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LECTIO VII del corso di avviamento alla conoscenza della lingua e della cultura latina

Prof.ssa Raffaella Milite

1) OTIUM E NEGOTIUM:

Sono state proposte diverse ed interessanti etimologie della parola latina otium. Ad u o igi e
pasto ale si i ollega l eti ologia p oposta da Edua d “ h ze i u a ti olo del : otium
deriverebbe da *oui-tium (da ovis, pe o a pe di e i e poi *ou (i)-tium e *ou-tium l aste is o
indica che le parole sono ricostruzioni operate dai grammatici e non si trovano attestate da
essu a pa te . L auto e dell a ti olo es ola e a is i fo eti i e o side azio i di so iologia
primitiva: la civiltà pastorale si presenterebbe come un riposo ininterrotto . Ricollegando
l ele e to oui- a omentum lett. e a a degli i testi i , su essi a e te lo stesso “ h ze
p opo e u alt a eti ologia a di po o u iosa: studia do il o a ola io i e e te alle alzatu e ei
dialetti alti i, defi is e l otium o e l età dell uo o alzato , u homo *otus, rivestito dei suoi
ornamenti più belli per celebrare i giorni di festa. Egli rappresenterebbe allora il contrario
dell homo nudus, il lavoratore completamente denudato dal lavoro .

U alt a eti ologia p oposta si i ollega ad u o igi e ilita e, legandosi al concetto di indutiae,
t egua . Tale eti ologia fa isali e la pa ola otium all a ti o i dia o átati: a da e e e i e
o e l annus – da at-no – he o ispo de al a i o del sole ella os og afia a ti a . L otium
esprimerebbe allora la libertà di muoversi liberamente in una situazione non di guerra, senza
assedio: l opposizio e domi (in pace) – militiae (in guerra) equivarrebbe quindi a quella otium-
negotium opposizio e effetti a e te esiste te all epo a delle Gue e Pu i he .

Prendiamo ora i o side azio e l opposizio e otium-negotium. La prima parola è più antica della
se o da. All i izio e a l otium, la vita tranquilla ed esente da ogni tipo di impegno, i giorni beati,
gli otia dia che Virgilio descrive nelle Georgiche (vv. 490-528); però – sempre secondo il racconto
mitico virgiliano – dopo Saturno, re agricoltore e non solamente pastore, il Lazio conosce un lavoro
forzato e tirannico, che si chiama negotium (legato perciò allo sviluppo dei bisogni e dei mestieri
agricoli, successivi alla i iltà pasto ale . Quest ulti a pa ola ata, pe al o, dal g e o ascholía
(occupazione) con alfa privativo (alla quale, in latino, corrisponde il prefisso neg-), che si oppone a
scholé (tempo libero, ozio), equivalente al latino otium. Ma, mentre i negotia, almeno fino
all epo a di Ci e o e I se . a. C. , ha o u alo e i o testa ile, i estiti di u se so o ale di
do e e , al o t a io, ella lette atu a g e a, i Plato e o e ei testi degli epi u ei, le ascholíai
sono delle situazioni importune, fastidiose, e la scholé rappresenta invece un valore assoluto per
l u a ità. Del esto, la oppia lati a otium-negotium si avvicinerà gradatamente a quella greca
scholé-ascholía, fino a corrispondervi perfettamente con Seneca e con le sue Lettere a Lucilio
(siamo nel I secolo d. C. ).
Vediamo adesso come otium e negotium si configurano presso gli autori latini che maggiormente
ne hanno fatto uso.

Cominciamo dalla commedia. La palliata (la commedia di ambientazione greca, da pallium, l a ito
tipicamente g e o he i dossa a o gli atto i i t odu e dei pe so aggi otati alla ita oziosa ,
condizione primaria della galanteria agli occhi del filosofo Antistene . Gli eroi della palliata
(scrocconi, giovani innamorati, schiavi furbi, vecchi commercianti e soldati) si scontrano perciò con
l a ti a o ale o a a, il mos maiorum: sfidano i valori del civis romanus e l ideale at i o iale
asato sulla fa iglia . Nelle o edie di Plauto, l otium si situa sempre in un rapporto di
opposizione con le sue coordinate p i ipali: la gue a e l atti ità p ofessio ale. Le atti ità, ella
commedia plautina, vengono di solito indicate con le parole officium e negotium, e t e l otium si
oppone al negotium da un punto di vista puramente concreto, senza alcuna implicazione filosofica.
Sia nella palliata che nella togata (la commedia di ambientazione romana – della quale ci restano
soltanto frammenti – da toga, l a ito o a o pe e elle za l e uili io so iale p i a di tutto
su o di ato all e uili io t a otium e negotium.

