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1 Lodate Dio (Lode)

Su anime leggiadre Egl’è quel sommo bene. Gustate i suoni e canti,


Vestitevi d’amore Che v’ha tutti creati Che sono in Paradiso,
Rendet’al sommo Padre Tratti di mortal pene, Horsù gentili amanti
Lodate Dio, Laude, gloria et onore. Con sua morte salvati, Tenete l’occhio fiso,
lodate Dio Ringraziate il Signore Al ciel sete chiamati Mirate il dolce viso
Col cor umile e pio. Con ogni buon desio. Da Gesù dolce e pio. Di Gesù nostro Dio.
Lodate Dio… Lodate Dio… Lodate Dio…
Amat’ardentemente Lodate Dio, lodate Dio
Si bello e buono Sposo, Col cor umile e pio.
Cercate con la mente
Il suo dolce riposo, A l'alma Genitrice
Chi voi esser gioioso Di Dio lodi rendete:
Ascolti il parlar mio. Al parto suó felice
Vostr' occhi e mente ergete,
Lodate Dio, lodate Dio Caldi prieghi porgete,
Col cor umile e pio. Ne mai vi prenda oblio
Desiderate presto Lodate Dio, lodate Dio
Andar con Lui al cielo, Col cor umile e pio.
Non vi paia molesto
Lasciar il mortal velo,
Fuggite con gran zelo
Ogni diletto rio.
2 Deh, piangi anima mia (Penitenza)

Deh piangi anima mia Misero me qual mago


L’antica tua follia, De la mia pena vago.
Deh piangi afflitto core, M’havea si trasformato
Il tuo passato errore, I1 mio proprio peccato,
E i di tristi e penosi, Lasso me fu l’incanto,
Che ti parean’gioiosi. Che mi cambio cotanto.
O sventurati giorni In forma e vista humana
Fallacemente adórni Era una fiera strana.
Quando longi da Dio Brutto animale e stolto,
Lo sfrenato desio In mille vizi involto,
Per vie fangose e torte Nella puzza e nel fango
Mi trasportava a morte. Hor me n’accorgo, e piango.
La fiamma, ou’io giacea. Deh piangi alma pentita
Letto di fior credea, Morte della tua vita.
L’assenzio il tosco el fele Mercede ai santi piedi
Pareami ambrosia, e mele Da te confitti e chiedi,
E le tenebre mie Sin che con cinque rivi
Luce di mezzo die. Ti lavi, e ti ravvivi.
(2a) Anima mia dolente (Penitenza “Figliol Prodigo”)
Anima mia dolente Ahi ch’in lacera veste
Che non hai caritade. Egra siede e cattiva
Chi fia che ti sostenti China la fronte mesta
In si gran povertade? D’ogni baldanza priva
Gesù che è pan di vita Più dolorosa sorte
Fatt’ha da me partita. Già non può dar la morte.

Deh quanti servi, e quanti Su su risorger voglio


Ha il tuo padre in governo E gir dal padre mio.
Che di pani abondanti Dirò con gran cordoglio
Vivon l’estate e’l verno. Purtroppo ho peccat’io
E tu pur l’occhio torci Ricevemi se vuoi
A silique de porci. Com’un de servi tuoi.

Qual’egli avria martoro Ecco il padre che corre


S’or ti vedesse in viso? Eccolo che m’abbraccia
Dov’è la veste d’oro Alma mia non ti sciorre
Tessuta in paradiso? Mai più da le sua braccia
Dov’è il candido manto O aventuroso giorno
Che gli costò cotanto? Che feci a lui ritorno.

(2b) Signor ti benedico (Lode)


Signor ti benedico A morte era vicino,
Signor laude a te dico, Quando d'olio, e di vino
Che mentre era caduto, M'ungesti, e mi lavasti,
Corresti à darmi aiuto E le piaghe legasti,
O singolar bontade, O benedetta mano
C'hebbe di me pietade, Del buon Samaritano.
Il mio aversario fiero L'olio fu il dolce affetto
Delle mie spoglie altiero, Del tuo paterno petto,
M'havea ferito e, vinto, E'l vino il puro sangue,
E poco men ch'estinto, Ch'usci dal corpo esangue,
O man pietosa, et forte, O charitate immensa,
Che mi scampò da morte. Che tal gratie dispensa.

(2c) Il Re fa nozze al figlio (Parabola)


Il Re fa nozze al figlio Ringrazia anima mia
Di puro vin vermiglio La man potente, e pia,
E d’uno agnello arrosto Che sana ogni tua piaga,
Che molto ben gli è costo E ogni tua doglia appaga
O privi di consiglio O lingua, o sensi, o core
Che non venite tosto. Benedite il Signore.
Venite con la vesta Quivi lo sposo adorno
Degna di cotal festa Ministra ciascun giorno
Ch’entrando il gran Signore E scorre per lo cielo
Non vi cacciasse fuore Cinto d’un bianco velo,
Vedendo faccia mesta Stan gli Angioli d’intorno
O mal turbato core. Con amoroso zelo.
(2d) Io venni su dal cielo (Gesù Salvatore)
Io venni su dal cielo Al fin mandando fuora
A metter foco in terra L’infocate parole
Per dileguar il gelo Sì fer gl’uomini allora
Ch’il freddo cor riserra Come di ghiaccio al sole
Ora che altro vogl’io Qual sospirando ardea
Che fiamma di desio. Qual lacrime spargea.
Fuor del paterno seno Sopra due legni cossi
Uscendo ritrovai La mia carne gentile
Una stalla col fieno I chiodi il sangue gl’ossi
E quivi l’attaccai Fur pietra esca e focile
Fu la notte gran vento Qui s’aprì la fornace
Pur non rimase spento. C’ogni cor duro sface.
Indi s’aprese ai cori Compito l’olocausto
Che dolcemente gl’arse Nel ciel ritorno fei
De semplici pastori Donde con molto fausto
E d’ogn intorno sparse Sopra gli eletti miei
Per le propinque ville Mandai si dolce foco
Caldissime scintille. Che non trovavan loco.
Poi gran tempo il tenn’io Hor se fra tanto ardore
Tacendo in me ristretto E fiamme si cocenti
E spesso mi sentio Non hai sghiacciato’l core
Strugger il cor nel petto Ma freddo ancor ti senti
Dicendo in tanta noia Riprendi tua follia
Quando sarà ch’io moia. Che non è colpa mia.
(2e) Quand’io vedo il Messia (Natività)
Quand’io vedo il Messia Per me dal ciel partita
Tra’l bue e l’asinello Fece lo sposo caro
Giacer nel vil’ostello E per me vedo chiaro
Con Gioseff’e Maria Che vuol metter la vita
Non rimanè in me dramma O scellerata o ria
Che non sia foco e fiamma O trista anima mia.
Perché venisti o Dio Versa dagli occhi fiumi
A patir pene amare E di dolor ti pasci
Deh non mi ti celare Fin che seco rinasci
Che ben ti conosc’io Deposti i rei costumi
In veste peregrina Forse ancor sia ch’impetri
Vien maestà divina. Che dal morir s’arretri.
So che per me venisti Dove ne vai bambino
Ch’altra cagion non hai Per questo freddo cielo
C’ha provar pene e guai Di notte in tanto gelo?
Che gli miei falli tristi Nessun va per camino
Per le mie colpe tante Sin’all’augel s’asconde
Venne il fidel amante. In sasso in ramo o in fronde.
Come ne vai sicuro
Per questa terra infida?
Fuggi che non t’occida
Lo Re spietato e duro
Fuggi ch’ebbe novella
Di tua presaga stella.
(2f) Signor fammi gentile (Conversione)
Signor fammi gentile E te chiama o crudele
Ch’io son di cor villano Che gli doni soccorso
Non esser tanto umile Non pur d’aceto e fele
Con l’uom superbo e strano Ma d’acqua un picciol sorso
Che voi da terra e vile Ch’esca da cuor fedele
Tu re del ciel soprano. E non di tigre o d’orso.
Del tuo corpo fatt’hai Squarcia in mezzo il tuo petto
Signor mio cinque laghi E’l sangue ch’indi viene
E prego ch’oggi mai Trasfondi con diletto
Mia crudeltà s’appaghi Nelle sacrate vene
Cuor mio duro che fai Vo’ porlo ecco in effetto
Perché non ti ci allaghi O Dio chi mi ritiene.
Perché non ti consumi Ahi che non puoi far tanto
Sopra il suo corpo essangue Ch’una sua pena adegui
Ch’ha già versato fiumi Ma pur col desio santo
Fiumi di vivo sangue Le sue vestigie segui
Mira i pietosi lumi S’altro non tutta in pianto
Del tuo sposo che langue. Priego che ti dilegui.

(2g) O Vergine Regina (Ave Regina Coelorum) (BVM)


O Vergine regina Tu giardin ben serrato,
O Regina dei Cieli Tu fonte d’acqua viva,
Te riverente inchina Tu castel ben fondato,
La turba dei fedeli Tu speciosa oliva,
Quantunque pargoletta Tu specchio rilucente,
Sei nelle fasce stretta. Tu gloria di tua gente.
O degl’Angeli donna, Guardane ti preghiamo
O degl’uomini madre, Dolce avvocata nostra
O sostegno e colonna Fin ch’l novello Adamo
Di quante opre leggiadre Esca de le tue chiostra
Uscir mai del concetto Cresci, cresci o fanciulla
Del divino Architetto. Che senza te siam nulla.
3 Chi vuol salir al cielo (Conversione)

Guida e Pellegrino

Gui. Chi vuol salir al Cielo, G. Chi per Dio tutto lascia,
Dove si vede Dio, In Dio tutto ritrova,
Ascolti il parlar mio. Ben lo sà chi lo prova.
Pel. Gran tempo è, ch'io n’ho voglia P. Sentomi così stanco
Però ch'in questa terra E di corpo è d'ingegno,
Non trovo altro che guerra. Ch'à pena mi sostegno.
G. Tu non potrai salire G. Gusta vin d'allegrezza,
Per questo erto sentiero, Prendi cibo d'Amore,
Se non vai ben leggiero. Che ti conforti il core.
P. Ecco, ch'io mi sviluppo P. Lodato sia l'Altissimo,
D'ogni impaccio del mondo Ch'or vò per ogni lato
Che mi tirava al fondo. Come Cervo assetato.
G. Spogliati d'ogni cosa G. Non arrestar il corso,
Troppo allacciato sei, Che quanto più ti stendi,
Non basta dir vorrei. Tanto più forza prendi.
P. Con la robba gli honori P. Deh Signor dammi penne,
Voglio anco metter giù, Ch'io voli nel tuo seno
E che vorresti più? Per questo Ciel sereno.
G. Spogliati di te stesso, Parmi la terra un punto,
Che se questo non fai, Quando rimiro a basso
Poco innanzi anderai. Stupisco et dico, ahi lasso,
P. O che dura battaglia, Dunque sol per un sasso,
Io credo, che men forte Ch'è di formiche picciola caverna,
Mi sarebbe la morte. Perdon' gli huomin mortal la vita eterna.
(3a) Anima mia che pensi (Anima e corpo) (Conversione)
1

Cor. Anima mia che pensi? C. Alma d'ogn'altra cosa


Perche dogliosa stai Tu sei più bella e vaga
Sempre trahendo guai? In te dunque ti appaga.
Ani. Vorrei riposo e pace, A. Già non mi feci io stessa,
Vorrei diletto e gioia, E come in me potrei
E trovo affanno, e noia. Quetar gl'affetti miei?
C. Ecco i miei sensi prendi, C. Lasso che di noi fia,
Qui ti riposa, e godi Se ritròsa sei tanto
In mille vàrij modi. Starenci sempre in pianto?
A. Non vò più ber quest'acque, A. Questo nò, se m'ascolti,
Che la mia sete ardente E se meco rimiri
S'infiamma maggiormente. A più alti desiri.
C. Prendi gl'honor del mondo, Terra perche mi tiri
Qui gioir quanto vuoi, Pur'a la terra?
Quì satiarti poi. hor segui il voler mio,
A. Nò nò, ch'io sò per prova E ambi doi riposerenci in Dio.
Con quanto assentio, e fele,
Copre il suo falso mele.
(3b) Io vorrei mutar vita (Maestro, et Discepolo) (Conversione)
D. Io vorrei mutar vita D. Dican' ch'io serva à Dio
Gia lo mio cor si pente Ma non faccia piu bene
Ma che dirà la gente? Ch'a gentil' huom' conviene.
M. L'huom' saggio dirà bene M. Dilli che sei Christiano
Gli stolti rideranno E che gia nel Battesmo
Ma questi che ti fanno? Lasciasti il gentilesmo.
D. Converrà che tra loro D. Dican tu resterai,
Vada selvaggio et fiero Molto stretta l'hai presa
Come can' forestiero. Quest'è tropp'alta impresa.
M. E tu passa tra buoni M. Di ch'el tuo gran signore
Segui lor compagnia Ti farà così forte,
C'havrai grand'allegria Che non temerai morte.
D. Diran ch'io son un sciocco D. Gli stessi che pur dianzi
Togliendom'il piacere Mi biasimaron tanto
Che potrei spesso havere. Dican hor, che son santo.
M. Di ch'è pazzia la loro M. Hor temi più che prima
Dar per cosa mortale Di, che niente fai
L'alma che tanto vale. Ne pur cominciat'hai.
(3c) Ecco la morte viene (Timore della Morte)
Ecco la morte viene Siamo presso che morti.
Che con falce tagliente Io son ch'(i)l mondo vinsi
Fa macel de la gente. Son il tuo dolce Cristo
Non m'hai più volte visto.
Cosi vid'io l'altr'hieri
Far mietitor de l'erba Io spuntai l'unge à morte
Ch'una pur non ne serba. Io gli hò schiacciato i denti
Alma perche paventi?
De fior vermigli et bianchi Dov'è morte il tuo strale
Qual preciso cadea
Dove gli tuoi trofei
Qual caduto languea.
Gia disarmata sei.
Morte feroce, et empia Gesù fuss'io pur teco
Qual catena ò qual morso Chi teco stà ben forte
Può ritener tuo corso? Non teme de la morte.
Soccorrici ò Signore Temi tu peccatore
Se tu non ci conforti Tu che lasciar non vuoi
Gl'horrendi vitij tuoi.
(3d) O sacro santo legno (Adorazione della Croce)
O sacro santo legno, Tu baston, che conforti
Dove le membra stese Lo stanco pellegrino
Il mio Signor cortese. A seguir suo camino.
Dove con lancia et chiodi Tu sei l'arco celeste,
Fu ferito, et passato Che'l buon Padre rimira,
Mani piedi, e costato. Qual'hor con noi s'adira.
Chi potra dir le tue lodi, Tu sei l'eburneo letto,
Poi che in te si riserra, Dove consuma amore
Quant'ha di ben la terra? Lo mio Sposo e Signore.
Tu sei scala ben dritta, Tu stendardo de buoni,
Per cui s'ascende e sale Alla cui vista solo
Alla vita immortale. Fugge'l nemico stuolo.
Tu sei ponte ben fermo, Tu spada che vibrando,
Per cui passa la gente, Fà cader morto avante
L'invincibil Torrente. L'orgoglioso gigante.

