2021

b.-Apr.
N. 1 Fe

Anno LVI - Periodico trimestrale - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Parma

entrate…ebbero paura! Domenica Guatteri pf

Tutto cominciò di buon silenzio: fermiamoci, ascol-

mattino, il giorno dopo il tiamo, parliamo, invochia-
sabato, le donne camminaro- mo, ringraziamo…
no verso il giardino dove era “La mia bocca, Signore, rac-
il sepolcro di Gesù. Il cuore conterà la tua salvezza!”
pieno di ansia, la mente col- Gesù è il colore della vita: il
ma di preoccupazioni e tante rosso del sangue versato, la
domande nel cuore… trasparenza della sorgente
Arrivarono: la pietra era ro- di vita, le sfumature del
tolata via! Entrarono, videro chicco di grano che muore
un angelo ed ebbero paura! nella terra buona di ogni
(Mc 16,5) esistenza, il verde germoglio
La storia si ripete ogni gior- della Parola che rinfranca il
no nella vita di chi cerca il cuore, riempie la vita, apre
Signore e “desidera vedere la mente al mistero e sostie-
il suo volto” ne il cammino di chi cerca il
La vita, dunque, è un cam- Signore.
mino verso la meta: cercare Pasqua 2021, è ancora la
Gesù. Pasqua del Signore Gesù,
Dove cercarlo? Nei tanti se- ma è anche la pasqua di
polcri che costellano, oggi, i ciascuno di noi quando,
nostri giorni, nel tempo della come Lui, ci facciamo dono
pandemia… cercarlo con il agli altri, semplicemente:
cuore trepidante, avvolto stringendo la mano,
dalla paura; cercarlo con lo asciugando le lacri-
spirito della tenerezza, perso me, incontrando uno
nel buio, ma orientato alla sguardo, abbattendo
luce. muri e costruendo
Nel buio di tante situazioni, anche oggi, possiamo ponti, prestando la
vedere un angelo, che ricarica l’entusiasmo e orienta voce a chi non ha
all’amore fraterno, alla speranza di un giorno pieno voce, gridando la
della luce del Signore Risorto. speranza nell’ango-
Sbocciano i fiori anche nella primavera più fredda e i scia del silenzio e
colori avvolgono le speran- della solitudine….
SOMMAR IO ze, i desideri, le incertezze Quando completia-
e le paure… mo nella nostra carne la passione di Gesù, per il suo
2 SPIRITUALITÀbisogno di padri Gesù è il fiore che sboccia corpo che è la chiesa, allora anche noi siamo dei risorti,
- Il mondo ha ogni giorno e si apre al alla luce e nella luce, che irradia speranza e conforto
3 BLOC-NOTESlia operosa dono di sé stesso, della sua sempre e a tutti.
- Casa famig
Vita e della sua Parola.
4-5 R.D. CONGO Camminiamo verso il Pace a voi, dice il Risorto ai primi discepoli e
6-7 BLOC-NOT ES giardino, anche noi, alla
on-line; a noi. Pace, ripetiamo a voi, amici e amiche di
- Dal Perù: ritirontare con ricerca di Gesù Risorto: il
Solidarietà; Cania queste piccole pagine. Il caldo abbraccio della
Anna ed Euge Risorto ci aspetta nell’Eu- Sua pace vi apra alla serena speranza. Auguri!
nelle
- Da Parma: Festa zia caristia, nell’ombra e nel
Scuole dell’Infan

8 PROFILI PICCOLE FIGLIE 1 FEB.-APR. 2021

il mondo ha bisogno di padri
Con cuore di Padre:
una Lettera, quella di
papa Francesco, scritta
allo scopo di accrescere
l’amore verso questo
grande santo, si legge
nelle righe conclusive. Al
compiersi dei 150 anni
dalla sua dichiarazione
a Patrono della Chiesa
Cattolica, fatta da Pio IX,
Francesco desidera “con-
dividere alcune riflessioni
personali su questa stra-
ordinaria figura, tanto
vicina alla condizione
umana di ciascuno di
noi”.
Lo stile colloquiale ac-
compagna tutto il breve
scritto e guida il lettore
ad un intimo confronto
con lo stile di vita di
Giuseppe “l’uomo che
passa inosservato” e
per questo è così vicino.
“Possiamo sperimentare, Chiesa di san Donnino in Panocchia (PR),
in mezzo alla crisi che ci Sogno di Giuseppe, anonimo parmense sec. XVII
sta colpendo – afferma
il papa – che le nostre vite sono
tessute e sostenute da persone co-
muni, solitamente dimenticate, che
n o n c om pai ono n e i
titoli dei giornali… ma
stanno scrivendo oggi
gli avvenimenti decisivi
della nostra storia” Ed
elenca la gente che
esercita ogni giorno
pazienza ed infonde
speranza, avendo cura
di non seminare panico
ma corresponsabilità:
dagli operatori sanitari
agli addetti ai super-
mercati, alle pulizie,
alle forze dell’ordine, ai
sacerdoti, religiose… San Giuseppe
– l’uomo della presenza quotidiana
discreta e nascosta – ci ricorda che
queste persone “della seconda fila”
hanno un protagonismo senza pari
nella storia della salvezza.
L’attitudine del papa a guardare
in profondità si fa sapiente guida,
affinché ciascuno possa guardarsi
dentro, fare un esercizio di discer-
nimento alla luce delle scelte di vita
di Giuseppe.
Colpisce e stimola il modo con cui
papa Francesco legge i passi biblici,
anzitutto quelli dei Vangeli dell’in-
fanzia in cui è presentata la figura
del carpentiere di Nazaret, ma
soprattutto le citazioni dell’Antico
Testamento. I salmi e i profeti ven-
gono riletti “dall’interno” dal cuore
stesso di Giuseppe. È come se ci
fosse offerta la medita-
zione sapienziale che il
padre di Gesù ha inte-
riorizzato e vissuto, di
cui ha intessuto le pro-
prie scelte conducendo
così Gesù a sperimen-
tare la paternità di Dio
nei gesti di custodia e
coraggio del suo padre
terreno.
Padre amato, lo defi-
nisce, Francesco. Amato
nella chiesa da secoli
e venerato da santi,
Istituti religiosi, parrocchie. “In
ogni manuale di preghiera si trova
qualche orazione a san Giuseppe”.
