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Guida e Pellegrino
Gui. Chi vuol salir al Cielo, G. Chi per Dio tutto lascia,
Dove si vede Dio, In Dio tutto ritrova,
Ascolti il parlar mio. Ben lo sà chi lo prova.
Pel. Gran tempo è, ch'io n’ho voglia P. Sentomi così stanco
Però ch'in questa terra E di corpo è d'ingegno,
Non trovo altro che guerra. Ch'à pena mi sostegno.
G. Tu non potrai salire G. Gusta vin d'allegrezza,
Per questo erto sentiero, Prendi cibo d'Amore,
Se non vai ben leggiero. Che ti conforti il core.
P. Ecco, ch'io mi sviluppo P. Lodato sia l'Altissimo,
D'ogni impaccio del mondo Ch'or vò per ogni lato
Che mi tirava al fondo. Come Cervo assetato.
G. Spogliati d'ogni cosa G. Non arrestar il corso,
Troppo allacciato sei, Che quanto più ti stendi,
Non basta dir vorrei. Tanto più forza prendi.
P. Con la robba gli honori P. Deh Signor dammi penne,
Voglio anco metter giù, Ch'io voli nel tuo seno
E che vorresti più? Per questo Ciel sereno.
G. Spogliati di te stesso, Parmi la terra un punto,
Che se questo non fai, Quando rimiro a basso
Poco innanzi anderai. Stupisco et dico, ahi lasso,
P. O che dura battaglia, Dunque sol per un sasso,
Io credo, che men forte Ch'è di formiche picciola caverna,
Mi sarebbe la morte. Perdon' gli huomin mortal la vita eterna.
(3a) Anima mia che pensi (Anima e corpo) (Conversione)
1
Se questa valle di miserie piena Deh lasciam dunque questa oscura valle,
Par così amena, e vaga, hor che fia quella Il dritto calle della via smarrita
Beata, e bella region di pace Cristo ne addita, e dice, o Pellegrino
Patria verace? Ecco il camino.
Se questo tempestoso mar di pianto
È dolce tanto, à chi con fragil barca Prendi la Croce, e dietro à me t'invia,
Errando il varca, qual gioia, e conforto Io son la via, io sono il vero duce,
Sara nel porto? Che ti conduce alla Città superna
Se grato è il campo, ove il crudel nemico Di gloria eterna.
Per odio antico guerra ogn'hor ci muove,
Che fia la dove al vincitor si dona
L'alta corona.
(4a) Anime affaticate, et sitibonde (Conversione)
Anime affaticate, et sitibonde A le cisterne, ai molti stagni, ai laghi,
Venite a l'onde vive ove v'invita Vanno i cor vaghi pur del sommo bene,
La vera vita, ove la lunga sete Ma di tal viene il ber sempre maggiore
Spegner potrete. Fà il vostro ardore.
La lunga sete natural, che sempre Venite adunque a l'acque dolci, e chiare,
Con dure tempre il cor arde, e tormenta Torbide e amare son l'acque d'Egitto,
Ne il foco allenta mai, se non s'arriva Il camin dritto prenda, e saglia il monte
A l'acqua viva. Chi brama il fonte.
A l'acqua viva, che con voglie accese
Donna humil chiese a la fontana eterna,
Che in sua cisterna il mondo si soave
Acqua non have.
(4b) A nostri preghi o maestà divina (Supplica)
A nostri preghi o maesta divina Stampa signor'il tuo divin amore
Gli orecch'inchina sol per tua pietade Nel nostro cuore; et salda fede, et viva
Et per bontad'accetta dei devoti Sempre ravviva con l'eterna luce,
Tuoi servi i voti. Che à te conduce.
Mira benigno dal tuo seggio santo Traggi da gli occhi lagrimosa vena:
Il nostro pianto, & con sereno aspetto La carne affrena, e questi sensi erranti
Dal nostro petto ogni tenebra sgombra Co'i digiuni santi, et ogni vitio cada.
Che il cuor n'ingombra. Per la tua spada.
Predona i falli, & tante colpe gravi Fugga lontan dal popul tuo fedele
Tua pietà lavi, e rompi le catene Satan crudele, & dal tuo excelso trono
Solliev'al bene con la man potente Il santo e buono spirito descenda,
L'alma giacente. Che il cuor n'incenda.
Senza te ci sommergon le profonde Al Padre, al Figlio, a lo Spirito eterno
Horribil'onde dell'eterna morte, Nel ciel superno, et nella terra dia
Ma'l braccio, forte tuo n'erge à le stelle Ogni alma pia, che ben si congaude,
Lucenti et belle. Honore, et laude.
