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1
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI
E LE LORO MISSIONI
Introduzione
1
Cf B. FERRO, Istoria delle Missioni de’ Chierici Regolari Teatini, I – II, Roma 1704.
2
Cf T. C. DE B EM, Memorias historicas chronologicas da Sagrada Religião dos Clerigos Regulares em
Portugal, e suas conquistas na India Oriental, I – II, Lisboa 1792.
3
Cf ARCHIVIO GENERALE DEI T EATINI, Gli appunti del P. D. Bartolomeo Ferro C.R., sezione manoscritti,
cassetta Missioni in Georgia e Armenia.
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I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI
4
B. MÁS, «I Teatini e l’unione degli Armeni di Leopoli con la Santa Sede», in Regnum Dei. Collectanea
Theatina 7 (1951) 154 – 163; D. B LAZEJOVSKYJ , «I Teatini e i Pontifici Collegi Armeno e Ucraino di Leopoli
(1665 – 1784)», in Regnum Dei. Collectanea Theatina 35 (1979) 203 – 248; G. SCARABELLI, «I Teatini a
Leopoli», in Regnum Dei. Collectanea Theatina 59 (2003) 214 – 220.
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I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI
ecclesiastica, con mansioni di controllo e di correzione sul clero secolare e regolare, che essi
erano incaricati di riformare.5 I Teatini, attraverso e con il loro fondatore G. P. Carafa,
dovevano occuparsi e affrontare le emergenti problematiche religiose di quegli anni, dalla
lotta contro l’eresia protestante all’impegno per contrastare la degenerazione dei costumi di
molti religiosi, dalla corruzione agli abusi degli ecclesiastici.6
L’originaria impronta carafiana, in un secondo momento della vita dell’Ordine e con la
sua presenza a Napoli, in qualche modo fu messa in secondo piano a favore della vocazione
caritativa, di stampo assistenziale, dei religiosi, irreprensibili e animatori di opere a sostegno
dei bisognosi, portatori di una spiritualità pienamente subordinata ai disegni della Divina
Provvidenza. Il carisma teatino diventava così più conforme al modello ‘rappresentato’ da
Gaetano Thiene, e poi portato avanti da Giovanni Marinoni, Andrea Avellino, Paolo Burali,
Lorenzo Scupoli etc.7
I Chierici Regolari, similmente, dovevano essere una specie di milizia leggera, pronta
ad affrontare qualsiasi necessità, sempre disposti a servire Dio ovunque occorresse, con
l’incondizionata obbedienza al Romano Pontefice,
occupandosi anche degli eretici e degli infedeli e, nei
primi tempi, almeno con la preghiera.8
Intanto bisogna ribadire che i primi Chierici
Regolari davano moltissima importanza allo studio,
infatti, alla fine del XVI sec., troviamo illustri Teatini
conoscitori delle lingue latina, greca ed ebraica, insegnate
loro dal cardinale Guglielmo Sirleto. Ricordiamo come
suoi allievi P. D. Antonio Agellio C.R.9, P. D. Giovanni
Battista Vivaldo C.R., P. D. Gregorio Florello C.R.10
Cardinale Giuglielmo Sirleto
5
A. V ANNI, “Fare diligente inquisitione”. Gian Pietro Carafa e le origini dei chierici regolari teatini, Viella,
Roma 2010, 17.
6
Ibidem.
7
Ibidem, 13; A. V ANNI, Gaetano Thiene. Spiritualità, politica, santità, Viella, Roma 2016, 108 – 124.
8
A. SPALLA, «Le missioni teatine nelle Indie Orientali nel sec. XVIII e le cause della loro fine», in Regnum Dei.
Collectanea Theatina 27 (1971) 7.
9
Antonio Agellio C.R. (1532 – 1608) fu un grande biblista, conoscitore della lingua latina, greca, ebraica e
caldea, membro delle commissioni per la revisione della Vulgata sotto papa Pio V, fino all'edizione di papa
Clemente VIII del 1592, e per l'edizione della versione greca dei Settanta sotto papa Sisto V.
10
A. F. VEZZOSI, I scrittori de’ Chierici Regolari detti Teatini, Stamperia della Sacra Congregazione di
Propaganda Fide, Roma 1780, II, 7.
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Georgia
11
Ibidem, I, 392.
12
P. LICINI, «La Georgia del sec. XVII vista dall’Archivio Generale di S. Andrea della Valle», in Regnum Dei.
Collectanea Theatina 51 (1995) 221 – 237.
13
P. LICINI, «Breve relatione della Mengrellia redatta nel 1644 dal teatini Giuseppe Giudice», in Orientalia
Christiana Periodica 50 (1984) 134.
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A. F. VEZZOSI, I scrittori de’ Chierici Regolari detti Teatini, I, 88 – 93. P. D. Pietro Avitabile C.R.,
Venerabile, nato a Napoli 18 ottobre 1590, fu il primo Teatino missionario, zelantissimo propagatore della fede
cattolica, prima in Georgia e poi dal 1540 in Goa, dove morì il 1 novembre del 1650. Scrisse De Ecclesiastico
Georgiae statu ad Pontificem Urbanum VIII. Historica Relatio, Romae 1631.
