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ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R.

1
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI

P.D. Pietro Avitabile C.R.


Il primo missionario teatino

I CHIERICI REGOLARI TEATINI

E LE LORO MISSIONI

Introduzione

La necessità del presente lavoro è stata


determinata da una mancata elaborazione e da un’analisi
finora insufficiente dell’intera questione delle missioni
teatine. Gli unici che si interessarono del lavoro
missionario dei Teatini furono P. D. Bartolomeo Ferro C.R.1, al quale ciò fu imposto dal
Preposito Generale di allora, e P. D. Thomaz Caetano de Bem C.R.2, il quale scrisse a
riguardo un’opera monumentale per illustrare l’operato dei Teatini durante il dominio
portoghese. Ma risulta evidente che, nonostante la voluminosità, i predetti lavori rimangono,
comunque, incompleti in vari punti. Teatini Missionari

Ad esempio P. D. Bartolomeo Ferro C.R. decise di


illustrare l’apostolato missionario dei Teatini in tre volumi,
di cui dedicò il primo alla Georgia, il secondo alle Indie
Orientali e il terzo all’Armenia e alla Polonia, ma morì
prima che terminasse il terzo volume. Alcuni studiosi
argomentarono che Ferro non scrisse mai tale volume,
invece odierne ricerche hanno rivelato la presenza di
appunti di Ferro nell’Archivio Generale dei Teatini.3
Nonostante vari interventi, anche i più recenti, non ci sono
lavori soddisfacenti su tale materia o perché mancano
d’oggettività o perché sono parziali e non prendono mai in

1
Cf B. FERRO, Istoria delle Missioni de’ Chierici Regolari Teatini, I – II, Roma 1704.
2
Cf T. C. DE B EM, Memorias historicas chronologicas da Sagrada Religião dos Clerigos Regulares em
Portugal, e suas conquistas na India Oriental, I – II, Lisboa 1792.
3
Cf ARCHIVIO GENERALE DEI T EATINI, Gli appunti del P. D. Bartolomeo Ferro C.R., sezione manoscritti,
cassetta Missioni in Georgia e Armenia.
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considerazione la totalità delle missioni teatine, o perché


sono condotte ad un certo limite cronologico e non
descrivono del tutto l’attività dei missionari.
E’ indispensabile, perciò presentare un quadro
sintetico ed essenziale della totalità delle missioni dei
Chierici Regolari. Un altro momento fondamentale del
presente lavoro è rivolto all’illustrazione dell’impegno
pastorale dei Teatini e in particolare tra gli Armeni, questione
non approfondita, infatti si trovano solo alcuni saggi sulle
relazioni dei Teatini con gli Armeni, e si limitano alla mera descrizione del loro operato a
Leopoli.4 Si è ritenuto, quindi, doveroso inquadrare meglio l’ambiente e la premura che
ebbero i Teatini verso gli Armeni.
La questione dei contatti dei Teatini con gli Armeni risulta un campo quasi del tutto
inesplorato, così anche il loro apostolato missionario in generale. Sicuramente per motivi
strutturali il presente lavoro non potrà illustrare in modo capillare tutta la questione intrapresa,
ma senza dubbio sarà un contributo ulteriore per una ricerca successiva in tale ottica,
analizzando e sviluppando in modo ancora più approfondito le questioni strettamente legate al
tema delle missioni teatine.

1.1 Missionari i Chierici Regolari?


papa Paolo IV (Gian Pietro Carafa)

L’Ordine dei Chierici Regolari, come è stato osservato


ultimamente dalla critica storiografica moderna, non era nato
all’origine come una congregazione missionaria, sull’esempio di altri
ordini religiosi, per cui non si interessò almeno nei primi tempi delle
missioni.
Difatti, sotto la spinta accentratrice del fondatore del loro
ordine Gian Pietro Carafa, futuro papa Paolo IV, i Chierici Regolari
nacquero con una vocazione da inquirenti, nell’ambito dell’istituzione

4
B. MÁS, «I Teatini e l’unione degli Armeni di Leopoli con la Santa Sede», in Regnum Dei. Collectanea
Theatina 7 (1951) 154 – 163; D. B LAZEJOVSKYJ , «I Teatini e i Pontifici Collegi Armeno e Ucraino di Leopoli
(1665 – 1784)», in Regnum Dei. Collectanea Theatina 35 (1979) 203 – 248; G. SCARABELLI, «I Teatini a
Leopoli», in Regnum Dei. Collectanea Theatina 59 (2003) 214 – 220.
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ecclesiastica, con mansioni di controllo e di correzione sul clero secolare e regolare, che essi
erano incaricati di riformare.5 I Teatini, attraverso e con il loro fondatore G. P. Carafa,
dovevano occuparsi e affrontare le emergenti problematiche religiose di quegli anni, dalla
lotta contro l’eresia protestante all’impegno per contrastare la degenerazione dei costumi di
molti religiosi, dalla corruzione agli abusi degli ecclesiastici.6
L’originaria impronta carafiana, in un secondo momento della vita dell’Ordine e con la
sua presenza a Napoli, in qualche modo fu messa in secondo piano a favore della vocazione
caritativa, di stampo assistenziale, dei religiosi, irreprensibili e animatori di opere a sostegno
dei bisognosi, portatori di una spiritualità pienamente subordinata ai disegni della Divina
Provvidenza. Il carisma teatino diventava così più conforme al modello ‘rappresentato’ da
Gaetano Thiene, e poi portato avanti da Giovanni Marinoni, Andrea Avellino, Paolo Burali,
Lorenzo Scupoli etc.7
I Chierici Regolari, similmente, dovevano essere una specie di milizia leggera, pronta
ad affrontare qualsiasi necessità, sempre disposti a servire Dio ovunque occorresse, con
l’incondizionata obbedienza al Romano Pontefice,
occupandosi anche degli eretici e degli infedeli e, nei
primi tempi, almeno con la preghiera.8
Intanto bisogna ribadire che i primi Chierici
Regolari davano moltissima importanza allo studio,
infatti, alla fine del XVI sec., troviamo illustri Teatini
conoscitori delle lingue latina, greca ed ebraica, insegnate
loro dal cardinale Guglielmo Sirleto. Ricordiamo come
suoi allievi P. D. Antonio Agellio C.R.9, P. D. Giovanni
Battista Vivaldo C.R., P. D. Gregorio Florello C.R.10
Cardinale Giuglielmo Sirleto

5
A. V ANNI, “Fare diligente inquisitione”. Gian Pietro Carafa e le origini dei chierici regolari teatini, Viella,
Roma 2010, 17.
6
Ibidem.
7
Ibidem, 13; A. V ANNI, Gaetano Thiene. Spiritualità, politica, santità, Viella, Roma 2016, 108 – 124.
8
A. SPALLA, «Le missioni teatine nelle Indie Orientali nel sec. XVIII e le cause della loro fine», in Regnum Dei.
Collectanea Theatina 27 (1971) 7.
9
Antonio Agellio C.R. (1532 – 1608) fu un grande biblista, conoscitore della lingua latina, greca, ebraica e
caldea, membro delle commissioni per la revisione della Vulgata sotto papa Pio V, fino all'edizione di papa
Clemente VIII del 1592, e per l'edizione della versione greca dei Settanta sotto papa Sisto V.
10
A. F. VEZZOSI, I scrittori de’ Chierici Regolari detti Teatini, Stamperia della Sacra Congregazione di
Propaganda Fide, Roma 1780, II, 7.
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P. D. Antonio Agellio C.R.

Il P. D. Antonio Agellio C.R., a sua volta, fu


maestro delle lingue antiche, soprattutto del greco,
dell’ebraico e del caldeo, e le insegnò in particolare al P.
D. Michele Ghisleri C.R., il quale fu confessore e
direttore spirituale del Mons. Juan Bautista Vives,
fondatore del Collegio Urbano di Propaganda Fide.11

1.2. Prima missione dei Teatini – Georgia

1.2.1. Inizi e cause della prima missione

Georgia

Si ritiene indispensabile illustrare in


questo lavoro la prima opera missionaria dei
Teatini per capire appieno i motivi e le spinte, e
poi anche il modo e lo stile missionario dei
Chierici Regolari.
La prima missione dei Chierici Regolari ebbe luogo in Georgia.12 Infatti
precedentemente al 1626, alla Sacra Congregazione di Propaganda Fide arrivavano varie
relazioni, opera dei missionari latini provenienti dalla Georgia, Armenia, Turchia etc. E
quindi proprio nel 1626 la Sacra Congregazione decide di affidare nei regni di Georgia la
missione ai Chierici Regolari, emanando un decreto col quale essa incaricò il P. D. Pietro
Avitabile C.R., P. D. Giacomo di Stefano C.R. e P. D. Francesco d’Aprile C.R. di recarsi “alli
Giorgiani”.13

11
Ibidem, I, 392.
12
P. LICINI, «La Georgia del sec. XVII vista dall’Archivio Generale di S. Andrea della Valle», in Regnum Dei.
Collectanea Theatina 51 (1995) 221 – 237.
13
P. LICINI, «Breve relatione della Mengrellia redatta nel 1644 dal teatini Giuseppe Giudice», in Orientalia
Christiana Periodica 50 (1984) 134.
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L’apparizione della Beata Vergine Maria al P. D. Pietro Avitabile C.R.

