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INTUBAZIONE

L’intubazione endotracheale è una manovra che permette di inserire un tubo direttamente in


trachea, facilitando così il trasporto di una miscela di gas dal ventilatore ai polmoni e assicurare una
via aerea pervia ed efficace.
La tecnica prevede la visualizzazione delle corde vocali mediante laringoscopia ed il successivo
inserimento del tubo endotracheale. L'estremità distale del tubo è dotata di una cuffia che lo
circonda. Una volta posizionato in trachea, la cuffia viene gonfiata grazie ad un sottile tubicino: in
questo modo il tubo aderisce alla trachea.
In ambito ospedaliero l’intubazione è una manovra che può essere effettuata in regime di urgenza
(per esempio durante la degenza in terapia intensiva, nei reparti di degenza, in sala parto, in pronto
soccorso) oppure in regime di elezione (per esempio in sala operatoria in previsione di un
intervento chirurgico).
I tubi endotracheali sono costituiti da materiale morbido in gomma e PVC latex free termo-
modificabili cioè raggiunta la temperatura corporea il tubo diventa morbido e si modella alla
costituzione anatomica del paziente. Sono radiopachi e dotati all’estremità di una apertura a becco
di flauto smussa. Esistono tubi che al loro interno contengono un’anima di metallo (tubi armati) che
servono quando è necessaria un’intubazione in cui la posizione che dovrà assumere il paziente è
una posizione particolare (esempio intervento in anestesia generale per asportazione di ernia
discale con paziente prono).
I tubi senza cuffia vengono usati con maggior frequenza per i lattanti e i neonati, la cuffia può
possedere una struttura ridotta ( ad alta pressione) o ampia ( a bassa pressione), questa ultima
esercita una minore pressione contro le pareti.
Ogni tipo di tubo è disponibile in diversi diametri il cui numero è stampato sul tubo e si riferisce al
diametro interno. In commercio esistono tubi per intubazione oro tracheale e rino tracheale ed
entrambi hanno diverse misure di diametro che variano da 2 a 9. Solitamente si usa il diametro 7.0-
7.5 per la donna ,e 7.5- 8.0 per l’uomo.
I tubi oro tracheali spesso possono essere posizionati utilizzando un mandrino di metallo che
introdotto all’interno del tubo può modificare la sua forma e adeguarla alla conformazione delle vie
aeree del paziente. Una volta posizionato il tubo il mandrino verrà rimosso.

INDICAZIONI ALL’INTUBAZIONE

Le indicazioni all’intubazione endotracheale possono essere diverse tra le quali:


• Insufficienza respiratoria da patologie infettive (es. polmoniti) che richiedono una
ventilazione meccanica;
• Patologie neurovegetative (stato comatoso da patologia neurochirurgica, trauma..)
• Traumatismi gravi (politrauma)
• Patologia del metabolismo che portano ad uno stato comatoso (diabete, insufficienza
epatica..)
• ACC
• Assenza dei riflessi glosso faringei (inefficace o ridotta esecuzione della deglutizione e della
tosse con relativo rischio di ab-ingestis)
• Intervento chirurgico d’urgenza o di elezione
In tutti questi casi l’intubazione endotracheale permette di poter isolare e mantenere pervie le vie
aeree, prevenire i fenomeni di inalazione, permettere la ventilazione meccanica, la
somministrazione di ossigeno a percentuali superiori a quelle dell’aria ambiente e permettere la
rimozione di secrezioni endotracheali.
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QUALE TIPO DI INTUBAZIONE?
Esistono principalmente 2 tipi di intubazione:
• Oro tracheale: consiste nell’inserimento del tubo attraverso la bocca in tutti quei casi in cui
l’intubazione si effettua in regime di urgenza o laddove è necessaria una breve ventilazione
meccanica (sala operatoria) e che permette un più facile posizionamento, una più efficace
aspirazione bronchiale, ridotte complicanze meccaniche e infettive, un ridotto spazio morto
durante la ventilazione meccanica. A tutti questi vantaggi ci sono però svantaggi quali: meno
tolleranza da parte del paziente, maggiore facilità di autorimozione da parte del paziente,
maggiore difficoltà nell’esecuzione del nursing del cavo orale, maggiore salivazione e
difficoltà nella deglutizione. In questi ultimi mesi e secondo le ultime evidenze scientifiche
sono a disposizione sul mercato tubi oro tracheali con aspirazione sotto glottica che
permettono di aspirare le secrezioni che potrebbero formarsi sopra la glottide e che
potrebbero scendere nelle vie aeree e provocare processi infettivi di difficile guarigione
(polmoniti da pseudomonas…)
• Rino tracheale: consiste nell’inserimento del tubo attraverso il naso in tutti quei casi in cui si
prevede intubazione e ventilazione protratta per alcuni giorni; permette una migliore
tolleranza da parte del paziente, minore ansia e stress, minore difficoltà nell’esecuzione del
cavo orale, minore difficoltà nella deglutizione, minore rischio di estubazione accidentale o
volontaria ma che per contro risulta essere una procedura più difficile da eseguire, possono
insorgere epistassi e sinusiti e lesioni da decubito a livello della narice occupata dal tubo,
maggiore possibilità di ostruzione del tubo, maggiore spazio morto durante la ventilazione
meccanica e la bronco aspirazione risulta meno efficace
Oltre a questi due tipi di intubazioni che sono sicuramente le più utilizzate in terapia intensiva,
esiste anche un tipo di intubazione denominata bronchiale selettiva che come dice il nome stesso
permette l’isolamento attraverso la selezione di un bronco di un polmone per poter eseguire
procedure specifiche sul polmone controlaterale (esempio lobectomia totale o parziale in sala
operatoria).