Cristo bontade, et vita, et luce vera
Letitia intiera, caritade immensa,
La qual dispensa, il sangue onde salvasti
L'huom che creasti.
(4c) Come ti vedo ohimè (Passione)
Cristo. Anima.
A. Come ti vedo ohimè di sangue asperso E non già per cittadi, ò per Castella,
E tutto immerso nel dolor di morte Ma per te bella, e dolce Anima mia,
O guerrier forte chi t'ha si piagato Che perso havia, con si grave martoro
Ben crudo è stato. Languisco e moro.
C. Mi tradì fiero, e disleale amico, A. Deh come tardi hor ti conosco Amore
Piangendo il dico, et altri mi lasciaro Fenditi, ò cuore in mille, e mille parte
Che pur giuraro di seguir mia sorte, Vò consumarti in dolorose tempre,
Fra ceppi e morte. Vò pianger sempre.
Io corsi come Agnello a la tonsura
Tra gente dura, e per l'altrui delitto
Hor qui trafitto son come tu vedi
E man, e piedi.
(4d) Onde cotanto ardor (Laude à San Lorenzo)
Onde cotanto ardor Lorenzo impigli, Egri et mendici, et dispensar fra loro,
Che rassomigl'un Serafino in carne? Sacro Thesoro.
Dillo, che trarne util'essempio bramo, Ad altri ricopersi il nudo fianco,
Dillo, ch'io t'amo. Altri, che manco venian per la fame,
Casti pensieri in giovenil'etate, Duro certame di vivanda empiva,
Vera humiltate, Amor largo, et profondo Che gli ravviva,
Mi dier nel mondo, singolar vittoria, Indi posto, a lor pie, gli lavo, & tergo,
Et nel ciel gloria. Bacio, et aspergo de lagrim' ardente,
Amor mi spinse à desiar la morte, Che gli ramente, il mio contrasto altero,
Et pianger forte, che'l mio Padre, et Duce Et mercè ch'ero,
Non mi conduce seco in compagnia, Questi carboni fur, queste le faci,
Per l'erta via, Ond'llaudaci imprese io fui si caldo,
Amor mi spinse a ricercar la notte Quindi il cor baldo, et le risposte vive,
Per chiuse grotte, i miei piu cari amici, Di Viltà schive
5 Perché ripieno sei (Salmo 41) (Conversione)
Perche ripieno sei Gia de quest'occhi un rio Forza'è che torni, ahi lasso,
Cor mio de tanti omei? Versat'ha'l petto mio, In questo viver basso,
Spera, ch'ancor vedrò, Et pur dimostri ohime, Pur mi ricorderò,
Chi rallegrar mi può, Che contento non se, Quando salir vorrò
Luce degli occhi miei Misero che poss'io? La via di passo in passo
Più non ti lasciarò. Se non chiamar mercè. E così canterò.
L'anima mia ti brama, Hor sento aprir le porte, Perche ripieno sei
Qual'assetata Dama, Che chius'eran sì forte; Cor mio de tanti omei?
E come cervo va, Et vedo scender giù Spera, ch'ancor vedrò,
Seguendo tua bontà; Torrenti di la sù, Chi rallegrar mi può,
Ma di quel che tant'ama; Ch'abbondan di tal sorte. Luce degli occhi miei
Gocciola pur non hà. Ch'io non ne posso più. Più non ti lascierò.
Di tua presenza amore Perdona, ch'io son terra,
Già s'è nutrito'l core, Spirto mio non più guerra,
Hor se questa non ho, Habbi di me pietà,
Come viver potrò; Deh non andar più la,
Soccorrimi o Signore Se'l mar ti cinge e serra,
Se non ch'i mi morrò. Chi te ne caverà?
6 Chi vuol seguir la guerra (Combattimento Spirituale)
Io mi trovo Gesù
Da te lontano
Gran tempo infermo stato
Involto nel peccato
Hor cerco di tornar
Ed esser sano.
L’ardente febbre mia m’altera’l senso, Io son quel cieco nato o signor mio,
e parmi ‘l dolce amaro e son quel sordo e muto.
con tedio e con accidia io parlo e penso Rendimi il lume tuo pietoso Dio,
di te Signor mio caro Fà di tua mano il luto
io non trovo riparo Di terra e del tuo sputo,
senza te vera vita e ponmelo su gl’occhi,
sana la mia ferita Gesù se tu me tocchi
dolce Gesù, o buon samaritano. Laverommi al tuo fonte, e sarò sano.
Io mi trovo, etc. Io mi trovo, etc.
