di na; e tu tendi lì, perché speri che quella
col Signore Eucaristico (...). Amore di organizzazione e animazione del movi- cosa ti porti un briciolo di felicità. Non
Dio e amore al prossimo sono insepara- mento della Milizia dell’Immacolata e per è forse vero che finora hai cercato la tua
bili, sono un unico comandamento”. facilitare tutto ciò fonda la rivista “Il Ca- felicità in qualsiasi luogo e in qualsiasi
Per questo leggiamo la storia di Padre valiere dell’Immacolata”. cosa su questa terra? Mettiti calmo e ri-
Kolbe. Nel ,27 la rivista si trasferisce al centro fletti: quando potrai veramente essere fe-
Massimiliano Kolbe, al battesimo Raimon- editoriale a Niepokalanow, o “Città lice? Lascia che la tua fantasia costruisca
do, nasce nel 1894 a Zdunska Wola non dell’Immacolata”, vicino Varsavia, dove liberamente la felicità che sogni. E se ce
molto lontano da Lodz in Polonia. Date
le ristrettezze economiche in cui si trova
la famiglia, non può frequentare la scuola. Padre Massimiliano Kolbe, vetrata della chiesa francescana di Szombathely.

Tuttavia, il farmacista del paese si rende


conto della vivace intelligenza del ragazzo
e lo aiuta a prepararsi in modo adeguato.A
Raimondo viene data così la possibilità di
frequentare la scuola con buoni risultati,
grazie anche al suo amore per la conoscen-
za. Si impegna anche nella progettazione
creativa, per esempio ipotizza la possibili-
tà di raggiungere la luna quindi prepara i
disegni per costruire un razzo che avrebbe
potuto funzionare davvero.
Durante l’ adolescenza, si sente affasci-
nato dalla figura di San Francesco
d’ Assisi ed entra nel seminario
156
minore dei Francescani conven-
tuali di Leopoli.
UN
ITÀ
AMICIZIA E AMORE
5

ne fosse ancora di più? E se durasse più a abbandonarla gli edifici vengono utiliz- strano notevole coraggio, gridano “Viva
lungo? Questo significa che tu desideri zati come luogo di prima accoglienza per la Polonia”; ma uno di loro, il giovane
una felicità senza limiti infinita ed eterna. profughi e militari. sergente polacco Francesco Gajowniczek,
Ma questa felicità è soltanto Dio!” Il 17 febbraio 1941 Padre Kolbe è arresta- cade in ginocchio piangendo: “Mia mo-
Nel 1930 con altri quattro frati, parte per to dalla Gestapo e incarcerato nel carcere glie! I miei figli!”
il Giappone, dove fonda “Mugenzai no Pawiak di Varsavia, da cui viene deportato È in questo frangente che Padre Massimi-
Sono” cioè il”Giardino dell’Immacolata”, nel campo di sterminio di Auschwitz, nel liano esce dalle file e si offre in sostituzio-
nella periferia di Nagasaki, e stampa una quale gli viene assegnato il numero 16670. ne del sergente.
rivista mariana. Nella sua rivista scrive: Torturato, privato del nome, padre Kolbe Il comandante rimane stupito di fronte
“l’odio divide, separa, distrugge, mentre non perde mai il senso della propria di- a quel gesto per lui incomprensibile così
al contrario l’amore unisce, dà pace ed gnità. All’arresto esclama: “Ringraziamo chiede: “Ma tu... chi sei?”
edifica. Nulla di strano, quindi, che solo l’Immacolata che ci ha aperto le porte di Risponde Massimiliano: “Un prete catto-
l’amore riesca a rendere sempre gli uomi- questa nuova missione, perché se avessi- lico”.
ni autentici”. Incomincia anche a ripetere mo voluto venire qui non ce l’avrebbero E il nazista: “Sta bene. Accetto lo scam-
spesso a tutti il suo motto: “Solo l’Amore permesso!”. bio!”.
crea”. Alla fine di luglio nel campo di concen- Questo di per sé è straordinario, perché
Nel ’36 rientra in Polonia, sollecitato tramento avviene l’evasione di un prigio- i nazisti avevano l’ordine di impedire e
dalla crescita della comunità religiosa e niero. Come rappresaglia il comandante ostacolare con tutti i mezzi la solidarietà
dall’espansione dell’attività editoriale. Fritsch decide di scegliere dieci compagni tra i prigionieri.
Dopo lo scoppio della Seconda Guerra dello stesso blocco, condannandoli a mo- Così, padre Kolbe scende con gli altri 9
Mondiale anche Niepokalanow è bom- rire di fame e di sete nel sotterraneo della nel sotterraneo della morte, consolando-
bardata e saccheggiata, i religiosi devono morte. Alcuni di quei condannati dimo- li, assistendoli e benedicendoli. Li invita
a cantare, a lodare Dio. Un po’ alla volta,
tutti si rassegnano alla loro sorte e muo-
Fotografia storica del campo di concentramento di Auschwitz. iono ad uno ad uno, pregando. Dopo 14
giorni solo 4 sono ancora in vita, uno di
questi è padre Kolbe. Le SS allora decise-
ro di procedere con un’iniezione di acido
fenico. Il frate abbraccia gli altri mormo-
rando: “Ave Maria”, le sue ultime parole. È
il 14 agosto 1941, vigilia dell’Assunta. Il
giorno successivo, il suo corpo viene bru-
ciato nel forno crematorio e le sue ceneri
sparse al vento.
Il 10 ottobre 1982 Giovanni Paolo II, lo
proclama Santo come martire della carità,
dichiarando che “San Massimiliano
non morì, ma diede la vita...”.
Il Movimento della “Milizia
dell’Immacolata” da lui fondato,
157
è oggi diffuso in tutto il mondo.
Dopo aver studiato l’Unità fermati a verificare quello che hai scoperto
con due esercizi di comprensione e un approfondimento personale.

VERIFICA
se hai capi to

Comprensione
a. Rispondi alle seguenti domande.
1. Essere amati e amare è una esigenza profondissima del nostro cuore? Perché ci accade così?
Perché abbiamo bisogno degli amici?

2. Che cosa pensa il mondo dell’amicizia e dell’amore? E tu cosa ne pensi? Qual è la ridu zione
a cui fa riferimento il secondo paragrafo?

3. Che cosa significa veramente voler bene?

4. Nel testo dell’unità sono presenti due box che ci vogliono aiutare a capire di più il significato
del voler bene. Quali sono? Che cosa mettono in evidenza?

5. Rileggi il brano del Vangelo della Samaritana e indicane i punti più significativi. Come si pone
Gesù di fronte alla nostra vita?

6. Perché un’esemplificazione dell’amicizia e dell’amore è la carità?


Chi è Madre Teresa di Calcutta? Quali sono gli aspetti che più ti hanno interessato e colpito?

158
UN
ITÀ
5
b. Completa la mappa concettuale partendo dal box centrale e
aggiungendo le 3 parole (o frasi) e le 3 frecce mancanti.

Madre Teresa ha vissuto l’amo-


re vero, la sua testimonianza
Si possono ridurre amicizia ci dice che è possibile per cia-
e amore ad un .................. scuno di noi
......................... dell’altro

Amare ed essere amati Dice Gesù: amatevi come io vi


è un’esigenza profonda ho amato. Se vogliamo capire
del cuore umano l’amore vero dobbiamo .........
............................................

Vogliamo essere feli-


ci ma da soli questo è
impossibile In tutti i Vangeli troviamo in parole
e gesti la passione di Gesù per la ...
............................ di chi incontra

Approfondimento personale
Nella lente d’ingrandimento dell’unità si racconta la vicenda di Padre Kolbe. Rileggila con
attenzione e prova a trovare altri esempi nella storia di uomini che hanno dato la vita 159
per i propri amici.
Riporta le documentazioni in classe e presentali ai tuoi compagni.
Riunione nell’ecumenica comunità di Taizé in Francia.

LE RELIGIONI
UN
ITÀ
6

IL TRAGUARDO
L’alunno:
coglie l’intreccio tra dimensione religiosa e culturale.
A partire dal contesto in cui vive, sa interagire con per-
sone di religione differente, sviluppando una identità CONTEN
capace di accoglienza, confronto e dialogo;
• Il dial
UT I :
coglie le implicazioni etiche della fede cristiana e le ogo in
• Indui terrelig
rende oggetto di riflessione. smo ioso
• Budd
GLI OBIETTIVI ismo
• Islam
Cogliere nelle domande dell’uomo e in tante sue ismo
• Ebrai
esperienze tracce di una ricerca religiosa. smo
Conosce il cammino ecumenico della Chiesa. • Ecum
enismo
Comprendere alcune categorie fondamentali della e dialo
go
fede cristiana e confrontarle con quelle di altre mag-
giori religioni.
1. Il dialogo
interreligioso
Nel cammino fatto finora sono emerse le Egli proseguì e, fermandosi a un passo dal delle religioni non cristiane con la dichia-
caratteristiche fondamentali dell’essere cane, esclamò: «Che denti bianchi!».. razione “Nostra Aetate” la quale parte
umano: ragione, cuore, desiderio, libertà, Era l’unica cosa buona in quel corpo. dalla considerazione che i vari popoli
amore trovano, nella prospettiva cristia- È facile vedere i limiti, balzano subito agli costituiscono una sola comunità: “essi
na, una singolare proposta per la loro re- occhi, il valore vero delle cose invece lo hanno una sola origine perché Dio ha fat-
alizzazione. La rivelazione del mistero di può trovare solo chi ama il bene e lo ri- to abitare l’intero genere umano su tutta
Dio in Gesù Cristo porta con sé una certa cerca. Anche nei confronti delle religioni la faccia della terra; essi hanno anche un
visione dell’uomo e del suo destino. non cristiane vale lo stesso criterio. An- solo fine ultimo, Dio, la cui provvidenza
Chi parte realmente da questa Rivela- che esse cercano la realizzazione dell’uo- testimonianza di bontà e disegno di sal-
zione è attento ad ogni scintilla di verità mo nei suoi elementi costitutivi, tenendo vezza si estende a tutti”.
presente in ogni uomo, perché l’atteg- presente il Mistero. Afferma poi che “gli uomini dalle varie
giamento di Cristo verso ogni cosa era Le esamineremo, quindi, nei loro ele- religioni attendono la risposta agli enig-
proprio questo. Vi è, a questo proposito, menti distintivi cercando di cogliere mi della condizione umana che, ieri come
l’episodio attribuito a Cristo da un agra- come l’adesione al loro Dio determina oggi, interpellano profondamente il cuo-
phon, secondo cui, mentre attraversava i una certa concezione dell’essere umano. re dell’uomo: la sua natura, il senso il fine
campi, Gesù vide la carcassa decompo- della nostra vita, il bene e il peccato, l’ori-
sta di un cane; san Pietro, che gli stava Anche il Concilio Vaticano II spinge ad gine e il fine del dolore, la via per raggiun-
davanti, disse: «Maestro, scostati», ma un confronto valorizzatore nei confronti gere la vera felicità, la morte”.

