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 LORENZO CHIARINELLI

Vescovo di Viterbo

Una canzone d'amore


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Raccolta degli scritti di


S.E. Mons. Lorenzo Chiarinelli pubblicati su
Avvenire – Lazio 7
Vita della Diocesi di Viterbo
www.diocesiviterbo.it
dal dicembre 2006 al maggio 2008
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Diocesi di Viterbo

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Una canzone d'amore

Nel febbraio del 2005 mi ero lasciato affascinare da un'espressione


suggestiva tramandata dall'esperienza dei Padri del deserto: "Padre, dimmi
una parola".
E sulla pagina diocesana di Avvenire/7 prese inizio una piccola
rubrica con quello stesso titolo. Voleva essere un invito all'ascolto, a
riscoprire il dato costitutivo della persona, che fa dell'uomo l' uditore della
Parola e non nella solitudine del deserto, bensì nelle "solitudini affollate"
delle nostre vite. Molti – con felice sorpresa - hanno raccolto l'invito. Questo
percorso si ferma qui.

***

Con la prima domenica di Avvento di questo anno liturgico 2006-


2007 mi sta a cuore raccogliere e far risuonare nel mio spirito e cercare di
partecipare una straordinaria dichiarazione di Dio consegnata al profeta
Ezechiele: "Ecco, tu, Ezechiele, sei per loro una canzone d'amore: bella è la voce e
piacevole l'accompagnamento musicale" (33,32).
Ezechiele è profeta difficile che vive in un tempo difficile: i suoi
oracoli vanno dal 593 a.C. al 571 a.C., con al centro il tragico 587/86 nel quale
Gerusalemme crolla.
Dentro questo contesto Ezechiele si muove tra annun ci di rovina e
speranze di vittoria. Ma proprio quando il buio è più fitto, il profeta canta la
speranza incrollabile che viene da Dio. Ed ecco la "canzone d'amore".
Chi non sente nel profondo del cuore un'acuta nostalgia di questa
canzone che parla di fi ducia, che risponde ad attese, che sollecita coraggio e
che, soprattutto, canta la speranza.
Ecco, dunque, una nuova, modesta e confidenziale, piccola rubrica.
Non so se la voce potrà essere bella e piacevole l'accompagnamento. Il canto,
comunque, verrà d al cuore e si consegnerà con semplicità confidente a Colui
che è sempre e per tutti Dio della speranza.