15
Pietro della Valle (1586-1652) fu uno dei più grandi esploratori della sua epoca. Viaggiò in Egitto, Terra
Santa, Mesopotamia, Persia, India e Georgia. Ritornato a Roma nel 1625, inviò ad Urbano VIII una lunga
relazione sulla Georgia Informatione della Giorgia data alla Santità di Nostro Signore Urbano VIII da Pietro
della Valle il Pellegrino l’anno 1627. Proprio lui dopo aver conosciuto P. D. Pietro Avitabile C.R., fu il più
grande propagatore e sostenitore della missione teatina in Georgia, aiutando sempre i missionari. P. LICINI,
Ricerca sull’architettura georgiana. Carteggio enedito di D. Cristoforo Castelli Chierico Regolare, Missionario
in Georgia e Mingrelia, MD, Milano 1980, 56, nota 65. Per capire meglio le relazioni tra il P. D. Pietro Avitabile
C.R. e Pietro della Valle Cf F. ANDREU, «Carteggio inedito di Pietro della Valle col P. Avitabile e i Missionari
Teatini in Georgia», in Regnum Dei. Collectanea Theatina 6 (1950) 57 – 99; 7 (1951) 19 – 25, 118 – 138.
16
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 14 – 35.
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17
Ibidem, 35.
18
Ibidem, 38.
19
Ibidem, 42.
20
Ibidem.
21
Ibidem.
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22
Ibidem, 45 – 49.
23
Il Regno di Kartli – ქართლის სამეფო Kartlis Samepo), fu uno dei quattro regni della Georgia, sorto nel XV
secolo, in seguito alla dissoluzione del Regno unitario della Georgia. Questo regno per lungo tempo fu
dipendente dalla Persia safavide, e cessò di esistere nel 1762, quando si fuse con il vicino Regno di Kakezia.
Spesso veniva anche chiamato Iberia Orientale.
24
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 54.
25
Gori (in georgiano გორი, in armeno Գորի), è una città della Georgia, che fu capitale del Regno di Kartli, e
nel XVII sec. abitata anche dalla popolazione armena. (nota bene oggi famosa come luogo di nascita di Josif
Stalin).
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E solamente nel
1633 la Santa Sede
porrà la Georgia
sotto la giurisdizione
del vescovo latino di
Isphahan. E’ da dire
che prima di quella
data, e precisamente
per 6 anni, i Teatini
svolsero la loro
missione senza
essere soggetti a nessun vescovo, ma dipendendo
direttamente da Roma.26 La missione finì nel
1633.
Stando a Gori i Teatini, conobbero gli
Armeni, i quali erano numerosissimi sia a Gori
che in tutto il regno di Kartli, e così la missione
teatina in Georgia diventò anche missione tra gli
Armeni, abitando essi in tutti i regni georgiani.
città di Gori
dipinto del P.D. Cristoforo Castelli C.R.
Levan II Dadian
dipinto del P.D. Cristoforo Castelli C.R.
26
P. LICINI, «Breve relatione …», 135
27
Mengrelia (სამეგრელო - Samegrelo; in mengrelo: სამარგალო - Samargalo) – è una regione situata nella
parte occidentale della Georgia. Veniva chimata spesso Colchide o Odisci.
28
Levan II Dadian (1611 – 1657) – principe della Mengrelia.
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Mitrofan di Alaverdi, arcivescovo di Alaverdi dal 1628 fino a 1636 fu uno dei più influenti ecclesiatici della
Georgia, studioso e di grande rigore di vita, inzialmente ostinatissimo verso i missionari, invece con il tempo,
grazie all’amicizia con i Teatini, diventò cattolico e fu una delle più clamorose conversioni per mano dei Teatini,
infatti anche moribondo volle essere assistito da uno di loro. Purtroppo nella storiografia italiana la parola
“Alaverdeli” diventò il nome proprio del vescovo Mitrofan. Invece Alaverdeli si riferisce in georgiano al nome
della città Alaverdi - ალავერდი, in armeno Ալավերդի, una città sostanzialmente armena, ma nei tempi del
dominio georgiano fu la sede del vescovo georgiano, ovvero in maggioranza erano quelli armeni che accettarono
il Concilio di Calcedonia e assunsero il rito bizantino. L’oggettivo “alaverdeli” significava “di Alaverdi”, indica
cioè il vescovo alaverdese. E. K ACHARAVA, Alaverdi eparchy (XVII century), 26 – 35. Purtroppo lo stesso errore
viene sempre ripetuto anche nelle pubblicazioni recenti, alimentando soltanto confusione.
30
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 383.
31
Zugdidi (in georgiano უგდიდი) è il capoluogo della regione Mengrelia, o Samegrelo, e dista circa 30 km
dalla costa del Mar Nero. Il nome Zugdidi significa "grande collina" nella lingua mengrela.
32
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 341 – 358.
33
Ibidem, 348. L’autore scrive il nome della città Cozcheri, invece nel georgiano è კორცხელი – Korzkheli, ed
è attualmente una campagna.
34
Ibidem, 511 – 512.
