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CAPITOLO 2

Gli antropologi culturali condividono le loro osservazioni tramite la ricerca sul campo e
l’osservazione partecipante.
In passato i primi antropologi adottavano l’antropologia da tavolino, seduti nel proprio
studio ad analizzare le informazioni su culture distanti.
Tra il XIX e il XX secolo, alcuni antropologi, stipendiati da governi coloniali, raggiunsero i
territori africani e asiatici e si avvicinarono a loro senza però viverci insieme. Questo
approccio è detto antropologia da veranda, poiché l’antropologo chiedeva ai “Nativi” di
raggiungerlo nella veranda della sua abitazione.
Morgan contribuì allo sviluppo di un approccio allo studio dei popoli e delle loro culture
avvicinandosi al metodo della ricerca sul campo (il campo era considerato come un
laboratorio in cui osservare i suoi oggetti di studio). Malinowsky, invece, combina la ricerca
sul campo con l’osservazione partecipante ovvero un metodo che richiede di vivere a
contatto con la popolazione per un determinato periodo di tempo.
Negli anni ’70 ci si rende conto che c’è bisogno di una relazione umana tra osservatore ed
osservato, emergono così tre dimensioni:
1) dimensione soggettiva ovvero il retroterra culturale ed oggettivo sia dell’osservato sia
dell’osservatore;
2) dimensione etica che è alla base della relazione tra osservatore ed osservato;
3) dimensione politica che caratterizza la relazione tra osservatore ed osservato.
È necessario quindi considerare i soggetti osservati non più come oggetti ma come esseri
umani. Si giunge così alla svolta riflessiva che è caratterizzata dalla ricerca antropologica
come dialogo tra osservatore ed osservato.
Un altro metodo per affrontare tale questione è stato individuato da George Marcus ed è la
ricerca multisituata ovvero la ricerca sul campo condotta su più territori.

La ricerca sul campo è caratterizzata da diverse fasi:

- definizione del progetto: la scelta dell'argomento è il primo fondamentale passo di un


progetto di ricerca. Il tema deve essere significativo e realizzabile. I progetti di ricerca sono
spesso ispirati a tendenze ed eventi significativi, ad esempio l’epidemia del virus HIV e la sua
veloce diffusione, i conflitti in atto tra Afghanistan, Iraq, Sudan. Alcuni antropologi si dedicano
allo studio di un particolare oggetto di scambio nel suo contesto culturale come Malinowsky
che ha analizzato il Kula: un circuito di scambio che collega molte delle isole Trobriand,
attraverso la quale gli uomini intraprendono partnership di lunga durata che implicavano lo
scambio sia di beni d’uso comune come il cibo, sia di collane e bracciali di grande valore.
- prepararsi alla ricerca sul campo: una volta identificato l'argomento di ricerca bisogna
ottenere il finanziamento necessario per realizzarla, procurarsi un visto e una domanda di
autorizzazione a condurre la ricerca. È necessario il consenso informato ovvero un
elemento del codice deontologico della ricerca che prevede che il ricercatore informi i
partecipanti sugli obbiettivi, l’ambito e i possibili effetti del proprio studi e ottenga il loro
consenso. La preparazione per il campo può richiedere l’acquisto di attrezzature speciali,
come tende, indumenti caldi, stivali; bisogna munirsi di un kit medico ben fornito, ed è
essenziale un equipaggiamento: macchine fotografiche, computer, videocamere. È inoltre
importante una conoscenza basilare della lingua e del posto.
- scelta del sito: il sito è il luogo in cui viene condotta la ricerca.
- costruire una relazione etnografica:è un rapporto di fiducia che si stabilisce tra il
ricercatore e la popolazione oggetto di studio. Spesso è molto difficile ottenere la fiducia,
specialmente dai membri più importanti, in quanto non tutte le popolazioni sono a
conoscenza delle università , della ricerca, dell’antropologia culturale, infatti può accadere che
la popolazione si faccia un’idea sulla base di esperienze passate con altri stranieri che avevano
obbiettivi diversi.
- scambio di doni e la reciprocità: fare regali alle persone coinvolte può essere utile ma deve
trattarsi di oggetti appropriati dal punto di vista etico culturale.