I Chierici Regolari, però, diventarono missionari


solamente per volere di un solo membro – P. D. Pietro
Avitabile C.R.14, del tutto singolare per il suo
immenso desiderio di diventare missionario, in seguito
alle varie apparizioni private di San Gaetano e della
Beata Vergine Maria, in cui veniva riconfermato il suo
desiderio. Infatti grazie alla sua conoscenza con il
famosissimo viaggiatore Pietro della Valle15 e ai suoi
racconti sulla Georgia, da cui era appena tornato,
decise di recarsi proprio lì.16
E a tale scopo convinse a recarsi con lui gli altri suoi confratelli, i quali dapprima
rifiutarono di prendere parte a questa avventura personale di P. D. Pietro Avitabile C.R., ma la
sua intransigenza, come anche attestano gli altri padri, unita a
vari segni prodigiosi alla fine convinse i confratelli a
partecipare a questa avventura.
P. D. Pietro Avitabile C.R. stando a Messina, perché
trasferito da Napoli per motivi di salute, chiese al P. D.
Vincenzo Giliberti C.R., preposito generale dell’Ordine, di
avere il permesso di diventare missionario, e dopo la sua
risposta positiva, già all’inizio del 1626, a nome proprio,
scrisse una lettera alla Sacra Congregazione di Propaganda
Fide, dichiarando la propria disponibilità e presentando anche
San Gaetano mostra la Croce

14
A. F. VEZZOSI, I scrittori de’ Chierici Regolari detti Teatini, I, 88 – 93. P. D. Pietro Avitabile C.R.,
Venerabile, nato a Napoli 18 ottobre 1590, fu il primo Teatino missionario, zelantissimo propagatore della fede
cattolica, prima in Georgia e poi dal 1540 in Goa, dove morì il 1 novembre del 1650. Scrisse De Ecclesiastico
Georgiae statu ad Pontificem Urbanum VIII. Historica Relatio, Romae 1631.
15
Pietro della Valle (1586-1652) fu uno dei più grandi esploratori della sua epoca. Viaggiò in Egitto, Terra
Santa, Mesopotamia, Persia, India e Georgia. Ritornato a Roma nel 1625, inviò ad Urbano VIII una lunga
relazione sulla Georgia Informatione della Giorgia data alla Santità di Nostro Signore Urbano VIII da Pietro
della Valle il Pellegrino l’anno 1627. Proprio lui dopo aver conosciuto P. D. Pietro Avitabile C.R., fu il più
grande propagatore e sostenitore della missione teatina in Georgia, aiutando sempre i missionari. P. LICINI,
Ricerca sull’architettura georgiana. Carteggio enedito di D. Cristoforo Castelli Chierico Regolare, Missionario
in Georgia e Mingrelia, MD, Milano 1980, 56, nota 65. Per capire meglio le relazioni tra il P. D. Pietro Avitabile
C.R. e Pietro della Valle Cf F. ANDREU, «Carteggio inedito di Pietro della Valle col P. Avitabile e i Missionari
Teatini in Georgia», in Regnum Dei. Collectanea Theatina 6 (1950) 57 – 99; 7 (1951) 19 – 25, 118 – 138.
16
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 14 – 35.
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P. D. Giovanni Filomia C.R.

i suoi compagni partecipanti alla missione: P. D.


Francesco D’Aprile C.R., P. D. Celso di Negri C.R., P.
D. Giovanni Filomia C.R., P. D. Giacomo di
Stefano.17
Il 4 maggio 1626 tutti i richiedenti ottennero
necessaria approvazione da parte della Congregazione
di Propaganda Fide.18 Però, già il 16 giugno 1626 la
Congregazione di Propaganda Fide con un altro
decreto decise, per la sicurezza della missione, di
dividere i padri e mandare prima P. D. Pietro Avitabile
C.R., il quale era stato nominato Prefetto della Missione, insieme con P. D. Francesco
d’Aprile C.R. e P. D. Giacomo di Stefano C.R, e poi dopo mandare gli altri tre ovvero P. D.
Celso di Negri C.R., P. D. Giovanni Filomia C.R. e P. D. Giovanni Battista Caracciolo C.R.19
Nello stesso giorno, 16 giugno 1626, i missionari Teatini ottennero anche la lettera di
raccomandazione del papa Urbano VIII20 per questa prima missione, che si rivelò non priva di
ostacoli.
I Teatini erano conosciuti a Roma per la loro preparazione sia scientifica sia religiosa,
infatti partendo per la Georgia non dovevano convertire quel paese al cristianesimo, ma
rievangelizzarlo, educandolo nella fede. Urbano VIII così li
esortava scrivendo:
«Evangelium Domini Nostri Jesu Christi annuncietis, et
gentes illas doceatis servare quaecumque Sancta Mater
Ecclesia, Cattolica, Apostolica, Romana praecipit, aggiungendo
che dovevano essere disposti a lavorare cum sanguinis effusione,
et morte ipsa, si opus fuerit, impleatis».21 Intanto i missionari
teatini ottennero anche molte dispense e privilegi per la loro
missione in Georgia, con un decreto speciale della
Congregatione datato 25 giugno 1626, insieme con le epistole
papa Urbano VIII

17
Ibidem, 35.
18
Ibidem, 38.
19
Ibidem, 42.
20
Ibidem.
21
Ibidem.
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del papa Urbano VIII indirizzate ai quattro principi georgiani.22


Fu provvidenziale l’incontro dei missionari teatini a Messina alla
fine del 1626, prima di partire per la Georgia, con Niceforo Irbakhi
Čulokašvili, monaco georgiano dell’Ordine di San Basilio e
23
l’ambasciatore del Teimuraz, re di Kartli. un monaco georgiano

Il monaco Niceforo con gli altri due monaci che lo


accompagnavano subito divenne amico di padre Avitabile, il quale li ospitò nella casa teatina
a Messina, e successivamente li accompagnò dai Teatini a Napoli, dove furono ricevuti come
ospiti di riguardo. Da lì partirono per Madrid e poi per Roma.24 Questa amicizia favorirà
moltissimo i Teatini in Georgia, essendo molto influente il monaco Niceforo presso i signori
georgiani.

Teimuraz I, il re di Kakezia e di Kartli


dipinto del P.D. Cristoforo Castelli C.R.

1.2.2. La missione nel Regno di Kartli


(1626 – 1633)

I missionari Teatini si misero


finalmente in viaggio e giunsero nella
città di Gori25 nel Regno di Kartli il 14
dicembre 1626. Proprio da Gori,
capitale di Kartli partirà tutto
l’apostolato missionario teatino verso
quelle regioni, dove già dal XV sec.
non esisteva nessun escovado latino.

22
Ibidem, 45 – 49.
23
Il Regno di Kartli – ქართლის სამეფო Kartlis Samepo), fu uno dei quattro regni della Georgia, sorto nel XV
secolo, in seguito alla dissoluzione del Regno unitario della Georgia. Questo regno per lungo tempo fu
dipendente dalla Persia safavide, e cessò di esistere nel 1762, quando si fuse con il vicino Regno di Kakezia.
Spesso veniva anche chiamato Iberia Orientale.
24
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 54.
25
Gori (in georgiano გორი, in armeno Գորի), è una città della Georgia, che fu capitale del Regno di Kartli, e
nel XVII sec. abitata anche dalla popolazione armena. (nota bene oggi famosa come luogo di nascita di Josif
Stalin).
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E solamente nel
1633 la Santa Sede
porrà la Georgia
sotto la giurisdizione
del vescovo latino di
Isphahan. E’ da dire
che prima di quella
data, e precisamente
per 6 anni, i Teatini
svolsero la loro
missione senza
essere soggetti a nessun vescovo, ma dipendendo
direttamente da Roma.26 La missione finì nel
1633.
Stando a Gori i Teatini, conobbero gli
Armeni, i quali erano numerosissimi sia a Gori
che in tutto il regno di Kartli, e così la missione
teatina in Georgia diventò anche missione tra gli
Armeni, abitando essi in tutti i regni georgiani.
città di Gori
dipinto del P.D. Cristoforo Castelli C.R.

1.2.3. La missione nel Regno di Mengrelia (1634 – 1700)

Il 23 aprile 1634, nel giorno della festa di San


Giorgio, i Teatini cominciarono la loro attività missionaria
nel Regno di Mengrelia27, nella capitale Zugdidi, dove
vennero invitati dal sovrano Levan II Dadian.28

Levan II Dadian
dipinto del P.D. Cristoforo Castelli C.R.

26
P. LICINI, «Breve relatione …», 135
27
Mengrelia (სამეგრელო - Samegrelo; in mengrelo: სამარგალო - Samargalo) – è una regione situata nella
parte occidentale della Georgia. Veniva chimata spesso Colchide o Odisci.
28
Levan II Dadian (1611 – 1657) – principe della Mengrelia.
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la chiesa teatina a Zugdidi

In questo regno i Teatini convertirono due vescovi


mengreli di rito bizantino: nel 1635 Mitrofan arcivescovo di
Alaverdi29 (di lingua georgiana) e nel 1639 Macario
arcivescovo di Trebisonda30 (di lingua greca). Ottennero anche
il permesso dal sovrano di aprire un collegio per l’istruzione dei giovani nella capitale di
Mengrelia, cioè a Zugdidi31,e di ottenere
anche due chiese di pietra, nonostante la
forte opposizione del clero locale.32 Anzi,
bisogna ribadire che furono lo stesso re e
la regina di Mengrelia a chiedere ai
Teatini di aprire la cosiddetta Accademia
della dottrina cristiana. I missionari
ottennero ancora una chiesa nella
residenza della casata reale a Korzkeli
nel 1634,33 e nel 1647 anche una chiesa a
Cippurias.34 La missione finì nel 1700.
la chiesa teatina a Korzkeli

Venerabile P.D. Giacomo Di Stefano C.R.

29
Mitrofan di Alaverdi, arcivescovo di Alaverdi dal 1628 fino a 1636 fu uno dei più influenti ecclesiatici della
Georgia, studioso e di grande rigore di vita, inzialmente ostinatissimo verso i missionari, invece con il tempo,
grazie all’amicizia con i Teatini, diventò cattolico e fu una delle più clamorose conversioni per mano dei Teatini,
infatti anche moribondo volle essere assistito da uno di loro. Purtroppo nella storiografia italiana la parola
“Alaverdeli” diventò il nome proprio del vescovo Mitrofan. Invece Alaverdeli si riferisce in georgiano al nome
della città Alaverdi - ალავერდი, in armeno Ալավերդի, una città sostanzialmente armena, ma nei tempi del
dominio georgiano fu la sede del vescovo georgiano, ovvero in maggioranza erano quelli armeni che accettarono
il Concilio di Calcedonia e assunsero il rito bizantino. L’oggettivo “alaverdeli” significava “di Alaverdi”, indica
cioè il vescovo alaverdese. E. K ACHARAVA, Alaverdi eparchy (XVII century), 26 – 35. Purtroppo lo stesso errore
viene sempre ripetuto anche nelle pubblicazioni recenti, alimentando soltanto confusione.
30
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 383.
31
Zugdidi (in georgiano უგდიდი) è il capoluogo della regione Mengrelia, o Samegrelo, e dista circa 30 km
dalla costa del Mar Nero. Il nome Zugdidi significa "grande collina" nella lingua mengrela.
32
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 341 – 358.
33
Ibidem, 348. L’autore scrive il nome della città Cozcheri, invece nel georgiano è კორცხელი – Korzkheli, ed
è attualmente una campagna.
34
Ibidem, 511 – 512.
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la chiesa teatina a Ozurgheti

1.2.4. La missione nel Regno di Guria (1634 – 1644)

Nel 1634 i Teatini vennero invitati nel Regno di


Guria35 dove, nella capitale Ozurgheti,36
immediatamente acquistarono la simpatia del patriarca
Malachia, il quale donò loro un palazzo e la nuova
chiesa. L’attività primaria dei Teatini, in quel contesto, fu di riformare i costumi del popolo e
del clero, aprendo anche un collegio per l’educazione e l’istruzione dei giovani. La missione
finì nel 1644.37

P.D. Cristoforo Castelli C.R.

