de Rome
La cattedrale in Italia
Gisela Cantino Wataghin, Letizia Ermini Pani, Pasquale Testini
Cantino Wataghin Gisela, Ermini Pani Letizia, Testini Pasquale. La cattedrale in Italia. In: Actes du XIe congrès
international d'archéologie chrétienne. Lyon, Vienne, Grenoble, Genève, Aoste, 21-28 septembre 1986. Rome : École
Française de Rome, 1989. pp. 5-87. (Publications de l'École française de Rome, 123);
https://www.persee.fr/doc/efr_0000-0000_1989_act_123_1_3451
LA CATTEDRALE IN ITALIA
NOTA INTRODUTTIVA
* Abbreviazioni :
AAAd = Antichità Alto Adriatiche.
AA. SS. = Ada Sanctorum.
Annali Perugia = Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Perugia.
AccScPadova = Atti e Memorie dell'Accademia Patavina di Scienze, Lettere ed Arti.
ACeSDIR = Atti del Centro Studi e Documentazione sull'Italia Romana.
AlstVeneto - Atti dell'Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti.
AMSIstriana = Atti e Memorie della Società Istriana di Archeologia e Storia Patria.
AMDMarche = Atti e Memorie della Deputazione di Storia Patria per le Marche.
AMDModena = Atti e Memorie della Deputazione di Storia Patria per le antiche province
Modenesi.
AMDRomagna = Atti e Memorie della Deputazione di Storia Patria per le province di Roma-
gna.
AnBoll = Analecta Bollandiana.
AqN = Aquileia Nostra.
ArchMed = Archeologia Medievale.
ArchSRomana = Archivo della Società Romana di Storia Patria.
ArchStBelluno = Archivio Storico di Belluno Feltre e Cadore.
ArchStLodigiano = Archivio Storico Lodigiano.
ArchStLombardo = Archivio Storico Lombardo.
ArchSt Parmense = Archivio Storico per le province Parmensi.
LA CATTEDRALE IN ITALIA
II - Documentazione disponibile
Le fonti.
La storiografia.
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ROMA
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3 V. Santa Maria Scrinari, Per la storia e la topografia del Laterano, in BollArte, 50,
1965, p. 38 ss. ; Id., Nuove testimonianze per la «domus Faustae», in RendPARA, 43,
1970/71, p. 207 ss.; vedi anche infra, la relazione di Palol; E. Nash, Domus Faustae, domus
Luterani and the palace of the Popes, in Römische Quartalschrift, 71, 1976, p. 1 ss.
4 Da notare che nel corso dei lavori di scavo si rinvennero sepolture da presumere
tarde, ma di cui non si specifica la cronologia (Pelliccioni, p. 109).
Il battistero del Laterano rimase unico a Roma solo per pochi anni. Stando infatti al
L.P. (ed. Duchesne, I, p. 180), Costantino ex rogatu filiae suae fece costruire un battistero
insieme alla basilica in onore di S. Agnese sulla via Nomentana, e pose come dono super
fontem una lucerna aurea a dodici becchi. Secondo l'opinione prevalente la datazione
della basilica, e dunque del battistero, sarebbe da collocare tra il 337 e il 353 anno della
morte di Costantina. Del fonte però non si è mai trovata traccia. La stessa sorte è toccata
anche al battistero di S. Pietro in Vaticano, anche se la sua ubicazione sembra da porsi
nell'ala destra del transetto della basilica costantiniana. Il battistero Vaticano viene attri-
ROMA 17
buito a papa Damaso (366-84) in base a tre iscrizioni; ma si è fatto giustamente osservare
che di certo il papa eresse sì un fonte monumentale, ma probabilmente al posto di uno
preesistente più modesto (M. Trinci Cecchelli, in Quaderni dell'Istituto di Archeologia e
Storia Antica dell'Univ. di Chieti, 3, 1982-83, p. 181 ss.). Le biografie papali non dicono
nulla al riguardo e dal silenzio si può trarre argomento a favore d'un impianto di
mediocre importanza : per tale ragione penserei all'iniziativa di uno dei predecessori di Damaso
(p.e. Giulio ο Liberio), sollecitati da pressanti richieste di fedeli e pellegrini di farsi
battezzare presso la tomba dell'apostolo. L'ipotesi porterebbe a una coincidenza significativa
tra i battisteri di S. Agnese e di S. Pietro, e indurrebbe a supporre per il fonte nomentano
una collocazione all'interno della basilica ο nel grande avancorpo. Una tale situazione - a
ben riflettere - verrebbe a delineare una suddivisione della città in tre settori, avanti il
350, per l'amministrazione del battesimo : l'area S con il territorio sudlaziale servita dal
fonte sul Laterano; la zona di N-0 da S. Pietro; quella del settore E da S. Agnese. Dei tre,
l'unico battistero ad essere isolato - e dunque preminente per dignità - resterebbe
comunque quello del Laterano.
18 LA CATTEDRALE IN ITALIA
0 5 10 20 30 40 50 M.
VENOSA 501 • • •
V-VI•sec. VI sec. Vsec. VI sec.
Calabria
LECCE 595 •
N.B. Per ciascuna componente del gruppo episcopale è registrata soltanto la prima fase attestata: non
vengono indicate eventuali fasi successive.
ROMA 25
* Questo testo tiene conto delle discussioni svoltesi a seguito della relazione
presentata a Lione (22 settembre 1986), per le quali ringrazio tutti gli intervenuti ed in particolare
M. Mirabella Roberti e J.-Ch. Picard. Desidero inoltre ringraziare per i dati cortesemente
forniti : L. Bertacchi, G. P. Brogiolo, P. Cancian, D. Caporusso, A. Cardarelli, A. Ceresa
Mori, G. Cerulli Irelli, P. Croce Da Villa, A. Crosetto, G. Cuscito, S. Gelichi, F. Maselli
Scotti, M. Rigoni, E. Zanda. Alla redazione delle schede hanno collaborato : L. Carli, C.