 LORENZO CHIARINELLI
Vescovo di Viterbo
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salgono dalle profondità della storia
Vieni, Signore
e dalle secrete dei cuori.
È bisogno di vita, è anelito di pace,
Fino a quando, Signore, è trionfo della speranza.
continuerai a tenerti nascosto?
Maranatha!
O Dio, tu sei il mio Dio,
"Sì, verrò presto! Amen".
all'aurora ti cerco,
di te ha sete l'anima mia,
a te anela la mia carne, A Maria di Nazareth
come terra deserta,
arida, senz'acqua. Eri lì, silenziosa,
Signore, forse in preghiera;
solo tu conosci i segreti del cuore. con i desideri rivolti al futuro
E fu a te che l'appassionato Agostino, con nel cuore la primavera della vita.
cercatore insonne della pienezza, La casa umile, le pareti grezze,
svelò l'inquietudine del suo cuore , gli spazi troppo angusti
segnato da struggente nostalgia per contenere le attese.
per te, patria definitiva del compimento. E Gabriele, l'angelo della l uce,
A te continuava a gridare: ti disse: "Gioisci,
"Non disprezzare questo filo d'erba il tuo Dio ti ha avvolta d'amore
che ha sete di te". e ti chiede di fare del tuo grembo
E tu lo ascoltasti: il suo cielo".
come rugiada carezzevole La nube luminosa
sugli steli di grano che copriva il Tabernacolo santo
donasti la freschezza del matti no, e che accompagnava Israele
pace dell'anima, felicità del cuore. ora ammanta Te:
Ma, Signore, non vedi la Presenza immensa in te dimora,
quanta arsura c'è ancora nei cuori, l'Altissimo si raccoglie, abbreviato,
quanto deserto copre ancora la terra? nel seno vergine
E il desiderio, l'inquietudine, della tua trepidante giovinezza.
la nostalgia continua "E il Verbo si fece carne"
a divorare il cuore. Sei tu, fanciulla di Nazareth,
"O grande Iddio, sento ad insegnarci come accogliere Dio;
l'acuto richiamo del tuo flauto, a raccontarci come si vive di lui,
ma non ho ali per volare…" (Tagore) nel silenzio, nell'intimità, nella fede.
E, allora, vieni! Dicesti con tutte le energie del tuo cuore:
Gemiti ineffabili, grida accorate Eccomi!
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E diventasti "beata" e passasti oltre:
nel consegnarti senza riserve non gli fu dato di vedere il tuo volto !
per un servizio d'amore
in un cammino senza ritorno. Signore, anche noi ti vogliamo vedere.
Quella piccola casa Il cuore di ogni persona
ancora oggi racconta la grande avventura. ti vuole sentire:
I graffiti continuano a ripetere: senza di te è inquieto, soffre il vuoto,
"Chaire, Maria" sperimenta la solitudine.
e la lingua semplice della tua terra Ecco, allora, il sospiro,
parla ancora di te gridato o represso,
"bella ragazza". antico e sempre nuovo:
"Mostrami la tua gloria!"
Santa Maria! È la richiesta dello svelamento della tua presenza:
Tu che hai creduto, pare di vederla nel fuoco, nel vento, nella bufera.
Tu che ti sei fidata di Dio, Ma queste cose non sono te:
Tu che hai toccato l'Invisibile: sono tue, ti chiamano, ti somigliano,
mostraci il frutto benedetto del tuo seno, Gesù ma non sono te: "Dio nessuno l'ha mai visto!"
suscita in noi la ricerca appassionata di Dio, E fu così, che in una nuova stagione,
aiutaci a sciogliere il canto gioioso ti sei ricordato di noi
che racconta la storia e ci hai ascoltato:
antica e sempre nuova "Noi abbiamo visto la sua Gloria!"
di quell'Amore che, in te fatto carne, Quando? Dove? Come?
ha imparato ad abitare "Andiamo fino a Betlemme,
nella dimora povera e fragile vediamo questo avvenimento
qual è il cuore che il Signore ci ha fatto conoscere".
di ogni uomo e ogni donna che ama. Ed eccolo, nella sua gloria!
Amen. "Un bambino avvolto in fasce,
che giace in una mangiatoia".
Noi ti abbiamo visto
"Facci vedere il tuo volto":
e tu per non folgorare la vista,
"Mostrami la tua gloria!"
per avvicinarti con dolcezza,
Questo ti aveva chiesto Mosè
per scaldarci il cuore,
camminando a fatica verso la libertà
ti sei fatto Bambino:
con nel cuore il peso di un popolo. vicino a noi, come noi, per noi!
E tu lo collocasti nella cavità della rupe,
Grazie!
lo copristi con la tua mano
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veramente il tuo inizio è un incanto!
Il tuo incanto
Se contemplo il cielo immenso mi esalto.
Se guardo l'onda mossa dal mare stupisco.
"In ogni inizio si cela un incanto Se ammiro l'uomo, opera delle tue mani,
che ci cus todisce
sento che il cuore si apre e si commuove.
e ci sorregge poi nell'esistere".
Se mi avvicino a Te,
Fu così anche per l'inizio tuo:
Bambino della mang iatoia,
incanto, ammirazione, stupore.
piego le ginocchia,
Si stupì, prima di tutti, tua Madre:
congiungo le mani che sono
il suo cuore si fece più largo senza oro né incenso né mirra,
per custodire la tenerezza dell'incanto.
e Ti adoro, incantato,
Si stupirono i pastori, frastornati
come Dio che mi si è fatto fratello.
dalla luce e dal canto,
dinanzi a te
avvolto in fasce e posto nella mangiatoia. Il canto di Francesco
E uno stupore gioioso
avvolse i Magi che la stella Sotto l'ombra delle tue ali
guidò dall'Oriente lontano robuste e larghe come un grande faggio
per dirti la fede e l'amore ho trovato, o Dio, finalmente, riparo:
e consegnarti i segni dell'adorazione. consolazione e pace, speranza e gioia.
Ma ogni tuo Natale è sempre l'inizio
e altre presenze accanto a Te Anche gli uccelli del cielo
suscitano nuovi stupori. tra i rami nodosi e tra le fronde verdi
A dirti l'amore dei tuoi nuovi fratelli giocano d'amore
c'è il primo martire, amico fedele costruiscono nidi
che ti fa compagnia, cantano alla vita.
generoso nel dono, felice per sempre. E tu, Francesco,
C'è il discepolo che Tu hai amato: divenuto libero dentro,
ogni cuore puro ti vede e gioisc e; col cuore aperto all'avventura
colui che sa di essere amato che ridice il vangelo
sarà sempre con te dalla culla alla croce. della povertà, della pace, del bene
E ci sono i bambini innocenti: ci hai consegnato un canto struggente:
così, quasi per caso, il tuo mistero li copre «Altissimo, onnipotente, bon Signore,
e, nella tragicità della storia, tue so' le laudi, la gloria e l'honore
diventano il segno della tua gratuità et omne benedictione».
che dalla roccia fa zampillare le acque. Ti sei innamorato di Dio
Ecco: e ne senti le tracce, ne intravedi il profilo,
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ne ascolti il sussurro misterioso Non mi parli, non ti sento, sono solo!
nella luce degli astri, nel colore dei fiori "Perché siete tanto paurosi?
nella vampa del fuoco Non c'è in voi ancora la fede?"
come nel soffio impetuoso del vento È vero, Signore: non abbiamo ancora la fede!
e nel fluire dolce dell'acqua. Tu in verità sei presente:
ma la tua è una presenza diversa
da quella che noi costruiamo
La traversata (Mc 4,35-41)
per essere quieti, sicuri, tranquilli.
Tu sei con noi nella barca, sempre,
"Passiamo all'altra riva".
quando l'onda è serena
Signore, questo tuo co mando
e quando il vento scatena l' inferno.
dischiude l'orizzonte alla speranza
Ma una certezza ci chiedi e parli così:
che è sicura fiducia (ci sei anche tu) "La tempesta non è più forte di me.
e, insieme, apre sull'ignoto La tua sorte è per sempre legata alla mia.
che incute paura (si va all'altra riva). Non aver paura: io sono con te".
L'altra riva può essere approdo alla gioia,
E subito una consegna ci dai:
ma può rivelarsi terra di sepolcri e demoni. "Qualunque sia la condizione del mare,
Noi ci affidiamo alla tua Parola: non abbandonare i remi.
tu ci hai parlato del Regno che viene; Tieni il tuo posto e sii fedele agli impegni.
ci hai insegnato a guardare il futuro; Non nasconderti. Non disarmare.
solleciti sempre a camminare in avanti, L'avventura della speranza
fino alla patria del compimento.
avanza anche con la tua barca.
E abbiamo fiducia di arrivare alla meta Io ci sono. Ma tu non stancarti di remare".
perché ci sei tu sulla barca, con noi, Ed ecco: l'altra riva è già qua!
e la tua compagnia ci dà forza.
Grazie, Signore.
Ma d'improvviso si solleva la tempesta
E le onde sembrano mandare a fondo la barca.
E tu? Un "segno" ancora
"Gesù se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva".
Ecco lo sconforto, la paura, il terrore. Proprio là, nella casa, in famiglia,
Ma dormi? Non ti importa di noi? dove c'è il fuoco che arde
Ci lasci morire? e il calore degli affetti rallegra,
Il nostro grido è accorato dove l'amore si tocca con mano,
non perché ci sono le onde proprio là,
né perché la barca fa acqua: con stupore e spavento,
gridiamo a te perché dormi. la festa è finita.
È il grido di chi dice: ma dov'è Dio? È buio. Fa freddo. Il cuore si stringe.
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"Non hanno più vino". "Madre":
Il tuo occhio l o vede, chiedi a tuo Figlio di anticipare l'ora.
il tuo cuore lo avverte: In attesa c'è il sorriso dei bimbi,
la gioia è scomparsa dai nostri conviti; la speranza appassionata dei giovani,
il sorriso è svanito, la voce è diventata muta, la gioiosa comunione dell'amore.
l'amore è senza gioia. L'umanità intera
Ma tu sei là. aspetta questa festa nuziale!
"C'era la madre di Gesù". Grazie, Signore.
Sei "Madre", sei "Donna":
mai chiamata per nome.
Dio e Giobbe
Sei come "Ombra"
che avvolge, abbraccia, protegge,
Signore, tu sei amante della vita!
ma non fa rumore, non pesa.
Dell'Ombra avevi fatto esperienza a Nazareth Anzi, tu sei la vita.
E tutto quello che esiste
ed era nato Gesù.
è bellezza nel giardino del mondo,
Ed ora, a Cana, tu, come "madre"
è gioia nel cuore dell'uomo,
sei presenza, attenta e discreta,
è canto della terra e del cielo.
dove una famiglia nasce.
E ci dici: amate la vita!
E, come "donna", diventi
È dono e compito; è crescita e attesa;
voce che chiede, su ggerisce, comanda
perché fioriscano i sogni, si coltivi la speranza, sempre aperta al compimento.
Ma la vita è anche tragedia,
vita nuova e un mondo nuovo compaia.
"Fate quello che vi dirà" è amarezza, è dolore;
E il vino rosseggia nelle anfore: è anche disperazione e rifiuto.
E Giobbe, il tuo amico, grida:
rallegra i cuori, fa splendere i volti,
"Perisca il giorno in cui nacqui
dice che l'amore è tornato
né brilli mai su di esso la luce".
ed è gioia.
"Donna": È un grido lancinante;
è una parola rovente,
sei tu che facesti brillare quel primo "segno",
come l'eruzione di un vulcano.
e si attinse "vino buono"
E c'è anche la parola devastante,
nel banchetto che è promessa di vita.
Sii ancora presente! pacata e corrosiva,
che risuona nell'assemblea (Qohelet)
Le nostre anfore sono vuote
così che il lamento diventa corale:
o al più contengono acqua.
"Un immenso vuoto, tutto è vuoto".
I focolari sono coperti di cenere.
Il nostro oggi
Silenzi lunghi pesano sui cuori.
ha tanti Giobbe, ha mille Qohelet!
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Tu, Signore, ami la vita. chi dietro le nubi farà vedere il sole
Noi, Signore, amiamo la vita. e dentro la selva traccerà dei sentieri?
E loro? Sei tu! Tocca a te.
"In te è la sorgente della vita Accogli con amore il bimbo che nasce.
nella tua luce vediamo la luce". Sostieni il povero, il malato, l'oppresso.
Signore, donaci questa luce; Chi muore senta il calore dell'affetto,
essa certamente ci aiuterà a capire, forza di vita che supera il tempo.
ad attingere per noi e con gli altri Chi è consumat o dalla solitudine
alla sorgente della vita. trovi un cuore, una casa dove abitare.
Rispondici, o Dio: ti attendiamo. Dio ti ha messo nel cuore
l'amore alla vita:
vivila, danne ragione,
Dio, Giobbe e noi
e partecipane palpito e luce
a quanti sentono la fatica di vivere
Rispondici, o Dio: ti attendiamo.
che, però, aspetta sempre l'amicizia e l'amore,
Così abbiamo chiesto con Giobbe:
ogni giorno.
come capire l'amore alla vita
Hai ricevuto il tuo dono:
quando il buio trionfa?
impegnati a donarlo ancora.
come comunicare il senso e la bellezza del vivere
a chi sperimenta il non -senso
e si sente vittima di una tragedia? Silenzio e Parola
E la tua voce misteriosa mi dice:
Tocca a te, tocca voi In principio la Parola.
essere, nel concreto dei giorni, E la Parola risuonò,
testimonianza credibile, alta e potente, appassionata e pura
che fa vedere, sentire, sperimentare mentre il silenzio avvolgeva ogni cosa.
l'amore della vita, la vita dell'amore. E tutto fu fatto per mezzo di Lei.
Se a chi a fame non dai da mangiare; Fu l'esplosione della luce,
a chi è solo non fai compagnia; il trionfo della bellezza:
a chi dispera non doni speranza; iniziò, allora, il canto della vita
a chi non ha amore e non ama e le cose che non erano risposero: Eccoci!
tu non afferri la mano, In principio la Parola
non riscaldi il cuore, fluì dagli eterni infiniti silenzi
non dici "fratello" o "sorella": e, detta nel tempo,
chi racconterà che "la vita è bella"? creò comunicazione e dialogo
chi convincerà alla fiducia, tra l'io, il tu, il noi nella famiglia uma na.
al coraggio, al sorriso, alla gioia?
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Ma quando il silenzio è svanito, nel cuore della notte,
la Parola si è consumata. là dove il buio trionfa,
Dove manca l'ascolto, la parola vien meno: e la tenebra regna sovrana?
"Diventerai muto" (Lc 1,9). Quando il mondo fu creato
Anche al profeta, consacrato per la parola, era notte: e fu giorno!
è imposto il tempo del silenzio: Quando Abramo sul Moria
"Rimasi in mezzo a loro ammutolito" (Ez 3,15). sacrificava suo figlio era notte:
Il silenzio è cuore che si apre, e Isacco fu salvo!
è mente che si distende serena, Quando Israele passò dall'Egitto
è scoperta o riscoperta del sapore del dire era notte: e le onde del mare
come svelamento di sé e dono per l'altro. divennero strada felice.
E sempre fu gioia:
Il silenzio è grembo fecondo il creato, il patriarca, Israele
della Parola che è spirito e vita. avevano "il grazie" nel cuore
Dio stesso si rivela e si alzò un coro per dire:
e torna a parlare con il profeta "Voglio cantare in onore del Signore"!
nella voce tenue del silenzio (1 Re 19,12). E fu così per la " quarta notte" del mondo:
la notte in cui Cristo,
Non sarà, allora, necessario spezzando i vincoli della morte,
riscoprire il silenzio, risorge vittorioso dal sepolcro.
affinché la Parola torni a dirsi O notte beata,
sensata, limpida, vera? tu sola hai meritato di conoscere