1.2.5.La missione nel Regno di


Imerezia (1644 – 1646)

Nel 1644 i Teatini vennero


invitati nel Regno di Imerezia38,
dove nella capitale Kutaisi39
aprirono una casa, una chiesa e un
ospedale con relativo e annesso
ospizio. La missione terminò nel
1646.40

35
Guria (in georgiano: გურია) è una regione della Georgia, situata nella parte occidentale del paese, sulle rive
del Mar Nero. Spesso viene nominata come Guriel.
36
Ozurgheti (in georgiano: ოზურგეთი) fu la capitale del Regno di Guria.
37
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 678 – 732.
38
Imerezia (in georgiano: იმერეთი - Imereti) è una regione della Georgia situata lungo il corso centrale e
superiore del fiume Rioni.
39
Kutaisi (georgiano: ქუთაისი, anticamente Aea o Aia) fu la capitale del Regno di Imerezia. Attualmente è la
seconda città della Georgia per numero di abitanti.
40
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 732 – 744.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 11
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P.D. Francesco Maria Maggio C.R.

1.2.6.Conclusione

Riassumendo, i Chierici Regolari svolsero la


loro attività missionaria in quattro regni della
Georgia: Kartli, Mengrelia, Guria e Imerezia. Nelle
quattro capitali di Gori, Zugdidi, Ozurgheti e Kataisi
ebbero o dei collegi per l’istruzione dei giovani o
degli ospizi o degli ospedali. L’opera missionaria
dei Teatini in Georgia può essere riassunta
focalizzandola nei seguenti punti41:
1. La riforma dei costumi del popolo e del clero, che fu lo scopo principale della loro
attività missionaria e il criterio primario per l’approvazione di ogni nuova missione.
2. La forte opposizione alla vendita dei bambini ai Turchi.
3. La correzione della formula del battesimo.
4. L’insegnamento della dottrina cattolica.
5. L’apostolato tra i rinnegati cristiani (europei e georgiani che passarono all’Islam).
Va evidenziato che un tratto caratteristico
della missione georgiana dei Teatini fu nel fatto
che i missionari vennero sempre invitati dalle
popolazioni indigene dei regni della Georgia.42
Certamente la prima spinta a mandare i Teatini in
Georgia veniva dallo zelo della Santa Sede, ma
in seguito fu proprio la fama dei missionari, che
attirava la benevolenza dei sovrani georgiani, i
quali, nonostante avessero la forte opposizione
del proprio clero di rito bizantino, sia di lingua
greca che georgiana, facevano quasi a gara per
avere presso la loro corte i Teatini.

P.D. Giusto Prato C.R.

41
Ibidem, 371. B. Ferro segnala solo gli ultimi 3 punti.
42
P. LICINI, «Breve relatione …», 134, nota 21.
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1.3. Il Collegio Urbano


di Propaganda Fide

P. D. Michele Ghisleri C.R.


già dal 1622 al 1626
sostenne Mons. J. B. Vives
nell’idea e nel progetto di
fondare il Collegio Urbano di Propaganda Fide, con lo scopo di diffondere la fede cattolica in
seguito alle scoperte geografiche tra i nuovi popoli e paesi. Padre Ghisleri scrisse anche il
piano e le regole, che si dovevano osservare nel Collegio di Propaganda Fide, e proprio lui
fece leggere al Mons. Vives in quell’occasione tutte le relazioni dei primi missionari Teatini.43
J. B.Vives lasciò il testamento secondo il quale la cura del nuovo collegio era affidata
ai Teatini, decretando le borse di studio per i chierici georgiani, armeni, indiani, caldei,
persiani, siri, copti e africani.44 Ciò infine fu riaffermato dal papa Urbano VIII con il breve
apostolico Alumnorum in Collegio de Propaganda Fide del 23 maggio 1641.45 Nel 1643 i
Teatini costruirono una nuova sede per il Collegio e si servirono degli ornamenti opera di
P. D. Valerio Pagani C.R. Così i
Chierici Regolari diressero il
Collegio fino al 1646, anno in cui
il P. D. Marco Romano C.R,
vigente direttore, diventò vescovo,
e il governo dell’Ordine non
ritenne oportuno continuare la
direzione del Collegio.46
Purtroppo per le tensioni
interne all’Ordine, fu abbandonato
l’apostolato specificamente
teatino, inteso come riforma del

43
A. SPALLA, «Le missioni teatine nelle Indie Orientali nel sec. XVIII e le cause della loro fine», 27 (1971) 9.
44
C. DE ROSA, «I Teatini e le origini del Collegio Urbano di Propaganda Fide», in Regnum Dei. Collectanea
Theatina 4 (1948) 286.
45
Ibidem, 285.
46
A. SPALLA, «Le missioni teatine nelle Indie Orientali nel sec. XVIII e le cause della loro fine», 27 (1971) 10.
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clero. In un primo momento la curia generale proibì ai padri, i quali lavoravano nel Collegio,
di abitarvi, costringendo i confratelli a ritornare nella casa di S. Silvestro al Quirinale, con
l’accusa di condurre una vita non religiosa, per la mancanza del coro e della clausura. Poi, in
seguito, vi fu addirittura il completo
abbandono dell’apostolato tipicamente
teatino.47

P.D. Francesco Manco C.R.

1.4. Le missioni Teatine


nelle Indie Occidentali

Trattando delle missioni dei Teatini


non si può omettere la questione relativa alle
missioni nelle Indie Occidentali o le
cosiddette Nuove Spagne. Nel 1638 P. D.
Francesco Manco C.R., trovandosi in Spagna
per la fondazione di una nuova casa teatina a
Madrid, per le sue notevoli capacità di predicatore fu di gran lunga ammirato dalla corte,
perché essa vedeva in lui un soggetto capace di portare avanti una missione presso i popoli
indigeni.
Nel 1639 i Chierici Regolari spagnoli scelsero P. D. Francesco Manco C.R. come
rappresentante per il Capitolo Generale, che doveva trattare delle nuove missioni sia nelle
Indie Occidentali sia nelle Indie Orientali. Il Capitolo decise che l’Ordine non era in grado di
portare avanti tre missioni (la prima era stata in Georgia), però non ebbe il coraggio di
esprimersi su quale delle due si dovesse aprire – quella nelle Indie o quella nelle Nuove
Spagne, lasciando la decisione alla Sacra Congregazione di Propaganda Fide.48
Intanto P. D. Francesco Manco C.R. fu eletto preposito locale della casa teatina a
Saragozza, ma prima di ritornare in Spagna volle passare per la sua patria, a Lecce, e stando a
Napoli, alla fine del 1639, nella casa teatina di S. Maria della Vittoria, non avendo più la
speranza di poter andare come missionario nelle Indie Occidentali, scrisse una lettera a

47
C. DE ROSA, «I Teatini e le origini del Collegio Urbano di Propaganda Fide», 287.
48
L’unico storiografo che trattò di questo episodio nella storia delle missioni dei Teatini fu P. D. Bartolomeo
Ferro C.R. Cf B. FERRO, Istoria delle Missioni…, II, 11 – 12; 57 – 66.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 14
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI

P. D. Pietro Avitabile C.R., chiedendogli di poter essere accettato nella spedizione per le Indie
Orientali, ritenendo che la Sacra Congregazione approvasse tale missione.49
Nel frattempo la Sacra Congregazione non soltanto approvò la missione dei Chierici
Regolari nelle Indie Occidentali, ma nominò P. D. Francesco Manco C.R. Prefetto delle
missioni, e spedì anche le lettere, con tutte le approvazioni necessarie, al nunzio a Madrid.
Purtroppo padre Manco, essendo ignaro di tutto ciò, ed essendo già incluso nella spedizione
per le Indie Orientali, dovette abbdicare alle missioni nelle Indie Occidentali.50
In questo modo i Teatini tralasciarono la possibilità di avere missioni nelle Indie
Occidentali, possibilità che non si presentò mai più all’Ordine.

1.5. Le missioni Teatine nelle Indie Orientali

1.5.1. Gli inizi delle missioni nelle Indie Orientali

Le missioni teatine nelle Indie Orientali, similmente a quelle


in Georgia furono iniziate unicamente per volontà del P. D.
Pietro Avitabile C.R., e sempre in seguito alle apparizioni di
San Gaetano, che lo incoraggiarono a tale azione.51 In realtà,
già al tempo del suo apostolato a Gori, nel Regno di Kartli,
conobbe alcuni padri agostiniani, i quali divennero i principali
promotori delle missioni teatine nelle Indie e in maniera tale
che persuasero molto facilmente lo stesso Avitabile.52

49
Ibidem, 64.
50
Ibidem, 11.
51
Ibidem, 1 – 2.
52
Ibidem.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 15
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI

La chiesa di San Gaetano a Goa

Già nel 1635 il Teatino scrisse una lettera al


Capitolo Generale chiedendo il permesso
per poter andare nel Regno di Idelcan a
Goa53, però i padri capitolari glielo
negarono, sia perché non erano passati
neanche 10 anni dalla loro presenza in
Georgia, sia perché questa missione aveva
già coinvolto tanti personaggi illustri,
alcuni dei quali morirono prima di arrivare a destinazione e sia perché lo stesso fatto di avere
le missioni non sembrava ad alcuni del tutto opportuno. 54
Nonostante la risposta negativa, Avitabile non si scoraggiò, anzi si diede da fare, in
modo tale da prepararsi già per il Capitolo Generale
nel 1639, arrivando di persona. Ma prima ancora del
capitolo aveva richiesto anche l’udienza del papa
Urbano VIII, chiedendo a lui di persona il permesso
per la nuova missione. Il Papa gli diede il suo
beneplacito ma con la condizione dell’approvazione
della nuova missione da parte del Capitolo
Generale.55 Infatti, con tali premesse il capitolo non
poté non approvare la nuova missione. E solo l’11 luglio 1639 P. D. Pietro Avitabile C.R.
ottenne l’approvazione pontificia per andare a Goa.56
Così iniziarono le missioni nelle Indie Orientali, la cui
specificità, a parte l’evangelizzazione e il battessimo degli infedeli, fu la
conversione dei rinnegati cristiani, e non solo dei sacerdoti cattolici,
viaggiatori e medici, italiani e portoghesi, ma anche dei protestanti
fiamminghi, olandesi, inglesi etc. Tra tutti i missionari Teatini non ci
furono mai quelli che rinnegarono la fede, anzi, al contrario, essi
riuscirono a convertire parecchi rinnegati.