Lambert, M. C. Lampis, A. M. Maggi e A. Vecchi (Univ. di Torino); C. Fiorio Tedone e S. Lu-
suardi Siena (Univ. Cattolica, Milano) per Verona; G. Trovabene (Univ. di Bologna) per
Modena. La documentazione grafica è stata coordinata da C. Lambert ed eseguita da
G. Cassi e da M. Musso e G. Jano (Univ. di Torino, Dip. SAAST); le tabelle sono state
realizzate da M. R. Cagnazzo (Univ. di Torino, Dip. SAAST). A tutti va il più vivo
ringraziamento per la loro collaborazione.
5 C. Violante e C. Fonseca, Ubicazione e dedicazione delle cattedrali dalle origini al
periodo romanico nelle città dell'Italia centro- settentrionale, II romanico pistoiese nei suoi
rapporti con l'arte romanica dell'Occidente (I Conv. Int. Studi Medievali Storia Arte),
Pistola, 1964, p. 303 ss.
28 LA CATTEDRALE IN ITALIA
6 II problema delle sepolture episcopali cfr. ora J.-Ch. Picard, Le souvenir des évê-
ques. La sépulture, les listes episcopates et le culte des évëqùes en Italie du Nord jusqu'au X"
siècle (BEFAR, 268), Rome, 1987.
7 Per la parte che in esso possono assumere le rivendicazioni dei diritti della sede
vescovile sulle chiese martiriali cfr. M. Sot, Arguments hagiographiques et historiographi-
ques dans les «Gesta Episcoporum», Hagiographie culture et société (IVe-XIIe siècle) (Coll.
Nanterre-Paris), Paris, 1981, p. 95 ss.
8 L. T. Belgrano, Cartario genovese ed illustrazione del registro arcivescovile, ASLigure,
II, 1870, I, p. 1 ss., a. 987; Greg. Magn., Dial, IV, 55 (Fonti per la Storia d'Italia, a cura di
U. Moricca, Roma, 1924, p. 313).
L'ITALIA SETTENTRIONALE 29
ti molto tesi quando non ostili fra la sede episcopale e la pieve cittadina di S. Lorenzo,
forse succeduta alla chiesa episcopale paleocristiana, nel quadro della lotta fra Forum
Cornell e il castrum S. Cassiani, che si conclude alla fine del XIII secolo con la distruzione
di questo e la costruzione di una nuova sede episcopale : M. G. Bassani, La pieve di S.
Lorenzo di Imola e le sue proprietà fondiarie dall'XI al XIII secolo, II Carrobbio, VI, 1980,
p. 27 ss.
12 Ch. Pietri, Donateurs et pieux établissement d'après le légendier romain (Ve-VIIe
siècle), Hagiographie culture et sociétés, cit. a nota 7, p. 438 s. ; L. Pietri, La ville de Tours du
IVe au VIe siècle : naissance d'une cité chrétienne, Rome, 1983, p. 351 s.
13 Così Lanzoni, p. 88 e ancora : D. A. Bullough, Urban change in early medieval Italy :
the example of Pavia, PBSR, XXXIV, 1966, p. 82 ss. ; Social and economic structure and
topography in the early medieval city, XXI Settimana CISAM, 1974, p. 351 ss.; C. Violante,
Primo contributo a una storia delle istituzioni ecclesiastiche nell'Italia controsettentrionale
durante il Medioevo : province, diocesi, sedi vescovili, Miscellanea Historiae Ecclesiasticae,
V (Coll. Varsovie), Louvain, 1974, p. 187 ss.; C. G. Mor, Topografia giuridica : stato
giuridico delle diverse zone urbane, XXI Settimana CISAM, 1974, p. 363 ss. ; la tesi è sostenuta
anche per la Gallia da E. Griffe, La Gaule chrétienne à l'époque romaine, III, La cité
chrétienne, Paris, 1965, p. 13 : per questo cfr. nota 17.
14 C. Violante, Primo contributo, cit. a nota 13, p. 189 s.; Ch. Pietri, Chiesa e comunità
locali nell'Occidente cristiano (IV-VI secolo d.C.) : l'esempio della Gallia, Società romana e
impero tardo antico, III, Le merci gli insediamenti, a cura di A. Giardina, Bari, 1986,
p. 764 ; la pertinenza vescovile delle chiese martiriali è chiaramente espressa da Ambro-
gio, quando afferma, riferendosi alla basilica martyrum : dignum est enim ut ibi requie-
scat sacerdos ubi off erre consuevit (ep. 22 : CSEL, LXXXII, ree. M. Zelzer, 1982, LXXVII,
p. 126 ss.).
L'ITALIA SETTENTRIONALE 31
26 Nel caso di Aosta lo scarto cronologico fra le strutture della chiesa e l'attestazione
della diocesi (inizio V secolo/451) è modesto e si può ridurre ulteriormente considerando
l'età molto avanzata del vescovo Eustasio al tempo del concilio di Milano; inoltre nella
prima metà del V secolo non vi sono sinodi cui fare specifico riferimento per le diocesi
dell'Italia nord-occidentale. Anche a Pola probabilmente il divario non è grande, se la
basilica Β è la prima chiesa episcopale ed è da collocare, come sembrerebbe,
nel 'inoltrato V secolo.
27 Sulla scia di F. Gabotto, / municipi romani della Italia occidentale alla morte di
Teodosio il grande, Studi sulla storia del Piemonte avanti il Mille, BSSS, XXXII, Pinerolo,
1907, p. 235 ss. e Savio, p. 5 ss., cfr. fra gli altri G. R. Palanque, G. Bardy e P. de Labriolle,
Storia della Chiesa, III, 2, Dalla pace costantiniana alla morte di Teodosio, Torino, 1972 (3
ed. it.; ed. or. 1950), p. 690 ss. ; M. Mirabella Roberti, Origini cristiane in Istria, cit. a nota
21 ; G. C. Menis, Le giurisdizioni metropolitiche di Aquileia e di Milano nell'antichità,
AAAd, IV, 1973, p. 271 ss. e La diffusione del cristianesimo nel territorio friulano in epoca
paleocristiana, III CNAC, 1974, p. 49 ss. ; G. Cuscito, Cristianesimo antico, cit. a nota 21.