Nel Phormio di Te e zio i o t ia o u a sottile pa odia dell otium o esto , il uale p e ede a
o u ue u a ual he fo a di atti ità e o p op io il fa ie te : il parasitus (lo scroccone)
Formione vuole finire in fretta i suoi compiti per dedicarsi finalmente al suo otium p efe ito: … una
mihi res etiam restat quae est conficiunda, otium ab senibus ad potandum ut habeam (vv. 831-32):
… i esta da fa e solo u ulti a osa pe uesti e hi e poi finalmente avrò tutto il mio tempo
li e o pe a da e a s o za i . E o Te e zio la sfe a ilita e defi iti a e te sepa ata da
quella del negotium: il bellum, la guerra, non è più considerato negotium (si ricordi quanto detto
poco sopra). Infatti, il commediografo così scrive nel prologo degli Adelphoi: … uo u / ope a i
bello, in otio, in negotio / suo quisque tempore usust sine superbia (vv. 15-17), separando otio e
negotio da bello. Il significato di otium e negotium all epo a di Te e zio egli fio isce intorno al 160
a. C. ie e spiegato da C. Dziatzko: De Beg iff ellu stehe otiu u d egotiu gege ü e ,
beide setzen friedliche Zustände voraus, und zwar negotium in Bezug auf die öffentliche (z. B.
richterliche oder verwaltende), otium auf die private Tätigkeit und Hilfeleistung der gedachten
Mä e .

Cicerone, nel De officiis III, , oppo e l otium nobile e liberamente consentito al ritiro forzato,
so te dell uo o di stato deluso. ‘igua do ai o etti di otium e negotium, Cicerone, in molte sue
ope e, si ifà agli ideali del osiddetto i olo degli “ ipio i iu ito i to o a “ ipio e E ilia o;
siamo nella seconda metà del II secolo a. C. ), promuovendoli a interpreti dei propri ideali di vita
culturale e civile. Sono proprio gli Scipioni (ai quali si può ricondurre anche il poeta Lucilio, il primo
aristocratico municipale che rifiuta i negotia e i ge e e l atti ità pu li a he ha o la os ie za
di instaurare un genere di vita nuovo contro la tradizione ancestrale e contro il pregiudizio
popolare. A contatto con la cultura greca si modifica profondamente il rapporto primitivo tra
otium e negotium, odifi a dosi lo stesso o te uto dell otium. Quest ulti o o otiosum,
bensì ispirato, una meditazione efficace: di tale concetto si fa portavoce Tuberone nel De re
publica di Ci e o e di o segue za, di e Tu e o e, l a i o ha isog o a he di ilassa si: idea,
uesta, he il i olo degli “ ipio i ha fo se ip eso dalle teo ie a istoteli he sulla fi alità
naturale del riposo). Nel De Oratore, Cicerone afferma che lo stato ideale di un individuo si basa su
u alte a za se e a di otium e negotium. E il i hia o all otium è anche di matrice culturale;
come afferma Jean-Ma ie A d , la o s ie e o ai e, da s le De Oratore, e ige ue l otium
appelle la ultu e, et o la ultu e l otium: tel est l a a ge e t ue o lue t, e ette so te de
pause a a t de ou eau o ats, u esp it hell is et u e â e o ai e .
I O azio, i e e, il pe so aggio dell Epodo II esalta un ideale di liberazione, suggerendo di
rinunciare agli officia politi i e all a izio e: … eatus ui p o ul egotiis… . … eato hi
lo ta o dalle o upazio i… . Lo stesso poeta dà u esaltazio e auto iog afi a dell otium nei
versi finali della satira I, 6: pransus non avide, quantum interpellet inani / ventre diem durare,
domesticus otior. haec est / vita solutorum misera ambitione gravique; / his me consolor victurum
suavius ac si / quaestor avus pater atque meus patruusque fuisset (vv. 127- dopo a e
mangiato o a ida e te, uel ta to he asta pe o esta e a sto a o uoto l i te a gio ata,
e e sto a asa a fa ulla. E uesta la ita di hi li e o dall a izio e he e de i feli i e he
opprime. Io mi consolo a pensare che, così, vivrò una vita più piacevole che se avessi avuto un
uesto e pe o o e pe pad e e pe zio . A he elle Odi O azio o pie u esaltazio e
dell otium: ell ode I, i o t ia o u i o al iposo e t e ell ode del ua to li o
u i o azio e alla Pax-otium, o t o l i a he fo gia le spade e i i i a le ise e ittà .