Parla tu, dunque, Signore! il tempo e l'ora
E il nostro silenzio canterà la tua lode! in cui Cristo è risorto da morte.
Questa è la notte degli ultimi tempi, la nostra,
la ragione della gioia nell'oggi perché
Tra il "già" e il "non ancora"
già immette nella luce di Dio
già apre i sentieri del cielo
L'invito alla gioia già consente il banchetto nuziale.
è il più vero messaggio di Pasqua:
Ma non è la gioia della patria.
Esulti l'assemblea dei celesti
Non è il canto pieno a voci spiegate.
che saluta il Signore risorto;
Nella speranza siamo stati salvati:
gioisca la terra illuminata
ciò che saremo non è ancora svelato;
da così grande splendore;
la meta definitiva non è ancora raggiunta;
si rallegri la Chiesa, madre feconda di figli. il banchetto eterno non è ancora imbandito.
Rallegrarsi, gioire, esultare:
L'attesa non è ancora finita:
ma si può,
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viviamo di possesso e di desiderio, Ecco, Signore, proprio tu mi riveli,
tra il già e il non ancora. giocando tra responsabilità e provvidenza,
Siamo sempre cercatori di Dio! i bisogni essenziali
Ai toni festosi sono commisti che costituiscono il tessuto vitale di ogni esistenza:
i toni dimessi della fragilità. il pane e il perdono, la resistenza e la li bertà.
Quelli tenui del limite. Signore, mi concentro sul primo.
Quelli cupi della povertà e del dolore. Dacci il pane!
Ci si addice, allora, Il pane è tutto ciò di cui abbiamo bisogno,
la resistenza e la discrezione, tutte le cose buone
l'umiltà e la pazienza. che il Padre procura ai figli,
Sì, gioisco: "Ho visto il Signore!" senza però dispensarli
Ma il cuore sussurra: " Vieni, Signore"! dal seminare, mietere, raccogliere.
Dacci il pane:
oggi e giorno dopo giorno.
Dacci il pane
Signore,
quanta fame nel mondo,
La parola è comunicazione.
quanto vuoto nei cuori,
La parola rivolta a Dio
quanto freddo nelle relazioni.
è preghiera.
Dacci sempre questo pane.
Signore, chi osa parlare a te,
Con intervento puntuale e definito.
che cosa abbiamo da dirti?
Con azione perenne che sempre si rinnova.
E tu stesso ci hai insegnato a pregare:
E la tua famiglia
la parola tua è diventata nostra sentirà che tu sei Padre nostro!
e si è fatta preghiera. Amen.
Ridirla è una gioia:
si fa esperienza di essere figli,
si sente di essere amati. Nella notte ti cerco
Signore, ho tanta voglia di pregarti così.
E subito scopro all'inizio Erano i giorni della Pasqua,
il disegno che il Padre mi svela: la grande festa dei Giudei.
Dio sia Dio, A Gerusalemme era notte.
abbia il suo posto Fu allora che un fariseo
nella vita, nella storia, nel mondo.; - il suo nome era Nicodemo -
la sua libertà non trovi resistenze, si recò, furtivo, da Gesù.
il suo disegno si compia. Lo aveva già visto, ascoltato;
E noi? lo riconosceva Maestro.
Che cosa Lui dice per noi? Ma voleva saperne di più.
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Curioso, ma cauto, forse diffidente.
Cercatore del vero, ma cercatore notturno. Signore, il mio cuore ti cerca:
"La mia anima anela a te di notte" (Is 26,9) non nascondermi il tuo volto!
"Un canto nella notte mi ritorna nel cuore" (Sal 77,7). Conosco questo tuo desiderio,
"Ma dov'è quel Dio questa tua preghiera mi è nota:
che concede nella notte canti di gioia?" (Gb 35,10). e mi è cara perché nasce dal cuore.
E tu, Gesù, che conosci ciò che c'è nell'uomo, Ma nessun uomo può ve dermi
come rispondi? e continuare la vita nel tempo.
L'agire di Dio è novità: Ecco, allora, ti lascio i miei segni:
si sente il profumo della primavera. essi ti rivelano me,
L'agire di Dio è libertà: come le mani e i piedi feriti da chiodi
si sente il soffio misterioso del vento. svelarono agli Undici il Crocifisso -Risorto,
La notte, allora, finirà. come la voce tenue del silenzio
E ci sarà un segno disse ad Elia la mia parola di speranza.
a gridare novità e libertà : Grazie, Signore:
la croce, non dubito della tua presenza,
svelamento di un immenso amore, ma insegnami a leggere i tuoi segni.
il solo che vince la tenebra Sono molti, sono diversi. Sono sempre segni:
e splende fulgido nella risurrezione. bisogna impararne il significato,
Nicodemo, il cercatore nella notte, come per le parole di un discorso,
fu folgorato di luce, come per i gesti di un amore.
quando le cento libre di profumo È vero. Ma non farti illusio ni:
"sprecate" per la sepoltura spesso l'oscurità non è fuori, ma è dentro;
diventarono "sovrabbondanz a" di vita, non è nebbioso l'orizzonte, è l'occhio offuscato;
canto d'amore nella gratuità del dono. non è la parola che manca, è l'orecchio che è sordo;
Signore, grazie! non è assente l'amore, è il cuore che è duro.
"Solo l'amore è credibile". "Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio".
E solo l'amore trasforma Ricorda il Vangelo:
un sepolcro in giardino fiorito, Gesù, il Risorto, camminava all'alba
la tenebra fitta in fulgida aurora. sulla riva del lago di Tiberiade.
Signore, ti prego: Si accostano sette discepoli
a tutti i cercatori notturni stanchi, delusi dopo una notte
dona almeno il pro fumo della tua presenza, di pesca infruttuosa.
annuncio gioioso della vita nuova. Il secco "no" ad una domanda dello sconosciuto
sembra bloccare ogni possibilità di contatto.
Ma, d'improvviso,
È il Signore
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quel discepoli che Gesù amava esclamò: È vero che l'amore è pienezza di vita.
"È il Signore!". E fu gioia. È anche vero, però, che il cuore umano
Non potrebbe essere sempre così? non è fonte spontanea zampillante d'amore:
Il cuore puro fa sentire l'amore; ha bisogno di inondazione dall'alto.
gli occhi limpidi scoprono la bellezza; E' terreno dalle zolle dure:
le mani innocenti dicono solidarietà. attende una bonific a che lo renda fecondo.
Sono questi i segni di Lui: Come è, dunque, possibile "amare"?
l'amore, la bellezza, la solidarietà Apri il tuo cuore e accogli
indicano i tratti del suo volto; l'amore che ti viene donato,
sono il profumo della sua presenza; che dal principio ti avvolge,
sono i doni dell'amore a chi ama. come tua casa, come respiro di vita.
Sei nato dall'amore. Sei fatto per amore.
La fede – quella vera – va oltre i segni: Il tuo statuto è l'amore.
è scoperta, è incontro, è accoglienza Accoglie e rispondi.
è comunione con Lui, Persona Viva, che fa esclamare: "Noi amiamo perché Egli ci ha amato per primo":
È il Signore! è Dio che ti fa capace di amore!
Abita in questa certezza:
il suo amore non ti verrà meno,
Signore, vorrei amare
la sua amicizia non si allenterà.
Non potrà mai scordarti:
"Ama e fa ciò che vuoi. "Ho scolpito il tuo nome sul palmo della mia mano".
Se taci, taci per amore.
E tu quella mano dischiusa
Se parli, parla per amore.
afferrala. Non lasciarla mai:
Se correggi, correggi per amore.
sarà per il tuo cuore la fonte dell'amore
Se perdoni, perdona per amore.
e tu avrai imparato ad amare.
Sia il tuo cuore radicato nell'amore.
"Ama, allora, e fa' ciò che vuoi:
Da questa radice non può uscire che il bene".
da questa radice non può che uscire che il bene".
Signore, L'amore da Dio è domanda:
è questo il messaggio
da te è risposta!
che ci consegna Agostino,
quel tuo santo straordinario,
prima col "cuore inquieto" Famiglia a Nazareth
e poi travolto dalla scoperta fascinosa di te,
come, "Bellezza" antica e sempre nuova. Gesù di Nazareth,
Ma da dove attingere l' "amore"? vorrei sciogliere un canto d'amore
È vero che l'uomo non può vivere alla famiglia, esperienza dolce e drammatica,
senza amore. ricca di gioia, speranza, nostalgia.
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Ma tu, Signore, figlio a Nazareth come ognuno di noi:
hai vissuto la realtà familiare? ti preghiamo per le famiglie del mondo:
Il pensiero corre subito alla casa d i Nazareth ai figli non manchi l'amore di una madre e di un padre;
e subito ci inonda lo stupore, la commozione, la pace. tutti i padri e le madri siano felici della gioia dei figli.
Maria e Giuseppe ti hanno chiamato " figlio"! Amen
E con te hanno gioito, trepidato, vissuto.
E tu "madre" e "padre" li hai chiamati
Portato in cielo
e, giorni e notti, obbediente, sei stato con loro.
Eppure…
Un giorno hai parlato loro di un " Padre", Fosti elevato in alto
nell'orizzonte del cielo, sotto i loro occhi
tuo in maniera singolare:
sorpresi e incantati,
ne hai proclamato la Trascendenza
e una nube ti sottrasse allo sguardo
e ne hai fatto il fondamento della tua libertà.
Tuo padre e tua madre angosciati non compresero allora: dei tuoi apostoli, desiderosi di te
"Figlio, perché?"… e felici soltanto della tua presenza.
Ed eccoli a fissare quel cielo,
E un altro giorno tu esclamasti:
"Chi è mia madre? Chi sono i miei fratelli?" a seguire la nube, a sfidare la luce.
È il loro cuore che sale
Poi, alla fine, consegnasti tua madre a Giovanni
perché fosse madre di tutti: Ecco tua madre! dietro a te, verso il Padre.
Signore, tu te ne vai, sali al cielo.
L'hai donata
E noi ti seguiamo.
non perché non ne avevi bisogno,
Ci hai affascinati con la bellezza,
ma perché essa era a noi necessaria.
con la pace dell'anima e la gioia del cuore.
Parlando, infatti, di amore – che è ragione di vita-
E il nostro desiderio è tutto per te:
hai evocato le figure di "padre" e la "madre"
la nostra vita ora sei tu.
come metafora universale e indubitabile
Uomini di Galilea!
per dire dono, cura, consegna di sé senza riserve.
Sì, è bello volare.
Nascere per ognuno è l'inizio,
poi c'è il bisogno di crescere: Ma non dimenticate la terra,
la vostra terra, il campo del vostro germoglio.
per l'uno e per l'altro occorre l'amor e,
La Galilea!
occorre il cuore caldo di una madre e di un padre.
Tutto era cominciato proprio là,
Non basta dire e dirsi uomo/donna,
in riva al lago. Lui li aveva chiamati,
c'è per tutti il compito di diventarlo:
aveva riempito la loro vita,
e sono il padre e la madre
aveva fatto nascere la speranza.
a plasmare vitalmente ogni uomo/ogni donna;
sono loro a disegnare i tratti veri del corpo e dell'an ima. E ora quella terra dai mille ricordi
la portavano dentro: Cana e Cafarnao;
O Gesù,
le Beatitudini e le Parabole;
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la santità e la compassione; crea e infonde la verità, la bontà,
il rifiuto e la gloria. la bellezza nel mondo.
Tutto questo ora è lassù: Tutto era informe, tenebra e v uoto,
è dentro una nube e insieme dentro il loro cuore. e il tuo Spirito fece brillare
Perché state a guardare? la luce, rese feconda la terra,
Non si tratta di una fuga: tripudio di colori, di forme
il Dio fatto uomo non vi lascerà mai. nella primavera del mondo.
Non è invito alla passività: C'era confusione, freddezza, ostilità:
tocca a voi anticipare il Regno venne, impetuoso e bruciante, lo Spirito
dentro le pieghe del tempo, e tra le genti fiorì il dialogo,
dentro i meccanismi della storia. maturò la prossimi tà e l'amicizia.
Io vi ho tracciato il cammino. Manda, Signore, il tuo Spirito
Ora la meta la conoscete, e sarà una nuova creazione.
sapete qual è il punto d'arrivo. La faccia della terra, come il cuore dell'uomo,
E, allora, avanti! Venite dietro a me! ne sarà rinnovata.
Signore, donaci una certezza più viva Basta con la tragedia di Abele.
del punto di arrivo, che sei tu. Dimentichiamo la pianura di Sennar.
Donaci la energia del cammino, Le grida del pretorio di Pilato,
perché tu sei la via. come le stragi delle guerre,
Donaci di cantare con gioia l'alleluia dei campi di sterminio,
del pellegrino, anticipando così come le oppressioni, le violenze, la fame
l'alleluia della patria. le disperda il vento, le bruci il fuoco
e il roveto nuovo dello Spirito
riscaldi i cuori, sia luce alle menti.
Vieni dai quattro venti
Ognuno parli la lingua di tutti,
e figli e figlie cantino l'amore
Il vento soffia dove vuole
che è fraternità, tenerezza, gioia:
e ne senti la voce…
quella che nessuno potrà mai annientare
È il tuo Santo Spirito, Signore,
perché zampilla sempre del cuore di Dio
che liberamente spira
ed è dono per tutti.
e fa germogliare la vita e l'amore. Vieni, Spirito Santo,
Il primo uomo, inerte come la terra, divenne e soffia dai quattro venti.
al tuo alito person a vivente, all'inizio.
Il soffio d'amore dall'alto della croce
si posò su Maria e su Giovanni
e nacque la famiglia nuova di Dio.
Lo Spirito, il tuo Spirito, da sempre
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dischiudi le mani rinserrate
E sui monti fu gioia
e la parola fluisca, si allaci la relazione,
si partecipi l'amicizia, si condivida la gioia:
"Ti saluto, piena di grazia: il Signore è con te"!
la tua gioia, o Maria.
Fu la chiamata inattesa ad essere Madre.
Nel silenzio di Nazareth
ti sei lasciata trasformare da Dio Con noi e per noi
venuto ad abitare nel tuo grembo.
E l'ombra misteriosa dello Spirito Quando apparisti all'orizzonte
divenne potenza di vita, fosti chiamato Emmanuele.
slancio inarrestabile di condivisione. La promessa era carica di speranza
E così salisti sui monti di Giuda e l'umanità sussultò dalla gioia:
con passo affrettato e con la gioia nel cuore. Dio con noi.
"Non conosce ritardi la grazia dello Spirito Santo"
Con te saliva la primavera Finiva la solitudine, la lontananza:
che è vita, è attesa, è canto d'amore. lui sarebbe stato sempre con noi.
Il bambino sussulta nel grembo. E tu venisti: bambino a Be tlemme,
L'anziana madre riceve il saluto fratello sulle strade di Palestina,
e trasale di commozione confitto sul legno al Calvario,
Il canto vola alto e si diffonde nascosto come seme nel giardino
come il suono soffuso e dolce del flauto: in attesa della fioritura infinita.
"L'anima mia dà gloria al Signore, Dio si è fatto vicino, amico e fratello,
di gioia esulta lo spirito mio". guida e sostegno dei nostri cammini.
E lungo i crinali dei monti di Giuda Sei con noi: grazie!
si disegna l'arcobaleno che annuncia È il tuo "svu otamento"
il tempo nuovo attes o dal mondo: ed è la nostra "pienezza".
nuove speranze e nuovi attori, È la tua "prossimità"
un amore antico e sempre nuovo. ed la nostra "compagnia".
O Maria di Ain-Karim:
tu gridasti la tua fede gioiosa, Ma l'amore non dice mai: basta!
cantasti la bellezza del mondo futuro, Dallo stare "con noi"
dicesti grazie, proclamasti la lode. sei passato all'essere vivo "per noi".