28 L. Cracco Ruggini, Storia totale di una piccola città : Vicenza romana, Storia di
Vicenza, Vicenza, 1987, p. 205 ss. Notiamo qui che non è stata presa in considerazione
Claterna, del cui episcopato non esistono tracce al di là di una tradizione bolognese e
dell'ipotesi del Lanzoni, che le assegnò il vescovo Costanzo al quale Ambrogio affida
l'ecclesia di Forum Cornelii nel periodo di sede vacante : Lanzoni, p. 773 ; cfr. anche C.
Violante, Primo contributo, cit. a nota 13, e G. Schmiedt, Città scomparse e città di nuova
formazione in Italia in relazione al sistema di comunicazione, XXI Settimana CISAM, 1974,
p. 572, che colloca quindi la scomparsa della città nel periodo della guerra
gotico-bizantina; della città non sembrano però esistere testimonianze dopo la fine del IV secolo
(M. Bollini, Un frammento di scultura tardo antica da Claterna e l'epoca della distruzione
della città, StRomagnoli, XI, 1960, p. 213 ss.).
L'ITALIA SETTENTRIONALE 35
1. Le mura
p. 78 ss. ; Velerà et nova, cit. a nota 13, p. 399 ss. e Habitat ed edilizia nella tarda antichità,
Società romana e impero tardoromano, III, cit. a nota 14, p. 755 ss.
32 P.-A. Février, Enceinte et colonie, RivStLig, XXXV, 1969, p. 28 ss. e Permanence et
héritage, cit. a nota 30, p. 73 ss. ; L. Cracco Ruggini, La città nel mondo antico : realtà e
idea, Romanitas-Christianitas. Untersuchungen zur Geschichte und Literatur der römischen
Kaiserzeit J. Sträub gewidmet, Berlin-New York, 1982, p. 61 ss. e in particolare p. 68 e 79;
ovvia a questo proposito, ma pur sempre significativa, la citazione di Isidoro : nam urbs
ipsa moenia sunt {Ethim., XV, 2, 1).
L'ITALIA SETTENTRIONALE 37
2. // foro
che al foro fanno capo (Aosta, Brescia, Trieste, Verona, Zuglio). Altrove
l'identificazione si basa sul ritrovamento nella zona di resti frammenta-
ri, per lo più di materiali attribuibili ad edifici monumentali di natura
imprecisata (Alba, Bergamo, Faenza, Imola, Pavia, Parma, Reggio
Emilia, Trento) ο ancora su criteri di verosimiglianza e su persistenze di
carattere urbanistico (la piazza principale della città medievale) ο
toponomastico (chiese dette «in foro») che per quanto non trascurabili
possono tuttavia essere ambigui33; questi casi non vengono quindi presi in
considerazione, per il troppo elevato margine di errore.
Un rapporto diretto della cattedrale con il foro, inteso nel senso
della sua sovrapposizione a strutture pertinenti all'area forense, è
sicuramente attestato soltanto a Trieste; la connessione appare molto
stretta ad Aosta e se è corretta l'identificazione del foro, è ipotizzabile anche
ad Alba, Albenga, Bergamo, Corno, Ivrea, Trento. In altri casi la
posizione centrale della cattedrale si traduce in una generica prossimità alla
supposta area forense, che non è però possibile qualificare in
mancanza di dati sulla natura degli edifici circostanti e stante la natura di
complesso chiuso del foro34. Si tratta d'altronde di una indicazione di
valore relativo : le dimensioni della media dei centri urbani considerati
sono tali che «vicino» e «lontano» si traducono in distanze che in
termini assoluti sono modeste se non minime.
A Trieste l'impianto della cattedrale non interferisce con la
funzionalità del foro, poiché si limita ad obliterare solo uno degli edifici che
fanno capo al foro, che peraltro almeno sul piano teorico rimane
pienamente agibile : ciò non implica evidentemente che nella realtà lo sia
stato, e nei termini tradizionali.
3. / quartieri
37 L'Arslan (Urbanistica di Milano romana, cit. a nota 35, p. 204) pone invece l'accento
sul contesto «popolare» nel quale si sarebbe inserito il complesso episcopale, nel quadro
di una interpretazione bipolare, forse troppo rigida, della situazione urbana tardo antica ;
la natura del quartiere si presenta ora diversa, con l'attribuzione ad edifici pubblici di
parte delle strutture ritrovate negli scavi più recenti in piazza del Duomo (D. Andrews e
D. Perring, Milano. Gli scavi in piazza del Duomo, e D. Perring, Milano, Scavi per la
Metropolitana. Piazza del Duomo, lotto 3, Notiziario SAL, 1982 e 1984, p. 64 s. e 99 ss.).
L'ITALIA SETTENTRIONALE 41
4. Le strutture preesistenti
38 II fenomeno è ben documentato ad Ostia (G. Becatti, Case ostiensi del tardo Impero,
42 LA CATTEDRALE IN ITALIA
5. Osservazioni
BollArte, 1948, p. 101 ss. e 197 ss. ; C. Pavolini, L'edilizia commerciale e l'edilizia abitativa
nel contesto di Ostia tardoantica, Società romana e impero tardoantico, II, cit. a nota 20,
p. 239 ss., in part. p. 254 ss.), e a Roma (F. Guidobaldi, L'edilizia abitativa uni] amiliare, cit.
a nota 20, p. 165 ss.), ma si manifesta anche ad Aquileia, dove i cosiddetti oratori di IV
secolo (cfr. per questi nota 20) si inseriscono in strutture di epoca precedente, ed è
rilevato occasionalmente anche altrove (ad es. Faenza : V. Righini Cantelli, Un museo
archeologico per Faenza. Repertorio e progetto, Faenza, 1980, RC 15).
39 Sul reimpiego in età tardo antica e le sue diverse implicazioni cfr. F. W. Dei-
chmann, Die Spolien in der spätantiken Architektur, Sitzungsb. Bayerischen Ale.