162
Incontro di Assisi del 24 gennaio 2002.
UN
ITÀ
LE RELIGIONI
6

2. Induismo Brahman
“Ciò che non può essere pensato
con il pensiero, ciò per mezzo del
Ora si osservi come quell’esigenza profonda di essere stimati, di sapere che quale il pensiero viene pensato,
l’uomo ha un valore eterno, ha mosso la riflessione dell’uomo stesso. Nel pri- questo sappi che è il Brahman,
mo volume – soprattutto nel fulcro – hai scoperto che la ragione, di fronte ai non ciò che (il volgo) venera come
grandi interrogativi della vita, vuole scoprirne la risposta. Da questi tentativi tale” (Kena Upanis’ad 1,5).
della ragione dell’uomo nascono le religioni: l’induismo, ne è un importante
esempio. (cfr. R. Dunkerley – a cura di –, The Unwritten Gospel. Ana and
Agrapha of Jesus, Allend and Unwin Ltd, London 1925, p. 84).
La dichiarazione “Nostra Aetate” nel punto 2 tratta dell’ Induismo e dice
che che in esso “gli uomini scrutano il mistero divino e lo esprimono con la
inesauribile fecondità dei miti e con i penetranti tentativi della filosofia; essi cer-
cano la liberazione dalle angosce della nostra condizione sia attraverso forme di
vita ascetica, sia nella meditazione profonda, sia nel rifugio in Dio con amore e
confidenza”. Cerchiamo di conoscere questa, che è tra le più antiche religioni
ancora oggi seguite. Evidentemente senza pretendere di affrontarla in modo
esaustivo, perché si tratta di una religione molto complessa e antica. Siamo
però curiosi di scoprire come quel desiderio di avere un valore eterno, che
è nel cuore di ogni uomo, ha trovato qui una risposta e ha determinato un
certo modo di vivere. La religione induista esprime mirabilmente come l’uo-
mo voglia scoprire ciò che sta oltre l’apparenza delle cose, il suo significato.
Questa ricerca determina il giudizio sul valore del creato e dell’uomo.

(il Brahman), in certo modo tutto è Dio. L’induismo, quindi, si presenta come una
DIO, IL BRAHMAN Uno dei principali doveri del fedele Indù religione politeista, con molte divinità che si
L’uomo vuole scoprire che oltre all’appa- è quello di andare oltre l’apparenza – la riferiscono ai vari aspetti della vita.
renza c’è “qualcosa” che dà senso a tutto: pratica dello Yoga serve proprio a questo Le rappresentazioni più importanti sono
il Brahman. – per conoscere e unirsi al Brahman. le trimurti:
La religione Induista adora Brahman che Difficilmente però si riesce a conoscere e Brahma: crea il mondo, domina e regola
non può essere conosciuto, o visto, o pen- unirsi ad un’essenza impersonale che non la legge del Karman, che decide della vita
sato. È un’essenza impersonale che si ma- può essere conosciuta o pensata. dell’uomo.
nifesta in tutto. L’uomo ha bisogno di “vedere” e di rap- Shiva: è il dio della distruzione, neces-
Dovrai stare attento a non pensare al Brah- presentarsi il significato di tutto. saria perché il mondo venga purificato e
man come di solito sei abituato a pensare Nasce così la coscienza che questa origine ricreato da Brahma.
Dio, perché per le religioni monoteiste assoluta di tutto si manifesti in tanti déi che Vishnù: è colui che conserva e mantiene
(Ebraismo, Cristianesimo, Islam), Dio è un ne sono le sue “murti” (rappresentazioni). in vita tutta la creazione, custodisce
Essere Personale, che crea l’universo. Noi Per questo, soprattutto tra il 1000 e il 500 a.C. la giustizia.
siamo soliti pensare a Dio che crea tutto, al Brahman, descritto da quasi un millennio Queste divinità spiegano tutto 163
qui è diverso, potremmo dire che nella vi- nei sacri libri dei Veda, sono state affiancate il ciclo della vita, dall’inizio alla
sione dell’Induismo tutto fa parte di Dio queste “murti” esposte nei libri dei Purana. fine delle cose.
può comprendere quel principio ori-
ginario.
Ciò che divide il Brahman dall’At-
man è il fatto che quest’ultimo è
gettato nel corpo e nella storia.
L’uomo, per trovare se stesso,
dovrà liberarsi dalla mate-
rialità per dissolversi nel
Brahman.
Per questo ad ognuno
è dato un Karman, un
L’UOMO L’ATMAN compito assegnatogli
L’uomo ha l’esigenza di pensare a se stesso dal divino che dovrà re-
come ad un essere pieno di senso. alizzare nella situazio-
Tutti gli uomini percepiscono in sé qual- ne in cui si trova, per
cosa di eccezionale, che li rende capaci di poter essere libero dalla
domandarsi e scoprire il perchè delle cose. materialità.
Tutti vogliono sapere cosa li compirà. Una favola può aiutarci
Nell’Induismo l’uomo è pensato come un a comprendere la visio-
Atman. L’essenza di questo Atman è ugua- ne dell’uomo nella reli-
le a quella del Brahman, per questo l’uomo gione Indù:

LA BAMBOLA DI SALE bocca aperta. Dinanzi a lei, quella distesa – Perché ti lamenti? Semplicemente hai
seducente. Si decise. Domandò al mare: offerto qualcosa per poter capire. Non era
La favola della bambola di sale può aiu- – Dimmi chi sei? quello che chiedevi?
tare a capire che cosa sia l’essere umano e – Sono il mare. L’altra rispose:
quale sia il suo scopo secondo la mentali- – E che cos’è il mare? – Si veramente, non pensavo... ma...
tà induista. – Sono io! Stette a riflettere un po’. Poi avanzò deci-
– Non riesco a capire, ma lo vorrei tanto. samente nell’acqua. E questa, progressiva-
Voleva a ogni costo vedere il mare. Era una Spiegami che cosa posso fare. mente, la avvolgeva, le staccava qualcosa,
bambola di sale, ma non sapeva che cosa – È semplicissimo: toccami dolorosamente. A ogni passo la bambola
fosse il mare. Un giorno decise di partire. Allora la bambola si fece coraggio. Mosse perdeva qualche frammento. Ma più avan-
Era l’unico modo per soddisfare la sua un passo e avanzò verso l’acqua. zava più si sentiva impoverita di una par-
esigenza. Dopo un interminabile pellegri- Dopo parecchie esitazioni, sfiorò quella te di sè e più aveva la sensazione di capire
naggio attraverso territori aridi e desolati, massa con un piede. Ne ricavò una strana meglio. Ma non riusciva ancora a dire cosa
giunse in riva al mare e scoprì qualcosa di sensazione. Eppure aveva l’impressione di fosse il mare. Cavò fuori la solita domanda:
immenso, affascinante e misterioso nello cominciare a comprendere qualcosa. – Che cos’è il mare?
stesso tempo. Era l’alba, il sole comin- Allorchè ritrasse la gamba, si accorse che Un’ultima ondata inghiottì ciò che re-
ciava a sfiorare l’acqua, accendendo le dita dei piedi erano sparite. Ne risultò stava di lei. E proprio nell’istante in cui
timidi riflessi e la bambola non ri- spaventata e protestò: scompariva, perduta nell’onda che la tra-
164 usciva a capire. – Cattivo! Che cosa mi hai fatto? Dove sono volgeva e la portava chissà dove, la bam-
Rimase lì impalata a lungo, soli- finite le mie dita? bola esclamò:
damente piantata al suolo, con la Replicò imperturbabile, il mare: – Sono io!
UN
ITÀ
LE RELIGIONI
6

una condizione migliore. La principale


La teoria attività dell’uomo sarà liberare se stesso da Yoga
della reincarnazione ogni attaccamento alla realtà materiale, da Nell’induismo lo Yoga è conside-
Se lo scopo dell’uomo è identificarsi nel ogni apparenza illusoria. rato un modo per raggiungere de-
Brahman fino a dissolversi in esso, allora l’esi- Dopo una serie indefinita di rinasci- gli scopi spirituali. La parola yoga,
stenza diventa un ciclo continuo che spiega te l’uomo raggiungerà il compimento letteralmente, significa unione, ed
la vita: perché si nasce, si soffre, si muore. uscendo dal ciclo della reincanazione e è generalmente interpretata come
Si nasce con un Karman da pagare, che dissolvendosi nel Brahman. l’unione con Dio, o come l’integra-
impone le condizioni della vita: la casta, zione tra corpo, spirito e anima. Lo
le capacità fisiche e intellettive ecc... Le yoga cerca di raggiungere la libe-
buone azioni della vita costituiranno un Le caste razione attraverso il distacco dello
bagaglio positivo (e le cattive un debito La teoria della reincarnazione determina spirito dalla natura materiale (pra-
negativo!) col quale pagare il Karman. anche l’assetto sociale dei paesi in cui l’in- krti), con la meditazione, gli eser-
Se la vita dell’uomo sarà stata cattiva, duismo è praticato dalla maggioranza. In cizi fisici e spirituali.
dopo la morte l’anima rinascerà in una questi paesi la popolazione è divisa in ca-
condizione peggiore (ecco spiegata la sof- ste, che sono rigidamente fisse. Nessuno,
ferenza). se non attraverso la morte, può passare da Il Libro Sacro: I Veda
La morte permette di fare un nuovo gra- una casta all’altra. Questa rigore genera
Sono un’antichissima raccolta di
dino nel ciclo: se la vita dell’uomo sarà una sorta di rassegnazione rispetto alle opere sacre di estrema importan-
stata positiva, allora la rinascita sarà in condizioni di vita in cui uno versa za presso la religione induista. Il
loro insegnamento di base è che
Qui e alla pagina precedente: le mucche sacre per gli Induisti e alcune donne induiste.
la vera natura dell’uomo è divina.
Dio, o il Brahman è presente in
ogni essere vivente.
Essi consistono essenzialmente in
canti rituali e recitazioni che han-
no lo scopo di vitalizzare e spiri-
tualizzare ogni fase della vita e
dell’attività dell’uomo. Si ritiene
che siano il testo sacro più antico
che sia pervenuto ai giorni nostri

165
3. Buddismo
La dichiarazione “Nostra Aetate” parla del Buddhismo sempre nel punto
2, ed afferma:
“nel buddismo, secondo le sue varie scuole, viene riconosciuta la radicale
insufficienza di questo mondo mutevole e si insegna una via per la quale gli
uomini, con cuore devoto e confidente,siano capaci di raggiungere lo stato di
liberazione perfetta o di pervenire allo stato di illuminazione suprema, sia
per mezzo dei propri sforzi, sia con l’aiuto venuto dall’alto”.
Il buddismo nasce da un uomo attento al proprio cuore che, guardando
profondamente la realtà, si è interrogato sulla vera felicità e sulla soffe-
renza.
Il cuore è veramente uguale in tutti gli uomini di tutti i tempi! 2500 anni
fa quest’uomo aveva lo stesso nostro problema: essere felice. Il magma
del “vulcano” in lui rendeva impellente ed acuta la domanda.
Osserviamo quindi la risposta che viene data al più importante problema
della vita.