Tu sei chiave del cielo, Tu scudo, che percosso,


Ch'à vita apri le porte, Fortemente rigitta
E le richiudi à morte. Ogni acuta sagitta.
Tu statera del prezzo, Tu nobile trofeo
Che rende à noi propitia Di ricche spoglie intorno
La divina giustizia. Terribilmente adorno.
Tu sei nave sicura, Tu martello che'l corno
Che per questo mar morto
Hai rotto e fracassato al serpe antico,
Guidi le gente a porto.
Te Croce santa adoro et benedico.
4 Se questa valle di miseria piena (Conversione)

Se questa valle di miserie piena Deh lasciam dunque questa oscura valle,
Par così amena, e vaga, hor che fia quella Il dritto calle della via smarrita
Beata, e bella region di pace Cristo ne addita, e dice, o Pellegrino
Patria verace? Ecco il camino.
Se questo tempestoso mar di pianto
È dolce tanto, à chi con fragil barca Prendi la Croce, e dietro à me t'invia,
Errando il varca, qual gioia, e conforto Io son la via, io sono il vero duce,
Sara nel porto? Che ti conduce alla Città superna
Se grato è il campo, ove il crudel nemico Di gloria eterna.
Per odio antico guerra ogn'hor ci muove,
Che fia la dove al vincitor si dona
L'alta corona.
(4a) Anime affaticate, et sitibonde (Conversione)
Anime affaticate, et sitibonde A le cisterne, ai molti stagni, ai laghi,
Venite a l'onde vive ove v'invita Vanno i cor vaghi pur del sommo bene,
La vera vita, ove la lunga sete Ma di tal viene il ber sempre maggiore
Spegner potrete. Fà il vostro ardore.
La lunga sete natural, che sempre Venite adunque a l'acque dolci, e chiare,
Con dure tempre il cor arde, e tormenta Torbide e amare son l'acque d'Egitto,
Ne il foco allenta mai, se non s'arriva Il camin dritto prenda, e saglia il monte
A l'acqua viva. Chi brama il fonte.
A l'acqua viva, che con voglie accese
Donna humil chiese a la fontana eterna,
Che in sua cisterna il mondo si soave
Acqua non have.
(4b) A nostri preghi o maestà divina (Supplica)
A nostri preghi o maesta divina Stampa signor'il tuo divin amore
Gli orecch'inchina sol per tua pietade Nel nostro cuore; et salda fede, et viva
Et per bontad'accetta dei devoti Sempre ravviva con l'eterna luce,
Tuoi servi i voti. Che à te conduce.
Mira benigno dal tuo seggio santo Traggi da gli occhi lagrimosa vena:
Il nostro pianto, & con sereno aspetto La carne affrena, e questi sensi erranti
Dal nostro petto ogni tenebra sgombra Co'i digiuni santi, et ogni vitio cada.
Che il cuor n'ingombra. Per la tua spada.
Predona i falli, & tante colpe gravi Fugga lontan dal popul tuo fedele
Tua pietà lavi, e rompi le catene Satan crudele, & dal tuo excelso trono
Solliev'al bene con la man potente Il santo e buono spirito descenda,
L'alma giacente. Che il cuor n'incenda.
Senza te ci sommergon le profonde Al Padre, al Figlio, a lo Spirito eterno
Horribil'onde dell'eterna morte, Nel ciel superno, et nella terra dia
Ma'l braccio, forte tuo n'erge à le stelle Ogni alma pia, che ben si congaude,
Lucenti et belle. Honore, et laude.
Cristo bontade, et vita, et luce vera
Letitia intiera, caritade immensa,
La qual dispensa, il sangue onde salvasti
L'huom che creasti.
(4c) Come ti vedo ohimè (Passione)
Cristo. Anima.
A. Come ti vedo ohimè di sangue asperso E non già per cittadi, ò per Castella,
E tutto immerso nel dolor di morte Ma per te bella, e dolce Anima mia,
O guerrier forte chi t'ha si piagato Che perso havia, con si grave martoro
Ben crudo è stato. Languisco e moro.
C. Mi tradì fiero, e disleale amico, A. Deh come tardi hor ti conosco Amore
Piangendo il dico, et altri mi lasciaro Fenditi, ò cuore in mille, e mille parte
Che pur giuraro di seguir mia sorte, Vò consumarti in dolorose tempre,
Fra ceppi e morte. Vò pianger sempre.
Io corsi come Agnello a la tonsura
Tra gente dura, e per l'altrui delitto
Hor qui trafitto son come tu vedi
E man, e piedi.
(4d) Onde cotanto ardor (Laude à San Lorenzo)
Onde cotanto ardor Lorenzo impigli, Egri et mendici, et dispensar fra loro,
Che rassomigl'un Serafino in carne? Sacro Thesoro.
Dillo, che trarne util'essempio bramo, Ad altri ricopersi il nudo fianco,
Dillo, ch'io t'amo. Altri, che manco venian per la fame,
Casti pensieri in giovenil'etate, Duro certame di vivanda empiva,
Vera humiltate, Amor largo, et profondo Che gli ravviva,
Mi dier nel mondo, singolar vittoria, Indi posto, a lor pie, gli lavo, & tergo,
Et nel ciel gloria. Bacio, et aspergo de lagrim' ardente,
Amor mi spinse à desiar la morte, Che gli ramente, il mio contrasto altero,
Et pianger forte, che'l mio Padre, et Duce Et mercè ch'ero,
Non mi conduce seco in compagnia, Questi carboni fur, queste le faci,
Per l'erta via, Ond'llaudaci imprese io fui si caldo,
Amor mi spinse a ricercar la notte Quindi il cor baldo, et le risposte vive,
Per chiuse grotte, i miei piu cari amici, Di Viltà schive
5 Perché ripieno sei (Salmo 41) (Conversione)

Perche ripieno sei Gia de quest'occhi un rio Forza'è che torni, ahi lasso,
Cor mio de tanti omei? Versat'ha'l petto mio, In questo viver basso,
Spera, ch'ancor vedrò, Et pur dimostri ohime, Pur mi ricorderò,
Chi rallegrar mi può, Che contento non se, Quando salir vorrò
Luce degli occhi miei Misero che poss'io? La via di passo in passo
Più non ti lasciarò. Se non chiamar mercè. E così canterò.
L'anima mia ti brama, Hor sento aprir le porte, Perche ripieno sei
Qual'assetata Dama, Che chius'eran sì forte; Cor mio de tanti omei?
E come cervo va, Et vedo scender giù Spera, ch'ancor vedrò,
Seguendo tua bontà; Torrenti di la sù, Chi rallegrar mi può,
Ma di quel che tant'ama; Ch'abbondan di tal sorte. Luce degli occhi miei
Gocciola pur non hà. Ch'io non ne posso più. Più non ti lascierò.
Di tua presenza amore Perdona, ch'io son terra,
Già s'è nutrito'l core, Spirto mio non più guerra,
Hor se questa non ho, Habbi di me pietà,
Come viver potrò; Deh non andar più la,
Soccorrimi o Signore Se'l mar ti cinge e serra,
Se non ch'i mi morrò. Chi te ne caverà?
6 Chi vuol seguir la guerra (Combattimento Spirituale)

Chi vuol seguir la guerra,


Per far del Ciel'acquisto. Et io per te ne foco
Sù levasi da terra, Sopporto, ne flagello,
Et venga à farsi Cavallier di Cristo Ma temo un picciol gioco
Chi non ha cuor non vada. De fanciulli, che dican' vello vello.
Chi teme d'arc'ò fromba, Oh che grave cordoglio,
Ritorni per strada, Lo scudo che gittai,
Che poi non fugga al primo suon di tromba. Hoggi ripigliar' voglio,
Tu dolce mio Signore, Ripigliar' voglio, e non lasciarlo mai.
Perch'io non fussi vinto,
Soffristi ogni dolore;
E'in campo aperto rimanesti estinto.
(6a) Di sua salute dono (L'Ave Maria) (BVM)
Di sua salute dono Madre de Dio Maria
Ti facci il Signor bono Santa, clemente, e pia,
Maria, dentr'al cui petto Tu che dar sempre puoi
Han le gratie del Ciel sacro ricetto. Aiuto al peccator prega per noi.
Il nostro e tuo Signore, Prega per noi adesso
E teco a tutte l'hore: Che viver n'è concesso
Tu sola donna eletta, Ma piu porgici aita
Tra l'altre sei beata, e benedetta. Madre pietosa al'ultima partita.
Il generoso frutto
Dal tuo bel fior produtto,
E benedetto ancora,
Gesù figliuol de Dio, ch'il ciel' honora.
(6b) Ditenè o buon Pastori (Natività)
Ditenè o buon Pastori O pastor che vegliaste
Onde vien tante luce. Sopra l'amata greggia;
Che nei profondi horrori Ditene ove trovaste
Di mezza notte'il mezzo giorno adduce. Colui per cui si canta, et si festeggia?
E’ Nato l'oriente, In vil luogo terreno
Nato è il sole di giustizia, In pannicelli avvolto
Che da l'oscura mente Giace il gran Re sul fieno
Sgombra il peccato, e scaccia ogni mestizia. Tra due giumenti, ò mondo cieco e stolto.
Ditene ò Pastori santi. Corri anima che fai?
Ond'è questa Armonia? Corri al pover covile
Ei non usati canti, Che pur dormendo stai?
Ch'empion l'aria di dolce melodia. Ecco il tuo sposo in habito servile.
Fan feste l'alte spere Per te tutto tremante
Che finita è la guerra; Inerme, et pargoletto
Et l'Angeliche schiere Per te piange il tuo Amante
Annuntian gloria in cielo, et pace in terra. Ponlo, ch'altro non brama ente il tuo petto.
O beato quel core
Che fa di se Presepio al suo Signore.

(6c) Di nuova luce adorna (Nell'Ascensione del Signore)


Di nuova luce adorna Lingua non è, ch'adegue
L'alto fattor, il Cielo Le richezze, i thesori,
Hoggi, che'l mortal velo L'accoglienze, gli honori,
Del caro figlio glorioso accoglie. Che dal gran Padre, il figlio hoggi riceve.
O di che ricche spoglie Nube lucente e lieve,
Carco si riconduce Che'l bel corpo circondi,
Il trionfante Duce, Deh perche ingrata ascondi
A la superna patria in paradiso. Si tosto à gl'occhi miei la dolce vista?
Quel che pur dianzi ucciso Vedi, ch'afflitta, e trista
Fu con oltraggio e scherno Sarà sempre mia vita,
Vincitor dell'inferno, Sinche quella infinita
E de la morte, in cielo hor viv'e regna. Gloria, e bellezza eternamente miri.
E sotto l'alma insegna Deh perche non mi tiri,
De la croce vermiglia, Su per l'aer sereno,
Piena di meraviglia, Raccolto nel suo seno
E d'allegrezz'una gran schiera il segue. A la città di tanta luce adorna?

(6d) Noi siam care sorelle (Grazie)


Noi siam care sorelle Ma voi alme leggiadre,
Gratie ciascun ci chiama Cui viva ardente fiamma
E nel ciel siamo stelle Di virtù vera infiamma
Propitie e liete a chi ben opra, et ama. Alme sante dilette al sommo Padre.
Il mondo ingrato e stolto Voi ne l'opre honorate,
Rade volte n'accoglie, Gia mai non vi stancate,
Perche tutte sue voglie, Purche miriate al fine
Et ogni suo pensier in terra e volto. Che tardi non fur mai gratie divine.
(6e) Felice et nobil pianta (Croce albero della Vita)

Felice et nobil pianta Ira, Sdegno, odio, et guerra


Del celeste giardino Fuggon dal tuo cospetto,
Del cui frutto divino Amor pace, et diletto
Ogn’anima gentil si nutre e pasce Vengono in compagnia del tuo bel viso
Dolc'amicizia e santa Hor se beati in terra
Ond'ogni ben qua giù germogli'è nasce Ne rendi che fia poi nel paradiso?
Tu con soave dono
Col ciel la terra giungi
Tù amando congiungi
Con la sua creatura il Creatore
Tu con mirabil modo
Albergh'e reggi entro due pett'un core.

(6f) Grida qual tromba grida (Conversione)


Grida qual tromba grida Tu seguisti la via
Che fai gridar, piu forte, De falsi amanti tuoi,
Gl'inimici a le porte Ma s'a me tornar vuoi
Con ferro, e foco, e minacciose strida. Riceverti prometto hor come pria.
Offeso e'l Signor buono, Lasci l'empio sua strada,
Deh temete'l suo zelo, E suoi pensieri perversi,
Irato è Dio del Cielo, Vengan tutti conversi,
Ne vuol pur l'huomo dimandar perdono. Et ecco in dietro ritrarò la spada.
Ma forse a lui non piace Perche morte procuri,
Perdonar altra volta, Perche di me ti privi,
Hor odi figlia, ascolta Peccator torna, et vivi,
O casa d'Israel, Verbo di pace. Io pur ti cerco, et tu di me non curi.
Ne rendi che fia poi nel paradiso?
7 Gesù nostro riscatto (Ascensione)
(Iesu nostra redemptio)