Wissenschaften, Phil. Hist. Kl., 1975; S. Settis, Tributi sua marmora Roma : sul reimpiego di
sculture antiche, Lanfranco e Wiligelmo. Il duomo di Modena, Modena, 1984, p. 309 ss. ;
B. Ward Perkins, From Classical Antiquity to the Middle Ages. Urban Public Building in
Northern and Central Italy A.D. 300-850, Oxford, 1984, p. 203 ss.; P.-A. Février, Habitat ed
edilizia, cit. a nota 31.
40 Cfr. fra gli altri F. W. Deichmann, Christianisierung, RAC, II, 1954, c. 1235 e G. C.
Mor, Topografia giuridica, cit. a nota 13, p. 345.
41 G. P. Bognetti, Problemi di metodo e oggetti di studio nella storia della città italiana
dell'Alto Medioevo, VI Settimana CISAM, 1959, p. 35 ss.
L'ITALIA SETTENTRIONALE 43
p. 156 ss.; con tutta verosimiglianza è un do'natore e non un membro del clero (G.C.
Menis, // complesso episcopale teodoriano, cit., p. 467) anche il Ciriaco dell'iscrizione
dell'aula settentrionale (Ch. Pietri, One aristocratie provinciale et la mission chrétienne :
l'exemple de la Venetia, AAAd, XXII, 1982, p. 134, nota 185; cfr. anche P.-A. Février,
Remarques sur le paysage d'une ville, cit. a nota 20, p. 201 s. e Habitat ed edilizia, cit. a
nota 31, p. 735.
44 L. Bertacchi, Nota sulla unità costruttiva dell'aula teodoriana Nord nel complesso
cultuale di Aquileia, AqN, XLVIII, 1977, e. 251 ss. e Edilizia civile nel IV secolo ad Aquileia,
AAAd, XXII, 1982, p. 340 s.
45 Zen. Ver., Tractatus II, 6 {De aedifteatione domus Dei a Salomone) (CCSL, XXII, ed.
B. Löfstedt, 1971, p. 168 ss.). È stata avanzata recentemente l'ipotesi che nella costruzione
della basilica nova di Milano si possa ravvisare un intervento imperiale, in particolare di
Costante (R. Krautheimer, Rome Constantinople Milan : Three Capitals, Berkeley-Los
Angeles-London, 1983, p. 77); le dimensioni dell'edificio sono in effetti tali da far
presupporre un'impegno finanziario molto ingente e, a differenza da Aquileia, la soluzione
architettonica adottata mostra chiari legami con le esperienze dell'architettura pubblica.
L'uno e l'altra tuttavia possono trovare una spiegazione nella consistenza della comunità
cristiana di Milano e nella sua costante interazione con l'ambiente di corte, nonché nel
verosimile riferimento, da parte della nuova capitale tardo antica, a Roma e alla basilica
costantiniana del Laterano.
46 Cfr. Ch. Pietri, Une aristocratie provinciale, cit. a nota 43, p. 133 s. ; la
documentazione relativa alle donazioni è ora raccolta in B. Ward Perkins, Urban Public Building, cit.
a nota 39.
L'ITALIA SETTENTRIONALE 45
47 Sul problema della posizione del vescovo nell'ambito della comunità cittadina, che,
delineato da tempo nelle sue linee generali, andrebbe approfondito negli aspetti specifici
dei singoli centri, cfr. S. Mochi Onory, Ricerche sui poteri civili dei vescovi nelle città
umbre durante l'alto medio evo, Roma, 1930 e Vescovi e città (secolo IV-VI), Bologna,
1933; G. C. Mor, Sui poteri civili dei vescovi dal IV al secolo Vili, I poteri temporali dei
vescovi in Italia e Germania nel Medioevo, Bologna, 1979, p. 7 ss.
48 Ch. Bonnet e R. Permetti, Aoste aux premiers temps chrétiens, Aoste, 1986, p. 16; per
Ginevra cfr. Ch. Bonnet, Les origines du groupe episcopal de Genève, CRAIBL, 1981,
p. 418.
49 Ch. Bonnet e R. Perinetti, Aoste, cit. a nota 48, p. 33 ss. e più diffusamente Ch.
Bonnet, L'église cruciforme de Saint-Laurent d'Aoste. Étude archéologique (les fouilles de 1972
à 1979) (Quaderni della Soprintendenza per i Beni Culturali della Valle d'Aosta, 1), Roma,
1981, p. 11 ss.
46 LA CATTEDRALE IN ITALIA
51 Sull'argomento cfr. S. Mochi Onory, Ricerche sui poteri civili dei vescovi, cit. a nota
47, passim ; G. P. Bognetti, La continuità delle sedi episcopali e l'azione di Roma nel regno
longobardo, VII Settimana CISAM, I960, p. 415 ss., che sottolinea l'importanza della
tradizione, sentita come propria e in quanto tale difesa dalla comunità; C. Violante, Primo
contributo, cit. a nota 13; R. Manselli, La chiesa longobarda e le chiese dell'Occidente, VI
Congr. CISAMS, 1980, p. 252 s. ; per il problema specifico della continuità dei centri della
laguna veneta cfr. inoltre R. Cessi, Da Roma a Bisanzio, Storia di Venezia, Venezia, 1955,
p. 181 ss. e G. P. Bognetti, Natura, politica e religioni nelle origini di Venezia, Le origini di
Venezia, Firenze, 1964, p. 1 ss.