scita che sulla nascita di qualsiasi altro dalla sofferenza incontrata nel mondo e
BUDDHA, L’ILLUMINATO capo religioso; forse c’è più verità storica fu spinto a ricercarne le cause e i rimedi.
Buddha, il fondatore del buddismo, non è nel racconto della rinuncia di Gautama. Si alzò dunque in piena notte, si allonta-
una divinità, come spesso si crede. È stato Un veggente aveva detto a suo padre che nò di nascosto dalla moglie e dal figlio e
un uomo che si è interrogato sull’espe- il giovane avrebbe visto quattro segni: cavalcando il suo fedele destriero giunse ai
rienza della sofferenza. un vecchio, un malato, un cadavere e un confini del regno di suo padre. Abbando-
Descriviamo qui il cammino della sua monaco. Il padre, per impedire che ciò nò allora tutto ciò che aveva tranne una
vita, che gli ha permesso di trovare una accadesse, rinchiuse il figlio nel palazzo veste e cominciò una vita errante, andan-
risposta a quel problema. Risposta che è reale, circondandolo di ogni lusso e piace- do da un maestro all’altro, in cerca di chi
stata poi seguita da tantissimi uomini con re. Gautama crebbe, divenne grande atleta gli risolvesse il problema del dolore nel
lui e dopo di lui. e perfetto guerriero, si sposò ed ebbe un mondo, ma non trovò nessuno.
Buddha si chiamava Siddharta, ma spesso figlio. Sembrava che godesse tutto ciò che Durante il suo peregrinare vide in un
è chiamato Gautama o Gotama, dal nome la vita può dare in ricchezza e felicità. villaggio cinque bramini che stavano fa-
della sua famiglia. Nacque verso il 563 e Un giorno, però, uscì dalla reggia e vide cendo un rigoroso digiuno; si unì a loro
morì verso il 483 a.C. sebbene le date sia- i quattro segni. Si rese conto allora della e digiunò talmente a lungo che un giorno
no piuttosto incerte. sofferenza che c’è nel mondo: della malat- cadde a terra svenuto per l’estrema debo-
Apparteneva alla casta dei guerrieri, e tia, della vecchiaia e della morte. lezza. Quando rinvenne, si accorse che
suo padre governava un piccolo re- La vista del monaco lo fece riflettere sulla non era quello il modo di scoprire la ve-
166 gno ai piedi dell’Himalaya, 170 rinuncia ai piaceri della vita e sulla pace rità. Riprese perciò a mangiare fino a sen-
km a nord di Benares. che si prova nel cercare la perfezione. In tirsi di nuovo in forza, i cinque bramini lo
Ci sono più leggende sulla sua na- ogni caso, è chiaro che egli rimase turbato abbandonarono disgustati.
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LE RELIGIONI
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Gautama continuò la sua ricerca finché va in qualche monastero solo durante la


giunse all’antica città santa di Gaya, sul- stagione delle piogge. Le quattro nobili verità:
le rive di un affluente del Gange. Non si Il suo stile di vita venne chiamato la Via 1. Esiste il dolore
fermò nei templi della città, ma sotto un di mezzo, tra l’estrema cupidigia da una 2. L’origine del dolore è il deside-
albero che da allora in poi fu chiamato parte e l’estremo digiuno dall’altra. I suoi rio del piacere, causa delle va-
l’albero Bo, cioè l’albero dell’illuminazio- monaci non vivevano del loro lavoro ma rie rinascite;
ne, e decise di restarvi finché non avesse di elemosina. 3. Per uscire dal ciclo delle rinasci-
scoperto la verità. Fu il momento più dif- Un giorno il Buddha tornò anche al palaz- te occorre estinguere il deside-
ficile e decisivo della sua vita. Uno spirito zo di suo padre, ma se ne stette in silenzio rio del piacere;
maligno, Mara, venne a tentarlo, ma dopo alla porta, porgendo solo la sua scodella 4. La via che conduce alla libera-
un giorno e una notte brillò finalmente la di mendicante. Il figlio del Buddha si fece zione dal dolore è l’Ottuplice
Sentiero.
luce, e Gautama divenne il Buddha, l’Illu- monaco, e anche sua moglie volle seguirlo.
minato. Scoprì il mistero dell’esistenza, la In un primo tem-
causa del dolore e della sofferenza e il suo po il Buddha
rimedio: rinnegare se stesso. Scoprì pure rifiutò di ag-
Ottuplice Sentiero:
le quattro “nobili verità” che portano gregare donne 1. Giusta visione della vita
all’abolizione della sofferenza e della rein- al suo ordine 2. Giusto pensiero;
3. Giuste parole;
carnazione e conducono al Nirvana, cioè
4. Giuste azioni;
alla suprema pace ultraterrena.
5. Giusta forma di vita;
Il tentatore cercò di convincere il nuovo
6. Giusto sforzo;
Buddha a non rivelare a nessuno la sua il-
7. Giusta presenza di spirito;
luminazione, ma gli dèi lo supplicarono di
8. Giusta pratica della medita-
servirsene a beneficio dell’umanità. Final-
zione.
mente il Buddha si alzò e si diresse verso la
città di Benares. Incontrò per strada i cin-
que bramini che l’avevano abbandonato e
che cercavano di ignorarlo. Furono però
così colpiti dalla sua dottrina che diven-
nero suoi discepoli.
Proseguì poi il suo cammino e giunse a
un parco a nord di Benares e là fece la sua
prima predica, chiamata Inizio del Mo-
vimento della Ruota della Dottrina, cioè
inizio dell’insegnamento buddista. Di-
ventò così un maestro universale di cose
La grande statua del Bud-
spirituali, perché la sua dottrina era desti- dha Amitébha di Ushiku
nata a tutti gli uomini. in Giappone.

Al momento della sua illuminazione, il


Buddha aveva già più di 35 anni, e per al-
tri 45 peregrinò da un posto all’altro nella 167
regione del medio Gange, radunando e
ammaestrando nuovi discepoli. Si ferma-
LA DOTTRINA BUDDISTA La morale buddista:
La dottrina buddista nasce come risposta Si tratta di 10 precetti morali, di
al problema della sofferenza. cui otto sono comandamenti, e
Per Buddha c’è una sofferenza esistenzia- cinque divieti
le, cioè una sofferenza profonda, (1° ve-
rità) che deriva dal nostro desiderio. In- Divieti
fatti se noi desideriamo una cosa, prima
1. Non uccidere alcun essere vi-
di averla soffriamo perché non l’abbiamo
vente
ancora, facciamo fatica per conquistarla, 2. Non prendere alla proprietà di
monastico, ma più tardi, cedendo alle e quando l’abbiamo dobbiamo staccarce- altri
insistenze del suo prediletto discepolo ne (tutto finisce), e questo provoca sof- 3. Non toccare la donna degli altri
Ananda, fondò uno speciale ordine per ferenza. 4. Non dire menzogne
le donne che volessero abbracciare la vita La colpa è quindi nostra, del nostro desi- 5. Non bere bevande inebrianti
religiosa. Si narrano molti episodi sulle derio (2° verità).
sue peregrinazioni, sulla gente incontra- Allora per sfuggire alla sofferenza dobbia-
ta, sui bramini che persuadeva coi suoi mo lasciare andare il nostro attaccamento Comandamenti
ragionamenti, e sui re che convertiva alla alle cose sensibili(3° verità). 1. Non mangiare cibi nei tempi
sua causa. Per far questo è necessario un lungo cam- non dovuti.
Si narra che un giorno il Buddha, a 80 anni mino (4° verità). 2. Astenersi dal canto, dalla dan-
d’età, mangiò cibo avvelenato. Sentendo Questo cammino è l’Ottuplice Sentiero. za, dalla musica e da ogni spet-
avvicinarsi la morte, radunò intorno a sé i L’obbiettivo è l’annullamento del deside- tacolo indecente
discepoli, si coricò su di un fianco e diede 3. Non usare sedili alti e lussuosi
rio, in una serie di vite (Buddha mantiene
le ultime disposizioni. Ananda piangendo un’idea della trasmigrazione delle anime
gli domandò che cosa avrebbero fatto sen- q
simile a quella dell’Induismo)) fino ad ar- Precetti morali
za di lui, ma il Buddha rispose di seguire
1. Non adoperare letti grandi e
con coraggio i suoi insegnamenti. Le sue
confortevoli
ultime parole furono: «Ogni cosa è desti-
2. Non commerciare cose d’oro e
nata a perire: lottate con coraggio!». Così
d’argento
egli passò nel nirvana.
Molte statue lo rappresentano coricato su
di un fianco, mentre sta per entrare nella
suprema pace. Il suo corpo fu cremato e le
sue reliquie furono mandate a vari santua-
ri del mondo buddista.
(E. G. Parrinder, Le religioni nel mondo
Elledici, Torino 1979)

168
L’enorme Buddha di pietra
di Kamakura, in Giappone.
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rivare al Nirvana dove tutto si dissolverà. e alla vita degli uomini , anche se è “ciò Dal punto di vista del pensiero umano,
Buddha non parla direttamente di Dio, è che non può essere pensato”. questa conclusione costituisce certamente
come se volesse solo proporre una pratica È interessante che l’Atman sia identificato il punto più acuto della riflessione in me-
di vita, capace di togliere il dolore. col Brahman, potremmo dire che è quel li- rito al problema della sofferenza e alla sua
Non è quindi una “religione”, in senso vello della natura che è cosciente di essere possibile risposta.
stretto, è più che altro una filosofia di vita. una parte di Dio.
Qual è lo scopo dell’uomo, dunque? Dov’è
IN DIALOGO il suo valore? Nell’identificarsi, fino a dis-
Nella dichiarazione conciliare “Nostra
solversi, in ciò che dà senso alle cose. L’ul-
A conclusione della presentazione di que- Aetate” troviamo “La chiesa cattolica è
timo stadio del ciclo delle reincarnazioni è
ste due Religioni, il documento conciliare tenuta ad annunziare incessantemente il
che non c’è più bisogno di tornare nel cor-
afferma che “la Chiesa cattolica nulla riget- Cristo che è “via, verità e vita” (Gv 14,6) In
po, di essere identificabile come persona
ta di quanto è vero e santo in queste religioni. cui gli uomini devono trovare la pienezza
fisica, singola, perché ormai si fa parte del
Essa considera con sincero rispetto quei modi della vita religiosa”.
tutto, si comprende tutto, si “è” tutto.
di agire e di vivere, quei precetti e quelle dot- In quest’ottica possiamo notare che,
trine che, quantunque in molti punti differi- DESIDERIO, SOFFERENZA avendo Cristo come centro, la prospetti-
va cristiana individua il compimento del
scano da quanto essa stessa propone,tuttavia E FELICITÀ valore di un uomo nel rapporto con Lui.
non raramente riflettono un raggio di quella
Verità che illumina tutti gli uomini.” La proposta di Buddha parte da un’ im- Per questo la prospettiva della vita dopo la
Due sono i punti più interessanti da con- portante osservazione: è menzognero morte non è un dissolvimento, ma essere
siderare: pensare che le cose materiali possano dare pienamente se stessi nel rapporto defini-
la felicità. tivo e purificato con Cristo: è il paradiso.
Un desiderio usato male (noi l’abbiamo Il cristianesimo inoltre non censura i de-
L’UOMO E IL SUO VALORE chiamato “capriccio”) genera sofferen- sideri, anzi invita l’uomo a non acconten-
L’aspetto più affascinante dell’Induismo za perché prima illude, e poi delude. tarsi, a desiderare di più per poter scopri-
è l’affermazione che Dio è tutto, e che La proposta Buddista, a questo punto, re, andando “più in là” dell’apparenza, che
l’uomo è fatto per comprendere Dio. diventa quella di un lungo e difficile l’oggetto vero del desiderio è Cristo, per-
L’esigenza che muove l’uomo a cercare il cammino per liberarsi dal desiderio, cer- ché in Lui c’è la felicità. Nella visione Cri-
senso di tutto, porta i credenti di questa cando la giusta via di mezzo. Occorre stiana (in particolare in quella Cattolica)
religione a intuire l’esistenza di qualcosa – cercare la felicità accantonando le cose tutto è desiderabile perché tutto è segno
il Brahman – che da significato alla realtà materiali, perché la felicità è altrove. di Colui che l’ha creato.

