Sei sulla pagina 1di 1

Il lamento di Icaro

è un dipinto di
Herbert James
Draper, pittore
vittoriano. L’opera,
espressione del
decadentismo,
venne realizzata
nel 1898, i
personaggi e il
paesaggio
riflettono la
volontà dell’autore
di dare vita a
immagini
inconsuete e a forme preziose. L’opera trae origine dal mito di Dedalo e Icaro, l’artista dopo aver colto le
tematiche essenziali della vicenda, le rielaborò creando una visione ideale del giovane defunto. Icaro
insieme al padre, tenta di liberarsi dal labirinto in cui Minosse lo ha rinchiuso, servendosi delle ali costruite
da Dedalo. Durante la fuga, decide di avvicinarsi al sole, facendo scogliere la cera che tiene unite le piume,
provocando la sua morte. È evidente come il ruolo del protagonista richiami alla mente i rischi in cui incorre
l’uomo ambizioso: l’inestinguibile aspirazione di cui Icaro cade preda non è in tal caso il vuoto ed
egocentrico desiderio di affermarsi e distinguersi, piuttosto il personaggio intende migliorare la propria
condizione, segue il legittimo proposito di elevarsi, di accedere a un gradino di conoscenza fino ad adesso
precluso.

Nell’attimo in cui è in procinto di superare i confini dell’essere umano e di entrare nella sfera mistica del
divino, subentra il fallimento, il calore del sole disfa le ali e Icaro precipita, come punizione per aver tentato
di travalicare i limiti prestabiliti. Draper conferisce dignità alla figura di Icaro, il giovane è raffigurato disteso
su uno scoglio, avvolto in un sudario e accolto dalle sirene. Nonostante la rovinosa caduta del personaggio,
il suo corpo è intatto, come se, sorpreso da un improvviso cedimento delle forze fisiche, si fosse
addormentato sullo scoglio.

Il corpo languido è l’impronta del malinconico sentimentalismo dell’autore, l’ostentato abbandono di Icaro
è il segno che il progetto è fallito. Il paesaggio si colora di tinte scure, tonalità di porpora e ocra circondano
l’accaduto, e accompagnano le sfumature delle piume, annerite per le bruciature. Il fisico bruno e
incorrotto del giovane suggerisce come Draper abbia voluto risarcire l’ambizione di Icaro, concedendogli di
mantenere le sue migliori sembianze. Le sirene intonano un lamento per il defunto, una di loro impugna
una lira, le altre lo accerchiano e lo sostengono dalle braccia. La carnagione dei personaggi femminili è
chiarissima in contrasto con la patina bronzea che distingue il protagonista.

Sullo sfondo i raggi del sole illuminano la scogliera; la striscia di luce rappresenta l’agente imperscrutabile
che ha determinato la fine del giovane, esso racchiude in sé la presenza di una volontà sconosciuta e
inviolabile. Le barriere da vincere si palesano insuperabili un istante prima della sconfitta; tentando di
assecondare la propria curiosità, Icaro non fa altro che procedere verso l’emancipazione umana, liberandosi
dalle incertezze e dai timori sterili dell’ignoranza; la costruzione delle ali è la tecnica che l’uomo
padroneggia, il volo è il compimento del disegno originario, le iniziative non si esauriscono in se stesse ma
trovano sfogo nel concreto del progetto, infine l’autore commette un errore e trova la morte. Quest’ultimo
passo rappresenta la condanna di Icaro, istantaneamente provvisto di un arbitrio divino che inseguito ha
provocato la sua fine.

Potrebbero piacerti anche