Gesù nostro riscatto L’istessa pietà faccia,


Nostro amore e desio, C’hor vinchi i nostri mali
Padre del tutto è Dio, E scuopri à noi mortali
Nel fin dei tempi Huom fatto La tua serena faccia.
Qual ti vinse pietà, Signor tu nostra gioia
Che gli error nostri porte Tu premio di vittoria
Soffrendo acerba morte In te la nostra gloria
Per noi scampar di là? Sia sempre, e mai non moia.
Giù nell’inferno vai,
Tuoi prigion riscotendo,
Poi vincitor salendo,
Del Padre à lato stai.
(7a) Hoggi la vita nasce (Natività)
Hoggi la vita nasce Quand'il tuo latte fugge;
Chi temerà piu morte Et quando in grembo assonna;
Vedila chiusa in fasce, Come ò vergine donna
O gratiosa sorte. Lo cor non ti si strugge?
O dì lieto, e felice: Come tutta non ardi;
Quando'l Re de le stelle Quando lieto, e satollo
Venne à succhiar mammelle Ti pon le braccia al collo,
Della mia genitrice. Con amorosi sguardi?
Nessun più mi dispreggi Come non muor di brama,
Che nobile son'io Come'l cor non si spezza
S'hò per fratello Dio, Per soverchia dolcezza,
Che fia che mi pareggi? Quando Madre ti chiama?
Benedetta sij tu
Frà le donne ò Maria;
Et benedetto sia
Il tuo figliuol Gesù.
(7b) Horsù levianci su (Natività)
Gia viene il gran signore: Et vien qual foco acceso,
Su gimo a rincontrallo Che vuol colar l'argento.
Con suon, et canto et ballo, Tal ch'apena un di cento
Et giubilante core. Fia dal calor difeso.
Vien humil come agnello, Ciascun per se vedrallo,
Ch'esca ne i primi albori, Secondo ch'egli è tale
A carpir l'herbe e i fiori Secondo che l'occhiale
D'un verde praticello. Ha rosso ò verde ò giallo.
Et vien come gigante Dunque ciascun procuri
Altero et pellegrino, Tener purgato il petto
Che postosi in camino D'ogni mortale affetto,
Move l'ardite piante. Per haver gli occhi puri.
Vien qual molle roggiada;
Ch'a vista delle stelle
Sopra l'anosa pelle
Senza strepito cada.
(7c) La tua carne (Incarnazione)
La tua carne ò Signore, Tua carne è carne santa,
Che di vergine hai presa, Formata a la fucina
E di tal fuoco accesa, Ne la fiamma divina,
Che gl'Angeli innamora. Che Dio coprendo amanta.
Tua carne gloriosa, Tua carne insieme accoglie
È si fulgida, e bianca, Quanto di ben si trova
Che'l sol di luce manca Et con dolcezza nova
Et non pur giglio ò rosa. Satia le nostre voglie.
Tua carne è così pura O bel virgineo sposo
Che la carne onde siamo Del' anime pudiche
Del' infelice Adamo E di virtute amiche,
Tramuta in sua natura. Viene al mio cor doglioso.
(7d) Nasce il mio gaudio (Contemplazione di Dio)
Nasce il mio gaudio interno Quante son creature
La gioia del cor mio Nel mondan cerchio avvolte,
Perche vedo te Dio Tante sono, et piu molte
Che m'amast'ab eterno. L'allegrezze mie pure.
Tu fatto non havresti Et piu perfette ancora
Giamai cosa creata, Fin quand'io mi rivesta
Se non che far beata De la spogliata vesta,
L'anima mia volesti. Nella novissim'hora.
Per me creasti il mondo, Ma tutto il mio ben nasce
Per me ti facesti huomo, Da quel amor fontale,
Per ch'io m'abello et como Che mi volse far tale
E sempre ho'l cor giocondo. Anzi ch'io fussi in fasce.
Conta del mar l'arena,
Conta del ciel le stelle,
Et l'altre cose belle,
Onde la terra è piena.
(7e) Ogni giorno tu mi di' (Croce)
Ogni giorno tu mi dì Guarda'l capo, e'l petto, e i piè,
Signor mio doman farò, Vedi ingrato come io sto:
Che sai tu s'io mi vorrò Che sai tu s'io mi vorrò,
Farti gratia di quel di. Farti gratia di quel di.
Come un vento il tempo fà, Che sai tu quel che sarà,
Quel ch'è oggi non fia più. Di doman nulla non ci è:
Et se ben ritornerà, Non val dir poi bene stà,
Non sarà gia come fù. Quando in fallo e messo il piè.
Leva gl'occhi al ciel in sù. Hor che puoi chieder mercè,
Et non dir doman farò: Del mio sangue ti darò.
Che sai tu s'io mi vorrò, Che sai tu s'io mi vorrò,
Farti gratia di quel di. Farti gratia di quel di.
Chi non fa quando gliè di,
Non conosce dov'egli è;
L'amor mio tu'l vedi qui,
Che stà in Croce sol per tè.
(7f) Passò la notte buia (Resurrezione)
Passò la notte buia L'empie nemiche squadre
Ecco venuto il giorno Cadono à terra morte.
Tutto di luce adorno Deh chi fia che ne porte
Alleluia Alleluia. Nova a l'afflitta Madre?
Quel Signor che fu morto Risorto è'l Signor santo
Ne l'aspra e dura Croce, Come predisse dianze.
Vinta la morte atroce Sù tutti in festa e danze
Hoggi vivo, è risorto. Cantiam un novo canto.
Esce da chiusa pietra O dì lieto, et giocondo,
Quasi folgore ardente, Più luminosi rai
Onde l'armata gente Non aperse'l sol mai,
Sbigottita s'arretra. Da che si vidde il mondo.
(7g) Signor io t'ho confitto (Croce)
Signor io t'ho confitto, Il ferro che t'aperse
Su questa dura Croce, Il lato, e passò il cuore,
E la tua pena atroce Fu il mio cieco furore,
Nasce dal mio delitto. L'ira, l'odio e'l despitto.
La mia superbia ahi lasso Ohime tu d'ogni vena
Tessuto ha d'ogni banda Versi rivi di sangue,
La spietata ghirlanda, Et io freddo come'angue,
Onde sei tanto afflitto. Lagrima pur non gitto.
Che fieri lacci han posto O chiodi, ò lancia, ò spine
Intorno à piè beati Deh me sol trafiggete,
Gli affetti miei sfrenati, Me ferite, e pungete,
Lungi dal camin dritto? Me sol, che gl'è ben dritto.

(7h) Questo nobil bambino (Natività)


Questo nobil bambino Venite tutti quanti
Ch'è nato da Maria Con fede e con amore
Oimè, chi'l possedesse, Lodiamo sto Signore
Quanto bene haveria. Con hinni, e dolci canti,
Ei nasce inamorato Perchè fra tutti quanti,
Per noi inamorare, Ci par che degno sia.
E tutti liberare Oimè, chi'l possedesse, etc.
Dal giogo del peccato,
Questo è del ciel Signore,
Onde stolto, et ingrato Figliuol del grand'Iddio,
Sarà ch'il caccia via. Che per l'huom falso e rio
Oimè, chi'l possedesse, Patire ogni dolore
Quanto bene haveria.
Vols'ei con tanto amore,
Se'l vedi piccolino Percio lodato sia.
Giacer nel fieno, e stare Oimè, chi'l possedesse, etc.
Non ti scandalizzare,
Perch'è tutto divino,
Questo fgliuol si degno
Ne stalla puzzolente
E sol per l'huom meschino, Ne fieno aspro e pungente,
Vuol nascer Maria. Per l'huom' hà punto a sdegno,
Oimè, chi'l possedesse, etc.
Per darli quel suo regno,
Venite dunque quà Ch'egli tanto desia.
O figliuoli à Gesù, Oimè, chi'l possedesse, etc.
Che vuol tirarci sù,
Dove egli sempre sta,
Felice se là và
Un di l'anima mia.
Oimè, chi'l possedesse, etc.
8 Signor per la tua fè (Aspirazione a Dio)2
Dal libro delle Laudi Spirituali stampato in Roma 1589

Signor per la tua fè E da quell'hora che.


Morir voglio e per te: Io diedi l'alma à te,
Et se questo farò, Signor altro non fò,
Più beato sarò, Che dir quando morrò,
Et la sù nel paradiso E la su nel paradiso, etc.
Le tue laudi canterò,
Quando sarà quel dì
Signor la vita ohimè Ch'io partirò di quì,
Tu ponesti per me, Quando giubilerò
Onde la mia per ciò Quando à te ne verrò,
Ti presento e ti dò, Et la sù nel Paradiso etc.
Et la sù nel paradiso, etc.
9 Giù per la mala via (Conversione)

Giu per la mala via, Più potente è la gratia,


L’anima mia ne và, Ch'ogni altr'adversità,
S'ella non ha soccorso, Pensa ben della morte
Presto morta sarà. Che presto ne verrà. S'ella etc.
Il demonio l'inganna Contempla un pò l'inferno,
Con la sua falsità, Pien di penalità,
E'l mondo ancora l'invita Risguarda il Paradiso,
A far l'iniquità. S'ella etc. Con la sua giocondità. S'ella etc.
Aiutati meschina. Accenditi in fervore,
Co'l don, che Dio ti dà Pien d'ogni charità,
Che co'l libero arbitrio, E poi ogni fatica
Poi meritar ti fa. S'ella etc. Più lieve ti parrà. S'ella etc.
Ricorri à Gesù Cristo, L'arra di vita eterna
Che fitto, in Croce stà, La mente gustarà,
Se tu'l preghi umilmente, Giubilo, canto, e festa
La gratia ti farà. S'ella etc. Il tuo cuor sentirà. S'ella etc.
Habbi fede, e speranza, Và dunque per la strada,
Che forte ti farà, Che Dio mostrato t'ha,
Tu non puoi esser vinta Laudando un solo Dio
Senza tua volontà. S'ella etc. In somma Trinità,
Cantando amore, amore
Amor somma bontà.S'ella etc.
10 Io mi trovo Gesù da te lontano (Conversione)
Prima parte

Io mi trovo Gesù
Da te lontano
Gran tempo infermo stato
Involto nel peccato
Hor cerco di tornar
Ed esser sano.

11 Faticosa è la via (Conversione)


Seconda parte
Faticosa è la via Il corpo è grave Io sono a la piscina un tempo stato
E in giù sempre mi tira E non vi posso entrare,
Conturban la ragion l’usanze prave dimmi Gesù và togli il tuo grabato
Il nemico m’aggira e fammi camminare
Hor la superbia hor l’ira acciò ch’io possa entrare
Tal chè salir non posso a le nozze, al convito,
Et io non son riscosso ma di bianco vestito,
Da te Signor io m’affatico invano. introducimi tu con la tua mano.
Io mi trovo, etc. Io mi trovo, etc.

L’ardente febbre mia m’altera’l senso, Io son quel cieco nato o signor mio,
e parmi ‘l dolce amaro e son quel sordo e muto.
con tedio e con accidia io parlo e penso Rendimi il lume tuo pietoso Dio,
di te Signor mio caro Fà di tua mano il luto
io non trovo riparo Di terra e del tuo sputo,
senza te vera vita e ponmelo su gl’occhi,
sana la mia ferita Gesù se tu me tocchi
dolce Gesù, o buon samaritano. Laverommi al tuo fonte, e sarò sano.
Io mi trovo, etc. Io mi trovo, etc.

Io ti vorrei Gesù dentr’al mio core


Con dolcezza gustare
ma non posso da me senza’l tuo amore
col cuor e con la mente
Gesù fammi fervente
Pel sangue che versasti, o Pellicano.
Io mi trovo, etc.
(11a) Alme ch'avete (Ascensione)
Alme c'havete della terra zelo O voi che'l guado passate di morte,
Venite à cantar meco, Date suo dritto all'Alma,
Gran' novelle vi reco Perche la grave salma
Hoggi la terra si trasport'al cielo. Col Signor Vincitrice al ciel ne porte.
Io l'ho veduto, et meco altri l'han visto Egli à voi tornerà dalli alti regni,
Come d'un piccol colle, Quando seco trar vuole,
Pur hor lieto s'estolle, Come fa nube'l sole.
Et mont'al ciel con la sua carne Cristo, I corpi che saran di gloria degni.
Avara, e invidiosa nuvoletta, Terra del corpo mio soffrisci et tace
Ch'anzi tempo nel togli, Deh non mi far piu guerra
Prego partir ti vogli, O terra, o terra, o terra,
E tu signore non gir con tanta fretta. Perche m'invidij quell'eterna pace.
(11b) Vita del viver mio(Croce)
Vita del viver mio se nel tuo core Bellezza gloriosa et immortale,
Questa misera vita Esca d'amore, e pegno,
Vive come finita T'oscura horrido legno,
Non è morendo lui d'alto dolore? à me del tuo morir punto non cale?
Luce degl'occhi miei se da tuoi rai Gettati anima mia dentro ai martiri,
Vita ha la vita mia, Pendi dall'aspra croce,
Come se non oblia E l'alta pena atroce
Nel mar correndo d'infiniti guai? Ti stilli in pianti, e gemiti, e sospiri.
Volto sereno e pio, se li tuoi lumi, Cara vita ti sia sempre il morire,
Che sono'l veder mio Immersa nel costato,
Sanguinosi vegg'io, E nel sanguigno lato
Come gli miei non son conversi in fiumi? Morte ti fia, il non poter perire.
(11c) Mentre ti miro (Natività)
Mentre ti miro tenero bambino, La pargoletta man da celest'occhi,
Il cor d'ardente foco, Rubba dardi amorosi,
Si sface a poco a poco, Pensieri gloriosi,
Parto Gentil d'amor, parto divino. Ch'a mill'e mille poi comparti e fiocchi.
Vita mi sembri e morte insieme unita, Sole, di cui quest'altro Sole è un raggio,
Con si soave nodo, Dilegua i folti abissi,
In cosi caro modo, E le piu oscure Eclissi:
Che vita e morte sei dolce e gradita. Deh drizza in pace il mio torto viaggio.
(11d) Pastor son io (Buon Pastore)
Pastor son io, chi mi fa dar novella Et perche so ch'in queste oscure valli,
D'una mia pecorella, E in questi stretti calli,
Che vagabonda, e sola V'albergano coloro
Sen va correndo de le fiere in gola. Che predano le greggi, e ruban l'oro.
Tanto dolor ahime sento per lei, Su dunque ò amici, et cari miei compagni,
Che parole non trovo Cerchianla in boschi, et stagni,
Da poterlo narrare, Perche gia un'altra volta
Ma l'affanno el sudor vel puo mostrare. Per trovarla mi fu la vita tolta.
(11e) Tu più pura di me (Lode)
Tu piu pura di me parte migliore. Sopra le stelle tien l'eccelsa e degna
Con vivo ardente zelo Sede,e lo scettro altiero,
Del sommo Re del Cielo, Del suo divino impero,
Canta l'alta virtù l'eterno honore. Questo Signor che sopra ogn'altro regna.
Intime del mio cor parti secrete, Opre de le sue mani in ogni parte,
Accompagnate il canto, Narrate le sue lodi,
Ch'el sacro nome e santo, E tu con varij modi,
Orna di lui, da cui lo spirto havete. Canta i suoi pregi, ò mia piu degna parte.
(11f) Vergine che di lume (Sotto la protezione della BVM)
Vergine che di lume puro, e santo
Adorna, premi i giri Vana ogni opra, ogni sforzo vano sia,
Superni, e a basso spiri Se la bontà divina
Hor dolce riso: hor non men dolce pianto. Per te, non mi s'inchina,
Mira, quanto implacabile procella E mi scampa da guerra cruda, e ria.
E da tergo, e da fronte Miserere di me, felice donna,
Contrasti, e con mill'onte Che vuo, quantunque huom vile
Travagli la mia debil navicella. Esser tuo servo humile
Il mondo lusinghier, con varie forme, O sostegno de miseri, ò colonna.
Spesso gl'occhi appanna, Non piu indugio, non piu passano gl'anni;
Spesso'l senso m'inganna. E mi batte alle porte,
E di tuo figlio mi fa smarrir l'orme. La paventosa morte,
Che dirò dell'horribile tiranno E'l vigor manca, e crescon gl'affanni.
Del tenebroso Inferno, Tuo figlio se di niente, e terra, e cielo,
Con qual furor e scherno E'l alta sua possanza
Si val hor della forza, hor dell'inganno? E cielo, e terra avanza:
Fuggir non posso hò per compagno il senso, E nulla niega al tuo pietoso zelo.
E per albergo il mondo
E la spirito immondo
E presto si, che senza horror nol penso.
12 Dolce felice e lieta notte (Natività)