169
4. Islamismo
Circa l’islam, il concilio Vaticano II afferma che: “la Chiesa guarda con
stima anche i musulmani che adorano l’unico dio, vivente e sussistente, mi-
sericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli
uomini. Benché essi non riconoscano Gesù come Dio, lo venerano però come
profeta; onorano sua madre vergine, Maria, e talvolta pure la invocano con
devozione. Inoltre attendono il giorno del giudizio.”
Scoprirai dunque nelle sue dimensioni fondamentali l’islam, una tra le
religioni con più fedeli al mondo. Essa indica, nella sottomissione alla
giusta legge di Dio, la realizzazione della vita. L’islam è sostanzialmente
una legge cui sottostare, dei dettami che vogliono aiutare ad amare Dio.
È inevitabile che un cristiano senta molto forte la grande differenza con
la propria fede. Il cristianesimo, infatti, è un amore “a Cristo”, e amare è
un gesto che deve essere sempre libero. Si dà delle regole, certo, ma esse
sono frutto di un amore non di sottomissione.
Ogni cristiano, pur nella diversità, deve cogliere l’appello del documento
conciliare a “esercitare una mutua comprensione e a promuovere insieme la
giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libertà.” (3)

adoravano perciò molti dei. attaccava e inglobava una tribù, sotto-


MAOMETTO Verso i quarant’anni una profonda crisi mettendola e costringendola a pagare un
Maometto nacque a La Mecca in Arabia spinse Maometto a ritirarsi nelle grotte tributo; quando era di pari forza stipulava
nel 570 d.C. vicino alla Mecca. In questo periodo affer- un patto e, quando era più debole, evita-
Rimasto orfano, appartenente alla po- mò di aver ricevuto la rivelazione da parte va lo scontro. In questo periodo, secondo
tente tribù Quraish, custodi della Ka’aba dell’arcangelo Gabriele. In seguito queste la biografia di Ibn Hisciàm, Maometto
dove si conservava la pietra nera, un og- rivelazioni verranno imparate a memoria combattè 19 guerre.
getto di venerazione antichissimo, fece dai suoi primi discepoli. Ma quando, in In breve tempo dominò la regione, e forte
numerosi viaggi commerciali per conto una battaglia, molti di essi persero la vita, del proprio potere nel 630 entrò da vin-
dello zio e poi di una ricca vedova, Kha- si pensò di scrivere quei versetti: nacque citore nella Mecca. Oltre che un astuto
digia, che divenne sua moglie. Dopo la così il Corano, il libro santo per i musul- politico e un grande Condottiero, dimo-
morte della prima, Maometto ebbe mol- mani, diviso in capitoli che si chiamano strò di essere anche un saggio legislatore.
te mogli: si contano almeno 35 unioni di “Sure”. Dopo di lui tutta la penisola araba fu uni-
Maometto (tra spose e concubine). Tornato nella sua città, la Mecca, però, ta in una sola legge e in una sola religione.
Durante i suoi viaggi entrò in contatto non venne accolto, e il suo messaggio de-
con l’ebraismo e con alcuni cristiani, riso. Egli allora, con i suoi discepoli, fuggì
probabilmente eretici, da cui im- a Medina, la città rivale, nel 622, inizio Dio e l’uomo nell’islam
170 parò l’esistenza di un Dio unico. dell’era musulmana. Il messaggio di Maometto è semplice e
Gli abitanti della regione infatti Da quella città Maometto attuò una astu- chiaro: c’è un solo Dio, Allah, c’è un giu-
erano per la maggior parte animisti, ta politica: quando si sentiva più forte, dizio eterno, ognuno sarà giudicato secon-
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do i propri atti: l’inferno per chi ha fatto 5. Il Ramadan. Per un mese all’anno
il male, il paradiso per chi ha fatto il bene. il musulmano adulto non può in- ANIMISTA
Allah è onnipotente, e alla sua volontà trodurre niente nel corpo, non può Crede nell’esistenza di spiriti abi-
l’uomo deve sottomettersi, islam infatti mangiare, bere, fumare, dall’alba al tatori dei fiumi, degli alberi, delle
significa “sottomissione” e il fedele deve tramonto. Dal tramonto fino all’al- sorgenti.
obbedire a quanto è scritto nel Corano. È’ ba, invece si può fare tutto.
fondamentale l’adempimento dei cinque
pilastri della fede. UNA RELIGIONE OGGETTIVA ERESIA
Nel Corano si trovano molti elemen-
ti dell’ebraismo e del cristianesimo che
E SOCIALE Probabilmente Maometto ha co-
nosciuto la figura di Gesù attraver-
Maometto aveva conosciuto in gioventù. Leggiamo alcune delle considerazioni di so dei cristiani nestoriani: essi af-
Maometto, assumendo alcuni elementi Samir Khalil Samir i( in “Cento domande fermavano che Gesù non è Dio. La
di questi due monoteismi, si proclama sull’Islam” Marietti) “L’Islam è una reli- loro dottrina è stata riconosciuta
come l’ultimo profeta, il vertice della ri- gione oggettiva: fai quanto è prescritto e sbagliata fin dal concilio di Efeso
velazione. tutto va bene. Questa è la forza dell’Islam (431).
ed è anche la sua debolezza.
Elemento essenziale della preghiera e del
I pilastri della fede digiuno è che sono un fenomeno social- CORANO
1. Fare la professione di fede in Allah. mente straordinario. Questo da’ ai musul-
Il Corano è il libro sacro dell’Islam
Per essere musulmano basta affermare mani una forza grandissima, un senso
rivelato a Maometto. Poiché que-
che non esiste altro Dio all’infuori di della solidarietà molto
sto testo è considerato “disceso”
Allah e che Maometto è il suo profeta. forte ma non uni- da Dio, non si può interpretare, si
2. Pregare cinque volte al giorno. “La versale. Essi può solo proclamare (in arabo) ed
preghiera (salat) per un musulmano eseguire. Per i musulmani, infatti,
è esclusivamente compiere certi riti, ciò che è scritto nel Corano è la ri-
come la prostrazione, in modo per- velazione definitiva di Dio.
fetto. Chi compie i gesti in modo cor-
retto, essendosi purificato, ha fatto la
preghiera. Ciò che determina il valore
della preghiera è un fatto oggettivo,
non soggettivo, non si tratta di senti-
menti.” Non importa cioè quel che si
pensa, ma solamente fare il gesto come
prescritto. (da Islam, una realtà da co-
noscere, a cura di Elisa Buzzi, Marietti)
3. Elemosina. Il fedele adulto è tenuto a
dare in elemosina il 2,5% dei guadagni
ai fratelli musulmani più poveri.
4. Il pellegrinaggio alla Mecca In essa è
custodita la pietra nera, considerata di 171
origine divina. Tutto il territorio cir-
costante è considerato sacro.
in questa sede: volerla limitare a un luo- tenuti i pilastri della fede islamica.
go di preghiera è fuorviante. Il venerdì
è il giorno in cui la comunità si raduna. La prima (formula della salvaguardia)
Alla preghiera fa seguito la khutba, il di- “Credo in Dio
scorso, che non è assimilabile all’omelia E nei suoi angeli
del sacerdote durante la messa: esso in- E nei suoi libri
fatti affronta le questioni più importanti E nei suoi inviati
del momento, andando quindi ben al di E nel giorno del giudizio
infatti vivono la solidarietà solo con colo- là degli aspetti spirituali. Molte decisioni E che il male e il bene vengono da Dio
ro che professano la stessa fede. politiche vengono prese alla moschea. Gli E nella vita dopo la morte”
Questa è la visione di Maometto, questa storici dell’Islam sanno che in molti casi La seconda (Islam)
è la religione che ha voluto, una religione il Jihad viene spesso proclamato durante “O figli dell’abbandono!
equilibrata che non chiede troppo. (…) questi discorsi. Anche per questo in mol- Ecco le cinque testimonianze della fede:
L’Islam è esigente in certi aspetti, mentre ti paesi musulmani il testo del discorso confesso che in verità
è facile in altri. È esigente perché impone deve essere preventivamente sottoposto non c’è Dio se non Dio
di pregare cinque volte al giorno, di digiu- alle autorità civili.” (Samir, 100 domande e Muhammad è l’inviato di Dio
nare; è facile perché non chiede di porsi sull’Islam, Marietti) Professo la chiamata alla preghiera
delle domande: impone regole precise, e e l’obbligo dell’elemosina rituale
tutti le seguono; fare una cosa che fanno LA SPIRITUALITÀ e l’obbligo del digiuno di Ramadan
tutti è più semplice. L’Islam è facile per- e l’obbligo del pellegrinaggio alla casa di
che c’è questo fortissimo sostegno socia- “La spiritualità musulmana esiste, – con- Dio”
le.” ( op. cit. pg 26) tinua Samir– può essere molto profonda,
“La moschea è il luogo dove la comunità ma anche molto superficiale. È raro che la Alcune preghiere poi, come la seguente,
si raduna per affrontare tutto ciò che la predicazione sia incentrata sulla vita spiri- manifestano un sincero amore per Dio
riguarda: la preghiera, ma anche le que- tuale del singolo.” onnipotente.
stioni sociali, culturali, politiche. Tutte le Le preghiere più importanti sono due “o Dio, asilo di chi è senza tetto,
decisioni della comunità vengono prese grandi formule dell’Islam in cui sono con- rifugio di coloro che fuggono,