52 Per la datazione in età ambrosiana della basilica sanctorum e la sua identificazione
con la chiesa di S. Babila cfr. G. Rossetti, Contributo allo studio dell'origine e della
diffusione del culto dei santi in territorio milanese, Miscellanea S. Mochi Onory, Milano, 1972,
p. 586 ss. È possibile che anche se nate come chiese martiriali, nei grandi centri queste
chiese suburbane siano state impiegate anche per la liturgia domenicale (Ch. Pietri,
Chiesa e comunità locali, cit. a nota 14, p. 764 e nota 12); si potrebbe spiegare in questo senso
la presenza di offerenti per lo più oriundi di Siria nella basilica di Monastero di Aquileia,
il cui uso funerario appare al momento piuttosto ridotto (L. Bertacchi, La basilica di
48 LA CATTEDRALE IN ITALIA
IV - II gruppo episcopale
2. La chiesa episcopale
63 Ch. Bonnet, Aoste à l'époque paléochrétienne, quelques réflexions après les fouilles de
Saint-Laurent (1973-1975), Congr. Bimillenario Aosta, cit. a nota 36, p. 391; Ch. Bonnet e
R. Perinetti, Aoste, cit. a nota 48, p. 10.
54 LA CATTEDRALE IN ITALIA
69 Cfr. Ch. Pietri, Roma Christiana. Recherches sur l'Église de Rome, son organisation,
sa politique, son idéologie de Miltiade à Sixte III (311-440), Rome, 1976; per la posizione
dell'aristocrazia nella Venetia cfr. Ch. Pietri, Une aristocratie provinciale, cit. a nota 43,
p. 89 ss.
70 R. Cessi, Da Roma a Bisanzio, cit. a nota 51, p. 181 ss.; CG. Mor, Dalla caduta
dell'impero al comune, Storia di Verona, II, Verona, 1964, p. 5 ss.
71 L. Ruggini, Economia e società, cit. a nota 57.
72 G. Schmiedt, Città scomparse, cit. a nota 28.
L'ITALIA SETTENTRIONALE 57
denti, ma certo non tali nel quadro di una geografia distinta tanto da
quella della prima età imperiale che da quella medievale73.
G. C. W.
* Hanno collaborate) alla raccolta dei dati confluiti nelle schede, oltre coloro che
firmano, Fabrizia Cecchini, Loredana D'Emilio, Paola De Filippis, Elisabetta De Minicis,
Francesca Fei, Palma Nobile, Marco Venditelli. La documentazione grafica è stata
eseguita nello studio dell'arch. Fulvio Balzani : a tutti il mio più vivo ringraziamento.
L'ITALIA CENTRO-MERIDIONALE E INSULARE 59
che abbiano sostenuto i montanti del parapetto di una solea ». Una solea che sembrerebbe
estendersi dalle porte all'altare. (R. Krautheimer, Corpus basilicarum christianarum Ro-
mae, V, Citta del Vaticano, 1980, p. 45-46, 91, fig. 50, 51. Per quanto attiene la solea in
ambiente romano - ci si limita a questo - cfr. T. F. Mathews, An early Roman chancel
arrangement and its liturgical functions, in RivAC, 38, 1962, p. 73-95.
78 Cfr. le relative schede.
79 Si può ricordare a questo proposito la presenza della cattedra in alcuni santuari
martiriali romani, come ad esempio in quello dei SS. Nereo ed Achilleo nel cimitero di
Domitilla (cfr. da ultimo U. M. Fasola, La catacomba di Dominila, Città del Vaticano,
1980, p. 29). D'altra parte tale arredo liturgico è di norma portato a prova della dignità
episcopale di una basilica come, ad esempio, per Ancona proprio la presenza della
cattedra e dei subsellia nella chiesa sottostante S. Maria della Piazza convinse il Cecchelli a
proporne il riconoscimento con il S. Stefano ritenuto la prima cattedrale (C. Cecchelli,
Edifici paleocristiani ed altomedievali delle Marche, in CongrStArchit., Roma, 1965, p. 115-
117). In sostanza potremmo dire che anche se la presenza della cattedra non può essere
assunta come prova della funzione episcopale di una chiesa è pur vero che essa può
concorrere a tale riconoscimento : cito ancora il caso di Ancona, con la chiesa di S. Lorenzo,
sottostante la cattedrale medievale di S. Ciriaco, ove, constatando che nell'abside cattedra
e subsellia furono inseriti in un secondo tempo e in rottura della parete, ho di
conseguenza proposto di collegare al momento di tale inserimento la trasformazione in chiesa
episcopale. (Cfr. L. Pani Ermini, «Ecclesia cathedralis » e «civitas» nel Picenum altomedieva-
le, in Istituzioni e società nell'alto medioevo marchigiano. AMSmarche, 86, 1981 (Ancona,
1983), p. 310).
L'ITALIA CENTRO-MERIDIONALE E INSULARE 63
Registrum epistularum libri I-VII = CCSL, 140, Turnnolti, 1982, p. 99-100. Uno
spostamento senza conseguenze per l'abitato che rimase nel medioevo sul luogo dell'antica Velitrae
(cfr. quanto osserva P.-A. Février, Permanence et héritages de l'antiquité dans la
topographie des villes de l'Occident durant le haut Moyen Âge, in XXI Settimana CISAM, Spoleto,
1974, p. 67-68).
94 Per la fase carolingia rispettivamente della cattedrale di S. Clemente e della chiesa
di S. Andrea cfr. G. Petti, Rilievi altomedievali da Velletri, in RivAC, LX, 1984, p. 323-337.
95 Limitamente alle regioni centrali e meridionali cfr. l'ipotesi avanzata per Arezzo
(p. 120).
96 Sulla basilica paoliniana e sulla sua decorazione musiva cfr. L. Pani Ermini, in
Aggiornamento all'opera di E. Bertaux, L'Art dans l'Italie Méridionale, 2e ed., IV, Roma
1978, p. 199, 202-203.
97 Mi riferisco, ad esempio, alle cattedrali di Anagni e di Ferentino le cui sedi
diocesane sono attestate a partire dal secolo V (cfr. L. Pani Ermini - R. Giordani, Note di
topografia religiosa della Ciociaria in età paleocristiana e altomedievale : una messa a punto,
cit., p. 88-94. Cfr. anche quanto notato al riguardo dalla Belli Barsali (in AA.VV., Lazio
medievale, Roma, 1980, in part. p. XIV). Per le cattedrali altomedievali del territorio cfr.
quanto riportato nelle singole schede del medesimo volume.
98 Cfr. le relative schede.
99 Cfr. la relativa scheda.
L'ITALIA CENTRO-MERIDIONALE E INSULARE 67
100 La chiesa risulta menzionata per la prima volta nel secolo XI, ma la sua
costruzione nell'ambito del tempio di Augusto è di norma fatta risalire ad epoca anteriore in
relazione alla formazione del castrum sull'acropoli dell'antica città (cfr. H. Leclercq, 5.v.