Insegnaci a cantare: Hai preso il pane e lo hai consegnato
il Vangelo è "buona notizia" , come "corpo donato" per noi.
è benedizione, è fiducia, è letizia. Hai preso il vino e ne hai fatto un'offerta
Spezza tu la durezza dei cuori, come "sangue versato" per noi".
rompi i sigilli di labbra fatte mute, Sei per noi: grazie!
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Il pellegrino ha pane per il viaggio Dov'è tuo fratello? Dov'è tua sorella?
e ha bevanda per la sua traversata.
"Su mangia, perché è troppo lungo Non lo so! "Ne sono forse io il custode?"
il cammino per te". E intorno vedo gente "straniera",
Il profeta si alzò, mangiò e bevve. sento l'urlo del "lupo",
Con la forza del cibo scorgo "l'inferno" dell'odio,
camminò fino al monte di Dio. le desolate distese di "campi di morte",
le tragedie di "inutili stragi".
Signore, Dio "con noi" e "per noi", La terra, nostra casa,
sei tu il mio pane e il mio vino. è l'aiuola che ci fa tanto feroci!
Grazie:
stare a mensa con te è anticipare Eppure…" voi siete tutti fratelli".
il banchetto di nozze dell'Agnello, Signore, solo tu ci puoi fare così:
trionfo di bellezza, di gioia, d'amore. toglici il cuore di pietra
e donaci un cuore di carne;
soprattutto donaci lo Spirito Santo
Dov'è ?
che è unione col Padre e col Figlio,
comunione, amore infinito.
"E il Signore mi donò dei fratelli".
Rileggeva così il Santo d'Assisi
la sua straordinaria avventura. Simone, Gesù e lei
Il Crocifisso, la prigionia, il lebbroso
erano stati i segni di un infinito amore Sarà possibile mai distinguere
che lo aveva cercato, lo aveva raggiunto ciò che vale da ciò che non ha valore?
e lo aveva totalmente cambiato. Come capire ciò che è inganno e finzione
Ma il dono più grande erano stati loro, da quanto è trasparente e sincero?
i primi frati: uno, sei, otto, dieci, Signore, tu conosci il cuore dell'uomo;
poi tanti, una moltitudine a sorpresa. il tuo sguardo non si ferma all'esterno.
Gli altri sono dono: Insegna anche a noi a cogliere la verità
per questo si dicono "fratelli" e "sorelle": che è svelamento dei pensieri e degli affetti,
tutti, delle intenzioni più riposte dei cuori.
figli e padri, figlie e madri,
sani e malati, vicini e lontani, Un fariseo – si chiamava Simone –
di ogni col ore, religione e cultura. invitò un giorno Gesù:
gli aprì la casa, preparò la mensa,
È per questo che nella coscienza di ognuno invitò gli amici, dichiarò la festa.
risuona insopprimibile una domanda: Ma inattesa venne in casa una donna:
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era nota, aveva fama cattiva, che fu detto ai primi:
non era quello il suo posto, "Venite".
ma non chiese permesso a nessuno. Si aggiunsero altri e furono det ti
Rannicchiata ai piedi di Gesù, "discepoli".
scoppiò in lacrime, si sciolse i capelli, "Lasciate le barche e le reti":
bagnava e baciava i piedi di Gesù, fu la condizione esigente dell'inizio.
e impiegava per asciugarli i capelli. Non ci sono nidi né tane:
Signore, tu gradisti quei gesti: chi è chiamato a libertà
elogiasti quella donna, vola alto con la mente e con cuore.
la proponesti a modello Libero per amare di più.
per chiunque voglia aprire il suo cuore, "E li costituì perché stessero con lui":
purificare la coscienza, stabilire relazioni vivere con lui e per lui;
limpide, autentiche, vere imparare l'eterno racconto
non dettate dal calcolo, né dalle convenienze. che sgorga dal silenzio del Padre;
Simone pensa alla casa, alla mensa: fare esperienza di comunione profonda,
Lei pensa a me. ebbrezza esaltante dello Spirito Santo.
Simone cura l'apparenza, il successo; Stare con Lui è diventare come Lui.
cerca la visibilità e l'approvazione: "Andate …
Lei cerca me, Come il Padre ha mandato me,
la verità, il perdono, l'amore. io mando voi".
Signore, E l'avventura comincia:
tu non hai bisogno delle nostre cose: la Parola diventa linguaggio,
il tuo amore siamo noi. variegato e dolce per tutti;
È la persona che ti interessa il Pane è cibo di vita divina
e di ogni persona è il cuore che vedi. che entra nel tempo e fa nuova la storia;
Grazie, Signore. la Legge prende possesso dei cuori
Rendi nuovo il nostro cuore: e da vincolo si trasforma in un dono
lavato dalle lacrime, e si chiama gioia di amare.
limpido e puro come acqua di sorgente, Dopo quelle pri me, poi,
ricolmo di amore, quello vero, quante chiamate! Quante esperienze di incontri!
che è pace e gioia e, soprattutto, è dono sempre nuovo, Quante consegne e missioni!
è per - dono. L'avventura continua.
Signore,
sulle rive e sui monti,
Gli ultimi come i primi
lungo le strade e nelle case
chiama ancora:
Fu lungo la riva del lago
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solo la tua voce è fremito al cuore. - "e Pietro pianse amaramente"-
Offri ancora il tuo petto per lavare ogni macchia
perché il capo del discepolo si reclini e di restituire l' amore
ad imparare il palpito vero dell'amore. - "Signore, tu sai che ti amo"-
E sospingi ancora sui sentieri dell'uomo in grado di cancellare ogni colpa.
a raccontare Cristo, a dire speranza, 3. C'è tuttavia un altro sguardo
a comunicare e far toccare con mano che bisogna imparare :
l'amore che salva. Signore, è il tuo sguardo nel mio;
è il mio sguardo nel tuo.
Come guardi tu il mondo e la storia,
Tre sguardi
le persone e la vita?
Come vuoi che io guardi tutti con te?
"Uno sguardo luminoso allieta il cuore":
E Dio vide che il mondo era buono!
canta la saggezza di Salomone. Tu risparmi tutte le cose, perché tutte sono tue,
E allora chiedo a te, Signore, Signore, amante della vita.
di orientare il mio sguardo verso la luce Voi siete tutti fratelli.
perché la vita tutta ne sia illuminata. Quello che avete fatto al più piccolo
"Se vuoi che il tuo cuore si allieti
l'avete fatto a me.
di quella letizia che fu di Francesco,
Grazie, Signore.
anche dentro un cammino
Nella tua parola è la nostra forza:
di sofferenze e rifiuto,
"Pose lo sguardo nei loro cuori
volgi il tuo sguardo in tre direzioni".
per mostrare la bellezza delle opere sue".
1. Guarda Colui che è confitto nel legno
e grida come il ladro pentito:
"Gesù, ricordati anche di me". Cento chiodi – Tre chiodi
Ricordati! Non ignorarmi!
Scrivimi nel libro delle tue amicizie! La tua salvezza, Signore, io cerco.
E Lui non si scorda. Guardalo e ascolta: Salvezza che dice pienezza,
"Oggi – e per sempre- sarai con me". comunione, libertà, riposo,
2. Ma lasciati anche guardare. estasi beatificante nell'amore.
"Il Signore voltatosi guardò Pietro Ma l'uomo, particella del tuo creato
e Pietro si ricordò…" che si porta dietro il suo destino mortale
Sì, se ti guarda il tuo cuore sussulta, ed è segnato dal suo peccato, sa cogliere
il suo occhio coglie il buio e lo sporco, la parte, non il tutto, il frammento, non l'intero,
riconosce le infedeltà e i tradiment i. il relativo, non l'assoluto.
Lui, però, è capace, di dare lacrime E il suo cuore è inquieto:
in abbondanza e cerca e progetta e sogna e pretende.
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E scrive e scrive e scrive. esclamò dinanzi alla bara di un Papa defunto,
Può essere che nei libri dell'uomo l'imminente suo Successore.
ci sia salvezza? Ciò che salva, infatti, è l'amore:
Ermanno Olmi, nel film cento chiodi, si salva donando; si dà vita morendo.
con alta metafora narrativa, "Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani!"
dice di no. "Mio Signore e mio Dio!".
E il suo Libero, guardiano della biblioteca,
con cento chiodi fissa a terra
Morire d'amore
codici, incunaboli, libri:
"Dio non parla con i libri.
I libri servono qualsiasi padrone. Sazio di giorni, come dice la Bibbia,
si è addormentato a novant'anni
Siamo circondati dal sapere universale.
E seguitiamo a ingannarci gli uni gli altri". e ha raggiunto la schiera dei Padri.
È vero: i libri sono mezzo, non fine. Ebreo di origine e di fede,
con nome di antica derivazione araba,
Strumenti preziosi: ricevono e consegnano,
europeo occidentale per scelta e cultura.
non creano.
Molto ha scritto e tradotto:
Dicono e cantano la salvezza:
per ebrei, musulmani e cristiani.
non sono la salvezza!
Ha amato Dio, ha amato l'uomo.
E allora?
Ha venerato la Parola di Dio.
Un giorno fu detto ad un uomo di Galilea:
"Gli porrai nome Gesù, Ha ricordato – è una sua consegna –
i doveri dell'uomo – le dieci parole –
egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati"
nelle tre grandi religioni di Abramo.
E quel Gesù fu confitto sul legno:
con solo tre chiodi, nelle mani e nei piedi congiunti. E si è raccontato in un libro
"Forte come la morte è l'amore".
Tre chiodi bastarono
E in questo libro ha lasciato,
perché la salvezza cominciasse a fluire
in tre parole, il suo epitaffio:
dalle piaghe delle mani e dei piedi
e dal fianco squarciato, feritoia del cuore. "Nathan André Chouraqui
1917 - …
Non sono i chiodi a salvare: i chiodi sono chiusure.
morto di gioia".
Sono i segni dei crocifissori.
Oggi, quando riposa vicino casa,
I fori dei chiodi sono invece finestre
sul Monte degli Ulivi,
aperte sull'infinito,
ai "puntini" dell'epitaffio
stigmate di un eccesso di amore.
aggiungiamo "2007", face ndo memoria di lui
Sono i segni dei crocifissi.
E il mondo non sa rà salvato dai crocifissori, con ammirazione, riconoscenza, preghiera.
Signore, quest'uomo – solo Tu
ma dai crocifissi,
ne conosci il segreto del cuore –
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ha avuto cura della tua Parola, e ti coprirò con la mano finché sarò passato:
traducendo con intelligenza e passione, il mio volto, però, non lo si può vedere".
e lo ha fatto come "opera messianica":
avvicinare i lontani, unire i distanti, È stato e sarà sempre così.
far risuonare l'identico nel molteplice, La mano di Dio è su colui che lo ama:
superando Babele. lo custodisce, lo riscalda, lo copre.
Soprattutto è stato un inesauribile Ma nella cavità della roccia
cercatore d'amore: tutto è solitudine, oscurità, silenzio.
"La grazia della vita è amare l'amore". Egli è vicino e lontano; è presente e assente.
E consegnando, con coraggiosa fiducia, Ti sommerge di gra zia e tu bruci nell'aridità.
la traduzione del Nuovo Testamento, grida: È dentro di te, ma ti svuota.
"Uomini, fratelli miei, è tempo Anche il Figlio, quando si fece buio
di rispondere alla chiamata dell'amore". sul colle, gridò:
Forse è qui il senso vero dell'epitaffio: "Dio mio, perché mi hai abbandonato?"
morto di gioia. Chi è, dunque, questo Dio?
Come ricorda il Salmo (4) che canta "Dio è tenebra luminosissima
"Gioia hai posto nel mio cuore nel silenzio che arcanamente parla",
più di quando essi abbondano ha scritto il mistico Dionigi.
in grano e mosto". La sua luce è notte.
Signore, Il suo silenzio è parola per te.
per saper morire d'amore, Attendi. Resisti. Prega.
insegnaci, giorno dopo giorno, "Dammi occhi per vederti nel buio,
a vivere d'amore, dammi orecchi per ascoltare il silenzio.
ovunque chiama. Padre, sono sempre nella tua mano.
E questo mi basta".
La notte e il silenzio di Dio
Ricordando assieme quel giorno ….
"Ti ho chiamato per nome;
hai trovato grazia ai miei occhi; Spazio affascinante d'incontro fu Assisi:
parlo con te come un amico all'amico". ci trovammo da luoghi diversi,
Così gli aveva detto il Signor e. variegati nei volti,
E Mosè, con il bisogno della comunione ma con intenzioni, sogni
nel cuore, aveva esclamato: e speranze comuni.
"Fammi vedere la tua Gloria". Che esperienza!
Dio, allora, lo condusse in alto sopra la rupe: Ricerca inesausta di conoscenza,
"Ti porrò nella cavità della roccia apertura del cuore all'infinito.
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E la fatica – ardua e gioiosa – e del tempo,.
tesa a dischiudere l’anima Fratelli, per gli uni e per gli altri, diciamo insieme: Grazie."
ad impegni severi,
dentro il fascinoso orizzonte del mistero.
Ave Maria
Ma a stare assieme
si diventa veramente fratelli, I nostri occhi ti vedono.
La mente estatica ti contempla.
nella mente e nel cuore,
Il cuore ti sente vicina.
nei giorni sereni e nella tormenta.
"Il Signore mi donò dei fratelli": Ma chi saprà dare voce
a ciò che l'anima sent e?
fu la sorpresa di Francesco d’Assisi.
Come chiamarti? Che dirti?
Anche a noi in quel luogo d'incanto
Nessuno, in quel tempo, ti ha chiamato
fu donata la medesima grazia:
Assisi fu scuola esigente e felice per nome.
per essere e vivere da fratelli, da amici.
Fu così che dalla terra e dal cielo,
E giunse il giorno
da vicino e da lontano
che compiva attese a lungo coltivate.
si alzarono forti le note struggenti
Le sante mani portatrici d el dono
di un canto d'amore – a più voci –
consegnarono al cuore
per dire gioia, stupore, speranza
il fremito della divina presenza
e l'olio della benedizione con i suo ni, i colori, gli affetti.
E il tuo nome divenne "sinfonia".
fece brillare i volti di luce gioiosa.
Intorno all'altare,
Piena di grazia: amata da Dio,
consacrati per quella "memoria",
ricolma del favore divino
con quel "pane" tra le mani tremanti,
che ti fa bella, splendente di luce.
il sussulto del cuore si fece parol a.
Era l'eco di una antica canzone d'amore:
"Pregate fratelli"! Benedetta: avvolta da nube misteriosa
che è forza, dolcezza, è letizia.
Quella canzone, sempre nuova,
che dice speranza
Beata: grido di stupore di donna commossa
e racconta l’amore,
tra le folle e voce di Figlio
non si è spenta,
che conosce la tua fedeltà alla Parola.
continua per sempre:
per alcuni nel canto eterno
Donna: volto di una primavera
della liturgia beata del cielo;
dove l'amore e la gioia danno inizio
per altri ancora dentro le pieghe avventurose dello spazio
alla famiglia umana;
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pegno consegnato a noi come madre È tua la parola che consola.
che nel dolore del cuore Il tuo amore sa ridonare la vita.
genera i figli della speranza Allontana il turbine,
per un mondo nuovo dove occhi puri custodisci il giardino.
sanno vedere e dove cuori limpidi Il mondo e il cuore dell'uomo
hanno imparato finalmente fioriscano ancora,
un nuovo modo di amare: come Lui. nella verità e nell'amore.
E sarà giorno per sempre.
Ave: rallegrati, dunque,
tu che sei Madre e che noi, come figli,
Il sigillo
chiamiamo Maria.