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Salvatore di coloro che si perdono, guerra difensiva, quando cioè l’Islam vie-
consolatore dell’ affliggere dell’infelice; ne attaccato, sia quella preventiva, quando
ISLAM E LIBERTÀ
tu hai pietà dei poveri, il rischio di essere attaccati è imminente. A prima vista, essendo l’Islam una “sot-
hai cura dei bisognosi, E la guerra deve essere combattuta finché tomissione” sembrerebbe non esserci li-
tesoro di chi nulla possiede; l’ultimo nemico non se ne sia andato op- bertà in questa religione, tuttavia abbia-
tu guarisci i cuori spezzati, pure sia stato ucciso. mo visto che in realtà l’Islam ha alcuni
guida di chi è smarrito, Dobbiamo riconoscere che esistono due precetti fondamentali, adempiuti i quali
difensore dei deboli, letture del Corano e della Sunna: Una si è a posto. Nelle decisioni concrete del-
protettore dei timorosi, lettura legittima che propende per i ver- la vita che non riguardano i pilastri della
aiuto di chi è nella necessità, setti che invitano alla tolleranza nei con- fede il musulmano può decidere se segui-
fortezza di chi cerca riparo”. fronti degli altri credenti, accanto ad una re o no il Corano. L’unica libertà che è
(Testi tratti da “Alla scoperta dell’Islam”, seconda lettura ,altrettanto legittima ,che negata è la conversione ad un’altra reli-
Tools, Faenza 1993) predilige però i versetti che invitano al gione, considerata un’offesa all’Islam. Se
conflitto. dunque un musulmano volesse punire
IL JIHAD (…) Un versetto, ad esempio, recita: “Uc- con la violenza un convertito, questo non
cideteli dovunque li troviate” (Vacca, sarebbe un reato. Diversa è la situazione
“Il Jihad, o guerra santa, è un obbligo per II,191). delle donne, che sono in secondo pia-
i musulmani adulti, in particolare dei ma- Il problema è che, qualunque sia la loro no: l’uomo in famiglia e nella società ha
schi. È’ un obbligo collettivo nel senso che convinzione, i musulmani non hanno mai pieni poteri (anche il Corano proclama:
tutta la comunità è tenuta a partecipare ammesso che un qualunque versetto cora- “Le donne sono il vostro campo da ara-
se si sente in pericolo. Solo l’imam ha il nico non abbia più valore oggi. re, aratelo come volete”). “L’uomo ha la
diritto-dovere di proclamarlo, ma una vol- In tal modo, ci sono nel Corano due scel- possibilità di avere contemporaneamen-
ta che lo ha fatto tutti i musulmani maschi te diverse, una aggressiva e l’altra pacifica, te fino a quattro mogli, una donna non
adulti devono aderire. Questo è un obbligo ambedue accreditate. può sposare più di un uomo. La donna
stabilito nel Corano, il quale rimprovera Ci vorrebbe un’autorità, unanimamente musulmana non può sposare un uomo di
spesso ai “tiepidi”di non fare la guerra e di riconosciuta dai musulmani, che possa un’altra fede.
rimanere a casa tranquilli, e li chiama ipo- dire qual è la scelta giusta. Ma questo non Il marito può ripudiare la moglie. La mo-
criti. Quest’obbligo è stato praticato fin accade. glie non può ripudiare il marito. Potreb-
dall’inizio da Maometto e riguarda sia la Ciò significa che quando alcuni fanatici be chiedere il divorzio, che però diviene
uccidono bambini, donne e uomini in per lei motivo di riprovazione. I figli
nome dell’Islam puro e autentico, nes- “appartengono” al padre che decide della
suno può dir loro: “ voi non siete veri e loro educazione. Solo il padre ha la pote-
autentici musulmani”. Al più si può affer- stà genitoriale.
mare: “La vostra lettura dell’Islam non è La testimonianza di un uomo vale quella
la nostra”. di due femmine.
Ed è questa l’ambiguità dell’Islam, dalla Le cose cambiano quando in un paese
sua nascita fino ad oggi: che la violenza viene imposta la Sharia, per cui il Corano
ne fa parte, ed è lecito fare la scelta del- e la Sunna diventano legge dello stato.
la violenza, ma anche la tolleranza ne fa In quel caso tutti i cittadini sono
parte ed è lecito fare anche la scelta della obbligati a seguire fin nei parti-
tolleranza” colari i dettami di Maometto e 173
(Samir, Cento domande sull’Islam, Marietti) della tradizione.
5. Ebraismo
Il concilio Vaticano II, nella dichiarazione che stiamo considerando, af-
ferma riguardo agli ebrei: “essendo perciò tanto grande il patrimonio spiri-
tuale comune ai cristiani e agli ebrei, questo Sacro Concilio vuole promuo-
vere e raccomandare tra loro la mutua conoscenza e stima, che si ottengono
soprattutto dagli studi biblici e teologici e da un fraterno dialogo… e se è vero
che la Chiesa è il nuovo popolo di Dio, gli ebrei tuttavia non devono essere
GLI EBREI OGGI presentati né come rigettati da Dio, né come maledetti, come se ciò scaturisse
dalla Sacra Scrittura…
Abbiamo già incontrato il popolo eletto
La Chiesa inoltre, che esecra tutte le persecuzioni contro qualsiasi uomo,
affrontando l’Antico Testamento, e ne ab-
biamo seguito la storia fino all’avvento di
memore del patrimonio che essa ha in comune con gli ebrei, e spinta non per
Gesù Cristo.
motivi politici, ma per la religiosa carità evangelica, deplora gli odi, le per-
Le tensioni con il governo romano carat- secuzioni tutte le manifestazioni dell’antisemitismo dirette contro gli ebrei
terizzarono le vicende politiche della Pa- in ogni tempo e da chiunque.” (4)
lestina per alcuni anni. La resistenza alla
dominazione straniera sfociò nella rivolta o nella sinagoga. Gli sposi si scambiano Il culto pubblico ebraico si svolge nella
ebraica del 66 d.C. ci si concluse nel 70 anelli e promesse, bevono vino da una sinagoga. È un edificio caratterizzato da
d.C., quando Gerusalemme fu conquista- coppa che viene poi rotta dallo sposo, in un ambone e da un armadio che contiene
ta e il Tempio distrutto. ricordo della distruzione del Tempio di i rotoli della legge,cioè nei primi cinque li-
Gli ebrei si disseminarono in tutto il mon- Gerusalemme. bri della Bibbia chiamati Torah”. Si prega
do ( diaspora è il nome di questa disper- La casa è un luogo sacro dove si prega Dio insieme e si ascolta la predica del rabbino
sione) ma restarono un popolo compatto, come nella sinagoga. Questa è spesso rap- (maestro) che guida la comunità. La lettu-
fedele alla sacra scrittura e alla legge data presentato da una scatoletta (“mezuzah”) ra della Torah precedente alla predica può
a Mosé, ai riti e alle feste che ricordano la che contiene alcuni brani della Bibbia. In essere fatta da chiunque.
storia della sacra Alleanza. famiglia si prega al mattino, alla sera, prima Nel corso dell’anno si celebrano feste spe-
Vediamo ora come è la vita oggi di un dei pasti. Le preghiere più importanti inizia- ciali per commemorare i grandi avveni-
uomo di religione ebraica. no sempre con il versetto “Ascolta Israele: il menti della storia del popolo eletto.
Alla nascita, se il bambino è maschio, all’ot- Signore nostro Dio è l’unico Dio. Amerai il La più importante è la Pasqua, che dura
tavo giorno viene circonciso. Questo se- Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con otto giorni alla fine di marzo o all’inizio
gno nella carne lo fa entrare nell’alleanza tutta la tua anima e con tutte le tue forze”. di aprile e ricorda la fuga degli ebrei dalla
di Abramo e nella comunità del popolo di Il sabato è il giorno sacro della settimana schiavitù d’Egitto. La festa delle capan-
Israele. A 13 anni per il maschio e a 12 anni ebraica. Non vi si può compiere alcun la- ne commemora i quarant’anni trascorsi
per le femmine, i ragazzi entrano nella mag- voro, gli ebrei più osservanti si astengono dal popolo in Egitto. La Pentecoste, sette
giore età religiosa. Da questo momento, perfino dal viaggiare, dal maneggiare sol- settimane dopo la Pasqua ricorda la con-
l’ebreo diviene membro della comuni- di o altri strumenti come ad esempio il segna della legge a Mosé.
tà ed è soggetto ai doveri e ai diritti telefono. Durante il sabato in famiglia si Capodanno è il giorno della espiazione
174 religiosi derivanti dalla legge. prega e prima della cena del venerdì il pa- (Yom Kippur): si celebrano solenni ceri-
Il matrimonio è un comanda- dre benedice una coppa di vino , la fa bere monie penitenziali e digiuni per chiedere
mento. Può essere celebrato in casa ai familiari e spezza il pane per tutti. a Dio il perdono dei peccati commessi.
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pur non avendo evitato al popolo l’Olo- per la deportazione, che venne letta in tut-
L’OLOCAUSTO causto, partecipa di quel dolore. Elie Wi- te le Chiese domenica 26 luglio 1942. Lu-
La storia degli ebrei dalla distruzione di sel, sopravvissuto all’orrore di Auschwitz, nedì 27 luglio i tedeschi per rappresaglia
Gerusalemme ai giorni nostri è piena di premio Nobel per la pace, così scrive, de- deportarono tutti gli ebrei convertiti, tra
persecuzioni. L’ultima e più feroce è stata scrivendo l’uccisione di un bambino per cui Edith Stein, poi proclamata santa, che
la Shoah, ad opera dei nazisti di Hitler. impiccagione da part delle SS: «… il bam- morì ad Auschwitz il 9 agosto 1942.
• Nel 1935 il regime nazista promulgò bino lottò con la morte per una mezz’ora. Pio XII, vedendo quanto successo in Olan-
le leggi razziali che tolsero agli ebrei la Qualcuno dietro di me disse :”Dov’è il da e consapevole che una condanna espli-
gran parte dei diritti civili. buon Dio? Dov’è?”. Passarono i minuti e cita avrebbe solo accentuato la rappresaglia
• Nel 1938 esplose la violenza nei con- il bambino era ancora vivo, agonizzante. nazista, accenna e condanna senza mai però
fronti degli ebrei, con la devastazione Dietro di me udii il solito uomo doman- nominare esplicitamente l’orrore nazista e
di negozi, abitazioni, sinagoghe (tri- dare: “dov’è dunque Dio?”. E io sentivo in si adopera nel nascondimento per salvare
stemente famosa è la “notte dei cristal- me una voce che gli rispondeva: “Dov’è? il maggior numero di ebrei possibile. Gran
li”). Gli appartenenti al popolo ebraico Eccolo: è appeso lì, a quella forca!”» parte della Chiesa lo aiuta: conventi, mo-
vennero rinchiusi in ghetti situati nelle La posizione della Chiesa in un primo nasteri, palazzi vaticani diventano un rifu-
principali città tedesche e polacche. momento fu di condanna esplicita: il 13 gio per moltissimi perseguitati.
• Nel 1942 il regime decise l’annienta- gennaio 1941 i vescovi olandesi, ad esem- Molti cristiani moriranno per questo.
mento totale, attraverso la deportazio- pio, pubblicarono una lettera contro l’ade- Tra essi Padre Kolbe, sacerdote polacco
ne in campi di sterminio. La fine della sione al partito nazista. Quando iniziò la deportato nel 1941 ad Auschwitz. In un
guerra, persa dalla Germania, bloccò deportazione degli ebrei olandesi, l’epi- ambiente che faceva di tutto per togliere
questo olocausto. Nei campi di ster- scopato olandese insieme alle altre Chiese dignità umana ai prigionieri e per aizzar-
minio vennero uccise tra i 10 e gli 11 Cristiane, inviarono un telegramma al gen. li uno contro l’altro, Padre Massimiliano
milioni di persone, di cui 6 milioni di Christiansen, deplorando la deportazione. Kolbe fece un gesto straordinario: si offrì
ebrei. Il Primo Commissario Generale, Seyss- al posto di un altro prigioniero. Il capo del
Questo dramma ebbe conseguenze gran- Inquart, rispose che avrebbero risparmiato Lager, miracolosamente, accettò lo scam-
dissime sulla coscienza del popolo ebraico gli ebrei convertiti al cristianesimo. Il 20 lu- bio. P. Kolbe e altri prigionieri morirono
di essere l’eletto da Dio. In alcuni profon- glio 1942 venne scritta dai vescovi olandesi cantando in una cella dove furono costret-
di pensatori è nata la convinzione che Dio una lettera, in cui vi era la protesta esplicita ti a morire di fame.

Cerimonia del Bar mitzvah, ter-


mine per indicare il momento in
cui un bambino ebreo raggiunge
l’età della maturità.