A conferma di ciò citiamo il primo
manuale di preghie-
ra delle Piccole Figlie
“ Va d e - M e c u m ” d e l
1912. Nella preghie-
ra appena sveglie le
sorelle si rivolgono al
Padre per chiederne
la protezione. Nelle
orazioni del mattino si
recitano le giaculatorie:
Gesù, Giuseppe e Maria
vi dono il cuore e l’ani-
ma mia…” e prima del
riposo ci si addormenta
PICCOLE FIGLIE 2 FEB.-APR. 2021
Plautilla Brizzolara pf
nel Cuore di Gesù, sotto il manto di
Maria, sotto il patrocinio di Giusep-
pe. Ma è il giorno di mercoledì che
– secondo la tradizione – viene de-
dicato a san Giuseppe. In tale gior-
no si recita la preghiera “Andate a
Giuseppe” che si ispira alle parole
del Faraone che invita a rivolgersi
al patriarca figlio di Giacobbe per
avere nutrimento. L’invito viene
posto sulle labbra della sposa Maria,
del figlio Gesù e dell’Eterno Padre:
un sinfonico invito alla fiducia nella
sua intercessione.
Padre nella tenerezza, che ha
insegnato a camminare al piccolo
Gesù come fece Dio con Efraim
(Osea 11,3-4) in modo che il Figlio
di Dio conoscesse l’amore del Padre
nei gesti di amore del suo padre ter-
reno: “Gesù ha visto la tenerezza di
Dio in Giuseppe”. E papa Francesco
ribadisce questo tratto attingendo
ai salmi e a san Paolo.
Padre nell’obbedienza e nell’ac­
coglienza, viene descritto Giu-
seppe, che ha saputo accogliere
la volontà di Dio manifestata nei
quattro sogni descritti nel Vangelo
di Matteo: drammatici i momenti in
cui il Signore lo raggiunge nel cuo-
re della notte interiore del dubbio;
eppure proprio l’ubbidienza pronta
è la via con cui Giuseppe affronta e
supera ogni dramma. Il papa ci aiuta
a cogliere in Giuseppe la capacità
di stare dentro la storia, lasciando
da parte i ragionamenti “per fare
spazio a ciò che accade” per quanto
misterioso: “egli lo accoglie, se ne
assume la responsabilità”. Preziosa
qui l’indicazione a riconciliarci con
la nostra storia per non rimanere
ostaggio delle nostre aspettative e
delle conseguenti delusioni. Maestro
di vita spirituale, papa Francesco, si
pone come guida affinché scegliamo
l’accoglienza di ciò che accade come
luogo in cui lo Spirito
ci raggiunge e ci dona
la sua stessa fortezza.
Si tratta del “realismo
cristiano” che il papa ci
addita fin dalla sua pri-
ma enciclica “Evangelii
gaudium”.
Padre dal coraggio
creativo. Dopo l’ac-
coglienza anche di
quanto non si è scelto
nella propria vita, è
necessario il coraggio
creativo che, proprio nelle difficol-
tà, viene fuori, ribadisce il papa.
Giuseppe viene definito il “vero
miracolo di Dio” il quale non sceglie
la via del prodigio mirabolante ma
“il Cielo interviene fidandosi del
coraggio di quest’uomo”. In ogni
difficoltà Giuseppe sa trasformare
”un problema in un’opportunità
anteponendo sempre la fiducia nel-
la provvidenza”. E qui un tocco per
noi: se Dio non ci toglie le difficoltà
è perché “si fida di noi”! Per questo,
come racconta il vangelo al termine
di ogni vicenda narrata: “Giuseppe
casa famiglia
una
operosa e serena
“Q uando il Signore verrà, tro-
verà ancora fede sulla terra?” Ma
quale fede? -quella delle opere ca-
ritative - perché Dio è amore - e ci
dirà: “Avevo fame e mi avete dato
da mangiare, avevo sete e mi avete
dato da bere, ero nudo e mi avete
vestito, orfano, bisognoso e m i ave-
te accolto” (Mt 25, 35-44).
Siamo a Potenza, Casa-Famiglia
Stella del Mattino. Una villa a due
piani di color giallo intenso con
le pareti interne color arcobaleno
accoglie bambini/ragazzi bisognosi
ad ogni livello. Sono una decina,
accolti da tre Suore che, in sintonia
con il tribunale dei minori e i servizi
sociali, con alcune famiglie di riferi-
mento e con tanta umanità e creati-
vità cercano di offrire il meglio per
la vita dei ragazzi.
La frequenza scolastica non crea
loro ansia perché nel pomeriggio
c’è una insegnante/educatrice lau-
reata che aiuta nei compiti e quindi
i ragazzi affrontano la scuola con
prese con sé il Bambino e sua Ma-
dre” il tesoro più prezioso della sua
e nostra fede!
Padre lavoratore e Padre nel­
l’ombra, sono le due ultime ango-
lature proposte nella lettura della
figura di Giuseppe. Francesco ne
approfitta per ribadire l’importan-
za del lavoro e la delicatezza della
tematica in relazione all’attuale
pandemia; ed anche per riflettere
sulla paternità quale vocazione.
“Essere padri significa introdurre il
figlio nell’esperienza della vita… la-
sciandolo libero, anche di sbagliare”
Vincenzina Freddi pf
disinvoltura, accompagnati fino
al cancello di uscita dai due cani :
Kiba e Leo che meritano di essere
intervistati.