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35
Guria (in georgiano: გურია) è una regione della Georgia, situata nella parte occidentale del paese, sulle rive
del Mar Nero. Spesso viene nominata come Guriel.
36
Ozurgheti (in georgiano: ოზურგეთი) fu la capitale del Regno di Guria.
37
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 678 – 732.
38
Imerezia (in georgiano: იმერეთი - Imereti) è una regione della Georgia situata lungo il corso centrale e
superiore del fiume Rioni.
39
Kutaisi (georgiano: ქუთაისი, anticamente Aea o Aia) fu la capitale del Regno di Imerezia. Attualmente è la
seconda città della Georgia per numero di abitanti.
40
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 732 – 744.
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1.2.6.Conclusione
41
Ibidem, 371. B. Ferro segnala solo gli ultimi 3 punti.
42
P. LICINI, «Breve relatione …», 134, nota 21.
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43
A. SPALLA, «Le missioni teatine nelle Indie Orientali nel sec. XVIII e le cause della loro fine», 27 (1971) 9.
44
C. DE ROSA, «I Teatini e le origini del Collegio Urbano di Propaganda Fide», in Regnum Dei. Collectanea
Theatina 4 (1948) 286.
45
Ibidem, 285.
46
A. SPALLA, «Le missioni teatine nelle Indie Orientali nel sec. XVIII e le cause della loro fine», 27 (1971) 10.
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clero. In un primo momento la curia generale proibì ai padri, i quali lavoravano nel Collegio,
di abitarvi, costringendo i confratelli a ritornare nella casa di S. Silvestro al Quirinale, con
l’accusa di condurre una vita non religiosa, per la mancanza del coro e della clausura. Poi, in
seguito, vi fu addirittura il completo
abbandono dell’apostolato tipicamente
teatino.47
47
C. DE ROSA, «I Teatini e le origini del Collegio Urbano di Propaganda Fide», 287.
48
L’unico storiografo che trattò di questo episodio nella storia delle missioni dei Teatini fu P. D. Bartolomeo
Ferro C.R. Cf B. FERRO, Istoria delle Missioni…, II, 11 – 12; 57 – 66.
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P. D. Pietro Avitabile C.R., chiedendogli di poter essere accettato nella spedizione per le Indie
Orientali, ritenendo che la Sacra Congregazione approvasse tale missione.49
Nel frattempo la Sacra Congregazione non soltanto approvò la missione dei Chierici
Regolari nelle Indie Occidentali, ma nominò P. D. Francesco Manco C.R. Prefetto delle
missioni, e spedì anche le lettere, con tutte le approvazioni necessarie, al nunzio a Madrid.
Purtroppo padre Manco, essendo ignaro di tutto ciò, ed essendo già incluso nella spedizione
per le Indie Orientali, dovette abbdicare alle missioni nelle Indie Occidentali.50
In questo modo i Teatini tralasciarono la possibilità di avere missioni nelle Indie
Occidentali, possibilità che non si presentò mai più all’Ordine.
49
Ibidem, 64.
50
Ibidem, 11.
51
Ibidem, 1 – 2.
52
Ibidem.
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53
T. C. DE B EM, Memorias historicas chronologicas..., I, 78.
54
G. S ILOS, Historiarum Clericorum Regolarium a Congregatione condita, Palermo 1666, III, 173.
55
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, II, 9.
56
Ibidem, 10.
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57
T. C. DE B EM, Memorias historicas chronologicas…, I, 108.
58
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, II, 11.
59
Ibidem, 28.
60
“Confessorio notturno” fu la pratica specificamente teatina del sacramento della penitenza esercitato durante la
notte a causa della vergogna che provavano gli abitanti di Goa nell’accostarsi a questo sacramento. Tale pratica
fu una delle più amate dai credenti in Goa. I missionari teatini attestarono che, introducendo questa pratica,
arrivarono a confessare di notte centinaia di persone. B. FERRO, Istoria delle Missioni…, II, 94 – 95.
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61
A. SPALLA, «Le missioni teatine nelle Indie Orientali nel sec. XVIII e le cause della loro fine», 27 (1971) 25.
62
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, II, 149 – 233.
63
ARCHIVIO GENERALE DEI T EATINI, Lettera di P. D. Ippolito Visconti C.R., Prefetto delle Missioni Teatine di
Goa, al Procuratore Generale delle Missioni, Goa 1706.
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64
A. SPALLA, «Le missioni teatine nelle Indie Orientali nel sec. XVIII e le cause della loro fine», 27 (1971) 46 –
52.
65
Infatti i Teatini presero la stessa posizione già nel 1606 durante l’interdetto papale nella Repubblica
Veneziana, quando preferirono essere obbedienti al Papa piuttosto che al doge, anche a costo dell’abbandono di
tutte le case nella Serenissima. Vedi in V. P AGANO, Breve relatione del principio e progressi de la religione de’
Chierici Regolari, trascrizione del manoscritto R. Tambelli, tesi di laurea 2012/2013 Università Federico II,
Napoli, 440 – 458.