CONTROINDICAZIONI ALL’INTUBAZIONE

Esistono controindicazioni generali all’intubazione che riguardano principalmente la presenza di


importanti traumi facciali che impediscono l’inserimento del tubo sia dalla bocca che dal naso ma
anche dalla presenza di tumori della lingua, della faringe e laringe per i quali la visione delle prime
vie aeree risulta impossibilitata. Quando esistono queste situazioni la soluzione specifica potrà
essere il confezionamento della Tracheotomia, posizionamento della Maschera laringea, Fast Track
Controindicazioni specifiche dell’intubazione oro tracheale:
• Trisma facciale;
• Frattura mandibolare
• Paziente con trauma rachide cervicale
• Fratture facciali
Controindicazioni specifiche dell’intubazione rino tracheale:
• Assetto coagulativo non adeguato
• Epistassi
• Fratture nasali
• Sinusiti
• Fistole liquoro-nasali

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SCELTA E PREPARAZIONE DEL MATERIALE:
Indipendentemente dalla scelta del tubo e dal tipo di intubazione l’infermiere dovrà collaborare con
il medico nella preparazione del materiale e avere una buona collaborazione con il medico stesso.
Per tali motivi l’infermiere dovrà provvedere ad avere, su un piano di lavoro pulito, tutto il materiale
necessario e quindi:
• Raccordo a botte e sondino 14ch per aspirare le secrezioni presenti nel cavo orale e che
impedirebbero la visuale della glottide, (valutazione del corretto funzionamento del sistema
di aspirazione)
• Cannula di Guedel o Majo (qualora fosse difficile un’adeguata pre-ossigenzazione con la
maschera nera da ventilazione)
• Laringoscopio (verificare lo stato delle batterie e della luce) e relative lame
• Tubi oro tracheali e rino tracheali (almeno 2 per misura e per tipo, compresi i tubi con
aspirazione sottoglottica che ricordiamo sono solo di tipo oro tracheale)
• Mandrino
• Pinza di Magill (per permettere l’inserimento del tubo qualora risultasse difficoltosa la sua
prosecuzione dopo la glottide
• Eishmann (presidio utilizzato nelle intubazioni difficili nel qual caso non si riesca a
visualizzare correttamente le vie aeree)
• Lubrificante anestetico tipo Lidofast gel
• Silicone spray
• Siringa 20cc per gonfiare la cuffia
• Cerotto o fettuccia per fissare il tubo
• Maschera laringea e Fast track o eventualmente il broncoscopio e la relativa fonte di luce
qualora l’intubazione con il tubo non abbia successo
• Unità di ventilazione manuale (va e vieni in tip, pallone ambu in ticv) correttamente collegati
alla fonte di ossigeno
• maschera facciale (misura 4 per le donne, misura 5 per gli uomini)
• valutare il corretto funzionamento del ventilatore e del circuito esterno per la ventilazione
• avere a disposizione tutti i farmaci dell’urgenza (adrenalina, metaraminolo, efedrina,
atropina)
E’ IMPORTANTE AVERE SEMPRE A PORTATA IL CARRELLO CON TUTTO IL MATERIALE PER
PERMETTERE UN’ESECUZIONE DELLA MANOVRA SICURA E TEMPESTIVA