175
6. Ecumenismo
e dialogo
Il Concilio Vaticano II ha trattato se di staccarsi da Roma non riconoscen- Le chiese separate d’Occidente: Sono
dell’ecumenismo nel decreto “Unitatis do l’autorità del Papa a causa di alcune le chiese nate in seguito alla riforma
redintegratio”. incomprensioni. Molte di queste chiese protestante del 1520, iniziata da Martin
Dopo aver dimostrato la volontà di Gesù sono state fondate dagli stessi apostoli, Lutero. Nel tempo queste chiese si sono
che la sua Chiesa fosse una e i suoi disce- sono molto cresciute nella liturgia, che è così diversificate e sono diventate così
poli uniti in un solo corpo, il concilio vissuta con entusiasmo ed ha una bellezza numerose che è impossibile darne una de-
prende atto che “in questa Chiesa di Dio particolare, hanno”veri sacramenti” e una finizione univoca. Tra le chiese separate
una e unica, sono sorte fin dai primissimi profonda spiritualità che nasce dalla pre- d’Occidente ve ne è una da considerare
secoli alcune scissioni,…; ma nei secoli senza di molti ordini monastici. Il Conci- particolarmente, nella quale “continua-
posteriori sono nati dissensi più ampi, e lio chiede che “tutti sappiano riconoscere, no a sussistere in parte le tradizioni e le
comunità non piccole si staccarono dalla venerare, osservare, sostenere il ricchissi- strutture cattoliche” (U.R. 13): è la Chie-
piena comunione della Chiesa cattolica, mo patrimonio liturgico e spirituale degli sa anglicana, nata nel 1533 a causa della
talora non senza colpe di uomini entram- orientali”. Rispetto poi alla differenza di pretesa del re Enrico VIII di ottenere il
be le parti.”. alcune formule teologiche viene compiuto divorzio dalla moglie, negato dalla Chie-
Si riferisce qui ad alcune separazione cau- un grande passo affermando che la diffe- sa. È una chiesa nazionale con a capo lo
sate da motivi religiosi o da circostanze renza di formulazione non si oppone alla stesso re d’Inghilterra.
politiche, da incomprensioni. Tra queste, dottrina cattolica, ma anzi la completa. Rispetto alle altre chiese protestanti il Va-
quelle più importanti e che ancora oggi Anche circa la diversa disciplina, l’atteg- ticano II riconosce importanti divergenze
sono una ferita aperta sono: giamento è lo stesso: poiché all’origine, soprattutto nell’interpretazione della ve-
le chiese d’oriente e d’Occidente erano rità rivelata. Il cammino ecumenico deve
La chiesa ortodossa d’Oriente: Nell’XI in comunione, sulla base della comunio- dunque sottolineare ciò che può unire, spe-
secolo Patriarca di Costantinopoli deci- ne degli apostoli, quella diversità “non rando che questo nel tempo faccia supera-
si oppone minimamente all’unità della re le differenze. Caratteri comuni sono:
Chiesa”. la centralità di Gesù Cristo riconosciuto
come Dio e Signore, lo studio e la venera-

176
UN
ITÀ
LE RELIGIONI
6

zione per la Sacra Scrittura e l’azione della diceva: “vagliate ogni cosa e trattenete- È qui si capisce in tutta la sua forza il ri-
carità che è propria di tutti i cristiani ne il valore” (1 Ts 5,21). chiamo del Concilio alla conversione: se
Chi è cristiano cattolico è sicuro di avere uno pensa che la verità sia il Dio rivelato
incontrato la verità, ma è altrettanto sicu- da Gesù Cristo risorto, “Via, verità, vita”,
L’IMPEGNO ECUMENICO ro di non possederla totalmente. L’atten- sarà subito persuaso di non poter possede-
Il concilio Vaticano II, dopo aver ricono- zione alle altre confessioni cristiane non si re la verità, ma di doverla scoprire.
sciuto che l’ecumenismo riguarda tutta la riduce così a una generica tolleranza, che L’ecumenismo allora è un amore alla
Chiesa che ha continuamente la necessità facilmente viene ridotta ad una indifferen- verità che è presente, fosse anche per un
di essere riformata, indica nella conver- za reciproca, ma diventa un dialogo pieno frammento, in chiunque. Ogni volta che
sione interiore la vera via dell’ ecumeni- di attenzione per scoprire – insieme – la il cristiano incontra una realtà nuova l’ab-
smo: “con quanta più stretta comunione verità. In una tolleranza “ridotta” , le pro- borda positivamente, perché essa ha qual-
saranno uniti col Padre, col Verbo e con lo prie convinzioni , la propria identità de- che riverbero di Cristo, qualche riverbero
Spirito Santo, con tanta più intima e facile vono essere taciute, nell’ equivoco timore di verità.
azione potranno accrescere le mutue rela- che possano compromettere il rapporto...
zioni fraterne”. … nel dialogo ecumenico, invece, i propri Harry Rosenthal, Dialogo tra le
Chi parte dall’ Incarnazione, infatti, convincimenti vengono affermati nel de- religioni monoteiste. Milano, Tempio
Valdese. A pagina precedente la città
potrà valorizzare ogni seme di verità siderio di essere approfonditi e completati di Gerusalemme, sacra per gli ebrei, i
presente nell’altro: se Dio è diventato da ciò che l’altro dice e vive. cristiani e i musulmani.
uomo, tutto ciò che è umano diventerà L’unico vero ostacolo al dialogo è la prete-
interessante, parlerà di Lui. San Paolo sa di possedere la verità.

177
LO SCRIGNO

“UN ESEMPIO: I QUATTRO DI NAZARETH”


> testi Tratto da “Un sì, un inizio, una speranza”,
Angelica Calò Livnè

Il racconto descrive l’incontro de- al kibbutz perché dovrei portarti to questo è solamente parte di una
siderato ma inaspettato tra Sarah una cosa da parte sua per tuo figlio storia appassionante di cui io sono
una donna israeliana, sposata con Raphael. Posso venire?” diventata senza neanche accorger-
quattro figli, che vive in Israele mene protagonista…e nello stesso
tutte le problematiche sociali e Luca si era ricordato che lunedì 27 tempo spettatrice! Sono impazien-
politiche del suo popolo e quat- novembre Raphael avrebbe dovuto te di vedere la prossima puntata…”
tro giovani cattolici, che lavorano arruolarsi. Aveva sentito da lon- Quella sera venne giù, rallegrando
in ospedale a Nazareth, amici di tano il tramestio del suo cuore di i cuori, la prima pioggia dell’anno
Luca, primo amico cattolico in- madre israeliana e aveva prepara- e insieme a quell’acqua di benedi-
contrato da Sarah.
to un piccolo dono e una bellissima zione arrivarono quei quattro per-
lettera per benedire quei tre anni sonaggi, arrivarono veramente e lei
Sarah era in grado di inebriarsi difficili che avrebbe trascorso suo li denominò, dal primo momento e
completamente ascoltando le pa- figlio nell’esercito più indipenden- senza indugi, i quattro angeli. Bel-
role di certe canzoni, alla vista di te del mondo. lissimi, di una bellezza magnetica,
un quadro o ascoltando certe mu- Sarah richiamò subito Davide: tutta negli occhi e nei gesti, nel
siche. Anzi, quando questa sensa- ”Veramente proprio oggi abbia- modo di guardare, di chiedere, di
zione era più intensa del solito le mo ricevuto un messaggio che il interessarsi sinceramente e seria-
si riempivano gli occhi di lacrime e servizio militare di Raphael era mente a tutto..
guardando in cielo gridava dentro rimandato, ma vieni lo stesso, se “Avevamo letto i tuoi articoli e vo-
di sé: “Fai che non finisca mai tut- sei amico di Luca sei già nostro levamo sapere chi era il volto die-
to questo…fai sì che possa provare amico!” Qualche minuto dopo Da- tro a quelle parole…”
queste emozioni fino alla fine dei vide richiamò:”Potremmo venire Stavano seduti sul divano nel sa-
miei giorni!”. in due?”. “Ma certo, figuriamoci!”. lotto Sarah e Jonathan erano lì che
Si immedesimava in qualunque fra- Passarono altri pochi minuti: ”E se rispondevano alle loro domande
se che venisse dall’animo, aveva venissimo in tre?”. Sarah che ado- sul kibbutz, sull’ebraismo, sulla
la capacità di entrare immediata- rava queste cose disse sorridendo: Torà, su Israele… Sarah si sentiva
mente nel profondo di chiunque “Quanti italiani ci sono lì, Davi- come una sorgente zampillante e
avesse di fronte. Si sedette davanti de?”. “Siamo in quattro”. freschissima alla quale essi si dis-
al computer, apparve il messaggio “Ok, vi aspettiamo..” setavano… era una sensazione bel-
di qualcuno che non conosceva: Poi scrisse al suo amico giornalista lissima, dare, dare. Dare senza ri-
“Shalom. Mi chiamo Davide, lavo- Luca. cevere, con tutto l’amore possibile
ro all’ospedale italiano di Na- “Chi sei? Un essere soprannatu- a della gente buona nell’animo,
zareth: il mio amico Luca rale…un alieno…un mago…? Chi ti che non avrebbe sfruttato la sua
178 dice di dirti che si è per- ispira…Chi ti ha messo sulla mia ingenuità, la sua purezza.
messo di darmi il tuo e-mail strada? Non so se questo Davide Sarah guardava ancora più atten-
per chiederti se domenica sei verrà…se esiste veramente..se tut- tamente e pensò che il mondo non
UN
ITÀ
LE RELIGIONI
6

era solo pieno di rabbia e solitudi- rivedersi assolutamente e Sarah con storie sul Mistero, sulle Presenza, sul-
ne, che volendolo ardentemente e una gioia nuova scrisse a Luca: le moschee che si vorrebbero costru-
sinceramente si sarebbero potuto “E così ti sei ricordato del 26 novem- ire a Nazareth, sull’Islam, sull’amore
aprire tutte le porte che si pensava bre e con un tocco da maestro hai senza fare l’amore, sulle cose più
di non poter aprire mai. organizzato regali, lettera e dei mes- belle del mondo con Jonathan e tutti
Un uomo era un uomo e il sangue saggeri. Quando Davide mi ha detto i nostri figli… e la cosa più bella è che
era il sangue. che avevano qualcosa per Raphael oggi al 90esimo minuto hanno comu-
E il sangue degli ebrei,dei cristiani e gli ho detto di venire direttamente nicato a Raphael che il suo arruola-
di chiunque altro era lo stesso san- a cena … è arrivato Francesco, il di- mento viene posticipato a Marzo o
gue. Quando l’Umanità avrebbe ca- rettore dell’ospedale, con Stefano il forse dopo… così abbiamo appoggiato
pito questo, la terra avrebbe smesso factotum e Matteo, un tipo silenzio- il tuo regalo in un angolino e ci siamo
di piangere. Si abbracciarono tutti, so e tenerissimo… Ed è stata grande goduti l’altro regalo che ci avevi in-
si congedarono con la promessa di festa, una cena bellissima, con tante viato… i quattro nuovi amici.

Angelica Calò Livnè, l’autrice del libro di cui hai appena letto un racconto, è innanzitutto un’educatrice, ha
allestito con il Teatro Comunitario della Galilea, la “compagnia teatrale dell’Arcobaleno”, composta da ra-
gazzi ebrei, cristiani, musulmani, arabi, drusi, diversi spettacoli di mimo e danze che raccontano cosa pensa
e cosa desidera veramente un adolescente che vive in un paese in guerra e li ha portati in giro per il mondo.
Angelica è certa che l’educazione sia il mezzo più importante per costruire la pace, che Ebrei ed Arabi
possano vivere insieme.
Dice in un’intervista: “La ‘Compagnia dell’Arcobaleno’ è parte di una vera e propria strategia di Pace, un Tea-
tro di cambiamento che già influisce sugli attori e sul pubblico che assiste allo spettacolo.La Compagnia è nata
nel 2002, a Kerem Ben Zimra, un moshav a 15 km da Sasa, il mio kibbutz, oggi ci sono 28 attori in erba. Sono
ragazzi religiosi del moshav Dalton, ragazzi arabi del villaggio di Fassouta e del villaggio di Jish, ragazzi dai
villaggi ebraici circostanti, una ragazza cirkassa del villaggio di Rehaniya. Dopo un percorso doloroso e soffer-
to, abbiamo allestito uno spettacolo di Teatro-Danza che esprime la tragicità dei momenti che stanno vivendo
i due popoli e che dà il senso dell’importanza immediata del dialogo e dell’incontro.”