Dolce, felice, lieta Humil s'inchina, e porge,


Notte, più che alcun giorno, Presenti al suo Signore,
Aer di luce adorno, Cantando ogni pastore,
E grata stella. Con rozzi accenti.
Madre diletta, e bella Li greggi, e vaghi armenti
Di quel che'l mondo regge Corron divoti e pronti,
Lieti pastor pia gregge Gli augei, le selve e i monti,
E vecchio santo. Al lor Messia.
Tenor mentre ch'io canto, Tre Magi in compagnia
Fate alle mie parole; Vengon dall'Oriente
Poi che l'unico sole Ciascuno col suo presente
A noi descende A quel s'inchina.
Un divin lume splende Noi anco alma regina
In cima alla capanna Hoggi ti presentiamo
D'angeli cantan Osanna E al tuo Gesù doniamo
Un chor si scorge, I nostri cuori.
(12a) Levate su Pastori (Natività)
Levate su Pastori, Io v'anuntio la pace, Pensando al gran Signore.
Ite à trovar Gesù, Gia l'allegrezza grande, Che manda il suo figliolo
E non tardate più, Per tutto'il Ciel si spande Per ricomperar solo
Ch'egli è già nato. E in terra ancora. L'humano seme.
Il gran verbo incarnato Non fate più dimora, Quei tutti pien di speme
Di Maria Verginella, Che tutto quel, ch'hò detto Indietro ritornaro
In una cappanella, Trovarete in effetto, L'alto Dio ringratiaro,
Adoriam quello. E sparse via. E'l gran Messia.
Tra'l bue, e l'asinello Ei si missero in via
Nel presepio raccolto Ripieni d'allegrezza,
Con vil panni rinvolto E colmi di dolcezza,
In sul fien giace. E di stupore.
13 Disposto ho di seguirti (Aspirazione a NSGC)

Disposto ho di seguirti Amar'e haver in pregio,


Gesù speranza mia Chi m'odia e chi m'offende,
Per aspra, e dura via con la mia croce. Chi dishonor' mi rende e mi tien vile.
Ahi lancia empia, et atroce, Non vò cangiar mai stile:
Che hai passato il core Quest'è sol' il mio bene,
Del mio dolce Signore pass'il cor mio. Patir tormenti, e pene, e ingiurie a torto.
Voglio sentir' anch'io Di che harò gran conforto
De chiodi il gran martiro, Più che d'ogni dolcezza,
Che le tue man sentiro, e i piedi insieme E di quanto s'apprezza sotto il Sole.
E per quelle pene estreme Altro il mio cor non vole,
Delle pungenti spine, Che Cristo crucifisso,
Ch'a le tempie divine ingiuria fero. Sto col cor sempre affisso a le sue piaghe.
Amor mio dolce, et vero E prego che m'allaghe,
Vò ber l'aceto e'l fele, Mi sommerga, et affondi
Ch'il ministro crudele al fin ti porse Ne gl'abissi profondi del suo amore.
Et quanto mai t'occorse, E poi m'accenda il core
Ne la tua pura morte A l'ardor di patire
Togl'esserti consorte ardita, et pronta. Poi ch'ei volse morir' per darmi vita.
Voglio patir ogn'onta, Si che Bonta infinita
Ogni vergogna, et scorno Io voglio à tutti i modi
Con un'habito adorno di dispreggio. Tra spine, lancie, et chiodi, Ogn'hor seguirti.
(13a) Dammi un bel cor Signore (Supplica)
Dammi un bel cor Signore Si che l'Alma contenta
In cui t'ami et honori Si goda in se vederti,
Et faccia a tuoi tesori E in bel cor come merti
Honesto loco. Ti possieda.
Manda quel vivo foco Felice ricca preda,
Ch'abrusci e che consumi Preda d'Amor, e pace.
Gl'indegni miei costumi, Quando fia mai capace
Et mi rinovi. Del tuo dono?
Tu charità infinita Quando fia degno trono
Che vinci ogni mio male Amor di tua bontade
Dammi un bel cor nel quale Che con tanta pietade
Ogn'hor ti senta. A me t'inchini?
(13b) Alma diletta (Conversione)
Alma diletta e Cara,
Ragionar pur vorrei Tente vergogne estreme:
Teco dei dolor miei, Cosi dannoso scorno,
Fermati alquanto. Che mi si fa d'intorno
Non esser sorda tanto: Io poco attendo.
Ascolt'il tuo amor vero: E quel passaggio horrendo,
Fa ch'ogni tuo pensiero Di morte già non stimo,
Oda mia voce. Per trarti al stato primo,
Son com'hor vedi in Croce, Honesto e lieto.
Ne di ciò mi lamento Sol'è che non m'acqueto,
Anzi ne son contento Che à tanta mia fatica,
A mille modi. E forz'haime ch'io'l dica,
Che se pur tu ne godi, Tu non sei grata.
Ogni patir mè grato, Ripensa anima ingrata,
Tanto son' assetato, Che'l mio spirto da me
In farti bene. Si parte è vien da te.
Tante ferite, e pene, Per farten chiara.
Che nel mio corpo vedi:
Trafitt'e man'e piedi,
El cor insieme.

(13c) Gesù sposo mio (Aspirazione a NSGC)


Gesù sposo mio dolce, L'Inmensa caritade,
Fonte di vero Amore; Che fece tant' amarmi
Deh scrivi nel mio core: Te sforz' hora donarmi
Quanto m'amasti. Un ver' amore.
Signor tu mi creasti, Tu sai ben pio Signore,
Perch'io ti debb'amare; Ch'in me non è potere
Amando poi gustare: Un buon pensier tenere
La tua dolcezza. Senza tua gratia.
La tua divin'altezza, Deh, fa quest'alma satia,
Volesti meco' unire Gesù speranza mia:
E farm'in ciel fruire: Amor per cortesia;
Tua deitade. Dammi'il tuo amore.
(13d) Hoggi che'l Padre eterno (Natività)
Hoggi che'l Padre eterno Cantan le belle squadre
Introduce il figliuolo, Canto amoroso e pio
Mezzo al terrestre suolo Gloria nel ciel à Dio,
Onde s'àdori. E in terra pace.
Tutti i celesti chori Gode il fanciul, che giace
Volan' giuso alla china Udendo il paradiso,
El Re con al Regina Che per veder suo viso
Adoran lieti. in terra cala.
Chi Maria Verginella
Saluta con diletto
Perche sente nel petto
Una gran gioia.
(13e) Occhi pietosi (Sul sepolcro di NSGC)
Occhi pietosi e casti, Alma languisci e brama,
Lacrime pure e sante Morir'in si bel pianto,
Degne del vero amante D'ogni soave canto
E ver'amore. Assai piu grato.
Del sacr'eterno'ardore, O cor piu che beato,
Purgate hor piu che mai Che puote sempr'e vuole
Accompagnat'i guai, Pianger'il suo bel sole
Di nostra vita. In croce spento.
Dico dell'infinita Pens'alma se contento,
Bontà, che mort'in terra, S'è felice colui,
Tal sasso hor quivi serra Che pianger può per lui
In mezzo il mondo. Fin che si mora.
Il Re del Ciel profondo, Mirate attenti ogn'hora
Signor dell'alto abisso, Dolenti e lagrimosi,
Per noi gia crucifisso Spirti gentil pietosi,
E qui sepolto. Il gran mistero.
Quel che col suo bel volto O Re del sommo Impero,
Fà liet'il paradiso, Fatto per noi si basso,
A mille torti ucciso Perche il mio cor di sasso
Hor qui si giace. Hor non si spezza?
Che per trarce a sua pace, Sacra immortal chiarezza,
E darc'il Ciel in preda. Non voglio viver piu
Cosi vuol ch'ogn'huom veda Finché non torni tu
Quant'egli ci ama. Che sol desio.
(13f) Signor dolce mia vita (Conversione)
Signor dolce mia vita, Cosi da te lontano
Quello che spiace a te Ai beni caduchi e frali
Perche si piace a me Anzi ai miei danni e mali,
Contr'il mio bene? Ogn'hor' aspiro.
Tu cerchi doglie e pene Signor, tu chiami spine
Le vergogn'ei tormenti, Quel ch'a me par dolcezza:
Sprezzand'i van contenti, In cui non sento asprezza
In ogni parte. Anzi gioisco.
Et io con studio et arte, Gesù dolce ti chieggio
Cerco delitie e honori, Ch'uccidi ogni mio errore,
Ricchezz'e human favori E sia tuo il mio core,
Ahi cieco invano. Ch'in te sol vivo.
14 Vattene o pigro (Conversione)3

Vattene o pigro, vanne a la formica


E da vile animal e pargoletto E tu pigro che fai? che guardi, e pensi?
Impara provvidenza et intelletto. Non vedi tu, che già l'horribil morte
Poi che peccando, dal tuo nobil stato, Più gelata, ch'el verno è sù le porte?
E dalla gloria tua caduto sei, Conosci o stolto la stagion felice,
Giustamente dai bruti imparar dei. Che i saggi mietitori ai campi invita,
Mira lei, che non ha maestro o duce, A mieter'opre di gratia, e di vita.
Come temendo l'inopia futura, Hor donque mentre è tempo, ogniun raguni
Nel' abondanza il cibo suo procura. I manipuli suoi, se nel inferno
All'hor, che i frutti suoi la terra spande, Fame eterna non vuol, con pianto eterno.
Le biade accoglie sotto'l caldo cielo,
Poi lieta gode tra le nevi e'l gelo
(14a) Il tuo Gesù (Passione)
Il tuo Gesù Vergine Madre è morto Ahi che pur tardi me ne son accorto,
Com' hai di star in pie fortezza e lena La mia colpa il tuo figlio a morte mena,
Chi ti puo consolar in tanta pena. Chi ti può, etc.
Figlio morir si crudelmente a torto Col suo nuafragio mi riduce a porto,
Causa un dolor, che termine nol frena. Con la sua morte a vita mi rimena.
Chi ti può, etc. Chi ti può, etc.
Quasi legno del mar crudele assorto Fin ch'io finisca questo viver corto,
Mi somigli o Maria di dolor piena. Piangerò sempre con dirotta vena.
Chi ti può, etc. Chi mi può consolar in tanta pena.
Gocciola non ricevi di conforto S'io non vedess'il mio Sognor risorto,
Sono i dolor tuoi più che la rena. Mia mente trista non si rasserena.
Chi ti può, etc. Questo può consolarmi in tanta pena.
(14b) Beato l'huomo (conversione sal. 31)
Beato l'huomo cui dona il Rè del Cielo Che se tal hora fia pallido, e smorto
L'error commesso, e le cui macchie copre Fra rie Tempeste, e minacciosi Scogli
La divina pietà col suo bel velo. Non sarà però mai dal'onde assorto.
Beato l'huom cui de le sue mal opre Ne le miserie mie, nei miei cordogli
Ragion non chiede il giusto seggio eterno, Tu sei rifugio, tu conforto vero,
E'l petto aperto, e senza inganno scopre. Cotante insidie omai dal mio pie togli.
Per ch'io tacqui il mio fallo o Re superno Tu mi prometti (come io bramo, e spero)
Dal tuo flagello io fui percosso e spinto Darmi il tuo lume, o far soave, e piano
Dove ogn'hor punge il crudel verme interno. Questo cieco, spinoso, erto sentiero.
Dunque da mortal piaga oppresso, e vinto Depon la tua fierezza ò cuor humano;
A te Signor il mio peccato apersi Ne far come caval, che sproni, o morso
Con gl'occhi molli, el cuor di spine cinto. Solo ubidisce da ragion lontano.
Ma se tardi i miei prieghi a te conversi, Chi non ritien' a l'empie voglie il corso,
Tu già non fossi a perdonarmi lento Duro freno havran poi; ma chi si fida
Padre che largo ogni tua gratia versi. Nel Signor, fia da sua pietà soccorso.
Chi solca questo Mar pien di tormento Con festevoli adunque, e liete grida
E vuol trovar di sua salute porto, Lodi il Signore, e in lui si glori, e vanti,
Ricorr'a te mentr'ha propitio il vento. Chi nel suo cor santi pensieri annida.
(14c) Pende il figliuol di Dio (Passione)
Pende il figliuol di Dio col capo chino Poveri, infermi, Vedove, et pupilli
Pende sul legno con le braccia aperte, Chi vi darà salute ne conforto?
Et tutto il mondo a lui non si converte. Quel che di voi prendea la cura e morto.
Piangete'o figli e battetevi il fronte Et tu mia peccatrice alma che fai?
Copritevi di vesti oscure et adre Se vedi in croce il tuo sposo che langue
E morto, e morto il vostro caro padre. Come non spargi lagrime di sangue?

(14d) Perder gli amici (Conversione)


Perder gl'amici, e perder li favori Piangesi tanto inconsolabilmente,
Se stima in questa vita per gran male: Perder la vita misera e mortale,
Ma l'alma nò che più che'l mondo vale. Ma l'alma nò che piu che'l mondo vale.
Si sente molto perder le ricchezze, Ma non si ferma qui nostra pazzia,
L'honor la fama dell'huomo carnale, Che piu si duole d'un diletto rio,
Ma l'alma nò che più che'l mondo vale. Se tolto gl'è, che perder l'alma et Dio.
(14e) L'unico figlio (Natività)
Nella Natività di Cristo nostro Salvatore
L'unico figlio de l'eterno Padre Fatta la pace hor'è tra l'huomo e Dio,
Promesso havea già di scoprirsi à noi, Hor s'è cangiato il nostro pianto in riso,
Pur se ne stava ne gl'abissi suoi, Sei pur venuto ò Re del Paradiso.
O quanti Regi e quanti gran Profeti Non ti partir da gl'occhi nostri mai,
Han desiato di veder il giorno, Ch'à te le lodi à te darem gli honori,
Che discendesse à far tra noi soggiorno. Sempre cantando i tuoi celesti amori.
Hor l'han veduto poveri pastori
Giacer nel fieno, entro una cappannella
Col buon Gioseffo e Maria Verginella.
(14f) A pie del duro sasso Madalena al Sepulchro (Sepolcro)
A pie del duro sasso, ove sepolto Ma ne de vista angelica tien cura,
Fù il suo caro maestro, anzi il suo core, Ne si quieta per lor, la sete ardente
Ch'hor non trova, et non sa chi gliel'hà tolto. Ch'ha del fattor, non de la creatura.
Stava piangendo, et colma di dolore Onde à dietro si volge, et ha presente
L'afflitta Madalena, e sconsolata, L'ultimo fin di tutti i suoi desiri,
Ne sa partir, che nol permette amore. Che sorride, et l'appella dolcemente.
Et come tortorella scompagnata, Donna chi cerchi? che piagni, e sospiri?
Pur' all'amato nido si raggira, Ma ella ha di dolor nebbia si folta,
Dal suo dolce consorte abbandonata. Che non scorge il suo Sol, benche lo miri
Tal geme Madalena, e tal sospira, Et ei Maria la chiama un'altra volta,
Per lo sposo diletto, et pur lo chiama All'hora ebria d'amor, si getta ai piedi,
Et pur lo cerca, et pur d'intorno mira. Ai piedi ove fu già ligata, e sciolta.
Parton Pietro, et Giovanni, et ella brama Ecco Maria colui che tanto chiedi,
Prima morir che non trovar la vita, La tua vita, il tuo core, il tuo conforto,
Et disperando spera, et più sempre ama. Tu morto lo cercavi, et vivo il vedi.
Et dice lagrimando, ove sei ita Era con Cristo il tuo spirìto morto,
Speranza mia? ò piu che gemme, et oro Hor di tanta letitia si ravviva,
Ricca spoglia gentil, chi t'ha rapita? Che à imaginarlo ogni pensiero e corto.
O s'alcun sa dove sià'l mio Tesoro, Madalena hor sei tu beata, e diva,
Dove nel mezzo si giace, et riposa, Pietà ti prenda del mio duro stato,
Diteli che per lui languisco, e moro. Et di quest'alma misera, e cattiva,
Cosi dicea la donna dolorosa, Prega Gesù che'l sonno del peccato
Et dal desio spronata, anchor s'inchina Dal mio cor sgombri, con gli accesi rai
Nel sepolcro, et gl'appar mirabil cosa. De la sua gratia, si che innamorato
Due cittadin de la maggion divina, Io il cerchi, e'l trovi, e non lo perda mai.
Vede ivi starsi in bianca vesta, et pura,
Lucenti come Stella matutina.
(14g) Nello sparir (Passione)
Nello sparir del sempiterno sole, Altr'ordin' altra legge, hoggi rinasce,
Di dolor tutta, e di mestitia piena, Novo stratio per me, nuovo martiro,
Piangea l'horribil caso Madalena. Che senza vit'haver, piangendo spiro.
Giunt'al sepolcro, ov'il signor suo giacque Ne qui finisce la miseria mia
Col dolor congiungendo le querele, Ch'el corp'esangue da me tant'amato:
Mort'iniqua (dicea) morte crudele, M'ha tolto (ohime) ne sò, chi l'ha rubbato.
Tu la vita m'hai tolta: e perch'io sia Rendim'o sasso il mio tesor'ascosto,
Esempio di piseria, non piu udita, S'egli fu dianz'in te, chius'e sepolto,
Viver m'insegni (ohime) senza la vita. Render m'el dei, o dir chi me l'ha tolto.