"O alto e glorioso Dio


E sarà giorno per sempre illumina el core mio…"
Come la corolla di un fiore
"Fu mattino e fu sera il cuore giovane di Francesco
e fu ancora mattino e poi il giorno". si aprì anelante
Era il primo mattino del mondo: alla luce, alla bellezza, all'amore.
la natura splendeva in un trionfo L'invocazione appassionata,
di colori e le voci limpide delle cose nella penombra mistica di san Damiano,
alzavano il canto dolce divenne scelta di vita,
della bellezza e dell'amore. ricerca accorata,
pellegrinaggio interiore
Giardino primaverile per conoscere Lui, per incontrarLo,
era il cuore dell'uomo : per abbracciarLo,
spazio di pace, casa di armonia, nel trionfo della luce e dell'amore,
ponte del colloquio con Dio. come estasi del compimento.
D'improvviso si scatenò la tempesta. E Lui venne:
Il vento freddo distrusse il giardino: con le sei ali di un Serafino,
non più luce né relazione né gioia. confitto in croc e e fulgido di gloria,
Quanta nostalgia ferito e risorto per sempre alla vita.
di colori, di suoni, di meraviglia! Ma era fuoco!
"Vi darò un cuore nuovo Raggi penetranti come chiodi
e voi rivivrete". gli trafiggono i piedi e le mani
e il costato fu aperto,
Grazie, Signore. porta spalancata all'amore
Tu hai la mano che accarezza sempre. che unisce l'Amato all'Amante
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e trasforma Francesco
nella immagine viva di Lui.
Parlaci ancora
Il dono era compiuto,
il desiderio esaudito.
Signore Gesù Cristo,
L'io di Francesco è l'Io stesso di Cristo.
Signore, grazie: tu così Parola eterna e Maestro buono,
hai messo il tuo sigillo di fuoco tu sei venuto dal Padre
per dirci la "buona notizia" dell'amore.
sulla nostra fragile carne
e la forza ha assorbito la nostra debolezza. Raccolti intorno a te,
come i discepoli sulla montagna
o le folle lungo la riva del lago,
In principio la Parola siamo in ascolto del tuo vangelo,
che ci svela il volto del Padre,
Sì, ricco di misericordia e gra nde nell'amore;
nell'alto silenzio del mistero infinito che ci annuncia il Regno
la Parola risuonava da sempre. con le sue beatitudini
La tua parola e il suo misterioso cammino nel tempo;
piena di verità, di grazia, di pace. che ci comunica la forza dello Spirito
Fu questa Parola come consolazione, memoria e profezia.
a chiamare le cose che non sono Parlaci ancora.
perché dicessero: "Eccoci"! Ai tuoi piedi, come Maria a Betania,
Fu questa Parola vogliamo raccogliere q uesta tua Parola,
a creare comunicazione e dialogo anche se essa è come spada che trafigge.
tra l'io e il tu nella famiglia umana. Nei nostri cuori induriti,
La parola è suono, è immagine la parola: essa – che è potenza di Dio - farà entrare
finestra aperta sull'ineffabile mistero la luce, l'amore, la pace
dell'accoglienza e del dono. che tu hai annunciato.
Essa svela i pensieri, Il tuo Spirito, primo dono ai credenti,
traduce i sentimenti, descrive il reale. abitando nel cuore di ognuno,
Ma, allora, la parola vera ci condur rà alla verità tutta intera,
-non quella insens ata- nella sinfonia gioiosa della tua Chiesa.
è trasparente, limpida, calda. Signore, noi crediamo al tuo vangelo.
Essa è sempre dono per l'altro: Signore,
di verità, di bellezza, di amore. raccontaci ancora questa "buona notizia" del tuo amore.
Per questo
"la Parola era in principio presso Dio":
Egli è la Verità, la Bellezza, l'Amore.
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Strada facendo Abitare la città

"Mentre andava per la strada…" "Gesù attraversava la città…"