“Carissimi Kiba e Leo, perché ogni
mattina alle ore 8, dopo aver curio-
sato dalle finestre della cucinetta
le tre Suore che fanno colazione,
correte per vedere i bambini /ragaz-
zi che vanno a scuola in pulmino?
forse perché condividete la stessa
sorte di affido e sapete cosa vuol
dire essere lontani dai vostri primi
padroni? Vi ho visto giocare con i
ragazzi mentre nevicava e per un
po’ di tempo vi siete sentiti impor-
tanti! Vi dò un consiglio: aspetta-
te i ragazzi al ritorno da scuola,
prendete le distanze, altrimenti vi
assordano con i loro discorsi ameni,
e quando non li vedete più, perché
sono entrati in casa, andate sotto le
finestre: sentite le loro risate, i loro
passi frettolosi, mentre giocano a
nascondino o a “chiapparello” nella
grande sala multiuso. Controllate
PICCOLE FIGLIE 3 FEB.-APR. 2021
E qui l’attributo “castissimo” - che il
vocabolario agiografico attribuisce
a Giuseppe - viene riletto come sin-
tesi di un atteggiamento contrario
al possesso: “Il mondo ha bisogno
di padri, rifiuta i padroni… rifiuta
coloro che confondono autorità con
autoritarismo, servizio con servili-
smo, carità con assistenzialismo…”
La figura di Giuseppe assume i tratti
della felicità che solo la logica del
dono di sé (e non solo del sacrifico
di sé) può conferire ad una vita ri-
uscita, segno della bellezza e della
gioia dell’amore.
chi entra e chi esce: Ci sono: Suor
Liliana, la responsabile della “Casa
Famiglia Stella del mattino” che con
un colpo d’occhio vede se i ragazzi
sono ordinati, se manca qualcosa,
se tutto funziona; c’è Suor Rosetta,
esperta maestra, sempre disponibile
ad aiutare i ragazzi anche con i gio-
chi da tavolo. Con abilità sottolinea
con cartellonistica gli eventi impor-
tanti e le feste. C’è Suor Giuliana
che accompagna i ragazzi a scuola,
li istruisce, li educa ed è con loro
giorno e notte... E quando non ve-
dete più i ragazzi, non preoccupate-
vi perché devono fare i compiti. Non
abbaiate se vedete entrare dalle ore
14 alle 19 una signora: è Tiziana che
segue i ragazzi nello studio.
Fate attenzione perché ci sono due
ragazze grandi che non frequenta-
no la scuola: studiano on line, non
disturbatele e siate riconoscenti per
tutto questo perché diversamente
la vostra giornata sarebbe troppo
monotona e soprattutto perché c’è
Suor Giuliana che ogni giorno vi
porta una razione di cibo.
C’è un collaboratore Leonardo che
mantiene sempre in ordine gli am-
bienti, soprattutto gli spazi esterni
della casa per renderla bella e ac-
cogliente, mantiene in funzione
le biciclette, i palloni...macchinine.
Le meno simpatiche potrebbero
essere le collaboratrici che di buon
mattino svegliano i bambini perché
possano arrivare a scuola puntuali e
al loro ritorno fanno trovare tutto
in ordine e giornalmente pulito e
profumato”.
La Stella del mattino, che illumina il
buio della notte e dà senso a tutto
ciò che ci circonda, illumini anche
i passi e i gesti di tutti quelli che si
occupano dei ragazzi perché la loro
vita trascorra gioiosa e pienamente
integrata nei vari momenti impor-
tanti della loro vita.

PER ONORARLI
Teresina Caffi, missionaria saveriana
L’ambasciatore Luca Attanasio aveva
scelto una presenza di prossimità non
solo ai suoi connazionali ma anche
al popolo congolese ed è su questo
percorso che ne ha condiviso anche la
morte. Nell’est della Repubblica demo-
cratica del Congo si continua a morire
come sono morti l’ambasciatore Luca, il
carabiniere Vittorio e l’autista Mustafa.
Nella sola settimana seguita all’atten-
tato del 22 febbraio, tra il Nord-Kivu e
l’Ituri sono state uccise altre 32 persone.
Rendere onore ai tre morti dell’attenta-
to richiede di andare oltre i pur necessa-
ri discorsi di commemorazione. Significa
prendere la decisione di cercare la verità
fino in fondo, certi che è una verità
che riguarda anche le altre migliaia di
morti uomini, donne, bambini (circa
quattromila in quattro anni) che sono
stati rapiti alla vita, spesso con modalità
atroci, in queste due province orientali
del Paese, mentre si trovavano nei loro
campi, per strada, nelle loro case.
Il Papa ripete la denuncia del male
dell’indifferenza. È questo atteggia-
mento che si inocula nella persona
umana quando prendono il soprav-
vento gli interessi: economici, militari,
politici… Essi diventano un anestetico
che spegne ogni compassione. E perciò
ogni umanità.
La RD Congo, l’est in particolare,
possiede in abbondanza ricchezze del
sottosuolo ricercate nel mondo - oro,
coltan, cassiterite, terre rare, petrolio,
gas … - e la crisi economica mondiale
ha acuito la frenesia di ottenerle a
prezzi stracciati. Molti di questi mine-
rali lasciano il Paese senza pagare le do-
vute tasse, aggirando i controlli anche
attraverso un sistema di corruzione. C’è
poi il legname e, soprattutto, le terre. I
gruppi armati dettano le condizioni di
approvvigionamento, si arricchiscono
e si riforniscono di armi. E la gente
LUCA VITTORIO M
FRATELLI NOST
tribola e muore. Le analisi approfondite
fatte da organismi e anche dall’ONU
mostrano nel dramma dell’est della RD
Congo una complessità di attori: locali
e stranieri, regionali e internazionali,
civili e militari.
Come uscire da questo tunnel? Il
responsabile della Commissione giusti-
zia e pace della diocesi martire di Beni,
l’abbé Aurélien Rukwata, segnalava
qualche mese fa alcune condizioni:
restaurare l’autorità dello Stato, far
funzionare la giustizia, affrontare il
problema dei gruppi armati (122 nelle
quattro province orientali del Paese) e
della complicità locale.
Il 1° gennaio di quest’anno l’Unione
Europea si è data un regolamento per
combattere i “minerali di sangue”: gli
importatori di stagno, tantalio, tung-
steno e oro sono obbligati per legge
ad esercitare il dovere di diligenza:
a verificare cioè che questi minerali
vengano estratti e acquistati in modo
giusto. È già qualcosa, anche se molti
minerali arrivano dalle officine di prima
lavorazione in Asia e quindi non sono
sottomessi a controllo. Sul terreno gli
imbrogli restano comunque possibili
finché lo Stato non avrà preso in mano
con correttezza la gestione delle sue
risorse.
C’è un altro intervento internazionale
che i Congolesi domandano: l’istituzio-
ne di un Tribunale internazionale per
il Congo, che prenda in considerazione
il Rapporto dell’ONU chiamato “Map-
ping” sulle guerre e violenze nel Paese
negli anni 1993-2003 e anche oltre.
