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DRENAGGIO TORACICO

Per sistema di drenaggio toracico si intende un tubo di drenaggio collocato in ambiente intrapleurico connesso ad un
sistema di raccolta.
In chirurgia toracica il drenaggio toracico è un presidio atto ad eliminare qualsiasi eventuale accumulo di materiale
biologico all’interno dello spazio pleurico, permettendo la riespansione polmonare e gli scambi gassosi.
Le indicazioni al posizionamento del drenaggio toracico a scopo evacuativo sono:
- Pneumotorace spontaneo o secondario (traumatico, iatrogeno) dovuto alla presenza di aria tra la pleura
viscerale e quella parietale;
- Emotorace (da trauma, post operatorio) per accumulo di sangue nello spazio pleurico;
- Empiema pleurico o piotorace per raccolta purulenta sostenuta da flora batterica;
- Versamento pleurico;
- Controllo della cavità dopo intervento di chirurgia toracica.
Il tubo di drenaggio toracico è unito mediante un raccordo ad un sistema di raccolta, dotato di un meccanismo valvolare
unidirezionale, connesso il più delle volte ad un sistema di aspirazione.

I cateteri toracici più comunemente utilizzati sono rappresentati da semplici tubi di materiale sintetico (p.v.c – silicone)
di varie dimensioni e plurifenestrati, come il trocar, catetere armato e non, trasparente, termosensibile, lungo da 25 a 40
cm a seconda del calibro, con due fenestrature in prossimità della punta ed una stria radiopaca per facilitare il riscontro
radiologico. Può essere monolume o a doppio lume per eseguire lavaggi o per introdurre farmaci intrapleurici.

Altro catetere utilizzato è il pigtail, di piccolo calibro, che assume una forma particolare definita a coda di maiale. Ha il
vantaggio di essere poco traumatico e di facile gestione al domicilio, nonché di consentire l’introduzione di farmaci;
essendo di piccolo calibro, può facilmente ostruirsi.

Tali dispositivi devono comunque possedere dei requisiti fondamentali comuni:


o Materiale biocompatibile ipoallergico e ben tollerato ( in genere silicone o pvc);
o Termosensibilità;
o Indicatore di profondità;
o Sterilità;
o Non traumatizzante e non decubitante;
o Plurifenestratura in sede apicale e periapicale;
o Presenza di stria radiopaca;
o Possibilità di raccordo con altri tubi;
o Trasparenza

Il punto di inserzione del tubo di drenaggio dipende dal materiale da evacuare:


 Porzione antero superiore del torace 2°-3° spazio intercostale sulla linea emiclaveare in caso di aria
(pneumotorace);
 5°-6°spazio intercostale sulla linea ascellare media nel caso di fluidi (versamento pleurico).
Tale tubo sarà suturato alla cute, connesso alla unità di raccolta e protetto da una medicazione sterile.

Il paziente è in posizione supina, semiseduto o in decubito laterale con il braccio del lato da drenare in retropulsione
abduzione, con la mano dietro il capo. La peculiarità del polmone è che all’interno dello spazio pleurico è presente una
pressione inferiore a quella atmosferica; pertanto al tubo endopleurico sarà collegato un particolare sistema di raccolta
chiuso, che deve garantire l’unidirezionalità dell’intero sistema in modo che aria e liquidi, una volta drenati nel sistema
di raccolta, non ritornino nuovamente nello spazio pleurico.

I sistemi di drenaggio toracici sono anche conosciuti sotto il termine bulau, dal nome di gotthard bülau, inventore del
primo sistema chiuso a valvola d’acqua.