È un'espressione familiare nei Van geli Anche tu, Signore, ne hai fatto l'esperienza.
per raccontare, o Gesù, il tuo modo di vivere, Hai conosciuto le città:
contare i passi del tuo andare per Gerusalemme hai perfino pianto,
per città e villaggi, per altre hai provato amarezza,
descrivere lo stile del tuo annunciare, città infedeli e infelici.
che è cammino, pellegrinaggio; è esodo. Avrai pensato spesso a Babele,
Proprio per questo tu stesso ti sei definito " la via", spazio della confusione e del dis ordine.
come a dirci: co raggio, credete nel futuro, Hai cantato inni alla Gerusalemme celeste,
aprite il cuore alla speranza, segno di armonia, di giustizia e di pace,
e sappiate che io "cammino tutti i cammini", cosa e patria del compimento.
anzi, che sono io per tutti la strada. E hai messo in evidenza come si può passare
Certo, la strada non è ancora la meta, da Babele a Gerusalemme:
non è l'approdo, non è la patria Ninive, la città grande che si converte
dove la tensione diventa pace l'hai additata come "se gno" per tutti.
e dove l'incontro è riposo del cuore. Le città di oggi!
Ma ciò nonostante io sono sempre con voi: "Queste nostre benedette-maledette città!"
strada e meta, viaggio e patria, Spazi dove abita la solidarietà e l'amicizia
speranza e compimento dell'attesa. che dà gioia allo stare assieme
Signore, aiutaci, allora a sentirci ma dove meccanismi perversi del cuore
"gente della strada"; producono conflitti, odi, lacrime e morte.
uomini e donne in cammino; C'è un tessuto di rel azioni dove fiorisce la vita,
segni e testimoni di speranza, la tenerezza e la comunione,
liberi sui sentieri della storia, da richiamare
poveri dentro, puri di cuore, per te e per noi,
appassionati del Vangelo e attenti all'uomo, Nazareth, Cana, Betania.
"missionari senza battello" Signore,
che vanno dovunque e raccontano Dio, anche nella città germoglia l'amore;
perché lo portano in sé, nel rumore si può ascoltare il silenzio;
nelle mani, nella mente, nel cuore. con e negli altri si può incontrare l'Altro.
Abitare la città – lo hai insegnato tu –
significa essere "cittadini di due città",
avere una duplice appartenenza,
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senza riduzioni né opposizioni, sentiremo ancora che il cuore sa am are.
ma con una "esistenza paradossale" Il canto nuovo dell'Alleluia salirà gioioso
che nelle pieghe del tempo coltiva l'eterno, "dal profondo" per volare nello spazio tuo
e nella fedeltà alla terra cammina verso il cielo. "che solo amore e luce ha per confine".