il pulpito nella chiesa di S. Gaetano a Goa

53
T. C. DE B EM, Memorias historicas chronologicas..., I, 78.
54
G. S ILOS, Historiarum Clericorum Regolarium a Congregatione condita, Palermo 1666, III, 173.
55
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, II, 9.
56
Ibidem, 10.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 16
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI

La casa dei Teatini e la chiesa di San Gaetano a Goa

1.5.2. Regno di Idelcan – Goa (1640 – 1835)

Nell’ottobre del 1639 partì la prima spedizione dei missionari


teatini da Napoli verso Goa, dove arrivarono il 15 ottobre 1640 e
precisamente nella città portuale Acciará del Regno di Idelcan57 Di
questa prima spedizione a Goa fecero parte P. D. Pietro Avitabile
C.R., (Prefetto della nuova missione), P. D. Francesco Manco C.R.,
P. D. Antonio Ardizzone C.R., Fr. Andrea Lippomano C.R.
(georgiano).58 Il 4 luglio 1642 i Teatini aprono la loro prima
chiesa a Goa dedicandola a San Gaetano59 e il loro apostolato sarà
fortemente contraddistinto dal cosiddetto “Confessorio notturno”.60

57
T. C. DE B EM, Memorias historicas chronologicas…, I, 108.
58
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, II, 11.
59
Ibidem, 28.
60
“Confessorio notturno” fu la pratica specificamente teatina del sacramento della penitenza esercitato durante la
notte a causa della vergogna che provavano gli abitanti di Goa nell’accostarsi a questo sacramento. Tale pratica
fu una delle più amate dai credenti in Goa. I missionari teatini attestarono che, introducendo questa pratica,
arrivarono a confessare di notte centinaia di persone. B. FERRO, Istoria delle Missioni…, II, 94 – 95.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 17
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI

L’altare maggiore della chiesa


di S. Gaetano a Goa

Goa, per tutto il


tempo delle missioni
teatine nelle Indie
Orientali, fu la capitale del
dominio portoghese in
Asia. Infatti l’attività
teatina ebbe luogo quasi
esclusivamente sotto
l’egemonia portoghese,
caratterizzata dal cosiddetto “Regio Patronato” delle missioni, instaurando così una penosa
dipendenza dei missionari dai rispettivi vicerè e governatori civili. La stessa costruzione e
dotazione delle chiese e l’invio dei missionari facevano parte dei diritti della corte reale a
Lisbona,61 e perciò i Teatini furono costretti a fondare a Lisbona la casa, la quale
principalmente doveva essere al servizio totale dei missionari.62
La specificità dell’apostolato teatino a Goa era non soltanto la vigilanza sui costumi
dei nuovi cristiani, ma anche e soprattutto sui costumi degli europei che abitavano a Goa, e in
modo speciale sulla corte vicereale.63
Negli anni 1711 – 1715 fu incarcerato dal viceré il Prefetto delle missioni
P. D. Ippolito Visconti C. R., con
l’accusa di crimine lesae
majestatis, per aver obbedito al
cardinale Carlo Tommaso
Maillard de Touron, il quale, in
qualità di Patriarca di Antiochia,
doveva vigilare sulle missioni
nell’Oriente, ma soprattutto
doveva far da contrappeso al
governo portoghese, il quale pre-

61
A. SPALLA, «Le missioni teatine nelle Indie Orientali nel sec. XVIII e le cause della loro fine», 27 (1971) 25.
62
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, II, 149 – 233.
63
ARCHIVIO GENERALE DEI T EATINI, Lettera di P. D. Ippolito Visconti C.R., Prefetto delle Missioni Teatine di
Goa, al Procuratore Generale delle Missioni, Goa 1706.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 18
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI

cardinale Carlo Tommaso Maillard de Touron

tendeva essere l’unico nel vigilare sulle missioni,


assoggettando tutto il dominio portoghese alla potestà
dell’arcivescovo di Lisbona.
Il predetto cardinale aveva difeso i Teatini a scapito
dei cappucini, e contro la posizione del vescovo di S. Thomé
e dell’arcivescovo di Goa, i quali, avendo da parte loro anche
moltissimi gesuiti, di cui tanti furono scomunicati dal
predetto cardinale per i cosiddetti riti cinesi, si appellavano
alla maestà reale di Lisbona, accusando il Legato Pontificio
di usurpare il potere e i Teatini di crimine lesae majestatis, oltre ad essere considerati spie di
Roma.64
Viene riportato questo episodio per evidenziare la particolare obbedienza dei Teatini al
Romano Pontefice a differenza dei cappucini, gesuiti, agostiniani e carmelitani scalzi. I
Teatini, infatti, rimasero quasi gli unici fedeli al Papa e non al re del Portogallo, forse perché
in maggioranza erano italiani a differenza dei gesuiti o di altri ordini, i cui missionari erano in
gran parte portoghesi, e forse anche perché il carisma teatino non permetteva un tale
comportamento.65

Negli anni 1720 – 1724 ci


furono varie tensioni con
l’arcivescovo di Goa e anche con
il governo generale dell’Ordine, i
cui missionari cercavano di
essere soggetti unicamente alla
Sacra Congregazione di
Propaganda Fide.
L’altare maggiore e il pulpito

64
A. SPALLA, «Le missioni teatine nelle Indie Orientali nel sec. XVIII e le cause della loro fine», 27 (1971) 46 –
52.
65
Infatti i Teatini presero la stessa posizione già nel 1606 durante l’interdetto papale nella Repubblica
Veneziana, quando preferirono essere obbedienti al Papa piuttosto che al doge, anche a costo dell’abbandono di
tutte le case nella Serenissima. Vedi in V. P AGANO, Breve relatione del principio e progressi de la religione de’
Chierici Regolari, trascrizione del manoscritto R. Tambelli, tesi di laurea 2012/2013 Università Federico II,
Napoli, 440 – 458.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 19
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI

Nonostante tutto, la casa di Goa perdurò a lungo, e fu anche l’unica casa che ricevette i
novizi indigeni, infatti fino al 1768 erano presenti già 17 Teatini provenienti dalla casta dei
bramini. La casa di Goa ebbe sempre un notevole numero di religiosi, circa 20 soggetti fino
alla sua chiusura nel 1835, da parte del governo portoghese in seguito al decreto della regina
Maria II del 1834, che sopprimeva gli ordini religiosi, i monasteri, i conventi e gli ospedali
ecclesiastici.

P.D. Antonio Ardizzone C.R.

1.5.3. Regno di Golkonda (1641 – 1646)

Nel 1641 il missionario P. D. Francesco


Manco C.R. arrivò a Bisnagar, capitale di
Golkonda, e nel 1642 costruisce lì la prima
chiesa cristiana, intitolandola alla S. Croce.66 La
missione terminò con la morte di P. D.
Francesco Manco C. R. 14 agosto 1646.

1.5.4. Costa di Gerlim (1643 – 1835)

Il 12 gennaio 1643
P. D. Francesco Manco C.R. lasciò la
città di Bisnagar e si recò a
Musilipatàm sulla Costa di Gerlim,
innovando per la prima volta l’abito:
invece di utilizzare la talare teatina,
decise di mettere l’abito proprio della popolazione indigena.67 A Musilipatàm padre Manco
innalzò una chiesa per il servizio liturgico, tutta in paglia.68 La missione durò fino al 1835.

66
A. SPALLA, «Le missioni teatine nelle Indie Orientali nel sec. XVIII e le cause della loro fine», 27 (1971) 105.
67
Ibidem, 107.
68
Ibidem, 112.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 20
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI

1.5.5. La missione nel Borneo


(1689 – 1693, 1706 – 1707)

Nel 1689 il P. D. Antonio


Ventimiglia C.R. aprì missioni nel
Borneo presso Bandjermasin, e nel
1692 fu nominato il primo Vicario
Apostolico del Borneo. La missione finì
con la morte naturale del Ventimiglia nel
1693. Furono vari i tentativi di riaprire la
missione da parte di P. D. Antonio
Martelli C.R., (il quale fu ucciso nel
1707) e ancora nel 1721, 1725 ma furono
del tutto vani.

P.D. Antonio Ventimiglia C.R.

La Costa di Coromandel

1.5.6. Le missioni in Costa del Coromandel


(1694 – 1713) città di San Thomé

Nel 1694 i Teatini aprono le loro missioni a


Coledur e a Tevanapatan presso Madras,
battezzando lì più di duemila persone, e ricoprendo
l’ufficio dei parroci, ma furono cacciati nel 1705,
“colpevoli” di obbedienza al Legato Apostolico.
Nel 1706 giunsero a S. Thomé dove aprirono il Collegio per i giovani, il quale duro più o
meno fino 1713, in concomitanza con la presenza teatina sulla costa del Coromandel.69

69
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, II, 395 – 432.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 21
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI

1.5.7. Le missioni in Sumatra


(1702 – 1764)
Nel 1702 i Teatini aprirono le
loro missioni in Sumatra a
Bengkulu, grazie al P. D.
Giovanni Battista Mil-ton C.R.,
un convertito di origine inglese,
e che per le sue conoscenze si assicurò la protezione degli inglesi e il permesso per le
missioni, ma purtroppo solo per due padri missionari che potevano lavorare insieme. Le prime
missioni durarono fino al 1719, anno della guerra contro gli inglesi, e solo nel 1723 i Teatini
ritornarono nel Bengkulu.70 La Missione perdurò fino alla morte dell’ultimo missionario
P. D. Giovanni Ugoccioni C.R. nel 1764.71