PREAPARAZIONE DEL PAZIENTE


Qualora il paziente fosse sveglio e cosciente, l’informazione risulta essere un’arma molto
importante per far accettare al meglio questa procedura che sarà per il paziente fastidiosa e con il
passare del tempo anche dolorosa.
• Informare il paziente
• Eseguire un adeguato nursing del cavo orale e rimozione di eventuali protesi dentarie
• Chiedere al paziente di aprire la bocca il più possibile (ovviamente se il paziente è
collaborante) e valutare il Mallampati che può dare un’idea della semplicità o difficoltà
all’intubazione
• Assicurarsi un accesso venoso sicuro
• Controllo dei parametri vitali (ECG, pressione arteriosa, SP02
• Posizionare il paziente supino con iperestensione del capo.
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PREPARAZIONE DEL PERSONALE

Sia il medico che l’infermiere dovranno indossare i DPI (cuffia, mascherina, occhiali protettivi e
guanti monouso) previo lavaggio delle mani.

ESECUZIONE DELLA PROCEDURA

Lavarsi le mani e indossare DPI


Informare il paziente e chiedergli di aprire la bocca per valutare i Mallampati
Posizionare il paziente (supino con capo iperesteso)
Somministrazione farmaci d’anestesia come da prescrizione medica (PROPOFOL O
MIDAZOLAM, FENTANYL O KETAMINA, SUCCINILCOLINA O MIVACRON)
Mentre il medico iperventila il malato con va e vieni o pallone ambu con la maschera,
l’infermiere verifica il funzionamento della luce del laringoscopio, controlla la tenuta della
cuffia del tubo , lubrifica il tubo e lo mandrina se il medico lo richiede. Se la ventilazione in
maschera fosse difficoltosa il medico potrebbe utilizzare la cannula di Majo che, se
correttamente inserita, impedisce la caduta della lingua e quindi favorisce l’ingresso dell’aria
Passare il laringoscopio al medico (se l’intubazione è oro tracheale, mentre se l’intubazione è
rino tracheale passare per primo il tubo e poi il laringoscopio)
Tenere pronto kit d’aspirazione (sondino già raccordato al raccordo a botte e al sistema di
aspirazione)
Passare il tubo se l’intubazione avviene in urgenza e il paziente non ha in sede un SNG si
esegue la manovra di Sellick (compressione della cricoide verso il basso riducendo il lume
dell’esofago e di conseguenza il rischio di inalazione)
Togliere il mandrino e cuffiare la cuffia controllando la pressione attraverso il manometro
per assicurare una pressione compresa tra i 20 e 25 cmH2O
Collegare il paziente al ventilatore
Mantenere in sede il tubo mentre il medico ausculta il torace del paziente
La posizione del tubo rispetto alla rima buccale va segnata direttamente sul tubo con una
tacca e nella cartella infermieristica
Fissare tubo con cerotto o fettuccia
Se richiesto Radiografia torace
Ripristinare materiale

COMPLICANZE DURANTE LA PROCEDURA

Le complicanze durante la procedura possono essere immediate o tardive:


IMMEDIATE:
• Avulsioni o fratture dentali dovute dall’inesperienza dell’operatore o dalla presenza di denti
cariati o deboli
• Vomito con inalazione di materiale gastro enterico nelle vie respiratorie soprattutto se la
manovra è stata eseguita in urgenza e con lo stomaco non precedentemente svuotato
• Intubazione esofagea dovuta dall’inesperienza dell’operatore o dalla notevole difficoltà nelle
visualizzazione delle vie stesse
• Scarsa tenuta del tubo (il tubo non è stato precedentemente controllato, oppure è stato
utilizzato un lume troppo piccolo rispetto al diametro della trachea

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• Traumi oro faringei o rino faringei legati alla difficoltà di posizionamento del laringoscopio o
da un’eventuale assetto emocoagulativo non adeguato

TARDIVE:
• Stenosi tracheali e fistole tracheo-faringee dovute all’eccessiva pressione che la cuffia del
tubo esercita sulla parete tracheale
• Ulcere da decubito a livello delle narici, del labbro o della lingua legate al prolungato
posizionamento del tubo
• Ostruzione del tubo da secrezioni dense che non sono state adeguante umidificate e rimosse

