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Ogni giorno otto persone

muoiono con l’eutanasia in


Belgio
Nel 2022 il paese ha registrato un nuovo record storico di iniezioni letali: 2.966, il
10 per cento in piu del 2021. Anche l'anno scorso sono stati uccisi anziani,
disabili, dementi e malati psichiatrici

Leone Grotti

19/03/2023 - 5:40

Ogni giorno in Belgio otto persone in media muoiono con l’eutanasia. Come si
legge nell’ultimo rapporto della Commissione federale di controllo e valutazione
dell’eutanasia nel 2022 sono state uccise nel paese con l’iniezione letale 2.966
persone, il 2,5 per cento dei decessi totali, il dato più alto dalla depenalizzazione
della “buona morte” avvenuta nel 2002.

I casi di eutanasia aumentano del 10%


Nel 2021 erano morte 2.699 persone: i casi sono dunque aumentati del 9,85% e di
quasi il 30% rispetto al 2018. La maggior parte dei casi di eutanasia riguarda
persone con più di 70 anni (69,9%), poco più del 10% persone con meno di 50
anni. Se nella stragrande maggioranza dei casi l’iniezione letale è stata richiesta
da persone coscienti, in 19 casi (0,6%) i malati non hanno dato il consenso
perché impossibilitati a farlo, ma avevano compilato una dichiarazione
anticipata di eutanasia.

Anziani, disabili, dementi, malati


psichiatrici
Nel 59,9% dei casi le richieste sono state motivate dalla presenza di un tumore,
nel 19,6% invece da polipatologie dovute all’anzianità. Sessantotto casi
riguardavano invece malati psichiatrici e persone affette da diversi tipi di
demenza. Ben 513 persone (17,3%) sono state uccise nonostante la loro morte
non fosse prevedibile nel breve o medio termine.

Il caso di Geneviève Lhermitte


La depenalizzazione dell’eutanasia doveva aiutare a far morire in Belgio solo
malati affetti da patologie incurabili, la cui morte sarebbe comunque
sopraggiunta in breve tempo, e da sofferenze insopportabili. L’uccisione di
anziani, disabili, dementi e malati psichiatrici è invece ormai all’ordine del
giorno.

Emblema della deriva è l’iniezione letale praticata a Geneviève Lhermitte nelle


ultime settimane. La donna aveva ucciso nel 2007 i suoi cinque figli. Dopo la
condanna all’ergastolo, era stata rimessa in semi-libertà in una clinica
psichiatrica nel 2019, ma non riusciva più a sopportare il peso del terribile gesto
compiuto. «Per 16 anni, la vita è stata insopportabile per mia figlia»,
ha raccontato la madre. «Avere perso i suoi figli, questa era la sua sofferenza».
Una sofferenza che il Belgio, come in migliaia di altri casi, ha curato con la
morte.

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