179
LO SCRIGNO

“I TESTIMONI”
> testi I martiri ortodossi nel XX secolo
Martin Luther King

Il dialogo ecumenico non può sot- ne, venne sepolto vivo. Tra il 1918 la vita di fede di circa 30.000 cre-
trarsi dal riconoscimento della testi- e il 1919 vennero uccisi 19 vescovi denti durante gli anni del comuni-
monianza di fede e vita che queste ortodossi, mentre il numero delle smo. Nel 1937 il Soviet per gli affari
Chiese hanno lasciato. vittime tra clero e laici è difficil- religiosi è costretto a constatare che
Nel 1917 i cristiani ortodossi erano mente quantificabile. A tutto questo “ i credenti di fede ortodossa hanno
117 milioni. Nell’incessante susse- va aggiunto il disprezzo e l’irrisione incominciato a riunirsi per conversa-
guirsi delle repressioni sin dai pri- del sentimento religioso che colpiva re, leggere libri religiosi, soprattut-
mi mesi del regime comunista fu ogni credente. to dove sono state chiuse le chiese”.
sempre prioritario, e apertamente Nel 1920 vennero istituiti i Gulag La Chiesa ortodossa russa ha dato
dichiarato da Lenin stesso, l’obiet- e nel primo grande lager voluto da un tributo di sangue enorme, senza
tivo di distruggere la fede religiosa, Lenin sulle isole Solovki, erano con- contare i credenti laici, non prigio-
incarnata soprattutto nella Chiesa centrati numerosissimi vescovi e sa- nieri, spesso fucilati con motivazio-
ortodossa, maggioritaria in Russia. cerdoti, molti dei quali trovarono il ni pseudo-politiche (solo nel 1937 ne
Gli ortodossi furono colpiti dura- martirio. Durante la requisizione di furono fucilati 100.000).
mente, ma di molte vittime non è vasi e arredi sacri, i bambini furono Questo vero e proprio sterminio finì
giunta documentazione. costretti a scrivere “la religione è oltretutto per privare il paese del
Negli anni di guerra civile (1918-20) l’oppio dei popoli” sulle pareti delle suo nerbo; molti cristiani che era-
e del cosiddetto comunismo di guer- chiese saccheggiate. no delle personalità straordinarie
ra le esecuzioni sommarie di sacer- Nel 1921 il patriarca Tichon si rivolse vennero esiliati o uccisi. Nell’estate
doti, monaci e fedeli furono nume- al papa Benedetto XV per chiedere 1937 ad esempio, poiché il piano ri-
rose; chi potè emigrò all’estero. Nel aiuti per la carestia, ma i sovietici organizzativo di Stalin prevedeva la
1918 già si verificarono saccheggi e troncarono l’iniziativa e impedirono riduzione della popolazione carcera-
profanazioni di chiese e monaste- alla Chiesa ortodossa di aiutare gli ria tramite fucilazione entro 4 mesi,
ri anche durante la liturgia. A Kiev affamati. venne destinato alla fucilazione il
il metropolita Vladimir Bogojav- Si calcola che durante il comuni- sacerdote P. Florenskij, scienziato
lenskij venne trascinato fuori dal smo su 140.000 sacerdoti ortodossi e genio straordinario, del quale ci-
monastero in cui viveva, insultato 120.000 vennero fucilati, nei Gulag tiamo alcune interessanti riflessioni
e fucilato: portava la petto l’effigie furono rinchiusi 18-20 milioni di pri- : “Mai, in niente e per nessun mo-
della Vergine, aveva il volto sereno gionieri, e di essi 7 milioni vi moriro- tivo rinunciare alle proprie convin-
e benedisse i suoi assassini mentre no: i detenuti mandati ai lavori co- zioni... una concessione ne chiama
gli sparavano. L’elenco dei marti- muni non sopravvivevano più di tre un’altra e così di seguito all’infini-
ri continuava ad allungarsi ogni mesi. In quegli anni la vita della co- to”; “Ho compreso che è soltanto
giorno, l’ arcivescovo An- munità cristiana continuava in modo la voce di Dio che devo seguire”;
180 dronik Nikol’skij di Perm, clandestino nei cosiddetti “mona- :..tutto ciò che succede ha un suo
già missionario in Giappo- steri domestici”, che alimentarono significato e si combina in modo
UN
ITÀ
LE RELIGIONI
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tale che...la vita si dirige verso il dicatore della chiesa battista e da lente reazioni. Anche di fronte a
meglio”, e ancora “Osservate più una maestra elementare, vive in queste M. L. King continuerà a pre-
spesso le stelle. Quando avrete un un’America ancora segnata dal raz- dicare l’amore cristiano: “… mette-
peso nell’animo,guardate le stelle o zismo: nel riconoscimento dei diritti teci in prigione, e noi vi ameremo
l’azzurro del cielo…allora la vostra e nella vita civile gli uomini di colo- ancora. Mandate i vostri incappuc-
anima ritroverà la quiete”. re erano considerati inferiori. ciati sicari nelle nostre case nell’ora
Dopo la riapertura di molte chiese Studia filosofia e teologia e nel 1953 di mezzanotte, batteteci e lasciate-
durante la seconda guerra mondia- si sposa e diventa pastore della chie- ci i mezzi morti, e noi vi ameremo
le, nel 1948 in URSS erano aperte sa battista in Alabama. ancora. Fateci quello che volete e
14.500 chiese, ma Stalin fece a tem- Inizia così a battersi per il diritto di noi continueremo ad amarvi. Ma sta-
po a chiuderne un migliaio. Negli voto dei neri per la parità dei diritti te sicuri che vi vinceremo con la no-
anni ’50-’60 si tornò a chiudere la civili e sociali. La sua lotta è basata stra capacità di soffrire. Un giorno
maggioranza delle chiese per volon- sulla nonviolenza: dirà in un discorso noi conquisteremo la libertà, Ma non
tà di Chruscev. Oggi esistono circa “… siamo stanchi di essere segregati solo per noi stessi: faremo talmen-
20000 chiese restaurate nell’ex- e umiliati. Non abbiamo altra scel- te appello alla vostra coscienza e al
URSS, come ad esempio la cattedra- ta che la protesta. Il nostro metodo vostro cuore che alla fine conquiste-
le di Cristo Salvatore demolita nel sarà quello della persuasione, non remo anche voi, e la nostra vittoria
1931, presso la Piazza Rossa, dove della coercizione… se protesterete sarà piena.”
negli anni del comunismo esisteva con dignità e con amore cristiano, Il 4 aprile 1968 venne ucciso da un
una piscina riscaldata all’aperto. Gli storici dovranno riconoscere il sicario.
popolo nero che iniettò nuovo si- La sua figura resta nel ricordo di
MARTIN LUTHER KING gnificato e dignità nelle vene della tutti coloro che si battono per la li-
civiltà “. bertà, la pace, e l’uguaglianza. A lui
In campo protestante un testimone Nel 1964 riceve il premio Nobel per oggi sono dedicate molte vie, piazze
di primo piano è Martin Luther King. la pace. e anche canzoni (come “Pride - In
Nato nel 1229 in Georgia da un pre- Le sue iniziative susciteranno vio- the name of love” degli U2).

181
Dopo aver studiato l’Unità fermati a verificare quello che hai scoperto
con due esercizi di comprensione e un approfondimento personale.

VERIFICA
se hai capi to

Comprensione
a. Rispondi alle seguenti domande.
1. Quali sono gli aspetti più importanti della religione induista?

2. Quali sono gli aspetti più importanti della religione buddista?

3. Che cosa dice la Dichiarazione “Nostra Aetate” a proposito dell’induismo e del buddismo?

4. Chi era Maometto e che cos’è l’Islam?

5. Che cos’è Il Jihad?

6. Chi sono gli ebrei oggi?

7. Che cosa è stata la Shoah?

8. Che cos’è l’Ecumenismo?

182
UN
ITÀ
6
b. Completa la seguente mappa inserendo le frecce e le frasi (o
parole) mancanti.
Nell’induismo, l’uomo
vuole scoprire che ol-
La religione induista espri-
tre all’apparenza c’è
me mirabilmente come Buddha non è una ..........
“qualcosa” che dà sen-
l’uomo voglia scoprire ciò .......................... , come
so a tutto: ..................
che sta oltre l’apparenza spesso si crede. È’ stato un
.................................
delle cose, il suo significato. uomo che si è interrogato
Questa ricerca determina il sull’esperienza ................
giudizio sul valore ............ .......................................
.......................................

Dialogo
Gli ebrei si dispersero in interreligioso
tutto il mondo, ma restaro-
Il messaggio di Maometto è
no popolo compatto, Fede-
semplice e chiaro: c’è un
le alla ..............................
solo Dio, .........................
e alla legge data al popolo
c’è un giudizio eterno,
da Mosé, ai Riti e alle feste
ognuno sarà giudicato se-
che ricordano la storia del-
condo .............................
la ...................................

La posizione della Chiesa di fronte alla persecuzione nazista in un primo momento fu di condanna
esplicita. Pio XII, poi, consapevole che una condanna esplicita avrebbe solo accentuato la rappre-
saglia nazista, condanna senza mai però nominare esplicitamente l’orrore nazista e si adopera nel
nascondimento per ................................. il maggior numero di ebrei possibile

Approfondimento personale
Dopo aver letto con attenzione l’unità, prova a confrontarti con eventuali compagni di classe o
di scuola di altre religioni su cosa significhi per loro amare, vivere l’amicizia, il matrimonio,
l’arricchimento reciproco.
Eventualmente insieme al professore di religione si potrebbe preparare una mostra su
questi temi. 183
Per favorire questo lavoro ti consigliamo di consultare lo scrigno del capitolo e gli altri
brani messi a disposizione nella versione online.
TRAILER
CONTENUTI :
• Bronx
• Le ali della li • Il viaggio dell
bertà a
• Cielo d’ottob spos a
re • The Truman s
• Les choristes how
• La rosa bianc
a
TRAMA CONTENUTI
Bronx È la storia di un bambino di nove
anni, Calogero Anello, che diventa
Stai attento a questi fattori che ti
aiuteranno a comprendere quanto
Titolo originale:
A Bronx tale amico di un gangster di nome Son- abbiamo detto circa il cammino per
Anno: 1993 ny che lo prende sotto la sua pro- diventare realmente se stessi.
Genere: drammatico tezione. Al padre del ragazzo però
Regia di Robert De Niro
non piace questa amicizia. Tutta la 1. Talento sprecato. La frase che
Interpreti principali: Robert
De Niro, Chazz Palmintieri, vita ha lottato per impedire al À- ritorna in tutto il Àlm è che non
Joe Pesci glio di farsi corrompere dalla vita c’è nulla di peggio del talento
del Bronx. Calogero però è l’unico sprecato. Questo diventa il cri-
Tu vali!
testimone di un omicidio e, quando terio di giudizio di Calogero.
viene messo a confronto con Sonny, 2. Il rapporto con i due adulti. Il
riÀuta di identiÀcarlo. padre sembra essere soppianta-
Passano otto anni. Sonny ha acqui- to da Sonny, ma quel che gli dice
stato più potere e il padre continua resta nel profondo ed emerge,
a guardare il Àglio adolescente vi- come ad esempio la differen-
vere seguendo Sonny. za tra essere amati ed essere
Il ragazzo sarà per il boss della ma- temuti. Sonny d’altra parte a
lavita una sorta di riscatto. Ma pro- modo suo vuol bene al ragazzo,
tagonista di tutta la vicenda è la gli impedisce infatti di diventa-
libertà del ragazzo che è continua- re come lui.
mente messa alla prova dalle scel- 3. “Quando sarai grande capirai”
te che deve fare e continuamente continuano a ripetere gli adulti.
provocata dai grandi che incontra. Ed è proprio così.
La scelta finale sarà decisiva per 4. Attenzione alla differenza tra
la vita di Calogero. “Talento spre- l’amicizia con la banda del quar-
cato” questa è la frase ricorrente tiere, che non lo aiuta a guarda-
nella pellicola e sarà la frase che re la realtà, e quella con la ra-
dirà alla Àne della storia il ragazzo gazza di cui si innamora, che lo
al boss. fa crescere.