A he pe Vi gilio l otium si ricollega ad un ideale di pace, la quale presuppone una forma di


attività serena e felice. In Bucoliche, I, 6, il pastore Titiro si rivolge a Melibeo dicendo: O Meliboee,
Deus nobis haec otia fecit O Meli eo, u dio i ha do ato uesta pa e : otium, in questo caso, si
può e issi o t adu e pa e , he la pa e dei a pi, a a he l asse za di gue a . Co e
osse a a o a A d , les otia ep se te t l effo t jo eu da s les campagnes pacifieés, liberées
du miles impius par la Pax et soust aites à la t pidatio f ti ue des illes .

Ma il poeta che più di tutti si sente fin nel profondo appartenere ad un ideale di otium è Ovidio
he, ell esilio a To i, sul Ma Ne o do e e a stato elegato da Augusto ell d. C. , i este le
parole dei Tristia di u a o ossa e ali o i a elegia. Nel p i o li o di uest ope a dell esilio,
egli ripensa al suo viaggio fino al Mar Nero e fa oi ide e l otium o l atti ità lette a ia; u o
scrittore, un intellettuale, per scrivere ha bisogno di otium: carmina proveniunt animo deducta
sereno; / nubila sunt subitis pectora nostra malis. / carmina secessum scribentis et otia quaerunt; /
me mare, me venti, me fera iactat hiems (I, 39- la poesia as e da u a i o se e o, e sul io
uo e g a a o le u i di u i p o isa s iagu a. La poesia i hiede u a ita appa tata e uieta e io
so o s allottato dal a e, dai e ti e dalla fu ia dell i e o . I u alt o pu to dei Tristia, Ovidio
si p ese ta o e il poeta otato all otium per eccellenza: quique fugax rerum securaque in otia
atus, / ollis et i patie s a te la o is e a , / ulti a u patio … (II, 2, 9- Io he sfuggi o
la vita indaffa ata ed e o ato pe u esiste za t a uilla e se za i peg i, io he p i a e o
deli ato e i apa e di soppo ta e la fati a, o a aff o to situazio i est e e… . L otium, in questo
passo ovidiano, si oppone al labor, la parola latina che darà origine all italia o la o o ui di, si
può affermare che, in un certo senso, qui labor va a coincidere con negotium). E, successivamente,
rievoca il suo passato alla corte augustea, quando rifiutava con decisione il negotium e il lavoro
politico: maius erat nostris viribus illud onus. / nec patiens corpus, nec mens fuit apta labori, /
sollicitaeque fugax ambitionis eram, / et petere Aoniae suadebant tuta sorores / otia, iudicio
semper amata meo (IV, 10, 36- uell o upazio e il se ato a e a u peso supe io e alle mie
forze. Non avevo un fisico resistente, né un animo adatto a tale fatica, e rifuggivo dalle tensioni
della carriera politica. Le sorelle Aonie [le Muse] mi spingevano a cercare la tranquillità della vita
p i ata, da e se p e p efe ita .

E, in Ovidio, a he le gioie dell a o e i hiedo o l otium come un elemento vitale; così il poeta ha
scritto nei Remedia amoris (vv. 141-144): quam platanus vino gaudet, quam populus unda / et
quam limosa canna palustris humo, / tam Venus otia amat; qui finem quaeris amoris, / cedit amor
rebus; res age: tutus eris Co e il plata o a a la ite, il pioppo l a ua, le a e di palude la te a
limacciosa, così Venere ama il tempo libero: tu che vuoi la fine di un amore datti al lavoro e sarai al
si u o: l a o e si iti a di f o te all atti ità .

Da u poeta ad u filosofo: “e e a, i fatti, a ia ilita e pie a e te l otium come stile di vita. Più
specificatamente, è la sua opera De brevitate vitae “ulla e ità della ita , he si p eo upa
costantemente di conferire un senso positivo alle parole otiosi e otiosa vita. Qui, i capitoli XII, 2,
XIII, 1 e XIV, 1 rappresentano uno sforzo metodico per riabilitare il tempo libero, i capitoli XII e XIII
ostituis o o u a usa o t o le defi izio i olga i della vita otiosa, e t e l incipit del XIV
ealizza u a st e ua difesa dell otium filosofico: soli omnium otiosi sunt qui sapientiae vacant, soli
vivunt soli f a tutti, so o gli oziosi uelli he dedi a o il te po alla saggezza, solo essi i o o .
Ma, per Seneca, quello che comunemente viene considerato otium e tempo libero, non lo è. Non
lo e a allo a e o lo al gio o d oggi. P o ia o a o f o ta e ua to di e “e e a i p oposito
nel De brevitate vitae, riguardo agli uomini del I secolo dopo Cristo, con quanto leggiamo nel
Manifesto contro il lavoro, scritto dal Gruppo Krisis nel 1999.