(14h) Stava l'afflitta (Passione)


Stava l'afflitta Madalena quando Che crude mani il caro corpo han tratto
Giuns' al sepolcro del signor suo morto Fuor dell'avello, mentr'il duol m'ingombra
Sola e dolente senza'alcun conforto. E rimaso è per me sol sasso et ombra.
Dianz'il dolor dicea del'aspra morte Ma pace al tristo cor, ne sonno agli'occhi,
Del mio signore m'ancise, or lassa sento Ne ai pie riposo son per dar, fin ch'io
Che me percuote il cor novo tormento. Non ritrovo colui ch'amo è desio.
(14i) Voi tutte opre di Dio (Lode)
Cantico de i tre fanciulli
Voi tutt'opre di Dio gratie rendete Dite, Solo il Dio nostro è senza pari,
A l'alto nome suo, gratie, et honori Dio ch'ab eterno si compiacque in noi.
A l'alto nome suo tutte rendete. Voi ch'Hostie offriste a suoi felici altari,
Voi virtu sacre, voi sovrani Chori, Voi suoi Ministri, voi spiriti giusti.
Voi cieli, et acque, che la suso state, Voi, che per humiltà gli sete cari.
Voi stelle erranti, et voi fissi splendori. Voi tre fanciulli, che nel fuoco adusti
Autunno, Verno, Primavera, et State, Non foste, a lui, che vi temprò l'ardore
Gel, Fuoco, Nevi, Pioggie, Venti, et brine. Rendete pregi di pietate augusti.
Tuon paventosi, alme rugiade, et grate. Cantiamo il Padre d'ogni cosa autore,
Voi, che'l suo braccio vibra, arme divine, Il figlio, ch'è nostra salute, è'nsieme
Voi nubi ov'ei si siede. Empian suoi pregi. Lo spirto pien di charitate, e amore.
Del' Hemispero nostro ogni confine. Tu la, dove il tuo piè le stelle preme
Montagne, et colli, frutti, et fiori egregi, Signore, in Maestà ch'occhio non scerne,
Fontane, et fiumi, et tu co' pesci tuoi Sciolto da tutto quell'ond' altri teme,
Mar, bestie, fere, augei, popoli, et Regi. Richezze godi chiare, et sempiterne.
De la stirpe d'Abram Duci, et Heroi
(14l) Nell'apparir (Natività)
Nell'apparir del sempiterno Sole, Io mi vò por le picciol mani in seno,
Ch'a mezza notte più riluce intorno, Et col fiato scaldar le membra sue,
Che l'altro non faria di mezzo giorno. Me che non scalda l'Asinello, o'l Bue.
Cantaron gloria gli Angeli nel Cielo, Et io vuo pianger si dirottamente,
Et meritaro udir si dolci accenti Ch'empi di calde lagrime un catino
Pastori, che guardavano gl'Armenti Dove si bagni il tenero Bambino.
Onde la verso l'humile Bethlemme, Io vuo tuor meco un poco de sto fieno,
Preson la via dicendo andiamo un tratto, Ch'è qui d'intorno, e non havro paura
Et si vedrem questo mirabil fatto. D'orso, ò di lupo, ò d'altra ria ventura.
Quivi trovaro in vili panni avvolto Et io, del latte, onde la faccia asperso
Il fanciul, con Gioseffe, et con Maria, Prender vorrei, se non che mi pavento;
O benedetta, et nobil compagnia. Vorrei serbarlo in un vasel d'argento.
Giunti i Pastori all'humile presepe, Io vò pregarlo con sommessa voce,
Di stupor pieni, e d'alta meraviglia, Signor perdona li peccati miei,
L'un verso l'altro, fissero le ciglia. Che per ciò credo che venuto sei
Poi cominciaro vicinnevolmente Et io vò dirgli Baldanzosamente
Con boscareccie, e semplice parole, Facciamo a cambio tu mi dona il Cielo,
Lieti a cantar fin che nascesse il Sole. Et io, t'impresto hor questo picciol velo.
Io dicea l'uno, a la cappanna mia Io non vò chieder ne Città, ne Regni,
Vorrei condurlo, ch'è lontana poco, Mà sol vò dirli con un dolce riso,
Dove ne cibo mancheria, ne foco. Ben sia venuto il Re del Paradiso.
Io dicea l'altro, a la Città Regale, Et io vò gir per l'universo mondo,
Con frettolosi, passi porterollo, Fin in Turchia gridando sempre mai,
Stretto a le braccia, et attaccato al collo Dio s'è fatt'huomo, et tu meschin nol sai.
15 Io ti lascio stolto mondo (conversione)

Io ti lascio ò stolto mondo, Entrar voglio in chiostri santi


Mondo falso, mondo cieco, A servir'al buon Gesù,
Star non voglio hormai più teco, Teco star non voglio più
Io ti lascio ò mondo immondo. Per fuggir gl'eterni pianti.
Tu prometti, e poi non dai, In Gesù sol si ritrova
Pochi fatti, assai parole, Vero gaudio, e ver contenti,
Ond'ognun per te si duole, In te mondo affanni e stenti,
E si trova in pianti e guai. Ben lo sà, chi ogn'hor lo prova.
Ben'è stolto chi ti crede, Nel uscir del scuro Egitto
E chi segue i tuoi piacieri, Debbo andar lieta cantando,
Perche perde i gaudij veri, Gesù mio sempre laudando,
Che promette à noi la fede. Che per me in Croce è confitto.
Io ti lascio, e vo à servire Venga dunque ogn'almo cuore
A Gesù mio glorioso, Gesù meco à ringratiare,
Ei sarà mio grato sposo, Sù venite hor'à cantare,
E mio dolce e caro Sire. Viva il santo, e dolce Amore.
(15a) Al bel fonte (Battesimo)
Al bel fonte sacro, e degno Pace amor dolcezza sente, Gesù mio quant'è felice,
Di Gesù sommo conforto, Che'l bel fonte a tutti manda. Chi t'ha dato in pegno il core,
Ogn'un vengh'al divin porto, Sol colui n'à l'arra el pegno, Il bel fonte dell'amore,
A fruir l'eterno regno. Che quest'acqua il cor intinge; Gustar hoggi à ciascun lice.
Questa font'è la piscina Gesù dentro al cor lo pinge, Quest'è quel beato fonte,
Che si muove, e mai non resta, Pur che il vitio s'abbia a sdegno. Che contiene il sommo bene,
Ogni doglia torn' in festa, Sentirà dir con dolcezza, Di quest'acqua ber conviene,
Per quest'acqua si divina. Togli in collo il tuo grabato, Chi sallir vuol sopra il monte.
O gentil dolce vivanda Ch'è sanato il tuo peccato,
Quel ch'al ciel alza la mente, Sù cammina con prestezza.
(15b) O Maria tu che sapevi (Natività)
O Maria tu che sapevi,
(Che'l) tuo figlio era huomo e Dio. Quando in grembo lo prendevi
Quando questo a quel s'unio Per disciorlo alcuna volta,
Vergin Madre hor che dicevi. O ligar la fascia sciolta,
Quando in corpo lo chiudevi Vergin madre, hor che dicevi?
Nel tenerlo nove mesi Quando gli occhi suoi rivolgevi
Nei virginei chiostri illesi Riverenti humili e chini
Vergin madre hor che dicevi? Ne i begli occhi divini,
Quando nascer lo vedevi Vergin madre, hor che dicevi?
Fanciullino si gentile Quando poi te lo stringevi
Sotto albergo tanto humile Con materno e dolce affetto,
Vergin madre, hor che dicevi? Tra le braccia al casto petto,
Quando nato l'involgevi Vergin madre, hor che dicevi?
Delicato puro e bello Quando il latte gli porgevi
In un rozzo pannicello, Accostando le mammelle,
Vergin madre, hor che dicevi? A le labra tenerelle,
Quando involto lo ponevi Vergin madre, hor che dicevi?
Nel presepe ove ti stavi
Genuflessa e l'adoravi,
Vergin madre, hor che dicevi?
(15c) Ringrazianti Gesù buono (Natività)
Ringratianti ò Gesù buono,
Che nel tuo sacro Natale; Ringratiam poscia Maria,
Post'hai fine al nostro male Madre tua diletta e bella,
Et di te n'hai fatto dono. Che qual pura Colombella,
Ringratiam l'onnipotente Ci recò l'oliva pia.
Padre tuo, che sè degnato O Maria Regina pura,
Da mandarti, & sè mostrato, Nel tuo parto oggi gentile,
Verso noi cosi clemente, Riverente, e tutta humile,
Ringratiam lo spirito santo Ti s'inchina ogni natura.
Per la cui virtù concetto,
Fu st'ò nostro Gesù eletto,
E cavasti Adam de pianto.
(15d) Sù sù sù che stiamo (conversione)
Su, sù, sù, che stiam' a fare,
Su, su, tutti al paradiso, Deh? vogliamo preparare,
Ciascun alzi al ciel' il viso, Necessario è di morire:
E cominci a caminare. A chi cerca'l ciel fruire
Su, su, su, ch'el tempo passa, Forz'è il mondo abbandonare.
Indugiar piu non conviene Su su dunqu'ognun si spacci
Questo mond'in secco lassa A chi piace il ben'eterno:
Sempre accresce stent'e pene. Hor si sciolga da suoi lacci
Fin che morte sopraviene, Chi gustar non vuol l'inferno.
Non vogliamo piu tardare, Non lasciam' il sempiterno
Ma cerchiamo di scampare Per sto poco dimorare:
Dal'inferno, doglie, e pene. Su, su, su che stiam'a fare
Su, su, su, piu non dormiamo, Cominciam'a caminare.
Che bisogna gli occhi aprire,
Su che star qui non possiamo,
Che s'approssim' il partire.
16 Perchè m’inviti pur mondo fallace (conversione)

Perchè m’inviti pur mondo fallace In vano hor mi minacci et hor m’adeschi
Teco nè pace aver nè tregua voglio Più non m’inveschi nel tenace vischio
Crudel tiranno rendim’il mio core Sciolto son’io e dei tuoi lacci fore
Mondo bugiardo mondo ingannatore. Mondo bugiardo mondo ingannatore.
Ahi falso lusinghier che molto fele La man potente del mio grande Iddio
Con poco mele astutamente copri Benigno e pio ha rotto il duro giogo
Non vò più tue lusinghe traditore Egli è non tu mio vero signore
Mondo bugiardo mondo ingannatore. Mondo bugiardo mondo ingannatore.
Rotta è la rete dei sottil’inganni A lui sol di servir tutto son vago
Ove molt’anni mi tenest’involta, Fischia qual drago o qual Sirena canta
hor piango, se ben tardi il lungo errore Non curo nè tuo biasmo, ne tuo honore
Mondo bugiardo mondo ingannatore. Mondo bugiardo mondo ingannatore.
(16a) Era scampato (conversione)
Era scampato per mia bona sorte, Questo tiranno più che un tigre fiero,
Dalle man crudel d'un'empio tiranno, Solo è il peccato, e chi lo crederia?
Ma per mia colpa e non voler fuggire, Quanto il crudel mi stratia, no'l so dire,
Son pur tornato misero a servire. Et io lo voglio misero servire.
O dolce libertà come t'ho persa, A Dio, che vera libertà mi dava,
Pur sei preciosa più ch'argento et oro. Servire non volsi, ohime che grav'errore,
Hor ti conosco, mà che giova il dire, Un sì gran fallo ben meriteria
Se son tornato misero à servire. Che stesse sempre in dura prigionia.
Quando ripenso al mio felice stato Mà la pietade del mio dolce Cristo,
Libero e sciolto come mi trovava Se ben'io stolto da lui son partito,
Sent'un'horrore, che mi fa morire, Hor mi richiama, e dice, ò peccatore
D'esser tornato misero à servire. Fuggi il tiranno, e torna al tuo Signore.