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I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI
Nonostante tutto, la casa di Goa perdurò a lungo, e fu anche l’unica casa che ricevette i
novizi indigeni, infatti fino al 1768 erano presenti già 17 Teatini provenienti dalla casta dei
bramini. La casa di Goa ebbe sempre un notevole numero di religiosi, circa 20 soggetti fino
alla sua chiusura nel 1835, da parte del governo portoghese in seguito al decreto della regina
Maria II del 1834, che sopprimeva gli ordini religiosi, i monasteri, i conventi e gli ospedali
ecclesiastici.
Il 12 gennaio 1643
P. D. Francesco Manco C.R. lasciò la
città di Bisnagar e si recò a
Musilipatàm sulla Costa di Gerlim,
innovando per la prima volta l’abito:
invece di utilizzare la talare teatina,
decise di mettere l’abito proprio della popolazione indigena.67 A Musilipatàm padre Manco
innalzò una chiesa per il servizio liturgico, tutta in paglia.68 La missione durò fino al 1835.
66
A. SPALLA, «Le missioni teatine nelle Indie Orientali nel sec. XVIII e le cause della loro fine», 27 (1971) 105.
67
Ibidem, 107.
68
Ibidem, 112.
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La Costa di Coromandel
69
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, II, 395 – 432.
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I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI
70
A. SPALLA, «Le missioni teatine nelle Indie Orientali nel sec. XVIII e le cause della loro fine», 28 (1972) 265
– 280.
71
A. F. VEZZOSI, I scrittori de’ Chierici Regolari detti Teatini, I, 92.
72
A. SPALLA, «Le missioni teatine nelle Indie Orientali nel sec. XVIII e le cause della loro fine», 28 (1972) 293
– 305.
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I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI
Nel 1728 il P. D. Andrea Finali C.R. aprì le missioni in Arakan, un regno della
Birmania, ma anche lì per l’opposizione degli agostiniani i Teatini dovettero lasciare Arakan
nel 1731.73
Birmania
73
Ibidem, 300 – 302.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 23
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI
1.5.10. Conclusione
Il grande problema dei Teatini fu che tutte le loro missioni erano sotto il dominio
portoghese, perciò, una volta perso il patronato, i Teatini persero anche le loro missioni.
Importante è rilevare che, nonostante la soppressione delle missioni teatine nel 1835,
non tutti i Teatini ritornarono in Europa: molti di loro rimasero a Goa fino alla loro morte
naturale, altri passarono a Bombay o altrove.
Riassumendo, le missioni teatine nelle Indie Orientali fallirono quasi unicamente per
motivi di ordine politico determinati dal governo portoghese.
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I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI
Monaci Armeni
Miniatura
74
Erzurum, in armeno Կարին – Karìn, oggi la città turca, ma in origine armena, popolata in maggior parte dagli
Armeni fino al genocidio armeno del 1915 – 1916. Nel presente lavoro si utilizzerà il nome armeno della città.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 26
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI
Կարին, in turco Erzurum), e sia a Gori. E proprio gli Armeni diventarono i loro primi
compagni di viaggio, perché in quei tempi erano gli unici che facevano commercio in quelle
terre, per cui le caravane armene erano spesso l’unico mezzo sicuro per arrivare in Georgia.75
I contatti con gli Armeni erano numerosissimi e di vario genere, riportiamo qui di
seguito solo alcuni tra i più significativi:
I Monaci Armeni – nel 1628, durante la seconda spedizione
dei missionari teatini in Georgia,
P. D. Pietro Avitabile C.R., P. D. Giacomo
di Stefano C.R. e il fratello laico Claudio
passarono per Aleppo, Babilonia,
Asphahan, Nachicevan76 e da lì a Erevan,
dove vennero imprigionati alla fine del
novembre del 1628, perché accusati da un
Armeno rinnegato, il quale lavorava presso
la corte persiana.77 I Teatini furono anche
derubati e solo in seguito liberati, poterono
proseguire verso Gori. Dopo la loro
liberazione i missionari furono portati nel
monastero di Echmiadzin, il cosiddetto
monastero delle tre chiese.78 In esso i
Teatini furono accolti con grandi onori da
parte dei monaci Armeni i quali vennero loro incontro tutti vestiti con i piviali e gli aspersori
con acqua santa, e li trattarono come ospiti privilegiati. 79 I missionari rimasero lì fino al 6
dicembre del 1628, e poi proseguirono per Tiflis e da lì a Gori.80
– nel 1631, passando per Karìn (Erzurum), i missionari P. D. Giuseppe Giudici C.R. e
P D. Arcangelo Lamberti C.R. festeggiarono insieme agli Armeni la Pasqua, e celebrarono le
75
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 77.
76
Naxçıvan (in armeno – Նախիջևան) è una città dell’attuale Azerbaigian, capitale della Repubblica
Autonoma di Naxçıvan. Si estende fino alle pendici della catena montuosa di Zanghezur, oltre la riva sinistra del
fiume Naxçıvan. Era un antico centro commerciale, chiamato anche Nachicevàn.
77
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 86 – 88.
78
B. HENRION, Storia universale della Chiesa dalla predicazione degli Apostoli fino al pontificato di Gregorio
XVI, XI, Milano 1841, 338.
79
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 88.