Così scrive Seneca: Persequi singulos longum est, quorum aut latrunculi aut pila aut excoquendi in
sole corporis cura consumpsere vitam. Non sunt otiosi, quorum voluptates multum negotii habent
XIII, E u e a li u o pe u o sa e e t oppo lu go, passa o la ita a gio a e a s a hi o a
palla, oppu e a dedi a si alla u a del sole. No so o oziosi, i lo o pia e i osta o ta ta fati a .

Nella ‘o a di “e e a o e ell età o te po a ea, il te po li e o , he esiste i i tù dei


negotia, del lavoro, è lavoro esso stesso, poiché sempre legato alla logica costrittiva del negotium.
Pe iò, pe “e e a, il e o te po li e o de e esse e dedi ato alla u a di se stessi. Co e ha
osservato Mi hel Fou ault, l appli azio e a se stessi, i “e e a, aggiu ge u a piezza ote ole e
viene denominata secondo svariate formule: secum morari, suum fieri, in se recedere ecc. , tutto
per raggiungere una vacatio, una libertà per se stessi. A tale proposito si può ricordare ancora il De
brevitate vitae a VII, 5: Magni, mihi crede, et supra humanos errores eminentis viri est nihil ex suo
tempore delibari sinere, et ideo eius vita longissima est, quia, quantumcumque patuit, totum ipsi
vacavit C edi i, p op io del g a d uo o he ele a se stesso sop a tutti gli e o i u a i o
permettere che gli venga sottratto niente del suo tempo, e perciò la sua vita è lunghissima,
ualu ue sia stata la sua du ata, poi h stato se p e li e o pe se stesso . Questa costante
attenzione al ritorno a se stesso anticipa indubbiamente i futuri ideali espressi nel De Otio
data ile al d. C. , ai te pi del iti o dalla ita politi a , he si o figu a uasi o e u ope a
esote i a el se so di esse e ise ata a po hi eletti), dedicata alla formazione del perfetto
saggio stoi o, i pa e o la o ale i i a e o la legge u i e sale, pe il uale l otium si trasforma
in una solitudine contemplativa.

Infine, per concludere questo rapido excursus attraverso gli autori latini, si può osservare come il
su o p i ipale dell otium, la sua energia positiva sia riposta, forse, proprio in questo essere per
se stessi, i uesta u a i olta all i te io ità e alla ealtà dell esiste e i u dete i ato odo, al
fe a si e iflette e , ta to più da alo izza e oggi, i u a so ietà he gio a o pleta e te sulla
elo ità e sull i ealtà. L esse e pe se stessi a d e e esteso a tutta u a o u ità glo ale a
venire, in modo da poter costruire un otium reale contro un negotium irreale, contro la vecchia e
malata società del negotium che si basa sulla democrazia delle bombe e sulle distruzioni di massa.

2) NEUTRI DELLA II DECLINAZIONE ED ESERCIZI :

Caso Singolare Plurale


Nominativo bell-ŭm bell-ă
Genitivo bell-ī bell-ōrum
Dativo bell-ō bell-īs
Accusativo bell-ŭm bell-ă
Vocativo bell-ŭm bell-ă
Ablativo bell-ō bell-īs

Appartengono alla seconda declinazione, inoltre, tre nomi neutri che però hanno la terminazione
in -us: pelagus, -i, n., «il mare»; virus, -i, n., «il veleno» e vulgus, -i, n., «il popolo». Da tenere
presente che questi tre nomi sono singularia tantum (cioè si declinano solo al singolare)

 I sostantivi terminanti in -ĭus e in -ĭu possono terminare in -ī al genitivo singolare.

1. Vergilĭus, m., «Virgilio» GEN. SING. Vergil-iī/Vergil-ī;


2. Ae ilĭus, m., «Emilio» GEN. SING. Aemil-iī/Aemil-ī;
3. egōtĭu , n., «lavoro, attività» GEN. SING. negot-iī/negot-ī;
4. ōtĭu , n., «tempo libero» GEN. SING. ot-iī/ot-ī;
5. filĭus, m., «figlio» GEN. SING. fil-iī/fil-ī.

