Sei sulla pagina 1di 11

EPIDEMIOLOGIA E PREVENZIONE DELLE MALATTIE

NON TRASMISSIBILI
Sono malattie che non vengono trasmesse tramite via orizzontale o verticale, ma che sono cronico-
degenerative e si verificano essenzialmente durante le fasi più avanzate della vita.

I grafici testimoniano un fenomeno che ha interessato molti paesi industrializzati, soprattutto negli
ultimi decenni del secolo scorso, cioè la transizione epidemiologica, cioè il passaggio tra le principali
cause di morte. Si considera il numero di decessi per 100’000 abitanti rispetto alla linea del tempo
(ogni decennio dal 1900 al 2000); il primo grafico tiene conto di entrambi i sessi; gli ultimi due fanno
una distinzione tra i sessi.
Già dal 1950/60, via via si è assistito a una riduzione significativa della mortalità delle malattie
infettive e a un aumento di quella delle malattie cronico-degenerative (in particolare cardio-cerebro
vascolari e tumori).
Il fenomeno di transizione epidemiologica è dovuto innanzitutto all’invecchiamento della
popolazione: l’aumento dell’età media (in Italia supera gli 80 anni in entrambi i sessi) comporta che
questi soggetti siano colpiti da malattie cronico-degenerative. Un secondo fattore è la diffusione di
abitudini nocive, quindi fattori comportamentali come il fumo di sigaretta, l’inattività fisica, una dieta
non equilibrata e non sana e l’obesità; sono tutti fattori prevalentemente sempre più presenti nelle
popolazioni sviluppate. È importante considerare che la diminuzione della diffusione delle malattie
infettive è dovuta anche a un notevole sviluppo della prevenzione di queste (vaccinazione, salubrità
dell’ambiente di vita e di lavoro...).

Per conoscere qual è l’impatto delle malattie non trasmissibili nella nostra popolazione, uno
strumento che si consulta è il Global Burden of Disease (GBD) project. I dati più recenti riportano i
seguenti dati sulle principali cause di morte a livello globale (senza fare distinzioni tra paesi): 7 delle
10 principali cause di morte nel 2019 sono malattie non trasmissibili; queste sette cause sono
responsabili del 44% di tutte le morti o dell’80% tra le dieci cause; comunque, tutte le malattie non
trasmissibili insieme sono responsabili del 74% delle morti a livello globale nel 2019.

Nel caso di una distinzione in base al reddito, la Banca Mondiale classifica le economie mondiali in 4
gruppi di reddito: basso, medio-basso, medio-alto e alto.
Le persone che vivono in un paese a basso
reddito hanno molte più probabilità di
morire di una malattia trasmissibile
rispetto a una malattia non trasmissibile.
Nonostante il declino globale, 6 delle
prime 10 cause di morte nei paesi a basso
reddito sono malattie trasmissibili.
Malaria, tubercolosi e AIDS rimangono
tutti nella top 10; tuttavia, tutti e tre
stanno diminuendo in modo significati.
Le malattie diarroiche sono più
significative come causa di morte nei paesi
a basso reddito: si classificano tra le prime
5 cause di morte per questa categoria di
reddito. Tuttavia, le malattie diarroiche
stanno diminuendo nei paesi a basso
reddito, rappresentando la seconda più
grande diminuzione dei decessi tra i primi
10 (231 000 decessi in meno).
I decessi dovuti a broncopneumopatia
cronica ostruttiva sono particolarmente
rari nei paesi a basso reddito rispetto ad
altri gruppi di reddito. Non appare nella
top 10 per i paesi a basso reddito, ma si colloca tra i primi 5 per tutti gli altri gruppi di reddito.
Come una delle prime 10 cause di morte in questo gruppo di reddito, le malattie diarroiche
rimangono una sfida significativa. Tuttavia, questa categoria di malattie rappresenta la maggiore
diminuzione dei decessi assoluti, passando da 1,9 milioni a 1,1 milioni tra il 2000 e il 2019. Il più
grande aumento dei decessi assoluti è dovuto alla cardiopatia ischemica, che è aumentata di oltre 1
milione a 3,1 milioni dal 2000. L'HIV/AIDS ha visto la più grande diminuzione di rango tra le
precedenti prime 10 cause di morte nel 2000, passando dall'8° al 15° posto.