Dal profondo Tu, Casa d'oro

De profundis! Forse ancora Bambina


Anche tu, Signore, deposto nel sepolcro -così dice un racconto antico
sigillato da una grossa pietra, scaturito dal profondo del cuore-
sei disceso nel "profondo", fosti portata nel Temp io
là dove non c'è né luce né vita e consegnata al Signore.
e neppure attese o speranze. Eri "piena di grazia",
Ma il "profondo" non è neppure un luogo: abbracciata dall'amore di Dio,
è una co ndizione, un modo di essere. tutta sua, candida come neve,
Il "profondo" – quello dell'anima - con la tenerezza di un germoglio a primavera.
è dentro di noi! Fu per questo che il cuore,
Sentirsi avvolti dal buio, col gelo nel cuore, capace di intuire le realtà preziose,
smarriti nel vuoto e oppressi dal nulla ti ha subito collocata
che pesa come la tua pietra tombale: sotto l'ombra delle ali di Dio,
è questo il "profondo"! nello spazio luminoso e santo,
Signore, tu lo hai sperime ntato dove la "Gloria" sempre risplende.
il "profondo". Ma tu non avevi bisogno
Sì, ma tu l'hai affrontato come "vincitore", dell'abitazione di Dio:
che porta la luce e il calore, la libertà e la pace. eri tu la sua casa.
A noi "il profondo" si presenta senza speranza: Egli possedeva il tuo cuore
è il peso del male che ci sprofonda, e tu, nel Tempio splendente di Gerusalemme
sono legami che si spezzano, come nella casetta oscura di Nazareth,
ideali che si spengono : abitavi nel cuore di Dio
è l'abisso che avvolge da ogni parte e Dio danzava nell'anima tua.
e diventa prigione. Piccola Donna di Nazareth,
Signore, insegnaci a non cercare luoghi
è da questo "profondo" che sale il grido a te. dove costringere la presenza di Dio;
Tu sei la Risurrezione e abiti nelle altezze. guidaci negli spazi aperti dello Spirito,
Stendi la tua mano e afferraci. che è vento di libertà.
Torneremo a vedere la luce, Ma, soprattutto, aiutaci
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a rendere abitabile il cuore: solo con esse si paga la giustizia e la pace.
è la sola casa degna di Dio Signore, se non saremo più ricchi,
che abita la luce, la bellezza, l'amore. saremo più umani e l'umanità più felice.
E tu, Casa d'oro, prega per noi.
Silenzio
Le monetine
"Chi vede Dio, tace.
"Alzati gli occhi Gesù vide una vedova povera che nel tesoro del Tempio gettava due Chi tace, vede Dio".
monetine. In verità vi dico: questa vedova così povera, ha donato più di tutti" (Lc Questo ci ha consegnato
21,1-4). l'antica esperienza dei padri
esperti di una ricerca appassionata
La notte degli egoismi ci avvolge. e felici di una amorosa e ineffabile
Conflitti tra potenti, guerre comunione con Dio.
di dominazione, scialo dei soldi Anche Tommaso, maestro acclamato,
dominano senza pudore la scena. scrittore lucido e affascinante,
E tu, Signore, ci riporti all'essenziale. il 6 dicembre 1273 mentre celebrava
Dinanzi ai sacerdot i e agli scribi, nella memoria di S. Nicola, a Napoli,
nel Tempio, metti sul candelabro entrò nella nube di un misterioso silenzio:
una vedova povera non più parola né scrittura né azione.
e due monetine brillano come diamanti. La "Summa" rimase incompiuta,
Certo, questo tuo "osservatorio" nel Tempio la cattedra vuota, muto il discorso su Dio.
non intende offrire immediatamente Solo le lacrime dicono la pienezza del cuore
un manifesto per le "politiche" sociali. e lo stupore estatico della mente.
Tu vai dritto al cuore, come a dire: Signore: questo perché?"
i frutti buoni suppongono radici sane; C'è gioia grande nell'incontro conquistato
solo la fonte che zampilla acqua viva del vero, del bene, del bello.
trasforma in giardino il deserto. Ma tu sei più vero del vero,
Dai cuori "poveri" fiorisce la ricchezza, più bene del bene, più bello del bello.
che è gratuità, condivisione, fraternità: E così sei più vasto della mente:
sono le monetine, gettate con amore, conoscerti è naufragare nell'immenso.
a formare il tesoro vero della famiglia umana. Sei più largo di ogni cuore:
Le cose sono "segno" dei sentimenti. toccarti è sentire il fremito dell'infinito.
Le offerte sono "svelamento" dei pensieri. Ed ecco – dono e premio - la "resa" che è "co mpimento"
I gesti sono "dichiarazioni" d'amore. "Reginaldo, non posso…non posso più!
Il mondo ha bisogno di monetine: Ciò che ho visto e mi è stato svelato
solo con esse si acquista la fraternità; supera la parola e diventa silenzio,
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spezza le categorie e si fa adorazione fratello e sorella della famiglia umana.
accantona la "quaestio" e si scioglie in preghiera". Ti dice vicinanza e compagnia.
Ai salici appendemmo la cetra: Ti offre il sorriso luminoso di quel Volto.
la sola voce è quella dell'alto silenzio Ti prende per mano, perfino sulle braccia.
che risuona nel dialogo eterno; Soprattutto ti stringe a sé, il tuo Dio.
le note non stanno più nel rigo, Anche se l'abbraccio sembra ferire,
la melodia è nuova e indicibile. (tanto è forte!), è ferita d'amore.
Dal cuore trafitto e dalla mente rapita Per questo è sempre esperienza di pace,
stilla una lacrima appena: nell'estasi del compimento.
canto ammirato di stupore e di gioia,
nell'abbraccio compiuto dell'amore.
La tua stella
Una benedizione per te Un punto di luce brilla lassù
nell'immenso cielo stellato.
"Ti benedica il Signore D'improvviso si muove, un guizzo!,
e ti custodisca. e un filo luminoso resta nell'azzurro sereno.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto Stella che cade? Attesa che vola?
e ti faccia grazia. Desiderio esaudito? Promessa che si compie?
Il Signore rivolga a te il suo volto
e ti conceda pace" (Numeri 6,24-26) Da sempre le stelle sono state
Su un popolo peregrinante nel deserto il libro notturno dell'uomo,
assetato e bruciato dal sole, scritto con lettere note
la parola di Aronne o disegnate con simboli mai decifrati.
scese come rugiada vivificante Ma può il nostro destino
e fu nube dall'ombra ristoratrice essere avvolto da così abissali silenzi,
nel cammino riarso verso la Promessa. disperso tra frammenti di stelle?
Anche un uomo –si chiamava Leone- No!
fu benedetto così su La Verna Il disegno, magnifico e luminoso,
dall'amico, Francesco, appena trafi tto che svela il senso della vita,
dai chiodi brucianti del Serafino. dischiude il cammino della storia
Gli scrisse: non è nelle stelle!
"Il Signore benedica te, frate Leone". Esso, come in una culla, è custodito
E lui nascosto il "cartiglio" sul cuore, nel palmo di una mano amorosa,
lo custodì come tesoro prezioso oltre le stelle,
di amicizia, di speranza, di pace. in un tessuto di luce, di tenerezza, di cura.
Oggi questa benedizione è per te, Il progetto è stato deposto,
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sotto le stelle, "Tu sei mio Figlio"!
nel cielo del cuore, nello spazio dell'anima, Il dialogo ha inizio al Giordano
dove ogni uomo e ogni donna e continuerà per sempre, in ogni luogo:
è in grado di sentirlo, trovarlo, gioirne. il muro è crollato, la barriera è dissolta,
Questo disegno, arazzo dai mille colori, Padre e Figlio si dicono: è colloquio d'amore.
raccoglie il passato, il presente, il futuro; Dire "Padre" è un sospiro del cuore,
contiene insieme la nostalgia è risalire alla fonte, ritrovare la casa.
del cielo che è sopra di sé, Tutte le attese, le speranze
e lo stupore sempre nuovo volano in alto: è il "grazie" alla vita.
del cielo che è dentro di sé. Dire "Figlio" è il cielo che si apre,
Dunque, la nube che si scioglie in pioggia ,
guarda e ascolta "dentro": il cuore che tracima e si effonde,
vedrai e ascolterai "oltre" e "al di sopra" e fa essere l'altro, lo costituisce.
bellezza d'incanto e sinfonia d'amore. L'io non si appartiene e si ritrova nel tu:
È la tua stella, generare è paradosso ineffabile,
che dà luce al tuo cielo, calore al tuo cuore. essere generato è estasi permanente.
Dire "Padre" si traduce in due mani congiunte
nel sospiro verso l'in izio,
"Tu sei mio Figlio"
come fiume verso la sorgente.
Dire "Figlio" è spalancare le braccia,
Scendesti nell'acqua come tanti; è accoglienza, è compimento,
ti mettesti in fila con i peccatori
come se il mare immenso
lungo le rive del Giordano
ti avvolgesse d'infinita tenerezza.
e ci dicesti: "Sono uno di voi!". Padre, noi siamo terra,
Quando, però, uscisti dalle onde, ma il nostro cuore ti sente e ti chiama.
come l'antico Israele uscì dal Mar Rosso,
E tu, anche se siamo nella schiera dei peccatori,
si riaprirono i cieli, ripeti per ciascuno
lo Spirito ti coprì con la sua potenza "Tu sei mio figlio, l'amato".
e una voce dinanzi a tutti proclamò:
"Questi è il mio Figlio, l'amato".
Quante volte, da bambino, Io non lo conoscevo
e poi da adolescente e da giovane,
dagli anni dodici ai trenta, Lui, Giovanni, vestito di pelli,
quante volte, ne lla preghiera, avvezzo al digiuno e al silenzio,
avevi detto: "Abbà", Padre! era lì a Betania, oltre il Giordano.
E ora le nubi si squarciano E l'altro, Gesù, venne coi penitenti
e dall'infinito silenzio una voce: e chiese il lavacro della purificazione,
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per dare compimento alla giustizia. Eppure la parola, quella vera,
Ed ecco una voce: Questi è mio Figlio! scaturisce solo dal silenzio.
Ed ecco una colomba: Una creazione nuova! "Ascolta" è l'insistito appello
Io non lo conoscevo: Ora so bene chi è. che attraversa tutta la storia
È un'esperienza che si ripete tra noi. del rapporto dell'uomo con Dio.
Lui c'è: parla, agisce, cammina; "Tacere" ripeteva Rosmini,
gioisce, soffre, ha bisogno, attende. mente luminosa, cuore appassionato
"Quando, Signore, ti abbiamo mai visto? nella cui coscienza come in un giardino
E chi di noi ti ha incontrato per strada?". danzavano la verità, la bellezza, l'amore.
Eppure anche per noi c'è la voce, "Non posso" esclamava piangendo
anche i nostri occhi possono aprirsi: Tommaso d'Aquino. "Dinanzi a ciò che ho visto,
per vedere il tuo volto vero, il mio dire, il mio scritto è come paglia".
per scoprirti nel volto degli altri. "E Gesù taceva". Anche lui ha onorato il silenzio:
"Ti conoscevo per sentito dire: ed era la Parola del Padre.
ora ti vedo perché il mio cuore E dunque?
è cambiato e ti sente!" "Non sprecate parole", ha insegnato Gesù.
"Ho visto il povero, il malato, lo straniero È il cuore che p arla; è il cuore che ascolta.
e ho scoperto che nell'altro abiti tu La parola vuota non dice.
ed è fatto a te ciò che è fatto per l'altro". Il silenzio è voce udibile da tutti.
Signore, facci sentire ancora la tua voc e; "Il silenzio è lode dinanzi a te":
aprici gli occhi e, allora, conoscerti è comunicazione vera.
sarà stupore, sarà beatitudine e gioia. Se taci, la mente si fa luminosa;
E sarà anche compito e impegno. il cuore diventa eloquente.
E, forse, nel silenzio, si impara quella par ola
Tacere
che diventa ponte tra persona e persona.
E ponte tra l'uomo e il suo Dio:
Siamo nell'orgia delle parole:
"Se taci, vedi Dio; se vedi Dio, taci".
tutti parliamo di tutto,
spesso contro tutto e contro tutti.
Lo facciamo con gli altri Più luce
come a sommerger li in un mare
dove la chiacchiera tracima Signore, tu sei la luce:
e travolge senza aspettare risposta. il tuo volto è splendente, le vesti candide.
Lo facciamo con Dio: Sei specchio senza macchia,
è un tentativo di addomesticarlo, immagine fulgida della bontà infinita.
di possederlo con la parola Ma un giorno, dall'alto di un monte, hai detto:
quasi energia magica paralizzante "Voi siete la luce del mondo.
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Risplenda la vostra luce e si vedano le vostre opere belle".
Signore, noi la luce?
E' scritto
La tua affermazione ci sconcerta.
Spesso la nostra mente si rifugia nell'ombra,
segno dell'indistinto, della confusione; La vita dell'uomo è una "prova".
il cuore si fa torbido per gli egoismi, Prova come esplorazione di fedeltà,
per le intenzioni perverse, per amori sleali; di resistenza, di amore.
Prova come sollecitazione, invito, attrazione:
e la vita è trapunta di infedeltà,
di stanchezze, di ostilità, di pigrizie. canto fascinoso di Sirene, forza di gravità
Un giorno – è vero – ci fu consegnata che trascina, calamita che attrae.
una luce, la tua vita accese la nostra. Prova come cammino imper vio,
con pesante fardello sulle spalle o sul cuore.
Un altro giorno il nostro cuore
si infiammò d'amore per te E, allora, ecco paure, dubbi, incertezze;
e ci consegnammo senza riserve l'esperienza della fragilità, del buio, del vuoto.
per bruciare dinanzi a te come incenso Ci sarà una luce? Una voce amica?
e per dare luce sul cammino degli altri. Una mano che accompagna?
Ma l'olio si è consumato, Signore, tu trovasti la luce e la forza
lo stoppino si è fatto sottile, che riuscì v ittoriosa in un parola:
"E' scritto"!
la fiamma è smorta.
Eccoci, dunque, a rinnovare Nel naufragio delle certezze
con fiducia la nostra consegna: nella liquidità delle "tentazioni"
quella Parola ("E' scritto"!)
Signore Gesù, luce da luce,
ti apriamo il cuore, la libertà, la vita. apriva un orizzonte nuovo,
Come torrente di luce vera garantiva un valore,
sommergi le nostre esistenze: indicava una direzione,
e consentiva un passaggio:
come fuoco che purifica e arde
accendi i pensieri, gli affetti, le azioni dal pane alla relazione,
perché siano ardenti e luminosi, dalla sfida alla fiducia,
segno della presenza dello Spirito tuo, dal dominio alla donazione.
testimonianza della nostra appartenenza a te E il deserto cominciò a fiorire.
e rivelazione della tua salvezza Signore, aiutaci a leggere,
a capire, a vivere ciò che " è scritto".
che è pace, è gioia,
è amore generoso e fedele, senza ombre. Usciremo dall'egoismo accentratore.
per sempre. Amen Sapremo vincere la presunzione.
La corazza della superbia si apr irà
e, nella scioltezza delle relazioni,
si farà festa, non solo con gli angeli,
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ma con i figli e le figlie degli uomini, E i tre non dissero nulla, a nessuno.
vestiti di solidarietà e di amicizia, Quando u n giorno, però, da lontano,
capaci di umiltà e di mitezza videro lui inchiodato sulla croce
nel cuore. e lo udirono gridare: " Dio mio, ma perché?"
E il cuore diventerà un giardino. tornarono con il ricordo sul monte:
rividero la luce, riascoltarono la voce.
Il Figlio del Calvario è il Figlio del Tabor.
Oscurità e luce
L'amore ha due facce: la te nerezza e la tragedia,
il grido e la consegna, la morte e la vita.
Una nube densa, pesava, Ma è sempre amore, perché è uscire da sé,
come un macigno, sul cuore di quanti
è donarsi fino alla fine.
all'inizio lo avevano seguito
È lo stile dell'amare di Dio!
con slancio, coltivando speranze
che sembravano sogni felici.
Il buio era scaturito poi dalle sue parole: 6 marzo 2008
"Il Figlio dell'uomo deve soffrire molto,
essere messo a morte…" Il 6 marzo la Chiesa viterbese fa memoria del "dies natalis" di Santa Rosa,morta
"Se qualcuno vuol venire dietro a me appunto il 6 marzo 1251.Una venerata statua della Santa è stata collocata, per
rinneghi se stesso, prenda la sua croce iniziativa della ASL di Viterbo, all'ingresso dell'Ospedale provinciale di Belcolle.
e mi segua". Alla Santa Patrona di Viterbo il Vescovo ha rivolto la seguente preghiera.
Per lui la riprovazione e la morte!
Per loro una vita da perdere!
E allora "Gesù salì sul monte a pregare", PREGHIERA DI BENEDIZIONE
con tre di loro, depressi e assonnati,
chiusi nello sco nforto, attristati. Signore,
Ma d'improvviso una luce rifulse: Dio amante della vita,
il volto divenne splendente, sfolgoranti le vesti, fonte di coraggio e ragione di speranza,
Mosè ed Elia conversano con lui. noi a te diciamo grazie
E dall'alto una voce: " E' mio Figlio"! mentre contempliamo con gioia
La nube nera cede il posto al sole all'ingresso di questa struttura ospedaliera
che abbaglia come in pieno meriggio. la venerata immagine di
Gli occhi si chiudono. Il cuore sobbalza. santa Rosa
Lo stupore si fa voce ed esclama: la giovane patrona della città d i Viterbo.
"E' bello stare qui. Costruiamo capanne!". La sua vita fu segnata
Una visione. Un baleno. Un assaggio. dalla malattia, dalla povertà, dal dolore,
E Gesù restò solo: non più ma custodì sempre nel suo cuore l'amore.
né Elia né Mosè; né luce né voce. Ora è qui simbolo d'accoglienza
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di consolazione, di fiducia e speranza. non col timore, ma gridando speranza.
O celeste nostra Patrona Amare. Senza amore non si può imparare a servire;
sostieni chi soffre, accompagna chi cura, non si potrà mai divenire pastori.
rendi tutti capaci di amore Amare è uscire da sé;
per una vita serena, un mondo di pace, è prendersi cura, è consegnare la vita:
verso la pienezza infinita. a Dio, senza riserve;
Amen agli altri senza condizioni,
come me che un giorno, su un colle, ho gridato:
Padre, io mi abbandono a te. Padre, perdona!
Vi ho dato l'esempio
E il seme, nel buio della zolla,
germogliò in messe abbondante,
"Venite dietro a me:
in un campo di fraternità vera.
sarete partecipi della mia missione,
Il grano da allora divenne pane
con me e per me avrete a cuore il mondo".
per nutrire di grazia, di fede, di speranza, d'amore.
I primi furono detti "apostol i". Il chicco si è sfatto, ma la vita è fiorita
Altri ne seguirono: discepoli, amici, fratelli …
diaconi, presbiteri, vescovi.
"Come il Padre ha mandato me io mando voi… Salute a voi
Insegnate, andate, predicate, battezzate …".
Divennero annunciatori del Vangelo, "Salute a voi!"
operai della vigna, accompagnatori di viaggio , Ma come? Che senso ha questo saluto?
fratelli per ogni stagione. La parola è rivolta alle donne,
E a tutti – Lui, il Signore – quelle che all'alba erano presso il sepolcro.
consegnò una missione: tre parole "Salute a voi!" vuol dire:
come cerchi concentrici, "Rallegratevi, fate festa, gioite!"
come coordinate per tracciare un orizzonte. È il primo annuncio del Risorto,
Servire. Lui si era inginocchiato, di Colui che ha vinto la morte.
col grembiule, ai piedi dei suoi e aveva detto: "Siete libere! Ogni persona è chiamata alla vita!
"Vi ho dato l'esempio: imparate a servire". Comincia oggi una creazione nuova".
Con umiltà generosa spezzate il pane, All'inizio, nella notte del mondo,
sostenete chi soffre, camminate insieme, Dio disse: "Sia la luce",
raccontate di me e donate la pace. e fu esplosione di colori; poi sbocciarono i fiori,
Pascere. È offrire pascoli verdi, ma soprattutto, ci fu generazione di piante e di animali.
è dare voi stessi, deporre la vita, come una vest e,
e, con gioia, entusiasmo, con disinteresse e distacco; Nella notte dell'uomo, quando il buio è nel cuore,
con l'esempio e le azioni. un canto squarcia la ten ebra fitta:
Non da padroni, ma da trascinatori; "Cristo è la luce!" e una nuova storia comincia.
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Per questo il Risorto invita alla gioia: la sua vita ci trascende,
"Uomini e donne, siate nuove creature, la sua vittoria è incomprensibile:
fratelli e sorelle nella famiglia di Dio, non è lui, è un fantasma!
sbocciata da vincoli di grazia e d'amore". Ecco il dubbio, il rifiuto di credere,
E i discepoli gioirono nel ve dere il Signore! lo stupore e quasi il vaneggiamento.
Signore, grazie. Ma ecco il cammino della scoperta,
Intorno a noi, forse dentro di noi, il lungo processo del " riconoscere".
negli intricati dinamismi della storia La sua presenza inattesa dà "pace",
c'è ancora buio, la sua voce familiare "chiama per nome".
come se Pasqua non fosse venuta. E gli occhi si aprono,
C'è tristezza, malessere; c'è tanta paura. il cuore arde nel petto.
Ed ecco che tu dici: " Non temete". "Rabbunì! E' il Signore!
E aggiungi sereno: "Gioite!" Si torna a sentirlo "fraterno".
Noi ti abbracciamo i piedi e ti adoriamo. Con la morte
Apri i nostri cuori per accogliere il dono. era entrato nella nostra storia.
Rendi tenere le nostre anime per la tua gioia. Con la risurrezione
Una vita nuova – che è perdono, è comunione, noi entriamo nella sua vita.
è pace- ci faccia scoprire Per Pasqua è una nuova creazione:
che tu sei ancora vivo in mezzo a noi. la nostra vita è vita di Dio;
la nostra terra è spazio di cielo;
il nostro tempo è respiro d'eternità.
Lo riconobbero
È questo il cammino di Dio
ed il cammino dell'uomo:
Dinanzi ad un uomo che soffre, l'incarnazione e la divinizzazione.
inchiodato su un legno di croce,
Dio si è fatto uomo
è facile la commozione, è spontaneo
perché l'uomo diventasse Dio.
condividere il dolore e riconoscere "Mio Signore e mio Dio!"
il volto del Giusto, dell'Innocente, del Santo.
"Quest'uomo era veramente il Figlio di Dio!".
La sofferenza genera prossimità, Egli cammina con noi
crea familiarità, produce identificazione:
il dolore dell'altro è sofferenza mia! Signore, anch'io sono in cammino,
Ma non sempre è ovvia la condivisione. e vado verso Emmaus come "quei due"
Al mattino di Pasqua c'è Lui, in persona di quella prima sera pasquale.
il Risorto. Si discorre, si discute –forse anche troppo-
Ma visto come estraneo, diverso: come altro! ma il volto è triste, il cuore freddo
La sua condizio ne non ci appartiene, e la speranza –quella vera- è poca!
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Potrò avere la gioia di gridare: Tu rinfranca il mio cuore
"Ho visto il Signore!" e far festa e, allora, sarò capace di raccontare
con tutti, vicini e lontani, e sentire ai fratelli che tu cammini con noi
la tua presenza che è amicizia e pace? e ci precedi, sempre e ovunque,
O tu che cammini, che cerchi, che aspetti, dalla regione povera degli inizi,
non fermarti, cammina e guarda innanzi. per sentieri spesso inediti e duri,
L'avventura di "quei due" di Emmaus fino alla patria felice del compimento.
insegna anche a te alcuni passaggi obbligati. Grazie. Amen. Alleluia.
Lo sconvolgimento.
"Alcune donne ci hanno sconvolti":
Il lievito
è paura, terrore; è un terremoto.
Non c'è ordine, né connessione, né logica:
"Fate sparire i lievito dalle vostre case".
tutto è scompost o; dappertutto macerie.
Ma non aver paura. Non disperare. Così il Signore preparò Israele a partire:
La spiegazione dei significati. è il comando pasquale degli azzimi.
"E cominciando da Mosè e dai profeti, Nella tradizione biblica del culto
spiegò loro nelle Scritture le cose di lui". il lievito sa raccontare la relazione con Dio
e dà senso allo statuto dell'esistenza credente.
"Quei due" conoscevano gli avvenimenti;
Pane puro, senza fermento, è sacrificio
erano affascinati dal messaggio;
degno e accetto al Signore per Israele.
sogni felici coltivavano nel cuore.
Pane senza lievito fu quello degli Ebrei
Ma non avevano capito la croce,
nella notte della partenza affrettata.
per loro era assurda la morte, la tomba.
Pane azzimo di sincerità e verità,
Avevano dimenticato la storia del seme
e non potevano aspettare la messe: senza malizia, è la vita propria
di chi partecipa della novità di Cristo.
non c'era pane per la loro fame.
Pane non fermentato fu quello della Cena
La mensa.
"Quando furono a tavola con loro, in cui Cristo "passava" dal mondo
prese il pane, lo spezzò, lo diede". e donava il suo corpo come cibo di vita.
Noi tutti, pellegrini nel tempo,
Ecco il prodigio: il seme è già pane.
abbiamo bisogno di pane.
Gli occhi si aprono, il cuore arde,
Anzi, tutti noi siamo chiamati
il sapore di quel pane
ad essere pane, a partire dall'essere
è vita, è pace, è gioia.
Signore, dopo la paura e lo sconforto, chicco di grano fino alla messe matura.
anch'io ti voglio cingere i piedi Ma per essere pane è lungo il cammino.
e adorarti. Così inginocchiato, Ignazio martire si sentiva frumento
pronto per essere macinato e fatto pane.
ti vedo, ti sento,ti credo, ti amo.
Paolo scongiurava i Corinzi a celebrare la Pasqua
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senza il lievito vecchio e perverso. Se è oscura e pesante è minaccia,
Tommaso cantava commosso l'Agnello pasquale incute terror e, produce distanza.
e gli azzimi dell'ultima Cena: Così la nube ha due volti:
"Scompaia ciò che è vecchio, tutto sia nuovo, nell'attraversare il deserto
i cuori, i canti, le azioni". per Israele fu difesa dal sole
Signore, tu sai come nel cuore e fu, di notte, fuoco che guida.
dell'uomo e nei tessuti della storia Per Elia fu il segno che portava la pioggia.
si annidino i fermenti della corruzione. La nube ha accompagnato i passi di Gesù.
Lo hai spiegato ai discepoli con chiarezza. Per tutti sarà l'annuncio del Signore che viene.
"Intenzioni cattive, cupidigia, malvagità e inganni, Signore,
impudicizie e calunnie, superbia e stoltezza: tu sei vicino e lontano;
questo viene dal cuore degli uomini ti manifesti e ti nascondi.
e questo contamina l'uomo"! La nube ci dice che tu ci sei.
Un lievito vecchio corrompe una farina buona. La nube non ci fa vedere il tuo volto.
Un cuore perverso avvelena tutta la vita. "Tu hai deciso di abitare nella nube".
Signore, la tua risurrezione è vita nuova, È bello, allora, guardare il cielo:
è rigenerazione del cuore, trasformazione della mente. il desiderio sale e si trascina dietro
Rendici nuovi: pensieri ed affetti, fino lassù
pani veri in un mondo che ha fame, dove ogni ombra scompare e tutto è luce
azzimi puri per la novità della storia! e, al di là della nube, c'è il trionfo dell'amore
che diventa conoscenza piena,
visione faccia a faccia, unione perfetta.
La nube