GESTIONE INFERMIERISTICA DEL TUBO ORO O RINO TRACHEALE

Un corretto e continuo controllo del tubo, chiamato anche protesi respiratoria, permette al
paziente di sopportare con meno traumatismi e stress questo device invasivo e permette di ridurre
al minimo le complicanze evidenziate precedentemente.
Per tale motivo:
• Esecuzione cavo orale almeno una volta per turno, se necessario più volte (es. paziente
neurochirurgico)
• Ogni 12 ore il tubo endotracheale, posizionato per via orale, deve essere spostato da un
lato all’altro della bocca per prevenire decubiti
• Il tubo oro tracheale deve essere fissato con fettuccia di stoffa per prevenire decubiti
• Il tubo rino tracheale deve essere fissato con cerotto di seta e sulla cute dell’ala nasale si
deve posizionare duoderm sottile per prevenire decubiti
• Il cerotto o la fettuccia vanno sostituiti ogni qual volta ce ne sia bisogno (bagnati, sporchi)
• La detersione del tubo deve essere eseguita con acqua e sapone
• Valutare pressione della cuffia almeno ogni 8 ore e quando necessario, (mantenerla tra 20 e
30 cmH2O e non superiore
• Non tenere testa del paziente estesa
• Eseguire la broncoaspirazione quando necessario per evitare l’eventuale ostruzione del tubo
e per valutare le caratteristiche delle secrezioni che spesso possono già dare indicazioni
relative a eventuali emoraggie dell’albero bronchiale (se secrezioni ematiche), eventuali
processi infettivi in atto (se secrezioni maleodoranti giallo – verdastre)
• Mantenere umidificate le secrezioni (con umidificatori attivi o passivi)

COSA FARE SE CI TROVIAMO DI FRONTE AD UNA INTUBAZIONE DIFFICILE

Qualora l’intubazione eseguita con laringoscopia non fosse possibile per difficoltà nella
visualizzazione delle vie aeree e Mallampati elevato, il medico ha a disposizione la possibilità di
eseguire l’intubazione attraverso l’utilizzo del Fibroscopio. Il fibroscopio è uno strumento molto
flessibile in cui l’immagine viene trasmessa attraverso fibre ottiche.
L'intubazione fibroscopio-guidata è una tecnica molto utile in diverse situazioni. Si può utilizzare
quando il collo del paziente non può essere mobilizzato e anche quando il rachide cervicale è
instabile. Può essere usata quando non è possibile visualizzare le corde vocali, nelle situazioni in cui
non è individuabile una linea retta tra il cavo orale e la laringe. L'intubazione sotto guida delle fibre
ottiche può essere effettuata sia su paziente sveglio che in anestesia generale.
PROCEDURA
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• Informare il paziente relativamente alla procedura
• Eseguire istillazioni con xylocaina spray per rendere meno fastidioso l’introduzione del tubo
• “caricare” sul fibroscopio il tubo prescelto avendolo precedentemente lubrificato al suo
interno con Silicone spray e aver controllato la buona tenuta della cuffia. Collegare il
fibroscopio alla fonte di luce. Lubrificare il fibroscopio e spruzzare l’antiappannante.
• Proseguire nell’inserimento del tubo fino al raggiungimento della carena
• Gonfiare la cuffia
• Segnalare la tacca di posizionamento
• Collegare il paziente al ventilatore
• Eseguire se richiesto Radiografia del torace
• Ripristinare il materiale utilizzato

ALTERNATIVE ALL’INTUBAZIONE CON LARINGOSCOPIO

MASCHERA LARINGEA:
Si inserisce senza laringoscopia direttamente nel laringo-faringe e la cuffia ad alta compliance
permette l’adeguata adattabilità alle strutture anatomiche.
I modelli più recenti dispongono di un lume per l’inserimento del sondino gastrico (Maschera Pro
Seal). Le misure generalmente utilizzate sono 4 per le donne e 5 per i maschi.
È un presidio utilizzato prevalentemente in sala operatoria e per ventilazioni di breve durata.

MASCHERA FASTRACK
Progettata per la gestione delle vie aeree difficili e per l’utilizzo in emergenza.
La curvatura anatomica permette di inserirla nella posizione corretta evitando di muovere il collo e
la testa del paziente. È possibile inserire al suo interno un tubo per garantire una migliore
ventilazione

COMBITUBE
È composto da un tubo con due cuffie separate: una occlude l’esofago, l’altra l’oro faringe. Il
combitube è progettato per essere inserito alla cieca in esofago. Viene inserito nella bocca del
paziente e viene spinto fino alle tacche. Si gonfiano entrambe le cuffie con 15 ml di aria la cuffia oro
faringea e con 100 ml di aria quella gastrica. Si ventila dal lume blu del combitube e in assenza di
rumori respiratori, ventilare dal lume bianco.