Pouzzoles et Cumes, in DACL, XIV, Paris, 1939, coll. 1679-1680; R. Annecchino, Storia di
Pozzuoli e della zona Flegrea, Pozzuoli, 1960; J. Christern, // Cristianesimo nei Campi Fle-
grei, in / Campi Flegrei nell'archeologia e nella storia, Convegni Lincei, 33, Roma, 1977,
p. 215.
101 Per Amalfi, la cui prima attestazione vescovile risale al 590, la tradizione riconosce
la più antica cattedrale dedicata alla Vergine, articolata in tre navate e con matroneo,
nella chiesa del Crocefisso presso il chiostro detto «del Paradiso». Nel secolo IX la
dignità episcopale sarebbe passata alla chiesa di S. Andrea, contigua alla precedente, ma più
grande. La cattedrale attuale risale al secolo XIII (cfr. A. Venditti, Architettura bizantina
nell'Italia Meridionale, II, Napoli, 1964, p. 31; G. Sangermano, On insediamento in
costiera: Amalfi, in CollIntArchMed, Palermo, 1976, p. 311-315; A. Thiery, Aggiornamento
all'opera di E. Bertaux, L'Art dans l'Italie Méridionale, IV, Rome, 1978, p. 576-578. Per
Compulteria, presso Treglia e Alvignano, la prima menzione della sede diocesana risale a
Gregorio Magno. L'ubicazione della cattedrale è ipotetica e si vuole legata alla chiesa di
S. Ferdinando a 2 Km. a Nord di Alvignano, chiesa che si fa risalire ai secoli VI-VII,
anche se menzionata nel 1062 con la dedica di «S. Maria quae dicitur ad Copulteria»,
passata poi dal 1082 a S. Ferdinando (cfr. A. Rusconi, La basilica di Santa Maria
Compulteria presso Alvignano, in CARB, XIV, 1967, p. 323-337; M. Rotili, in Aggiornamento
all'opera di E. Bertaux, L'Art dans l'Italie Méridionale2, IV, Rome, 1978, p. 266-267).
102 Cfr. tabella n. 2.
103 Cfr. la relativa scheda per quanto attiene i dati archeologici. Va notato che se
attraverso la documentazione letteraria non è possibile risalire per l'edificio cattedrale
costruito nel foro, a quanto sembra sui resti del tempio di Iside, ad epoca anteriore al
secolo VI, è pur vero che la diocesi di Benevento è attestata sin dai primissimi anni del
secolo IV, con un vescovo Ianuarius morto nel 303 ο 304 (Lanzoni, p. 256-257). Andrà
quindi eventualmente indirizzata verso altro luogo l'ubicazione della più antica sede
episcopale, non potendo inoltre essere collocata nel centro politico della città, e in
particolare su un edificio pubblico di culto, in periodo anteriore agli ultimi anni del secolo IV.
104 Cfr. tabella n. 2.
68 LA CATTEDRALE IN ITALIA
delle cattedrali nella Capitanata cit., p. 151). Slmilmente per Aecae (Troia) con la prima
attestazione vescovile ai Sinodi di Roma nei primissimi anni del secolo VI (cfr. Acta Syn-
hodorum, in MGH, Auctores Antiquissimi, 12, 434 e 453; Mansi, 8, col. 315; G. Otranto,
L'episcopato danno nei primi sei secoli cit., p. 27-28) non si dispone di documentazione
letteraria ο di documenti archeologici che consentano ipotesi di ubicazione per la coeva
cattedrale, mentre quella altomedievale dedicata a S. Maria, si vuole incorporata
nell'edificio attuale la cui costruzione ebbe inizio nel 1093, e quindi ubicata nell'area dell'antico
foro della città (cfr. C. D'Angela, Ubicazione e dedicazione delle cattedrali nella Capitanata
cit., p. 157-160).
110 Cfr. la relativa scheda.
111 Cfr. tabella n. 2 per le attestazioni vescovili.
112 Cfr. la relativa scheda.
113 È stata rinvenuta un'area funeraria paleocristiana che potrebbe essere messa in
relazione ad un coevo edificio di culto. Gli scavi diretti dal dott. Claudio Sabbione sono in
corso di pubblicazione.
114 Cf. la relativa scheda.
115 La tradizione vuole la prima cattedrale ubicata sul colle di S. Pancrazio lambito
dai due fiumi Crati e Busento, presso una non meglio identificata Porta plana, e distrutta
dal terremoto del 1184 cui seguì l'abbandono del luogo. La cattedrale medievale costruita
alla metà del secolo XI e restaurata in parte dopo il terremoto sopra citato è attualmente
in funzione. Cfr. con bibliografia precedente C. Minicucci, Cosenza sacra, Cosenza, 1933;
A. Franco, Cosenza. Geografia urbana, Cosenza, 1977.
116 La cattedrale dedicata alla Vergine viene nominata per la prima volta in una
lettera di Gregorio Magno dell'anno 598 diretta al Vescovo di Spoleto Chrysantus, e indicata
come «intra civitatem Reatinam posita» (Sul contenuto della lettera e sul problema delle
reliquie da collocare nel fonte battesimale cfr. da ultimo P. Buglioni, Spoleto nelle opere
70 LA CATTEDRALE IN ITALIA
nucci, Asculum cit., p. 131), mentre altri preferiscono identificarlo con la piazza del
Popolo. Cfr. anche C. L. Agostini, Asculum, Ascoli Piceno 1947, p. 102-103.
124 Ne ho discusso in L. Pani Ermini, «Ecclesia cathedralis» e «civitas» nel Picenum
altomedievale cit., p. 304-311.
125 Per la posizione rispetto alla cinta muraria si rimanda alla relativa scheda.
126 Del problema in generale ne ha discusso la Wataghin Cantino (cf. supra, p. 33), cui
si rimanda. Ad ogni modo per il particolare contesto della regione ci si augura che il
proseguo della ricerca possa comprendere anche alcune indagini archeologiche
finaliz ate.