Erano ancora là, su quel colle, Il bacio di Dio


e stavano "fissando il cielo".
Guardare in alto è bisogno del cuore, "Lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque":
è anelito e sospiro dell'anima, dall'abisso del nulla emerse la varietà
è voglia di uno spazio infinito. la bellezza, la gioia delle cose del mondo.
In alto, lassù, una piccola nube "Lo Spirito di Dio riempie l'universo":
bloccava lo sguardo, negava l'azzurro, ogni vita fiorisce, ogni voce risuona,
soprattutto impediva di salire con Lui. il calore risplende, sboccia il sorriso.
Gesù se ne andava e loro, Undici, "E furono tutti pieni di Spirito Santo":
si sentivano traditi dalla nube. c'è un luogo dove è sempre Pentecoste:
La nube! è la Chiesa;
Se è leggera e rapida è il carro di Dio, c'è uno spazio dove lo Spirito trionfa:
porta la luce, la pioggia, la presenza. è il cuore credente;
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c'è un'azione dello Spirito sempre nuova:
trasformare i cuori di pietra in cuori di carne.

Signore, che sai dare la vita:


come è arida la nostra terra!
Il cuore è secco come un coccio,
riarsa è l'anima, vuota la casa.
Ma in quel primo giorno della settimana,
di sera, venne Gesù, a porte chiuse
tra i suoi. Soffiò e disse loro:
"Ricevete lo Spirito Santo".
Soffiò.
"Fu per certo un bacio",
gridava estatico Bernardo a Clairvaux.
È la vita nuova: il "respirare assieme"
con il Dio del "Cantico dei cantici".
Lo Spirito è l'Amore che unisce,
con indissolubile nodo,
l'Amante (il Padre) e l'Amato (il Figlio)
in un vincolo che è unità indivisibile,
è imperturbabile pace.
Salga a te, Spirito Santo, la preghiera
come incenso profumato.
E tu effondi su noi i tuoi carismi,
rendici tempio della tua gloria,
inebriaci con l'abbondanza della tua grazia,
soffia su di noi e il tuo bacio di fuoco
sarà esperienza gioiosa del Padre e del Figlio
nell'unità beata dell'eterno Amore.

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