186
TRAMA CONTENUTI
Andy Dufresne, bancario di mezza
età, condannato all’ergastolo per
La libertà è una dimensione del-
la persona, non una condizione
Le ali
l’omicidio della moglie, vede la sua
vita Ànire di colpo e rinascere len-
esterna. Tanto che si può essere
liberi anche in carcere.
della libertà
tamente Àno ad una vera e propria Titolo originale:
The Shawshank Redemption
redenzione. 1. L’amicizia tra i due protagonisti: Anno: 1994
In carcere subisce ogni tipo d’an- nasce da un fascino per la perso- Genere: drammatico
gheria, ma pian piano lo spirito nalità di Dufresne e diventa una Regia di Frank Darabont
remissivo e l’apatia che nei pri- compagnia per la vita (bellissi- Interpreti principali: Tim Robbins
Morgan Freeman
mi anni di carcere imprigionavano mo il Ànale da questo punto di Bob Gunton William Sadler
l’anima di Andy spariscono e la sete vista!)
di libertà prende il sopravento. 2. Due scene descrivono come è Libertà
Andy stringe una forte amicizia possibile essere liberi anche in
con un carcerato di colore, da tutti prigione. La prima e quella del
chiamato Red e guadagna il rispet- lavoro in terrazza: una birra be-
to degli altri carcerati e dei secon- vuta da uomini liberi.
dini, alcuni dei quali sono dei veri 3. Nella seconda scena protagoni-
aguzzini al servizio dello spietato sta è la musica: il sublime conte-
direttore Samuel Norton. nuto in Mozart rende libero tutto
La personalità di Andy e le sue co- il carcere. È qualcosa che fa vi-
noscenze in materia Àscale gli da- brare il cuore e rende possibile
ranno la possibilità di migliorare la speranza anche in carcere.
l’ambiente carcerario rendendolo 4. La vicenda di Brooks: non è det-
più umano. to che fuori dal carcere si sia più
liberi.

187
TRAMA CONTENUTI
Cielo d’ottobre Tratto dall’autobiograÀa dell’inge-
gnere spaziale della Nasa Homer
Il Àlm dà molti spunti per compren-
dere come si fanno a realizzare le
Titolo originale:
October sky Hickam, racconta la storia di un esigenze del cuore, compiendo se
Anno: 1999 bambino di una piccola città mi- stessi e vivendo una vera amicizia.
Genere: commedia neraria della Virginia, destinato, Eccone alcuni.
Regia: Joe Johnston come tutti i suoi coetanei, a di-
Interpreti principali: Chris Cooper
ventare minatore. Viene però in- 1. Un ragazzo Ànalmente riesce ad
Laura, Dern Jake Gyllenhaal,
coraggiato dalla sua insegnante, a essere se stesso. Tutto nasce da
William Le Scott
diventare un tecnico spaziale, ha un avvenimento imprevisto che
le qualità, la tenacia e la passione cambia il suo modo di intendere
Il cuore
per farlo. Il Àlm parte dai suoi so- il cielo: la visione dello Sputnik.
gni giovanili, dalle prove fatte con Questo genera l’intuizione che
gli amici, fa emergere le ambizioni determinerà la vita.
e inÀne, la decisione presa dal ra- 2. Questa intuizione dovrà fare i
gazzo di costruire un razzo e lan- conti con il padre, che pur sti-
ciarlo nello spazio. mando molto il Àglio ha già un
progetto su di lui.
3. L’ideale fa nascere un’amicizia
imprevedibile tra personaggi di-
versissimi tra loro, ma uniti oltre
ogni previsione.
4. Ogni cammino deve essere gui-
dato. la professoressa svolgerà
proprio il compito di richiamare
all’ideale i suoi ragazzi.

188
TRAMA CONTENUTI
Un compositore fallito viene
assunto come sorvegliante in un
Un ragazzo diventa uomo grazie
ad un incontro, non a caso il Àlm
Les choristes
Anno: 2004
istituto di rieducazione per minori inizia da un concerto trionfale di Genere: commedia
con il compito d’impartire lezioni un grande e affermato direttore Regia: Christofer Barratier
di musica. Da subito emerge il d’orchestra: il film farà capire Interpreti principali:
legame educativo fra il professore che questo è stato possibile grazie Gerard Jugnot
Francosi belerand
e i suoi allievi: nelle lezioni di all’incontro con un Maestro.
armonia musicale e umana, Il protagonista, il Maestro, ha una
nell’insegnamento del rispetto, passione da comunicare, questo Il cuore
nella capacità di ascoltare e di lo rende efÀcace nel rapporto coi
stare di fronte alle situazioni ragazzi. Ciò che rende intenso e
difficili dei ragazzi. La figura del vero questo rapporto è il perdono
maestro di musica si contrappone come possibilità di ricominciare
a quella del direttore, rigido nella incessantemente. La scena del
difesa giusta delle regole ma poco concerto esprime benissimo
capace di entrare in rapporto con questa dinamica.
i ragazzi e di far capire il valore
della disciplina.

189
TRAMA CONTENUTI
Il viaggio Il Àlm è ambientato nel Seicento, È un Àlm che aiuta a comprende-

della sposa una giovane donna nobile, parte


per raggiungere Bari dove deve
convogliare a nozze con un suo
re che voler bene è volere il bene
dell’altro. Osserva alcuni fattori
che ti faranno comprendere di più
Anno: 1997
pari. Trucidata la scorta dai bri- questo “voler bene”.
Genere: drammatico
ganti, Porzia, la giovane, prosegue
Regia di Sergio Rubini
Interpreti principali: avventurosamente il viaggio con lo 1. Bartolo all’inizio del Àlm è rozzo
Umberto Orsini stalliere Bartolo. Arrivati a desti- e analfabeta. Durante il tragitto
Sergio Rubini Carlo Mucari nazione entrambi sono innamorati e grazie al rapporto con Porzia
Giovanna Mezzogiorno e cambiati grazie a quanto hanno imparerà il valore delle parole.
vissuto nel drammatico viaggio. La conclusione del Àlm farà ca-
L’amore vero Dovranno tener conto di tutto per pire cosa porterà quel viaggio
scegliere e seguire ciò che è posto nella vita di Bartolo.
loro di fronte. 2. Anche Porzia cambia durante il
viaggio: scopre che non basta
essere ben educati per essere
buoni, e che il male che è in noi
ha bisogno di essere perdonato.
3. Ad un certo punto del Àlm Barto-
lo dovrà scegliere di voler bene
veramente a Porzia senza ridur-
re quell’amore a un “capriccio”.

190
TRAMA CONTENUTI
Truman Burbank vive per trent’an- Film interessante per capire che The Truman
ni nella tranquilla e agiata comu-
nità suburbana di Seahaven. Un
giorno scopre che la vita che sta
l’uomo ha bisogno di andare più in
là. Stiamo attenti ad alcuni fattori: show
Anno: 1998
vivendo è una gigantesca messin- 1. Truman (True man: l’uomo vero) Genere: drammatico
scena, una soap opera messa in ha un cuore desideroso di inÀni- Regia di Peter Weir
atto in uno studio televisivo gran- to, tanto che vuole fare l’esplo- Interpreti principali:
de come un’intera regione di cui ratore, vuole andare in quel Jim Carrey, Laura
Linney, Noah Emmerich
è l’unica persona vera Àlmata da posto estremo nel mondo, dove
telecamere invisibili. Tutti gli altri “non puoi più andare avanti sen-
Più in là
sono attori, guidati dal produttore za dover tornare indietro”. Un
Christof. Truman si pone Ànalmen- modo metaforico per descrivere
te domande chiare sulla sua vita e l’inÀnito.
sull’incontro con la realtà che vuo- 2. Tutto intorno a lui sembra fat-
le conoscere. to apposta per spegnere quella
sete inÀnita. Il potere (il regista)
ha organizzato tutto per questo.
Ma — come il regista stesso deve
riconoscere — “se Truman voles-
se conoscere veramente la veri-
tà, e non si accontentasse solo
di ciò che vede, allora non po-
tremmo fare nulla”.
3. Un incontro permette a Truman
di trovare la forza per continua-
re a cercare.
4. Il potere vuole sostituirsi a Dio (il
regista si fa chiamare Christof),
ma a differenza di Dio non con-
divide la vita di Truman (men-
tre Dio si fa uomo) ma la dirige
dall’alto (mentre Cristo, quello
vero, si sacriÀca per l’uomo).

191
La rosa TRAMA
Questo Àlm racconta la nascita e la
rogati dalla Gestapo, processati
dalla Corte Popolare di Giustizia e

bianca vita della Rosa Bianca attraverso il


resoconto che, i protagonisti della
stessa, sono costretti a perpetuare
condannati alla ghigliottina in soli
cinque giorni. I fratelli Scholl, così
come tutti i membri della resisten-
Titolo originale:
Die Weiße Rose durante il processo. La Rosa Bianca za della Rosa Bianca, nei mesi suc-
Anno: 2005 è innanzitutto un gruppo di giovani cessivi furono rintracciati e inda-
Genere: drammatico amici che condividono la vita uni- gati. Il Àlm tiene conto nelle sue
Regia di Marc Rothemund
versitaria e che si interrogano su ricostruzioni storiche, dei verbali
Interpreti principali:
Julia Jentsch Gerald Alexan- quanto sta succedendo in Germa- originali degli interrogatori e dal-
der Held Johanna Gastdorf nia tra il ’42 e il ’43. Una mattina le numerose testimonianze, come
di febbraio, come era già successo quella della compagna di cella Else
Libertà molte altre volte, centinaia di vo- G., Rothemund.
lantini di denuncia contro i crimini
nazisti vennero disseminati lungo i
corridoi degli atenei. Un gesto che CONTENUTI
però questa volta divenne il loro È un Àlm che completa quanto det-
punto di rottura, perché, sorpresi to nella “lente d’ingrandimento”
da un sorvegliante, furono inter- dell’unità sulla libertà.

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