L’Unione Europea però non si è fatta
portavoce della richiesta nell’assemblea
ONU. Capire gli eventi di quegli anni
aiuterebbe a capire il dramma di oggi.
Che cosa possono fare i missionari
e le missionarie presenti nell’est del
Congo? Certo soccorrere le vittime
di queste situazioni e lo fanno. Ma
quando il dolore si fa così grande, un
compito si presenta sempre di più ai
loro occhi, quello della verità e della
giustizia: affiancare quanti nel popolo
stanno lottando per la giustizia e pren-
dere ancor più il coraggio di parlare.
E chi nel mondo considera queste si-
tuazioni ha anche lui/lei una possibilità
di azione: informarsi, cercare le radici
delle situazioni, e trovato il male, com-
batterlo anzitutto in sé stessi: mettere
la persona al di sopra delle cose, cercare
di essere giusti nel proprio agire, che
significa anche condividere, appoggiare
proteste, e, se si è credenti, pregare.
PICCOLE FIGLIE 4 FEB.-APR. 2021
Se Luca, Vittorio e Mustafa potessero
constatare che la loro morte è servita
a fare verità e giustizia per un popolo
massacrato e a trovare vie di pace po-
trebbero anche essere contenti di aver
dato la vita.
FINO A QUANDO?
Luisa Gariboldi pf
Quando ho appreso dal telegiornale la
morte dell’ambasciatore italiano nella
Repubblica Demo-
cratica del Congo,
mi sono venute
spontanee due
espressioni: “Fino
a questo punto?”
e “Fino a quando?
Ancora violenza?”.
Da quattro mesi
sono rientrata in
Italia lasciando la
missione di Goma e, proprio nel mio
servizio pastorale, ho avvicinato per-
sone provenienti da quelle zone. Ho
dunque conosciuto notizie di imbosca-
te, violenze sulle donne, rapimenti e
saccheggi che avvengono con frequen-
za nel Parco Virunga.
Due anni fa la nostra comunità ha co-
nosciuto un gruppo di giovani vedove
dei “ranger” del Parco, vittime in una
delle frequenti imboscate, solo per
estorcere loro il denaro.
L’ambasciatore non l’ho conosciuto
personalmente ma solo in una video-
conferenza con rappresentanti di
ONLUS che operano sul territorio.
L’Ambasciatore voleva creare una rete
di interazione con queste opere, soste-
nute prevalentemente dai missionari
italiani, per poter insieme rilevare il
bisogno più urgente della popolazio-
ne e attuare strategie per venire loro
incontro.
Il dolore per la perdita dell’ambascia-
tore e della sua scorta non ha lasciato
indifferenti tante persone ma, pur-
troppo, delle tante e tante vittime
MUSTAPHA:
TRI
della popolazione civile non se ne
parla, forse si conosce qualche numero
dalle riviste missionarie…. A conferma
di questo i diversi servizi mediatici han-
no mostrato chiaramente che i mezzi
di comunicazione erano sprovvisti di
materiale recente sulla realtà congo-
lese e hanno dovuto corredare i servizi
con immagini di repertorio di qualche
anno fa…
Far luce sul bene nascosto e silen-
zioso dell’ambasciatore con la sua fa-
miglia, la sua testimonianza di animo
generoso e coraggioso nella difesa
dei più deboli deve essere di stimolo
e sostegno a continuare per conoscere
e far conoscere il segreto di un Paese,
cuore dell’Africa nera, ricco di risorse,
da cui la popolazione non trae alcun
beneficio.
Anche in questo caso si cercherà il
movente e il colpevole di questo atto
ignobile e qualora si trovi speriamo che
non sia solo un punto fermo per chiu-
dere l’inchiesta, ma una strada aperta
per sostenere il popolo congolese nella
sua lotta perché gli sia riconosciuta la
dignità umana e la giustizia in ogni
settore della sua vita sociale. Che non
sia più derubato delle sue ricchezze ma
coinvolto per un più grande sviluppo
economico a suo favore e di tutto il
Continente. E mi permetto di aggiun-
gere che anche la presenza della Monu-
sco (Missione dell’Organizzazione delle
Nazioni Unite per la stabilizzazione
nella Repubblica Democratica del Con-
go) sembra essere messa in discussione.
Agli occhi della popolazione locale e
straniera, sembra che arrivi sempre in
ritardo… che la difesa dei più deboli
non sia manifesta e così si creano pre-
giudizi e - perché no - si cercano spunti
e notizie che facciano rimarcare anche
la loro complicità nell’espropriazione
delle risorse.
Voglio così concludere con le
parole di Papa Francesco nel suo
Messaggio per la Giornata Mondiale
della Pace 2021: “Le cause di conflitto
sono tante, ma il risultato è sempre lo
stesso: distruzione e crisi umanitaria.
Dobbiamo fermarci e chiederci: cosa
ha portato alla normalizzazione del
conflitto nel mondo? … Quanta disper-
sione di risorse vi è per le armi… risorse
che potrebbero essere utilizzate per
priorità più significative per garantire
la sicurezza delle persone, quali la pro-
mozione della pace e dello sviluppo
umano integrale, la lotta alla povertà,
la garanzia dei bisogni sanitari…. Che
decisione coraggiosa sarebbe quella di
«costituire con i soldi che s’impiegano
nelle armi e in altre spese militari un
“Fondo mondiale” per poter eliminare
definitivamente la fame e contribuire
allo sviluppo dei Paesi più poveri»!
Testimonianza
Rosina Rocci pf
Il nostro Am-
basciatore era
una persona
eccezionale: se-
reno, gioioso,
colto aperto,
creativo, aveva
una attenzione
particolare per
i connazionali si
interessava di ognuno e di tutti. Nei
momenti difficili si faceva presente
con messaggi o chiamate telefoniche.
Faceva sentire la prossimità e infon-
deva fiducia e speranza. Creativo, ci
comunicava facilmente le iniziative e i
progetti che faceva a favore dei pove-
ri del nostro Congo. A noi ha lasciato
il suo magnifico e luminoso esempio
di uomo e di cristiano. Il sangue in-
nocente, di questi tre martiri, versato
su questa terra dell’est del Congo,
sia il seme di una nuova era di pace
e di speranza. Noi preghiamo per
loro e per le loro famiglie. Il Signore
li continui a benedire e consolare nel
loro dolore. Chiediamo al Signore il
perdono e la conversione di queste
milizie di ribelli.