1.5.8. Le missioni in Cambogia (1725 – 1742)

Nel 1725 i Teatini aprirono le loro missioni in


Cambogia a Pinhalu, ma per il conflitto con i
francescani e il Vicario Apostolico da un lato e il
vescovo di Malacca e i Teatini dall’altro, dovettero
ritirarsi nel 1728. Purtroppo uno dei Teatini rimase
con il permesso del vescovo di Malacca, nonostante
la proibizione della Congregazione di Propaganda
Fide, e dopodiché venne scomunicato dal Vicario
Apostolico. Nel 1731 rientrò in Cambogia anche un
altro Teatino, il quale cercò di collaborare con il
Vicario Apostolico, ma essendo mandato dal
vescovo di Malacca, cioè dal patronato regio
portoghese, divenne anche lui vittima della guerra dei patronati regio e pontificio, e quindi
venne scomunicato dal Vicario Apostolico. Nonostante le scomuniche, i padri continuarono a
lovorare lì fino alle loro morti, avvenute rispettivamente nel 1738 e nel 1742.72

70
A. SPALLA, «Le missioni teatine nelle Indie Orientali nel sec. XVIII e le cause della loro fine», 28 (1972) 265
– 280.
71
A. F. VEZZOSI, I scrittori de’ Chierici Regolari detti Teatini, I, 92.
72
A. SPALLA, «Le missioni teatine nelle Indie Orientali nel sec. XVIII e le cause della loro fine», 28 (1972) 293
– 305.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 22
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI

1.5.9. Le missioni in Birmania (1728 – 1731)

Nel 1728 il P. D. Andrea Finali C.R. aprì le missioni in Arakan, un regno della
Birmania, ma anche lì per l’opposizione degli agostiniani i Teatini dovettero lasciare Arakan
nel 1731.73

Birmania

73
Ibidem, 300 – 302.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 23
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI

P.D. Arcangelo Lamberti C.R.

1.5.10. Conclusione

L’attività missionaria dei Teatini


nelle Indie Orientali fu molto più complessa
che nella Georgia, portando avanti sempre
un marchio specifico teatino, quello della
vigilanza sui costumi dei fedeli e del clero.
Interessante fu che soprattutto a Goa i
Teatini vegliarono anche sui costumi degli
europei, in particolare sulla corte vicereale, e
addirittura in alcuni luoghi divennero
apostoli, battezzando e catechizando
popolazioni intere, assumendo a volte anche
gli oneri dei parroci.
I Teatini si distinsero ancora una volta per l’apostolato tra i rinnegati e i protestanti
europei, alcuni dei quali diventarono perfino Teatini e un campo specificatamente loro fu,
dunque, il lavoro costante tra i rinnegati, laici e sacerdoti, passati all’Islam.
Purtroppo tutto l’apostolato fu segnato dalla continua lotta tra il regio patronato e i
diritti della Santa Sede, e molto spesso, per la loro lealtà a Roma, i Teatini dovettero
abbandonare le loro missioni. Non mancarono
anche le tensioni interne tra la casa generalizia e
la casa di Goa, e i conflitti di giurisdizione tra la
corte reale portoghese e la Congregazione
Propaganda Fide. Bisogna aggiungere ancora la
mancanza dei religiosi, delle risorse, la
dipendenza totale dal governo portoghese, le
difficoltà personali nell’apprendere nuove lingue,
le leggi sovrapposte dai governi teritoriali, la
continua conflittualità tra la giurisdizione dei
vescovi portoghesi e i Vicari Apostolici, le
pestilenze, i naufragi, la concorrenza tra gli stessi
missionari, ad esempio con i cappucini, gli
agostiniani, i francescani, i gesuiti etc. I missionari teatini morti durante il viaggio nel deserto
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 24
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI

Il grande problema dei Teatini fu che tutte le loro missioni erano sotto il dominio
portoghese, perciò, una volta perso il patronato, i Teatini persero anche le loro missioni.

Importante è rilevare che, nonostante la soppressione delle missioni teatine nel 1835,
non tutti i Teatini ritornarono in Europa: molti di loro rimasero a Goa fino alla loro morte
naturale, altri passarono a Bombay o altrove.

Riassumendo, le missioni teatine nelle Indie Orientali fallirono quasi unicamente per
motivi di ordine politico determinati dal governo portoghese.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 25
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI

Monaci Armeni
Miniatura

La presenza teatina tra gli Armeni


2.1 I primi incontri dei Chierici Regolari con gli Armeni

La missione dei Chierici Regolari in Georgia è


inscindibile dalla missione tra gli Armeni, che non si può dire
fosse voluta o programmata dai Teatini, anzi sembrerebbe
proprio il contrario. Non progettata né aspirata, essa in realtà
fu la più feconda sia dal punto di vista della qualità della
missione stessa, sia per lo spirito carismatico caratterizzante
l’Ordine dei Chierici Regolari.
La Provvidenza volle che prima ancora che i Teatini arivasserro in Georgia
conoscessero gli Armeni, un popolo numerosissimo, disperso per ragioni politiche
nell’impero turco e persiano, e nei regni georgiani. Infatti, nel XVII sec. in ogni città, dove
appariva qualche movimento comerciale, si trovarono gli Armeni. San Mesrop Mashtotz

Scorrendo le testimonianze dei missionari Teatini,


chiaramente si può notare che gli Armeni abitarono un vastissimo
territorio, da Aleppo e Costantinopoli a Bibilipatàn (Regno di
Golkonda), fino a Manila (Filippine), da Cairo fino a Caffa (Crimea)
e Leopoli (Polonia). Nella maggior parte gli Armeni si occuparono
del commercio e fin dai primi giorni dell’esperienza missionaria i
Teatini si incontrarono con loro, inaugurando così un rapporto
duraturo di collaborazione. un monastero armeno

I primi missionari teatini, P. D.


Pietro Avitabile C.R., nominato Prefetto
della missione in Georgia, P. D. Francesco
d’Aprile C.R. e P. D. Giacomo di Stefano
C.R. andarono nel 1626 verso la Georgia e
passando per Aleppo, incontrarono per la
prima volta gli Armeni, i quali abitavano
sia ad Aleppo, sia a Karìn74 (in armeno

74
Erzurum, in armeno Կարին – Karìn, oggi la città turca, ma in origine armena, popolata in maggior parte dagli
Armeni fino al genocidio armeno del 1915 – 1916. Nel presente lavoro si utilizzerà il nome armeno della città.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 26
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI

Կարին, in turco Erzurum), e sia a Gori. E proprio gli Armeni diventarono i loro primi
compagni di viaggio, perché in quei tempi erano gli unici che facevano commercio in quelle
terre, per cui le caravane armene erano spesso l’unico mezzo sicuro per arrivare in Georgia.75
I contatti con gli Armeni erano numerosissimi e di vario genere, riportiamo qui di
seguito solo alcuni tra i più significativi:
I Monaci Armeni – nel 1628, durante la seconda spedizione
dei missionari teatini in Georgia,
P. D. Pietro Avitabile C.R., P. D. Giacomo
di Stefano C.R. e il fratello laico Claudio
passarono per Aleppo, Babilonia,
Asphahan, Nachicevan76 e da lì a Erevan,
dove vennero imprigionati alla fine del
novembre del 1628, perché accusati da un
Armeno rinnegato, il quale lavorava presso
la corte persiana.77 I Teatini furono anche
derubati e solo in seguito liberati, poterono
proseguire verso Gori. Dopo la loro
liberazione i missionari furono portati nel
monastero di Echmiadzin, il cosiddetto
monastero delle tre chiese.78 In esso i
Teatini furono accolti con grandi onori da
parte dei monaci Armeni i quali vennero loro incontro tutti vestiti con i piviali e gli aspersori
con acqua santa, e li trattarono come ospiti privilegiati. 79 I missionari rimasero lì fino al 6
dicembre del 1628, e poi proseguirono per Tiflis e da lì a Gori.80
– nel 1631, passando per Karìn (Erzurum), i missionari P. D. Giuseppe Giudici C.R. e
P D. Arcangelo Lamberti C.R. festeggiarono insieme agli Armeni la Pasqua, e celebrarono le

75
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 77.
76
Naxçıvan (in armeno – Նախիջևան) è una città dell’attuale Azerbaigian, capitale della Repubblica
Autonoma di Naxçıvan. Si estende fino alle pendici della catena montuosa di Zanghezur, oltre la riva sinistra del
fiume Naxçıvan. Era un antico centro commerciale, chiamato anche Nachicevàn.
77
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 86 – 88.
78
B. HENRION, Storia universale della Chiesa dalla predicazione degli Apostoli fino al pontificato di Gregorio
XVI, XI, Milano 1841, 338.
79
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 88.
80
Ibidem.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 27
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI

messe nella chiesa armena a Karìn insieme con i fedeli, i diaconi, i sacerdoti e i vardapeti.81
Da lì insieme con la caravana armena proseguirono fino a Tiflis.82
Bisogna ricordare che i missionari cattolici avevano un permesso speciale dalla Santa
Sede per poter celebrare le messe nelle chiese armene, cosa che non potevano fare nelle altre
chiese d’Oriente.
Ancora nel 1632 gli Armeni di Karìn aiutarono i missionari Teatini ad arrivare a Gori,
anzi tanti di loro, essendo ricchi, diventarono benefattori dei Chierici Regolari 83 e di questi
esempi l’apostolato teatino in Georgia è ricco.
Un altro motivo per il quale i Teatini dovettero occuparsi nel loro apostolato degli
Armeni fu che i missionari non sempre potevano lavorare tra i georgiani, perché alcuni
sovrani lo proibivano esplicitamente, lasciando invece campo libero per l’apostolato tra gli
Armeni.84 Probabilmente tale proibizione dovette in gran parte determinare l’impostazione
missionaria dei Teatini in Georgia relativa agli Armeni. Un Monaco Armeno

2.2. I Teatini e gli Armeni a Gori in Georgia


Idubbiamente il maggior legame creatosi tra i Teatini e gli
Armeni fu stabilito proprio a Gori, dove cominciò l’intero
apostolato teatino della Georgia. Nel 1629 a Gori ai Teatini
fu donata la casa di un Armeno come abitazione, vicino
alla chiesa armena di quella città,85 e quindi i primi fedeli
dei Teatini a Gori furono proprio gli Armeni. I nuovi
missionari erano all’inizio ignari sia della presenza, tra
l’altro numerosissima, degli Armeni in Georgia, sia della
loro lingua, per cui il primo lavoro missionario tra gli
Armeni in Georgia fu svolto dai Teatini in lingua turca86,
che tutti gli Armeni conoscevano perfettamente.