Nel sistema ad “una bottiglia”, definito anche “a caduta”, il drenaggio toracico viene connesso tramite una spina di
raccordo ad un tubo di caduta che termina in un vaso sterile contenente acqua bidistillata sterile. Il tappo che chiude
ermeticamente il vaso è munito di due tubi rigidi:
- Uno lungo collegato ad un’estremità al drenaggio endopleurico, mentre la parte distale sarà immersa nel
liquido posto in fondo al vaso. L’acqua assicura una chiusura che si oppone all’ulteriore entrata di aria nel
torace;
- Uno corto che assicura la comunicazione con l’ambiente esterno permettendo così la fuoriuscita di aria
evacuata dal cavo pleurico e la raccolta nel bottiglione.
Il pescaggio crea così un meccanismo evacuativo unidirezionale, chiamato valvola ad acqua fondamentale per la
rimozione di aria e fluidi in tutti i sistemi di drenaggio toracico impiegati. Tale sistema risponde a tre finalità:
- Permettere l’unidirezionalità del percorso delle emissioni aeree e fluide, dal cavo toracico verso l’esterno e non
viceversa;
- Permettere di visualizzare eventuali perdite aeree;
- Ristabilire una differenza di pressione tra la cavità toracica e l’ambiente esterno.
Il sistema a due bottiglie è sempre provvisto di una camera a valvola ad acqua, integrato da un vaso di raccolta del
liquido; il funzionamento è simile al precedente.

Il vaso interposto tra la valvola ad acqua ed il paziente deve essere naturalmente trasparente e munito di una scala
graduata in ml per il monitoraggio quantitativo e qualitativo del liquido drenato.

Il sistema a tre bottiglie viene utilizzato quando si rende necessaria l’applicazione al sistema di drenaggio di
un’aspirazione per l’evacuazione di copiose perdite aeree, come ad esempio in caso di interventi chirurgici importanti o
estesi traumi toracici.
Il sistema è del tutto simile a quello a due bottiglie, con l’aggiunta di una terza bottiglia che permette di controllare
l’entità dell’aspirazione applicata.
Il sistema delle tre bottiglie è ormai sostituito da dispositivi monouso sterili, denominati commercialmente “pleur-
evac”, ma il nome e modello possono variare a seconda della casa produttrice.
Questo sistema di drenaggio compatto ha il vantaggio di essere meno ingombrante, monouso (non necessita di
svuotamento della raccolta), infrangibile, compatto, leggero, di facile funzionamento e spostamento.

Nello specifico abbiamo:


o Camera di raccolta fluidi dove vengono veicolati i liquidi drenati;
o Camera della valvola ad acqua che funge da valvola unidirezionale, permettendo l’uscita dell’aria
dallo spazio pleurico e l’osservazione del grado di perdita d’aria. La camera deve essere riempita con
soluzione fisiologica sterile fino a 2 cm. In questa camera si può osservare la fluttuazione del menisco
liquido, ovvero l’aumento del livello dell’acqua quando la persona inspira e un ritorno a un livello
iniziale durante l’espirazione.
L’infermiere – anche e, soprattutto, nei drenaggi compatti, ha la responsabilità di osservare attentamente la camera con
valvola ad acqua, controllare il livello di due cm di acqua sterile, rilevare qualitativamente e quantitativamente l’entità
delle perdite di aria dalla cavità pleurica;
 Camera di controllo dell’aspirazione, che permette di collegare il sistema di raccolta al sistema di vuoto
centralizzato impostando una pressione negativa variabile.
Nel caso di quest’ultima, possiamo avere sistemi con valvola di aspirazione a secco in cui la forza aspirante viene
regolata attraverso una valvola meccanica. Sono dispositivi dotati di una manopola di regolazione manuale con cui si
imposta il livello di aspirazione, quindi l’acqua non è necessaria. Il funzionamento dell’aspirazione viene confermato da
un indicatore (es: luce colorata), che ha la medesima funzione del gorgogliamento nel sistema tradizionale, per
confermare che l’aspirazione è attiva. Nei sistemi di aspirazione ad acqua invece l’aspirazione è regolata in base a
quanta acqua sterile si inserisce nella camera stessa. L’aggiunta di acqua determina l’aumento dell’intensità di
aspirazione.

La camera viene riempita fino al livello desiderato (di solito 20 cm di acqua sterile). E’ possibile porre il drenaggio a
caduta o aggiungere un’aspirazione. Dopo l’avvio dell’aspirazione, nella camera di controllo dell’aspirazione compare
un leggero gorgogliamento, che indica il corretto funzionamento del sistema. Tale presidio, può essere posizionato a
terra o sospeso al letto del paziente, consentendo la misurazione precisa dei volumi raccolti senza richiedere
manutenzioni durante il drenaggio.