Me
EEEMO
ER I P A S S I A M O I N S I E M E
Completa la tabella analizzando e traducendo i sostantivi indicati in tutti i modi possibili.
a)
equa ...................................... ....................................... .....................................
equus ...................................... ....................................... .....................................
deos ...................................... ....................................... .....................................
vulgo ...................................... ....................................... .....................................
castrorum ...................................... ....................................... .....................................
mala ...................................... ....................................... .....................................
caeli ...................................... ....................................... .....................................
beneficium ...................................... ....................................... .....................................
liberis ...................................... ....................................... .....................................
b)
alle truppe ausiliarie ...................................... ....................................... .....................................
o l a at o ...................................... ....................................... .....................................
i nemici (sogg.) ...................................... ....................................... .....................................
agli dèi ...................................... ....................................... .....................................
o l o hio ...................................... ....................................... .....................................
l uo o c. ogg.) ...................................... ....................................... .....................................
o maestro! ...................................... ....................................... .....................................
i ragazzi (c. ogg.) ...................................... ....................................... .....................................
Sottolinea tutti i sostantivi della II declinazione presenti nelle seguenti frasi, completale
declinando correttamente il termine indicato tra parentesi, quindi traduci.
1 Poenorum castra apud …………………. erant. [fluvius,-i]
2 Dominus in ……………….. a servis reperitur. [tablinum, -i]
3 Sententia monet: …………….. volant, scripta manent. [verbum, -i]
4 In Romanorum castra …………………….. a sociis mittebantur. [legatus, -i]
5 Nautae ………………. auxilium in procella invocabant. [deus, -i]
6 A vigiliis armigerisque ex castrorum ………………….. strenue pugnabatur. [porta, -ae]
7 Antoni copiae in …………………. erant. [hiberna, -órum]
8 Romanorum copiae oppidum ………………. delent [Corinthum, -i]
9 Sapientia ………………….. beatam vitam parat. [philosophus, -i]
10 Roma a Brenni copiis …………………. vastabatur. [ferrum, -i]

3)SOMMINISTRAZIONE PROVA:
4 Corso di avviamento alla conoscenza della lingua e della cultura latina
FAC-SIMILE PROVA CONCLUSIVA

I. Esercizio di grammatica e di traduzione


Indicazioni di lavoro
- si legga con attenzione il titolo, l'introduzione e il testo
- si risponda ai quesiti grammaticali
- si traduca il brano o si completino i periodi tradotti inserendo i complementi sottolineati nel
testo latino
- nel glossario sono riportati i termini in neretto nel testo

Il culto di Vesta
Le divinità femminili adorate dai Romani sono molto numerose. Tra queste la patrona della città e
la dea Vesta sull'altare della quale arde sempre una fiamma sacra. Vesta offre la sua protezione
alla famiglia e in particolare alle donne.

1 Ab Romae incolis innumerae deae venerantur.


2 Romae patrona est Vesta: nam in Vestae tutelā incolarum vita et divitiae positae sunt.
3 Incolae primitias deae Vestae praebent victimasque vovent.
Gli abitanti offrono le primizie ............ e immolano vittime sacrificali.
P aete ea astae puellae i Vestae a ā fla a pe petua servant.
5 Nam super Vestae aram sacra flamma semper splendere debet.
Infatti sopra l'altare di Vesta ..............................................................
6 Vesta etiam familiae patrona est: ideo tutelam praebet familiae, praesertim matronis et puellis,
7 sed etiam libertae et ancillae Vestae benevolentiam implorant.
ma anche le liberte e le ancelle .......................................

Quesiti
1. Si completi la seguente tabella inserendo i predicati e i soggetti corrispondenti:
Predicati Soggetti
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10

2. Si completi l'analisi logica del primo periodo


Ab incolis:
Romae:
innumerae deae: nom. pl.
venerantur: P.V. IIIs pres. pass.

. Che o ple e ti so o i ... tutelā . , i .... a ā . e supe ... a a . ?


5. r. 6: che casi sono matronis et puellis?

II. Esercizio di cultura


Dove abitavano i Romani? Si espongano le proprie conoscenze sull'argomento, con riferimenti al
lessico specifico.

GLOSSARIO

tutela, ae: protezione

positae: poste

primitiae, arum: primizie

voveo, ere: offrire

servo, as, are: conservare

debeo, es, ere: dovere

praesertim: avv., soprattutto

libertae: liberte

imploro, as, are: supplicare

foveo, es, ere: alimentare


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