EISCHMANN
Mandrino molto flessibile (“coda di topo”) con una lunghezza di circa 110 cm. Viene introdotto nella
bocca del paziente e si procede fino ad ottenere un ostacolo che ne impedisce il proseguimento. Se
questo ostacolo si trova a circa 25 cm dalla bocca probabilmente l’ostacolo riscontrato è la carena e
quindi la via respiratoria, se l’ostacolo riscontrato si trova a circa 50 - 60 cm probabilmente ci
troviamo a livello del cardias e quindi nelle vie digestive.
Su questo mandrino verrà caricato il tubo e lo stesso sarà spinto fino all’ostacolo individuato.

FARMACI NECESSARI PER ESEGUIRE L’INTUBAZIONE

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Per eseguire un’anestesia generale e provvedere in seguito all’intubazione l’infermiere di terapia
intensiva dovrà preparare questi farmaci facendo particolare attenzione ai possibili effetti
collaterali. Come farmaci induttori possiamo utilizzare:
• PROPOFOL (nome commerciale DIPRIVAN) somministrato per via endovenosa. Ha un tempo
di azione brevissima. Utilizzato nell’INDUZIONE e il mantenimento dell’anestesia generale.
Durante la somministrazione se il paziente è cosciente può lamentare bruciore nel sito di
iniezione e in seguito ipotensione arteriosa.
• MIDAZOLAM (nome commerciale IPNOVEL) somministrato per via endovenosa. Fa parte del
gruppo di farmaci chiamati benzodiazepine . Utilizzato nell’INDUZIONE ma non nel
mantenimento dell’anestesia generale. Ha un’azione ultrabreve e spesso il suo smaltimento
è molto rallentato.

Tra i farmaci oppiacei analgesici possiamo utilizzare:


• FENTANYL (nome commerciale Fentanest) somministrato per via endovenosa può essere
utilizzato anche nel post operatorio ma con effetti collaterali che devono essere
adeguatamente monitorizzati in quanto può provocare arresto respiratorio. Può provocare
ipotensione arteriosa
• KETAMINA (nome commerciale KETANEST) somministrato per via endovenosa. Può
provocare allucinazione al risveglio dall’anestesia e provocare ipotensione

Tra i farmaci miorilassanti possiamo utilizzare:


• SUCCINILCOLINA (nome commerciale MIDARINE) depolarizzante che ha un’azione breve (5
min.) e immediata (è usata soprattutto per facilitare l’intubazione), deve essere fatta seguire
da un curaro non depolarizzante quando è necessaria una curarizzazione prolungata. Non
esistono farmaci antagonisti per la Succinilcolina.
• CISATRACURIO BESILATO (nome commerciale NIMBEX) curaro non depolarizzante serve per
rilasciare la muscolatura e facilitare l’intubazione tracheale. Paralizza i muscoli respiratori
così come gli altri muscoli scheletrici, ma non ha nessun effetto sulla coscienza o sulla soglia
del dolore. Il blocco neuromuscolare prodotto dal Cisatracurio può essere rapidamente
antagonizzato con dosi di agenti anticolinesterasi

BRONCOASPIRAZIONE

La broncoaspirazione è una procedura che consente la rimozione delle secrezioni presenti


nell’albero bronchiale, per mezzo di una fonte di aspirazione e di un sondino inserito nelle vie aeree
tramite una via naturale (bocca-naso) o artificiale (protesi respiratoria) per il mantenimento della
pervietà delle vie aeree.
Obiettivi:
• Mantenere pervie le vie aeree rimuovendo secrezioni e/o materiale estraneo
• Promuovere e migliorare gli scambi respiratori
• Prevenire gli effetti collaterali, in particolare delle infezioni favorite dal ristagno di secrezioni
• Ottenere un campione da laboratorio per esame colturale (diagnosi)

Questa procedura è diretta a tutti quei pazienti che non sono in grado autonomamente di espellere
in modo efficace le loro secrezioni e la sua applicazione segue determinate indicazioni quali:
• Tosse poco efficace

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• Respiro rumoroso
• Disadattamento dal ventilatore
Va eseguita solo se vi è una reale necessità perché è una manovra non priva di complicanze:
Ipossia(causate da una diminuzione dell’apporto di ossigeno)
Broncospasmo
Atelecttasie (aree disventilate )
Turbe emodinamiche (a causa di possibili aumenti delle pressioni intratoraciche)
Infezioni
Aumento PIC in pazienti neurochirurgici e diminuzione PPC
Traumi tracheali (causati da errate e continue bronco aspirazioni soprattutto quando il
sondino di aspirazione supera la parte distale della protesi respiratoria e provoco micro
traumi e micro lesioni alla trachea.