80
Ibidem.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 27
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI
messe nella chiesa armena a Karìn insieme con i fedeli, i diaconi, i sacerdoti e i vardapeti.81
Da lì insieme con la caravana armena proseguirono fino a Tiflis.82
Bisogna ricordare che i missionari cattolici avevano un permesso speciale dalla Santa
Sede per poter celebrare le messe nelle chiese armene, cosa che non potevano fare nelle altre
chiese d’Oriente.
Ancora nel 1632 gli Armeni di Karìn aiutarono i missionari Teatini ad arrivare a Gori,
anzi tanti di loro, essendo ricchi, diventarono benefattori dei Chierici Regolari 83 e di questi
esempi l’apostolato teatino in Georgia è ricco.
Un altro motivo per il quale i Teatini dovettero occuparsi nel loro apostolato degli
Armeni fu che i missionari non sempre potevano lavorare tra i georgiani, perché alcuni
sovrani lo proibivano esplicitamente, lasciando invece campo libero per l’apostolato tra gli
Armeni.84 Probabilmente tale proibizione dovette in gran parte determinare l’impostazione
missionaria dei Teatini in Georgia relativa agli Armeni. Un Monaco Armeno
81
Ibidem, 142. Vardapet (in armeno վարդապետ) – è un grado della gerarchia ecclesiastica che indica i
sacerdoti studiosi conoscitori della legge ecclesiastica e delle Scritture.
82
Tiflis (in armeno Թիֆլիս), attualmente si chiama Tbilisi ed è l’odierna capitale di Georgia. Nel XVII sec. in
maggior parte era abitata dagli Armeni.
83
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 168.
84
Lettera del P. D. Pietro Avitabile al P. Generale dei Teatini, Gori 7 settembre 1632, vedi testo intero in
C. ALONSO, «Documentación inédita de los Teatinos en Georgia», in Regnum Dei. Collectanea Theatina 53
(1997) 194 – 209.
85
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 98.
86
Lettera del P. D. Pietro Avitabile al P. Generale dei Teatini, Aleppo 24 novembre 1635, in C. ALONSO,
«Documentación …»,55 (1999) 25 – 47.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 28
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI
87
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 117.
88
Ibidem, 144.
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I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI
89
C. VULCANO, «Clemente Galano», in Biografia degli Uomini Illustri del Regno di Napoli, II, Napoli 1815,
113.
90
Ibidem.
91
A. F. VEZZOSI, I scrittori de’ Chierici Regolari detti Teatini, I, 375.
92
Ibidem.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 30
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sulla parte dolente.93 Perciò si può intuire, perché Avitabile destinasse Galano allo studio, sia
perché era giovanissimo e portato, sia per motivi di salute, perché passava molto tempo
stando a casa.
Galano fece i primi passi nello studio della lingua armena a Gori con l’aiuto del
parroco armeno di nome Minas, il quale gli insegnò solamente la pronuncia 94 e dedicandosi
alla lettura dei codici della Chiesa Armena il Teatino riuscì perfettamente ad apprenderla.
Così attestò il superiore P. D. Pietro Avitabile C. R.:
«Il fratello D. Clemente Galano ha fatto una riuscita mirabile. Da sé, senza
maestro, ha appresso la lingua armena e la possiede in modo tale che, lasciando da
parte l’intenderla e leggerla bene, più facilmente scrive in detto carattere che nel suo
95
naturale».
Lo stesso Galano lo attestò così:
«Ergo D. Clemens post
acceptam superioris voluntatem totus
Armenicae linguae se dedit, et vix ab
Armeno Sacerdote, dum Goride
moraretur, primis literarum elementis,
ac pronunciandi imbutus legibus, sua
industria syllabas nectendo, ac
dictiones; brevi adeo profecit, ut in
publico Caenaculo Sacra Biblia
Armenice conscripta cunctis
mirantibus legendo feliciter
percurreret; tantumque de sua
diligentia in eo posuit, ut ipse sui
discipulus, ipseque sibi Magister
dicendus sit.»96
93
Il libro di B. Ferro è ricco di queste osservazioni a proposito della vita di P. D. Clemente Galano C.R.
94
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 300.
95
Lettera del P. D. Pietro Avitabile al P. Generale dei Teatini, Costantinopoli 10 settembre 1638, in
C. ALONSO, «Documentación …», 56 (2000) 135.
96
C. G ALANO, Grammaticae, et logicae institutiones linguae literalis Armenicae Armenis, Roma 1645, X.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 31
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI
Città di Tiflis
97
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 301.
98
Ibidem, I, 302.
99
Ibidem, I, 418.