Perchè m’inviti pur mondo fallace In vano hor mi minacci et hor m’adeschi
Teco nè pace aver nè tregua voglio Più non m’inveschi nel tenace vischio
Crudel tiranno rendim’il mio core Sciolto son’io e dei tuoi lacci fore
Mondo bugiardo mondo ingannatore. Mondo bugiardo mondo ingannatore.
Ahi falso lusinghier che molto fele La man potente del mio grande Iddio
Con poco mele astutamente copri Benigno e pio ha rotto il duro giogo
Non vò più tue lusinghe traditore Egli è non tu mio vero signore
Mondo bugiardo mondo ingannatore. Mondo bugiardo mondo ingannatore.
Rotta è la rete dei sottil’inganni A lui sol di servir tutto son vago
Ove molt’anni mi tenest’involta, Fischia qual drago o qual Sirena canta
hor piango, se ben tardi il lungo errore Non curo nè tuo biasmo, ne tuo honore
Mondo bugiardo mondo ingannatore. Mondo bugiardo mondo ingannatore.
(16a) Era scampato (conversione)
Era scampato per mia bona sorte, Questo tiranno più che un tigre fiero,
Dalle man crudel d'un'empio tiranno, Solo è il peccato, e chi lo crederia?
Ma per mia colpa e non voler fuggire, Quanto il crudel mi stratia, no'l so dire,
Son pur tornato misero a servire. Et io lo voglio misero servire.
O dolce libertà come t'ho persa, A Dio, che vera libertà mi dava,
Pur sei preciosa più ch'argento et oro. Servire non volsi, ohime che grav'errore,
Hor ti conosco, mà che giova il dire, Un sì gran fallo ben meriteria
Se son tornato misero à servire. Che stesse sempre in dura prigionia.
Quando ripenso al mio felice stato Mà la pietade del mio dolce Cristo,
Libero e sciolto come mi trovava Se ben'io stolto da lui son partito,
Sent'un'horrore, che mi fa morire, Hor mi richiama, e dice, ò peccatore
D'esser tornato misero à servire. Fuggi il tiranno, e torna al tuo Signore.
Anima che per me dal mond’errante É forse il mondo più cortese amante,
Fost’al dritto cammin del ciel rivolta o’l demonio che t’ha da me distolta
E d’ogni vizio sciolta hor brevemente ascolta
perchè cercando vai Ricercar ben potrai
Chi ti conduca a sempiterni guai. Chi t’ami più di me non sarà mai.
Già ti trass’io con le mie mani sante Io sono, io sono il tuo sposo zelante:
Fuor dell’inferno ov’eri tu sepolta: che’l sangue ho sparso, et con mia pena molta.
e non pur una volta D’empie man te ho ritolta.
si come ben lo sai, Deh lascia il vitio homai:
ma mille volte, e più te ne scampai. perchè peccando pur morir mi fai.
Dove è la fede tua ferma e costante
C’hor di nuovo nel mondo, ti sei involta?
Deh perchè segui o stolta
Segui tal che non sai
Et lassi me che più che’l cor t’amai.
(17a) Anime cristiane (conversione)
Anime cristiane a Dio dilette Questa breve caduca e fragil vita
Qual error dal fin vostro vi devia Altro non è ch’esilio e prigionia.
Deh perchè la bugia Deh perchè la bugia etc.
Perchè pur l’orbe amate Non v’accorgete voi ch’el vostro core
O grave inganno Quanto più beve ha più sete che pria.
E’l vero ben lasciate. Deh perchè la bugia etc.
All’immagine sua già non vi fece Altre acque brama il core, et altro fonte
Per un vano piacer che vi travia. Per Dio fu fatto, e in Dio sol sazio sia.
Deh perchè la bugia etc. Deh perchè la bugia etc.
18 Cor mio dolente e tristo (conversione)
Sorgi dal sonno sorgi anima mia Vedilo involto in pannicelli e in fasce
Che sorg’il tuo sole Come talor dall’onde
Dal lucid’oriente di Maria. Di Gange a noi velato nasce.
22 Il tuo bel sol (Natività)
Seconda parte
Il tuo bel sol ch’ogni tua notte aggiorna Per tua cagion i vivi raggi ardenti
E di gigli novelli e di viole Della sua gloria il Sol di grazia asconde
La terra e’l ciel adorna Si che tu nol paventi
E riscalda d’amore Anzi per tuo diletto
Ogni agghiacciato core. L’alberghi entro al tuo petto.
