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Per trasmettere maggiormente l’effetto di teatralità, Bernini inserisce ai lati del gruppo
scultoreo due piccoli palchetti, dove i membri della famiglia Cornaro sono intenti ad
ammirare lo straordinario e mistico evento che sta accadendo a Santa Teresa d’Avila.
Osservando queste figure si può notare la loro espressione stupefatta mentre sembra
stiano discutendo a proposito dell’evento. Il momento rappresentato è proprio l’estasi di
Santa Teresa, o più precisamente la Transverberazione della Santa (transverberare, in latino,
significa “trafiggere”; questo atto consiste proprio nella trafittura del cuore con un oggetto
affilato che però non causa dolore, bensì estasi). Bernini con la sua opera vuole raffigurare
fedelmente un passo dell’autobiografia di Santa Teresa d’Avila, nel quale la donna descrive
puntualmente il momento della propria estasi.
“Vedevo un angelo vicino a me, a sinistra, in sembianze carnali […]. Non era alto, era
piccolo, e molto bello, aveva il volto così illuminato che mi sembrava uno degli angeli delle
schiere più alte, quelli che sembrano bruciare. […] Gli vedevo in mano un lungo dardo
dorato, e alla fine del ferro mi sembrava ci fosse un po’ di fuoco. Mi sembrava che col dardo
mi trafiggesse il cuore alcune volte, e che mi arrivasse fino alle viscere. Quando toglieva il
dardo, mi sembrava quasi che se le portasse via con sé, e che mi lasciasse tutta bruciare di
un grande amore per Dio. Il dolore era così forte che mi faceva emettere alcuni gemiti, ma
era così grande la dolcezza che questo fortissimo dolore mi dava, che non riuscivo a
desiderare che smettesse, né che la mia anima si contentasse con altro che non fosse Dio.
Non era un dolore fisico, ma spirituale, anche se in qualche misura lo stesso corpo ne era
partecipe, anzi lo era davvero molto. Era una carezza così dolce tra l’anima e Dio, che prego
la sua bontà affinché la possano provare anche coloro che pensano che io menta”.
E fu proprio da questo passo che lo scultore prese spunto per la decorazione della cappella
e, osservando il risultato, appare chiara la bravura e la maestria del Bernini
nel materializzare in modo esatto le parole della Santa. Egli, infatti, si premura di dar forma
ad ogni singolo particolare del racconto: l’angelo paffuto e sorridente che arriva da sinistra;
il lungo dardo dorato puntato verso il cuore; il volto di Santa Teresa contratto in una
smorfia di gradevole dolore; la bocca aperta in un gemito ma soprattutto la sensazione di
piacere intenso che riscuote il suo corpo.
In ultima analisi, è necessario evidenziare il genio barocco che si manifesta attraverso il “bel
composto”, ossia l’unità tematica e visiva tra architettura, scultura, pittura e decorazione. In
quest’opera della maturità, Bernini riesce a raggiungere uno dei suoi obiettivi più
ambiti: attuare per mezzo delle arti una nuova sintesi di visione ed emozione. Solo
aprendosi spontaneamente a Dio, l’uomo supera i propri limiti umani e giunge laddove, i più
meritevoli sforzi umani non riuscirebbero a portarlo.
Commenti
- Leggerezza
- Corpo che viene rapita in estasi diviene leggero: unione con Dio
- Dolore e amore
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