LUCA, FRATELLO
Il Signore dirà: “Da dove vieni,
Luca, fratello?”. E Luca risponderà:
“Vengo da una terra in cui la vita non
conta niente; vengo da una terra dove
si muore e non importa a nessuno, dove
si uccide e non importa a nessuno, dove
si fa il bene e non importa a nessuno.
Vengo da una terra in cui la vita di un
uomo non conta niente e si può far
soffrire senza motivo e senza chiedere
scusa!”.
Il Signore dirà: “Non dire così, Luca,
fratello mio. Io scrivo sul libro della
vita il tuo nome come il nome di un
fratello che amo, di un fratello che
mi è caro, che desidero incontrare per
condividere la vita e la gioia di Dio!
non dire così fratello. Io ti benedico per
ogni bicchiere d’acqua, per ogni pane
PICCOLE FIGLIE 5 FEB.-APR. 2021
condiviso, per ospitalità che hai offerto.
Vieni benedetto del Padre mio e ricevi
in eredità il regno preparato per te fin
dalla creazione del mondo”.
Il Signore dirà: “Perché ti volgi in­
dietro, Luca, fratello mio?”. E Luca
risponderà: “Mi volgo indietro perché
considero quello che resta da fare,
considero l’incompiuto che attende
il compimento, le promesse che avrei
dovuto onorare, la missione che avrei
dovuto compiere. Ecco: troppo breve
la vita. Ecco, troppe attese sospese!
Perciò mi volgo indietro!”. E il Signo-
re dirà: “Non volgerti indietro, Luca,
fratello mio. Troppo breve è stata la
tua vita, come troppo breve è stata la
mia vita. Eppure dall’alto della croce si
può gridare: “È compiuto!”, come nel
momento estremo si può offrire il dono
più prezioso, senza che il tempo lo con-
sumi. Perciò non volgerti indietro, Luca,
fratello mio; entra nella vita di Dio: tu
sarai giovane per sempre!”
E il Signore dirà ancora: “Perché sei
ferito, Luca, fratello mio?” E Luca
risponderà: “Sono ferito perché così gli
uomini trattano coloro che li amano e
coloro che li servono: mi rendono male
per bene e odio in cambio di amore
(Sal 108,5). Sono ferito perché ci sono
paesi dove la speranza è proibita, dove
l’impresa di aggiustare il mondo è di-
chiarata fallita, dove la gente che conta
continua a combinare i suoi affari e la
gente che non conta continua a ferire
e ad essere ferita.
Ecco perché sono ferito, perché ecco
come sono i malvagi: sempre al sicu-
ro, ammassano ricchezze (Sal 73,12) e
contro il giusto tramano insidie (cfr Sal
37,12) e non c’è chi faccia giustizia!”.
E il Signore dirà: “Non dire così, Luca,
fratello mio. Guarda le mie ferite, le
ho ricevute dai miei fratelli; e guarda il
mio cuore: dal mio fianco esce sangue
e acqua; se il chicco di grano, caduto in
terra non muore, rimane solo; se invece
muore porta molto frutto (Gv 12,24).
Ho seminato nella storia un seme di
amore che produce frutti di amore, e
chi rimane nell’amore rimane in me e
io in lui. La gente che conta e ammassa
ricchezze è destinata a morire e per
loro sarà pronunciato il giudizio: via,
lontano da me, maledetti, nel fuoco
eterno, preparato per il diavolo e per i
suoi angeli (Mt 25,41). Ma i miti eredi-
teranno la terra, i giusti sono benedetti
e benedetta la loro discendenza”.
(Dall’Omelia di mons Delpini,
arcivescovo di Milano)
L’AMORE SI FA INCONTRO - PEQUEÑA POR AMOR -
Dal 15 al 17 di gen­
n a i o , con il gruppo
Berakhá, abbiamo vis-
suto un Ritiro virtuale.
Ci ha accompagnato
padre Jacek Zygala,
sacerdote missionario
polacco, amico che ci
ha accolto in missione
quando siamo andate
a Iquitos. Insieme a lui
abbiamo percorso l’incontro di Gesù
con Paolo, Pietro, il paralitico di Siloe,
la Samaritana, Zaccheo e noi… Hanno
partecipato una ventina di ragazzi di
vari gruppi e parrocchie, giacché il
Voci delle Partecipanti
Mi chiamo Johanna Sampén, della
parrocchia San Conrado, a Lima. Ho
iniziato questo anno con l’esperienza
del ritiro virtuale e per me è stato un
intenso incontro che ha riconfortato e
rallegrato il mio cuore.
Quando ho ricevuto l’invito a parte-
cipare mi sono chiesta come sarebbe
stato possibile vivere un ritiro ri-
manendo a casa. In principio ho
dubitato molto di poterlo vivere
al cento per cento, perché ero
sicura che avrei avuto troppe di-
strazioni che non mi avrebbero
aiutata. Dimenticavo una cosa
importante: la volontà di Dio.
Era lui che mi stava chiamando
per nome! È stato bello incon-
trare di nuovo persone conosciu-
te prima in diverse esperienze di
parrocchia e missionarie, vissute
in tempi “normali”, senza le
restrizioni della pandemia.
In questo ritiro ho imparato che Dio
parla in diversi modi attraverso la sua
Parola, in cui possiamo vedere riflessi
della nostra storia personale. Ho sco-
perto ancora che la preghiera è un
forte vincolo con il Signore e con la
nostra Madre Santa; che non dobbiamo
avere paura di raccontare tutto ciò che
ci accade perché lui, meglio di nessuno
altro, sa quello che il nostro cuore cu-
stodisce e anela.
Ho potuto anche celebrare con emo-
zione il sacramento della riconciliazio-
ne, dopo tanti mesi. In questi tempi
difficili è qualcosa tanto desiderata e
importante per molti di noi, giacché
non abbiamo la possibilità, come pri-
ma, di andare a confessarci. Anche in
questo vedo l’amore e la tenerezza di
Dio. Finisco con la frase della canzone
dell’ultimo incontro: “Dammi, Signore,
un cuore grande per amare”.