127 Si rimanda alle pagine di A. Prandi, // volto di Narni, in AA.VV., Narni, Roma
1973.
128 Cfr. l'ultimo contributo sulla chiesa di R. Pardi, La chiesa di S. Salvatore in Terni :
nuovi studi e conferme, in Spoletium, 28, 1983, p. 6-21, anche se non si condividono
alcune proposte cronologiche avanzate dall'autore.
129 Si rimanda all'ultimo contributo sull'argomento di L. Sensi, La basilica
paleocristiana di Forum Flaminii, in BollStFoligno, V, 1981, p. 9-18, in particolare sul problema
topografico della città, p. 14-18.
130 Cfr. le relative schede.
131 Un'ipotesi, non sufficientemente documentata, propone di individuare la prima
cattedrale al di sotto dell'attuale S. Pietro in Episcopio sita nel quadrante nord occiden-
72 LA CATTEDRALE IN ITALIA
tale della città. La cattedrale sarebbe stata successivamente spostata (secolo XII) nella
zona sud occidentale, sempre entro il circuito murario, ove oggi si trova. Cfr. L. Bartoc-
cetti, Serie dei vescovi delle diocesi marchigiane, in Studia Picena, XIII, 1938, p. 69-70; F.
Bonasera, Fano : studio di geografia urbana, in Studia Picena, XX, 1951, p. 5-155.
132 La storiografia situa la più antica cattedrale in ambito urbano, probabilmente
nell'antico foro annonario (attuale via Oberdan) da cui si sarebbe spostata nel luogo
attuale (fuori dalla cinta muraria, in piazza Garibaldi), forse dopo la distruzione ad opera
dei Saraceni avvenuta nel 1264. Cfr. M. Ortolani-N. Alfieri, Sena Gallica, in RendLincei, s.
Vili, 8, 1935, p. 152-180; A. Polverari, Senigallia nella storia, Senigallia, 1981. Ad Urbino
la tradizione colloca la cattedrale al di fuori dell'ambito urbano, in relazione alla chiesa
di S. Sergio martire, ove è stato ritrovato un pavimento collegato «con una rotonda e
delle esedre»; nel secolo XI il gruppo episcopale si sarebbe spostato in urbe, in S. Maria
del Castello, sul colle opposto alla prima ubicazione, trovando così un interessante
collegamento con le vicende di Ancona (Cfr. G. Franceschini, Memorie ecclesiastiche dì Urbino,
Ancona, 1951-1953; L. Mercando, Rinvenimento di una cisterna ad Orbino, in Fasti
Archeologici, XXI, 1966, n. 3799; G. De Carlo, Urbino. La storia di una città e il piano della
sua evoluzione urbanistica, Padova, 1966; G. L. Perugi, Urbino. Duomo. Capitolo
metropolitano, Urbino, 1967; B. Ligi, Le chiese monumentali di Urbino, Urbino, 1968).
133 Se ne discute da ultimo in L. Pani Ermini, Le vicende dell'alto Medioevo, in
Spoleto. Argomenti di storia urbana, Cinisello Balsamo, 1985, in part. p. 28-29.
134 Cfr. tabella n. 2.
135 Anche se la chiesa sul colle di Pionta viene di norma ritenuta la più antica
cattedrale, oggi alla luce della presente indagine, è possibile avanzare l'ipotesi di
un'ubicazione prescelta a partire dal periodo longobardo sul confronto di quanto è noto, ad esempio,
per Velletri.
136 Cfr. la relativa scheda.
137 Cfr. la relativa scheda.
L'ITALIA CENTRO-MERIDIONALE E INSULARE 73
vuoi riconoscere il battistero, farebbero legare a quella attuale (B. M. Apollonj Ghetti,
Notizie su tre antiche chiese in quel di Sutri : la cattedrale, S. Michele Arcangelo (la
Madonna del Parto), S. Fortunata, in RivAC, LXII, 1980, p. 68-81). A Tuscania, stando alla
documentazione letteraria, la prima cattedrale deve essere riconosciuta nella chiesa dedicata
alla Vergine, attuale S. Maria Maggiore. Infatti una bolla del pontefice Leone IV (847-
855) vi fa preciso riferimento : «in eadem civitate ecclesiam sanctae Dei genitricis semper-
que virginis Mariae dominae nostrae, quae olim caput episcopii extitit, et nunc plebs facta
est» (P.L., 215, 1236). In realtà non è però possibile stabilire il valore di olim e se possa
riferirsi ad epoca anteriore al secolo VI.
145 Cfr. tabella n. 2.
146 Devo a R. M. Bonacasa Carra la scheda che viene qui allegata ; alla collega i miei
più vivi ringraziamenti anche per aver curato la documentazione dell'intera Sicilia.
147 La diocesi è attestata già nel 314 con il vescovo Cresto che partecipa al Concilio di
Arles. La tradizione attribuisce a Siracusa due cattedrali : quella di San Marciano - San
Giovanni Evangelista e l'altra dedicata alla Madre di Dio e ubicata nell'antico tempio di
Athena. Ma per la prima l'ipotesi non è più sostenibile alla luce dalla revisione critica di
S. L. Agnello (cfr. S. L. Agnello, Chiese siracusane del VI secolo in ArchSSiracusano, n.s. V,
1978-1979, p. 124-135; Id., Chiese, siracusane del VI secolo in CARB, XXVII, 1980, p. 18-24.
Per la seconda cfr. G. Agnello, l'Architettura bizantina in Sicilia, Firenze, 1952, p. 37-52; e
S. L. Agnello, Chiese siracusane del VI secolo, in CARB cit. ; p. 22-23), per cui anche se è
accettata la presenza di una chiesa del secolo VI se ne discute la dignità di cattedrale. In
definitiva l'unica fonte che menziona esplicitamente l'antica chiesa episcopale
sembrerebbe l'epistola del monaco Teodosio, dalla quale si deduce che la cattedrale era
suburbana (cfr. B. Lavagnini, Siracusa occupata dagli arabi e l'epistola di Teodosio Monaco, in
Byzantion, XXIX-XXX, 1959-1960, p. 267-279).