23 Sorge la chiara stella (Natività della BVM))
Mentre lo sposo mio dorm' et riposa, Piango, et è ben ragion ch'io pianga sempre,
Nel sonno della morte aspr'e penosa, El cor per gl'occhi in lagrime si stempre,
Qui sott'il tronco dell'amata spoglia Rimembrando l'ingrata dipartita
Sfogarò la mia doglia. Ch'io fei da la mia vita.
Croce, et voi chiodi, et spine insanguinate, Hor'à lui torno, et tu dolce conforto
Il caro sposo mio deh non svegliate, Nelle tempeste mio refugio, et porto,
Sin che satia di pianto et di lamenti Croce diletta, tu m'abbraccia, et prendi,
Ancor io m’addormenti. E al mio Sposo me rendi.
25 Unico figlio amato (Supplica del peccatore)
Figlio dicea del sommo Eterno Padre Tanto ch’io movo ad amoroso zelo
Gli Angeli ancor del cielo
E Figlio Hoggi ancor mio
Così dicendo stretto l’abbracciava.
Che ben ti sono Madre,
La casta Verginella…
Se t’ho generat’io
Come mirando nel tuo dolce viso O me felice sopra ogn’altra in terra
Mi s’apre il paradiso Che stringo le tue membra
Così dicendo esso lo mirava. Se non fosse la guerra
La pura Verginella… Con sospir mi rimembra
Dunque e pur vero ch’io porto nel seno Se non fusse ch’a tempo, hai dura sorte
Mi priva acerba morte
Quel divino tesoro
Così dicendo forte lagrimava.
Che fa beato a pieno
L’afflitta Verginella…
Tutto il celeste coro
29 Donna Celeste (Maria contempla il Bambinello)
Donna celeste che di Dio sei madre Donna ch'avolgi dentro a le tue braccia,
Hoggi al tuo parto scendon mille squadre, Colui che tutto l'universo abbraccia,
D'Angeli santi, Fatto bambino
Con dolci canti, Et piccolino
Maria felice te. Lo stringi forte à te.
Donna sublime, ch'hai portato in terra, Donna in cui sono tal bellezze sparse
Che'l verbo eterno, risguardotti, et arse;
La vera pace; e a noi tolt'hai la guerra,
Hora ridendo
Satan s'adira,
Ti stà godendo
Il ciel t'ammira,
Felice dunque te.
Gioisce il mondo in te.
30 O fra quanti giamai (a Maria Regina) (BVM)
O fra quanti giamai nacquer d'Adamo. Ma che parl’io di tali, che cinser l’alma
Formosa Verginella Qui di corporeo velo,
O Madre de viventi Eva novella Gli Angeli stessi, gl’Angeli del Cielo.
Te riverisco, et amo Danno a Maria la palma,
Poi che sei santa, e bella. Con riverente zelo.
Lodi pur chi vorrà Donna gentile O saggia scorta de gl’uomin’in terra
Quantunque altera sia, E fu nel Ciel Regina.
Ch’a merti non può giunger di Maria. Riparatrice di doppia rovina,
Donna par ne simile Soccorri a la mia guerra
Non fu giamai ne fia. E al mio favor t’inchina.
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31 Io Vo Vendetta Far (Penitenza)
L'alto fattor che l'universo regge, D'una vergine intatta, et ella attenta
Per farsi'a noi simile, Al celeste consiglio
Veste corpo servile Concepisce col verbo il dolce figlio.
E per vita donar al caro gregge In basso speco in fien pungente giace.
A morir vien'in terra Ne vil Presepio sdegna,
Con sì forte legam’amor lo serra. Quel ch'interno Regna
Scende dal ciel ne chiostri santi e casti E poco latte sugger si compiace
Della beata madre Picciol Bambino in fascie
Gratia del sommo Padre Quel che gli Augelli e tutto il mondo pasce.
Et tu felice ventre in te portasti Rallegransi cantando i sacri cori
Il profondo secreto Degli spirti celesti,
Cui mira il cielo riverente e cheto. Et baldanzosi et presti
Con nuova maraviglia hoggi diventa L'alta Novella recano a pastori
Di Dio tempio e ricetto Che sotto mortal velo
Il bel pudico petto, E comparso il Pastor, e Re del cielo.
(33a) Hor che la fredda neve (Cantico dei Cantici)
Hor che la fredda neve, e’l duro gelo Vanne a veder le folte chiome e nere,
Al caldo si distilla Gl’occhi pien di splendore,
Ne la stagion tranquilla, Dove s’annida amore,
Né più ricopre oscura nube il cielo, La fronte lieta, e’l collo, ch’a vedere
Et con la fosca notte, Terso avorio simiglia,
Fugge l’inverno e le gelate grotte. E la tua faccia candida e vermiglia.