I paesi a reddito medio-basso hanno le prime 10 cause di morte più disparate: cinque non
trasmissibili, quattro trasmissibili e una lesione. Il diabete è una causa di morte in aumento in questo
gruppo di reddito: è passato dalla 15a alla 9a causa di morte e il numero di decessi per questa
malattia è quasi raddoppiato dal 2000. Come una delle prime 10 cause di morte in questo gruppo di
reddito, le malattie diarroiche rimangono una sfida significativa. Tuttavia, questa categoria di
malattie rappresenta la maggiore diminuzione dei decessi assoluti, passando da 1,9 milioni a 1,1
milioni tra il 2000 e il 2019. Il più grande aumento dei decessi assoluti è dovuto alla cardiopatia
ischemica, che è aumentata di oltre 1 milione a 3,1 milioni dal 2000. L'HIV/AIDS ha visto la più
grande diminuzione di rango tra le
precedenti prime 10 cause di morte nel
2000, passando dall'8° al 15° posto.

Nei paesi a reddito medio-alto, si è registrato un notevole aumento dei decessi per cancro ai
polmoni, che sono aumentati di 411 000; più del doppio dell'aumento dei decessi di tutti e tre gli
altri gruppi di reddito messi insieme. Inoltre, il cancro allo stomaco è molto presente nei paesi a
reddito medio-alto rispetto agli altri gruppi di reddito, rimanendo l'unico gruppo con questa malattia
tra le prime 10 cause di morte. Una delle maggiori diminuzioni in
termini di numero assoluto di decessi è per la broncopneumopatia cronica ostruttiva, che è
diminuita di quasi 264 000 a 1,3 milioni di morti. Tuttavia, i decessi per cardiopatia ischemica sono
aumentati di oltre 1,2 milioni, il più grande aumento in qualsiasi gruppo di reddito in termini di
numero assoluto di decessi per questa causa. C'è solo una malattia trasmissibile (infezioni
delle basse vie respiratorie) tra le prime 10 cause di morte per i paesi a reddito medio-alto. In
particolare, c'è stato un calo del 31% delle morti per suicidio dal 2000 in questa categoria di reddito,
diminuendo a 234.000 morti nel 2019.

Nei paesi ad alto reddito, i decessi sono in aumento per tutte le prime 10 malattie tranne due. La
cardiopatia ischemica e l'ictus sono le uniche cause di morte nella top 10 per le quali i numeri totali
sono diminuiti tra il 2000 e il 2019, rispettivamente del 16% (o 327 000 decessi) e del 21% (o 205 000
decessi). L'alto reddito è l'unica categoria di gruppo di reddito in cui c'è stato un numero
decrescente di decessi per queste due malattie. Tuttavia, la cardiopatia ischemica e l'ictus sono
rimasti tra le prime tre cause di morte per questa categoria di reddito, con un totale combinato di
oltre 2,5 milioni di decessi nel 2019. Inoltre, i decessi per cardiopatia ipertensiva sono in aumento.
Riflettendo una tendenza globale, questa malattia è passata dalla 18a causa di morte alla 9a. I
decessi dovuti al morbo di Alzheimer e ad
altre demenze sono aumentati, superando
l'ictus per diventare la seconda causa
principale nei paesi ad alto reddito ed
essendo responsabili della morte di 814
000 persone nel 2019. E, come nei paesi a
reddito medio-alto, solo una malattia
trasmissibile, le infezioni delle basse vie
respiratorie, appare tra le prime 10 cause
di morte.