148 Cfr. tabella n. 2.
L'ITALIA CENTRO-MERIDIONALE E INSULARE 75
149 Per la bibliografia e i dati essenziali si rimanda alla relativa scheda. Le indagini
archologiche sono tutt'ora in corso.
150 Cfr. la relativa scheda.
151 Cfr. la relativa scheda.
152 Cfr. A. M. Giuntella - L. Pani Ermini, Complesso episcopale e città nella Sardegna
tardo-romana e medievale, in // suburbio delle città in Sardegna in età tardo romana e
nell'alto medioevo : persistenze e trasformazioni, III ConvCuglieri = Mediterraneo Tardo-
antico e medievale. Scavi e ricerche, in corso di stampa.
153 Cfr. L. Pani Ermini, Note sulla topografia del territorio di S. Gilla dal periodo tardo-
romano al medioevo : problemi archeologici e prospettive di ricerca, in S. Igia capitale
giudicale, Pisa, 1986, p. 203-209; A.M. Giuntella - L. Pani Ermini, Complesso episcopale e
città nella Sardegna tardo-romana e medievale cit., in corso di stampa.
154 È infatti in corso a cura di A. M. Giuntella e di chi scrive uno studio maggiormente
articolato del problema, con l'inserimento del complesso episcopale nell'analisi più
ampia della topografia tardo-antica delle singole città sede di diocesi.
155 Cfr. A. M. Giuntella - L. Pani Ermini, Complesso episcopale e città nella Sardegna
tardo-romana e medievale cit., in corso di stampa.
76 LA CATTEDRALE IN ITALIA
1. Le mura
2. L'acropoli e il foro
3. / quartieri
anni nell'Emilia e nella Romagna, in // CNAC, Roma, 1971, p. 205-206) al momento della
scoperta, senza peraltro prove storiche a sostegno.
169 Cfr. le relative schede.
170 In particolare -vicino alla porta.
171 Cfr. la relativa scheda.
172 AA.SS., Maii, VI, p. 369.
173 Cfr. G. Maetzke, Considerazioni sugli scavi di Piazza del Duomo a Firenze cit.,
p. 45.
174 Cfr. la relativa scheda.
80 LA CATTEDRALE IN ITALIA
4. Le strutture preesistenti
185 II complesso è in corso di studio da parte di chi scrive : cfr. un breve cenno in L.
Pani Ermini, Problemi e prospettive dell'Archeologia Cristiana in Sardegna, in V CNAC,
p. 617.
186 Cfr. A. Boninu - D. Rovina, in L. Ermini Pani et alii, Recenti Scoperte in Sardegna,
in VI CNAC, Pesaro 1985.
187 La chiesa è sino ad ora sostanzialmente inedita ; sugli scavi nella zona ad essa
circostante e sui materiali rinvenuti cfr. G. Maetzke, Siligo (Sassari). Resti di un edificio
romano e tombe di epoca tardo imperiale intorno a S.Maria de Mesomundo, in NSc, 1965,
p. 307-314; L. Pani Ermini, Problemi e prospettive dell'Archeologia Cristiana in Sardegna
cit., p. 617.
188 Cfr. L. Ermini Pani et alii, Recenti scoperte in Sardegna cit., p. 699.
189 Sul monumento è tuttora in corso il rilevamento archeologico nel quadro di una
ricerca più ampia sull'intero insediamento.
190 Cfr. la relativa scheda.
191 Cfr. la relativa scheda.
192 Un incontro sull'argomento è stato di recente tenuto a Roma nella sede dell'École
Française in Piazza Navona, nell'ambito dei Seminari di Archeologia Cristiana.
L'ITALIA CENTRO-MERIDIONALE E INSULARE 83
193 Cfr. G. Pelliccioni, Le nuove scoperte sulle origini del battistero lateranense, in Mem-
PARA, s. Ili, XII, 1973, p. 109-110.
194 Cfr. la relativa scheda.
195 Stando a quanto finora edito una sola sepoltura sembra sicuramente anteriore alle
costruzione della chiesa poiché obliterata dal suo muro perimetrale (cfr. bibliografia
nella scheda relativa).
84 LA CATTEDRALE IN ITALIA
offerto dalla presenza di una tomba venerata. Ritengo pertanto che per
Firenze, ma anche per altri casi consimili, come lo è stato per Pisa,
tutto il contesto vada riesaminato alla luce delle considerazioni su
esposte.
IV - II gruppo episcopale
1. // battistero
198 Sono accertati battisteri indipendenti, come si è già notato, a Napoli, Nocera
inferiore, Canosa, Venosa, Ascoli Piceno, Firenze, Pisa, Lucca, Cornus, Tharros.
199 Cfr. G. Pelliccioni, Le nuove scoperte sulle origini del battistero later anense cit., p. 7-
92.
200 Cfr. la relativa scheda.
201 Cfr. la relativa scheda.
202 a Napoli il battistero di S. Giovanni in Fonte si pone sul lato orientale di uno
spazio retrostante l'abside dell'aula episcopale; per Nocera Inferiore, come per Pisa non
conosciamo l'ubicazione della cattedrale ; ad Ascoli Piceno il battistero si colloca parallelo
all'asse della chiesa e ugualmente a Lucca e a Cornus; con ogni probabilità ortogonale ad
esso a Tharros.
86 LA CATTEDRALE IN ITALIA
2. L'episcopio
L. P. E.
207 Tale accesso era situato inoltre dal lato ove si trovava l'antica porta urbica, detta
appunto del Vescovo, (cfr. G. De Angelis D'Ossat, // battistero di Firenze : la decorazione
tardo romana e le modifiche successive cit., p. 227).
208 Come è stato più volte accennato in queste pagine l'area interessata dal supposto
episcopio è in corso di scavo.
209 Cfr. quanto discute la Farioli con bibliografia precedente : R. Farioli, in
Aggiornamento all'opera di E. Bertaux, L'Art dans l'Italie Meridionale cit., in part. p. 157, 159-160.