100
B IBLIOTECA N AZIONALE DI N APOLI, FONDO S AN MARTINO, ms. 509, cc. 98r. – 99v. Lettera di
P. D. Clemente Galano C.R. al Preposito Generale del 20 settembre 1639.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 32
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI
Nel novembre 1640 P. D. Clemente Galano C.R. lasciò Cippurias e si imbarcò per
Costantinopoli, dove, dopo molti travagli, giunse nel mese di aprile del 1641 e fu accolto sulle
istanze della Congregazione di Propaganda Fide dall’ambasciatore francese.101 Stando a
Costantinopoli si diede alla composizione della grammatica armena, come attesta P. D. Carlo
di Palma C.R, Procuratore generale per le Missioni:
«Interea Armenorum omnem Doctrinam, Scripturas, Sententias, Errores,
errorumque causas excussit; Libros, Codicesque innumeros evoluit; integra
Commentariorum Volumina devoravit, quae probarent, quaeve reiicerent
oecumenica Concilia, sacrosque Canones, quae tandem eorum esset a Romana
Ecclesia discrepantia investigavit; cunctaque, quippe qui erat omni Scientiarum
genere excultus, mature digessit, falsa repulit, vera illustravit, difficilia explanavit,
conciliavit dissonantia. Mox ut discipulorum suorum, praecipue Patriarcharum et
Antistitum postulatis, quae in operis vestibulo exponuntur; et quam plurium
Religiosorum ea in Urbe ad Catholicorum solatium, et infidelium conversionem
degentium acquiesceret votis, haec rudimenta Armenicae linguae ac Grammaticas
102
institutiones composuit…»
101
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 420.
102
Lettera di P. D. Carlo di Palma C.R. del 17 ottobre 1645, per l’intero testo originale in latino Cf C. G ALANO,
Grammaticae…, XII-XIII., anche B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 421 – 423.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 33
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI
Su richiesta del governo generale teatino la grammatica della lingua armena scritta da padre
Galano fu stampata dalla tipografia di Propagande Fide a Roma nel 1645.
La Santa Sede, su istanza di Propaganda Fide, la quale era molto interessata alla
questione armena, perché in quel tempo non vi erano parecchi missionari, pensò bene di
sfruttare l’ingegno di P. D. Clemente Galano C.R. Infatti fu mandato a Costantinopoli perché
lì, risiedendo il Patriarca Armeno con molti vescovi Armeni, tantissimi vardapeti, sacerdoti e
monaci, Galano potesse impiegare il suo zelo, facendo l’apostolato tra così numerosissima
colonia armena in
quella città, in quanto
perfetto conoscitore
non soltanto della
lingua armena, ma
anche di quella
georgiana, mengrela e
turca. E’ interessante
che già nel settembre
1641 la Sacra
Congregazione di
Propaganda Fide
decide «missionem
Theatinorum in
Georgiam et
Mengreliam ad urbem
Eruam eiusque
territorium exten-
dit»103, cioè di
allargare la missione
teatina fino a Erevan.
P.D. Clemente Galano C.R.
103
Atti della Congregatione di Propaganda Fide del 9 settembre 1641, Roma, vedi in C. ALONSO,
«Documentación …», 57 (2001) 290.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 34
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI
Arrivando all’aprile del 1641 Galano si fermò a Galatà104 nell'ospizio dei cappuccini, che era
sotto la protezione dell'ambasciatore di Francia, il quale subito suggerì al P. D. Clemente
Galano C.R. di aprire una scuola per l’insegnamento della lingua armena ai giovani Armeni.
Un Catholicos Armeno
104
Galatà (o Pera, in armeno Գալաթա, in greco Γαλατά) è un quartiere storico di Costantinopoli, situato nella
parte nord del Corno d'Oro, cioè sul lato europeo.
105
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 424.
106
Cyriaco I (oppure Giragos o Kirakos, in armeno Կիրակոս Երևանցի) – patriarca armeno di Costantinopoli
nel 1641-1642.
107
Il testo intero della lettera vedi in B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 427 – 428.
108
Lettera di Sacra Congregatione di Propaganda Fide al P. Clemente Galano del 1 maggio 1642, Roma. Testo
intero vedi in B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 429.
109
Atti della Congregatione di Propaganda Fide del 12 marzo 1642, Roma, vedi testo intero in C. ALONSO,
«Documentación …», 57 (2001) 291.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 35
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI
Un Patriarca Armeno
110
Il testo intero della lettera vedi in B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 436 – 437.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 36
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI
Infatti le lezioni di Galano suscitarono uno stragrande interesse non solamente da parte
del clero armeno, ma anche da parte di greci, ebrei, abissini, persiani, georgiani, tartari,
abcasi, i quali con sommo piacere venivano a discutere con il cosiddetto Dottore Armeno, non
dubitando minimamente della sua “armenità”. Eppure Galano padroneggiava perfettamente la
lingua turca, la cui conoscenza molte volte lo liberò dalle varie accuse e dalla pena di morte.
Indubbiamente l’esistenza e il funzionamento della Cattedra Armena, così affollata
facevano immensamente piacere al Patriarca, perché di fatto era l’unica istituzione teologica
di tale livello a Costantinopoli, come del resto attestava lo stesso patriarca Cyriaco I: «In
temporibus nostris novus in Oriente prodiit Athanasius, novus Cyrillus, accedite ad eum
filioli, et illuminamini; farit Deus ut Patrem hunc, quem ipse misit Armeniis Armenia
suscipiat, et agnoscat.»111
Purtroppo alla fine del 1642 durante la peste a Costantinopoli sia P. D. Clemente
Galano C.R. sia lo stesso patriarca Cyriaco vennero contagiati. Il Patriarca morì, mentre
Galano riuscì a sopravvivere, ma per timore dell’avversione di alcuni ecclesiastici armeni,
contrari al suo apostolato, decise di spostarsi a Galatà.112 Nel frattempo fu eletto il nuovo