Mi chiamo María Belèn Flores, ho
18 anni e l’anno scorso ho cominciato
a partecipare nel gruppo Berakhá. Il
ritiro è stato il dono più grande della
mia vita giacché Dio è stato tanto mise-
ricordioso con me che me lo ha donato
ritiro era aperto ad altri
giovani che volessero
partecipare; anche due
ragazze hanno vissuto
il ritiro accolte nelle
nostre case di Lima e
Huacho, perché a casa
loro avevano difficoltà
a viverlo in tranquillità.
È stata una bella
esperienza, un tempo
di ascolto profondo della Parola del
Signore. Ogni giovane si è impegna-
to a partecipare con attenzione alle
meditazioni e ai diversi momenti di
preghiera personale a casa. Abbiamo
nel momento più inatteso. Da quando
mi sono resa conto che la data del ritiro
coincideva con il mio compleanno ho
saputo che avevo soltanto due possibi-
lità: o fare la mia volontà o accogliere
la volontà di Dio, perché avevamo in
famiglia già tutto pensato per la festa
del miei 18 anni. So che è stato difficile
per i miei genitori lasciare andare la
loro primogenita nel compleanno più
importante della vita.
Avevo chiesto di poter vivere il ritiro
nella casa delle suore giacché la mia
casa è piccola e, per il rumore, sarebbe
stato impossibile seguire con una mini-
ma calma tutte le riflessioni.
Ho cominciato male! Prima di arrivare
ho litigato con il mio papá perché è
arrivato in ritardo e, per il copri fuoco,
ormai non faceva più in tempo a por-
tarmi alla casa delle suore. Al mattino
presto, come mai, mi sono alzata all’al-
ba per andare alla casa delle suore,
dove mi sono sentita accolta con molta
premura e amore. Quel giorno, nella
PASALO A LA VECINA QUE
TAMBIEN NECESITA
Huacho. 23.2.2021. Con tutta la pro-
tezione necessaria per non contagiarsi,
sr Nabintu cammina con il suo carretto
pieno di viveri e, da lontano, le corro-
no incontro tre bambini gridando: “
Viene la Monquita, porta la comida,
Mamá”! L’aiutano a tirare il carrettino
e giungono felici alla casa.
PICCOLE FIGLIE 6 FEB.-APR. 2021
Bintú Kizenga pf
dato tempo anche all’accompagna-
mento personale, in un clima di fami-
glia, con semplicità e fiducia, per avere
uno spazio di ascolto, di sostegno e di
dialogo per sostenere la esperienza
vissuta.
È stata la nostra prima esperienza
nell’organizzare un ritiro in modalità
virtuale e, con il contributo di tutte e
la grazia dello Spirito Santo, ci sembra
abbia raggiunto il suo scopo. Ringra-
ziamo Il Signore per le meraviglie che
compie nella nostra e nella loro vita!
piccola cappella della casa, da sola e in
silenzio, con Maria, ho rinnovato delle
promesse personali che avevo fatto già
quando avevo compiuto i 15 anni. La
domanda che è ritornata al mio cuore è
stata: “Signore, che cosa vuoi da me?”
In principio avevo il cuore chiuso per le
preoccupazioni, non lasciavo entrare
l’amore di Dio al mio cuore. Un po´alla
volta, le meditazioni mi hanno aiutato
a ricordare che siamo “piccoli”
davanti a Dio e che siamo piccoli
per suo amore.
Il ritiro non è stata soltanto
la celebrazione perfetta del
mio compleanno nè una breve
esperienza di condivisione con
le sorelle, è stato di più. Mi ha
fatto capire che sono viva perché
Dio lo vuole, non ostante tutte
le difficoltà. Mi ha fatto vedere
che sono piccola, non soltanto
per la mia altezza, ma perché
sono piccola davanti agli occhi
di Dio e per ciò ho deciso essere piccola
per amore.
È bello servire fino alla stanchezza Dio,
ma è più bello lasciarsi amare nella pro-
pria povertà e nel proprio limite.
Siamo piccole per amore e quell’amore
che ci chiama a servire è lo stesso che
ci spinge a essere migliori ogni giorno,
a fare le cose in maniera diversa, dal
lavare i piatti, a fare i compiti, a pulire
la tua stanza…
“L’amore esce all’incontro di tutti”. È
questa la frase che mi porto via dal
ritiro. Gesù, che è lo stesso Amore, ci
cerca giorno per giorno per ricordarci
che ci ama tanto e ci chiede: “Ti lasci
trovare dal mio amore?”
Un’ immagine commovente ma molto
significativa per capire come vive la
gente in questo momento tanto duro
e incerto per non dire drammatico. Il
virus è sempre più aggressivo e morta-
le. La seconda ripresa del contagio è
più forte e pesante della prima. Non
c'è famiglia che non abbia malati o
defunti. Stiamo in zona
“rossa” per dirlo all’ita-
liana, con tutto chiuso e
la proibizione di uscire
fino al 28 di febbraio poi
si vedrà.
Noi ci stiamo movendo
per procurare virtual-
mente anche incontri
pastorali con i carcerati.
Già da mesi mandiamo
materiale per la lettura
della Parola e far vivere
i tempi liturgici. Questi
nostri fratelli sono i più
soli abbandonati e dimenticati. Grazie
a Dio, in questo momento non ci sono
dei contagiati.
Gli ospedali sono al collasso: non
CANTIAMO LA GLORIA DI DIO CON ANNA E EUGENIA
C oncorso on line di composizio-
ne musicale in occasione dell’anno
carismatico della Congregazione.
Anche in America latina l´anno
giubilare continua a celebrare, in
diversi modi, la santità di Anna
ed Eugenia e continuiamo a farlo
insieme, le comunità del Cile e del
Perù, approfittando della virtua-
lità che si è sviluppata in questi
tempi di pandemia.
Il 23 di gennaio abbiamo cele-
brato il concorso musicale dove
i concorrenti dovevano comporre
un canto inedito, come musica e
parole, ispirati dalla vita di Anna
ed Eugenia. Hanno partecipato due
concorrenti del Cile e uno del Perù.
Nessuno professionista in composizione
però molto attenti al contenuto delle
canzoni.