PREPARAZIONE DEL PAZIENTE

• Accertare la necessità di aspirare il paziente osservandone i segni vitali.


• Determinare il grado di collaborazione del paziente.
• Informare il paziente della eventuale tosse intermittente che può essere provocata dalla
aspirazione e della necessità della stessa per la rimozione delle secrezioni.
• Iperossigenare il paziente per almeno un minuto prima di iniziare la procedura
(l’iperossigenazione può essere eseguita dal ventilatore) e garantire l’ossigeno al 100% per il
minuto successivo alla manovra.

PREPARAZIONE DEL PERSONALE

• Lavarsi le mani
• Indossare i DPI
• Indossare inizialmente guanti monouso e al momento della preparazione del sondino di
aspirazione il guanto sterile sulla mano dominante che eseguirà la manovra

ESECUZIONE DELLA PROCEDURA

Accendere l’aspiratore e scegliere il diametro del sondino generalmente 14 ch


Attaccare il sondino al circuito d’aspirazione facendo attenzione a non contaminare la sonda
Sfilare la guaina di protezione sterilmente e lubrificare il sondino
Staccare il paziente dal ventilatore dopo aver aspettato l’iperossigenazione di 1 minuto
Introdurre lentamente il sondino, senza aspirare, nel tubo. Alla comparsa di tosse retrarre il
sondino di 2 cm
Procedere quindi all’aspirazione durante l’estrazione del sondino, con movimenti rotatori. La
manovra non dovrebbe durare più di 15 sec
Ricollegare il paziente al ventilatore e iperossigenarlo per circa un minuto
Controllare parametri vitali durante la manovra (per possibilità di desaturazione, aritmie,
ACC,broncospasmo, ipertensione arteriosa, ecc)
Se dovesse essere necessaria un ulteriore aspirazione sostituire il sondino e ripetere la
procedura

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Lavare il tubo di aspirazione con acqua per preparazione iniettabile che è a disposizione sul
piano di tutte le postazioni
L’instillazione di SF 0,9% è sconsigliata perché non ci sono prove sull’efficacia nel facilitare la
rimozione delle secrezioni

La procedura sopra indicata è eseguita con sistemi di aspirazione aperti ma esistono in


commercio sistemi di broncoaspirazione chiuso sia per tubi (lunghezza 54 cm) che per
tracheotomie (lunghezza 35 cm). Permettono di aspirare le secrezioni senza de connettere il
paziente dal ventilatore .Non vi sono però differenze tra il sistema aperto e chiuso nell’incidenza
di infezioni polmonari. Questo tipo di presidio si utilizza principalmente quando il paziente
risente notevolmente della differenza pressoria polmonare che si ha nel momento in cui il
paziente stesso viene deconnesso dal ventilatore oppure quando vi sono infezioni trasmissibili
per via aerea.

ESTUBAZIONE

Quando le indicazioni che hanno portato ad intubare il paziente vengono meno, si può procedere
alla rimozione della protesi respiratoria con conseguente ripristino delle vie fisiologiche di
ventilazione.
Prima dell’estubazione, al paziente viene applicato un test di weaning (svezzamento) respiratorio
per valutare se ci sono le possibilità per un’estubazione positiva.
Lo svezzamento respiratorio è composto da diverse fasi che iniziano con la riduzione del supporto
da parte del ventilatore fino alla verifica emogasanalitica del miglioramento degli scambi gassosi.
PREPARAZIONE DEL MATERIALE
Kit d’aspirazione
Sondini
Siringa da 20 ml
Garze
va e vieni con maschera facciale
Impianto O2 con maschera Venturi o polimask
Carrello per intubazione

PROCEDURA:
Informare il paziente
Posizionare telino monouso sul torace del paziente
Mettere PEEP circa 20-25 cmH2O
Chiedere al paziente di fare un respiro profondo, nel frattempo sgonfiare palloncino della
cuffia
Rimuovere il tubo
Stimolare il paziente a tossire
Fornire O2 se necessario
Controllo funzionalità respiratoria (FR, SpO2, escursioni toraciche, ecc.)
Controllo EAB dopo circa 30 min

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