111
C. VULCANO, «Clemente Galano», II, 114.
112
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 444.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 37
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI
patriarca Kaciatur,113 grande amico di P. D. Clemente Galano C.R., a tal punto che dopo il suo
ingresso scrisse delle lettere al papa Urbano VIII e alla Sacra Congregazione di Propaganda
Fide, professandosi cattolico e riconoscendo il primato di Roma.114
Nel frattempo Galano continuò il suo lavoro apostolico, divenendo anche grande
amico del segretario dei patriarchi, sia Cyriaco sia Kaciatur – Giovanni arcivescovo
Diarberchirensi115, il quale durante la sua residenza a Costantinopoli, aveva scritto, anche lui,
delle lettere sia al Papa sia a Propaganda Fide.116
Purtroppo nel 1643, saputosi della morte del patriarca Cyriaco I, venne a
Costantinopoli per farsi rieleggere l’ex patriarca Davide,117il quale era stato deposto prima
dell’elezione del patriarca Cyriaco, e volle ripristinare il suo potere. Trovando già la cattedra
occupata dal patriarca Kaciatur lo accusò di tradire la fede, provocando la sua espulsione da
Costantinopoli e facendosi nominare lui patriarca dal governo turco.118 Il patriarca Davide
cominciò subito ad ostacolare l’apostolato di Galano, spostando anche la sede della Cattedra
Armena. Non riuscì a mandare via il Teatino, per la forte protezione dell’arcivescovo
Giovanni, il quale aveva grande influenza sul popolo e sulla corte. L’arcivescovo Giovanni
accolse quindi sia la Cattedra Armena sia lo stesso Galano nel suo palazzo, ospitandolo nella
stanza a fianco della sua. Purtroppo l’arcivescovo Giovanni morì improvisamente nel 1644.119
Dopo la morte del protettore, Galano dovette fuggire insieme ai suoi alunni e fu
accolto da un impiegato della corte, signore armeno di nome Scander Celibi, ma stando a casa
sua, fu accusato dal patriarca e scomunicato con i suoi seguaci.120 A questo punto il Teatino
preferì spostarsi a Galatà e continuare lì di nascosto il suo apostolato, ma fu scoperto e
denunciato al governo turco come spia per aver portato l’abito armeno. Con l’aiuto
dell’ambasciatore francese riuscì a nascondersi nel suo palazzo per poi imbarcarsi verso
Roma, per maggior tranquilità sia per gli Armeni sia per la futura casa teatina a
113
Kaciatur I (oppure Kacciatur, in armeno Խաչատուր Սեբաստացի) – patriarca armeno di Costantinopoli
nel 1642-1643.
114
C. G ALANO, Historia Armena, ecclesiastica et politica, Colonia 1686, 236.
115
Diyarbekir (in armeno Ամիդ – Amid) è una città del sudest dell’attuale Turchia, situata lungo le sponde del
fiume Tigri, nel XVII sec. popolata dagli Armeni, ed inoltre con la maggior presenza di Curdi. E’ la cosiddetta
capitale del Kurdistan turco.
116
C. GALANO, Conciliationis Ecclesiae Armenae cum Romana ex ipsis Armenorum patrum et doctorum
testimoniis in duas partes, historialem et controversialem, I, I, Roma 1650, 181.
117
Davide I (oppure Tavit I, in armeno Դավիթ Արևելցի) – patriarca armeno di Costantinopoli negli anni 1640
– 1641, 1643 – 1644, 1644 – 1649, 1650 – 1651.
118
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 447.
119
Ibidem, 448.
120
Ibidem.
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I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI
Costantinopoli, dove infatti arrivò P. D. Giuseppe Giudice C.R. nel 1644 per fondarla a
Galatà.121
Nel frattempo il patriarca Davide fu deposto e al suo posto fu eletto il monaco
Tommaso,122 grande amico e seguace di Galano, tramite il quale già nel 1643 aveva scritto al
Papa e alla Congregazione delle lettere di obbedienza alla Santa Sede, 123 ma non ebbe molta
fortuna davanti al governo turco e non fu accettato, e nel 1644 ritornò in sede il patriarca
Davide.
Ritornando al P. D. Clemente Galano C.R., egli nel 1645 insieme ad alcuni suoi
discepoli, al padre del patriarca Cyriaco e al greco Cirillo vescovo di Trebisonda venne a
Roma, e furono ricevuti dallo stesso Pontefice, il quale parlò loro in perfetto greco.124
Stando a Roma P. D. Clemente Galano C.R. cominciò ad insegnare l’armeno nel
Collegio Urbano di Propaganda Fide, e nel frattempo scrisse il suo monumentale lavoro
scientifico, apprezzato fino ad oggi da tutti gli studiosi intitolato Conciliationis Ecclesiae
Armenae cum Romana ex ipsis armenorum patrum et doctorum testimoniis in duas partes,
historialem et controversialem.125
Risalta chiaramente l’enorme
importanza che ebbe P. D. Clemente Galano
C.R. nella società armena a Costantinopoli,
dove come attestò il patriarca Cyriaco I: «Non è
più l’Armenia Maggiore Armenia degli
Armeni, ma la Real Città di Costantinopoli,
fatta la Reggia degli Armeni, che ne possiede
tanto numero, che può dirsi la loro
Armenia.»126 Certamente l’apostolato del
Teatino fu fecondissimo, di fatto addirittura tre
Partriarchi Armeni di Costantinopoli e
precisamente Cyriaco I, Kaciatur I e Tommaso
II scrissero al Papa lettere di professione della
P.D. Giuseppe Giudice C.R.