Hor che su le minute aurate arene, Vedrai quella beltà che non ha pare,
Con vario giro e lento Il suo divin sembiante,
Mormora’l vivo argento, E le maniere sante,
E ride’l prato, e il coll’e su l’amene E i costumi celesti: onde scaldare
Piagge apriche la foglia Ti sentirai di fiamma
Verdeggia, odora il fior, l’Albor germoglia. Che purga, luce, e dolcemente infiamma.
Che più giaci alma mia, che non ti deste? Corri al soave odor, ch’intorno spande
Ecco per la campagna La Mirra, il Nardo, el Croco:
La tortore si lagna, Ove in ameno loco
E la vite di gemme si riveste; Gustar potrai le care sue vivande,
E tra le folte foglie Uve mature, e intatte,
L’ispido fico, i primi parti accoglie. Favo di mele, e vin misto con latte.
Porgi l’orecchie a gl’amorosi accenti, E qual pura colomba, entro al suo nido
Del tuo diletto sposo, Vola veloce e giace
Che t’invita al riposo In quella somma pace,
E in mezzo ai gigli, e a gl’odorati unguenti. In quell’albergo dilettoso e fido
Verso il meriggio siede Ivi t’assidi: e poi,
Di gemme ornato, te sol brama, e chiede. Viv’in eterno in mezzo a i bracci suoi.
34 Passat’el verno (Conversione)
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35 Fuggono i giorni (Conversione)
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38 Son quest'i sacri pie' (Penitenza)
(Aria di cantar sonetti)
Son quest'i sacri pie' ch'a la gran cena Gente, è fra di voi alcun pietoso gl’occhi son
Lavai con le sals'onde del mio pianto Che m’apra’l petto, accio col sangue lavi
Per impetrar da te perdon di quanto Il mio Signor, poiché gl’occhi son scarsi.
T'offes'in la mia vita d'error piena.
Deh fosse morta almen quel glorioso
Piansi all’hor la mia colpa, hor la tua pena, Giorno, che dissi a te: Signor peccavi
E la tua morte, che m’affligge tanto, Quando sopra di te l’unguento sparsi.
Che s’ancidesse’l duol, già seria a canto
Il fin dell’infelice Madalena.
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(38)a Quando vedrò (Aspirazioni al Cielo)
Quando vedrò di questa mortal luce
L’occaso, e di quell’altra eterna l’orto, Soave sia il morir per viver sempre,
Sarà pur gionta al desiato porto E chiuder gl’occhi per aprirli ogn’hora
L’alma, cui speme Hora fra via conduce. In quel si chiaro, e lucido soggiorno.
E scorgerò quel raggio, che traluce Dolce il cangiar de queste varie tempre
Sin dal ciel nel mio cor, del cui conforto Col fermo stato, O quando fia l’Aurora
Vivo con occhio più de questo accorto Di così chiaro aventuroso giorno?
Com’arde, come pasce e come luce.
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40 Sposa Cara e Diletta (elogio della povertà)
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O peccator che fai Suona l’horribil tromba
Giacendo pur nel tuo profondo sonno, La morte, el correr suo rapido affretta,
Come non odi omai Et nel sonar rimbomba:
I tuoni che svegliar le pietre ponno Già per ferirti l’arco ha la saetta,
E tu pur giaci e dormi. E tu pur giaci e dormi.
Grida in mezzo al tuo core, Pende su l’alta croce
Nott’e giorno l’amara conscienza, Il tuo dolce Signor che tanto t’ama:
Et vibra del timore, Ch’ancor morta la vocee
La sferza che ti spron’a penitenza, Del sangue, e delle piaghe sue ti chiama
E tu pur giaci e dormi. E tu pur giaci e dormi.
Sorgi peccator sorgi
Svegliati omai che non sarà per tempo:
Porgi l’orecchio porgi:
Al tuo cuore, alla croce; a morte, al tempo,
Perché pur giaci e dormi?
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La seguente musica di Giovanni Animuccia contenuta nel Primo libro delle Laude spirituali a tre voci---Roma---
A.Gardano---1583. può essere utilizzata per cantare la Lauda n. 3.
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La seguente musica di Serafino Razzi contenuta nel Primo libro delle Laude spirituali --Roma---A.Gardano---1563. può
essere utilizzata per cantare la Lauda n.8.
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3
La seguente musica di Francesco Soto de Langa contenuta nel da "TEMPIO ARMONICO DELLA BEATISSIMA
VERGINE... in Roma, Nicolo Muti] 1599. può essere utilizzata per cantare la Lauda n. 14.