Ci ha sorpreso e commosso come han-
no colto l´essenziale della spiritualità
di ognuna di loro e l’hanno messa in
musica. Gli autori sono persone che da
anni vivono a contatto con la nostra
spiritualità: la famiglia di Andrés Leiva
Velásquez, con la moglie Jimena e la
figlia Sofia, di Santiago, sono attivi
nella scuola Madre Eugenia di Pudahuel
da anni e hanno composto un canto a
CARNEVALE “NONOSTANTE”
NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA
Scuola Santa Maria. Anche quest’an-
no è arrivato il Carnevale , con i suoi co-
lori, le stelle filanti, le risate dei piccoli
protagonisti e una performance canora
veramente eccezionale!
Le porte della scuola Santa Maria si
sono spalancate il giorno 11 FEBBRAIO
travestendo i bambini da Ds’zevod la
maschera di Parma, simpatico perso-
naggio vestito dei colori della nostra
città (giallo e blu), con un cappellino
che ricorda il nostro famigerato Ano-
lino ed un cestino di violette di Parma
in mano….tutto quanto è stato vissuto
hanno medici sufficienti
e infermieri, mancano
letti, e gli strumenti
fondamentali per il soc-
corso. La nostra Diocesi,
con il nostro Vescovo
hanno potuto costruire
“una pianta per l’ossige-
no” però non sono suffi-
cienti i contenitori. Si va
alla ricerca disperata di
questi. Il governo per gli
ospedali non ha aiutato,
ha inviato ai Comuni
aiuti per alimenti ai più
bisognosi; sono stati distribuiti in parte
il resto è scomparso… e per questo il
Sindaco di Huacho da una settimana è
in carcere.
Madre Eugenia cantato da tutti e tre. Il
ritornello dice: Grazie, Signore, per la
tua visita d’amore in madre Eugenia.,
donna coraggiosa umile, preoccupata
per i poveri e i bambini, maestra di
fede… Jaime Arias Loncón, anche lui di
Santiago, è stato vari anni insegnante
nella scuola Madre Eugenia di Pudahuel
e ha scritto la canzone ad Anna Micheli,
“Canto all´amore di Dio” dove esprime
la gioia di Anna nell´insegnare alle
fanciulle e vederle crescere. Il ritornello
dice: L’Amore di Dio mi ha insegnato
a dare, l’amore di Dio mi dà allegria
e pace. Javier Morales Grado, è un
con estrema gioia dei bambini e delle
maestre che hanno concesso urli, corse
e merende abbondanti ai bimbi della
scuola.
La festa è proseguita poi anche MAR-
TEDÌ 16 Febbraio con lancio di stelle
filanti in classe, canti, foto buffe, giochi
e…merenda con tortellini, chiacchiere,
pizzette e succhi!!!
Nonostante la lontananza dagli altri
bambini della scuola, nonostante non si
sia potuto festeggiare tutti insieme nel
salone della nostra scuola, nonostante
non ci sia stata la consueta foto dei
PICCOLE FIGLIE 7 FEB.-APR. 2021
Non mancano gesti di generosità. Una
anziana sola che riceveva gli aiuti,
alcuni giorni fa ha detto: “Hermana,
hoy no necesito. Pásalo a la vecina que
también necesita… Sorella, oggi non
ho bisogno. Passalo alla mia vicina,
anche lei ha bisogno!”
Questa solidarietà si vive molto for-
te nella richiesta di preghiere. Sono
chiuse le chiese, ma Il santo Rosario si
prega con più frequenza nei gruppi
di famiglie riunite virtualmente e si
ottengono veri miracoli di guarigioni.
Dal Centro Pastorale stiamo pregando
il santo Rosario da un anno senza in-
terruzione; con i due altoparlanti, dal
terrazzo mandiamo la supplica in tutta
la vallata e siamo certe che la Madon-
na ci ascolta e ci protegge.
fratello aggregato di Huacho che,
con il figlio, ha composto un canto
ad Anna Micheli: “Perché tutto,
tutto loda”.
Il concorso ha visto la partecipa-
zione, attenta e intelligente, di
un altro fratello aggregato Juan
Barrazza, che ha formulato la base
del concorso, editato le canzoni e
partecipato nella giuria.
Abbiamo fatto l’evento via Zoom
e lo abbiamo trasmesso per Face-
book. Il presentatore è stato Fred-
dy Campos Orellana, di Pudahuel,
e ha reso il momento molto bello
e significativo.
Hanno fatto parte della giuria Juan
Barrazza, compositore e cantautore di
musica sacra e folcloristica (peruviano);
la signora Patricia Ibarra Aguirre, mae-
stra di musica, direttrice di coro e can-
tautrice; sr Luigina Pelizzoni, licenziata
in canto corale.
Pensiamo che il concorso abbia rag-
giunto l´obiettivo di far conoscere il
nostro carisma per mezzo di queste due
sorelle nostre che lo hanno interpretato
e vissuto in pienezza. La commissione
organizzativa era composta da Suor
Franca Davighi, Suor Patrcia Quezada
e Suor Luigina Pelizzoni.
giochi insieme in salone, il Carnevale è
stato festeggiato con la speranza che la
bella stagione possa concedere tregua a
tutti noi e permettere anche ai bambini
di ritrovarsi in un giardino che parla di
amicizia, scoperta e condivisione al più
presto! A prestissimo….!
1,2,3 PRONTI VIA!
Alla scuola dell’Infanzia Sorelle
Ferrari, martedì 16 Febbraio si è svolta
la festa di carnevale… Tanto entusia-
smo da parte dei nostri bambini che
quest’anno hanno potuto festeggiare
questo giorno così magico e speciale tra
colori, stelle filanti e tanta musica!! Le
nostre “mascherine”, insieme alle loro
insegnanti, hanno creato i loro vestiti
con le proprie manine usando pennelli
“tinti” di tanta fantasia e tanto entusia-
smo. Questo giorno ha fatto riassapora-
re un po’ di normalità a grandi e piccini
regalando aria di festa e spensieratezza
dimenticata da tanto tempo. …E per
finire in bellezza non ci siamo fatti man-
care i dolcetti tipici di carnevale.
SR EURICE ANTICHI
Villa Minozzo (RE) 1914
> Parma 16.01.2021
Sr Eurice Antichi il 16 gennaio 2021
ha raggiunto la patria del cielo. Era
nata a Villa Minozzo (RE) nel 1914
da una famiglia molto cristiana. È
entrata in Congregazione nel 1943,
fece la prima professione nel 1946
e la professione perpetua nel 1951.