81
Ibidem, 142. Vardapet (in armeno վարդապետ) – è un grado della gerarchia ecclesiastica che indica i
sacerdoti studiosi conoscitori della legge ecclesiastica e delle Scritture.
82
Tiflis (in armeno Թիֆլիս), attualmente si chiama Tbilisi ed è l’odierna capitale di Georgia. Nel XVII sec. in
maggior parte era abitata dagli Armeni.
83
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 168.
84
Lettera del P. D. Pietro Avitabile al P. Generale dei Teatini, Gori 7 settembre 1632, vedi testo intero in
C. ALONSO, «Documentación inédita de los Teatinos en Georgia», in Regnum Dei. Collectanea Theatina 53
(1997) 194 – 209.
85
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 98.
86
Lettera del P. D. Pietro Avitabile al P. Generale dei Teatini, Aleppo 24 novembre 1635, in C. ALONSO,
«Documentación …»,55 (1999) 25 – 47.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 28
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI

Una miniatura armena

Trovandosi in tale situazione


appare chiaro che i missionari
Teatini in Georgia chiesero alla
Congregazione di Propaganda Fide
di poter avanzare nel loro apostolato
tra gli Armeni e di poter celebrare la
santa messa nella loro lingua. E già
nel 1631 P. D. Pietro Avitabile C.R.
e P. D. Tomaso d’Afflitto C.R.,
ottennero il permesso speciale di
poter tradurre il Messale Romano
nelle lingue armena e georgiana, e
servirsene nel loro apostolato,
usando anche il calendario antico
delle Chiese Orientali.87
Anche da parte degli
Armeni, almeno come sembra, ci fu una risposta positiva, anzi come annotano i missionari
Teatini, agli Armeni faceva piacere che i latini si interessassero e dessero loro importanza,
perché comunque era un popolo che non aveva un proprio Stato, per cui ogni segno di
attenzione nei loro confronti era sempre ben gradito. una chiesa armena

Ad esempio, nel giugno del 1631 i


missionari teatini vennero visitati con tutta
la sua corte da un vescovo armeno, il quale
si recò personalmente a dare un cordiale
benvenuto ai nuovi missionari arrivati a
Gori.88
Il maggior collaboratore dei Teatini
a Gori fu proprio il parroco armeno della
città, ma anche i fedeli che frequentavano i
missionari erano in maggior parte Armeni.

87
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 117.
88
Ibidem, 144.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 29
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI

2.3. P. D. Clemente Galano C.R.


e il suo apostolato tra gli Armeni in Georgia

Non si può apprezzare il valore dell’intero apostolato


teatino tra gli Armeni senza prendere in
considerazione la persona di P. D. Clemente Galano
C.R. il più grande e celebre apostolo degli Armeni
del XVII sec.
Questo illustre missionario nacque da una
distinta famiglia a Sorrento nel 1611, fu chiamato al
battesimo Giuseppe. I genitori erano Lorenzo Galano
ed Angela Arnese, che, accortisi che il bambino era
molto portato ed incline allo studio, fin dalla giovane età non trascurarono di impartirgli
un'educazione corrispondente alle sue disposizioni naturali.89 Nel 1626 all’età di 15 anni
Giuseppe Galano entrò tra i Teatini nella casa di S. Antonino di Sorrento, e l'anno dopo fu
mandato nella casa Teatina dei SS. Apostoli a Napoli per fare lì il noviziato e il 25 febbraio
1628 fece la professione solenne cambiando il nome in Clemente.90
Nel suo percorso formativo Clemente Galano manifestò grande amore per le scienze,
perciò egli compì velocemente e brillantemente la sua carriera, e i suoi rapidi progressi nello
studio delle sacre dottrine gli acquistarono molto presto la stima di grande teologo. I suoi
superiori attestarono che P. D. Clemente Galano C.R. era fornito del dono dell'eloquenza e
d'una condotta morale irreprensibile, perciò non potè sfuggire all'attenzione degli stessi suoi
superiori, ed essere promosso al sacerdozio, e subito dopo per le missioni nella Georgia.91
Nonostante la giovane età – Galano aveva appena 25 anni – accettò con piacere
l'apostolico ministero, ed imbarcatosi nel 1636 per Messina, passò a Malta, e da lì in Aleppo,
dove nel maggio 1637 pervenne a Gori, capitale del regno di Kartli sotto la prepositura del
P. D. Pietro Avitabile C.R., il quale gli diede come compito di studiare la lingua armena.92
Bisogna aggiungere che Galano non godeva di ottima salute, già partendo da Malta
avvertiva fortissimi dolori di testa, e purtroppo l’unica “medecina” che utilizzava fu la croce
che portava sul petto, fatta del legno della bara di S. Andrea Avellino C.R., che appoggiava

89
C. VULCANO, «Clemente Galano», in Biografia degli Uomini Illustri del Regno di Napoli, II, Napoli 1815,
113.
90
Ibidem.
91
A. F. VEZZOSI, I scrittori de’ Chierici Regolari detti Teatini, I, 375.
92
Ibidem.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 30
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI

sulla parte dolente.93 Perciò si può intuire, perché Avitabile destinasse Galano allo studio, sia
perché era giovanissimo e portato, sia per motivi di salute, perché passava molto tempo
stando a casa.
Galano fece i primi passi nello studio della lingua armena a Gori con l’aiuto del
parroco armeno di nome Minas, il quale gli insegnò solamente la pronuncia 94 e dedicandosi
alla lettura dei codici della Chiesa Armena il Teatino riuscì perfettamente ad apprenderla.
Così attestò il superiore P. D. Pietro Avitabile C. R.:
«Il fratello D. Clemente Galano ha fatto una riuscita mirabile. Da sé, senza
maestro, ha appresso la lingua armena e la possiede in modo tale che, lasciando da
parte l’intenderla e leggerla bene, più facilmente scrive in detto carattere che nel suo
95
naturale».
Lo stesso Galano lo attestò così:
«Ergo D. Clemens post
acceptam superioris voluntatem totus
Armenicae linguae se dedit, et vix ab
Armeno Sacerdote, dum Goride
moraretur, primis literarum elementis,
ac pronunciandi imbutus legibus, sua
industria syllabas nectendo, ac
dictiones; brevi adeo profecit, ut in
publico Caenaculo Sacra Biblia
Armenice conscripta cunctis
mirantibus legendo feliciter
percurreret; tantumque de sua
diligentia in eo posuit, ut ipse sui
discipulus, ipseque sibi Magister
dicendus sit.»96

93
Il libro di B. Ferro è ricco di queste osservazioni a proposito della vita di P. D. Clemente Galano C.R.
94
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 300.
95
Lettera del P. D. Pietro Avitabile al P. Generale dei Teatini, Costantinopoli 10 settembre 1638, in
C. ALONSO, «Documentación …», 56 (2000) 135.
96
C. G ALANO, Grammaticae, et logicae institutiones linguae literalis Armenicae Armenis, Roma 1645, X.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 31
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI

Città di Tiflis

Padre Galano, poi, con il


permesso dei superiori proseguì
nello studio della lingua e della
cultura, dottrina e storia armena
trasferendosi a Tiflis, che in quel
tempo era popolata nella maggior
parte da Armeni, e nella quale si
trovarono le loro chiese,
moltissimi sacerdoti, monaci e
vardapeti. Come riporta lo stesso
Galano, per tutto il periodo in cui si trovò lì con loro, nonostante fosse italiano, ma parlando
perfettamente l’armeno, osservando tutti i digiuni etc., fu trattato come uno di loro, e per voler
comune fu acclamato vardapet (վարդապետ), cioè dottore o maestro della dottrina e storia
ecclesiastica.97 Difatti dopo che Galano ritornò a Gori moltissimi vardapeti vennero da lui per
avere chiarimenti dottrinali e storici, in quanto, stando a Tiflis potè consultare tantissimi
manoscritti armeni.
A Gori P. D. Clemente Galano C.R. fece gran profitto nell’apostolato tra gli Armeni,
iniziando dal parroco Minas, il quale fu il primo Armeno che accettò pubblicamente
l’insegnamento della Chiesa Romana. In seguito moltissimi Armeni assistettero alle
celebrazioni dei Teatini, si battezzarono, confessarono, comunicarono da padre Galano, il
quale predicò sempre nella loro lingua.98 Stette a Gori poco meno di un anno, perché già nel
1638 era trasferito a Cippurias in Mengrelia, dove lavorò con la stessa premura tra gli
Armeni.99
Stando a Cippurias, in Mengrelia, P. D. Clemente Galano chiese alla Congregazione di
Propaganda Fide il permesso di celebrare in armeno100 e nella stessa lettera raccontò che il P.
D. Giuseppe Giudice C.R. aveva già collaborato con gli Armeni alla correzione dei libri di
teologia scritti in lingua armena.

97
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 301.
98
Ibidem, I, 302.
99
Ibidem, I, 418.
100
B IBLIOTECA N AZIONALE DI N APOLI, FONDO S AN MARTINO, ms. 509, cc. 98r. – 99v. Lettera di
P. D. Clemente Galano C.R. al Preposito Generale del 20 settembre 1639.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 32
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI

Nel novembre 1640 P. D. Clemente Galano C.R. lasciò Cippurias e si imbarcò per
Costantinopoli, dove, dopo molti travagli, giunse nel mese di aprile del 1641 e fu accolto sulle
istanze della Congregazione di Propaganda Fide dall’ambasciatore francese.101 Stando a
Costantinopoli si diede alla composizione della grammatica armena, come attesta P. D. Carlo
di Palma C.R, Procuratore generale per le Missioni:
«Interea Armenorum omnem Doctrinam, Scripturas, Sententias, Errores,
errorumque causas excussit; Libros, Codicesque innumeros evoluit; integra
Commentariorum Volumina devoravit, quae probarent, quaeve reiicerent
oecumenica Concilia, sacrosque Canones, quae tandem eorum esset a Romana
Ecclesia discrepantia investigavit; cunctaque, quippe qui erat omni Scientiarum
genere excultus, mature digessit, falsa repulit, vera illustravit, difficilia explanavit,
conciliavit dissonantia. Mox ut discipulorum suorum, praecipue Patriarcharum et
Antistitum postulatis, quae in operis vestibulo exponuntur; et quam plurium
Religiosorum ea in Urbe ad Catholicorum solatium, et infidelium conversionem
degentium acquiesceret votis, haec rudimenta Armenicae linguae ac Grammaticas
102
institutiones composuit…»

101
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 420.
102
Lettera di P. D. Carlo di Palma C.R. del 17 ottobre 1645, per l’intero testo originale in latino Cf C. G ALANO,
Grammaticae…, XII-XIII., anche B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 421 – 423.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 33
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI

Su richiesta del governo generale teatino la grammatica della lingua armena scritta da padre
Galano fu stampata dalla tipografia di Propagande Fide a Roma nel 1645.