(16b) La luce che fa giorno (conversione)


La luce che fa giorno a la mia vita Quando questa visibil luce parte
Hoggi da me è partita o nube ingrata, Ne piu comparte, à noi si dolce vista,
Perche teco hai portat'ogni mia gioia Vien l'aria trista, è fin che non ritorna:
Cagion sarai ch'in lutto è in piant'io moia Non si mostra qual pria la terra adorna.
Qual gaudio potrò haver dicea Tobia Cosi nelo sparir del mio bel sole
Trista la sorte mia, poiche non veggio L'alma s'affligge è duole, e riman priva
Lume del ciel hor peggio, è ch'io son privo D'ogni piacer, ne viva potra mai
Di quel sereno sol ond'io sol vivo. Esser, se non rivede i suoi bei rai.
(16c) Lasso chi mi darà (Penitenza)
Lasso chi mi darà lagrime tante Tu Rè del Ciel Padre benigno, e pio
Onde piangendo le mie colpe lave? Che chiedi offeso, à chi t'offende pace.
Chi porgerà sospiri al cuor tremante Spira lo spirto tuo dentro al cuor mio
Che scuota à l'alma il peso tristo, et grave? Si che l'infiammi d'amorosa face,
Chi donerà parole humili, et sante Face, che di santissimo desio
A la lingua che tace, e ardir non have Incende, e non d'amor vano, e fallace,
Bench'io la sproni a confessar l'errore, D'amor che mentre stà nell'alma impresso
Che fecer gl'occhi in compagnia del core? Da te lungi mi tiene, e da me stesso.
(16d) Sento squarciar
Nella Passione del Signore
Sento squarciar del vecchio Tempio il velo, Spezzansi i sassi, et io non rompo il Gielo:
E'l mio si stà dinanzi agl'occhi avvolto, Surgono i morti, io giaccio anchor sepolto.
Trema la terra, e fassi oscuro il Cielo, Me tu cagion de si gran cause, dammi,
Io non muto pensier, ne cangio il volto. Ch'io risorga, apra gl'occhi, el cuor infiammi.
17 Anime che per me (Penitenza)

Anima che per me dal mond’errante É forse il mondo più cortese amante,
Fost’al dritto cammin del ciel rivolta o’l demonio che t’ha da me distolta
E d’ogni vizio sciolta hor brevemente ascolta
perchè cercando vai Ricercar ben potrai
Chi ti conduca a sempiterni guai. Chi t’ami più di me non sarà mai.
Già ti trass’io con le mie mani sante Io sono, io sono il tuo sposo zelante:
Fuor dell’inferno ov’eri tu sepolta: che’l sangue ho sparso, et con mia pena molta.
e non pur una volta D’empie man te ho ritolta.
si come ben lo sai, Deh lascia il vitio homai:
ma mille volte, e più te ne scampai. perchè peccando pur morir mi fai.
Dove è la fede tua ferma e costante
C’hor di nuovo nel mondo, ti sei involta?
Deh perchè segui o stolta
Segui tal che non sai
Et lassi me che più che’l cor t’amai.
(17a) Anime cristiane (conversione)
Anime cristiane a Dio dilette Questa breve caduca e fragil vita
Qual error dal fin vostro vi devia Altro non è ch’esilio e prigionia.
Deh perchè la bugia Deh perchè la bugia etc.
Perchè pur l’orbe amate Non v’accorgete voi ch’el vostro core
O grave inganno Quanto più beve ha più sete che pria.
E’l vero ben lasciate. Deh perchè la bugia etc.
All’immagine sua già non vi fece Altre acque brama il core, et altro fonte
Per un vano piacer che vi travia. Per Dio fu fatto, e in Dio sol sazio sia.
Deh perchè la bugia etc. Deh perchè la bugia etc.
18 Cor mio dolente e tristo (conversione)

Cor mio dolente e tristo O alma mia dolente


Và con la Maddalena ai piè di Cristo Chi ti fe schiava di nimica gente?
Ivi t’assid’e piagni Già non vedrai tu cielo
Finchè tutto di lagrime li bagni. Ma starai sempre tra la fiamma e’l gelo.
Ne ti partir fin tanto Gran male è viver sempre
Che dica: io ti perdono, asciuga il pianto. Senza morir in dolorose tempre.
Ahi che tra l’empia sorte Ma più mi duol ch’a torto
Son posto di color che vanno a morte. Signor mio dolce, io t’ho ferito e morto.
(18a) Deh se pietosa sei (BVM)
Deh se pietosa sei Per te Vergine eletta,
Habbi Vergin pietà dei dolor miei, Senza il cui mezzo, nullo ben s'aspetta,
Ch'io vorrei pur uscire Per te Regina spero
Di fera servitu d'aspro martire. Tosto esser sciolto d'ogni laccio fiero.
Sò che il tuo braccio forte, Tu fuor d'ogni tormento,
Mi può campar, o diva mia da morte, Me puoi trar salvo, e far lieto e contento
Porgimi dunque aita, E io tue lodi tante
O saldo scudo de l'humana vita. Cantando andrò con tutte l'alme sante.
(18b) Benedite il Signore (Lode)
Benedite il Signore,
Opre del sempiterno e sommo Dio, Chiare acque cristalline
Dategli eterno honore, Che sopra tutti gl'altri cieli siete,
Perch'egli è santo è giusto, immenso e pio. Con voci alme et divine
Di Dio Angeli santi Benedite il Signor che innanzi havete.
Il Signore benedite alto e superno O voi perpetue, et sante
Con dolci e vaghi canti Virtù dell'immortal principio nostro
Benedite'l Signor cieli in eterno. Di voi diletto amante
O Sole, ò luna, ò chiari Benedite l'immenso Signor vostro.
Occhi del mondo il Signor benedite:
O stelle, ò lumi cari
Del ciel, date al Signor lodi infinite.
19 Tu che sei tanto bello (Supplica)

Tu che sei tanto bello


Tu che sei tanto buono. Caldo d'amor vivace
A me che son sì fello Tu l'ossa mia penetra,
Che sì deforme sono O divina fornace
perchè non dai Signore Rompi il mio cuor di pietra;
Qualche scintilla del tuo sant'amore. Se mia salute brami
Oh' come al suo conspetto Deh fa signor, ch'io ti cognosca, et ami.
Fuggeria tosto ogn'ombra, Ti sento amor ti sento
Che l'aria del mio petto, Gia la fredd'ombra cade;
D'oscura nube ingombra; Mai piu non mi lamento
O come il ghiaccio saldo De la tua largitade;
Si struggerebbe, et verria luce e caldo. O miseri mortali
Luce che mi secondi, Ecco lo scampo à tutt'i vostri mali.
Luce che m'innamori,
Perche te ne vai fori?
Perche me ti nascondi?
Deh lascia ch'io ti veda
Se non ch'io resto a gl'inimici in preda.
(19a) E' nato il grand'Iddio (Natività)
È nato il grand'Iddio L'eterno et immortale
Ogni cor si rallegri Al caduco è conforme
E nato il signor mio Hà preso il mio mortale,
Fuggite o pensier egri Per farne deiforme
Gioia letitia e canto Per me, per tutti è nato
In cielo e in terra santo santo santo. L'agnel di Dio, che toglie ogni peccato.
O nova meraviglia Dunque il mio creatore
Ch'e il ciel largo dispensa, Tanto m'ama et m'apprezza?
Al vil servo simiglia O duro, et aspro core
Il Re di gloria immensa Spezzati di dolcezza,
E'il ricco Trono augusto Gioia letitia e canto
E' poco fieno nel presepio angusto In cielo e in terra santo santo santo.
(19b) Io credo fermamente Il Credo in Deum
Io credo fermamente, Ascese al cielo, e siede
In Dio Signor mio vero: Alla man destra al Padre:
Dio Padre omnipotente, Di qui (come si crede)
Il qual col solo impero Con le celesti squadre
Del verbo suo da zelo Verrà nell'hore estreme
Mosso è d'amor, fece la terra e il cielo. A giudicar i vivi, e morti insieme.
Nel figlio unico a Dio, Credo confesso, e invoco
Credo con tutt'il cuore: Il santo spirto ancora
Gesù clemente e pio Amor celeste, e fuoco
Messia nostro e signore Che l'Alme ard'e innamora,
Splendor di gloria e luce Che dal padre e figliolo
Eguale al Padre suo che lo produce. Procede, e insieme con lor l'adoro, e loco.
Il qual per gran virtute, Credo la Chiesa, quale
Di sant'amor celeste, E sola al mondo, et una:
Per dar'a noi salute, E santa, e universale,
Prese la mortal veste, Ch'i boni, e tristi aduna:
Nacque d'humil' Ancella E la communione,
Detta Maria, Vergin, beata, e bella. Credo de santi, in le sant'opre, e bone.
Di poi sotto Pilato, Col cuor credo e confesso
Di varie ingiurie afflitto, Che nella Chiesa sia
Schernito e lacerato Remission d'ogni eccesso
Dal capo al pie traffitto: E d'ogni colpa ria,
Dalla sua gente a torto Credo che tutt'i morti
Fu crudelmente crucifisso e morto. Saran' al fin de secoli risorti.
Fu posto in sepoltura Et finalment'aspetto
A i lochi inferni venne, Veder la vita eterna,
Ruppe la prigion dura, Quand'il popolo eletto
Che i Padri santi tenne: Nella città superna
Fece nel terzo giorno Havrà pace e riposo
Risorgendo da i morti a noi ritorno. Vedendo Dio beato e glorioso.
(19c) Alto Re delle genti (Supplica)
Alto Re delle genti Molti fra lor pensando Ma tu sommo Signore,
Perche tanti guerrieri; Voglion che la mia vita, Sei l'alta mia difesa
Sol' a miei danni intenti, Sia dal tuo core in bando, La mia speme, il mio honore,
S'armano arditi e fieri, E che la tua infinita, Per te vedrassi accesa
Come scosse faville, Bonta di me non curi: La gloria mia gia estinta
Crescono i miei nemici, Onde gia del mio fin E lieta l'Alma, c'hor
à mill'a mille. vivon sicuri. Di doglia è cinta.
(19d) Padre del ciel (Il Pater noster)
Padre del ciel clemente, Ch'ogni gusto, e diletto,
Che ne i superni chiostri Ogni bontade accoglie,
La tua bellezza mostri, E satia a pien l'insatiabil voglie.
Il nome tuo potente Siam debitor di pene
Santo, dolce, e diletto, Pei nostri falli rei:
Sia lodato da tutti e benedetto. Signor per quel che sei,
Venga Signor quel tanto L'ira il furor ritiene:
Tuo glorioso, e degno Poi che a color, che sono
Da noi bramato Regno. Debitor nostri, ancor noi diam perdono.
E il tuo voler, ch'è santo Signor tu il vedi e sai,
Con pronta voglia, e zelo, Che i tre nemici intorno
Faccisi in terra ormai, come nel cielo. Ci stan la notte e il giorno:
Il pan tuo benedetto Deh? non ci lasciar mai:
Ogni di tu che puoi Che nostra forza è frale:
Dona benigno a noi, Ma scampa noi per tua pietà dal male.
(19e) O cieco peccatore (conversione)
O cieco peccatore, Questo tuo falso bene,
Ov'hai rivolto il core? In che lochi ogni spene,
Che folle, e van pensiero Fugge qual fumo,et ombra,
Ti svia dal buon sentiero; Che picciol vento sgombra:
Che dritto al ciel conduce, E'n poca, e trita polve
Facendoti obliar l'eterna luce? Il corpo à un volger d'occhi si dissolve.
Se l'alto Rè immortale Torna dunque ò meschino,
T'ha dato i vanni, e l'ale, Torna à miglior camino,
Da sollevarti à volo, Che l'hore son si corte,
Verso il superno polo, Che forse hora la morte
Perche quà giù ti resti, Non stà molto lontano,
E di manto terren l'anima vesti? E per ferirti alzata ha gia la mano.
Ei per te mors'in Croce, Rivolgi omai la faccia
Con empio stratio atroce: A le pietose braccia,
Per te la morte amara Ch'aperte anco pur vedi,
Gli fu gioiosa, e cara: Et a trafitti piedi
E tu non te ne curi; Del tuo dolce Signore,
Anz'il tuo danno, e'l suo disnor procuri. Che troverai perdon del tuo lungo errore.
(19f) Signor se mi perdoni (conversione sal. 115)
Signor se mi perdoni Che dici alma, che fai? Quando io ti vedo in croce
Il mio grave peccato Da signor si soave Tra si fieri tormenti,
Chino sempre et carponi Come puote uscir mai E in dolorosa voce
Vo gir per ogni lato Pena cotanto grave? Del padre ti lamenti,
Vo per la bocca in terra Ma pensa che vendetta Mi trema il petto e'l ciglio
Se pur trovassi pace Grande, ò gran premio Che fia di me se non
In tanta guerra. da gran Re s'aspetta. Perdona il figlio?
Fieri lacci di morte, Dunque pur giusto sei; Alme c'havete zelo
Pericoli d'inferno Et veder conto voi: Pregate tutte quante
Mi stringono si forte, O mal di spesi miei Pregate il Rè del cielo
Ch’io sudo à mezzo'l verno, O gran giudicij tuoi Per le mie colpe tante
Chi fia che me ne scampi? Gesù porgimi aita, A me null'altro è buono
C'humil sentir,
Fornace sempiterna Prima ch'io parta,
Et dimandar perdono.
Come avampi. Et non harò piu vita.
Soccorrimi ò Gesù
Prima ch'io muoia,
Et non fia tempo più.
20 Benedetto sei tu dolce Signor Gesù (effusione d’amore a NSGC)

Benedetto sei tu Vivo torni o gran sire


Dolce Signor Gesù Per non mai più morire
Che quell’orrenda morte Altra cosa non resta
Che già temea si forte Già compita è la festa
Hor non la temo più. D’ogni umano desire.
Io ti viddi l’altr’ieri Quell’istessa infinita
Tra quei tormenti fieri Virtù mi darà aita
Si lacero e conquiso Et benchè in mille parti
Restar nel legno occiso Fossen miei membri sparti
C’huom a veder non eri. Ritornarammi a vita.
Et or con tanta gloria Di gratia allor ben unto
Mi torni alla memoria Non più ferito punto
Che ne in terra ne in cielo Loderò te mia gioia
Del bel pascal vangelo Senza temer ch’io moia
S’ode più dolcee storia. Nella tua gloria assunto.
21 Sorgi dal sonno (Natività)
Prima parte

Sorgi dal sonno sorgi anima mia Vedilo involto in pannicelli e in fasce
Che sorg’il tuo sole Come talor dall’onde
Dal lucid’oriente di Maria. Di Gange a noi velato nasce.
22 Il tuo bel sol (Natività)
Seconda parte

Il tuo bel sol ch’ogni tua notte aggiorna Per tua cagion i vivi raggi ardenti
E di gigli novelli e di viole Della sua gloria il Sol di grazia asconde
La terra e’l ciel adorna Si che tu nol paventi
E riscalda d’amore Anzi per tuo diletto
Ogni agghiacciato core. L’alberghi entro al tuo petto.
23 Sorge la chiara stella (Natività della BVM))

Sorge la chiara stella Hoggi apparisce in terra,


Ch’el vero Sol produce; Il nobil tempio e santo
Maria Vergin’è bella: In cui l’antiqua guerra
Che di grazia e d’amor ard’e riluce Sì cangia in pace, en’allegrezza il pianto,
Maria nasce fuggit’ò pensier egri, Il tempio ov’abitar, vuol per salvarne
e la terra gioisca e’l ciel s’allegri. L’eterno verbo fatto umana carne.
O voi ch’errando andate, O voi che incontro a Dio
Fra li scogli e tempeste, Fate guerra peccando
fiss’in alto mirate, Fuggit’il senso rio
A la stella gentil, più che celeste. E’l mondo che v’occide lusingando
Ella vi condurrà per cammin corto Corret’al tempio, ov’al gran Re compiace
Da questo mar di pianto al dolce porto. Dare a ribelli suoi perdono e pace.
24 Mentre lo sposo mio (Pianto al Sepolcro del Signore)

Mentre lo sposo mio dorm' et riposa, Piango, et è ben ragion ch'io pianga sempre,
Nel sonno della morte aspr'e penosa, El cor per gl'occhi in lagrime si stempre,
Qui sott'il tronco dell'amata spoglia Rimembrando l'ingrata dipartita
Sfogarò la mia doglia. Ch'io fei da la mia vita.
Croce, et voi chiodi, et spine insanguinate, Hor'à lui torno, et tu dolce conforto
Il caro sposo mio deh non svegliate, Nelle tempeste mio refugio, et porto,
Sin che satia di pianto et di lamenti Croce diletta, tu m'abbraccia, et prendi,
Ancor io m’addormenti. E al mio Sposo me rendi.
25 Unico figlio amato (Supplica del peccatore)