Fin dall’inizio della sua vita reli-
giosa si è dedicata al servizio dei
fratelli e delle sorelle come cuoca
e anche come aiuto nelle scuole
materne e in attività parrocchiali.
Ovunque è passata, nella sua lunga
esistenza, ha lasciato un ricordo
ricco di bontà, gioia e serenità.
Sono tante le testimonianze che la
ricordano come “persona vivace,
suora di preghiera, che amava an-
che esser aggiornata sulle vicende
del mondo e della chiesa, leggeva
sempre il giornale e non mancava
uno sguardo alla pagina sportiva…
in comunità con lei si stava bene,
sapeva scherzare e ridere…”
Sr Eurice la ricordo così: “persona
umile e di intensa preghiera, aveva
un forte senso di appartenenza alla
congregazione e un grande amore
e rispetto verso le superiore. Con
la sua semplicità e serenità amava
LIBERTÀ E PACE PER IL MYANMAR
Carissima Suu, (Aung San Suu Kyi) nelle strade e nelle piazze, 
ovunque ti trovi, sotto il cielo della Birmania,  ovunque si chiede la tua liberazione
buon 8 marzo! e quella di tutti gli altri arrestati. 
Ti tengono prigioniera Sei in ogni angolo della Birmania, 
perché hanno paura della tua libertà. sulla terra rossa come il sangue dei martiri, 
Senti, Suu, il canto del tuo popolo? nei villaggi più lontani, 
La voce dei giovani,  nelle pagode dove lo spirito invoca la pace, 
il coraggio di Mya Thwate Thwate Khaing, sulle strade dove le suore si inginocchiano davanti
uccisa a Naypyidaw, ai militari 
e di Kyal Sin, uccisa a Mandalay, per fermare la violenza.
cadute per la Birmania libera? Forse tu non sai, Suu, tutte queste cose,
Per la libertà della loro giovinezza,  tu non sai di questi giorni 
per la libertà del loro Paese giovane  in cui irrompe nel mondo 
sulla via della democrazia.  la coscienza democratica del Myanmar. 
Dove ti hanno nascosta? Tu sapevi, tu sai che il tuo popolo
Ti hanno sottratto è il tuo tesoro, il tesoro del Myanmar.
agli occhi del tuo popolo e del mondo, Buon 8 marzo, Suu, 
e non sanno che tu sei nel cuore  con la forza delle donne. 
del tuo popolo e dell’umanità.  Torneremo a cantare con te, ricordi? 
Ti hanno ridotto al silenzio, Va’ pensiero… O mia Patria, sì bella e perduta.
ma parla la tua vita,  Non sanno, Suu, i militari,
parla il tuo sogno del giardino da coltivare, che tengono agli arresti la donna più libera del
la vigna del Myanmar. mondo. 
Nessuno sa dove tu sia, in questo 8 marzo.  Buon 8 marzo, Suu! Con il nostro abbraccio.
Sappiamo che sei ovunque,  Albertina
intrattenersi con le persone che
incontrava per ascoltarle. Era per
tutti un esempio di grande bontà.” Direttore Responsabile
Tilla Brizzolara pf
“Sr Eurice era per me la sorella In Redazione
della preghiera e del grazie, con Angela Giubertoni pf, Domenica Guatteri pf
una devozione particolare a Maria Hanno collaborato a questo numero
Santissima. Le sorelle del Perù
Teresina Caffi saveriana
Leggerle qualche pensiero del Rosina Rocci pf
padre Fondatore sulla devozione Luisa Gariboldi pf
maestre Scuole dell’Infanzia di Parma
mariana era per lei un dono gran- Vincenzina Freddi pf
de. Aveva un amore grande per il Albertina Soliani
mistero della visitazione di Maria Amministrazione
Parma - Piazzale S. Giovanni, 7
a santa Elisabetta e diceva: “Ora io Tel. 0521.280311
non posso più correre per dare il Fax 0521.235753
Aut. Trib. di Parma n. 387 del 21.1.1986
mio aiuto, ma cerco di raggiungere Redazione:
tutti coloro che sono nel bisogno Parma - Piazzale S. Giovanni, 7
con la preghiera, poi ci pensa Maria e-mail: tilla@pfiglie.org
Santissima che è Madre di tutti e Progetto grafico:
Studio Zani (Parma)
conosce tutti i suoi figli”. Impaginazione e Stampa
Sr Eurice amava tanto l’esortazio- Tipografia Pubbliprint Grafica
ne del Fondatore: ”La vostra vita, Traversetolo (Parma)
o Figlie, deve essere un continuo
ringraziamento in piena comunio-
ne con la Santissima Eucaristia”.
Commovente era vedere il suo
ringraziamento dopo aver ricevuto
la Santa Comunione: stava con le
mani incrociate sul petto e il capo PER LE MISSIONI
INTESA SANPAOLO SPA - PR
chino, niente e nessuno doveva piazza Cesare Battisti
disturbarla. IT 77 S 03069 12765 100000002739
intestato a ISTITUTO PICCOLE FIGLIE
Quando sentiva intonare i canti Causali da indicare: CONGO, CILE, PERÙ
mariani il suo viso si illuminava
e cantava con tutta la voce… le La Congregazione “Piccole Figlie”
esprime il suo più vivo ringraziamento
piaceva molto il ritornello: “Maria a tutti coloro (e sono tanti!) che hanno
quanto sei bella…fammi venire in inviato offerte per il presente Giornalino,
l’Hospice, il Congo, il Perù e le tante
cielo, vederti in Dio beata o bella necessità a cui la carità ci spinge...
Immacolata sei Madre di Gesù”.
E la Madonna le ha fatto il dono Con il tuo aiuto puoi
di passare dalla terra al cielo, sa- sostenere l’Associa-
zione “Amici delle
bato 16 gennaio, dopo il canto del Piccole Figlie” che
raccoglie fondi per
Magnificat”. l’Hospice - Cen-
Ringraziamo sr Eurice della sua pre- tro Cure Palliative
Piccole Figlie, firmando per il 5 X 1000 nella tua
ziosa testimonianza di vita. dichiarazione dei redditi.
Una semplice firma a costo zero per un importante
sostegno!
PICCOLE FIGLIE 8 FEB.-APR. 2021