2.4. Scuola Armena e Cattedra Armena a Costantinopoli (1641 – 1644)

La Santa Sede, su istanza di Propaganda Fide, la quale era molto interessata alla
questione armena, perché in quel tempo non vi erano parecchi missionari, pensò bene di
sfruttare l’ingegno di P. D. Clemente Galano C.R. Infatti fu mandato a Costantinopoli perché
lì, risiedendo il Patriarca Armeno con molti vescovi Armeni, tantissimi vardapeti, sacerdoti e
monaci, Galano potesse impiegare il suo zelo, facendo l’apostolato tra così numerosissima
colonia armena in
quella città, in quanto
perfetto conoscitore
non soltanto della
lingua armena, ma
anche di quella
georgiana, mengrela e
turca. E’ interessante
che già nel settembre
1641 la Sacra
Congregazione di
Propaganda Fide
decide «missionem
Theatinorum in
Georgiam et
Mengreliam ad urbem
Eruam eiusque
territorium exten-
dit»103, cioè di
allargare la missione
teatina fino a Erevan.
P.D. Clemente Galano C.R.

103
Atti della Congregatione di Propaganda Fide del 9 settembre 1641, Roma, vedi in C. ALONSO,
«Documentación …», 57 (2001) 290.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 34
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI

Arrivando all’aprile del 1641 Galano si fermò a Galatà104 nell'ospizio dei cappuccini, che era
sotto la protezione dell'ambasciatore di Francia, il quale subito suggerì al P. D. Clemente
Galano C.R. di aprire una scuola per l’insegnamento della lingua armena ai giovani Armeni.

Un Catholicos Armeno

Nello stesso anno, nell’ospizio dei


cappuccini, P. D. Clemente Galano C.R.
rivestendo l’abito armeno aprì la scuola,
insegnando ai giovani principalmente
grammatica, logica, fisica, metafisica e
teologia, tutto in lingua armena105 e a tale
scopo il Teatino tradusse alcuni libri delle
suddette materie in armeno. Fu grande il
concorso dei giovani residenti non solo in
Galatà, ma anche provenienti dalla stessa
città di Costantinopoli.
Un apostolato così fecondo destò
subito l’attenzione dello stesso patriarca
Cyriaco I106, il quale con il pretesto di
esaminare i libri tradotti da Galano, lo volle conoscere. Il Teatino attirò subito la simpatia del
Patriarca, diventando suo grande amico, tanto che il 5 novembre 1641 il patriarca Cyriaco I
scrisse al papa Urbano VIII, dichiarandosi cattolico.107 Galano, dopo tale azione, fu lodato
dalla Congregazione di Propaganda Fide,108e ottenne anche l’aspirato permesso di celebrare
la liturgia armena.109

104
Galatà (o Pera, in armeno Գալաթա, in greco Γαλατά) è un quartiere storico di Costantinopoli, situato nella
parte nord del Corno d'Oro, cioè sul lato europeo.
105
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 424.
106
Cyriaco I (oppure Giragos o Kirakos, in armeno Կիրակոս Երևանցի) – patriarca armeno di Costantinopoli
nel 1641-1642.
107
Il testo intero della lettera vedi in B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 427 – 428.
108
Lettera di Sacra Congregatione di Propaganda Fide al P. Clemente Galano del 1 maggio 1642, Roma. Testo
intero vedi in B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 429.
109
Atti della Congregatione di Propaganda Fide del 12 marzo 1642, Roma, vedi testo intero in C. ALONSO,
«Documentación …», 57 (2001) 291.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 35
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI

Nel frattempo il Patriarca chiese a Galano che:


«Nostro pensiero adunque è, (e ve ne preghiamo tutti, con tutto il cuore) che
lasciata Galatà, stabiliate la vostra sede in Costantinopoli, e fatto Armeno con gli
110
Armeni, gl’insegniate quelle scienze, ch’ardentemente sospirano […]»
Volendo soddisfare il desiderio del Patriarca, padre Galano si trasferì nella parte
abitata dagli Armeni, esattamente nella città di Costantinopoli, e con l’aiuto dell’ambasciatore
francese vi trasferì da Galatà il Collegio Armeno per l’istruzione dei giovani in lingua armena,
e costituì anche la cosiddetta Cattedra Armena, dove appunto faceva le lezioni specifiche
sulla storia e sulla dottrina della Chiesa Armena.
E’ da sottolineare la diversità dell’operato di padre Galano a Costantinopoli, in quanto
differenti la cosiddetta Scuola Armena e la Cattedra Armena. La Scuola Armena prevedeva
prima di tutto l’insegnamento della lingua ai fanciulli armeni, perché nell’apprendimento
della lingua essi non intendevano bene la sua struttura ordinata, in quanto ignari delle regole,
cioè della grammatica. E come attesta Galano, questo suo insegnamento doveva aiutare i
giovani Armeni ad imparare bene a leggere, scrivere, parlare e pensare nella lingua armena,
cogliendo il Teatino anche l’occasione di insegnare anche il catechismo: nacque di fatto la
tipica scuola parrocchiale per i giovani del XVII secolo.
Invece nella Cattedra Armena gli
studenti di Galano erano in maggior parte
monaci, sacerdoti e vardapeti armeni e non
solo, anche quelli che si interessavano delle
questioni teologiche e storiche. Infatti la
preparazione precedente a Tiflis permetteva a
Galano di essere in grado di tenere lezioni di
questo tipo, presentare il pensiero teologico in
modo ordinato alla latina, dando anche alcuni
chiarimenti propri della dottrina della Chiesa
Armena. E fare tutto ciò, a livello proprio
accademico, risultò essere una cosa rara oltre
che straordinaria per Costantinopoli sotto il
dominio turco.

Un Patriarca Armeno

110
Il testo intero della lettera vedi in B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 436 – 437.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 36
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI

Infatti le lezioni di Galano suscitarono uno stragrande interesse non solamente da parte
del clero armeno, ma anche da parte di greci, ebrei, abissini, persiani, georgiani, tartari,
abcasi, i quali con sommo piacere venivano a discutere con il cosiddetto Dottore Armeno, non
dubitando minimamente della sua “armenità”. Eppure Galano padroneggiava perfettamente la
lingua turca, la cui conoscenza molte volte lo liberò dalle varie accuse e dalla pena di morte.
Indubbiamente l’esistenza e il funzionamento della Cattedra Armena, così affollata
facevano immensamente piacere al Patriarca, perché di fatto era l’unica istituzione teologica
di tale livello a Costantinopoli, come del resto attestava lo stesso patriarca Cyriaco I: «In
temporibus nostris novus in Oriente prodiit Athanasius, novus Cyrillus, accedite ad eum
filioli, et illuminamini; farit Deus ut Patrem hunc, quem ipse misit Armeniis Armenia
suscipiat, et agnoscat.»111
Purtroppo alla fine del 1642 durante la peste a Costantinopoli sia P. D. Clemente
Galano C.R. sia lo stesso patriarca Cyriaco vennero contagiati. Il Patriarca morì, mentre
Galano riuscì a sopravvivere, ma per timore dell’avversione di alcuni ecclesiastici armeni,
contrari al suo apostolato, decise di spostarsi a Galatà.112 Nel frattempo fu eletto il nuovo

111
C. VULCANO, «Clemente Galano», II, 114.
112
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 444.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 37
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI

patriarca Kaciatur,113 grande amico di P. D. Clemente Galano C.R., a tal punto che dopo il suo
ingresso scrisse delle lettere al papa Urbano VIII e alla Sacra Congregazione di Propaganda
Fide, professandosi cattolico e riconoscendo il primato di Roma.114
Nel frattempo Galano continuò il suo lavoro apostolico, divenendo anche grande
amico del segretario dei patriarchi, sia Cyriaco sia Kaciatur – Giovanni arcivescovo
Diarberchirensi115, il quale durante la sua residenza a Costantinopoli, aveva scritto, anche lui,
delle lettere sia al Papa sia a Propaganda Fide.116
Purtroppo nel 1643, saputosi della morte del patriarca Cyriaco I, venne a
Costantinopoli per farsi rieleggere l’ex patriarca Davide,117il quale era stato deposto prima
dell’elezione del patriarca Cyriaco, e volle ripristinare il suo potere. Trovando già la cattedra
occupata dal patriarca Kaciatur lo accusò di tradire la fede, provocando la sua espulsione da
Costantinopoli e facendosi nominare lui patriarca dal governo turco.118 Il patriarca Davide
cominciò subito ad ostacolare l’apostolato di Galano, spostando anche la sede della Cattedra
Armena. Non riuscì a mandare via il Teatino, per la forte protezione dell’arcivescovo
Giovanni, il quale aveva grande influenza sul popolo e sulla corte. L’arcivescovo Giovanni
accolse quindi sia la Cattedra Armena sia lo stesso Galano nel suo palazzo, ospitandolo nella
stanza a fianco della sua. Purtroppo l’arcivescovo Giovanni morì improvisamente nel 1644.119
Dopo la morte del protettore, Galano dovette fuggire insieme ai suoi alunni e fu
accolto da un impiegato della corte, signore armeno di nome Scander Celibi, ma stando a casa
sua, fu accusato dal patriarca e scomunicato con i suoi seguaci.120 A questo punto il Teatino
preferì spostarsi a Galatà e continuare lì di nascosto il suo apostolato, ma fu scoperto e
denunciato al governo turco come spia per aver portato l’abito armeno. Con l’aiuto
dell’ambasciatore francese riuscì a nascondersi nel suo palazzo per poi imbarcarsi verso
Roma, per maggior tranquilità sia per gli Armeni sia per la futura casa teatina a