Unico Figlio amato Gesù refugio e porto


Del Padre almo splendore, Unica speme e gioia,
Il tuo volto dal ciel tanto bramato Di quei che piangon il suo grave torto
Volge ad’un ch’ard’e muore, piacciati pria ch’io moia,
Oggi che Maddalena Pei meriti di Maria
Chiami si dolcemente alla gran cena. Dar pace a la mia vita trista e ria.
Nel celeste tesauro, Dolce madre e umile
Dell’alto Re è riposta A cui l’oblio non toglie.
La Dramma ricca, più ch’argento, Il ricordar lo stato basso e vile
Et la gemma nascosta Di nostre ardenti voglie
Nel vil fango a la luce Prego che sii mia scorta
Riede, la qual via più che stella luce. Et drizzi al porto la mia vita storta.
(25a) Onde che l’aureo crine (Glorie della BVM)
Onde che l’aureo crine Ond’è che gli alti lumi
Del più lucente giro Di quei stellati chiostri
Si risplendente e bello oggi rimiro. Si vaga mostra fanno a gli’occhi nostri.
Però che più bel sole Oggi sovra le stelle
Col suo candido velo Nova stella si pone,
L’aria rende serena e chiaro il cielo. Perché alle stelle, eterna luce done.
Ond’è che della Luna Ond’è che lieti e gai
E l’un’e l’altro corno, I pargoletti amori
Splende si che di notte adduce il giorno? Spargono in terra gigli rose e fiori.
Nova luce le apporta Tra le pungenti spine
Donna leggiadra e bella Candido è intatto giglio
Del suo Dio genitrice sposa e ancella. In grembo oggi risiede al caro figlio.
(25b) L’Eterno Alto Motore (Il Signore è il mio Pastore- Sal. 22)
L’Eterno alto motore Ove stampa il sentiero
Pasce la vita mia Con l’ombre sue la morte,
Qual dunque ha’l mondo Andrò sempre, Signor sicuro e forte,
Ben che mio non sia, Se m’accompagni e spero
Ei qual saggio Pastore Di giunger al tuo Regno
M’adduce ove il terreno Poi c’hor m’abbatti, e or mi sei sostegno.
Di varii fior, e di verd’erba e pieno.
Tu mi nudrisci e pasci
Voltando a Dio le spalle, Con larga mano e vuoi
Lo Spirto avea smarrita, Che’l mio nemico veggia i doni tuoi
La strada che conduce a miglior vita Dolente non mi lasci,
Ma al giusto, e dritto calle, Ma così mi governa
La sua pietà l’ha scorta Il tuo amor, ch’io son pien di gioia eterna.
E del suo grave error l’ha fatta accorta.
26 Vergine Se Ti Calse (Supplica alla BVM)

Servo. Vergine se ti calse Vergine. Alma grave è il tuo fallo,


Di mortal prego mai Pur odi lui, che grida
Deh prego ascolta'i miei dolenti guai. Ritorna a me, ritorna anima infida.
Fui del tuo figlio sposa Tu con mille amatori
Cara sposa, et diletta, Sfogasti il tuo desio,
Ma per mio fallo hor più non mi ricetta. Me dispregiando tuo Signore, et Dio.
Vil fante si mi trasse Pur vieni a me pentita;
Del dolce albergo fuora Che qual pria ti raccoglio
Piangendo il dico, e'l ricordar m'accora. Et sana, et bella, et ricca far ti voglio.
Hor son povera e inferma, Anima. Ahi che troppo t'offesi,
Abbandonata, et sola: Troppo benigno sei;
Nessun m'aiuta, nessun mi consola. Piangi o cor lasso, che ben pianger dei.
(26a) Giunto che fu quel giorno (Croce)
Giunto che fu quel giorno Non così fuor de l'arco
Nel qual nostro Signore Uscita una saetta
Spinto dal grand'amor corse a la croce Feri con tanta fretta cerva mai
Parlò con la sua santa Com'il cuor di Maria
Et benedetta Madre, Quest'ultime parole,
Dicendoli il mio Padre vuol ch'io mora. Della diletta prole del suo ventre.
Restate O Madre in pace, Bramava dar risposta
Non posso far dimora Ma l'acerbo dolore
Perche l'è gionta l'hora del patire. Che gli premeva il cuor no'l permetteva.
Cosi detto partendo
Pres'el bascio di pace,
Et come Agnel verace cors'a morte.
(26b) Non guardar mai (Aspirazioni al Cielo)
Non guardar mai piu in terra; Vuol che tant'accoglienze,
Alma poi che'l tuo Amore, Ch'in quel superno regno,
Il tuo sposo, e signore, Si sente à farse indegno
Al ciel t'invita Ogni beato.
Quel ch'è tuo cor tua Vita: Ti fian spettacol grato,
Lieto è Vittorioso Che doppo lui ti faccia
Splendido e giubiloso Aprir sempre le braccia,
Al ciel si mostra. Sol per seguirlo.
E ne la fragil nostra Arder sempr'in udirlo,
Spoglia fatta divina Lodar da quella gente,
A cui s'abbass'e inchina, Che cosi degnamente
L'universo. Ogn'hor l'adora.
Non piu di sangue asperso, O felice quell'hora,
Ma di gloria e bellezza Ch'in quella eterna pace,
Siede in egual'altezza Il mio bel sol verace,
Al Padre eterno. Farà soggiorno.
E prend'ogni governo, O Croce, o spine, o chiodi,
E potestà nel mondo, Sete restati a me;
Nel Ciel'e nel profondo, Signor dolce, per te
E nell'Abisso. Vo' sempr'amarli.
Il tuo amor crocifisso. E meco ogn'hor portarli
Dileggiat'e schernito, Dentr'al cor troppo Cari:
Alma, mort'e ferito, O doni eccelsi, e rari
Hora ti chiama. In voi mi fido.
Vuol perche si t'ama;
Mostrart'i suoi Thesori,
Le ricchezze, e gl'honori
E l'eccellenze.
27 Viddi una Verginella (Maria contempla il Bambinello)
Prima Parte

Viddi una Verginella che si stava La pura Verginella che si stava


In una cappanella In una cappanella
Et IESU CRISTO contemplava. Et IESU CRISTO contemplava.
28 Figlio dicea del Sommo Eterno Padre (Maria contempla il Bambinello)
Seconda Parte

Figlio dicea del sommo Eterno Padre Tanto ch’io movo ad amoroso zelo
Gli Angeli ancor del cielo
E Figlio Hoggi ancor mio
Così dicendo stretto l’abbracciava.
Che ben ti sono Madre,
La casta Verginella…
Se t’ho generat’io
Come mirando nel tuo dolce viso O me felice sopra ogn’altra in terra
Mi s’apre il paradiso Che stringo le tue membra
Così dicendo esso lo mirava. Se non fosse la guerra
La pura Verginella… Con sospir mi rimembra
Dunque e pur vero ch’io porto nel seno Se non fusse ch’a tempo, hai dura sorte
Mi priva acerba morte
Quel divino tesoro
Così dicendo forte lagrimava.
Che fa beato a pieno
L’afflitta Verginella…
Tutto il celeste coro
29 Donna Celeste (Maria contempla il Bambinello)

Donna celeste che di Dio sei madre Donna ch'avolgi dentro a le tue braccia,
Hoggi al tuo parto scendon mille squadre, Colui che tutto l'universo abbraccia,
D'Angeli santi, Fatto bambino
Con dolci canti, Et piccolino
Maria felice te. Lo stringi forte à te.

Donna sublime, ch'hai portato in terra, Donna in cui sono tal bellezze sparse
Che'l verbo eterno, risguardotti, et arse;
La vera pace; e a noi tolt'hai la guerra,
Hora ridendo
Satan s'adira,
Ti stà godendo
Il ciel t'ammira,
Felice dunque te.
Gioisce il mondo in te.
30 O fra quanti giamai (a Maria Regina) (BVM)

O fra quanti giamai nacquer d'Adamo. Ma che parl’io di tali, che cinser l’alma
Formosa Verginella Qui di corporeo velo,
O Madre de viventi Eva novella Gli Angeli stessi, gl’Angeli del Cielo.
Te riverisco, et amo Danno a Maria la palma,
Poi che sei santa, e bella. Con riverente zelo.
Lodi pur chi vorrà Donna gentile O saggia scorta de gl’uomin’in terra
Quantunque altera sia, E fu nel Ciel Regina.
Ch’a merti non può giunger di Maria. Riparatrice di doppia rovina,
Donna par ne simile Soccorri a la mia guerra
Non fu giamai ne fia. E al mio favor t’inchina.

1
31 Io Vo Vendetta Far (Penitenza)

Io vo vendetta far contra me stesso Et la gratia, et me stesso, hebb'in disprezzo


Il mio corpo punire Per cui diè sangue Cristo,
Per l'horribil eccesso Tal di me fece apprezzo
Che piu volt'ho commesso Et non v'er'altro prezzo,
Di far il lume di ragion morire. Ahi ch'io l'uccisi col mio viver tristo.
Et la gratia, et me stesso, hebb'in disprezzo Prendi la sferza prendi, et te castiga,
Per cui diè sangue Cristo, Ne sij scarso alla pena,
Tal di me fece apprezzo Versa con larga riga
Et non v'er'altro prezzo, Fin che'l terren s'irriga
Ahi ch'io l'uccisi col mio viver tristo. Pianto da gl'occhi, et sangue d'ogni vena.
Che dirò de la gloria ch'io perdei
Gloria che sol bastante,
A far che l'huom si bei,
Et riposto tra dei,
Goda il bel lume delle luci sante.
32 Il Mondo Stolt'e Pazzo (Il Penitente)

Il mondo stolt'e pazzo Và solitario, et mesto


Prende di me sollazzo, Il rider gli è molesto
E sorridendo dice Fugge la compagnia
Guarda quest'infelice, Piu ch'una serpe ria
Che mentre è tempo per poter gioire Miser'et sfortunato, che ci trova
Piangendo vuol morire. In questa vita nuova?
L'età bella, et fiorita, Non cura più gl'honori
Men' in amara vita, Ricchezze ne favori
I giorni liet'invano Quant'ha il mondo di bello
Lascia passar l'insano, Lui lo stima per fello
Senza gustar che cosa sia dolcezza, Deh? ch'umor, che pazzia, gl'alberga in petto
O che strana sciocchezza. Misero è pargoletto.
33 L'alto Fattor Che L'universo Regge (Natività)

L'alto fattor che l'universo regge, D'una vergine intatta, et ella attenta
Per farsi'a noi simile, Al celeste consiglio
Veste corpo servile Concepisce col verbo il dolce figlio.
E per vita donar al caro gregge In basso speco in fien pungente giace.
A morir vien'in terra Ne vil Presepio sdegna,
Con sì forte legam’amor lo serra. Quel ch'interno Regna
Scende dal ciel ne chiostri santi e casti E poco latte sugger si compiace
Della beata madre Picciol Bambino in fascie
Gratia del sommo Padre Quel che gli Augelli e tutto il mondo pasce.
Et tu felice ventre in te portasti Rallegransi cantando i sacri cori
Il profondo secreto Degli spirti celesti,
Cui mira il cielo riverente e cheto. Et baldanzosi et presti
Con nuova maraviglia hoggi diventa L'alta Novella recano a pastori
Di Dio tempio e ricetto Che sotto mortal velo
Il bel pudico petto, E comparso il Pastor, e Re del cielo.
(33a) Hor che la fredda neve (Cantico dei Cantici)
Hor che la fredda neve, e’l duro gelo Vanne a veder le folte chiome e nere,
Al caldo si distilla Gl’occhi pien di splendore,
Ne la stagion tranquilla, Dove s’annida amore,
Né più ricopre oscura nube il cielo, La fronte lieta, e’l collo, ch’a vedere
Et con la fosca notte, Terso avorio simiglia,
Fugge l’inverno e le gelate grotte. E la tua faccia candida e vermiglia.
Hor che su le minute aurate arene, Vedrai quella beltà che non ha pare,
Con vario giro e lento Il suo divin sembiante,
Mormora’l vivo argento, E le maniere sante,
E ride’l prato, e il coll’e su l’amene E i costumi celesti: onde scaldare
Piagge apriche la foglia Ti sentirai di fiamma
Verdeggia, odora il fior, l’Albor germoglia. Che purga, luce, e dolcemente infiamma.
Che più giaci alma mia, che non ti deste? Corri al soave odor, ch’intorno spande
Ecco per la campagna La Mirra, il Nardo, el Croco:
La tortore si lagna, Ove in ameno loco
E la vite di gemme si riveste; Gustar potrai le care sue vivande,
E tra le folte foglie Uve mature, e intatte,
L’ispido fico, i primi parti accoglie. Favo di mele, e vin misto con latte.
Porgi l’orecchie a gl’amorosi accenti, E qual pura colomba, entro al suo nido
Del tuo diletto sposo, Vola veloce e giace
Che t’invita al riposo In quella somma pace,
E in mezzo ai gigli, e a gl’odorati unguenti. In quell’albergo dilettoso e fido
Verso il meriggio siede Ivi t’assidi: e poi,
Di gemme ornato, te sol brama, e chiede. Viv’in eterno in mezzo a i bracci suoi.
34 Passat’el verno (Conversione)

Passat'el verno ei ghiacci e le pruine, O man ribella, e nel suo mal’ardita


Et l'aria oscura e mesta Ch’il pom’acerbo colse Sorgi Anima, che sorge il tuo bel sole
Già ripiglian' i prati e le colline, E per sua colpa nel giardin di vita Poco dianzi eclissato
La verd'erbosa vesta Spine di morte accolse E di seme celeste altre viole
E le piante novelle Onde fu maledetta Sparge per più bel prato
Spandon le chiome lor fiorit'e belle. La terra ch’era santa e benedetta. Sinché per te ritorni,
E tu sola gelata, e neghittosa Ma grazie a Lui che di vestir, sostenne Più vaga primavera, e lieti giorni.
Anima ancor ti stai? Terrena spoglia e frale,
Né fil’d’herba odorata o fruttuosa E con fuoco d’amor, a sanar venne
Pianta germogli mai Nostra piaga mortale,
Ma sol tribuli, e stecchi E questa terra immonda
Mentre nei tuoi peccati Col suo sangue divin,
ogn’hor t’invecchi. purga e feconda.