Se si vanno a guardare i dati riguardanti i tumori-> il primo grafico indica il numero di nuovi casi in
entrambi i sessi nel 2020, il secondo grafico indica il numero di morti. Come incidenza troviamo al
primo posto troviamo il cancro alla mammella, in seguito il cancro al polmone, al colon retto, alla
prostata, ecco. Come mortalità, il tipo di tumore associato a più mortalità è il cancro al polmone, poi
il cancro al colon retto.

In particolare, questa è la situazione della


popolazione femminile italiana. Il cancro alla
mammella è quasi un quarto di tutti i nuovi casi
diagnosticati nel 2020 (24,5%), seguito dal cancro al
colon retto, al polmone e alla cervice uterina.
Invece, nel sesso maschile in Italia, in termini di
nuovi casi, il più frequente è il cancro ai polmoni,
poi il cancro alla prostata (quasi tanto quanto
quello ai polmoni), al colon retto, allo stomaco e al
fegato.

Se questi dati si osservano a livello globale, la


maggior prte di nuovi casi di cancro si verificano in
Asia, poi Europa; stessa condizione in termini di mortalità.

FATTORI DI RISCHIO DELLE MALATTIE NON TRASMISSIBILI

Alla base delle principali malattie croniche ci sono fattori di rischio comuni e modificabili, come
alimentazione poco sana, consumo di tabacco, abuso di alcol e mancanza di attività fisica. Queste
cause possono generare quelli che vengono definiti fattori di rischio intermedi, ovvero l'ipertensione,
la glicemia elevata, l'eccesso di colesterolo e l'obesità.

Ci sono poi fattori di rischio non modificabili, come l'età o la predisposizione genetica. nel loro
insieme questi fattori di rischio sono responsabili della maggior parte dei decessi per malattie
croniche in tutto il mondo e in entrambi i sessi.

Le malattie croniche, però, sono legate anche a determinanti impliciti chiamati cause delle cause,
ovvero un riflesso delle principali forze che trainano le modifiche sociali, economiche e culturali:
globalizzazione, urbanizzazione, invecchiamento progressivo della popolazione, politiche ambientali
e povertà.

STORIA NATURALE DELLE MALATTIE CRONICO-DEGENERATIVE

Anche qua, come nelle malattie trasmissibili, distinguiamo le tre fasi: fase libera, fase preclinica e
malattia clinica.
 Una fase libera, in cui i soggetti sono sani e vengono esposti ai fattori di rischio. In questa
fase si agisce con interventi di prevenzione primaria.
 Una fase preclinica, in seguito all’esposizione, il soggetto presenta già la malattia ma ancora
non sono evidenti né segni né sintomi. Si agisce tramite prevenzione secondaria con
l’obiettivo di identificare e diagnosticare precocemente i casi di malattia tramite screening.
 Se né la prevenzione primaria né quella secondaria hanno agito efficacemente, si verifica la
malattia clinica conclamata, in cui avviene la diagnosi consueta e in cui si agisce tramite
prevenzione terziaria, utile per far sì che l’individuo possa avere una qualità di vita elevata e
recuperare le funzioni perse o danneggiate in funzione della malattia.

PREVENZIONE PRIMARIA DELLE MALATTIE NON TRASMISSIBILI

Ricordiamo che gli obiettivi strategici della prevenzione primaria sono tre: rimuovere le cause,
eliminare fattori di rischio e proteggere dagli effetti gli individui/ gruppi di popolazione esposti. Ci
sono diversi tipi di intervento di prevenzione primaria:

 Eugenetica: consiste nel poter avere la possibilità di valutare il rischio di trasmissione di