121
Ibidem, 449.
122
Tommaso II (oppure Tovmas II, in armeno Թովմաս Բ Բերիացի) – patriarca armeno di Costantinopoli nel
1644, 1657 – 1659.
123
C. G ALANO, Conciliationis Ecclesiae Armenae …, I, I, 183.
124
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 452.
125
C. G ALANO, Conciliationis Ecclesiae Armenae … ․
126
Ibidem, 436.
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I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI
fede cattolica. Sicuramente non bisogna considerare queste lettere come una
testimonianza di unione delle Chiese, anzi secondo la teologia vigente a quel tempo dovette
essere più una specie di sottomissione, ma certamente non fu neanche così.
Potrebbero considerarsi come un segno di affetto e ammirazione verso la Chiesa
Romana, ma niente di più. E’ poi importante ricordare che i patriarchi costantinopolitani
armeni nella gerarchia interna della Chiesa Armena, per la loro posizione e il loro peso
all’interno della società e tra il clero ricoprivano un ruolo abbastanza marginale rispetto ai
patriarchi costantinopolitani greci o addirittura del Pontefice Romano. Non bisogna dare
troppa importanza a questo tipo di relazioni, comunque rimane lodevole il fatto di aver saputo
conquistarsi questo tipo di simpatia da parte di P. D. Clemente Galano C.R.
Risulta invece più incisivo e significativo per la cultura armena l’operato di Galano nel
campo scolastico e accademico. Infatti il suo apostolato fu un rarissimo esempio nella capitale
turca di un nuovo e alto livello di insegnamento tra gli Orientali, che seppero dare la Scuola
Armena e la Cattedra Armena o cosiddetta Accademia Armena. L’apertura della Scuola
Armena prima a Galatà e poi dopo nella stessa Costantinopoli, dove il Teatino insegnò la
lingua armena secondo i canoni della scuola europea, sistematizzando l’intera grammatica
armena, fu uno degli avvenimenti straordinari per la così numerosa colonia armena a
Costantinopoli. Infatti ciò ebbe
grande eco tra gli Armeni, i quali
mandarono subito i loro figli ad
apprendere la loro lingua presso un
così grande Dottore Armeno, cioè P.
D. Clemnte Galano C.R. Per la prima
volta si insegnavano agli Armeni
logica, fisica e la metafisica nella loro
lingua. È molto condivisibile
l’osservazione dello storico Teatino
P. D. Bartolomeo Ferro C.R., che tutti
gli altri popoli abitanti a
Costantinopoli furono molto contenti
per la fortuna che, a differenza loro,
ebbero gli Armeni.
Un Monaco Armeno di Costantinopoli
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 40
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI
Come già è stato mostrato, i Chierici Regolari sin dai primi giorni della loro
permanenza in Georgia istituirono buoni rapporti con gli Armeni e primo fra tutti fu il P. D.
Pietro Avitabile C.R., il quale assieme a P. D. Tomaso d’Afflitto C.R., nel 1631 ottenne il
permesso speciale di poter tradurre il Messale Romano nelle lingue armena e georgiana, e
servirsene nel loro apostolato a Gori, usando anche il calendario antico delle Chiese
Orientali.127
Ci furono altri due grandi missionari Teatini fra gli Armeni in Georgia: P. D. Giacomo
di Stefano C.R., P. D. Arcangelo Lamberti C.R., i quali nel 1631 aprirono a Gremi 128 in
Kakezia una missione per gli Armeni.129 Avendo ricevuto la chiesa nella suddetta città, i
Teatini cominciarono subito il loro apostolato tra gli Armeni, i quali risposero prontamente a
tale interesse da parte dei missionari. Gli Armeni contribuirono con il vino e l’incenso e
furono presenti alle celebrazioni dei Teatini.
127
Ibidem, 117.
128
Gremi (in georgiano გრემი), spesso denominata dai missionari Grimmi, nel XVII popolata in maggior parte
dagli Armeni.
129
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 151.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 41
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI
130
Ibidem, 154 – 155.
131
Ibidem, 157.
132
Lettera del P. D. Giusto Prato al P. Generale dei Teatini, Gori 16 ottobre 1633, vedi testo intero in
C. ALONSO, «Documentación …», 64 (2008) 51 – 61.
133
B IBLIOTECA N AZIONALE DI N APOLI, FONDO S AN MARTINO, ms. 509, cc. 103v. – 104v. Lettera di
P. D. Clemente Galano C.R. al P. D. Gaetano Alessandri C.R. del 26 ottobre 1642.
134
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, II, 125.