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35 Fuggono i giorni (Conversione)

Fuggon’i giorn’ei mesi e volan gl’anni Di poi l’età migliore


Di questa breve vita, Sparit’è in si poch’hore
E già della partita Che già sei vecchio e pur non te n’accorgi.
Vicin’e l’ultim’hora, Arbor infruttuoso et infelice,
E tu nol credi ancora Quanti, e quant’anni sono
E te medesmo lusingando inganni. Che il cultor saggio e buono
Mira come pur dianzi era ridente Indarno aspetto il frutto?
La bella primavera, Hor vuol tagliarti in tutto,
De suoi colori altiera, E già la scur’ha post’a la radice.
Hor tutto il vago verde E tu pur dormi, e sotto a te l’inferno,
Per troppo caldo perde, Non vedi esser aperto?
Et presto torna il pigro verno algente. Ne guardi il Ciel, ch’offerto
Stolto il tuo variar come non scorgi? T’è mentr’hai vita e sensi
Stamane eri un fanciullo, Tu non curi e non pensi
Tutto volto al trastullo Qual è il momento a cui segue l’eterno.
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(35)a Mentre del martir tuo (ad un Martire)
Mentre del martir tuo cantiam gioiosi Sostenne invitto ogni tormento atroce,
I fatti gloriosi Del ministro feroce
Perdonaci Signore E per chi d’amor l’arse,
Il nostro grave errore Il proprio sangue sparse:
Tu ch’al soldato forte: hor de la pena breve,
Sei premio eterno, e avventurosa sorte mercè del suo valor gloria riceve.
Questo del mondo il ben falso e fugace Tu si lieto Trionfo a i falli nostri,
E la mentita pace Se placato ti mostri:
Mentre fugge e disprezza, Tutti cantando andremo:
Volto a maggior bellezza: Viva il Signor supremo,
Gode del ciel beato, Ch’ai servi suoi perdona,
Il sommo bene e il regno desiato. Viva il gran Re, che i martiri corona.
36 O Donna Gloriosa (BVM)

O donna gloriosa Tu col tuo germe santo


Più sublime del cielo e delle stelle Rendi quel che ne tolse Eva infelice
O del tuo figlio sposa Per te dal tristo pianto
Le cui sacre mammelle Entrar nel gaudio lice.
Lattaro il tuo fattore, A noi suoi figli rei
Che ti creò con infinito amore. Perché del ciel fatta fenestra sei.
Tu sei porta lucente
Per cui si và nella città superna;
Voi liberata gente
Dalla prigion eterna.
Che per Lei vita avete
A la Vergin’gentil lode rendete.
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37 Quand’io ripenso (Penitenza)

Quand’io ripens'ai miei mal passat' anni. Nodrisciti di lacrime e d’affanni


Se potessi mandar le voci fuora, Qual non provasti in alcun tempo ancora.
O che cordoglio fora O che cordoglio fora ecc.
Sentir la pena che dentro m'accora. Chi può ricompensar i tuoi gran danni?
Vestiti anima mia lugubri panni, Tempo perduto mai non si ristora.
Et sempiternament’il tuo mal plora O che cordoglio fora ecc.
O che cordoglio fora ecc.
Deh? Quando uscirò fuo’di tant’inganni.
Quando sarà, quando sarà ch’io mora.
O che cordoglio fora ecc.

1
38 Son quest'i sacri pie' (Penitenza)
(Aria di cantar sonetti)

Son quest'i sacri pie' ch'a la gran cena Gente, è fra di voi alcun pietoso gl’occhi son
Lavai con le sals'onde del mio pianto Che m’apra’l petto, accio col sangue lavi
Per impetrar da te perdon di quanto Il mio Signor, poiché gl’occhi son scarsi.
T'offes'in la mia vita d'error piena.
Deh fosse morta almen quel glorioso
Piansi all’hor la mia colpa, hor la tua pena, Giorno, che dissi a te: Signor peccavi
E la tua morte, che m’affligge tanto, Quando sopra di te l’unguento sparsi.
Che s’ancidesse’l duol, già seria a canto
Il fin dell’infelice Madalena.

1
(38)a Quando vedrò (Aspirazioni al Cielo)
Quando vedrò di questa mortal luce
L’occaso, e di quell’altra eterna l’orto, Soave sia il morir per viver sempre,
Sarà pur gionta al desiato porto E chiuder gl’occhi per aprirli ogn’hora
L’alma, cui speme Hora fra via conduce. In quel si chiaro, e lucido soggiorno.
E scorgerò quel raggio, che traluce Dolce il cangiar de queste varie tempre
Sin dal ciel nel mio cor, del cui conforto Col fermo stato, O quando fia l’Aurora
Vivo con occhio più de questo accorto Di così chiaro aventuroso giorno?
Com’arde, come pasce e come luce.

(38)b Gl’Angeli eletti (Passione di NSGC)


Gl’Angeli eletti’al gran ben’infinito
Braman hoggi soffrir penosa morte Asconde il sol la sua lucida chioma
Acciò nela celest’empirea corte Spezzansi i sassi vivi, apronsi i monti,
Non fia più’l servo che il Signor gradito. Trema la terra, e’l ciel, turbasi l’acque.
Piange l’ardita madre il gusto ardito, Piangon gli spirti al nostro mal si pronti
Ch’ai figli suoi del ciel chius’ha le porte De le catene lor l’aggiunta soma
Et le due man piagate hor sono scorte Non piange l’huom che pur piangendo nacque.
Per ridurne al camin per lei smarrito.

(38)c Cadan di ghiacci (Natività)


Cadan di ghiacci e di pruine,
Sovra’l tugurio humil ligustri e rose: I bei lumi del ciel scendano quivi;
Mutisi il fieno in ricche, e preziose Quivi discenda dal balcon dorato
Vesti, dove il fanciul nato recline. Il contento, il piacer, la gioia, e’l riso.
Corran di latte, i fiumi e le vicine Però che ben dritt’è che dove e nato
Selve, distillin per le querce annose L’alto Rettor dell’universo anch’ivi,
Nettar soave, e tra le frondi ombrose Nasca un leggiadro e vago paradiso.
Cantin gl’augelli ancor lodi divine.

(38)d Deh spiega hor lungi (Natività)


Deh spiega hor lungi atro Aquilon le piume
Del bel tugurio, più che’l ciel pregiato Né si dorrà del suo turbato stile
Ove il fanciullo pargoletto è nato Natura se di fior vermigli e bianchi
Alta progenie dell’eterno Nume. Anzi tempo l’adorni arido stelo.
Zeffiro in ritornar rompa il costume, Che men grave è soffrir ch’il mondo manchi.
E spiri intorno a lui tiepido e grato: Che mirar’il divin Parto gentile,
E tu lucido Sol pria del’usato, Patir sul fieno a mezza notte il Gelo.
A l’aurato Monton riporta il lume.

(38)e Crear gl’eterni giri (Meraviglia della creazione e della redenzione)


Crear gl’eterni giri è gran Motore Del poter, del tuo Amor, fu piccol segno
Esser del Ciel, che vital lume infonde, Signor, ma che l’eterno e benedetto
Far chiaro il sol le stelle alm’e feconde Figlio fatt’huomo al tuo nemico dai.
E dar al Tempo i dì fugaci e l’hore.
Se lingua dirlo a pien l’humano ingegno
Temprar de Foco il puro e lieve ardore: Nol può capir, ne angelico intelletto:
L’aer formar l’immobil Terra e l’onde, Quant’ami, e quanto poi, chi dirà mai?
Dar legge e norma a le cagion seconde
E poi far l’huom che al tutto sia signore.
(38)f Qual caligin ti copre (Supplica al Signore)
Qual caligin ti copre, e in quali abissi
Ti nascondi o Signor, ch’i miei lamenti, Dunque in un cor celeste han l’ire luoco,
Che spargo verso il cielo, anco non senti, E l’antiche pietà sono in oblio,
Ne gl’occhi ver me, placato affissi? Ne amor in cielo, ha più ricett’o stanza?
Se perché il divin fianco io ti trafissi, Pensa al tuo honor signor perché fia poco
E i celesti precetti in terra ho spenti, Degno ch’altrime dica, ov’è’l tuo Dio?
Hai teso l’arco, e a vendicarti intenti Ov’è il suo aiuto? Ov’è la tua speranza?
Son tuoi consigli, e nel tuo danno fissi.
(38)g Cura, ch’il tristo cor conturbi (contro l’accidia)
Cura, ch’il tristo cor conturbi, e struggi
E di letal tormento ogn’hor l’aspergi, Perché l’ossa mi limi, el sangue stempre,
E il placido riposo indi dispergi, al’egro corpo, el vital spirto ancidi,
E i lieti spirti col tuo fiato adduggi. E l’alma mia d’amara doglie ingombre.
Tu che l’assenzo, e il veneno astro suggi. Fuggi funesta ai tenebrosi lidi
E nel tuo tosco, ogni dolcezza immergi A cibarti di duolo a pianger sempre,
Perchè nel petto mio Regina t’ergi, E sazia col tuo fel l’inferno e l’ombre.
E ritrosa, e proterva, hor taci, hor ruggi.
(38)h Vegg’hoggi uscir (Magi)
Vegg’hoggi uscir con doppia luce il giorno,
Et una stella andar col sole a paro, E veggio quanto occhio mortal sostiene
Per far al mondo manifesto, e chiaro, Del ciel bellezze e meraviglie nove,
Ch’egli era già del maggior Sole adorno. Ch’un umile capanna alberga e mostra.
Veggo i tre saggi ricercar d’intorno E mirando Signor già mi sovviene
Col nuovo raggio, lume ancor più chiaro. Come si schive Herode, el ver si trove
Veggio i tre doni, el fier tiranno avaro Seguendo l’orme de la stella vostra.
Già temer pien di rabbia il degno scorno.
(38)i Di mesta oscura Eclissi (Passione)
Di mesta oscura Eclissi il Sol s’ascose, E tu cor cieco alpestre et indurato
Tremò la terra con spavento in giro, Nol conosci, nol piangi, e non ti penti,
Le pietre el’vel del Tempio in due s’apriro. Anzi stimi pietà l’esser spietato.
D’horror natura tutta si coperse. Se pur sei fatto un sasso, almen consenti
Morte se stessa, ne gl’Abissi immerse, Spezzarti hoggi con gl’altri, e degna ingrato
I sacri corpi estinti in un s’uniro, D’una lacrima il Re delli Elementi.
A pigliar vita, a all’hor di tomba usciro
Che v’entrò, chi per noi morir s’offerse.
(38)l Locar sopra gl’abissi(Meraviglia della creazione e della redenzione)
Locar sopra gl’abissi i fondamenti
Dell’ampia terra,e come un sottil velo Signor fu poco a la tua gran possanza,
L’aria spiegar con le sue mani, el cielo. Ma che tu Dio, tu creator volessi,
Et le stelle formar, chiar’e lucenti. Qui nascer e morir per chi t’offese:
Por legge ai Mari, a le Tempeste, ai Venti, Cotanto l’opra dei sei giorni avanza,
l’Humido unir col suo contrario el Gelo Ch’io dir nol so, nol san gl’Angeli stessi,
Con provvidenza eterna, eterno Zelo, Dicalo il verbo tuo che sol l’intese.
E Crear e nutrir tutt’i viventi.
Risposta
I Superbi pensier già domi e spenti Temprando l’hore andai gelate, e ardenti.
De lo spirto più bel ch’havesse il cielo, Padron ne feci l’huomo a mia sembianza
fra’l giusto sdegno e fra’l paterno zelo Perch’io pin d’alme humili al fin vedessi
Creai le Stelle, i Cieli, e gl’Elementi. Il ciel nemico a le superbe imprese.
Piant’herbe et animai greggi et armenti, Ond’uopo fu (lor tolta ogni speranza)
Insieme aggiunsi e in mezzo al cald’e al gelo Per giusto esempio d’humiltà, ch’io dessi,
hor sotto il Sol’hor nel notturno velo Il mio verbo a pagar nuove altr’offese.
1
39 Sommo Signore e Dio (Sal. 12) (Supplica)

Sommo Signore e Dio Fa che’l mio duro scempio


M’havrai sempre in oblio? Non faccia lieto l’empio.
Fin quando mi vorrai Che si mi desse morte
Celar quei del tuo amor cortesi rai? Si terrebbe di te Signor, più forte:
Quand’havran fin’i tanti e quei che mi fan guerra
Miei discorsi noiosi, e gravi pianti? andran superbi, s’io men vado a terra.
Andrà sempre si altiero Io della mia virtute
Il mio nemico fiero? Non spero aver salute:
A me prego ti volta, Ma in queste doglie estreme
E le mie voci con pietat’ascolta. La tua somma pietat’e la gran speme
Dammi senno e consiglio, So che sarò contento:
Che fuggir possa ogni mortal periglio. Che già del tuo favor la forza sento

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40 Sposa Cara e Diletta (elogio della povertà)

Sposa cara e diletta Vengono i fier leoni


Dell’agnell’innocente, Con armi e con facelle,
Povertà gioia eletta Contra il pastor felloni,
Mal conosciuta dalla mortal gente. Et fuggon le smarrite pecorelle
Ma tanto più nel ciel nota et accetta. Et tu sola giamai non l’abandoni.
Appena spunta e nasce, Al fin con Lui ti spogli
In carne il Sol’eterno, Ne la gran lutta attroce,
Teco s’abbraccia in fasce Et non temi i cordogli,
Ne vil presepe angusto a mezzo’l verno; Nell’ignominie dell’horribil croce,
Et del tuo latte Iddio fatt’uom si pasce. Et del sposo lo spirto vltim’accogli.
Quindi per lunga via, O santa povertade,
Et per aspro camino, O albergo di pace,
Te sola ha in compagnia, O scuola di bontade,
Trente e più anni il nobil pellegrino. O fida scorta a la patria verace,
Et dal tuo lato mai non si desvia. Guidane al ciel che sai tutte le strade.
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41 Ritorna la tuo Pastor (Buon Pastore)
Ritorna al tuo pastor smarrit’agnella Vedi con quanto amor, con quanto zelo
Che per valli e per monti errando vai, Ch’a mezzo’l verno, e pria che nasc’il sole.
Solinga e semplicetta, Per cercarti s’accinge,
Et non pensi et non sai, Et perché le parole
Qual fero lupo a qual varco t’aspetta: Son tarde al gran desio che l’arde e spinge
O nemic’a te stessa e a Dio ribella. Col vaggir parla, e col vaggir t’appella.
E perché tu non sii de lupi pasto, Et per la longa via pel lungo affanno,
Lascia la nobil greggia, e’l grand’ovile, Vedilo al fonte nel meriggio ardente
E per sì lunga via, Come assetato e lasso,
Scende in habito humile Siede, e guarda sovente
Il buon pastor, e la sua gloria oblia, Se l’amata sua fer’arriv’al passo,
Per farti gloriosa in cielo, e bella. Et dolcemente poi seco favella.
Ma non vedendo ancor che tu ritorni,
Al fin qual’huom’che vuol veder da lunge,
Monta su l’alta Croce,
Et come amor lo punge
Gridando in sul morir con maggior voce
Pur te chiama, pur te selvaggia, et fella.
42 O Peccator che fai (invito alla conversione)

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O peccator che fai Suona l’horribil tromba
Giacendo pur nel tuo profondo sonno, La morte, el correr suo rapido affretta,
Come non odi omai Et nel sonar rimbomba:
I tuoni che svegliar le pietre ponno Già per ferirti l’arco ha la saetta,
E tu pur giaci e dormi. E tu pur giaci e dormi.
Grida in mezzo al tuo core, Pende su l’alta croce
Nott’e giorno l’amara conscienza, Il tuo dolce Signor che tanto t’ama:
Et vibra del timore, Ch’ancor morta la vocee
La sferza che ti spron’a penitenza, Del sangue, e delle piaghe sue ti chiama
E tu pur giaci e dormi. E tu pur giaci e dormi.
Sorgi peccator sorgi
Svegliati omai che non sarà per tempo:
Porgi l’orecchio porgi:
Al tuo cuore, alla croce; a morte, al tempo,
Perché pur giaci e dormi?

2
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1
La seguente musica di Giovanni Animuccia contenuta nel Primo libro delle Laude spirituali a tre voci---Roma---
A.Gardano---1583. può essere utilizzata per cantare la Lauda n. 3.

2
La seguente musica di Serafino Razzi contenuta nel Primo libro delle Laude spirituali --Roma---A.Gardano---1563. può
essere utilizzata per cantare la Lauda n.8.

2
3
La seguente musica di Francesco Soto de Langa contenuta nel da "TEMPIO ARMONICO DELLA BEATISSIMA
VERGINE... in Roma, Nicolo Muti] 1599. può essere utilizzata per cantare la Lauda n. 14.

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