113
Kaciatur I (oppure Kacciatur, in armeno Խաչատուր Սեբաստացի) – patriarca armeno di Costantinopoli
nel 1642-1643.
114
C. G ALANO, Historia Armena, ecclesiastica et politica, Colonia 1686, 236.
115
Diyarbekir (in armeno Ամիդ – Amid) è una città del sudest dell’attuale Turchia, situata lungo le sponde del
fiume Tigri, nel XVII sec. popolata dagli Armeni, ed inoltre con la maggior presenza di Curdi. E’ la cosiddetta
capitale del Kurdistan turco.
116
C. GALANO, Conciliationis Ecclesiae Armenae cum Romana ex ipsis Armenorum patrum et doctorum
testimoniis in duas partes, historialem et controversialem, I, I, Roma 1650, 181.
117
Davide I (oppure Tavit I, in armeno Դավիթ Արևելցի) – patriarca armeno di Costantinopoli negli anni 1640
– 1641, 1643 – 1644, 1644 – 1649, 1650 – 1651.
118
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 447.
119
Ibidem, 448.
120
Ibidem.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 38
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI

Costantinopoli, dove infatti arrivò P. D. Giuseppe Giudice C.R. nel 1644 per fondarla a
Galatà.121
Nel frattempo il patriarca Davide fu deposto e al suo posto fu eletto il monaco
Tommaso,122 grande amico e seguace di Galano, tramite il quale già nel 1643 aveva scritto al
Papa e alla Congregazione delle lettere di obbedienza alla Santa Sede, 123 ma non ebbe molta
fortuna davanti al governo turco e non fu accettato, e nel 1644 ritornò in sede il patriarca
Davide.
Ritornando al P. D. Clemente Galano C.R., egli nel 1645 insieme ad alcuni suoi
discepoli, al padre del patriarca Cyriaco e al greco Cirillo vescovo di Trebisonda venne a
Roma, e furono ricevuti dallo stesso Pontefice, il quale parlò loro in perfetto greco.124
Stando a Roma P. D. Clemente Galano C.R. cominciò ad insegnare l’armeno nel
Collegio Urbano di Propaganda Fide, e nel frattempo scrisse il suo monumentale lavoro
scientifico, apprezzato fino ad oggi da tutti gli studiosi intitolato Conciliationis Ecclesiae
Armenae cum Romana ex ipsis armenorum patrum et doctorum testimoniis in duas partes,
historialem et controversialem.125
Risalta chiaramente l’enorme
importanza che ebbe P. D. Clemente Galano
C.R. nella società armena a Costantinopoli,
dove come attestò il patriarca Cyriaco I: «Non è
più l’Armenia Maggiore Armenia degli
Armeni, ma la Real Città di Costantinopoli,
fatta la Reggia degli Armeni, che ne possiede
tanto numero, che può dirsi la loro
Armenia.»126 Certamente l’apostolato del
Teatino fu fecondissimo, di fatto addirittura tre
Partriarchi Armeni di Costantinopoli e
precisamente Cyriaco I, Kaciatur I e Tommaso
II scrissero al Papa lettere di professione della
P.D. Giuseppe Giudice C.R.

121
Ibidem, 449.
122
Tommaso II (oppure Tovmas II, in armeno Թովմաս Բ Բերիացի) – patriarca armeno di Costantinopoli nel
1644, 1657 – 1659.
123
C. G ALANO, Conciliationis Ecclesiae Armenae …, I, I, 183.
124
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 452.
125
C. G ALANO, Conciliationis Ecclesiae Armenae … ․
126
Ibidem, 436.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 39
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI

fede cattolica. Sicuramente non bisogna considerare queste lettere come una
testimonianza di unione delle Chiese, anzi secondo la teologia vigente a quel tempo dovette
essere più una specie di sottomissione, ma certamente non fu neanche così.
Potrebbero considerarsi come un segno di affetto e ammirazione verso la Chiesa
Romana, ma niente di più. E’ poi importante ricordare che i patriarchi costantinopolitani
armeni nella gerarchia interna della Chiesa Armena, per la loro posizione e il loro peso
all’interno della società e tra il clero ricoprivano un ruolo abbastanza marginale rispetto ai
patriarchi costantinopolitani greci o addirittura del Pontefice Romano. Non bisogna dare
troppa importanza a questo tipo di relazioni, comunque rimane lodevole il fatto di aver saputo
conquistarsi questo tipo di simpatia da parte di P. D. Clemente Galano C.R.

Risulta invece più incisivo e significativo per la cultura armena l’operato di Galano nel
campo scolastico e accademico. Infatti il suo apostolato fu un rarissimo esempio nella capitale
turca di un nuovo e alto livello di insegnamento tra gli Orientali, che seppero dare la Scuola
Armena e la Cattedra Armena o cosiddetta Accademia Armena. L’apertura della Scuola
Armena prima a Galatà e poi dopo nella stessa Costantinopoli, dove il Teatino insegnò la
lingua armena secondo i canoni della scuola europea, sistematizzando l’intera grammatica
armena, fu uno degli avvenimenti straordinari per la così numerosa colonia armena a
Costantinopoli. Infatti ciò ebbe
grande eco tra gli Armeni, i quali
mandarono subito i loro figli ad
apprendere la loro lingua presso un
così grande Dottore Armeno, cioè P.
D. Clemnte Galano C.R. Per la prima
volta si insegnavano agli Armeni
logica, fisica e la metafisica nella loro
lingua. È molto condivisibile
l’osservazione dello storico Teatino
P. D. Bartolomeo Ferro C.R., che tutti
gli altri popoli abitanti a
Costantinopoli furono molto contenti
per la fortuna che, a differenza loro,
ebbero gli Armeni.
Un Monaco Armeno di Costantinopoli
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 40
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI

L’altro aspetto particolarissimo dell’operato di Galano è l’apertura dell’Accademia


Armena e a prescindere dai contenuti teologici trasmessi dal missionario Teatino, sicuramente
influenzati dalla teologia dell’epoca, rimane il fatto che la stessa discussione teologica ebbe
un diverso e più alto livello metodologico.
Bisogna quindi studiare proprio dal punto di vista linguistico il monumentale lavoro di
padre Galano Conciliationis ecclesiae Armenae cum Romana ex ipsis armenorum patrum et
doctorum testimoniis in duas partes, historialem et controversialem, per poter realmente
comprendere il suo apporto al linguaggio teologico armeno.
Da sottolineare la sistematicità che il Teatino diede allo stesso pensiero teologico
armeno, con un’impostazione molto rilevante, partendo dall’analisi storica e arrivando alle
conclusioni teologiche. Va rivalutato nel suo insieme l’operato di P. D. Clemente Galano C.R.
a Costantinopoli, dal punto di vista sia innovativo che metodologico, facendo di lui una
persona cruciale per la cultura armena a Costantinopoli nel XVII sec., per il suo apporto alla
cultura accademica armena e infine per la diffusione della conoscenza della stessa lingua
armena.

2.5. I missionari Teatini e gli Armeni

Come già è stato mostrato, i Chierici Regolari sin dai primi giorni della loro
permanenza in Georgia istituirono buoni rapporti con gli Armeni e primo fra tutti fu il P. D.
Pietro Avitabile C.R., il quale assieme a P. D. Tomaso d’Afflitto C.R., nel 1631 ottenne il
permesso speciale di poter tradurre il Messale Romano nelle lingue armena e georgiana, e
servirsene nel loro apostolato a Gori, usando anche il calendario antico delle Chiese
Orientali.127
Ci furono altri due grandi missionari Teatini fra gli Armeni in Georgia: P. D. Giacomo
di Stefano C.R., P. D. Arcangelo Lamberti C.R., i quali nel 1631 aprirono a Gremi 128 in
Kakezia una missione per gli Armeni.129 Avendo ricevuto la chiesa nella suddetta città, i
Teatini cominciarono subito il loro apostolato tra gli Armeni, i quali risposero prontamente a
tale interesse da parte dei missionari. Gli Armeni contribuirono con il vino e l’incenso e
furono presenti alle celebrazioni dei Teatini.

127
Ibidem, 117.
128
Gremi (in georgiano გრემი), spesso denominata dai missionari Grimmi, nel XVII popolata in maggior parte
dagli Armeni.
129
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, I, 151.
ALEKSANDER I WASZCZONEK C.R. 41
I CHIERICI REGOLARI T EATINI E LE LORO MISSIONI

Il P. D. Giacomo di Stefano C.R. organizzò la catechesi, però ignaro della lingua


armena, tutto il suo apostolato fu in lingua turca, che, tra l’altro, gli Armeni conoscevano
benissimo.130 Nel 1632 padre di Stefano lavorò anche tra gli Armeni a Tiflis, assistendo i loro
moribondi.131
Altri due grandi apostoli tra gli Armeni furono il P. D. Giusto Prato C.R., il quale
lavorò molto presso loro in Georgia132 e il P. D. Giuseppe Giudice C.R., che lavorò in
Georgia, insegnando la teologia ai monaci Armeni.133 I Chierici Regolari, pur stando nelle
Indie Orientali, continuarono a lavorare tra gli Armeni, come ad esempio il P. D. Francesco
Manco C.R. a Bibilipatàn.134
Ricapitolando, bisogna ribadire che a differenza delle altre missioni teatine, in
generale opera particolare di un unico soggetto, la missione teatina tra gli Armeni fu un
apostolato comunitario dei Chierici Regolari. A prescindere dall’eccezionalità di
P. D. Clemente Galano C.R., tutti i padri collaborarono e promossero la missione come
compito a volte primario della loro
presenza sia in Georgia sia a
Costantinopoli, e ciò fu anche più
conforme allo spirito teatino.
L’operato dei Teatini fu di grande
apporto alla cultura teologica generale
fra il clero armeno, provocando e
suscitando un’analisi approfondita della
storia, dei concili e dei dogmi della
Chiesa Armena, e soprattutto nei luoghi
di massima importanza della teologia
armena come Echmiadzin, Tiflis e
Costantinopoli, dove i Chierici Regolari
strinsero fortissimi legami con i monaci
e vardapeti armeni.
Fratello Gaetano Carlito C.R., morto in Georgia

130
Ibidem, 154 – 155.
131
Ibidem, 157.
132
Lettera del P. D. Giusto Prato al P. Generale dei Teatini, Gori 16 ottobre 1633, vedi testo intero in
C. ALONSO, «Documentación …», 64 (2008) 51 – 61.
133
B IBLIOTECA N AZIONALE DI N APOLI, FONDO S AN MARTINO, ms. 509, cc. 103v. – 104v. Lettera di
P. D. Clemente Galano C.R. al P. D. Gaetano Alessandri C.R. del 26 ottobre 1642.
134
B. FERRO, Istoria delle Missioni…, II, 125.

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