malattie genetiche alla prole. La pianificazione degli incroci, così come si fa per animali e
vegetali, non è applicabile alle popolazioni umane. quindi, si determina il rischio di
trasmissione di alcuni caratteri genetici negativi e le probabilità di manifestazioni di malattia
nella prole (es. talassemia ed emofilia). Infatti, tramite l’eugenetica, si procede con
l’individuazione delle coppie a rischio di trasmissione tramite il consultorio genetico;
tuttavia, la diagnosi prenatale finalizzata all’interruzione di gravidanza nel caso di
accertamento di malattia così come la stessa soppressione del feto non possono essere
considerati un intervento di prevenzione primaria.
 Rimozione delle cause e dei fattori di rischio.
 Promozione dei fattori protettivi.
 Potenziamento della capacità di difesa dell’organismo: le possibilità di potenziamento delle
difese organiche verso una determinata malattia sono limitate sostanzialmente a una dieta
equilibrata che garantisca tutti i macro- e micronutrienti utili alla prevenzione di queste
malattie. In casi particolari, si può integrare la dieta attraverso: 5 greci 5 l'aggiunta di fluoro
all'acqua potabile, la fortificazione di alimenti con acido folico e sono l'integrazione di
vitamine (A, C, E).
 Abbandono delle abitudini nocive e adozione di comportamenti positivi. Si tratta di
programmi attuati dalla popolazione e non sulla popolazione, che richiedono l'impegno
motivato e consapevole, quotidiano e prolungato. In realtà è necessario che ci siano dei
programmi ben strutturati dato che non basta, ad esempio, dire a un fumatore “non fumare
perché ti viene il cancro”, perché è necessario intervenire su diversi altri aspetti per motivare
il soggetto a non intraprendere quel comportamento errato. Per ottenere un cambiamento
dello stile di vita, si sfruttano: norme di legge (es. divieto di fumo negli ambienti chiusi),
tecniche pubblicitarie (es. immagini e messaggi sui pacchetti di sigarette, didascalia
“iperenergetico” sugli alimenti), educazione sanitaria rivolta alle diverse fasce d’età già
dall’infanzia (informando sui comportamenti a rischio e i fattori protettivi, motivare per
apportare le modifiche ai comportamenti, sostegno sociale). In particolare, si tratta di fumo
di sigaretta, abuso di alcol, alimentazione quantitativamente e qualitativamente scorretta,
sedentarietà e comportamenti imprudenti nella guida di autoveicoli.
 Interventi sull’ambiente di vita e di lavoro.
PREVENZIONE SECONDARIA DELLE MALATTIE NON TRASMISSIBILI

La prevenzione secondaria è particolarmente applicabile alle malattie cronico-degenerative proprio


perché queste sono caratterizzate da: un lungo periodo di latenza, disponibilità di test di screening
specifici, sensibili, di facile esecuzione, poco costosi e accettabili, e disponibilità di cure efficaci.

In particolare, lo screening è l’applicazione di uno o più test clinici, strumentali o di laboratorio che
evidenziano una potenziale malattia o un suo precursore precoce durante la fase asintomatica, cioè
quando l’intervento preventivo (farmacologico, chirurgico o combinato) può significativamente
modificare la storia naturale della malattia stessa. L'obiettivo dello screening è, quindi, quello di
ridurre la mortalità per causa specifica nella popolazione che si sottopone regolarmente a controlli
per la diagnosi precoce di neoplasie o lesioni precancerose.

DEFINIZIONI--
>

In Italia, il Centro nazionale del Controllo


delle Malattie del ministero della salute, i
programmi di screening costituiscono un LEA
e, pertanto, un diritto essenziale degli
individui nelle fasce d’età stabilite nei
programmi. I LEA sono Livelli essenziali di
assistenza (LEA) sono le prestazioni e i servizi
che il Servizio sanitario nazionale (SSN) è
tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione
(ticket), con le risorse pubbliche raccolte attraverso la fiscalità generale (tasse). Gli screening gratuiti
offerti dalla sanità pubblica in Italia sono quelli per il cancro alla mammella, il tumore alla cervice
uterina e il tumore al colon retto.
PREVENZIONE TERZIARIA DELLE MALATTIE NON TRASMISSIBILI

Si identifica con la prevenzione dell’invalidità che può conseguire ad una malattia cronico-
degenerativa o ad un evento lesivo. Ha lo scopo di evitare la progressione della malattia, prevenire le
ricadute e assicurare il massimo della vivibilità e di benessere compatibili con la condizione
patologica di base.

Potrebbero piacerti anche