Spesso l’antropologo è soggetto ad uno shock culturale ovvero la sensazione di disagio,


solitudine, ansia che si prova quando ci si sposta da un contesto culturale a un altro. Più le
culture differiscono tra loro, più è forte lo shock. Questo può verificarsi anche al rientro in
casa nella propria nazione.

Esistono diverse tecniche di ricerca sul campo:


- approccio deduttivo: si formula un’ipotesi, seguita da un’acquisizione dei dati relativi e si
valutano i risultati in relazioni all’ipotesi di partenza; si preferisce la raccolta dei dati
quantitativi;
- approccio induttivo: non prevede un’ipotesi di partenza ma affida ai membri della cultura
da analizzare il compito di suggerirne le direzioni; si preferisce la raccolta dei dati qualitativi;
- osservazione partecipante: caratterizzata dalla condivisione della vita quotidiana delle
popolazioni che s’intendono studiare e la loro osservazione. Per il ricercatore partecipare
significa adottare lo stile di vita delle persone oggetto del suo studio, vivere in abitazioni simili
alle loro, adottarne le abitudini alimentari, vestirsi come loro, imparare la lingua e partecipare
alle attività quotidiane;
- parlare con la gente: è fondamentale utilizzando l’intervista o il questionario. L’ intervista
permette di acquisire documentazione orale, attraverso una conversazione o delle domande, il
questionario invece è uno strumento di ricerca strutturato, contiene una serie di domande
che possono essere a risposta chiusa o aperta;
- combinare osservazione e dialogo: è necessario connettere osservazioni e informazioni
orali relative a ciò che le persone dicono di fare o a ciò che pensano. Può capitare che le
persone dicono una cosa ma il loro comportamento contraddica queste affermazioni.
- storia di vita: è un’approfondita descrizione qualitativa della vita di un individuo. Anche se è
difficile raccontare un popolo attraverso la storia della vita di una persona;
- indagine sull’uso del tempo: è un metodo quantitativo che permette di raccogliere
informazioni relative al tempo che le persone dedicano a determinate attività ;
- testi: molti antropologi producono e studiano documenti testuali sia scritti che orali tra cui
miti, modi di dire, conversazioni;
- metodi di ricerca multipli e progetti di gruppo: durante la ricerca gli antropologi utilizzano
contemporaneamente molti metodi diversi.

Per documentare la ricerca si utilizzano le note di campo, registrazioni, fotografie, video.


Esistono due metodi:
- l’analisi qualitativa: comprende note di campo descrittive, narrativa, miti, storie, canzoni;
molti antropologi si affidano al computer per individuare i temi chiavi ricorrenti. Il computer
permette di analizzare una grande quantità dei dati, più velocemente e accuratamente;
- l’analisi quantitativa: può seguire diverse direzioni. Alcuni dei metodi più sofisticati
richiedono nozioni di statistica e spesso è necessario l’uso del computer e dei pacchetti di
software che consentono di effettuare calcoli statistici.

Il principale metodo adottato dagli antropologi per trasmettere le conoscenze è l’ etnografia


è la descrizione dettagliata di una cultura contemporanea basata sulle osservazioni e le analisi
del ricercatore.
Il genere di scrittura utilizzata è la monografia etnografica ovvero un resoconto
approfondito di una singola comunità e delle sue forme di vita sociale e culturale.

Tra i dibattiti in corso sulla ricerca antropologica troviamo:


1) etica e ricerca collaborativa che adotta un codice deontologico dato dall’associazione
antropologica americana, secondo cui la responsabilità dell’antropologo è quella di proteggere
la cultura dalle persone che la studiano; durante una ricerca collaborativa l’antropologo
lavora insieme ai membri della popolazione studiata considerandoli componenti di uno stesso
gruppo;
2) ricerca sul campo e sicurezza: la ricerca sul campo può mettere a rischio il ricercatore e la
sua famiglia sia dal punto di vista fisico che psicologico.

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