Esistono infine sistemi di aspirazione a secco con valvola unidirezionale, la valvola di heimlich, caratterizzata appunto
da una valvola unidirezionale che permette all’aria di fuoriuscire dalla cavità toracica, durante l’espirazione, e le
impedisce di rientrarvi in fase inspiratoria.

Questo dispositivo offre il vantaggio di permettere la deambulazione e il trasporto dell’assistito, e la gestitone


domiciliare. La valvola di heimlich è un sistema di drenaggio toracico che si attua per mezzo di un regolatore di
gomma, definito a ‘becco di flauto’, unidirezionale, che impedisce ai fluidi o all’aria di risalire lungo il catetere toracico
e di rientrare in circolo dopo esser stati aspirati. Questo sistema di drenaggio prende il nome dal suo inventore henry jay
heimlich (inventore della manovra antisoffocamento) nel 1963. Si compone di doppio raccordo conico per agevolare da
un lato la connessione al catetere toracico e dall’altra il collegamento ad un sistema di raccolta. Il dispositivo è
costituito da un corpo di plastica al cui interno è posizionata una valvola unidirezionale che si apre in fase di espirazione
permettendo la
fuoriuscita di aria e liquidi.
Materiale occorrente per la procedura (procedura sterile):
 Telini sterili;
 Carrello servitore;
 Camici sterili;
 Guanti sterili diverse misure;
 Mascherine con visiera;
 Garze sterili;
 NurseLifeApp©
 Manico da bisturi;
 Pinza kocher retta;
 Pinza klemmer retta;
 Forbice mayo curva;
 Pinza chirurgica;
 Pinza anatomica;
 Aghi;
 Portaghi;
 Bacinella reniforme;
 Tamponi e contenitori sterili per eventuali esami colturali;
 Trocar dimensione adeguata;
 Raccordi di connessione a botte o a y;
 Tubi di connessione tra catetere di drenaggio e sistema aspirativo;
 Sistema di raccolta;
 Anestetico locale;
 Soluzione fisiologica;
 Occorrente per tricotomia se necessario;
 Siringhe da 10 ml;
 Antisettico;
 Filo chirurgico di sutura;
 Arcella;
 Cerotto o film trasparente
 Lama da bisturi;
 Contenitore per rifiuti speciali;
 Contenitore per aghi e taglienti.
Una corretta gestione del drenaggio toracico prevede una valutazione del paziente e della sua risposta sia agli interventi
infermieristici erogati sia alla terapia standard. L’assistenza si sviluppa attraverso punti fondamentali:
1. Preparazione dell’unità di degenza;
2. Monitoraggio dei parametri vitali e dell’attività;
3. Controllo del dolore (l’infermiere valuta, attraverso la somministrazione di scale analogiche, la
4. qualità e la quantità del dolore);
5. Informare ed educare il paziente (il coinvolgimento attivo, la collaborazione ed il sostegno
6. psicologico del paziente, diventano i punti cardine del piano di cura che si andrà a realizzare);
7. Mantenere il funzionamento corretto del sistema di drenaggio;
8. Monitorare ed intervenire in caso di complicanze dovute al confezionamento del drenaggio;
9. Monitorare ed intervenire riguardo l’insorgenza di possibili infezioni;
10. Monitorare quantità e qualità dei materiali raccolti secondo cadenze orarie;
11. Programmare cambi posturali orari al fine di garantire il comfort e il corretto funzionamento del
12. drenaggio;
13. Controllare ed ispezionare cute all’altezza del sito di inserzione;
14. Effettuare medicazione del sito di inserzione (la medicazione del punto di inserzione del drenaggio toracico
dovrebbe essere effettuata con cadenza giornaliera nel primo post- operatorio; le evidenze scientifiche indicano
che, nei giorni successivi, può essere effettuata ogni 48 / 72 ore);
15. Mantenere il sistema di raccolta al di sotto del punto di inserzione
16. Clampare il drenaggio nel caso di spostamenti o trasferimenti;
17. Adozione scheda infermieristica per valutazione monitoraggio drenaggio/i e inserimento di tutti i
18. dati di controllo orari e giornalieri;

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